Document 734939

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SETTEMBRE 2015
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EDITORIALE
Carissimi,
il 23 giugno, ultimo giorno di visita alla Sindone mi è stata chiesta la disponibilità
per le Confessioni a Torino, di fronte al Duomo. Verso la conclusione del mio turno è arrivato un giovane ventinovenne di Padova a confessarsi. Dopo esserci salutati, mi dice: “In questi giorni ho sentito Papa Francesco che diceva che non si
va a vedere la Sindone, ma si va a lasciarsi guardare da quel volto. Così ho deciso.
Ho chiesto un giorno di permesso dal lavoro, mi sono lasciato guardare da quel
Volto, ora mi confesso e poi prendo il treno per Padova. Domani torno al lavoro.”
Mi ha tanto colpito questo incontro! Questo ragazzo con semplicità e tanta convinzione mi ha dato una splendida testimonianza di vera fede!
A fine giugno ho ricevuto questa mail…
RIVOLI
Parrocchie nella città
ANNO XIX - N.2
Settembre 2015
Via F.lli Piol, 44
10098 Rivoli (TO)
www.parrocchierivoli.it
[email protected]
[email protected]
In copertina:
San Martino: dipinto (C. Giacone),
chiesa e vecchio campanile
Direttore responsabile:
Paolo Paccò
Vice direttore:
Lidia Cuva
Redazione:
Don Giovanni Isonni
Don Angiolino Cobelli
Don Paolo Ravarini
Don Andrea Zani
Paola Cornaglia
Stefano Coscia
Jenny Gennatiempo
Silvano Giordani
Remo Lardori
Franco Rolfo
Mariangela Zamariola
Lidia Zanette
Progetto grafico:
Identità Multimediale
Torino
Impaginazione:
Fabio Leone
Stampa:
Tipografia Locatelli
Trezzano sul Naviglio (MI)
Pensando al nuovo anno che stiamo per iniziare, vorrei semplicemente condividere con voi due pensieri, nati dinnanzi alla Sindone…
È bello lasciarsi guardare da quel volto!!!
In questo gesto ci sono i percorsi fondamentali della nostra vita di fede:
- l’incontro con Gesù. Come quel giorno con il giovane ricco, Gesù ci incontra,
fissa il suo sguardo su di noi, ci ama e ci chiama a scelte grandi: “Vai, vendi
tutto ciò che hai, dallo ai poveri, vieni e seguimi!”
- lasciarsi guardare da Lui. È la nostra risposta. È lasciare spazio a Dio nella
nostra vita, è trovare tempo per Lui, è vivere l’affascinante esperienza della
contemplazione.
EDITORIALE
- incontrare la sguardo della soRella e del fratello. Gesù continua a guardarci con gli occhi delle persone che ci stanno accanto. Gesù ci chiede di essere
capaci di guardarci negli occhi per condividere la gioia del sorriso, la forza della
decisione, il dolore delle lacrime.
Misericordiosi come il Padre
In continuità con quanto abbiamo vissuto, Papa Francesco ci invita a vivere la
grande esperienza dell’Anno santo, del Giubileo, di un anno di Grazia!
In questo disegno, opera del gesuita Padre Marko Rupnik, mi colpisce l’immagine di Gesù, buon pastore, che con estrema misericordia carica su di sé l’umanità, ma i suoi occhi si confondono con quelli dell’uomo. Cristo vede con l’occhio
di Adamo e questi con l’occhio di Cristo.
Sì, vivremo questo tempo di Grazia: Gesù che ci guarda con i nostri stessi occhi
per esserci vicino, prossimo; noi chiamati a guardare i nostri fratelli con gli occhi di Cristo… lo sguardo della bontà, della misericordia, della comunione.
Che sia davvero per tutti tempo di sguardi sereni, di sorrisi donati, di lacrime
condivise, di tempi di profondità, di cieli di contemplazione, di volti di accoglienza, di occhi colorati di speranza!
don Giovanni
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Il sogno diventa realtà
Nel mese di aprile abbiamo ricevuto
l'invito da parte di Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, affinché
noi monache o suore di clausura del
Piemonte, potessimo pregare davanti
alla Sindone e anche per salutare papa
Francesco il 21 giugno. Avevo grande desiderio di questo incontro con il
papa da vicino, toccare le sue mani per
chiedere la sua Benedizione. Quando
siamo arrivate al Duomo c'erano tante
monache e sacerdoti. Quando il papa
è entrato, camminava con la testa bassa in silenzio, le luci sono state spente. Lui si è diretto verso la Sindone, ha
pregato in silenzio. Dopo la preghiera
si è recato dall'altra parte della navata
per andare alla cappella del Beato Pier
Giorgio Frassati. Pensavo: “Speriamo
che il papa passi vicino a noi per salutarci”. Arrivando verso l'uscita, dall'altra parte di fronte a noi il papa ha
salutato cinque carmelitane e poi ha
guardato noi, tutte sorridenti. Il papa
è stato attirato dal nostro sorriso e si
fatto vicino a noi, abbiamo così potuto salutarlo e alcune sorelle gli hanno
stretto le mani tutte contente. Il mio
sogno è diventato realtà. Questa è la
mia bella esperienza e non dimenticherò mai per tutta la mia vita questo
significativo incontro.
Un dono grande d’amore
che non dimenticherò mai
Cinque anni fa papa Benedetto XVI è
venuto a Torino per l’Ostensione della
Sindone, insieme a tutte le monache
che sono potute andare, io non avevo
potuto perché rimasta al monastero
con la madre Maria Margherita. Avevo
ringraziato lo stesso il Signore seguendo tutto in TV ed ero contentissima.
Quando ho saputo che papa Francesco sarebbe venuto a Torino per la
Sindone e che eravamo tutte invitate,
il mio cuore è divenuto pieno di commozione, tanto che non posso spiegare. Finalmente è arrivato il giorno
dell'incontro con il papa, una serena
mattina, presto, siamo arrivate al Duomo, con grande gioia e festa perché
abbiamo incontrato altre congregazio-
VISITA DEL PAPA
Un dono grande
Testimonianza delle suore di Via Querro
per la visita alla Sindone e all’incontro con papa Francesco
ni delle monache, abbiamo salutato
tutte con un bel sorriso. Nell'attesa ho
pensato: “Forse il papa non si fa vicino
a noi perché siamo all'ultimo posto,
non importa, sono venuta per la Sindone”. Ho visto il papa entrare: mi è
parso di vederlo come avrei visto Gesù
personalmente. Sono rimasta come
una statua, non ho capito quello che
avveniva dentro di me.
Dopo un silenzio assoluto e il buio
per permetterci di vedere meglio la
Sindone, il papa, prima di andare via,
ha salutato noi. Questa esperienza
non pensavo di poterla fare, ed è vero
come ha detto Gesù: i primi saranno
ultimi e gli ultimi saranno primi. Questo è successo a noi.
Bellissima esperienza!
La visita del papa alla Sindone a Torino, per me, è stata una grande gioia.
Eravamo sedute all'ultimo posto, vicino a me c'erano sr. Ferdinanda e sr.
Maria Veronica, una carmelitana. Avevo desiderato di salutare il Santo padre, finalmente sono riuscita a stringere e baciare le sue mani con emozione,
ho visto il suo volto stanco ma sereno,
con umiltà e semplicità del cuore ha
detto a tutte noi: “Pregate per me”. È
un profeta mandato da Dio: ha visitato noi e tutta la Diocesi per portare la
buona novella del vangelo.
I believe I can fly
La notte prima di incontrare papa Francesco, non sono riuscita a dormire,
perché ero agitata per la grande gioia
di avere l'opportunità di incontrarlo. Il
mio pensiero, mentre ero a letto, era
di volare fino a Torino, così ho messo
la sveglia per essere sicura di svegliarmi presto, invece tutto è andato al rovescio: sono stata io ad aspettare che
la sveglia suonasse. Alle 6 del mattino
siamo partite dal monastero per andare in Duomo all'incontro con il papa e
soprattutto per vedere, per la prima
volta dal vivo, la Sindone. Quando il
papa è entrato, ho visto il suo volto e
mi sono commossa. È andato davanti alla Sindone, ha pregato in silenzio
insieme a noi monache e sacerdoti.
Dopo la preghiera silenziosa ha pregato davanti alla tomba del Beato Pier
Giorgio Frassati e, prima di uscire, ha
salutato anche noi. Io non ho potuto
stringergli le mani, ma l'ho visto proprio da vicino. Una cosa che mi ha colpito sono stati i suoi gesti paterni, che
mi hanno lasciato una grande gioia e
serenità nel cuore.
Un saluto al papa è un segno di speranza
Nel mese di settembre 2013 ho provato a mandare una lettera al papa, con
la speranza che mi rispondesse e dopo
qualche mese ho ricevuto la sua rispo-
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VISITA DEL PAPA
sta. Per la visita del papa alla Sindone,
siamo state tutte invitate. Avevo desiderato di poterlo salutare, il 21 giugno,
e al mattino ero già emozionata. Finalmente il mio desiderio si è avverato,
ho potuto stringere la mano del papa
e lui che diceva a tutte noi: “Pregate
per me”. Ho pensato quanto è importante la preghiera e il papa crede veramente nel suo valore.
Mi basta lo sguardo
Per noi monache o suore di clausura,
non è la prima volta che usciamo dal
monastero per andare al Duomo di
Torino a pregare davanti alla Sindone, in realtà è la terza volta: la prima
volta siamo state nel 1998 con il Cardinale Giovanni Saldarini, la seconda,
il 2 maggio 2010, con papa Benedetto
XVI, e la terza volta il 21 giugno 2015
con papa Francesco. Un'esperienza
molto bella che ci ha permesso di ritrovare e riabbracciare le monache
delle diverse congregazioni e pregare
tutte insieme. Abbiamo anche avuto
l'opportunità di viaggiare insieme a
sr. Maria Veronica, unica carmelitana
di Cascine Vica che ha partecipato a
questo incontro di preghiera. Quando
il papa, entrando in Duomo, è passato davanti a me ed era proprio vicino,
avrei potuto toccarlo, però sono rimasta emozionata nel vedere il suo volto
stanco ma concentrato nonostante gli
applausi. Lui è rimasto in silenzio e in
profonda preghiera per pochi, intensi
minuti. Attorno a noi c'era buio, guardando intorno ho visto le ombre delle
persone: in quel momento ho pensato
a tutta l'umanità, a ciò che avevo sentito, tante notizie, tanti paesi in guer-
è stato acclamato per tutto il percorso
che lo ha portato fino al palco. È stata
un’esperienza meravigliosa poter vedere il papa così da vicino e ascoltare le sue
parole dal vivo. Io ero lì, che bello!
Roberto Russo
Il Papa al mio
compleanno
Il 21 giugno, giorno del mio compleanno, sono andato con la mia mamma a
Torino in piazza Vittorio per assistere a
un grande evento: la messa celebrata
da papa Francesco. Nei giorni precedenti avevamo ricevuto i pass per poter
accedere sia alla zona parcheggio sia
alla zona riservata alle persone disabili
con relativi accompagnatori sulla piazza. Siamo arrivati poco dopo le otto,
l'accoglienza è stata ottima: posto auto
vicino alla piazza e nostra sistemazione
nelle prime file. Io ero sulla mia carrozzina e mia mamma seduta dietro di me
sulla panca messa a disposizione per gli
accompagnatori. La piazza era già tutta piena e, nonostante il sole e il caldo,
l'attesa non è stata pesante. È stato
emozionante vedere tanta gente nello
stesso posto con lo stesso sentimento
di amore. Io mi trovavo tra un ragazzo di
Gassino, anche lui di nome Roberto accompagnato dalla sorella, da una parte
e una donnina sarda tutta vestita di nero
accompagnata dalla figlia, dall'altra.
C'erano tanti volontari che distribuivano
ra, tanta violenza, tanta confusione...
sembra che il mondo sia immerso nel
buio, ma, davanti alla Sindone, ho portato tutte queste cose perché solo in
Dio possiamo trovare la vera luce che
dà pace, gioia e serenità. Il papa, prima di andare via, ha salutato alcune
monache, da lontano ci ha guardato e
con un sorriso si è fatto vicino a noi;
alcune mie consorelle hanno potuto
stringergli le mani, anch'io avrei potuto, però quando ho incrociato il suo
sguardo sono rimasta incantata, per
me è bastato lo sguardo, e ho sentito
una voce soave che diceva: ”Pregate
per me”. Questo incontro ha lasciato
a tutte noi una grande testimonianza,
anche se non ha parlato. “I gesti parlano più delle parole”.
Canonichesse Regolari Lateranensi
di S. Agostino
bottigliette d'acqua e anche giornali che
il più delle volte venivano trasformati in
cappellini per ripararsi dal sole. A fianco
del palco, dove doveva essere celebrata
la messa, c'erano due enormi schermi
su cui si poteva vedere il papa nel suo
percorso cittadino.
Giunto in piazza Vittorio sulla papa-mobile in anticipo rispetto ai tempi previsti,
Martedì 15 settembre
Alla Stella in Oratorio alle
ore 21
ci sarà la presentazione
dell’autobiografia
di Roberto Russo.
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ENCICLICA
Il mondo creato dono e impegno
Un Concilio che continua,
almeno nello spirito.
Secondo qualche studioso questa nuova enciclica, la prima in assoluto sulla questione ambientale, riprende lo
spirito del Vaticano II, inaugurato da
papa Giovanni, sull’attenzione ai “segni
dei tempi”. Altri temi sembravano più
urgenti, altre attenzioni coinvolsero i
Padri conciliari, e nonostante qualche
timido cenno, l’ambiente restò ai margini degli interessi ecclesiali. Oggi Papa
Bergoglio, insieme allo spirito del Vaticano II che sembra risvegliare in tutta la
Chiesa, ripropone questa ampia riflessione sul tema ecologico. Significative
citazioni ribadiscono la continuità con
la Tradizione della Chiesa, soprattutto
con gli ultimi papi (da Giovanni XXIII a
Benedetto XVI) che hanno dato più ampio spazio alle questioni ambientali, ma
questo approccio diretto alle tematiche
ambientali, con ricchezza di documentazione e nette prese di posizione, costituisce una straodinaria novità per la
Chiesa. Se sono consuete le citazioni di
documenti e papi che lo hanno preceduto, nuovi i molti riferimenti alle Conferenze eposcopali di tutti i continenti,
in un respiro di chiesa veramente universale. Con il coinvolgimento anche
di altre figure religiose, del presente e
del passato, nel sostegno alle questioni
ecologiche, vuole dare un respiro ecumenico, “cattolico”, a questa enciclica:
in questo senso l’esplicito riferimento
a Bartolomeo I, patriarca di Costantinopoli e la presenza del vescovo ortodosso Zizioulas, il più noto teologo
del Patriarcato di Costantinopoli, alla
presentazione ufficiale dell’enciclica. Si
pone nella linea delle encicliche “sociali” che a partire dalla Rerum Novarum,
hanno dato spazio in tempi successivi,
a tutte le questioni relative al vivere
civile e sociale dell’essere umano: dal
lavoro alla città, dall’abitazione al turismo, dalla politica alla famiglia, senza
trascurare salario, occupazione, immi-
grazione… Ma come la Rerum Novarum
sui problemi sociali, questa enciclica
stabilisce un inizio di riflessione dedicata sui temi ambientali, diretta e precisa,
con ricchezza di interrogativi e di possibili soluzioni.
