Scarica l`Articolo - karposmagazine.net
Transcript
Scarica l`Articolo - karposmagazine.net
Newport Ave Market DISTRIBUZIONE DANIELE TIRELLI DISTRIBUZIONE 95 DIPINGERE CON L’ORTOFRUTTA Il turista italiano vittima del “complesso di Biancaneve” e il fascino dei mercati europei come Au Bon Marché a Parigi, Harrod’s a Londra e la Boqueria di Barcellona, sono solo un esempio del “painting with produce”, una nuova tecnica espositiva che coniuga il piacere estetico alla funzionalità. Daniele Tirelli carnei alla propensione per i vegetali. Non avrebbe potuto essere diversamente, tenuto conto non solo dei grandi progressi agricoli e dell’industria alimentare, ma anche della ininterrotta ricomposizione etnica del paese. Si pensi, ad esempio, al peso assunto dalla componente ispanica, la quale tipicamente attribuisce una grande importanza alla freschezza alimentare e a quella della frutta e verdura in particolare, con tutti gli effetti dimostrativi sui consumatori di altra tradizione e altra etnia. Le catene di supermercati più dinamiche e innovative, peraltro, hanno proceduto, da tempo, ad una grande e sistematica valorizzazione della produzione agricola statunitense ed internazionale. La sua manifestazione più spettacolare si sintetizza nelle tendenze in atto che vanno sotto il nome di “painting with produce” (dipingere con l’ortofrutta) e di “produce display” (predisporre in modo efficiente ed accattivante un’ampia varietà di prodotti deperibili). D’altra parte molte catene indipendenti americane I preconcetti e i luoghi comuni costituiscono un’ottima barriera difensiva per chi deve giustificare la propria inazione. Così, l’idea diffusa che gli amati-odiati Stati Uniti non sappiano in generale apprezzare la frutta e gli ortaggi come alimento quotidiano, spesso serve, nel nostro Paese, ad illudersi di essere tra i più esperti nel comprare e nel vendere questi prodotti deperibili. In realtà, una conoscenza più approfondita dello sterminato universo commerciale del continente nord-americano ci porterebbe ad una conclusione di ben altro segno. Ancora una volta, come cercherò di dimostrare, le tecniche di marketing e di merchandising trovano il loro presupposto sperimentale e innovativo proprio nell’America del Nord. Il modello dietetico della popolazione statunitense, come dimostra la sua storia ragionata, ha subito negli ultimi 150 anni una rapida evoluzione e molte drammatiche mutazioni che hanno orientato la preparazione dei pasti dalla passione per i regimi 96 DISTRIBUZIONE DANIELE TIRELLI Newport Ave Market Display di nuova concezione consentono di disporre il prodotto secondo geometrie irregolari permettendo allo stesso tempo l’umidificazione e l’areazione dell’ortofrutta. alla suggestione visiva di accesi accostamenti cromatici, e persino l’aggiunta (in qualche caso) di effetti sonori tesi ad imitare lo scroscio della pioggia, nel momento dell’umidificazione. Ovviamente si tratta di una scelta che impone una selezione di frutti e ortaggi che, del tutto privi di difetti, sono così belli da sembrare falsi. Ne discende che spesso il turista italiano, osservandoli, cade vittima del “complesso di Biancaneve” collegando l’aspetto (questi prodotti perfetti) al dubbio circa la loro effettiva genuinità. Sulla qualità oggettiva del prodotto ortofrutta, per cui gli americani sarebbero assuefatti alla frutta gonfiata e insapore, beh bisognerebbe avviare il dibattito dopo aver gustato, per esempio, una susina o una Midnight Beauty, l’uva seedless di SUN World, le mele del Wisconsin o l’ampia varietà offerta da WholeFoods, da Central Market o da StewLeonard’s: insegne che servono le classi medie dei vari stati dell’Unione. Potremmo, per altri versi, discutere anche il luogo comune della soppressione americana e, ovviamente, le tante aziende cooperative sono nate, in tempi ormai lontani, dall’attività di piccolo commercio di ortofrutta. Anche i farmer market da noi così spesso citati rivelano nel nome la loro origine. Curiosamente i retailer americani, con un atto di modestia, affermano nell’allestire i loro ordinatissimi e coloratissimi banchi espositivi di voler riprodurre il fascino suggestivo dei mercati europei, sebbene in realtà in Europa i luoghi che offrono un vero “spettacolo della merce” siano ormai pochi: Au Bon Marché a Parigi, Harrod’s a Londra e la Boqueria di Barcellona sopra tutti... Le soluzioni più spettacolari (che implicano un notevole dispendio di tempo e particolari abilità), si trovano piuttosto in India e nei paesi sudamericani. Ciò detto, è innegabile che molte catene americane hanno sviluppato da tempo estetiche raffinate adottando logiche moderne e funzionali per i loro supermercati. Esse sono volte a sollecitare la propria clientela con un approccio polisensoriale che unisce sempre l’esperienza dell’assaggio del prodotto L’accostamento dei colori viene accuratamente studiato per valorizzare i contrasti cromatici di frutta e verdura. 