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30 ottobre 2010.pmd
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
l’Altopiano
La voce degli 8 Comuni
www.giornalealtopiano.it
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
N. 332 - ANNO XIII - EURO 1,50
Lunga vita
alla Reggenza
Grafica Altopiano
di Claudio Savelli
Contingenza. Crisi finanziarie toglirespiro. Crescente
domanda di servizi sociali e
di servizio pubblico efficiente. Normative, leggi.
Riunioni, consigli, giunte. E
intanto i graffiti della Val
d’Assa vanno a ramengo.,
soffocati non dall’indifferenza degli amministratori,
ma dal groviglio di enti, istituzioni, organismi che si
contraddicono e che complicano ancora di più la sua
ristrutturazione. Progetti
faraonici, parcheggi in quota, sporting e seggiovia
come se fossimo a Saint
Moritz, piste ciclabili
transregionali, ma intanto
… c’è chi fatica a tracciare gli innumerevoli sentieri,
camminamenti che percorrono in lungo e in largo
l’altopiano, per fare la più
naturale delle attività per la
quale siamo stati creati.
Camminare. Partiamo dall’inizio. Cominciamo a far
camminare la gente, piuttosto che dire loro andate a
parcheggiare in Marcesina
o andate in bosco in seggiovia … e la gente non si divide tra poerle, slegar,
gheller, etc. etc . La gente
si divide tra chi sta bene
sull’altopiano e chi no e preferisce andare da un’altra
parte.
continua a pagina 3
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
SABATO 30 OTTOBRE 2010
SANITA’
PROMOZIONE TURISTICA
GALLIO
Anche
all’ospedale
di Asiago
arriva il
Rooming In
Rivoluzione al
Consorzio:
diventerà una
S.P.A. - Rigoni
nuovo presidente
Il consiglio
approva il
Piano del
sindaco
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Scuole al di là del ponte
Roana: “Si chiuda Rotzo”
Vanno all’aria tutti gli accordi tra i comitati dei genitori
Matteo Dal Pozzo: “Tanta rabbia e profonda amarezza” (pagina 12)
Per tutti i Santi, si scia!!
Asiago
Nordic Ski
Al via un
nuovo sistema
di promozione
per il fondo
altopianese
A fine ottobre è arrivata la prima nevicata della stagione, accolta con gioia da qualcuno, di malavoglia da qualcun altro. Se la cosidetta “neve sulla
foia” non rappresenta una rarità, certo lo è il fatto che già
per la Festa di tutti i Santi si potranno mettere gli sci. Al Verena, dove
già si misurano 40 centimetri di manto nevoso, da sabato aperti gli impianti più
piccoli. Piste aperte anche per gli appassionati dello sci nordico: 30 Km a Campomulo di
Gallio (30 cm di neve). I patiti dello sci potranno dunque avere un primo anticipato assaggio
di una stagione invernale che ci si augura risulti abbondante in tutti i sensi.
S.L.
ENEGO
Il Forte Lisser è tornato a nuova vita
Pagina 15
Una bella festa per Andrea Pasqualon
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l’Altopiano
Sabato 30 ottobre 2010
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Rinnovato il consiglio d’amministrazione del Consorzio turistico
ATTUALITA’
Se non è una rivoluzione poco ci manca.
Quanto intendono realizzare i tre assessori al
turismo della conca centrale (Asiago, Gallio e
Roana) muterà radicalmente la gestione e la
programmazione turistica forse come nessun
altro cambiamento finora attuato. L’intenzione
nella sua sintesi è semplice: stabilire i compiti
precisi di ogni ente legato al turismo (consorzio
turistico, Iat, uffici comunali) togliendo
sovrapposizioni e
contrapposizioni, definire assieme agli enti turistici e alle categorie un
piano strategico a breve e a lungo termine e
poi portare avanti con la
massima convinzione
quanto previsto nel piaIl
no. Il difficile sta nel fare
collimare tutto senza far
emergere i soliti campanilismi,
i conflitti di interesse, le beghe
che hanno costituito da sempre gli ostacoli più grossi
dell’Altopiano. In pratica l’intenzione dei “politici del turismo” (Roberto Rigoni per
Asiago, Luigi Martello per
Roana e Nicola Pertile per
Gallio) è di suddividere i compiti turistici tra le tre entità. Agli
uffici comunali competerà
Una pioggia di idee, un mare di debiti
Sfida importante per il nuovo presidente Roberto Rigoni “Il primo obiettivo sarà il riequilibrio
finanziario. E poi faremo diventare questo sodalizio una Spa sul modello Trentino”
nuovo presidente Roberto Rigoni
l’organizzazione degli eventi e
delle manifestazioni di richiamo sollevandoli da compiti divulgativi al pubblico. Riservando in più la possibilità di una
fusione futura degli uffici comunali in un unico ente. L’informazione diretta al pubblico
sugli appuntamenti, sull’offerta territoriale e sulle varie possibilità turistiche spetterà invece allo IAT, che è di compe-
tenza provinciale. La promozione degli eventi, la
pubblicità turistica e progetti di marketing territoriale, indirizzata principalmente agli operatori del
settore, invece competerà al Consorzio turistico.
Consorzio turistico, ufficio
comunale turistico di
Asiago e pro loco Asiago
Sasso troveranno spazio
tutti nel palazzo Millepini
così
da
favorire
l’interscambio. Infine
l’ufficio comunale di informazioni turistiche di
Asiago, quello posto sotto la loggia dei caduti,
sarà affidata allo IAT o
alla pro loco, coordinata
con gli uffici di via Stazione. Il primo passo comunque è stato compiuto
con l’entrata ufficiale dei
tre comuni centrali, con i
rispettivi assessori, nel
consiglio direttivo del consorzio turistico portando
da 4 a 7 i consiglieri. Consiglio
che ha poi nominato quale nuovo presidente l’assessore al turismo di Asiago Roberto Rigoni.
“Il comparto turistico necessita di uno slancio organizzativo
deciso che porti nuova linfa ad
un settore che è quello trainante della nostra economia – commenta Rigoni – Il consorzio
deve riprendere la sua caratteristica di società di imprese con
uno scopo comune, la promozione del territorio. Queste
aziende promozionando il proprio prodotto pubblicizzano
tutto il territorio. Prima di accettare la nomina ho voluto
che le linee programmatiche
fossero approvate all’unanimità perché è solo con lo
sforzo congiunto di tutti gli attori turistici che possiamo pensare di far diventare il consorzio uno spa su modello di quello del Trentino”. A far da
contrapposizione all’innovazione del settore turistico c’è
però la situazione finanziaria
precaria in cui versa il Consorzio turistico stesso. Oltre
600 mila euro di debiti che
costituiscono il primo ostacolo al nuovo consiglio che ha
dovuto provvisoriamente congelare i crediti verso i soci e
ha avviato tutti i procedimenti
possibili per recuperare i crediti a suo favore. “E’ solo attraverso il rigore che possiamo uscire dallo stallo – spiega Rigoni – Questa fase di
riequilibrio finanziario è la
sfida più importante; fase
che imporrà scelte anche
drastiche, che prevede la
differenziazione delle quote
associative e che obbliga che
ogni progetto abbia l’avallo
del cda per non intercorrere
poi in uno scaricabarile di responsabilità”.
Gerardo Rigoni
Sapor d’acqua natìa
Gli ultimi e la forza del contropiede
Alla fine saranno gli ultimi a
salvarci. E il motivo è presto
detto: li pensi sconfitti e loro
scattano in contropiede e ti
scompigliano le carte e le previsioni. La storia narra decine di disfatte epiche firmate
quando si pensava d’avere
già in tasca la vittoria. Tant’è
vero che il popolo contadino
racchiuse il tutto nel proverbio che invita a non dire mai
gatto se prima non ce l’hai nel
sacco. Come monito circa la
delicatezza e la fragilità di ottenere una vittoria. E gli ultimi un
giorno potrebbero avere tantissimi nomi: un operaio della Fiat,
un anonimo studente delle scuole professionali, la maestra di uno
sperduto borgo di montagna, la
vecchia nonna tutt’intenta nel lavare i panni. Non importa chi riuscirà a mettere il suo nome e la
sua storia a servizio della grande storia degli uomini. Importa
convincersi che qualcuno un
giorno potrebbe inanellare la
mossa vincente. E sarebbe bello che quella vittoria divenisse la
metafora stessa della nostra Italia. Potrebbe essere la storia di
Matteo Manassero, 17 anni, il più
giovane golfista ad imporsi in un
torneo dell’European Tour.
Come sarebbe bello se la sua
storia fosse la metafora dell’Italia. Vorrebbe dire che viviamo in
un paese dove i giovani hanno
ancora gli spazi, le occasioni e la
possibilità di diventare quello che
sognano senza dover abbandonare la propria casa e mettere
all’asta il loro talento fuggendo
all’estero. A parole siamo tutti
d’accordo, salvo poi relegare le
loro prestazioni tra gli sport minori, dare loro lo spazio marginale dei bordi pagina, ridurre le
loro imprese - per costruire le
quali occorrono anni e anni di
dura applicazione - a fatti di cronaca marginale. Questa sì, invece, è la metafora perfetta del
trattamento riservato oggi alle
nostre giovinezze: saziati perchè
tacciano, accontentati perchè non
disturbino, messi a tacere con il
palliativo delle promesse su un futuro che sappiamo non diventare
mai presente. Per fortuna dei
dinosauri e a scapito delle farfalle. Ma potrebbe essere anche la
storia di Jonathan, 17 anni di perfetto anonimato, ma dalle pagine
da far rabbrividire i benpensanti.
Ogni mattina sfida l’oscurità e sale
nella sua apecar - ognuno possiede gli strumenti che la fortuna
gli offre - affronta il Passo di
Vezzena dal versante di Lavarone
e s’inabissa lungo la Val d’Assa
per sedersi sui banchi di una scuola d’Asiago. La prima nebbia
d’ottobre, le nevi di dicembre, il
gelo di gennaio o i venti improvvisi d’aprile non lo intimoriscono
perchè lui sa che c’ha anche
lui una storia da scrivere. Poi
ogni giorno rincasa perchè c’è
una famiglia da sostenere e una
sorella da aiutare a diventare
grande. Nessuno ne ha mai raccontato la sua storia, ma questa
sì che sarebbe la metafora più
bella della nostra nazione: una terra nella quale si premiano quelli
che la gente addita come ultimi,
nella quale si elevano le storie
anonime fino a farle diventare
lezioni, nella quale un ragazzo
come Jonathan potrebbe diventare il modello dell’applicazione e della caparbietà.
Non sarà Marchionne a salvarci dalla disperazione. Né
tantomeno il putrido show
intellettualistico che sale dalle
campagne di Avetrana stimolato dai plastici televisivi di
Bruno Vespa. E nemmeno la
lurida morbosità di chi la sera
s’incolla di fronte al Grande Fratello. Saranno ancora una volta
gli ultimi a salvarci. Quelli che se solo potessero - scassinerebbero lo schermo della TV o infrangerebbero i monitor dei pc
giornalistici per urlare: “Ci vergogniamo d’essere italiani”. E
avrebbero perfettamente ragione: perchè l’Italia giovane è
molto di più di un semplice apparire sexy e sbandati quando
sai per certo che la vita non è
sempre e solo divertimento. Un
giorno impareremo a camminare. O saremo costretti a farlo.
Don Marco Pozza
Furti con destrezza a danno
di persone anziane e sole
Si ripetono da qualche tempo, almeno
un anno, più frequentemente nelle
ultime settimane.
Sono i furti a danno
di anziani. Il clichè è
sempre lo stesso:
due donne suonano
alla porta delle ignare vittime che vivono ovviamente sole
nelle contrade e in zone periferiche dell’Altopiano e con scuse banali, con grande affabilità e approfittando della buona
fede dei malcapitati, chiedono di entrare in casa. In genere,
mentre una intrattiene e rabbonisce la padrona di casa con
un mare di chiacchiere, dando l’impressione di conoscerne
molto bene le abitudini e la famiglia, l’altra fruga nei cassetti
in camera fino ad arrivare a mettere le mani sui soldi e a
prelevarli. “Non si tratta mai di grossissime somme – dicono
i Carabinieri – ma succede anche, come in uno degli ultimi
casi, che trovino il bancomat e facciano poi prelievi in banca”. Dalla descrizione fatta delle delinquenti, donne giovani
sui 30-40 anni, che probabilmente usano anche delle parrucche,
appoggiate pare da una terza persona che le attende in macchina, si presume si tratti di zingari e giostrai. Non si tratterebbe
comunque sempre delle solite persone, ma di più bande che
utilizzano le stesse strategie. Finora, a quanto pare, hanno agito
indisturbate e sono riuscite a fuggire anche nei casi in cui si è
provveduto a chiamare i Carabinieri. I furti denunciati riguardano un po’ tutti i paesi dell’Altopiano, da Asiago, a Canove, Roana,
Foza. E’ bene dunque che le persone anziane, specie quelle che
vivono sole, stiano in allerta e accorte. I Carabinieri raccomandano alcuni importanti accorgimenti: “Non tenere tanti soldi in
casa, nei cassetti o sotto il materasso; non tenerli sempre nel
solito posto; non fare entrare persone sconosciute in casa, all’arrivo di individui sospetti chiamare velocemente il 112 o anche il comando di Asiago 0424/462673". Stefania Longhini
l’Altopiano
Sabato 16 ottobre 2010
L’Altopiano srl - Società unipersonale
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In redazione: Stefano Angonese, Luigi Frigo Bettinado,
Giovanni Dalle Fusine ,Cesare Pivotto, Giulia Panozzo,
Beppa Rigoni Scit, Gerardo Rigoni, Martina Rossi,
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Hanno collaborato: don Marco Pozza,
Virginia Gianello, Aurora Carli, Renato Angonese,
Amerigo Baù, Stefano Rigoni, Serena Baù, Ilario De Guio,
LucaTrapani, Claudio Savelli, Corrado Corradin,
Silvio Panozzo, Christian Comelato, Nicoletta Manfrin,
DavideApolloni
Responsabile grafico ed impaginazione: Fabrizio Favaro
Impaginazione: Davide Degiampietro
Foto: Archivio Giornale - Grafica Altopiano
Stampa: Centro Stampa delle Venezie
Via Austria, 19/b - 35217 Padova
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Sabato 30 ottobre 2010
Lunga vita alla Reggenza
contina da pagina 1
Tra questa gente che sta bene, c’è il popolo dell’altopiano,
quello della tradizione Cimbra e quello dell’esperienza di gestione politica autonoma, riconosciuta dalla Serenissima alla Reggenza dei 7 Comuni. Riconosciuta alla Reggenza, ma per struttura politica stessa, demandata ai suoi Colonnelli sparsi per valli,
boschi e montagne in minutissime contrade. Le Vicinie. Forma
di governo così perfetta, dove le sue leggi si basano sul diritto
longobardo, piuttosto che su quello romano. Indipendente per
indole e orgoglio. Lo stesso orgoglio che si sente quando si vede
sventolare la bandiera dei Cimbri Armati, inebriata dalla conquista del campionato di hockey e lo
stesso quando si
parla della perla di
queste terre, il formaggio Asiago.
Una terra indipendente, amica del
Re di Danimarca
e donatrice delle
fondamenta di Venezia. Ricca in selvaggina e abbondante di carne e
latticini. Il giardino
dell’Eden. E oggi invece? Si canta il requiem, il requiem per
l’unico strumento che lo Stato ha concesso ai propri cittadini,
che possa essere esercitato istituzionalmente, più vicino a quella forma di governo così saggia. L’ente della Comunità Montana. Purtroppo lo Stato ha l’attitudine a volte di bruciare le buone
idee per farle diventare poi svilite. Vedi le Comunità Montane in
luoghi abbastanza improbabili e dove di “montagna” non c’è un
granché. Credo sia un dato di fatto che in alcuni casi alcune Comunità Montane tra queste erano più dei parcheggi politici che l’espressione reale della vera e orgogliosa comunità della montagna. Il destino ha
voluto che dove siamo noi ora, esistesse una nazione che potrebbe
essere considerata oggi giuridicamente come Montecarlo e San Marino. La storia ha trovato poi che era più naturale fondersi con le popolazioni che vivevano nella piana di Vicenza, forse perché quelle radici
cimbre si erano geneticamente fuse con quelle beriche, per farne una
nuova. Non per questo la storia, la tradizione non si tramandano
e pertanto hanno vissuto anche nella Reggenza, fino a doversi
tramandare ai nostri giorni, di famiglia in famiglia. Ma cos’è
oggi giorno più vicino a quella tradizione che, se assistito, coinvolto, eretto a governo politico comune, la rappresenta? La
Comunità Montana Spettabile Reggenza dei 7 Comuni. A me
sembra che queste due strade stiano convergendo sul fatto che
forse l’eredità storica della Reggenza sia nel corpo della Comunità Montana. Ma se la Comunità Montana Spettabile Reggenza dei 7 Comuni ha più o meno una trentina di giorni di luce
finanziaria, prima di spegnersi definitivamente ? Già. E’ vero.