A partire dall’uomo
Nella linea del santo di Assisi “Francesco” che ha ispirato il suo nome da
Papa e il titolo dell’enciclica, Bergoglio
nella riflessione sull’ambiente supera
una concezione tutta centrata sull’essere umano, unico artefice e padrone
assoluto della natura. L’essere umano, pur centrale nella creazione, è
fatto di terra e fango… Costanti sono
i riferimenti scritturali che tolgono il
dubbio a chi fa notare che l’attenzione del papa e della chiesa per certi
temi sembra una questione estranea
agli interessi della chiesa, dei credenti. In realtà il Papa mette in evidenza
che l’ambiente e la natura sono doni
di Dio, di cui l’essere umano è responsabile: non è questione estranea, né
superficiale, ma decisiva, specialmente in situazioni di emergenza, come
quelle attuali. E questa concezione è
sostenuta soprattutto dal riferimento
biblico alla creazione: la terra, tutta la
natura è un dono di Dio… un dono da
ricevere, conservare con cura e consegnare alle generazioni future. È anche
per questo che la destinazione dell’en-
ciclica riguarda tutti, non solo i cristiani, è rivolta ad «ogni persona che abita
questo pianeta».
Ecologia integrale
«Non voglio procedere in questa Enciclica senza ricorrere a un esempio bello e motivante. Ho preso il suo nome
come guida e come ispirazione nel
momento della mia elezione a Vescovo di Roma. Credo che Francesco sia
l’esempio per eccellenza della cura per
ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità…
Egli manifestò un’attenzione particolare verso la creazione di Dio e verso
i più poveri e abbandonati… Era un
mistico e un pellegrino che viveva con
semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura
e con se stesso. In lui si riscontra fino
a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia
verso i poveri, l’impegno nella società
e la pace interiore». «La sua testimonianza ci mostra anche che l’ecologia
integrale richiede richiede apertura
verso categorie che trascendono il
linguaggio delle scienze esatte o della
biologia e ci collegano con l’essenza
dell’umano. «Un’ecologia integrale richiede di dedicare un po’ di tempo per
recuperare la serena armonia con il
creato, per riflettere sul nostro stile di
vita e i nostri ideali, per contemplare
ENCICLICA
il Creatore, che vive tra di noi e in ciò
che ci circonda, e la cui presenza «non
deve essere costruita, ma scoperta e
svelata». «Un’ecologia integrale è fatta
anche di semplici gesti quotidiani nei
quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo.
Viceversa, il mondo del consumo esasperato è al tempo stesso il mondo del
maltrattamento della vita in ogni sua
forma». In modo assolutamente radicale, anche se direi non nuovo, il papa
lega indissolubilmente la questione
ambientale e quella sociale, facendo risaltare ancore di più l’impegno preciso
del cristiano per la questione ecologica. La situazione di grave degrado che
osserviamo (e molta non riusciamo a
vederla concretamente, ma ne percepiamo gli effetti) non è casuale o “naturale”, ma provocata da precise scelte
degli esseri umani: spinti dall’egoismo
e dall’avidità stiamo devastando il
pianeta e contribuiamo a impoverire
ampie regioni del mondo, comprese
le persone che vi abitano. La povertà
e il degrado ambientale sono causa
della indigenza e delle pessime condizioni di molte popolazioni del mondo!
Una accusa precisa, circostanziata, radicale: non basta una qualche riforma
“ecologica”, una svolta “verde” relativa all’ambiente… tutte cose buone, sì,
ma non decisive. È necessario pensare
ad un diverso stile di vita, solo questo ci
aiuta a pensare secondo una “ecologia
integrale”: gli esseri umani vivono in un
ambiente, l’impoverimento dell’ambiente provoca anche quello umano,
in un circolo perverso che scivola verso
l’autodistruzione.
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Una denuncia precisa
Il papa non sembra guidato da alcuna
ideologia particolare, ma semplicemente e radicalmente dalla Parola di
Dio. Che non fa sconti. E quindi chiama colpe e colpevoli con nome e cognome: ci sono delle responsabilità e
dei responsabili per un degrado che
sta compromettendo la vita di persone e luoghi, culture e tradizioni, esseri
umani e specie animali… in particolare
una politica miope e incapace, ma anche impotente di fronte allo strapotere
della tecnologia e della finanza. Non la
tecnologia in sé, cui anzi riconosce valore e meriti per le conquiste e per la
qualità di vita offerta oggi all’uomo, ma
per la tecnologia assoluta, che ha fatto
delle sue capacità un potere assoluto
e autoreferente, sorretta dalla convinzione che «posso fare tutto quello che
ho scoperto di saper e poter fare!» Non
la finanza in sé, ma quella succube di
un egoismo “al soldo” del consumismo, dell’avidità, dell’accumulo di beni
che invece di contribuire alla felicità
dell’uomo, provoca in lui una insoddisfazione sempre più evidente, con la
necessità di altri beni e altre cose che
alimentano la sua autodistruzione, la
sua lenta agonia, oltre all’impoverimento di coloro che non hanno ancora
raggiunto certi livelli di benessere. Ma
sono gli eccessivi consumi dell’uomo
del benessere la causa diretta dell’impoverimento di coloro che non hanno
accesso al benessere, oltre al parallelo
inquinamento ambientale, che provoca
altre povertà e violenze. Il consumismo, effetto e conseguenza della politica e dell’economia perversa, dei nostri
stili di vita: siamo tutti corresponsabili
di una situazione che sta precipitando
verso la distruzione della natura.
Ecco perché al “grido della terra” si unisce, si combina, si amplifica “il grido dei
poveri”!
Una conoscenza
ampia e documentata
Il papa mostra una conoscenza ampia
e documentata dei problemi e dei dibattiti in corso. Fa un elenco delle questioni che analizza con sapienza, dando spazio alle varie risposte e proposte
di soluzioni. Così il problema del gas
serra che sta causando aumenti nella temperatura globale e risvolti non
sempre prevedibili, comunque dannosi, soprattutto per coloro che già faticano o sono abbandonati dal benessere globale. La mancanza dell’acqua
potabile che colpisce già enormi fasce
della popolazione mondiale, con carenze di cibo, di igiene, di disponibilità
minima per la sopravvivenza, rischia di
diventare monopolio di coloro che già
vivono al di sopra del benessere naturale. Anche il problema della mani-
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polazione genetica della natura, delle
energie rinnovabili, della necessità di
limitare i consumi ed evitare gli sprechi… il papa dimostra di conoscere e
di non voler trascurare nessun aspetto
per sollecitare le diverse sensibilità: è
un problema di tutti, nessuno escluso,
nessuno può legittimamente scendere
dalla barca per non sentirsi responsabile. Soprattutto la iniqua distribuzione delle risorse causa uno squilibrio
nella natura che a sua volta provoca
altre ingiustizie, altre ineguaglianze,
soprattutto delle nazioni e delle persone già ai margini del progresso.
Non ricette semplicistiche
Di fronte a degrado e catastrofi torna
però prepotente l’atteggiamento del
poverello di Assisi: non impotenza e
disfattismo, non tragicità o pessimismo, ma l’ottimismo di chi crede in Dio
e quindi nell’uomo. Ancora l’abbraccio
di Francesco che auspica serenità e gioia nella presa in carico dei problemi e
nell’avviare, in collaborazione con tutti
gli esseri umani, soluzioni praticabili.
Non soluzioni che gravino solo sui Paesi poveri… aumentando il divario del
benessere per caricare sulle spalle dei
Paesi emergenti lo scotto di un degrado
che devono subire, ma non hanno provocato. Il debito e il ritardo dei Paesi
più poveri deve essere sostenuto dalla
solidarietà di tutti, in quanto sono i Paesi più sviluppati la causa prima del de-
ENCICLICA
grado, con un consumismo esasperato,
senza limiti e barriere, con evidente
sfruttamento delle risorse dei Paesi che
a fatica si affacciano al benessere.
Una solidarietà globale
Costante il richiamo del papa alla “globalizzazione della speranza” contro la
“globalizzazione dell’indifferenza”.
Con altri termini, anche l’enciclica ripropone la necessità di superare il concetto di globalizzazione che si è affermato,
avvalorando di fatto le disuguaglianze e
le profonde ingiustizie.
Si tratta di cambiare uno stile di vita
con la consapevolezza che le risorse
non sono illimitate, che il progresso
(quale?) non può essere infinito, che i
nostri idoli moderni non sono più credibili, non hanno futuro… Viene riproposta una mentalità che rilancia la sag-
gezza contadina, la capacità di vivere in
armonia con le persone e le cose, con
la responsabilità dei consumi, delle risorse utilizzate e non sfruttate, dei beni
finalizzati ad una vita più sobria ed essenziale. Viene auspicata una autorità
finanziaria mondiale in grado di proporre e far rispettare un’etica per tutti,
senza sconti e privilegi, finalizzata ad
una convivenza più solidale, ormai necessaria, per la sopravvivenza di tutti.
Appello alla responsabilità di tutti
«L’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti. Chi ne possiede una parte
è solo per amministrarla a beneficio di
tutti. Se non lo facciamo, ci carichiamo
sulla coscienza il peso di negare l’esistenza degli altri. Per questo i Vescovi
della Nuova Zelanda si sono chiesti che
cosa significa il comandamento “non
uccidere” quando «un venti per cento
della popolazione mondiale consuma
risorse in misura tale da rubare alle
nazioni povere e alle future generazioni ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere». (Conferenza Episcopale
della Nuova Zelanda, Statement on
Environmental Issues, Wellington - 1
settembre 2006). Più che una decrescita viene proposta una redistribuzione. Non è necessario tornare indietro,
ma certo cominciare a pensare ad una
sobrietà che è indispensabile per la sopravvivenza di tutti, non solo dei più
poveri e dei più esposti dalle condizioni
disagiate in cui già vivono.
Silvano Giordani
EXPO
La mia EXPO
A 15 mesi dall’inizio sembrava una pazzia! Come era possibile che ci si fosse
ridotti a dover fare i progetti e le opere
in un tempo così ristretto? Chi lavora
nel campo dell’edilizia sa che spesso
è così! Anni per preparare carte, programmi ed accordi e poi pochi spiccioli
di tempo per progettare e realizzare le
opere. L’entusiasmo di tutti gli addetti
ai lavori è stato altissimo fin dall’inizio,
un po’ come era successo nella fase di
preparazione delle opere olimpiche a
Torino 2006. Non voglio soffermarmi
su luci e ombre dell’EXPO, sul valore o
il non valore della manifestazione, ma
sulla mia esperienza diretta in cantiere. Mi sono occupato del cantiere del
padiglione della Malesia, un piccolo
stato che ha deciso di investire molte
risorse ed energie nella kermesse milanese. È stato un lavoro in larga parte
realizzato da giovani, se per giovani si
intendono professionisti, operai e tecnici che hanno un’età tra i 25 ei 45 anni,
e questo è stato un primo ingrediente
vincente. Molte delle tavole rotonde
a cui ho partecipato in fase di progettazione avevano un’aria molto meno
grave di quanto trasparisse all’esterno
nei media. Ricordo che alla riunione di
partenza del progetto del padiglione
malese ci siamo guardati tutti e ci siamo detti: “L’architetto malese che ha
progettato questi semi giganti incastrati ci ha propinato una bella grana”, tutti sapevamo che si trattava di uno dei
padiglioni più complicati, ma avevamo
anche capito che sarebbe stato un lavoro veramente avvincente. A 12 mesi
dall’inizio continuava a sembrare una
mezza follia: i progetti erano fatti e autorizzati ma le ruspe erano ancora fuori
dal cantiere in attesa che fossero completate le vie d’accesso ai singoli lotti.
Un primo grande passo era fatto: ora si
sapeva come si sarebbe dovuto costruire quello che fino a pochi mesi prima
era solo un’idea, uno schizzo, un azzardo. Bisognava, però, avere il tempo di
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farlo e da qui è partita una rincorsa incredibile, lunga un anno, verso il giorno
dell’apertura … un anno lungo fatto di
un’estate che è praticamente volata, un
autunno di speranze, un inverno duro e
una primavera complicata.
I tempi ristretti e il freddo hanno favorito nel momento clou di gennaio/febbraio un clima di scambio e di solidarietà anche con i tanti tecnici e operai
stranieri presenti nei cantieri. È impossibile imparare lingue come il malese in
pochi mesi ed è difficile comunicare le
sensazioni e le impressioni in una lingua, l’inglese, che non è la propria, ma
il lavoro duro, fianco a fianco, permette
anche questo … soprattutto se oltre al
lavoro si possono instaurare rapporti
umani e di amicizia. Certo, la differenza culturale era grande, basta pensare
alla lotte per capire qual era il giorno
festivo in cantiere (la domenica, il venerdì???) oppure quale fosse, nelle comunicazioni a distanza, il fuso-orario di
riferimento. Tre mesi prima dell’inizio:
che bella sensazione percorrere il cardo
decumano e vedere il prodotto dell’operatività, della cocciutaggine e della
fantasia di centinaia di persone che
prende forma; ricordo di aver passato
un sabato pomeriggio con alcuni colleghi a commentare stupiti le stravaganze e le diversità delle varie costruzioni
e a sorridere, per esempio, della “leggerezza” di paesi come il Brasile che ha
iniziato tra gli ultimi e che ha finito per
mettere in piedi uno dei padiglioni più
divertenti. I commenti si sprecavano; la
sicurezza dei paesi occidentali, sempre
in linea con i programmi, la sfarzosità
dei padiglioni mediorientali e arabi, la
maniacalità dei giapponesi, l’onnipresenza dei cinesi ma anche la dignità di
paesi come la Bielorussia nostri vicini,
simpatici ed orgogliosi di esserci e di
poter mostrare la propria cultura, il
proprio cibo ed il proprio folklore.
Ore di sonno perse e giorni di festa passati in cantiere o in ufficio a risolvere
problemi tecnici o anche per conciliare
le diverse sensibilità, come ad esempio
la pretesa pazzesca di fare gli allestimenti interni in cartapesta e cartone,
una cosa inconcepibile per noi e per
le nostre norme, oppure la prassi degli
operai malesi di mangiare tutti all’aperto con gavette di fortuna intorno
ad un unico pentolone di riso e zuppa
messo a cuocere in mezzo al cantiere
… ed anche riunioni lunghissime e tesissime per la verifica dei budget e per
scongiurare altri imprevisti oltre alle
tante sorprese già affrontate e risolte. A due mesi dall’inizio, si facevano
strada il pessimismo e anche un po’ di
scoraggiamento! Fuori si sentivano voci
sempre più negative, contestazioni ed i
fatti di cronaca lasciavano poco spazio
alla fiducia e all’ottimismo. Sembrava
che la fatica non fosse servita e che alla
fine tutto sarebbe andato storto. Molti
dei rappresentanti dei paesi avevano la
sensazione che non si poteva arrivare
in tempo e sarebbe stato un flop. A due
settimane dalla fine abbiamo capito
che era fatta, per noi e anche per tutti.
Di nuovo, si sono fatti spazio l’ottimismo ed una certa euforia; bellissimi gli
ultimi giorni con le squadre già libere a
cercare cantieri per aiutare a dare una
mano. Le ultime sere sono state quasi
una veglia, un’attesa dei primi curiosi
visitatori che puntuali, da ogni parte del
mondo, hanno varcato i cancelli. Era arrivato… il 1° maggio 2015.
Filippo Rizzo
PROGETTI
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We & Creation
La selva amazzonica e l’umanità
Le foreste sono quell’ecosistema che, proteggendo e formando suolo, acque,
aria, rendono possibile la nostra vita su questo pianeta. La distruzione delle foreste porta al cambiamento climatico, al riscaldamento del pianeta, alla perdita
di acque dolci disponibili, all’erosione del suolo fertile, alla desertificazione, alla
fame, alle alluvioni, a frane e smottamenti.
