20 agosto 2011 - Il Giornale dell`Altopiano

Transcript

20 agosto 2011 - Il Giornale dell`Altopiano
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
l’Altopiano
La voce degli 8 Comuni
www.giornalealtopiano.it
pag.10
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
N. 353 - ANNO XIV - EURO 1,50
ASIAGO
Il Ministro
Galan
al Golf Club
parla di tutela
dei beni
culturali
EVENTI
Salvatore
Accardo e i
Solisti Veneti
ad Asiago
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
Foza e Rotzo
da Comuni
a frazioni,
cambia
l’assetto
politico
dell’Altopiano?
Pagina 4
Pagina 5
I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
SABATO 20 AGOSTO 2011
LUSIANA
A Monte Corno
Marco Paolini
rivisita Jack
London
con il suo
“Uomini e Cani”
Pagina 13
Gli ambientalisti contro il collegamento
degli impianti sciistici Melette -Valmaron
Ma i sindaci dell’Altopiano rispondono “Lasciateci fare a modo nostro” (pagina 3)
Foza si fa bello per l’Assunta
Per le feste Quinquennali tutto
il paese impegnato a preparare
al meglio vie e contrade
Pagina 13
Pagina 20
Sport
Manuela
Levorato lancia
da Asiago
la sua sfida
verso le
Olimpiadi
Pagina 23
ASIAGO
La sentenza
del Consiglio
di Stato
sul Piano
Colonie
Pagina 6
SANITA’
Grafica Altopiano
Le tecniche
all’avanguardia
dell’ortopedia
di Asiago
per le protesi
al ginocchio
Folklore ad Asiago
Una spontanea iniziativa che ha creato curiosità ed
ha portato molta allegria in piazza e lungo le vie Centrali di Asiago. Sabato 13 agosto un gruppo di amici,
in abbigliamento tipico dei boscaioli accompagnato da
vecchi carretti pieni di legna da tirare a mano, si è
intrufolato tra i numerosi turisti a passeggio creando
un momento di colore e di folklore molto apprezzato.
Un cartello con la scritta “Crisi…ritorneremo” campeggiava su uno dei carretti. Non sono mancate le tappe
nei vari bar con allegre intonazioni di canti di montagna.
Foto Bergamaschi
8
Sabato 20 agosto 2011
l’Altopiano
2
8
Sabato 20 agosto 2011
l’Altopiano
3
Foto di Andrea Bergamaschi
Val Formica: inaugurato e aperto il rifugio
iniziata l’operazione rilancio della zona Larici
Un’inaugurazione in grande stile per il nuovo Rifugio
Val Formica, nella splendida
zona di Cima Larici; una
riapertura storica, dopo
quindici anni, di un edificio
ormai malato di fatiscenza,
che la volontà di un nutrito
gruppo di imprenditori
(altopianesi, vicentini e un
altoatesino) ha rinnovato,
con grande gusto, ridonando
all’Altopiano e ai suoi turisti
un importante punto di riferimento. Un appuntamento
che ha accolto un gran numero di persone. Dopo i discorsi ufficiali tenuti dal presidente
della Cima Larici Srl Alessandro Bregolato, dall’assessore regionale Marino Finozzi, dal vice presidente della Provincia Dino Secco e da Antonella Corradin, sindaco di Lusiana nel cui territorio
ricade quest’area, la benedizione impartita da monsignor Francesco Gasparini e il classico taglio del nastro. I convenuti hanno
quindi potuto godere di un ottimo e ricco buffet accompagnato
da buona musica. Il rifugio è caratteristico e molto bello. Ristrutturato con materiali e tecniche attente ai nuovi dettami
dell’ecosostenibilità , è (particolare da sottolineare) accessibile a
tutti: dai bambini, agli anziani, ai disabili. “Questo rifugio – ha
affermato Alessandro Bregolato nel suo discorso inaugurale –
intende essere un
punto di arrivo e di
partenza per chi
vuole rilassarsi, accomodandosi con
un buon libro sul
solarium. Vuol essere, in ogni stagione, un punto di ristoro e di riferimento prima e dopo
un’escursione sulle
cime circostanti.
Dal prossimo inverno saranno a disposizione anche le piste da sci. La sciovia “Laste II” verrà rinnovata, mentre ripristineremo, in previsione di una completa sostituzione la “Asiago
2000”. Punteremo sulle caratteristiche dell’alta montagna e sul
valore paesaggistico, naturalistico culturale e storico di quest’area
per promuovere un turismo sostenibile che veda nella stagione
estiva la Val Formica come meta di camminate e trekking, ma
anche di escursioni a cavallo e in mountain bike con percorsi di
visita ai luoghi della Grande Guerra, percorsi agroalimentari legati
alle malghe, attività didattica e quant’altro. D’inverno, luogo di
svago per lo sci, con la realizzazione anche di un campo baby,
oppure per camminate con le ciaspole. Stiamo anche pensando a
due appositi percorsi per lo sci di fondo, sia per amatori che per
agonisti”. Per la stagione invernale 2012-2013 si dovrebbe, nei
progetti della nuova società, arrivare al totale rinnovo degli impianti di risalita, compresa una nuova seggiovia verso Cima Larici, con l’auspicio del più completo rilancio turistico della zona e
dell’intero Altopiano.
Stefania Longhini
La società Cima Larici Srl
Sorta nel 1965, Cima larici Srl è una delle imprese storiche del
Vicentino, tra le prime ad essere registrata presso la Camera di
Commercio di Vicenza. Scopo sociale dell’impresa è la gestione turistica estiva e invernale dell’area territoriale denominata
Cima Larici – Val Formica, tra le zone paesaggisticamente più
affascinati della parte nord dell’Altopiano. Il comprensorio di
Cima larici è stato per decenni uno dei principali riferimenti per
lo sci da discesa, richiamando turisti da tutto il Veneto e non
solo, ma con la chiusura e la dismissione degli impianti, per
molti anni l’area ha vissuto una sorta di oblio. Nel 2011 Cima
Larici Srl è stata rilevata da una cordata di amici imprenditori,
tutti appassionati di montagna e amanti in particolar modo
dell’Altopiano dei Sette Comuni, che credono nel rilancio turistico dell’area e intendono riattivare la mission della Società. I
nuovi soci, accomunati da una forte cultura imprenditoriale,
condividono a pieno i valori di attaccamento al territorio e la
volontà di una sua rivalorizzazione economica, paesaggistica e
culturale. Presidente della società è Alessandro Bregolato, vice
presidente Ivano Mosele; i soci sono: Bruno Boschetti, Reinhold
Crazzolara; Giancarlo Marcheluzzo, Antonio Rigovacca, Carlo
Stefani; Antonio Vesco, Gianmichele Vialetto.
Le associazioni ambientaliste contro il progetto Melette
Salviamo la montagna investendo sul territorio. E’ il concetto base emerso dalla manifestazione “Festambiente”
tenutasi qualche settimana fa
a Vicenza alla quale esponenti
del
mondo
ambientalista e naturalista si
sono dati appuntamento per
discutere sul futuro della
montagna italiana e,
specificatamente, vicentina.
Un incontro dal quale è
emerso un “no” convinto ai
nuovi impianti previsti nel
progetto di collegamento tra
le stazioni sciistiche delle
Melette ed Enego 2000.
“Piuttosto
aveva
puntualizzato Valentina
Dovigo di Legambiente - bisognerà investire sul territorio e sui beni ambientali”.
Concetto rinforzato anche
dal Cipra per bocca di Luigi
Casanova che ha sostenuto
come “per il bene della montagna i montanari devono
tornare ad essere montanari”.
Prese di posizione alle quali
l’altopiano non ha tardato a
dare risposta.
“Eloquente che si parli di montagna al parco Rettone di
Vicenza, – ironizza il sindaco
di Asiago Andrea Gios, anima
politica del progetto Melette –
mi chiedo dove erano queste
persone quando il territorio veniva
cementificato
spudoratamente.
Una
I sindaci Gios e Rossi: “Per una volta lasciate che facciamo da soli”
poi i “cittadini” possano venire su la domenica e vedere i
montanari come un’attrazione turistica? Fosse per loro si
dovrebbe ancora tagliare il fieno con la falce mentre loro
non sanno neanche più comunicare senza l’e-mail”. Più
provocante ancora il sindaco
di Gallio, Pino Rossi, nel valutare le considerazioni emerse da Festambiente. “Faccio
una proposta: dislochiamo qui
gli uffici degli enti, i sindacati, le associazioni di categoria.
Portiamoli dalle città ai paesi
di montagna così creiamo posti di lavoro senza dover “intaccare” il nostro patrimonio
naturale – stuzzica – Lo dico
perché mi stupisco sempre
che chi si prodiga a tutela della montagna solitamente lo
faccia dal suo confortevole
posticino statale o parastatale.
Capita mai che uno faccia il
contadino o il boscaiolo. Vivere in montagna è difficile e
solo chi ci vive sa e capisce
quali sono queste difficoltà; il
resto è fumo. Sono state proprio le troppe “ciacole” a distruggere la montagna, le decisioni prese negli uffici di pianura sulla gestione del bosco
(in certe zone in condizioni
pessime), sull’agricoltura (uccidendo centinaia di piccole
aziende agricole), sul commercio (provocando la chiusura di attività secolari). Tutto sommato forse è meglio
che per una volta lasciano a
noi la gestione del nostro territorio e del nostro futuro”.
Gerardo Rigoni
Dal 3 dicembre al Kaberlaba si scia!
cementificazione figlia di un
turismo privo di servizi quindi
se, come sostengono le associazioni ambientaliste, vogliamo
investire sul territorio dobbiamo fornire i servizi che il turista chiede. Nessuno ce l’ha con
le associazioni bensì con la presunzione di chi sa tutto senza
mai confrontarsi con le amministrazioni. Chi giudica senza informarsi. Chi si basa sulle chiacchiere magari scritte in
qualche blog. Per quanto riguarda il progetto Melette –
Valmaron posso assicurare che
ogni aspetto è stato studiato
nei minimi particolari per essere meno impattante possibile
sia sotto l’aspetto ambientale
sia
sotto
il
profilo
paesaggistico”.
“Gli impianti ipotizzati sono ad
impatto ambientale basso,
controbilanciato dall’indotto
che porterebbero al territorio
creando posti di lavoro (durevoli e non a “tempo determinato” ovvero fino a quando
dura la lottizzazione) competenze e professionalità – stuzzica Gios – Loro sostengono
che dobbiamo riprendere le
nostre origini, ma cosa significa? Che dovremmo ancora
scaldarci con la legna della stufa, mangiare solo polenta e
formaggio e vivere in una sorta
di riserva indiana? Restare
come ai vecchi tempi perché
L’annuncio dell’apertura di impianti e piste
del Kaberlaba per la prossima stagione invernale arriva quest’anno con largo anticipo. A
permettere di promuovere già in questi mesi
estivi l’offerta del Comprensorio Turistico
Kaberlaba mediante depliant che pubblicizzano
alberghi, scuola sci, strutture, attività, corsi
e promozioni, è la sicurezza dell’innevamento
artificiale data dall’impianto messo a punto la
scorsa stagione. “Non era mai capitato
sull’Altopiano – dice Mario Dal Pozzo, direttore della Scuola Sci Kaberlaba – di comunicare con largo anticipo la data di apertura
della stagione invernale, come invece accade
normalmente in altri comprensori come quelli
trentini. La garanzia di poter disporre delle
neve già ad inizio dicembre grazie all’impianto realizzato l’anno scorso, ci ha dato la possibilità di organizzarci, Scuola Sci ed alberghi Miramonti e Orthal, realizzando un depliant
con le nostre proposte, da distribuire ai turi-
sti che qui soggiornano in estate, anche con
promozioni a prezzi speciali”. Resta chiaramente l’incognita delle temperature, che, se verso
fine novembre non dovessero essere nella norma per la stagione, potrebbero far slittare il progetto. A parte questo, al Kaberlaba è già tutto
pronto in vista di una stagione sciistica e invernale che si preannuncia più sicura e più lunga
del solito, con l’avvio previsto il sabato precedente la festività e il ponte dell’Immacolata dell’8
dicembre.
S.B.
8
Sabato 20 agosto 2011
4
Lottizzazione Colonie: ecco, in sintesi,
la sentenza del Consiglio di Stato
ATTUALITA’
Come già riportato sul numero scorso del nostro giornale, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso in appello
proposto da Asiago 3 Emme S.r.l. contro il Comune di
Asiago per l’annullamento del sentenza del TAR
Veneto del 30 ottobre 2009 relativa al piano di
lottizzazione d’iniziativa privata interessante tre aree
non contigue situate nei pressi dell’Hotel Des Alpes,
meglio conosciuto come “Colonie”. Al fine di offrire ai
cittadini una più approfondita informazione a riguardo,
riportiamo, dandone più ampia e accurata lettura, le
motivazioni che hanno indotto il supremo organo di
consulenza giuridico-amministrativa del Presidente della Repubblica, nonchè organo di giurisdizione amministrativa preposto
alla tutela dei diritti e degli interessi legittimi dei privati nei confronti della pubblica amministrazione, a considerare fondato e
meritevole di accoglimento l’appello della società immobiliare.
La sentenza del Consiglio di Stato ( numero 4395/2011) dà risalto al primo dei motivi d’appello che denuncia “illogicità, travisamento dei presupposti, difetto di motivazione ed error
in iudicando della sentenza nella parte in cui ha respinto il
primo motivo di ricorso, dato per violazione di legge (degli
articoli 19 e 20 della legge Regionale numero 11 del 2004,
violazione del principio di buon andamento della pubblica
amministrazione, violazione di giudicato (in relazione alla
sentenza di questa sezione numero 4368 del 2008); eccesso di potere per perplessità di motivazione e contraddittorietà tra atti dell’ente, sviamento di potere”.
Una “Notte nera” in tricolore
Nessuna luce pubblica accesa: solo il chiarore soffuso di
tantissime candele a illuminare i giardini pubblici e le vie
del centro, che diventeranno
per tutta la serata il palcoscenico degli artisti di strada notturni. Asiago si presenterà
così sabato 20 agosto per la
“Notte nera”. Una notte che
ha in serbo tanto divertimento. Si comincia alle 17.30 con il
laboratorio GiocAsiago dal titolo “Einstein, Galileo e i
viaggi nello spazio”, organizzato in collaborazione con la Libreria Giunti al Punto, e poi alle
21.00 con animazione video e
lo spettacolo teatrale di Jack
Tessaro (entrambi gli appuntamenti si svolgeranno in Piazzetta
Monte Zebio). Sempre alle
21.00 a Piazza San Rocco saranno disponibili, grazie alla collaborazione dell’Associazione
Astronomica Euganea, alcuni
telescopi professionali: uno
“Star Party” durante il quale
conoscere meglio gli astri e i loro
segreti. Sempre alle 21.00 in
Piazzale Duomo verrà proposto: “1961-2011. L’avventura dell’uomo nello spazio”,
l’Altopiano
un notturno di astronomia a
cura di Elvira De Poli (Planetario di Padova) e Renato
Falomo (OsservatorioAstronomico di Padova), con la musica di Mestrino Jazz Band
(evento organizzato in collaborazione con Porsche Italia). Dalle 21.00 al 23.00 presso la Sala
Polifunzionale di Palazzo
Millepini sarà visitabile la mostra di Gianni Secomandi dal titolo “Speculum cæli”. Alle
21.30, sempre da Palazzo
Millepini, è previsto un collegamento diretto con l’Osservatorio Astronomico di Cima Ekar,
per scrutare le stelle con il telescopio Copernico: gli astronomi e i tecnici illustreranno in diretta le proiezioni curate dall’
INAF OsservatorioAstronomico di Padova, sede di Asiago, e
dal Dipartimento diAstronomia
Università di Padova. In caso
di maltempo, saranno invece
proiettati alcuni di filmati di archivio, con il commento degli
esperti. La serata si concluderà alle ore 23.00 in Piazzale Duomo, con un momento dedicato alle celebrazioni
di “150 volte Italia”.
KUNG FU PANDA 2
CINEMA LUX ASIAGO
Mercoledì 24 ore
16.00* 18.00*
20.00* 22.00*
Giovedì 25 ore
16.00* 18.00
20.00* 22.00*
Venerdì 26 ore
16.00* 18.00*
20.00 22.00*
Sabato 27 ore
16.00* 18.00*
20.00* 22.00*
Domenica 28 ore
16.00* 18.00* 21.00*
Lunedì 29 ore Martedì 30 ore
17.00* 21.00*
17.00 21.00
* proiezione in 3D
In sostanza, il diniego opposto dal Comune all’attuazione del
piano è, secondo la difesa appellante, da considerarsi illegittimo
in relazione all’assetto urbanistico allora vigente “una decisione fondata non su ragioni interne al piano di lottizzazione
(quali potrebbero essere i temi dell’organizzazione urbanistica ed architettonica dell’intervento), ma su ragioni esterne
(quale appunto l’idoneità degli accessi viari) che fondavano la loro legittimità nelle previsioni del piano regolatore
generale comunale, alle quali la lottizzazione dava attuazione”.
Nella sentenza si torna quindi a ribadire quanto già riportato
nella decisione del Consiglio di Stato del 16 settembre 2008,
ovvero che “la giunta e il consiglio comunale non possono
effettuare valutazioni che contrastino con quelle già
formalizzate con il piano regolatore. Infatti, se un’area è
stata da questo destinata all’edificazione nel corso del procedimento di approvazione del piano attuativo non è giuridicamente possibile che la medesima area non vada considerata in concreto edificabile per ragioni ambientali e
paesaggistiche e cioè sulla base di valutazioni
diametralmente opposte a quelle già poste a base
dello strumento primario che ha previsto
l’edificabilità del piano urbanistico. Ove emergano le relative ragioni, può essere attivato il procedimento per la modifica del piano regolatore, ma
– sul piano urbanistico – non può essere respinto
il progetto di lottizzazione conforme allo strumento primario”.
In merito al tema dell’idoneità della viabilità di accesso all’area di lottizzazione sul quale si basa il diniego
del Comune si sottolinea come “la questione è certamente di pertinenza degli organi comunali, ma deve avere luogo unicamente nell’ambito della redazione dello strumento pianificatorio generale, o in altri strumenti ad esso
equiparati, ma non può certamente trovare spazio in altri
provvedimenti che stante il carattere attuativo, non possono sovrapporsi alle valutazioni generali già
operate…quindi il diniego fondato su tale argomentazione
è illegittimo e comporta l’annullamento della delibera comunale”. In conclusione la sentenza precisa che “sebbene
non sia contestato tra le parti che il detto piano, ancorchè
solo adottato, contenga previsioni che escludano la possibilità di realizzare l’intervento edilizio di cui trattasi, la sezione non può che osservare come l’accoglimento del presente appello, che comporta l’illegittimità della delibera del
consiglio comunale di Asiago numero 44 del 31 ottobre
2008 di diniego di approvazione della lottizzazione, porti
in ogni caso un utile alla parte appellante, quanto meno
nel senso di poter agire in via risarcitoria per la lesione del
proprio interesse legittimo a conseguire titoli abilitativi”.
L’entità dei danni dovrà ora essere quantificata in sede civile.
Il Golf Club di Asiago apre alla cultura
Non solo luogo di sport e attrattiva turistica, ora il Golf
di Asiago apre anche alla cultura e lo fa alla grande portando in riva al green un dibattito tra storia e attualità
che ha visto protagonisti, presentati e coordinati dalla giornalista Rai Maria Concetta
Mattei, niente meno che il
ministro dei Beni Culturali
Giancarlo Galan stuzzicato
dallo scrittore e opinionista
del Corriere della sera Gian
Antonio Stella, e il professor
Gian Maria Varanini ordinario di storia medievale
dell’ateneo di Verona. “Un
momento – ha introdotto la
presidente del Golf Club
Asiago Irene Gemmo – per
mettere luci sul nostro
Altopiano, sulla sua storia e
la bellezza dei suoi paesaggi
che vorremmo vedere rispettati a lungo”. L’importanza
del paesaggio e della cultura
come beni da valorizzare e
difendere ha fatto da filo
conduttore alla serata alla
quale ha partecipato una
folta platea: tante le autorità presenti, ma tanta
anche la gente comune, tra
residenti e ospiti di Asiago.
Dall’antica “Spettabile Reggenza” che 700 anni fa governava e gestiva il ricco
territorio altopianese, alla
realtà odierna che porta
come prezioso retaggio
storico di quei tempi la
proprietà collettiva per
cui, come ha sottolineato
l’asiaghese Gian Antonio
Stella (l’ha detto: “Io sono un
asiaghese”!): “Qui le terre
sono di tutti, qui non ci sono
padroni e non ne vorremmo
di
palazzinari”;
dall’Altopiano all’Italia e al
destino del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico
del nostro paese: tutta la discussione e anche qualche
simpatico battibecco tra il
giornalista e il Ministro sono
serviti per convenire come i
primi difensori delle ricchezze siamo noi. Noi inteso
come italiani, che, ha voluto
evidenziare Giancarlo Galan
“Abbiamo la fortuna di essere nati in questo paese. Ogni
italiano (leggesi benissimo
anche “ogni altopianese”)
deve avere nel cuore la consapevolezza che si è ricevuto un patrimonio immenso e
che ci si deve adoperare per
Foto Bergamaschi
consegnarlo alle nuove generazioni migliorato”. E non
poteva mancare un chiaro
riferimento a uno dei fattori
che minano l’integrità di tale
ricchezza, il cemento. “L’Italia – ha voluto far presente
Gian Antonio Stella - è il paese con il più alto consumo
di cemento d’Europa e il più
basso indice demografico.
La ricetta per uscire dalla
crisi non è, come negli anni
’60, il cemento. Per il bene
di quella che definisco “la ricchezza, la nostra immeritata
bellezza” ci vorrebbe un Ministero che si occupasse di
beni culturali e paesaggistici
assieme, un Ministero a cui
andrebbe agganciato anche
il turismo». Immediata la risposta di Galan che ha fatto
riferimento al suo progetto di
politica di vantaggio fiscale
per la cultura, agli spot in programmazione, in onda dal
2012, per invitare a donare il
5 per mille alla tutela dei beni
culturali, ad una legge che
non punisca con l’arresto
solo chi danneggia opere
d’arte, ma anche chi le
commercializza. “Sto pensando anche ad una forma di
fiscalità dedicata a chi investe nella cultura. Perché dove
non arriva il pubblico, in questo immenso patrimonio, deve
intervenire il privato, al quale bisogna dare l’interesse, il
motivo e la possibilità di investire in cultura. Altri ministri prima di me ci hanno provato con scarso successo, ma
nonostante il momento poco
felice ci voglio provare anche io”.
Stefania Longhini
8
Sabato 20 agosto 2011
l’Altopiano
5
Foza e Rotzo ridotti a frazioni e l’Altopiano
potrebbe diventare “di Asiago e dei 5 Comuni”
Una volta era una Federazione
di Sette Comuni, poi arrivò
Conco e i “fratelli cari” divennero otto.
Oggi, tutti insieme formano
quello che convenzionalmente, mantenendo l’antica denominazione e dandogli nel
contempo una connotazione
geografica ben precisa col
nome del Comune più grande
e più conosciuto, viene ormai
chiamato “Altopiano di Asiago
e dei Sette Comuni”. C’è da
chiedersi subito come si dovrà
chiamare questo bel territorio
che si estende per 468 chilometri quadrati dopo la chiusura dei municipi di Foza e Rotzo
e il declassamento dei due paesi da Comuni a frazioni.
La decisione del governo per
l’accorpamento dei Comuni
sotto i mille abitanti, compresa
nella manovra finanziaria presentata e andata in discussione
prima di Ferragosto, snaturerebbe non di poco l’identità del-
la montagna altopianese creata
in oltre 700 anni di storia e il
nostro Altopiano diverrebbe
praticamente…di Asiago e dei
Cinque Comuni. Suona male!
Se da una parte è condivisibile
la decisione di unire le forze per
cercare risparmio ed è pienamente accettabile il pensiero che
non abbia senso mantenere in
piedi comuni con 150 abitanti,
dall’altra pare obbligatorio aprire
delle parentesi e formulare delle eccezioni. L’essere Comuni
di montagna, già in situazione
di disagio perchè lontani dagli
altri centri, potrebbe costituire
un valido motivo di deroga. Vale
per le scuole, perché non dovrebbe valere per i municipi?
A porre delle perplessità sui criteri adottati per i tagli è tra gli
altri il sindaco di Rotzo
Lucio Spagnolo.
“Il numero di abitanti non deve
essere il fattore discriminante –
spiega - specie se si parla di piccoli Comuni di montagna piut-
Riordino delle Comunità Montane
“Sarà una rivoluzione epocale”
La legge regionale prevederà un cambio radicale nella
gestione delle funzioni comunali. Tutti i Comuni al di sotto dei
3 mila abitanti dovranno concordare dei servizi associati
La vita in montagna potrebbe cambiare per
sempre. E il rapporto tra
Comuni essere rimescolato. Forse addirittura il
campanilismo
che
contraddistingue da
sempre i comuni piccoli
montani (e non solo
sull’altopiano) sarà per
buona parte sconfitto.
Perché quello che riserva la legge regionale di
riordino delle comunità
montane (ancora in fase
di proposta ma che dopo
una lunga concertazione dovrebbe essere votata così
com’è a settembre appena
riprenderanno i lavori del
consiglio regionale) è, nelle
stesse parole di Ennio Vigna,
presidente Uncem Veneto,
“una rivoluzione epocale”.
“La legge regionale prevedrà un cambio radicale nella gestione delle funzioni
comunali – ha spiegato Vigna ai sindaci altopianesi e
al consiglio della Spettabile
Reggenza – Tutti i Comuni
al di sotto dei 3 mila abitanti
dovranno concordare dei
servizi associati e la Regione ha individuato nelle comunità montane gli enti più
indicati a svolgere questa
funzione”.
In pratica
sull’altopiano solo Asiago
non sarà costretta a sottostare alla nuova legge con
gli altri 7 Comuni invece obbligati all’associazionismo
intercomunale delegando, in
questo caso, i servizi alla
Comunità Montana. E con la
tosto isolati e lontani dai centri
più grandi. Comunità vive che si
sono sempre battute per preservare territorio e servizi”.
Incredulo al pensiero di poter
passare alla storia come l’ultimo sindaco di Rotzo, Spagnolo, ironizzando ma neanche tanto, sottolinea: “A distruggere
Rotzo non c’eran riusciti
Ezzelino da Romano, gli
Scaligeri, i Visconti, la Serenissima; né Napoleone, Francesco Giuseppe, i Savoia. Neppure Mussolini o la prima Repubblica. Solo il governo
Berlusconi può farlo!”
Non si tratta di uno sterile
excursus storico; è il voler sottolineare come, con certi provvedimenti, si vadano a distruggere identità locali le cui radici
affondano profonde nel tempo.
