Pesca sotto la pioggia

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Pesca sotto la pioggia
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L’ECO DI BERGAMO
LUNEDÌ 29 FEBBRAIO 2016
Provincia
Su 410 controlli effettuati
sette illeciti e un sequestro
Sin dalle prime ore di ieri, la polizia provinciale
ha effettuato controlli lungo i fiumi. Su 410 ispezioni, sette illeciti amministrativi e un sequestro.
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Si pesca, anche se piove
Ma cesti mezzo vuoti
La «prima». Tanti gli appassionati lungo i fiumi, nonostante il maltempo
Bottino non sempre felice: «Dove sono le trote gettate dalla Provincia?»
LAURA ARNOLDI
Pesca bagnata, pesca
fortunata? Non per tutti. Il bilancio di ieri, prima giornata di
apertura della stagione di pesca,
un po’ in tutta la provincia ha diviso i pescatori tra quelli che sono tornati a casa facendo «cappotto», come dicono loro quando il paniere rimane vuoto, e
quelli che per pranzo hanno
mangiato trote. Stesso tratto del
Brembo, sotto il Ponte della Regina, ad Almenno San Salvatore. Tanti gli appassionati che per
il primo giorno del 2016 in cui si
può gettare nel fiume la lenza
hanno scelto questo luogo, sperando che le semine fatte nei
giorni scorsi dalla Provincia
possano facilitare il risultato.
Il cielo plumbeo, l’acqua scura che soccorre veloce non hanno scoraggiato i pescatori, la
maggioranza dei quali si è recata
sulla riva già dalle 6,30, bardati
con impermeabili, giacche idrorepellenti e stivaloni di gomma.
Obbligatorio il cappello, visto
che la pioggerella delle 7 si è trasformata in battente già un’ora
dopo.
Soddisfatto Luigi Ceresa,
72enne di Treviolo, che pur
avendo preso due trote, ricorda i
«bei tempi»: «Ho iniziato a pescare quando avevo sette anni;
abitavo a Colognola. Bastava andare sul fiume, con una canna di
bambù che ci facevamo al momento, per prendere tanti pesci.
Allora eravamo solo io e mio fratello che andavamo a pescare,
ora c’è molta più gente e meno
pesce». Secondo un rito personale, Ceresa va ad Almenno per
l’avvio della stagione, ma poi frequenta i corsi d’acqua vicino ca-
Nonostante il maltempo i pescatori ieri hanno affollato i nostri fiumi
sa. «Non vado spesso, una volta
ogni quindici giorni» dice, mentre prepara l’esca con camole e
placenta.
Si definisce «un pescatore
della domenica» Valter Brignoli,
59enne di Bergamo, prossimo
alla pensione. «Non ho ancora
preso nulla, ma non è importante. A me piace la pesca perché
prendo un po’ d’aria fresca. Sono
poi un tipo solitario, quindi mi
piace starmene qui tranquillo».
Intanto sceglie di spostarsi
lungo la riva Ezio Pasini, sperando che una nuova posizione sia
più fortunata. «Sono arrivato
presto, era ancora buio. Ma non
ho preso ancora nulla», dice il
55enne che arriva da Milano.
«Per la prima giornata vengo
sempre qui, poi preferisco pescare lungo l’Adda, non solo tro-
te ma anche barbi e cavedani».
Se Pasini è ancora a mani vuote,
proprio sotto i nostri occhi assistiamo alla cattura di una trota
da parte di Alessandro Riva,
56enne di Calusco. Un leggero
strappo per sollevare il pesce e
portarlo fuori dall’acqua. Si deve
sganciare dall’amo e procedere
all’«annoccamento», operazione che per chi non è abituato appare un po’ brutale: con un sasso
il pesce viene colpito alla testa
per ucciderlo e farlo soffrire di
meno.
«Sono un dilettante praticante – dice – se riesco vado anche
durante la settimana, ma senza
sacrificare il mio lavoro da muratore». Riva ha iniziato a pescare trent’anni fa con i suoi bambini, poi loro hanno abbandonato
e a lui è rimasta la passione. «Mi
piace andare sui torrenti, anche
oggi farò un giro in Valle Imagna.
