Cap. IX - Le Gallerie di Modellismo Più
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Cap. IX - Le Gallerie di Modellismo Più
CAPITOLO IX La Grande Guerra dal 1917 al 1919 ALBANIA 1917 Si arriva così al 1917, che vede il col. Amato incaricato anche delle delicate relazioni con la Missione Francese nell’Albania meridionale che era sbarcata a Santi Quaranta per coordinare i rifornimenti alle truppe transalpine dislocate in Macedonia. Il 1° marzo per ordine del Comando Truppe d’Occupazione Albania il 19° squadrone “Sardo” ritorna autonomo, lasciando così il Reggimento col quale aveva operato staffa a staffa dall’aprile del ’16. Nei primi sei mesi dell’anno gli squadroni del I Gruppo - peraltro particolarmente provati da un anno di guerra sempre in prima linea, nonché dalle malattie - non prendono parte ad azioni di guerra. Essi vengono bensì impiegati a presidio di varie località, danno pattuglie di rinforzo ai RR.CC. per la repressione del brigantaggio, svolgono inoltre servizio di posti di corrispondenza e distaccano numerose guardie a ponti e strutture importanti od isolate. Ma le condizioni igenico - sanitarie sono sempre più precarie per la recrudescenza delle affezioni malariche, sicché nel maggio è necessario riunire tutti gli uomini sani nel solo 6° squadrone, mentre il resto del Reggimento - uomini e cavalli - è avviato a Corfù per ristabilirsi. A rimpiazzare i vuoti aperti da queste partenze giunge in Albania un Gruppo dei “Cavalleggeri di Col. Carlo Capponi - Trenca 16° Comandante Lucca”. Il 13 luglio in luogo del col. Amato inviato a rilevare il comando del Reggimento “Lancieri di Vercelli” è nominato Comandante di “Lodi” il col. Carlo Capponi - Trenca. A nord, sul fronte della Vojussa il 9° ed il 10° squadrone continuano a battersi con sempre più ampie responsabilità. Dal 5 Aprile, infatti, a loro è demandato anche la sorveglianza del tratto che corre lungo la Bassa Vojussa da Biscian a Mifoli; tale impegno è disimpegnato mediante l’organizzazione di 14 “piccole guardie” disseminate lungo tutto il settore, mentre per la vigilanza della testa di ponte giornalmente si distaccano 50 uomini. Quasi tutte le notti pattuglie nemiche si spingono fin sotto i reticolati ma non riescono ad eludere l’attenta vigilanza dei cavalleggeri che reagiscono puntualmente col fuoco delle armi. Finalmente pare giungere un po’ di riposo: il 19 maggio gli squadroni vengono esonerati da qualunque servizio sul fronte e riuniti ai due appiedati dei “Cavalleggeri di Catania”, insieme ai quali, e fino al 24 giugno, sono addestrati per un’importante azione notturna. Sostituito infatti il moschetto col fucile, i reparti vengono abituati ad operare esclusivamente nel buio, nel massimo silenzio e senza perdere i collegamenti in stressanti esercitazioni notturne. Poi gli avvenimenti cambiano e la missione annullata per cui i due nostri squadroni tornano a quella testa di ponte che avevano lasciato appena 5 settimane prima. ITALIA 1917 Il 6 gennaio, al nostro Deposito di Napoli rientrano gli squadroni 2° e 3° già aggregati ai Reggimenti “Novara” e “Guide” che, come detto, li avevano impiegati in combattimento fin dall’inizio della guerra. Nelle more tali reparti vengono disciolti. Semplice e commovente la cerimonia d’addio in “Novara” dove, nel circolo ufficiali di Treviso, il capitano Francesco Mastrostefano, comandante dello squadrone, riceve una medaglia con dedica, raffigurante in oro e smalto l’Aquila di Novara. Ai subalterni, parimenti, ne viene consegnata una d’argento. Gli ufficiali di “Lodi” ricambieranno con una cornice d’argento. Anche “Guide” vuole ricordare la fratellanza di sangue incidendo una targa “perché il ricordo di questa pur breve unione rimanga imperituro nei due Reggimenti”. Passato qualche mese, però, il 17 maggio, i due reparti sono ricostituiti e, riuniti in un sol Gruppo con uno squadrone di “Saluzzo” ed uno