20 agosto 2011 - Il Giornale dell`Altopiano
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20 agosto 2011 - Il Giornale dell`Altopiano
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI l’Altopiano La voce degli 8 Comuni www.giornalealtopiano.it pag.10 ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO N. 353 - ANNO XIV - EURO 1,50 ASIAGO Il Ministro Galan al Golf Club parla di tutela dei beni culturali EVENTI Salvatore Accardo e i Solisti Veneti ad Asiago “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” Foza e Rotzo da Comuni a frazioni, cambia l’assetto politico dell’Altopiano? Pagina 4 Pagina 5 I SAPORI DELLA TRADIZIONE SABATO 20 AGOSTO 2011 LUSIANA A Monte Corno Marco Paolini rivisita Jack London con il suo “Uomini e Cani” Pagina 13 Gli ambientalisti contro il collegamento degli impianti sciistici Melette -Valmaron Ma i sindaci dell’Altopiano rispondono “Lasciateci fare a modo nostro” (pagina 3) Foza si fa bello per l’Assunta Per le feste Quinquennali tutto il paese impegnato a preparare al meglio vie e contrade Pagina 13 Pagina 20 Sport Manuela Levorato lancia da Asiago la sua sfida verso le Olimpiadi Pagina 23 ASIAGO La sentenza del Consiglio di Stato sul Piano Colonie Pagina 6 SANITA’ Grafica Altopiano Le tecniche all’avanguardia dell’ortopedia di Asiago per le protesi al ginocchio Folklore ad Asiago Una spontanea iniziativa che ha creato curiosità ed ha portato molta allegria in piazza e lungo le vie Centrali di Asiago. Sabato 13 agosto un gruppo di amici, in abbigliamento tipico dei boscaioli accompagnato da vecchi carretti pieni di legna da tirare a mano, si è intrufolato tra i numerosi turisti a passeggio creando un momento di colore e di folklore molto apprezzato. Un cartello con la scritta “Crisi…ritorneremo” campeggiava su uno dei carretti. Non sono mancate le tappe nei vari bar con allegre intonazioni di canti di montagna. Foto Bergamaschi 8 Sabato 20 agosto 2011 l’Altopiano 2 8 Sabato 20 agosto 2011 l’Altopiano 3 Foto di Andrea Bergamaschi Val Formica: inaugurato e aperto il rifugio iniziata l’operazione rilancio della zona Larici Un’inaugurazione in grande stile per il nuovo Rifugio Val Formica, nella splendida zona di Cima Larici; una riapertura storica, dopo quindici anni, di un edificio ormai malato di fatiscenza, che la volontà di un nutrito gruppo di imprenditori (altopianesi, vicentini e un altoatesino) ha rinnovato, con grande gusto, ridonando all’Altopiano e ai suoi turisti un importante punto di riferimento. Un appuntamento che ha accolto un gran numero di persone. Dopo i discorsi ufficiali tenuti dal presidente della Cima Larici Srl Alessandro Bregolato, dall’assessore regionale Marino Finozzi, dal vice presidente della Provincia Dino Secco e da Antonella Corradin, sindaco di Lusiana nel cui territorio ricade quest’area, la benedizione impartita da monsignor Francesco Gasparini e il classico taglio del nastro. I convenuti hanno quindi potuto godere di un ottimo e ricco buffet accompagnato da buona musica. Il rifugio è caratteristico e molto bello. Ristrutturato con materiali e tecniche attente ai nuovi dettami dell’ecosostenibilità , è (particolare da sottolineare) accessibile a tutti: dai bambini, agli anziani, ai disabili. “Questo rifugio – ha affermato Alessandro Bregolato nel suo discorso inaugurale – intende essere un punto di arrivo e di partenza per chi vuole rilassarsi, accomodandosi con un buon libro sul solarium. Vuol essere, in ogni stagione, un punto di ristoro e di riferimento prima e dopo un’escursione sulle cime circostanti. Dal prossimo inverno saranno a disposizione anche le piste da sci. La sciovia “Laste II” verrà rinnovata, mentre ripristineremo, in previsione di una completa sostituzione la “Asiago 2000”. Punteremo sulle caratteristiche dell’alta montagna e sul valore paesaggistico, naturalistico culturale e storico di quest’area per promuovere un turismo sostenibile che veda nella stagione estiva la Val Formica come meta di camminate e trekking, ma anche di escursioni a cavallo e in mountain bike con percorsi di visita ai luoghi della Grande Guerra, percorsi agroalimentari legati alle malghe, attività didattica e quant’altro. D’inverno, luogo di svago per lo sci, con la realizzazione anche di un campo baby, oppure per camminate con le ciaspole. Stiamo anche pensando a due appositi percorsi per lo sci di fondo, sia per amatori che per agonisti”. Per la stagione invernale 2012-2013 si dovrebbe, nei progetti della nuova società, arrivare al totale rinnovo degli impianti di risalita, compresa una nuova seggiovia verso Cima Larici, con l’auspicio del più completo rilancio turistico della zona e dell’intero Altopiano. Stefania Longhini La società Cima Larici Srl Sorta nel 1965, Cima larici Srl è una delle imprese storiche del Vicentino, tra le prime ad essere registrata presso la Camera di Commercio di Vicenza. Scopo sociale dell’impresa è la gestione turistica estiva e invernale dell’area territoriale denominata Cima Larici – Val Formica, tra le zone paesaggisticamente più affascinati della parte nord dell’Altopiano. Il comprensorio di Cima larici è stato per decenni uno dei principali riferimenti per lo sci da discesa, richiamando turisti da tutto il Veneto e non solo, ma con la chiusura e la dismissione degli impianti, per molti anni l’area ha vissuto una sorta di oblio. Nel 2011 Cima Larici Srl è stata rilevata da una cordata di amici imprenditori, tutti appassionati di montagna e amanti in particolar modo dell’Altopiano dei Sette Comuni, che credono nel rilancio turistico dell’area e intendono riattivare la mission della Società. I nuovi soci, accomunati da una forte cultura imprenditoriale, condividono a pieno i valori di attaccamento al territorio e la volontà di una sua rivalorizzazione economica, paesaggistica e culturale. Presidente della società è Alessandro Bregolato, vice presidente Ivano Mosele; i soci sono: Bruno Boschetti, Reinhold Crazzolara; Giancarlo Marcheluzzo, Antonio Rigovacca, Carlo Stefani; Antonio Vesco, Gianmichele Vialetto. Le associazioni ambientaliste contro il progetto Melette Salviamo la montagna investendo sul territorio. E’ il concetto base emerso dalla manifestazione “Festambiente” tenutasi qualche settimana fa a Vicenza alla quale esponenti del mondo ambientalista e naturalista si sono dati appuntamento per discutere sul futuro della montagna italiana e, specificatamente, vicentina. Un incontro dal quale è emerso un “no” convinto ai nuovi impianti previsti nel progetto di collegamento tra le stazioni sciistiche delle Melette ed Enego 2000. “Piuttosto aveva puntualizzato Valentina Dovigo di Legambiente - bisognerà investire sul territorio e sui beni ambientali”. Concetto rinforzato anche dal Cipra per bocca di Luigi Casanova che ha sostenuto come “per il bene della montagna i montanari devono tornare ad essere montanari”. Prese di posizione alle quali l’altopiano non ha tardato a dare risposta. “Eloquente che si parli di montagna al parco Rettone di Vicenza, – ironizza il sindaco di Asiago Andrea Gios, anima politica del progetto Melette – mi chiedo dove erano queste persone quando il territorio veniva cementificato spudoratamente. Una I sindaci Gios e Rossi: “Per una volta lasciate che facciamo da soli” poi i “cittadini” possano venire su la domenica e vedere i montanari come un’attrazione turistica? Fosse per loro si dovrebbe ancora tagliare il fieno con la falce mentre loro non sanno neanche più comunicare senza l’e-mail”. Più provocante ancora il sindaco di Gallio, Pino Rossi, nel valutare le considerazioni emerse da Festambiente. “Faccio una proposta: dislochiamo qui gli uffici degli enti, i sindacati, le associazioni di categoria. Portiamoli dalle città ai paesi di montagna così creiamo posti di lavoro senza dover “intaccare” il nostro patrimonio naturale – stuzzica – Lo dico perché mi stupisco sempre che chi si prodiga a tutela della montagna solitamente lo faccia dal suo confortevole posticino statale o parastatale. Capita mai che uno faccia il contadino o il boscaiolo. Vivere in montagna è difficile e solo chi ci vive sa e capisce quali sono queste difficoltà; il resto è fumo. Sono state proprio le troppe “ciacole” a distruggere la montagna, le decisioni prese negli uffici di pianura sulla gestione del bosco (in certe zone in condizioni pessime), sull’agricoltura (uccidendo centinaia di piccole aziende agricole), sul commercio (provocando la chiusura di attività secolari). Tutto sommato forse è meglio che per una volta lasciano a noi la gestione del nostro territorio e del nostro futuro”. Gerardo Rigoni Dal 3 dicembre al Kaberlaba si scia! cementificazione figlia di un turismo privo di servizi quindi se, come sostengono le associazioni ambientaliste, vogliamo investire sul territorio dobbiamo fornire i servizi che il turista chiede. Nessuno ce l’ha con le associazioni bensì con la presunzione di chi sa tutto senza mai confrontarsi con le amministrazioni. Chi giudica senza informarsi. Chi si basa sulle chiacchiere magari scritte in qualche blog. Per quanto riguarda il progetto Melette – Valmaron posso assicurare che ogni aspetto è stato studiato nei minimi particolari per essere meno impattante possibile sia sotto l’aspetto ambientale sia sotto il profilo paesaggistico”. “Gli impianti ipotizzati sono ad impatto ambientale basso, controbilanciato dall’indotto che porterebbero al territorio creando posti di lavoro (durevoli e non a “tempo determinato” ovvero fino a quando dura la lottizzazione) competenze e professionalità – stuzzica Gios – Loro sostengono che dobbiamo riprendere le nostre origini, ma cosa significa? Che dovremmo ancora scaldarci con la legna della stufa, mangiare solo polenta e formaggio e vivere in una sorta di riserva indiana? Restare come ai vecchi tempi perché L’annuncio dell’apertura di impianti e piste del Kaberlaba per la prossima stagione invernale arriva quest’anno con largo anticipo. A permettere di promuovere già in questi mesi estivi l’offerta del Comprensorio Turistico Kaberlaba mediante depliant che pubblicizzano alberghi, scuola sci, strutture, attività, corsi e promozioni, è la sicurezza dell’innevamento artificiale data dall’impianto messo a punto la scorsa stagione. “Non era mai capitato sull’Altopiano – dice Mario Dal Pozzo, direttore della Scuola Sci Kaberlaba – di comunicare con largo anticipo la data di apertura della stagione invernale, come invece accade normalmente in altri comprensori come quelli trentini. La garanzia di poter disporre delle neve già ad inizio dicembre grazie all’impianto realizzato l’anno scorso, ci ha dato la possibilità di organizzarci, Scuola Sci ed alberghi Miramonti e Orthal, realizzando un depliant con le nostre proposte, da distribuire ai turi- sti che qui soggiornano in estate, anche con promozioni a prezzi speciali”. Resta chiaramente l’incognita delle temperature, che, se verso fine novembre non dovessero essere nella norma per la stagione, potrebbero far slittare il progetto. A parte questo, al Kaberlaba è già tutto pronto in vista di una stagione sciistica e invernale che si preannuncia più sicura e più lunga del solito, con l’avvio previsto il sabato precedente la festività e il ponte dell’Immacolata dell’8 dicembre. S.B. 8 Sabato 20 agosto 2011 4 Lottizzazione Colonie: ecco, in sintesi, la sentenza del Consiglio di Stato ATTUALITA’ Come già riportato sul numero scorso del nostro giornale, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso in appello proposto da Asiago 3 Emme S.r.l. contro il Comune di Asiago per l’annullamento del sentenza del TAR Veneto del 30 ottobre 2009 relativa al piano di lottizzazione d’iniziativa privata interessante tre aree non contigue situate nei pressi dell’Hotel Des Alpes, meglio conosciuto come “Colonie”. Al fine di offrire ai cittadini una più approfondita informazione a riguardo, riportiamo, dandone più ampia e accurata lettura, le motivazioni che hanno indotto il supremo organo di consulenza giuridico-amministrativa del Presidente della Repubblica, nonchè organo di giurisdizione amministrativa preposto alla tutela dei diritti e degli interessi legittimi dei privati nei confronti della pubblica amministrazione, a considerare fondato e meritevole di accoglimento l’appello della società immobiliare. La sentenza del Consiglio di Stato ( numero 4395/2011) dà risalto al primo dei motivi d’appello che denuncia “illogicità, travisamento dei presupposti, difetto di motivazione ed error in iudicando della sentenza nella parte in cui ha respinto il primo motivo di ricorso, dato per violazione di legge (degli articoli 19 e 20 della legge Regionale numero 11 del 2004, violazione del principio di buon andamento della pubblica amministrazione, violazione di giudicato (in relazione alla sentenza di questa sezione numero 4368 del 2008); eccesso di potere per perplessità di motivazione e contraddittorietà tra atti dell’ente, sviamento di potere”. Una “Notte nera” in tricolore Nessuna luce pubblica accesa: solo il chiarore soffuso di tantissime candele a illuminare i giardini pubblici e le vie del centro, che diventeranno per tutta la serata il palcoscenico degli artisti di strada notturni. Asiago si presenterà così sabato 20 agosto per la “Notte nera”. Una notte che ha in serbo tanto divertimento. Si comincia alle 17.30 con il laboratorio GiocAsiago dal titolo “Einstein, Galileo e i viaggi nello spazio”, organizzato in collaborazione con la Libreria Giunti al Punto, e poi alle 21.00 con animazione video e lo spettacolo teatrale di Jack Tessaro (entrambi gli appuntamenti si svolgeranno in Piazzetta Monte Zebio). Sempre alle 21.00 a Piazza San Rocco saranno disponibili, grazie alla collaborazione dell’Associazione Astronomica Euganea, alcuni telescopi professionali: uno “Star Party” durante il quale conoscere meglio gli astri e i loro segreti. Sempre alle 21.00 in Piazzale Duomo verrà proposto: “1961-2011. L’avventura dell’uomo nello spazio”, l’Altopiano un notturno di astronomia a cura di Elvira De Poli (Planetario di Padova) e Renato Falomo (OsservatorioAstronomico di Padova), con la musica di Mestrino Jazz Band (evento organizzato in collaborazione con Porsche Italia). Dalle 21.00 al 23.00 presso la Sala Polifunzionale di Palazzo Millepini sarà visitabile la mostra di Gianni Secomandi dal titolo “Speculum cæli”. Alle 21.30, sempre da Palazzo Millepini, è previsto un collegamento diretto con l’Osservatorio Astronomico di Cima Ekar, per scrutare le stelle con il telescopio Copernico: gli astronomi e i tecnici illustreranno in diretta le proiezioni curate dall’ INAF OsservatorioAstronomico di Padova, sede di Asiago, e dal Dipartimento diAstronomia Università di Padova. In caso di maltempo, saranno invece proiettati alcuni di filmati di archivio, con il commento degli esperti. La serata si concluderà alle ore 23.00 in Piazzale Duomo, con un momento dedicato alle celebrazioni di “150 volte Italia”. KUNG FU PANDA 2 CINEMA LUX ASIAGO Mercoledì 24 ore 16.00* 18.00* 20.00* 22.00* Giovedì 25 ore 16.00* 18.00 20.00* 22.00* Venerdì 26 ore 16.00* 18.00* 20.00 22.00* Sabato 27 ore 16.00* 18.00* 20.00* 22.00* Domenica 28 ore 16.00* 18.00* 21.00* Lunedì 29 ore Martedì 30 ore 17.00* 21.00* 17.00 21.00 * proiezione in 3D In sostanza, il diniego opposto dal Comune all’attuazione del piano è, secondo la difesa appellante, da considerarsi illegittimo in relazione all’assetto urbanistico allora vigente “una decisione fondata non su ragioni interne al piano di lottizzazione (quali potrebbero essere i temi dell’organizzazione urbanistica ed architettonica dell’intervento), ma su ragioni esterne (quale appunto l’idoneità degli accessi viari) che fondavano la loro legittimità nelle previsioni del piano regolatore generale comunale, alle quali la lottizzazione dava attuazione”. Nella sentenza si torna quindi a ribadire quanto già riportato nella decisione del Consiglio di Stato del 16 settembre 2008, ovvero che “la giunta e il consiglio comunale non possono effettuare valutazioni che contrastino con quelle già formalizzate con il piano regolatore. Infatti, se un’area è stata da questo destinata all’edificazione nel corso del procedimento di approvazione del piano attuativo non è giuridicamente possibile che la medesima area non vada considerata in concreto edificabile per ragioni ambientali e paesaggistiche e cioè sulla base di valutazioni diametralmente opposte a quelle già poste a base dello strumento primario che ha previsto l’edificabilità del piano urbanistico. Ove emergano le relative ragioni, può essere attivato il procedimento per la modifica del piano regolatore, ma – sul piano urbanistico – non può essere respinto il progetto di lottizzazione conforme allo strumento primario”. In merito al tema dell’idoneità della viabilità di accesso all’area di lottizzazione sul quale si basa il diniego del Comune si sottolinea come “la questione è certamente di pertinenza degli organi comunali, ma deve avere luogo unicamente nell’ambito della redazione dello strumento pianificatorio generale, o in altri strumenti ad esso equiparati, ma non può certamente trovare spazio in altri provvedimenti che stante il carattere attuativo, non possono sovrapporsi alle valutazioni generali già operate…quindi il diniego fondato su tale argomentazione è illegittimo e comporta l’annullamento della delibera comunale”. In conclusione la sentenza precisa che “sebbene non sia contestato tra le parti che il detto piano, ancorchè solo adottato, contenga previsioni che escludano la possibilità di realizzare l’intervento edilizio di cui trattasi, la sezione non può che osservare come l’accoglimento del presente appello, che comporta l’illegittimità della delibera del consiglio comunale di Asiago numero 44 del 31 ottobre 2008 di diniego di approvazione della lottizzazione, porti in ogni caso un utile alla parte appellante, quanto meno nel senso di poter agire in via risarcitoria per la lesione del proprio interesse legittimo a conseguire titoli abilitativi”. L’entità dei danni dovrà ora essere quantificata in sede civile. Il Golf Club di Asiago apre alla cultura Non solo luogo di sport e attrattiva turistica, ora il Golf di Asiago apre anche alla cultura e lo fa alla grande portando in riva al green un dibattito tra storia e attualità che ha visto protagonisti, presentati e coordinati dalla giornalista Rai Maria Concetta Mattei, niente meno che il ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan stuzzicato dallo scrittore e opinionista del Corriere della sera Gian Antonio Stella, e il professor Gian Maria Varanini ordinario di storia medievale dell’ateneo di Verona. “Un momento – ha introdotto la presidente del Golf Club Asiago Irene Gemmo – per mettere luci sul nostro Altopiano, sulla sua storia e la bellezza dei suoi paesaggi che vorremmo vedere rispettati a lungo”. L’importanza del paesaggio e della cultura come beni da valorizzare e difendere ha fatto da filo conduttore alla serata alla quale ha partecipato una folta platea: tante le autorità presenti, ma tanta anche la gente comune, tra residenti e ospiti di Asiago. Dall’antica “Spettabile Reggenza” che 700 anni fa governava e gestiva il ricco territorio altopianese, alla realtà odierna che porta come prezioso retaggio storico di quei tempi la proprietà collettiva per cui, come ha sottolineato l’asiaghese Gian Antonio Stella (l’ha detto: “Io sono un asiaghese”!): “Qui le terre sono di tutti, qui non ci sono padroni e non ne vorremmo di palazzinari”; dall’Altopiano all’Italia e al destino del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico del nostro paese: tutta la discussione e anche qualche simpatico battibecco tra il giornalista e il Ministro sono serviti per convenire come i primi difensori delle ricchezze siamo noi. Noi inteso come italiani, che, ha voluto evidenziare Giancarlo Galan “Abbiamo la fortuna di essere nati in questo paese. Ogni italiano (leggesi benissimo anche “ogni altopianese”) deve avere nel cuore la consapevolezza che si è ricevuto un patrimonio immenso e che ci si deve adoperare per Foto Bergamaschi consegnarlo alle nuove generazioni migliorato”. E non poteva mancare un chiaro riferimento a uno dei fattori che minano l’integrità di tale ricchezza, il cemento. “L’Italia – ha voluto far presente Gian Antonio Stella - è il paese con il più alto consumo di cemento d’Europa e il più basso indice demografico. La ricetta per uscire dalla crisi non è, come negli anni ’60, il cemento. Per il bene di quella che definisco “la ricchezza, la nostra immeritata bellezza” ci vorrebbe un Ministero che si occupasse di beni culturali e paesaggistici assieme, un Ministero a cui andrebbe agganciato anche il turismo». Immediata la risposta di Galan che ha fatto riferimento al suo progetto di politica di vantaggio fiscale per la cultura, agli spot in programmazione, in onda dal 2012, per invitare a donare il 5 per mille alla tutela dei beni culturali, ad una legge che non punisca con l’arresto solo chi danneggia opere d’arte, ma anche chi le commercializza. “Sto pensando anche ad una forma di fiscalità dedicata a chi investe nella cultura. Perché dove non arriva il pubblico, in questo immenso patrimonio, deve intervenire il privato, al quale bisogna dare l’interesse, il motivo e la possibilità di investire in cultura. Altri ministri prima di me ci hanno provato con scarso successo, ma nonostante il momento poco felice ci voglio provare anche io”. Stefania Longhini 8 Sabato 20 agosto 2011 l’Altopiano 5 Foza e Rotzo ridotti a frazioni e l’Altopiano potrebbe diventare “di Asiago e dei 5 Comuni” Una volta era una Federazione di Sette Comuni, poi arrivò Conco e i “fratelli cari” divennero otto. Oggi, tutti insieme formano quello che convenzionalmente, mantenendo l’antica denominazione e dandogli nel contempo una connotazione geografica ben precisa col nome del Comune più grande e più conosciuto, viene ormai chiamato “Altopiano di Asiago e dei Sette Comuni”. C’è da chiedersi subito come si dovrà chiamare questo bel territorio che si estende per 468 chilometri quadrati dopo la chiusura dei municipi di Foza e Rotzo e il declassamento dei due paesi da Comuni a frazioni. La decisione del governo per l’accorpamento dei Comuni sotto i mille abitanti, compresa nella manovra finanziaria presentata e andata in discussione prima di Ferragosto, snaturerebbe non di poco l’identità del- la montagna altopianese creata in oltre 700 anni di storia e il nostro Altopiano diverrebbe praticamente…di Asiago e dei Cinque Comuni. Suona male! Se da una parte è condivisibile la decisione di unire le forze per cercare risparmio ed è pienamente accettabile il pensiero che non abbia senso mantenere in piedi comuni con 150 abitanti, dall’altra pare obbligatorio aprire delle parentesi e formulare delle eccezioni. L’essere Comuni di montagna, già in situazione di disagio perchè lontani dagli altri centri, potrebbe costituire un valido motivo di deroga. Vale per le scuole, perché non dovrebbe valere per i municipi? A porre delle perplessità sui criteri adottati per i tagli è tra gli altri il sindaco di Rotzo Lucio Spagnolo. “Il numero di abitanti non deve essere il fattore discriminante – spiega - specie se si parla di piccoli Comuni di montagna piut- Riordino delle Comunità Montane “Sarà una rivoluzione epocale” La legge regionale prevederà un cambio radicale nella gestione delle funzioni comunali. Tutti i Comuni al di sotto dei 3 mila abitanti dovranno concordare dei servizi associati La vita in montagna potrebbe cambiare per sempre. E il rapporto tra Comuni essere rimescolato. Forse addirittura il campanilismo che contraddistingue da sempre i comuni piccoli montani (e non solo sull’altopiano) sarà per buona parte sconfitto. Perché quello che riserva la legge regionale di riordino delle comunità montane (ancora in fase di proposta ma che dopo una lunga concertazione dovrebbe essere votata così com’è a settembre appena riprenderanno i lavori del consiglio regionale) è, nelle stesse parole di Ennio Vigna, presidente Uncem Veneto, “una rivoluzione epocale”. “La legge regionale prevedrà un cambio radicale nella gestione delle funzioni comunali – ha spiegato Vigna ai sindaci altopianesi e al consiglio della Spettabile Reggenza – Tutti i Comuni al di sotto dei 3 mila abitanti dovranno concordare dei servizi associati e la Regione ha individuato nelle comunità montane gli enti più indicati a svolgere questa funzione”. In pratica sull’altopiano solo Asiago non sarà costretta a sottostare alla nuova legge con gli altri 7 Comuni invece obbligati all’associazionismo intercomunale delegando, in questo caso, i servizi alla Comunità Montana. E con la tosto isolati e lontani dai centri più grandi. Comunità vive che si sono sempre battute per preservare territorio e servizi”. Incredulo al pensiero di poter passare alla storia come l’ultimo sindaco di