TuttoStampacchia-Gennaio 2013

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TuttoStampacchia-Gennaio 2013
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Periodico del Liceo Scientifico-Classico “G. Stampacchia” - Piazza Galilei, Tricase (Le) - Anno XVII - Numero 1 - A.S. 2012-2013
Cambio della Guardia
di Gerardo Ricchiuto
Presidente Consiglio d’Istituto
on l’inizio del nuovo anno
scolastico, alla guida del Liceo,
al Dirigente uscente prof. Salvatore
Piccinni è subentrato il prof. Mauro
Polimeno proveniente dall’Istituto
Commerciale di Maglie e di cui al
momento conserva la dirigenza. Per
un istituto scolastico, specialmente con
l’autonomia, la figura del Dirigente è
fondamentale sia sul piano strettamente
formale, ma pure sostanziale. Su di lui
ricadono responsabilità previste dalla
legge, ma anche scelte di fondo, non
necessariamente regolamentate, che
possono condizionarne se non a volte
determinarne il buon andamento.
Nel Liceo “Stampacchia” nell’ultimo
quinquennio si sono avvicendati
quattro Dirigenti, questo dato, al di là
delle capacità degli interessati, di per
sé può essere un elemento di debolezza.
Una certa continuità è necessaria
per acquisire gli opportuni elementi
conoscitivi e quindi per programmare e
realizzare, rapportandosi nella maniera
più efficace con le istituzioni e con il
territorio. Il nuovo Dirigente, esperto
in materie economiche, sin dai primi
Consigli d’Istituto ha manifestato
un approccio pratico e manageriale
alle questioni più scottanti che vive
lo Stampacchia: calo delle iscrizioni,
persistente inagibilità della palestra e di
altri ambienti. Riguardo quest’ultima
problematica, è bene ricordarlo in
questa sede, già la Dirigente prof.
ssa Anna Luisa Saladino insieme al
Consiglio d’Istituto, organizzò nel
Liceo una apposita conferenza dei
servizi con la partecipazione dei tecnici
della Provincia e dei rappresentanti
istituzionali
dell’Amministrazione
Provinciale e del Comune di Tricase,
nel corso della quale furono presi
precisi impegni di immediata
realizzazione dei lavori stante anche il
rischio per la incolumità dei discenti,
degli insegnanti e degli operatori che
fu fortemente evidenziata anche dal
sottoscritto. Tale opera di insistente
sollecitazione e vera e propria
denuncia è stata continuata, purtroppo
invano, dal Dirigente Scolastico
prof. Salvatore Piccinni, condiviso
e sostenuto dal Consiglio d’Istituto.
Il nuovo Dirigente, continuando
l’azione dei suoi predecessori, sin
da subito ha interessato e sollecitato
l’Amministrazione Provinciale a dare
tempestiva esecuzione agli impegni
a suo tempo assunti. L’ultima novità
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anno nuovo, preside nuovo!
Intervista al Dirigente Scolastico Dr. Mauro Vitale Polimeno
P
otrebbe mai iniziare il primo numero di “Tutto Stampacchia” senza
un’intervista al nostro nuovo Dirigente Scolastico? Assolutamente no!
Dunque carta e penna e iniziamo subito:
- Lei preferisce condurre la scuola con autorità o autorevolezza?
“Fuor di dubbio con autorevolezza, creando soprattutto un clima di
tranquillità sempre nel rispetto delle regole.”
- L’abbiamo vista portare due borse… le possiamo chiedere il perché?
(Dopo averci mostrato il contenuto delle due borse…) “In una borsa, la
borsa “Stampacchia” ho tutti i documenti del vostro istituto e nell’altra, la
borsa “De Castro” c’è altro carteggio… Quindi le porto solo per necessità,
altrimenti ne farei benissimo a meno… E non mi avete visto con tre borse!”
- Che clima ha trovato quando è arrivato nella nostra scuola?
“Un ambiente assolutamente positivo, ma ovviamente si inizia da ora un
nuovo percorso virtuoso per tutti.”
- Che cosa prova oggi se pensa di averci “scippato”
l’indirizzo scienze applicate quando “governava” il Comi?
“Non è assolutamente vero, perché le scienze applicate sono state assegnate dall’Ufficio Scolastico Regionale a
scuole che possedevano già l’indirizzo scientifico-tecnologico.”
- Una curiosità, ma è vero che lei è madrelingua cinese?
“Anche, mi diletto con l’arabo, il giapponese e l’indù… Di fatti il mio inglese non lo capisce nessuno!”
-Lei che allievo era? Ha mai marinato la scuola?
“Non sono sempre stato un alunno modello, ma non sono mai stato impreparato e ho sempre rispettato le regole”
-Il gioco della torre. Tra Perniola e Figini chi butterebbe giù dalla torre?
“Tutt’e due fraternamente abbracciati!”
Tra Frassanito e Valli?
“In questo caso, poiché si tratta di donne, le inviterei a buttarsi con gentilezza.”
Tra Mario Cassiano e Stasi?
“Stasi, perché il rumore del tonfo sarebbe troppo forte e in questo modo potremmo farci sentire da lontano!”
Tra Martella e Licchetta?
“Assolutamente Licchetta, per evitare tante tante telefonate!”
- Ci promette che preferirà la nostra scuola rispetto all’altra che sta dirigendo?
“E chi vi dice che sarà un affare? Comunque rimarrò almeno per cinque anni.”
Gloria Fiorentino e Mariella Carluccio IIIE Sc.
Ilaria Vitali, tragicamente scomparsa il 29/12/2012
N
PER ILARIA
essuno di noi avrebbe mai potuto immaginare di
essere qui a scrivere poche righe per ricordare
un’amica, una compagna, un’alunna della nostra scuola
che in un attimo ha dovuto mettere da parte tutto quello
che poteva essere la sua vita.
“Io non so di chi sono e mi
spaventa scoprirlo”. Questo
è il verso di una canzone del
suo cantante preferito; Ilaria
non c’è più e noi in un solo
momento abbiamo scoperto
la drammaticità della vita, ma
anche la forza di continuare
a vivere pure per lei.
È vero: ogni giorno sentiamo la sua mancanza, ma lei è
con noi, non c’è il suo sorriso contagioso, ma c’è il suo
incoraggiamento a fare di più, non c’è la sua voce, ma c’è
il suo richiamo ad essere migliori. Ci rimarrà d’esempio
il piacere con cui veniva a scuola, la sua
voglia di impegnarsi continuamente
nonostante le tante difficoltà comuni a
noi studenti. Voleva riuscire a completare
il liceo, iscriversi a Giurisprudenza.
Immaginava una vita sociale e familiare
gratificante, tutto questo che suo non è
stato sarà il nostro progetto, confidando
nel fatto che Ilaria tifa per noi.
Classe IVA Sc.
2
La Scuola
FRANCESCA DE PAOLA:
Zven...
DA BENEVOLA PROFESSORESSA A TERRIFICANTE VICEPRESIDE
C
’era una volta una cara e gentile professoressa, si
aggirava per lo “Stampacchia” sempre sorridente
e spensierata, alunni e professori incrociandola per i
corridoi con un sorriso le mandavano un saluto carico
d’affetto, entrata in classe subito i ragazzi respiravano
un’aria di tranquillità e serenità che faceva partire con il
piede giusto la lezione di matematica. Anche quando un
alunno sbagliava, il suo rimprovero era come quello di
una madre che, per il bene del proprio figlio, faceva capire
l’errore e spronava il caro studente a fare meglio.
Ecco… una volta era così!
Tornando alla realtà dei nostri giorni c’è un’insegnante che
si è trasformata da dolce professoressa a sergente militare
con licenza di terrorizzare.
E’ una classica mattinata di scuola, e per caso mi trovo a passare nell’atrio alle ore 08:25,
da questo momento il nostro caro sergente entra in azione; dei poveri ragazzi sfortunati che
hanno varcato il cancello d’ingresso 15 secondi dopo il suono della campanella vengono
subito accolti da un’ adirata professoressa che li rapisce e li porta in segreteria (dove
probabilmente infligge punizioni corporali ai poveri malcapitati) per poi farli uscire dopo
10 minuti con un foglietto in mano e l’aria affranta.
Ho visto ragazzi tentare la fuga in modo disperato, ma dal sergente non si può scappare!
Con un sorriso maligno chiama il povero ragazzo e lo invita ad entrare nella sala delle
“torture”.
Ora quando passa per i corridoi alunni e professori scappano in classe per non correre
il rischio di essere fulminati dal suo sguardo indagatore, fa passare leggi sotto forma di
circolari e se non obbedisci, beh… dovrai vedertela con lei in persona.
Cara professoressa De Paola le lancio un appello matto e disperatissimo; abbandoni frusta e
pistola e ritorni ad essere la dolce e gentile professoressa di un tempo, anche perché per noi
lei rimane sempre la migliore!!!
Giovanni Riso VE Sc.