L’uomo non è in compagnia di
amici: «Sono un tipo che sta bene da solo e poi quando vai con
qualcuno non si è mai d’accordo
su dove fermarsi».
Mentre Mauro Persico,
odontotecnico 49enne di Sorisole, si sta lamentando dell’esito
negativo dei lanci, la canna si
inarca e dopo pochi istanti appare una bella trota. «È andata bene allora. In fondo per la pesca ci
vuole pazienza», dice tra l’incredulo e il compiaciuto. Sono le otto e non è male aver già preso un
pesce, forse prima di mezzogiorno altri lanci andranno a buon fine.
Sul fatto che i pesci ci siano le
teorie sono contrapposte: la
Provincia come ogni anno per
l’apertura ha immesso 32 quintali di pesci. «Risentono però del
cambiamento di ambiente e dell’acqua. Tra l’altro oggi ne scorre
molta», dice Persico. Per Luciano Presciani, pensionato
70enne di Dalmine, invece,
«chissà dove li hanno buttati.
Oggi non ho visto nulla. Solo una
grande delusione. Non è più come una volta purtroppo». «Sono
finiti gli anni belli – fa eco Silvio
Rota, 69enne di Petosino –. Si
viene ancora a pescare solo per
passione»
Un problema che Persico solleva riguarda la pulizia delle
sponde: «C’è troppa vegetazione, addirittura ci sono alberi in
mezzo al fiume. Se capita una
piana sono guai. Dovrebbero
permettere anche alla gente di
tagliare cespugli e fronde, invece non si può intervenire».
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Sono stati 410 i controlli effettuati dalla polizia provinciale: 7 gli illeciti
Competenze alla Regione, pescatori preoccupati
In occasione dell’apertura della pesca, ieri la polizia
provinciale è stata impegnata in
servizi di prevenzione sul territorio con 11 pattuglie: 410 i controlli effettuati e sette gli illeciti
amministrativi accertati e un
sequestro. Gli agenti hanno operato insieme alle guardie volontarie della Provincia e dell’Associazione pescatori di Bergamo
convenzionata Fipsas; presenti
anche le guardie volontarie dell’Associazione Unpem.
Il consigliere provinciale delegato alla Pesca Denis Flaccadori ricorda «che le novità introdotte dal calendario 2016, volte
ad aumentare il grado di prote-
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In Bergamasca sono più di 10 mila le licenze di pesca
zione in particolare della trota
marmorata nel basso Brembo,
del temolo nell’Oglio pre-lacuale e della carpa nel lago di Endine, sono state richieste dalle associazioni di pescatori e condivise dalla consulta provinciale
della pesca». Flaccadori sottolinea che «la novità per il settore è
il trasferimento delle competenze in materia di caccia e pesca alla Regione, che dal 1° aprile
subentrerà alle Province nell’esercizio delle funzioni amministrative. Un cambiamento
istituzionale che vede però la
continuità dell’impegno del
personale attualmente impegnato in Provincia che conti-
nuerà, con la solita professionalità e attenzione al territorio, a
occuparsi della materia. L’auspicio è che possa in egual modo
proseguire anche la collaborazione, ormai ventennale, con le
associazioni di pescatori nelle
attività di gestione degli incubatoi ittici, dei campi gara e della
vigilanza volontaria».
Da parte dei pescatori (10-12
mila potrebbero essere le licenze di pesca) e della Fipsas (4.088
tesserati) c’è preoccupazione
per il futuro col passaggio di
competenze del settore alla Regione: «A livello lombardo spiega il presidente Fipsas Imerio Arzuffi - abbiamo proposto
di affidare a noi la gestione delle
acque. Non sappiamo chi saranno i nostri interlocutori. Non
siamo rimasti a guardare, ma
con tutte le sezioni provinciali
abbiamo predisposto un progetto presentandolo alla Consulta
regionale. La Fipsas è l’unico
soggetto che ha numeri e competenze per gestire le acque secondo quanto prevede la legge
regionale».