mitraglieri di “Genova”, nei primi di luglio, si schierano al Col Sentinella ove appiedati, si battono fino ai disastrosi eventi di Caporetto. Nello stesso mese di luglio si forma a Brescia la 732^ Compagnia Mitraglieri bis “Lodi”. Tali unità erano dotate di otto armi ed articolate su due plotoni in grado d’agire indipendentemente. In difesa costituivano elemento essenziale di resistenza, nonché formidabile supporto nei contrattacchi; nell’offesa, non legate ad alcun tratto di fronte rimanevano “alla mano” del Comandante di brigata o di divisione per essere poi impiegate al momento opportuno. La nostra, inviata subito al fronte per rilevare la 732^ Compagnia Mitraglieri “Genova Cavalleria”, si batte sulle Dolomiti dell’Alto Cadore, distinguendosi per valore a Forcella Sentinella, Monte Piana, Tre Cime di Lavaredo e Cima Sappada. Ritiratasi solo sotto la pressione nemica al seguito della rotta di Caporetto, si segnala poiché ripiega ordinatamente con tutte le armi ed i materiali, nonostante l’artiglieria nemica avesse “centrato” la casa ove si era accantonata. ALBANIA 1917 Nel frattempo sul fronte albanese, nel novembre del 1917, proveniente dall’Italia, agli ordini del magg. Bertetti, sbarca a Santi Quaranta il Comando del II Gruppo con i suoi 7° ed 8° squadrone. Subito in prima linea, occupa Ersech e mantiene aperti i collegamenti con le truppe alleate operanti in Macedonia, ostacolati da bande di irregolari calcolate ad oltre 2500 armati le quali, approfittando della guerra, spadroneggiano sul territorio ed attaccano indifferentemente civili e militari di entrambi gli schieramenti. A seguito dei fatti di Caporetto, molti reparti stanziati oltre mare vengono richiamati in Patria e fra questi ci sono i “Cavalleggeri di Lodi” che all’ordine di rimpatrio, nel dicembre, partono dall’Albania col Comando di Reggimento, i due Comandi di Gruppo ed i rimanenti squadroni lasciando in loco il solo IV Gruppo (9°e 10° squadrone) ed il 19° Sardo. ITALIA 1918 Il Reggimento ( 6°, 7° ed 8° squadrone) giunto in Italia si riunisce nelle vicinanze di Parma, già nella prima decade di gennaio, alle dipendenze della 2^ Armata che vi si andava ricostituendo. Il 1° febbraio arriva anche il I Gruppo (4° e 5° squadrone) da Corfù che, dislocato a Badia Polesine, rimane alle dipendenze dell’Intendenza della 7^ Armata. Nell’aprile al costituendo corpo di spedizione destinato ad operare nel fronte francese viene assegnato il II Gruppo con il 7° ed 8° squadrone che così, sottratto al Reggimento, passa alle dirette dipendenze del Comando del II Corpo d’Armata. I rimanenti reparti sono impiegati in servizi vari, spesso rischierati alle dipendenze di vari 88 89 Bomba a mano Mitraglieri di Lodi con arma Maxim - Vickers. La 732^ Cp. Mitraglieri "Lodi" era armata con Fiat '14 Maschera Antigas Modello piccolo e relativo contenitore Tavola Uniformologica N. 18:"Reparti mitraglieri di Lodi 1915 - 1918" Fregio dipinto in nero sull'elmetto Elmetto da cavalleggero Comandi fino al 3 ottobre, quando lasciata Torre Quartesolo (Vicenza) si portano fino a Taranto da dove il 9 successivo s’imbarcano per tornare in Albania. FRANCIA 1918 Guidati dal ten. col. Gastone Pagliano e forti di 100 cavalli ciascuno, gli squadroni 7° ed 8° sbarcano a Mailly le Camp il 27 Aprile. Per via ordinaria si portano nella Champagne accantonando a Cumières presso Hautvillers, dove giungono il successivo 15 giugno, schierandosi sul tratto di fronte fra Reims e La Marna, a cavallo della vallata dell’Ardre. Loro compito è il collegamento tra il Corpo d’Armata, le Divisioni ed i reparti minori di modo che le comunicazioni funzionassero a prescindere e soprattutto nel caso in cui i mezzi tradizionali (telegrafo, telefono, colombi, ecc...) fossero stati neutralizzati. A tale scopo si da subito mano a numerose e continue ricognizioni in modo da rendere familiare il settore di responsabilità