Rotzo, Spagnolo, ironizzando ma neanche tanto, sottolinea: “A distruggere Rotzo non c’eran riusciti Ezzelino da Romano, gli Scaligeri, i Visconti, la Serenissima; né Napoleone, Francesco Giuseppe, i Savoia. Neppure Mussolini o la prima Repubblica. Solo il governo Berlusconi può farlo!” Non si tratta di uno sterile excursus storico; è il voler sottolineare come, con certi provvedimenti, si vadano a distruggere identità locali le cui radici affondano profonde nel tempo. E se si parla di storia a Rotzo, si deve per forza considerare il Consorzio Usi civici di Rotzo, San Pietro e Pedescala al quale oggi vanno parte dei proventi della gestione del patrimonio comunale. Questo sarà solo uno dei tanti problemi da risolvere nel caso in cui Rotzo dovesse diventare la semplice frazione di un comune più gran- de. Perché quel comune più grande potrebbe essere Valdastico piuttosto che Roana, entrambi vicini, entrambi legati, per differenti motivi a questo piccolo comune. E forse al momento della decisione, che si spera spetti ai cittadini con voto referendario, entrerebbero in gioco storie di vicinato scomodo. “Con questa prospettiva – conclude comunque Spagnolo l’amministrazione per i prossimi cinque anni, gli ultimi come Comune, dovrà anche cambiare ogni tipo di programmazione e di obiettivo cominciando soprattutto dall’urbanistica, a tutela e garanzia dei miei paesani”. A Foza questi sono i giorni clou delle Feste Quinquennali, una tradizione che si ripete da secoli, sottolineatura di una identità comunitaria forte quale può essere quella di una popolazione uscita indenne dal flagello della peste, poi profondamente unita, come in tutti i comuni dell’Altopiano, anche nella ricostruzione delle proprie case dopo la guerra 15/18. Un popolo in parte di- sperso dall’emigrazione, ma che in ogni parte del mondo ha sempre conservato forte il senso delle proprie radici. Sarà il clima festaiolo, il Ferragosto alle porte, la voglia e la necessità di concentrarsi sul turismo che induce a rinviare ad altri momenti la riflessione su un futuro che vorrebbe questo comune dell’Altopiano accorpato a qualche comune limitrofo, o Gallio o Enego. Questa almeno la riflessione cui induce la lapidaria risposta del sindaco Giovanni Alessio Oro alle domande di quanti chiedono un suo commento sugli ultimi provvedimenti governativi. Il primo cittadino non si sbilancia, anzi ci va assolutamente con i piedi di piombo. “ Prima di qualsiasi valutazione e proiezione è necessario leggere e interpretare bene il decreto che non credo sia così drastico e che mi auguro possa prevedere delle diverse applicazioni in base alle varie realtà territoriali”. Stefania Longhini La situazione precaria degli operai forestali delega di servizi e funzioni prevedere anche il loro finanziamento quindi dotando la Spettabile Reggenza di entrate sicure mettendola al riparo da tagli e cancellazioni ventilati solo qualche anno fa. Entro il 31 dicembre 2011 i Comuni dovranno individuare 2 funzioni da svolgere in maniera associata, altre 2 entro la fine del 2012 e altre 2 per il 2013. In pratica buona parte delle funzioni principali comunali passeranno alla Comunità Montana (ufficio tecnico, commercio, servizi sociali, patrimonio, turismo, vigilanza le funzioni più logiche) mentre i Comuni si occuperanno dei servizi specifici ai cittadini come anagrafe, tributi, personale, protocollo e segreteria. Ora la palla passa ad Asiago che dovrà valutare se e come partecipare alla nuova forma amministrativa della montagna pensata dalla Regione. Intanto la Spettabile ha approvato con voto unani- me il conto consuntivo 2010 che ha registrato, nonostante l’azzeramento dei finanziamenti statali e le difficoltà economiche regionali, un avanzo complessivo di 115mila euro. “Sono piacevolmente sorpreso dalla votazione – commenta il presidente Lucio Spagnolo – Il buon risultato della Spettabile è frutto della dedizione di persone che si prendono a cuore il problema della montagna. Abbiamo cercato di collaborare, di far sentire la voce di questa terra e siamo stati aiutati da tanta gente comune, dai sindaci e dagli uffici”. Sulla nuova veste che dovrà indossare la Comunità Montana Spagnolo commenta: “E’ una sfida impegnativa anche sotto il profilo logistico ed organizzativo che affida alle Comunità Montane il difficile compito di unire il territorio attribuendo ai sindaci la responsabilità di effettuare e di gestire scelte condivise” . Gerardo Rigoni Si è svolta, a fine luglio, in Comunità Montana, una riunione tra le principali confederazioni sindacali e tutti i sindaci dell’Altopiano per un confronto sulla difficile situazione di precariato degli operai forestali regionali. Le amministrazioni dell’altopiano e la Comunità Montana sono da sempre sensibili alle problematiche dell’occupazione nel territorio e, durante la stagione estiva la Reggenza ha potuto dare lavoro, grazie alla sensibilità dei Comuni, a diverse squadre di operai per un totale di 25-30 occupati. “È scandaloso che la nostra Regione non riesca a garantire stabilità e sicurezza agli operai forestali - afferma Lucio Spagnolo, Presidente della Comunità Montana - soprattutto se ci confrontiamo con altre regioni italiane, Sicilia, Calabria e Campania in primis! Gli operai forestali nell’Isola sono circa 25mila per una superficie boscata pari a 388 mila ettari che vuol dire circa 15 ettari a testa da curare. Se tutti avessero quella media, gli italiani sarebbero un popolo di forestali!” Applicando gli stessi parame- tri, anche in Veneto con una superficie forestale di circa 397.889 ettari (solo 90 chilometri quadrati in più rispetto alla Sicilia), ci dovrebbero essere circa 25 mila operai forestali. In realtà sono 628, ovvero 40 volte in meno rispetto alla Regione Sicilia! Tra l’altro gli operai siciliani sono quasi tutti assunti a tempo indeterminato mentre la maggior parte di quelli veneti sono stagionali, assunti ogni anno per circa 100 giornate lavorative e poi licenziati in attesa di nuova assunzione. Precari quindi, anche nel campo della forestale. “Non c’è molto da dire – insiste Spagnolo- non si capisce come da noi possa essere un problema trovare qualche milione di euro per gli stipendi degli operai mentre in alcune regioni italiane si perpetua vergognosamente il malcostume di mantenere sempre in vita gli sprechi. La finanziaria 2011, l’ultima con la quale si richiedono tanti sacrifici agli italiani, ha stanziato 160 milioni di euro solo per la Calabria! E a noi viene detto che sono tempi difficili, che ognuno deve fare la sua parte, che il Paese intero è costretto a “tirare la cinghia”. I dati riportati ci introducono al problema che si pone in casa nostra: non c’è certezza per la regolare assunzione e per gli stipendi dei 628 operai forestali veneti. Ogni anno sembra essere sempre più difficile garantire la loro operatività, assicurando così un servizio indispensabile per i nostri territori alpini. È facile pensare come una ditta privata non possa appaltare lavori in alta quota, magari in assenza di acqua ed energia elettrica e spostare lassù i propri cantieri. Nel tempo gli operai forestali si sono specializzati per svolgere i lavori in montagna, lungo i greti dei torrenti, nelle valli, in luoghi di difficile accesso. Non dobbiamo poi dimenticare che, per i Comuni, questi operai hanno costi molto più bassi rispetto a quelli delle ditte private ed è possibile affidare loro i lavori con delega diretta. “Se fossi foco arderei lo mondo” diceva, arrabbiato, CeccoAngiolieri. Si ma, attenzione perché, in alcune regioni italiane, si corre il rischio che, nonostante tutti questi forestali, nessuno andrebbe a spegnere l’incendio! 8 Sabato 20 agosto 2011 ATTUALITA’ l’Altopiano 6 Ricerca dei cimeli della Grande Guerra: continuano le reazioni alla nuova legge Al decreto regionale i sindaci rispondono con un’ordinanza che prevede l’autorizzazione comunale Contro la legge regionale sulla ricerca e recupero dei cimeli della Grande Guerra i Comuni dell’Altopiano rispondono con un’ordinanza che impone l’autorizzazione comunale. Alla fine di luglio il consiglio regionale veneto ha approvato una legge che rendeva legittima la ricerca di cimeli, anche con l’uso di metal detector, previa un’autorizzazione regionale. Una legge combattuta fin dall’inizio dai Comuni tanto che il testo di legge licenziato, pur consentendo “attrezzature tipo metal detector”, esclude operazioni di scavo. Un controsenso che il sindaco di Asiago Andrea Gios descrive come “permettere di usare pinne e boccaglio ma di non entrare in acqua”. La legge regionale prevale sui regolamenti comunali che vie- tavano espressamente la ricerca di cimeli quindi i sindaci, temendo un’”invasione” di ricercatori anche poco esperti, stanno stilando un’ordinanza congiunta che prevede che su tutte le proprietà comunali e quelle collettive del demanio di uso civico “la ricerca e la raccolta di cimeli, anche quelli individuabili a vista o comunque affioranti dal suolo e recuperabili con il solo uso delle mani, dovranno essere autorizzate dalla competente autorità comunale”. In pratica solo con l’autorizzazione comunale i ricercatori di cimeli potranno operare in piena legalità, pena sanzioni che arrivano a 500 euro. “Oltre al fatto che chi cerca reperti lo fa in spregio della proprietà comunale e collettiva e può recare grave danno all’ecosistema silvo pastorale c’è anche una questione di scurezza – spiega Gios – Nel sottosuolo dell’altopiano ci sono reperti ancora inesplosi potenzialmente letali sia per il recuperante sia anche per passanti occasionali”. A dar man forte a Gios c’è anche il sindaco di Gallio, Pino Rossi, che afferma “Siamo contrari a questa direttiva che legifera sulla proprietà della gente del posto Aeroporto, una struttura di servizio importante anche per il turismo Proseguono le opere di consolidamento e completamento. E intanto tornano i volovelisti Rifatta la pista ed i piazzali di sosta dei velivoli. Ripulita la pista in erba e aggiornati i servizi per i volovelisti. Sono i primi passi materiali nel consolidamento dell’aeroporto di Asiago dopo che è stato definito l’assetto societario e il Cda è riuscito a ridurre i costi di gestione. Anche la palazzina, dopo 18 anni di tira e molla, ha avuto le ultime perizie di adeguamento sismico e certificazione energetica, condizioni prioritarie richieste dall’Enac per dare il via al suo completamento che servirà non solo come punto d’appoggio ai piloti, ma anche come centro di aggregazione per appassionati. Intanto il Romeo Sartori ha già triplicato il periodo di apertura dimezzando il costo di esercizio. Ora si attendono fatti concreti da parte della Camera di Commercio e della Provincia che aveva promesso un loro sostegno economico qualora l’aerostazione dimostrasse di poter continuare con l’attività di volo. “Asiago, assieme a Thiene (con cui la collaborazione e le sinergie sono continue) è, di fatto, l’unico punto che la Provincia ha in campo aviatorio dopo la soppressione dell’aeroporto a Vicenza – commenta il presidente dell’aeroporto Bernardo Finco – Asiago è importante non solo come aeroporto turistico ma anche come aeroporto di servizio per tutto l’altipiano vicentino; rilevanza accresciuta con l’arrivo all’aeroporto della protezione civile con i suoi servizi di tutela forestale e osservazione incendi”. “La pista riasfaltata e riqualificata in portata, aumentando così le tipologie di aerei che possono atterrare e decollare ad Asiago, così come la zona aeroportuale rimessa a nuovo per sicurezza, garantiscono una nuova vita all’aeroporto dopo molti anni di disinteresse ed inefficienze – prosegue Finco - Siamo molto felici di questa accelerazione arrivata proprio contestuale al periodo estivo quando l’aeroporto riceve oltre al traffico di aviazione generale e ultraleggeri anche gli appassionati volovelisti che in Italia hanno un ricordo di Asiago come padre naturale del volo a vela e che da tempo richiedono di tornare a svolgere attività anche offrendolo a livello europeo”. Gerardo Rigoni ed in molti casi soggetto a vincoli di tutela ambientale europea. La Lega si comporta esattamente da Venezia come lo Stato si comporta da Roma, imponendosi per accontentare qualche amico senza curarsi di quanto, con estrema difficoltà, ha fatto la gente di montagna per poter trasformare un’area distrutta dalla Grande Guerra in una montagna piena di foreste e pascoli. L’attività di ricerca andrebbe affidata ad esperti qualificati e i reperti affidati alle istituzioni e ai musei”. Opinione condivisa anche dal consigliere Stefano Fracasso che aggiunge “Il recupero del dopoguerra nasceva dalla necessità di bonificare e, per le famiglie altopianesi, come fonte di reddito. Se si devono per forza autorizzare questi recuperanti nouveaux che siano inquadrati in una campagna di scavi condotta da esperti come si fa con gli scavi archeologici”. Contrario alla legge anche Pietro Collareda, capogruppo del Pd in Provincia. “Già qualche anno fa aveva sollecitato una presa di posizione della Provincia con un’interpellanza sulla questione – spiega – In quel caso la Provincia si era espressa critica nei confronti della legge. Oggi la Provincia di Vicenza è capofila di una serie di iniziative legate alla Grande Guerra e chiederò nuovamente conto di questa legge anacronistica già nel 2007. Chiederò inoltre a Flavio Tosi, tra i primi firmatari della proposta di legge, se lo ritiene ancora valida e di impegnarsi perché venga stralciata”. Di parere nettamente contrario il capogruppo regionale Pdl, Dario Bond. “Regolamentare la raccolta dei cimeli in un territorio ricco di storia come il Veneto era un dovere. Questa legge ha un duplice obiettivo: da un lato tutelare gli appassionati, dall’altro sanzionare chi non ha le necessarie autorizzazioni e spesso fa danni all’ambiente, danneggiando magari anche i manufatti.” Gerardo Rigoni Sapor d’acqua natia Provateci. Loro hanno già perso Date loro una ragione per sperare e loro vi dimostreranno che la speranza è il punto d’appoggio per tenere sollevato il mondo: il grande cruccio di Archimede. Carissimi ragazzi, c’è una fetta di umanità che in questi giorni volge gli occhi alla Spagna: per una volta l’interesse non è per Lloret de Mar, per Ibizia o per la movida di Barcellona. Stavolta gli occhi sono per voi, giovani di tutto il mondo in cammino per ricercare l’Autore della vostra vita. Il vostro silenzio colorato, la smisurata voglia di cantare e l’appassionante esperienza del gemellaggio ricordano al mondo che a volte basta un briciolo di speranza per ri-costruire sopra le macerie. Tanti dicono di scommettere su di voi, pochi alla fine ci scommettono veramente. E voi finalmente l’avete capito: si svuotano i comizi di facce giovani, si svuotano le chiese appesantite di moralismo e incenso, si scolorano le aule dove il sapere dovrebbe essere di aiuto per il futuro. E per contemplare il Volto del vostro Dio siete disposti a fare migliaia di chilometri, come nelle migliori storie che ci parlano dell’amore, della seduzione, dell’appassionante sfida d’essere amati e d’essere amanti. Voi l’avete capito che solo Lui scommette veramente su di voi. Su quel prato dove vi siete dati appuntamento non c’è una rockstar ad aspettarvi, un grande uomo d’azione o di politica, non ci sono stelle dello sport o dello spettacolo. C’è il silenzio ospitale di un Uomo che davvero scommette sui giovani. C’è tutta una storia che assicura che Lui non vi tradisce. Aprite la Bibbia e cercate i lineamenti del piccolo Davide che sfidò Golia. Di quel Geremia che si lamentava d’essere troppo giovane al cospetto di una smisurata fiducia. Della bellissima storia di Tobia invitato da un angelo a sposare la sua donna. Di Giosuè, il condottiero giovane chiamato da Dio a traghettare il popolo dopo Mosè. La storia di Samuele e di quegli apostoli sui quali s’è poggiato il peso di una Storia Sacra. La storia fantastica di Maria, ragazza giovanissima ma tremendamente capace di Cielo. Potessero parlare racconterebbero tutti lo stupore nel sentirsi troppo fragili e deboli di fronte alla grandezza smisurata della missione che li aspettava. E assicurerebbero che Dio non ha spostato neppure in maniera impercettibile lo sguardo su di loro da come l’aveva poggiato il primo giorno che ad essi pensò. Vi ritroverete davanti all’Eucaristia: non ci saranno i rombi delle discoteche o le luci magnetiche delle spiagge catalane, i drink e i cocktail delle grandi occasioni. Ci sarà il mormorio di un vento leggero – simile a quello che rivelò il Cielo al profeta Elia – a caricare di speranza le vostre giovani esistenze. Perchè oggi il messaggio cristiano è rimasto quello di un tempo: inedito, delicato e sensibile all’animo umano. E’ rimasto la proposta più bella che accende la libertà, quella liber- tà che non è un elenco di comodità e di diritti ma l’invito ad inoltrarsi in un territorio vuoto con un pugno di sillabe tra le mani: “Sii forte e fatti animo (…) Il Signore stesso cammina davanti a te” (Es 31,7-8). Dio vi darà la gioia di avvertire la sua Voce dove gli altri avvertono solo silenzio o frastuono: c’è sempre qualcuno tra la moltitudine al quale Dio si rivela per poi chiedere di condividere la bellezza di quel Volto. Qualcuno criticherà il vostro andare da Lui, il vostro radunarsi in massa, l’entusiasmo col quale v’inginocchiate di fronte all’Uomo della Croce: non importa, loro il tempo per sperare l’hanno già avuto e quasi sempre hanno perso. Quando voi tornerete – e troverete un’Italia un po’ più triste e rassegnata di quella che avete lasciato - trovate il coraggio di testimoniare al mondo che essere cristiani oggi non è una sfiga di cui vergognarsi all’ombra delle dicerie ma la sfida più avvincente nella quale l’uomo possa imbattersi per far splendere il meglio di se. E di Lui. Perchè il futuro appartiene a coloro che trovano sempre il coraggio di sperare. Don Marco Pozza 8 Sabato 20 agosto 2011 l’Altopiano 7 SANITA’ Le “mascherine”: nuova frontiera per il ginocchio Il dr. Giovanni Costacurta, primario di Ortopedia e Traumatologia all’Ospedale di Asiago, conferma l’utilizzo di queste tecniche d’avanguardia - Rappresentano l’alternativa alle “vecchie” protesi Novità importanti per chi dovrà sottoporsi ad un intervento chirurgico, e sono potenzialmente in molti “Sono circa 50 ogni anno gli interventi di protesi al ginocchio effettuata dalla nostra équipe - spiega il Primario di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale di Asiago, dr. Giovanni Costacurta – con eccellenti risultati e con l’utilizzo e l’applicazione delle sempre L’équipe del dr. Costacurta più moderne ed innovative tecnologie”. Quali sono le Il ginocchio elaborato al computer con la cause più frequenti che portano a dover intervenire con relativa mascherina di taglio una protesi? “Sono decisamente l’artrosi (che può avere molteplici cause) e la patologia reumatica che portano alla degenerazione della cartilagine (sostanza molto nobile che riveste l’osso nelle articolazioni) con conseguente suo anomalo consumo: il contatto diretto fra osso ed osso è responsabile della deformazione dell’articolazione e quindi del dolore e della limitazione dei movimenti”. “Tale situazione va prima curata con farmaci ma, quando questo te con tutte le misure richieste. Il progetto viene ritornato al non basta, bisogna ricorrere all’intervento chi- chirurgo che lo valuta suggerendo eventuali modifiche; il prorurgico con cui si provvede all’impianto di una getto quindi passa alla fase finale della costruzione protesi a parziale o totale sostituzione del gi- personalizzata della mascherina per quel ginocchio”. nocchio”. La novità assoluta, giunta in Italia da Quali sono i reali e concreti vantaggi? “Il vantaggio della pochi mesi, è quella delle cosiddette <mascherine>; mascherina è che consente al chirurgo una significativa di che cosa si tratta? “E’ una novità importante riduzione del tempo di intervento (minor rischio di infein quanto costituisce un approccio chirurgico zioni), di evitare di aprire il canale femorale per mininvasivo specie per i casi più difficili, per i l’alloggiamento della protesi con un notevolmente miquali potranno essere realizzate mascherine di nor sanguinamento, evitando così la trasfusione e mitaglio ad hoc”.Ma in parole semplici come sono nor rischio di embolie; e ottenere una ripresa della mocostruite queste <mascherine>? “Il paziente al bilità molto più precoce”. quale è posta indicazione chirurgica di “Asiago sarà, per espresso obiettivo dell’Azienda, riferiartroprotesi, viene sottoposto alla TAC del gi- mento di punta per quanto concerne la chirurgia del ginocchio con un software dedicato; le immagini nocchio e la nostra struttura medica è pronta a raggiungevengono spedite attraverso internet al centro di re questo obiettivo anche con l’utilizzo di queste recentissiProduzione in America, dove vengono elabora- me metodiche”. Cesare Pivotto Recupero sociale, economico e paesaggistico dell’area rurale di Sucèska e contrade limitrofe Un evento assai particolare quello del 5 agosto scorso al Teatro Millepini: Gianni Rigoni Stern ha presentato il progetto di volontariato che ha come obiettivo il sostegno economico/sociale agli abitanti di Sucèska, i pochi rimasti dopo la brutale guerra che ha investito la Bosnia Erzegovina. Sul palco con lui, l’attrice Roberta Biagiarelli. E’ stata lei, presente al tempo in Altopiano per uno spettacolo e attiva da dieci anni nell’ambito del volontariato in Bosnia, a lanciare l’input a Gianni: “Vieni a potare gli alberi nei giardini delle vedove di Sebrenica”, gli ha detto. E lui: “La xe na monada...”, soffermandosi invece già nel suo primo viaggio in loco, a osservare un altopiano confinante (Sucèska) del tutto simile al suo, al nostro: meno altitudine ma stessa conformazione morfologica, stessa tipologia di vegetazione. Lì poteva dire la sua e come...Siamo nel 2009: dopo anni di violenza e distruzione, in quel luogo ha ravvisato le stesse condizioni riscontrate da noi subito dopo la prima guerra mondiale: e questo, l’ha ritrovato pari pari in Bosnia, 100 anni dopo! Ha così accettato la proposta della Biagiarelli, di diffondere con un filmato il progetto di sostegno, le finalità, i costi e quant’altro messo in piedi e portato a casa in tempi brevissimi, allo scopo di sponsorizzare tutti i tasselli ancora mancanti di questo mosaico. Sul palcoscenico, Gianni Stern ha esibito inaspettate doti di show-man, lui così riservato e schivo per natura, coinvolgendo il pubblico e mostrando in modo evidente, quanta passione lo abbia accompagnato in questo percorso...che è ancora lungo. Sponsor principale (per oltre 100.000 euro) è stata la provincia di Trento, non solo perché ha un settore dedicato a iniziative di sostegno a paesi disagiati, ma perché “oggetto” dell’iniziativa è l’inserimento, definito “transumanza della pace”, della vacca Rendena - tutta trentina - nelle stalle dei poveri contadini di Sucèska. Ecco come...Gianni è arrivato lì la prima volta nell’estate 2009 e non se n’è più andato: per le affinità elettive, gli sembrava comunque di essere a casa sua. Ha battuto contrada per contrada, entrando nelle povere case della gente, spalleggiato dall’interprete, un amico ormai, Edin Durak, Edo adesso. Gianni così ha potuto applicare l’esperienza acquisita nella carriera in Comunità Montana e ha iniziato a rilevare dati, informazioni, censendo quanto programmato. A Sucèska, vive oggi una piccola comunità di contadini prevalentemente musulmani, che sono stati decimati dalla guerra. In quell’area la pulizia etnica ha eliminato l’85% della popolazione maschile: giovani e vecchi! Vengono i brividi solo a scriverlo...Dal 2000 però i superstiti sono rientrati nella loro terra (come noi nel ’22, dopo il Profugato, ugualmente poveri e smarriti...), iniziando a praticare un’agricoltura di autoconsumo e sognando sempre di andare a vivere altrove! Povere, povere genti...Al primo viaggio ne sono seguiti molti, una decina l’anno della durata minima di una settimana, dove Gianni si è fatto accompagnare da amici esperti in allevamento, pascoli, prati, boschi, ad aggiungere via via una nuova tacca al piano sempre più scientifico che si stava formando nella sua testa. Per trasmettere con realismo il contenuto del video proiettato al Millepini, non si può raccontarlo...bisogna vederlo. La cosa che più ha colpito oltre alle condizioni misere della popolazione è stata la visione delle estensioni di felci infestanti e velenose, susseguenti i bombardamenti che circondano le zone abitate e sono difficilissime da espiantare e pericolosissime, poiché nascondono aree non bonificate da bombe e mine: come un cane che si morde la coda è una “mission impossible”, tuttora. Gianni ha visto, tutto, catalogato tutto, progettato ed avviato subito corsi di formazione per allevare in modo tutelante ed ergonomico