COLOMBIA, Caquetà - Rio Caguàn
Un territorio da anni destinato ad una estesa coltivazione della pianta di coca
Una devastazione ambientale, sociale, culturale e umana
Una ricerca in atto per creare delle alternative di vita
L'agente di sicurezza Eusebio, della comunità indigena dei Ka'apor, 42 anni,
è stato ucciso domenica 26 aprile 2015 con un colpo di fucile alla schiena.
Nel 2014 sono stati registrati 88 omicidi di difensori della natura e della
terra nella sola America Latina. Sono persone assassinate da chi legalmente
o illegalmente preda e distrugge le foreste. Il Brasile guida la lista con 29 attivisti uccisi, seguito dalla Colombia con 25, Honduras 12, Perù 9, Guatemala
5, Paraguay 3, Messico 3, Ecuador e Costa Rica 1. Oltre il 40% delle vittime
appartengono alle popolazioni indigene.
dal Rapporto organizzazione internazionale Global Witness
20 aprile 2015
Impegnarsi Serve è al fianco della Chiesa colombiana, delle organizzazioni locali,
dei missionari della Consolata per costruire un’alternativa economicamente sostenibile per l'Amazzonia e per i suoi abitanti. Studiare le condizioni necessarie
per poter convertire la produzione della pianta di coca in quella del cacao non
solo contribuisce a salvare la foresta da avvelenamento e distruzione, ma offre
una alternativa di vita ai contadini in una regione lontana ed emarginata.
Progetto “Dalla coca al cacao”
Il comitato di Cacaoleros di Remolino è un’organizzazione contadina di base,
la cui scommessa solidale è stata quella di supportate la promozione socio
economica del territorio. È nato nel 1994 nella zona del Caguan in seguito a un
processo di presa di coscienza di contadini decisi a sostituire la coltivazione di
coca con coltivazioni agricole alternative: si creò così il comitato “Chocaguan”.
Il progetto intende finanziare gli studi di sostenibilità socio-economica del
Comitato CHOCAGUAN impegnato nel processo di contrasto alla coltivazione
della foglia di coca e alla narcocultura. L’azione punta a formulare una proposta
integrale di sviluppo socio economico locale e sostenibile, indirizzata alla produzione e trasformazione del cacao. Obiettivo ultimo è quello di permettere
alle famiglie di contadini associate di contare su un’alternativa di vita.
CONTRIBUTO RICHIESTO: € 24.700
Costruiamo insieme il futuro
La selva amazzonica e l'umanità:
rispetto dell'uomo e della terra su cui vive
PROGETTI
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Scuole in rete per una nuova educazione alla mondialità
Il progetto REDDSO, promosso dalla
Regione Piemonte con finanziamenti europei, ha consentito di realizzare
una bella esperienza di rete tra quattro scuole del nostro territorio: la SMS
Gobetti, il I, il III e il IV Circolo didattico.
Ma la rete, ben più ampia, comprendeva la regione Rhone-Alpes (Francia),
la regione Catalogna (Spagna), la regione Malopolska (Polonia), nonché
alcuni paesi africani e dell’America
meridionale.
Obiettivo: favorire la promozione di
una cittadinanza mondiale e approfondire come sia possibile integrare
l’educazione allo sviluppo sostenibile
con l’educazione alla solidarietà internazionale.
Scegliere consapevolmente. Questo
è l'obiettivo formativo che gli insegnanti della scuola media Gobetti si sono posti, aderendo al progetto
REDDSO. Scegliere di confrontarsi con culture diverse, di superare i
pregiudizi, di affrontare il problema delle risorse e della loro provenienza o di ascoltare esperienze di volontariato. Sono questi i grandi
temi che, uniti dal filo conduttore della solidarietà internazionale e
dello sviluppo sostenibile, hanno caratterizzato il percorso formativo
di alcune classi della scuola media.
L'adesione al bando indetto dalla Regione ha consentito di progettare
e realizzare il percorso sul confronto con l'altro, utilizzando gli strumenti e i metodi più adatti alle caratteristiche cognitive degli studenti di oggi: video, giochi
di ruolo, test interattivi, conference call e presentazione di esperienze di vita. Il
tutto senza sentimentalismi, ma con allegria e voglia di mettersi in gioco.
E così gli studenti hanno potuto scegliere il proprio percorso: alcuni hanno dialogato con Carlo che ha raccontato della sua vita in Kenya, altri hanno partecipato al laboratorio sul pregiudizio, alcuni si sono calati in alcuni giochi di ruolo
per comprendere le difficoltà degli immigrati, altri ancora hanno affrontato il
problema del Coltan che anche pochi adulti conoscono. Hanno lavorato
con le scuole diverse associazioni che
operano sul territorio non solo rivolese come Impegnarsi Serve, gli Amici di
Ampasilava (Madagascar).
È stato interessante poi, condividere
l'esperienza con gli alunni della scuola
primaria: sia affrontare la lettura di un
testo comune sul tema dello schiavismo sia presentare i risultati del proprio lavoro ha rappresentato un'esperienza arricchente che ha dato nuova
linfa alla continuità tra le scuole. Gli
studenti delle medie, tutor dei compagni più piccoli, hanno dimostrato di
saper realizzare un percorso che contempla fasi di progettazione, realizzazione e revisione. Insomma, una gran
bella esperienza di apprendimento
fuori dai soliti schemi!
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MISSIONE
23º Jamboree mondiale scautismo
in Giappone a Kirara-hama - 28 luglio / 8 agosto 2015
Oltre 30 mila scout, provenienti da
tutto il mondo, per costruire insieme
“uno spirito di unità”, come recita lo
slogan di questa 23a edizione del raduno mondiale: un appuntamento
fondamentale per lo scoutismo di tutto il mondo, che si rinnova ogni 4 anni,
coinvolgendo migliaia di giovani, per
lo più tra i 13 e i 14 anni, accompagnati da un contingente di capi. Quest’anno, è stato il Giappone ad accogliere
tra le sue braccia questi piccoli “ambasciatori”, di diverse culture e diverse fedi, che insieme hanno condiviso
i valori che accomunano, a ogni latitudine, questi ragazzi: l’aiuto reciproco,
la solidarietà, il rispetto per la natura,
la pace. E i numeri sono stati di tutto
rispetto: 147 nazioni, 33 mila partecipanti, circa mille gli italiani. In ogni
città e paese, infatti, i diversi gruppi
hanno selezionato uno o più “ambasciatori” che, suddivisi in “reparti di
formazione”, si sono preparati, durante tutto l’arco dell’anno, a questo
importante appuntamento. Il Reparto
del Piemonte e della Valle d’Aosta è il
Reparto Gianni Rodari.
Che cosa significa Jamboree? In questo
termine si racchiude tutto il senso che
Baden Powell volle dare quando ideò
questo evento. Infatti la parola significa
letteralmente "marmellata di ragazzi".
Ed è proprio questo: ragazzi e ragazze scout di ogni parte del mondo che
si incontrano tutti insieme in un unico
luogo, dove dar vita a una colorata e
allegra marmellata di ragazzi, ognuno
con la propria storia e la propria cultura.
Una marmellata di ragazzi che mangia,
dorme, ride, canta, gioca, ricorda, si
impegna, sorride insieme… è gridare al
mondo che un'altra storia è possibile. È
annunciare dal Jamboree e dalle nostre
singole realtà che una fratellanza universale esiste e deve essere vissuta da
tutti. Ma questo può avvenire solo se
siamo in grado di sentirci tutti protagonisti di questa avventura.
WA:“Uno Spirito di Unità”
Il Carattere Kanji (WA) ha diversi significati: unità, armonia, cooperazione, amicizia e pace. WA rappresenta anche
il Giappone e la sua cultura. Il logo del Jamboree è stato
creato dal tradizionale nodo Giapponese Mizuhiki. I tre
colori rappresentano i tre concetti del Jamboree: Energia,
Innovazione e Armonia.
Energia - Il 23° Jamboree dimostrerà l’energia degli scouts di tutto il mondo, il
dinamismo del Movimento Scout e il coinvolgimento in diversi ambiti.
Innovazione - L’esperienza del Jamboree farà conoscere culture e tradizioni e
differenti modi di pensare.
Armonia - L’armonia rappresenta una cultura di Pace, dove gli scouts di differente cultura, religione ed esperienze, vivono insieme, rispettandosi e aiutandosi vicendevolmente.
MISSIONE
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L’India vista con occhi nuovi
Dal 10 al 30 agosto un gruppo composto da 29 giovani, guidati da Don Andrea, Suor Erika e Felice Di Luca, ha vissuto un'esperienza unica all'altro capo
del mondo, meta l'India.
IL VIAGGIO - Il soggiorno si è suddiviso
in due tappe principali: a Calcutta, ospitati dalle Sorelle della Provvidenza e
dalle Suore della Carità, e a New Delhi.
In entrambi i luoghi i ragazzi hanno avuto modo di misurarsi con realtà forti,
alla ricerca di quei “poveri tra i più poveri” accuditi e tanto amati da Madre
Teresa. Le Sorelle della Provvidenza si
occupano di accogliere i bambini in difficoltà, che, altrimenti, avrebbero come
unica alternativa la vita in strada; in collaborazione con le nostre parrocchie, le
Sorelle hanno instaurato, da anni, una
fitta rete di adozioni. In questa prima
parte del viaggio il gruppo ha prestato
servizio facendo animazione per i bambini, in città, per poi spostarsi in un'altra opera caritativa nei villaggi delle
campagne. Di ritorno in città, il gruppo
si è accreditato presso le Suore della
Carità, le suore di Madre Teresa, e lì,
hanno svolto le mansioni più disparate,
in pieno spirito di servizio. Il 26, infine,
si sono trasferiti a New Delhi visitando,
tra le altre meraviglie, il Taj Mahal, ad
Agra, ed il Raj Gat, mausoleo del mahatma Gandhi.
IL GRUPPO - Nel corso dell'intero anno
il gruppo ha seguito un cammino di
preparazione e regolarmente, una volta al mese, si è riunito per organizzare la parte logistica e per costruire un
minimo di preparazione che aiutasse i
partecipanti ad entrare in contatto con
la cultura indiana. In particolar modo si
sono concentrati sugli aspetti religiosi: hanno organizzato incontri sulle tre
confessioni principali: Cristianesimo,
toccando la figura di Madre Teresa; Induismo e Buddhismo. Oltre alla preparazione, nei mesi precedenti la parten-
za, i ragazzi hanno analizzato a fondo
anche le motivazioni che li hanno portati a questa scelta. Già nei primi incontri la domanda principale è stata: “cosa
mi spinge a dire “sì” a questa esperienza?”. Da qui il gruppo ha avuto modo
di conoscersi e di condividere le proprie
aspettative consolidando un legame
importante per affrontare uno scenario così diverso dall'ordinario: le guide,
i vademecum letti per prepararsi, assicurano che l'impatto, specie la prima
volta, è abbastanza forte. Essere uniti è
stato il primo passo per vivere a fondo
la missione. Tutti i partecipanti hanno
investito molto per questa esperienza,
in termini di tempo e di impegno. È un
gruppo che ha lavorato tanto anche per
l'autofinanziamento: il ricavato è stato
impiegato per coprire, in parte, le spese
di viaggio e, in parte, come donazione
alle suore, specialmente quelle della
Provvidenza. A tal scopo, hanno organizzato numerosi eventi. Una tra tutti
la “Cena Indiana”, allestita nel salone
della parrocchia di San Bernardo, ha
visto un'ampia partecipazione della comunità. Il 14 marzo i ragazzi hanno preparatoto una grande tavolata per 250
persone e hanno cucinato piatti tipici
dell'India, cogliendo l'occasione per
raccontare le tappe del viaggio e le loro
aspettative a riguardo. Un'altra iniziativa di autofinanziamento ha coinvol-
to alcune realtà produttive della zona:
redigendo una lettera, i ragazzi hanno
spiegato il progetto e le motivazioni di
tale scelta proponendo ai destinatari di
partecipare economicamente alla missione. Questi eventi sono stati un modo
per costituire il gruppo: il fatto di ritrovarsi per organizzare e pensare a cosa
si potesse fare per raccogliere fondi,
le varie idee che si mettono in moto,
il confronto con pensieri diversi hanno
arricchito e consolidato le relazioni.
LO SPIRITO DELLA MISSIONE - Prima
dell'arrivo a Calcutta, i partecipanti conoscevano solo una parte delle attività
in cui sarebbero stati impiegati. Questa
è stata una scelta voluta e motivata dal
desiderio di misurarsi direttamente con
le difficoltà quotidiane, l'atteggiamento
è quello di affrontare i servizi che si presentano senza pianificarli a monte. Lo
scopo è quello di partire il più liberi possibile da aspettative e da pregiudizi che,
per distanza o poca conoscenza, tendono a fare presa dentro ognuno e impediscono di vivere appieno esperienze
eccezionali come questa. I ragazzi sono
partiti con la consapevolezza di essere
inermi di fronte alle situazioni di estrema povertà che avrebbe incontrato e
che il loro breve periodo di soggiorno
non avrebbe cambiato la situazione; ma
tornano con la certezza che il cambiamento è avvenuto in loro e in chiunque,
da oggi in poi, incontreranno, grazie alla
testimonianza di vita che porteranno
nella comunità, perché “c'è ancora chi è
capace di osare”. Namaste, Rivoli.
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INIZIAZIONE CRISTIANA
I primi annunci di Gesù ai bambini (6-8 anni) e alle loro famiglie
Durante l’anno pastorale trascorso 2014-15, in Oratorio San Martino abbiamo già attuato le indicazioni di monsignor Nosiglia e
dell’Ufficio Catechistico riguardo L’ITINERARIO DIOCESANO D’INIZIAZIONE CRISTIANA 6-14 ANNI, secondo le linee della Lettera Pastorale “L’amore più grande”. Il nuovo percorso inizia con il tempo del PRIMO ANNUNCIO, che dovrebbe estendersi in questo anno
2015-16 a tutte le Parrocchie della nostra grande Arcidiocesi. Da parte di tantissime persone la catechesi dei bambini viene ancora
chiamata “il catechismo”: questo termine indica in realtà il libro o manuale dove sono scritti i contenuti della nostra fede cattolica.
Ai nostri giorni parliamo di Catechesi d’Iniziazione Cristiana 6-14 anni per indicare quel processo di evangelizzazione e di formazione
che consegue al sacramento del Battesimo e alla Pastorale dei primi anni di vita, e che arriva fino al periodo successivo al sacramento della Confermazione o Cresima. Il cammino è rivolto ai bambini, ai ragazzi e alle loro famiglie. Qui sotto proviamo a rispondere
ad alcune domande, che spesso ci vengono poste dalla gente.
Quando inizia la catechesi d’iniziazione
cristiana (il catechismo)?
Dovrebbe iniziare in seconda elemenare, ancora meglio in prima elementare: “Il tempo del primo annuncio (6-7
anni) occupa almeno un anno e tende
a far conoscere e incontrare la persona
di Gesù a partire dal Vangelo, con un richiamo anche ad episodi scelti dell’Antico Testamento, sempre riferiti al Signore
Gesù (come fa egli stesso nell’episodio
dei due discepoli di Emmaus). Il ritmo
degli incontri è quindicinale” (Lettera
Pastorale del Vescovo Cesare L’amore
più grande, 15).
L’obiettivo della catechesi è quello di offrire ai bambini e alle famiglie la possibilità di conoscere Gesù e incontrarlo nel Vangelo, sperimentare l’amore di Dio che ama tutti,
pregare da soli, insieme agli amici ed in famiglia, crescere nella fede attraverso molteplici attività, celebrare gradualmente la messa e i sacramenti, imparare a vivere
da cristiani, in famiglia e nella società: rispetto degli altri, solidarietà e carità, gioia,
fiducia, perdono, scoprire il patrimonio cristiano delle nostre chiese, dell’arte, della
cultura, delle immagini, anche utilizzando le tecnologie più avanzate.