del Corpo d’Armata e nell’ottica d’impratichirsi del terreno, si tracciano sentieri nei boschi e mappe che consentano di evitare le strade principali e più battute. Sulle prime si distaccano quindi presso ogni Divisione e fino ad alcuni Comandi di battaglione dieci cavalleggeri, aumentati in seguito a due plotoni per ogni grande unità ed il loro addestramento consiste nel portarsi giornalmente al Comando Divisione di modo che il terreno divenga familiare a tutti. Un plotone viene poi affidato al Comando Difesa dei ponti sulla Marna ed un altro distaccato ad Hautvillers per prestare servizio insieme con i Regi Carabinieri. Alla mezzanotte del 15 luglio, il nemico inizia un violentissimo bombardamento seguito al mattino dall’attacco di grandi forze. Presto telefoni e telegrafi vengono messi fuori uso ed é solo grazie all’instancabile opera dei nostri ufficiali e cavalleggeri che si può tenere costantemente sotto controllo l’evolversi della situazione ed al contempo mantenere aperto l’essenziale servizio dei collegamenti. Il giorno successivo, onde ripianare le perdite, si da fondo alle poche riserve disponibili, peraltro già intaccate dal bombardamento nemico su Cumières che ha provocato la morte di parecchi cavalli ed il ferimento di tre cavalleggeri. Rientrano, altresì, i due plotoni distaccati presso l’8^ Divisione ritirata dal fronte per le forti perdite subite. Ora con tutti gli uomini disponibili, cui si aggiunge il plotone già a difesa dei ponti sulla Marna ed i RR.CC., è formato uno squadrone che, dal Bosco di Fleury, avrebbe dovuto proteggere il ripiegamento della 3^ Divisione in caso di attacco nemico. Poi, venuta meno quest’ipotesi, il 22 luglio tutto il Gruppo è ritirato dalla prima linea per un periodo di riposo e, giunto a Saint Etienne sous Barbuise, vi si accantona fino al 12 agosto allorché torna a schierasi sulle Argonne. Quindi assegnato il Corpo d’Armata italiano ad altro settore, il Gruppo nei giorni dal 12 al 15 settembre si trasferisce per ferrovia fino a Château Thierry (7° squadrone) e Mery (8° squadrone) raggiungendo, quindi, per via ordinaria le località di Etrépilly e Sergy. Il nuovo schieramento vede il Comando di Corpo d’Armata a Fere en Tardenois e le Divisioni schierate in linea sull’Aisne e sul Canale fra l’Aisne e Ailette (zona Chemin des Dames). Il 3 ottobre il 7° squadrone passa al completo a disposizione della 3^ Divisione sottoposta a duri attacchi del nemico che impiega i gas senza risparmio. Particolarmente provati, ai nostri è concesso un breve periodo di riposo presso Mareuil en Dole, presto interrotto dal cedimento dei tedeschi che esaurita la loro spinta, cominciano a retrocedere, mettendo in movimento tutto il fronte. Così i plotoni tornano presso le nostre Divisioni che superato, nella notte sul 3 lo Chemin de Dames, avanzano verso Sissonne sempre contrastate dal vivo fuoco dei reparti 90 ritardatari avversari. Ovunque gli squadroni precedono le fanterie, svelando le insidie e segnando gli itinerari. Sulla strada di Bourg et Comin, convocato in tutta fretta dal Capo di Stato Maggiore del C.A., il Comandante del Gruppo riceve l’ordine di raggiungere al più presto Sissonne, ove s’ha notizia che il nemico si stia organizzando. Mezz’ora dopo, sono le 19 e 30, 60 cavalleggeri iniziano la marcia esplorante verso quella città ed a mezzanotte raggiungono Festieux dove si accampano per riposare dalle fatiche dell’interminabile giornata, ma non è ancora l’alba quando riprendono il movimento. Sissonne è raggiunta alle prime luci ed occupata dai nostri che presto individuano anche i trinceramenti dei tedeschi asserragliatisi a nord - est della città (linea Huntiug) ed inoltre stabiliscono il collegamento con i reparti francesi che operano sulla destra dello schieramento italiano. A. Parducci: Mitraglieri di Lodi - Particolare Tav. 17 Il loro movimento, poi, è stato così rapido che