per le bestie e produttivo per le persone, 50 persone alla volta, che facevano anche 2 ore a piedi per raggiungere la scuola elementare, sede dei corsi. Condizione posta dalla provincia autonoma di Trento: “Solo chi avesse frequentato i corsi per intero avrebbe ricevuto in dono una mucca”. E così è andata. Le mucche sono state scelte e donate da allevatori della Val Rendena - che come han mostrato le immagini le amano come membri della loro famiglia. Le vacche sono state caricate sui camion-bestiame, sono arrivate alla frontiera, hanno fatto la quarantena, poi sono arrivate a destinazione, casa per casa, stalla per stalla. Il patto sottoscritto da tutti con Gianni è stato di mantenerle sane, pulite, ben nutrite o...ci pensa lui, coi suoi controlli improvvisi! A rischio la requisizione delle bestie. Il burbero benefico, saprà in questo caso - seppur a malincuore - essere inflessibile. Ma siamo più che certi che non ce ne sarà bisogno. Beppa Rigoni Scit 8 Sabato 20 agosto 2011 l’Altopiano 8 ATTUALITA’ Servizio taxi ad Asiago, delibera di reperibilità obbligatoria per i due taxisti Ma Dall’Oglio e Selvi dicono che a loro non è stato notificato nulla al riguardo, nonostante un comunicato stampa diffuso dall’Ufficio alle Politiche Sociali Taxisti con reperibilità obbligatoria, per garantire il servizio sette giorni su sette, fino alla mezzanotte ma anche oltre in casi di estrema necessità. L’iniziativa parte dall’Assessore alle Politiche Sociali di Asiago Diego Rigoni, che ha promosso una delibera comunale dopo aver sentito le lamentele di cittadini e turisti in merito alla difficoltà di reperire un taxi, fra i due in servizio ad Asiago, restando la piazza scoperta soprattutto in periodi di alta stagione. Ma il comunicato stampa divulgato dall’ufficio comunale e ripreso da numerosi organi di informazione locale ha lasciato perplessi i diretti interessati, Mariano Dall’Oglio (Macia) e Mario Selvi (Bergamo), che dicono di non aver ricevuto alcuna notifica in merito e di aver saputo dell’iniziativa dell’assessore tramite terzi. “Il regolamento del servizio pubblico – commenta Dall’Oglio – dice che deve essere obbligatoriamente garantito il servizio a partire dall’arrivo del primo pullman di linea al mattino fino all’ultimo della sera, orario che abbiamo sempre rispettato. Non neghiamo inoltre il servizio anche oltre l’orario obbligatorio: la gente ci chiama al telefonino e ci rendiamo disponibili. Un’eventuale reperibilità obbligatoria andrebbe comunque retribuita, ci chiediamo: chi ce la pagherebbe? Non dimentichiamoci poi che per legge non si può guidare oltre le otto ore giornaliere”. Ma c’è davvero bisogno di incrementare il servizio, e in tal caso non si dovrebbe fare in modo di aumentare il numero di autisti con il loro taxi? “Siamo nella settimana di ferragosto, sono qua da prima delle otto – riferisce Dall’Oglio – sono quasi le nove e mezza e non ho ancora ricevuto una chiamata. Il lavoro è poco, si concentra nel periodo estivo a un paio di ore al mattino, verso mezzogiorno. Le chiamate arrivano soprattutto da gente che abita fuori, nelle contrade, e viene in centro a fare una passeggiata o a fare la spesa, e poi prende il taxi per tornare a Arriva il bonus per le famiglie numerose GRAFICA ALTOPIANO Il Comune di Asiago, intende offrire alle famiglie numerose un supporto economico una tantum, denominato “bonus famiglia”, nell’ambito del Programma della Regione Veneto di interventi economici straordinari a sostegno dei nuclei famigliari con parti trigemellari e con numero di figli pari o superiore a quattro. Possono beneficiare del suddetto contributo economico famiglie numerose con numero di figli pari o superiore a quattro, distinte nelle seguenti tipologie: famiglie con un numero di figli pari o superiore a nove con un contributo pari a 1.200 euro; famiglie con un numero di figli pari a otto, 1.000 euro; famiglie con un numero di figli pari a sette 900 euro; con sei figli, 800 euro; con 5, 700 euro; con 4, 600euro; infine alle familgie con parti trigemellari andranno 900 euro. Se all’interno della famiglia con parto trigemellare sono presenti altri figli, la stessa può beneficiare solo di una delle due diverse forme di contributo. Per accedere al “bonus famiglia” si dovrà presentare domanda al Comune Asiago, Ufficio Politiche Sociali ed essere in possesso di: cittadinanza italiana; residenza da almeno 5 anni nella Regione del Veneto; indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) riferito ai redditi dell’anno precedente non superiore a 30.000 euro. L’Ufficio Politiche Sociali, dopo aver accolto la domanda ed accertato il possesso dei requisiti, provvederà a stilare una graduatoria per ogni tipologia di famiglia in base al reddito ISEE. Le domande devono essere presentate al Comune di Asiago entro e non oltre il giorno 4 ottobre 2011 a mezzo posta o consegnate a mano all’ufficio protocollo comunale. I moduli possono essere ritirati presso l’Ufficio Politiche Sociali, piazzetta Alpini, Asiago casa. Il pomeriggio si lavora poco, e la sera si lavorerebbe men che meno, visto che i giovani hanno tutti la loro auto e le persone anziane di sera non si muovono. D’inverno il lavoro è quasi nullo, un tempo si portavano le persone sulle piste da sci, oggi ci sono i bus navetta gratuiti e il taxi non è più richiesto. In più ci sono gli abusivi, che lavorano anche se non abilitati. Tempo fa a un concorso per noleggio da rimessa, attività che prevede l’obbligo di servizio notturno, non si è presentato nessuno. La fornitura di nuove licenze porterebbe comunque alla fine del lavoro per tutti, come già successo a Thiene e Marostica dove non ci sono più taxi, perché dopo l’aumento del numero di tassisti il lavoro non era più sufficiente per nessuno”. “Un tempo era diverso – conclude Mariano – si lavorava molto di più, eravamo in 5 taxi e 10 noleggi da rimessa e c’era lavoro fino a mezzanotte. Quante di queste persone che vedo camminare qui in centro, sono nate dopo che ho portato le loro madri all’ospedale perché in procinto di partorire: venivano a chiamarmi a casa qualsiasi ora, lanciandomi i sassi sulle finestre per svegliarmi la notte! Ora è tutto diverso, credo che invece di pensare ad obbligarci ad essere reperibili, dovrebbero riconoscere che con il nostro lavoro riusciamo a garantire un minimo di servizio”. L’assessore Diego Rigoni conferma che la proposta, accolta in consiglio comunale, è stata formulata dopo aver recepito alcune indicazioni dalla legge regionale e aver modifi- cato il regolamento comunale per quanto riguarda la reperibilità in orari aggiuntivi a quelli di servizio abituale. “L’iniziativa è confermata – ci dice – e non appena i tempi tecnici lo permetteranno verranno date indicazioni al riguardo agli interessati. Ritengo di aver fatto una cosa ragguardevole, amministrare un paese non significa solo pensare a grandi opere, ma anche garantire piccole cose che non costano nulla ma vanno a dare un servizio importante, soprattutto per anziani e turisti . Il taxi è un servizio pubblico e pertanto un cittadino deve poter contare su questo. La carenza di taxi comporta un certo disagio, ma credo,con la reperibilità obbligatoria, di aver risolto in parte il problema”. Silvana Bortoli I lettori ci segnalano CESPUGLI “PUNGENTI ED INVADENTI” DA TENERE SOTTO CONTROLLO Alcuni lettori ci segnalano come i cespugli spinosi piantati qualche anno fa a delimitare un settore del cimitero di Asiago siano diventati fin troppo invasivi arrivando ormai a stretto ridosso delle tombe in prima fila e rendendo difficoltose le normali operazioni di pulizia e manutenzione delle tombe stesse, come ben si vede dalla foto. Si chiede pertanto che il Comune, tramite ovviamente il personale addetto, provveda a potare tali siepi ed a mantenerle controllate in modo tale da ovviare a questo inconveniente. Una lettrice, affezionata ospite di Asiago da oltre 40anni, segnala invece il senso di trascuratezza dato dal Ghelpack, che, dice “soprattutto nel tratto che passa per le zone centrali di Asiago risulta brutto da vedere, sporco e pieno di erbacce”. “Inoltre – aggiunge – nei dintorni, come nella zona dell’Ossario che molti scelgono per fare semplici passeggiate, si nota spesso anche la poca cura di alcuni giardini e spazi verdi privati, che se tenuti in modo adeguato dai proprietari, darebbero maggiore risalto alle bellezze di questi luoghi”. 8 Sabato 20 agosto 2011 l’Altopiano 9 GALLIO Sicurezza pedonale in via Ech a Gallio “Caro sindaco mantenga le promesse” Si attende la realizzazione del marciapiede già promessa dal primo cittadino per la primavera 2011 “Caro sindaco, mi spiace che lei non abbia mantenuto le sue promesse!”. In una lettera inviata a Pino Rossi e al nostro giornale Luigi Ferrari, da anni turista e proprietario di seconda casa a Gallio, si rammarica per la mancata realizzazione, per altro assicurata, del tanto auspicato marciapiede di via Ech (nel tratto di strada che va dalla via d’entrata all’hotel Gaarten fino alla Capanna Bianca). “Come cittadino che paga regolarmente le tasse al suo Comune – scrive il signor Ferrari mi permetto di ricordarle che, a seguito di ripetu- te segnalazioni per la messa in sicurezza di Via Ech, priva di marciapiedi, scarsamente servita da attraversamenti pedonali e scarsamente illuminata nonostante sia percorsa da traffico sostenuto e veloce, lei, anche sulle pagine dell’Altopiano, si era pubblica- mente impegnato ad effettuare i lavori di adeguamento (già finanziati) nella primavera 2011. La primavera è ormai passata da un bel po’, ma di lavori nessun sentore. Nel frattempo la sicurezza della via è peggiorata a causa dei paletti rifrangenti piantati sul ciglio stradale nel punto più pericoloso che costringono i pedoni a spostarsi di almeno 50 cm verso il centro della carreggiata”. Anche in una comunicazione inviata ai residenti in via Ech nel febbraio di quest’anno, il sindaco confermava la volontà dell’amministrazione, procedendo quanto prima, di realizzare l’opera entro l’anno 2011. Ma a quanto pare nel frattempo, il progetto ha subito una variazione di programma. “La realizzazione del marciapiede – conferma Pino Rossi – rientrerà nel progetto di creazione del centro culturale presso l’ex colonia di via Ech e verrà realizzato insieme al previsto adiacente parcheggio. Un’opera la cui progettazione è stata affidata all’architetto Mottin e che andrà all’asta a novembre”. Intanto, come si è potuto constatare in queste settimane, si sta realizzando il tratto di mar- ciapiede lungo la strada Asiago Gallio (provinciale Val Gadena). Si tratta del prolun- gamento del marciapiede già esistente fino al confine con Asiago. I trampolini protagonisti anche d’estate con il 10° Memorial Antonio Pertile Domenica 21 agosto in località Packstall a Gallio, lo Sci Club Gallio, in collaborazione con l’Associazione amici di Antonio Pertile e Sonia Sartori, con il Patrocinio del Comune di Gallio e dell’Assessorato allo Sport, organizza il 10° Memorial Antonio Pertile, con il Campionato Italiano Aspiranti. La manifestazione inizierà alle 9.30 con la gara delle categorie Pulcini, Ragazzi, Allievi, sui trampolini K 20 e K 30; alle 11.00 salteranno gli Aspiranti dal trampolino di plastica. Alle 15.00, si terrà la gara di corsa di 5 Km valida per la combinata nordica. D’estate, infatti, la specialità di combinata nordica si articola nel salto e successivamente nella corsa, mentre d’inverno al Salto segue una competizione di Sci Nordico (sci da fondo). Malattie rare: tanti esempi di forza e coraggio Il primo raduno Una grande festa a Gallio; come sempre d’altronde quando arriva la “carovana” della pedalata della solidarietà dell’associazione Baschirotto. Una grande festa data da un centinaio di persone (famiglie intere, amici e sconosciuti) che hanno pedalato tra i campi e le contrade dell’altopiano durante la 14° edizione della pedalata della solidarietà. Un sabato pomeriggio da trascorrere insieme, per testimoniare il proprio sostegno all’associazione di ricerca e per ricordare la piccola Angela, giovane altopianese vittima di una malattia rara a cui è intitolata la manifestazione. Tra i presenti anche Paola Giambellini, giovane madre coraggio di Chiampo, colpita da una malattia rara e complessa di tipo oncologico chiamata la fibromatosi desmoide aggressiva, a causa della quale ha dovuto già sottoporsi a 45 interventi chirurgici. Un’odissea che Paola ha raccontato nel libro “Un arcobaleno dentro una scatola bianca” il cui ricavato è destinato all’associazione Baschirotto. “Avevo due sogni – spiega – Scrivere il libro per aiutare l’associazione e poi vedere fondato il banco dei tessuti. Sono entrambi oggi delle realtà e quindi posso dirmi soddisfatta”. Non paga, Paola, dotata di una solarità rara, oggi si presta a sostenere altre persone colpite da malattie rare, pazienti oncologici e amputati. Lei stessa si trova a dover portare una protesi alla gamba, pagata con un mutuo di 35 mila euro. E mai arrivo della pedalata è stato più azzeccato grazie anche al fatto che nello stesso giorno esponeva le sue opere Roberto Lunardi, originario di Gallio ma residente a Varese, colpito da una malattia non rara, rarissima tanto che la stessa patologia interessa solo altre 7 persone al mondo. Si tratta dell’acropatia ulceromutilante, che ha privato totalmente Roberto delle mani. Ma non per questo l’artista ha smesso di dipingere, anzi questa difficoltà lo spinge “sempre più a decantare la bellezza del mondo”. La pedalata è stata anche occasione per riferire dei progetti di ricerca sullo studio genetico della popolazione dell’Altopiano a partire da Stoccareddo e Rotzo nonché la ricerca dei meccanismi patogenetici che stanno alla base di alcune malattie rare che si stanno svolgendo nei laboratori dell’Istituto BIRD di Costozza di Longara. Gerardo Rigoni BIRRERIA PIZZERIA GRAFICA ALTOPIANO NON SOLO PIZZA MA ANCHE TANTE GUSTOSE SPECIALITA’: PRIMI PIATTI, GRIGLIATE ecc. GIA RD EST INO IVO Ristorante CASA ROSSA località Kaberlaba - Asiago info 0424-462017 Sabato e Domenica Musica dal Vivo Offroad Città di Gallio Gallio capitale dell’offroad, dei fuoristrada, dei 4 x 4. Da sabato 2 a domenica 4 settembre a Gallio si terrà il 1° raduno nazionale Offroad “Città di Gallio”, una due giorni di fuoristrada e tante altre attività sull’Altopiano di Asiago. L’assessorato al turismo di Gallio, in collaborazione con FXF Fuoristrada X Formazione by Tierre e USM Adventure Team, ha organizzato questa manifestazione sportiva che è aperta a tutti i possessori di Suv, fuoristrada e quad che potranno intraprendere dei percorsi studiati che si snoderanno nella splendida natura dell’Altopiano “nel pieno rispetto di una natura incontaminata” come sottolineano gli organizzatori. La manifestazione si caratterizza inoltre per numerose attività, tra cui un mini corso di orientamento teorico e due prove pratiche valide per il 1° trofeo orienteering 4x4 “Città di Gallio” nonché una pista dedicata ai fuoristradisti più esperti (e dove si disputerà il 1° trofeo della montagna 4x4 “città di Gallio” con prove di radio trial, trial in retromarcia, superamento di ostacoli ed arrampicata). G.R. Il Baccalà in piazza con Pasqualin un appuntamento ben riuscito Oltre 400 piatti serviti, il “Baccalà in piazza” a Gallio, appuntamento organizzato dalla Pro loco, è stato un successo. E non poteva essere altrimenti; vuoi per la maestria dimostrata dagli chef della trattoria “Due Spade” con a capo Antonio Pozzan, vuoi per la bravura e simpatia degli “chef per un giorno” capeggiati dall’avvocato Claudio Pasqualin, che è tra l’altro membro della Confraternita del baccalà, la giornata “in onore e gloria del re stoccafisso” è riuscita nel migliore dei modi. 8 Sabato 20 agosto 2011 l’Altopiano 10 ROANA Camporovere tiene alta la tradizione del gioco delle bocce con le gare estive del venerdì sera Organizzato per domenica 28 agosto il 1° “Memorial Ennio Vescovi” a ricordo dell’amico, appassionato bocciofilo e attivo collaboratore degli eventi paesani, tragicamente scomparso lo scorso marzo E’ una lunga tradizione quella del gioco delle bocce a Camporovere, che anche in questa estate ha visto crescere il numero dei giocatori e dei partecipanti all’appuntamento fisso del venerdì sera, quando si disputano le gare con la formula “secca” e “cavabalin”. Un sistema di gioco particolare, che un tempo si faceva anche in altri campi dell’Altopiano e che oggi resiste solo qui: pro- prio questa unicità richiama giocatori da altri luoghi, come il bel gruppetto di scledensi diventato ormai habitué delle gare e che arriva puntuale con i suoi campioni per sfidare i “Camporubar” e quelli di Mezzaselva. Non si gioca per partecipare a un campionato, ma solo per pura passione e divertimento: le serate trascorrono aspettando il proprio turno di gioco, tra una partita a Musica da riciclo e musical da bagno, acrobati e clown: a Roana il Teatro di Strada Il calendario estivo degli eventi in programma a Roana e frazioni si conclude a fine agosto, dal 26 al 28, con un’originale rassegna itinerante di spettacoli di teatro di strada. Giocolieri, burattinai, prestigiatori del fuoco, acrobati, comici e molto altro ancora: in vari momenti della giornata e nelle varie frazioni si potrà assistere a esibizioni della durata di un’ora circa, proposte da artisti da anni specializzati in questo genere, provenienti non solo dall’Italia, ma anche da varie parti d’Europa e dal Sudamerica. Tra singoli e gruppi che si alterneranno per le strade dei paesi, gli italiani Five Quartet Trio, con il loro Bus Stop: la fermata del bus che si trasforma nell’arena di un circo in cui si susseguono e fondono tra loro giocoleria e acrobatica e palo cinese; spet- Carolina Khoury tacolo clownesco tutto al femminile e ambientato in una vasca da bagno invece quello di Anna Marcato “Anita”. Sono scope, imbuti, barattoli, cucchiai, piatti, bicchieri, tubi e cestini gli strumenti musicali con cui i Jashgawronsky Brothers propongono la loro “musica da riciclo”; il Teatro Trambusto dei Varietà Prestige si presenta invece come lo “spettacolo in carne e legno” che omaggia l’epoca del varietà e dell’avanspettacolo. Arriva dall’Israele Fire Fingers, una delle più abili giocoliere del fuoco, e dall’Argentina Cie Manoamoano, duo acrobatico che con pochi giochi scenografici crea un mondo di illogica gravità. A completare il cast di artisti di strada, la francese Carolina Khoury con il suo “Ginodramma”, Marco Marchione e Leonardo Cristiani e “La Sbrindola”, Milo e Olivia con lo spettacolo “Klinke” e il mimo argentino Mariano Ariel Torres. Orari e luoghi degli spettacoli nell’inserto degli eventi allegato al giornale, e negli opuscoli con il calendario delle manifestazioni. S.B. carte, una battuta e una bicchierata mentre si qualificano i finalisti. Chiusura in bellezza con l’immancabile spuntino finale, tutti insieme attorno alla tavola imbandita, dopo le premiazioni dei primi cinque classificati. Sono gare con giocatori singoli, con un’unica gara a coppie, che si disputa a conclusione della stagione, verso la fine di settembre. A giocare sono bocciofili di tutte le età, e a Camporovere sta aumentando di numero il gruppo delle nuove leve, giocatori diciottenni o poco più che si appassionano a quella che è una tradizione paesana. Marco Basso (quasi sempre sul podio), Giacomo Cera, Nicola Tessari, Daniele Muraro, Davide Moschini: questi i nomi dei ragazzi che hanno ormai scalzato la vecchia guardia, nella quale tengono duro alcuni veterani, tra cui Gianni Mosele “Ciri” e Giuliano Bonato. Citiamo doverosamente anche i vari Bepi, Claudio e Piero di Schio, quest’ultimo “medaglia d’oro” anche in una delle gare recenti. Ad organizzare le gare è la Pro Loco di Camporovere, che può contare sulla collaborazione di alcuni paesani per la fornitura dei premi per i vincitori, che consistono in cesti con prodotti alimentari e qualche creazione di artigiani locali, o altro. “L’iscrizione alle gare – spiega Carlo Cera, presidente della Pro Loco – costa 5 euro, comprende la partecipazione al gioco, i premi, lo spuntino finale. Chiunque si può iscrivere, nuovi bocciofili sono sempre ben accetti. Vorrei qui ringraziare coloro che forniscono i premi, in particolare Cristina Tessari, il cui negozio di alimentari è anche punto di riferimento per chi vuole affittare per una giornata la malga Meatta, concessa in gestione dal Comune alla Pro Loco”. “Il bocciodromo coperto e le gare che vi si svolgono aggiunge - rappresentano un motivo di ritrovo e richiamo per il paese. La struttura attuale risale a una trentina d’anni fa, e a curarsene sono sempre stati i volontari del paese. Ora però urgono lavori di sistemazione del tetto e altro, ci auguriamo quindi che venga soddisfatta la richiesta fatta all’amministrazione comunale di eseguire i lavori di manutenzione di cui necessita”. Per domenica 28 agosto a Camporovere è stata organizzata una gara di bocce che avrà un sapore del tutto particolare: il paese intero si appresta infatti a dedicare una giornata al ricordo di Ennio Vescovi, il giovane boscaiolo morto tragicamente la scorsa primavera per un incidente sul lavoro. Ennio era un bravo bocciofilo, vincitore di tante gare e sempre attivo nella vita pubblica del paese, a lui sarà dedicato un “memorial” che i suoi compaesani intendono far diventare un appuntamento fisso. La manifestazione prenderà il via alle 14.00 con la gimcana per bambini, a seguire spettacolo d’abilità con la motosega dei fratelli Sambugaro, campioni italiani che daranno dimostrazione di come in brevissimo tempo riescono a creare sculture in legno con quelli che sono gli attrezzi del loro lavoro di boscaioli. Alle 16.30 prenderà il via la gara di bocce, e dalle 19.30 circa lo stand gastronomico preparerà la pastasciutta che sarà offerta ai presenti. L’evento sarà allietato anche dal giovane gruppo locale “The Five Arrows”, che vogliono contribuire al ricordo di Ennio cantando alcuni brani. Silvana Bortoli La Vaca Mora in notturna piace e diverte La corsa non competitiva si conferma appuntamento di successo, grazie al percorso reso suggestivo dall’illuminazione delle fiaccole e a alla buona organizzazione Una corsa che piace e richiama partecipanti di ogni età, anche da lontano, quella della Vaca Mora in notturna da Campiello a Canove lungo il tracciato dell’ex ferrovia. Ciò che attira è innanzitutto la suggestione del percorso, che offre una dimensione del tutto particolare grazie all’illuminazione delle fiaccole, quest’anno potenziata nei tratti di bosco più fitto. Come nella prima edizione, molto elevato il numero di partecipanti, quasi 600 gli iscritti tra chi, pur trattandosi di una non competitiva si cimenta come si trattasse in tutto e per tutto di una gara, chi l’affronta con la camminata del nordic walking con i bastoncini, e chi senza alcun ambizione di risultato decide di partecipare con lo spirito di fare una passeggiata, magari a passo più veloce del solito. Numerosi anche gli spettatori, che hanno affollato soprattutto l’arrivo. A portare un po’ di disturbo è stata la pioggia, arrivata prima che tutti i partecipanti avessero terminato il loro percorso, ritrovandosi poi nel palatenda nei pressi del Museo della Guerra di Canove, dove è stata servita la pastasciutta. Ciononostante, l’evento ha soddisfatto tutti e apprezzamenti sono giunti agli organizzatori, ovvero alle tre Pro Loco dei paesi sul cui territorio si snoda il percorso: Treschè Conca, Cesuna e Canove. “Il gradimento per questa corsa in notturna è stato confermato an- che in questa edizione – dicono gli organizzatori - e ciò ci permette di confermare che l’appuntamento sarà tra quelli fissi dell’estate, con cadenza sempre il primo sabato di agosto. Vorremmo qui ringraziare tutti coloro che ci hanno dato una mano, dai Gruppi Alpini, alla Protezione Civile, fino agli sponsor. Unico neo, il fatto che fra coloro che si iscrivono con lo scopo di provare la suggestione del percorso in notturna molti sono partiti con largo anticipo sfalsando così lo svolgersi dell’evento e intralciando in alcuni casi la corsa degli sportivi che la affrontano con spirito agonistico. L’anno prossimo saranno presi provvedimenti per evitare che si ripeta questa cosa”. Silvana Bortoli 8 Sabato 20 agosto 2011 l’Altopiano 11 8 Sabato 20 agosto 2011 Sasso è frazione del Comune di Asiago: la più grande seppur la più lontana, a esattamente 12,23 Km. dal capoluogo. Conta 500 abitanti, disseminati nelle 13 contrade dalla tormentata morfologia: Chiesa, Lobba, Mori, Ruggi, Grulli, Ecchele, Caporai, Pieretti, Cotti, Colli, Gianesoni, Sprunch, Loca. Anticamente assieme a Stoccareddo faceva comune a sé: il comune di Campanella. Quando fu sciolto, Sasso passò sotto Asiago e Stoccareddo sotto Gallio. Tutti i Baù e i Rossi del mondo, (assieme a qualche Stefani), vengono da là e già nel ‘500 si diffuse il cognome Dal Sasso. “Rossi”, pare derivi dal colore dei capelli degli antenati (forse cimbri, comunque nordici) mentre Baù dal tedesco baur o bauer: coltivatore, contadino. Da sempre la frazione, per l’isolamento geografico e la rudezza del territorio, è stata area di forte marginalità ed emigrazione. E’ oggi un borgo dove ritrovi ancora qualche sprazzo dello spirito di fratellanza tanto caro a Mario Rigoni Stern: “prudere liebe”, come ascritto a imperitura memoria nello stemma della Reggenza. Sasso è stato luogo strategico per il capoluogo e per tutto l’Altopiano fin dal XIV secolo, quando fu aperta (in contem- l’Altopiano 12 Sasso e le sue contrade poranea con Gallio/Val Frenzela) una via per la pianura, sotto il governo dei Visconti di Milano, assai usata dalla Serenissima per trasportare i tronchi adatti ai cantieri navali, assieme a carbone, lana, pelli, formaggi, fluitati da Valstagna (antico porto fluviale dell’Altopiano), attraverso il Brenta fino alla nostra “banchina dei carbonai”, a Venezia. Sasso è nata con la Calà e per la Calà. La Calà è il “dominus”, anche se i primi abitatori provenienti da Valstagna (Staintal - Stain =sasso, in cimbro) già nell’anno 1000, erano stanziali e abili intagliatori di attrezzi in legno. Perciò, derivando “Sasso” la sua origine dalla Val Stain (Vastagna - sasso a valle), forse il nome corretto sarebbe dovuto essere “sasso a monte”), cioè Stainberg...Sarebbe suonato bene, no? Ma il toponimo potrebbe anche essere di derivazione latina, a seconda dell’origine veneta o germanica dei prelati delle chiese. (Sappiamo che erano spesso questi ultimi a svolgere le funzioni religio- se, perchè la popolazione parlava cimbro, cioè dialetto tedesco). Se di derivazione latina, è Saxum (qui inteso in senso lato come “insieme di roccioni”). Va detto che questa connotazione morfologica la rilevi ovunque e fotografa perfettamente la Calà. Poiché nessuna parola è adeguata alla magia di quel luogo, ci affidiamo alle parole del grande Paolo Rumiz, in un suo pezzo del 2003 su Repubblica: “E’ lunga come il purgatorio, scura come il temporale: 4.444 gradini, ripidi da bestie, faticosi solo a nominarli. Partono da Valstagna, sotto picchi arcigni, nel punto dove la valle sembra spaccarsi in due; l’erta prende la spaccatura di sinistra e brucia in un lampo 810 metri di dislivello ed è una delle opere più fantastiche delle Alpi...” Ma veniamo all’attualità: l’abitato di Sasso nel corso degli anni è stato oggetto di migliorie e innovazioni, (anche se mantiene l’antica impronta, vedi le vecchie case in pietra), non ultimo il nuovo campo di calcio in erba sintetica curato dalla “Società Sportiva Sasso”, che nulla ha da invidiare ad uno della città. Buffo l’elenco dei giocatori: Baù, Baù, Rossi, Baù...Altrettanto significativi sono il Museo dei 3 Monti e il Monumento a Roberto Sarfatti, in località Ecchele. Il primo, allestito e curato da un...Baù, contiene reperti bellici italiani francesi e austriaci; il secondo, sempre sotto la sua tutela, è l’unica opera esistente in Italia fuori dalla sua regione, del noto architetto lombardo Terragni, commissionatogli nel ’35 dalla madre a memoria del figlio Roberto, caduto nel 1918 a 17 anni fra questi monti, da volontario e da eroe. Oggi in centro, vi sono alcune piccoli esercizi e una chiesa imponente dove - abbiamo scoperto - una statua della Vergine è stata dedicata ai carbonai, l’antico mestiere. Sasso: paese di forte emigrazione in quanto luogo di grande miseria, come capita solo nelle periferie e come sottolineato dagli anziani che abbiamo avuto la fortuna di incontrare. Una doppia fortuna, perchè alcuni di loro hanno fatto gli spalloni giù per la Calà, oltre che i carbonai e gli operai forestali (maschi e femmine!), in giro per l’Italia e l’Europa. E noi che credevamo che quei tempi fossero trapassato remoto...Sì, tempi dimenticati da chi non vuol ricordare da dove veniamo (così non capiremo mai dove andiamo!) e quanta miseria ci fosse, quasi motivo di vergogna invece che punto d’onore, l’esserne venuti fuori. E tanto orgoglio e grande dignità sono emersi dalle parole di chi la fame l’ha patita davvero ed è ancora qua a raccontarcelo: Danilo Rossi, Maria Baù e Santina Rossi...in Baù. Danilo Baù è anziano relativamente: 72 anni. Si vede che ha lavorato in cava, ha un volto scavato nella pietra a testimonianza di quanto sia stata dura la sua vita. Abita in Contrà Gianesoni, abbarbicata sul pendio. A 17 anni è andato emigrante in Francia e al ritorno, ha aperto una piccola impresa con un compaesano, per poi proseguire da solo; attività che ha dovuto smettere anzitempo per motivi di salute. (I suoi 4 figli hanno oggi un’impresa edile nel capoluogo asiaghese). Sul poggiolo di casa ci sono dei fiocchi: è nata da poco Matilde. Così nell’arco di 40 anni in casa Rossi, siamo alla quarta generazione. La moglie Luigina - neanche 70enne e già bisnonna, racconta: “Da bambina d’estate andavo per fragole, lamponi, mirtilli (senza mangiarne neanche uno...guai!) e con i secchi giù per la Calà fino a Valstagna. Lì c’era fisso un mercato, dove col ricavato comprare farina, pasta, tabacco, sale o portare i pochi franchi a casa”. Veramente dice: “la sale”, al femminile: curioso! E qui gli occhi increduli si sgranano...come? Non è preistoria questa? No, è cronaca del 1956, anno in cui fu ultimato il collegamento con Asiago. A rincarare la dose, l’incontro con le altre due: Santina e Maria. Santina Rossi in Baù è un’arzilla 93enne, con due occhi azzurri come il mare ancora bella come nelle foto di ragazza. Maria Baù (84) è la sua amica del cuore: è stato difficile dar voce all’una o all’altra, perchè vispe come due adolescenti, si suggerivano e si rubavano i ricordi. Li riportiamo. Santina: “Che vita, che fame...deso stemo ben, deso simo siori”. E lo ripete ossessivamente come un mantra. Ha raggiunto in Francia il marito con i suoi 5 figli, come dal suo passaporto francese, il sesto è nato lì. Han fatto gli operai forestali e i carbonai, vivendo nel bosco in baracche tirate sù con le loro mani. Han vissuto l’emarginazione, il controllo ossessivo della loro identità e idoneità, sennò raus! Al ritorno, “con quei quatro schei” han sistemato la casa avita, la stessa della foto. Maria Baù, emigrante in Savoia già con i genitori (parla ancora la lingua), ma anche in Liguria e sugli Appennini, ricorda che lasciava i suoi bambini a dormire su una coperta sotto i pini e c’eran le bisse, che andavano a scaldarsi là vicino. E’ andata pure a scuola in Francia e lo si avverte. Ma il suo ricordo più forte è legato alla Calà: scendeva coi prodotti locali e col ricavato comprava in loco il tabacco, spesso per portarlo nascosto nella gonna, di contrabbando fino a Trieste, dove lo barattava col sale (anche 20 chili per volta), dopo aver passato di notte con un barcone il fiume a Portogruaro, perchè il ponte era stato fatto saltare dai tedeschi. Una ragazzina, a dover affrontare mille pericoli, non ultimo l’essere scoperta e requisita, come realmente accaduto. “Podaresimo scrivare un libro...”, conclude. Che emozione e che onore aver avuto testimonianza diretta del passato, traslando i libri di storia che, da che mondo è mondo, te la raccontano a modo loro. Che gioia stampare un bacio su quelle guancie rugose sapendo di aver suggellato un’amicizia per sempre. Un cenno doveroso tocca al significato dei toponimi delle contrade, che abbiamo trovato nel libro del Rizzolo, che abbiamo dovuto saccheggiare dopo aver indagato invano con gli autoctoni: nessuno sapeva da dove derivasse il nome della loro contrada! Chiesa ovvio, è l’area dove è situata, al centro della frazione Sasso; Lobba è la parte pianeggante prima di entrare in centro (da oba=piana, ergo: l’obba); Mori, contrada in direzione Stoccareddo, pare si intrecci con Mörar di Asiago dove i Dal Sasso - che di soprannome facevano Mori - avevano delle proprietà; Ruggi: ultima contrada verso Gallio, significa: zappativo, pascolo ma anche rozzo, duro. Va a braccetto con Grulli, assai dissimile dal significato poco qualificante in italiano, in particolare in Toscana, derivante o dal cimbro (grüll, cioè collerico) o dal veneto (grolo, cioè spilungone): magari, il capostipite era uno spilungone collerico...Di Eckelen o Ech ce ne sono tanti quassù e il significato è: fianchi ripidi/colli; Caporai: soprannome di tanti Rossi, alcuni dei quali furono capicontrada, cioè caporali; Pieretti da un tal Piero..; Cotti: da Kot o Koat, ovvero fango; Colli: stesso significato di Ech, cioè colle; Gianesoni: o Genesoni, deriva da Gianese, Gianni, Giovanni...; Sprunck: da springen, cioè saltare, quindi salto, balzo o scoglio; Infine Loca, toponimo molto diffuso in Altopiano, deriva da loch: buco, pertugio. Beppa Rigoni Scit 8 Sabato 20 agosto 2011 l’Altopiano 13 Foza: il paese vestito a festa per celebrare le Quinquennali dell’Assunta Festa dell’Assunta a Foza. L’appuntamento quinquennale atteso da tutti i fozesi, che siano essi residenti sull’altopiano o emigrati lontano, si terrà domenica 21 agosto con inizio alle 6.30 con la Santa Messa in chiesa, dopo di che la statua lignea della Madonna Assunta sarà accompagnata a spalla, seguita da tutto il paese fino alla chiesetta di San Francesco. Poi il ritorno in chiesa dove alle 11 si svolgerà la Messa solenne alla presenza del vescovo di Padova, sua eccellenza mons. Antonio Mattiazzo. Dopo la Messa nel paese la festa proseguirà fino alle 23,30 quando i fuochi d’artificio daranno l’addio fino al prossimo appuntamento, la 36° edizione, che si terrà nel 2016. La festa ha origine nel 1836 quando una pestilenza di colera colpiva i paesi della Valbrenta e dell’Altopiano seminando morte in quasi ogni famiglia. La comunità di Foza, in preda al panico, si rivolse alla Madonna chiedendo la sua intercessione e, racconta la storia locale, miracolosamente il paese venne risparmiato. In segno di gratitudine, la comunità promise di celebrare “il miracolo” portando ogni cinque anni l’antica statua della Madonna fino all’oratorio di San Francesco attraversando tutto il paese lungo il crinale che divide il territorio comunale, dispensando la benedizione della Madonna su tutte le vallate e contrade. La prima di queste processioni si tenne il 10 settembre 1837 e da allora, ogni 5 anni, i fozesi, fedeli al loro impegno di devozione, non hanno mai mancato di rendere onore alla loro patrona. Ma l’Assunta è anche occasione per il rientro degli emigranti, la ripresa di legami assopiti, perché è tutta una comunità che si riappropria di una cosa intima che solo un fozese riesce a sentire fino in fondo. Ecco spiegato il fermento in paese con le contrade intente a costruire archi con legno, frasche e altro materiale del bosco. L’impegno a realizzare l’arco più maestoso, più bello, più rifinito richiede la cura di tutta la contrada per settimane prima dell’evento. Occasione anche per aggiustare steccati, dipingere case, abbellire giardini, persino strigliare le muc- che perché siano più belle. Anche il Comune si impegna nell’abbellimento urbano. Quest’anno l’Assunta regalerà alla popolazione il rifacimento della canonica, opera attesa da tempo, che darà un alloggio dignitoso al parroco e nuove sale ad uso della comunità. Alle finestre delle case sono appesi drappeggi, simboleggiando i corredi delle promesse spose. Gerardo Rigoni 8 Sabato 20 agosto 2011 Il 7 luglio, per un gruppo di scout asiaghesi, è cominciata un’avventura molto particolare: con la Fondazione Brownsea, infatti, stanno portando avanti il Progetto Gwassi. Tale fondazione si occupa prevalentemente di progetti educativi a favore dei giovani e, a livello internazionale, di iniziative volte alla cooperazione allo sviluppo, avvalendosi del metodo scout. Il progetto di cui i nostri giovani scout fanno parte è volto essenzialmente all’ambiente, allo sviluppo, all’istruzione e all’elaborazione di iniziative per i giovani di Nyandiwa, nella regione del Gwassi, dove stanno curando, tra le altre cose, l’ampliamento di un College per insegnanti molto frequentato dalla popolazione del Kenya. Sono partiti in nove alla volta del continente africano: Marina Dal Sasso, Massimo Dal Sasso, Leonardo Frigo, Arianna Gios, Giulia Pretto, Marco Rigoni, Maria Letizia Rigoni, Roberto Rigoni e Tiziana Rigoni. La prima cosa che ha colpito il gruppo di ragazzi è stato l’aeroporto di Nairobi: una specie di grande parcheggio gremito di persone, immerse nel caos di carretti e mercatini, dove gli autobus entrano a 40 km/h incuranti del rischio di investire qualcuno, una cosa impensabile per noi, ma che lì fa parte della normalità. Anche nelle strade, infatti, non ci sono regole: i semafori non sono rispettati e la guida è davvero difficoltosa. Il l’Altopiano 14 Nove scout asiaghesi in Kenya: un ponte tra Italia e Africa Reportage di un progetto volto ai giovani, all’istruzione e alla cooperazione allo sviluppo viaggio in corriera verso Nyandiwa, che è durato circa dieci ore, ha costituito per loro un passaggio di mondi: all’esterno si sono avvicendati paesaggi completamente differenti sino all’arrivo al villaggio rurale. Lì hanno iniziato davvero la loro esperienza: i nostri giovani scout si sono sempre spostati a piedi, anche sotto il sole cocente, per raggiungere vari villaggi dove hanno proposto animazione per ragazzi, essendo parte integrante del progetto il contatto diretto con la popolazione. Ci hanno raccontato che, per inserirsi all’interno della loro società, bisogna iniziare a interagire con i bambini, ultimi nella scala sociale ma necessari per guadagnare la fiducia della popolazione. Durante la loro permanenza, hanno visitato anche le scuole, che, pur essendo di fatto delle baracche, hanno colpito per la loro dignità; nella loro struttura sociale, ai ragazzi più grandi vengono destinate le “aule” mentre ai più piccoli, quelli che in Italia frequentereb- bero la Scuola Materna, viene assegnata semplicemente la tiepida ombra di un albero. Tutti i ragazzi, a cui hanno portato del materiale scolastico, hanno una specie di divisa, che, pur non essendo linda, denota l’importanza che viene data all’istruzione dei propri giovani da parte della popolazione locale. Un’altra esperienza importante è stata la loro visita al College all’inglese per insegnanti, al terzo posto in Kenya come livello di preparazione: in quella zona, infatti, si vive molto meglio che in città; lì hanno proposto una sorta di laboratorio musicale, volto a dare nuovi stimoli ai giovani aspiranti maestri: hanno portato con sé il flauto dolce e quello contralto, ma anche la chitarra, cosa che ha trasformato queste “lezioni” in vere e proprie serate si aggregazione in compagnia dei giovani ragazzi (di età compresa tra il 18 e i 24 anni). In questo College, lo scoutismo è una materia scolastica, perché considerato vero e proprio stimolo per lo sviluppo autonomo della regione; “guida da solo la tua canoa” è infatti il motto dell’iniziativa, cosa che sta a significare che, nei principi dello scoutismo, tutto viene gestito dalla popolazione del luogo, che sente il centro scout come suo e che, vedendo nei nostri nove giovani gli stessi principi, li ha sentiti come parte di sé, nonostante non abbiano la pelle scura e non parlino la lingua dhluo. I ragazzi asiaghesi, nonostante disponessero di camere e di gas, hanno preferito infatti vivere come la popolazione locale, anche se, per il contesto e per il periodo relativamente lungo di permanenza (tre settimane), non sono certo mancati i momenti di tensione e di stanchezza: oltre alle provviste che avevano portato dall’Italia, i nostri giovani hanno cominciato a notare anche l’alimentazione della popolazione autoctona, fatta di fagioli secchi, riso, banane, pomodori e cavoli, oltre al pesce che viene pescato nel lago adiacente. Il 27 del mese scorso, si è conclusa la loro avventura; il ritorno è stato mediato da una sosta di tre giorni a Nairobi, cosa che ha evitato di far sentire loro un eccessivo impatto tra la realtà che stavano per lasciare e quella in cui stavano ritornando. Di questa esperienza, è rimasto il piacevole ricordo della proverbiale ospitalità di una popolazione che, pur non avendo molto, li ha accolti come ospiti offrendo quel poco che riuscivano a dare; sono rimasti piccoli divertenti dettagli che fanno ancora tornare il sorriso sulle labbra: il boom di cellulari, le moto tirate a lucido e usate come mezzo di trasporto-taxi, la curiosità per la peluria “occidentale”, le strade piene di sassi, la simpatia per le fotografie che, però, i nostri scout hanno imparato a scattare solo in alcuni momenti, in quelli più opportuni, senza minare la dignità della popolazione. L’esperienza ha incentivato anche la volontà del nostro gruppo scout di far conoscere il progetto di cui fanno parte; la loro attività di rappresentanza permette infatti di venire a conoscenza di ciò che è stato realizzato: scuole, case, acquedotti. In autunno, sono previsti per loro quattro incontri per verificare gli esiti del loro progetto, ma anche una serata rivolta alla nostra comunità che mostrerà il meraviglioso ponte che si è creato tra Italia e Kenya, all’insegna dello scoutismo. Martina Rossi Asiago Serramenti-Falegnameria Vescovi Giovanni: l’arte antica di lavorare il legno e le più moderne tecnologie per la produzione di infissi Lavorano il legno da tre generazioni: è un’attività che sfiora quasi il secolo di vita quella di “Asiago Serramenti” della Falegnameria Vescovi Giovanni. Un’abilità manuale iniziata con la produzione di oggettistica artigianale, come faceva Agostino Vescovi, classe 1907, quand’era poco più di un ragazzino: produceva i “mastelli” in legno, lavoro tipico della Camporovere di un tempo, ma poi col passare degli anni ha maturato a tal punto le sue doti artigiane da arrivare a costruire anche numerosi violini e viole che, prima di vendere, suonava personalmente nelle locande asiaghesi negli anni a cavallo tra le due guerre. Cinque di questi sono ancora di proprietà della famiglia: ne ha lasciato uno in eredità ad ogni figlio. E’ nel 1920 che nasce l’embrione che poi sviluppandosi nel tempo sarebbe diventato una Falegnameria vera e propria, specializzatasi soprattutto dal termine della II^ guerra mondiale nella produzione di serramenti. Ad Agostino si affiancano nel lavoro i 5 figli, prima Adriana, Gigliola e Rosanna, poi verso la fine degli anni ’60 proseguono l’attività i 2 minori, Giovanni ed Enrico, e dopo che quest’ultimo diventa architetto intraprendendo una strada diversa, è Giovanni a portare avanti la ditta, oggi affiancato dai figli Stefano ed Elena. Accanto alla pura arte di lavorare il legno con una produzione completa oltre che di serramenti anche di articoli complementari come le porte interne in legno massello nell’antico stile montano (secondo fiore all’occhiello della produzione!), le scale e i complementi d’arredo personalizzati a seconda delle richieste della clientela, la ditta rimane sempre attenta alle innovazioni e alle nuove tecniche di produzione, tanto da avere in produzione serramenti con certificazione ad altissimo risparmio energetico (doppio rispetto al minimo di legge), che permettono tra l’altro di accedere agli incentivi statali di detrazione del 55% della spesa sostenuta (in vigore fino alla fine di quest’anno). Accanto alla tradizione artigianale c’è dunque anche una visione di implemento degli aspetti commerciali inerenti ai serramenti e affini, quali balconi, o terrazzi che dir si voglia in PVC ad effetto legno, e garantiti senza nessuna manutenzione per più lustri. E’ da quest’ottica di ricerca avanzata e sviluppo aziendale che nasce la joint venture con l’azienda vicentina Porta Store. Una collaborazione che permette oggi di offrire, accanto ai serramenti in legno di ultima generazione (fino a 92mm di sezione con vetri a 2 camere fino a 54mm di spessore) e in PVC di uno dei più raffinati costruttori tedeschi, anche gli ultimi ritrovati della tecnica, come il serramento in PVC COESTRUSO con FIBRA di VETRO o le finestre in legno di grande spessore (fino a 92mm) combinate a richiesta con un rivestimento esterno di protezione in alluminio. Entrambe le soluzioni sono disponibili in diverse tinte del tutto simili al legno e sono dotate di caratteristiche meccaniche superiori rispetto ai normali serramenti in PVC ed al contempo, come questi ultimi, non necessitano di nessuna manutenzione. Inoltre, grazie a un particolare sistema brevettato, aiutano a prevenire la potenziale formazione di muffa che qualche volta colpisce le nostre case soprattutto dopo le ristrutturazioni: due prodotti ultramoderni, stabili fino al limite dell’indistruttibilità, che garantiscono le migliori performance di isolamento termico ed acustico, conferendo oltretutto un valore aggiunto all’immobile. Per far conoscere questa tipologia di infissi di ultima generazione in questo periodo è stata allestita un’esposizione al supermercato Eurospar di Asiago e fino ad ottobre una seconda “itinerante” il sabato mattina al mercato di Asiago, zona ponte S.Giovanni - chiesa S.Rocco. In autunno verrà inoltre inaugurato il nuovo show-room accanto al laboratorio, dove verranno esposte tutte le produzioni proprie e quelle sopra citate per cui la ditta è referente sul territorio. Per maggiori informazioni al riguardo e per preventivi è possibile rivolgersi ad “Asiago Serramenti” di Giovanni Vescovi, Via Vescovi 4, strada Asiago – Camporovere, tel. 345 1772608: un nome che da quasi un secolo sull’Altopiano vuol dire lavorazione del legno e garantisce produzione di serramenti di qualità, oggi con tutte le innovazioni delle più attuali tecnologie. Servizio Redazionale Giovanni Vescovi con la moglie Ivana e i figli Stefano e Elena Al Ristorante con il Caseificio Pennar Asiago 8 l’Altopiano Sabato 20 agosto 2011 15 FOZA Agriturismo Le Casarette, antica malga della famiglia Bagnara In compagnia del Caseificio Pennar, siamo diretti in località Campomezzavia, a circa 8 km. da Asiago, lungo la strada che porta a Bassano. Qui, in territorio comunale di Lusiana, si trova l’Agriturismo Le Casarette, ubicato alle pendici del monte Bertiaga, nelle immediate vicinanze del bosco: ci accolgono il titolare Tiziano Bagnara con la moglie Daria e la fedele aiutante Mila. Quando serve, a dare manforte nell’attività di ristorazione arrivano anche Elisa e Wilma, sorelle di T i z i a n o . L’agriturismo, aperto nel 2003, è stato ricavato da quella che era la malga del padre di Tiziano, Giuseppe Bagnara di Conco, mantenendone il nome: fino a 25 anni fa qui veniva prodotto anche il formaggio, poi la malga e i suoi pascoli vennero adibiti all’ allevamento di bestie da carne. E’ nei primi anni del 2000 che a Tiziano viene voglia di ristrutturare la malga per dare vita all’agriturismo, e decide di farlo cercando di conservare inalterato lo stabile. Sistemando gli interni, vengono ricavate quattro stanze per un totale di 11 posti letto e una accogliente e curata sala da pranzo con una capienza di una quarantina di posti a sedere. L’atmosfera è davvero familiare, e il luogo, pur essendo appena sopra alla provinciale per Bassano, offre un’immersione nel verde che regala subito una sensazione di pace e tranquillità. Attorno all’agriturismo, tra il verde della natura e i colori offerti dai fiori di stagione, ci si può fermare in tutto relax a prendere il sole, mentre i bambini trovano angoli ideali per i loro giochi. Grazie al suo sito internet, ma anche al passaparola, l’Agriturismo Le Casarette richiama gente un po’ da ovunque: i commenti che vengono lasciati da chi ha provato l’ospitalità del locale parlano di un ambiente in cui si soggiorna bene e si mangia genuino, gustando pietanze tipiche. In stagione e quando ci sono ospiti che soggiornano, l’agriturismo e la sua cucina sono aperti tutti i giorni, fuori stagione il sabato e la domenica o in altri giorni su prenotazione. Informazioni e contatti al n. di tel. 0424 420051, sul sito www.agriturismolecasarette.it, o all’indirizzo e-mail [email protected]. la ricetta Canederli con Mezzano dei Pennar e spinaci Questo piatto si può preparare anche con l’Asiago fresco, per avere un sapore più delicato o con lo Stravecchio che offre invece un sapore più deciso. La cottura in brodo di carne rende i canederli più gustosi. Dall’antipasto al digestivo, squisiti pasti con i sapori di un tempo Arrivando all’agriturismo bastano pochi minuti per immergersi nell’atmosfera famigliare che vi si respira e sentirsi subito come tra vecchi amici. In cucina Tiziano e Mila fanno un po’ per uno, mentre Daria si occupa di più dell’accoglienza degli ospiti, anche se non manca di apportare qualche piccola “aggiustatina” ad alcune pietanze, aggiungendo degli aromi come le suggerisce il suo palato, essendo di origini sicule. Le carni di produzione dell’azienda, i prodotti dell’orto, le erbe spontanee, i