E se si parla di storia a Rotzo,
si deve per forza considerare il
Consorzio Usi civici di Rotzo,
San Pietro e Pedescala al quale
oggi vanno parte dei proventi
della gestione del patrimonio
comunale. Questo sarà solo
uno dei tanti problemi da risolvere nel caso in cui Rotzo dovesse diventare la semplice frazione di un comune più gran-
de. Perché quel comune più
grande potrebbe essere
Valdastico piuttosto che Roana,
entrambi vicini, entrambi legati, per differenti motivi a questo piccolo comune. E forse al
momento della decisione, che
si spera spetti ai cittadini con
voto referendario, entrerebbero in gioco storie di vicinato
scomodo.
“Con questa prospettiva – conclude comunque Spagnolo l’amministrazione per i prossimi cinque anni, gli ultimi come
Comune, dovrà anche cambiare
ogni tipo di programmazione e
di obiettivo cominciando soprattutto dall’urbanistica, a
tutela e garanzia dei miei paesani”.
A Foza questi sono i giorni
clou delle Feste Quinquennali, una tradizione che si ripete
da secoli, sottolineatura di una
identità comunitaria forte quale può essere quella di una popolazione uscita indenne dal
flagello della peste, poi profondamente unita, come in
tutti i comuni dell’Altopiano,
anche nella ricostruzione delle proprie case dopo la guerra
15/18. Un popolo in parte di-
sperso dall’emigrazione, ma
che in ogni parte del mondo
ha sempre conservato forte il
senso delle proprie radici.
Sarà il clima festaiolo, il Ferragosto alle porte, la voglia e
la necessità di concentrarsi
sul turismo che induce a rinviare ad altri momenti la riflessione su un futuro che vorrebbe questo comune
dell’Altopiano accorpato a
qualche comune limitrofo, o
Gallio o Enego.
Questa almeno la riflessione
cui induce la lapidaria risposta del sindaco Giovanni
Alessio Oro alle domande di
quanti chiedono un suo commento sugli ultimi provvedimenti governativi. Il primo
cittadino non si sbilancia, anzi
ci va assolutamente con i piedi di piombo.
“ Prima di qualsiasi valutazione e proiezione è necessario leggere e interpretare bene il decreto che non credo sia così
drastico e che mi auguro possa
prevedere delle diverse applicazioni in base alle varie realtà territoriali”.
Stefania Longhini
La situazione precaria degli operai forestali
delega di servizi e funzioni
prevedere anche il loro finanziamento quindi dotando la
Spettabile Reggenza di entrate sicure mettendola al riparo da tagli e cancellazioni
ventilati solo qualche anno
fa. Entro il 31 dicembre 2011
i Comuni dovranno individuare 2 funzioni da svolgere
in maniera associata, altre 2
entro la fine del 2012 e altre
2 per il 2013. In pratica buona parte delle funzioni principali comunali passeranno alla
Comunità Montana (ufficio
tecnico, commercio, servizi
sociali, patrimonio, turismo,
vigilanza le funzioni più logiche) mentre i Comuni si occuperanno dei servizi specifici ai cittadini come anagrafe,
tributi, personale, protocollo e
segreteria. Ora la palla passa
ad Asiago che dovrà valutare
se e come partecipare alla
nuova forma amministrativa
della montagna pensata dalla
Regione. Intanto la Spettabile
ha approvato con voto unani-
me il conto consuntivo 2010
che ha registrato, nonostante
l’azzeramento
dei
finanziamenti statali e le difficoltà economiche regionali,
un avanzo complessivo di
115mila euro. “Sono piacevolmente sorpreso dalla votazione – commenta il presidente Lucio Spagnolo – Il buon
risultato della Spettabile è frutto della dedizione di persone
che si prendono a cuore il problema della montagna. Abbiamo cercato di collaborare, di far
sentire la voce di questa terra e
siamo stati aiutati da tanta gente comune, dai sindaci e dagli
uffici”. Sulla nuova veste che
dovrà indossare la Comunità
Montana Spagnolo commenta:
“E’ una sfida impegnativa anche sotto il profilo logistico ed
organizzativo che affida alle
Comunità Montane il difficile
compito di unire il territorio attribuendo ai sindaci la responsabilità di effettuare e di gestire
scelte condivise” .
Gerardo Rigoni
Si è svolta, a fine luglio, in Comunità Montana, una riunione
tra le principali confederazioni
sindacali e tutti i sindaci
dell’Altopiano per un confronto sulla difficile situazione di
precariato degli operai forestali
regionali. Le amministrazioni
dell’altopiano e la Comunità
Montana sono da sempre sensibili alle problematiche dell’occupazione nel territorio e, durante la stagione estiva la Reggenza ha potuto dare lavoro,
grazie alla sensibilità dei Comuni, a diverse squadre di operai
per un totale di 25-30 occupati. “È scandaloso che la nostra Regione non riesca a garantire stabilità e sicurezza agli
operai forestali - afferma Lucio
Spagnolo, Presidente della Comunità Montana - soprattutto
se ci confrontiamo con altre
regioni italiane, Sicilia, Calabria
e Campania in primis! Gli operai forestali nell’Isola sono circa 25mila per una superficie
boscata pari a 388 mila ettari
che vuol dire circa 15 ettari a
testa da curare. Se tutti avessero quella media, gli italiani sarebbero un popolo di forestali!”
Applicando gli stessi parame-
tri, anche in Veneto con una
superficie forestale di circa
397.889 ettari (solo 90 chilometri quadrati in più rispetto alla
Sicilia), ci dovrebbero essere
circa 25 mila operai forestali.
In realtà sono 628, ovvero 40
volte in meno rispetto alla Regione Sicilia! Tra l’altro gli operai siciliani sono quasi tutti assunti a tempo indeterminato
mentre la maggior parte di quelli
veneti sono stagionali, assunti
ogni anno per circa 100 giornate lavorative e poi licenziati
in attesa di nuova assunzione.
Precari quindi, anche nel campo della forestale. “Non c’è
molto da dire – insiste Spagnolo- non si capisce come da noi
possa essere un problema trovare qualche milione di euro per
gli stipendi degli operai mentre
in alcune regioni italiane si perpetua vergognosamente il malcostume di mantenere sempre
in vita gli sprechi. La finanziaria 2011, l’ultima con la quale
si richiedono tanti sacrifici agli
italiani, ha stanziato 160 milioni
di euro solo per la Calabria! E a
noi viene detto che sono tempi
difficili, che ognuno deve fare
la sua parte, che il Paese intero
è costretto a “tirare la cinghia”.
I dati riportati ci introducono al
problema che si pone in casa
nostra: non c’è certezza per la
regolare assunzione e per gli
stipendi dei 628 operai forestali
veneti. Ogni anno sembra essere sempre più difficile garantire la loro operatività, assicurando così un servizio indispensabile per i nostri territori alpini. È facile pensare come una
ditta privata non possa appaltare
lavori in alta quota, magari in
assenza di acqua ed energia
elettrica e spostare lassù i propri cantieri. Nel tempo gli operai forestali si sono specializzati per svolgere i lavori in montagna, lungo i greti dei torrenti,
nelle valli, in luoghi di difficile
accesso. Non dobbiamo poi dimenticare che, per i Comuni,
questi operai hanno costi molto
più bassi rispetto a quelli delle ditte
private ed è possibile affidare loro
i lavori con delega diretta. “Se
fossi foco arderei lo mondo” diceva, arrabbiato, CeccoAngiolieri.
Si ma, attenzione perché, in alcune regioni italiane, si corre il rischio che, nonostante tutti questi
forestali, nessuno andrebbe a spegnere l’incendio!
8
Sabato 20 agosto 2011
ATTUALITA’
l’Altopiano
6
Ricerca dei cimeli della Grande Guerra:
continuano le reazioni alla nuova legge
Al decreto regionale i sindaci rispondono con un’ordinanza che prevede l’autorizzazione comunale
Contro la legge regionale sulla ricerca e recupero dei
cimeli della Grande Guerra i
Comuni dell’Altopiano rispondono con un’ordinanza che
impone l’autorizzazione comunale. Alla fine di luglio il consiglio regionale veneto ha approvato una legge che rendeva legittima la ricerca di cimeli,
anche con l’uso di metal
detector, previa un’autorizzazione regionale. Una legge
combattuta fin dall’inizio dai
Comuni tanto che il testo di
legge licenziato, pur consentendo “attrezzature tipo metal
detector”, esclude operazioni
di scavo. Un controsenso che
il sindaco di Asiago Andrea
Gios descrive come “permettere di usare pinne e boccaglio
ma di non entrare in acqua”.
La legge regionale prevale sui
regolamenti comunali che vie-
tavano espressamente la
ricerca di cimeli quindi i sindaci,
temendo
un’”invasione” di ricercatori anche poco esperti, stanno stilando un’ordinanza
congiunta che prevede che
su tutte le proprietà comunali e quelle collettive del
demanio di uso civico “la
ricerca e la raccolta di
cimeli, anche quelli individuabili
a vista o comunque affioranti
dal suolo e recuperabili con il
solo uso delle mani, dovranno
essere autorizzate dalla competente autorità comunale”. In
pratica solo con l’autorizzazione comunale i ricercatori di
cimeli potranno operare in piena legalità, pena sanzioni che
arrivano a 500 euro. “Oltre al
fatto che chi cerca reperti lo
fa in spregio della proprietà
comunale e collettiva e può
recare
grave
danno
all’ecosistema silvo pastorale
c’è anche una questione di
scurezza – spiega Gios – Nel
sottosuolo dell’altopiano ci sono
reperti ancora inesplosi potenzialmente letali sia per il
recuperante sia anche per passanti occasionali”. A dar man
forte a Gios c’è anche il sindaco di Gallio, Pino Rossi, che
afferma “Siamo contrari a questa direttiva che legifera sulla
proprietà della gente del posto
Aeroporto, una struttura
di servizio importante
anche per il turismo
Proseguono le opere di consolidamento
e completamento. E intanto tornano i volovelisti
Rifatta la pista ed i piazzali
di sosta dei velivoli. Ripulita la pista in erba e aggiornati i servizi per i volovelisti.
Sono i primi passi materiali
nel consolidamento dell’aeroporto di Asiago dopo che
è stato definito l’assetto
societario e il Cda è riuscito a ridurre i costi di gestione.
Anche la palazzina, dopo 18
anni di tira e molla, ha avuto le ultime perizie di
adeguamento sismico e
certificazione energetica,
condizioni prioritarie richieste dall’Enac per dare il via
al suo completamento che
servirà non solo come punto d’appoggio ai piloti, ma
anche come centro di aggregazione per appassionati. Intanto il Romeo Sartori
ha già triplicato il periodo di
apertura dimezzando il costo di esercizio. Ora si attendono fatti concreti da
parte della Camera di Commercio e della Provincia
che aveva promesso un loro
sostegno economico qualora l’aerostazione dimostrasse di poter continuare
con l’attività di volo.
“Asiago, assieme a Thiene
(con cui la collaborazione e
le sinergie sono continue) è,
di fatto, l’unico punto che
la Provincia ha in campo
aviatorio dopo la soppressione dell’aeroporto a
Vicenza – commenta il presidente dell’aeroporto
Bernardo Finco – Asiago è
importante non solo come
aeroporto turistico ma anche come aeroporto di servizio per tutto l’altipiano
vicentino; rilevanza accresciuta con l’arrivo all’aeroporto della protezione civile con i suoi servizi di tutela forestale e osservazione
incendi”.
“La pista riasfaltata e
riqualificata in portata, aumentando così le tipologie
di aerei che possono atterrare e decollare ad Asiago,
così come la zona
aeroportuale rimessa a nuovo per sicurezza, garantiscono una nuova vita all’aeroporto dopo molti anni di
disinteresse ed inefficienze
– prosegue Finco - Siamo
molto felici di questa accelerazione arrivata proprio
contestuale al periodo estivo quando l’aeroporto riceve oltre al traffico di aviazione
generale
e
ultraleggeri anche gli appassionati volovelisti che in
Italia hanno un ricordo di
Asiago come padre naturale del volo a vela e che da
tempo richiedono di tornare a svolgere attività anche
offrendolo a livello europeo”.
Gerardo Rigoni
ed in molti casi soggetto a vincoli di tutela ambientale europea. La Lega si comporta
esattamente da Venezia come
lo Stato si comporta da Roma,
imponendosi per accontentare qualche amico senza curarsi di quanto, con estrema difficoltà, ha fatto la gente di
montagna per poter trasformare un’area distrutta dalla
Grande Guerra in una montagna piena di foreste e pascoli.
L’attività di ricerca andrebbe
affidata ad esperti qualificati
e i reperti affidati alle istituzioni e ai musei”.
Opinione condivisa anche dal
consigliere Stefano Fracasso che aggiunge “Il recupero
del dopoguerra nasceva dalla necessità di bonificare e,
per le famiglie altopianesi,
come fonte di reddito. Se si
devono per forza autorizzare questi recuperanti
nouveaux che siano inquadrati
in una campagna di scavi condotta da esperti come si fa con
gli scavi archeologici”. Contrario alla legge anche Pietro
Collareda, capogruppo del Pd
in Provincia. “Già qualche
anno fa aveva sollecitato una
presa di posizione della Provincia con un’interpellanza sulla questione – spiega – In quel
caso la Provincia si era
espressa critica nei confronti
della legge. Oggi la Provincia
di Vicenza è capofila di una
serie di iniziative legate alla
Grande Guerra e chiederò
nuovamente conto di questa
legge anacronistica già nel
2007. Chiederò inoltre a Flavio
Tosi, tra i primi firmatari della
proposta di legge, se lo ritiene
ancora valida e di impegnarsi
perché venga stralciata”. Di
parere nettamente contrario il
capogruppo regionale Pdl,
Dario Bond. “Regolamentare
la raccolta dei cimeli in un territorio ricco di storia come il
Veneto era un dovere. Questa legge ha un duplice obiettivo: da un lato tutelare gli appassionati, dall’altro sanzionare chi non ha le necessarie
autorizzazioni e spesso fa danni all’ambiente, danneggiando
magari anche i manufatti.”
Gerardo Rigoni
Sapor d’acqua natia
Provateci. Loro hanno già perso
Date loro una ragione per
sperare e loro vi dimostreranno che la speranza è il
punto d’appoggio per tenere
sollevato il mondo: il grande
cruccio di Archimede. Carissimi ragazzi, c’è una fetta di
umanità che in questi giorni
volge gli occhi alla Spagna:
per una volta l’interesse non
è per Lloret de Mar, per
Ibizia o per la movida di
Barcellona. Stavolta gli occhi sono per voi, giovani di
tutto il mondo in cammino per
ricercare l’Autore della vostra vita. Il vostro silenzio
colorato, la smisurata voglia
di cantare e l’appassionante
esperienza del gemellaggio
ricordano al mondo che a
volte basta un briciolo di
speranza per ri-costruire sopra le macerie. Tanti dicono
di scommettere su di voi, pochi alla fine ci scommettono
veramente. E voi finalmente
l’avete capito: si svuotano i
comizi di facce giovani, si
svuotano le chiese appesantite di moralismo e incenso, si
scolorano le aule dove il sapere dovrebbe essere di aiuto per
il futuro. E per contemplare il
Volto del vostro Dio siete disposti a fare migliaia di chilometri, come nelle migliori storie che ci parlano dell’amore,
della seduzione, dell’appassionante sfida d’essere amati e
d’essere amanti.
Voi l’avete capito che solo Lui
scommette veramente su di
voi. Su quel prato dove vi siete dati appuntamento non c’è
una rockstar ad aspettarvi, un
grande uomo d’azione o di politica, non ci sono stelle dello
sport o dello spettacolo. C’è il
silenzio ospitale di un Uomo
che davvero scommette sui
giovani. C’è tutta una storia
che assicura che Lui non vi
tradisce. Aprite la Bibbia e
cercate i lineamenti del piccolo Davide che sfidò Golia. Di
quel Geremia che si lamentava d’essere troppo giovane al
cospetto di una smisurata fiducia. Della bellissima storia
di Tobia invitato da un angelo
a sposare la sua donna. Di
Giosuè, il condottiero giovane
chiamato da Dio a traghettare
il popolo dopo Mosè. La storia di Samuele e di quegli apostoli sui quali s’è poggiato il
peso di una Storia Sacra. La
storia fantastica di Maria, ragazza giovanissima ma tremendamente capace di Cielo.
Potessero parlare racconterebbero tutti lo stupore nel sentirsi troppo fragili e deboli di
fronte alla grandezza smisurata della missione che li aspettava. E assicurerebbero che
Dio non ha spostato neppure
in maniera impercettibile lo
sguardo su di loro da come
l’aveva poggiato il primo giorno che ad essi pensò. Vi ritroverete davanti all’Eucaristia:
non ci saranno i rombi delle
discoteche o le luci magnetiche delle spiagge catalane, i
drink e i cocktail delle grandi
occasioni. Ci sarà il mormorio
di un vento leggero – simile a
quello che rivelò il Cielo al profeta Elia – a caricare di speranza le vostre giovani esistenze. Perchè oggi il messaggio
cristiano è rimasto quello di un
tempo: inedito, delicato e sensibile all’animo umano. E’ rimasto la proposta più bella che
accende la libertà, quella liber-
tà che non è un elenco di comodità e di diritti ma l’invito
ad inoltrarsi in un territorio vuoto con un pugno di sillabe tra
le mani: “Sii forte e fatti animo
(…) Il Signore stesso cammina davanti a te” (Es 31,7-8).
Dio vi darà la gioia di avvertire la sua Voce dove gli altri avvertono solo silenzio o frastuono: c’è sempre qualcuno tra
la moltitudine al quale Dio si
rivela per poi chiedere di condividere la bellezza di quel
Volto.
Qualcuno criticherà il vostro
andare da Lui, il vostro radunarsi in massa, l’entusiasmo
col quale v’inginocchiate di
fronte all’Uomo della Croce:
non importa, loro il tempo per
sperare l’hanno già avuto e
quasi sempre hanno perso.
Quando voi tornerete – e troverete un’Italia un po’ più triste e rassegnata di quella che
avete lasciato - trovate il coraggio di testimoniare al mondo che essere cristiani oggi non
è una sfiga di cui vergognarsi
all’ombra delle dicerie ma la
sfida più avvincente nella quale l’uomo possa imbattersi per
far splendere il meglio di se. E
di Lui.
Perchè il futuro appartiene a
coloro che trovano sempre il
coraggio di sperare.
Don Marco Pozza
8
Sabato 20 agosto 2011
l’Altopiano
7
SANITA’
Le “mascherine”: nuova frontiera per il ginocchio
Il dr. Giovanni Costacurta, primario di Ortopedia e Traumatologia all’Ospedale di Asiago, conferma
l’utilizzo di queste tecniche d’avanguardia - Rappresentano l’alternativa alle “vecchie” protesi
Novità importanti per chi dovrà sottoporsi ad un intervento chirurgico, e sono potenzialmente in molti “Sono circa 50 ogni
anno gli interventi di protesi al ginocchio effettuata dalla
nostra équipe - spiega il Primario di Ortopedia e Traumatologia
dell’Ospedale di Asiago, dr. Giovanni Costacurta – con eccellenti risultati e con l’utilizzo e l’applicazione delle sempre
L’équipe del dr. Costacurta
più moderne ed innovative tecnologie”. Quali sono le Il ginocchio elaborato al computer con la
cause più frequenti che portano a dover intervenire con relativa mascherina di taglio
una protesi? “Sono decisamente l’artrosi (che può avere molteplici cause) e la patologia reumatica che portano alla degenerazione della cartilagine (sostanza
molto nobile che riveste l’osso nelle articolazioni) con
conseguente suo anomalo consumo: il
contatto diretto fra osso ed osso è responsabile della deformazione dell’articolazione e quindi del dolore e della limitazione dei movimenti”. “Tale situazione va
prima curata con farmaci ma, quando questo te con tutte le misure richieste. Il progetto viene ritornato al
non basta, bisogna ricorrere all’intervento chi- chirurgo che lo valuta suggerendo eventuali modifiche; il prorurgico con cui si provvede all’impianto di una getto quindi passa alla fase finale della costruzione
protesi a parziale o totale sostituzione del gi- personalizzata della mascherina per quel ginocchio”.
nocchio”. La novità assoluta, giunta in Italia da Quali sono i reali e concreti vantaggi? “Il vantaggio della
pochi mesi, è quella delle cosiddette <mascherine>; mascherina è che consente al chirurgo una significativa
di che cosa si tratta? “E’ una novità importante riduzione del tempo di intervento (minor rischio di infein quanto costituisce un approccio chirurgico zioni), di evitare di aprire il canale femorale per
mininvasivo specie per i casi più difficili, per i l’alloggiamento della protesi con un notevolmente miquali potranno essere realizzate mascherine di nor sanguinamento, evitando così la trasfusione e mitaglio ad hoc”.Ma in parole semplici come sono nor rischio di embolie; e ottenere una ripresa della mocostruite queste <mascherine>? “Il paziente al bilità molto più precoce”.
quale è posta indicazione chirurgica di “Asiago sarà, per espresso obiettivo dell’Azienda, riferiartroprotesi, viene sottoposto alla TAC del gi- mento di punta per quanto concerne la chirurgia del ginocchio con un software dedicato; le immagini nocchio e la nostra struttura medica è pronta a raggiungevengono spedite attraverso internet al centro di re questo obiettivo anche con l’utilizzo di queste recentissiProduzione in America, dove vengono elabora- me metodiche”.
Cesare Pivotto
Recupero sociale, economico e paesaggistico
dell’area rurale di Sucèska e contrade limitrofe
Un evento assai particolare
quello del 5 agosto scorso al
Teatro Millepini: Gianni
Rigoni Stern ha presentato il
progetto di volontariato che
ha come obiettivo il sostegno
economico/sociale agli abitanti di Sucèska, i pochi rimasti dopo la brutale guerra
che ha investito la Bosnia
Erzegovina. Sul palco con lui,
l’attrice Roberta Biagiarelli.
E’ stata lei, presente al tempo
in Altopiano per uno spettacolo e attiva da dieci anni nell’ambito del volontariato in
Bosnia, a lanciare l’input a
Gianni: “Vieni a potare gli
alberi nei giardini delle vedove di Sebrenica”, gli ha
detto. E lui: “La xe na
monada...”, soffermandosi
invece già nel suo primo viaggio in loco, a osservare un
altopiano confinante
(Sucèska) del tutto simile
al suo, al nostro: meno altitudine ma stessa conformazione morfologica,
stessa tipologia di vegetazione. Lì poteva dire la
sua e come...Siamo nel
2009: dopo anni di violenza e distruzione, in
quel luogo ha ravvisato
le stesse condizioni riscontrate da noi subito
dopo la prima guerra
mondiale: e questo, l’ha
ritrovato pari pari in
Bosnia, 100 anni dopo!
Ha così accettato la
proposta della Biagiarelli, di
diffondere con un filmato il
progetto di sostegno, le finalità, i costi e quant’altro messo in piedi e portato a casa in
tempi brevissimi, allo scopo
di sponsorizzare
tutti i tasselli ancora mancanti di
questo mosaico.
Sul palcoscenico,
Gianni Stern ha esibito inaspettate doti
di show-man, lui
così riservato e
schivo per natura,
coinvolgendo il pubblico e mostrando
in modo evidente,
quanta passione lo
abbia accompagnato in questo
percorso...che è
ancora lungo. Sponsor principale (per
oltre 100.000 euro)
è stata la provincia di Trento, non
solo perché ha un
settore dedicato a
iniziative di sostegno a paesi disagiati, ma perché
“oggetto” dell’iniziativa è l’inserimento, definito “transumanza
della pace”, della
vacca Rendena - tutta trentina - nelle stalle dei poveri
contadini di Sucèska. Ecco
come...Gianni è arrivato lì la
prima volta nell’estate 2009
e non se n’è più andato: per
le affinità elettive, gli sembrava comunque di essere a
casa sua. Ha battuto
contrada per contrada, entrando nelle povere case della gente, spalleggiato dall’interprete, un amico ormai,
Edin Durak, Edo adesso.
Gianni così ha potuto applicare l’esperienza acquisita
nella carriera in Comunità
Montana e ha iniziato a rilevare dati, informazioni,
censendo quanto programmato. A Sucèska, vive oggi
una piccola comunità di contadini prevalentemente
musulmani, che sono stati
decimati dalla guerra. In
quell’area la pulizia etnica ha
eliminato l’85% della popolazione maschile: giovani e
vecchi! Vengono i brividi
solo
a
scriverlo...Dal 2000
però i superstiti sono
rientrati nella loro terra
(come noi nel ’22, dopo
il Profugato, ugualmente poveri e smarriti...),
iniziando a praticare
un’agricoltura
di
autoconsumo e sognando sempre di andare a
vivere altrove! Povere,
povere genti...Al primo viaggio ne sono seguiti molti, una decina
l’anno della
durata minima
di una settimana, dove
Gianni si è fatto accompagnare da amici esperti in allevamento,
pascoli, prati,
boschi, ad aggiungere via
via una nuova
tacca al piano
sempre più scientifico che si
stava formando nella sua testa. Per trasmettere con realismo il contenuto del video
proiettato al Millepini, non si
può raccontarlo...bisogna vederlo. La cosa che più ha colpito oltre alle condizioni misere della popolazione è stata la visione delle estensioni
di felci infestanti e velenose,
susseguenti i bombardamenti
che circondano le zone abitate e sono difficilissime da
espiantare e pericolosissime,
poiché nascondono aree non
bonificate da bombe e mine:
come un cane che si morde
la coda è una “mission
impossible”, tuttora. Gianni
ha visto, tutto, catalogato tutto, progettato ed avviato subito corsi di formazione per
allevare in modo tutelante ed
ergonomico per le bestie e
produttivo per le persone, 50
persone alla volta, che facevano anche 2 ore a piedi per
raggiungere la scuola elementare, sede dei corsi. Condizione posta dalla provincia
autonoma di Trento: “Solo chi
avesse frequentato i corsi per
intero avrebbe ricevuto in
dono una mucca”. E così è
andata. Le mucche sono state scelte e donate da
allevatori della Val Rendena
- che come han mostrato le
immagini le amano come
membri della loro famiglia.