solo alle 13 giungono i primi reparti di fanteria a rilevare i nostri cavalleggeri che avendo mantenuto il contatto, possono finalmente sottrarsi al fuoco nemico. Portatisi in un bosco, due chilometri più a sud, intorno alle 23 mentre colgono il meritato riposo dopo due giorni di indicibili fatiche, un efficace quanto imprevedibile bombardamento di artiglieria s’abbatte su di loro causando il ferimento di molti uomini e la perdita di numerosi cavalli. In conseguenza di ciò il Comando del Gruppo ha l’ordine di raggiungere Mauregny en Haye dove viene lasciato a riposo fino ai primi di novembre, mentre presso le Divisioni continuano ad operare i quattro plotoni loro distaccati in servizio di guida e collegamento. La notte del 4 novembre, protetto da truppe votate alla morte, armate di mitragliatrici pesanti e leggere, il nemico riprende il ripiegamento verso la Mose. Il Comandante del Corpo d’Armata mette personalmente al corrente della situazione i Comandanti delle sue Unità cui trasmette l’ordine tassativo del Comando Supremo: incalzare ad ogni costo il nemico e non lasciargli altro scampo che la resa. Le due Divisioni, pertanto, muoveranno subito formando ciascuna una colonna presso la quale opererà uno squadrone per l’esplorazione vicina ed il collegamento. L’8°, recuperati in tutta fretta i suoi effettivi sparsi per ogni dove, si pone sulla fronte e sui fianchi dell’8^ Divisione, mentre il 7° squadrone muove con la 3^. Quest’ultimo già il 5 mattina prende contatto con il nemico che l’accoglie con un vivo fuoco 91 A. Parducci: Mitraglieri di Lodi - Particolare Tav. 18 di fucileria ed avutone ragione, occupa Saint Preuve. Proseguendo nell’inseguimento incappa nelle mitragliatrici nemiche a Bucy ove cadono due cavalleggeri con i relativi cavalli, mentre un terzo rimane ferito con la sua cavalcatura. Il giorno successivo sostiene duri scontri a Lislet sul torrente Hurtaut e Soize ed il 7 novembre guadata la Serre, occupa Chéry les Rozoy già sgombrata dal nemico. Sulla sua strada prende contatto con la Divisione francese che muove da sinistra, mentre lo stesso pomeriggio, a Parfondeval, è fermato per alcune ore dal nemico che alla fine si ritira incalzato dalla nostra avanguardia. Ripresa l’avanzata, occupa Blanchefosse ove cattura una mitragliatrice e numerose armi leggere. L’8 novembre attraversando il bosco di Rumigny è costretto a snidare gli insidiosi elementi nemici che vi si sono trincerati. Raggiunto il torrente Aube, ostacolo naturale sulla marcia della Divisione e sul quale s’è appoggiato la difesa del nemico, lo squadrone appieda e mantiene il contatto finché, con la sopraggiungente avanguardia di fanteria, contribuisce a sloggiare il nemico che resiste tuttavia fino al mattino successivo. Superata di slancio questa prima fase irta di insidie, la 3^ Divisione si ferma per dar modo alla 127^ francese di rimpiazzarla ed all’8^ italiana di congiungersi con essa. Lo squadrone, quindi, torna a Blanchefosse per mettersi a disposizione della 8^ Divisione che sta sopraggiungendo. Quando però l’11 novembre, la 3^ Divisione riprende il movimento, lo squadrone torna al suo posto con il compito principale di mantenere il collegamento con la nostra 8^, che procede al di là di un folto bosco in cui si annidano numerose mitragliatrici nemiche. Il collegamento è mantenuto e, nella notte, si ricongiunge con l’8° squadrone ed insieme si accantonano a Rocroi. L’altra Colonna, come detto in precedenza, è costituita dall’8^ Divisione italiana a favore della quale opera l’8° squadrone che il 5 novembre sostiene un primo scontro a Dizy les Gros. 92 Giungendo lo stesso giorno al torrente Haurtaut, trova che tutti i ponti sono stati fatti saltare e che il nemico ha provveduto a renderne più insidioso il fondo melmoso mediante reticolati piantati nel suo letto. Tale complicanza arresta temporaneamente l’avanzata e due “pattuglie