prodotti tipici: sono questi gli ingredienti della cucina delle Casarette, nella quale le produzioni del Caseificio Pennar sono particolarmente apprezzate, non solo per la bontà, ma anche per la garanzia di genuinità che danno. “Li offriamo sempre volentieri alla nostra clientela – dicono – visto che siamo sicuri di dare loro formaggi buoni e allo stesso tempo salutari. Apprezziamo inoltre anche la varietà offerta, compresi i prodotti speziati, come quelli a cui vengono aggiunti cumino, ginepro, peperoncino”. Fra le specialità più richieste dalla clientela, c’è un antipasto veramente sfizioso:lo gnocco fritto (una sorta di pasta da pane che qui preparano con farina, acqua, sale e un po’ d’olio, senza lievito, tirata in una sfoglia fina, tagliata a quadrotti e fritta nell’olio) servito con crudo, speck o altri salumi locali, e squisitissimo nella versione tipo tortello ripieno di formaggio. Un cucina che richiama quella casalinga di un tempo: tagliatelle e gnocchi fatti in casa con condimenti vari, canederli e crespelle, risotti (specialità di Mila!) con erbe di stagione e le minestre di verdura. Tra i secondi spiccano quelli preparati con le carni di propria produzione, come l’arrotolato di coniglio disossato, le costate, le tagliate, gli spezzatini e i brasati di manzo, gli arrosti di maiale e le salsicce alla griglia. E ancora, la tosela dei Pennar cotta in modo tradizionale e servita con sopra speck o prosciutto. Tra i dolci, anche questi rigorosamente caserecci, una sorta di macafame, squisite crostate con frutta e marmellata preparata in casa e morbidi biscotti con uvetta e burro dei Pennar, ingrediente capace di dare un gusto impareggiabile alle preparazioni in cui è utilizzato. A fine pasto non può mancare il tocco digestivo del nocino o delle grappe aromatizzate alle erbe preparati da Tiziano, per completare il tutto e concludere in bellezza. ASIAGO PRESSATO D.O.P. PRODOTTO DELLA MONTAGNA Ingredienti per 4 persone: ¼ di litro di latte – 200 gr. di pane raffermo – 150 gr. di Mezzano dei Pennar – 3 uova – 200 gr. di spinaci– 1 cipolla – 100 gr. di farina bianca – un litro e mezzo di brodo di carne – noce moscata, sale e pepe secondo necessità. Per il condimento: 100 gr. di burro dei Pennar, foglie di salvia, Stravecchio dei Pennar grattugiato. Si lavano e lessano gli spinaci, e dopo averli scolati vanno strizzati e tritati. Si mette il pane (a cui si può togliere la crosta, a seconda di come si preferisce) tagliato a dadini in una ciotola, bagnandolo con il latte fatto intiepidire, e si taglia a dadini piccoli il formaggio. In una ciotola sbattere le uova unendo sale, pepe e noce moscata. Far appassire la cipolla in burro e unire gli spinaci per insaporirli, poi fare raffreddare. Unire al pane gli spinaci, il formaggio a dadini, le uova sbattute e aggiungere la farina fino ad ottenere un impasto omogeneo. Lasciare riposare l’impasto per almeno 30 minuti. Preparare i canederli in modo da creare delle palline di circa 4 cm di diametro, portare a bollore il brodo e cuocere i canederli per circa 15 minuti. A parte preparare il condimento con burro e salvia. Scolare i canederli e condire con il burro aromatizzato alla salvia e completare con abbondante Stravecchio grattugiato. Servire decorando il piatto con qualche foglia di basilico e qualche fettina di pomodoro fresco. E’ di gran lunga il formaggio Asiago più conosciuto . Chiamato anche Asiago Dolce per il delicato sapore di latte fresco. La stagionatura varia da 30 a 60 giorni. Per questo prodotto il Caseificio Pennar di Asiago ha conseguito il più prestigioso riconoscimento mai ricevuto da un caseificio e cioè la medaglia d’oro all’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI PARIGI nel lontano 1930. 8 Sabato 20 agosto 2011 LUSIANA CONCO l’Altopiano 16 Conco, il paese è più bello grazie al lavoro e alla sensibilità delle donne L’impegno di un gruppo di signore, che grazie alla collaborazione di tanti paesani, organizzano eventi e curano l’abbellimento del centro e dei suoi dintorni finanziandosi con gli introiti della sagra Un paese curato e ordinato, abbellito dal tocco di colore offerto dai fiori stagionali: è davvero un bel biglietto da visita quello con cui si presenta Conco. Lo stile del piccolo centro, con la piazza, la chiesa e le abitazioni circostanti, è valorizzato dalla cura con cui sono posti i fiori nelle aiuole e nei vari vasi che fanno da contorno. Un bel colpo d’occhio, dietro al quale, manco a dirlo, c’è una mano femminile. O meglio, ci sono più mani femminili, quelle del gruppetto di sei-sette donne che da qualche anno si sono prese particolarmente a cuore il loro paese, occupandosi di abbellirlo durante tutto l’anno, tenendolo pulito e in ordine. E impegnandosi nell’organizzazione di numerosi eventi, come il ricco e prolungato programma della sagra paesana “Madonna della Neve” tenutasi nell’ultima settimana di luglio e nella prima di agosto, che ha richiamato tanta gente anche da fuori paese. “Quattro – cinque anni fa – spiegano alcune componenti del gruppo – dopo aver visto che in paese erano state un po’ abbandonate certe iniziative abbiamo deciso di metterci insieme, sia per rilanciare la sagra che per organizzare altri eventi durante tutto l’anno, come la fiaccolata di inizio anno, il carnevale, il “ciamar marzo”, la transumanza e altro. E per rendere più bello il paese, oltre a mettere i fiori forniti dal Comune nel periodo estivo, ci organizziamo per sistemare il paese anche nelle altre stagioni, cercando di farlo spendendo il meno possibile, visto che i fondi sono sempre pochi. D’inverno, per esempio, ci organizziamo con sacchi e scarpe adatte, e andiamo in bosco a raccogliere pigne, rami secchi e tutto ciò che può essere utilizzato in composizioni con cui abbellire le ciotole quando non ci sono le piantine fiorite di stagione”. Con l’esperienza queste signore hanno imparato a dosare bene le risorse a disposizione, cercando di far bastare per l’organizzazione degli altri eventi quel che viene introitato con la sagra. Per questo si impegnano moltissimo per organizzarla al meglio in modo che lo stand gastronomico e il programma di musica e ballo possano richiamare tanta gente. Viene curato ogni aspetto, dalla qualità del cibo, alla pulizia, fino al servizio. Sono due i grandi tendoni che vengono allestiti, uno è riservato all’intrattenimento musicale e al ballo, nell’altro si cucina e si mangia. Anche qui non manca il piacevole tocco di piante e fiori, sia all’ingresso che su ogni tavolo. Davvero ben organizzato il lavoro dello stand, con la grande cucina e un servizio eccellente: dopo essere passati per la cassa, si viene serviti direttamente ai tavoli. E si mangia su piatti in ceramica! “Lavorando insieme – dicono le signore – nascono e vengono sviluppate propo- ste, che hanno spesso più valenze. La scelta di abbandonare i piatti di plastica è stata di carattere ecologico, per limitare rifiuti che, come questi, non sono riciclabili. L’idea iniziale era di prendere i piatti a noleggio, ma poi il responsabile del gruppo paesano che fa capo alla Pro Loco di Conco ci ha spronato ad acquistarli, calcolando che in un paio d’anni verranno ammortizzati”. Una scelta che richiede un lavoro ancora maggiore, visto che ci sono anche i piatti da lavare! Di certo non si risparmiamo queste donne, che iniziano a lavorare nell’organizzazione della sagra molti mesi prima, cercando di portare novità e proposte volte a creare interesse, come l’idea di introdurre nello stand gastronomico la frittura di pesce, pensata per offrire qualcosa di diverso, in aggiunta a quelli che possono essere i piatti tipici delle sagre. Ed è un esempio anche per gli altri questo loro impegno, la gente apprezza e viene dunque spronata a collaborare e dare una mano. “Possiamo disporre dell’aiuto di tantissime persone – dicono ancora le signore – dalle giovanissime adibite al servizio ai tavoli, disponibili e costanti, fino al gruppo della Polisportiva che si è unito a noi dallo scorso anno, dandoci possibilità grazie all’apporto di manodopera e forza maschile di ingrandirci parecchio. Abbiamo poi potuto contare anche sull’aiuto di due cuochi professionisti, e molto importante è stato il contributo di alcuni imprenditori del posto che hanno messo a disposizione personale e attrezzature per montare la grande cucina. Con l’occasione vorremmo ringraziare tutti coloro che in qualsiasi modo collaborano per la buona riuscita della sagra paesana e degli altri eventi”. Insomma, in tanti si fa…tanto, e si fa anche bene, e così alla fine le soddisfazioni ripagano il grande impegno profuso e fanno sì che le signore di Conco, terminata la sagra, possano dire di essere “stufe, ma contente!”. Silvana Bortoli 8 Sabato 20 agosto 2011 l’Altopiano 17 LUSIANA Vie e contrade in festa a Lusiana Ritrovi conviviali nelle contrade Xausa e Marziele e in via Bose Uomini e cani a Lusiana: Paolini rivisita l’opera di Jack London La serata si terrà nella “Città di roccia” il 28 agosto alle ore 17. In caso di maltempo, sarà rinviata il 10 di settembre. I biglietti sono già disponibili in prevendita Il 28 agosto, alle ore 17, Lusiana ospiterà lo spettacolo di Marco Paolini Uomini e cani, nel magnifico scenario del Monte Corno, tra le installazioni rocciose denominate “Città di roccia”. Sin da ora, è aperta la prevendita dei biglietti presso l’Ufficio Turistico di Lusiana, ma anche presso quelli di Asiago, Vicenza, Bassano del Grappa, Recoaro Terme, Tonezza e Schio, oltre che nelle filiali della Banca di Romano e S. Caterina Credito Cooperativo e in alcune rivendite, come la Tabaccheria Ronzani, la Pasticceria Cantele, la Baita Monte Corno e il Rifugio Granezza. Il costo del biglietto è di 15 euro e il ricavato verrà devoluto in favore del progetto “Terra di mezzo”, rivolto prevalentemente alla cultura della solidarietà e del volontariato tra i bambini e i ragazzi. Questo nuovo progetto di Marco Paolini prende spunto da Jack London, scrittore statunitense noto per romanzi come Zanna bianca e Il richiamo della foresta; il cane, celebrato da pochi autori pur essendo fin dall’antichità simbolo dell’amicizia tra uomo e animale (si pensi all’episodio di Argo insito nell’Odissea), compare nelle opere di questo scrittore come espediente per far comprendere meglio al lettore l’entità umana: i cani di London fanno parte di una società parallela alla nostra, dove si innescano le medesime dinamiche, in cui ognuno conserva il proprio carattere creando una fitta rete di infinitesimali equilibri. In un mondo odierno che attualizza una modernità ormai superata, non c’è nulla di più autentico che assistere a uno spettacolo che metta in scena una serie di estratti di questo autore, attento alla natura nella maniera più semplice che ci sia: raccontandola. Essa è parte integrante di una società che spesso la respinge; è emblematico l’esempio del racconto Bastardo, che narra la storia di Black, padrone di un cane a cui mette nome, appunto, Bastardo; il racconto si sviluppa narrando i contrasti tra i due protagonisti, la volontà dell’uomo di sottomettere e prevaricare il suo animale. In questa lotta risiede il contrasto tra uomo e natura: “la civiltà è solo un velo, un sottile strato di ghiaccio che per un evento inaspetta- to, sotto il carico di un peso un po’più accentuato, si squarcia inghiottendoci nell’abisso della selvaggia, cupa e brutale animalità che avevamo sperato di scansare, ma che non può essere cancellata” (Mario Grossi, I cani di Jack London, 26/10/ 2009). A fare da sfondo a questo meraviglioso incontro di due mondi apparentemente distinti ma intimamente complementari, sarà uno scenario naturale: ecco che ai partecipanti sono consigliate scarpe da trekking e una coperta che fingerà da poltrona per gli spettatori, nonché una torcia per il ritorno, un tragitto a piedi di circa una ventina di minuti. Tutto questo servirà a inserire la platea in medias res: “L’obliata, potente nostalgia del remoto passato vagabondo che sommersa da secoli dormia affiora su, dell’essere dal fondo; dal brumoso torpore che la grava sorge la belva, e la catena vile addenta e rode, onde la tenne schiava la tirannia del vivere civile” (Jack London, Il richiamo della foresta, 1903). Martina Rossi Seconda festa della contrada Xausa. I partecipanti sono stati 79, tutti originari della borgata. Dopo la messa all’antico capitello sono stati vestiti i bambini con gli indumenti che indossavano una volta i loro nonni. E bisnonni. E’ stato spiegato ai bimbi come un tempo si giocava alla mora, come si mungevano le mucche, si tagliava l’erba con il “sesoloto”, si faceva la “dressa”, le “calse” e si lavorava all’uncinetto. E’ stata scritta in dialetto la storia della contrada Xausa che è stata regalata a tutti i partecipanti alla festa. In via Bose si è svolta invece la quindicesima festa del capitello, innalzato per una grazia ricevuta e dedicato alla Madonna. I coniugi Maria Rosa Zampese e Sergio Polga, dopo la messa celebrata dall’arciprete di Lusiana don Valentino Grigiante, coadiuvato da don Lino Cechetto parroco di S. Sebastiano in Cà Pajella a Thiene, sono state raccolte offerte da destinare, come ogni anno, all’asilo di Lusiana. An- che quest’anno la cifra è arrivata a 902 euro che sono stati consegnati all’asilo. Infine, in Contrada Marziele sono stati festeggiati i cento anni del capitello della Contrada. Ha celebrato la S. Messa Don Valentino Grigiante, Parroco di Lusiana. Il capitello è stato ridipinto e addobbato con fiori. E.Z. Marco Finco domina al Master del barbiere Al rifugio “Monte Corno” si è svolto il “Master del barbiere” torneo di settino per giocatori singoli che si svolge con il metodo del “barbiere” Sergio Pesavento che prevede la disputa di dieci puglie. Ha vinto Marco Finco di Gallio e al secondo posto si è piazzato Pino Rossi, sindaco di Gallio. Terzo è giunto Albino Segafredo, anche lui di Gallio, quarto Luciano Ronzani di Lusiana. Al Casello del Guardia del monte Corno si è svolto un torneo a coppie con in palio il trofeo “Casello del Guardia-Bar Fina”. I lusianesi l’hanno fatta da padroni conquistando le prime tre piazze. Il podio ha visto vincitrice l’accoppiata Giorgio Zannoni con Eddi Pernechele; piazza d’onore per Francesco Cantele e Gian Paolo Grazian; terza la coppia formata da Pio Pozza e Nicola Forte. In quarta fila si è piazzata la coppia di Gallio formata da Corrado e Franco Finco. E.Z. Le prime due coppie classificate al Rifugio Monte Corno con Sergio Pesavento ideatore della formula e Renzo Rossi gestore del rifugio. Scacchi in piazza con il 1° Torneo “Lampi di mezza estate” Organizzato dal Circolo Scacchistico Altopiano dei Sette Comuni in collaborazione con il Comitato Genitori Scuole Lusiana e con il patrocinio del Comune di Lusiana è stato archiviato anche il 1° Torneo “Lampi di mezza estate” di scacchi. La manifestazione tenutasi nella splendida Piazzetta Marchi in Via Roma sabato 13 agosto dalle 20,30 in poi, ha visto la partecipazione di 20 scacchisti. Due le categorie in gioco, sebbene in un unico Torneo: Under 16 ed Assoluti. La serata, climaticamente splendida, ha permesso ai partecipanti di giocare al meglio delle proprie possibilità e capacità. Le modalità di svolgimento del Torneo sono particolari: 9 turni da 5 minuti a testa di riflessione per ogni turno e da qui, appunto, la definizione di Torneo “Lampo”. Buona la partecipazione dei lusianesi ma anche degli amici di Vicenza, di Marostica e dell’Altopiano in genere. Discreta la qualità di gioco nel suo complesso. Questi i 2 podi. Categoria Under 16: 1° Lorenzo Scarsella (6° assoluto) con 5,5 punti su 9; 2° Corrado Graziano con 4 punti su 9 e 3° Gerardo Graziano anche lui con 4 punti su 9 ma con un peggiore Bucholtz rispetto al fratello. Categoria Assoluti: 1° classificato Enrico Thimoty Testa con 8,5 punti su 9; 2° classificato Marco Baschirotto con 7,5 punti su 9 e 3° classificato Daniele Zerilli con 6,5 punti su 9. Bene quindi il Circolo Scacchistico Altopianese che piazza 2 suoi rappresentanti sul podio lasciandosi dietro i pur fortissimi amici del Circolo Scacchistico di Marostica Stefano Zulian (4° ) e Moresco Franco (5°). Un plauso al vincitore che è anche il Presidente del Circolo Scacchistico Vicentino Palladio con il quale il nostro Circolo ha attivato una buona collaborazione che siamo sicuri durerà ancora. Dopo le premiazioni: vino, soppressa e dolci per gli adulti e “buoni acquisto per libri” per i ragazzi, il vincitore Testa ha voluto ricordare il prossimo importantissimo appuntamento che ci sarà a Vicenza rispettivamente l’ultimo fine settimana di settembre ed il primo fine settimana di ottobre allorquando si terrà il 15^ Torneo Internazionale di Scacchi suddiviso in tre categorie (A, B e C) e che l‘anno scorso ha visto tra i vincitori (torneo C) il nostro alfiere Daniele Zerilli di Cesuna. Anche il Circolo scacchistico Altopianese ha potuto fare, con l’occasione un annuncio ufficiale: lo svolgimento di una tappa del 14^ Gran Prix del Veneto di scacchi della stagione 2011-2012 si terrà a Lusiana il prossimo 16 ottobre. Con la ripresa delle attività a settembre avremo modo e tempo di parlare meglio di questa nuovissima iniziativa che riguarda il nostro territorio e che lo colloca, dal punto di vista scacchistico, allo stesso piano di realtà molto più blasonate della nostra. Un motivo in più per impegnarci tutti al meglio in modo da garantire anche questa volta la nostra rinomata ospitalità. Infine un ringraziamento di cuore a tutti coloro che hanno permesso la realizzazione della manifestazione ed in particolare alla CartolibreriaOreficeria di Frello Caterina in Via Roma per la generosità dimostrata. Giacomo Scarsella 8 l’Altopiano Sabato 20 agosto 2011 18 La Reginetta del bosco e le sue damigelle Le tre bellezze incoronate in piazza - Consegnato nell’occasione il Premio fedeltà a una coppia di turisti L’elezione di Miss Altopiano di Asiago, tappa del concorso Miss Blumare 2011 Asiago ha ospitato nei giorni scorsi una tappa del concorso Miss Blumare 2011, con l’elezione di Miss Altopiano di Asiago, appuntamento organizzato dall’agenzia StudioImmagine di Thiene, svoltosi in Piazza II° Risorgimento in pieno centro ad Asiago. A promuovere l’evento il Comune di Asiago e il Consorzio ProLoco & Consorzio Turistico Asiago 7 Comuni, supportati dalla Confartigianato mandamento di Asiago e da tanti sponsor locali e nazionali. Una serata intensa quella del 2 agosto, grazie alla presenza di 18 bellissime concorrenti (una sola altopianese), impegnate in prove con abito da sera, costume da bagno associato ad un set fotografico e abito a piacere colorato. Dinnanzi ad un pubblico numeroso, una conduzione impeccabile affidata allo showman Giampi Michelusi e alla straordinaria bravura di Adelina Putin. Tanti gli spettacoli collaterali, sostenuti dalla musica dei Sismica, dal cabaret di Peo, storico componente dei Brusa Jachete e dalla bravura dei cantanti locali Valentina Stella e Andrea Rossi. Alla fine, la giuria composta da 15 membri, ha decretato vincitrice Marianna Arnaldi, seguita da Camilla Rossetto, Laura Ghiotto, Giulia Fabris, Lisa Fedele e Jolanda Colomba. Prosegue l’impegno organizzativo nel promuovere uno spettacolo che sta toccando tante località della penisola, e che si concluderà all’interno della nave da crociera MSC Magnifica dal 5 al 12 novembre. La seconda edizione della Festa dei Gemelli Ritorna la festa dei gemelli dell’Altopiano. Ci troviamo per la II° volta domenica 2 ottobre 2011 per stare ancora insieme con allegria! Per informazioni telefonare: 0424 463028; 0424 - 449874; 340 2776241; 348 5114366 (ore serali). Dopo un pomeriggio di giochi che ha coinvolto nella piana del Prunno circa 400 bambini, con l’animazione di Salvo di Radio Asiago, anche quest’anno nel tradizionale appuntamento del giorno di San Rocco, si è provveduto all’elezione della Reginetta del bosco e delle sue damigelle. La corona è andata a Sofia Milani di Albignasego (Padova), nipote del campione di hockey su ghiaccio Lucio Topatigh. Sedici anni, studia per diventare operatrice di moda ed è appassionata di scherma. Le damigelle sono: Chiara Piva di Onè di Fonte (Treviso), sedici anni, studia ragioneria all’Einaudi di Bassano; a tenere alto l’onore delle belle ragazze altopianesi, è stata poi eletta Valentina Finco di Gallio, 16 anni, studente del Liceo Scientifico di Asiago. Le miss del Prunno sono state premiate in piazza prima dello spettacolo dei fuochi d’artificio. Nell’occasione l’assessorato al turismo ha voluto consegnare il premio fedeltà ad una coppia di turisti provenienti da Udine, Gianfranco Puyia e Silvana Bovolini, che trascorre le proprie vacanze estive ed invernali ad Asiago da ben 40 anni. PERSONAGGI 8 Sabato 20 agosto 2011 l’Altopiano 19 Domenico Corà da Cesuna Alpino, reduce, falegname, nonno Classe 1920, nonno Domenico ripercorre a ritroso i suoi 91 anni. Tra i ricordi: la sopravvivenza dopo la Grande Guerra, soldato nei vari fronti d’Europa, la metamorfosi del suo Altopiano Domenico Corà con la divisa da Alpino Corà Domenico da Cesuna, Alpino del battaglione “Trento”, caporale, falegname, impiegato, pensionato e infine nonno, di tante “responsabilità” e mansioni quella che più gli aggrada è sicuramente quest’ultima. “Il saluto dei miei nipotini al mattino – confida (qualcuno per la verità è ormai cresciutello) è il punto d’arrivo e nel contempo una base di par tenza per il futuro, per quel che verrà dopo di noi”. Finita la prima guerra mondiale, dopo il rientro dal profugato, la famiglia Corà tornò alla frazione abbandonata in fretta e furia nel 1916, per stabilirsi in quella che era stata una baracca militare. “Ricordo che la porta si apriva verso l’esterno, ma quando d’inverno nevicava in abbondanza, era un’impresa uscire, tanta era la neve ammassata sull’uscio. Un giorno, dopo la scuola, mentre portavo a pascolare la capretta con quelle di un mio coetaneo, trovai infilato tra un muricciolo l’innesco per le cariche di lancio delle bombe. Incoscienti e ignari del pericolo lo scambiammo per oro, si decise perciò di spartire in parti uguali il bottino tagliandolo in due parti a colpi di menara e mazza. Ma così facendo provocammo lo scoppio della polvere. Decine di piccole schegge sprizzarono ovunque”. Nel raccontare l’evento si tocca la cicatrice ancora visibile sopra l’occhio destro. “Caricati sul carretto del macellaio, fummo medicati dal dottore a Canove. Al mio amico vennero estratti 43 pezzi di ottone, conficcati tra i vestiti e la pelle. Uno spavento per tutti, famigliari compresi”. Domenico ebbe l’opportunità di studiare; dopo l’avviamento al lavoro conseguì il diploma di tecnico industriale. Il suo modo di scrivere perfetto e l’ottima tecnica grafica contribuirono, dopo il corso alpini a Trento, a fargli trovare posto negli uffici militari, pur seguendo il reparto della divisione “Punteria” nelle campagne di Francia, Albania e Jugoslavia. Non puntò mai il fucile contro un nemico, condivise tuttavia le paure dei commilitoni durante i bombardamenti, ma rimase uno scritturale. A lui si deve la storia della Brigata, oggi depositata presso gli archivi romani, redatta passo dopo passo da quel giovane alpino da Cesuna. “Dopo l’Armistizio, con molti compaesani, fui inquadrato nella TODT; mandavamo i tronchi dei nostri boschi laddove erano richiesti per la ricostruzione dei ponti, distrutti dai bombardamenti alleati. Finita la guerra lavorai presso la segheria Frigo di Canove. Insegnavo agli operai il mestiere, come squadrare e ridurre un albero in travi e tavole. Nonostante l’incarico di responsabilità, l’asma non andava d’accordo con le polveri della segheria, perciò mi iscrissi al corso per un posto all’ufficio provinciale del lavoro. L’ottimo piazzamento in graduatoria mi permise di essere assegnato all’ufficio collocamento di Asiago.” Da custode di Domenico davanti all’uscio di casa, posa per la foto con la “canabola”, costruita personalmente quando lavorava presso la falegnameria Frigo. L’attrezzo, una sorta di calibro, serviva per misurare la cubatura del legname caprette, “Menego”, diventato nel frattempo padre di quattro figli, venne così promosso impiegato, e tale rimase fino all’età pensionabile. Dall’alto dei suoi 91 anni, egli guarda la frazione di Cesuna, che d’estate si riempie di turisti. “I tempi son cambiati, come sono cambiati gli Alpini. Ho partecipato a qualche adunata nazionale, ma di buttarmi in quel caos non ci tengo proprio. Nemmeno l’Altopiano è quello della mia giovinezza. Una volta le guardie forestali giravano per i boschi a piedi, e se qualcuno compiva qualcosa di Valentino Vellar: un eroe di guerra, ma, soprattutto, della quotidianità In un tempo in cui i mass media ci caricano di notizie negative, è rincuorante sapere che c’è ancora qualcosa di positivo da scrivere, qualcosa che vale la pena di