BIG... Prof
P
asso deciso, capelli al vento, cartella in mano e la terribile agenda pronta per il sorteggio
che deciderà gli sfortunati interrogati. Così, con aria fiera e autoritaria, la nostra Prof si
presenta in classe, sempre più grintosa, dopo che, a causa di uno spiacevole evento, è stata
chiamata a sostituire il professore Rizzello nel ruolo di collaboratrice del preside, ruolo che
riveste però senza trascurare i suoi alunni. Nonostante i molti impegni, infatti, riesce ad
organizzare ogni piccolo dettaglio delle lezioni trasmettendo, attraverso le sue spiegazioni
e il suo sapere, tutto l’amore e la chimica passione che nutre per la sua disciplina.
“Prof scriveremo un articolo su di lei, è contenta?”
Le abbiamo chiesto, ed è la sua risposta che ci spinge a scrivere le prossime righe: “State
attenti ragassi, sono molto permalosha!”. Noi che siamo per la libera espressione di pensiero,
per quanto intimoriti, descriveremo la nostra amata professoressa, raccontando dei momenti
in cui ci fa ridere, più spesso involontariamente che con battute ben pensate, non cogliendo
la sua frecciatina e sperando che non se la prenda molto.
Dallo spiccato senso dell’umorismo, risponde a tono alle battute, molto spesso di cattivo
gusto di diversi alunni; ma dà il meglio di sè quando si innervosisce, e precisiamo si
innervosisce, perché quando si arrabbia ed urla veramente fa rizzare i capelli. Tono
della voce che si alza, frasi che si riempiono di “cioè”, ritmo e cadenza romagnola che
aumentano e, inevitabilmente, le fanno mischiare o saltare del tutto delle parole,
rendendo ostici i suoi discorsi, frasi lunghissime dette
tutte d’un fiato che fanno si che la sua voce vada via via
affievolendosi fino a sfumare, quasi sempre, le ultime
lettere:”Cioècioè, senonvieniall’interrogazionepermeètre!
Cioèsenonstudiatesonofattivostri
(respiro)
cioèamecheimporta!”. Nonostante tutto ciò sia una
ramanzina, non puoi fare a meno di sorridere, ad ogni
suo rimprovero non puoi fare a meno di sorridere. La cosa
fantastica, comunque, è la sua risata, tanto contagiosa
quanto divertente, purtroppo rara da sentire, ma quelle
poche volte che la nostra Armanda ci concede questa
fortuna, un’ilarità dilagante si scatena nell’aula.
Ti vogliamo bene Proffi
Gabriele Maggio ed Emanuele Marzo IIIE Sc.
un uomo un perché
D
avide Russo, nato il 6 Gennaio 1994, è una squisita
presenza del nostro panorama scolastico!
Bello, atletico, tonico, muscoloso e affascinante (il
sogno di tutte le ragazze). La sua spiccata intelligenza lo
ha portato a essere un membro di rilievo della consulta,
bassista del famoso gruppo
“wedding project”,
fino a essere presidente….. questa è l’introduzione
dell’articolo che il signor Russo ci ha ordinato di
scrivere; ma noi,cari compagni, abbiamo deciso di
onorarlo da un punto di vista più oggettivo.
Il 9 ottobre 2012 è stato eletto il nuovo comitato
studentesco dalla nuova assemblea dei rappresentanti.
Era un giorno che in molti attendevano, dopo varie voci
di corridoio: dalla consulta, all’istituto, dal parlamento
regionale alla vice presidenza, lui, Davide Russo (detto
anche Davide Zven Brutto) ha finalmente deciso di
candidarsi a presidente del comitato. Per poterlo fare
ha scelto di smettere di suonare il basso… ah no, lo
ha generosamente prestato per sempre a sua insaputa
a ignoti.
Ha trionfato vittorioso forte di una maggioranza
schiacciante, perché ragazzi diciamocelo organizzare
la giornata dell’arte è una cosa seria.
Ma la scuola non
è più al sicuro,
secondo le ultime
indiscrezioni
il
nostro Presidente
Davide
Russo
rassegnerebbe le
dimissioni intorno
al 24 febbraio
perché a quanto
pare ha ricevuto
un altro incarico
dall’alto, voci che
ci
preoccupano
perché
ancora
non è arrivata la
smentita.
Ma come fa il nostro
presidente a reggere un compito così importante? Come
ha fatto a organizzare da solo la Giornata dell’Arte
2011?
Il segreto risiede nei sofficini (tutti tranne quelli agli
spinaci) e nei bastoncini del capitano, la sua dieta infatti
esclude categoricamente ogni alimento proveniente
dalla terra, quindi via le verdure, la frutta neanche a
guardarla! Il tutto accompagnato da, testuali parole,
“dai 66 ai 99 cl di coca al giorno”.
Il sole non è degno di sfiorare la sua candida pelle per
questo ha sempre un sano colorito che varia dal bianco
pecora al giallo metano, una pelle talmente pulita che
ha deciso di marchiare a vita con una frase intensa,
carica di significato: “in nomine dei” tatuato in stile
gotico sul braccio sinistro.
Vogliamo finire il nostro articolo con un appello ai
professori, la scuola ha bisogno ancora di Davide Russo
e Davide Russo ha ancora bisogno della scuola, fate in
modo che quest’anno non sia l’ultimo!
Perché, per altro, organizzare la giornata dell’arte è una
cosa seria!
Oreste Montinaro VF, Giovanni Riso VE,
MariellaCarluccio IIIE, Gloria Fiorentino IIIE Sc.
La Scuola
Q
3
ual è il futuro dei nostri laboratori?
Ne parliamo insieme ad una determinata Maria Rita Grasso, docente di laboratorio di chimica.
Professoressa, ci può illustrare la situazione dei docenti di laboratorio nelle scuole italiane ed in particolar modo nel nostro liceo?
Fino a qualche anno fa i licei dipendevano completamente dalla provincia che “forniva”, quindi, il personale tecnico-amministrativo. In quel periodo
si era compresa l’importanza di assumere docenti di laboratorio e nel lontano ’76 vinsi il concorso di assistente tecnico alla cattedra di chimica, che
non è l’attuale assistente di laboratorio, ma corrisponde all’insegnante tecnico pratico dello Stato. Nel 2000 ci fu il passaggio obbligatorio di questo
personale allo Stato, non avevamo alternative! Il problema è che lo Stato non prevede nei licei i docenti di laboratorio. Con l’ultima “Spending review”
si sono sognati questo: chi ha altre qualifiche va a insegnare alle scuole medie o tecniche; alcuni vanno sul sostegno, tutti gli altri se hanno raggiunto la
pensione sono “spediti” a casa, oppure saranno mandati a scelta a stare seduti nel comune di residenza a non fare niente. Chiudono i laboratori. Perché
questa scelta? È una decisione che il governo Berlusconi ha preso qualche giorno prima di andar via, ma anche Fioroni si era mosso in questa direzione;
sono tutti concordi a risparmiare sul necessario. In questo modo la scuola è obbligata
a rivolgersi ai privati; la scuola pubblica, sappiamo, versa nel fango, quindi i privati
hanno la possibilità di pagare i laboratori mentre il pubblico resta senza ed è una
vergogna per un liceo scientifico in cui c’è ancora un PNI, che prevede che un terzo
delle ore di fisica siano fatte in laboratorio, tralasciando chimica e biologia che
pure sono fondamentali. Questo lo dice la legge. Con la riforma Gelmini poi non
si capisce più niente. Cosa è successo per il laboratorio di fisica? La professoressa
Alfarano è andata in pensione due anni fa; praticamente il laboratorio di fisica si
è chiuso. Grazie al nuovo preside, l’utilizzo del laboratorio è ancora possibile in
funzione della disponibilità della prof.ssa Alfarano, che ha accettato di stipulare un
contratto con la scuola secondo l’ordinamento in vigore.
Quindi la professoressa Alfarano non è pagata dallo Stato?
È pagata con i progetti della scuola, lo Stato se ne frega! Lo scandalo per me è questo:
tre anni fa abbiamo avuto dalla comunità europea un investimento in materiali per
il liceo scientifico di ben 70.000€ e per il classico 35.000€, e questo è il massimo, e vi dico ancora
una cosa più grave che lì non è previsto l’aiutante tecnico, cioè quello che deve occuparsi a mettere
in funzione gli strumenti. Quasi 105.000€ della comunità europea…… abbiamo strumentazione per
fior di quattrini (ad es. quattro stereo microscopi di altissimo livello arrivati tre anni fa); ho anche
scritto sul sito del governo e mi hanno risposto che cercheranno di fare di tutto.
La professoressa ci porta all’interno del laboratorio e ci fa vedere nuovi costosi strumenti che molto
probabilmente non verranno utilizzati…
Come si possono spendere tutti questi soldi e mandare in mobilità il personale? Mi utilizzano
altrove, sul sostegno? Ma io so insegnare solo chimica. Cosa ancora più grave: ci hanno proposto
di essere “riconvertiti” in personale ATA, a cui, tra l’altro, sono richieste oggi competenze molto
tecniche rispetto a quelle di una volta. Almeno che ci lasciassero fino “ad esaurimento”. E comunque
bisognerebbe provvedere a preparare altro personale; questa è una situazione ver-go-gno-sa. Siamo
rimasti in 500-600 in tutta Italia.
Tutto questo per non assumere nuovo personale?
Bravissimi, per non assumere i precari ATA ca stannu pareddi in attesa, di…
Ci sarà l’anno prossimo?
