Viaggio nel regno della fantasia
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Viaggio nel regno della fantasia
Viaggio nel regno della fantasia Giacomo, un bambino di nove anni, era appena tornato a casa dai centri estivi con la mamma, stanco e sudato. "Sei troppo stanco" disse la mamma "e per questo motivo ho deciso di mandarti dal nonno per due giorni. Domani mattina ti accompagnerò e venerdì sera papà ti verrà a prendere". "Ma..." disse Giacomo sorpreso. "Niente ma” continuò la mamma “ti divertirai e ti riposerai, vedrai". Fu così che la mattina dopo Giacomo salutò il papà, salì a bordo della macchina della mamma e in quattro e quattr'otto furono dal nonno, vedovo, che abitava in campagna. Dopo aver salutato la mamma e abbracciato il nonno, Giacomo andò nella sua stanza e sistemò la sua valigia. Poi uscì in giardino e giocò fino all'ora di pranzo con il cane del nonno, Rufus, un bellissimo pastore tedesco. Nel pomeriggio guardò un po' la tv e lesse un paio di capitoli del suo libro preferito, dopodiché, non sapendo più cosa fare, andò in soffitta e si mise a rovistare fra scatoloni, bastoni, quadri, libri ammuffiti e vecchi giocattoli. Ad un certo punto Giacomo notò un foglio accartocciato in terra, lo prese e lo portò in camera sua. Quando lo aprì vide che c'era disegnato un autobus della linea "ATAF +". Mentre pensava a cosa potesse riferirsi il disegno, dalla troppa stanchezza si addormentò. Sognò di passare attraverso una porta di luce e di ricomparire in un luogo abitato da delle specie di grosse lucertole e mentre guardava quegli strani abitanti gironzolargli amichevolmente intorno, Giacomo si accorse di avere qualcosa in mano: era il foglio che aveva trovato in soffitta del nonno! Allora si mise a cercare l'autobus sperando di trovarlo e infatti poco dopo lo vide, parcheggiato nelle vicinanze. Giacomo corse a guardarlo e vedendo che a bordo c’era un autista gli chiese dove andasse quel bus. "Ah, beh..” rispose l’autista “io sto fermo qui tutto il giorno, sai com'è, da quando hanno inventato quelle specie di super-furgoni... nessuno è più salito qua sopra.” continuò l'autista che poi, guardandolo, aggiunse "Un attimo, non ti ho mai visto qui, sei nuovo?". "Sì" rispose Giacomo "sono passato attraverso..." "...il portone di luce" continuò l'autista "pochi ce la fanno. Mi sembri piuttosto affamato, tieni questi, li chiamano sgnam-sgnam, li ho comprati stamattina alla pasticceria, ma poi mi sono accorto che non avevo fame" disse porgendo dei coloratissimi pasticcini a Giacomo. "Grazie. Se non sono indiscreto posso chiederti perché sei diverso da tutti gli altri?” gli chiese Giacomo. “Bell’osservazione. Sono anch’io nuovo come te ed ho deciso di lavorare qui come autista”. “E come si chiamano quei nuovi furgoni di cui hai parlato prima?” chiese Giacomo. “Si chiamano Brum-Brum e stanno togliendo il lavoro a questi vecchi bus. Ma ora basta con le chiacchiere, piuttosto andiamo a fare un giro in città. Questo autobus alla vista sembra sciupato e ammaccato ma funziona benissimo, vero giovanotto?” disse l’autista sorridendo mentre dava una pacca al cruscotto. “Grazie” rispose Giacomo “è una bella idea, almeno posso conoscere un po’ questo posto! ..a proposito, come si chiama?”. “Si chiama Mostronia” rispose l’autista accendendo il motore “e capirai presto perché!”. Giacomo si sedette sul primo sedile. L’autobus partì a tutta birra e andò prima in centro, dove l’autista alieno frenava bruscamente davanti ad ogni edificio storico e ne spiegava la storia, e poi proseguì verso la periferia. Lì passò davanti all’antro di una strega e si fermò: la strada era bloccata da una specie di rete attaccata a due pali della luce. Una perfida voce tuonò all’improvviso nell’autobus: “Buonasera alieno, sai cos’è questa rete?” disse la voce con tono minaccioso. “No Strega Marrana” rispose l’alieno terrorizzato. “Sono delle trappole” spiegò la voce cavernosa “le automobili si fermano e io… le incenerisco! Ah ah ah!” rise beffarda la strega. A quelle parole l’autobus s’impennò e saltò oltre la rete, appena in tempo perché dietro di loro un fulmine lanciato dalla strega esplose in quel momento sulla strada. L’autobus proseguì la corsa e Giacomo si sporse dal finestrino salutando con la mano la strega delusa. “Ciao strega!” le gridò Giacomo divertito. Poco dopo passarono davanti alla caverna del gigante Piero e appena superata la caverna sentirono una scossa tremenda. Giacomo si girò e credendo di non vederci bene si stropicciò gli occhi ma quando li riaprì vide la stessa scena e si mise a urlare: un gigante dalla barba blu si stava avvicinando velocemente! In un attimo fu quasi addosso al bus e uno dei suoi piedoni arrivò quasi a sfiorare l’antenna, ma per fortuna l’autista alieno accelerò e… in un battibaleno furono di nuovo al punto di partenza! “Allora grazie mille” disse Giacomo scendendo dall’autobus “è stato un bel viaggio”. “Non c’è di che” risposte l’autista “torna presto a trovarmi. Ci vediamo!”. In quel momento una voce risuonò nella stanza: “Giacomo! E’ pronta la cena!!”. Il nonno lo stava chiamando dal piano di sotto. “Arrivo” rispose Giacomo stiracchiandosi, ancora un po’ assonnato. Quella sera Giacomo si addormentò col sorriso sulla faccia e il foglio accartocciato in mano, pronto per un altro viaggio.