Ufficiali” inviate nella notte a rilevare l’estensione degli ostacoli posti nel torrente, s’imbattono con una pattuglia di cavalleria nemica: nello scontro breve e cruento, i nostri abbattono due avversari e rientrano alla base riportando due prigionieri feriti ed un cavallo catturato. Anche a Montelove i ponti sono stati fatti saltare tutti ad eccezione di quello della ferrovia miracolosamente intatto a causa di una mina difettosa. Prontamente bonificato ed occupato dai nostri, esso viene consegnato alle sopraggiungenti colonne che, così, possono passare. Proseguendo il movimento sul davanti della Divisione, lo A. Parducci: Pattuglia di Lodi 1915 squadrone intorno alle 16 trovandosi a sud di Rozoy, è inchiodato da vivo fuoco nemico; i cavalleggeri però mantengono il contatto fino a notte quando sopraggiungono le nostre avanguardie di fanteria. Il 7, all’alba, ripresa l’esplorazione in direzione di Grandrieux, ad un chilometro dal paese una nostra pattuglia incappa in un nido di mitragliatrici che uccidono il tenente Carlo Bombrini e tre dei suoi cavalleggeri con le rispettive cavalcature. Il movimento prosegue fino al bivio di Bay ove più organizzata appare la resistenza: ne segue uno scontro più articolato nel quale intervengono anche le fanterie, mentre i nostri rintuzzano una puntata di disturbo effettuata dalla cavalleria nemica che si ritira lasciando sul terreno alcuni morti. L’8 ancora scontri questa volta alla periferia di Auste: qui il nemico impegnati i nostri, ha il tempo di far saltare tutti i ponti sull’Aube che dovrà essere attraversato a guado. La città è occupata solo all’alba del giorno successivo. Proseguendo l’esplorazione, intorno alle 11, la retroguardia nemica impegna lo squadrone a Marby fino a pomeriggio inoltrato, mentre sulle resistenze organizzate a Etalle resisterà fino a notte. Il 10 novembre, marciando la Divisione sulla rotabile per Rocroi, lo squadrone distacca pattuglie laterali per mantenere i collegamenti con le colonne fiancheggianti, soprattutto col la nostra 3^ Divisione separata dall’8^ dal fitto bosco di Rocroy. Questo è infestato dalle mitragliatrici avversarie che ne condizionano il movimento, tanto 93 Benazzo (Albania) 18.3.1918 : Ufficiali del 5° Squadrone col Gen. Airoldi di Robbiate che solo a sera è possibile raggiungere il margine nord del bosco dove vengono collocati avamposti e dove poco dopo un nostro cavalleggero rimarrà ucciso ed altri due feriti. Nella nottata si stabilisce il collegamento con elementi del 7° squadrone (3^Divisione) ed all’alba, finalmente, una “pattuglia Ufficiali” entra in Rocroi in avanguardia dello squadrone che la occupa subito dopo. Poco dopo viene dato il “cessate il fuoco”: sono le 11 dell’11 novembre, ed il Gruppo si accantona a Ravin sulla Mose. Ha termine così il gravoso impegno del II Gruppo che sul fronte francese è durato ininterrotto dal 27 aprile. Nei circa duecento giorni d’impiego, i nostri due squadroni hanno dovuto fare i conti, oltre che con un nemico agguerrito ed addestrato, con tutta una serie di difficoltà obiettive: la cattiva stagione, le strade rese impraticabili dalla pioggia continua e dalle interruzioni nemiche, i corsi d’acqua numerosissimi, gonfi per le precipitazioni atmosferiche e privi di opere d’arte fatte saltare dal nemico in ritirata. Per comprendere lo sforzo prodotto dai nostri è sufficiente considerare come a svolgere i loro stessi compiti in ciascuna Divisione francese fossero impiegati tre squadroni di ben più robusto organico: uno per i collegamenti e due per l’esplorazione. E le perdite, se rapportate all’esiguità degli effettivi, sono da considerarsi oltremodo rilevanti: fra gli uomini i morti sono 6 di cui un ufficiale, 3 i dispersi, 33 tra feriti o gasati. Ma i cavalli hanno pagato un prezzo ancora più alto essendone 53 morti o dispersi e 36 gassati. Il nuovo anno trova il Gruppo in Belgio, zona di