Adesso sto aspettando, però la dignità viene prima di tutto; ad essere umiliata, a stare ferma, a non
fare niente al comune di Diso non ci sto. Preferisco starmene a casa e perdere quei cento euro sulla
pensione. Al 99,9 % andrò in pensione, anche se sono costretta al metodo retributivo più dannoso. Il
preside mi ha chiesto la disponibilità per l’anno prossimo a venire, come fa adesso la collega di fisica.
Si, ma perché la scuola deve spendere se io ancora potrei garantire qualche anno altro; finché sono
in salute, qualche lezione posso farla. Se non c’è qualcuno che capisce che servono i laboratori, quei
materiali devono essere smaltiti; finchè io vengo li tengo sotto controllo uno per uno, l’anno scorso
trovai al classico, che stava in abbandono, l’idrossido di sodio tutto di fuori (disgraziati). Voi avete a
portata di mano un potenziale che può distruggere tutto il circondario per diversi chilometri; c’è un
potenziale di reagenti in quella stanzetta che, se dovessi andare in pensione, deve essere smaltito.
Quando vennero i cani poliziotto la finanza mi disse: “Signora, cos’ha qua dentro?”, il pastore
tedesco si agitava come un pazzo sugli scaffali,
e io risposi: “Guardi che qua non c’è droga, ma
ci sono sostanze da taglio”: in laboratorio si
può preparare LSD, che è una droga di sintesi
chimica. Ci vuole un docente di laboratorio che
ne capisca.
Quindi i laboratori sono forniti adeguatamente
per funzionare?
Sia questo che quello di fisica al 100%, garantito,
con tutto il materiale che è arrivato; se me ne
andassi e venisse assunta un’ altra persona, ci
sarebbe da lavorare per anni.
Oreste Montinaro VF e Marcella Piccinni VE Sc.
LA PALESTRA
FANTASMA
S
ono ormai passati cinque anni da quando
il liceo Classico ha una propria sede e
risulta agli occhi di molti un edificio solido ed
accogliente. Classi spaziose e ben attrezzate
(video proiettori, librerie, ecc..) consentono agli
alunni uno svolgimento delle lezioni piacevole ed
alternativo. Ma nulla è perfetto e l’imperfezione
di questa scuola è proprio la palestra... una
palestra fantasma! Quest’ultima ,infatti, è stata
sempre un luogo essenziale nella struttura di una
scuola, ma anche nella formazione accademica di
ogni alunno, proprio come accadeva nell’antica
Grecia in quello che dovrebbe essere il
“Gymnasium moderno”. Essa consente la pratica
di sport individuali e di squadra, importanti per
la socializzazione. Sfortunatamente, i lavori
della palestra del liceo Classico non sono stati
portati a termine per mancanza di fondi. Dunque,
durante i mesi caldi ad accogliere l’esuberante
scolaresca è il cortile retrostante, mentre con il
calare delle temperature i ragazzi sono costretti
a svolgere attività sportiva nel piccolo atrio del
secondo piano, le cui caratteristiche dimensionali
non sono compatibili con tale attività. La
situazione è disagevole non solo per gli alunni
ma anche per i docenti, impossibilitati a svolgere
le proprie lezioni in un luogo a norma. Tutto ciò
porta all’ulteriore conseguenza che le attività
scolastiche sono penalizzate dall’inevitabile
rumore prodotto durante l’ora di educazione
fisica. La speranza è che l’edificio scolastico
venga ultimato quanto prima in tutte le sue parti,
per consentire il normale svolgimento di tutte le
attività. Chiediamo troppo?
Benedetta Di Lollo, Marta Errico
e Roberta Sodero IA Cl.
4
I nostri traguardi
Lo Stampacchia
La festa delle …
sbar-nca anche a Londra eccellenze dello “Stampacchia”
È
giunta durante l’estate a noi ragazzi del triennio
dell’anno scolastico 2011/2012 una lettera: avevamo
la possibilità di prender parte a una straordinaria
esperienza, tre settimane di soggiorno in Inghilterra
finanziate dall’Unione Europea per un gruppo di alunni,
i più meritevoli, che non avevano già conseguito la
certificazione P.E.T.
Eravamo in trenta il 6 settembre scorso a partire alla
volta di Londra, precisamente a Reading. Lì avremmo
vissuto un periodo di studio e divertimento con lezioni
guidate da insegnanti madrelingua, e varie attività
che avrebbero favorito l’apprendimento e migliorato il
nostro inglese.
Tra
le
tante
esperienze
ricordiamo
“Makingfriendshipbracelets” in cui ci siamo adoperati
a creare “braccialetti dell’amicizia”, “Murder Mistery”,
una sorta di caccia all’assassino che ha coinvolto
l’intero college e le varie attività sportive: calcio, rugby,
pallavolo, tennis e persino yoga, che hanno permesso a
noi di divertirci confrontandoci con ragazzi appartenenti
a realtà diverse dalla nostra.
E anche qui, nell’Ardmore Language School (scuola
che ci ha ospitati), noi ragazzi dello Stampacchia siamo
riusciti a farci valere diventando i veri protagonisti delle
varie attività. Il nostro punto di forza? Il gruppo! Prima
della partenza eravamo in pochi a conoscerci perché
provenienti da classi diverse, ma non abbiamo incontrato
alcuna difficoltà a relazionarci e, nel giro di poco tempo,
abbiamo costruito un gruppo coeso e compatto. Forse
proprio grazie alla nostra complicità siamo riusciti ad
ottenere ottimi risultati classificandoci primi ad un
torneo di pallavolo, che coinvolgeva l’intero college, e ad
una gara di “sculture” che ha visto come vincitrice una
nostra marionetta, Phil, presentata a tutta la scuola con
un discorso filosofico circa il suo significato simbolico.
Il nostro soggiorno presso Reading prevedeva tre
uscite settimanali durante le quali abbiamo visitato la
città di Londra, in particolare ricordiamo la National
Gallery, Buckingam Palace e il Museo delle Scienze
Naturali. Abbiamo inoltre avuto la possibilità di visitare
la residenza estiva della regina, il castello di Windsor,
l’università di Oxford e le terme di Bath.
Un caloroso ringraziamento alla nostra scuola e alle
persone che si sono adoperate per la riuscita del nostro
viaggio e alle nostre prof.sse accompagnatrici (prof.
sse Caruso, Citto, De Matteis e Zaccaro), augurandoci
che per l’anno corrente venga portata avanti la stessa
iniziativa, la quale ha costituito per ognuno di noi un
momento di crescita soprattutto umana, e ovviamente di
ampliamento delle conoscenze.
Sara Quaranta e Alberto Chiffi VE Sc.
I
l 2 gennaio del 2013 il liceo “Stampacchia” ha organizzato presso la “Sala del trono” del
palazzo Gallone di Tricase una serata dedicata alla premiazione dei ragazzi che nello scorso
anno scolastico si sono distinti per vari meriti: il conferimento del 100 e lode agli esami di stato;
il conseguimento delle borse di studio messe a disposizione dagli eredi in ricordo di Giuseppe
Stampacchia, brillante chimico ricercatore morto prematuramente alla memoria del quale è
intitolata la scuola; la partecipazione a gare e manifestazioni a livello nazionale.
Sono stati invitati alla serata, voluta fortemente dal nuovo preside, prof. Mauro Polimeno, e dal
collegio dei docenti, il preside Salvatore Piccinni, ex dirigente del liceo “Stampacchia”, la dott.
ssa Assunta Panico, vicesindaco del comune di Tricase, il prof. Antonio Del Vino, assessore
provinciale della pubblica istruzione e delle politiche educative, il dott. Gerardo Ricchiuto,
presidente del Consiglio d’Istituto; non è riuscito ad essere presente il prof. Pierluigi Grassi,
rappresentante degli eredi Stampacchia.
Prima di avviare la serata il preside Mauro Polimeno ha ritenuto opportuno dedicare un minuto
di silenzio e di raccoglimento all’alunna Ilaria Vitale, studentessa della IV A del liceo scientifico,
morta prematuramente qualche giorno fa a causa di un incidente stradale.
Il preside Polimeno
nel
suo
intervento
iniziale ha focalizzato
l’attenzione
sulle
qualità
del
nostro
liceo che nel tempo
è riuscito a tracciare
percorsi di eccellenza
per
garantire
agli
studenti di raggiungere
ottimi
risultati
sia
nel corso degli anni
scolastici
trascorsi
al liceo, sia dopo nel
percorso
individuale
di studi, riuscendo ad
accedere ai primi posti
di prestigiose università
italiane. Ha poi invitato i ragazzi presenti in sala a compilare un questionario anonimo per
evidenziare i problemi che hanno incontrato nel sostenere i test d’ingresso alle università,
problemi che diventeranno le criticità sulle quali punterà il curriculo scolastico futuro. A tal
proposito il preside ha accennato che la scuola si sta già adoperando in tal senso, prevedendo
per il prossimo anno scolastico diverse opzioni a livello curriculare, tenuto conto delle due
facoltà più gettonate dai nostri alunni: ingegneria e medicina. Per il liceo scientifico saranno
previsti, supportati da esperti esterni, un percorso opzionale in scienze mediche e in scienze
ingegneristiche, per il liceo classico un percorso opzionale in scienze mediche.