I genitori sono i PRIMI RESPONSABILI DELL’EDUCAZIONE dei figli, anche di quella
religiosa: i bambini hanno bisogno di un esempio concreto e coerente, per acquisire
ciò che gli adulti ritengono importante che imparino. Per questo, anche i genitori
sono coinvolti nella proposta di catechesi, attraverso incontri appositamente destinati a loro. Gli obiettivi sono quelli di scoprire Gesù Cristo in una relazione profonda
e coinvolgente, di conoscere meglio la Chiesa che sta cambiando e non è più quella
rigida di un tempo, di riavvicinarsi ad essa, di vivere la proposta cristiana nella propria vita in modo pieno, insieme ai figli.
I catechisti non sono degli insegnanti, neppure di religione, ma sono degli accompagnatori in questo cammino che si intraprende insieme, guardandoci, ascoltandoci, accogliendoci, mettendoci in gioco e trasformandoci, in modo da sperimentare davvero di
essere discepoli e testimoni di Gesù.
In Oratorio San Martino gli incontri di catechesi con i bambini che stanno iniziando
la seconda e la terza elementare e con i loro genitori si svolgono in forma di LABORATORIO ATTIVO: non una lezione di catechismo vecchio stampo, ma un laboratorio
centrato sulla narrazione della Parola di Dio. Il brano di Vangelo e dell’Antico Testamento stanno al centro e attorno ruotano attività, lavori di gruppo, video-proiezioni,
canti, drammatizzazioni, disegni o pittura, indispensabili al bambino e all’adulto per
comprendere e fare proprio il messaggio della Bibbia. Curiamo anche i riferimenti
ai libri di catechismo, che non spariscono, ma sono ri-utilizzati in chiave innovativa e
adeguata ai tempi che viviamo oggi. L’educazione alla liturgia (che significa imparare
a partecipare alla messa e a celebrare i sacramenti), l’educazione alla carità e alla
missione innervano continuamente gli
incontri di formazione, perché i credenti
in Gesù Cristo non sono fatti a compartimenti stagni, ma sono bambini, uomini
e donne che abbracciano la vita in tutti
i suoi aspetti. Inoltre, per noi è fondamentale la fase iniziale di ogni incontro: L’ACCOGLIENZA, a cui dedichiamo
tempo ed energie, attraverso la nostra
presenza di catechisti almeno mezz’ora
prima dell’inizio dell’incontro, l’ambiente dell’oratorio curato e allegro, la merenda da condividere, la comunicazione
con i bambini e i loro accompagnatori.
Anche al termine dell’incontro, noi catechisti ci fermiamo sempre ancora
mezz’ora, perché tutti possano ripartire verso casa o altri luoghi con calma e
tranquillità. Volete saperne di più?
Consultate il sito delle Parrocchie di Rivoli, contattateci via e-mail scrivendo a:
[email protected]
oppure venite a trovarci Mercoledì 16,
giovedì 17 o venerdì 18 settembre dalle 16 alle 19 ci trovate in Oratorio San
Martino per fare conoscenza, chiedere
informazioni, iscrivere i vostri bambini.
Raffaella, Milena, Cristina e Silvia
INSERTO IN ARTE
15
Mattia il 24 maggio ha preso parte alla ventesima edizione
dell’evento Trucioli d’Artista della Città di Rivoli in qualità di
animatore della piazza: “Il mio ruolo consisteva nell’intrattenere e far appassionare le persone al mondo della scultura del legno, attraverso interviste agli artisti, commenti e
spiegazioni dei lavori, oltre che invitare al voto dell’opera
preferita”.
In questi mesi caldi dell’estate, i nostri giovani sono stati
impegnati in numerose attività dentro e fuori le parrocchie,
molte delle quali legate al mondo dell’arte: anche se non ce
ne accorgiamo ogni giorno ci sono menti creative al lavoro:
Roberto animatore delle parrocchie di Rivoli, oltre ad essere studente presso l’istituto agrario di Grugliasco, è anche
un grande appassionato di natura e legno, tanto che negli
ultimi mesi, sfruttando la sua vena creativa e la sua passione per gli strumenti musicali artigianali ha realizzato un
cajon (strumento a percussione). Un lavoro che ha richiesto
più di 20 ore di lavoro e altrettanto impegno ma che una
volta terminato ha saputo restituire al suo creatore grande
soddisfazione.
Il tema del concorso di quest’anno si ispirava a quello
dell’Expo di Milano, Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita,
che ogni artista ha interpretato in base al suo stile; a vincere è stata l’opera di un artista keniota. “Dopo la missione a
Maralal è stato interessante vedere l’arte africana rapportarsi direttamente con un evento della nostra città”.
Durante l’anno Andrea porta Avanti un progetto musicale
dal titolo 1SFY - One Song for You dedicato a giovani e giovanissimi che vogliono avvicinarsi al mondo della musica.
Le attività principali sono un laboratorio di chitarra e uno
16
di canto. “Cerco di trasmettere uno stile sano di fare musica mettendo al centro la persona prima ancora della teoria
musicale. Non è importante il numero di accordi che riesce
a fare l’allievo o quanto intonata sia l’esecuzione, l’obiettivo
è aiutare a crescere attraverso la musica.”
L’8 maggio presso la sala Accoglienza dell’Oratorio Stella
i ragazzi del laboratorio hanno presentato i frutti del loro
percorso: “E’ stata una bellissima esperienza e anche se per
noi era la prima esibizione in pubblico ci siamo divertite
molto”, dicono alcune allieve.
1SFY continua anche nell’anno 2015/2016 con delle novità,
stay tuned!
INSERTO IN ARTE
Laboratorio Hip-Hop
Parallelamente al laboratorio di musica durante l’anno si è
svolto quello di hip-hop. Davide, Beatrice ed Elena hanno
seguito e accompagnato un gruppo di piccoli grandi ballerini insegnando loro tecniche e passi dello stile hip-hop. Anche per loro l’8 maggio è stata occasione per presentare le
coreografie preparate. Anche attraverso il ballo si può trasmettere un messaggio importante: spesso far parte di un
gruppo e andare al passo può essere faticoso, ma con il giusto ritmo è la giusta determinazione tutto diventa più bello.
Come ogni anno anche Sara ha portato avanti il progetto
Teatro per Ragazzi a San Martino, portando in scena Robin
Hood con trenta ragazzi dalla seconda media alla seconda superiore. Lo spettacolo ha debuttato il 25/26 aprile e prevede
una replica a metà settembre. Attualmente sta inoltre lavorando al nuovo musical/spettacolo con i ragazzi più grandi, che
andrà in scena il prossimo anno, liberamente ispirato al copione “Sicuramente Amici”.
Anche se non sono strettamente legate al progetto educativo delle parrocchie sono presenti due gruppi artistici, composti
totalmente o in parte da animatori delle parrocchie, che portano avanti il loro progetto musicale in autonomia, The Arizone band Musicale e Gli OBLIO compagnia di Musical. Entrambi, durante i mesi estivi, si sono esibiti in numerose occasioni
riscuotendo un discreto successo tra il pubblico giovanile.
SPECIALE SAN MARTINO DI TOURS
SPECIALE
SAN MARTINO
DI TOURS
SPECIALE SAN MARTINO DI TOURS
Vita di San Martino Vescovo
Martino nacque nel 316 o 317 nella provincia romana della Pannonia, l'odierna Ungheria. Il padre, militare, chiamò il figlio Martino, cioè piccolo Marte,
in onore del dio della guerra. Crebbe però a Pavia,
dove suo padre era stato trasferito. Qui Martino
conobbe la religione cattolica e fu presto obbligato al giuramento militare dal padre. Così Martino
controvoglia si avviò alla carriera militare e in breve
fu promosso al grado di "circitor" con il compito di
vigilare di notte ai posti di guardia. Durante una di
queste ronde, nel cuore dell'inverno, Martino incontrò un povero seminudo e, non avendo denari,
prese la spada, tagliò in due il proprio mantello e
ne donò la metà al povero. La notte seguente egli
vide in sogno Cristo, avvolto in quel mantello che gli
sorrideva riconoscente.
Questo gesto forse avvenne nel 338 ad Amiens e
nella Pasqua del 339 egli ricevette il battesimo.
Martino rimase nell'esercito per circa venti anni e
solo attorno ai quarant'anni decise di mettere in
esecuzione il progetto della sua giovinezza: lasciare
le armi e farsi monaco. Uscito dall’esercito, Martino
si recò a Poitiers, presso Ilario, suo amico, che era
stato eletto vescovo. Ilario lo accolse molto bene
e lo ordinò esorcista, carica poco ambita, ma che
avrebbe permesso al nuovo chierico di dedicarsi
allo studio delle cose di Dio sotto la direzione del
suo incomparabile maestro.
Tornò in Pannonia nel tentativo di convertire i suoi
e le sue genti, girò un po’ per l’Italia ma infine tornò
a Poitiers, dove Ilario lo accolse nuovamente con
grande gioia. In questo periodo fu ordinato diacono e poi prete. Ben presto fondò la prima comunità
monastica della storia a Ligugé, in un vecchio edificio messogli a disposizione dallo stesso vescovo
Ilario. Vi rimase fino al 370 quando la comunità di
Tours lo volle come suo Vescovo. Martino non poté
sottrarsi a questo incarico e fu consacrato, sembra,
nel luglio del 371. Martino fu un vescovo attivo ed
energico propagatore della fede. La sua robusta
fede e il suo senso della giustizia lo spinsero a diventare missionario tra i pagani, protettore degli
oppressi ma anche arbitro tra i fedeli, i funzionari
imperiali e gli stessi imperatori. Egli si rese conto di
Ligugé
avere bisogno di validi collaboratori e per prepararli
creò, a Marmoutier, quello che potremmo chiamare il primo seminario.
Da Marmoutier e da Tours l'attività del santo si irradiò in ogni direzione: per 26 anni, e fino alla morte,
proseguì la sua opera di evangelizzazione con una
mirabile giovinezza di spirito, lottando contro l'eresia e il male e contro la miseria umana. Finché un
giorno, proprio in occasione di una delle sue visite
pastorali, fu colto da malore e morì.
Il suo corpo fu riportato a Tours, navigando sulla
Loira, e le esequie ebbero luogo l'undici novembre
con un’immensa partecipazione di popolo venuto
d'ogni parte.
Tutti accompagnarono il vescovo fino al cimitero,
dove fu deposto in una semplicissima tomba, come
egli avrebbe desiderato, e dove ben presto sarebbe
sorta una grande basilica a lui dedicata.
Bianca Testone
La prima immagine in cui ogni persona immedesima la figura di San Martino riproduce il famoso gesto del taglio del mantello “Sagum divido – bonum
multiplico”. Un gesto che, come dice il motto, nella
divisione che è in questo caso condivisione, moltiplica il bene che si fa. Un gesto, quello del taglio del
mantello che rende concreto il testo di Matteo (Mt
25,36) “ero nudo e mi avete vestito”. Non solo un
invito, per Gesù, ma il fondamento del giudizio finale (Mt 25, 31-46). Gesto concreto ma anche simbolico; nella divisione del mantello si può identificare
la separazione che avverrà nel giorno del giudizio
(“porrà le sue pecore alla destra e i capri alla sinistra” Mt 25, 32 -33).
Questo gesto non può essere compreso se non
inserito in un altro aspetto, meno conosciuto ma
fondamentale, di Martino: il suo essere uomo di
preghiera. Attraverso la preghiera e la contemplazione Martino ha saputo riconoscere i segni della
presenza di Gesù negli ultimi, nei più umili. È ritenuto, Martino, uno dei padri del monachesimo occidentale. La sua esperienza di monaco, quale rimase per tutta la vita, sebbene vescovo, si sviluppò in
particolare nella comunità monastica che fondò a
Tours, una comunità che lo affiancò con la preghiera nella sua opera evangelizzatrice e che, alla morte
di Martino, annoverava più di ottanta monaci.
Martino fu un grande evangelizzatore che comprese come nelle campagne e nei villaggi più lontani
(pagus) vi fosse la necessità di portare la parola del
Signore. In qualche modo Martino va annoverato
tra coloro che “inventarono” le parrocchie, cioè
una presenza nelle aree rurali nelle quali Cristo era
considerato il dio delle città mentre nel pagus vigevano ancora i culti antichi (pagani). Di quest’opera
di evangelizzazione abbiamo un concreto riscontro
anche ai giorni nostri: il grande numero di parrocchie dedicate a questo santo, soprattutto in Francia, nell’Italia settentrionale, ma anche in aree di
lingua tedesca, oltre a numerosi paesi.
Sebbene Martino, nell’opera di evangelizzazione
mantenesse molte volte il rude atteggiamento del
soldato, gli è riconosciuta una statura da Dottore
della Chiesa. Nella Chiesa di Santa Maria Assunta
al Torcello (Venezia) è raffigurato al posto di San Girolamo nel mosaico che riporta altri tre grandissimi
santi: Ambrogio, Agostino e Gregorio Magno.
Il suo culto è riconosciuto anche dalla Chiesa ortodossa e copta. Fu uno dei primi santi non martiri
proclamati dalla Chiesa.
Il MARTIROLOGIO ROMANO così ricorda il Santo
nel giorno della sua memoria (11 novembre – giorno non della morte, ma della sua sepoltura):
«Memoria di San Martino, vescovo, nel giorno della
sua deposizione: nato da genitori pagani in Panno-
nia, nel territorio dell'odierna Ungheria, e chiamato
al servizio militare in Francia, quando era ancora
catecumeno coprì con il suo mantello Cristo stesso
celato nelle sembianze di un povero. Ricevuto il battesimo, lasciò le armi e condusse presso Ligugé vita
monastica in un cenobio da lui stesso fondato, sotto
la guida di Sant'Ilario di Poitiers. Ordinato infine sacerdote ed eletto vescovo di Tours, manifestò in sé il
modello del buon pastore, fondando altri monasteri
e parrocchie nei villaggi, istruendo e riconciliando il
clero ed evangelizzando i contadini, finché a Candes
fece ritorno al Signore.»
I santi sono persone verso cui la Chiesa chiede di
volgersi come esempi e guida. San Martino è, in
questo senso, un santo moderno da cui possiamo
trarre ispirazione ed esempio.
La carità che rappresenta l’essenza del nostro essere cristiani identifica ancor oggi la figura di Martino.
L’accostarsi agli ultimi, ai più umili, il sapere essere
vicini a chi è nel bisogno è stata una costante nella
vita e nell’opera di Martino. Ma la capacità di riconoscere negli ultimi la figura di Gesù non può nascere se non da una forte spiritualità della quale la
preghiera è alimento. Troppe volte il nostro volere
fare anche quando si tratta di fare il bene non lascia
spazio al fermarci, al raccoglierci, al contemplare.
L’atteggiamento umile di chi si pone in preghiera
deve divenire una capacità che vuol dire anche saper porsi all’ascolto di Dio e degli altri. La preghiera
non è solo dire, ma soprattutto ascoltare; l’ascolto,
la pazienza nel metterci vicino agli altri è la base
dell’evangelizzazione. Annunciare la buona notizia
è stata per Martino una missione precisa; l’andare
verso gli altri con umiltà, ma con fermezza, coscienti della novità e della forza dell’annuncio. Anche in
questo caso l’esempio di Martino ci deve aiutare
a riflettere. Se la preghiera è l’alimento quotidiano del nostro impegno nella carità, la coscienza di
essere portatori di una buona notizia (evangelizzazione) deve esserne il fondamento. Per un cristiano
la carità nasce dalla forza della Parola del Signore.
