cuore di figli e sensi spirituali attivati 5^ parte

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cuore di figli e sensi spirituali attivati 5^ parte
Parola
della
Grazia
- PalermoSPIRITUALI ATTIVATI 5^ PARTE
CUORE
DI
FIGLI
E
SENSI
sito ufficiale Parola della Grazia Palermo - PdG Italia
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Date : 19 aprile 2015
L’odierna predicazione, che conclude la serie dedicata ai sensi spirituali, nella prima parte riepiloga
quanto detto precedentemente sulle attitudini del cuore che impediscono la loro attivazione, nella
seconda parte spiega che per piacere a Dio bisogna avere un cuore come quello di Gesù, Suo Figlio
perfetto, che non aveva gli impedimenti naturali che precludono l’accesso al mondo dello spirito e la
comprensione delle cose spirituali.
È stato più volte affermato che abbiamo bisogno di essere liberati da tutto ciò che ci impedisce di
vivere secondo l’iniziativa di Dio e di avere il sensi spirituali attivi, soprattutto la vista e l’udito, per
essere usati dallo Spirito Santo e maturare spiritualmente. Ancora una volta viene preso in esame
Efesini 1:3 secondo cui abbiamo già ricevuto ogni benedizione spirituale in Cristo Gesù, e ancora
una volta ci chiediamo perché non sempre riusciamo a fare nostre tali benedizioni
Nel Vangelo di Matteo (13:15) troviamo la risposta: Perché il cuore di questo popolo è divenuto
insensibile, essi sono diventati duri d'orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli
occhi e non odano con gli orecchi, e non intendano col cuore e non si convertano, e io li guarisca".
Gli Ebrei erano sotto il patto abrahamico, che prometteva loro sessanta benedizioni, tra cui la
guarigione, ma non se ne appropriavano. Con queste parole rivolte a loro, Gesù spiegò che a causa
dell’insensibilità dei loro cuori, della durezza delle loro orecchie e della cecità spirituale, pur
volendolo, non sempre poteva guarirli. Il popolo di Dio si accontentava di conoscere mentalmente la
Scrittura, ma non ne aveva la rivelazione, la sola cosa che produce un cambiamento interiore.
La durezza di cuore di cui parla Gesù, è prodotta principalmente dal razionalismo, che induce a
mettere il proprio pensiero al di sopra di quello di Dio e a cadere nell’incredulità.
Ebrei 3:12 State attenti, fratelli, che talora non vi sia in alcuno di voi un malvagio cuore incredulo,
che si allontani dal Dio vivente, 13 ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si dice: "Oggi", perché
nessuno di voi sia indurito per l'inganno del peccato.
Anche se oggi non è di moda parlare di peccato, va ricordato che esso è la malattia più grave che
esista al mondo e che proprio a causa sua il Figlio di Dio ha affrontato il sacrificio della croce. Il
peccato determina cambiamenti in senso negativo, infatti fa regredire spiritualmente, fa perdere ciò
che si era realizzato e costringe a ricominciare daccapo.
Nelle scorse domeniche sono state prese in esame le cinque condizioni del cuore che ostacolano la
sensibilità dei sensi spirituali ed oggi viene fatto un veloce riepilogo.
1. L A CONDANNA.
L’origine di un cuore condannato sta nella mancanza di pentimento per i peccati commessi o nel
non aver chiesto perdono alle persone a cui si è fatto del male.
Il senso di accusa interiore e il senso di colpa separano dalla presenza di Dio, bloccano l’intimità
con Lui e portano a criticare, giudicare e condannare gli altri.
1Giovanni 3:21 Carissimi, se il nostro cuore non ci condanna, abbiamo fiducia davanti a Dio 22 e
qualunque cosa chiediamo (delle promesse e delle benedizioni che ci appartengono), la riceviamo da
lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo le cose che gli sono gradite.
2. UN CUORE CHE NON PERDONA.
È un cuore che non sa distaccarsi dall’offesa ricevuta, che a causa di uno spirito di reinterpretazione
si crea una nuova versione dell’accaduto e vede solo gli aspetti negativi della persona che lo ha
offeso. Quest’attitudine apre le porte ad altri spiriti di sfiducia e di condanna.
3. UN CUORE PIENO DI ORGOGLIO (O SUPERBIA) E DI PRESUNZIONE.
È stato fatto l’esempio dell’apostolo Pietro, che aveva un’opinione troppo alta di sé e che, quando
Gesù predisse ai discepoli lo smarrimento che avrebbero sperimentato, replicò: «Anche se dovessi
morire con te, non ti rinnegherò in alcun modo». Il suo orgoglio lo portò a contraddire il Maestro, il
Signore, il Figlio di Dio, ma in realtà non Lo aveva neppure ascoltato!
4. IL CUORE SMARRITO.
È un cuore impaurito, un cuore che dà troppa importanza a certe cose e le mette al di sopra di Dio.
5. CUORE DISTRATTO.
È una condizione che il nemico realizza facilmente. Gli basta infatti procurarci delle distrazioni, per
non farci ascoltare il Signore. Tra le cose che più ci impediscono di concentrarci sulla cosa
veramente importante, la nostra relazione con Dio, ci sono le preoccupazioni, che tengono la nostra
mente impegnata, divisa (Marco 4:19), e non disponibile a ricevere la verità.