Intanto nel mondo dei pescatori bergamaschi c’è chi propone il coordinamento di tutte le
forze: guardie Fipsas (27 persone), Unpem (una ventina), Gev,
guardaparco dei Parchi fluviali.
«Un’iniziativa - dice Arzuffi che non è promossa dalla Fipsas,
che può essere rappresentata
solo da me o da miei delegati».
L. Ar.
L’ECO DI BERGAMO
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LUNEDÌ 29 FEBBRAIO 2016
Luigi Ceresa
Valter Brignoli
Alessandro Riva
Ezio Pasini
Mauro Persico
Luciano Presciani
Vietata la cattura del temolo
Petizione sulla sponda orobica
Alto Sebino. Da quest’anno lo stop nell’Oglio, ma si può nel Bresciano
Scatta la raccolta firme. La Provincia: stiamo ripopolando, serve pazienza
firme – quest’anno di fatto è
stata raddoppiata arrivando fino al confine con la provincia di
Brescia».
«L’obbligo di rilascio del temolo rischia – conclude Vito
Moioli – di arrecare danni alle
trote fario e marmorata, essendo un loro competitore nella
catena alimentare. Per di più,
un temolo che è stato preso all’amo e viene rilasciato rischia
comunque di morire a causa
della ferita».
ALTO SEBINO
GIUSEPPE ARRIGHETTI
Appassionati di pesca ad
Almenno San Salvatore, dove
in molti hanno deciso di
trascorrere la prima giornata
della stagione FOTO COLLEONI
Una novità contenuta
nel calendario di pesca pubblicato dalla Provincia di Bergamo
nei giorni scorsi non piace per
niente ai pescatori dell’alto Sebino: quest’anno è vietato catturare il temolo nel fiume Oglio,
dalla foce nel lago di Iseo fino
al confine con Brescia.
Nella porzione bergamasca
della sponda di questo corso
d’acqua, lunga 7,4 chilometri, se
un temolo abbocca alla cattura
deve obbligatoriamente essere
rilasciato, mentre fino all’anno
scorso se ne poteva catturare un
esemplare al giorno purché
avesse una lunghezza superiore
ai 35 centimetri. La limitazione
introdotta da Via Tasso sta
scontentando i pescatori della
zona che hanno lanciato una
raccolta firme nei negozi in cui
comprano canne, esche e tutta
la loro attrezzatura: sono già
una cinquantina gli appassionati che chiedono alla Provincia
di fare marcia indietro ma, almeno per il 2016, non se ne parla proprio.
Il divieto al confine con Brescia
La Provincia ha immesso nei fiumi, in questi giorni, 32 quintali di pesci
Il divieto però si scontra con il
regolamento della Provincia di
Brescia che non ha previsto restrizioni per questa specie ittica: basta spostarsi di un metro,
per passare da Rogno (Bergamo) a Darfo (Brescia), oppure
attraversare il fiume per andare
da Rogno a Artogne e Piancamuno, per non incorrere nella
nuova limitazione e anzi poter
pescare, senza obbligo di rilascio, due temoli al giorno.
«Il provvedimento è fortemente penalizzante soprattutto
per noi pescatori tradizionali –
Due temoli al giorno dall’Iseo
Raccolta firme nell’Alto Sebino contro il divieto di pesca del temolo
1 I pescatori:
«Le guardie
crederanno a chi
l’avrà catturato sulla
riva bresciana?»
1 Via Tasso: «Non
vogliamo vanificare
gli sforzi fin qui fatti.
Dal 2017 forse potrà
essere pescato»
racconta Vito Moioli – per diverse ragioni. Anzitutto le modalità con cui ci è stato comunicato: ce lo siamo ritrovati nel
calendario ittico di quest’anno
senza poter esprimere il nostro
parere. Poi siamo fortemente
critici per le modalità con cui
questo divieto dovrà essere fatto rispettare: le guardie crederanno ai pescatori che, in possesso di un temolo, diranno che
l’hanno catturato sulla sponda
bresciana?».