Significativo l’intervento del prof. Del Vino che ha sottolineato il valore di questa manifestazione,
segno di non spenta vitalità del liceo “Stampacchia”, il lavoro svolto dal corpo docente della
scuola fondamentale per garantire ai ragazzi il conseguimento di risultati eccellenti, e l’impegno
di ristrutturare la palestra da anni inattiva, per cui sono stati stanziati 400.000 mila euro, con
l’augurio concreto che già per la fine di quest’anno la struttura tornerà ad essere agibile come
prima.
Un’importante notizia ha concluso l’intervento delle autorità: il nostro preside accompagnerà
la ripresa già in atto del liceo, di quello classico e di quello scientifico, due anime di una stessa
realtà, anche negli anni futuri.
Hanno ricevuto la borsa di studio “Stampacchia” in ordine di merito (la media brillante di
tutti e cinque gli anni liceali e il conseguimento del 100 e lode) gli alunni Giovanni Bellisario,
Mario Angelelli e Ricchiuto Alfredo, con un assegno rispettivamente di 500, 300 e 200 euro;
dal Ministero della Pubblica Istruzione sono stati premiati per mano del prof. Del Vino con una
borsa di studio di 650 euro per essersi maturati con 100 e lode gli alunni Alfredo Ricchiuto,
Mario Angelelli, Diletta Vantaggiato, Giovanni Bellisario, Rocco Simone Donato, Francesco
Pellegrino, Luca Marsiglio, Federica De Blasi, Luca De Giorgi, Martella Davide, Giovanni
Michele Fersini. Tanti gli attestati di merito che la scuola ha voluto consegnare ad alunni
che si sono stati distinti in gare nazionali, come le Olimpiadi di fisica o il concorso “Fabiana
D’Arpa”: Mario Angelelli, Cazzato Francesca, Luca Ferramosca, Davide Martella. Sono stati
poi consegnati i diplomi di maturità agli alunni presenti in sala, dal preside Piccinni.
La serata, che ha escluso i festeggiamenti previsti in segno di cordoglio per la scomparsa della
cara Ilaria, si è conclusa nella soddisfazione di tutti i presenti e gli intervenuti, con la promessa
di istituzionalizzare l’evento per gli anni futuri.
La redazione di “Tuttostampacchia”
Feste e giochi
LO STAMPACCHIA. . .
5
UN “CLASSICO” NATALE
“Il denaro strisciava come il serpente nelle
città d’Occidente: così si celebrava, ma da
qualche parte un uomo nuovo nasceva.”
Q
UN TUNNEL TUTTO DA SCOPRIRE!
I
n un anno di cambiamenti e di modifiche all’interno del nostro amato “Stampacchia”,
non poteva mancare un’iniezione di creatività, divertimento e genialità riscontrata
nella festa di Halloween. La serata ha avuto un gran successo, soprattutto grazie alla
volontà e alla disponibilità degli studenti che hanno partecipato alle diverse assemblee
organizzative, riproponendo ciò che si era svolto tredici anni prima e apportando varie
modifiche, smentendo i pregiudizi delle persone che non credevano che si potesse
realizzare tale festa.
La giornata di Mercoledì 31 ottobre ha avuto inizio con la visita delle classi terze di alcune
scuole primarie di secondo grado, guidata da studenti e studentesse del nostro liceo.
I ragazzi hanno potuto vedere la nostra scuola
allestita - a partire dal secondo piano fino al piano meno due - con zucche fatte di
cartapesta, ragnatele che decoravano il soffitto dei corridoi e diverse aule che erano state
utilizzate per la realizzazione di scene tratte da film horror. Mentre l’aula magna era
travolta da forte musica e balli tipici di Halloween, il piano meno-due era diventato un
tunnel con viscido sangue e lamenti e suoni raccapriccianti, che facevano sembrare il
tutto spettrale e pauroso. Se da una parte avevamo un macellaio con il suo affilato coltello,
dall’altra avevamo la rappresentazione dei cosiddetti “chianci morti”: essi piangevano il
defunto che si “risvegliava dalla morte” e incuteva terrore al pubblico cogliendolo di
sorpresa.
Tutto quello che si è svolto durante la mattinata è stato riproposto la sera e amplificato con
effetti scenici. C’era chi era addetto ad immortalare quei momenti, chi si cimentava nella
musica con la propria band e chi, con balletti, dava spettacolo all’intera scuola. La biblioteca
intanto assumeva l’aspetto di un punto di ristoro con il buffet preparato dagli alunni e dai
genitori con cibi che prendevano le sembianze di dentiere, ragni, zucche, pipistrelli, dita
mozzate, meringhe e altri oggetti paurosi. La festa serale è riuscita splendidamente grazie
anche al Servizio d’Ordine capitanato dai proff. Giuseppe Iacobelli e Vito Turco.
Venerdì 2 novembre ultima riunione per pulire la scuola, duro lavoro affiancato al puro
divertimento. Infine un grazie speciale al preside che ha autorizzato questa serata fuori dalle
righe, sperando che diventi una tradizione consolidata all’interno dello “Stampacchia”.
Simona Ferraro, Martina Rizzo e Luca Vigneri IIIE Sc.
uesta frase di Franco Battiato ben esprime l’evoluzione
concettualistica del Natale nella vita di un individuo:
cos’è che anima ancora il nostro Natale?
Proprio su questa riflessione abbiamo improntato la nostra
rappresentazione natalizia,tenutasi il 18 dicembre presso la
sede del liceo Classico,per cercare di ritrovare e ridare un
senso autentico a questa festività in un tempo ormai incerto
che ci prospetta il tutto o il niente.
Ogni classe ha contribuito all’organizzazione dando voce alle
proprio idee sotto ogni forma di arte: dal ballo al canto, dalla
poesia alla recitazione.
Non è mancata la calda partecipazione dei nostri docenti e di
due ex-alunne del Liceo Classico, Elisa Cazzato e Bernadetta
Maggio, che hanno contribuito alla buona riuscita della serata
che si prospettava non solo come un semplice momento di
riflessione tra alunni, docenti e famiglie ma anche come
una buona occasione per aprire le porte della nostra scuola
ai ragazzi delle scuole medie per far toccare con mano la
bellissima ma soprattutto acculturante realtà del Liceo
Stampacchia.
Abbiamo voluto trasmettere un messaggio di speranza
affinchè nascesse una nuova società basata su valori etici e
spirituali che potesse superare il gretto materialismo e la pura
logica del profitto attraverso la solidarietà e il recupero di un
senso morale delle azioni e dei rapporti umani.
L’uomo moderno ha compiuto notevoli progressi per
conquistare e godere il mondo in cui si trova a vivere, ma
ha smarrito le ragioni reali e profonde che danno alla vita la
sua virtù, la sua efficacia e la sua felicità; perciò abbattiamo
il preconcetto secondo cui bisogna aspettare il Natale per
essere più buoni, per porgere la mano al più bisognoso, per
donare sorrisi sinceri che irradino luce e calore, parole che
nutrono gli animi di nuova e rinnovata speranza.
Con questi buoni propositi abbiamo chiuso il 2012 per
aprire un nuovo anno all’insegna dell’eticità e della moralità.
Porteremo avanti questa tradizione sperando che molte altre
generazioni ne prenderanno parte nel migliore dei modi.
“Il denaro striscia come il serpente nelle città d’Occidente:
così si celebra, ma da qualche parte un uomo nuovo sta
nascendo.”
Nicoletta Aretano e Marina Orlando IIIB Cl.
CoNCORSO
S
COSA PENSA IL “PENSATORE”?
i aggira per la scuola un pensatore, che apparentemente pensa sempre, ma pensando (ammesso che pensi) cosa
pensa il pensatore? Il suo pensiero è depositato in presidenza. Indovinate, cosa sta pensando?
Inviate le risposte a
www.tuttostampacchia.blogspot.com
entro il 15 maggio 2013;
una giuria formata da esperti
altamente qualificati valuterà
quanto pervenuto.
Chi indovina, vince un bellissimo
premio: una cena al chiaro di luna
con il “famoso” Figini, oppure in
alternativa, un orsacchiotto, uno
splendido mappamondo o un poster a grandezza naturale di Davide
Zven Russo on the beach.
La redazione di “Tuttostampacchia”
Intrattenimento
COME SFUGGIRE ALLE GRINFIE
COME CONQUISTARE
DI UN ASSILLANTE SPASIMANTE
UNA RAGAZZA
6
P
robabilmente molti di voi, cari lettori, si sono chiesti
nella loro breve vita quale fosse il modo migliore per
conquistare una ragazza (se non ve lo siete mai chiesto, buon
per voi).
Beh, non esiste una “regola generale” di comportamento
valida per ogni donna, quindi la questione diventa più
complicata del previsto.
In effetti le ragazze, detto tra noi, … sono strane! Creature
fantastiche, ma estremamente lunatiche, disturbatrici,
assolutamente gelose e ossessive!
Ma allora cos’è che ce le fa desiderare e sopportare così tanto?
Certamente un mondo di soli uomini sarebbe fantastico,
dove poter fare tutto ciò che si vuole senza dover sentire una
stridula vocina di sottofondo che ci vieta qualsiasi cosa che
infastidisce i loro delicati sensi. “Non fare questo”, “che
schifo”, “ma come ti sei vestito”, “ma come fai a mangiare
quella cosa!” e chi più ne ha più ne metta.
