1 Berlino 9/ 07/ 06 ore 20,00 Tutto è pronto per l`attesissima finale

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1 Berlino 9/ 07/ 06 ore 20,00 Tutto è pronto per l`attesissima finale
Berlino 9/ 07/ 06
ore 20,00
Tutto è pronto per l’attesissima finale del campionato del mondo di calcio tra Italia e Francia.
Tenterò di raccontarvi le emozioni di questa grande sfida con il linguaggio della geometria; infatti,
pensando al calcio, che è lo sport che preferisco, ho notato che spesso si usano termini e concetti
matematici per descrivere le situazioni che si vengono a creare durante la partita.
Lo stadio è pieno di bandiere tricolori: rettangoli suddivisi a loro volta in tre rettangoli congruenti. I
colori sono verde, bianco e rosso per gli italiani e blu, bianco e rosso per i francesi.
Anche il campo di gioco è rettangolare; è diviso in due parti e, osservandolo dall’ alto, spicca al
centro il cerchio di centrocampo. Anche le porte, le aree di rigore e quelle di porta sono rettangolari.
Le lunette poste vicino alle bandierine dei calci d’angolo vengono indicate come si indicano gli
angoli in geometria, con un archetto che unisce due punti dei lati consecutivi.
Le squadre entrano in campo passando accanto al piedistallo sul quale si trova la Coppa del Mondo
che culmina con una sfera protesa verso il cielo.
Dopo gli inni nazionali francese ed italiano, l’arbitro, mediante il lancio della monetina (che è
rotonda, con due facce con differenti simboli), fa scegliere ai due capitani, Cannavaro e Zidane, il
campo.
Come prima di tutte le partite, il portiere italiano Buffon traccia con i tacchetti l’asse dell’area di
porta che gli servirà come punto di riferimento nelle uscite e nelle prese alte.
Al fischio dell’arbitro, i giocatori posti nel cerchio di centrocampo, accanto al dischetto sul quale è
posizionato il pallone, danno il calcio d’inizio.
La tanto attesa finale del Mondiale di Germania è iniziata!
La sfera rotola per il campo, con continui capovolgimenti di fronte, tra triangolazioni, cross, rimesse
laterali, punizioni e calci d’angolo.
Pochi spettatori , tra i milioni di coloro che hanno seguito col fiato sospeso quella partita, forse
sanno che il pallone è geometricamente definito come solido di Archimede formato da
un’alternanza regolare di esagoni e pentagoni.
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Al settimo minuto, c’è il primo colpo di scena: l’arbitro concede un calcio di rigore alla Francia; il
capitano transalpino Zidane sistema il pallone sul dischetto posto a undici metri dalla linea di porta;
si concentra, mentre sullo stadio cade un silenzio quasi irreale ed il portiere italiano Buffon si
apposta sulla linea di porta, esattamente a metà tra i due pali; al fischio dell’arbitro, Zidane calcia il
pallone: ne esce una parabola che colpisce l’interno della traversa e rimbalza oltre la linea di porta:
1 – 0 per la Francia.
I vessilli bianco, rossi e blu sventolano in tutto lo stadio
Gli azzurri cercano di riportarsi in parità al più presto.
Alcuni minuti più tardi, c’è un calcio d’angolo per l’Italia: Camoranesi si porta verso la bandierina
del corner alla destra dell’attacco italiano, ma Andrea Pirlo gli si avvicina e si incarica di tirare il
calcio c’angolo: perfetta parabola a spiovere al centro dell’area di rigore francese, stacco in
elevazione molto potente di Materazzi che insacca perfettamente la sfera alle spalle del portiere
francese Barthez: 1 – 1 alla metà circa del primo tempo.
La partita procede con alternanze sui due fronti d’attacco, ma le due squadre non riescono più a
sbloccare il risultato.
Quando la lancetta dell’orologio dell’arbitro indica lo scadere dei novanta minuti regolari, si va ai
tempi supplementari dopo innumerevoli emozioni.
Le due squadre scambiano nuovamente il campo e si apprestano a giocare due frazioni da quindici
minuti l’una.
Il primo tempo supplementare scivola via abbastanza tranquillamente fino a quando Zidane e
Malouda fanno una perfetta triangolazione, il primo va alla conclusione di testa, ma Buffon con
grande prontezza di riflessi ed eccezionale bravura smanaccia in angolo, ricevendo i complimenti
dallo stesso capitano della nazionale transalpina.
Dopo un breve riposo, inizia il secondo tempo supplementare: ad un tratto, durante l’ennesima fase
convulsa della partita, Zidane, provocato da Materazzi, perde il controllo e dà una testata sul petto
del nostro centrale di difesa. L’arbitro non vede ma, aiutato dai suoi assistenti e probabilmente dalle
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telecamere, riesce a ricostruire l’accaduto e, estraendo dal taschino un cartellino rettangolare rosso,
espelle Zidane.
Il capitano francese lascia il campo passando accanto alla Coppa del Mondo.
I centoventi minuti di gioco terminano con le squadre in parità; si va così ai calci di rigore.
I due allenatori Lippi e Domeneque scelgono i rigoristi, mentre i due portieri si concentrano. I
giocatori delle due squadre vanno a disporsi nel cerchio di centrocampo, allineati ed abbracciati tra
di loro, mentre i rigoristi si recano uno ad uno davanti al dischetto per calciare il rigore.
Intanto l’arbitro raccomanda ai due portieri di non avanzare rispetto alla linea di porta fino a quando
la sfera di cuoio non è stata calciata.
L’Italia tira per prima e segna con Pirlo, il rigorista della Nazionale; ma anche il francese Wiltord
va a segno e pareggia il conto; è quindi il turno di Materazzi che, calciando di potenza, spedisce la
sfera alle spalle del portiere francese; quindi tocca al francese Treseguet che, con una traiettoria tesa
e potente colpisce la traversa: è l’errore che consentirà all’Italia di vincere il Campionato del
Mondo; infatti seguiranno i tiri, riusciti alla perfezione, di De Rossi, Abidal, Del Piero, Sagnol e
Grosso.
“Il cielo è azzurro sopra Berlino” commenta un telecronista! In campo si susseguono i
festeggiamenti, mentre gli azzurri descrivono mille curve correndo da una parte all’altra in un clima
entusiasta.
La magica notte di Berlino si conclude con una miriade di fuochi artificiali che tracciano nel cielo
splendide forme geometriche.
A volte anche il calcio può avvicinare alla geometria se si fa un po’ d’attenzione!
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