Le vacche sono state caricate sui camion-bestiame, sono
arrivate alla frontiera, hanno
fatto la quarantena, poi sono
arrivate a destinazione, casa
per casa, stalla per stalla. Il
patto sottoscritto da tutti con
Gianni è stato di mantenerle
sane, pulite, ben nutrite o...ci
pensa lui, coi suoi controlli improvvisi! A rischio la requisizione delle bestie. Il burbero
benefico, saprà in questo caso
- seppur a malincuore - essere inflessibile. Ma siamo più
che certi che non ce ne sarà
bisogno. Beppa Rigoni Scit
8
Sabato 20 agosto 2011
l’Altopiano
8
ATTUALITA’
Servizio taxi ad Asiago, delibera di
reperibilità obbligatoria per i due taxisti
Ma Dall’Oglio e Selvi dicono che a loro non è stato notificato nulla al riguardo,
nonostante un comunicato stampa diffuso dall’Ufficio alle Politiche Sociali
Taxisti con reperibilità obbligatoria, per garantire il servizio
sette giorni su sette, fino alla
mezzanotte ma anche oltre in
casi di estrema necessità. L’iniziativa parte dall’Assessore alle
Politiche Sociali di Asiago Diego Rigoni, che ha promosso
una delibera comunale dopo
aver sentito le lamentele di cittadini e turisti in merito alla difficoltà di reperire un taxi, fra i
due in servizio ad Asiago, restando la piazza scoperta soprattutto in periodi di alta stagione. Ma il comunicato stampa divulgato dall’ufficio comunale e ripreso da numerosi organi di informazione locale ha
lasciato perplessi i diretti interessati, Mariano Dall’Oglio
(Macia) e Mario Selvi (Bergamo),
che dicono di non aver ricevuto
alcuna notifica in merito e di aver
saputo dell’iniziativa dell’assessore tramite terzi. “Il regolamento
del servizio pubblico – commenta Dall’Oglio – dice che deve essere obbligatoriamente garantito
il servizio a partire dall’arrivo del
primo pullman di linea al mattino
fino all’ultimo della sera, orario
che abbiamo sempre rispettato.
Non neghiamo inoltre il servizio anche oltre l’orario obbligatorio: la gente ci chiama al
telefonino e ci rendiamo disponibili. Un’eventuale reperibilità
obbligatoria andrebbe comunque retribuita, ci chiediamo: chi
ce la pagherebbe? Non dimentichiamoci poi che per legge
non si può guidare oltre le otto
ore giornaliere”. Ma c’è davvero bisogno di incrementare il
servizio, e in tal caso non si
dovrebbe fare in modo di aumentare il numero di autisti con
il loro taxi?
“Siamo nella settimana di ferragosto, sono qua da prima delle
otto – riferisce Dall’Oglio – sono
quasi le nove e mezza e non ho
ancora ricevuto una chiamata. Il
lavoro è poco, si concentra nel
periodo estivo a un paio di ore al
mattino, verso mezzogiorno. Le
chiamate arrivano soprattutto da
gente che abita fuori, nelle
contrade, e viene in centro a fare
una passeggiata o a fare la spesa,
e poi prende il taxi per tornare a
Arriva il bonus per le famiglie numerose
GRAFICA ALTOPIANO
Il Comune di Asiago, intende
offrire alle famiglie numerose
un supporto economico una
tantum, denominato “bonus
famiglia”, nell’ambito del Programma della Regione Veneto
di interventi economici straordinari a sostegno dei nuclei
famigliari con parti trigemellari
e con numero di figli pari o
superiore a quattro. Possono
beneficiare del suddetto contributo economico famiglie
numerose con numero di figli
pari o superiore a quattro, distinte nelle seguenti tipologie:
famiglie con un numero di figli pari o superiore a nove con
un contributo pari a 1.200
euro; famiglie con un numero
di figli pari a otto, 1.000 euro;
famiglie con un numero di figli pari a sette 900 euro; con
sei figli, 800 euro; con 5, 700
euro; con 4, 600euro; infine
alle familgie con parti
trigemellari andranno 900
euro. Se all’interno della famiglia con parto trigemellare
sono presenti altri figli, la stessa può beneficiare solo di una
delle due diverse forme di contributo. Per accedere al
“bonus famiglia” si dovrà presentare domanda al Comune
Asiago, Ufficio Politiche Sociali ed essere in possesso di:
cittadinanza italiana; residenza da almeno 5 anni nella Regione del Veneto; indicatore
della situazione economica
equivalente (ISEE) riferito ai
redditi dell’anno precedente
non superiore a 30.000 euro.
L’Ufficio Politiche Sociali,
dopo aver accolto la domanda ed accertato il possesso dei
requisiti, provvederà a stilare
una graduatoria per ogni
tipologia di famiglia in base al
reddito ISEE. Le domande
devono essere presentate al
Comune di Asiago entro e non
oltre il giorno 4 ottobre 2011
a mezzo posta o consegnate a
mano all’ufficio protocollo
comunale. I moduli possono
essere ritirati presso l’Ufficio
Politiche Sociali, piazzetta Alpini, Asiago
casa. Il pomeriggio si lavora
poco, e la sera si lavorerebbe men
che meno, visto che i giovani hanno tutti la loro auto e le persone
anziane di sera non si muovono.
D’inverno il lavoro è quasi nullo,
un tempo si portavano le persone sulle piste da sci, oggi ci sono
i bus navetta gratuiti e il taxi non
è più richiesto. In più ci sono gli
abusivi, che lavorano anche se
non abilitati. Tempo fa a un concorso per noleggio da rimessa,
attività che prevede l’obbligo di
servizio notturno, non si è presentato nessuno. La fornitura di
nuove licenze porterebbe comunque alla fine del lavoro per tutti,
come già successo a Thiene e
Marostica dove non ci sono più
taxi, perché dopo l’aumento del
numero di tassisti il lavoro non
era più sufficiente per nessuno”. “Un tempo era diverso –
conclude Mariano – si lavorava molto di più, eravamo in 5
taxi e 10 noleggi da rimessa e
c’era lavoro fino a mezzanotte.
Quante di queste persone che
vedo camminare qui in centro,
sono nate dopo che ho portato
le loro madri all’ospedale perché in procinto di partorire: venivano a chiamarmi a casa qualsiasi ora, lanciandomi i sassi
sulle finestre per svegliarmi la
notte! Ora è tutto diverso, credo che invece di pensare ad
obbligarci ad essere reperibili,
dovrebbero riconoscere che
con il nostro lavoro riusciamo
a garantire un minimo di servizio”. L’assessore Diego Rigoni
conferma che la proposta, accolta in consiglio comunale, è
stata formulata dopo aver recepito alcune indicazioni dalla
legge regionale e aver modifi-
cato il regolamento comunale
per quanto riguarda la
reperibilità in orari aggiuntivi a
quelli di servizio abituale.
“L’iniziativa è confermata – ci
dice – e non appena i tempi tecnici lo permetteranno verranno date indicazioni al riguardo
agli interessati. Ritengo di aver
fatto una cosa ragguardevole,
amministrare un paese non significa solo pensare a grandi
opere, ma anche garantire piccole cose che non costano nulla
ma vanno a dare un servizio importante, soprattutto per anziani
e turisti . Il taxi è un servizio
pubblico e pertanto un cittadino deve poter contare su questo. La carenza di taxi comporta
un certo disagio, ma credo,con
la reperibilità obbligatoria, di
aver risolto in parte il problema”.
Silvana Bortoli
I lettori ci segnalano
CESPUGLI “PUNGENTI ED INVADENTI”
DA TENERE SOTTO CONTROLLO
Alcuni lettori ci segnalano come i cespugli
spinosi piantati qualche anno fa a delimitare un settore del cimitero di Asiago siano
diventati fin troppo invasivi arrivando ormai a stretto ridosso delle tombe in prima fila e rendendo difficoltose le normali operazioni di pulizia e manutenzione
delle tombe stesse, come ben si vede dalla
foto. Si chiede pertanto che il Comune,
tramite ovviamente il personale addetto,
provveda a potare tali siepi ed a mantenerle controllate in modo tale da ovviare
a questo inconveniente.
Una lettrice, affezionata ospite di Asiago da oltre 40anni, segnala
invece il senso di trascuratezza dato dal Ghelpack, che, dice “soprattutto nel tratto che passa per le zone centrali di Asiago risulta brutto
da vedere, sporco e pieno di erbacce”. “Inoltre – aggiunge – nei
dintorni, come nella zona dell’Ossario che molti scelgono per fare
semplici passeggiate, si nota spesso anche la poca cura di alcuni
giardini e spazi verdi privati, che se tenuti in modo adeguato dai
proprietari, darebbero maggiore risalto alle bellezze di questi luoghi”.
8
Sabato 20 agosto 2011
l’Altopiano
9
GALLIO
Sicurezza pedonale in via Ech a Gallio
“Caro sindaco mantenga le promesse”
Si attende la realizzazione del marciapiede già promessa dal primo cittadino per la primavera 2011
“Caro sindaco, mi
spiace che lei non
abbia mantenuto le
sue promesse!”. In
una lettera inviata a
Pino Rossi e al nostro giornale Luigi
Ferrari, da anni turista e proprietario
di seconda casa a
Gallio, si rammarica per la mancata
realizzazione, per
altro assicurata, del
tanto auspicato
marciapiede di via Ech (nel
tratto di strada che va dalla via
d’entrata all’hotel Gaarten
fino alla Capanna Bianca).
“Come cittadino che paga regolarmente le tasse al suo
Comune – scrive il signor
Ferrari mi permetto di ricordarle che, a seguito di ripetu-
te segnalazioni per la messa in
sicurezza di Via Ech, priva di
marciapiedi, scarsamente servita da attraversamenti pedonali e scarsamente illuminata
nonostante sia percorsa da
traffico sostenuto e veloce, lei,
anche
sulle
pagine
dell’Altopiano, si era pubblica-
mente impegnato ad
effettuare i
lavori di
adeguamento
(già finanziati) nella
primavera
2011. La
primavera
è ormai
passata da
un bel po’,
ma di lavori
nessun sentore. Nel frattempo la sicurezza della via è peggiorata a causa dei paletti rifrangenti piantati sul ciglio stradale nel punto più pericoloso che costringono i pedoni a spostarsi di almeno 50 cm verso il centro
della carreggiata”.
Anche in una comunicazione
inviata ai residenti in via Ech
nel febbraio di quest’anno, il
sindaco confermava la volontà dell’amministrazione, procedendo quanto prima, di realizzare l’opera entro l’anno
2011. Ma a quanto pare nel
frattempo, il progetto ha subito una variazione di programma.
“La realizzazione del marciapiede – conferma Pino Rossi
– rientrerà nel progetto di creazione del centro culturale
presso l’ex colonia di via Ech
e verrà realizzato insieme al
previsto adiacente parcheggio.
Un’opera la cui progettazione
è stata affidata all’architetto
Mottin e che andrà all’asta a
novembre”.
Intanto, come si è potuto constatare in queste settimane, si
sta realizzando il tratto di mar-
ciapiede lungo la strada Asiago
Gallio (provinciale Val
Gadena). Si tratta del prolun-
gamento del marciapiede già
esistente fino al confine con
Asiago.
I trampolini protagonisti anche d’estate
con il 10° Memorial Antonio Pertile
Domenica 21 agosto in località Packstall a Gallio, lo Sci Club
Gallio, in collaborazione con l’Associazione amici di Antonio
Pertile e Sonia Sartori, con il Patrocinio del Comune di Gallio e
dell’Assessorato allo Sport, organizza il 10° Memorial Antonio
Pertile, con il Campionato Italiano Aspiranti. La manifestazione
inizierà alle 9.30 con la gara delle categorie Pulcini, Ragazzi,
Allievi, sui trampolini K 20 e K 30; alle 11.00 salteranno gli
Aspiranti dal trampolino di plastica. Alle 15.00, si terrà la gara
di corsa di 5 Km valida per la
combinata nordica. D’estate,
infatti, la specialità di combinata nordica si articola nel salto e
successivamente nella corsa,
mentre d’inverno al Salto segue una competizione di Sci Nordico (sci da fondo).
Malattie rare: tanti esempi di forza e coraggio Il primo raduno
Una grande festa a Gallio; come sempre d’altronde quando
arriva la “carovana” della pedalata della solidarietà dell’associazione Baschirotto. Una grande festa data da un centinaio di
persone (famiglie intere, amici e sconosciuti) che hanno pedalato tra i campi e le contrade dell’altopiano durante la 14° edizione della pedalata della solidarietà.
Un sabato pomeriggio da trascorrere
insieme, per testimoniare il proprio sostegno all’associazione di ricerca e per
ricordare la piccola Angela, giovane
altopianese vittima di una malattia rara
a cui è intitolata la manifestazione. Tra
i presenti anche Paola Giambellini, giovane madre coraggio di Chiampo, colpita da una malattia rara e complessa di
tipo oncologico chiamata la fibromatosi
desmoide aggressiva, a causa della quale
ha dovuto già sottoporsi a 45 interventi
chirurgici. Un’odissea che Paola ha raccontato nel libro “Un arcobaleno dentro
una scatola bianca” il cui ricavato è destinato all’associazione Baschirotto. “Avevo due sogni – spiega – Scrivere il libro per aiutare l’associazione e poi vedere fondato il banco dei tessuti. Sono
entrambi oggi delle realtà e quindi posso dirmi soddisfatta”. Non paga, Paola, dotata di una solarità rara, oggi si
presta a sostenere altre persone colpite da malattie rare, pazienti oncologici e amputati. Lei stessa si trova a dover portare una protesi alla gamba, pagata con un mutuo di 35 mila
euro. E mai arrivo della pedalata è stato più azzeccato grazie
anche al fatto che nello stesso giorno esponeva le sue opere
Roberto Lunardi, originario di
Gallio ma residente a Varese, colpito da una malattia non rara, rarissima tanto che la stessa patologia interessa solo altre 7 persone al mondo. Si tratta
dell’acropatia ulceromutilante,
che ha privato totalmente Roberto delle mani. Ma non per questo
l’artista ha smesso di dipingere, anzi
questa difficoltà lo spinge “sempre
più a decantare la bellezza del mondo”. La pedalata è stata anche
occasione per riferire dei progetti
di ricerca sullo studio genetico della popolazione dell’Altopiano a partire da Stoccareddo e Rotzo nonché la ricerca dei meccanismi
patogenetici che stanno alla base
di alcune malattie rare che si
stanno svolgendo nei laboratori
dell’Istituto BIRD di Costozza di
Longara.
Gerardo Rigoni
BIRRERIA PIZZERIA
GRAFICA ALTOPIANO
NON SOLO PIZZA MA ANCHE
TANTE GUSTOSE SPECIALITA’:
PRIMI PIATTI, GRIGLIATE ecc.
GIA
RD
EST INO
IVO
Ristorante
CASA
ROSSA
località Kaberlaba - Asiago
info 0424-462017
Sabato e Domenica
Musica dal Vivo
Offroad Città di Gallio
Gallio capitale dell’offroad, dei fuoristrada, dei 4 x 4. Da sabato
2 a domenica 4 settembre a Gallio si terrà il 1° raduno nazionale
Offroad “Città di Gallio”, una due giorni di fuoristrada e tante altre
attività sull’Altopiano di Asiago. L’assessorato al turismo di Gallio, in
collaborazione con FXF Fuoristrada X Formazione by Tierre e USM
Adventure Team, ha organizzato questa manifestazione sportiva che
è aperta a tutti i possessori di Suv, fuoristrada e quad che potranno
intraprendere dei percorsi studiati che si snoderanno nella splendida
natura dell’Altopiano “nel pieno rispetto di una natura incontaminata”
come sottolineano gli organizzatori. La manifestazione si caratterizza inoltre per numerose attività, tra cui un mini corso di orientamento
teorico e due prove pratiche valide per il 1° trofeo orienteering
4x4 “Città di Gallio” nonché una pista dedicata ai fuoristradisti
più esperti (e dove si disputerà il 1° trofeo della montagna 4x4
“città di Gallio” con prove di radio trial, trial in retromarcia,
superamento di ostacoli ed arrampicata).
G.R.
Il Baccalà in piazza con Pasqualin
un appuntamento ben riuscito
Oltre 400 piatti serviti, il “Baccalà in piazza” a Gallio,
appuntamento organizzato dalla Pro loco, è stato un
successo. E non poteva essere altrimenti; vuoi per la
maestria dimostrata dagli chef della trattoria “Due
Spade” con a capo Antonio Pozzan, vuoi per la bravura e simpatia degli “chef per un giorno” capeggiati
dall’avvocato Claudio Pasqualin, che è tra l’altro
membro della Confraternita del baccalà, la giornata
“in onore e gloria del re stoccafisso” è riuscita nel
migliore dei modi.
8
Sabato 20 agosto 2011
l’Altopiano
10
ROANA
Camporovere tiene alta la tradizione del gioco
delle bocce con le gare estive del venerdì sera
Organizzato per domenica 28 agosto il 1° “Memorial Ennio Vescovi” a ricordo dell’amico, appassionato
bocciofilo e attivo collaboratore degli eventi paesani, tragicamente scomparso lo scorso marzo
E’ una lunga tradizione quella
del gioco delle bocce a
Camporovere, che anche in
questa estate ha visto crescere
il numero dei giocatori e dei partecipanti all’appuntamento fisso del venerdì sera, quando si
disputano le gare con la formula “secca” e “cavabalin”. Un
sistema di gioco particolare,
che un tempo si faceva anche
in altri campi dell’Altopiano e
che oggi resiste solo qui: pro-
prio questa unicità richiama giocatori da altri luoghi, come il
bel gruppetto di scledensi diventato ormai habitué delle gare
e che arriva puntuale con i suoi
campioni per sfidare i
“Camporubar” e quelli di
Mezzaselva. Non si gioca per
partecipare a un campionato,
ma solo per pura passione e
divertimento: le serate trascorrono aspettando il proprio turno di gioco, tra una partita a
Musica da riciclo e musical
da bagno, acrobati e clown:
a Roana il Teatro di Strada
Il calendario estivo degli eventi
in programma a Roana e frazioni si conclude a fine agosto,
dal 26 al 28, con un’originale
rassegna itinerante di spettacoli
di teatro di strada. Giocolieri,
burattinai, prestigiatori del fuoco, acrobati, comici e molto altro ancora: in vari momenti della
giornata e nelle varie frazioni si
potrà assistere a esibizioni della
durata di un’ora circa, proposte
da artisti da anni specializzati in
questo genere, provenienti non
solo dall’Italia, ma anche da varie
parti d’Europa e dal Sudamerica.
Tra singoli e gruppi che si alterneranno per le strade dei paesi,
gli italiani Five Quartet Trio, con
il loro Bus Stop: la fermata del
bus che si trasforma nell’arena
di un circo in cui si susseguono e fondono tra loro giocoleria
e acrobatica e palo cinese; spet-
Carolina Khoury
tacolo clownesco tutto al femminile e ambientato in una vasca da bagno invece quello di
Anna Marcato “Anita”. Sono
scope, imbuti, barattoli, cucchiai, piatti, bicchieri, tubi e cestini gli strumenti musicali con
cui i Jashgawronsky Brothers
propongono la loro “musica da
riciclo”; il Teatro Trambusto
dei Varietà Prestige si presenta
invece come lo “spettacolo in
carne e legno” che omaggia
l’epoca del varietà e
dell’avanspettacolo. Arriva dall’Israele Fire Fingers, una delle
più abili giocoliere del fuoco, e
dall’Argentina Cie Manoamoano,
duo acrobatico che con pochi giochi scenografici crea un mondo
di illogica gravità. A completare il
cast di artisti di strada, la francese Carolina Khoury con il suo
“Ginodramma”,
Marco
Marchione e Leonardo
Cristiani e “La
Sbrindola”, Milo e
Olivia con lo spettacolo “Klinke” e il mimo
argentino Mariano
Ariel Torres. Orari e
luoghi degli spettacoli nell’inserto degli
eventi allegato al giornale, e negli opuscoli
con il calendario delle
manifestazioni. S.B.
carte, una battuta e una bicchierata mentre si qualificano i
finalisti. Chiusura in bellezza
con l’immancabile spuntino finale, tutti insieme attorno alla
tavola imbandita, dopo le
premiazioni dei primi cinque
classificati. Sono gare con giocatori singoli, con un’unica gara
a coppie, che si disputa a conclusione della stagione, verso
la fine di settembre. A giocare
sono bocciofili di tutte le età, e
a Camporovere sta aumentando di numero il gruppo
delle nuove leve, giocatori
diciottenni o poco più che
si appassionano a quella che
è una tradizione paesana.
Marco Basso (quasi sempre
sul podio), Giacomo Cera,
Nicola Tessari, Daniele
Muraro, Davide Moschini:
questi i nomi dei ragazzi che
hanno ormai scalzato la vecchia guardia, nella quale tengono duro alcuni veterani, tra
cui Gianni Mosele “Ciri” e
Giuliano Bonato. Citiamo
doverosamente anche i vari
Bepi, Claudio e Piero di
Schio, quest’ultimo “medaglia d’oro” anche in una delle gare recenti. Ad organizzare le gare è la Pro Loco
di Camporovere, che può contare sulla collaborazione di alcuni paesani per la fornitura dei
premi per i vincitori, che consistono in cesti con prodotti alimentari e qualche creazione di
artigiani locali, o altro. “L’iscrizione alle gare – spiega Carlo
Cera, presidente della Pro Loco
– costa 5 euro, comprende la
partecipazione al gioco, i premi, lo spuntino finale. Chiunque si può iscrivere, nuovi
bocciofili sono sempre ben accetti. Vorrei qui ringraziare coloro che forniscono i premi, in
particolare Cristina Tessari, il
cui negozio di alimentari è anche punto di riferimento per chi
vuole affittare per una giornata
la malga Meatta, concessa in
gestione dal Comune alla Pro
Loco”. “Il bocciodromo coperto e le gare che vi si svolgono aggiunge - rappresentano un
motivo di ritrovo e richiamo per
il paese. La struttura attuale risale a una trentina d’anni fa, e
a curarsene sono sempre stati i
volontari del paese. Ora però
urgono lavori di sistemazione
del tetto e altro, ci auguriamo
quindi che venga soddisfatta la
richiesta fatta all’amministrazione comunale di eseguire i
lavori di manutenzione di cui
necessita”. Per domenica 28
agosto a Camporovere è stata
organizzata una gara di bocce
che avrà un sapore del tutto
particolare: il paese intero si appresta infatti a dedicare una
giornata al ricordo di Ennio Vescovi, il giovane boscaiolo
morto tragicamente la scorsa
primavera per un incidente sul
lavoro. Ennio era un bravo
bocciofilo, vincitore di tante
gare e sempre attivo nella vita
pubblica del paese, a lui sarà
dedicato un “memorial” che i
suoi compaesani intendono far
diventare un appuntamento fisso. La manifestazione prenderà il
via alle 14.00 con la gimcana per
bambini, a seguire spettacolo
d’abilità con la motosega dei fratelli Sambugaro, campioni italiani
che daranno dimostrazione di
come in brevissimo tempo riescono a creare sculture in legno
con quelli che sono gli attrezzi
del loro lavoro di boscaioli. Alle
16.30 prenderà il via la gara di
bocce, e dalle 19.30 circa lo stand
gastronomico preparerà la pastasciutta che sarà offerta ai presenti.
L’evento sarà allietato anche dal
giovane gruppo locale “The Five
Arrows”, che vogliono contribuire al ricordo di Ennio cantando
alcuni brani.
Silvana Bortoli
La Vaca Mora in notturna piace e diverte
La corsa non competitiva si conferma appuntamento di successo, grazie al percorso
reso suggestivo dall’illuminazione delle fiaccole e a alla buona organizzazione
Una corsa che piace e richiama partecipanti di ogni età,
anche da lontano, quella della Vaca Mora in notturna da
Campiello a Canove lungo il tracciato dell’ex ferrovia. Ciò
che attira è innanzitutto la suggestione del percorso, che
offre una dimensione del tutto particolare grazie all’illuminazione delle fiaccole, quest’anno potenziata nei tratti
di bosco più fitto. Come nella prima edizione, molto elevato il numero di partecipanti, quasi 600 gli iscritti tra chi,
pur trattandosi di una non competitiva si cimenta come si
trattasse in tutto e per tutto di una gara, chi l’affronta con
la camminata del nordic walking con i bastoncini, e chi
senza alcun ambizione di risultato decide di partecipare
con lo spirito di fare una
passeggiata, magari a passo più veloce del solito.
Numerosi anche gli spettatori, che hanno affollato
soprattutto l’arrivo. A portare un po’ di disturbo è
stata la pioggia, arrivata prima che tutti i partecipanti
avessero terminato il loro
percorso, ritrovandosi poi
nel palatenda nei pressi del
Museo della Guerra di
Canove, dove è stata servita la pastasciutta.
Ciononostante, l’evento ha
soddisfatto tutti e apprezzamenti sono giunti agli organizzatori, ovvero alle tre
Pro Loco dei paesi sul cui
territorio si snoda il percorso: Treschè Conca, Cesuna
e Canove. “Il gradimento
per questa corsa in notturna è stato confermato an-
che in questa edizione – dicono gli organizzatori - e ciò ci
permette di confermare che l’appuntamento sarà tra quelli
fissi dell’estate, con cadenza sempre il primo sabato di
agosto. Vorremmo qui ringraziare tutti coloro che ci hanno dato una mano, dai Gruppi Alpini, alla Protezione Civile, fino agli sponsor. Unico neo, il fatto che fra coloro che
si iscrivono con lo scopo di provare la suggestione del
percorso in notturna molti sono partiti con largo anticipo
sfalsando così lo svolgersi dell’evento e intralciando in
alcuni casi la corsa degli sportivi che la affrontano con spirito agonistico. L’anno prossimo saranno presi provvedimenti
per evitare che si ripeta questa cosa”.
Silvana Bortoli
8
Sabato 20 agosto 2011
l’Altopiano
11
8
Sabato 20 agosto 2011
Sasso è frazione del Comune
di Asiago: la più grande seppur
la più lontana, a esattamente
12,23 Km. dal capoluogo. Conta 500 abitanti, disseminati nelle 13 contrade dalla tormentata
morfologia: Chiesa, Lobba,
Mori, Ruggi, Grulli, Ecchele,
Caporai, Pieretti, Cotti, Colli,
Gianesoni, Sprunch, Loca. Anticamente
assieme
a
Stoccareddo faceva comune a
sé: il comune di Campanella.
Quando fu sciolto, Sasso passò sotto Asiago e Stoccareddo
sotto Gallio. Tutti i Baù e i Rossi
del mondo, (assieme a qualche
Stefani), vengono da là e già
nel ‘500 si diffuse il cognome
Dal Sasso. “Rossi”, pare derivi
dal colore dei capelli degli antenati (forse cimbri, comunque
nordici) mentre Baù dal tedesco baur o bauer: coltivatore,
contadino. Da sempre la frazione, per l’isolamento geografico e la rudezza del territorio,
è stata area di forte marginalità
ed emigrazione. E’ oggi un borgo dove ritrovi ancora qualche
sprazzo dello spirito di fratellanza tanto caro a Mario Rigoni
Stern: “prudere liebe”, come
ascritto a imperitura memoria
nello stemma della Reggenza.
Sasso è stato luogo strategico
per il capoluogo e per tutto
l’Altopiano fin dal XIV secolo,
quando fu aperta (in contem-
l’Altopiano
12
Sasso e le sue contrade
poranea con Gallio/Val
Frenzela) una via per la pianura, sotto il governo dei Visconti di Milano, assai usata dalla Serenissima per trasportare i tronchi adatti ai
cantieri navali, assieme a
carbone, lana, pelli, formaggi, fluitati da Valstagna (antico
porto
fluviale
dell’Altopiano), attraverso il
Brenta fino alla nostra “banchina dei carbonai”, a Venezia. Sasso è nata con la Calà
e per la Calà. La Calà è il
“dominus”, anche se i primi abitatori provenienti da
Valstagna (Staintal - Stain =sasso, in cimbro) già nell’anno
1000, erano stanziali e abili intagliatori di attrezzi in legno.