Sembra impossibile, ma è vero. Sta morendo la tradizione politica della Reggenza. A questo punto solo campanili. Quanto
potrebbe essere determinante che si bloccassero almeno per un
momento tutti i “grandi progetti” che ci sono in ballo sull’altopiano e
che tutti i decisori si mettessero intorno ad un tavolo e che provassero a discuterne insieme per creare un solo unico grande progetto per
l’altopiano, magari incaricando la Comunità Montana di seguire i
macro progetti? Ci si fermasse solo un giorno a cercare di capire se
ci si può permettere di perdere un così grosso pezzo della nostra
storia…. se l’orgoglio altopianese si risvegliasse e si decidesse
che per quello che è il nostro territorio perdere la Comunità
Montana sarebbe una tragedia, allora si potrebbe salvarla, aiutandola e supportandola, parlandone tra di noi e parlarne a chi ci
governa, manifestare spontaneamente il nostro contributo, andare a visitare lo sportello al pubblico alla vecchia stazione, suonarci e ballarci davanti, brindare e fare festa per far sentire a
Lucio Spagnolo tutto il calore e il supporto di chi crede che la
Comunità Montana non possa morire. Ci vogliono però azioni
concrete anche a livello politico. Suppongo che la Regione potrebbe essere molto meno drastica se vedesse che i Comuni
dell’altopiano “credono” nella Comunità Montana, che la supportino
a livello finanziario, assegnando incarichi di alto profilo, dove è necessario pianificazione specifica e cura del dettaglio. Che deleghino
alla Comunità Montana importanti incarichi e servizi, affinché questa, lavorando sullo specifico progetto di largo respiro, riesca a trovare il giusto equilibrio di costi e benefici per gli sforzi finanziari che
tutte le 8 amministrazioni comunali sostengono, unite e solide in quei
progetti che portano mutuo beneficio. Ma purtroppo questo deve
succedere subito, entro 30 giorni, affinché possa avere in mano
contratti e appalti assegnati dai Comuni, come ultima arma per dimostrare che la Comunità Montana Reggenza dei 7 Comuni merita
di essere distinta dalla giusta, ma forse troppo violenta socialmente,
rasoiata alle dissipanti spese dello Stato Italiano messa in atto dall’attuale Governo.
Claudio Savelli
l’Altopiano
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Aperta una pagina su Facebook a
sostegno della Comunità Montana
Andare a leggere e firmare virtualmente il nostro sostegno alla nostra storica
Comunità Montana Spettabile Reggenza dei Sette
Comuni: questo il senso dell’iniziativa popolare, cittadina ed extra-cittadina, per
proteggerla dalla chiusura
ventilata ed ostacolarla a
“furor di popolo”. Su Face
Book, oltre 1500 adesioni
in pochi giorni dall’avvio
dell’iniziativa provenienti
da tutte le parti del mondo e in continuo implem e n t o . M o l t i s s imi i
firmatari fra i turisti e i fre-
quentatori abituali, fra gli
emigranti e le loro famiglie.
Dare la propria disponibilità in tal senso in loco, è il
minimo. A tale proposito,
alleghiamo il commento a
caldo del Presidente Lucio
Spagnolo: “Manca davvero pochissimo. Il destino
di questa Comunità Montana, si deciderà entro la
fine di novembre e, personalmente, vivo questi
giorni con trepidazione,
con da una parte la morte nel cuore e dall’altra,
la speranza che la politica regionale non sia così
miope da lasciar
scomparire un
ente con un patrimonio di conoscenza e di
risorse umane
fondamentali
per la nostra terra”. Leggere le
mail su Face
Book, metterci un
commento personale, partecipare,
condividere, tutti
insieme finalmente per una buona
causa.
Beppa Rigoni Scit
L’intervento della Confcommercio provinciale e del mandamento di Asiago
“Una grave perdita per il nostro territorio”
Anche la Confcommercio della provincia di Vicenza a sostegno della Comunità montana. “Di fronte ai tanti enti inutili
che appesantiscono la pubblica amministrazione e che andrebbero certamente
tagliati, penalizzare questa Comunità
montana non mi sembra assolutamente
opportuno – afferma il presidente Sergio
Rebecca - Caso mai, qui si tratta di ridare slancio ad un organismo che, a nostro
avviso, è certamente utile per la gestione di un territorio molto vasto come quello
del nostro Altopiano”.
“Si dimostra ancora poca attenzione alla montagna - è il commento del presidente del Mandamento Confcommercio di Asiago
Corrado Finco - Mi chiedo quali ulteriori iniziative dobbiamo
prendere, come operatori economici, per essere ascoltati dalla
Regione”. “Per noi sarebbe una grave perdita, anche dal punto
di vista turistico – osserva il presidente mandamentale degli albergatori Confcommercio Alberto Vescovi -. La Comunità, infatti, ha svolto fin qui un ottimo lavoro dal punto di vista della
manutenzione delle strade nonché per preservare il grande patrimonio delle nostre malghe. Nessuno nega che il legislatore
abbia fatto bene a pensare ad una riorganizzazione delle Comunità montane in Italia, come si sa alcune erano poste al livello del
mare! Per quanto riguarda il nostro Altopiano, però, ci sono le
ragioni per giustificare l’esistenza di questo ente, che anzi andrebbe rafforzato e non affossato”. Come, allora, pensare ad
un suo rilancio? L’associazione più rappresentativa del Terzia-
rio ha, su questo punto, le idee ben chiare. Sarebbe utile, ad esempio aumentare
le deleghe da parte dei comuni su temi
quali lo sportello per le imprese, i permessi
per i funghi e alcuni altri servizi al cittadino e alle aziende. “Basti pensare – spiega il presidente Finco - che nelle realtà
più piccole, come ad esempio Foza, Rotzo
e Gallio, spesso il poco personale a disposizione si occupa di mille incombenze
e normative e ciò va a discapito della
specializzazione, a volte richiesta su materie complesse come la disciplina del commercio. A questo proposito la Comunità montana, mettendo
assieme più comuni, potrebbe offrire maggiore efficienza
e professionalità”. E poi c’è un altro ambito dove l’apporto della Comunità sarebbe estremamente utile: mettere in
campo una politica di coordinamento per tutta la pianificazione territoriale. “Mi chiedo perché per esempio –
continua Finco – dobbiamo creare otto diversi Piani di
Assetto Territoriale in altrettanti comuni e non un unico
Pati intercomunale con un notevole risparmio di spesa e
una più coerente pianificazione territoriale”. C’è dunque
la possibilità di rendere questo ente un organismo ancor
più efficiente ed utile al territorio. “Ne va certamente rivisto il funzionamento – dice però Finco – snellendo prima di tutto gli organi di governo, tagliando anche sui costi”.
Stefania Longhini
E il Comitato pro Trento tira le orecchie ai sindaci
“Mentre la Regione Veneto
opera, con la sua inattività e
nell’indifferenza dei sindaci
dell’altopiano, per la chiusura
delle Comunità Montane, nel
vicino Trentino si sono svolte
elezioni popolari e democratiche per la nomina dei rappresentati nelle “Comunità di Valle”, nuova istituzione voluta
dall’amministrazione della provincia autonoma per fungere
da legame tra Trento e le sue
valli”.
Il Comitato pro Trento, attraverso il suo coordinatore Francesco Rodeghiero, non manca di dare l’ennesima “tiratina
d’orecchie” ai sindaci
altopianesi accusati di pensare più ai propri equilibri politici
personali piuttosto che a difendere i diritti dei propri cittadini.
Concetti e giudizi espressi durante i vari incontri che il Co-
mitato sta portando avanti sul
territorio per tenere informata
la popolazione su questioni
che la riguardano e non solo
sul percorso, tuttora fermo,
dell’esito referendario.
“Come con il totale silenzio
dei primi cittadini sul blocco anticostituzionale dell’iter per il passaggio
dell’Altopiano al Trentino
come sancito dal referendum costituzionale di tre
anni fa, blocco causato dalla
Regione Veneto che si rifiuta di esprimere un giudizio sul cambio confinario,
opinione non vincolante,
ma ritenuta necessaria dalla
Presidenza della Repubblica perché l’iter parlamentare proceda,
anche nel caso delle inadempienze regionali i sindaci mantengono il più stretto riserbo – attacca
Rodeghiero – Nessuno dei sin-
daci si è mosso in favore di una
Comunità Montana che ha dimostrato che, se le viene concesso di lavorare, sa operare
bene; in più costituisce l’unico
ente che raggruppa tutti i Comuni
costituendo anche un tavolo di
discussione per affrontare anche
altre problematiche e progetti
comuni”.
I prossimi incontri del Comitato
pro Trento sono in programma
per il 5 novembre a Cesuna, il 10
novembre a Rotzo, e l’11 novembre ad Enego.
G.R.
CINEMA LUX ASIAGO
Sabato 30 - Domenica 31 - Lunedì 1
GUARDIANI DI GA’HOOLE ore 16.00 18.00
INNOCENTI BUGIE ore 21.00
CINEMA GRILLO PARLANTE
Sabato 30 - Domenica 31 - Lunedì 1
BENVENUTI AL SUD ore 17.00 21.00
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Sabato 30 ottobre 2010
l’Altopiano
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STAGIONE INVERNALE
Asiago Nordic Ski: al via un nuovo sistema
di promozione per il fondo altopianese
Ufficializzato inoltre l’ingresso come dodicesimo partner nel Dolomiti Nordic Ski, prestigioso carosello
di cui fanno parte la regione austriaca dell’Ostiroll, l’Alta Pusteria e la provincia di Belluno
Verrà presentato per la prima volta alla Fiera Ski Pass di Modena in programma dal
29 ottobre al 1° novembre il nuovissimo
“Asiago Nordic Ski”, ski pass in vigore da
quest’anno e che fa parte di un progetto, i
cui lavori sono ancora in fase di ultimazione,
con cui si intende promuovere e valorizzare un unico sistema che comprenda tutte
le grandi potenzialità dello sci di fondo
dell’Altopiano. Dopo quattro anni, i centri
fondo altopianesi escono dal Supernordic
Skipass di cui facevano parte con la maggioranza di quelli trentini, con l’Alta Lessinia,
Recoaro e Boscoreale, decisione che ha
suscitato qualche perplessità nell’ambiente dei fondisti, sia per il maggior costo del nuovo abbonamento stagionale, che per la visibilità, ritenuta importante,
che offriva l’adesione al circuito del SNS. A spiegarci a
grandi linee i motivi che hanno portato alla messa a punto
dell’iniziativa è Domenico De Guio, vice presidente del
Consorzio Turistico Asiago 7 Comuni, che si occupa del
coordinamento dei centri fondo altopianesi. “Comprendendo numerose località, la gestione del Supernordic
skipass è piuttosto complessa, e il rapporto tra l’utilizzo da parte degli utenti dello ski pass sulle piste
altopianesi e il ritorno economico non risultava adeguato. Ma non è solo da questa constatazione che ha
avuto avvio il nuovo progetto, inteso principalmente
come strumento di valorizzazione di tutto ciò che è
legato al mondo del fondo in Altopiano. Si è voluto
dunque creare un sistema più idoneo al territorio, che
comprenda non solo l’abbonamento stagionale per tutti
i centri fondo locali, ma anche la possibilità di usufruire
di attrezzature e servizi con sconti e agevolazioni . Il costo
dello ski pass stagionale sarà di 130 euro, ma comprenderà un insieme di offerte, dagli sconti per l’acquisto di
articoli e prodotti per il fondo, alla scuola sci e al noleggio, fino all’utilizzo a prezzo agevolato di strutture quali
quella di Canove con piscina, palestra e centro benessere. L’intenzione poi è di non puntare solo sul stagio-
nale, che interessa residenti e chi proviene dalle località
di pianura più vicine, ma di promuovere un abbonamento settimanale, maggiormente legato a un richiamo turistico che possa riflettersi sull’intero comparto. E’ in creazione un portale che intende valorizzare poi altri aspetti del fondo altopianese, dalle gare e campionati che
si svolgono sul territorio, alle offerte parallele dei
centri fondo, come le passeggiate con le ciaspole. Non
dimentichiamoci inoltre che ci sono anche importanti
ditte locali che producono sciolina e costruiscono sci.
Nell’insieme il progetto vuole offrire una visione unica di tutto quello che è lo sci nordico sull’Altopiano,
e nel contempo contribuire a sfatare
l’idea che si tratti dello sport dei poveri, perché così non è”. Ma è di questi giorni anche un’altra novità, molto importante sotto il profilo della promozione:
l’ Altopiano, con la denominazione di
Area 12, è entrato a far parte del progetto Interreg IV finanziato dall’Unione
Europea, che riguarda il prestigioso Dolomiti Nordic Ski, il carosello di sci di fondo più grande d’Europa, comprensorio
transnazionale che vede coinvolte le province di Bolzano e Belluno e la regione
austriaca dell’Ostirol, per un totale di oltre
1.300 chilometri di piste. Alla conferenza stampa di presentazione della nuova stagione, tenutasi
il 25 ottobre a Sillian, in Austria, erano presenti anche i
rappresentanti del Consorzio Turistico e il presidente della Comunità Montana Lucio Spagnolo. “Si tratta di
un’opportunità davvero importante- sottolinea De
Guio- per farci conoscere in Italia e all’estero grazie
a promozioni, pacchetti e work – shop con operatori
sia italiani e stranieri. Entrando in questo nuovo progetto riusciamo dunque a sopperire a quanto poteva
essere andato perso in fatto di visibilità su larga scala dalla non adesione al Super Nordic Ski Pass.”
Silvana Bortoli
Dal depuratore alle piste del Kaberlaba
L’acqua, filtrata e monitorata, viene pompata al bacino artificiale e usata per l’innevamento
programmato. Una novità assoluta in Italia, che mette fine al problema della disponibilità idrica
Ricavare
acqua
per
l’innevamento dalle acque
reflue del depuratore di
Asiago. E’ la novità dell’inverno 2010 che dovrebbe
porre la parola fine
sull’annoso problema della
disponibilità idrica per
l’innevamento artificiale. Almeno per il comprensorio del
Kaberlaba. Un progetto che
è una novità assoluta per
l’Italia mentre nel resto dell’arco alpino è già in azione
da qualche anno. In pratica
l’acqua che esce dal
depuratore cittadino dopo
essere stata trattata, invece
di essere dispersa nel
Ghelpack e finire nei bacini
idrici della pedemontana viene nuovamente filtrata,
monitorata e pompata al bacino artificiale del Kaberlaba
dove i cannoni possono pescarla e sparare neve. Infine
l’acqua finisce
sempre nel bacini idrici della
pedemontana
ma con un ulteriore passaggio sul terreno
come neve.
Il progetto è in
atto già da 2
anni in cui l’acqua uscita dal
depuratore è
stata
costantemente
monitorata e, dopo il secondo filtraggio, risultava con
una media di batteri coliformi
sotto quota 200. Tanto per
capire le acque per essere
considerate balenabili devono avere una carica batterica
tra i 200 e 400; in pratica le
acque che saranno usate
sono a un passo dalla
potabilità.
“L’acquedotto ha una porta-
ta che si aggira attorno ai 350
mc all’ora; in pratica in meno
di 12 ore si riempie – spiega
il sindaco di Asiago Andrea
Gios, che manifesta tutto il
suo orgoglio per il progetto
che darà una grossa mano al
comprensorio sciistico
asiaghese – L’innevamento
completo di tutto il
comprensorio così si potrà
avere in circa una settimana. Tra l’altro ad un costo
minimo rispetto a quando le
stazioni dovevano prelevare
acqua dall’acquedotto”.
Etra fa sapere che l’acqua
che sarà usata sarà
monitorata in continuazione
perché già all’uscita del
depuratore la legge richiede
che le acque reflue abbiano
una carica batterica molto
bassa. Carica che poi sarà
ancora più bassa perché l’acqua subirà un secondo
filtraggio. Lo stesso bacino
sarà isolato dalle acque
piovane e da quelle reflue dai
prati proprio per non “inquinare” le acque per ulteriori
controlli di Arpav, Ulss o del
dipartimento provinciale delle risorse idriche, tutti enti
che hanno partecipato al progetto in ogni sua fase.
“Un ringraziamento va a tutti che hanno partecipato, anche economicamente, e creduto in questo progetto – dicono dal consorzio Kaberlaba
– In particolare anche agli
allevatori e proprietari dei
terreni che hanno permesso
il passaggio delle tubazioni sui
loro campi. Senza di loro questo progetto non si sarebbe
potuto realizzare ma evidentemente anche loro hanno visto la bontà dell’idea e forse
anche sono attaccati a questa
zona sciistica storica di
Asiago”.
Gerardo Rigoni
8
l’Altopiano
Sabato 30 ottobre 2010
5
Novità nel reparto di ostetricia dell’ospedale
di Asiago: neonati in camera con la mamma
ATTUALITA’
Si chiama “rooming – in” la
novità del reparto di ostetricia dell’ospedale di Asiago.
E’ una pratica applicata in
buona parte degli ospedali,
ma in meno del 50% di quelli
italiani; una pratica che prevede l’affidamento del neonato immediatamente alla
madre per permetterle di custodirlo nella sua stanza anziché nel nido, favorendo
così, fin dai primi istanti di
vita, l’intreccio del rapporto
madre – figlio, un processo
psicologico, fisico e spirituale chiamato “bonding”.
“Finalmente – gioisce il responsabile del reparto dott.
Riccardo Rolli – Prima
per motivi di organizzazione della struttura la cosa
era complicata da attuare
ma ora, grazie anche ai
lavori di consolidamento
dell’edificio che ha obbli-
Da poche settimane è diventato realtà il “rooming in”. Rolli: “Favorisce l’allattamento al seno,
facilita il legame anche con il padre libero di stare con moglie e figlio fin dai primi istanti”
gato la fusione del
nido con il reparto
di ostetricia, una disposizione consigliata dalla stessa
Organizzazione
mondiale della sanità è diventata realtà”.