È anche vero, però, che in un mondo così, nel giro di pochi
decenni, l’intera popolazione mondiale si estinguerebbe.
L’aspetto riproduttivo diventa quindi l’unico vero motivo per
cui, care donne, fate ancora parte del “sistema Terra”.
È fondamentale a tale scopo uno studiato corteggiamento.
L’aspetto più complicato di tale processo è certamente la
presentazione alla ragazza in questione. “Cosa le dico? E
se poi non le piaccio? E se le puzza l’alito? E se mi metto
a balbettare? E se scappa via urlando?... E se … e se le
piaccio?”
Prima regola: TENTAR NON NUOCE. Male che vada, si
sarà sempre fatto esperienza per una successiva potenziale
nuova partner. Se il primo approccio va a buon fine, la strada
sarà tutta in discesa.
Seconda regola: SII TE STESSO. Non cercare di essere un
altro, imitare qualcuno o cambiare i tuoi gusti. Sii sincero
prima di tutto con te stesso.
Terza regola: SII DOLCE … Alle donne piace!
Quarta regola: NON TROPPO DOLCE, si stancano in
fretta!
Quinta regola: SORPRENDILA!
D
a mesi la vostra vita
è tormentata da un
corteggiatore ossessivo, con
l’arduo obbiettivo di farvi
sue, per l’eternità? Che vi
pedina, e che quando vi
accorgete di lui, sfodera la
sua arma letale: espressione
(ammiccante) da pesce lesso
e due cuori palpitanti al
posto degli occhi? Eccovi
allora una guida rapida, con
semplici regole da seguire
per liberarvi, per sempre, di
codesto stalker.
- Controllatelo! È uno degli
stereotipi più odiati, è quello della ragazza ossessiva, che toglie il fiato al proprio partner,
impedendogli di vivere la propria vita. Non c’è uomo sano di mente che non abbia il sacro
terrore di questo tipo di donna, che lo tiene stretto in una morsa agghiacciante (e inutile)
di richieste e di domande. Rivolgetevi a lui chiedendogli cose del tipo: Perché avevi il
cellulare spento? Chi era quella ragazza? Che cosa hai fatto ieri sera?
- Diventate assillanti con lui! Riempite il suo telefono e la sua chat di frasi sdolcinate
e romantiche, almeno cinque al giorno, una per ogni pasto. Ve ne suggeriamo una:
“le rose sono rosse, le viole sono blu, e io t’amo sempre più”. E non dimenticatevi
di chiamarlo per il buongiorno e la buonanotte, trattenendolo almeno un’ora.
- Trovate dei nomignoli inventati apposta per lui, che mettano in evidenza i suoi difetti
(Dumbo, nasone) o che facciano venire alla luce il vostro lato più infantile e smielato
(trottolino, pucci pucci, ciccino, amoricciolo, coccolino, gattino, pesciolino, pucciosetto,
cucciolotto, farfallino, pussi pussi).
- In ricorrenza di compleanni o festività, alla fatidica domanda “cosa
ti piacerebbe ricevere?” Incominciate ad elencare una serie di cose
impossibili, improponibili, e soprattutto che non si possano comprare:
la Luna, il Sole e l’altre stelle, la pace nel mondo, un nido d’amore su Marte, una nave
fantasma con pirati in dotazione, o Buckingham Palace.
- Lamentatevi per ogni cosa! Per il suo ritardo, per il brutto posto che ha scelto per
incontrarvi, o semplicemente per la temperatura: “Mi si è rotta un’unghiaaaaaa!”, “In
questo parco dove mi hai portata, mi si stanno sporcando le scarpe nuove di terra”,
“Con questo scirocco mi si stanno increspando i capelli”. Se nonostante questi tentativi,
vi rimarrà ancora incollato addosso, non temete, c’è sempre una soluzione: prendetelo e
baciatelo appassionatamente, dopo aver mangiato un sostanzioso spicchio d’aglio. E se
nonostante ciò, non si sarà arreso, arrendetevi voi! L’assillante spasimante è davvero cotto!
Sesta regola: SOPPORTA I SUOI SBALZI D’UMORE …
ne avrà tanti (soprattutto una settimana al mese … )
Gloria Roselli e Veronica Marzo IA Cl.
Zafoniamoci… con L’ombra del vento
A
SE SON FIORI FIORIRANNO,
SE SON ROSE … ROSERANNO
Stefano Ventruto e Alessandro Perrone IIIE Sc.
Barcellona nella libreria “Sempere e Figli” lavorano Daniel e suo padre. La vita del
giovane protagonista cambia quando scopre “il cimitero dei libri dimenticati”, luogo a
molti sconosciuto. Tra tutti i libri, quello che più lo colpisce è “L’ombra del vento” di Julian
Carax. Questo gli darà la possibilità di conoscere Clara Barcelò di cui egli si innamora e che
inconsapevolmente lo porterà a conoscere un nuovo amico il quale lo aiuterà in libreria e lo
accompagnerà nelle sue avventure. Il protagonista, armato di curiosità, andrà alla ricerca
del passato dello scrittore Julian, che è un po’ lo specchio del
suo. Il racconto può essere definito un giallo nel quale una serie
di avvenimenti e incontri suscitano nel protagonista la voglia
di conoscere la verità sul libro da lui scelto. Ciò lo porterà ad
affrontare situazioni difficili e personaggi pericolosi come
l’ispettore capo della polizia, Fumero. Intrecci ed amori danno
vita ad una storia appassionante e coinvolgente; il linguaggio
semplice ma sublime travolge il lettore, così come le meticolose
descrizioni, suscitando in lui la voglia di risolvere l’enigmatico
puzzle della storia, assieme ai personaggi e proiettandolo in
una Barcellona misteriosa. Per gli amanti del giallo le sorprese
non avranno fine e, sia grandi che piccoli, resteranno estasiati.
Giorgia Piceci, Federica Felline IB Cl.
La musica
N
LA MUSICA:
risorsa universale
ell’ antichità con il termine musica ci si riferiva a tutte
le arti note con il nome di tecnè, e a ognuna di queste
corrispondeva una Musa, nove in tutto, le quali secondo la
cultura greca e latina, erano invocate dagli stessi poeti per
l’approvazione divina: la musica era quindi lo strumento per
raggiungere la perfezione! Infatti nonostante questa possa
essere intesa come diletto, Pitagora, che aveva individuato
l’essenza del mondo nei numeri, afferma che la musica
è la perfezione, poiché originata da numeri e intervalli
misurabili. In tutte le civiltà antiche e tradizionali il suono
e la musica erano considerati sacri, infatti ancora oggi la
musica viene chiamata “arte divina”. Il dio greco della
musica e della guarigione, Apollo, produceva armonie nei
cieli con i suoi movimenti ritmici, il figlio Orfeo curava
il corpo e l’anima con la poesia e la musica e con il suo
canto riportò in vita l’amata Euridice. Nella mitologia
induista la musica, in origine, era riservata alle divinità
che ebbero poi pietà degli sforzi umani e portarono tra loro
la musica per alleviarne le sofferenze terrene. Aristotele
invece sosteneva che: “La musica non va praticata per un
unico tipo di beneficio che da essa può derivare, ma per
usi molteplici poiché può servire per l’educazione, per
procurare LA CATARSI e in terzo luogo per la ricreazione,
il sollievo e il riposo dallo sforzo “.
Nonostante Aristotele sia vissuto in tempi lontani,
leggendo il suo messaggio possiamo ritrovarci pienamente
perché è proprio la musica ad attuare in noi questa catarsi,
inducendoci a provare una determinata sensazione che
porta al raggiungimento dell’estasi (una sorta di proiezione
in un mondo diverso da quello attuale).
Ma cos’è per noi la musica? La musica riempie la nostra
vita fin da bambini, la musica agisce sui nostri stati
d’animo più profondi e sulle nostre emozioni; la musica
ci permette di interagire con gli altri e con l’ambiente:
insomma la musica svolge un ruolo importantissimo nello
sviluppo globale dell’individuo. Non a caso la ritroviamo
ovunque: in TV, nei teatri, nelle feste anche in chiesa...in
fondo chi non ha mai canticchiato la canzoncina di uno
spot pubblicitario, la colonna sonora di un film? Insomma
la musica svolge un ruolo importantissimo nello sviluppo
globale dell’individuo, ma soprattutto la musica è VITA,
la nostra e non importa di che genere sia, c’è un tipo di
musica per ognuno di noi!
La musica è la sola identificazione di noi stessi; alcuni
gruppi s’identificano con la musica che ascoltano, la musica
può essere il punto di incontro di più persone. La musica,
quindi, ci fa stare bene, ed anche la medicina insegna
questo: pensiamo alla musicoterapia; inoltre è oramai noto
che un bambino che cresce in un ambiente musicale sano
incontrerà meno difficoltà nell’affrontare il mondo.