Perciò, derivando “Sasso” la
sua origine dalla Val Stain
(Vastagna - sasso a valle), forse il nome corretto sarebbe dovuto essere “sasso a monte”),
cioè Stainberg...Sarebbe suonato bene, no? Ma il toponimo
potrebbe anche essere di derivazione latina, a seconda dell’origine veneta o germanica dei
prelati delle chiese. (Sappiamo
che erano spesso questi ultimi
a svolgere le funzioni religio-
se, perchè la popolazione parlava cimbro, cioè dialetto tedesco). Se di derivazione latina, è Saxum (qui inteso in senso lato come “insieme di
roccioni”). Va detto che questa
connotazione morfologica la
rilevi ovunque e fotografa perfettamente la Calà. Poiché nessuna parola è adeguata alla magia di quel luogo, ci affidiamo
alle parole del grande Paolo
Rumiz, in un suo pezzo del
2003 su Repubblica: “E’ lunga
come il purgatorio, scura come
il temporale: 4.444 gradini,
ripidi da bestie, faticosi solo a
nominarli. Partono da
Valstagna, sotto picchi arcigni,
nel punto dove la valle sembra spaccarsi in due; l’erta
prende la spaccatura di sinistra
e brucia in un lampo 810 metri
di dislivello ed è una delle opere
più fantastiche delle Alpi...”
Ma veniamo all’attualità: l’abitato di Sasso nel corso degli
anni è stato oggetto di migliorie
e innovazioni, (anche se mantiene l’antica impronta, vedi le
vecchie case in pietra), non ultimo il nuovo campo di calcio
in erba sintetica curato dalla
“Società Sportiva Sasso”, che
nulla ha da invidiare ad uno della
città. Buffo l’elenco dei giocatori: Baù, Baù, Rossi,
Baù...Altrettanto significativi
sono il Museo dei 3 Monti e il
Monumento a Roberto Sarfatti,
in località Ecchele. Il primo, allestito e curato da un...Baù,
contiene reperti bellici italiani
francesi e austriaci; il secondo,
sempre sotto la sua tutela, è
l’unica opera esistente in Italia
fuori dalla sua regione, del noto
architetto lombardo Terragni,
commissionatogli nel ’35 dalla
madre a memoria del figlio Roberto, caduto nel 1918 a 17
anni fra questi monti, da volontario e da eroe. Oggi in centro, vi sono alcune piccoli esercizi e una chiesa imponente
dove - abbiamo scoperto - una
statua della Vergine è stata dedicata ai carbonai, l’antico mestiere. Sasso: paese di forte emigrazione in quanto luogo di
grande miseria, come capita
solo nelle periferie e come sottolineato dagli anziani che abbiamo avuto la fortuna di incontrare. Una doppia fortuna,
perchè alcuni di loro hanno fatto gli spalloni giù per la Calà,
oltre che i carbonai e gli operai
forestali (maschi e femmine!),
in giro per l’Italia e l’Europa. E
noi che credevamo che quei
tempi fossero trapassato
remoto...Sì, tempi dimenticati
da chi non vuol ricordare da
dove veniamo (così non capiremo mai dove andiamo!) e
quanta miseria ci fosse, quasi
motivo di vergogna invece che
punto d’onore, l’esserne venuti
fuori. E tanto orgoglio e
grande dignità sono emersi
dalle parole di chi la fame
l’ha patita davvero ed è ancora qua a raccontarcelo:
Danilo Rossi, Maria Baù e
Santina Rossi...in Baù.
Danilo Baù è anziano relativamente: 72 anni. Si vede
che ha lavorato in cava, ha
un volto scavato nella pietra a testimonianza di quanto sia stata dura la sua vita.
Abita in Contrà Gianesoni,
abbarbicata sul pendio. A 17
anni è andato emigrante in
Francia e al ritorno, ha aperto
una piccola impresa con un
compaesano, per poi proseguire da solo; attività che ha dovuto smettere anzitempo per
motivi di salute. (I suoi 4 figli
hanno oggi un’impresa edile nel
capoluogo asiaghese). Sul poggiolo di casa ci sono dei fiocchi: è nata da poco Matilde.
Così nell’arco di 40 anni in casa
Rossi, siamo alla quarta generazione. La moglie Luigina - neanche 70enne e già bisnonna,
racconta: “Da bambina d’estate andavo per fragole, lamponi, mirtilli (senza mangiarne
neanche uno...guai!) e con i
secchi giù per la Calà fino a
Valstagna. Lì c’era fisso un
mercato, dove col ricavato
comprare farina, pasta, tabacco, sale o portare i pochi franchi a casa”. Veramente dice:
“la sale”, al femminile: curioso! E qui gli occhi increduli si
sgranano...come? Non è preistoria questa? No, è cronaca del
1956, anno in cui fu ultimato il
collegamento con Asiago. A rincarare la dose, l’incontro con
le altre due: Santina e Maria.
Santina Rossi in Baù è un’arzilla 93enne, con due occhi azzurri come il mare ancora bella
come nelle foto di ragazza.
Maria Baù (84) è la sua amica
del cuore: è stato difficile dar
voce all’una o all’altra, perchè
vispe come due adolescenti, si
suggerivano e si rubavano i ricordi. Li riportiamo. Santina:
“Che vita, che fame...deso
stemo ben, deso simo siori”. E
lo ripete ossessivamente come
un mantra. Ha raggiunto in
Francia il marito con i suoi 5
figli, come dal suo passaporto
francese, il sesto è nato lì. Han
fatto gli operai forestali e i
carbonai, vivendo nel bosco in
baracche tirate sù con le loro
mani.
Han
vissuto
l’emarginazione, il controllo
ossessivo della loro identità e
idoneità, sennò raus! Al ritorno, “con quei quatro schei” han
sistemato la casa avita, la stessa della foto. Maria Baù, emigrante in Savoia già con i genitori (parla ancora la lingua), ma
anche in Liguria e sugli Appennini, ricorda che lasciava i suoi
bambini a dormire su una coperta sotto i pini e c’eran le
bisse, che andavano a scaldarsi là vicino. E’ andata pure a
scuola in Francia e lo si avverte. Ma il suo ricordo più forte è
legato alla Calà: scendeva coi
prodotti locali e col ricavato
comprava in loco il tabacco,
spesso per portarlo nascosto
nella gonna, di contrabbando
fino a Trieste, dove lo barattava col sale (anche 20 chili per
volta), dopo aver passato di
notte con un barcone il fiume a
Portogruaro, perchè il ponte
era stato fatto saltare dai tedeschi. Una ragazzina, a dover affrontare mille pericoli, non ultimo l’essere scoperta e requisita, come realmente accaduto. “Podaresimo scrivare un libro...”, conclude. Che emozione e che onore aver avuto testimonianza diretta del passato, traslando i libri di storia che,
da che mondo è mondo, te la
raccontano a modo loro. Che
gioia stampare un bacio su
quelle guancie rugose sapendo
di aver suggellato un’amicizia
per sempre.
Un cenno doveroso tocca al significato dei toponimi delle
contrade, che abbiamo trovato
nel libro del Rizzolo, che abbiamo dovuto saccheggiare
dopo aver indagato invano con
gli autoctoni: nessuno sapeva
da dove derivasse il nome della
loro contrada! Chiesa ovvio, è
l’area dove è situata, al centro
della frazione Sasso; Lobba è
la parte pianeggante prima di
entrare in centro (da
oba=piana, ergo: l’obba); Mori,
contrada
in
direzione
Stoccareddo, pare si intrecci
con Mörar di Asiago dove i Dal
Sasso - che di soprannome facevano Mori - avevano delle
proprietà; Ruggi: ultima
contrada verso Gallio, significa: zappativo, pascolo ma anche rozzo, duro. Va a braccetto con Grulli, assai dissimile
dal significato poco qualificante in italiano, in particolare in
Toscana, derivante o dal cimbro
(grüll, cioè collerico) o dal
veneto (grolo, cioè spilungone):
magari, il capostipite era uno
spilungone collerico...Di Eckelen
o Ech ce ne sono tanti quassù e il
significato è: fianchi ripidi/colli;
Caporai: soprannome di tanti
Rossi, alcuni dei quali furono capicontrada, cioè caporali; Pieretti
da un tal Piero..; Cotti: da Kot o
Koat, ovvero fango; Colli: stesso significato di Ech, cioè colle; Gianesoni: o Genesoni, deriva da Gianese, Gianni, Giovanni...; Sprunck: da springen,
cioè saltare, quindi salto, balzo
o scoglio; Infine Loca,
toponimo molto diffuso in
Altopiano, deriva da loch: buco,
pertugio. Beppa Rigoni Scit
8
Sabato 20 agosto 2011
l’Altopiano
13
Foza: il paese vestito a festa per
celebrare le Quinquennali dell’Assunta
Festa dell’Assunta
a Foza. L’appuntamento quinquennale
atteso da tutti i
fozesi, che siano
essi
residenti
sull’altopiano o emigrati lontano, si terrà domenica 21 agosto con inizio alle
6.30 con la Santa
Messa in chiesa,
dopo di che la statua lignea della Madonna Assunta sarà
accompagnata a spalla, seguita da tutto il paese fino alla
chiesetta di San Francesco. Poi il ritorno in chiesa dove
alle 11 si svolgerà la Messa solenne alla presenza del
vescovo di Padova, sua eccellenza mons. Antonio
Mattiazzo. Dopo la Messa nel paese la festa proseguirà
fino alle 23,30 quando i fuochi d’artificio daranno l’addio
fino al prossimo appuntamento, la 36° edizione, che si
terrà nel 2016. La festa ha origine nel 1836 quando
una pestilenza di colera colpiva i paesi della Valbrenta
e dell’Altopiano seminando morte in quasi ogni famiglia. La comunità di Foza, in preda al panico, si rivolse
alla Madonna chiedendo la sua intercessione e, racconta
la storia locale, miracolosamente il paese venne risparmiato. In segno di gratitudine, la comunità promise di celebrare “il miracolo” portando ogni cinque anni l’antica
statua della Madonna fino all’oratorio di San Francesco
attraversando tutto il paese lungo il crinale che divide il
territorio comunale, dispensando la benedizione della Madonna su tutte le vallate e contrade. La prima di queste
processioni si tenne il 10 settembre 1837 e da allora, ogni
5 anni, i fozesi, fedeli al loro impegno di devozione, non
hanno mai mancato di rendere onore alla loro patrona.
Ma l’Assunta è anche occasione per il rientro degli emigranti, la ripresa di legami assopiti, perché è tutta una comunità che si riappropria di una cosa intima che solo un
fozese riesce a sentire fino in fondo. Ecco spiegato il fermento in paese con le contrade intente a costruire archi
con legno, frasche e altro materiale del bosco. L’impegno
a realizzare l’arco più maestoso, più bello, più rifinito richiede la cura di tutta la contrada per settimane prima
dell’evento. Occasione anche per aggiustare steccati, dipingere case, abbellire giardini, persino strigliare le muc-
che perché siano più
belle. Anche il Comune si impegna nell’abbellimento urbano.
Quest’anno l’Assunta
regalerà alla popolazione il rifacimento della
canonica, opera attesa da tempo, che
darà un alloggio dignitoso al parroco e
nuove sale ad uso della comunità. Alle finestre delle case
sono appesi drappeggi, simboleggiando i corredi
delle promesse spose.
Gerardo Rigoni
8
Sabato 20 agosto 2011
Il 7 luglio, per un gruppo di
scout asiaghesi, è cominciata
un’avventura molto particolare:
con la Fondazione Brownsea,
infatti, stanno portando avanti
il Progetto Gwassi. Tale fondazione si occupa prevalentemente
di progetti educativi a favore dei
giovani e, a livello internazionale, di iniziative volte alla cooperazione allo sviluppo,
avvalendosi del metodo scout.
Il progetto di cui i nostri giovani scout fanno parte è volto essenzialmente all’ambiente, allo
sviluppo, all’istruzione e all’elaborazione di iniziative per i giovani di Nyandiwa, nella regione
del Gwassi, dove stanno curando, tra le altre cose, l’ampliamento di un College per insegnanti molto frequentato dalla
popolazione del Kenya. Sono
partiti in nove alla volta del continente africano: Marina Dal
Sasso, Massimo Dal Sasso,
Leonardo Frigo, Arianna Gios,
Giulia Pretto, Marco Rigoni,
Maria Letizia Rigoni, Roberto
Rigoni e Tiziana Rigoni. La prima cosa che ha colpito il gruppo di ragazzi è stato l’aeroporto di Nairobi: una specie di grande parcheggio gremito di persone, immerse nel caos di carretti e mercatini, dove gli autobus entrano a 40 km/h incuranti
del rischio di investire qualcuno, una cosa impensabile per
noi, ma che lì fa parte della normalità. Anche nelle strade, infatti, non ci sono regole: i semafori non sono rispettati e la
guida è davvero difficoltosa. Il
l’Altopiano
14
Nove scout asiaghesi in Kenya:
un ponte tra Italia e Africa
Reportage di un progetto volto ai giovani, all’istruzione e alla cooperazione allo sviluppo
viaggio in corriera verso
Nyandiwa, che è durato
circa dieci ore, ha costituito per loro un passaggio di mondi: all’esterno
si sono avvicendati paesaggi completamente differenti sino all’arrivo al villaggio rurale. Lì hanno iniziato davvero la loro esperienza: i nostri giovani
scout si sono sempre spostati a piedi, anche sotto il
sole cocente, per raggiungere vari villaggi dove hanno proposto animazione
per ragazzi, essendo parte integrante del progetto
il contatto diretto con la
popolazione. Ci hanno
raccontato che, per inserirsi all’interno della loro società, bisogna iniziare a interagire con i
bambini, ultimi nella scala sociale ma necessari per guadagnare la fiducia della popolazione. Durante la loro permanenza, hanno visitato anche le
scuole, che, pur essendo di fatto delle baracche, hanno colpito per la loro dignità; nella loro
struttura sociale, ai ragazzi più
grandi vengono destinate le
“aule” mentre ai più piccoli,
quelli che in Italia frequentereb-
bero la Scuola Materna, viene
assegnata semplicemente la tiepida ombra di un albero. Tutti i
ragazzi, a cui hanno portato del
materiale scolastico, hanno una
specie di divisa, che, pur non
essendo linda, denota l’importanza che viene data all’istruzione dei propri giovani da parte della popolazione locale.
Un’altra esperienza importante
è stata la loro visita al College
all’inglese per insegnanti, al terzo posto in Kenya come livello
di preparazione: in quella zona,
infatti, si vive molto meglio che
in città; lì hanno proposto una
sorta di laboratorio musicale,
volto a dare nuovi stimoli ai giovani aspiranti maestri: hanno
portato con sé il flauto dolce e
quello contralto, ma anche la
chitarra, cosa che ha trasformato queste “lezioni” in vere e
proprie serate si aggregazione
in compagnia dei giovani ragazzi (di età compresa tra il 18 e i
24 anni). In questo College, lo
scoutismo è una materia scolastica, perché considerato vero
e proprio stimolo per lo
sviluppo autonomo della
regione; “guida da solo la
tua canoa” è infatti il motto dell’iniziativa, cosa che
sta a significare che, nei
principi dello scoutismo,
tutto viene gestito dalla
popolazione del luogo, che
sente il centro scout come
suo e che, vedendo nei
nostri nove giovani gli
stessi principi, li ha sentiti
come parte di sé, nonostante non abbiano la pelle scura e non parlino la
lingua dhluo. I ragazzi
asiaghesi, nonostante disponessero di camere e di
gas, hanno preferito infatti
vivere come la popolazione locale, anche se, per il contesto
e per il periodo relativamente
lungo di permanenza (tre settimane), non sono certo mancati
i momenti di tensione e di stanchezza: oltre alle provviste che
avevano portato dall’Italia, i
nostri giovani hanno cominciato a notare anche l’alimentazione della popolazione autoctona,
fatta di fagioli secchi, riso, banane, pomodori e cavoli, oltre
al pesce che viene pescato nel
lago adiacente. Il 27 del mese
scorso, si è conclusa la loro
avventura; il ritorno è stato
mediato da una sosta di tre giorni a Nairobi, cosa che ha evitato di far sentire loro un eccessivo impatto tra la realtà che
stavano per lasciare e quella in
cui stavano ritornando. Di questa esperienza, è rimasto il piacevole ricordo della proverbiale
ospitalità di una popolazione
che, pur non avendo molto, li
ha accolti come ospiti offrendo quel poco che riuscivano a
dare; sono rimasti piccoli divertenti dettagli che fanno ancora
tornare il sorriso sulle labbra: il
boom di cellulari, le moto tirate
a lucido e usate come mezzo
di trasporto-taxi, la curiosità per
la peluria “occidentale”, le strade piene di sassi, la simpatia per
le fotografie che, però, i nostri
scout hanno imparato a scattare solo in alcuni momenti, in
quelli più opportuni, senza minare la dignità della popolazione. L’esperienza ha incentivato
anche la volontà del nostro
gruppo scout di far conoscere
il progetto di cui fanno parte;
la loro attività di rappresentanza permette infatti di venire a
conoscenza di ciò che è stato
realizzato: scuole, case, acquedotti. In autunno, sono previsti
per loro quattro incontri per verificare gli esiti del loro progetto, ma anche una serata rivolta
alla nostra comunità che mostrerà il meraviglioso ponte che
si è creato tra Italia e Kenya,
all’insegna dello scoutismo.
Martina Rossi
Asiago Serramenti-Falegnameria Vescovi Giovanni: l’arte antica di
lavorare il legno e le più moderne tecnologie per la produzione di infissi
Lavorano il legno da tre generazioni: è un’attività che
sfiora quasi il secolo di vita quella di “Asiago
Serramenti” della Falegnameria Vescovi Giovanni. Un’abilità manuale iniziata con la produzione di oggettistica artigianale, come faceva
Agostino Vescovi, classe 1907, quand’era poco
più di un ragazzino: produceva i “mastelli” in
legno, lavoro tipico della Camporovere di un tempo, ma poi col passare degli anni ha maturato a tal
punto le sue doti artigiane da arrivare a costruire anche
numerosi violini e viole che, prima di vendere, suonava personalmente nelle locande asiaghesi negli anni a cavallo tra le due
guerre. Cinque di questi sono ancora di proprietà della famiglia:
ne ha lasciato uno in eredità ad
ogni figlio. E’ nel 1920 che nasce l’embrione che poi sviluppandosi nel tempo sarebbe diventato
una Falegnameria vera e propria,
specializzatasi soprattutto dal termine della II^ guerra mondiale
nella produzione di serramenti. Ad
Agostino si affiancano nel lavoro i 5 figli, prima Adriana,
Gigliola e
Rosanna, poi
verso la fine
degli anni ’60
proseguono
l’attività i 2
minori, Giovanni ed Enrico, e dopo che
quest’ultimo
diventa architetto intraprendendo una strada diversa, è Giovanni a portare avanti la ditta, oggi affiancato dai figli Stefano ed Elena. Accanto alla
pura arte di lavorare il legno
con una produzione completa oltre che di
serramenti anche di articoli complementari
come le porte interne in
legno massello nell’antico stile
montano (secondo fiore all’occhiello della produzione!), le scale e i complementi d’arredo personalizzati a seconda delle richieste della clientela, la ditta rimane sempre attenta alle innovazioni e
alle nuove tecniche di produzione, tanto da avere in produzione
serramenti con certificazione ad altissimo risparmio energetico
(doppio rispetto al minimo di legge), che permettono tra l’altro di
accedere agli incentivi statali di detrazione del 55% della spesa
sostenuta (in vigore fino alla fine di quest’anno). Accanto alla
tradizione artigianale c’è dunque anche una visione di implemento
degli aspetti commerciali inerenti ai serramenti e affini, quali balconi, o terrazzi che dir si voglia in PVC ad effetto legno, e garantiti senza
nessuna manutenzione per più lustri. E’ da quest’ottica di ricerca avanzata e sviluppo aziendale che nasce la joint venture con l’azienda vicentina
Porta Store. Una collaborazione che permette oggi di offrire, accanto
ai serramenti in legno di ultima generazione (fino a 92mm di sezione
con vetri a 2 camere fino a 54mm di spessore) e in PVC di uno dei più
raffinati costruttori tedeschi, anche gli ultimi ritrovati della tecnica,
come il serramento in PVC COESTRUSO con FIBRA di VETRO o le
finestre in legno di grande spessore (fino a 92mm) combinate a richiesta con un rivestimento esterno di protezione in alluminio.
Entrambe le soluzioni sono disponibili in diverse tinte del tutto
simili al legno e sono dotate di caratteristiche meccaniche superiori rispetto ai normali serramenti in PVC ed al contempo, come
questi ultimi, non necessitano di nessuna manutenzione. Inoltre,
grazie a un particolare sistema brevettato, aiutano a prevenire la
potenziale formazione di muffa che qualche volta colpisce le nostre case soprattutto dopo le ristrutturazioni: due prodotti
ultramoderni, stabili fino al limite dell’indistruttibilità, che garantiscono le migliori performance di isolamento termico ed acustico,
conferendo oltretutto un valore aggiunto all’immobile. Per far
conoscere questa tipologia di infissi di ultima generazione in questo periodo è stata allestita un’esposizione al supermercato Eurospar
di Asiago e fino ad ottobre una seconda “itinerante” il sabato mattina al mercato di Asiago, zona ponte S.Giovanni - chiesa S.Rocco.
In autunno verrà inoltre inaugurato il nuovo show-room accanto
al laboratorio, dove verranno esposte tutte le produzioni proprie e
quelle sopra citate per cui la ditta è referente sul territorio. Per
maggiori informazioni al riguardo e per preventivi è possibile
rivolgersi ad “Asiago Serramenti” di Giovanni Vescovi, Via Vescovi
4, strada Asiago – Camporovere, tel. 345 1772608: un nome che da
quasi un secolo sull’Altopiano vuol dire lavorazione del legno e garantisce produzione di serramenti di qualità, oggi con tutte le innovazioni
delle più attuali tecnologie.
Servizio Redazionale
Giovanni Vescovi con la moglie Ivana e i figli Stefano e Elena
Al Ristorante con il Caseificio Pennar Asiago
8
l’Altopiano
Sabato 20 agosto 2011
15
FOZA
Agriturismo Le Casarette, antica
malga della famiglia Bagnara
In compagnia del Caseificio
Pennar, siamo diretti in località
Campomezzavia, a circa 8 km.
da Asiago, lungo la strada che
porta a Bassano. Qui, in territorio comunale di Lusiana, si
trova l’Agriturismo Le
Casarette, ubicato alle pendici
del monte Bertiaga, nelle immediate vicinanze del
bosco: ci accolgono
il titolare Tiziano
Bagnara con la moglie Daria e la fedele
aiutante Mila. Quando serve, a dare
manforte nell’attività di ristorazione arrivano anche Elisa e
Wilma, sorelle di
T i z i a n o .
L’agriturismo, aperto nel 2003, è stato
ricavato da quella
che era la malga del
padre di Tiziano,
Giuseppe Bagnara di
Conco, mantenendone il nome: fino a
25 anni fa qui veniva prodotto anche il
formaggio, poi la
malga e i suoi pascoli vennero adibiti
all’ allevamento di bestie da carne. E’ nei primi anni del 2000
che a Tiziano viene voglia di ristrutturare la malga per dare
vita all’agriturismo, e decide di
farlo cercando di conservare
inalterato lo stabile. Sistemando gli interni, vengono ricavate
quattro stanze per un totale di
11 posti letto e una accogliente
e curata sala da pranzo con una
capienza di una quarantina di
posti a sedere. L’atmosfera è
davvero familiare, e il luogo, pur
essendo appena sopra alla provinciale per Bassano, offre
un’immersione nel verde che
regala subito una sensazione di
pace e tranquillità. Attorno all’agriturismo, tra il
verde della natura e i colori offerti dai fiori di stagione, ci si può fermare
in tutto relax a prendere il
sole, mentre i bambini
trovano angoli ideali per i
loro giochi. Grazie al suo
sito internet, ma anche al
passaparola, l’Agriturismo Le
Casarette richiama gente un po’
da ovunque: i commenti che
vengono lasciati da chi ha provato l’ospitalità del locale parlano di un ambiente in cui si
soggiorna bene e si mangia
genuino, gustando pietanze
tipiche. In stagione e quando ci
sono ospiti che soggiornano,
l’agriturismo e la sua cucina sono
aperti tutti i giorni, fuori stagione
il sabato e la domenica o in altri
giorni su prenotazione. Informazioni e contatti al n. di tel. 0424
420051, sul sito
www.agriturismolecasarette.it,
o all’indirizzo e-mail
[email protected].
la ricetta
Canederli con Mezzano dei Pennar e spinaci
Questo piatto si può preparare anche con l’Asiago
fresco, per avere un sapore più delicato o con lo
Stravecchio che offre invece un sapore più deciso. La
cottura in brodo di carne rende i canederli più gustosi.
Dall’antipasto al digestivo, squisiti
pasti con i sapori di un tempo
Arrivando
all’agriturismo
bastano pochi
minuti per immergersi nell’atmosfera
famigliare che
vi si respira e
sentirsi subito
come tra vecchi amici. In
cucina Tiziano
e Mila fanno un po’ per uno,
mentre Daria si occupa di più
dell’accoglienza degli ospiti,
anche se non manca di apportare
qualche
piccola
“aggiustatina” ad alcune pietanze, aggiungendo degli aromi
come le suggerisce il suo palato, essendo di origini sicule.
Le carni di produzione dell’azienda, i prodotti dell’orto,
le erbe spontanee, i prodotti
tipici: sono questi gli ingredienti della cucina delle
Casarette, nella quale le produzioni del Caseificio Pennar
sono particolarmente apprezzate, non solo per la bontà,
ma anche per la garanzia di
genuinità che danno. “Li offriamo sempre volentieri alla
nostra clientela – dicono –
visto che siamo sicuri di dare
loro formaggi buoni e allo
stesso tempo salutari. Apprezziamo inoltre anche la varietà offerta, compresi i prodotti speziati, come quelli a
cui vengono aggiunti cumino,
ginepro, peperoncino”. Fra le
specialità più richieste dalla
clientela, c’è un antipasto veramente sfizioso:lo gnocco
fritto (una sorta di pasta da
pane che qui preparano con
farina, acqua, sale e un po’
d’olio, senza lievito, tirata in
una sfoglia fina, tagliata a
quadrotti e fritta nell’olio) servito con crudo, speck o altri
salumi locali, e squisitissimo
nella versione tipo tortello ripieno di formaggio. Un cucina che richiama quella casalinga di un tempo: tagliatelle e
gnocchi fatti in casa con condimenti vari, canederli e
crespelle, risotti (specialità di
Mila!) con erbe di stagione e
le minestre di verdura. Tra i
secondi spiccano quelli preparati con le carni di propria
produzione, come l’arrotolato di coniglio disossato, le costate, le tagliate, gli spezzatini
e i brasati di manzo, gli arrosti di maiale e le salsicce alla
griglia. E ancora, la tosela dei
Pennar cotta in modo tradizionale e servita con sopra speck
o prosciutto. Tra i dolci, anche questi rigorosamente
caserecci, una sorta di
macafame, squisite crostate
con frutta e marmellata preparata in casa e morbidi biscotti
con uvetta e burro dei Pennar,
ingrediente capace di dare un
gusto impareggiabile alle preparazioni in cui è utilizzato. A
fine pasto non può mancare il
tocco digestivo del nocino o
delle grappe aromatizzate alle
erbe preparati da Tiziano, per
completare il tutto e concludere in bellezza.