“Il rooming, oltre a
costituire il primo
passo del legame
indissolubile tra
madre e figlio, ha
anche dei risvolti
più pratici – prosegue Rolli – favorisce l’allattamento al
seno, facilita il legame anche con il
padre libero di stare con
moglie e figlio fin dai primi istanti e permette ai
neogenitori di avvalersi
appieno delle specialità
presenti per affrontare il ritorno a casa con maggior
serenità e consapevolezza”.
Trasparente come l’acqua
Il bilancio di sostenibilità di Etra presentato nel convegno“Modi e Mondi d’Acqua”
L’acqua: bene pubblico da tutelare in quanto
fragile e non inesauribile. E’ uno dei punti
su cui si è messo l’accento nella giornata,
interamente dedicata al tema dell’acqua,
svoltasi a Villa Contarini di Piazzola sul
Brenta. Un’iniziativa con la quale Etra si è
voluta mettere, una volta di più, a disposizione del territorio per coinvolgere tutti dagli amministratori pubblici ai cittadini, anche quelli più piccoli - attraverso strumenti
di valore culturale, formativi e di
sensibilizzazione sull’acqua in tutte le sue
forme, perché informare e formare è un
dovere e un investimento a beneficio del
territorio a cui un ente a totale proprietà
pubblica è tenuto e che è parte integrante
della missione di Etra. Alla presenza di oltre un centinaio di amministratori e rappresentanti di enti e associazioni che collaborano con la multiutility si è provveduto anche ad illustrare il bilancio di sostenibilità di
Etra. “Questo è un momento molto particolare e importante – ha spiegato il Presidente Stefano Svegliado - perché ci permette di presentare il nostro lavoro in termini di sostenibilità delle attività svolte in
relazione alla tutela della risorse, alla
valorizzazione del territorio di competenza e
alle ricadute sull’economia locale. I recenti
interventi legislativi sulle modalità di affidamento dei servizi pubblici locali modificano
notevolmente le prospettive future, ed Etra
può già dimostrare il valore che produce a
beneficio del territorio e continuerà ad operare efficacemente anche nei nuovi scenari.
Ogni volta che un cittadino apre il rubinetto
di casa – conclude Svegliado - compie un
gesto di fiducia ed Etra è impegnata costantemente perché tutti possano fidarsi della
bontà dell’acqua”. Fondamentali al fine della
tutela, come ha sottolineato l’On. Manuela
Lanzarin, Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Etra, gli investimenti nella gestione dei servizi
idrici integrati, sostenuti con tariffe in linea con le
medie nazionali, grazie anche all’efficienza e alle
sinergie operative e organizzative messe in atto
da Etra. Nell’ottica del miglioramento continuo e
della riduzione dell’impatto ambientale - come illustrato dal Direttore del servizio idrico di Etra Ing.
Marco Bacchin - nel 2009 è stata anche attivata
una squadra specializzata per la ricerca delle
perdite idriche.
Brindisi tra i relatori con un bicchiere di
acqua di acquedotto. Da sinistra: I. Piovesan,
S. Svegliado, M. Lanzarin, M. Conte, G.
Faverin, M. Calearo Ciman, L. Ravazzolo.
Forse anche grazie a questa novità il reparto quest’anno registra un aumento considerevole dei parti a
fronte di un calo rilevante delle “evasioni”, ovvero delle utenti altopianesi
che preferiscono partorire in un’altra struttura.
Anzi si registrano arrivi
da fuori Ulss per partorire ad Asiago. Il reparto generalmente gestisce
una media di 140 parti
annui con meno di 10
madri che scelgono un
altro ospedale, quest’ultime appunto supplite da
“foreste” che preferiscono la tranquillità del
reparto asiaghese a
strutture forse più complesse ma meno “familiari”.
“Abbiamo un livello di professionalità molto alto da
parte di tutto il personale,
professionalità dimostrata
dalla rapidità con cui è
stato gestito il cambiamento radicale della gestione dei neonati – spiega Rolli – Abbiamo una
percentuale di tagli
cesarei molto al di sotto
della media nazionale, un
alto numero di parti di prova (ovvero parti naturali
dopo un precedente taglio
cesareo), e abbiamo un
collegamento efficace sia
con l’unità operativo di
ginecologia ostetricia di
Bassano sia con la
neonatologia di Vicenza
che assicura una gestione
della gestazione e del parto tranquillo. Insomma
abbiamo nulla da invidiare ad altri ospedali”.
Gerardo Rigoni
Schneck lancia il
“federalismo delle cave”
La Provincia di Vicenza propone il federalismo delle
cave. La normativa regionale prevede che per ogni metro cubo di materiale estratto il proprietario della cava
versi al Comune dove è
ubicata l’attività un contributo che varia a seconda del
tipo di materiale e della
quantità portata all’esterno
dell’area. Stesso discorso
vale per le miniere, il cui
materiale è assoggettato al
medesimo contributo secondo le stesse modalità.
La somma versata ai Comuni
deve
essere
prioritariamente utilizzata
per la realizzazione di interventi e di opere connesse
al ripristino ambientale, alla
riutilizzazione delle aree interessate da attività
estrattiva e alla viabilità.
Quest’ultima voce, in particolare, è quella che maggiormente impegna le pubbliche amministrazioni, visto
che il passaggio di autocarri
e bilici che trasportano materiale scavato determina
una rapida usura del manto
stradale. A ben guardare,
tuttavia, le strade maggiormente interessate a questo
passaggio sono quelle provinciali, visto che, correttamente, i trasportatori evitano i centri urbani preferen-
do la grande viabilità periferica. Di qui il continuo intervento dell’amministrazione provinciale di Vicenza
sui 1.300 km di propria competenza, su cui transita un
notevole carico di traffico
pesante, per cui l’usura è
rapida e frequente. A fronte di ciò, però, alcun ristoro
è previsto come invece è
previsto per i Comuni.
“Chiediamo –chiarisce il Presidente della Provincia Attilio
Schneck- che i soldi versati
dai cavatori siano destinati a
chi è poi chiamato ad intervenire concretamente per riparare i danni. E’ la logica del
federalismo: vanno garantiti
i fondi all’Ente competente
che direttamente interviene.”
In questo caso, spiega il responsabile del Servizio Cave
della Provincia Filippo
Squarcina, il contributo alla
Provincia potrebbe essere
determinato come quota di
quanto già previsto per
i Comuni e calcolato
sulla base del rappor-
to tra strade comunali e provinciali utilizzate per il trasporto del materiale di cava.
Una quantificazione precisa
è difficile, ma si stima possa
trattarsi di qualche centinaio
di migliaia di euro. “Naturalmente –sottolinea Schnecknon vogliamo togliere nulla ai
Comuni e ad un’entrata su
cui fanno conto per le proprie esigenze. Chiediamo invece alla Regione di adeguare il valore del contributo dovuto dai cavatori, non più aggiornato dal 1995, cosicché
il maggiore introito possa essere versato alla Provincia,
senza minimamente gravare
sulle casse comunali.” La
Giunta Provinciale ha già
espresso parere positivo in
merito alla richiesta da inviare alla Regione. Ora spetta
al Consiglio Provinciale pronunciarsi e poi, cosa più importante, spetta alla Regione Veneto modificare la
normativa. “Ci facciamo portavoce –conclude il Presidente- di una
esigenza che è propria
di tutte le Province, per
cui ci auguriamo
che il Veneto
faccia
da
apripista anche
alle altre Regioni d’Italia”.
8
Sabato 30 ottobre 2010
ATTUALITA’
Giovedì 14 ottobre, nella
prestigiosa Sala della
Reggenza della Comunità
Montana dei Sette Comuni, alla presenza delle autorità locali, si è tenuta la
cerimonia di premiazione
denominata “40 anni di
lavoro artigiano e fedeltà
associativa”, giunta alla
sua terza edizione. Il riconoscimento è stato assegnato a dodici imprese,
associate da almeno 40
anni alla Confartigianato
di Vicenza, tenendo in
considerazione anche le
aziende la cui attività è
proseguita nel tempo con
vari passaggi generazionali. Nel suo intervento, il presidente mandamentale Roberto Stella ha sottolineato
l’importanza dell’artigianato nel tessuto economico
locale e nazionale per la capacità di creare nuova occupazione e ricchezza contribuendo, nel contempo, a
limitare lo spopolamento dei
nostri comuni di montagna.
Stella, inoltre, ha voluto
dare il giusto risalto alle
imprese premiate che, nel
l’Altopiano
6
Quarant’anni di lavoro artigiano
premiate dodici aziende altopianesi
tempo, hanno creduto e sostenuto la loro Associazione per la funzione svolta ed
i valori espressi.
Dopo gli interventi del presidente della Comunità
Montana Lucio Spagnolo e
dei rappresentanti dei Comuni, il vice presidente provinciale di Confartigianato
Agostino Bonomo, ha analizzato l’attuale momento
economico. “Ormai, più
che parlare di crisi - ha dichiarato Bonomo - bisogna
considerare l’andamento
economico come strutturale. Dovremo, pertanto, imparare a governare gli eventi e cogliere le opportunità
che i mercati, di volta in
volta, possono offrire”.
Stella ha poi dato avvio alla
consegna degli attestati di
benemerenza ai premiati,
persone che hanno plasma-
to la vita con la creatività
del lavoro, che hanno saputo resistere alle insidie dei
mercati e, con la loro maestria, hanno formato giovani apprendisti diventati, a
loro volta, nuovi artigiani.
Queste le imprese artigiane premiate: Emanuel Bau’
con Flaviano, gommistaautofficina e carrozzeria
(Gallio); Elio Cherubin, la-
vorazione del ferro e impianti termoidraulici
(Gallio); Germano Frigo,
f a l e g n a m e r i a ( Tr e s c h è
Conca di Roana); Marco
Gios con Renè, lavorazione del ferro (Asiago);
Giacomo Lunardi, impianti elettrici (Asiago);
Adriana
Rigoni,
acconciatore (Asiago);
Antonio Rossi, decorazioni edili e restauri
(Asiago); Aldo Sartori,
impianti elettrici (Roana);
S . R . P u b b l i c ita’ snc di
Strazzabosco Giannantonio e
C., grafica pubblicitaria e
cartellonistica (Asiago),
Claudio Stefani con Bruno,
falegnameria (Roana); Luciano Stella con Giampaolo
, autofficina (Cesuna di
Roana); Giovanni Vescovi,
falegnameria (Asiago).
Stefania Longhini
NOTIZIE DAL MUSEO DELL’ACQUA
a cura del Gruppo
Speleologico Settecomuni
Nei giorni scorsi si è svolto
al Museo dell’Acqua un corso di aggiornamento per
Istruttori Nazionali di
Speleologia del C.A.I.. L’organizzazione è stata curata
dal Gruppo Speleologico
GEO C.A.I. di Bassano del
Grappa, sotto l’egida della
Commissione Centrale di
Speleologia e della Scuola
Nazionale di Speleologia del
C.A.I. Gli Istruttori Nazionali
che hanno partecipato sono
stati una quindicina e provenivano da Toscana, Piemonte, Emilia e, naturalmente,
Veneto. Gli “allievi” hanno
alloggiato presso la foresteria
del museo, recentemente allestita. La struttura del museo ben si presta a questo
tipo di iniziative in quanto fornita di una sala conferenze,
GLI ISTRUTTORI NAZIONALI
DI SPELEOLOGIA A SCUOLA
AL MUSEO DELL’ACQUA
attrezzata anche per proiezioni. Le attività pratiche si sono
svolte nella palestra di
speleologia predisposta nella
Valle del Bisele. La direttrice del corso, Lavinia
Giustiniano, ha manifestato
compiacimento per la possibilità di poter usufruire di un
ambiente moderno, confortevole e tecnicamente predi-
sposto per questo tipo di iniziative.
Il Gruppo
Speleologico Settecomuni ha
sempre pensato al museo
come ad una “cosa viva”,
dove conoscenza e divulgazione non si limitino alle sale
espositive e, queste
integrazioni didattiche, ne
sono un concreto esempio.
Corrado Corradin
Si torna a parlare di Regole
Il 6 novembre incontro pubblico al Grillo Parlante di Asiago
Un incontro pubblico
aperto a tutti gli
altopianesi, per ricominciare a parlare di Regole: lo organizza il Comitato per la ricostituzione
della “Regola” di Asiago,
in collaborazione con il
Comune
e
gli altri
comitati di Roana e
Gallio. L’appuntamento,
al quale gli organizzato-
ri auspicano possa esserci una buona partecipazione anche di giovani, si
terrà il 6 novembre alle
ore 16.30 presso la sala
del Grillo Parlante di
Asiago. Verrà presentato
il Manuale di Diritto
Regoliero redatto dagli
avvocati
Ivone
Cacciavillani, Enrico
Gaz, Elisa Tomasella, dal
Prof.
Giandomenico
Zanderigo Rosolo e dalla
dott.ssa
Consuelo
Martello(nella foto), ed
edito dall’Istituto Bellunese
di Ricerche Sociali e Culturali. Saranno presenti gli
autori del manuale ed esperti della materia che porteranno la loro esperienza,
oltre ad autorità politiche
locali e regionali.
8
Sabato 30 ottobre 2010
l’Altopiano
7
Sono partiti il 4 settembre. “Un’esperienza davvero indimenticabile!”
SCUOLA
Adesso come adesso possiamo proprio chiamarli cittadini
del mondo i nostri ragazzi andati e tornati da Liverpool. Proprio cosi, avete letto bene: quattro studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale (Marco
Lobbia, MariaEmilia Stella, Serena Finco e Serena Valente) e
tre dell’IPSIA (Nicola Sandrin,
Vanna Dalla Palma e Giada
Lunardi) hanno avuto l’opportunità di vivere per cinque settimane in Inghilterra, e precisamente nella città portuale di
Liverpool, “rinomata città dello shopping ma soprattutto
detentrice dell’onorevole titolo di Capitale della cultura europea nel 2008" come hanno
voluto definirla loro stessi.
Cos’è successo? Lo chiediamo proprio a loro, i diretti
protagonisti:
“Sabato 4 settembre siamo partiti dall’aeroporto di Treviso
alla scoperta dell’antico Regno d’Inghilterra retto dalla regina Elisabetta II. Una volta
arrivati siamo stati smistati, in
gruppi di due o tre, in alcune
famiglie della città. La domenica è servita come giorno
di ambientamento in famiglia
e il lunedì abbiamo iniziato a
frequentare la scuola (dalle
nove a mezzogiorno, con due
rientri pomeridiani , dalle 14
alle 16, il mercoledì e il giovedì).
Dopo aver fatto un test di inglese per essere collocati nelle
classi adatte al livello di ciascuno, siamo stati inseriti nella
prima settimana in una struttura
chiamata Liverpool School of
English, deputata a dare un’infarinatura di base propedeutica
alla restante parte della permanenza.
Sui banchi di scuola eravamo assieme a francesi, messicani, svizzeri, giapponesi, spagnoli, e chi
più ne ha più ne metta. Nazioni
a confronto, dunque, e così abSotto al Big Ben:
Marco Lobbia,
Serena Valente,
MariaEmilia Stella,
Nicola Sandrin,
Giada
Lunardi, Vanna
Dalla Palma e
Serena Finco
Cinque settimane nel Regno Unito
per sette giovani studenti altopianesi
biamo avuto la grandissima opportunità di venire a stretto e diretto contatto con culture totalmente differenti, con il trait
d’union linguistico costituito,
ovviamente, dall’ inglese, con
qualche “escursione” in
veneto-catalano con qualche
spagnolo. La settimana si è conclusa con le prime due trasferte,
una al sabato nella famosa cittadina di Chester (nota per le
mura romane che la circondano) e una la domenica nella città industriale di Manchester. Inizia l’esplorazione”!
Un soggiorno molto movimentato, mi sembra!