Molti si impegnano nel fare il bene verso gli altri,
credenti e non credenti. Ma il cristiano sa che è la
base del giudizio finale.
Martino ci insegna quindi la carità che nasce
dall’ascolto e dall’attenzione verso gli altri e che
attraverso essa manifesta la nostra Fede e la gioia
nel Signore risorto.
Alessandro Molinario
SPECIALE SAN MARTINO DI TOURS
San Martino: carità, evangelizzazione e preghiera
SPECIALE SAN MARTINO DI TOURS
Storia di una Parrocchia
Se dal piazzale del castello guardiamo verso Torino
abbiamo la città di Rivoli ai nostri piedi con le sue
case, le sue chiese e i suoi spazi verdi e il suo ospedale. Spiccano i campanili ma tra questi uno, più a
destra degli altri, più umile per il suo tetto quasi
piano e che affianca l’unica facciata di chiesa che si
vede. È San Martino, simbolo e punto di riferimento di una Comunità parrocchiale antica, che risale
al Medioevo. A quel tempo, infatti, esisteva una
Pieve dedicata a S. Martino ai Campi nella zona
pianeggiante della collina. Di questo edificio a noi
è giunto solo il Campanile del XII secolo, il cosiddetto “Ciuchè rut” che vigila su tanti allenamenti e partite nel vicino Campo sportivo dedicato a
Don Luigi Ghilardi, e che grazie all’intervento degli
Alpini adesso non è più “rotto”. Sarà una terribile pestilenza nel XIV secolo a spingere gli abitanti della frazione ad abbandonare quella zona per
una più salubre e più alta, sottostante al Castello,
dove viene costruita dapprima una cappella e poi
una chiesa con accanto cimitero e campanile.
Il territorio era più esteso di quello attuale e i suoi
confini furono tracciati nel 1615 dall’arcivescovo
di Torino: partivano dal Castello, lungo l’attuale
piazza Bollani, via Grandi e poi via Capello, che allora era chiamata Solata di Porta Rossa, via Granda (l’attuale via Monte Grappa) e poi dritto fino
alla fine del territorio rivolese con un’estensione
di milletrecentonovantasei “giornate” (531,87 ettari).
La “sessantesima” parte del vino e del grano prodotti in quel territorio costituiva il sostentamento della Parrocchia, dei suoi sacerdoti e serviva al
“decoro della chiesa”. Nel territorio della Parrocchia in seguito alla pestilenza del 1630-31 nacque
la Chiesa dedicata a S. Rocco, protettore contro le
pesti che colpivano uomini e animali. Seguirono
anni di una certa prosperità che però portano al
decadimento l’edificio della chiesa di S Martino.
Nel 1684 il Priore Pastoris la definisce “male in arnese da suscitare compassione e pietà” ma bisognerà attendere il 1773, quando viene assegnata a
Don Giacomo Sassi, per sentir parlare di ricostruzione. “Il Sassi trovò la chiesa a così mal termine
condotta, che non casa del Signore, ma spelonca
di ladri l’avresti chiamata” e, prese a cuore le cattive condizioni dell’edificio, giunse a supplicare
insistentemente il Re per avere le risorse necessarie per intervenire e anche a partecipare ad una
sorta di lotteria per ottenere i fondi necessari. Ma
le pessime condizioni della volta e di alcuni degli
altari che in essa erano presenti, la dimensione
angusta complessiva richiedevano la ricostruzione
totale dell’edificio e di conseguenza risorse finanziarie ben più consistenti. Così, l’architetto Contini, in accordo con l’arcivescovo e lo stesso Priore,
trovarono una soluzione che prevedeva la diretta
partecipazione dei parrocchiani a contribuire alle
spese e al trasporto dei materiali per abbattere i
costi.
“Non solo gli uomini ma le donne, non solo le contadine e ben tarchiate, ma le delicate e gentili signore, tra le quali meritano speciale menzione le
Signore Rombò, non solo i parrocchiani ma quei
della Collegiata, non solo di giorno ma di notte,
portavano pietre” e i 250.000 mattoni ordinati
ai fornaciai dei Tetti. I lavori di demolizione del
vecchio fabbricato iniziarono il 14 maggio 1786,
e prese il via la ricostruzione ma ben presto ci si
accorse che non erano sufficienti i sassi del letto
del Sangone e della Dora e venne così spaccato a
colpi di piccone un grande masso vicino a S. Grato
santasette compiuti dopo aver edificato con ogni
maniera di virtù il suo gregge per uno spazio di
37 anni e 4 mesi.” Sarà il Priore d. Giacomo Perlo (che guidò la parrocchia da ottobre del 1846 al
1898) a far decorare la chiesa per renderla degna
della celebrazione del centenario, e a stendere la
minuziosa relazione delle “Cronache parrocchiali”
da cui possiamo attingere tutte queste notizie. Altre spese furono sostenute negli anni successivi e
ancora oggi alcuni interventi sono necessari per il
mantenimento dell’edificio, ma altri sono stati in
questo ultimo cinquantennio gli impegni di Parroci e parrocchiani.
L’incremento della popolazione rivolese negli anni
sessanta ha visto lo sviluppo residenziale nella
zona più bassa del territorio di S. Martino e il Priore don Matteo Peròo, volle offrire la presenza di
un edificio religioso alla popolazione giunta nelle
case attorno a Piazza Cavallero , acquistò un terreno, vi fece rimontare un capannone industriale
recuperato e lo adibì a chiesa, fino alla costruzione sullo stesso terreno della nuova Chiesa dedicata a Maria Immacolata Ausiliatrice che fu inaugurata l’8 dicembre 1984 con grande soddisfazione
di don Domenico Busso, e di diversi parrocchiani
che lo avevano fortemente coadiuvato nel portare
avanti i necessari impegni amministrativi ed economici.
Anche per questa impresa, insieme ai contributi
giunti dalla Diocesi, alto fu lo sforzo di molti parrocchiani che si impegnarono a “pagare i debiti”
con costanti versamenti mensili. Questi sforzi proseguirono poi per il rifacimento, anche questo totale, dell’edificio dell’oratorio annesso alla Chiesa
di S. Martino. Iniziato nel 1990 e portato avanti,
attraverso non sempre facili vicende amministrative, fino all’inaugurazione del maggio 1999. Finita
questa impresa la comunità si fece carico del rifacimento del tetto della chiesa di S. Martino e successivamente della messa a norma e del risanamento della Chiesa di S. Rocco conclusosi durante
il priorato di don Fabrizio Fassino. Ma i lavori, in
SPECIALE SAN MARTINO DI TOURS
e portato via a pezzi con cinquecento carri.
Ma come sempre succede quando si fanno dei
lavori, divenne necessario fare interventi non
programmati, e sostenere spese aggiuntive per
consolidare le fondamenta che poggiavano sulla
sabbia, per mettere a riposo le spoglie di parroci e
parrocchiani, per rinforzare e alzare il campanile,
ecc… e ogni volta i parrocchiani erano chiamati a
offrire denaro e fatiche. Naturalmente non tutto
filò liscio, vi furono questioni e liti di diverso genere, interruzioni dei lavori per le stagioni fredde,
ulteriori suppliche al Re anche per l’acquisto degli
arredi.
Dall’antica chiesa vennero recuperati alcuni pezzi
di valore (lo stesso portone d’ingresso del 1734) e
finalmente il 15 giugno 1788 il Priore d. Giacomo
Sassi ebbe il piacere di benedire solennemente la
Nuova chiesa. Altre spese vennero sostenute negli anni seguenti per ulteriori arredi e addobbi. “Il
Sassi comprò da Sig. Bima, fabbricante di organi
di Saluzzo, un organo che gli costò 100 lire oltre al
mantenimento di lui e di un suo allievo per oltre
un mese”. Nel 1805 giunse in dono dalla Certosa
di Collegno l’altare di marmo, nel 1809 vennero
fuse due campane in sostituzione di quelle che
erano state donate al Re nel 1795 per consentirgli
di coniare monete. Nel novembre del 1810 “venne
meno il Priore d. Giacomo Sassi in età di anni ses-
SPECIALE SAN MARTINO DI TOURS
una comunità attenta e partecipe come quella di
S. Martino, proseguono con lo stesso spirito con i
recenti interventi nella casa Parrocchiale necessari a creare adeguati spazi per l’attività di accoglienza del Mantello di S. Martino (2013 - 2015). Tutta
questa compartecipazione alle fatiche e alle spese
sicuramente serve a far sentire un po’ più propri
gli edifici parrocchiali ma soprattutto a costruire
quel senso di appartenenza a una comunità che
nei secoli ha sempre dimostrato di saper condividere per meglio accogliere, o, per dirla come San
Martino Vescovo “Sagum divido, bonum multiplico (divido il mantello per moltiplicare il bene)”.
Bianca Testone
“Tutti gli scritti di Martino sono dunque contenuti
in un gesto, fatto quando non è ancora vescovo, né
prete, né monaco, neppure battezzato, ma appena
catecumeno; però già completamente cristiano.”
La voce è quella del mendicante che da Martino
ha ricevuto un lembo del famoso mantello. È lui
a raccontare la vita di Martino a partire dal gesto
che riassume e contiene tutta la sapienza di questo
santo. Forse tutta la sapienza cristiana. Con la metà
del proprio mantello di lana candida, equipaggiamento della guardia imperiale, Martino veste il
povero. Con il segno della gloria e dell’onore destinati a sé. Qui sta il grande genio di Martino, dice
l’autore: nella spensieratezza della generosità che
inventa un nuovo ordine economico mondiale. Una
nuova giustizia secondo la quale la coperta, quando
è condivisa, si ingrandisce e si moltiplica: diventa
la tenda dell’incontro. Dal giorno del mantello e,
prima ancora, dalla più tenera giovinezza, racconta Sulpicio Severo nella sua biografia, la carità di
Martino rimane nascosta sotto le vesti del soldato
che il padre ha scelto per lui. Certo, ci sono i martiri
che versano in un colpo solo tutto il sangue, ma ce
ne sono altri che ne danno una goccia ogni giorno.
Questa carità che si gioca nel silenzio, nella banalità
dell’ordinario, non è spettacolare né eroica. È persino imbarazzante. Martino ha uno schiavo al proprio
servizio; per un ufficiale di prima classe è meno di
quanto gli spetterebbe, ma a lui ne basta uno solo.
Anzi, invertendo i ruoli, è Martino che lo serve:
“Tanto è vero che, in generale, era lui – il padrone –
che ritirava le calzature del suo servo ed era sempre
lui che le puliva.” La vera carità di Amiens sta qui,
in questo quadro che rivela un mondo capovolto.
Un’imbarazzante confusione di ruoli: la comunione. Dal giorno in cui Gesù lavò i piedi ai discepoli
questa è la regola che tanto fatichiamo a mettere
in pratica: occupare così bene l’ultimo posto che
nessuno possa portarcelo via. Martino, conquistato
da Cristo, si fa battezzare a diciotto anni e si met-
te alla sequela. E poiché la pratica del Vangelo è
un’avventura terrena, lui, come tutti i santi, mette
pazientemente un piede davanti all’altro, per terra,
nell’humus che è la materia prima degli umili. Il terriccio di cui tutti siamo impastati. Diventa diacono
e poi monaco, operando miracoli e prodigi, fino alla
nomina di vescovo di Tours nel 371. A quell’epoca
la Chiesa sta compiendo una svolta. A partire dal
regno di Costantino, ha ottenuto beni e prestigio e i
vescovi sono diventati notabili, promossi funzionari
del culto ufficiale.
Ma Martino non cambia le sue abitudini: continua
a vivere da monaco, addossa la sua cella al muro
della cattedrale e, preso il bastone pastorale, percorre campi, foreste e città per annunciare il Vangelo, anche di fronte al riemergere di culti pagani
e al moltiplicarsi delle sette. Ma il suo ministero si
esercita soprattutto nella guarigione. Nell’arte di
toccare le ferite degli uomini, anche le più nascoste. Senza i guanti del chirurgo o del vescovo, impone le mani. Porta a mani nude la carezza di Dio. Una
figura attuale quella che si staglia in queste pagine.
Martino, completamente cristiano nel coraggio della verità e in una carità mai stucchevole, ripropone
il suo gesto della spoliazione del superfluo e della
condivisione del necessario.
Lidia Zanette
BIBLIOGRAFIA
Philippe Baud, La leggenda del mantello,
Ancora editrice, Milano, 2001
SPECIALE SAN MARTINO DI TOURS
La leggenda del mantello
SPECIALE SAN MARTINO DI TOURS
Progetto “Il mantello
di San Martino”
Ci sembrava un progetto arduo, ma quando “si entra nel giro” che le risorse di pochi possono diventare possibilità, speranza, aiuto per altri, basta una
piccola spinta per realizzare anche ciò che sembrava irto di ostacoli. E la spinta ci è stata data proprio
dal nostro Vescovo Cesare quando, a Natale, aveva
voluto essere con noi e vedere l’ampliamento del
Mantello, allora terminato da poco. C’era ancora la
“casetta” di fianco alla chiesa, quasi diroccata, ma
potenzialmente adatta a ospitare piccoli nuclei, famiglie sfrattate in conseguenza della crisi economica. E a questo progetto di ristrutturazione il Vescovo
ci ha spinto, essendo ormai diventata l’emergenza
abitativa problema diffuso nelle grandi città.
La parrocchia, tutta, ci è sempre stata accanto in
mille modi, ma non avrebbe potuto farlo economicamente. Siamo partiti lo stesso, confidando nella
Provvidenza e, da quel momento, come abbiamo
più volte potuto constatare, la carità è stata contagiosa Sono arrivate da privati, da professionisti e
da ditte offerte che ci hanno permesso di realizzare due mini alloggi accoglienti per piccole famiglie
in difficoltà. Quando don Giovanni ha comunicato
al Vescovo che il sogno-progetto con lui condiviso
si era realizzato, egli ha voluto regalarci la sua presenza e consegnare ai volontari le chiavi del nuovo
piccolo edificio. Il 28 giugno molte erano le autorità
civili presenti (e le ringraziamo), ma la Santa Messa
presieduta dal Vescovo Cesare è stata veramente
semplice e sentita. La Parola di Dio di quella domenica, la donna che tocca l’abito di Gesù, era l’invito
a sentirsi toccati, chiamati dai tanti invisibili che si
avvicinano a noi. Era l’invito a dare amore per ave-
re amore, dare gioia per avere gioia, dare pace per
avere pace. Al termine della Messa, davanti alla casetta, abbiamo tolto il drappo alla lapide con incisa
la dedica a Beppe Negro, il nostro “burbero e generoso amico”, che ci ha lasciato circa un anno fa, ma
che sempre ci è stato accanto nei lavori e che tanto sentiva San Martino come casa propria. Bella la
commozione della famiglia alla quale abbiamo voluto fare questa sorpresa. Al termine della mattinata, quando noi volontari l’abbiamo ringraziato per
la sua presenza, il Vescovo ci ha fatto un bellissimo
regalo dicendoci: “Qui c’è un pezzo del mio cuore!”.
Mariangela Zamariola
ATTUALITÀ
ll quarto venerdì di ogni mese, a partire dal 25 settembre
presso il cinema/teatro di Borgonuovo, alle ore 21,
incontri su temi di attualità:
- Isis e musulmani: paure e realtà
- Laudato si’: la responsabilità di custodire il creato
- Le famiglie oggi e le parole della Chiesa sulla famiglia…
…. e tante altre occasioni per capire la realtà
e costruire insieme una città più vivibile.