ASIAGO PRESSATO D.O.P.
PRODOTTO DELLA MONTAGNA
Ingredienti per 4 persone:
¼ di litro di latte – 200 gr. di pane raffermo – 150
gr. di Mezzano dei Pennar – 3 uova – 200 gr. di
spinaci– 1 cipolla – 100 gr. di farina bianca – un
litro e mezzo di brodo di carne – noce moscata,
sale e pepe secondo necessità. Per il condimento:
100 gr. di burro dei Pennar, foglie di salvia, Stravecchio dei Pennar grattugiato.
Si lavano e lessano gli spinaci, e dopo averli scolati vanno strizzati e tritati. Si mette il pane (a cui si
può togliere la crosta, a seconda di come si preferisce) tagliato a dadini in una ciotola, bagnandolo
con il latte fatto intiepidire, e si taglia a dadini piccoli il formaggio. In una ciotola sbattere le uova
unendo sale, pepe e noce moscata. Far appassire
la cipolla in burro e unire gli spinaci per insaporirli,
poi fare raffreddare. Unire al pane gli spinaci, il
formaggio a dadini, le uova sbattute e aggiungere
la farina fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Lasciare riposare l’impasto per almeno 30 minuti.
Preparare i canederli in modo da creare delle palline di circa 4 cm di diametro, portare a bollore il
brodo e cuocere i canederli per circa
15 minuti. A parte preparare il condimento con burro e salvia. Scolare i
canederli e condire con il burro
aromatizzato alla salvia e completare
con abbondante Stravecchio grattugiato. Servire decorando il piatto con
qualche foglia di basilico e qualche
fettina di pomodoro fresco.
E’ di gran lunga il formaggio Asiago più conosciuto .
Chiamato anche Asiago Dolce per il delicato sapore di
latte fresco. La stagionatura varia da 30 a 60 giorni. Per
questo prodotto il Caseificio Pennar di Asiago ha conseguito il più prestigioso riconoscimento mai ricevuto da un
caseificio e cioè la medaglia d’oro all’ESPOSIZIONE
INTERNAZIONALE DI PARIGI nel lontano 1930.
8
Sabato 20 agosto 2011
LUSIANA
CONCO
l’Altopiano
16
Conco, il paese è più bello grazie al
lavoro e alla sensibilità delle donne
L’impegno di un gruppo di signore, che grazie alla collaborazione di tanti paesani, organizzano
eventi e curano l’abbellimento del centro e dei suoi dintorni finanziandosi con gli introiti della sagra
Un paese curato e ordinato, abbellito dal tocco
di colore offerto dai fiori
stagionali: è davvero un
bel biglietto da visita quello con cui si presenta
Conco. Lo stile del piccolo centro, con la piazza, la chiesa e le abitazioni circostanti, è valorizzato dalla cura con cui
sono posti i fiori nelle
aiuole e nei vari vasi che
fanno da contorno. Un
bel colpo d’occhio, dietro al quale, manco a dirlo,
c’è una mano femminile. O
meglio, ci sono più mani
femminili, quelle del
gruppetto di sei-sette donne che da qualche anno si
sono prese particolarmente a cuore il loro paese,
occupandosi di abbellirlo
durante tutto l’anno, tenendolo pulito e in ordine. E impegnandosi nell’organizzazione di numerosi eventi,
come il ricco e prolungato
programma della sagra paesana “Madonna della
Neve” tenutasi nell’ultima
settimana di luglio e nella
prima di agosto, che ha richiamato tanta gente anche
da fuori paese. “Quattro –
cinque anni fa – spiegano
alcune componenti del
gruppo – dopo aver visto
che in paese erano state un
po’ abbandonate certe iniziative abbiamo deciso di
metterci insieme, sia per
rilanciare la sagra che per
organizzare altri eventi durante tutto l’anno, come la
fiaccolata di inizio anno, il
carnevale, il “ciamar marzo”, la transumanza e altro.
E per rendere più bello il
paese, oltre a mettere i fiori
forniti dal Comune nel periodo estivo, ci organizziamo
per sistemare il paese anche nelle altre stagioni, cercando di farlo spendendo il
meno possibile, visto che i
fondi sono sempre pochi.
D’inverno, per esempio, ci
organizziamo con sacchi e
scarpe adatte, e andiamo in
bosco a raccogliere pigne,
rami secchi e tutto ciò che
può essere utilizzato in composizioni con cui abbellire le
ciotole quando non ci sono
le piantine fiorite di stagione”. Con l’esperienza queste signore hanno imparato
a dosare bene le risorse a
disposizione, cercando di
far bastare per l’organizzazione degli altri eventi quel
che viene introitato con la
sagra. Per questo si impegnano moltissimo per organizzarla al meglio in modo
che lo stand gastronomico
e il programma di musica e
ballo possano richiamare tanta gente. Viene curato ogni
aspetto, dalla qualità del cibo,
alla pulizia, fino al servizio.
Sono due i grandi tendoni che
vengono allestiti, uno è riservato all’intrattenimento musicale e al ballo, nell’altro si
cucina e si mangia. Anche
qui non manca il piacevole
tocco di piante e fiori, sia
all’ingresso che su ogni tavolo. Davvero ben organizzato il lavoro dello stand,
con la grande cucina e un
servizio eccellente: dopo
essere passati per la cassa, si viene serviti direttamente ai tavoli. E si mangia su piatti in ceramica!
“Lavorando insieme – dicono le signore – nascono e
vengono sviluppate propo-
ste, che hanno spesso più
valenze. La scelta di abbandonare i piatti di plastica è
stata di carattere ecologico,
per limitare rifiuti che, come
questi, non sono riciclabili.
L’idea iniziale era di prendere i piatti a noleggio, ma poi
il responsabile del gruppo
paesano che fa capo alla Pro
Loco di Conco ci ha spronato ad acquistarli, calcolando
che in un paio d’anni verranno ammortizzati”. Una scelta che richiede un lavoro
ancora maggiore, visto che
ci sono anche i piatti da lavare! Di certo non si risparmiamo queste donne, che
iniziano a lavorare nell’organizzazione della sagra
molti mesi prima, cercando
di portare novità e proposte volte a creare interesse, come l’idea di introdurre nello stand gastronomico la frittura di pesce, pensata per offrire qualcosa di
diverso, in aggiunta a quelli che possono essere i piatti
tipici delle sagre. Ed è un
esempio anche per gli altri
questo loro impegno, la gente apprezza e viene dunque
spronata a collaborare e
dare una mano. “Possiamo
disporre dell’aiuto di tantissime persone – dicono ancora le signore – dalle giovanissime adibite al servizio ai tavoli, disponibili e costanti, fino al gruppo della
Polisportiva che si è unito
a noi dallo scorso anno, dandoci possibilità grazie all’apporto di manodopera e forza maschile di ingrandirci
parecchio. Abbiamo poi potuto contare anche sull’aiuto di due cuochi professionisti, e molto importante è
stato il contributo di alcuni
imprenditori del posto che
hanno messo a disposizione personale e attrezzature
per montare la grande cucina. Con l’occasione vorremmo ringraziare tutti coloro che in qualsiasi modo
collaborano per la buona
riuscita della sagra paesana e degli altri eventi”. Insomma, in tanti si fa…tanto,
e si fa anche bene, e così
alla fine le soddisfazioni ripagano il grande impegno
profuso e fanno sì che le
signore di Conco, terminata la sagra, possano dire di
essere “stufe, ma contente!”.
Silvana Bortoli
8
Sabato 20 agosto 2011
l’Altopiano
17
LUSIANA
Vie e contrade in festa a Lusiana
Ritrovi conviviali nelle contrade Xausa e Marziele e in via Bose
Uomini e cani a Lusiana: Paolini
rivisita l’opera di Jack London
La serata si terrà nella “Città di roccia” il 28 agosto
alle ore 17. In caso di maltempo, sarà rinviata il 10 di
settembre. I biglietti sono già disponibili in prevendita
Il 28 agosto, alle ore 17,
Lusiana ospiterà lo spettacolo
di Marco Paolini Uomini e cani,
nel magnifico scenario del
Monte Corno, tra le installazioni
rocciose denominate “Città di
roccia”. Sin da ora, è aperta la
prevendita dei biglietti presso
l’Ufficio Turistico di Lusiana,
ma anche presso quelli di
Asiago, Vicenza, Bassano del
Grappa, Recoaro Terme,
Tonezza e Schio, oltre che nelle filiali della Banca di Romano
e S. Caterina Credito Cooperativo e in alcune rivendite, come
la Tabaccheria Ronzani, la Pasticceria Cantele, la Baita Monte
Corno e il Rifugio Granezza. Il
costo del biglietto è di 15 euro
e il ricavato verrà devoluto in
favore del progetto “Terra di
mezzo”, rivolto prevalentemente alla cultura della solidarietà e
del volontariato tra i bambini e
i ragazzi. Questo nuovo progetto di Marco Paolini prende
spunto da Jack London, scrittore statunitense noto per romanzi come Zanna bianca e Il
richiamo della foresta; il cane,
celebrato da pochi autori pur
essendo fin dall’antichità simbolo dell’amicizia tra uomo e
animale (si pensi all’episodio di
Argo insito nell’Odissea), compare nelle opere di questo scrittore come espediente per far
comprendere meglio al lettore
l’entità umana: i cani di London
fanno parte di una società parallela alla nostra, dove si innescano le medesime dinamiche,
in cui ognuno conserva il proprio carattere creando una fitta
rete di infinitesimali equilibri.
In un mondo odierno che
attualizza una modernità ormai
superata, non c’è nulla di più
autentico che assistere a uno
spettacolo che metta in scena
una serie di estratti di questo
autore, attento alla natura nella
maniera più semplice che ci sia:
raccontandola. Essa è parte integrante di una società che
spesso la respinge; è
emblematico l’esempio del racconto Bastardo, che narra la
storia di Black, padrone di un
cane a cui mette nome, appunto, Bastardo; il racconto si sviluppa narrando i contrasti tra i
due protagonisti, la volontà dell’uomo di sottomettere e
prevaricare il suo animale. In questa lotta risiede il contrasto tra
uomo e natura: “la civiltà è solo
un velo, un sottile strato di ghiaccio che per un evento inaspetta-
to, sotto il carico di un peso un
po’più accentuato, si squarcia inghiottendoci nell’abisso della
selvaggia, cupa e brutale
animalità che avevamo sperato
di scansare, ma che non può essere cancellata” (Mario Grossi,
I cani di Jack London, 26/10/
2009). A fare da sfondo a questo
meraviglioso incontro di due mondi apparentemente distinti ma intimamente complementari, sarà
uno scenario naturale: ecco che
ai partecipanti sono consigliate
scarpe da trekking e una coperta
che fingerà da poltrona per gli
spettatori, nonché una torcia per
il ritorno, un tragitto a piedi di circa una ventina di minuti. Tutto
questo servirà a inserire la platea
in medias res: “L’obliata, potente nostalgia del remoto passato
vagabondo che sommersa da secoli dormia affiora su, dell’essere dal fondo; dal brumoso torpore che la grava sorge la belva,
e la catena vile addenta e rode,
onde la tenne schiava la tirannia del vivere civile” (Jack
London, Il richiamo della foresta, 1903). Martina Rossi
Seconda festa della contrada
Xausa. I partecipanti sono stati 79, tutti originari della borgata. Dopo la messa all’antico capitello sono stati vestiti i
bambini con gli indumenti che
indossavano una volta i loro
nonni. E bisnonni. E’ stato
spiegato ai bimbi come un
tempo si giocava alla mora,
come si mungevano le mucche, si tagliava l’erba con il
“sesoloto”, si faceva la
“dressa”, le “calse” e si lavorava all’uncinetto. E’ stata
scritta in dialetto la storia della contrada Xausa che è stata
regalata a tutti i partecipanti alla
festa. In via Bose si è svolta
invece la quindicesima festa
del capitello, innalzato per una
grazia ricevuta e dedicato alla
Madonna. I coniugi Maria Rosa
Zampese e Sergio Polga, dopo
la messa celebrata dall’arciprete
di Lusiana don Valentino
Grigiante, coadiuvato da don
Lino Cechetto parroco di S.
Sebastiano in Cà Pajella a
Thiene, sono state raccolte offerte da destinare, come ogni
anno, all’asilo di Lusiana. An-
che quest’anno la cifra è arrivata a 902 euro che sono stati
consegnati all’asilo. Infine, in
Contrada Marziele sono stati
festeggiati i cento anni del capitello della Contrada. Ha celebrato la S. Messa Don
Valentino Grigiante, Parroco
di Lusiana. Il capitello è stato
ridipinto e addobbato con fiori.
E.Z.
Marco Finco domina al Master del barbiere
Al rifugio “Monte Corno” si è
svolto il “Master del barbiere”
torneo di settino per giocatori
singoli che si svolge con il metodo del “barbiere” Sergio
Pesavento che prevede la disputa di dieci puglie. Ha vinto Marco Finco di Gallio e al secondo
posto si è piazzato Pino Rossi,
sindaco di Gallio. Terzo è giunto Albino Segafredo, anche lui
di Gallio, quarto Luciano
Ronzani di Lusiana.
Al Casello del Guardia del monte Corno si è svolto un torneo
a coppie con in palio il trofeo
“Casello del Guardia-Bar Fina”.
I lusianesi l’hanno fatta da padroni conquistando le prime tre
piazze. Il podio ha visto
vincitrice l’accoppiata Giorgio
Zannoni con Eddi Pernechele;
piazza d’onore per Francesco
Cantele e Gian Paolo Grazian;
terza la coppia formata da Pio
Pozza e Nicola Forte. In quarta fila si è piazzata la coppia di
Gallio formata da Corrado e
Franco Finco.
E.Z.
Le prime due coppie classificate al Rifugio Monte Corno con
Sergio Pesavento ideatore della formula e Renzo Rossi gestore
del rifugio.
Scacchi in piazza con il 1° Torneo “Lampi di mezza estate”
Organizzato dal Circolo Scacchistico Altopiano dei Sette Comuni
in collaborazione con il Comitato Genitori Scuole Lusiana e con il
patrocinio del Comune di Lusiana è stato archiviato anche il 1°
Torneo “Lampi di mezza estate” di scacchi. La manifestazione
tenutasi nella splendida Piazzetta Marchi in Via Roma sabato 13
agosto dalle 20,30 in poi, ha visto la partecipazione di 20 scacchisti.
Due le categorie in gioco, sebbene in un unico Torneo: Under 16
ed Assoluti. La serata, climaticamente splendida, ha permesso ai
partecipanti di giocare al meglio delle proprie possibilità e capacità. Le modalità di svolgimento del Torneo sono particolari: 9 turni
da 5 minuti a testa di riflessione per ogni turno e da qui, appunto,
la definizione di Torneo “Lampo”. Buona la partecipazione dei
lusianesi ma anche degli amici di Vicenza, di Marostica e
dell’Altopiano in genere. Discreta la qualità di gioco nel suo complesso. Questi i 2 podi. Categoria Under 16: 1° Lorenzo Scarsella
(6° assoluto) con 5,5 punti su 9; 2° Corrado Graziano con 4
punti su 9 e 3° Gerardo Graziano anche lui con 4 punti su 9 ma
con un peggiore Bucholtz rispetto al fratello. Categoria Assoluti:
1° classificato Enrico Thimoty Testa con 8,5 punti su 9; 2° classificato Marco Baschirotto con 7,5 punti su 9 e 3° classificato
Daniele Zerilli con 6,5 punti su 9. Bene quindi il Circolo
Scacchistico Altopianese che piazza 2 suoi rappresentanti sul podio lasciandosi dietro i pur fortissimi amici del Circolo Scacchistico
di Marostica Stefano Zulian (4° ) e Moresco Franco (5°). Un
plauso al vincitore che è anche il Presidente del Circolo
Scacchistico Vicentino Palladio con il quale il nostro Circolo ha
attivato una buona collaborazione che siamo sicuri durerà ancora. Dopo le premiazioni: vino, soppressa e dolci per gli adulti e
“buoni acquisto per libri” per i ragazzi, il vincitore Testa ha voluto
ricordare il prossimo importantissimo appuntamento che ci sarà
a Vicenza rispettivamente l’ultimo fine settimana di settembre ed
il primo fine settimana di ottobre allorquando si terrà il 15^ Torneo Internazionale di Scacchi suddiviso in tre categorie (A, B e C)
e che l‘anno scorso ha visto tra i vincitori (torneo C) il nostro
alfiere Daniele Zerilli di Cesuna. Anche il Circolo scacchistico
Altopianese ha potuto fare, con l’occasione un annuncio ufficiale:
lo svolgimento di una tappa del 14^ Gran Prix del Veneto di scacchi della stagione 2011-2012 si terrà a Lusiana il prossimo 16
ottobre. Con la ripresa delle attività a settembre avremo modo e
tempo di parlare meglio di questa nuovissima iniziativa che riguarda il nostro territorio e che lo colloca, dal punto di vista
scacchistico, allo stesso piano di realtà molto più blasonate della
nostra. Un motivo in più per impegnarci tutti al meglio in modo da
garantire anche questa volta la nostra rinomata ospitalità. Infine
un ringraziamento di cuore a tutti coloro che hanno permesso la
realizzazione della manifestazione ed in particolare alla CartolibreriaOreficeria di Frello Caterina in Via Roma per la generosità dimostrata.
Giacomo Scarsella
8
l’Altopiano
Sabato 20 agosto 2011
18
La Reginetta del bosco e le sue damigelle
Le tre bellezze incoronate in piazza - Consegnato nell’occasione il Premio fedeltà a una coppia di turisti
L’elezione di Miss Altopiano di Asiago,
tappa del concorso Miss Blumare 2011
Asiago ha ospitato nei giorni
scorsi una tappa del concorso
Miss Blumare 2011, con l’elezione di Miss Altopiano di
Asiago, appuntamento organizzato
dall’agenzia
StudioImmagine di Thiene,
svoltosi in Piazza II° Risorgimento in pieno centro ad
Asiago. A promuovere l’evento il Comune di Asiago e il
Consorzio ProLoco & Consorzio Turistico Asiago 7 Comuni, supportati dalla
Confartigianato mandamento
di Asiago e da tanti sponsor
locali e nazionali. Una serata
intensa quella del 2 agosto,
grazie alla presenza di 18 bellissime concorrenti (una sola
altopianese), impegnate in prove con abito da sera, costume
da bagno associato ad un set
fotografico e abito a piacere
colorato. Dinnanzi ad un pubblico numeroso, una
conduzione impeccabile affidata allo showman Giampi
Michelusi e alla straordinaria
bravura di Adelina Putin. Tanti
gli spettacoli collaterali, sostenuti dalla musica dei Sismica,
dal cabaret di Peo, storico
componente dei Brusa
Jachete e dalla bravura dei
cantanti locali Valentina Stella
e Andrea Rossi. Alla fine, la
giuria composta da 15 membri, ha decretato vincitrice
Marianna Arnaldi, seguita da
Camilla Rossetto, Laura
Ghiotto, Giulia Fabris, Lisa
Fedele e Jolanda Colomba.
Prosegue
l’impegno
organizzativo nel promuovere
uno spettacolo che sta toccando tante località della penisola, e che si concluderà all’interno della nave da crociera
MSC Magnifica dal 5 al 12
novembre.
La seconda edizione della Festa dei Gemelli
Ritorna la festa dei gemelli dell’Altopiano. Ci troviamo per la
II° volta domenica 2 ottobre 2011 per stare ancora insieme
con allegria! Per informazioni telefonare: 0424 463028; 0424
- 449874; 340 2776241; 348 5114366 (ore serali).
Dopo un pomeriggio di giochi
che ha coinvolto nella piana del
Prunno circa 400 bambini, con
l’animazione di Salvo di Radio
Asiago, anche quest’anno nel
tradizionale appuntamento del
giorno di San Rocco, si è provveduto all’elezione della
Reginetta del bosco e delle sue
damigelle. La corona è andata
a Sofia Milani di Albignasego
(Padova), nipote del campione di hockey su ghiaccio Lucio
Topatigh. Sedici anni, studia
per diventare operatrice di
moda ed è appassionata di
scherma. Le damigelle sono:
Chiara Piva di Onè di Fonte
(Treviso), sedici anni, studia
ragioneria all’Einaudi di
Bassano; a tenere alto l’onore
delle belle ragazze altopianesi,
è stata poi eletta Valentina
Finco di Gallio, 16 anni, studente del Liceo Scientifico di
Asiago. Le miss del Prunno
sono state premiate in piazza
prima dello spettacolo dei fuochi d’artificio. Nell’occasione
l’assessorato al turismo ha voluto consegnare il premio fedeltà ad una coppia di turisti
provenienti da Udine,
Gianfranco Puyia e Silvana
Bovolini, che trascorre le proprie vacanze estive ed invernali ad Asiago da ben 40 anni.
PERSONAGGI
8
Sabato 20 agosto 2011
l’Altopiano
19
Domenico Corà da Cesuna
Alpino, reduce, falegname, nonno
Classe 1920, nonno Domenico ripercorre a ritroso i suoi 91 anni. Tra i ricordi: la sopravvivenza
dopo la Grande Guerra, soldato nei vari fronti d’Europa, la metamorfosi del suo Altopiano
Domenico Corà con
la divisa da Alpino
Corà Domenico da Cesuna,
Alpino del battaglione
“Trento”, caporale, falegname, impiegato, pensionato e infine nonno, di tante “responsabilità” e mansioni quella che più gli
aggrada è sicuramente
quest’ultima.
“Il saluto dei miei nipotini
al mattino – confida (qualcuno per la verità è
ormai cresciutello) è il
punto d’arrivo e nel
contempo una base di
par tenza per il futuro,
per quel che verrà dopo
di noi”. Finita la prima
guerra mondiale, dopo il
rientro dal profugato, la famiglia Corà tornò alla frazione abbandonata in fretta e furia nel 1916, per stabilirsi in quella che era stata una baracca militare.
“Ricordo che la porta si
apriva verso l’esterno,
ma quando d’inverno nevicava in abbondanza,
era un’impresa uscire,
tanta era la neve ammassata sull’uscio. Un giorno, dopo la scuola, mentre portavo a pascolare la
capretta con quelle di un
mio coetaneo, trovai infilato tra un muricciolo
l’innesco per le cariche
di lancio delle bombe. Incoscienti e ignari del pericolo lo scambiammo per
oro, si decise perciò di
spartire in parti uguali il
bottino tagliandolo in
due parti a colpi di
menara e mazza. Ma così
facendo provocammo lo
scoppio della polvere.
Decine di piccole schegge sprizzarono ovunque”.
Nel raccontare l’evento si
tocca la cicatrice ancora visibile sopra l’occhio destro.
“Caricati sul carretto del
macellaio, fummo medicati dal dottore a Canove.
Al mio amico vennero
estratti 43 pezzi di ottone, conficcati tra i vestiti
e la pelle. Uno spavento
per tutti, famigliari compresi”. Domenico ebbe
l’opportunità di studiare;
dopo l’avviamento al lavoro conseguì il diploma di
tecnico industriale. Il suo
modo di scrivere perfetto e
l’ottima tecnica grafica
contribuirono, dopo il corso alpini a Trento, a fargli
trovare posto negli uffici
militari, pur seguendo il reparto della divisione
“Punteria” nelle campagne
di Francia, Albania e Jugoslavia. Non puntò mai il fucile contro un nemico, condivise tuttavia le paure dei
commilitoni durante i bombardamenti, ma rimase uno
scritturale. A lui si deve la
storia della Brigata, oggi
depositata presso gli archivi romani, redatta passo
dopo passo da quel giovane alpino da Cesuna.
“Dopo l’Armistizio, con
molti compaesani, fui inquadrato nella TODT;
mandavamo i tronchi dei
nostri boschi laddove erano richiesti per la ricostruzione dei ponti, distrutti dai bombardamenti alleati. Finita la guerra
lavorai presso la segheria
Frigo di Canove. Insegnavo agli operai il mestiere, come squadrare e
ridurre un albero in travi
e tavole. Nonostante l’incarico di responsabilità,
l’asma non andava d’accordo con le polveri della segheria, perciò mi
iscrissi al corso per un
posto all’ufficio provinciale del lavoro. L’ottimo
piazzamento
in
graduatoria mi permise di
essere assegnato all’ufficio collocamento di
Asiago.” Da custode di
Domenico davanti all’uscio
di casa, posa per la foto
con la “canabola”, costruita
personalmente quando
lavorava presso la
falegnameria Frigo. L’attrezzo,
una sorta di calibro, serviva
per misurare la cubatura
del legname
caprette, “Menego”, diventato nel frattempo padre di
quattro figli, venne così promosso impiegato, e tale rimase
fino
all’età
pensionabile. Dall’alto dei
suoi 91 anni, egli guarda la
frazione di Cesuna, che
d’estate si riempie di turisti.
“I tempi son cambiati,
come sono cambiati gli Alpini. Ho partecipato a
qualche adunata nazionale, ma di buttarmi in quel
caos non ci tengo proprio.
Nemmeno l’Altopiano è
quello della mia giovinezza. Una volta le guardie
forestali giravano per i
boschi a piedi, e se qualcuno compiva qualcosa di
Valentino Vellar: un eroe di guerra,
ma, soprattutto, della quotidianità
In un tempo in cui i mass
media ci caricano di notizie
negative, è rincuorante sapere che c’è ancora qualcosa
di positivo da scrivere, qualcosa che vale la pena di raccontare: la storia di uomini
grandi, di eroi della
quotidianità che si sono trasformati, grazie alla propria
lealtà, in eroi imperituri.
Ecco quello che ha fatto un
nostro
compaesano,
Valentino Vellar, che, al termine della Prima Guerra
Mondiale, ha ottenuto la
Medaglia d’Argento al Valor
Militare; in data 15 febbraio
1918 così scriveva il Ministero della Guerra: “Durante
l’assalto di una postazione nemica, con nobile
esempio, nonostante gli
fosse caduto a fianco il
proprio fratello, proseguiva con fede e abnegazione nella lotta, raggiungendo fra i primi la posizione
avversaria e dimostrandosi soddisfatto di aver com-
piuto tutto il suo dovere”.
In seguito, ha ottenuto come
Caporal Maggiore degli Alpini, la Croce al Merito di
Guerra, nel 1928, quando era
già
Ministro
Benito
Mussolini.