“Decisamente sì. La seconda settimana si è aperta
con un lunedì con la
L maiuscola: colloquio di lavoro in terra straniera, obbligatori camicia e cratanti musei al
vatta, molta serietà,
mondo), il Big
agitazione e tensioBen e la Houses
ne alle stelle. Sfida
of Parliament,
superata alla granLondon
Eye
de sia per la nostra
Chester: Marco Lobbia, Giada Lunardi, Mariaemilia
(ruota
panoramibravura (un po’ di A
Stella, Vanna Dalla Palma, Nicola Sandrin, Serena
ca alta ben 135
autostima non gua- Valente, Serena Finco e tre ragazzi di Thiene
metri), Madame
sta) sia perché tutto
sommato questi inglesi non sono Ci raccontano che Marco ha Tusseud (il museo delle cere di
proprio seri e scontrosi come pen- lavorato in un ufficio svolgen- Londra), Tower Bridge,
savamo, anzi, si sono dimostrati do mansioni di carattere con- Piccadilly Road, Notting Hill
simpatici, socievoli e molto dispo- tabile-amministrativo: Vanna Gate, Greenwich ed attravernibili a farti sentire come a casa in un ostello della gioventù, Se- sato molti parchi della città;
tua.
rena V. e Serena F. hanno svol- per ultimo, ma non ultimo, abIniziava così la prima delle quat- to molteplici mansioni presso la biamo assistito al pittoresco e
tro settimane di lavoro, dove scuola, Nicola in un ristorante famosissimo “cambio della
ognuno ha dovuto affrontare di- (dove ha allietato il palato de- guardia” a Buckingham
verse difficoltà, prima di tutte, gli inglesi con i suoi piatti ita- Palace. Tutto questo in tre giorovviamente, la lingua inglese. Ma liani), Mariaemilia e Giada ni, girando da soli senza una
alla fine è risultato che abbiamo nell’ufficio del locale Yacht guida, con l’uso esclusivo dellavorato benissimo, facendo Club. Hanno dedicato i fine la metropolitana”!
colpo sui colleghi, impressio- settimana a girare, visitato tutta Ma intanto il tempo, inesonando gli inglesi con le nostre Liverpool (musei e case dei rabile, passa …
abilità e molte capacità di co- Beatles compresi), ed altre due “Infatti è arrivata in fretta anmunicazione e lasciando loro un città costiere situate poco lon- che l’ultima settimana, ed è
tornata
anche
ricordo positivo dell’Italia, tut- tano, Formby e Southport.”
l’accompagnatrice che ci
to ciò dimostrato dalle belle pa- E Londra?
role espresse nella valutazione “Ebbene si! Siamo stati anche avrebbe poi riaccompagnati a
e nelle lettere di referenza dei a Londra, la capitale del Re- casa; una gioiosa cena di
gno Unito, una delle capitali festeggiamento e di commiarispettivi tutori aziendali”.
più importanti d’Europa e, per- to, gli ultimi minuti nelle faché no, del mondo. Abbiamo miglie ospitanti, i saluti ed i
visitato la National Gallery ringraziamenti, qualche rega(dove sono conservati famosi lo: sorrisi, soddisfazione, comquadri dei migliori pittori del- plimenti, qualche lacrimuccia
la storia, dai “Girasoli “ di Van e, finalmente o purtroppo, il riGogh alla “Vergine delle Roc- torno a casa”.
ce” di Leonardo Da Vinci), Il bilancio finale?
Trafalgar Square, British “Sono state sicuramente cinque
Museum (uno dei più impor- settimane importantissime in
A Liverpool
cui abbiamo potuto imparare
molte cose nuove e fare
un’esperienza intensa e diversa, soprattutto perché vivere per
cosi tanto tempo in un paese
diverso dal tuo richiede un certa integrazione ed un certo spirito di adattamento al modo di
vivere, alla cultura ed allo stesso modo di pensare degli inglesi. Certamente è stata un’espe-
rienza importante che resterà
per sempre nelle nostre menti e
nei nostri ricordi, sia perché ha
consentito lo sviluppo di molte
abilità ma anche perché è bello mettere “il naso fuori di
casa”. Un’esperienza importantissima, non va dimenticato, anche sul piano linguistico,
visto che ci ha consentito di migliorare e perfezionare moltissimo il nostro livello di conoscenza della lingua inglese”.
Un’esperienza positiva a 360
gradi, dunque?
“Certamente. É molto bello e
decisamente positivo che vengano realizzati e concretizzati
questi progetti, sicuramente un
valido investimento sui giovani
e sul futuro”.
“E’ per noi doveroso, ma sentito
– concludono - ringraziare
l’Unione Europea che ha finanziato quasi totalmente l’iniziativa, lo Stato Italiano e il Regno
d’Inghilterra, la Scuola di Inglese di Liverpool, la città stessa di
Liverpool, le famiglie ospitanti,
la Regione del Veneto ed il nostro Istituto; ultima, ma non per
ultima, l’Associazione Fortes che
ha progettatto, programmato e
reso possibile l’iniziativa grazie
al duro e costante lavoro del personale”.
Cesare Pivotto
BIRRERIA - PIZZERIA
TRATTORIA - BRUSCHETTERIA
Ristorante CASA ROSSA
località Kaberlaba - Asiago
info 349 34.64.983
NOVITA’: per gruppi
minimo 8 persone su
prenotazione si organizza
la “Cena al contrario”
HALLOWEEN
Sabato 30 - 4th Dimension-If you fly
Domenica 31 - 4 Ever
(Tributo Queen rock anni 80)
speciale FESTA DI CLASSE 2010
al Khellar - Casa Rossa cena e
serata con DJ a 20 euro
8
Sabato 30 ottobre 2010
l’Altopiano
8
Un nuovo volto ai giardini
ATTUALITA’
L’area nel centro di Asiago verrà rinnovata e migliorata sotto
il profilo dell’ usufruibilità - Lavori al via in primavera
Sottoservizi rinnovati, rifacimenti del porfido a coda di pavone, punti luce in ogni aiuola e panchine fisse illuminate
da sotto inserite in nicchie prestabilite. Più 23 aceri rossi a
contorno e profili della aiuole rinnovati. Saranno così i nuovi
giardini di piazza Carli ad Asiago. “Sia chiaro è stata rispettata la piantina storica dei giardini, solo che l’area verrà
rinnovata e migliorata sotto il profilo dell’ usufruibilità, per
esempio con i punti luce in ogni aiuola – spiega l’assessore
ai lavori pubblici Giampaolo Rigoni – Così come era necessario rivedere tutto l’impianto arboreo con molti alberi malati, altri oramai giunti alla fine della loro vita naturale. Così
si è deciso di toglierli tutti, reimpiantare lungo tutto il perimetro gli aceri e poi in un secondo momento pensare anche
a ripristinare gli alberi nelle aiuole, sempre comunque con
alberi a foglia”. Il progetto è stato redatto dagli uffici tecnici comunali e l’appalto è già stato in pratica assegnato.
Tanto che appena smette di nevicare i lavori potranno partire subito perché i giardini siano pronti per i primi di giugno, così da poter accogliere i primi turisti e le prime manifestazioni estive con una nuova veste. Dando lustro anche a tutto il paese. “Il progetto rientra in una programmazione di medio lungo termine di riqualificazione di tutto il
centro storico e delle sue piazze – continua Rigoni –
Abbellimenti che spesso si accompagnano a lavori di miglioramento dei servizi o di opere di risparmio. Opere rese
possibili grazie alla vicinanza della Regione Veneto sempre
pronta ad offrire supporto economico alle nostre idee e necessità”.
Gerardo Rigoni
Musica di qualità a un passo da casa
Ecco l’obiettivo dell’Associazione Musica Asiago Altopiano in sinergia con il Comune
di Asiago. Dopo il concerto della GB Big Band arriva quello di Frank Vignola
Venerdì 22 ottobre, al Teatro
Millepini di Asiago, si è tenuto il concerto della GB
(Gastone Bortoloso) Big Band,
una banda musicale composta da diciotto elementi diretta
da
un
favoloso
trombettista. La serata musicale ha coinvolto i partecipanti in un repertorio blues e jazz
non impopolare: molti brani
proposti hanno costituito la
colonna sonora di famosissimi film. Per rendere più coin-
volgente la serata, la banda ha
portato con sé anche un cantante. Gastone Bortoloso,
trombettista e arrangiatore, si
è diplomato al conservatorio
di Verona e ha conseguito il
diploma in Musica Jazz a
Trento. Ha poi perfezionato i
suoi studi a Milano, Roma,
Siena e New York. Oltre a
dedicarsi da sempre alla musica jazz, il musicista ha fatto
parte dell’orchestra di palcoscenico dell’ente lirico Arena
di Verona; ha partecipato a diverse formazioni a livello nazionale e ha collaborato con
diversi artisti di fama interna-
zionale, del calibro di Carla
Bay, Steve Swallow e John
Warren. Ha lavorato anche
come insegnante in diversi
Istituti veneti, specializzandosi
nella
didattica
dell’improvvisazione. E’ stata infatti quest’ultima sua caratteristica a impressionare
maggiormente i presenti, creando un’atmosfera suggestiva che soltanto il jazz sa trasmettere. L’evento, organizzato da AMA, Associazione
Musica Asiago Altopiano, non
ha avuto un’ottima risposta
da parte del pubblico
altopianese; un vero peccato
considerati gli sforzi profusi
per la sua realizzazione e l’opportunità data agli appassionati
di ascoltare una musica di alta
qualità a un passo da casa.
L’impegno della scuola di
musica altopianese, però, continua a produrre frutti; la serata è stata anche funzionale
alla comunicazione di un nuovo progetto, in sinergia con il
Comune di Asiago, che prevede il ripristino di una banda
di fiati nel capoluogo
altopianese. Inoltre, giovedì
scorso, si è tenuto un importante appuntamento riservato
ai piccoli musicisti e ai loro
genitori: una giornata di
sensibilizzazione alla musica
per i bambini di età inferiore
ai cinque anni e un’occasione
per genitori e figli di passare qualche istante piacevole accompagnati dalla bellissima atmosfera
che la musica crea. Il 13 novembre, si terrà, sempre presso la
struttura asiaghese, un imperdibile
concerto di Frank Vignola, con
l’auspicio di poter arrivare a un
pubblico maggiore. Molti gli
ospiti previsti per la serata. Il
biglietto (20 euro) si trova in
prevendita presso l’Ufficio
Turismo di Asiago.
Martina Rossi
DIGITALE TERRESTRE Sei pronto?
Attenzione, perché ormai ci siamo. Tocca
anche al Veneto il passaggio al digitale terrestre, previsto dal 30
novembre all’11 dicembre prossimi. E
se fino ad ora, pur
sentendone parlare, ci
abbiamo pensato solo superficialmente, è giunto il momento di capire cosa sarà necessario fare per continuare a ricevere tutti i canali tv come facciamo ora. Basterà il decoder, o saremo costretti ad acquistare un
nuovo televisore? I decoder in commercio sono numerosi, come facciamo a sapere quale fa al caso nostro?
Il segnale si continuerà a ricevere tramite l’antenna
attuale, o sarà necessario revisionarla? Siamo sicuri che il digitale terrestre arriverà dappertutto, anche nei luoghi un po’ isolati? Saremo costretti a
fare spese impegnative per continuare a vedere i
programmi preferiti? Sono molte le domande che
sorgono, pensando alla novità che ci aspetta a breve. E risposte chiare e sicure
ci possono arrivare da tecnici
qualificati come lo sono Marco Fracaro e Mauro Mosele
della Digital World, che proprio in vista di questo passaggio si sono specializzati frequentando specifici corsi impostati sulla figura professionale di antennista qualificato
per la nuova era del digitale
terrestre. Per dare a tutti la possi-
bilità, senza alcun
impegno, di chiedere informazioni e ricevere risposte
competenti,
la
Digital World in collaborazione con la
Comunità Montana,
ente responsabile
dell’informazione sul digitale terreste in Altopiano, ha
organizzato tre incontri aperti a tutti. Questi sono in
programma il 7 novembre a Gallio, il 14 a Canove
per gli abitanti del comune di Roana, e il 21 ad
Asiago, e si terranno nei centri dei paesi, dove verrà
collocato un gazebo al quale rivolgersi per saperne
di più sul digitale terrestre. “Il nostro scopo – dicono
i due installatori qualificati – è quello di indirizzare verso la soluzione più idonea, indicando cosa fare per non
spendere troppo. Il cambiamento può avvenire senza intoppi, ma è necessario muoversi nella giusta direzione,
che, da solo, l’utente fatica ad individuare. Bisogna capire
quali sono le esigenze di ognuno, e quindi stabilire la soluzione idonea”. Insomma, anche nel passaggio al digitale terrestre, è importante non
farsi trovare impreparati, affidandosi a chi
può garantire professionalità e competenza, in modo da non incorrere in imprevisti e
problemi. “Siamo disponibili – dicono Marco
e Mauro- a dare consigli e informazioni senza impegno a chiunque ci vorrà interpellare,
sia venendo presso i gazebo informativi nei
luoghi e giornate indicate, che chiamandoci
a uno dei seguenti numeri: 347 4671729
(Mauro) o 349 7731841 (Marco).
Info point ad Asiago,
Gallio e Canove
Nei giorni 7 novembre a Gallio
14 novembre a Canove
(per tutto il comune di Roana)
21 novembre ad Asiago, la
Digital World è a disposizione
dalle 9 alle 12 presso il gazebo
informativo (in centro paese)
per rispondere, senza impegno, alle domande degli utenti
su tutto ciò che riguarda
il digitale terrestre
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Sabato 30 ottobre 2010
l’Altopiano
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Sabato 30 ottobre 2010
l’Altopiano
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Il Consiglio approva il Piano d’intervento
Il privato “pagherà” la volumetria ceduta con la perequazione pari al 51% dell’aumento di valore del
terreno divenuto edificabile. Con i fondi ottenuti in questo modo, il Comune realizzerà opere pubbliche
Battibecchi al Cineghel:
esposto anonimo alla Procura
Non sembra essere dei più
sereni il clima politico che si
respira a Gallio, specialmente dopo l’ultimo incontro con
la popolazione per la presentazione del Piano d’intervento in cui si sono verificati alcuni momenti di tensione, oggetto, nei giorni successivi, di
gran discussione in paese. In
quell’occasione il sindaco
Pino Rossi, come provvedono ad informare (di fatto anonimamente) alcuni cittadini
appartenenti a un non ben definito gruppo chiamato “Ridateci Gallio”, “avvalendosi di
immagini elettroniche di atti
di edilizia privata – si legge
nella lettera indirizzata anche
al Prefetto di Vicenza, alla Procura della Repubblica e ai
Carabinieri di Asiago - mostrava come per alcuni terreni
privati fosse stata più volte
modificata la qualifica edilizia, lasciando intendere un
qualche particolare interesse”. Le parole del sindaco
sono di fatto state raccolte
come una sottointesa accusa
alla precedente amministrazione che quella sera, Danillo
Finco, consigliere di minoranza, avrebbe definito “inopportuna” e per la quale il sindaco
sarebbe poi stato invitato pubblicamente da Alberto Stella,
fratello dell’ex sindaco
Antonella Stella (invitata dal
sindaco a partecipare, ma assente per motivi di salute), a
“formalizzare una doverosa
denuncia agli organi competenti, adempiendo così ad
un obbligo istituzionale del
primo cittadino”. Il tutto, viene specificato anche nella missiva: “nell’interesse della legge, del diritto di ogni cittadino di poter discernere la
verità dei fatti dalle illazioni,
le giuste accuse dalla maldicenza”. Pino Rossi, da noi
interpellato sulla questione, non
solo ha confermato questa ver-
sione dei fatti ma ha ribadito
con forza quanto risposto
pubblicamente al Cineghel:
“Io non denuncio nessuno,
ma sono prontissimo a confermare quanto detto quella sera. Ho semplicemente
mostrato come due aree
che nei precedenti Prg
(1982, 1998) erano adibite a parcheggio e parco (le
immagini sono disponibili
anche nel sito del Comune
), con il Pat approvato nel
2007 siano state inserite nel
consolidato edilizio e quindi di fatto, se attivate dal
piano
del
sindaco,
edificabili e spiegando che
ora, con il piano di intervento non lo sono più. Per me
quelle aree sono verdi. Ribadisco anche che non accetto lezioni da nessuno tanto meno da chi, negli ultimi
quindici anni, ha governato Gallio”.
Gli oltre 200 mila metri
cubi di nuovo edificato
previsto dal PAT di Gallio
saranno gestiti direttamente dall’attuale amministrazione comunale
che, con il piano di intervento discusso recentemente, stralcia le aree
d’espansione previste dal
documento di pianificazione territoriale approvato nel 2007. “Ma con
questo non intendiamo
aumentare l’edificabilità
a Gallio – spiega il sindaco Pino Rossi – E non
sarà favorito alcuno a
danno di altri. Piuttosto
saranno avvantaggiati
tutti i cittadini di Gallio e
i nostri ospiti con la realizzazione di numerose
opere pubbliche di cui la
nostra cittadina necessita da tempo”. Il piano,
che alla fine della discussione in consiglio comunale ha ricevuto l’approvazione con solo due
astensioni e nessun voto
contrario della sua presa
d’atto, distingue tra due
tipologie di terreni
edificabili. Quelli storici
e non ancora sviluppati
previsti nei Prg 1982 e
1998, che rimarranno
edificabili e a cui saranno solamente applicate le
limitazioni già previste
dal PAT, e quelli invece
inseriti in zone d’espansione previste dal PAT.
Questi ultimi saranno
stracciati e le volumetrie
previste saranno “incamerate” dal Comune che
le distribuirà secondo le
richieste e le necessità
della popolazione. Il privato
“pagherà”
la
volumetria ceduta con la
perequazione pari al
51% dell’aumento di valore del terreno divenuto
edificabile. Con questi
fondi il Comune realizzerà le opere previste; opere che lo stesso privato
potrà realizzare al posto
di pagare il Comune.
“Con questo piano si mettono in moto vari fattori
positivi – ha proseguito
Rossi – In primis le nuove edificazioni si realizzeranno solo all’interno di
aree urbanizzate con un
consumo di terreno vergine minimo. In più con un
lotto edificabile si fanno
partire due cantieri, quello
del lotto stesso e quello dell’opera pubblica dando lavoro, ci si augura, soprattutto ad imprese locali”.
Gerardo Rigoni
fuochi artificiali e la Festa dei
Nonni. Per concludere, grande soddisfazione è arrivata
dalla recente Oktober Ghel
Fest, la festa della birra che
si è rivelata un successo sot-
to tutti i punti di vista. Penso
che sia normale, dopo un’attività così intensa, sentirsi
orgogliosi, ma anche un po’
stanchi, ed è per questo che
abbiamo deciso di prenderci
una piccola pausa, per poterci ricaricare al meglio e ripartire
alla grande il prossimo anno”.