armistizio, che lascia a metà gennaio, e con dieci marce forzate guadagna Saint Meneuld in Francia, da dove si imbarca per Napoli che raggiungerà il successivo 31 gennaio. Solo un plotone dell’8° squadrone, distaccato presso la “Brigata Cacciatori delle Alpi”, rimane nel nord d’Europa, in zona d’armistizio, fino al 31 marzo. ALBANIA 1918 Mentre tutto ciò accade sul fronte francese, il IV Gruppo, rimasto ad operare insieme allo 94 squadrone Sardo sul fronte dell Vojussa (Albania), continua a battersi con immutato valore. Il 4 aprile si trova a Brunavi, il 25 Giugno a Punta Armeni, il 30 luglio a Hostima ed il successivo 20 agosto a Chisbarda. Contrattosi al solo 9° squadrone a causa del gran numero di malati il 13 settembre fa rientro ad Armeni. Gli ultimi fatti d’arme che lo vedono protagonista sono quelli del 14 ottobre a quota 214 e del 1° novembre a Chisbarda. Rientrato infatti a Karrime, volgendo la fine di novembre, viene sciolto ed i suoi effettivi assorbiti dai “Cavalleggeri di Catania”. I l 19°squadrone “Sardo” Merita a questo punto parlare del 19° squadrone Sardo che, legato a “Lodi” per vincoli organici nella prima parte della guerra, continua ad esserlo dal punto di vista amministrativo e logistico essendo alimentato dal Deposito di questo Reggimento. Questo squadrone, così come il Domenica del Corriere, 20 - 27 Maggio 1917: Gli Italiani in Epiro. Il Colonnello Brussi, visitando la regione occupata attorno a IV Gruppo, è rimasto in Albania Filiates, è accompagnato da una pittoresca scorta d'onore e ed il 27 giugno di quel 1918 entra riceve omaggi di fiori da donne e bambini a far parte della costituenda Colonna di Cavalleria della quale fanno già parte quattro squadroni di “Catania” e due di “Palermo”. La colonna opera nella zona di Vojussa - Semeni. Il 7 luglio in testa alla colonna della quale costituisce l’avanguardia, irrompe sul campo d’aviazione austriaco di Fieri catturando sei apparecchi, numerosi prigionieri e molto materiale per cui merita la citazione sul bollettino di guerra. Lo stesso giorno, con due sezioni di mitraglieri di “Catania” contiene il nemico per dodici ore sul fronte di Metali. Due giorni dopo, sempre in avanguardia, si imbatte nel fuoco di mitragliatrici nemiche poste a difesa di un ponte di barche e, messele a tacere, procede alla distruzione dello stesso. Nel prosieguo del movimento verso il torrente Kuci incappa in una compagnia austro ungarica in ripiegamento e la cattura. Raggiunta la retroguardia nemica la scompagina, riuscendo a catturare duecento uomini ed una grande quantità di materiale bellico perfettamente efficiente, fra cui sei mitragliatrici e due cannoni completi del munizionamento. Il ponte sul Kuci è fatto saltare. Il 12 luglio avendo attraversato il Semeni insieme ad altri due squadroni è costretto a 95 Squadrone di Lodi nella Valle del Zrinos ripiegare per la violenta reazione nemica. Dal 21 al 24 gli Austriaci lanciano violente offensive su Kuci; lo squadrone si batte a cavallo ed a piedi perdendo il suo Comandante, il capitano Giovanni Battista Menina durante uno dei tanti contrattacchi alla baionetta. La Colonna di cavalleria in questi ultimi episodi ha subito gravissime perdite e viene ritirata su posizioni più arretrate. Finalmente da Berat giunge la Fanteria e, tra il 25 ed il 30 luglio, si passa al contrattacco. Gli squadroni sono ormai ridotti a circa 40 uomini duramente provati da stanchezza, malaria e privazioni di ogni sorta. Ciò nonostante con l’ausilio di uno squadrone di “Catania” appena sbarcato, la Colonna produce l’ultimo sforzo caricando a più riprese un battaglione austriaco che travolge e disperde ed il 5 cattura un’intera compagnia. Fra il 5 ed il 7 agosto, prima di essere ritirata dalla linea del fuoco per le gravi perdite subite, la Colonna di Cavalleria cattura due intere compagnie ed un’ingente quantità di armi. Per gli episodi sopra narrati