In questo modo la musica segna il nostro passato, le nostre
conoscenze e anche le nostre tradizioni: pensiamo ai nostri
nonni che mentre raccoglievano il tabacco intonavano
canzoni in dialetto salentino; pensiamo alle tabacchine che,
sfruttate e sottopagate dai datori di lavoro, per allietare le
lunghe ore di lavoro cantavano... “fimmane fimmane ca
sciati allu tabbaccu”, con il ritornello a ritmo di pizzica.
La nostra cultura, quindi, va amata e rispettata soprattutto
dai giovani.
Quindi possiamo concludere con questa citazione: “La
musica non privilegio di pochi ma patrimonio di
tutti”
Serena Esposito IC Cl., Chiara Parisi IIA Cl.
e Valentina Morciano IVC Sc.
7
LA PROSTITUZIONE DELLA MUSICA
L
a musica è cambiata, questo è un dato di fatto e cambierà ancora, grazie
o a causa del progresso. Lo sviluppo di nuovi metodi di diffusione
(mp3, ipod, ecc ) ha portato la musica a una continua evoluzione.
E così tutti ormai hanno la musica a portata di mano, come fosse
un oggetto che ha valore solo per la sua momentanea funzione
per poi venire cestinato. In questo modo si svalorizza non solo il
lavoro di un artista ma anche il suo
risultato: la musica stessa. La situazione era
molto differente tempo fa quando il disco
(cd o vinile) era cosa preziosa non tanto
per il valore economico quanto per il
valore affettivo.
Ma per la musica cosa è veramente
cambiato? Il cambiamento sta nel messaggio;
molti
cantanti affrontavano tematiche differenti rispetto a quelle
odierne, interpretando il contesto socio-politico che li
circondava. Ora invece se un artista si permette di riproporre
quei temi ha poca notorietà e cade nel dimenticatoio.
A tal proposito in Italia si potrebbe far l’esempio di Simone
Cristicchi o Povia che trattano temi come l’eutanasia,
l’omosessualità o situazioni di amori in un manicomio; altro
esempio sono i Baustelle, ma dopo
un sondaggio nella mia classe,
solo 2 ragazzi su 28 (circa il 7%) li
conoscono.
Questo perché la musica ora è vissuta
come una moda transitoria che
segue i gusti della gente: un cantante
attraverso la televisione ottiene
subito fama e successo per poi nel
giro di un anno scomparire dallo
scenario e così si preferisce più il
“GANGNAM STYLE” di turno che
una canzone che fa riflettere o quanto
meno sia seria come poteva essere una
ballata di De Andrè o Celentano.
Oggi un cantante scrive per soddisfare
i bisogni delle case discografiche,
quasi ad appagare continuamente il
dio denaro; ecco perché si può parlare
di prostituzione della musica perché
la musica vende la sua dignità per
scopi meno nobili: da questo deriva
che la musica viene prodotta in serie e
il risultato ottenuto è un agglomerato
di note prive di originalità.
Per restare in Italia, vediamo
come l’esempio più eclatante della
decadenza musicale in Italia sia il
festival di Sanremo, a cui prima partecipava gente
come Modugno, Mia Martini; ora invece sono
presenti giovani che provengono da talent show.
Paolo Sergi IIIE Sc.
8
N
LE “VITTIME DIMENTICATE”
DEL REGIME NAZISTA.
Attualità
on c’è progresso senza memoria. Non c’è civiltà per i Paesi che
cancellano il passato. È straordinario che da molto tempo l’umanità
abbia scelto un giorno per ricordare tutti insieme gli orrori del Nazismo.
Per non tornare indietro...MAI più! Per non dimenticare!
Molti tra scrittori, registi, poeti, cantautori hanno parlato diffusamente
delle sofferenze del popolo ebreo, Ma non ho potuto fare a meno di notare
che anche molte minoranze hanno subito indicibili sofferenze, di cui si
parla poco. Spero di essere utile in questo senso mettendo in luce gli
orrori subiti anche da altre minoranze, naturalmente senza togliere nulla
alla sofferenza del popolo ebreo. Quale occasione migliore se non parlare
nel giorno della memoria di TUTTI coloro che hanno sofferto a causa della
pazzia nazista?
Penso alle persone con handicap che sono finite nel calderone di questa
pazzia; penso agli omosessuali che, a causa della loro scelta di vita,
sono stati trattati come bestie; penso agli zingari che si erano trasferiti
in Germania con la speranza di trovare una vita migliore; penso ai
Polacchi, reclusi… solo perché erano Polacchi; penso agli Studenti Biblici
(attualmente chiamati Testimoni di Geova) che, per aver continuato a
credere nella loro fede, sono stati perseguitati.
Ed è proprio su questo ultimo gruppo che mi soffermerò in questo articolo.
Nel discorso pronunciato in occasione di una mostra tenutasi a
Sachsenhausen il 27 gennaio 1998, il ministro della cultura e della scienza
del Brandeburgo Steffen Reiche dichiarò: ‘Il comportamento dei Testimoni
di Geova nei campi e nelle prigioni dà forma a virtù che, oggi come nel
passato, sono essenziali affinché uno Stato democratico fondato sul diritto
continui a esistere: vale a dire la loro salda presa di posizione contro le SS
e la loro sollecitudine verso i compagni di prigionia.’
L’astensione dei testimoni di Geova dal voto, il rifiuto di fare il saluto
nazista e le attività religiose svolte nonostante i divieti governativi diedero
luogo già nel 1933 alle prime misure repressive e anche alla deportazione
nei campi di concentramento. Per protestare contro la persecuzione il
7 ottobre 1934 i Testimoni di Geova della Germania e di altri 50 Paesi
inviarono circa 20.000 lettere e telegrammi contro il governo tedesco.
Nonostante la loro fede fu messa al bando, centinaia di loro continuarono a
produrre e distribuire clandestinamente letteratura religiosa (riviste, libri)
con la quale protestavano contro la persecuzione.
Si calcola che prima dell’inizio della guerra dal 5 al 10 per cento dei
detenuti nei campi di concentramento fossero testimoni di Geova. I
Bibelforsher (testimoni di Geova) erano contrassegnati con un triangolo
viola e formavano una categoria di prigionieri a parte.
Una delle numerose punizioni riservate ai prigionieri consisteva nel
legare l’internato e colpirlo sulle natiche nude con una verga di ferro. Con
qualsiasi condizione atmosferica spesso i prigionieri dovevano stare in
piedi per ore nei piazzali: chi non ce la faceva veniva ucciso. Venivano
puniti per trasgressioni insignificanti con un supplizio estremamente
doloroso nel quale la vittima veniva appeso ad un palo. A causa della
scarsa alimentazione molti detenuti soffrirono o morirono di denutrizione
e di malattie come il tifo. Per sbarazzarsi degli innumerevoli cadaveri
venivano usati speciali forni crematori.
I bambini venivano crudelmente strappati alle proprie famiglie e portati nei
riformatori. Anche i bambini avevano il loro piccolo ruolo nella protesta:
leggiamo di bambini che si sono rifiutati di fare il saluto alla bandiera e che
non hanno partecipato all’alzabandiera. Questo è costato loro o l’espulsione
o l’emarginazione anche nell’ambito scolastico. La prima cosa che veniva
tolta loro nei conservatori erano le scarpe. I più grandicelli erano costretti
a compiere pesanti lavori domestici e di giardinaggio. Non si giocava mai
e c’era il divieto di parlare. Simone Arnold, uno dei sopravvissuti ricorda:
‘Se un allievo era colto in fallo, veniva punito a colpi di bacchetta sulle
dita’.
Nei campi di concentramento, solo agli Studenti Biblici veniva offerta
un’opzione: con una semplice firma e ripudiando la loro fede, i Testimoni
avrebbero potuto ottenere la libertà; la quasi totalità di loro ha preferito
soffrire e morire nei campi di concentramento piuttosto che abiurare alla
loro fede. Questo li rende particolarmente degni di essere ricordati, come
una minoranza sì, ma anche come uomini che hanno avuto il coraggio, con
la loro fermezza, di sfidare la cieca cattiveria dei nazisti.
Serena De Santis IVA Cl.
15 Dicembre 2012:
l’America sotto shock prega
per la strage degli innocenti
H. 9.30 a.m.: ”Sandy Hook School. Caller is indicating
she thinks there’s someone shooting in the building”.
Q
uesta è una delle prime drammatiche
conversazioni fra un agente della Polizia e una
donna che si trovava in una scuola elementare al
momento dell’irruzione del Killer Adam Lanza.
Il ragazzo, affetto da autismo, armato di un fucile
e tre pistole, ha dato avvio ad una sparatoria
uccidendo 28 persone, tra cui 20 bambini. Si pensa, però, che la vera ‘’vittima
designata’’ fosse la madre, insegnante di quell’istituto; difatti secondo la CNN il
corpo della donna è stato ritrovato nella sua stessa abitazione.
Questa terrificante vicenda ha sconvolto la vita di una parte degli abitanti di
Newtown, una cittadella del Connecticut, USA. Non sono ancora chiare né le
motivazioni del folle gesto, tantomeno se il killer si sia suicidato o sia stato ucciso
in seguito alla strage.