Nel ’68, ha avuto la soddisfa-
zione di acquisire la cittadinanza onoraria di Vittorio
Veneto e, l’anno successivo,
è stato insignito del titolo di
Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto.
Il suo essere un eroe della
quotidianità, come l’ho chiamato prima, non consiste
soltanto nel conseguimento
di questi titoli, ma anche
nell’onore, nel rispetto, nel
senso del dovere, nella fedeltà e nella semplicità che
ha saputo proiettare dalla
vita militare a quella privata e familiare; prima di essere un eroe di guerra, il
signor Vellar è stato ed è
tuttora l’eroe della sua famiglia.
Lascio quindi spazio a un ritratto che ha voluto tracciare di lui la sua affezionata
nuora, tutt’ora residente ad
Asiago, che così ricorda
l’indimenticato suocero
Valentino Vellar, un eroe di
tutti i giorni.
M. R.
illegale veniva colto in
flagranza sul posto. Ora i
militari girano sempre in
fuoristrada, che controllo
vuoi fare stando comodamente seduti sul sedile di
un’auto? E quante case
nuove. Chi si occupa di
urbanistica vorrebbe far
passare i nuovi condomini
per originali residenze in
stile montano, ma nella nostra realtà le abitazione
erano povere, tirate su a
forza di stenti e sacrifici.
E nonostante tutto ne andavamo fieri”. L’orgoglio
dell’anziano si gonfia quando ci spiega che oggi il suo
interesse è rivolto verso l’orto, ove cura personalmente
la coltivazione di numerosi
ortaggi e erbe aromatiche.
Mentre si lamenta per la stagione eccessivamente piovosa, passa di corsa un nipote.
“Ciao nonno”, grida il giovane Corà senza fermarsi.
“Ciao – ribatte Domenicovà a Messa e dopo fermati
qua che devo parlarti”. Si
ode un “Va ben” provenire
da dietro l’angolo. “Ah, sti
tosi – commenta il vecchio
– sempre de corsa, anche
se i gavaria un sacco de
tempo oncora davanti. E
pensare che per no rivare
in ritardo bastaria solo
partir prima”.
Giovanni Dalle Fusine
Il ricordo di “nonno Tin”
Ogni volta che a mio marito arriva «L’alpino» mi piace leggere le pagine in cui la gente ricorda i propri “veci”.
Mio padre combatté sul fronte greco e ricevette una medaglia di bronzo; non ricordo molto di lui, perché morì quando
avevo soltanto cinque anni. Tuttavia ho conosciuto molto
bene mio suocero, che, con i suoi racconti di guerra, ha
rappresentato per me una figura importante; lo chiamavo
“nonno Tin” e amavo quando mi raccontava della Battaglia
dell’Ortigara: il freddo e la fame patiti, gli assalti e gli
appostamenti subiti, i lamenti dei feriti e le loro richieste
d’aiuto, spesso accompagnati dalla parola “mamma”.
Il racconto che mi colpiva di più era quello della morte
del fratello, avvenuta prima dell’assalto al Caldiera: il
dolore più forte era stato quello di comunicare a sua
madre il triste lutto. Quando lo riportammo sull’Ortigara,
dopo quasi quarant’anni, era talmente commosso che dovemmo scendere e allontanarci da quello che fu il teatro di
una delle più sanguinose battaglie della Grande Guerra e
della sua tragedia personale: aveva perso il fratello proprio
lì, in prossimità di una buca; ricordo che disse: “Qui non ci
tornerò più, ci sono rimasto per troppo tempo e,
in fin dei conti, qui c’è già un Vellar che rimarrà
in Ortigara per sempre”. Di lui non si è
parlato molto: era una
persona semplice, che
non amava stare al centro dell’attenzione e viveva con orgoglio il suo
essere alpino. Ho voluto ricordarlo io per l’affetto che ci legava.
La nuora
8
Sabato 20 agosto 2011
l’Altopiano
Grande appuntamento musicale
al Millepini con I Solisti Veneti
e Salvatore Accardo
Sabato 3 settembre con
inizio alle 21, nell’ambito del
prestigioso “Veneto Festival”
S’intitola “Sulle vette del virtuosismo” ed è l’ultima grandiosa manifestazione straordinaria del “Veneto Festival”
2011 (41° Festival Internazionale Giuseppe Tartini) il
concerto che – autentico
evento di arte e cultura – si
terrà sabato 3 settembre 2011
alle ore 21, al Millepini di
Asiago. Organizzata in collaborazione con l’Associazione
Turistica Pro Loco Asiago e
Sasso e l’Assessorato alla
Cultura del Comune di Asiago,
la serata vedrà protagonisti un
gruppo musicale ed un artista
la cui fama è ovunque
vivissima nel mondo. Saranno infatti “I Solisti Veneti” diretti da Claudio Scimone e Salvatore Accardo a garantire
l’eccellenza di un concerto
che si attesta fra i più importanti di questa stagione 2011.
All’ispirata interpretazione di
questi artisti saranno affidati
alcuni dei massimi capolavori
della letteratura musicale barocca e classica, autentici ca-
pisaldi dei successi di questi
grandi interpreti, brani raccolti
in un programma di indubbio
fascino stilato per esaltare la
collaborazione musicale oltremodo felice e duratura che da
lungo tempo lega il nome di
Salvatore Accardo a “I Solisti
Veneti”: da sempre infatti lo
straordinario violinista e la celebre orchestra padovana hanno stretto un’intesa artistica
dalla quale sono scaturite magistrali interpretazione di innumerevoli fra le più importanti
pagine violinistiche dell’intera
storia della musica. Una collaborazione che si rinnova annualmente con inesauste vitalità e fantasia e che quest’anno ha trovato una propria privilegiata espressione nello
straordinario appuntamento
musicale di Asiago che attende numerosi tutti gli appassionati. Per informazioni e
prevendita biglietti rivolgersi
all’Ufficio del Turismo del
Comune di Asiago - Piazza
Carli, 56 (0424 464081).
La cimbritudine di “Stoan Hangel un de
Klankallen” al Teatro Millepini di Asiago
Una serata divertente e a
tratti commovente, quella
del 13 agosto, con
l’intrattenimento
di
“Pierangelo Tamiozzo e i
Maggiociondoli”.
(Stoan=Pier/Pietro;
Hangel=angelo.
I
maggiociondoli sono fiori a grappolo, che smossi
dal
vento
sembrano...campanellini).
La serata è stata promossa dal Comune di Asiago
e dalla Cassa Rurale di
Roana. E’ la seconda volta che lo spettacolo del
maestro Tamiozzo si tiene
al Millepini, con grande
successo. Già dall’esterno dello stabile, arrivando, si entrava nell’atmosfera con l’accoglienza
dei campanacci suonati
da malgari con le lederhose, il sarner e la piuma
di forcello sul cappello.
Organizzatore - come il
solito quando c’è di mezzo l’antico idioma - il
Prof. Sergio Bonato,
mattatore sul palco perfino come cantante. Per i
saluti dalla Comunità
Montana e dal Comune di
Asiago, Lucio Spagnolo e
Roberto Rigoni. Spagnolo
ha ricordato come da bambino, la nonna alla sera lo
facesse pregare con lei:
un’ Ave Maria, prima in
latino, poi in cimbro, quella che la nonna sentiva più
sua! In programma, varie
canzoni cimbre, celtiche o
in mix veneto/cimbro:
“Ramalock”, “Schella
Marz”, “Ovi polenta e
kraut”… tratte dal Cd
“Liid dar Zimbarn”. Sul
palco i bambini del coro di
Treschè Conca e quello dei
genitori; due esibizioni del
gruppo folkloristico e un
saluto in cimbro di Luca
Rodeghiero. Dopo la parte canora, la visione del
DVD, girato da Tamiozzo:
“Zeèlighen Baiblen”: la
leggenda delle beate
donnette, con la partecipazione del ballerino belga
Thierry Parmèntier. Due
ore passate in un lampo,
come sempre accade
quando il palcoscenico è
vario, dinamico, coinvolgente. Beppa Rigoni Scit
20
L’allettante programma della serata
Sarà l’esuberante allegria di Gioachino Rossini ad inaugurare la serata con la sua Terza Sonata in do maggiore, composta all’età di soli tredici anni, cui seguirà immediatamente quel capolavoro ineguagliato di ironia musicale che è la Sinfonia in do maggiore n. 60 di Franz
Joseph Haydn. Intitolata “Il Distratto” essa fu composta nel 1775 ed è probabilmente la sinfonia di Haydn più
ricca di colore. Si basa sul tema della distrazione e con
scanzonata fantasia il Compositore utilizza questo soggetto per arricchire la musica di effetti scenici talora affidati alle sole note (quando ad esempio il discorso sonoro si interrompe comicamente oppure svanisce in impercettibili pianissimo... come se gli interpreti pensassero
ad altro), talora chiaramente indicati in partitura (come
all’inizio del Finale ove l’Autore annota che i musicisti
devono interrompere l’esecuzione per accordare gli strumenti, dato che il Direttore, distrattamente, si è lanciato
nell’esecuzione dimenticando di farlo fare...). Ma è anche pagina di alto virtuosismo d’insieme, come sommamente virtuosistico – in questo caso per il solista, che la
sera del 3 settembre sarà Salvatore Accardo - è il Concerto in re maggiore op. 3 n. 12, geniale capolavoro di
Antonio Locatelli che lo volle intitolare “Il Labirinto Armonico” per la complessità della sua struttura armonica,
aggiungendovi addirittura, non senza una filo di ironia, la
dicitura Facilis aditus, difficilis exitus (facile entrare
ma difficile uscire)! E sarà infine il Classicismo con la
“C” maiuscola, quello del più grande genio della storia
della
musica,
Wolfgang Amadeus
Mozart, a suggellare
la magnifica serata
con lo splendido
Concerto in sol
maggiore K 216
per violino e orchestra, una delle pagine violinistiche più
celebri e popolari di
Mozart. Una delle
più alte vette virtuosistiche di tutti i tempi!
Chiude la ricca stagione estiva
di Artemusica con i talenti del
laboratorio “Maestro di te stesso”
In conclusione della stagione estiva
2011, l’Associazione Artemusica di
Roana propone per
il 23 agosto alle 21,
presso la sala Santa Giustina di
Roana, il concerto
dei migliori talenti
del laboratorio
“Maestro di te stesso”, tenuto dai maestri Federica
Righini e Riccardo
Zadra. Entrambi
docenti di Pianoforte presso il Conservatorio di Vicenza,
e di Psicofisiologia
dell’esecuzione musicale in
diversi conservatori italiani,
nell’aprile 2010 hanno pubblicato il libro Maestro di te
stesso. PNL per musicisti
(edizioni Curci) che ha ottenuto uno straordinario successo editoriale. L’intento è
quello di fornire non solo ai
musicisti ma anche a professionisti e a quanti ne avvertano l’esigenza, strumenti efficaci per incrementare la
loro creatività e migliorare le
loro performance. Nel 2004
il loro progetto di
“Psicofisiologia dell’esecuzione musicale”, è stato approvato dal Ministero del-
l’Università e della Ricerca
che lo ha inserito tra le materie dei corsi accademici di
secondo livello nei Conservatori italiani. Da alcuni anni
la loro attività si è ulteriormente sviluppata nella creazione di percorsi individuali di
coaching per musicisti professionisti interessati a superare difficoltà psicofisiche
specifiche e personali, quali
problemi tecnico-posturali,
blocchi della memoria, paura del pubblico. Il concerto è
ad ingresso libero. Seguirà
un piccolo rinfresco.
Per informazioni: www.
artemusicaroana.it
8
l’Altopiano
Sabato 20 agosto 2011
21
Il Museo “Le Carceri” e le grandi mostre d’arte:
la cultura che qualifica l’offerta turistica
Il museo: luogo di cultura,
opportunità di crescita culturale, stimolo per aperture di
nuovi orizzonti mentali, percorso emozionale che arricchisce. Asiago ne ha uno
bellissimo, ricavato nelle ex
carceri. Un vero gioiello, che
merita di essere valorizzato,
che sta crescendo di anno in
anno ospitando, specie nei
periodi di grande afflusso turistico, ma anche fuori stagione, mostre d’altissimo livello, molto qualificanti per
l’offerta turistica asiaghese.
Da qualche tempo le organizza, le cura e le allestisce
Negli ultimi anni si sono susseguite esposizioni d’alto livello e di
grande successo. Le organizza e le allestisce, con passione, il
gallerista asiaghese Nino Sindoni con l’Associazione Buffetti
uno che di arte se ne intende, un grandissimo appassionato del settore, il gallerista
Nino Sindoni con la preziosa
collaborazione dell’Associazione Alberto Buffetti. Il
Comune di Asiago in sostanza mette a disposizione la
struttura ed ha a carico il
personale: un’operatrice
museale, Silvia Spolverini, e
altri collaboratori.
“Scegliamo noi gli artisti da
proporre e ci occupiamo di
tutto. Queste operazioni costano tempo, soldi, tanti soldi,
e impegno, ma cerco di realizzarle al meglio, perché mi
piace far le cose per bene,
per amore dell’arte, anzitutto, e per un senso di responsabilità verso il mio paese”
sottolinea Nino Sindoni.
“Nelle mostre allestite di re-
cente, con artisti di indiscusso pregio, alcuni dei quali
sono presenti anche alla
Biennale, – spiega – sono
state esposte solo opere davvero importanti che altrimenti
si possono vedere nei grandi
musei, in alcune mostre nelle grandi città e che in gran
parte appartengono a collezionisti”.
E il pubblico, esperto e non,
Le visite guidate e i laboratori didattici
così le stanze museali prendono vita
Far vivere il museo. E’ questo il ruolo in particolare di Lucia
Spolverini, operatrice museale che ricopre l’incarico di responsabile del museo affidatole nel 2009 dall’assessore al
turismo Roberto Rigoni. Lucia, 39 anni, appositi studi alla Cà
Foscari di Venezia, che tuttoLucia Spolverini
ra proseguono, per operatrice museale in ambito archeologico e artistico, si occupa
con competenza delle visite
guidate al museo. Ma la cosa
che più ama fare e che lei
stessa ha introdotto per la prima volta nel 2009 in occasione della mostra dedicata all’artista locale Giovanni Forte Sceran, sono i laboratori
In Comunità Montana la mostra organizzata dal Cenacolo artistico “Nodo insolito”
grado di collegare i lavori in
mostra, ma piuttosto di un
incontro, un modo per far
dialogare, nel tempo limitato
di una mostra, poetiche individuali e fortemente caratterizzanti. La rassegna, che verrà inaugurata il 26 agosto 2011
e che rimarrà in calendario
fino a domenica 4 settembre,
offre un ampio panorama artistico, senza enfatizzazioni, nel
quale si possono ammirare
opere realizzate con svariate
tecniche come: pittura, scultura, tecniche miste, scultura
di luce. Opere che, oltre che
per la tecnica di realizzazione,
sono importanti per il sapiente
racconto che propongono.
Esporranno i loro lavori gli ar-
Stefania Longhini
Nino Sindoni
per bambini e ragazzi. Un progetto al quale hanno aderito
tutte le scuole dell’Altopiano e che quest’estate è stato proposto in via sperimentale per i turisti con due appuntamenti
che hanno avuto una massiccia partecipazione e riscosso
un buon successo. “Partendo dal presupposto che accanto all’osservazione, il visitatore deve anche essere
guidato ed “educato” all’arte – spiega Lucia - ai bambini, in modo costruttivo e
formativo, viene data la possibilità di giocare con l’arte
con un approccio che è prima visivo e poi pratico,
tattile e manuale”.
Mille colori, un solo cuore
Sarà la Sala della
Reggenza della Comunità Montana dei
Sette Comuni ad
ospitare il prossimo
appuntamento
espositivo
del
Cenacolo artistico
“Nodo Insolito”. La
rassegna “Mille colori, un solo cuore” propone una selezione di
oltre 50 opere, realizzate da importanti
protagonisti della scena artistica contemporanea regionale ed italiana.
In questa occasione il
Cenacolo artistico “Nodo
Insolito” mette a confronto
l’identità di artisti molto diversi tra loro per il modo di
affrontare il mezzo espressivo, per i processi linguistici, gli esercizi di stile e per i
soggetti affrontati nelle loro
opere. Gli artisti del
cenacolo operano ognuno
secondo la propria ispirazione e scelta tecnica, senza
concertazione o confronto,
senza sovrapposizioni, in
assoluta libertà d?azione e
di tempo. Non si tratta quindi di un’indagine tematica in
sembra non mancare e gradire. Lasciamo parlare i numeri: nell’estate 2009 la mostra di Scalco ha registrato
5000 visitatori, l’estate scorsa c’era Cremonini che ha
attirato 4500 visitatori , Ettore Greco, dal 15 aprile al 26
giugno, con apertura solo nel
weekend, ha avuto 1300 visite. Sta avendo molto successo la mostra di Maurizio
Bottoni, con ingresso libero,
che rimarrà aperta tutta
l’estate fino al 9 ottobre.
E intanto Nino Sindoni e l’associazione Buffetti stanno già
organizzando l’esposizione di
Natale che vedrà la presenza ad Asiago di uno dei più
apprezzati artisti italiani del
momento
Matteo
Massagrande, pittore e
incisore padovano le cui opere si trovano in numerosi
musei, chiese, collezioni pubbliche e private. Per l’occasione l’artista sta preparando dei quadri dedicati
all’Altopiano che troveranno
posto in un’unica stanza al
piano superiore del museo.
Anche questo sarà un appuntamento di spessore.
tisti
Emilio
Casarotto, Claudio
Cenci, Feliciano Dal
Prà, Luis Desideri
Lino Lanaro e Florio
Pozza. Con questa
edizione di “Mille colori, un solo cuore”
non solo si intende
sollecitare un naturale confronto tra gli
artisti, ma soprattutto si cercherà di
catturare l’attenzione di un pubblico composito,
trascinandolo piacevolmente in un’esperienza finalizzata ad una consapevole riflessione critica sui diversi
contenuti estetici ed espressivi trattati. La rassegna
“Mille colori, un solo cuore”, organizzata dal
Cenacolo artistico ?Nodo Insolito? in collaborazione con
la Comunità Montana-Spettabile Reggenza dei Sette
Comuni, è a cura di Gian
Luigi Bonfante. Inaugurazione Venerdì 26 agosto alle
ore 18,00. Ingresso gratuito. Orari mostra: tutti i giorni, escluso lunedì, ore 16,00
- 19,30. Sabato e festivi ore
10,00-12,30 / 16,00 -19,30.
L’ECCELLENTE PENNELLO
DI MAURIZIO BOTTONI
Usa la tempera all’uovo, macina i pigmenti, incide con il
bulino, incamotta le tele. Colloca i soggetti al centro dello
sfondo scuro in una pacato immobilismo, li spoglia di qualsiasi inutile orpello, li illumina e
non li abbaglia. Maurizio Bottoni dipinge nel suo studio milanese incurante dei venti di
fronda che pervadono la scena artistica contemporanea.
Ci si potrebbe ripetere e ancora definirlo “fiammingo” o
il “Dürer italiano” per quelle
zolle erbose degne di un erbario,
dove tutto è riconoscibile, non
schedato ma poeticamente descritto, o per le calligrafiche incisioni dove l’indugio sul tratteg-
gio dichiara la padronanza del
dettaglio minuto. Una pittura
sensoriale la sua. E non solo perché consacrata alla vista. Le
scorze rugose delle sue pendule
zucche suggeriscono sensazioni tattili. Formaggi stagionati,
canestre di biscotti e bicchieri
di vino sobillano istigazioni
olfattive e gustative. Ronzii
fastidiosi paiono giungere dagli insetti assalenti il pane o il
teschio. Perfino il viaggio muto
della neve che cade e il frullio
delle ali d’un barbagianni sembrano planare sul nostro orecchio. Ma si percepiscono anche la penetrante umidità del
bosco, l’impalpabilità di un
soffione di tarassaco, l’orrore
di una testa mozzata servita su un vassoio. E’ un
provocatore questo artista.
Il suo pennello detta un’ingiunzione emotiva: ci diffida dal guardare i suoi dipinti senza provare nulla.
Qui l’impassibilità non esiste. Le immagini ci attivano nel cuore sintomi di stupore, elogio, ripugnanza,
sollievo. La sollecitazione
ottica, per quanto decisa,
è perdente al confronto di
quella mentale perché l’occhio
gode ma l’immaginazione
s’invola, risucchiata dai notturni
stellati, dai rocciosi paesaggi,
dalle foreste muschiate. Capacità di osservazione, abilità tecnica, pennello meticoloso rendono i colori, le ombre, i volumi, la resa dei materiali e delle
atmosfere magistralmente veritieri. Ci si potrebbe sbagliare
e definirla pittura ruffiana per
via di quell’adescamento dell’occhio dovuto alla piacevolezza estetica, invece è solo ottima pittura. E’ un grande evento per Asiago accogliere al
Museo “Le Carceri” i dipinti di
uno dei migliori maestri italiani
contemporanei. La mostra è
visitabile fino al 9 ottobre. Aperta tutti i giorni 10.00/12.30-16.00/
19.00 e dal 11/9 sabato e domenica.
Cinzia Albertoni
8
Sabato 20 agosto 2011
l’Altopiano
22
La mostra di Fracaro e Prandina
ARTE
Uno degli appuntamenti cult
di questo fitto mese di agosto è stata l’inaugurazione
della mostra d’arte del 10
agosto scorso, che terrà
aperti i battenti fino alla
prossima domenica 21. Due
gli artisti espositori: l’artista
Massimo Fracaro, ormai ad
alti livelli nel mondo della
scultura e Gino Prandina, il
“pittore dell’interiorità”. A
presenziare, la critica d’arte M. Lucia Ferraguti, che
da quando ha incontrato
Massimo...non lo molla più!
Teniamo a citarLa espressamente, consapevoli che
ciò che abbiamo davanti ci
coinvolge e commuove, ma
nessuna parola sarebbe in
grado di trasmettere effica-
In Comunità Montana un appuntamento imperdibile per gli appassionati d’arte
Esposte le opere di uno scultore e un pittore tra i più apprezzati nel Vicentino
cemente la visione artistica di Fracaro:
“C’è un’incisività coerente, un’interiorità
sensibile, nelle sculture di Massimo. Per lui
recuperare la figura è
un modo di evocare la
natura sentita e vissuta del suo Altopiano.
C’è un’incisività coerente, un’interiorità
sensibile, nelle opere
di Massimo. Accade
così che le sculture,
alcune a grandezza
quasi naturale, vivano di
questi sentimenti remoti e
siano la risposta - nella plastica delle libere figure
umane, che lo ispirano e incantano. Le opere parlano
di Lui (e dell’ambiente in
cui vive) e del loro bisogno
interiore di esistere: posseggono fine eleganza, verità gestuale, familiarità negli intenti. Fracaro scolpisce
La mostra fotografica di Valeria Lobbia
GRAFICA ALTOPIANO
In uno smagliante pomeriggio
di metà agosto nella sala
espositiva del museo delle tradizioni cimbre dell’Istituto di
Cultura Cimbra (che inaspettatamente ben si presta a far
convivere assieme agli antichi
attrezzi un’esposizione così
innovativa e stupefacente
dove la contrapposizione è
evidente ma non stridente: antichità e modernità insieme),
scopriamo uno dei tanti talenti
di questa giovane “di belle
speranze”, come si suol dire.
Piano, le sue di speranze sono
già ben consolidate. Gli anni
della formazione culturale e del
master in energie rinnovabili,
sono acqua passata. Oggi, la
“nostra” - malgrado la giovane età - sì è ritagliata il proprio spazio nella vita. Ma non
è sotto questa luce che oggi la
vediamo. La luce che ci mostra nel ruolo inaspettato di
fotografa, è tutta interiore. Lei
fotografa sé, il sé o “io interiore”, catturando con lo sguardo che ti segue (come la
Gioconda di Leonardo) e la
teste, busti e nudi, figure intere solitarie
ed espressive in terracotta, legni diversi
e fusioni di bronzo.
La sua è un’arte in
perfetto equilibrio tra
“il colto e il popolare”, gentile e sensibile, possibile non
solo per perizia e conoscenza tecnica.
Lo regge la necessità espressiva di realizzare forme come
scelta radicale della
sua esistenza”. Quanto a
Gino Prandina, è un pittore
che da 30 anni utilizza varie tecniche espressive,
come l’uso del bitume e
dell’acrilico, che rilevi vistosamente e grazie al lavoro, che lo porta a contattare più persone e a conoscere i segreti turbamenti
dell’animo
umano,
interiorizzarli ed esprimerli
attraverso l’arte. Abbiamo
chiesto a Lui direttamente
di leggere il suo mondo di
artista visionario: “Il vortice delle emozioni si gioca
sulla tela come nella vita,
ma lascia trasparire un fondo di speranza, un orizzonte limpido e azzurro”. Concludiamo rilevando come il
senso di pacificazione, di in-
nocenza, di universalità, che
le opere di Massimo
Fracaro trasfondono, fanno
da tampone alla sensazione coinvolgente e toccante
di umanità, di introspezione
psicologica psicanalitica
quasi, che i dipinti di Gino
Prandina trasmettono.
Beppa Rigoni Scit
Il roccambolesco noir di Alberto Belloni
gestualità bloccati in un frame,
gli occhi di chi osserva. L’effetto è inquietante e rasserenante allo stesso tempo. I suoi
autoritratti sono i ritratti di un
guitto, di un burattino, di una
bambina, di una donna. Al nostro: “Dove fotografi?”, risponde: “A casa mia ho uno
studiolo, dove provo e riprovo
e scatto continuamente”.
“Come ti è nata questa passione?” “Ce l’ho da sempre,
ma solo da poco ho acquisito
tecnica e tecnologia: ho acquistato una Nikon D 90 digitale
e iniziato a lavorare col gruppo dei fotografi altopianesi, che
mi hanno trasmesso e mi trasmettono di continuo conoscenza, esperienza e stimoli
culturali. A loro devo molto.
Comunque, in una foto il 20%
è fatto dalla composizione, dal
soggetto ma l’80 dall’interpretazione di chi scatta, da ciò che
sente e vuole trasmettere”. Gli
autoritratti, pervasi di malinconia,
di pacata tristezza che traspare
da quegli sguardi immortalati per
sempre, hanno un che di sospeso: senti l’attesa, la domanda, ma
vi rilevi anche saggezza e consapevolezza. Perbacco!La mostra è aperta fino al 21 agosto,
dalle 16 alle 21).
B.R.S.
Un happening fuori dagli
schemi quello di mercoledì 10
agosto in un luogo noto per il
mondo fantastico che lo compenetra: la presentazione
del noir rocambolesco a
carattere storico/esoterico,
ambientato durante la seconda guerra mondiale
scritto da Alberto Belloni.