lo squadrone "Sardo" che ha subito ingenti perdite è decorato, fatto unico per un’unità a questi livelli, di Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: “i Cavalleggeri dello squadrone ‘Sardo’, avanguardia di un’ardita colonna di cavalleria, travolgevano impetuosamente l’accanita resistenza nemica, seminando ovunque lo scompiglio ed il terrore. In un mese di asprissima lotta, infaticabilmente cercavano e caricavano l’avversario, spezzandone audacemente la superiorità del numero e le ostinate difese. Con le superbe loro gesta, l’incrollabile disciplina, l’abnegazione e l’ardimento, si congiungevano nella gloria alle più fiere tradizioni, antiche e recenti, dell’intrepida gente di Sardegna.” Le perdite subite dallo squadrone sono di tre ufficiali, tra cui lo stesso Comandante e 27 Cavalleggeri morti o dispersi, oltre ad un numero rilevante di uomini messi fuori combattimento dalla malaria. Mancano all’appello, altresì, 38 cavalli mentre 23 di essi riportano ferite varie. Si conclude così, e nel modo più glorioso, la storia di questo squadrone che, malgrado la breve esistenza, seppe tenere alto l’onore dell’Arma cui appartenne e del Reggimento 96 “Lodi”, che ne aveva fatalmente gestiti i destini. BULGARIA 1918 - '19 Pochi giorni dopo, il 10 ottobre di quel 1918 tornano in Albania il Comando del Reggimento ed il I Gruppo (4°, 5° e 6° squadrone) sbarcando a Santi Quaranta da dove, per via ordinaria, giungono a Delvino accantonando, poi, a Bickiista. Essi, inquadrati nella 35^ Divisione insieme con le Brigate di Fanteria “Cagliari” ed “Ivrea” sono destinati a concorrere all’occupazione della Bulgaria. Spostandosi a marce forzate in un territorio assolutamente privo di strade ed ostile, infestato da bande partigiane delle varie fazioni in lotta fra loro (greci, serbi, croati e bulgari), attraverso le tappe di Stepance, Vales, Kaplan, Uskub, Kummanovo, Ruginei ed Egni Palanka, il 17 novembre giungono a Kynstendel, e da qui via ferrovia a Sophia, raggiunta il successivo 27 novembre. Il 20 dicembre il 2° e 3° squadrone di “Lucca” passano alle dipendenze di “Lodi” che assume pertanto la denominazione di “Reggimento di Cavalleria Misto”. La situazione in oriente è complessa sia per i dissapori tra il Comando italiano e quello francese, che mira a ridure sempre più la nostra influenza nei Balcani, sia per l’esiguità delle forze schierate in una nazione nemica occupata, che mal tollera la gravosità delle condizioni impostele dalla Conferenza di pace di Parigi. Il gen. Mombelli, Comandante la 35^ Divisione, scriverà infatti a Roma dicendosi assai preoccupato per le gravissime responsabilità che incombono sulle sue truppe e sugli squadroni di “Lucca” e “Lodi” in particolare. Ma la situazione non cambia d'una virgola ed il I Gruppo rimane schierato in Bulgaria fino al mese di luglio del 1919, allorquando, cessata l’occupazione italiana, il 19 s'imbarca da Salonicco per far rientro, con le ultime truppe della Divisione, in Patria. * * * Singolare destino quello dei “Cavalleggeri di Lodi” i cui quattro anni di guerra hanno significato per loro l’impiego su tutti i fronti. Essi infatti sono presenti in Africa dall’inizio alla fine delle ostilità col loro 1° squadrone, le cui vicende qui non ci è dato di presentare per mancanza di documentazione. Sono sempre presenti, altresì, sul fronte italiano dove al completo o solo più per unità minori, conoscono le trincee del Carso (2°, 3°, 723^ Cp. bis) e caricano alle porte di Gorizia (II Gruppo). L’Albania è il fronte dove più duro e prolungato - dal 1916 al ’18 - è il suo impiego col valoroso I e IV Gruppo, ed in unione all’eroico 19° Squadrone “Sardo”. In Francia nel ’18 ove é presente il II Gruppo che opera sulle Argonne prima e lungo la Mose poi, giungendo fino in Belgio. Ed infine, attraverso l’infida Macedonia infestata da bande sanguinarie perviene fino alla ostile e lontana