“Ringrazio l’amministrazione
comunale – conclude Carlo Schivo – e i tanti sponsor privati che
ci sostengono, ma in modo particolare i volontari che con il loro
lavoro gratuito ci permettono di
fare con poco ciò che altrimenti
risulterebbe impossibile”.
Silvana Bortoli
Stefania Longhini
Ci sia consentito un post scriptum: di fatto la lettera in questione,
non riportando nessun nome referente e nessun numero di telefono, sarebbe da considerarsi tra le tante anonime che arrivano
in redazione e che puntualmente vengono cestinate. Abbiamo
deciso di riportare alcune delle sue parti in un articolo in quanto
riferite a fatti avvallati da più persone presenti quella sera al
Cineghel e confermate, come avete potuto leggere, dal sindaco
stesso. Cogliamo l’occasione per ribadire ai lettori che tutte le
lettere che ci giungono prive di firma, indirizzo e numero di telefono del mittente non verranno prese in considerazione.
Grandi soddisfazioni per la Pro Gallio
Con l’Oktober Ghel Fest conclusa
una stagione di eventi ben riusciti
Ha riscosso tanti consensi
anche la seconda edizione
della festa della birra di
Gallio: il numero di partecipanti, che ha superato quello
dello scorso anno, dimostra
come l’Oktober Ghel Fest sia
un’idea vincente, da ripetersi. Piace il fatto che venga
organizzata una festa in gran-
de stile pensata una volta tanto non per i turisti, ma per la
gente del posto. L’allegria
degli appuntamenti di
intrattenimento, la buona birra e i piatti tipici da gustare
nel tendone riscaldato, offrono nuove opportunità di ritrovo e aggregazione in un periodo extra stagionale. E, nel-
l’ambito dell’evento, ha richiamato un numero di persone al di sopra di qualsiasi
più rosea previsione la Festa
della Famiglia, pensata dall’amministrazione comunale:
al pranzo hanno partecipato
oltre seicento persone, impegnando non poco gli addetti
allo stand gastronomico, che
si sono infine meritati i complimenti dei presenti per essere riusciti a servirli tutti nel giro
di poco tempo. Terminata la
festa, è giunto il momento di
tirare un po’ il fiato per i volontari della Pro Loco di Gallio
e per il suo presidente Carlo
Schivo. “Quest’estate - commenta – la Pro Loco ha organizzato oltre trenta manifestazioni, alcune delle quali di grande spessore, come la finale
regionale di Miss Italia e la
finalissima del Cantazzurro
Festival, che ha richiamato in
piazza circa duemila persone. Fra gli appuntamenti più
riusciti anche la Festa del
Villeggiante con gli splendidi
Numeri vincenti della sottoscrizione a premi dell’Oktober Ghel Fest:
3341 (televisore 42 pollici) 1986 (motosega professionale) 1837 (computer portatile) 1931
(Nintendo DS) 4361 (bancale legna faggio) 0900 (scaldasonno Imetec) 3555 (bidone aspira
cenere) 3553 (decoder digitale terrestre) 1449 (forno elettrico) 3399 (frullatore Imetec)
I premi devono essere ritirati entro 30 giorni dall’estrazione telefonando al 320 2470072.
ROTZO
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l’Altopiano
Sabato 30 ottobre 2010
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“Chi scrive sul sito del Comune
deve essere riconoscibile”
Il sindaco impone regole all’uso del guestbook. C’è chi polemizza: “Bavaglio ai cittadini”
Per Giulia Gianesini il grosso
“in bocca al lupo” di Gallio
Un bel momento nella piazza centrale del paese
alla vigilia della prima gara di Coppa del mondo
Sabato 23 ottobre a Solden
è partita la stagione agonistica della Coppa del Mondo di slalom gigante. Un
appuntamento che ha visto
anche quest’anno ai blocchi di partenza l’atleta
altopianese
Giulia
Gianesini, giunta alla fine
17°. E proprio per augurare la miglior stagione possibile all’atleta di Gallio i
soci della Fans club Giulia
Gianesini, i suoi concittadini
e
gli
sportivi
dell’Altopiano si sono ritrovati nella piazza centrale
del paese per gridare tutti
assieme “Forza Giulia!”.
“Quest’anno siamo certi
che Giulia farà bene – ha
affermato Luca Gianesini,
presidente del club – La
sua energia positiva e la
sua tranquillità promette
per una stagione emozionante”.
Il club, nato l’anno scorso
quasi in sordina con una decina di appassionati che seguivano le tappe del circuito internazionale per incitare la loro beniamina, è velocemente cresciuto contando oggi oltre 100 soci e
circa una 50ina di “ultra”
che partono a notte fonda
per essere a bordo pista per
sospingere Giulia tra i pali.
“Doveroso ritrovarsi qui
per augurare tutto il meglio
possibile a Giulia, persona,
ancora prima che atleta,
eccezionale – ha illustrato
l’assessore allo Sport di
Gallio, Giorgio Tagliaro –
Censura sul guestbook del
Comune di Gallio o solo il tentativo di indirizzare il suo utilizzo in maniera costruttiva e
concreta? E’ quanto si chiedono alcuni “frequentatori”
del guestbook messo a disposizione dall’amministrazione
comunale sul sito del Comune dopo che il sindaco Pino
Rossi ha imposto delle restrizioni al suo uso.
Il sindaco ha deciso che ogni
messaggio, anche se anonimo o coperto da nickname,
dovrà contenere un numero
di telefono, che rimarrà riservato, per poter contattare chi
ha inviato il messaggio. Qualora il messaggio non fosse
accompagnato dal numero di
telefono non sarà pubblicato. Una presa di posizione
che ha creato una sollevazione di scudi dei molti habitué
La Gianesini costituisce per
noi un patrimonio importante perché rappresenta un
modello per i nostri giovani,
un esempio di vita sana e di
come con dedizione e perseveranza si può superare
qualsiasi ostacolo. E’ inoltre testimone della necessità della realizzazione di uno
liceo sportivo, lei che ha dovuto tollerare anche il sacrificio di andare in pianura a
studiare per cercare di far
combaciare esigenze sportive con necessità scolastiche. Avessimo una struttura simile sono convinto che
la nostra terra potrebbe
sfornare altri campioni che
porterebbero lustro non solo
all’altopiano ma a tutta l’Italia”.
G.R.
Alloggi per anziani, il Comune compra casa
Non ci sono gli spazi necessari da mettere a disposizione
degli anziani, sia come luogo di ritrovo che come alloggio, e
allora il Comune li acquista. A Gallio, con apposita deliberazione di Giunta, approvata l’8 ottobre, sono stati stabiliti gli
indirizzi per l’acquisto di un immobile e specificati i requisiti che
il fabbricato dovrebbe avere. Si cerca un edificio situato all’interno del centro abitato del capoluogo con: un volume indicativo
di 1500 mc circa, lordi; minimo 8 alloggi (monolocali); spazi di
relazione (zona ricreativa, mensa, etc.) interni alla struttura pari
minimo a 100 metri quadrati; spazi scoperti esterni alla struttura
pari a circa il 30% della superficie utile della struttura stessa.
“La nostra intenzione – spiega il sindaco Pino Rossi – è quella
di creare il più possibile
aggregazione per gli anziani. Penso a chi vive solo o
con una badante, magari
nelle zone periferiche del
paese e che potrebbe, con
un affitto minimo, trovare
posto in questa casa. Penso alle associazioni, come
ad esempio l’Auser, che
potrebbero così avere una
della pagina web dove si
scambiavano opinioni, consigli lanciando anche qualche
provocazione. Il fatto di doversi “svelare” ha fatto in
modo che le pagine siano ora
praticamente abbandonate
come aveva previsto Miriam
nel post che ha seguito le disposizioni del primo cittadino. “Adesso non scriverà
più nessuno, anche solo per
la paura di eventuali
“ritorsioni”. Una critica è
poche volte ben accetta e
considerata costruttiva da
chi la riceve ed è difficile
quindi poi non provare risentimento nei confronti di
chi l’ha fatta” aveva scritto la ragazza.
“Infatti nel mese precedente all’ “editto del sindaco”
ci sono state 60 persone
che con altrettanti pensieri
liberamente scritti aveva-
sede stabile da autogestire. Qui poi oltre alla mensa e agli
spazi associativi si potrebbe pensare ad un ambulatorio per
uno psicologo e qualche altra figura che possa essere d’aiuto
e sostegno agli anziani. L’importante è che comunque gli anziani si trovino al centro della vita sociale del paese e non
ghettizzati”. Tutti i proprietari di un immobile con le caratteristiche sopra descritte, che fossero intenzionati a cederlo al
Comune di Gallio, sono invitati a presentare la propria proposta
e il relativo prezzo di vendita richiesto. “Un costo – specifica il
primo cittadino – che il Comune affronterà tramite apposito
mutuo”. L’amministrazione comunale si riserva di verificare le
offerte stesse nonché le modalità di acquisizione sotto il profilo
tecnico ed economico. Per qualsiasi informazione contattare
l’ufficio tecnico, settore urbanistica del Comune di Gallio negli
orari di apertura al pubblico: lunedì e mercoledì dalle ore 10,15
alle ore 12,15, o telefonicamente (sempre negli orari di apertura al pubblico al n. 0424447915).
Stefania Longhini
no pubblicato sul guestbook
– illustra Flavio Baù, frequentatore abituale del
guestbook galliese - Dopo
l’intervento di Rossi ci sono
stati solamente 6 interventi
di cui 3 miei che denunciavano questo sopruso. Perché non formare un “Gruppo di difesa per la libertà di
Guestbook” e, se non saranno pubblicati gli scritti,
inviare un esposto alla magistratura denunciando
l’avvenuta violazione dell’articolo 21 della Costituzione?”.
“Lasciando perdere tutte le
battute polemiche contenutevi credo che il suo uso
debba essere quello di uno
strumento con il quale un
amministratore può ricevere suggerimenti e critiche
per migliorare il proprio
operato – spiega la sua decisione il sindaco Rossi –
Il guestbook del sito del
Comune di Gallio potrà
essere utilizzato da tutti
i cittadini residenti e non
per comunicare all’amministrazione ciò che ritengono non vada per il giusto verso, comunicare
eventuali suggerimenti
per l’effettuazione di
interventi più rilevanti
o per migliorare la gestione di determinati
servizio per esprimere critiche sul comportamento e sulle
scelte degli amministratori, a tutti i livelli. Non una censura
quindi ma uno strumento amministrativo; per incontrarsi
virtualmente ci sono altri luoghi propriamente preposti per
questo”. Gerardo Rigoni
Gallio: accordo con le
banche per finanziamenti
ai fornitori del Comune
Il Comune di Gallio, con deliberazione di Giunta Comunale n. 126 del 01.10.2010, ha approvato la bozza di accordo disciplinante la concessione di
finanziamenti ai fornitori del
Comune mediante l’anticipo
delle fatture. A seguito di invito a tutti gli istituti di credito
sulla piazza di Gallio e Asiago,
hanno aderito all’iniziativa la
Banca Popolare di Vicenza, la
Cassa di Risparmio del Veneto,
la Cassa Rurale ed Artigiana
di Roana e la Banca
Antonveneta. Gli accordi che
verranno sottoscritti nei prossimi giorni avranno validità
fino al 31.12.2011 e permetteranno ai fornitori del Comune di Gallio di vedere anticipati i loro
crediti dalle banche
con tassi estremamente vantaggiosi.
Per
eventuali
chiarimenti rivolgersi all’Ufficio ragioneria, telefono 0424
447928.
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Sabato 30 ottobre 2010
l’Altopiano
12
Futuro delle scuole al di là del ponte:
una sentenza di morte per Rotzo
ROANA
In Commissione provinciale passa una proposta shock: resterà aperto solo il plesso di Roana
Mors tua, vita mea. Roana
vivrà, Rotzo morirà. E’
questo, per il momento,
l’epilogo dopo una riunione in Commissione provinciale tenutasi mercoledì 27 ottobre, sul futuro
delle scuole “al di là del
ponte”. L’accordo condiviso dei Comitati dei genitori
di
Roana,
Mezzaselva e Rotzo, raggiunto dopo lungo e non
facile lavoro, e presentato circa un mese fa, che
proponeva un plesso unico, ma con le classi suddivise nei due paesi, ovvero prima e seconda a
Roana, terza quarta e quinta a
Rotzo, le medie, come sempre, a Mezzaselva, soccombe
alle pretese dell’amministrazione comunale di Roana. Per
gli alunni e le loro famiglie una
scelta che cala dall’alto, incurante del lavoro lodevole dei
volenterosi comitati di cittadini, con un Comune, Roana
appunto, che chiede e ottiene
la chiusura della scuola di un
altro Comune vicino e amico,
Rotzo. Una scelta impopolare, contro ogni logica di collaborazione, di unione e anche
numerica dal momento che a
Roana ci sarebbero 25 alunni
in tutto e a Rotzo 43.
Laconico il commento di
Lucio Spagnolo, presidente
della Comunità Montana nonché consigliere di maggioranza a Rotzo: “Ora ci toccherà
iniziare una battaglia tra enti,
tra vicine frazioni, tra paesi
della “riviera” per garantire a
Rotzo, che come Comune ne
ha diritto, la sua scuola. Una
guerra tra poveri, con innocenti interpreti i nostri figli.
Eravamo disposti a condividere, a lasciare qualcosa, a trattare ma dopo questo tiro mancino…! Che peccato. Che
pena soprattutto per chi, come
me, crede nella condivisione,
nell’unione dei servizi, nella
partecipazione democratica
attiva della gente alla vita pubblica!”
“C’è grande amarezza, oltre
che rabbia – spiega il sindaco
di Rotzo Matteo Dal Pozzo –
noi abbiamo fin da subito deciso di uscire dalla sfera decisionale e di delegare i cittadini
ad organizzarsi tra di loro per
valutare le opportune soluzioni. Sono sorti i comitati di ge-
nitori, brava gente, genitori di
tutti i nostri bambini non solo
quelli frequentanti ma tutti,
anche quelli appena nati che
andranno a scuola tra 5 anni,
che hanno votato al loro interno un gruppo ristretto di
persone per trattare con gli
omologhi comitati di
Mezzaselva e di Roana. Il percorso non è stato facile: numerosi incontri, scontri, sospensioni, malcelate critiche,
tutto assolutamente normale
in una contrattazione tra paesi
per un problema importante
come quello della scuola. Alla
fine era però prevalso il buon
senso e con la decisione dei
comitati e la nostra delibera per
recepirla e istituzionalizzarla
per noi il discorso si chiudeva”.
Ma l’amministrazione di
Roana, a quanto pare, non era
d’accordo.
“Ci sono valide ragioni
di ordine scolastico e
amministrativo, che
avvalorano questa
scelta. – spiega il sindaco
di
Roana
Valentino Frigo – Dal
punto
di
vista
formativo anche il
provveditore, che alla
fine ha rappresentato
l’ago della bilancia, ha
bocciato categoricamente la proposta dei
genitori. Anch’io la
giudico anacronistica,
controcorrente, solitamente si tende ad andare verso il centro, dove ci
sono più possibilità, e non verso la periferia. E’ un processo naturale, poiché per la formazione dei ragazzi i plessi più
grossi sono i più validi.
Amministrativamente era illogico tenere aperte due strutture, soprattutto per motivi di
costi. Mi spiace davvero per
Rotzo: perdere la scuola del
paese è un trauma, ci son passato già come amministratore, ma a distanza di qualche
tempo lo si supera e si vedono le cose in un altro modo”.
Mercoledì 27 ottobre dunque
la riunione in Provincia, presenti l’assessore provinciale
Morena Martini, il provveditore agli studi Franco
Venturella, i rappresentanti dei
Comuni del distretto scolastico di Asiago. Questo l’esito:
favorevoli 5, cioè Roana,
Una Trabant a Cesuna
“Sfreccia” tra le vie della frazione roanese, guidata dal proprietario Mario Valente, una rossa Trabant che fa strabuzzare
gli occhi a non pochi. Un’auto
inconsueta davvero che la storia ci ha abituato ad abbinare a
regioni poste ben più a est
dell’Altopiano, del Veneto, dell’Italia stessa.
Nata come l’auto del popolo tedesco, la Trabant fu di fatto
l’unica scelta possibile per il trasporto privato in alcune nazione dell’ex Patto di Varsavia; studiata come un motoveicolo che
solo alla fine del progetto venne
convertito in una automobile, inizialmente la sua denominazione
era quella di AWZ (Automobilwerk Zwickau). Il nome Trabant
venne utilizzato per la prima volta nel 1957 per il modello definitivo P50 e significa compagno di viaggio. Furono le prime auto
tedesche con la carrozzeria interamente realizzate in materiali plastici. Per realizzare la carrozzeria veniva utilizzato il Duroplast, un
materiale contenente resina che veniva rinforzata con lana o cotone. Questo materiale era economico da produrre ed evitava alla
DDR di dover importare il costoso acciaio. Anche se non offriva
molta protezione in caso di urto, recenti crash-test hanno dimo-
Novità al
strato che la protezione offerta da queste vetture era comunque adeguata alla classe
della vettura. Il modello
“altopianese” è una P60, 600
cc di cilindrata, un motore due
tempi bicilindrico che innesca
miscela al 2%, proprio come i
motorini Piaggio, e in effetti il
suo scoppiettio ricorda vagamente il rombo di una Ape.