Se vogliamo permettere a Dio di parlarci, dobbiamo imparare a disciplinarci, spegnere tutto quello
che può distrarci e, nella nostra cameretta, concentrarci nell’ascolto del Padre. Dobbiamo
desiderare di avere un cuore puro e sensi spirituali ricettivi, in grado di percepire le iniziative di Dio e
di stare in continua sintonia con Lui.
L’affermazione di Gesù: Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio (Matteo 5:8), non si riferisce a
ciò che essi sperimenteranno dopo la morte, ma a quello che possono sperimentare sulla terra. Il
cuore è la cosa più importante di tutto il nostro essere, per questo il Signore dice che dobbiamo
prendercene cura e che dobbiamo custodirlo attentamente.
Proverbi 4:23 Custodisci il tuo cuore con ogni cura, perché da esso sgorgano le sorgenti della vita.
Viene quindi illustrato come deve essere il cuore di figlio.
Nel Vangelo di Giovanni si afferma qualcosa di estremamente importante:
Giovanni 1:12 ma a tutti coloro che lo hanno ricevuto, egli ha dato l'autorità di diventare figli di Dio, a
quelli cioè che credono nel suo nome.
Questo versetto dichiara che quando abbiamo ricevuto Gesù e siamo nati di nuovo, siamo diventati
figli di Dio, ma come possiamo capire se abbiamo un cuore di figlio/a? Sul piano naturale lo abbiamo
se onoriamo i nostri genitori, se siamo loro obbedienti e sottomessi, come era Gesù.
Con ciascuno di noi, Dio fa ciò che fece con Adamo: all’atto della nuova nascita prende uno spirito
che è all’immagine di Gesù e lo piazza dentro di noi, dandoci così il diritto di diventare Suoi figli, Sua
progenie.
Nel testo greco dell’epistola ai Galati risulta più chiaro il concetto secondo cui, per avere la
consapevolezza dell’eredità spirituale, bisogna essere figli maturi, poiché i bambini non possono
averla.
Galati 4:6 Ora perché voi siete figli (nel testo greco: uioi = figli maturi), Dio ha mandato lo Spirito del
Figlio (uios) suo nei vostri cuori che grida: «Abba, Padre», 7 Perciò tu non sei più servo (nel testo
greco doulos = schiavo), ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede di Dio per mezzo di Cristo.
Non basta ricevere nell’anima la consapevolezza dell’eredità che si è ricevuta in Cristo, bisogna
riceverla nello spirito, inoltre bisogna acquisire una piena comprensione della propria vera identità in
Cristo. Non tutti i credenti l’hanno realizzata, infatti molti vivono nella paura, e il livello di paura in
cui si vive indica il livello di rivelazione che si ha della propria identità in Cristo.
Dio non ci ha fotto schiavi, ma figli, e in quanto tali siamo Suoi eredi, coeredi di Cristo, fratelli e
sorelle di Gesù, cittadini del Regno di Dio, lo Spirito Santo attesta al nostro spirito che siamo figli di
Dio (Romani 8:14-17), quindi possiamo avere una relazione col Padre e piena fiducia in Lui.
Le stesse esperienze della vita ci insegnano che non tutti i figli si comportano da figli e che è
possibile vivere nella casa del padre e non avere il cuore di figlio, però, mentre nel mondo naturale
anche un figlio che si comporta male riceve dal padre l’eredità, nel mondo spirituale non è così: chi
non ha il cuore di figlio, non può ricevere l’eredità promessa.
L’epistola ai Galati spiega che, anche se figli e quindi padroni di tutto, finché si è minorenni non si è
diversi dagli schiavi.
Galati 4:1 Ora io dico che per tutto il tempo che l'erede è minorenne non è affatto differente dal servo
(doulos), benché sia signore di tutto
Dio vuole che impariamo a capire quali sono le ricchezze della sua eredità.
Efesini 1:14 il quale è la garanzia della nostra eredità, in vista della piena redenzione dell'acquistata
proprietà a lode della sua gloria …18 e illumini gli occhi della vostra mente, affinché sappiate qual è
la speranza della sua vocazione e quali sono le ricchezze della gloria della sua eredità tra i santi
Nella parabola del figliol prodigo leggiamo che neppure il figlio maggiore, sebbene non fosse andato
via dalla casa del padre, aveva un cuore di figlio. Il minore amava il mondo e il peccato, ne era
schiavo e andò via da casa; il maggiore era schiavo della legge, infatti disse al padre che non gli
aveva mai disobbedito, ma mentiva, perché non entrò in casa quando il padre lo invitò ad entrare
perché stava festeggiando il ritorno del fratello. Nessuno dei due aveva il cuore di figlio e nessuno
dei due aveva una relazione intima col padre. Erano figli, ma nel cuore vivevano da schiavi ed
entrambi fallirono!
