S. Martino e il Drago

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S. Martino e il Drago
Associazione Ametegis CeDSEAM - Mattie (TO)
S. Martino e il Drago
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domenica 24 dicembre 2006
Ultimo aggiornamento martedì 25 febbraio 2014
Mattie: San Martino e il Drago
Scheda
Testimone:
Adriano Plano
Data raccolta:
20/06/2004
Raccoglitore:
Silvio Tonda
Note:
La leggenda è stata raccontata al testimone come novella dalla madre, quando questi era bambino, nel corso di più
d'una delle tradizionali veglie nella stalla e in occasione dei passaggi presso il luogo ove si conserva ancora oggi "la
pià avu lou quiapèunh dë lou caval dë Seinh Martëunh."
Lou Quiapèunhn dë Tabuseut.
Foto: S. Tonda
Il racconto
Quando ero piccolo e passavo con mia mamma e i miei fratelli da Tabuseut, ella ci raccontava sempre la storia di San
Martino e del drago.
Il drago si era nascosto nella forra dell'orrido di Foresto.
San Martino che lo cercava a cavallo del suo destriero lo ha scovato e dopo averlo stanato l'ha colpito con la sua spada.
Il drago ha emesso una lunga fiammata di fuoco fondendo la roccia proprio dove ancora oggi si vede la lama bianca (di
quarzite) a destra in alto sopra l'orrido di Foresto.
Il destriero del Santo, spaventato per il bagliore, ha scalciato contro la parete rocciosa e pare che ancora oggi, proprio
nei pressi della sfiammata, si possa scorgere l’impronta del ferro di cavallo lì impressa.
Il drago ha tentato di fuggire e con un grande balzo ha raggiunto la parte opposta della Valle, nel luogo detto "Tabuseut",
nel territorio del Comune di Mattie, ove l’inseguitore lo ha raggiunto e ferito per la seconda volta.
Lì, su una grande lastra rocciosa è ancora visibile la traccia della seconda fiammata uscita dalla bocca della belva. Poco
più a valle si trova un'altra impronta lasciata dal cavallo spaventato di San Martino.
Con un secondo balzo, nell’intento di far perdere le proprie tracce, il drago è arrivato sopra Menolzio, dove si dice
si trovi un'altra impronta di ferro di cavallo e infine è balzato sopra il Piano dell’Orsiera ma inutilmente, perché
l’ardito Cavaliere lo ha raggiunto e ferito a morte.
Una terza fiammata ha fuso la roccia e nuovamente il cavallo ha scalciato.
Gli antichi abitanti di Mattie conoscevano esattamente il punto ove questo è avvenuto, ma oggi non siamo più in grado di
indicare l’impronta del cavallo del Santo che proprio lì, sopra il Piano dell’Orsiera, come narra la leggenda,
ha ucciso il drago.
...
Si ritiene opportuno evidenziare:
- la convergenza di alcuni elementi nella tradizione dei due versanti orografici della valle, consistenti nell'omonimia del
paladino (richiamata anche dalla toponomastica locale) e nell'evento risolutivo: l'uccisione del mostro (Vedi SOLARA
Mario, BOVOLO Pier Giovanni, C'era una volta ... Foresto , Edizioni del Graffio, Borgone, Luglio 2003, pag. 27 e pag.
101: la "fiammata" in quarzite viene ricordata dagli abitanti di Foresto come riga dël serpent e si trova al di sotto di un
poggio denominato Truc San Martin). Peraltro va ricordato che sul sentiero per raggiungere il "Truc", che sovrasta una
zona di antiche cave di marmo, vi è un masso "erratico" che, per la sua forma, e probabilmente anche per l'apparente
precarietà del suo equilibrio è ricordato dagli anziani come "la testa del serpent". Questa antica memoria veniva ripetuta ai
più giovani quando gli anziani salendo, si fermavano li intorno a riprendere fiato (testimonianza di Giorgio [Foresto,
23/02/2014]).
- la complessa rielaborazione della leggenda sul versante mattiese, testimoniata anche dalla presenza delle "impronte"
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di chapin ("ferro di cavallo", in piemontese), di cui due in località Tabuseut (alcuni anziani riferiscono di un'altra, non
ancora verificata, nei pressi della Fraz.ne Menolzio).
L'"impronta" ritratta nella foto, rinvenuta su indicazione di Adriano Plano, si trova sulla strada tra le Fraz.ni Vallone di
Mattie e Santa Petronilla di Bussoleno, nei pressi del luogo in cui si trovava il pilone confinario tra i Comuni di Mattie Bussoleno - Susa (rimosso anni or sono durante i lavori di allargamento della strada stessa).
Adriano Plano ricordava la presenza nei dintorni di un'altra "impronta" pur non potendo indicare ove si trovasse. Solo la
paziente e appassionata ricerca intorno al punto ove da bambino ricordava di averla vista, ha consentito a suo fratello,
Giuseppe, di riportarla alla luce dopo molti anni, sotto la cotica erbosa che la ricopriva, circa 200 mt. a valle dalla
precedente.
La presenza di due "impronte", così vicine tra loro, lascerebbe supporre che, avendo perso il riferimento della prima
(quella sepolta), un depositario della leggenda abbia ritenuto opportuno ripristinarne il ricordo scolpendone una seconda.
Le "impronte" sin'ora rinvenute, sicuramente non naturali, sono scolpite nella roccia in vicinanza di vene affioranti di
quarzite, come quella presente a Foresto;
- una recente segnalazione della presenza (non ancora verificata) di una terza "impronta" nel territorio della Frazione
Combe di Mattie, i cui abitanti possedevano coltivi nell'area di Tabuseut, collegati alla borgata da una importante strada
campestre; ciò imporrebbe comunque una "estemporanea" deviazione al leggendario percorso del drago e del suo
impavido inseguitore.
Seguiranno aggiornamenti.
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