In un mondo sempre più complesso, in cui nessuno può illudersi di essere estraneo a ciò che accade in luoghi solo geograficamente lontani perché il villaggio
globale è una realtà, viviamo preoccupanti contraddizioni :
- sempre connessi con la rete, non riusciamo più a costruire relazioni significative;
- informati in tempo reale su cosa avviene nel mondo, ignoriamo i drammi della
porta accanto;
- liberi di accedere a migliaia di informazioni, siamo sempre più condizionati da
formatori occulti (media, internet) che uniformano comportamenti e impediscono di pensare liberamente;
- spaventati dal cambiamento, non ci sforziamo di comprenderlo;
- bersagliati dalle immagini e dalle parole sulle tragedie e gli avvenimenti che
sconvolgono la vita di migliaia di uomini, siamo sempre più indifferenti al dolore
degli altri;
- scandalizzati e nauseati dal malaffare, abbiamo smesso di impegnarci per cambiare il mondo.
Noi del gruppo Cinema Teatro Borgonuovo e di Rivoli Crocevia sentiamo l’esigenza di metterci in gioco, di offrire occasioni per riflettere insieme e sensibilizzare
altri cittadini sulle tematiche che interessano il vivere comune; in questi anni
abbiamo proposto alle nostre parrocchie e alla città occasioni di aggregazione e
riflessione su temi ed emergenze che ci coinvolgono: oggi mettiamo insieme il
nostro impegno e sollecitiamo quello di chi è interessato a comprendere quanto
accade intorno a noi, ad andare oltre l’immediato ed i propri interessi personali.
Con uno sguardo aperto al mondo, si può cambiare a partire dalle nostra realtà.
Proporre rassegne cinematografiche o teatrali, conferenze o incontri con testimoni del nostro tempo può aiutarci a superare alcune delle contraddizioni che
viviamo; è un’occasione di crescita culturale, un modo per costruire reti di solidarietà, creare relazioni più ricche e vere che servono a far star meglio tutti, a
creare una comunità migliore per i nostri figli e nipoti.
Come cristiani e membri delle nostre comunità è un impegno a vivere con maggiore coerenza e generosità il messaggio evangelico, con l’apertura a chi, pro-
25
venendo da scelte e cammini diversi,
condivide con noi il rispetto e l’amore
per l’uomo e il mondo.
Mensilmente proporremo una serata
su temi attuali: utilizzeremo il cinema
teatro Borgonuovo, che è uno spazio
importante di aggregazione per la nostra città, ma potremo organizzare gli
incontri anche in altre realtà delle nostre comunità.
Una rassegna teatrale coinvolgerà le
compagnie attive a Rivoli.
Il progetto è condiviso e sostenuto
dall’unità pastorale e dalle sette parrocchie di Rivoli.
Contenuti, luoghi e date dei diversi
appuntamenti saranno pubblicizzati
di volta in volta. Attendiamo il contributo di altre persone e gruppi che
saranno benvenuti ai nostri incontri di
programmazione.
Nicoletta Viglione
Per contattarci
Scrivere a:
[email protected]
[email protected]
Telefonare a:
Parrocchia San Bartolomeo
011.9580245
padre Giordano Rigamonti
333.3339502
Nicoletta Viglione
335.438983.
GIOVANI
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Route Nazionale... otto mesi dopo
La consegna della Carta del coraggio alle autorità locali
10 agosto, San Rossore. Route Nazionale. Decine di migliaia di ragazzi
stanchi, sudati e sporchi si salutano
con la speranza che tra di loro sia un
arrivederci, e che quello che hanno
costruito non rimanga solo il sogno di
un’estate.
19 aprile, Rivoli. Ma anche Pescara,
ad esempio, per noi che nelle vacanze andiamo a trovare i nostri amici
abruzzesi, e di quell’arrivederci abbiamo fatto una promessa. E della Carta
del Coraggio, impresa di trentamila
rover, un esempio di cittadinanza attiva: scout di tutta la zona fanno amicizia, raccontandosi le azioni di coraggio intraprese durante l’anno passato;
eleggono un rappresentante da mandare a ripetere l’esperienza a Bracciano, con il resto degli eletti in Italia; poi
si mettono la camicia dentro i pantaloni e presentano il tutto, orgogliosi,
alle autorità dei loro Comuni di appartenenza. Infine, in quell’atmosfera
formale a cui non sono troppo abituati, consegnano il prezioso documento
stilato l’agosto precedente.
Con la nostra ambizione di giovani,
difficile da disilludere, basta un atti-
mo a trasformare un evento di zona
in una vera e propria miniatura della
route: le intenzioni sono le stesse, anche se con poco tempo a disposizione
e qualche camicia azzurra in meno.
Parliamo di consumo critico, emarginazione, legalità e modelli di sviluppo,
magari rimpiangendo di non essere
al pub con altri amici, che di questo
mondo non sanno niente. Ma sempre sentendo di avere l’opportunità
di incidere su una tessera del mosaico
attivo del nostro Paese, che in questi
tempi difficili sembra essersi dimenticato di essere fatto di persone, ognuna dotata di mente e cuore, per prendere coscienza, e di mani e braccia,
per mettere in atto il cambiamento.
Magari chi legge non sa neanche cosa
sia una route, né è stato raggiunto da
una delle nostre azioni di coraggio.
Magari la Carta del Coraggio rimarrà
nei cassetti di tante scrivanie importanti, a prendere la polvere. Ma, indelebile come il segno del sole sulle
nostre camicie sbiadite, sopravvive in
ciascuno di noi una consapevolezza
fondamentale: i sacrifici sono la base
della nostra crescita, e trentamila persone che crescono costituiscono, se
non un paese, almeno una città. Fatta
di tende, come piace a noi, e sparsa
un po’ dappertutto lungo lo stivale.
Auguriamo buona strada a chi pensa
che con quelle braghe corte non andremo molto lontano, e sorridiamo al
futuro sapendo che è sempre il momento giusto per essere protagonisti
del nostro tempo. Trovate il testo
completo della Carta del Coraggio
in PDF, nonché il resoconto di tutte
le nostre azioni di coraggio, sul sito
www.routenazionale.it.
Margherita Fruscoloni Morello
(Clan Brownsea&Dreaming, Rivoli 1)
GIOVANI
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Esploratori e Guide
in cammino verso la Cresima
“Forza ragazzi, più svelti che sennò
facciamo tardi a messa! Oggi proprio
non possiamo tardare! Aggiustiamoci
le camicie, sorridiamo e scaldiamo la
voce perché dovremo cantare!”
E così il 7 giugno tutto il Reparto Sirio e Dragone del Rivoli 2 era pronto
a vivere la celebrazione della Cresima di sette Esploratori e Guide che si
sono preparati al Sacramento durante
le attività scout. É il primo anno che
portiamo a termine questo percorso
e noi capi eravamo davvero emozionati. Quando don Andrea ci ha proposto di accompagnare i ragazzi scout al
Sacramento della Cresima dobbiamo
ammettere di essere stati un po' titubanti. Ogni anno portiamo avanti un
percorso di preghiera, così come le
catechesi nelle uscite mensili, ma accostare i ragazzi alla scelta della Cresima non era proprio la stessa cosa. Per
questo motivo ci siamo guardati attorno e abbiamo notato che non eravamo
soli di fronte alle nostre insicurezze:
anche questa volta lavorare insieme
ha reso le cose più semplici. Una sera
di Ottobre ci siamo trovati con gli altri
capi Scout dei gruppi rivolesi e tutti insieme abbiamo progettato un percorso per accompagnare i nostri ragazzi
al Sacramento della Cresima, incentrato sul significato dell' INCONTRARE
GESU'. Le nostre idee a riguardo erano
tante, ma quella sera abbiamo capito
che il valore aggiunto di questo cammino sarebbe stato la possibilità che
davamo ai ragazzi di viverlo all'interno
di una Comunità. Gesù lo incontriamo
nelle persone che testimoniano la propria fede, nella Chiesa, nella preghiera, nei Sacramenti e in una comunità
Cristiana! “Cavoli Don, avevi ragione!
Il Reparto è una comunità che sperimenta la fede e l'amore, dove ci impegniamo a crescere nel rispetto degli
altri e della natura, seguendo la nostra
Promessa Scout! É il luogo giusto anche per intraprendere il cammino ver-
so i Sacramenti!”
É stata proprio una bella occasione,
non solo per i ragazzi, ma anche per
noi Capi. Il camminare insieme ai nostri ragazzi verso il Sacramento della
Cresima ci ha stimolati, interrogati e ci
ha fatto crescere nella Fede.
Durante le attività di Reparto degli
scorsi mesi abbiamo incontrato alcuni
testimoni della Fede: ragazzi che hanno compiuto diverse scelte di vita ci
hanno raccontato il loro incontro con
Gesù. Oltre a loro, anche i ragazzi più
grandi del Reparto hanno giocato un
ruolo fondamentale nell'accompagnare i più piccoli verso questo Sacramento: da una parte sono testimoni veri
della loro scelta, avvenuta qualche
anno fa, di ricevere la Cresima, dall'altra hanno l'occasione di interrogarsi e
di riflettere nuovamente sul dono già
ricevuto. Insomma, il cammino non finisce una volta ricevuto l'olio sul capo,
ma continua negli anni successivi. Crediamo che questo sia un valore molto
importante: l'intera comunità è responsabile del cammino dei Cresimandi, ma grazie a questo cammino anche
la comunità cresce! É questo uno dei
cardini dello Scoutismo: educare i ragazzi a vivere la Fede all'interno di una
comunità cristiana.
Per i sette Cresimandi è stato quindi
un cammino ricco, soprattutto di esperienze fatte insieme ai loro fratelli e sorelle del Reparto. Nel corso dell'anno,
una volta a settimana un gruppetto di
ragazzi si è recato da don Andrea per
preparare la preghiera dell'attività. I
Cresimandi si sono interrogati e messi a disposizione del Reparto per raccontare a ogni attività il Vangelo della
Domenica.
Infine, a maggio c'è stato il ritiro ad Assisi per tutti i Cresimandi della Parrocchia. Anche questa, per chi ha partecipato, è stata una bella occasione per
sperimentare l'essere Chiesa: gruppi
diversi che si incontrano, dialogano e
pregano insieme.
La collaborazione e il dialogo con catechiste è stato per noi fondamentale:
ci hanno aiutato a non perdere i pezzi
per strada, e hanno fatto sì che la celebrazione fosse un momento semplice
che riunisse le esigenze e il cammino
dei diversi gruppi di ragazzi. Grazie!!!
Oltre a loro vogliamo ringraziare don
Andrea: ha seguito i ragazzi con gioia e
disponibilità ed è stato un importante
punto di riferimento per noi capi.
Ma c'è dell'altro! Oltre ai sette Cresimandi, quest'anno una ragazza di
prima superiore, Erica, ha scelto di ricevere la Prima Comunione. Lei stessa
ha scritto due righe per raccontarvi il
suo cammino:
“Sono Erica, una scout del Rivoli 2 e, a
quasi 15 anni, ho preso la decisione di
fare la Prima Comunione. I motivi della mia scelta sono stati molti, tra cui la
volontà di avvicinarmi a Dio e a tutti gli
altri che hanno condiviso questa mia
decisione. Inoltre, credo che questo passo sia importante come crescita personale, in quanto, secondo me, è anche
un’opportunità di migliorarsi prendendo spunto dalla vita di Gesù. È stato poi
decisivo per la mia scelta il percorso seguito con la mia Squadriglia per capire il
significato dell’Eucarestia. Tutte queste
ragioni, insieme a molte altre, mi hanno
resa sicura della mia scelta e, il 7 giugno, ho preso la mia Prima Comunione,
esperienza resa ancora più bella dalla
presenza del Reparto”.
28
Il mattino del primo maggio 97 ragazzi
di prima media sono partiti alla volta
di Assisi per conoscere due personaggi unici nella Chiesa: San Francesco e
Santa Chiara. Accompagnati da 13 catechisti, suor Erica, don Andrea e 3 aiutanti, i ragazzi hanno vissuto tre giorni
molto intensi, visitando direttamente i
luoghi dove hanno vissuto i due santi.
Attraverso le scenette di Don Andrea e
Suor Erica e le testimonianze di frati e
suore del posto, abbiamo capito l‘importanza di questo luogo e abbiamo
vissuto l'originale atmosfera che rende questi luoghi così speciali.
Uno dei posti che più ha colpito i ragazzi è sicuramente d'Istituto Serafico,
luogo all'interno del quale vengono
accolti e aiutati i bambini con gravi
disabilità. Questa uscita ci ha insegnato molto sulla vita di questi santi e su
ciò che viene fatto ad Assisi, ma sicuramente ci ha aiutato a conoscerci di
più chiacchierando, condividendo momenti di vita quotidiana come i pasti, il
riposo (poco), il gioco,... e anche il litigio... Insomma un'esperienza positiva
che ci ha fatto crescere insieme.
Le catechiste
Sono stato molto contento di aver vissuto questa esperienza che mi ha permesso di conoscere meglio San Francesco. Il posto che mi è piaciuto di
più è stata la basilica di San Francesco
GIOVANI
Cresimandi ad Assisi
sulle orme di Francesco e Chiara
dove si trova il suo corpo. Mi ha colpito per la sua immensità e maestosità.
La cosa che più mi ha emozionato è il
crocifisso di San Damiano. Guardandolo ho pensato a come fosse stato
possibile che abbia parlato veramente
con San Francesco.
Paolo
Un'esperienza entusiasmante! Sono
stati belli tutti i luoghi visti, ma ho
provato un'emozione forte nel vedere
il crocifisso di San Damiano dal vivo
come lo ha visto San Francesco. Era
come se San Francesco fosse lì con
me. Bellissima la Porziuncola, la piccola Chiesa povera messa al centro della
Chiesa più grande: ho pensato che il
cuore di ognuno di noi dovrebbe essere semplice e puro come quella Chiesetta.
Giorgio
È stata un’esperienza unica grazie alla
quale abbiamo fatto un viaggio nel
tempo. Siamo approdati nei luoghi in
cui molti secoli fa è vissuto un grande
santo, Francesco, che è riuscito a cogliere la vita nella sua vera essenza:
vivere al massimo con il minimo indispensabile.
Tommaso
Assisi: ancora una tappa del ricco percorso offerto in questi anni ai nostri ragazzi. A noi genitori non resta che dire
un grande GRAZIE a don Giovanni, don
Andrea e le mitiche catechiste che si
sono prese cura dei nostri ex bambini
ora ragazzi per tutto questo tempo e
con tutto questo amore. Grazie, grazie
e ancora grazie.
Una mamma
GIOVANI
29
Gruppi adolescenti: riparte l’avventura
Un nuovo anno bussa alle porte. Dopo
le forti esperienze dell'Estate Ragazzi
e dei campi estivi, gli animatori sono
pronti ad accogliere i gruppi adolescenti per intraprendere una nuova,
entusiasmante, avventura. Ma... da
che punto del loro percorso formativo
ripartiranno? Abbiamo chiesto direttamente ai loro animatori di riassumere,
in alcune righe, i progressi fatti durante lo scorso anno.
FATTORE 96 – Gruppo 5° Superiore
Per i ragazzi del Fattore 96
quest'anno ha rappresentato un
periodo fondamentale della loro
crescita, anche perché per molti
sarà l'anno della maturità e delle
scelte importanti per il proprio futuro e per la propria vita. Per questo, il tema principale è stato "la
scelta" declinata in vari ambiti. Abbiamo iniziato concentrandoci sul
rapporto e sulla conoscenza della
propria persona intesa come corpo
e ''spirito'' da conoscere, accettare
e amare. Da questa coscienza propria si è passato a riflettere sulla
relazione con l'altro e col mondo
esterno e soprattutto alle differenti relazioni e alla loro qualità:
relazione per eccellenza quella
dell'Amore, affrontata partendo
dal loro modo di viverla e interpretarla. Nell'ultima parte dell'anno
abbiamo affrontato i ''valori'' tra i
quali, in modo particolare, la libertà e la fede. Per ogni tematica si è
sempre partiti dall'esperienza personale dei ragazzi per arrivare poi
al ''concetto universale''. Un'occasione preziosa è stata l'esperienza
della settimana comunitaria durante la quale, vivendo insieme, si
sono creati e rinsaldati molti rapporti personali.