99 DISTRIBUZIONE DANIELE TIRELLI della biodiversità. Una visita a Bristol Farms, a The Fresh Market o a Sprouts ci, convincerebbe della facile reperibilità degli “heirloom produce”, cioè delle secolari varietà di pomodori Brandywine, di CrabApple o della patata Purple Peruvian destinati ai consumatori sensibili a questa tematica neoromantica. Tornando al “painting with produce”, va detto che si tratta di una nuova tecnica espositiva che coniuga il piacere estetico alla funzionalità. Si prendano le banane disposte secondo la gradazione dal giallo al verde per identificarne il grado di maturazione oppure, nel caso dei peperoni, la piccantezza. In breve, la proposta assertiva di un prodotto freschissimo e qualitativamente inappuntabile è sempre più importante per caratterizzare in modo distintivo una catena di supermercati, rispetto ai grandi discounter come Wal*Mart o Costco. I prodotti freschi e deperibili (tra cui l’ortofrutta) coprono infatti dal 45 al 70% del fatturato dei supermercati più moderni e generano margini di profitto che compensano la bassa redditività dei prodotti confezionati. Da qui la necessità di comunicare immediatamente e in modo intuitivo i valori d’impresa, parte dei quali è anche l’impegno per un’alimentazione sana, gratificante e varia. Tra gli esempi più significativi figura certamente la catena Nugget Market, che opera nel circondario di Sacramento (CA) ed è, da 80 anni proprietà della famiglia Stille. La soluzione che è stata gradualmente perfezionata nei punti di vendita di Eldorado Hills, Vacaville sino all’ultima soluzione più spettacolare di ElkGrove, prevede la disposizione verticale di vari ortaggi. Le sue geometrie asimmetriche sono state studiate per creare forti contrasti cromatici, per una corretta nebulizzazione e aereazione. Un tratto interessante da sottolineare è che questa disposizione risulta, come tempo di lavoro richiesto, più efficiente del classico impilamento verticale di altri negozi. Soluzioni analoghe sono state elaborate, indipendentemente dalle precedenti, anche in 102 DISTRIBUZIONE DANIELE TIRELLI Newport Ave Market La disposizione asimmetrica delle nicchie del display consente, al contrario delle apparenze, di velocizzare la disposizione manuale dei frutti e dei vegetali. L’accurata esposizione delle mele disposte su appositi vassoi, rende spettacolare l’entrata nel negozio di Garden of Eden sulla 14th Street di New York. altri luoghi come ad esempio al Newport Market (Oregon), da Andronico’s (CA), negli store di Dorothy Lane (OH), nei Garden of Eden (NY) e in versione semplificata persino nei magazzini dei marines. Il termine stesso di “painting with produce” è derivato in realtà dall’arte di presentare frutta e verdura nelle imbandigioni o nelle fiere. Si ricollega anche ad un arricchimento assorti mentale costituito da preparazioni, da noi pressoché sconosciute, quali le ceste regalo, gli “edible arrangement” ovvero i fantasiosi elaborati per banchetti e celebrazioni o i “party tray”, vassoi pronti destinati ai pranzi in piedi o di lavoro. In sostanza l’abilità nel giocare con forme ed accostamenti dell’arancio delle carote, dei gialli, verdi, rossi di peperoni e pomodori, del violetto delle melanzane, ecc., costituisce la base di una professionalità sempre più ricercata dai gestori dei supermercati e offerta da specialisti di piccole società di servizi. Il tutto si completa ovviamente con altri apporti costituiti dallo studio di una illuminazione dedicata (che a sua volta sta vivendo una rapidissima evoluzione tecnologica) e di una grande creatività nell’arredamento e nello store design. Le varie correnti del “neoromanticismo alimentare” richiedono infatti estetiche “rustiche e contadine”, che si ricolleghino alla tradizione di una nazione che nei suoi primi secoli di vita fu essenzialmente un paradiso agricolo. Coerentemente, le tante catene di supermercati indipendenti a carattere locale come Roche Bros (MA), Kowalski’s (MN), Bush’s (MI), ecc., enfatizzano con la comunicazione la loro politica di scelta preferenziale dei prodotti del proprio territorio. Allo scopo evidenziano quelli che hanno percorso meno di 100 miglia: una versione pragmatica e concreta del (da noi) conclamato e fumoso “km zero”. Inoltre operano in co-marketing con i produttori agricoli, sottolineando nome e cognome delle aziende fornitrici e le loro relative caratteristiche: una modalità molto efficace per far uscire dall’anonimato le eccellenze del mondo agricolo. Le lezioni che possiamo trarne per il nostro paese, ai fini di “vendere” meglio il prodotto ortofrutticolo all’interno della distribuzione moderna sono molteplici. La prima di esse è tuttavia l’invito a recepire un concetto basilare che proviene dagli USA: per difendere davvero la tradizione occorre sfruttare il meglio che ci è offerto dalla modernità commerciale. 104 AGRICOLTURA OGGI ALESSANDRA LEGNANI Daniele Tirelli IULM Milano