L’impianto elettrico a 6 volt e
gli ammortizzatori a balestre
completano la scheda tecnica
di presentazione. Originale il
misuratore del serbatoio benzina: per sincerarsi dell’autonomia rimasta il pilota deve aprire il cofano e con un’asta graduata metallica sincerarsi dell’effettivo carburante ancora a disposizione. La velocità massima si aggira sui 100 km/h. Valente acquistò il mezzo a Rimini, dopo essersene innamorato al museo di
Dresda, da allora la sua Trabant ha fatto molti chilometri e solo
ultimamente sembra accusare qualche problemino tecnico;
ciononostante non disdegna di usarla per recarsi all’istituto scolastico dove insegna, attirando non poco l’attenzione dei suoi scolari. Dei 106.628 modelli prodotti dal 1962 al 1965 è una delle
poche superstiti ancora circolanti.
Giovanni Dalle Fusine
Asiago, Foza, Gallio e Franco
Venturella; astenuta l’assessore provinciale Morena Martini;
unico contrario il Comune di
Rotzo. Un’ultima parola agli
altri comuni, chiamati a dare
il proprio voto sulla questione: “Tengo a specificare il
nostro imbarazzo – afferma il
vice sindaco di Asiago Roberto Rigoni – nel dover prendere le parti di uno o dell’altro. Cosa che mai avremmo
voluto fare e che di fatto non
abbiam fatto. All’ordine del
giorno c’erano tre proposte:
che entrambe le scuole mantenessero l’autonomia, la proposta dei genitori e quella con-
traria (cioè che a Roana andassero le ultime tre classi e a
Rotzo le prime due); è stata
poi aggiunta a sorpresa la
quarta opzione del mantenimento di Roana e la chiusura di Rotzo proposta dal Comune di Roana. Noi abbiamo votato favorevolmente
per tutte e quattro le mozioni azzerando di fatto il nostro voto, il voto del provveditore è stato quello decisivo”. Così Roana ottiene di
unificare le due scuole elementari, portandole però tutte nel suo plesso.
Stefania Longhini
Via i cassonetti per il secco
A Roana e Rotzo arrivano i press
container ad apertura controllata
Dopo l’individuazione delle aree di posizionamento e i lavori con
cui sono state messe a punto le piattaforme su cui collocarli,
arriva l’annuncio di Etra, gestore del servizio di raccolta dei rifiuti, che entro il mese di novembre entreranno in vigore i nuovi
press container ad apertura controllata nel territorio comunale di
Roana e Rotzo, i quali si confermano così i primi a portare a
termine il sistema di raccolta dei rifiuti iniziato a maggio dello
scorso anno. Spariranno dunque definitivamente gli attuali
cassonetti verdi, e il secco riciclabile potrà essere conferito mediante l’apposita tessera nominale che, se non già ritirata, gli utenti di Roana e Rotzo riceveranno a casa per posta, come del resto
comunicato al momento della consegna agli Etra point del
bidoncino e della chiave per l’umido. Il rifiuto secco non riciclabile
deve essere raccolto in sacchetti trasparenti o semi trasparenti, l’apertura dei press container avviene semplicemente avvicinando la tessera al punto di lettura che si trova di fianco alla
bocca di apertura, seguendo le istruzioni del pannello informativo affisso al compattatore. Per dare maggiori dettagli sugli obiettivi
e le modalità tecniche di funzionamento dei press container, sono
state programmate delle serate informative: gli operatori di Etra
saranno presenti, a partire dalle 20.30, lunedì 15 novembre in sala
consiliare comunale di Rotzo, martedì 16 novembre al teatro
Palladio di Cesuna; a Canove mercoledì 17 novembre in sala
consiliare del municipio di Roana, e giovedì 18 novembre presso
la pizzeria Poedame di Roana, in Via Nuova 57.
S.B.
Si asfalta la
strada del Piovan
Verrà finalmente asfaltata la strada del Piovan, da Canove fino al ponte
di Roana, le cui condizioni dissestate sono state più volte segnalate da
chi per vari motivi si trova a percorrerla spesso, anche più volte al
giorno. “Se le condizioni del tempo lo permetteranno – comunica
l’assessore roanese Dario Frigo - i lavori, interamente finanziati dalla
Provincia, verranno eseguiti e portati a termine nella prima settimana
di novembre.” Slitta invece al prossimo anno il rifacimento del marciapiede all’ingresso del paese, opera che sarà ugualmente finanziata
dalla Provincia, ma tramite un altro progetto.
S.B.
CASA ROSSA! Loc.Kaberlaba Asiago
Non solo pizza ma anche tante altre gustose specialità: PRIMI PIATTI - GRIGLIATE ecc..
Al Ristorante con il l’Altopiano
Caseificio Pennar Asiago
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Sabato 30 ottobre 2010
13
Ai Pennar, tra i sogni e i sapori
dell’Agriturismo Ca’ Sorda
E’ una storia recente quella del “Ca’ Sorda
ai Pennar”, di cui proprio in questi giorni
ricorre il primo anniversario dall’apertura.
E’ una storia lunga invece quella che lega
fortemente il titolare dell’agriturismo Diego Rigoni e la sua famiglia al Caseificio
Pennar. Sia da parte di mamma Lucia, il cui
nonno Domenico “Meltar” è stato fra i soci
fondatori della cooperativa, che da parte di
papà Vittorio, al quale qualche tempo fa
sono stati riconosciuti gli oltre 50 anni consecutivi di consigliere, di cui molti in qualità di presidente e di vice presidente. “La
nostra famiglia – dice Diego Rigoni – è da
sempre orgogliosa di far parte di questa
cooperativa le cui regole per la produzione del latte seguono
disciplinari ben precisi a garanzia dell’alta qualità, e che negli
anni è sempre riuscita a dare risposte economiche positive e
importanti ai soci”. La famiglia Rigoni, oltre che per l’allevamento di vacche da latte, ha anche una storica tradizione per
l’ospitalità alberghiera, avendo gestito prima l’Albergo Asiago,
che si trovava in via Scajaro, e poi, negli anni ’80 il Circolo
Alpino. Una volta cresciuti e fattisi una famiglia, i figli di Vittorio e Lucia hanno preso ognuno la propria strada: Diego ha
scelto di tenere l’azienda agricola, con
l’allevamento di mucche per la produzione
di latte, e i campi. Ma la passione per
l’attività di albergatore è sempre rimasta viva in lui, tanto che l’idea, a lungo
accarezzata, di creare una propria
struttura alla fine si è concretizzata lo
scorso anno, quando con la moglie
Annamaria e i figli ha dato vita
all’Agriturismo Ca’ Sorda. Otto camere calde e accoglienti, ideali per ospiti
che vogliono soggiornare in un luogo
a contatto con la natura e le tradizioni
agricole dell’altopiano, ma pur sempre
vicino al centro di Asiago, e un ristorante che in poco tempo grazie alla bontà e genuinità dei
piatti proposti si è fatto la sua buona clientela. Nel contempo
è stato anche effettuato l’ampliamento dell’azienda agricola,
necessario per poter rispondere alle nuove esigenze dell’attività
collaterale. La Ca’ Sorda, ai piedi della contrada dove si trova
lo storico Caseificio Pennar, riceve gli ospiti in un ambiente
molto accogliente, i cui particolari, a partire dall’allegra
mucca tutta fiorita che è il logo del locale, testimoniamo
la passione e l’amore della doppia attività di allevatori e
ristoratori. La cucina della Ca’ Sorda è aperta il venerdì
sabato e domenica e nei giorni festivi (per cene di gruppo su prenotazione anche in altri giorni) e tutti i giorni per
chi vi alloggia.
LA RICETTA
La semplicità di un’ospitalità Maccheroncini
familiare e genuina
al fumo
“Ci piace accogliere il cliente
come un amico – dicono Diego e Annamaria – impegnandoci al massimo per dare il meglio”. E per questo c’è la collaborazione di tutta la famiglia:
Anna è principalmente la cuoca, ma è sempre presente ovunque serva, tanto che ha sempre pronti due grembiuli, quello da cucina e quello per la sala,
che cambia in tutta velocità a
seconda delle necessità del
momento. Vittorio, il figlio
maggiore, collabora in cucina
occupandosi dei secondi; Stefano, il secondogenito, si è
autonominato “responsabile di
sala”, un ruolo in cui si impegna molto, spiegando
dettagliatamente i piatti mentre
elenca il menù ai clienti. Poi c’è
Dianna, la bimba di casa, che
a soli 8 anni dà il suo contributo all’andamento dell’azienda
familiare … giocando assieme
agli ospiti più piccoli nell’apposita sala. Diego infine è una
sorta di supervisore, si definisce “il responsabile della qualità” : sempre pronto a controllare che sia tutto a posto, oltre
che a dare una mano sia in
cucina che in sala. In cucina
c’è anche saltuariamente Marco Ronzani, giovane collaboratore che aiuta nella preparazione delle pietanze. “Nei nostri menù – dicono Annamaria
e Diego – proponiamo piatti
semplici, tutti fatti al momento, con reinterpretazioni di ri-
cette tradizionali a base soprattutto di prodotti del territorio,
tutti freschi e di stagione. La
pasta è fatta in casa con le uova
fresche delle nostre galline, le
carni sono quelle della nostra
azienda agricola, molte verdure provengono dal nostro orto,
e i formaggi sono naturalmente quelli del Caseificio Pennar.
Anche i dolci sono tutti fatti
in casa”. Tra le carni segnaliamo la tagliata, il gulasch di
manzo, il coniglio al forno, i
medaglioni alla boscaiola con
carne di manzo macinata con
sopra una fetta di pressato dei
Pennar e funghi. Tra i primi, la
scorsa primavera hanno riscosso grande successo le tagliatelle con pancetta croccante
e asparagi, i fagottini con
tarassaco e Asiago, gli gnocchi di patate con pesto di
tarassaco e pomodorini, mentre fra i piatti della stagione
attuale segnaliamo il pasticcio di
lasagne con chiodini, Pennarone
e besciamella; molto apprezzata è la pasta condita con il “ragù
antico”, carne dell’azienda macinata una sola volta, cotta con aromi e verdure a pezzetti, e l’aggiunta finale di panna. Non manca la tosela dei Pennar, sempre
richiestissima, come lo sono i
piatti rustici: quello del
“Malgaro” con formaggio “Vecchio” dei Pennar fatto con latte
di malga, polenta, funghi, crauti
e salsiccia, e quello del “Montanaro” con sopressa, formaggio,
funghi e polenta. Gettonatissime
poi le torte di Annamaria, in particolare quella con le pere e lo
strudel. E’ semplicissimo ma riscuote sempre un buon gradimento il piatto che è stato scelto come
ricetta da proporre ai lettori, i
“maccheroncini al fumo” che
Diego e Annamaria hanno sperimentato prendendo spunto
da un primo che gustavano
“da morosi” in un ristorante
altopianese … una trentina
d’anni fa!
Gli ingredienti sono: maccheroncini fatti in casa
(ma va bene anche la pasta secca, tipo le penne)
Pennarone affumicato, speck di Asiago, panna fresca. Mentre cuoce la pasta, si tagliano a pezzetti
delle fette di speck e si fanno rosolare in una padella antiaderente, aggiungendo poi la panna fresca che va ben scaldata fino a quando tira. Cotta
e scolata la pasta, la si mette in padella, facendo
amalgamare bene il tutto, e solo allora si aggiunge
il Pennarone affumicato grattugiato con la grattugia a fori grossi, infine si spadella fino a quando il
sugo diventa filante, servendo, se piace, con una
macinata di pepe fresco. Un piatto semplicissimo, che però ha un suo segreto, che è quello di aggiungere il formaggio per ultimo, subito
prima di servire, per evitare che si formino dei grumi. Al volo un’idea per un antipasto,
sempre con il Pennarone affumicato: tagliato a fette si fa grigliare sulla piastra un minuto per
parte affinché prenda colore, vi si appoggia sopra del radicchio di Treviso padellato e una
fettina di pancetta o di speck croccante, passandolo poi in forno ben caldo per 5 minuti per
far fondere il formaggio.
PENNARONE E LE VARIETA’ KUMMEL E GALLIO
Questo prodotto assembla le caratteristiche migliori dei formaggi
dolci dell’arco alpino, il suo sapore infatti rievoca caratteristiche
tipiche dell’ formaggio Asiago, del Latteria e del Fontina
armoniosamente unite con sapiente maestria. Squisitissime
inoltre la varietà affumicata (Gallio) e quella con l’aggiunta
di semi di cumino (Kummel)
SERVIZIO REDAZIONALE
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Sabato 30 ottobre 2010
CORPO FORESTALE
DELLO STATO
l’Altopiano
14
L’impegno dei Forestali per
la sicurezza agro alimentare
Nell’ultimo anno, messe a segno grosse operazioni dal vino, alla birra, al formaggio
Sei operazioni per la sicurezza agro alimentare che
hanno portato a 5 procedimenti giudiziari con una
ventina di persone indagate e sanzioni amministrative per quasi 100 mila
euro. E’ il bilancio dell’ultimo anno di attività nel
settore agroalimentare del
coordinamento
distrettuale di Asiago del
Corpo forestale dello Stato, un settore che impegna sempre più gli agenti
al comando del vice questore aggiunto Isidoro
Furlan. “La produzione
agricola, se effettuata nel
rispetto degli equilibri biologici, consente di salvaguardare
il territorio rurale con benefici dell’intera collettività – illustra Furlan – Per questa ragione la sicurezza alimentare
e, di conseguenza la sicurezza del territorio, sono aspetti
che non interessano soltanto
gli operatori del settore ma anche il comune cittadino”. Un
controllo che sempre più va
oltre il territorio e la pratica
agricola; con il libero mercato i produttori italiani devono
fare conto con prodotti che
arrivano da altre zone del
mondo dove le legislazioni
sono diverse, spesso molto più
permissive, sia in termini di
controllo della qualità sia in
quello della tutela dei marchi.
Un problema particolarmente
sentito in Italia che ha la più
vasta produzione culinaria del
mondo con un altissimo
standard qualitativo e igienico.
Un settore che costituisce il
13% delle esportazioni comunitarie in paesi extraeuropei.
Ecco quindi perché i prodotti
italiani sono sempre più contraffatti all’estero; dai dati della
Coldiretti, prodotti alimentari
con nomi italianizzati producono affari per 50 miliardi di
euro contro i 20 miliardi dell’importo
delle esportazioni italiane vere.
L’UE riconosce 890
prodotti Dop e Igp di
cui 202 sono della
produzione
agroalimentare italiana di cui 37 formaggi, 33 prodotti a base
di carne, 73 prodotti
ortofrutticoli e cereali, 3 di carni fresche, 6 prodotti di
panetteria, 40 oli
d’oliva e altri prodotti grassi e
10 altri prodotti. A questi si aggiungono una quarantina di
prodotti con marchio Stg, specialità territoriale garantita.
La sicurezza alimentare è l’ultimo fronte affidato ai
forestali, corpo nato nel 1822
come servizio per la conservazione e la vigilanza dei boschi. E’ ancora primario per il
CFS l’impegno a favore delle
foreste e alla prevenzione degli incendi ma oggi l’attività si
è allargata al contrasto degli
illeciti in materia ambientale,
alla tutela delle acque, del suolo e del paesaggio nonché alla
repressione di specifiche forme di inquinamento connes-
so al ciclo dei rifiuti. Un controllo sugli habitat che si è poi
esteso anche alla protezione
delle aree naturali, alla difesa
della biodiversità fino alla sicurezza agro alimentare.
L’investigazione dei reati in
campo alimentare è affidata a
vari Ministeri, da quello delle
politiche agricole a quello della salute, a vari corpi di polizia, dai Nas al Cfs, e a numerosi enti tra cui l’Ispettorato
centrale per il controllo qualità agroalimentare repressione
frodi. Ed è con quest’ultimo
ente, in particolare con la sede
di Conegliano, che i forestali
di Asiago hanno messo a segno le sei grosse operazioni.
Operazioni dal nome che danno indicazione del prodotto
oggetto dell’investigazione.
“Amarone 2”, con la scoperta nel veronese di una presunta
contraffazione di vino
Amarone; “A tutta birra”, dove
i forestali hanno scoperto in
una catena di vendita del
vicentino la vendita di
birra light spacciandola
per birra normale,
“Mozzarella in carrozza” dove è stato scoperto un commercio illecito di prodotti caseari
dop fino al sequestro
penale di un carico di
false mozzarelle di
bufala campana dop
portando
al
commissariamento del
Consorzio per la tutela
della mozzarella campana. Indagini proseguiti
con “Amarone ter”
dove i forestali hanno
scoperto una vasta
falsificazione di
Amarone della
Valpolicella destinata alla Danimarca
che negli ultimi 3
anni aveva esportato 1,2 milioni di bottiglie, con “Val
Cellina” dove viene
bloccata l’attività
irregolare
di
un’azienda vinicola
di
Montereale in
provincia
di
Pordenone trovata con vasche prive di cartello identificativo e con registri
di vinificazione e vendita irregolari e per finire con “Grati”
dove si verificato la
tracciabilità del formaggio denominato “Gran Veneziano”
con partenza da Arzignano,
San Giorgio delle Pertiche,
Reggio Emilia e Mazzano nel
bresciano. “Le frodi sono
sempre più numerose, mentre sono in calo le
sofisticazioni. - conclude
Furlan – Forse perché le prime sono molto più
remunerative e anche più difficili da scoprire, ecco perché
le operazioni in campo alimentare sono portate avanti da
task force formate da varie
polizie ed esperti. Sono però
operazioni fondamentali perché l’autonomia e la sicurezza alimentare di una nazione
sono condizioni indispensabili per la salvaguardia della libertà e del livello di benessere
raggiunto”. Gerardo Rigoni
Ristrutturata e inaugurata
la casermetta di Enego
Nel tardo pomeriggio di sabato 23 ottobre si è tenuta l’inaugurazione della casermetta della Guardia Forestale di Enego. Molte
le autorità presenti, fra le quali il Comandante provinciale CFS
Daniele Zovi, il Comandante distrettuale Isidoro Furlan, l’Ispettore Superiore Nicola Pierotti (Comandante Stazione CFS
Enego), l’Ispettore Capo Mauro Rossi (Comandante Stazione
di Bassano del Grappa),
I. C. Giorgio Paganin
(Comandante Stazione
di Asiago), I. C. Adriano Rigoni (Comandante Stazione di Conco),I.