Luca 15:29 Ma egli, rispose al padre e disse: “Ecco, son già tanti anni che io ti servo (dal greco
douleo) e non ho mai trasgredito alcun tuo comandamento, eppure non mi hai mai dato un capretto
per far festa con i miei amici. …31 Allora il padre gli disse: “Figlio, tu sei sempre con me, e ogni cosa
mia è tua.
Il figlio maggiore rinfacciò al padre di avergli fatto da schiavo. Era erede di tutto e desiderava un
capretto! È evidente, quindi, che si può stare nella casa del padre e non avere il cuore di figlio, col
risultato che non si gode dell’eredità.
La Bibbia ci insegna queste cose affinché guardiamo dentro di noi, esaminiamo il nostro cuore,
vediamo se abbiamo un cuore di figlio e se godiamo dell’eredità del Padre Celeste o se siamo
schiavi del mondo, del peccato e della legge. Dio vuole che siamo spinti dall’amore di Cristo, che ci
costringe (2Corinzi 5:14) a nostra volta ad amare.
Il padre della parabola amava entrambi i suoi figli, ma essi non lo capivano. Il primo a riceverne la
rivelazione fu quello che, dopo essere andato nel mondo ed essersi accorto di tutte le nefandezze
che vi si trovano, avendo deciso di tornare ma non aspettandosi di essere ricevuto né tantomeno
perdonato, si meravigliò nel vedere con quale amore fu accolto da suo padre, che lo abbracciò e
festeggiò il suo ritorno. Quella rivelazione determinò l’iniziò della trasformazione del suo cuore: dal
cuore di schiavo a quello di figlio, in grado di ricevere l’eredità.
La Bibbia presenta due soli esempi di persone che hanno avuto il cuore di figlio: Adamo prima della
caduta e Gesù, il Figlio perfetto, e li definisce: il primo Adamo e il secondo Adamo: Così sta anche
scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente»; ma l'ultimo Adamo è Spirito che dà la
vita. …47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo, che è il Signore, è dal
cielo. 1Corinzi 15:45
Prima della caduta, Adamo viveva da figlio, ma quando peccò perdette quella condizione e con lui
tutta l’umanità. Dio vuole che veniamo liberati dal peccato, che torniamo ad essere figli non solo
legalmente, ma nel cuore, e a tal fine ci dà la Sua Parola che ci guida affinché realizziamo la
necessaria trasformazione.
A questo punto in pastore Lirio fa notare una cosa singolare. Come è stato insegnato in qualche
precedente predicazione, Dio creò l’uomo in cielo, poi formò il suo corpo sulla terra (c’è chi pensa
che per plasmarlo abbia dovuto inginocchiarsi), infine soffiò nelle sue narici e Adamo divenne
un’anima vivente. Prima era un corpo inerte, poi prese subito vita.
Genesi 2:7 Allora l'Eterno Dio formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito di
vita, e l'uomo divenne un essere vivente.
Quale fu la prima cosa che Adamo vide non appena Dio soffiò in lui lo spirito? Certamente la Sua
faccia! Questo vuol dire che ci ha creati per avere con Lui una relazione faccia a faccia e che
allontanarsi da Lui significa tradire il Suo proponimento iniziale.
Dobbiamo ritornare al Suo proposito originale e ripristinare il rapporto faccia a faccia, perché se non
lo facciamo, inevitabilmente ci creeremo dei sostituti che non ci daranno mai la felicità.
Quando Gesù venne sulla terra, dicendo: «Questi è il mio amato Figlio, nel quale mi sono
compiaciuto» (Matteo 3:17), il Padre intendeva dire che di Gesù era soddisfatto, che di Lui Gli
piaceva tutto. Questo ci dice che non deve bastarci essere nati di nuovo ed essere figli, deve
interessarci avere il cuore di figli, come quello di Gesù, per piacere al Padre e poter accedere
all’eredità promessa.
Attraverso la ribellione e la disobbedienza, il primo Adamo fece entrare nel mondo la morte, ma il
secondo Adamo la distrusse con la sua obbedienza.
Filippesi 2:7 ma svuotò se stesso, prendendo la forma di servo (doulos), divenendo simile agli
uomini; 8 e, trovato nell'esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino
alla morte e alla morte di croce.
Anche noi, pur essendo in Cristo, quando siamo disobbedienti e ribelli, riproponiamo Adamo caduto
nel peccato, mentre quando siamo obbedienti riproponiamo Gesù. Non possiamo essere in Cristo e
vivere come se fossimo in Adamo, essere figli e vivere con il cuore di schiavi, essere benedetti e non
prendere le benedizioni! Per questo è necessaria una trasformazione soprannaturale!
Il Padre vuole aiutarci, ci ha dato Gesù come modello da imitare e ci ha dato la Sua Parola, ma sta a
noi rinunciare a tutte le nostre ribellioni e amarezze, allo spirito d’indipendenza e al razionalismo che
ci crea dei blocchi mentali; sta a noi chiederGli perdono per la nostra resistenza a fare la Sua volontà
e a lasciarci trasformare fino ad acquisire un cuore di figlio, che Gli piaccia come quello di Gesù.
Redazione a cura di Caterina Di Miceli
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