raccontare: la storia di uomini grandi, di eroi della quotidianità che si sono trasformati, grazie alla propria lealtà, in eroi imperituri. Ecco quello che ha fatto un nostro compaesano, Valentino Vellar, che, al termine della Prima Guerra Mondiale, ha ottenuto la Medaglia d’Argento al Valor Militare; in data 15 febbraio 1918 così scriveva il Ministero della Guerra: “Durante l’assalto di una postazione nemica, con nobile esempio, nonostante gli fosse caduto a fianco il proprio fratello, proseguiva con fede e abnegazione nella lotta, raggiungendo fra i primi la posizione avversaria e dimostrandosi soddisfatto di aver com- piuto tutto il suo dovere”. In seguito, ha ottenuto come Caporal Maggiore degli Alpini, la Croce al Merito di Guerra, nel 1928, quando era già Ministro Benito Mussolini. Nel ’68, ha avuto la soddisfa- zione di acquisire la cittadinanza onoraria di Vittorio Veneto e, l’anno successivo, è stato insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto. Il suo essere un eroe della quotidianità, come l’ho chiamato prima, non consiste soltanto nel conseguimento di questi titoli, ma anche nell’onore, nel rispetto, nel senso del dovere, nella fedeltà e nella semplicità che ha saputo proiettare dalla vita militare a quella privata e familiare; prima di essere un eroe di guerra, il signor Vellar è stato ed è tuttora l’eroe della sua famiglia. Lascio quindi spazio a un ritratto che ha voluto tracciare di lui la sua affezionata nuora, tutt’ora residente ad Asiago, che così ricorda l’indimenticato suocero Valentino Vellar, un eroe di tutti i giorni. M. R. illegale veniva colto in flagranza sul posto. Ora i militari girano sempre in fuoristrada, che controllo vuoi fare stando comodamente seduti sul sedile di un’auto? E quante case nuove. Chi si occupa di urbanistica vorrebbe far passare i nuovi condomini per originali residenze in stile montano, ma nella nostra realtà le abitazione erano povere, tirate su a forza di stenti e sacrifici. E nonostante tutto ne andavamo fieri”. L’orgoglio dell’anziano si gonfia quando ci spiega che oggi il suo interesse è rivolto verso l’orto, ove cura personalmente la coltivazione di numerosi ortaggi e erbe aromatiche. Mentre si lamenta per la stagione eccessivamente piovosa, passa di corsa un nipote. “Ciao nonno”, grida il giovane Corà senza fermarsi. “Ciao – ribatte Domenicovà a Messa e dopo fermati qua che devo parlarti”. Si ode un “Va ben” provenire da dietro l’angolo. “Ah, sti tosi – commenta il vecchio – sempre de corsa, anche se i gavaria un sacco de tempo oncora davanti. E pensare che per no rivare in ritardo bastaria solo partir prima”. Giovanni Dalle Fusine Il ricordo di “nonno Tin” Ogni volta che a mio marito arriva «L’alpino» mi piace leggere le pagine in cui la gente ricorda i propri “veci”. Mio padre combatté sul fronte greco e ricevette una medaglia di bronzo; non ricordo molto di lui, perché morì quando avevo soltanto cinque anni. Tuttavia ho conosciuto molto bene mio suocero, che, con i suoi racconti di guerra, ha rappresentato per me una figura importante; lo chiamavo “nonno Tin” e amavo quando mi raccontava della Battaglia dell’Ortigara: il freddo e la fame patiti, gli assalti e gli appostamenti subiti, i lamenti dei feriti e le loro richieste d’aiuto, spesso accompagnati dalla parola “mamma”. Il racconto che mi colpiva di più era quello della morte del fratello, avvenuta prima dell’assalto al Caldiera: il dolore più forte era stato quello di comunicare a sua madre il triste lutto. Quando lo riportammo sull’Ortigara, dopo quasi quarant’anni, era talmente commosso che dovemmo scendere e allontanarci da quello che fu il teatro di una delle più sanguinose battaglie della Grande Guerra e della sua tragedia personale: aveva perso il fratello proprio lì, in prossimità di una buca; ricordo che disse: “Qui non ci tornerò più, ci sono rimasto per troppo tempo e, in fin dei conti, qui c’è già un Vellar che rimarrà in Ortigara per sempre”. Di lui non si è parlato molto: era una persona semplice, che non amava stare al centro dell’attenzione e viveva con orgoglio il suo essere alpino. Ho voluto ricordarlo io per l’affetto che ci legava. La nuora 8 Sabato 20 agosto 2011 l’Altopiano Grande appuntamento musicale al Millepini con I Solisti Veneti e Salvatore Accardo Sabato 3 settembre con inizio alle 21, nell’ambito del prestigioso “Veneto Festival” S’intitola “Sulle vette del virtuosismo” ed è l’ultima grandiosa manifestazione straordinaria del “Veneto Festival” 2011 (41° Festival Internazionale Giuseppe Tartini) il concerto che – autentico evento di arte e cultura – si terrà sabato 3 settembre 2011 alle ore 21, al Millepini di Asiago. Organizzata in collaborazione con l’Associazione Turistica Pro Loco Asiago e Sasso e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Asiago, la serata vedrà protagonisti un gruppo musicale ed un artista la cui fama è ovunque vivissima nel mondo. Saranno infatti “I Solisti Veneti” diretti da Claudio Scimone e Salvatore Accardo a garantire l’eccellenza di un concerto che si attesta fra i più importanti di questa stagione 2011. All’ispirata interpretazione di questi artisti saranno affidati alcuni dei massimi capolavori della letteratura musicale barocca e classica, autentici ca- pisaldi dei successi di questi grandi interpreti, brani raccolti in un programma di indubbio fascino stilato per esaltare la collaborazione musicale oltremodo felice e duratura che da lungo tempo lega il nome di Salvatore Accardo a “I Solisti Veneti”: da sempre infatti lo straordinario violinista e la celebre orchestra padovana hanno stretto un’intesa artistica dalla quale sono scaturite magistrali interpretazione di innumerevoli fra le più importanti pagine violinistiche dell’intera storia della musica. Una collaborazione che si rinnova annualmente con inesauste vitalità e fantasia e che quest’anno ha trovato una propria privilegiata espressione nello straordinario appuntamento musicale di Asiago che attende numerosi tutti gli appassionati. Per informazioni e prevendita biglietti rivolgersi all’Ufficio del Turismo del Comune di Asiago - Piazza Carli, 56 (0424 464081). La cimbritudine di “Stoan Hangel un de Klankallen” al Teatro Millepini di Asiago Una serata divertente e a tratti commovente, quella del 13 agosto, con l’intrattenimento di “Pierangelo Tamiozzo e i Maggiociondoli”. (Stoan=Pier/Pietro; Hangel=angelo. I maggiociondoli sono fiori a grappolo, che smossi dal vento sembrano...campanellini). La serata è stata promossa dal Comune di Asiago e dalla Cassa Rurale di Roana. E’ la seconda volta che lo spettacolo del maestro Tamiozzo si tiene al Millepini, con grande successo. Già dall’esterno dello stabile, arrivando, si entrava nell’atmosfera con l’accoglienza dei campanacci suonati da malgari con le lederhose, il sarner e la piuma di forcello sul cappello. Organizzatore - come il solito quando c’è di mezzo l’antico idioma - il Prof. Sergio Bonato, mattatore sul palco perfino come cantante. Per i saluti dalla Comunità Montana e dal Comune di Asiago, Lucio Spagnolo e Roberto Rigoni. Spagnolo ha ricordato come da bambino, la nonna alla sera lo facesse pregare con lei: un’ Ave Maria, prima in latino, poi in cimbro, quella che la nonna sentiva più sua! In programma, varie canzoni cimbre, celtiche o in mix veneto/cimbro: “Ramalock”, “Schella Marz”, “Ovi polenta e kraut”… tratte dal Cd “Liid dar Zimbarn”. Sul palco i bambini del coro di Treschè Conca e quello dei genitori; due esibizioni del gruppo folkloristico e un saluto in cimbro di Luca Rodeghiero. Dopo la parte canora, la visione del DVD, girato da Tamiozzo: “Zeèlighen Baiblen”: la leggenda delle beate donnette, con la partecipazione del ballerino belga Thierry Parmèntier. Due ore passate in un lampo, come sempre accade quando il palcoscenico è vario, dinamico, coinvolgente. Beppa Rigoni Scit 20 L’allettante programma della serata Sarà l’esuberante allegria di Gioachino Rossini ad inaugurare la serata con la sua Terza Sonata in do maggiore, composta all’età di soli tredici anni, cui seguirà immediatamente quel capolavoro ineguagliato di ironia musicale che è la Sinfonia in do maggiore n. 60 di Franz Joseph Haydn. Intitolata “Il Distratto” essa fu composta nel 1775 ed è probabilmente la sinfonia di Haydn più ricca di colore. Si basa sul tema della distrazione e con scanzonata fantasia il Compositore utilizza questo soggetto per arricchire la musica di effetti scenici talora affidati alle sole note (quando ad esempio il discorso sonoro si interrompe comicamente oppure svanisce in impercettibili pianissimo... come se gli interpreti pensassero ad altro), talora chiaramente indicati in partitura (come all’inizio del Finale ove l’Autore annota che i musicisti devono interrompere l’esecuzione per accordare gli strumenti, dato che il Direttore, distrattamente, si è lanciato nell’esecuzione dimenticando di farlo fare...). Ma è anche pagina di alto virtuosismo d’insieme, come sommamente virtuosistico – in questo caso per il solista, che la sera del 3 settembre sarà Salvatore Accardo - è il Concerto in re maggiore op. 3 n. 12, geniale capolavoro di Antonio Locatelli che lo volle intitolare “Il Labirinto Armonico” per la complessità della sua struttura armonica, aggiungendovi addirittura, non senza una filo di ironia, la dicitura Facilis aditus, difficilis exitus (facile entrare ma difficile uscire)! E sarà infine il Classicismo con la “C” maiuscola, quello del più grande genio della storia della musica, Wolfgang Amadeus Mozart, a suggellare la magnifica serata con lo splendido Concerto in sol maggiore K 216 per violino e orchestra, una delle pagine violinistiche più celebri e popolari di Mozart. Una delle più alte vette virtuosistiche di tutti i tempi! Chiude la ricca stagione estiva di Artemusica con i talenti del laboratorio “Maestro di te stesso” In conclusione della stagione estiva 2011, l’Associazione Artemusica di Roana propone per il 23 agosto alle 21, presso la sala Santa Giustina di Roana, il concerto dei migliori talenti del laboratorio “Maestro di te stesso”, tenuto dai maestri Federica Righini e Riccardo Zadra. Entrambi docenti di Pianoforte presso il Conservatorio di Vicenza, e di Psicofisiologia dell’esecuzione musicale in diversi conservatori italiani, nell’aprile 2010 hanno pubblicato il libro Maestro di te stesso. PNL per musicisti (edizioni Curci) che ha ottenuto uno straordinario successo editoriale. L’intento è quello di fornire non solo ai musicisti ma anche a professionisti e a quanti ne avvertano l’esigenza, strumenti efficaci per incrementare la loro creatività e migliorare le loro performance. Nel 2004 il loro progetto di “Psicofisiologia dell’esecuzione musicale”, è stato approvato dal Ministero del- l’Università e della Ricerca che lo ha inserito tra le materie dei corsi accademici di secondo livello nei Conservatori italiani. Da alcuni anni la loro attività si è ulteriormente sviluppata nella creazione di percorsi individuali di coaching per musicisti professionisti interessati a superare difficoltà psicofisiche specifiche e personali, quali problemi tecnico-posturali, blocchi della memoria, paura del pubblico. Il concerto è ad ingresso libero. Seguirà un piccolo rinfresco. Per informazioni: www. artemusicaroana.it 8 l’Altopiano Sabato 20 agosto 2011 21 Il Museo “Le Carceri” e le grandi mostre d’arte: la cultura che qualifica l’offerta turistica Il museo: luogo di cultura, opportunità di crescita culturale, stimolo per aperture di nuovi orizzonti mentali, percorso emozionale che arricchisce. Asiago ne ha uno bellissimo, ricavato nelle ex carceri. Un vero gioiello, che merita di essere valorizzato, che sta crescendo di anno in anno ospitando, specie nei periodi di grande afflusso turistico, ma anche fuori stagione, mostre d’altissimo livello, molto qualificanti per l’offerta turistica asiaghese. Da qualche tempo le organizza, le cura e le allestisce Negli ultimi anni si sono susseguite esposizioni d’alto livello e di grande successo. Le organizza e le allestisce, con passione, il gallerista asiaghese Nino Sindoni con l’Associazione Buffetti uno che di arte se ne intende, un grandissimo appassionato del settore, il gallerista Nino Sindoni con la preziosa collaborazione dell’Associazione Alberto Buffetti. Il Comune di Asiago in sostanza mette a disposizione la struttura ed ha a carico il personale: un’operatrice museale, Silvia Spolverini, e altri collaboratori. “Scegliamo noi gli artisti da proporre e ci occupiamo di tutto. Queste operazioni costano tempo, soldi, tanti soldi, e impegno, ma cerco di realizzarle al meglio, perché mi piace far le cose per bene, per amore dell’arte, anzitutto, e per un senso di responsabilità verso il mio paese” sottolinea Nino Sindoni. “Nelle mostre allestite di re- cente, con artisti di indiscusso pregio, alcuni dei quali sono presenti anche alla Biennale, – spiega – sono state esposte solo opere davvero importanti che altrimenti si possono vedere nei grandi musei, in alcune mostre nelle grandi città e che in gran parte appartengono a collezionisti”. E il pubblico, esperto e non, Le visite guidate e i laboratori didattici così le stanze museali prendono vita Far vivere il museo. E’ questo il ruolo in particolare di Lucia Spolverini, operatrice museale che ricopre l’incarico di responsabile del museo affidatole nel 2009 dall’assessore al turismo Roberto Rigoni. Lucia, 39 anni, appositi studi alla Cà Foscari di Venezia, che tuttoLucia Spolverini ra proseguono, per operatrice museale in ambito archeologico e artistico, si occupa con competenza delle visite guidate al museo. Ma la cosa che più ama fare e che lei stessa ha introdotto per la prima volta nel 2009 in occasione della mostra dedicata all’artista locale Giovanni Forte Sceran, sono i laboratori In Comunità Montana la mostra organizzata dal Cenacolo artistico “Nodo insolito” grado di collegare i lavori in mostra, ma piuttosto di un incontro, un modo per far dialogare, nel tempo limitato di una mostra, poetiche individuali e fortemente caratterizzanti. La rassegna, che verrà inaugurata il 26 agosto 2011 e che rimarrà in calendario fino a domenica 4 settembre, offre un ampio panorama artistico, senza enfatizzazioni, nel quale si possono ammirare opere realizzate con svariate tecniche come: pittura, scultura, tecniche miste, scultura di luce. Opere che, oltre che per la tecnica di realizzazione, sono importanti per il sapiente racconto che propongono. Esporranno i loro lavori gli ar- Stefania Longhini Nino Sindoni per bambini e ragazzi. Un progetto al quale hanno aderito tutte le scuole dell’Altopiano e che quest’estate è stato proposto in via sperimentale per i turisti con due appuntamenti che hanno avuto una massiccia partecipazione e riscosso un buon successo. “Partendo dal presupposto che accanto all’osservazione, il visitatore deve anche essere guidato ed “educato” all’arte – spiega Lucia - ai bambini, in modo costruttivo e formativo, viene data la possibilità di giocare con l’arte con un approccio che è prima visivo e poi pratico, tattile e manuale”. Mille colori, un solo cuore Sarà la Sala della Reggenza della Comunità Montana dei Sette Comuni ad ospitare il prossimo appuntamento espositivo del Cenacolo artistico “Nodo Insolito”. La rassegna “Mille colori, un solo cuore” propone una selezione di oltre 50 opere, realizzate da importanti protagonisti della scena artistica contemporanea regionale ed italiana. In questa occasione il Cenacolo artistico “Nodo Insolito” mette a confronto l’identità di artisti molto diversi tra loro per il modo di affrontare il mezzo espressivo, per i processi linguistici, gli esercizi di stile e per i soggetti affrontati nelle loro opere. Gli artisti del cenacolo operano ognuno secondo la propria ispirazione e scelta tecnica, senza concertazione o confronto, senza sovrapposizioni, in assoluta libertà d?azione e di tempo. Non si tratta quindi di un’indagine tematica in sembra non mancare e gradire. Lasciamo parlare i numeri: nell’estate 2009 la mostra di Scalco ha registrato 5000 visitatori, l’estate scorsa c’era Cremonini che ha attirato 4500 visitatori , Ettore Greco, dal 15 aprile al 26 giugno, con apertura solo nel weekend, ha avuto 1300 visite. Sta avendo molto successo la mostra di Maurizio Bottoni, con ingresso libero, che rimarrà aperta tutta l’estate fino al 9 ottobre. E intanto Nino Sindoni e l’associazione Buffetti stanno già organizzando l’esposizione di Natale che vedrà la presenza ad Asiago di uno dei più apprezzati artisti italiani del momento Matteo Massagrande, pittore e incisore padovano le cui opere si trovano in numerosi musei, chiese, collezioni pubbliche e private. Per l’occasione l’artista sta preparando dei quadri dedicati all’Altopiano che troveranno posto in un’unica stanza al piano superiore del museo. Anche questo sarà un appuntamento di spessore. tisti Emilio Casarotto, Claudio Cenci, Feliciano Dal Prà, Luis Desideri Lino Lanaro e Florio Pozza. Con questa edizione di “Mille colori, un solo cuore” non solo si intende sollecitare un naturale confronto tra gli artisti, ma soprattutto si cercherà di catturare l’attenzione di un pubblico composito, trascinandolo piacevolmente in un’esperienza finalizzata ad una consapevole riflessione critica sui diversi contenuti estetici ed espressivi trattati. La rassegna “Mille colori, un solo cuore”, organizzata dal Cenacolo artistico ?Nodo Insolito? in collaborazione con la Comunità Montana-Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, è a cura di Gian Luigi Bonfante. Inaugurazione Venerdì 26 agosto alle ore 18,00. Ingresso gratuito. Orari mostra: tutti i giorni, escluso lunedì, ore 16,00 - 19,30. Sabato e festivi ore 10,00-12,30 / 16,00 -19,30. L’ECCELLENTE PENNELLO DI MAURIZIO BOTTONI Usa la tempera all’uovo, macina i pigmenti, incide con il bulino, incamotta le tele. Colloca i soggetti al centro dello sfondo scuro in una pacato immobilismo, li spoglia di qualsiasi inutile orpello, li illumina e non li abbaglia. Maurizio Bottoni dipinge nel suo studio milanese incurante dei venti di fronda che pervadono la scena artistica contemporanea. Ci si potrebbe ripetere e ancora definirlo “fiammingo” o il “Dürer italiano” per quelle zolle erbose degne di un erbario, dove tutto è riconoscibile, non schedato ma poeticamente descritto, o per le calligrafiche incisioni dove l’indugio sul tratteg- gio dichiara la padronanza del dettaglio minuto. Una pittura sensoriale la sua. E non solo perché consacrata alla vista. Le scorze rugose delle sue pendule zucche suggeriscono sensazioni tattili. Formaggi stagionati, canestre di biscotti e bicchieri di vino sobillano istigazioni olfattive e gustative. Ronzii fastidiosi paiono giungere dagli insetti assalenti il pane o il teschio. Perfino il viaggio muto della neve che cade e il frullio delle ali d’un barbagianni sembrano planare sul nostro orecchio. Ma si percepiscono anche la penetrante umidità del bosco, l’impalpabilità di un soffione di tarassaco, l’orrore di una testa mozzata servita su un vassoio. E’ un provocatore questo artista. Il suo pennello detta un’ingiunzione emotiva: ci diffida dal guardare i suoi dipinti senza provare nulla. Qui l’impassibilità non esiste. Le immagini ci attivano nel cuore sintomi di stupore, elogio, ripugnanza, sollievo. La sollecitazione ottica, per quanto decisa, è perdente al confronto di quella mentale perché l’occhio gode ma l’immaginazione s’invola, risucchiata dai notturni stellati, dai rocciosi paesaggi, dalle foreste muschiate. Capacità di osservazione, abilità tecnica, pennello meticoloso rendono i colori, le ombre, i volumi, la resa dei materiali e delle atmosfere magistralmente veritieri. Ci si potrebbe sbagliare e definirla pittura ruffiana per via di quell’adescamento dell’occhio dovuto alla piacevolezza estetica, invece è solo ottima pittura. E’ un grande evento per Asiago accogliere al Museo “Le Carceri” i dipinti di uno dei migliori maestri italiani contemporanei. La mostra è visitabile fino al 9 ottobre. Aperta tutti i giorni 10.00/12.30-16.00/ 19.00 e dal 11/9 sabato e domenica. Cinzia Albertoni 8 Sabato 20 agosto 2011 l’Altopiano 22 La mostra di Fracaro e Prandina ARTE Uno degli appuntamenti cult di questo fitto mese di agosto è stata l’inaugurazione della mostra d’arte del 10 agosto scorso, che terrà aperti i battenti fino alla prossima domenica 21. Due gli artisti espositori: l’artista Massimo Fracaro, ormai ad alti livelli nel mondo della scultura e Gino Prandina, il “pittore dell’interiorità”. A presenziare, la critica d’arte M. Lucia Ferraguti, che da quando ha incontrato Massimo...non lo molla più! Teniamo a citarLa espressamente, consapevoli che ciò che abbiamo davanti ci coinvolge e commuove, ma nessuna parola sarebbe in grado di trasmettere effica- In Comunità Montana un appuntamento imperdibile per gli appassionati d’arte Esposte le opere di uno scultore e un pittore tra i più apprezzati nel Vicentino cemente la visione artistica di Fracaro: “C’è un’incisività coerente, un’interiorità sensibile, nelle sculture di Massimo. Per lui recuperare la figura è un modo di evocare la natura sentita e vissuta del suo Altopiano. C’è un’incisività coerente, un’interiorità sensibile, nelle opere di Massimo. Accade così che le sculture, alcune a grandezza quasi naturale, vivano di questi sentimenti remoti e siano la risposta - nella plastica delle libere figure umane, che lo ispirano e incantano. Le opere parlano di Lui (e dell’ambiente in cui vive) e del loro bisogno interiore di esistere: posseggono fine eleganza, verità gestuale, familiarità negli intenti. Fracaro scolpisce La mostra fotografica di Valeria Lobbia GRAFICA ALTOPIANO In uno smagliante pomeriggio di metà agosto nella sala espositiva del museo delle tradizioni cimbre dell’Istituto di Cultura Cimbra (che inaspettatamente ben si presta a far convivere assieme agli antichi attrezzi un’esposizione così innovativa e stupefacente dove la contrapposizione è evidente ma non stridente: antichità e modernità insieme), scopriamo uno dei tanti talenti di questa giovane “di belle speranze”, come si suol dire. Piano, le sue di speranze sono già ben consolidate. Gli anni della formazione culturale e del master in energie rinnovabili, sono acqua passata. Oggi, la “nostra” - malgrado la giovane età - sì è ritagliata il proprio spazio nella vita. Ma non è sotto questa luce che oggi la vediamo. La luce che ci mostra nel ruolo inaspettato di fotografa, è tutta interiore. Lei fotografa sé, il sé o “io interiore”, catturando con lo sguardo che ti segue (come la Gioconda di Leonardo) e la teste, busti e nudi, figure intere solitarie ed espressive in terracotta, legni diversi e fusioni di bronzo. La sua è un’arte in perfetto equilibrio tra “il colto e il popolare”, gentile e sensibile, possibile non solo per perizia e conoscenza tecnica. Lo regge la necessità espressiva di realizzare forme come scelta radicale della sua esistenza”. Quanto a Gino Prandina, è un pittore che da 30 anni utilizza varie tecniche espressive, come l’uso del bitume e dell’acrilico, che rilevi vistosamente e grazie al lavoro, che lo porta a contattare più persone e a conoscere i segreti turbamenti dell’animo umano, interiorizzarli ed esprimerli attraverso l’arte. Abbiamo chiesto a Lui direttamente di leggere il suo mondo di artista visionario: “Il vortice delle emozioni si gioca sulla tela come nella vita, ma lascia trasparire un fondo di speranza, un orizzonte limpido e azzurro”. Concludiamo rilevando come il senso di pacificazione, di in- nocenza, di universalità, che le opere di Massimo Fracaro trasfondono, fanno da tampone alla sensazione coinvolgente e toccante di umanità, di introspezione psicologica psicanalitica quasi, che i dipinti di Gino Prandina trasmettono. Beppa Rigoni Scit Il roccambolesco noir di Alberto Belloni gestualità bloccati in un frame, gli occhi di chi osserva. L’effetto è inquietante e rasserenante allo stesso tempo. I suoi autoritratti sono i ritratti di un guitto, di un burattino, di una bambina, di una donna. Al nostro: “Dove fotografi?”, risponde: “A casa mia ho uno studiolo, dove provo e riprovo e scatto continuamente”. “Come ti è nata questa passione?” “Ce l’ho da sempre, ma solo da poco ho acquisito tecnica e tecnologia: ho acquistato una Nikon D 90 digitale e iniziato a lavorare col gruppo dei fotografi altopianesi, che mi hanno trasmesso e mi trasmettono di continuo conoscenza, esperienza e stimoli culturali. A loro devo molto. Comunque, in una foto il 20% è fatto dalla composizione, dal soggetto ma l’80 dall’interpretazione di chi scatta, da ciò che sente e vuole trasmettere”. Gli autoritratti, pervasi di malinconia, di pacata tristezza che traspare da quegli sguardi immortalati per sempre, hanno un che di sospeso: senti l’attesa, la domanda, ma vi rilevi anche saggezza e consapevolezza. Perbacco!La