Bulgaria. Al Reggimento non vengono concesse ricompense nel corso di questa lunga e sanguinosa guerra, né poi, ove certamente sarebbe stato doveroso sottilnearne il continuo e silente sacrificio in modo diverso. Ma ciò è imputabile più alla fretta della smobilitazione, alla lunga assenza dalla Patria, alla poca dimestichezza coi palazzi del potere che non a carenza del valore di uomini i quali, sulla propria vita, avevano saputo portare in armi e con onore il nome di Lodi. 97 CADUTI Capitano Tenente Caporale Caporale Cavalleggero Cavalleggero Tenente Tenente Sergente Sergente Caporal Maggiore Caporal Maggiore Caporal Maggiore Caporal Maggiore Caporal Maggiore Caporale Caporale Caporale Appuntato Appuntato Appuntato Appuntato Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero GRANDE GUERRA 1915 - 1918 A. A. B. B. B. B. Menini Mombrini Simoni D’Apollonia Villanova Bifolchetti Amoroso Campagna Buttari D’Anna Cucci Rositto Bisaldi Ingusci Palmieri Quarta Rende Meli Zamolo Grossi Troiani Biondi Rondoni Esposito Ragone Cossu Clissa Stanzoni Martignon Silignini Tabaroni De Michiel De Bartolo Pitelli Ammirabile Piserchia Scichitano Irde Locati Lavassori 98 Giovan Battista Carlo Sisto Pietro Felice Eugenio Nicola Mariano Giovanni Ernesto Pasquale Felice Carlo Salvatore Raimondo Oronzo Pasquale Paolo Giacinto Giacomo Ferdinando Pietro Paolo Giuseppe Angelo Mario Angelo Mario Felice Francesco Isidoro Giovanni Didimo Santo Salvatore Giuseppe Rocco Giuseppe Saverio Vincenzo Michele Felice Giacomo Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Cavalleggero Rosset Lo Bianco Cortellino Barra Ruocco Ungaro Massaro Longo Meli D’Amore Colella Cortesi Cattaneo Sarcinella Pappagallo Nervi Buontempo Padovani Morando Libri Caputo Saba Giovannelli Costa Marteri D’Adamo Zuccolo Rinaldi Sorrentini Gentilini Quartulli Giacomelli Zuccalà Celotto Ruggiero Risso Parisi De Catalanis Zorzo De Filippo Cuttiga Matelli Esposti 99 Olindo Domenico Domenico Domenico Andrea Francesco Raffaele Antonio Nicola Giuseppe Giovanni Gaetano Domenico Rodolfo Alfonso Pietro Giuseppe Cosimo Giuseppe Emanuele Liberino Domenico Antonio Domenico Ludovico Pietro Leonardo Giuseppe Attilio Luigi Antonio Francesco Guido Cataldo Vito Mario Eugenio Antonio Salvatore Angelo Oronzo Andrea Giuseppe Cesare Angelo A. Parducci: In trincea 100 Grande Guerra Fronte Francese - II Gruppo I Decorati Grado Cognome Nome Decorazione Ten. Col. Ten. Col. Capitano Tenente Tenente Tenente Tenente Tenente Sergente Caporale Caporale Appuntato Cavalleggero Cavalleggero Caporale Caporale Caporale Appuntato Cap. Maggiore Zappatore Cavalleggero Cavalleggero Pagliano Pagliano Galante Mombrini Mombrini Antinolfi Albertazzi Bertloni Magrini Ficini Bifolchetti Grazia Galdani Esposito Spadoni Fellini Pussini Fabris Di Savini Visciani Paglialmiga Marocco Gastone Gastone Carlo Carlo Carlo Carlo Alberto Edoardo Gino Cesare Eugenio Giuseppe Giulio Pietro Luigi Filiberto Giuseppe Lino Vincenzo Saverio Francesco Luigi Medaglia Aregento al V.M. sul campo Cavaliere della Legion d’onore Croce di Guerra francese con Stella vermeil Medaglia Aregento al V.M. sul campo Croce di Guerra francese con Stella vermeil Croce di Guerra francese con Stella argento Croce di Guerra francese con Stella argento Croce di Guerra francese con Stella argento Croce di Guerra francese con Stella argento Croce di Guerra francese con Stella argento Croce di Guerra francese con Stella argento Croce di Guerra francese con Stella argento Croce di Guerra francese con Stella argento Croce di Guerra francese con Stella argento Croce italiana al Merito di Guerra Croce italiana al Merito di Guerra Croce italiana al Merito di Guerra Croce italiana al Merito di Guerra Croce italiana al Merito di Guerra Croce italiana al Merito di Guerra Croce italiana al Merito di Guerra Croce italiana al Merito di Guerra 101 Stemma araldico 1920 102