Mentre come sempre in questi casi sorge un’incontrollabile polemica sulla
diffusione delle armi da fuoco, Obama ha messo da parte la politica e ha parlato
di quei ‘’Piccoli bei bambini’’ e ha ricordato che “tra i caduti ci sono anche
insegnanti che hanno dedicato la loro vita ad aiutare i bambini a realizzare il
loro sogno. Questa sera io e Michelle faremo quello che i genitori in America
faranno, abbracciare i nostri figli un po’ più strettamente e dire loro che li
amiamo. Ma ci sono famiglie in Connecticut che non potranno più farlo”.
È d’obbligo, quindi, tener vivo il ricordo di questi piccoli angeli, la cui vita è stata
bruscamente interrotta a causa di una società troppo permissiva. Non dobbiamo
soffermarci solo sul ricordo, ma è necessario che questa esperienza sia non un
punto di arrivo ma un punto di partenza per una civiltà più affidabile.
M. Virginia Petracca e Silvia Greco IB Cl
Familiaricidio:
non ci si può davvero fidare di nessuno?
I
n questi ultimi giorni ha davvero sconvolto la tragica vicenda di due donne, Elisabetta
Grande e sua figlia Maria Belmonte, scomparse nel 2004 e ritrovate solo dopo otto anni
all’interno di un’intercapedine, in una villetta di Castelvolturno, dove vivevano insieme
al marito e padre, Domenico Belmonte, unico indagato per la morte delle due donne.
Questo familiaricidio è una delle tante notizie che ogni giorno funestano i nostri giornali
e telegiornali. Secondo il Rapporto Italia 2011, pubblicato circa un mese fa dall›Eurispes,
in Italia si sono consumati, tra il 2009 e il 2010, circa 10 omicidi in famiglia al mese ma
la vera notizia sconcertante è che il 91,6% degli omicidi o suicidi avviene nella sfera
familiare, precedendo soltanto le vittime di mafia e della criminalità comune.
Ma perché tutto questo? Secondo ciò che è emerso durante il corso degli anni, le cause
più comuni sono soprattutto le liti coniugali, la gelosia ossessiva che finisce quasi sempre
in tragedia. L’aspetto più raccapricciante di tutto ciò è che, a volte, le vittime di queste
menti malate sono bambini o ragazzi. Nessuno infatti ha dimenticato la tragica storia
di Sarah Scazzi, scomparsa il 26 Agosto 2010 da Avetrana (BR) e
ritrovata all’interno di un pozzo nella campagna della zio. Sono
passati due anni e ancora non si sa chi si sia
st ato;
le uniche persone indagate sono Cosima e
Sabrina Misseri, zia e cugina della povera
ragazza. Ma allora davvero non ci si può
fidare di nessuno? Com’è possibile che il
disprezzo umano arrivi a toccare anche le
persone più care? La famiglia? I ragazzi?
Lascio a voi lettori libero arbitrio.
M. Virginia Petracca IB Cl.
Attualità
9
DIAGNOSI PER UNA Autori e testi del ‘900 nel Salento,
DEMOCRAZIA MALATA
N
ei miei studi ho appreso il significato di politica, ovvero l’arte di
cambiare le cose, del dialogare insieme, l’arte di trovare un’intesa fra
Stato e cittadino, del promuovere il bene comune.
Guardando alla realtà politica degli ultimi anni, mi sono chiesta come mai
i principi della politica siano stati così sacrificati dagli atteggiamenti di
buona parte di coloro che sono stati chiamati ad assumere cariche elettive.
Le cronache di questi giorni abbondano di notizie che fanno riferimento
a casi di corruzione, concussione, uso disinvolto del denaro pubblico, di
contaminazione fra politica e organizzazioni criminali.
Ma la storia che stiamo vivendo in questi giorni ha radici consolidate.
Ho trovato un documento risalente al 1982, allorché mio padre, insieme
ad un gruppo di giovani riuniti in associazione, scrivevano a proposito
dell’amministrazione comunale del loro paese, quanto segue: “è ora
di farla finita con i giochi a nascondino, la vita politica deve essere
vissuta alla luce del sole. Da parte nostra c’è il rifiuto di considerare
il Comune un’occasione per crearsi un centro di potere personale, un
feudo di voti. La scelta di amministrare è una scelta di servizio, non
uno strumento che serve ai fini personali di chi amministra”.
Questo documento è come se fosse stato scritto nel 2012, per i suoi
contenuti attuali, ma forse oggi ci sono meno giovani pronti ad interessarsi
ai temi politico-sociali.
Facendo un paragone con l’antichità, potremmo identificare il giovane
italiano nel poeta Catullo: il disinteressato, il distaccato dalla vita politica,
l’apatico nei confronti della vita pubblica.
Il giovane, vivendo nel suo minimalismo sta sottovalutando l’odierna
situazione. Come scrive Francesco de Gregori un giovane che pensa:
“tutti sono uguali, tutti rubano nella stessa maniera” , non sapendo che
quello è un modo “per restare chiusi dentro casa quando viene la sera”.
In altri termini si è diffusa, non solo fra i giovani, una mentalità molto
pericolosa, in base alla quale si pensa che tutti coloro che aspirano a
fare politica o già la fanno, sono animati da propositi personalistici, e
intenti a compiere “reati” che, essendo diffusi in modo capillare, vengono
“assolti” già a monte dall’opinione pubblica, come se si fosse creata
un’assuefazione alla cattiva politica.
Circa un paio di mesi fa su La7 , nella trasmissione “Servizio Pubblico”,
Santoro ha illustrato la situazione politica in Italia. Nella copertina del
programma sono stati intervistati una decina di parlamentari indagati o
condannati, per corruzione, concussione, abuso d’ufficio, associazione a
delinquere.
Il giornalista chiedeva se fossero intenzionati a ricandidarsi alle prossime
elezioni politiche. Su 10 intervistati solo 3 hanno risposto no.
Questo dato mi sconforta, mi fa pensare che in Parlamento non ci sono
valide rappresentanze e soprattutto che c’è una grande insensibilità e
superficialità da parte di chi ci rappresenta.
Diceva tempo fa un politico locale che la corruzione è tante volte la
risposta alle richieste del cittadino elettore, ovvero cercare di deviare
dalle regole è un atteggiamento diffuso fra la gente, a cui i politici non
riescono ad opporre resistenza.
Quindi per rigenerare la politica, orientandola al bene comune, non c’è
bisogno soltanto di cambiare i politici, ma bisogna lavorare in profondità
per cambiare la mentalità della gente verso la politica.
L’atteggiamento non può essere normalmente disinteressato, apatico e
qualunquista, e nel contempo partecipato solo quando ci sono di mezzo
(forti) interessi personali, perché questa è proprio l’anticamera della
corruzione e delle deviazioni che osserviamo quotidianamente nella
gestione della cosa pubblica.
I cittadini, invece, devono imparare che, di fronte a certe situazioni, non
solo bisogna indignarsi, ma anche vigilare e, quando occorre, denunciare
anche coloro che fanno parte della propria cordata politica.
In sostanza, i fenomeni degenerativi della politica, si combattono
facendo più politica, recuperando il concetto di democrazia, intesa come
PARTECIPAZIONE.
Chiara Parisi IIA Cl.
un’antologia
delle nostre radici
N
el mondo di oggi, sempre più frenetico, sempre più pragmatico e asettico,
sempre meno incline a tutto ciò che non sia progresso e dinamismo,
risulta davvero difficile riuscire a far apprezzare a noi giovani studenti il
fascino di una letteratura che parla di emozioni vivide, l’estatica bellezza
di una poesia che esprime chi siamo, il calore di un racconto che trasmette
esperienze di vita vissuta.
Sfida ancora più ardua, poi, il confrontarsi con una letteratura, quella
territoriale, che per mancanza di tempo e mezzi spesso viene tagliata fuori
dal panorama scolastico tradizionale.
Ma perché sarebbe auspicabile che noi giovani iniziassimo ad approcciarci
a questa sfera letteraria che, se pur così vicina territorialmente, percepiamo
come lontana e guardiamo con un certo disinteresse?
Una risposta, forse la più bella, viene da una lettera di Don Tonino Bello in
cui scriveva: “Se vuoi essere universale parlami del tuo villaggio”. Essere
“universali” è sinonimo di essere pronti a costruire un dialogo con le alterità
culturali e per riuscirci è necessaria una consapevolezza profonda e sincera
delle proprie radici antropologiche.
Questa sfida è stata
raccolta dal progetto
Salento culturale che
ha proposto, fra altri
sussidi di grande
valore, un’antologia
di autori e testi del
‘900 nel Salento,
a cura di Maria
Occhinegro e alla
cui stesura hanno
collaborato docenti
ed ex docenti del
nostro liceo, quali
le
professoresse
Antonella Giuliese,
Lara De Marco,
Anna Rita Nichil e Carla Longo.
Questo testo nasce con uno scopo prevalentemente didattico e si rivolge al
pubblico dei più giovani, spingendoli a confrontarsi in prima persona con
i testi dei vari autori trattati, ma aiutandoli nell’interpretazione con ampi
commenti.
Poesie e testi in prosa sono abilmente combinati per ottenere un mosaico
grandioso e variopinto in cui ogni autore, da quelli più noti, quali Girolamo
Comi o Vittorio Bodini, a quelli meno conosciuti, aggiunge un tassello
fondamentale raccontando la nostra terra
dal proprio punto di vista.