C. Lucio Plebs (Comandante Stazione di
Cesuna),I. C. Mirco
Plebs (Comandante
Stazione
di
Roana),M.llo Capo
Carlo Scardini (Comandante Stazione Carabinieri di Enego).
La Casermetta trova
posto in una casa a tre piani che appartiene al Comune di
Enego; al piano terra si trova appunto l’appartamento riservato ai Forestali, e da anni ormai necessitava di restauro. I lavori
sono decisamente riusciti, la promessa, come ha ricordato il
Sindaco Rodeghiero, è stata mantenuta anche grazie al lavoro
sinergico tra: ufficio tecnico, operai, forestali, amministrazione; ed alla Guardia Forestale è stata infine consegnata una
Casermetta finalmente sistemata, funzionale ed decisamente
confortevole. L’ufficio è spazioso, l’arredamento semplice ma
di buon gusto, c’è quindi un bagno ampio, una cameretta e un
archivio. Il sindaco ha inoltre ribadito l’importanza che ha la
presenza dei forestali per Enego e per il suo territorio. E’quindi
intervenuto il dott. Daniele Zovi, del Comando Provinciale
Forestale, che ha evidenziato la tipicità del nostro paese: un
territorio che si estende dai 200 metri di altitudine del Pianello
ai 2000 dell’Ortigara, con una tipicità davvero unica, che diventa una grandissima qualità, rappresentata dalla varietà del
paesaggio e del biotipo. Anche per questo è fondamentale la
presenza dei forestali, che con il loro operato salvaguardano
un ambiente prezioso. Don Andrea Finco ha dato la benedizione ai nuovi locali e quindi sono partite le note dell’inno di
Mameli che con partecipazione tutti i presenti hanno intonato.
Infine, la visita ai nuovi uffici e il rinfresco. Stefania Simi
Il Sindaco di Enego
Rodeghiero assieme
al dott. Zovi
8
Sabato 30 ottobre 2010
l’Altopiano
15
Il Forte Lisser dopo il restauro
ENEGO
Inaugurazione dell’imponente manufatto a conclusione dei lavori di ripulitura e messa in
sicurezza eseguiti nell’ambito del progetto di recupero dei beni della Grande Guerra
Sabato scorso, 23 ottobre, in mattinata, si è tenuta la cerimonia di
inaugurazione dell’imponente Forte Lisser. Il manufatto, malgrado la giornata plumbea, fredda, sferzata da un vento di tramontana, si è mostrato in tutta la sua maestosità, un’opera ancora bellissima, le pietre in biancone squadrate a mano, che lo rivestono,
lo rendono più simile ad un sontuoso palazzo che ad un’opera
fortificatoria di guerra, come ha voluto sottolineare, nel suo intervento, anche l’architetto Chiara Stefani, che ha seguito i lavori di ripulitura e messa in sicurezza del sito, che fa parte
dell’Ecomuseo della Grande Guerra dell’Altopiano. Tra le nume-
La più elevata e moderna
delle fortificazioni dello
sbarramento Brenta –Cismon
Il Forte Lisser fu costruito fra
il 1911 ed il ’14. Era una delle
fortificazioni più moderne dello sbarramento Brenta –
Cismon, ed anche la più elevata, a 1633 mt di quota. All’inizio dell’11, fu anche al centro
di uno scandalo di spionaggio, in quegli anni molto temuto, che travolse le alte gerarchie militari, in quanto il
famoso giornale “La domenica del Corriere”, riprodusse
foto e notizie circa il cantiere,
che doveva invece essere coperto da assoluto segreto .
L’opera fortificata, è costituita
da un grande edificio (63 di lunghezza per 15,5 di larghezza,
alto quasi 10 mt, anche se gran
parte interrato) a due piani. Sul
piano superiore si trovava la batteria armata da 4 cannoni da
149 mm e una cupola osservatorio girevole. Era un piccolo paese autonomo, al suo interno infatti, trovavano spazio: cucina, magazzino viveri,
latrine, polveriera, generatore di
corrente, impianto di ventilazione, riscaldamento ad aria calda, 2 grandi vasche per raccogliere l’acqua (ancora ben visibili), camerate per la truppa e
gli ufficiali, circa un centinaio
di persone che costituivano il
nucleo di pronto impiego . Le
pareti del forte inoltre erano
doppie, l’intercapedine aveva
un importante funzione antiumidità. Nel sotterraneo si apre
infine la santabarbara dove si
può nuovamente ammirare l’architettura di questo forte, e soprattutto l’opera e la grandissima manualità di coloro che
quadrarono ogni pietra a mano
e, con perizia, riuscirono a creare archi e volte che ancora
oggi ammiriamo per perfezione e bellezza. Ancora ben visibile è il pavimento in cemento
lisciato e bocciardato. L’opera era
inoltre completamente circondata da un fossato profondo 4 mt,
l’attraversamento era consentito
da un ponte metallico che ora è
stato ricollocato.
rose autorità civili e militari, sono intervenuti:il
sindaco di Enego Igor Rodeghiero che ha
esordito parlando del recupero del Forte Lisser
come punto d’orgoglio per il Comune di Enego
che tra i progetti in previsione, utilizzando anche i fondi per la valorizzazione della piana di
Marcesina, ha quello di fare del forte un museo
che possa essere punto d’eccellenza provinciale. “Un dovere valorizzare tali strutture, in onore di tutte le vite perse, uno spunto di
valorizzazione per il territorio”.
Ringraziando per il grande lavoro svolto dai
tecnici e dalla Comunità Montana Spettabile
Reggenza dei 7 Comuni, ha quindi passato
la parola al presidente della stessa, Lucio Spagnolo che ha ribadito il dovere di mantenere
e recuperare il patrimonio storico della nostra terra, oggi patrimonio in positivo, luoghi di guerra che devono sempre di più diventare luoghi di
turismo culturale. Ha quindi ringraziato gli architetti: Carollo,
Corà e la progettista e direttore dei lavori Stefani, chiudendo
con una frase nell’antico idioma dei padri, il cimbro: “Che il
signore benedica questa terra e questa brava gente”. La parola è quindi passata all’on. Flavio Rodeghiero, colui che propose e che fu primo firmatario della legge che ha permesso il
recupero di importanti siti storici soprattutto qui in Altopiano.
Una legge che ha portato questi luoghi ad essere oggi luoghi di
speranza, di turismo culturale, che deve crescere oltre il contesto locale per diventare internazionale. Un saluto ed un rin-
graziamento, per questo importante recupero storico culturale,
sono giunti infine anche da Sandra Bertan, dirigente settore
valorizzazione beni culturali, turismo e trasporti della Provincia di Vicenza
e da Enrico Pino Generale di Divisione Comando Esercito Italiano,
Generale di Corpo d’ArmataAlpini e Presidente Fondazione 3 novembre 1918 Domenico Innecco, e dal Comandante Provinciale dei Carabinieri Col. Michele Vito Sarno. Tutti gli invitati sono quindi entrati
nel forte per una visita guidata dagli architetti Corà e Stefani, visita che
ha lasciato basiti non solo gli ospiti da fuori, ma anche molti eneghesi:
la bellezza e precisione architettonica, in particolare della polveriera,
hanno lasciato senza parole gli ammirati ospiti.
Stefania Simi
Una bella festa per Pasqualon
E’ stata proprio una
bella festa, con una
grande partecipazione da parte di paesani ed amici, Andrea
Pasqualon è stato festeggiato per il bravo ragazzo qual è, e
per essere un grande sportivo che è riuscito a conquistarsi
un posto tra i professionisti del ciclismo.
Dalla prossima stagione infatti, il giovane eneghese
vestirà la maglia di una
prestigiosa società, che ha tenuto a battesimo tanti grandi
talenti, la COLNAGO-CSF
INOX.
E’ stato un appuntamento non
solo per festeggiare Andrea e le
sue splendide vittorie, realizzate in quest’ultimo anno fra i dilettanti, ma un’occasione che
Andrea con garbo ha saputo
cogliere per ringraziare tutti coloro che lo hanno aiutato, preparato, educato fino ad oggi e
che gli hanno permesso di raccogliere un cospicuo fagotto di
esperienze per poter procedere, si spera nel migliore dei
modi, anche nel nuovo mondo
dei professionisti.
Lo speaker della serata, Argesi,
esperto di ciclismo di reti televisive locali, dopo aver mostrato in un filmato le tappe più significative di questa annata che
ha portato Pasqualon al salto
di categoria, ha invitato sul palco lo stesso Andrea e le persone più importanti per lui e naturalmente non poteva mancare mamma Carmen che con
dolcezza di madre ha ricordato
che la passione per il ciclismo
di Andrea lo ha portato ad allenamenti e a sacrifici difficilmente comprensibili a chi non
pratica e non ama lo sport.
Allenamenti in montagna con
ogni tempo, anche d’inverno
fino ad essere bloccato da tempeste di neve e geloni, e la mamma chiamata per il recupero in
ogni dove in Altopiano e oltre!
Anche Andrea ha ricordato i
sacrifici, sa che molti altri lo attendono, ma alla fine con il suo
bel e sincero sorriso ha aggiunto:
“…Sì tanti sacrifici, ma quando sto per tagliare il traguardo
per primo e salgo sopra il palco
per la premiazione, tutti quei
sacrifici, le mancate feste
con gli amici, si dimenticano in un attimo e capisco che
le scelte fatte sono state
quelle giuste!”.
Ad applaudirlo anche tutta la
sua amata squadra, con la
quale ha condiviso tanto nelle
ultime stagioni, la Zalf di
Castelfranco Veneto, i direttori sportivi Gianni Faresin,
Luciano Ruy, Luciano
Camillo; tutto lo staff tecnico, i meccanici i massaggiatori, i patron Lucchetta ed
Egidio Fior, gli zii paterni che
gli hanno passato la passione
per il ciclismo; persone alle quali
Andrea ha rivolto un grande e
sincero grazie .
Tra i premi a Pasqualon, quello
dell’Amministrazione del Comune di Enego, che per mano
dell’Assessore allo Sport Dalla
Costa, gli ha consegnato un
trofeo, a forma di torre, simbolo del paese altopianese, ed
una targa di ringraziamento per
i suoi fantastici successi .
Stefania Simi
SPAZIO CINEGHEL
STEP UP 3D (musicale)
Venerdì 29 ottobre
ore 20,30
Sabato 30 ottobre
ore 20,00 e 22,00
Domenica 31 ottobre
ore 17,30 e 20,30
Lunedì 1 novembre
ore 17,30 e 20,30
THE TOWN (thriller)
Venerdì 5 novembre
ore 20,30
Sabato 6 novembre
ore 20,00 e 22,15
Domenica 7 novembre
ore 17,30 e 20,30
STUPIDISSIMO ME (animazione)
Venerdì 12 novembre
ore 20,30
Sabato 13 novembre
ore 17,30 e 20,30
Domenica 14 novembre
ore 17,30 e 20,30
MASCHI CONTRO FEMMINE (commedia)
Venerdì 19 novembre
ore 20,30
Sabato 6 novembre
ore 20,00 e 22,00
Domenica 7 novembre
ore 17,30 e 20,30
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Sabato 30 ottobre 2010
In viaggio per le
contrade dei
7 Comuni
Piccola, posta in zona privilegiata grazie al sole che la
bacia da mattina a sera, con
una veduta che ispira a meditare sulla magnificenze naturali dell’Altopiano, si presenta così contrada Trujo,
poche case adagiate sulla
destra orografica della Val
d’Assa. Oggi vi abitano pochi nuclei famigliari, tant’è
che per contarne i cognomi
non servono tutte le dita di
una mano sola, tra questi la
spuntano i Rebeschini e i
Martello, ma d’estate e durante le feste di fine anno il
borgo si rianima di villeggianti, disposti a compiere quotidianamente la lunga passeggiata che li separa dai pochi
negozi che servono la frazione. La mappa comunale colloca la contrada in via san
Antonio, laterale dell’arteria posta tra Roana e
Rotzo. Un tempo insistevano molte stalle, ciascuna
con un numero variabile di
mucche da latte, oggi tra i
pascoli girovaga il bestiame
di un unico coltivatore,
perlopiù manze all’ingrasso, la cui azienda agricola
non fa parte della contrada
in oggetto. Tra la gente del posto il piccolo
centro è noto con
l’appellativo di “piccola Parigi”, e così la
definisce Dino De
Guio nei suoi scritti:
“Quella contradina
era un agglomerato
d’una quindicina di
case, quasi tutte rifatte o rimesse a
Acconciatura e trucco
da sposa e da sera
Trattamenti
tricologici mirati
Check-up della cute e
del capello
Extension
Manicure
Accessori moda
Bigiotteria
Via J.SCAJARO
ASIAGO
Telefono:
0424 463694
l’Altopiano
16
Contrada Trujo a Mezzaselva
Da molti questo borgo è conosciuto con l’appellativo di “Piccola Parigi”. Merito del sole che per lunghe
ore del giorno riscalda la zona, e per le graziose case costruite al limitare del pascolo e della Val d’Assa
nuovo dopo la
fine della Prima
Guerra
Mondiale, che
le aveva gravemente danneggiate
o
completamente
distrutte. La
sua principale
caratteristica
era quella di
trovarsi in una
posizione tale
rispetto al paese da poter
godere in un
solo colpo d’occhio di
tutte le bellezze della
sottostante “Ass Tal”, secondo la locale toponimia
cimbra. Inoltre, sempre
per la sua felice posizione, il Trujo aveva anche
il vantaggio di sfruttare
al meglio l’effetto del sole
sia d’estate che d’inverno”. A chiamarla “Piccola
Parigi” fu tale Riccardo
“Kine”, morto prematuramente negli anni vicini al termine dell’ultimo conflitto
mondiale. Il giovane era talmente innamorato del luogo
natio da paragonarlo alla capitale francese; case modeste, molte delle quali erano
rimaste libere durante la
guerra, ragion per cui un
buon numero di sfollati della pianura vicentina le preferirono
ad
altre
dell’Altopiano. Il posto è
davvero stupendo, lo scoprirono subito i soldati di
“Checco-Beppe”, quanto
qui fossero convenienti le
posizioni in trincea, rispetto alle prospicienti linee italiane. Di quei lunghi mesi
passati a scrutare il nemico rimangono oggi i metallici sostegni dei reticolati,
diventati validi supporti per
le reti che dividono gli orti.
Laddove l’asfalto di via san
Antonio si intrufola nei prati, la vista spazia da
Treschè
Conca
a
Camporovere; la stradina
cede il passo ai ciuffi d’erba per poi scomparire veloce verso la ripida discesa, riportando il viandante
per l’antico sentiero che
conduceva a Canove, abbandonato quando il ponte di Roana consigliò un più
comodo e veloce itinerario.
Poco oltre si trovava la vecchia cava di marmo, da
anni abbandonata causa
l’estinzione della vena.
Tra i personaggi che abita-
vano nei paraggi è ancora De Guio a ricordare due anziani: “il
Menno e il Tinchele,
costantemente in contrasto tra loro, i loro
litigi per futili motivi
portavano spesso
scompiglio tra i vicini di casa”. Vecchi
ormai passati a miglior
vita, la cui memoria
scomparirà inesorabilmente col passare degli anni. Resteranno i
muri delle case, la
strettoia che ha visto
passare per tanti lustri i carretti carichi di faggio e “este”
d’abete, diventata ora appena sufficiente al transito dei
larghi fuoristrada 4x4. Indu-
geranno ancora sui tetti i raggi del generoso sole, i vincoli
edilizi a quello che a tutti gli
effetti è considerato “centro
storico” oggi ne tutelano le
ombre tra un giardino e l’altro. Se la contrada Trujo era
chiamata piccola Parigi, allora i suoi orti e vialetti sono i
Champs-Élysées, luoghi
amati dagli dèi, diceva
Omero: “Un luogo in cui
per i mortali la vita è bellissima, mai toccata da neve
e pioggia, né dal freddo,
ma sempre soffi di zeffiro
rinfrescanti”. Comunque
sia, l’inverno si fa sentire anche qui, magari un po’ meno
che altrove.
Giovanni Dalle Fusine
Poesia di Dino De Guio su contrada Trujo
La piccola Parigi
Nella mia Mesaselva
da tuti conossuda
per la sua ospitalità,
in fondo a una stradina,
de circa dosento metri,
esiste ‘na contradina
de belissime vilete: la “Picola Parigi”.
Così la ga batesà,
nei lontani ani quaranta,
el mio amico Ricardo,
quando ancora la gera
un gupeto de case
stravece e trascurà.