Due le locations in cui i
quattro protagonisti si muovono: le città di Parigi e Venezia, assai familiari all’autore, che dichiara: “Ho
avuto l’impressione di
giocare di continuo a rimpiattino con la storia, utilizzandola a più riprese,
come puro pretesto narrativo”. L’intento non era
quello di farne un romanzo
storico, pur con la dovuta
attenzione a episodi ed
eventi storici realmente accaduti. La trama si svolge
attorno al furto di un lingotto d’oro dall’origine ignota,
che vede coinvolta la massoneria e le alte sfere
vaticane (IOR/ Mons.
Marcinkus). Un breve
excursus.
“ Nel
1941, alcuni soldati
italiani scoprono in
una grotta del
Montenegro un immenso tesoro. Durante il trasporto in patria,
il convoglio viene attaccato dai nazisti, i
preziosi trafugati e un
ufficiale ci rimette la
pelle. I suoi tre giovani amici, giurano di
volerlo vendicare...” Il
libro, edito da
“Prospettivaeditrice”,
è reperibile in varie librerie
della pianura (come Galla), in
corso Palladio e, su ordinazione, anche in Altopiano, al
costo di 14 euro. E’ un libro
affascinante e coinvolgente,
va letto.
Beppa Rigoni Scit
8
Sabato 20 agosto 2011
ATLETICA
Bella. Alta e bionda. Solare e
cordiale. Un piacere conoscere Manuela Levorato, velocista veneta, campionessa a vari
livelli. E’ un misto di dolcezza
e determinazione. La dolcezza di una donna che ha superato la trentina, che ha avuto
la bella fortuna di diventare
mamma, appagata della sua
vita e del suo mestiere; la determinazione di un’atleta dotata e capace che ha superato tante sfide e vuole vincere
la sfortuna di un infortunio che
quest’anno ha un po’ rallentato la sua corsa verso le Olimpiadi del 2012, ma che certo
farà di tutto per esserci a quell’importante appuntamento. La
incontro sulla pista in tartan del
campo Andrea Zotti di Asiago,
l’Altopiano
Dalla pista di Asiago Manuela Levorato
lancia la sua sfida verso Londra 2012
luogo che, nonostante questo
agosto meteorologicamente
bizzarro, ha trovato ideale per
la sua preparazione. Non sapeva che qui ci fosse una struttura adatta alla sue esigenze,
nonostante l’altopiano lo conosca da una vita. “Ho passato
le mie vacanze ad Enego per
un sacco di tempo, fin da bambina. I miei mi portavano lì
perché l’altitudine era adatta
ad una bimba malata, con problemi polmonari. Raccontarla
adesso c’è da non crederci,
ma è proprio così. Mia madre
poi è rimasta affezionata ad
Enego dove torna ogni anno,
ormai in paese la conoscono
tutti. E’ stato bello anche per
me tornarci e soprattutto portarci mia figlia”. Di stanza
dunque ad Enego, ogni giorno
arriva ad Asiago per il suo allenamento.
Come va con il recupero fisico? “Sto bene, a fine agosto
comincerò a fare qualche gara,
sono stata ben seguita da tutto il
mio staff e anche qui ho trovato
persone competenti e capaci, in
particolare ho conosciuto una
massaggiatrice eccezionale
Manuela Gheller con la quale mi
trovo davvero molto bene”.
Vederla allenarsi da sola mi
stupisce un po’… “Ho avuto uno scontro fortissimo col
mio allenatore storico…per il
momento mi arrangio; esperienza ormai ne ho e poi sono
seguita dai preparatori della
mia squadra, l’Aeronautica”.
Gli obiettivi per la prossi-
Ha spento 17 candeline il Torneo di Calcio a Cinque “Mittelwalt”
Il “Ristorante Cluny Lavarone”
vince l’edizione 2011
A Mezzeselva gare molto intense e consueto successo di pubblico
Il “Trofeo Mittelwalt” diventa sempre più appuntamento
tradizionalmente <forte> della prima parte dell’estate per
quanto riguarda i tornei di
calcio a cinque, capace di
confermarsi anche per l’appena conclusa 17^ edizione;
ed anche quest’anno sul
campo della frazione roanese
non sono mancati agonismo
qualità e spettacolo, cosa che
ha evidentemente soddisfatto gli organizzatori storici ed
infaticabili della Pro Loco di
Mezzaselva, presieduta da
Franco De Guio. Conferma
del successo la sempre numerosa affluenza di pubblico che ha assistito alle varie
partite dal primo turno di lunedì 4 fino alla finalissima del
22 luglio. Otto le formazioni
ai nastri di partenza, divise in
due gironi da 4 squadre ciascuno, che si sono date battaglia per il consueto ricco
montepremi in denaro per le
prime quattro, oltre a coppe
23
ed altri premi.
Per la <zona calda> delle
semifinali sono salite l’intensità e la tensione agonistica
del torneo; nella prima semifinale il “Living Bar” di
Asiago ha avuto ragione del
“Zanzi, vino e dintorni” per 8
a 3, mentre nella seconda il
“Bar Comparin” di Rotzo è
stato sconfitto di misura, 3 a
4, dal “Ristorante Cluny
Lavarone” di Valdastico.
Venerdì 22 luglio serata conclusiva del torneo con la disputa delle finali; la finalina
per il terzo posto ha visto il
“Bar Comparin” aggiudicarsi il bronzo a spese del
“Zanzi, vino e dintorni”, battuto per 8 a 7. Momento clou
quello della finalissima,
spettacolare e combattuta;
alla fine ha avuto la meglio la
formazione del “Ristorante
Cluny Lavarone” che ha regolato per 4 a 2 il “Living
Bar”. Al termine le festose
premiazioni; primo premio di
1.000 euro, oltre al Trofeo
Mittelwalt, per il “Ristorante
Cluny Lavarone” (formazione di Valdastico che, con altra sponsorizzazione, aveva
già vinto l’edizione 2010), 400
euro per il “Living Bar”, 200
euro al “Bar Comparin” e
100 euro al “Zanzi, vino e dintorni”. Premiati anche come
miglior calciatore del torneo
Marco Fracaro (Living Bar
Asiago), miglior giovane promessa Cesare Azzolini (Bar
Sport Asiago), miglior portiere Kevin Dal Pozzo (Punto
Sma Roana); il titolo di
capocannoniere del torneo
(con 15 reti segnate) è andato a Simone Sartori (Bar
Comparin Rotzo), mentre la
coppa disciplina è stata
assegnata alla
U.S.
Stoccareddo 2000.
Soddisfazione degli organizzatori che hanno dato a tutti
appuntamento all’anno prossimo per l’edizione n° 18.
Cesare Pivotto
ma stagione? “Ci sono tanti
appuntamenti importanti: i
Campionati Italiani ai quali personalmente tengo molto, gli
Europei e poi ovviamente le
Olimpiadi 2012 a Londra che
inizieranno a fine luglio. Nonostante i miei 34 anni, credo
di potere dire ancora la mia!”
E’ bello vederla allenarsi qui;
insieme a lei in questo
weekend c’è anche la squadra delle promesse del Comitato Regionale Veneto di Atletica leggera (velocisti,
mezzofondisti e marciatori).
L’augurio è che Asiago possa
tornare in auge come località
idonea alla preparazione di
questi fantastici atleti, come
lo è stata in passato.
Stefania Longhini
Torna a settembre la Sleghe Lauf
Il prossimo 17 settembre, con inizio alle ore 18.00 nel centro storico di Asiago si svolgerà
la 2^ Sleghe Lauf Città di Asiago (Sleghe = Asiago in cimbro e Lauf=gara), gara di corsa su
strada di 10.000 metri compresa nel calendario nazionale FIDAL. Sono previsti 4 spettacolari
giri da 2500 m con un dislivello di circa 15 m a giro. Trattasi di un circuito completamente
chiuso al traffico che è stato definito dagli atleti di punta, che hanno partecipato alla prima
edizione, bello, tecnico, veloce e nel quale è impossibile annoiarsi. Alla prima edizione vinta con
il tempo di 30.55 da Said Boudalia, cat. Maschile, e Silvia Sommaggio 37.03, cat. Femminile,
hanno preso parte 180 atleti. Lungo il percorso ad applaudire ed incitare tutti i podisti in gara vi
erano centinaia di spettatori nonostante il tempo minacciasse pioggia. Il GSA Asiago, gruppo
sportivo organizzatore, che recentemente si è aperto alla corsa costituendo un’apposita sezione dell’associazione, così come il comune di Asiago, si stanno impegnando al fine di far diventare tale gara un evento importante nel panorama podistico italiano e quindi di prestigio per la
Città di Asiago. Anche quest’anno si attendono atleti importanti ed un gran numero di appassionati podisti. I primi saranno premiati come indicato nel regolamento ma tutti i Partecipanti
riceveranno una canotta tecnica ed un pacco gara con prodotti tipici di qualità. Merita citare
che uno degli sponsor regalerà al 400° arrivato uno Ski pass unico “Sciare l’Altopiano di
Asiago”. Il progetto Sleghe Lauf ha coinvolto innumerevoli sponsor tra i quali alcuni albergatori e ristoratori locali che hanno sostenuto e sosterranno l’evento offrendo anche prezzi speciali per gli atleti, i familiari e gli amici che pernotteranno ad Asiago nel fine settimana della
gara. Nel pomeriggio e prima della gara, tempo permettendo, è programmato un giro gratis per
i bimbi degli atleti e degli accompagnatori, sul trenino Lillipuziano di Asiago.
Discesa
panoramica
verso Lusiana e
la pianura
8
l’Altopiano
Sabato 20 agosto 2011
24
Successo straripante per il torneo Ekkele a Gallio
“Stoccareddo” mette tutti in fila
20 le squadre al via per tre settimane di grande spettacolo seguite da un grande pubblico
Sabato 13 agosto si sono
spenti i riflettori sulla 7° Torneo “Ekkele” di calcio a 5,
edizione contraddistinta da un
sempre crescente consenso a
tutto tondo, dalle squadre che
dimostrano di apprezzare molto non solo lo splendido teatro
(il campo in erba sintetica e le
strutture del Centro Parrocchiale, gentilmente messi
come sempre a disposizione
dal Parroco don Lauderio) ma
anche l’organizzazione dinamica ed efficiente affidata ad
un gruppo di volonterosi e brillanti giovani appassionati
galliesi. Venti le squadre iscritte al torneo (sarebbero andate oltre ma l’organizzazione ha
dovuto chiudere raggiunto tale
preannunciato limite per problemi di calendario) che, divise in quattro gironi da cinque,
hanno dato vita ai serrati e
combattuti gironi della fase eli-
minatoria, serate in cui il Centro Parrocchiale ha sempre
visto una notevole affluenza di
pubblico, vero cuore pulsante
delle serate galliesi. Le ultime
quattro intensissime giornate
sono state un crescendo emozionante ed avvincente, per
quanto visto in campo ma anche sugli spalti, e hanno proposte le sfide fra le protagoniste prima dei quarti poi delle
semifinali fino alla scintillante
Amichevole di calcio
Cesuna vs Zaleti: 5-5
Risultato dal sapore
tennistico per questa classica amichevole di mezz’estate. Cesunesi contro Zaleti,
giocata al campo Pineta di
Cesuna ha rischiato di essere condizionata dalle bizze di
Giove pluvio, che da settimane sta rendendo difficile la
vita agli organizzatori di manifestazioni ed eventi ad uso
e consumo di turisti e villeggianti. Il miracolo tuttavia si
è presentato al fischio del
bravo arbitro federale Giovanni Zigrossi, sempre attendo a sedare gli animi dei calciatori più esagitati. Al numeroso pubblico accorso
sugli spalti, è stato offerto
spettacolo e goal con contorno di vero agonismo. Partita
comunque tutta in salita per
gli ospiti forestieri, sempre
sotto di una rete e perciò costretti ad inseguire il goal,
fino al conclusivo 5 a 5, raggiunto quando le nuvole, ormai esaurita la pazienza,
decidevano di rovesciare
sul campo quanto trattenuto per novanta minuti di gioco. Un pareggio alla fine
che accontenta soprattutto
gli ospiti, memori dei risultati negativi messi in
bacheca negli anni passati.
Strette di mano al termine
delle ostilità e la promessa
di riproporre la singolar
tenzone nel 2012. Cesuna:
Davide Frigo, Paolo Frigo,
Simone Rigoni, Alberto
Loser, Francesco Rossi, Gabriele Valente, Massimo Frigo, Giulio Valente, Andrea
Zordan,, Lorenzo Valente,
Rossi Andrea, Giovanni
Strazzabosco, Pallino Martello. Zaleti: Giuseppe Dalle Fusine, Claudio Clementi, Giuseppe Zilio, Mattia
Parlato, Stefano Parlato,
Marco Sadocco, Valerio
Radames, Mattia Clementi, Luca Sadocco, Sandro
Benvegnù,
Andrea
Luccarda, Giulio Vettori,
Marco Minda, Giuseppe
Luongo.
G.D.F.
La formazione del Cesuna
serata conclusiva dedicata alle
finali, caratterizzate da un successo di consensi con un vero
e proprio bagno di folla che ha
seguito con attenzione e partecipazione gli eventi in campo per poi approfittare del gustosissimo stand gastronomico
(spettacolare porchetta e gustosissimi galletti allo spiedo)
e della musica dal vivo per
passare una splendida serata
ferragostana. Nella semifinale per il bronzo, dopo un primo
tempo finito in parità (3-3) la
“Autotrasporti Tagliaro” piazza il break decisivo nei minuti
iniziali del secondo tempo andando fin sul 3 a 7; vano il pur
generoso tentativo di rimonta
dell’”Amplexia” che riesce
solo a ridurre i toni della sconfitta finale.
Equilibratissima e vibrante la
sfida per il successo finale;
anche in questo caso primo
tempo con molte emozioni ma
che finisce a reti inviolate; nella
ripresa
passa
lo
“Stoccareddo” trascinato dalla stella Eder Baù che riesce
anche a raddoppiare, ma i
“Dalla Bona” non mollano,
accorciano e combattono generosamente, anche se vanamente, fino all’ultimo secondo
alla ricerca di un pareggio che
però non arriva.
Grande entusiasmo sugli spalti
fra la folta comitiva dei
supporters dei vincitori, molto
calorosi prima, durante e dopo
le premiazioni fatte ovviamente a caldo sul campo.
Dopo il messaggio di saluto di
don Lauderio (pur “giovane”
con le sue sole 7 edizioni,
questo torneo pare essere
diventato – ha detto – il punto di riferimento preferito
dell’intero Altopiano in questa disciplina sportiva) e del
sindaco Pino Rossi (cha ha ribadito il plauso per i protagonisti, squadre ed organizzatori) sono state consegnate targhe di ringraziamento a sponsor e collaboratori; è stata poi
la volta di coppe e trofei ai protagonisti sul campo.
Capocannoniere del torneo
(con 27 reti): Eder Baù
(“Stoccareddo”). Miglior giocatore:
Matteo
Baù
(“Autotrasporti F.lli Tagliaro”).
Miglior portiere: Sandro
Sartori (“Contrada Dalla
Bona”). Miglior giovane: i gemelli Luca e Marco Dalla
Bona (“Contrada Dalla
Bona”). Coppa Fair Play as-
segnata ai “Vipers”. Coppa e
cena a “Campomuletto” per
la
3^
classificata
“Autotrasporti F.lli Tagliaro”.
Coppa più cena all’Hotel
“Valbella” per la 2^ classificata “Contrada Dalla Bona”.
Trofeo, Coppa, cena e buono
centro benessere all’Hotel
“Gaarten” e buono-consumazione da 100 euro al Macrillo
per la 1^ Classificata
“Stoccareddo”. Da sottolineare, e di questo va dato grande merito e plauso agli organizzatori, che il ricavato dell’intera manifestazione verrà devoluto in beneficienza, distribuendolo fra “La città della
speranza” e le associazioni locali “Amici di Antonio Pertile
e Sonia Sartori” e “Amici di
Silvia, Lisa e Roberta”, con
una parte da destinare a lavori di sistemazione ed
ammodernamento del Centro
Parrocchiale. Prima di dare il
via alla festa che si è protratta
fino a tarda notte, è stata fatta
l’estrazione della lotteria abbinata alla manifestazione e che
metteva in palio ricchi premi.
Cesare Pivotto
La Panchina d’argento per Rudy Baù
La formazione dei “Zaleti”
Rudy Baù di Stoccareddo ha vinto il
premio “Panchina d’argento” quale
miglior allenatore a latere del 6°
Memorial di calcio a 5 “Bressan
Lorenzino” a Pradipaldo di
Marostica.
Il prestigioso torneo che merita un
plauso per la perfetta organizzazione, ha visto affrontarsi ben 18 squadre provenienti dall’Altopiano, dal
Bassanese e dal Padovano. Questo
torneo è considerato molto impegnativo anche per la presenza di giocatori di calcio semiprofessionisti e stranieri. Infatti quale miglior giocatore
del torneo è stato premiato un giocatore argentino.
Da quest’anno, 2011, si è voluto premiare anche il miglior allenatore del
torneo. Gli allenatori hanno votato
l’altopianese Rudy Baù di
Stoccareddo mister della squadra di
calcio a 5 “Bar Centrale di Lusiana.”
Amerigo Baù
8
Sabato 20 agosto 2011
l’Altopiano
25
TIR, Turisti In Rivolta
«Turisti in rivolta», così titola la stampa locale di metà Luglio. Era
fine Giugno quando da queste pagine [ndr n°349 del 25.06, pag
8] proponevo che agli ospiti fosse prudentemente ricordato di
trovarsi in ZTL, Zona a Turismo Limitato. Puntuali poi le lamentele per l’inadeguata segnaletica dei percorsi, dedicati alla Grande
Guerra e non. C’è rabbia tra i turisti, troppi «Cartelli divelti. Segnali devastati.». I percorsi in altopiano ci sono, eccome, ma
hanno «competenze miste su centinaia di chilometri», in Comunità Montana si è inermi perchè «Bloccati da tagli finanziari», all’assessore al turismo Andrea Benetti non resta da ribadire che «Certamente sarebbe preferibile una gestione unitaria e
comprensoriale». E’ semplice da capire, manca una rete pedonale, cioè un’infrastruttura intercomunale con la quale collegare tutti i punti di interesse turistici già esistenti in prossimità dei centri.
La sua assenza, o disorganizzazione, rivela una mancanza paradossale per una località turistica di montagna. In una visione unitaria, i vantaggi immediati di una rete sarebbero molteplici: minor
traffico motorizzato e maggiore cultura locale, una maggiore percezione di qualità del turismo a fronte di investimenti minimi;
fruizione estate/inverno a costi contenuti di manutenzione; più
opportunità occupazionali, produttive e di valorizzazione diffuse
sul territorio. Ma allora, perchè questa rete non c’è e a mezz’ora
a piedi dai centri «Ci si perde»? Perché a governare il turismo
degli otto Comuni non è la normale logica comune dell’agire per
rispondere alle aspettative del turista, ma una visione in cui le
priorità diventano opere e servizi che offrano maggior visibilità,
che si traducano prontamente in voti. Quindi, “priorità zero” per
una rete pedonale e “niente deleghe” alla Comunità Montana Spettabile Reggenza 7 Comuni. Ciascuno per sé, visibilità elettorale
per tutti. Ultimo il sindaco di Gallio con il suo “Sentieri galliesi”,
progetto in antitesi con una visione unitaria a partire dal nome e
con uno sviluppo raggomitolano su se stesso, in antitesi al concetto stesso di rete. Ciascuno incolpa gli altri di non seguirlo. Da
Asiago il sindaco Gios bacchetta gli altri per i «Progetti assurdi e
la solita disarmonia» nell’accedere ai Fondi per i Comuni
transfrontalieri. Tutto già visto, più soldi più contrasti, più contrasti meno cartelli. Lavorare assieme implica una sfida culturale,
implica saper tornare ad essere se stessi, significa rimettere al
centro una Federazione di Comuni secolare, quella rinnegata per
opportunità elettorali. E’ possibile guardare all’avvio di un nuovo
turismo sostenibile (aspetto ambientale), e condiviso (aspetto
identitario), solo da questa consapevolezza, oggi rivisitata come
Sistema Turismo Locale. Come sintomo di questa deriva culturale, il magazine “Il Venerdì di Repubblica” di venerdì 29 luglio, pag
76, riporta ALTOPIANO DEI SETTE COMUNI DI ASIAGO
(TRENTINO). Mi chiedo quale, tra «sette comuni di Asiago» e
«Trentino», sia la maggior inesattezza. Riecco un’altro bivio senza cartelli: o si svolta, coesi protagonisti della straordinaria unicità
di secolari radici storiche, o si prosegue dritti per l’emarginazione
culturale e turistica, (due aspetti che per l’altopiano, inevitabilmente, si fondono). La funzione basilare di una rete di percorsi
pedonali vale per Gardaland, per le Cinque Terre, per l’Alta Val
Pusteria … non per il magnifico Parco Reggenza Altopiano 7
Comuni? Il PARADOSSO: tra Asiago e Gallio, centri ad alta vocazione turistica e attitudine a infrastrutture pluri milionarie, nessun
collegamento pedonale. L’ALIBI SOLDI e le priorità: dall’accordo col Trentino l’Amministrazione di Asiago fa arrivare 500.000
euro, rappresentano il 50% di quanto previsto per l’implemento
del golf, la presidente del sodalizio ringrazia il sindaco che «si è
adoperato con celerità e abnegazione per agevolare il compimento degli iter burocratici e procedurali necessari»; nessuna
priorità per percorsi a partire dagli alberghi, estate/inverno, nordic
walking, cultura locale, Grande Guerra, toponomastica timbra e
microstoria... Le OPPORTUNITA’: l’Osservatorio Nazionale rileva un turismo della cultura locale triplicato (8% del 2008, oggi il
23%); in primavera ecco il bando, il Piano Sviluppo Rurale europeo cofinanzia (75%) i percorsi pedonali. L’altopiano non risponde, la mancanza di progetti comuni è atavica, svanito nel nulla
quello «coordinato tra tutti gli otto comuni» annunciato più volte
negli anni dall’assessore allo sport di Asiago Franco Sella. Intanto
vanno a segno Bassano, Valstagna, Bassa Padovana,
Camposampierese... Signori ospiti, ci spiace, siamo in Zona a
Turismo Limitato, non c’è un euro per i percorsi pedonali …ma
per celebrare il 150° dell’Unità d’Italia il Comune di Asiago ne
spende 35.000. L’opposizione: «l’ammontare di tale spesa appare
spropositato, considerata la difficile situazione economica e i tagli», emendamento bocciato. Intanto per i 700 anni della Spettabile Reggenza 7 Comuni, vero patrimonio comune e baluardo di
unicità prezioso in comunicazione, neppure un petardo. Come già
avvenne nel 2008 per le pirotecniche celebrazioni dei 100 anni di
turismo, nulla di nulla resta di tutto questo oggi al turista colpevole di non votare qui, neppure una segnaletica per collegare il Caffè
Roma al Katz (M.te Bi), terrazzo buono di Sleghe. Gli amministratori locali ancora non siedono ad un tavolo unitario, eludono la
discussione e le analisi intorno alla valenza di una rete di percorsi
pedonali. La confondono con l’ottima rete di sentieri CAI. Disertano l’incontro promosso dalla Comunità Montana il 25.02.10, lo
disertano ancora il 04.03.10, disertano infine il Seminario sulla
Mobilità Dolce organizzato in giugno dal Comune di Gallio. Tutto
questo mentre dal basso, tutto volontariato, vengono raccolte oltre 700 firme tra residenti e …”TIR”, la petizione chiede la normalità, la «valorizzazione e messa in rete dei percorsi pedonali già
esistenti, ma in gran parte abbandonati e non fruibili, perchè non
mappati e segnalati».
Andrea Cunico Jegary
IL DECALOGO DEL BUON TURISTA (AL RISTORANTE)
E’ sempre attuale la polemica dei
turisti riguardante la presunta maleducazione dei gestori altopianesi,
burberi e sempre scontenti; nulla
toglie che in alcuni posti possa essere davvero così, tuttavia penso sia il caso di dare un’occhiata anche dall’altra parte, giusto per
avere una panoramica completa e magari capire che, talvolta, nel
rapporto turistico vale la legge che “ad ogni azione corrisponde
una reazione uguale o contraria”... Di seguito vengono forniti alcuni consigli e descrizioni di comportamenti da evitare per godersi un’uscita al ristorante, e nello stesso tempo preservare i dipendenti dall’esaurimento nervoso. Ovviamente questo pezzo intende rivolgersi unicamente a chi critica pesantemente i servizi
dell’Altopiano senza essersi mai chiesto com’è il proprio atteggiamento fuori casa...di turisti normali fortunatamente ce ne sono e
li apprezziamo un sacco, tranquilli! :) Buona permanenza ;)
ATTO PRIMO: L’ENTRATA
Regola 1: Rispondere al saluto del personale non è da poveracci,
anzi! La prima cosa che un turista, nella maggior parte dei casi
almeno, noterà, è che nell’entrare in un locale tutto lo staff presente elargirà sorrisi e saluti per iniziare al meglio il rapporto temporaneo che vi legherà da cliente-gestore. Quel che accade spesso, però, è che il turista entra senza guardare nessuno, sentendo
il saluto si volta verso la fonte del suono, la fissa stralunato e
continua per la sua strada. E va beh va!
Regola 2: Chiedere del tavolo può essere a volte una grande
idea... Il soggetto X si dirige direttamente nella sala, scavalcando
barriere fisiche quali cameriere/cartelli/separé e quant’altro indichi loro la dovuta sosta per chiedere a)se c’è posto e b)dove si
può accomodare. No, in perfetto stile “Buffy l’Ammazzavampiri”
sono tutti in grado di eseguire anche tripli salti mortali pur di
accaparrarsi un posto nella già nutrita folla di ribelli che si ammassa sulla porta della sala piena. Solo recentemente ho visto una
signora avanzare, leggere il cartello che invitava a domandare il
tavolo al banco, e finalmente tornare indietro a chiedere. Standing
ovation per questa turista assennata, tutta la nostra stima (e il
tavolo migliore rimasto libero). Ma come non citare quelli che
arrivano all’una della domenica a pranzo, chiedendo posto per
venti e indignandosi se la sala è al completo o se devono attendere. O i divi che alle 3 e mezza arrivano a chiedere di pranzare, e
increduli al vostro diniego esclamano: “Ma come, avete già chiuso?”
Regola 3: Schifare il tavolo è consigliabile solo quando non si
tratta dell’unico disponibile... Scena familiare ai camerieri: dopo
esservi fatti in quattro per preparare in fretta e furia l’unico tavolo
disponibile nella sala strapiena, fate accomodare i clienti mentre
altre mille cose da fare aspettano solo voi per essere compiute.
Ma lasciate perdere: il tavolo non andrà MAI bene, neanche se è
l’unico della sala. “Scusa, non possiamo metterci su quello lì,
invece?” chiede una coppia indicandomi un tavolo da dove si è
si poco discretamente che non sia
versata per sbaglio qualche goccia
di cianuro (perchè è noto che noi
tutti ne teniamo una boccetta da
parte) nella propria pizza; in alternativa, c’è chi con nonchalance
si serve da solo al frigobar della sala per prendersi da bere, lasciando tutti quantomeno basiti.