Un’area di protezione nei
confronti di questa specie era
già presente anche negli anni
scorsi «ma era limitata al tratto
compreso fra la foce e ponte
Barcotto – sottolinea Paolo
Bonzi, il titolare del negozio
PeschiAmo di Costa Volpino,
uno dei punti di raccolta delle
Le canne a carbonio di «Laserman» fino in Giappone
ROMANO DI LOMBARDIA
Andrea Pesenti è un
«vecchio» pescatore, uno che
lenze, canne ed esche le maneggia da molti anni, con grande passione. Ha 69 anni e abita
a Romano di Lombardia. Racconta così il suo incontro con la
pesca: «Ho iniziato negli anni
’68-’69, quando ero in Arabia
Saudita a lavorare. Un giorno
ho seguito un gruppo di colleghi francesi che andavano a pescare sull’altopiano al confine
con lo Yemen, mi hanno prestato l’attrezzatura»: ed è stato
amore a prima vista con la pesca a mosca. Quello a mosca è
un tipo di pesca sportiva in cui
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si usano particolari esche artificiali costruite a imitazione di
insetti. In genere questi pescatori praticano la loro attività
con profondo rispetto della
fauna ittica, usando ami senza
ardiglione (secondo lo spirito
no-kill) e rilasciando il pesce
che si cattura. «Quando sono
tornato a Romano e giravo con
la canna senza galleggiante, mi
deridevano, ma intanto frequentavo un gruppo a Milano
di appassionati di pesca a mosca. Era per me una nuova sfida».
Pesenti ha poi applicato la
propria esperienza lavorativa
al suo hobby. Esperto saldato-
re, disegnatore meccanico,
progettista, l’uomo ha esplorato le potenzialità del materiale
«carbonio»: «Ho lavorato per
molti anni in Giappone e nel
mondo, progettando telai di bicicletta». Nell’ambiente Andrea Pesenti è conosciuto come «Laserman» perché ha inventato la Cinelli Laser, una bicicletta che oggi sembra quasi
normale, ma nel 1983 era impensabile (nel 1991 ha vinto il
Compasso d’Oro) tanto da essere esposta al Museo d’arte
moderna di Chicago.
Ora Pesenti, membro del Fly
Angling Club di Bergamo, con
cui condivide la passione per la
Andrea Pesenti, «Laserman», è un grande appassionato di pesca
A tutti questi dubbi e queste
perplessità rispondono direttamente i tecnici della Provincia
di Bergamo: «Anzitutto è bene
ricordare che la cattura del temolo è da sempre vietata nel
periodo compreso fra il 15 dicembre e il 30 aprile; è vietato
pescarlo dal fiume Brembo e
quest’anno abbiamo ampliato
la zona di tutela sul fiume
Oglio».
Queste le ragioni: «Il piano di
ripopolamento del temolo sta
dando buoni risultati e trattandosi di una specie pregiata, protetta anche dalla direttiva Habitat, non vorremmo vanificare
gli sforzi fatti negli ultimi anni:
il provvedimento, seppur impopolare, andava preso e pensiamo che darà frutti positivi già
nel prossimo futuro. Chiediamo
ai pescatori bergamaschi del
fiume Oglio un po’ di pazienza,
tenendo presente che dal 2017
la cattura di questo pesce potrebbe di nuovo essere consentita».
Il regolamento ittico provinciale consente infine la cattura
di due temoli al giorno dal vicino lago di Iseo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
pesca a mosca, progetta, nel
tempo libero, canne da pesca in
carbonio, che garantiscono
flessibilità, stabilità e quindi
prestazioni ricercate dagli appassionati che vogliono stare al
passo con i miglioramenti della
tecnologia. «Sperimento canne da pesca per amici e conoscenti, vengono poi prodotte in
Cina o Giappone» spiega il progettista bergamasco, addentrandosi in particolari tecnici
non alla portata di tutti. Negli
anni la passione per la pesca ha
spinto Pesenti a frequentare i
fiumi in tutto il mondo, dal Rio
delle Amazzoni ai torrenti del
Canada alla ricerca di salmoni,
dal Colorado al Messico per
immergersi in paesaggi ancora
incontaminati.
La. Ar,