mostra è aperta fino al 21 agosto, dalle 16 alle 21). B.R.S. Un happening fuori dagli schemi quello di mercoledì 10 agosto in un luogo noto per il mondo fantastico che lo compenetra: la presentazione del noir rocambolesco a carattere storico/esoterico, ambientato durante la seconda guerra mondiale scritto da Alberto Belloni. Due le locations in cui i quattro protagonisti si muovono: le città di Parigi e Venezia, assai familiari all’autore, che dichiara: “Ho avuto l’impressione di giocare di continuo a rimpiattino con la storia, utilizzandola a più riprese, come puro pretesto narrativo”. L’intento non era quello di farne un romanzo storico, pur con la dovuta attenzione a episodi ed eventi storici realmente accaduti. La trama si svolge attorno al furto di un lingotto d’oro dall’origine ignota, che vede coinvolta la massoneria e le alte sfere vaticane (IOR/ Mons. Marcinkus). Un breve excursus. “ Nel 1941, alcuni soldati italiani scoprono in una grotta del Montenegro un immenso tesoro. Durante il trasporto in patria, il convoglio viene attaccato dai nazisti, i preziosi trafugati e un ufficiale ci rimette la pelle. I suoi tre giovani amici, giurano di volerlo vendicare...” Il libro, edito da “Prospettivaeditrice”, è reperibile in varie librerie della pianura (come Galla), in corso Palladio e, su ordinazione, anche in Altopiano, al costo di 14 euro. E’ un libro affascinante e coinvolgente, va letto. Beppa Rigoni Scit 8 Sabato 20 agosto 2011 ATLETICA Bella. Alta e bionda. Solare e cordiale. Un piacere conoscere Manuela Levorato, velocista veneta, campionessa a vari livelli. E’ un misto di dolcezza e determinazione. La dolcezza di una donna che ha superato la trentina, che ha avuto la bella fortuna di diventare mamma, appagata della sua vita e del suo mestiere; la determinazione di un’atleta dotata e capace che ha superato tante sfide e vuole vincere la sfortuna di un infortunio che quest’anno ha un po’ rallentato la sua corsa verso le Olimpiadi del 2012, ma che certo farà di tutto per esserci a quell’importante appuntamento. La incontro sulla pista in tartan del campo Andrea Zotti di Asiago, l’Altopiano Dalla pista di Asiago Manuela Levorato lancia la sua sfida verso Londra 2012 luogo che, nonostante questo agosto meteorologicamente bizzarro, ha trovato ideale per la sua preparazione. Non sapeva che qui ci fosse una struttura adatta alla sue esigenze, nonostante l’altopiano lo conosca da una vita. “Ho passato le mie vacanze ad Enego per un sacco di tempo, fin da bambina. I miei mi portavano lì perché l’altitudine era adatta ad una bimba malata, con problemi polmonari. Raccontarla adesso c’è da non crederci, ma è proprio così. Mia madre poi è rimasta affezionata ad Enego dove torna ogni anno, ormai in paese la conoscono tutti. E’ stato bello anche per me tornarci e soprattutto portarci mia figlia”. Di stanza dunque ad Enego, ogni giorno arriva ad Asiago per il suo allenamento. Come va con il recupero fisico? “Sto bene, a fine agosto comincerò a fare qualche gara, sono stata ben seguita da tutto il mio staff e anche qui ho trovato persone competenti e capaci, in particolare ho conosciuto una massaggiatrice eccezionale Manuela Gheller con la quale mi trovo davvero molto bene”. Vederla allenarsi da sola mi stupisce un po’… “Ho avuto uno scontro fortissimo col mio allenatore storico…per il momento mi arrangio; esperienza ormai ne ho e poi sono seguita dai preparatori della mia squadra, l’Aeronautica”. Gli obiettivi per la prossi- Ha spento 17 candeline il Torneo di Calcio a Cinque “Mittelwalt” Il “Ristorante Cluny Lavarone” vince l’edizione 2011 A Mezzeselva gare molto intense e consueto successo di pubblico Il “Trofeo Mittelwalt” diventa sempre più appuntamento tradizionalmente <forte> della prima parte dell’estate per quanto riguarda i tornei di calcio a cinque, capace di confermarsi anche per l’appena conclusa 17^ edizione; ed anche quest’anno sul campo della frazione roanese non sono mancati agonismo qualità e spettacolo, cosa che ha evidentemente soddisfatto gli organizzatori storici ed infaticabili della Pro Loco di Mezzaselva, presieduta da Franco De Guio. Conferma del successo la sempre numerosa affluenza di pubblico che ha assistito alle varie partite dal primo turno di lunedì 4 fino alla finalissima del 22 luglio. Otto le formazioni ai nastri di partenza, divise in due gironi da 4 squadre ciascuno, che si sono date battaglia per il consueto ricco montepremi in denaro per le prime quattro, oltre a coppe 23 ed altri premi. Per la <zona calda> delle semifinali sono salite l’intensità e la tensione agonistica del torneo; nella prima semifinale il “Living Bar” di Asiago ha avuto ragione del “Zanzi, vino e dintorni” per 8 a 3, mentre nella seconda il “Bar Comparin” di Rotzo è stato sconfitto di misura, 3 a 4, dal “Ristorante Cluny Lavarone” di Valdastico. Venerdì 22 luglio serata conclusiva del torneo con la disputa delle finali; la finalina per il terzo posto ha visto il “Bar Comparin” aggiudicarsi il bronzo a spese del “Zanzi, vino e dintorni”, battuto per 8 a 7. Momento clou quello della finalissima, spettacolare e combattuta; alla fine ha avuto la meglio la formazione del “Ristorante Cluny Lavarone” che ha regolato per 4 a 2 il “Living Bar”. Al termine le festose premiazioni; primo premio di 1.000 euro, oltre al Trofeo Mittelwalt, per il “Ristorante Cluny Lavarone” (formazione di Valdastico che, con altra sponsorizzazione, aveva già vinto l’edizione 2010), 400 euro per il “Living Bar”, 200 euro al “Bar Comparin” e 100 euro al “Zanzi, vino e dintorni”. Premiati anche come miglior calciatore del torneo Marco Fracaro (Living Bar Asiago), miglior giovane promessa Cesare Azzolini (Bar Sport Asiago), miglior portiere Kevin Dal Pozzo (Punto Sma Roana); il titolo di capocannoniere del torneo (con 15 reti segnate) è andato a Simone Sartori (Bar Comparin Rotzo), mentre la coppa disciplina è stata assegnata alla U.S. Stoccareddo 2000. Soddisfazione degli organizzatori che hanno dato a tutti appuntamento all’anno prossimo per l’edizione n° 18. Cesare Pivotto ma stagione? “Ci sono tanti appuntamenti importanti: i Campionati Italiani ai quali personalmente tengo molto, gli Europei e poi ovviamente le Olimpiadi 2012 a Londra che inizieranno a fine luglio. Nonostante i miei 34 anni, credo di potere dire ancora la mia!” E’ bello vederla allenarsi qui; insieme a lei in questo weekend c’è anche la squadra delle promesse del Comitato Regionale Veneto di Atletica leggera (velocisti, mezzofondisti e marciatori). L’augurio è che Asiago possa tornare in auge come località idonea alla preparazione di questi fantastici atleti, come lo è stata in passato. Stefania Longhini Torna a settembre la Sleghe Lauf Il prossimo 17 settembre, con inizio alle ore 18.00 nel centro storico di Asiago si svolgerà la 2^ Sleghe Lauf Città di Asiago (Sleghe = Asiago in cimbro e Lauf=gara), gara di corsa su strada di 10.000 metri compresa nel calendario nazionale FIDAL. Sono previsti 4 spettacolari giri da 2500 m con un dislivello di circa 15 m a giro. Trattasi di un circuito completamente chiuso al traffico che è stato definito dagli atleti di punta, che hanno partecipato alla prima edizione, bello, tecnico, veloce e nel quale è impossibile annoiarsi. Alla prima edizione vinta con il tempo di 30.55 da Said Boudalia, cat. Maschile, e Silvia Sommaggio 37.03, cat. Femminile, hanno preso parte 180 atleti. Lungo il percorso ad applaudire ed incitare tutti i podisti in gara vi erano centinaia di spettatori nonostante il tempo minacciasse pioggia. Il GSA Asiago, gruppo sportivo organizzatore, che recentemente si è aperto alla corsa costituendo un’apposita sezione dell’associazione, così come il comune di Asiago, si stanno impegnando al fine di far diventare tale gara un evento importante nel panorama podistico italiano e quindi di prestigio per la Città di Asiago. Anche quest’anno si attendono atleti importanti ed un gran numero di appassionati podisti. I primi saranno premiati come indicato nel regolamento ma tutti i Partecipanti riceveranno una canotta tecnica ed un pacco gara con prodotti tipici di qualità. Merita citare che uno degli sponsor regalerà al 400° arrivato uno Ski pass unico “Sciare l’Altopiano di Asiago”. Il progetto Sleghe Lauf ha coinvolto innumerevoli sponsor tra i quali alcuni albergatori e ristoratori locali che hanno sostenuto e sosterranno l’evento offrendo anche prezzi speciali per gli atleti, i familiari e gli amici che pernotteranno ad Asiago nel fine settimana della gara. Nel pomeriggio e prima della gara, tempo permettendo, è programmato un giro gratis per i bimbi degli atleti e degli accompagnatori, sul trenino Lillipuziano di Asiago. Discesa panoramica verso Lusiana e la pianura 8 l’Altopiano Sabato 20 agosto 2011 24 Successo straripante per il torneo Ekkele a Gallio “Stoccareddo” mette tutti in fila 20 le squadre al via per tre settimane di grande spettacolo seguite da un grande pubblico Sabato 13 agosto si sono spenti i riflettori sulla 7° Torneo “Ekkele” di calcio a 5, edizione contraddistinta da un sempre crescente consenso a tutto tondo, dalle squadre che dimostrano di apprezzare molto non solo lo splendido teatro (il campo in erba sintetica e le strutture del Centro Parrocchiale, gentilmente messi come sempre a disposizione dal Parroco don Lauderio) ma anche l’organizzazione dinamica ed efficiente affidata ad un gruppo di volonterosi e brillanti giovani appassionati galliesi. Venti le squadre iscritte al torneo (sarebbero andate oltre ma l’organizzazione ha dovuto chiudere raggiunto tale preannunciato limite per problemi di calendario) che, divise in quattro gironi da cinque, hanno dato vita ai serrati e combattuti gironi della fase eli- minatoria, serate in cui il Centro Parrocchiale ha sempre visto una notevole affluenza di pubblico, vero cuore pulsante delle serate galliesi. Le ultime quattro intensissime giornate sono state un crescendo emozionante ed avvincente, per quanto visto in campo ma anche sugli spalti, e hanno proposte le sfide fra le protagoniste prima dei quarti poi delle semifinali fino alla scintillante Amichevole di calcio Cesuna vs Zaleti: 5-5 Risultato dal sapore tennistico per questa classica amichevole di mezz’estate. Cesunesi contro Zaleti, giocata al campo Pineta di Cesuna ha rischiato di essere condizionata dalle bizze di Giove pluvio, che da settimane sta rendendo difficile la vita agli organizzatori di manifestazioni ed eventi ad uso e consumo di turisti e villeggianti. Il miracolo tuttavia si è presentato al fischio del bravo arbitro federale Giovanni Zigrossi, sempre attendo a sedare gli animi dei calciatori più esagitati. Al numeroso pubblico accorso sugli spalti, è stato offerto spettacolo e goal con contorno di vero agonismo. Partita comunque tutta in salita per gli ospiti forestieri, sempre sotto di una rete e perciò costretti ad inseguire il goal, fino al conclusivo 5 a 5, raggiunto quando le nuvole, ormai esaurita la pazienza, decidevano di rovesciare sul campo quanto trattenuto per novanta minuti di gioco. Un pareggio alla fine che accontenta soprattutto gli ospiti, memori dei risultati negativi messi in bacheca negli anni passati. Strette di mano al termine delle ostilità e la promessa di riproporre la singolar tenzone nel 2012. Cesuna: Davide Frigo, Paolo Frigo, Simone Rigoni, Alberto Loser, Francesco Rossi, Gabriele Valente, Massimo Frigo, Giulio Valente, Andrea Zordan,, Lorenzo Valente, Rossi Andrea, Giovanni Strazzabosco, Pallino Martello. Zaleti: Giuseppe Dalle Fusine, Claudio Clementi, Giuseppe Zilio, Mattia Parlato, Stefano Parlato, Marco Sadocco, Valerio Radames, Mattia Clementi, Luca Sadocco, Sandro Benvegnù, Andrea Luccarda, Giulio Vettori, Marco Minda, Giuseppe Luongo. G.D.F. La formazione del Cesuna serata conclusiva dedicata alle finali, caratterizzate da un successo di consensi con un vero e proprio bagno di folla che ha seguito con attenzione e partecipazione gli eventi in campo per poi approfittare del gustosissimo stand gastronomico (spettacolare porchetta e gustosissimi galletti allo spiedo) e della musica dal vivo per passare una splendida serata ferragostana. Nella semifinale per il bronzo, dopo un primo tempo finito in parità (3-3) la “Autotrasporti Tagliaro” piazza il break decisivo nei minuti iniziali del secondo tempo andando fin sul 3 a 7; vano il pur generoso tentativo di rimonta dell’”Amplexia” che riesce solo a ridurre i toni della sconfitta finale. Equilibratissima e vibrante la sfida per il successo finale; anche in questo caso primo tempo con molte emozioni ma che finisce a reti inviolate; nella ripresa passa lo “Stoccareddo” trascinato dalla stella Eder Baù che riesce anche a raddoppiare, ma i “Dalla Bona” non mollano, accorciano e combattono generosamente, anche se vanamente, fino all’ultimo secondo alla ricerca di un pareggio che però non arriva. Grande entusiasmo sugli spalti fra la folta comitiva dei supporters dei vincitori, molto calorosi prima, durante e dopo le premiazioni fatte ovviamente a caldo sul campo. Dopo il messaggio di saluto di don Lauderio (pur “giovane” con le sue sole 7 edizioni, questo torneo pare essere diventato – ha detto – il punto di riferimento preferito dell’intero Altopiano in questa disciplina sportiva) e del sindaco Pino Rossi (cha ha ribadito il plauso per i protagonisti, squadre ed organizzatori) sono state consegnate targhe di ringraziamento a sponsor e collaboratori; è stata poi la volta di coppe e trofei ai protagonisti sul campo. Capocannoniere del torneo (con 27 reti): Eder Baù (“Stoccareddo”). Miglior giocatore: Matteo Baù (“Autotrasporti F.lli Tagliaro”). Miglior portiere: Sandro Sartori (“Contrada Dalla Bona”). Miglior giovane: i gemelli Luca e Marco Dalla Bona (“Contrada Dalla Bona”). Coppa Fair Play as- segnata ai “Vipers”. Coppa e cena a “Campomuletto” per la 3^ classificata “Autotrasporti F.lli Tagliaro”. Coppa più cena all’Hotel “Valbella” per la 2^ classificata “Contrada Dalla Bona”. Trofeo, Coppa, cena e buono centro benessere all’Hotel “Gaarten” e buono-consumazione da 100 euro al Macrillo per la 1^ Classificata “Stoccareddo”. Da sottolineare, e di questo va dato grande merito e plauso agli organizzatori, che il ricavato dell’intera manifestazione verrà devoluto in beneficienza, distribuendolo fra “La città della speranza” e le associazioni locali “Amici di Antonio Pertile e Sonia Sartori” e “Amici di Silvia, Lisa e Roberta”, con una parte da destinare a lavori di sistemazione ed ammodernamento del Centro Parrocchiale. Prima di dare il via alla festa che si è protratta fino a tarda notte, è stata fatta l’estrazione della lotteria abbinata alla manifestazione e che metteva in palio ricchi premi. Cesare Pivotto La Panchina d’argento per Rudy Baù La formazione dei “Zaleti” Rudy Baù di Stoccareddo ha vinto il premio “Panchina d’argento” quale miglior allenatore a latere del 6° Memorial di calcio a 5 “Bressan Lorenzino” a Pradipaldo di Marostica. Il prestigioso torneo che merita un plauso per la perfetta organizzazione, ha visto affrontarsi ben 18 squadre provenienti dall’Altopiano, dal Bassanese e dal Padovano. Questo torneo è considerato molto impegnativo anche per la presenza di giocatori di calcio semiprofessionisti e stranieri. Infatti quale miglior giocatore del torneo è stato premiato un giocatore argentino. Da quest’anno, 2011, si è voluto premiare anche il miglior allenatore del torneo. Gli allenatori hanno votato l’altopianese Rudy Baù di Stoccareddo mister della squadra di calcio a 5 “Bar Centrale di Lusiana.” Amerigo Baù 8 Sabato 20 agosto 2011 l’Altopiano 25 TIR, Turisti In Rivolta «Turisti in rivolta», così titola la stampa locale di metà Luglio. Era fine Giugno quando da queste pagine [ndr n°349 del 25.06, pag 8] proponevo che agli ospiti fosse prudentemente ricordato di trovarsi in ZTL, Zona a Turismo Limitato. Puntuali poi le lamentele per l’inadeguata segnaletica dei percorsi, dedicati alla Grande Guerra e non. C’è rabbia tra i turisti, troppi «Cartelli divelti. Segnali devastati.». I percorsi in altopiano ci sono, eccome, ma hanno «competenze miste su centinaia di chilometri», in Comunità Montana si è inermi perchè «Bloccati da tagli finanziari», all’assessore al turismo Andrea Benetti non resta da ribadire che «Certamente sarebbe preferibile una gestione unitaria e comprensoriale». E’ semplice da capire, manca una rete pedonale, cioè un’infrastruttura intercomunale con la quale collegare tutti i punti di interesse turistici già esistenti in prossimità dei centri. La sua assenza, o disorganizzazione, rivela una mancanza paradossale per una località turistica di montagna. In una visione unitaria, i vantaggi immediati di una rete sarebbero molteplici: minor traffico motorizzato e maggiore cultura locale, una maggiore percezione di qualità del turismo a fronte di investimenti minimi; fruizione estate/inverno a costi contenuti di manutenzione; più opportunità occupazionali, produttive e di valorizzazione diffuse sul territorio. Ma allora, perchè questa rete non c’è e a mezz’ora a piedi dai centri «Ci si perde»? Perché a governare il turismo degli otto Comuni non è la normale logica comune dell’agire per rispondere alle aspettative del turista, ma una visione in cui le priorità diventano opere e servizi che offrano maggior visibilità, che si traducano prontamente in voti. Quindi, “priorità zero” per una rete pedonale e “niente deleghe” alla Comunità Montana Spettabile Reggenza 7 Comuni. Ciascuno per sé, visibilità elettorale per tutti. Ultimo il sindaco di Gallio con il suo “Sentieri galliesi”, progetto in antitesi con una visione unitaria a partire dal nome e con uno sviluppo raggomitolano su se stesso, in antitesi al concetto stesso di rete. Ciascuno incolpa gli altri di non seguirlo. Da Asiago il sindaco Gios bacchetta gli altri per i «Progetti assurdi e la solita disarmonia» nell’accedere ai Fondi per i Comuni transfrontalieri. Tutto già visto, più soldi più contrasti, più contrasti meno cartelli. Lavorare assieme implica una sfida culturale, implica saper tornare ad essere se stessi, significa rimettere al centro una Federazione di Comuni secolare, quella rinnegata per opportunità elettorali. E’ possibile guardare all’avvio di un nuovo turismo sostenibile (aspetto ambientale), e condiviso (aspetto identitario), solo da questa consapevolezza, oggi rivisitata come Sistema Turismo Locale. Come sintomo di questa deriva culturale, il magazine “Il Venerdì di Repubblica” di venerdì 29 luglio, pag 76, riporta ALTOPIANO DEI SETTE COMUNI DI ASIAGO (TRENTINO). Mi chiedo quale, tra «sette comuni di Asiago» e «Trentino», sia la maggior inesattezza. Riecco un’altro bivio senza cartelli: o si svolta, coesi protagonisti della straordinaria unicità di secolari radici storiche, o si prosegue dritti per l’emarginazione culturale e turistica, (due aspetti che per l’altopiano, inevitabilmente, si fondono). La funzione basilare di una rete di percorsi pedonali vale per Gardaland, per le Cinque Terre, per l’Alta Val Pusteria … non per il magnifico Parco Reggenza Altopiano 7 Comuni? Il PARADOSSO: tra Asiago e Gallio, centri ad alta vocazione turistica e attitudine a infrastrutture pluri milionarie, nessun collegamento pedonale. L’ALIBI SOLDI e le priorità: dall’accordo col Trentino l’Amministrazione di Asiago fa arrivare 500.000 euro, rappresentano il 50% di quanto previsto per l’implemento del golf, la presidente del sodalizio ringrazia il sindaco che «si è adoperato con celerità e abnegazione per agevolare il compimento degli iter burocratici e procedurali necessari»; nessuna priorità per percorsi a partire dagli alberghi, estate/inverno, nordic walking, cultura locale, Grande Guerra, toponomastica timbra e microstoria... Le OPPORTUNITA’: l’Osservatorio Nazionale rileva un turismo della cultura locale triplicato (8% del 2008, oggi il 23%); in primavera ecco il bando, il Piano Sviluppo Rurale europeo cofinanzia (75%) i percorsi pedonali. L’altopiano non risponde, la mancanza di progetti comuni è atavica, svanito nel nulla quello «coordinato tra tutti gli otto comuni» annunciato più volte negli anni dall’assessore allo sport di Asiago Franco Sella. Intanto vanno a segno Bassano, Valstagna, Bassa Padovana, Camposampierese... Signori ospiti, ci spiace, siamo in Zona a Turismo Limitato, non c’è un euro per i percorsi pedonali …ma per celebrare il 150° dell’Unità d’Italia il Comune di Asiago ne spende 35.000. L’opposizione: «l’ammontare di tale spesa appare spropositato, considerata la difficile situazione economica e i tagli», emendamento bocciato. Intanto per i 700 anni della Spettabile Reggenza 7 Comuni, vero patrimonio comune e baluardo di unicità prezioso in comunicazione, neppure un petardo. Come già avvenne nel 2008 per le pirotecniche celebrazioni dei 100 anni di turismo, nulla di nulla resta di tutto questo oggi al turista colpevole di non votare qui, neppure una segnaletica per collegare il Caffè Roma al Katz (M.te Bi), terrazzo buono di Sleghe. Gli amministratori locali ancora non siedono ad un tavolo unitario, eludono la discussione e le analisi intorno alla valenza di una rete di percorsi pedonali. La confondono con l’ottima rete di sentieri CAI. Disertano l’incontro promosso dalla Comunità Montana il 25.02.10, lo disertano ancora il 04.03.10, disertano infine il Seminario sulla Mobilità Dolce organizzato in giugno dal Comune di Gallio. Tutto questo mentre dal basso, tutto volontariato, vengono raccolte oltre 700 firme tra residenti e …”TIR”, la petizione chiede la normalità, la «valorizzazione e messa in rete dei percorsi pedonali già esistenti, ma in gran parte abbandonati e non fruibili, perchè non mappati e segnalati». Andrea Cunico Jegary IL DECALOGO DEL BUON TURISTA (AL RISTORANTE) E’ sempre attuale la polemica dei turisti riguardante la presunta maleducazione dei gestori altopianesi, burberi e sempre scontenti; nulla toglie che in alcuni posti possa essere davvero così, tuttavia penso sia il caso di dare un’occhiata anche dall’altra parte, giusto per avere una panoramica completa e magari capire che, talvolta, nel rapporto turistico vale la legge che “ad ogni azione corrisponde una reazione uguale o contraria”... Di seguito vengono forniti alcuni consigli e descrizioni di comportamenti da evitare per godersi un’uscita al ristorante, e nello stesso tempo preservare i dipendenti dall’esaurimento nervoso. Ovviamente questo pezzo intende rivolgersi unicamente a chi critica pesantemente i servizi dell’Altopiano senza essersi mai chiesto com’è il proprio atteggiamento fuori casa...di turisti normali fortunatamente ce ne sono e li apprezziamo un sacco, tranquilli! :) Buona permanenza ;) ATTO PRIMO: L’ENTRATA Regola 1: Rispondere al saluto del personale non è da poveracci, anzi! La prima cosa che un turista, nella maggior parte dei casi almeno, noterà, è che nell’entrare in un locale tutto lo staff presente elargirà sorrisi e saluti per iniziare al meglio il rapporto temporaneo che vi legherà da cliente-gestore. Quel che accade spesso, però, è che il turista entra senza guardare nessuno, sentendo il saluto si volta verso la fonte del suono, la fissa stralunato e continua per la sua strada. E va beh va! Regola 2: Chiedere del tavolo può essere a volte una grande idea... Il soggetto X si dirige direttamente nella sala, scavalcando barriere fisiche quali cameriere/cartelli/separé e quant’altro indichi loro la dovuta sosta per chiedere a)se c’è posto e b)dove si può accomodare. No, in perfetto stile “Buffy l’Ammazzavampiri” sono tutti in grado di eseguire anche tripli salti mortali pur di accaparrarsi un posto nella già nutrita folla di ribelli che si ammassa sulla porta della sala piena. Solo recentemente ho visto una signora avanzare, leggere il cartello che invitava a domandare il tavolo al banco, e finalmente tornare indietro a chiedere. Standing ovation per questa turista assennata, tutta la nostra stima (e il tavolo migliore rimasto libero). Ma come non citare quelli che arrivano all’una della domenica a pranzo, chiedendo posto per venti e indignandosi se la sala è al completo o se devono attendere. O i divi che alle 3 e mezza arrivano a chiedere di pranzare, e increduli al vostro diniego esclamano: “Ma come, avete già chiuso?” Regola 3: Schifare il tavolo è consigliabile solo quando non si tratta dell’unico disponibile... Scena familiare ai camerieri: dopo esservi fatti in quattro per preparare in fretta e furia l’unico tavolo disponibile nella sala strapiena, fate accomodare i clienti mentre altre mille cose da fare aspettano solo voi per essere compiute. Ma lasciate perdere: il tavolo non andrà MAI bene, neanche se è l’unico della sala. “Scusa, non possiamo metterci su quello lì, invece?” chiede una coppia indicandomi un tavolo da dove si è si poco discretamente che non sia versata per sbaglio qualche