Regola 7: Lasciateci il tempo, non tutti siamo Clark Kent.
Una cosa che devono sapere i clienti è che, in genere, i locali si
avvalgono di un sistema automatico per le comande, e procedono
secondo l’ordine di arrivo. Per cui, nel caso in cui la sala sia
piena e ordinate una bottiglia d’acqua, se due minuti dopo non vi
è ancora arrivata evitate di consigliare alla cameriera una cura per
l’Alzheimer. Solamente, considerate che la vostra comanda si trova
dopo quella di altri 10 tavoli, e visto che siete in vacanza potreste
anche avere un attimino di pazienza, che dite?
Regola 8: Tenete a mente: che il cameriere sia al vostro servizio
non significa che vi porterà il giornale in bocca scodinzolando.
Il non plus ultra di certo si ha con il glorioso fischio per chiamare
gli inservienti. Molto in voga nei film degli anni ’40, a qualcuno
potrà anche sembrare una cosa fin troppo di classe “visto che
siamo in montagna” e che comunque “i camerieri vengono pagati
per servirmi”, ma i signori ricordino che noi che lavoriamo di
sicuro non ci chiamiamo né Fido, né Bobi o Fuffi. Per cui, andrà
bene uno “scusami!” per attirare la nostra attenzione. Fidatevi!
Regola 9: Ricordatevi che i camerieri purtroppo non sono
nenche The Mentalist. Sennò non farebbero i camerieri.
Dopo il dolce, poi, qualcuno starà sicuramente chiacchierando e
vi troverete a dover ordinare i caffè dello stesso tavolo in sette
volte. Quando troppo e quando nulla, a volte noi camerieri veniamo addirittura sopravvalutati. Qualcuno dirà “Portami un caffè”
e quando si vedranno recapitare un espresso esclameranno “Ah,
ma io lo volevo decaffeinato macchiato caldo in tazza grande!” e
vi toccherà pure scusarvi per non avere la facoltà di leggere nel
pensiero. Una triste realtà che va affrontata. Babbo Natale a me
ha sempre rifiutato la telepatia, se la cavava tutti gli anni con le
Barbie.
ATTO TERZO: L’USCITA
Regola 10: Non sputate nel piatto in cui avete mangiato, se
avete fatto anche la scarpetta... Al momento del conto, quando
lo staff chiederà se tutto era ok e nel mentre i bambini ancora
staranno correndo per la sala (ma noi alla loro età non eravamo
già al settimo sogno?), ci sarà sempre chi dirà che faceva tutto
schifo, dall’acqua al caffè...e restituirà tuttavia tutti i piatti lucidi
come appena lavati. Magari però era solo fame, eh! Non vogliamo essere a tutti i costi maliziosi.
Qualcuno invece si trova talmente bene da portarsi via addirittura
il ricordino: targhette dei bagni, portasalviette, centrini, bicchieri...
Iceskater
Spoiler alert: se avete l’arrabbiatura facile e siete già prevenuti
nei confronti dei “montanari”, non proseguite nella lettura!
appena alzata una compagnia di otto persone. Non appena arrivate a spiegargli cortesemente che avete una compagnia che aspetta
il tavolo grande da mezz’ora e che vi sgozzerà dopo atroci torture
nel caso lo diate via, il cliente scocciato vi dirà “va bene, e quello
allora?” indicandovi un altro tavolino perfettamente identico per
posizione e dimensione al primo proposto, con la sola eccezione
che sulla cima vi campeggiano non i coperti puliti e pronti per
essere usati, ma un marasma immenso di tovaglioli, posate e piatti
sporchi che vi guardano minacciosi. Ormai sconfitti, non vi resta
che accontentarlo, sperando che qualcun altro si sia occupato nel
frattempo delle altre cose che c’erano da fare (e che nel mentre si
sono triplicate).
ATTO SECONDO: LA PERMANENZA
Regola 4: Domandate se l’opzione babysitting rientra nella politica del locale. Se la risposta è no, voi siete ancora genitori.
Nell’istante stesso in cui i clienti si siedono, nel caso in cui siano
anche genitori, decidono all’unanimità di non aver mai avuto figli.
Tanto, siamo in montagna e sono tutti selvaggi: come per la strada si può evitare di rispettare le precendenze o viaggiare tranquillamente in mezzo alla strada e magari anche mandare a quel paese
chi te lo fa notare, anche i corridoi del locale sono stati fatti apposta per far correre i pargoli, no? E che dire poi degli sgabuzzini,
del cesto dei grissini, dei centritavola da spupazzare e possibilmente disintegrare...ma si, è tutto a misura di bambino! e così i piccoli
al posto di stare tranquilli a disegnare, come avremmo fatto tutti noi
selvaggi montanari alla loro età, si lanciano in gare di velocità che
comprendono più punti quando beccano una cameriera dritta sulle
gambe. Loro si schianteranno, voi rovescierete piatti e quant’altro, e
solo allora (forse) i genitori si ricorderanno di essere tali e accorreranno sul posto a sgridarvi. Si, voi, mica i bambini!
Regola 5: Un attimo di attenzione per gli ordini... Invece, al
momento dell’ordine, sembra che qualche entità superiore si impossessi del corpo e della voce dei clienti: infatti, solo pochi minuti dopo, nessuno si ricorderà cosa ho ordinato e se a voi camerieri
verrà un principio di autocombustione alle mani, grazie ai tre piatti
di polenta fumante che state tenendo da ormai 5 minuti, non dovete far altro che presentare il conto a tali spiritelli dispettosi.
Succederà sempre di dover tornare in cucina con piatti che risultano nella vostra comanda, ma non in quella mentale dei clienti, e
alla fine di sentirvi rimproverare perchè “io sto ancora aspettando
l’antipasto che avevo ordinato!”. Che è, per l’appunto, quello che
nessuno ha reclamato al vostro arrivo al tavolo.
Regola 6: Non siamo nel Bronx, ma nemmeno al self service.
Rilassatevi! Qualcuno si fa prendere improvvisamente da ansia e
manie di controllo, probabilmente ispirato dalle corse pazze dei
camerieri in sala, e passa l’attesa al bancone pizzeria ad assicurar-
Hockey Inline
Sabato 20 agosto 2011
8
l’Altopiano
26
a cura di Giovanni Dalle Fusine
Da sabato 20 agosto a venerdì 2 settembre 2011
Il 20 agosto è il 232° giorno del calendario Gregoriano, mancano 133 giorni alla fine del 2011
Sabato 20 S. Bernardo
Domenica 21 S. Pio X
Lunedì 22 S. Fabrizio
Martedì 23 S. Rosa
Mercoledì 24 S. Bartolomeo
Giovedì 25 S. Luigi
Venerdì 26 S. Alessandro
Sabato 27 S. Monica
Domenica 28 S. Agostino
Lunedì 29 Mart. S. Giovanni Batt.
Martedì 30 S. Pammachio
Mercoledì 31 S. Abbondio
Giovedì 1 settembre S. Egidio
Venerdì 2 S. Elpidio
Sole, Luna e funghi. Si dice che la crescita dei funghi sia influenzata
dalle fasi lunari. Non è facile provare oppure confutare tale punto di
vista. L’esperienza di vari cercatori è piena di casi assai contraddittori
ed è da ritenersi che se una relazione esiste, essa è del tutto marginale
e può, tutt’al più, influire sulla quantità delle fruttificazioni. Certo è
che nelle tradizioni popolari si tende ad esagerare questo dato, ammesso che vada tenuto in considerazione, e ad “aggiustarselo” secondo i propri intendimenti; così, parlando con alcuni anziani
“fungaioli” si apprende che la “luna buona” è quella calante, mentre
discutendo con altri, ci si sente dire che la “luna buona” è quella
crescente... Tornando all’esperienza di buona parte dei raccoglitori di
miceti, possiamo dire che è capitato più volte di trovarci in una determinata zona e di non vedere l’ombra di un fungo; successivamente,
spostandoci nella vallata accanto, di reperirne in quantità. Eppure la
luna era la medesima! A volte bastano piccole differenze nel
microclima di un ambiente perché si verifichino casi, per altri
versi, assolutamente inspiegabili. Così può bastare una
leggera differenza di esposizione o una ventilazione più
moderata per condizionare o favorire la crescita dei funghi. Sicuro è che le principali condizioni favorevoli sono
da ricercare nella relazione umidità - temperatura, ma è un
grosso errore pensare che basti un’abbondante pioggia
per risvegliare il meccanismo della fruttificazione fungina. Se
poi si pensa che esiste il detto “matto come un fungo”, molte
stranezze si spiegano.
Modi di dire, spieghiamoli un po’. “A braccio”, si dice di azione improvvisata li per li, eseguita senza preparazione: fare un discorso,
tenere una lezione, predicare a braccio. Quest’ultima espressione si
trova, per esempio, nei Promessi sposi. Ma più propriamente si riferisce al recitare, come avveniva nella Commedia dell’arte, quando gli
attori improvvisavano.
“Attaccare bottone”, tediare qualcuno con un discorso lungo e noioso, privo di interesse per lui. Non è nota l’origine della locuzione;
sembra che un tempo volesse dire parlar male di uno. L’immagine
suggerita potrebbe anche essere quella del seccatore che, quasi afferrando fisicamente per la giacca il riluttante interlocutore, non lo
molla finché non abbia finito di ricucirgli un immaginario bottone.
“Andare in oca”, nel linguaggio familiare: essere distratto, dimenticarsi di qualcosa. Come si sa, con l’eccezione delle celebri oche del
Campidoglio che con il loro schiamazzo salvarono la rocca capitolina
da un improvviso attacco dei Galli (390 a.C.), questo palmipede non è
ritenuto il Leonardo da Vinci del regno animale, e a esso si paragona
la persona (in particolare la donna) sciocca, facile alla distrazione,
pronta alla risatina insulsa: un’oca, la bella oca, l’oca giuliva, eccetera.
“Aprire gli occhi”, ricredersi o far ricredere qualcuno rendendolo
edotto di una realtà che ignorava, spesso allo scopo di metterlo in
guardia da un pericolo. “A bizzeffe”, in grande quantità. Secondo
alcuni, la spiegazione deriverebbe dall’uso degli alti magistrati romani
di
far apporre, anziché una sola volta, due volte la parola Fiat, “sia fatto”, a una supplica accolta senza
riserve, con particolare favore. Il doppio Fiat era abbreviato in “FF”:
bis effe. Ma l’origine più
probabile starebbe nel termine arabo bizzaf, “molto”.
Un santo per volta: Sant’ Egidio (1 settembre). Egidio (Gilles) è vissuto in Francia a cavallo tra il VI e il VII secolo. Viene identificato con
l’abate Egidio inviato da S. Cesario di Arles presso papa Simmaco. La
sua tomba è stata ritrovata in un’antica abbazia presso Nimes in Provenza (Francia) da dove a tratto origine il suo culto. Il sepolcro, probabilmente costruito al tempo dei Merovingi, reca un’iscrizione
databile al X secolo. In quel secolo è stata composta la “Vita del
santo” dove si mescolano cronologia e degli elementi leggendari. San
Egidio è uno dei santi Ausiliatori ed era invocato, particolarmente in
Francia, Belgio e Olanda, contro il delirio della febbre, la follia e la
paura. Secondo altre fonti, san Egidio viene identificato con un’eremita vissuto in Provenza, sotto la protezione del re dei Goti Wamba.
Nel 680 fondò un monastero presso le foci del Rodano, nella località
IL COMUNE DI ASIAGO RENDE NOTO
che ai fini delle consultazioni per la Direttiva VAS 2001/
42/CE del 27.06.2001, è stato adottato il PAT del Comune di Asiago, con delibera del Consiglio Comunale n. 1
del 11.02.2011, comprendente gli elaborati di progetto previsti dalla L.R. 11/2004 nonché l’allegato Rapporto Ambientale.
La documentazione è consultabile presso il sito Internet
del Comune di Asiago: www.comune.asiago.vi.it
poi chiamata St. Gilles, del quale divenne abate. Tra le narrazioni che
più hanno contribuito alla popolarità del santo vi è quella della cerva
inviata da Dio per recare il latte al pio eremita, che viveva da anni in un
bosco, lontano dal consorzio umano. Un giorno la benèfica cerva
incappò in una battuta di caccia condotta dal re in persona. Il regale
cacciatore inseguì la preda, ma al momento di scoccare la freccia non
si accorse che l’animale spaurito era già ai piedi dell’eremita. Così il
colpo destinato al mansueto quadrupede ferì, seppur di striscio, il pio
anacoreta. Viene invocato contro il delirio della febbre, la paura e la
follia.
Sant’Agostino (28 agosto) nasce in Africa a Tagaste, nella Numidia attualmente Souk-Ahras in Algeria - il 13 novembre 354 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Dalla madre riceve un’educazione
cristiana, ma dopo aver letto l’Ortensio di Cicerone abbraccia la filosofia aderendo al manicheismo. Risale al 387 il viaggio a Milano, città
in cui conosce sant’Ambrogio. L’incontro si rivela importante per il
cammino di fede di Agostino: è da Ambrogio che riceve il battesimo.
Successivamente ritorna in Africa con il desiderio di creare una comunità di monaci; dopo la morte della madre si reca a Ippona, dove viene
ordinato sacerdote e vescovo. Le sue opere teologiche, mistiche,
filosofiche e polemiche - quest’ultime riflettono l’intensa lotta che
Agostino intraprende contro le eresie, a cui dedica parte della sua vita
- sono tutt’ora studiate. Agostino per il suo pensiero, racchiuso in
testi come «Confessioni» o «Città di Dio», ha meritato il titolo di
Dottore della Chiesa. Mentre Ippona è assediata dai Vandali, nel 429 il
santo si ammala gravemente. Muore il 28 agosto del 430 all’età di 76 anni.
Patronato: Teologie stampatori. Etimologia: Agostino = piccolo venerabile, dal latino. Emblema: bastone pastorale, libro, cuore di fuoco
Parliamo di fiori e piante. La camomilla. La camomilla era ritenuta,
dai giardinieri del passato, capace di “sanare” le altre piante sofferenti
e più deboli; era sufficiente che suoi cespugli venissero
collocati in prossimità degli arbusti e alberi malati per
vedere già dopo poco tempo risultati soddisfacenti.
Al fiore di camomilla viene attribuito il significato di
forza nelle avversità, probabilmente per le note proprietà rilassanti degli infusi a base dei suoi fiori.
Tracce di polline di camomilla sono state ritrovate
nell’imbottitura della mummia di Re Ramsete secondo,
infilate lì con l’intenzione di infondergli il coraggio e la
calma per affrontare la vita ultraterrena. In Italia ne
crescono spontaneamente molte varietà; i fiori sono ricchi di proprietà attive di carattere riposante e rilassante. La pianta di
Alloro nell’antica Grecia era considerata una pianta sacra ad Apollo
perché secondo la leggenda, in essa fu trasformata la ninfa Dafne per
sfuggire al dio che la inseguiva e così lo stesso Apollo, proclamò
questa pianta sacra al suo culto e segno di gloria da portarsi sul capo
dei vincitori. L’alloro. Laurus nobilis. Famiglia Lauraceae. I greci anticamente chiamavano l’Alloro Dafne, in ricordo della Ninfa. Considerata pertanto una pianta nobile per eccellenza era normale coltivarla
nei giardini imperiali e gli imperatori romani si cingevano la testa di
Alloro durante i trionfi e le cerimonie come se si trattasse di una
preziosa corona. Questa usanza si è protratta fino al Medio Evo e nel
Rinascimento ma ad essere incoronati o “laureati” come si diceva,
non erano più i sovrani ma i giovani poeti ed i letterati. Il termine
attuale di “laurea” deriva proprio da questo riconoscimento. In molte
leggende popolari, piantare una pianta di Alloro davanti alla porta di
casa allontanerebbe i fulmini. Questo deriva dal fatto che Giove avrebbe
decretato che questa pianta fosse preservata per rispetto a Dafne.
l’Altopiano
Sabato 20 agostoo 2011
L’Altopiano srl - Società unipersonale
Sede legale: Via Iacopo Scajaro, 97 - 36012 Asiago (Vi)
Redazione: Via Iacopo Scajaro, 23 - 36012 Asiago (Vi)
Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002
presso il tribunale di Bassano del Grappa
Telefono servizio lettori: 348 - 3138606
Telefono servizio abbonati 338 -1460517
Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517
E-mail: [email protected]
[email protected]
Direttore responsabile: Stefania Longhini
Segretaria di redazione: Silvana Bortoli
In redazione:
Giovanni Dalle Fusine, Cesare Pivotto,
Beppa Rigoni Scit, Gerardo Rigoni, Martina Rossi,
Stefania Simi, Egidio Zampese
Hanno collaborato:
don Marco Pozza, Virginia Gianello,
Aurora Carli, Amerigo Baù, Cinzia Albertoni,
Giacomo Scarsella, Giulia Panozzo
Responsabile grafico ed impaginazione: Fabrizio Favaro
Impaginazione giornale: Davide Degiampietro
Foto: Archivio Giornale, Foto Bergamaschi, Paolo Basso
Stampa: Centro Stampa delle Venezie
Via Austria, 19/b - 35217 Padova
ARIETE
Per amor di imprevisto, potete accettare una
proposta insolita, se proviene da qualcuno
che vi piace. Nettuno, appena entrato nel
vostro segno, autorizza qualche eccezione alle vostre severe
regole: l’amore potrebbe arrivare da dove meno ve lo aspettate, siate disponibili anche con chi non riscuote il vostro immediato interesse, non si sa mai!
TORO
La fretta è la vostra maggiore nemica. Tenete nel giusto conto
le ragioni di chi vi sta vicino e potrete muovervi con la necessaria cautela, evitando inutili confronti, forse anche dannosi
per l’equilibrio. Sia nell’amore, sia negli acquisti è consigliabile
agire sulla base di un progetto preciso che dia sicurezza al
partner, specie se è in crisi.
GEMELLI
Prima di fare una critica che, proprio perché è giusta, potrebbe ferire qualcuno che vi sta a cuore, riflettete se è il caso di
mettere in crisi un rapporto stabile: probabilmente, anche se
non volete ammetterlo, vi è ancora necessario. Nell’amore, se
non tutto va come vorreste, potete riconoscere un errore.
Sarete ricompensati da un riconoscimento inatteso.
CANCRO
Il vostro ottimismo e la vostra simpatia, potrebbero essere
l’asso nella manica per superare un momento di incertezza
dovuto a circostanze che non potete controllare, ma di cui
siete obbligati a tenere conto. Un piccolo sacrificio per un
futuro esito positivo servirà ad aumentare la stima di cui godete, che potrà trasformarsi in qualcosa di più consistente.
LEONE
Un momento di disattenzione dei vostri superiori potrà essere sfruttato a dovere per impostare un rapporto birichino nell’ambiente di lavoro: potrebbe diventare qualcosa di più se
saprete gestirlo con il vostro abituale buongusto. Senza dare
troppo nell’occhio, prendete un’iniziativa coraggiosa che dimostri la vostra generosità.
VERGINE
Con il favore di Saturno nel vostro segno, sarete in grado di
scegliere con sicurezza il comportamento più adatto in questo momento, facendo magari un piccolo sacrificio in cambio
di un sicuro vantaggio nel prossimo futuro. E questo vale
soprattutto nel caso che qualche ostacolo passeggero si opponga ai vostri progetti.
BILANCIA
Se non volete correre inutili rischi vi conviene attendere un
segno del destino prima di prendere un’iniziativa coraggiosa,
servono attenzione e prudenza in particolare nelle spese, ma
non solo. Una scelta che tenga conto anche dei desideri di
chi vi sta vicino è quella che ci vuole per sentirsi a proprio
agio anche in una situazione un po’ ambigua.
SCORPIONE
Approfittate del favore di Mercurio che presto entrerà nel
vostro segno: vi renderà simpatici a tutti e migliorerà quindi
sia i rapporti di amicizia che quelli di lavoro. Ora non vi resta
che scegliere dove volete fare centro. Muovendovi con coraggio, determinazione e tempismo riuscirete a cogliere i frutti
della vostra amabilità e del vostro buonsenso.
SAGITTARIO
Un momento felice è in arrivo, si tratta di avere pazienza senza
compromettere un rapporto difficile, che però può diventare
più che facile, basta saper scegliere il momento giusto. Intanto concedetevi un lusso insolito, quello di dare una dimostrazione di affetto a qualcuno che sentite bisognoso di
aiuto, specie se ha quattro zampe.
CAPRICORNO
L’amore à in una fase contraddittoria. Infatti con Marte e
Venere nel segno, oscillate tra soluzioni diverse, tutte
egualmente attraenti. Per non sbagliare vi converrà rinviare le decisioni impegnative, limitandovi a piccole ma
significative esperienze, che saranno comunque positive
per la vostra evoluzione in attesa delle novità in arrivo.
ACQUARIO
Se in famiglia qualcosa ci ha annoiato, ora potete permettervi una evasione dalla routine quotidiana. Senza offendere nessuno, trovate la scusa giusta per concedervi quella
libertà d’azione e soprattutto di sentimenti, di cui sentite
il bisogno. Non abbandonatevi a inutili sensi di colpa, ma
prendete quello che il destino vi offre generosamente.
PESCI
Potete risolvere con eleganza un problema di cuore, evitando ogni scontro, semplicemente dando ragione al partner anche (e specialmente!) se ha torto. Riservate il coraggio e la buona volontà per quello che avreste voluto fare
e ancora non avete fatto per mancanza di tempo. Nelle
spese Urano vi dà la carica per un acquisto davvero eccitante.
Citazioni Francescane
a cura della fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di Roana
“Perchè allora non udiamo la sua voce? Semplicemente perchè non stiamo in ascolto, non siamo
sulla lunghezza d’onda
della sua parola”
cardinale
Leon-Joseph Suenens
8
l’Altopiano
Sabato 20 agosto 2011
Una croce in ricordo di Paolo
Dieci anni fa, il giovane Paolo
Scaggiari “Babali” morì travolto da
un masso sulle pendici del Monte
Zebio. Una tragedia che colpì profondamente la comunità asiaghese;
una tragedia che ancora oggi è incisa intimamente nel cuore di quanti l’hanno conosciuto. Proprio per
commemorare il decennale della
scomparsa dell’amico e compagno
di tante uscite sui monti e nei boschi, gli amici hanno voluto mettere
un segno sul luogo della tragedia
collocandoci una croce a memoria
del fatto .
G.R.
QUATTRO GENERAZIONI ALTOPIANESI
Quanto orgoglio montanaro
negli occhi delle donne
altopianesi. Quattro generazioni che fanno ben sperare
per il nostro futuro: la bisnonna Diomira Stella in
Carli; Antonella Carli in
Baù; Michela Baù, con la
figlia Marta Massignan. Tutte insieme nel giorno del battesimo dell’ultima arrivata, il
10 luglio scorso.
Tutta la Comunità Montana festeggia
il neo-pensionato Arturo Dell’Andrea
In pensione, col grado di
maresciallo-capo della
Forestale, Arturo Dell’Andrea ci è già da un pezzo: al
Corpo forestale dello Stato
ha dedicato 30 anni e 8 mesi
della sua vita. Altri 15 di
servizio, li ha fatti come
Responsabile dei Servizi
forestali per la Regione
Veneto, sul territorio
altopianese...e fanno quasi
46! Non pago, nel 2003, ha
accettato la proposta della
Comunità Montana di seguire i lavori forestali, le
malghe e tutti gli incarichi
girati a suo tempo, dagli 8
Comuni alla Comunità
Montana.
B.R.S.
Il concerto di una ragazzina speciale
Il 15 agosto alle 17.00 in
Piazzetta Croce davanti al negozio” Stern” si è tenuto un
concerto per pianoforte di una
“ragazzina” speciale: Maria
Fatevi gli auguri con il giornale
Il vecchio Alfredo
C’è chi sostiene che sia passato già più di mezzo
secolo, lui controbatte che son solo trent’anni ma
tant’è che puntuale come la bella stagione da parecchi lustri si aggira già dalle 5 di mattina
sull’Altopiano nei mesi di luglio ed agosto. Lo si
può trovare in giro, con il suo passo abituale e la
voglia di parlare (pardon...di brontolare) a tutti. In
molti veneziani lo conoscono bene - aveva un bar
dalle parti di Cannareggio a Venezia - e quando lo
incontrano lo salutano affettuosamente ma altrettanto succede con gli altopianesi. E c’è anche di
più; il 26 luglio, data del suo compleanno, è da
sempre un giorno di festa che passa con i familiari e
soprattutto con gli amici. Eccolo nella foto sorpreso
a festeggiare gli 88 primavere - Auguri Alfredo!
27
A Stefano che da pochi giorni ha
festeggiato il suo 2° compleanno,
tanti auguri dal fratellino Federico,
mamma e papà. Tutti insieme
inoltre danno il benvenuto a Nicola,
ultimo arrivato in famiglia.
Tanti auguri
di buon
compleanno
a Lara Marie
Panozzo, che ha
spento la prima
candelina il 10
agosto! Mamma
Christina, papà
Francesco, i
nonni e gli zii
Vittoria Tranquilli (13 anni, non
vedente dalla nascita), iscritta
al Conservatorio di Ascoli
Piceno e già provetta sciatrice sulle piste dell’Altopiano.
Appassionata fin da bambina
di musica, ha partecipato a
vari concorsi tra i quali lo
Zecchino d’Oro. Da qualche
tempo aveva espresso al suo
amico Stefano Stern il desiderio di far sentire la sua musi-
ca. Detto fatto:trovato il pianoforte e l’amplificatore, gentilmente fornito da Massimo
Dal Sasso (Cioin) il concerto
si è svolto davanti ai turisti
ferragostani di Asiago. Ha
eseguito brani del suo musicista preferito Giovanni Allevi,
e brani moderni tra i quali due
composti da lei stessa. La sua
esibizione è stata molto apprezzata e applaudita dai presenti.
Domenica 21 agosto GALLIO: ERG – Via Camona
Domenica 28 agosto GALLIO: OMV – Via Kemplen
Dalle ore 8.45 di sabato 20
alle ore 8.45 di sabato 27 agosto GALLIO: Farmacia di
Gallio snc del dr. Stefano Dalla Valle – Via Prestinari 34
Dalle ore 8.45 di sabato 27 agosto
alle ore 8.45 di sabato 3 settembre: ASIAGO: Farmacia
Rossi del dr. Adelchi Zuccato – Viale Matteotti
SPAZIO CINEGHEL
20 agosto Sfida di ballo
17.00 21.00
21 agosto Harry Potter
17.00 21.00
22 agosto Captain America
17.00 21.00
23 agosto Captain America
17.00 21.00
24 agosto Kung fu Panda 2 15.30 17.30 21.00
dal 25 al 31 agosto Kung fu Panda 2 17.00 21.00
Trovate la programmazione anche sul sito www.parrocchiadigallio.it
8
Sabato 20 agosto 2011
l’Altopiano
28