Silvia, Fedele e Francesco
NEW GENERATION – Gruppo di 1° Superiore
Una Nuova Generazione quest'anno si è presa il suo posto nella galassia dei
gruppi adolescenti: sono i ragazzi del 2000, il gruppo New Generation! Con
Alessandra, Giuseppe e suor Camilla hanno camminato insieme, prima di tutto
per conoscersi e poi per costruire un bel pezzo di strada insieme. Hanno fatto
un breve tuffo nell'oceano dei loro sogni, di ciò che desiderano per la loro vita,
alla ricerca di un grande sogno da inseguire. L'esperienza più forte e significativa è stata quella della preparazione (e poi realizzazione!) della PRIMAVERA
RAGAZZI. Ognuno dei ragazzi si è sperimentato come animatore, scoprendo le
gioie e le fatiche del sentirsi "investito" di una grande responsabilità nei confronti dei più piccoli. Ora si apre l'estate e voci di corridoio hanno già riportato
la bravura e l'entusiasmo dei nostri New Generation. A loro auguriamo una
grande estate, ricca di novità e di possibilità di crescita, tra di loro e con Gesù.
Camilla, Alessandra e Giuseppe
ASGANAWAY
Gruppo 2° Superio
re
Quello appena tras
corso è stato
un anno all'inseg
na della scoperta! Insieme ai
ragazzi abbiamo affrontato il te
ma dell'affettività, cercando di
capire come
questa si rifletta
nella nostra
vita quotidiana e
nelle relazioni
con gli altri. Un altr
o mattoncino
che si aggiunge al
nostro cammino di formazione
, ci auguriamo che questo ca
mmino abbia
un impatto positi
vo nelle relazioni sviluppate co
n i ragazzi e
che abbiamo vivific
ato nel corso
dell'estate ragazzi
e dei campi.
Silvia, Beatrice,
Daniele e Roberto
FLASH
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Gruppo 3° Su
o piestato un ann
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l'anno pross
iara,
Raffaella, Ch
Mattia
Francesca e
97 STELLE
Gruppo 4° Superiore
Quest'anno il gruppo si è dedicato ai temi dell'affettività, della sessualità e
a tutti i discorsi ad essi annessi. È stato un anno molto interessante di scoperte, approfondimenti e un’occasione per informarsi sui temi di attualità. Il
gruppo 97 stelle cammina insieme da quattro anni e ha voglia di crescere e
instaurare sempre nuovi rapporti e rafforzare quelli vecchi! Abbiamo vissuto
la settimana comunitaria che ha aiutato ad alimentare la voglia di crescere
e condividere e questa estate per concludere in bellezza andremo 3 giorni
dal 16 al 19 a fare un’esperienza estiva di campo in tenda.
Elena, Luca, Sergio e Simone
GIOVANI
30
Siamo fatti per la felicità, siamo chiamati a fare Festa con la F maiuscola,
perché la festa non è un momento, ma
uno stile di vita. Con “ricetta” indichiamo le istruzioni per l’uso da seguire nella vita. “Giusta” significa che va adattata alle esigenze di ciascuno. E infine
“serve” cucinare. Perché nessuno vive
mangiando le… ricette! Le ricette sono
pagine di carta: sfamano solo se diventano pietanza, cioè vita vissuta.
Le persone in gamba si vedono dalle
RELAZIONI che vivono. Lavorando sulle relazioni che ho con gli altri e con il
mondo, posso scoprire me stesso. L’oratorio è il luogo ideale per questo lavoro perché prevede già di per se delle
ANTIPASTO: L’Estate Ragazzi
Oltre 350 bambini dalla prima alla
quinta elementare accompagnati da
60 animatori, due educatrici, venti giovani manovali, e una numerosa
squadra di cuoche. Cinque settimane
in due oratori, Stella e San Bernardo.
Tanti momenti di gioco, laboratori,
attività formative, corsi di cucina e di
corporeità, una giornata con gli acrobati del Kenya NAFSI e una mattinata
con gli animatori del CISV e le tematiche legate alla mondialità, tante gite
e tante ottime merende. Un percorso
entusiasmante, interessante, rumoroso e saporito.
PROGETTO ESTATE 2015
“Signore e signori, benvenuti al Rist-Oratorio,
lo chef consiglia la ricetta giusta: FAR FESTA!”
relazioni. Perché sono così importanti?
1. Le relazioni sono INGREDIENTI della
nostra vita: per vivere bene bisogna cucinarle. Anche i cibi essenziali infatti vanno preparati: lavati, sbucciati, tagliati…
2. Bisogna diventare protagonisti della
propria vita. Perché solo chi è protagonista smette con i “precotti esistenziali”
e diventa un vero cuoco!
3. Chi vive bene le relazioni vive come
in una festa al top. E noi possiamo farlo
perché all’origine delle nostre motiva-
zioni c’è una festa senza fine, che è una
relazione che vale… per Tre!
La cucina ci ricorda che diventare persone in gamba non è un automatismo,
che trasformare la vita in una festa è
questione di lavoro continuo: tagli veloci e lente cotture, ordine tra pentole e
fornelli e un sano “sporcarsi le mani”. Diciamo cucina per indicare allenamento,
preparazione e protagonismo… ma con
qualcosa in più: alla fine ne vale la pena.
La nostra ricetta giusta è stata:
GIOVANI
31
PRIMO: L’Estate Medie
Tre settimane in sella alla propria bicicletta, tra mattinate all’oratorio San
Martino e pomeriggi tra i parchi delle
città vicine. Una proposta più dinamica per i ragazzi dalla prima alla terza
media, adatta per assaporare il sole e
la bellezza dell’estate. Grandi giochi,
attività di acrobatica, giochi d’acqua e
una gita di due giorni a Rosignano Marittimo.
SECONDO: Super-Estate
Esperienza rivolta ai ragazzi dalla prima
alla terza superiore, un’esperienza da
grandi, caratterizzata da voglia di mettersi in gioco, confrontarsi, superare
i propri limiti, conoscere se stessi e gli
altri per costruire un gruppo unito e armonioso. Per dare gusto all’esperienza
abbiamo vissuto tre giorni in campeggio a Salbeltrand e numerosi pomeriggi
di attività legate a diverse relazioni, tra
cui paura, diversità, talento, corporeità,
amicizia e scelte di vita. Tutti i ragazzi
per rendere più completa la loro espe-
FRUTTA: I campi estivi
A partire dal 29 giugno fino al 26 luglio si sono susseguiti tra
la colonia Viberti e Signols i quattro campi rivolti ciascuno ai
ragazzi di quarta e quinta elementare, di prima e seconda media, di terza media e di prima, seconda, terza superiore. Esperienze vissute fuori dall’ordinario caratterizzate dalla condivisione degli spazi
e dei tempi, dei
momenti di riflessione personale e di gruppo,
molto gioco, lunghe camminate,
divertenti serate,
bagni nel fiume,
vita in mezzo alla
natura.
rienza estiva hanno prestato servizio nei
luoghi dell’Estate Ragazzi e dell’Estate
Medie come manovali, allestendo le tavole e servendo i pasti.
32
GIOVANI
CAMPO SUPERIORI A COLONIA VIBERTI
34 Ragazzi dalla 1° alla 3° Superiore (Gruppi New Generations, Asganaway e Flash) accompagnati dai loro animatori,
Donatella, Don Andrea e 4 super cuochi. Passando dai temi
del Vivere, Conoscere, Scegliere per arrivare alla Speranza!
Abbiamo capito che vi è un sepolcro dentro ogni nostra vita
rappresentato dalla nostra storia, dai nostri desideri irrealizzati, dalle nostre paure, lutti, delusioni, fatiche del quotidiano... abbiamo capito che queste fatiche hanno un tempo: 3
giorni! Anche Gesù è stato nel buio per 3 giorni! Quel tempo
che per noi può essere lungo un battito di ciglia o alcuni giorni
o mesi o anni, ma poi... si risorge, si nasce cioè a nuova vita!
Questa certezza è anche per ciascuno di noi e l’atteggiamento
dell’uomo e della donna di speranza è proprio questo: accettare il buio, ma guardarlo con occhi di speranza, nella certezza
che un giorno anche li vi sarà nuova vita e nella consapevolezza che gli altri possono “contagiarci” con la loro speranza!
DOLCE:
Il servizio degli animatori e dei cuochi
85 animatori, 5 giovani del Servizio
Civile, oltre 60 cuochi e cuoche hanno reso possibile tutto questo, con il
loro entusiasmo e il loro servizio pieno
di dedizione, perché Per far Festa… ci
vuole la Ricetta Giusta!
Claudia, Donatella e Mattia
FESTE PATRONALI
33
FESTE PATRONALI - INCONTRI
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Festa Patronale Madonna del Buon Rimedio
Triduo di preparazione: 22, 23, 24 settembre alle ore 21 nella chiesa di San Bartolomeo
Liturgia penitenziale: venerdì 25 settembre alle ore 21 nella chiesa di San Bartolomeo
Sabato 26 settembre alle ore 21, nella chiesa di San Francesco si esibiranno
il coro degli Alpini di Rivoli e il coro Masci “Ciaparat”.
Festa liturgica: domenica 27 settembre ol seguente programma:
Ore 9.00 Santa Messa nella chiesa di San Bartolomeo
Ore 10.00
Preghiera dell’ora media
Ore 10.15 Processione fino alla chiesa di San Francesco
Ore 10.30 Santa Messa solenne nella chiesa di San Francesco
Da lunedì 28 settembre a domenica 4 ottobre, la statua della Vergine rimarrà nella chiesa di San Francesco.
Per quella settimana, si sospende la celebrazione della Messa mattutina nella chiesa di San Bartolomeo
e la Messa verrà celebrata tutti i giorni, alle ore 18, nella chiesa di S.Francesco.
INCONTRI
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Lunedì 21 settembre - ore 21.00
Parrocchia Stella
GENDER: rivoluzione o involuzione?
Dott. Massimo Gandolfini
INCONTRI
PER FUTURI SPOSI
1° CORSO
11, 18, 25 ottobre
1 novembre,
7-8 novembre RITIRO,
15, 22, 29 novembre
6 dicembre
1
2
3
2° CORSO
14, 21, 28 gennaio
4 febbraio,
6-7 febbraio RITIRO,
11, 18, 25 febbraio
3 marzo
3° CORSO
3, 10, 17, 24 aprile,
30 aprile-1 maggio RITIRO,
8, 15, 22, 29 maggio
INCONTRI
36
BATTESIMI
San Bernardo
13 settembre - ore 11
27 settembre - ore 16
11 ottobre - ore 11
8 novembre - ore 11
22 novembre - ore 16
8 dicembre - ore 11
NATALE (da definire)
10 gennaio - ore 11
PASQUA (da definire)
10 aprile - ore 16
24 aprile - ore 11
15 maggio - ore 16
22 maggio - ore 11
12 giugno - ore 16
19 giugno - ore 11
San Martino
13 settembre – ore 15
27 settembre – ore 15
25 ottobre – ore 15
10 gennaio 2016 – ore 15
Stella
20 settembre – ore 15
11 ottobre - ore 15,30
15 novembre - ore 15,30
8 dicembre – ore 15,30
10 gennaio 2016 – ore 11
Incontri di cammino
verso la Cresima
per Giovani e Adulti
Ogni lunedì ore 21.00 alla Stella
dall’11 gennaio al 28 marzo 2016
Incontri per gli amici che amano la liturgia
anno pastorale 2015 / 2016
La domenica – giorno del Signore “Invitati alla festa!”
lunedì 9 novembre 2015 - ore 21 - Santa Maria della Stella
La Parola di Dio nella liturgia evento: “Dio ci parla!”
lunedì 16 novembre 2015 - ore 21 - San Bernardo
Celebrazione:
3 aprile 2016 - ore 11 - Stella
“Fare comunione” e “Fare la comunione”
lunedì 23 novembre 2015 - ore 21 - San Martino
Per iscrizioni passare o telefonare
alla Segreteria della Stella:
011.95864.79.
Il sacramento della Riconciliazione,
la liturgia della misericordia e del perdono
lunedì 30 novembre 2015 - ore 21 - Santa Maria della Stella
INCONTRI
37
RI-COMINCIAMO!?!
cammino nella fede per ADULTI
Germogli
di vita buona
Vespri e Catechesi con don Paolo
tutte le domeniche dalle 17 alle 17,30 alla Stella
con lettura commentata di un testo tratto dal Catechismo degli Adulti
Incontri per una catechesi “continuata”
Rileggiamo i COMANDAMENTI (dal 5° al 10°)
con suor Raffaella
da martedì 6 ottobre ogni 2 settimane fino al 26 aprile 2016
dalle 21 alle 22 in Oratorio alla Stella
Ascoltiamo insieme la Parola di Dio della domenica
- Con la comunità del Monastero di Santa Croce (Via Querro)
ogni mercoledì dalle 16.15 alle 17.45
- Con il diacono Giovanni e don Giovanni (Oratorio Stella)
ogni giovedì dalle 20 alle 21
Esercizi spirituali nella vita corrente
Gesù il volto della misericordia del Padre. Incontri con don Giovanni
da lunedì 7 a venerdì 11 marzo 2016 ore 21- 22,30 nella chiesa della Stella
Soste di spiritualità sul Tabor
Ritiri spirituali mensili nel monastero di Santa Croce (Via Querro)
con don Giovanni
martedì - ore 9 - preghiera delle lodi, ascolto della Parola, meditazione,
silenzio, preghiera personale
ore 11 - celebrazione dell’Eucarestia
DATE: 8 settembre, 13 ottobre ,10 novembre, 15 dicembre, 12 gennaio,
9 febbraio, 8 marzo, 12 aprile, 10 maggio, 14 giugno, 12 luglio.
Veglia ecumenica
nell’ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani
mercoledì 20 gennaio 2016 presso la Chiesa di san Rocco - Rivoli
Incontri di riflessione,
condivisione e preghiera
insieme alle persone separate
o in nuova unione
Nei quattro distretti della diocesi,
alle ore 21.00. In ciascun distretto,
un incontro ogni mese. Inoltre ci
saranno due ritiri a Pianezza, Villa
Lascaris, e una giornata conclusiva
per tutti i partecipanti:
Programma:
22 ottobre - preghiera
17 novembre - preghiera
13 dicembre - ritiro d’Avvento
14 gennaio - preghiera
16 febbraio - preghiera
13 marzo - ritiro di Quaresima
14 aprile - preghiera
17 maggio 2016 - preghiera
11 giugno 2016 - conclusione
Gruppi anziani
ETÀ D’ORO - San Martino – giovedì dalle 14,30 alle 18
ORE SERENE - Stella – martedì dalle 14,30 alle 18
4 ottobre 2015 - Festa dei nonni in occasione della festa liturgica degli Angeli custodi
11.00 - Santa Messa in santa Maria della Stella
12.30 - Pranzo comunitario in sala archi – Oratorio Stella
Pellegrinaggi
Giovedì 22 ottobre 2015 - ore 14-19 - Visita alla Piccola Casa della Provvidenza – COTTOLENGO
Lunedì 4 gennaio 2016 - Visita alla rassegna internazionale del PRESEPIO all’Arena di Verona
Martedì 19 - mercoledì 20 - giovedì 21 aprile 2016 - Pellegrinaggio a Roma nell’Anno Santo della Misericordia
Momenti di spiritualità
Giovedì 3 dicembre 2015 – Ritiro di Natale - h. 14,30 / 16,30 a M.I.A.