goccia di cianuro (perchè è noto che noi tutti ne teniamo una boccetta da parte) nella propria pizza; in alternativa, c’è chi con nonchalance si serve da solo al frigobar della sala per prendersi da bere, lasciando tutti quantomeno basiti. Regola 7: Lasciateci il tempo, non tutti siamo Clark Kent. Una cosa che devono sapere i clienti è che, in genere, i locali si avvalgono di un sistema automatico per le comande, e procedono secondo l’ordine di arrivo. Per cui, nel caso in cui la sala sia piena e ordinate una bottiglia d’acqua, se due minuti dopo non vi è ancora arrivata evitate di consigliare alla cameriera una cura per l’Alzheimer. Solamente, considerate che la vostra comanda si trova dopo quella di altri 10 tavoli, e visto che siete in vacanza potreste anche avere un attimino di pazienza, che dite? Regola 8: Tenete a mente: che il cameriere sia al vostro servizio non significa che vi porterà il giornale in bocca scodinzolando. Il non plus ultra di certo si ha con il glorioso fischio per chiamare gli inservienti. Molto in voga nei film degli anni ’40, a qualcuno potrà anche sembrare una cosa fin troppo di classe “visto che siamo in montagna” e che comunque “i camerieri vengono pagati per servirmi”, ma i signori ricordino che noi che lavoriamo di sicuro non ci chiamiamo né Fido, né Bobi o Fuffi. Per cui, andrà bene uno “scusami!” per attirare la nostra attenzione. Fidatevi! Regola 9: Ricordatevi che i camerieri purtroppo non sono nenche The Mentalist. Sennò non farebbero i camerieri. Dopo il dolce, poi, qualcuno starà sicuramente chiacchierando e vi troverete a dover ordinare i caffè dello stesso tavolo in sette volte. Quando troppo e quando nulla, a volte noi camerieri veniamo addirittura sopravvalutati. Qualcuno dirà “Portami un caffè” e quando si vedranno recapitare un espresso esclameranno “Ah, ma io lo volevo decaffeinato macchiato caldo in tazza grande!” e vi toccherà pure scusarvi per non avere la facoltà di leggere nel pensiero. Una triste realtà che va affrontata. Babbo Natale a me ha sempre rifiutato la telepatia, se la cavava tutti gli anni con le Barbie. ATTO TERZO: L’USCITA Regola 10: Non sputate nel piatto in cui avete mangiato, se avete fatto anche la scarpetta... Al momento del conto, quando lo staff chiederà se tutto era ok e nel mentre i bambini ancora staranno correndo per la sala (ma noi alla loro età non eravamo già al settimo sogno?), ci sarà sempre chi dirà che faceva tutto schifo, dall’acqua al caffè...e restituirà tuttavia tutti i piatti lucidi come appena lavati. Magari però era solo fame, eh! Non vogliamo essere a tutti i costi maliziosi. Qualcuno invece si trova talmente bene da portarsi via addirittura il ricordino: targhette dei bagni, portasalviette, centrini, bicchieri... Iceskater Spoiler alert: se avete l’arrabbiatura facile e siete già prevenuti nei confronti dei “montanari”, non proseguite nella lettura! appena alzata una compagnia di otto persone. Non appena arrivate a spiegargli cortesemente che avete una compagnia che aspetta il tavolo grande da mezz’ora e che vi sgozzerà dopo atroci torture nel caso lo diate via, il cliente scocciato vi dirà “va bene, e quello allora?” indicandovi un altro tavolino perfettamente identico per posizione e dimensione al primo proposto, con la sola eccezione che sulla cima vi campeggiano non i coperti puliti e pronti per essere usati, ma un marasma immenso di tovaglioli, posate e piatti sporchi che vi guardano minacciosi. Ormai sconfitti, non vi resta che accontentarlo, sperando che qualcun altro si sia occupato nel frattempo delle altre cose che c’erano da fare (e che nel mentre si sono triplicate). ATTO SECONDO: LA PERMANENZA Regola 4: Domandate se l’opzione babysitting rientra nella politica del locale. Se la risposta è no, voi siete ancora genitori. Nell’istante stesso in cui i clienti si siedono, nel caso in cui siano anche genitori, decidono all’unanimità di non aver mai avuto figli. Tanto, siamo in montagna e sono tutti selvaggi: come per la strada si può evitare di rispettare le precendenze o viaggiare tranquillamente in mezzo alla strada e magari anche mandare a quel paese chi te lo fa notare, anche i corridoi del locale sono stati fatti apposta per far correre i pargoli, no? E che dire poi degli sgabuzzini, del cesto dei grissini, dei centritavola da spupazzare e possibilmente disintegrare...ma si, è tutto a misura di bambino! e così i piccoli al posto di stare tranquilli a disegnare, come avremmo fatto tutti noi selvaggi montanari alla loro età, si lanciano in gare di velocità che comprendono più punti quando beccano una cameriera dritta sulle gambe. Loro si schianteranno, voi rovescierete piatti e quant’altro, e solo allora (forse) i genitori si ricorderanno di essere tali e accorreranno sul posto a sgridarvi. Si, voi, mica i bambini! Regola 5: Un attimo di attenzione per gli ordini... Invece, al momento dell’ordine, sembra che qualche entità superiore si impossessi del corpo e della voce dei clienti: infatti, solo pochi minuti dopo, nessuno si ricorderà cosa ho ordinato e se a voi camerieri verrà un principio di autocombustione alle mani, grazie ai tre piatti di polenta fumante che state tenendo da ormai 5 minuti, non dovete far altro che presentare il conto a tali spiritelli dispettosi. Succederà sempre di dover tornare in cucina con piatti che risultano nella vostra comanda, ma non in quella mentale dei clienti, e alla fine di sentirvi rimproverare perchè “io sto ancora aspettando l’antipasto che avevo ordinato!”. Che è, per l’appunto, quello che nessuno ha reclamato al vostro arrivo al tavolo. Regola 6: Non siamo nel Bronx, ma nemmeno al self service. Rilassatevi! Qualcuno si fa prendere improvvisamente da ansia e manie di controllo, probabilmente ispirato dalle corse pazze dei camerieri in sala, e passa l’attesa al bancone pizzeria ad assicurar- Hockey Inline Sabato 20 agosto 2011 8 l’Altopiano 26 a cura di Giovanni Dalle Fusine Da sabato 20 agosto a venerdì 2 settembre 2011 Il 20 agosto è il 232° giorno del calendario Gregoriano, mancano 133 giorni alla fine del 2011 Sabato 20 S. Bernardo Domenica 21 S. Pio X Lunedì 22 S. Fabrizio Martedì 23 S. Rosa Mercoledì 24 S. Bartolomeo Giovedì 25 S. Luigi Venerdì 26 S. Alessandro Sabato 27 S. Monica Domenica 28 S. Agostino Lunedì 29 Mart. S. Giovanni Batt. Martedì 30 S. Pammachio Mercoledì 31 S. Abbondio Giovedì 1 settembre S. Egidio Venerdì 2 S. Elpidio Sole, Luna e funghi. Si dice che la crescita dei funghi sia influenzata dalle fasi lunari. Non è facile provare oppure confutare tale punto di vista. L’esperienza di vari cercatori è piena di casi assai contraddittori ed è da ritenersi che se una relazione esiste, essa è del tutto marginale e può, tutt’al più, influire sulla quantità delle fruttificazioni. Certo è che nelle tradizioni popolari si tende ad esagerare questo dato, ammesso che vada tenuto in considerazione, e ad “aggiustarselo” secondo i propri intendimenti; così, parlando con alcuni anziani “fungaioli” si apprende che la “luna buona” è quella calante, mentre discutendo con altri, ci si sente dire che la “luna buona” è quella crescente... Tornando all’esperienza di buona parte dei raccoglitori di miceti, possiamo dire che è capitato più volte di trovarci in una determinata zona e di non vedere l’ombra di un fungo; successivamente, spostandoci nella vallata accanto, di reperirne in quantità. Eppure la luna era la medesima! A volte bastano piccole differenze nel microclima di un ambiente perché si verifichino casi, per altri versi, assolutamente inspiegabili. Così può bastare una leggera differenza di esposizione o una ventilazione più moderata per condizionare o favorire la crescita dei funghi. Sicuro è che le principali condizioni favorevoli sono da ricercare nella relazione umidità - temperatura, ma è un grosso errore pensare che basti un’abbondante pioggia per risvegliare il meccanismo della fruttificazione fungina. Se poi si pensa che esiste il detto “matto come un fungo”, molte stranezze si spiegano. Modi di dire, spieghiamoli un po’. “A braccio”, si dice di azione improvvisata li per li, eseguita senza preparazione: fare un discorso, tenere una lezione, predicare a braccio. Quest’ultima espressione si trova, per esempio, nei Promessi sposi. Ma più propriamente si riferisce al recitare, come avveniva nella Commedia dell’arte, quando gli attori improvvisavano. “Attaccare bottone”, tediare qualcuno con un discorso lungo e noioso, privo di interesse per lui. Non è nota l’origine della locuzione; sembra che un tempo volesse dire parlar male di uno. L’immagine suggerita potrebbe anche essere quella del seccatore che, quasi afferrando fisicamente per la giacca il riluttante interlocutore, non lo molla finché non abbia finito di ricucirgli un immaginario bottone. “Andare in oca”, nel linguaggio familiare: essere distratto, dimenticarsi di qualcosa. Come si sa, con l’eccezione delle celebri oche del Campidoglio che con il loro schiamazzo salvarono la rocca capitolina da un improvviso attacco dei Galli (390 a.C.), questo palmipede non è ritenuto il Leonardo da Vinci del regno animale, e a esso si paragona la persona (in particolare la donna) sciocca, facile alla distrazione, pronta alla risatina insulsa: un’oca, la bella oca, l’oca giuliva, eccetera. “Aprire gli occhi”, ricredersi o far ricredere qualcuno rendendolo edotto di una realtà che ignorava, spesso allo scopo di metterlo in guardia da un pericolo. “A bizzeffe”, in grande quantità. Secondo alcuni, la spiegazione deriverebbe dall’uso degli alti magistrati romani di far apporre, anziché una sola volta, due volte la parola Fiat, “sia fatto”, a una supplica accolta senza riserve, con particolare favore. Il doppio Fiat era abbreviato in “FF”: bis effe. Ma l’origine più probabile starebbe nel termine arabo bizzaf, “molto”. Un santo per volta: Sant’ Egidio (1 settembre). Egidio (Gilles) è vissuto in Francia a cavallo tra il VI e il VII secolo. Viene identificato con l’abate Egidio inviato da S. Cesario di Arles presso papa Simmaco. La sua tomba è stata ritrovata in un’antica abbazia presso Nimes in Provenza (Francia) da dove a tratto origine il suo culto. Il sepolcro, probabilmente costruito al tempo dei Merovingi, reca un’iscrizione databile al X secolo. In quel secolo è stata composta la “Vita del santo” dove si mescolano cronologia e degli elementi leggendari. San Egidio è uno dei santi Ausiliatori ed era invocato, particolarmente in Francia, Belgio e Olanda, contro il delirio della febbre, la follia e la paura. Secondo altre fonti, san Egidio viene identificato con un’eremita vissuto in Provenza, sotto la protezione del re dei Goti Wamba. Nel 680 fondò un monastero presso le foci del Rodano, nella località IL COMUNE DI ASIAGO RENDE NOTO che ai fini delle consultazioni per la Direttiva VAS 2001/ 42/CE del 27.06.2001, è stato adottato il PAT del Comune di Asiago, con delibera del Consiglio Comunale n. 1 del 11.02.2011, comprendente gli elaborati di progetto previsti dalla L.R. 11/2004 nonché l’allegato Rapporto Ambientale. La documentazione è consultabile presso il sito Internet del Comune di Asiago: www.comune.asiago.vi.it poi chiamata St. Gilles, del quale divenne abate. Tra le narrazioni che più hanno contribuito alla popolarità del santo vi è quella della cerva inviata da Dio per recare il latte al pio eremita, che viveva da anni in un bosco, lontano dal consorzio umano. Un giorno la benèfica cerva incappò in una battuta di caccia condotta dal re in persona. Il regale cacciatore inseguì la preda, ma al momento di scoccare la freccia non si accorse che l’animale spaurito era già ai piedi dell’eremita. Così il colpo destinato al mansueto quadrupede ferì, seppur di striscio, il pio anacoreta. Viene invocato contro il delirio della febbre, la paura e la follia. Sant’Agostino (28 agosto) nasce in Africa a Tagaste, nella Numidia attualmente Souk-Ahras in Algeria - il 13 novembre 354 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Dalla madre riceve un’educazione cristiana, ma dopo aver letto l’Ortensio di Cicerone abbraccia la filosofia aderendo al manicheismo. Risale al 387 il viaggio a Milano, città in cui conosce sant’Ambrogio. L’incontro si rivela importante per il cammino di fede di Agostino: è da Ambrogio che riceve il battesimo. Successivamente ritorna in Africa con il desiderio di creare una comunità di monaci; dopo la morte della madre si reca a Ippona, dove viene ordinato sacerdote e vescovo. Le sue opere teologiche, mistiche, filosofiche e polemiche - quest’ultime riflettono l’intensa lotta che Agostino intraprende contro le eresie, a cui dedica parte della sua vita - sono tutt’ora studiate. Agostino per il suo pensiero, racchiuso in testi come «Confessioni» o «Città di Dio», ha meritato il titolo di Dottore della Chiesa. Mentre Ippona è assediata dai Vandali, nel 429 il santo si ammala gravemente. Muore il 28 agosto del 430 all’età di 76 anni. Patronato: Teologie stampatori. Etimologia: Agostino = piccolo venerabile, dal latino. Emblema: bastone pastorale, libro, cuore di fuoco Parliamo di fiori e piante. La camomilla. La camomilla era ritenuta, dai giardinieri del passato, capace di “sanare” le altre piante sofferenti e più deboli; era sufficiente che suoi cespugli venissero collocati in prossimità degli arbusti e alberi malati per vedere già dopo poco tempo risultati soddisfacenti. Al fiore di camomilla viene attribuito il significato di forza nelle avversità, probabilmente per le note proprietà rilassanti degli infusi a base dei suoi fiori. Tracce di polline di camomilla sono state ritrovate nell’imbottitura della mummia di Re Ramsete secondo, infilate lì con l’intenzione di infondergli il coraggio e la calma per affrontare la vita ultraterrena. In Italia ne crescono spontaneamente molte varietà; i fiori sono ricchi di proprietà attive di carattere riposante e rilassante. La pianta di Alloro nell’antica Grecia era considerata una pianta sacra ad Apollo perché secondo la leggenda, in essa fu trasformata la ninfa Dafne per sfuggire al dio che la inseguiva e così lo stesso Apollo, proclamò questa pianta sacra al suo culto e segno di gloria da portarsi sul capo dei vincitori. L’alloro. Laurus nobilis. Famiglia Lauraceae. I greci anticamente chiamavano l’Alloro Dafne, in ricordo della Ninfa. Considerata pertanto una pianta nobile per eccellenza era normale coltivarla nei giardini imperiali e gli imperatori romani si cingevano la testa di Alloro durante i trionfi e le cerimonie come se si trattasse di una preziosa corona. Questa usanza si è protratta fino al Medio Evo e nel Rinascimento ma ad essere incoronati o “laureati” come si diceva, non erano più i sovrani ma i giovani poeti ed i letterati. Il termine attuale di “laurea” deriva proprio da questo riconoscimento. In molte leggende popolari, piantare una pianta di Alloro davanti alla porta di casa allontanerebbe i fulmini. Questo deriva dal fatto che Giove avrebbe decretato che questa pianta fosse preservata per rispetto a Dafne. l’Altopiano Sabato 20 agostoo 2011 L’Altopiano srl - Società unipersonale Sede legale: Via Iacopo Scajaro, 97 - 36012 Asiago (Vi) Redazione: Via Iacopo Scajaro, 23 - 36012 Asiago (Vi) Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002 presso il tribunale di Bassano del Grappa Telefono servizio lettori: 348 - 3138606 Telefono servizio abbonati 338 -1460517 Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517 E-mail: [email protected] [email protected] Direttore responsabile: Stefania Longhini Segretaria di redazione: Silvana Bortoli In redazione: Giovanni Dalle Fusine, Cesare Pivotto, Beppa Rigoni Scit, Gerardo Rigoni, Martina Rossi, Stefania Simi, Egidio Zampese Hanno collaborato: don Marco Pozza, Virginia Gianello, Aurora Carli, Amerigo Baù, Cinzia Albertoni, Giacomo Scarsella, Giulia Panozzo Responsabile grafico ed impaginazione: Fabrizio Favaro Impaginazione giornale: Davide Degiampietro Foto: Archivio Giornale, Foto Bergamaschi, Paolo Basso Stampa: Centro Stampa delle Venezie Via Austria, 19/b - 35217 Padova ARIETE Per amor di imprevisto, potete accettare una proposta insolita, se proviene da qualcuno che vi piace. Nettuno, appena entrato nel vostro segno, autorizza qualche eccezione alle vostre severe regole: l’amore potrebbe arrivare da dove meno ve lo aspettate, siate disponibili anche con chi non riscuote il vostro immediato interesse, non si sa mai! TORO La fretta è la vostra maggiore nemica. Tenete nel giusto conto le ragioni di chi vi sta vicino e potrete muovervi con la necessaria cautela, evitando inutili confronti, forse anche dannosi per l’equilibrio. Sia nell’amore, sia negli acquisti è consigliabile agire sulla base di un progetto preciso che dia sicurezza al partner, specie se è in crisi. GEMELLI Prima di fare una critica che, proprio perché è giusta, potrebbe ferire qualcuno che vi sta a cuore, riflettete se è il caso di mettere in crisi un rapporto stabile: probabilmente, anche se non volete ammetterlo, vi è ancora necessario. Nell’amore, se non tutto va come vorreste, potete riconoscere un errore. Sarete ricompensati da un riconoscimento inatteso. CANCRO Il vostro ottimismo e la vostra simpatia, potrebbero essere l’asso nella manica per superare un momento di incertezza dovuto a circostanze che non potete controllare, ma di cui siete obbligati a tenere conto. Un piccolo sacrificio per un futuro esito positivo servirà ad aumentare la stima di cui godete, che potrà trasformarsi in qualcosa di più consistente. LEONE Un momento di disattenzione dei vostri superiori potrà essere sfruttato a dovere per impostare un rapporto birichino nell’ambiente di lavoro: potrebbe diventare qualcosa di più se saprete gestirlo con il vostro abituale buongusto. Senza dare troppo nell’occhio, prendete un’iniziativa coraggiosa che dimostri la vostra generosità. VERGINE Con il favore di Saturno nel vostro segno, sarete in grado di scegliere con sicurezza il comportamento più adatto in questo momento, facendo magari un piccolo sacrificio in cambio di un sicuro vantaggio nel prossimo futuro. E questo vale soprattutto nel caso che qualche ostacolo passeggero si opponga ai vostri progetti. BILANCIA Se non volete correre inutili rischi vi conviene attendere un segno del destino prima di prendere un’iniziativa coraggiosa, servono attenzione e prudenza in particolare nelle spese, ma non solo. Una scelta che tenga conto anche dei desideri di chi vi sta vicino è quella che ci vuole per sentirsi a proprio agio anche in una situazione un po’ ambigua. SCORPIONE Approfittate del favore di Mercurio che presto entrerà nel vostro segno: vi renderà simpatici a tutti e migliorerà quindi sia i rapporti di amicizia che quelli di lavoro. Ora non vi resta che scegliere dove volete fare centro. Muovendovi con coraggio, determinazione e tempismo riuscirete a cogliere i frutti della vostra amabilità e del vostro buonsenso. SAGITTARIO Un momento felice è in arrivo, si tratta di avere pazienza senza compromettere un rapporto difficile, che però può diventare più che facile, basta saper scegliere il momento giusto. Intanto concedetevi un lusso insolito, quello di dare una dimostrazione di affetto a qualcuno che sentite bisognoso di aiuto, specie se ha quattro zampe. CAPRICORNO L’amore à in una fase contraddittoria. Infatti con Marte e Venere nel segno, oscillate tra soluzioni diverse, tutte egualmente attraenti. Per non sbagliare vi converrà rinviare le decisioni impegnative, limitandovi a piccole ma significative esperienze, che saranno comunque positive per la vostra evoluzione in attesa delle novità in arrivo. ACQUARIO Se in famiglia qualcosa ci ha annoiato, ora potete permettervi una evasione dalla routine quotidiana. Senza offendere nessuno, trovate la scusa giusta per concedervi quella libertà d’azione e soprattutto di sentimenti, di cui sentite il bisogno. Non abbandonatevi a inutili sensi di colpa, ma prendete quello che il destino vi offre generosamente. PESCI Potete risolvere con eleganza un problema di cuore, evitando ogni scontro, semplicemente dando ragione al partner anche (e specialmente!) se ha torto. Riservate il coraggio e la buona volontà per quello che avreste voluto fare e ancora non avete fatto per mancanza di tempo. Nelle spese Urano vi dà la carica per un acquisto davvero eccitante. Citazioni Francescane a cura della fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di Roana “Perchè allora non udiamo la sua voce? Semplicemente perchè non stiamo in ascolto, non siamo sulla lunghezza d’onda della sua parola” cardinale Leon-Joseph Suenens 8 l’Altopiano Sabato 20 agosto 2011 Una croce in ricordo di Paolo Dieci anni fa, il giovane Paolo Scaggiari “Babali” morì travolto da un masso sulle pendici del Monte Zebio. Una tragedia che colpì profondamente la comunità asiaghese; una tragedia che ancora oggi è incisa intimamente nel cuore di quanti l’hanno conosciuto. Proprio per commemorare il decennale della scomparsa dell’amico e compagno di tante uscite sui monti e nei boschi, gli amici hanno voluto mettere un segno sul luogo della tragedia collocandoci una croce a memoria del fatto . G.R. QUATTRO GENERAZIONI ALTOPIANESI Quanto orgoglio montanaro negli occhi delle donne altopianesi. Quattro generazioni che fanno ben sperare per il nostro futuro: la bisnonna Diomira Stella in Carli; Antonella Carli in Baù; Michela Baù, con la figlia Marta Massignan. Tutte insieme nel giorno del battesimo dell’ultima arrivata, il 10 luglio scorso. Tutta la Comunità Montana festeggia il neo-pensionato Arturo Dell’Andrea In pensione, col grado di maresciallo-capo della Forestale, Arturo Dell’Andrea ci è già da un pezzo: al Corpo forestale dello Stato ha dedicato 30 anni e 8 mesi della sua vita. Altri 15 di servizio, li ha fatti come Responsabile dei Servizi forestali per la Regione Veneto, sul territorio altopianese...e fanno quasi 46! Non pago, nel 2003, ha accettato la proposta della Comunità Montana di seguire i lavori forestali, le malghe e tutti gli incarichi girati a suo tempo, dagli 8 Comuni alla Comunità Montana. B.R.S. Il concerto di una ragazzina speciale Il 15 agosto alle 17.00 in Piazzetta Croce davanti al negozio” Stern” si è tenuto un concerto per pianoforte di una “ragazzina” speciale: Maria Fatevi gli auguri con il giornale Il vecchio Alfredo C’è chi sostiene che sia passato già più di mezzo secolo, lui controbatte che son solo trent’anni ma tant’è che puntuale come la bella stagione da parecchi lustri si aggira già dalle 5 di mattina sull’Altopiano nei mesi di luglio ed agosto. Lo si può trovare in giro, con il suo passo abituale e la voglia di parlare (pardon...di brontolare) a tutti. In molti veneziani lo conoscono bene - aveva un bar dalle parti di Cannareggio a Venezia - e quando lo incontrano lo salutano affettuosamente ma altrettanto succede con gli altopianesi. E c’è anche di più; il 26 luglio, data del suo compleanno, è da sempre un giorno di festa che passa con i familiari e soprattutto con gli amici. Eccolo nella foto sorpreso a festeggiare gli 88 primavere - Auguri Alfredo! 27 A Stefano che da pochi giorni ha festeggiato il suo 2° compleanno, tanti auguri dal fratellino Federico, mamma e papà. Tutti insieme inoltre danno il benvenuto a Nicola, ultimo arrivato in famiglia. Tanti auguri di buon compleanno a Lara Marie Panozzo, che ha spento la prima candelina il 10 agosto! Mamma Christina, papà Francesco, i nonni e gli zii Vittoria Tranquilli (13 anni, non vedente dalla nascita), iscritta al Conservatorio di Ascoli Piceno e già provetta sciatrice sulle piste dell’Altopiano. Appassionata fin da bambina di musica, ha partecipato a vari concorsi tra i quali lo Zecchino d’Oro. Da qualche tempo aveva espresso al suo amico Stefano Stern il desiderio di far sentire la sua musi- ca. Detto fatto:trovato il pianoforte e l’amplificatore, gentilmente fornito da Massimo Dal Sasso (Cioin) il concerto si è svolto davanti ai turisti ferragostani di Asiago. Ha eseguito brani del suo musicista preferito Giovanni Allevi, e brani moderni tra i quali due composti da lei stessa. La sua esibizione è stata molto apprezzata e applaudita dai presenti. Domenica 21 agosto GALLIO: ERG – Via Camona Domenica 28 agosto GALLIO: OMV – Via Kemplen Dalle ore 8.45 di sabato 20 alle ore 8.45 di sabato 27 agosto GALLIO: Farmacia di Gallio snc del dr. Stefano Dalla Valle – Via Prestinari 34 Dalle ore 8.45 di sabato 27 agosto alle ore 8.45 di sabato 3 settembre: ASIAGO: Farmacia Rossi del dr. Adelchi Zuccato – Viale Matteotti SPAZIO CINEGHEL 20 agosto Sfida di ballo 17.00 21.00 21 agosto Harry Potter 17.00 21.00 22 agosto Captain America 17.00 21.00 23 agosto Captain America 17.00 21.00 24 agosto Kung fu Panda 2 15.30 17.30 21.00 dal 25 al 31 agosto Kung fu Panda 2 17.00 21.00 Trovate la programmazione anche sul sito www.parrocchiadigallio.it 8 Sabato 20 agosto 2011 l’Altopiano 28