Il lettore, quindi, può agevolmente
ricostruire un quadro esauriente della
realtà salentina, incredibilmente ricca
di sfaccettature, la cui identità profonda
trova voce proprio nella poesia e nella
narrativa del Novecento.
Attraverso le pagine di quest’antologia
si ricostruisce la conoscenza di una
memoria, di una cultura, di una storia e di
una letteratura che fa da sfondo al nostro
essere hic et nunc e che ci fa guardare
al futuro arricchito dalla consapevolezza
delle nostre radici.
Mario Corciulo IIB Cl.
10
Cambio della Guardia
di Gerardo Ricchiuto
al proposito, l’immediato inizio
dei lavori, peraltro anticipata in
Consiglio d’Istituto dal Dirigente, è
stata pubblicamente dichiarata nel
corso della cerimonia di consegna
dei diplomi e della premiazione delle
eccellenze da parte del Consigliere
Provinciale con Delega alla Pubblica
Istruzione prof. Antonio Del Vino.
Stanti i precedenti, non ci resta che
dire: se son rose fioriranno.. Riguardo
al sensibile calo delle iscrizioni serve
veramente uno sforzo corale di tutte le
componenti: dirigenza, docenti, alunni
e famiglie per capirne i motivi con
l’obiettivo di riconquistare l’adeguata
fiducia che uno istituto come lo
Stampacchia a mio avviso merita e
che nel corso della sua storia gli è
stata accordata. Ogni realtà, anche
la scuola, essenzialmente si giudica
dai risultati raggiunti. Questo Liceo,
stante il livello di preparazione di
tanti suoi maturati confermato dalle
brillanti prestazioni sostenute da anni
oramai su tutto il territorio nazionale
ed in alcuni casi anche all’estero (test
d’ingresso nelle più diverse università
e facoltà, curricula universitari, prove
per l’inserimento lavorativo) se ben
documentate e divulgate, dovrebbero
sortire apprezzamento e sostegno a
vari livelli: istituzionali, dei singoli e
comunitari in tutto il Capo di Leuca.
In tale direzione va sicuramente
ascritta l’iniziativa del Dirigente di
organizzare la festa di Halloween nel
Liceo, coinvolgendo le scuole medie del
territorio, che ha visto la partecipazione
entusiasta di numerosi alunni del terzo
anno e che hanno potuto, per così dire,
prendere confidenza ed avere un primo
approccio con l’Istituto. Un’ultima,
recente occasione di apertura con
il coinvolgimento delle famiglie e
di attenzione al territorio è stata la
cerimonia di consegna dei diplomi e
la premiazione delle eccellenze con
l’assegnazione delle borse di studio
Stampacchia svoltosi, per la prima
volta, in una gremita Sala del Trono di
Palazzo Gallone, accogliente sede ricca
di storia, sicuramente emblematica e
rappresentativa per Tricase e l’intera
zona. Le mele marce, le esperienze
negative che pure possono esistere a
vari livelli, come in ogni realtà, sono
sicuramente minoritarie e se anche
provocano il legittimo e comprensibile
risentimento dei malcapitati, vanno
innanzitutto
opportunamente
affrontate e possibilmente rimosse. Al
contrario, le lamentele inutili, magari
perché il proprio figlio non ha raggiunto
i risultati sperati ma non meritati, le
insinuazioni, i pettegolezzi, a volte
sussurrati, a volte pubblicamente
manifestati senza l’adduzione delle
relative prove, non sono segno di
maturità e non giovano a nessuno, ma
servono solo a sollevare inopportuni
polveroni, compromettendo il positivo
risultato globale e comportando
sicuramente immeritato discredito
all’intera istituzione scolastica.
“Piazza G. Galilei”: una “grande” piazza in degrado
Un tempo oasi di Tricase, ora solo un cumulo di rifiuti
U
n vecchio ricordo di splendore è l’unica cosa che rimane della nostra cara piazza Galileo Galilei. Situata in una
zona molto affollata, vicino al nostro liceo scientifico, è ormai da tempo abbandonata a se stessa: alberi che con
le loro radici sollevano tutto il terreno circostante, rifiuti abbandonati in ogni angolo del foro, veri e propri “fiumi” che
si formano durante i giorni di pioggia e che circondano la piazza e fanno diventare una corsa a ostacoli il passaggio
da una parte all’altra della strada (fatto spesso denunciato dagli studenti), sono i sintomi di una zona che sta morendo.
Ogni mattina un lungo corteo di macchine ronza intorno alla piazza e, muovendosi lentamente, crea un ingorgo che
si nota ancora di più nei giorni di pioggia quando troppe macchine, in una strada troppo piccola, mal gestita, con
l’asfalto sollevato dalle radici degli alberi e con il problema “fiume” creano
molto disagio a tutte quelle persone che “popolano” la piazza.
Quando tutto questo tran tran mattutino finisce rimangono solo il liceo e la
piazza. E se da una parte della strada c’è una vecchia scuola, ma ancora con un
edificio imponente, ricca di prestigio storia e bellezza (nonostante la sua età lo
“Stampacchia” ha classe) e orgoglio di Tricase, dall’altra c’è una piazza dalle
scale e dalle panchine rotte, con una vecchia fontana ormai piena soltanto di
fango, erbacce e cocci di bottiglia dove solo quel poco verde che è rimasto dà
un barlume di vita a un povero luogo ormai distrutto.
In una città come Tricase, dove non esistono parchi e gli spazi verdi sono
pochissimi, rivitalizzare un luogo come piazza Galileo Galilei porterebbe un
giovamento ai tantissimi abitanti del circondario e alle centinaia di studenti
che ogni giorno passano da questa piazza e, inoltre, abbellirebbe una zona
ormai da troppo tempo trascurata.
Ma per fortuna un po’ di iniziative sono state prese: due estati addietro la nostra
piazza si è trasformata in un ritrovo di artisti di strada che, con la loro arte,
hanno regalato innanzitutto una serata di vita al circondario e inoltre hanno
dipinto dei bellissimi murales; dove prima c’era soltanto una parete ingiallita dalla muffa e cadente ora ci sono dei
coloratissimi disegni che in qualche modo portano un po’ di allegria e di felicità ad un luogo che ne ha davvero bisogno.
Ma non fermiamoci qui, impegniamoci a ricostruire un’oasi a Tricase; con il lavoro di tutti forse un giorno la nostra
cara piazza Galileo Galilei tornerà al suo antico splendore.
Giovanni Riso VE Sc.
Servizio Nazionale di Valutazione 2012
Risultati complessivi
conseguiti dalle classi
seconde
lic. scientifico
Media del Differenza nei
Punteggio
Punteggio
Punteggio
e quinte ginnasio
punteggio risultati rispetto
Sud
Italia Cheating in Liceo “G. Stampacchia”
al netto a classi/scuole Puglia
percentuale
con background (69.1)
del
di Tricase
(68.0)
(70.2)
cheating familiare simile
Istituzione scolastica nel suo complesso
Classi/
Istituto
LEIS01400L
Liceo Scientifico
“G. Stampacchia
83,0
+10,1
0,0%
Istituzione scolastica nel suo complesso
Classi/
Istituto
LEIS01400L
Liceo Scientifico
“G. Stampacchia
Media del
punteggio
al netto
del
cheating
63,6
Differenza nei
risultati rispetto Punteggio Punteggio Punteggio
Sud
Italia Cheating in
a classi/scuole Puglia
percentuale
con background (69.1)
(68.0)
(70.2)
familiare simile
+13,3
0,0%
C
on grande soddisfazione
si comunicano i risultati
conseguiti dalle classi del
nostro Liceo sottoposte alle
Prove INVALSI nel Maggio
del 2012.
Tali risultati sono molto positivi
per i nostri alunni che si sono
attestati mediamente su livelli
nettamente superiori rispetto
alla media sia della Puglia che
dell’Italia, come si evince dalle
seguenti tabelle riassuntive dei
risultati complessivi.
Dirigente scolastico:
Dr. Mauro Vitale Polimeno
Responsabili:
Prof. Carmelo Anastasio - Prof.ssa Lucia Valli
Prof.ssa Anna Elisa Frassanito - Prof. Fabrizio Perniola
Collaboratori: Vella Giorgio, Dell’Acqua Francesca, Stendardo Alice, Morciano Alessandra, Marzo Veronica, Roselli Gloria, Petracca M.
Virginia, Sodero Roberta, Greco Silvia, Errico Marta, Piceci Giorgia, Felline Federica, Peluso Francesca, Cassiano Alessia, Esposito Serena,
Parisi Chiara, Chiarello Francesco, Rizzo Beatrice, Perrone Alessandro, Fiorentino gloria, Carluccio Mariella, Ventruto Stefano, Nicolardi
Alfredo, Maggio Gabriele, Sergi Paolo, Pizzolante Alberto, Ferraro Simona, Vigneri luca, Marzo Emanuele, D’Amico Sara, Ponzo Giulia, Morciano
Valentina, Galati Giorgia, Piccinni Marcella, Riso Giovanni, Montinaro Oreste, Di Lollo Benedetta, Ponzo, Luigi, Morciano Pierpaolo.
Stampa: SERAFINO ARTI GRAFICHE - TRICASE - 0833 541866 - [email protected]