Martedì 15 marzo 2015 – Via Crucis – h. 15 alla Stella
38
MEMORIA
Un lacrima
per i defunti
evapora,
un fiore
sulla tomba
appassisce,
una preghiera,
invece,
arriva fino al cuore
dell'Altissimo.
Ricordo di Padre Vincenzo Mura...
P. Vincenzo, durante i tre anni della
sua permanenza a Rivoli come Superiore della Villa Allamano, aveva servito l'Istituto con gioia e con umiltà,
fino a quando gli avevano chiesto la
sua disponibilità per il nuovo incarico a Roma. Come sempre nella sua
vita, aveva detto di sì alla richiesta dei
Superiori. Ci diceva che trovava molto impegnativa la nuova missione a
Roma per il compito particolare che
avrebbe dovuto svolgere, ma era fiSant'Agostino
ducioso. Quando ci siamo salutati eravamo entrambi sereni e, augurandoci
buona strada, ci raccomandavamo a vicenda di stare attenti alla salute. Ci siamo conosciuti nel lontano 1984 quando il
servizio all'Istituto ci chiedeva di essere consiglieri di P. Villa, superiore regionale dell'Italia. Abbiamo continuato, in forme
diverse, la nostra missione in Italia fino a quando lui è ripartito per il Congo. Ci siamo rivisti a Roma in casa generalizia e
poi di nuovo a Rivoli. Tanti anni vissuti insieme, nel rispetto delle nostre diversità e personalità, ma anche uniti da una
carità concreta che ci ha permesso di rispettarci sempre. Rispetto, ascolto, dialogo: le basi di una vita comune serena e
costruttiva. La sua inaspettata e improvvisa morte ci ha sconvolti. Lo avevamo appena salutato e solo una settimana dopo
arrivava la tristissima notizia. Nelle varie chiese di Rivoli, dove ha celebrato S. Messe e vissuto il suo sacerdozio, abbiamo
colto dolore sincero, stupore per l’improvvisa e inaspettata scomparsa e tante preghiere. P. Vincenzo amava celebrare la
Messa domenicale delle 19.00 nella chiesa di S. Rocco: è per questo che abbiamo voluto ricordarlo domenica sera, 3 maggio, nello stesso luogo.
p. Giordano Rigamonti
“Ma don Giovanni ho visto male o è vero? È morto padre Vincenzo? Non ci credo! Pensa, domenica dopo Pasqua sono
andato a messa a san Rocco, c’era padre Vincenzo e sono tornato a casa felice, dicendo a mia moglie che avevo ascoltato
un’omelia veramente bella, che mi aveva fatto molto bene!”. Sono le parole del capitano dei carabinieri della Tenenza di
Rivoli. Credo siano una delle più belle testimonianze che ho raccolto in questi giorni dalla nostra gente. Padre Vincenzo
con il suo stile discreto e umile ha lasciato nelle nostre comunità una testimonianza veramente forte e bella del suo essere
cristiano, consacrato, sacerdote e missionario. Ringraziamo il Signore di avercelo donato, fatto incontrare e conoscere.
Nel cuore ci rimangono le lacrime (sì, si può piangere!) perché l’abbiamo visto partire per il paradiso forse troppo presto.
Grazie, Padre Vincenzo!
don Giovanni Isonni
... e di Stefano
Lo scorso luglio ci ha salutati Stefano Suppo, giovane rivolese di 32 anni. Per
molti, soprattutto tra i più piccoli, è un nome che suggerisce poco, ma Stefano è
stato parte attiva della nostra comunità per oltre un decennio. Con l'animazione
ha trasmesso a tanti ragazzi la voglia di stare insieme, di fare gruppo, insegnando
il rispetto e l'onestà con quella punta di “rock” che lo contraddistingueva in ogni
aspetto del suo servizio. CIAO STE. Buon viaggio, Lacio Drom.
I tuoi Merenderos
La redazione del giornale “Rivoli, Parrocchie nella città” porge sentite condoglianze
al Direttore Paolo Paccò per la morte del caro papà Roberto.
ANAGRAFE PARROCCHIALE
39
(1o marzo-31 luglio 2015)
BATTEZZATI
San Bartolomeo: Collu Aurora, Carelli Andrea, Labarbuta Letizia, Cometto Samuele
San Bernardo: Nigro Marco, Demo Vittorio Enea, Novaro Alice, Cordero Matteo, Fontana Alice, Russo Ruben, Zampieri Filippo,
Dilauro Mirko, Pillitteri Simone, Panetta David, Panetta Thomas, Panetta Angelica, Farinetti Luca, Calvano Lara, Panzeca Alice,
Pecoraro Davide, Bottino Giulia, D’Amuri Gabriele.
San Martino: Fabbrini Marzia, Pacchiardo Mattia, De Francia Luisa, Lucidi Riccardo Roberto, Roso Diana, Perlo Gabriele, Grio
Edoardo, Sicolo Simone, Viacelli Elena, Sofia Ludovica, Bertelle Camilla, Bertelle Carlotta, Ceresa Giorgia, Arminto Sara, Avantario
Christian, Boccuto Matilde, Rella Lorenzo, Quattroville Giorgio, Quattroville Luigi, Mara Sofia, Visconti Selena, Bonanate Giada,
Arianelle Cosabile, Parisi Marta, Cotrona Stefano, Righini Mattia, Sanna Darin, Talò Federico Maria, Bianchin Daniele, Busso Federico, Rossi Diego, Rossi Dario, Melardi Lorenzo Giuseppe, D’Aurora Federico, D’Aurora Leonardo, Cavallari Sara, Mascolo Ginevra.
Santa Maria della Stella: Lapenna Tommaso, Cavaliere Aurora, Durante Giulia, Motta Riccardo, Alioto Alberto, Comoretto Stefano, Di Salvo Cecilia, Gambato Matteo, Stolfi Gaia, Tamburrano Lorenzo, Libré Elisa, Lo Grasso Antonino, Roveta Beatrice, Rizzi
Cristian, Bisi Roberta, Carta Aaron, Carta Grace, Della Volpe Givevra, La Versa Greta, Bugnone Matteo, Corbellini Giacomo,
Cerrina Corrado Enrico, Casnedi Giorgia, Casnedi Simone, Tedesco Marisol, Di Tria Aurora, Avena Damiano, Milizia Anna, Ledda
Davide, Borgna Andrea, La Varvera Greta, Ventre Francesco, Ferrero Matteo, La Porta Alessio, Cavuoto Loris Luigi, Marchetti Francesco.
SPOSI
San Martino: Copperi Gian Luca e Calia Roberta, Verrastro Andrea eTutolo Filomena, Ghigo Alberto e Sacco Elena, Marangon
Luigi e Consolini Alice, Longo Massimo e Morello Desirèe, Rossino Luca e Pugni Valentina, Batagliotti Marco e Di Pinto Greta,
Monteriso Leonardo e Alessi Valeria, Innantuomo Marco e Tacconi Elisabetta, Manzotti Fabio e Bruno Vanessa, Bergantin Andrea e
Fioro Stefania Loredana, Varesio Boido Massiilano e Sgrignani Alessandra, Seminara Gianfranco e Pinto Cinzia, Ferro Alessandro
e Zaffino Francesca, Melardi Vincenzo e Martino Miragla Barbara, Paggiolu Mirko e Boasi Serena, D’Aiuto Roberto e Comanzo
Carola, Barbero Alessandro e Derjaj Anida, Quintili Alessandro e Di Palma Lucia.
Santa Maria della Stella: Serra Gianluca e Ingargiola Sarah, Foti Matteo e Martino Rita, Milanese Daniele ed Errico Jennifer.
DEFUNTI
San Bartolomeo: Spanu Ireni (80), Meotto Pietro (51), Albregard Clara (87), Gregorio Angelo (89), Picciolo Oreste (86), Palmas
Maria Pia (80), Falotico Maria Luigia (81), Laporta Giuseppe (57), Turinetti Cesare (80), Montorio Francesco (87), Alfieri Enrichetta (81),
Labate Filomena (90), Carlin Albina Luigina (79), Giardino Irma (87), Minissale Antonino (74), Tessaro Claudio (53), Salmi Iliana (87).
San Bernardo: Gnesotto Gemma ved. Bordignon (90), Demichele Maria ved.Pisano (83), Lionello Mario (88), Cima Pietro (92),
Pagliaro Giovannina ved. Bertello (86), Cignolin Avelina ved. Mior (92), Carello Giancarlo (76), Loglisci Lorenzo (64), Lofaro
Carmela (60), Fimiani Silvestro (87), De Ross Renata ved. Venisa (77), Plano Aldo(88), Scacchetti Luciano (70), Chiesa Margherita
ved. Martra (100), Pelini Adriano Marco (83) Franzoso Giovanni (82) Lino Luigi (46), Costa Alberto (71), Favaro Elda ved. Modenin
(68), Mantovan Jolanda ved. Passarella (99), Baldi Adriana ved. Nardi (92), Girodo Enrico (81).
San Martino: Cavallo Orazio (81), Capaldo Stella (88), Venneri Salvatore (77), Covino Francesco (58), Soncin Antonella (93),
Soffietti Luigina (89), Reggio Gemma (89), Ventura Beatrice (83), Ferro Giorgio (73), Bramonte Rosa (82), D’Elia Maria (61),
Vignoni Bernarda Ina (91), Beltramo Valerio (90), Iudica Antonio (83), Montarone Angela (94), Desaymonet Lidia (74), Schiorlin
Felice, Bogliaccino Paolo (49), Nardo Agnese (86), Fanti Ilaria (88), Oliva Maria (80) - Di Maria Elvira (89).
Santa Maria della Stella: Ammaturo Vincenzo (91), Elia Carmela (81), Morreale Rocco (75), Franco Loiri Gianni (63),
Merlino Domenica (85), Randazzo Rosalia ved. Di Martino (89), Zoppi Brega Franco (73), Moschetta Stefania (45),
Nardelli Rodolfo (92), Sanmartino Giuseppe (92), Minarelli Roberto (74), Campana Marisa (87), Siviero Sandrino (71), Scaglia Angelo
Francesco (75), Talmelli Adriana (78), Di Vincenzo Salvatore (97), Rivoira Giovanni (92), Vendemmiata Iolanda ved. Pezzolato (91),
GagliardiIrene(89),BeneventoMariaOlivaved.Mangiamele(98),RoveiRosinaved.Bussone(85),GranataGiuseppaved.Scavazza(71),
Raimondo Francesco Michele (91), Magnani Francesca ved. Becchio (82), Gabriele Renato (52), Morello Laura (61), Pappalardo
Giuseppe (73), Cusano Francesca Paola (87), Azzalin Speranza (74), Tognozzi Wilma (94), Nocera Michele (83), Lovato Paolo (52),
Migliore Elisabetta (74), Tavolada Michele Pietro (96), Di Bisceglie Immacolata (88), Mascaro Renata (71), Antonellini Lucia (87),
Rosso Antonio (82), Lettico Elisabetta (84), Villata Carlo (88), Baraban Elsa (81), Caffaro Anna nata Sosso (93), Monaldi Mario (87),
Lecce Vito (89), Lanfrit Alice (86), Castelli Piera (76), Bonatto Mauro (62), Latini Cesarina (94), Martinetti Clorinda (88), Rosso
Emilia (82), Giarrusso Lucia ved. Scirpoli Antonio (85), Morello Felice (75), Amadesi Graziella (82), Nicola Anna Maria (91), Clamar
Aldo (83), Santi Margherita ved. Casetti (85), Carpino Luigi (83), Naluzzi Erminio (77), Vaglietti Gianni (58), Porrino Mirco (79),
Cusin Tiziano (81), Aiello Albino (86).
NUMERI UTILI
Santa Maria della Stella
Via Fratelli Piol, 44
tel. 011.9586479 - fax 011.9516291
[email protected]
Orari: da lunedì a sabato ore 9-12
mar e gio anche 15-17.30
Succursale: Gesù Salvatore - Via Cavour, 40
San Bartolomeo Apostolo
Via Roma, 149 - tel. e fax 011.9580245
Orari: da lun. a sab. 9.00-11,30;
merc. anche 16.00-18.00
Succursale: S.Francesco - Via Adamello, 6
ORARIO SANTE MESSE
CHIESE
San Bartolomeo
San Francesco
San Bernardo
San Martino
San Rocco
M.I.A.
Santa Maria
della Stella
San Bernardo Abate
Via Beltramo, 2 - tel. 011.9584950
Orari: da mar. a ven. ore 10-11
San Martino Vescovo
Via S.Martino, 3 - tel. e fax 011.9587910
Orari: mar. ore 9-11;
merc. ore 16-18;
gio. 9.30-11; sab. 9-11.
Succursali: San Rocco - P.za S. Rocco
M.I.A. - P.za Cavallero
LUN
FERIALI
MAR
MER
09.00
15.30
18.00 18.00
GIO
09.00
VEN
09.00
08.30
18.00
09.00
08.00
09.00
18.00
18.00
18.00
Gesù Salvatore
Ospedale
Monastero
V.Querro
Sacerdoti
18.00
09.00
06.30
06.30
06.30
06.30
FESTIVE
SAB DOM
09.00
18.00 10.30
18.00 09.00
11.00
17.00 10.00
19.00
18.30 11.15
18.00 08.00
11.00
18.00
09.30
15.00
06.30 06.30 07.30
Ministri dell’Eucaristia a casa
don Giovanni Isonni - cell. 339.6604141
e-mail: [email protected]
don Angiolino Cobelli - cell. 338.6841684
e-mail: [email protected]
don Mauro Petrarulo - cell. 328.546.69.34
e-mail: [email protected]
don Paolo Ravarini - cell. 347.2390527
e-mail: [email protected]
don Mario Scremin - cell. 338.3381665
don Andrea Zani - cell. 347.8437134
e-mail: [email protected]
Se in qualche famiglia ci sono persone anziane o ammalate
che desiderano ricevere la Comunione in casa,
è possibile concordare incontri con i Ministri dell’Eucarestia
contattando i parroci o le segreterie parrocchiali.
Diaconi
Giovanni Bommaci - cell. 349.8180004
Lorenzo Cuccotti - tel. 011.9585914
Giuseppe Peca - cell. 327.0598222
Bruno Zanini- cell. 349.2304161
Religiosi e religiose
Missionari della Consolata
Via 1° Maggio 3 - tel. 011.9586791
e-mail: [email protected]
padre Giordano Rigamonti
cell. 333.3339205
[email protected]
Padri Giuseppini del Murialdo
Corso Francia, 15 - telefono: 011.9503666
[email protected]
Figlie della Carità di S.Vincenzo De’Paoli
Via Grandi, 5 - tel. 011.9561715
[email protected]
Canonichesse Lateranensi di Santa Croce
(regolari di Sant’Agostino)
Via Querro, 52 - tel. 329.776.09.55
[email protected]
Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth
Casa Chiara Luce – Viale Beltramo, 2
ORATORIO STELLA
Da Lunedì a Giovedì Venerdì Sabato - Domenica
ore 16 - 19
ore 15 - 19
ore 15 - 18
Coro Polifonico Interparrocchiale
Il Coro Polifonico è aperto a tutti coloro
che abbiano voglia di pregare cantando.
Vi aspettiamo nella Chiesa S.Francesco alle ore 21.00 nelle seguenti date:
23 settembre - 21 ottobre - 18 novembre - 9 dicembre
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