Ma per lù, el Ricardo,
no ghe gera su l’Altopian
‘na contradina più bela
de quela dove el gera nato,
e dove el sperava tanto,
(el suo male permettendo)
de vivere fin ai tempi bei
de quando la saria diventà
‘na vera “Picola Parigi”
da tuti amirà.
Purtroppo la morte
se lo ga portà via
a soli 25 ani d’età,
tantissimi ani prima
che la sua contrà diventasse
la “Piccola Parigi” de ancò,
che el gaveva tanto sognà.
Ciao, Ricardo
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Sabato 30 ottobre 2010
LUSIANA
l’Altopiano
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I pascoli ripuliti
dalle erbe infestanti
Un operaio sradica i
ciuffi di deschampsia
al Monte Corno.
Il ripristino erbatico interessa i prati di 8 malghe comunali
Anche quest’estate si è lavorato sul Monte Corno per estirpare l’invadente deschampsia caespitosa e le sterpaglie ed erbe infestanti.
Otto sono le malghe oggetto del ripristino erbatico: Malga Monte
Corno, Mazze inferiori, Mazze superiori, Malga Campo, Foraoro, Malga
Fonte, Malga Cima Fonte e Sunio, alcune in comune di Lusiana, le
altre in comune di Lugo e Calvene. I fratelli Gianfranco e Guido Boscari
di Gazzo Padovano hanno incaricato gli operai di estirpare di sana
pianta con il piccone i grossi ciuffi infestanti e sradicare le siepi di
nocciolo e pino mugo silvestre che invadono i pascoli togliendo spazio all’erba. Le mucche in totale sono circa 600 e i cavalli ospitati sono
una cinquantina. E’ di circa un ettaro il pascolo bonificato. La
deschampsia e le piante sradicate vengono caricate sui rimorchi dei
trattori e scaricati nelle buche del terreno per evitare che tornino a
germogliare. La deschampsia in particolare è un’erba che le mucche
A LUSIANA L’AMMINISTRAZIONE
COMUNALE ORGANIZZA UN CINEFORUM…
PER UN AUTUNNO RICCO DI EMOZIONI
“Cineforum a Lusiana…un
sogno ad occhi aperti”
s’intitola così la rassegna
cinematografica che ridà
vita all’ex sala del cinema
comunale di Lusiana. Una
Scena tratta
rassegna pensata dal Codal film
mune per rispondere alle
“Il concerto”
tante richieste dei
lusianesi che da tempo
speravano di poter riavere un turalmente sta a significare un imcineforum nel proprio paese. pegno economico importante per
“Non è stato facile ripartire con l’amministrazione”. La normativa
questo cineforum dopo anni” che non permette più di proporre
spiega l’Assessore alla cultura cineforum proiettando i dvd ha
Sabrina Passuello “in quanto la rappresentato la morte di tutti i
normativa vigente vieta la proie- piccoli cineforum che erano nati
zione al pubblico di film tramite nei piccoli paesi. “Crediamo in
dvd e per poter organizzare un questa iniziativa” continua l’ascineforum è stato necessario do- sessore Passuello “in quanto raptarsi di un proiettore che viene presenta un momento di aggrenormalmente usato nelle tradizio- gazione importante che può ofnali sale del cinema e noleggiare frire un’alternativa sia per i giole pellicole dei film direttamente vani che per gli adulti per trascordalle case produttrici, questo na- rere una serata fuori casa in alter-
nativa ai tradizionali spazi di aggregazione,
è
una
sperimentazione e se ci sarà risposta da parte della popolazione
a gennaio penseremo ad una rassegna di film per bambini e famiglie
la domenica pomeriggio”. La rassegna vede 5 film di genere diverso, tutti recenti. L’ingresso alla singola proiezione è di 4.50 euro mentre l’abbonamento costa 17.50
euro. Si parte il 5 Novembre alle
ore 20.45 con la pellicola di
Cristopher Nolan “Inception”, a
seguire poi tutti i venerdì di novembre fino al 3 Dicembre i film
“Agorà”, “Il Concerto”, “L’uomo
che verrà” per concludere con un
film divertente “Benvenuti al
Sud”. Per chi volesse maggiori
informazioni o leggere le recensioni sui film lasciando i propri
commenti può visitare il sito
www.cineforumlusiana.blogspot.com.
Buona visione a tutti!
non mangiano perché di sapore acre e le sementi che si spargono
attorno provocano una proliferazione massiccia che riduce automaticamente lo spazio erbivoro. L’opera di bonifica si estende anche alle
altre malghe del comprensorio montano lusianese e comprende anche le malghe Camporossignolo e Bertiaga nella zona bassa
dell’Altopiano e Malga Larici e Porta Manazzo nella parte alta dei
Sette Comuni di cui è censuario il comune di Asiago.
E.Z.
Una festa per chi si chiama Francesco
Gli omonimi di nome Francesco
di Lusiana e Conco e sono ritrovati al ristorante “Alle Alpi” di
Santa Caterina per festeggiare
l’onomastico comune. Per l’anno prossimo gli organizzatori prevedono una più massiccia partecipazione essendo l’invito esteso a tutti i Francesco di Lusiana
e di Conco ma anche dei comuni
limitrofi. La data è stata fissata
per il 4 ottobre del 2011, giorno in
cui viene festeggiato San Francesco. La festa dei Francesco si
è aggiunta alle feste dei coetanei svoltesi a Lusiana e Conco
e a quella degli omonimi di nome
Mario e Giovanni ed è stata
un’occasione per ritrovarsi e
per fare quattro chiacchiere assieme.
E.Z.
Nella foto, gli omonimi di nome
Francesco riuniti al ristorante
“Alle Alpi” di Santa Caterina.
E’ spirata alla vigilia del suo compleanno, avrebbe compiuto 100 anni
Si è spenta Maria Ronzani
Avrebbe compiuto 100 anni il 13 ottobre ma proprio alla vigilia, il
giorno 12 ottobre, è mancata. Maria Ronzani, vedova Pozza che
abitava da qualche anno a Cartigliano con la figlia Marisa ma aveva
gestito con il marito e la figlia la vecchia osteria-bar “Da Marcellin”
in via Roma a Lusiana. Di carattere affabile, era la confidente dei
suoi molti clienti che consigliava sempre e in circostanze tristi aveva sempre una parola buona per loro. Ma Lusiana è ormai diventata
la terra dei centenari perché recentemente a 100 anni compiuti sono
mancati i fratelli Santina e Giuseppe Bagnara e ad aver superato il
secolo c’è anche Giuseppe Cantele di via Piazza-Campana. E.Z.
8
Sabato 30 ottobre 2010
l’Altopiano
18
I NOSTRI EMIGRANTI
Virgilio Panozzo, australiano d’adozione
con la cittadinanza onoraria di Roana
Virgilio Panozzo ancora una
volta è tornato a Treschè Conca suo paese natale. Lui come
tutti gli emigranti, pur riconoscendo l’Australia come il paese che è divenuto la sua patria
dopo l’emigrazione, non nasconde la nostalgia per la sua
terra. Ha dedicato molto tempo alle ricerche e alla stesura di
scritti raccogliendo testimonianze sul suo paese natale contribuendo con questo a lasciare alle generazioni future testimonianza su fatti ed eventi che
inevitabilmente sarebbero andati perduti. Il libro, che si potrebbe definire la genesi dei
Panozzo ( Treschè Conca Terra di emigranti), è la ricostruzione dell’albero genealogico
delle famiglie di Treschè Conca tracciando la strada a centinaia di persone che grazie a lui
hanno potuto scoprire la loro
provenienza e le varie ramificazioni della famiglia.
Noi non possiamo immaginare
quanti figli di emigranti si recano ogni anno nel nostro paese,
che è stato anche il paese dei
loro cari , alla ricerca delle origini. L’emigrante è come un
albero, per quanto lontano vada
non si potrà mai sradicare le sue
radici e i loro discendenti rimangono sempre il seme di quell’albero che vuole tornare alla
terra che lo ha generato.
Il merito di tutto questo è suo e
della sua caparbietà e noi dob-
Partì come emigrante il 23 agosto 1955 e per motivi di lavoro prese la nazionalità Australiana
Si realizza il suo sogno, espresso ad alcuni amici, di ritornare cittadino italiano
biamo essergli grati di
quello che ha fatto. La
sua mente nonostante i
suoi 84 anni è lucida e
sembra uno scrigno che
contiene la vita sua e di
tutte le persone dei suoi
libri, parlare con lui è
come fare un balzo nel
tempo dove nomi, date,
persone, prendono forma nel suo raccontare e
ne sei coinvolto non più
come spettatore, ma
come parte integrante
della storia che è snocciolata davanti a te come
un rosario senza intoppi
e tentennamenti, ma viva
come fosse accaduto
ieri.
Virgilio in questi giorni è
tornato nuovamente a
Treschè Conca assieme
alla moglie Floriana sempre al
suo fianco. Insieme si sono
recati a Roma per l’occasione
della proclamazione della prima
Santa Australiana Mary
MacKillop (1842-1909) : è la
prima santa del quinto continente. Il secondo impegno che Virgilio dove compiere in questo
suo viaggio consiste nel consegnare ad amici, e depositare
in luoghi in cui poter essere
consultato , l’ultima sua fatica
letteraria “La resistenza in
Treschè Conca 1943 – 1945”
un’opera dedicata alla memoria di Daniele Panozzo (
Spiridione ) che lui definisce
“Idealista puro”. La sua testimonianza di vicende e fatti accaduti sull’Altopiano durante la
seconda guerra mondiale ha un
valore eccezionale perché raccontata da un testimone oculare attento e imparziale, libero da
qualsiasi condizionamento.
Virgilio (Ostarello) a 17
anni partecipò alla formazione dei primi gruppi della Resistenza assieme a
Daniele Panozzo e collaborò attivamente al movimento servendo come
garibaldino nel battaglione
“Pretto” della divisione
“Garemi”. Gli avvenimenti che si raccontano
e coinvolgono essere umani sono classificati come
eventi da consegnare alla
storia. Io dico “ La storia
siamo noi”! Come sarebbe stata la vita di molte
persone se non fosse stata segnata dagli eventi?
Molti uscirono con gli affetti spezzati, madri senza figli, una legge crudele
dove i figli dovrebbero
seppellire i padri e invece
molte volte toccò ai padri seppellire i figli, la ricostruzione
morale del paese dopo una
guerra civile è la cosa più difficile dove l’odio e il rancore
portano nuove vittime, talvolta
anche innocenti.
In questo viaggio Virgilio ha
anche un gran rimpianto: non
aver potuto salutare ancora una
volta il suo grande amico e
maestro il Professor Luigi
Calderaro (Gigetto) passato a
miglior vita poco tempo fa alla
veneranda età di 97 anni, con
cui ha condiviso l’amore per
lo scrivere e raccontare la storia del proprio paese. Io ricordo una risposta che Gigeto diede ad una persona che gli contestava alcune cose riportate in un
suo libro; in dialetto stretto rispose serafico: “Prova a scrivere un
libro anca ti e dopo lo
confrontaremo”. Il cuore di Virgilio è diviso a metà perché la figlia Caterina è sposata e vive in
Italia mentre il suo pensiero va ai
figli Domenico , Carlo e Andrea
che sono in Australia. Lui, che in
un suo racconto si definì emigrante per amore della sua
Floriana, noi ora possiamo definirlo “pendolare” per i frequenti
viaggi tra l’Australia e l’Italia, sempre con il solito motivo “per amore” questa volta dei figli. La sua
fervida attività letteraria si riassume nei seguenti libri: Treschè
Conca terra di emigranti (1992);
Gli Ostarello nel Mondo (2000);
Tresche Conca – vita morte
e….miracoli (2003); I Panozzo
di Treschè Conca – 1561 – 1960
– la Genesi (2008); La grande
marcia dei Panozzo di Treschè
Conca (2009); La resistenza in
Treschè Conca 1943 – 1945
(2010). Tutte opere tradotte rigorosamente in inglese per dare
la possibilità ai figli degli emigranti,
oramai completamente integrati ,
di capire quanto da lui scritto. E’
stato insignito nel 1990 medaglia
d’oro dalla camera di commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura di Vicenza per meriti speciali del lavoro italiano all’estero.
E in questo suo soggiorno in Italia, Virgilio vedrà realizzarsi il suo
sogno: mercoledì 3 novembre alle
ore 20.30 presso la sala consiliare
del municipio di Canove si terrà
una sessione straordinaria del
Consiglio Comunale, durante la
quale l’amministrazione comunale di Roana gli conferirà la
cittadinanza onoraria “per aver
mantenuto
un’identità
altopianese raccontando della
sua terra con appassionata ricerca e immutata dedizione in
tutti questi anni di permanenza
all’estero”. Per concedergli
questo titolo onorifico si è interessata l’Associazione
Vicentini nel mondo, che vede
in Virgilio l’esempio di chi ha
saputo farsi valere e rispettare
nel mondo come lavoratore e
come uomo. Lui fu il primo
emigrante italiano laureato in
architettura che lavorò per il
Governo del South Australia”.
Virgilio (Ostarello) un uomo,
una storia, un esempio.
Silvio Panozzo
L’AVVOCATO RISPONDE
LA SEPARAZIONE ED IL DIVORZIO
La separazione personale dei
coniugi può avvenire
consensualmente o per via
giudiziaria.
La separazione consensuale
viene promossa con la presentazione di un ricorso congiunto contenente un accordo che
regoli i rapporti tra i coniugi,
ricorso che viene indirizzato
all’esame del Presidente del
Tribunale del luogo di residenza o domicilio di uno dei coniugi. Il Presidente, ricevuto
tale ricorso, fissa un’udienza
di comparizione avanti a sé e,
in tale sede, prima di formalizzare
la separazione, tenterà di
ricomporre la crisi coniugale.
Qualora le parti giungano ad una
riconciliazione, verrà redatto verbale in tal senso e la procedura
verrà dichiarata estinta. In caso
contrario, quando i coniugi confermano la propria volontà di
addivenire a separazione, verrà
sottoscritto un verbale di udienza che richiama, direttamente o
con un rinvio al ricorso, le condizioni di separazione da loro predisposte. Nel caso in cui uno od
entrambi i coniugi non dovessero presenziare all’udienza presidenziale il giudizio si estinguerà
(ed, in questo caso, la sottoscri-
zione del ricorso non vincolerà
per il futuro i coniugi). La separazione andrà, quindi, omologata
dal Tribunale, che provvederà con
decreto emesso in camera di consiglio su relazione del Presidente,
previo parere favorevole del Pubblico Ministero. Il Tribunale potrà rifiutare l’omologazione se gli
accordi dei coniugi risultino in
contrasto con l’interesse dei figli
o del coniuge bisognoso, cui non
è addebitabile la separazione, che
non abbia un reddito sufficiente.
Fino alla modifica della normativa sull’affidamento condiviso e
l’introduzione della bi-genitorialità
(L. n. 54/2006) la presentazione
del ricorso poteva essere effettuata personalmente dai coniugi.
Oggi, invece, in moltissimi Tribunali non è più concessa, per
prassi, tale possibilità ed è richiesta l’obbligatoria assistenza legale.
La separazione giudiziale, diversamente da quella consensuale,
presuppone un disaccordo tra i
coniugi sul regolamento dei loro
rapporti e consiste in un vero e
proprio giudizio contenzioso promosso da uno dei due con ricorso al Presidente del Tribunale di
residenza o domicilio del convenuto. In tale giudizio sarà necessaria l’assistenza di un legale. Il
Presidente, esaminato il ricorso,
fisserà l’udienza per la comparizione dei coniugi ove ascolterà
entrambi, prima separatamente e
poi congiuntamente, tentando
una riconciliazione. Se tale tentativo non andasse a buon fine,
il Presidente tenterà di indurre i
coniugi, quanto meno, ad
addivenire ad una separazione
consensuale. Se anche tale tentativo avrà esito negativo, il
Presidente prenderà alcuni
provvedimenti temporanei ed
urgenti (quali l’assegnazione
della casa familiare, lo stabilimento della misura dell’assegno
che il coniuge non affidatario
deve all’altro per il mantenimento della prole e del coniuge stesso, etc.) e rimetterà le parti davanti al giudice istruttore, il
quale avrà il compito di accertare i fatti posti a fondamento
delle domande di ciascuna parte. Il processo dunque procederà secondo le forme del rito
ordinario e si concluderà con
sentenza. Sentenza che potrà
prevedere anche l’addebito della separazione ad uno dei coniugi in ragione del comportamento contrario ai doveri che
derivano dal matrimonio
(esemplificativamente: l’aver
intrapreso una stabile relazione
extraconiugale, l’aver offeso il
decoro e l’onore del coniuge,
la presenza di gelosia morbosa,
l’aver ostacolato attività religiosa, culturale o politica, del coniuge, etc.).
Trascorsi tre anni dalla separazione consensuale (ovvero dal-
l’udienza presidenziale) o
giudiziale (sempre che il giudizio
si sia concluso con sentenza passata in giudicato) i coniugi potranno ottenere il divorzio. La relativa sentenza statuirà sull’affidamento dei figli, sull’assegnazione della casa coniugale, sull’assegno di mantenimento per uno
dei coniugi e per i figli e sullo stato dei coniugi. Se l’accertamento sulle precedenti questioni dovesse comportare una istruttoria
lunga e complessa, potrà essere
pronunciata “sentenza non definitiva di divorzio”, ovvero sentenza che regoli unicamente lo
stato civile dei coniugi, con prosecuzione del giudizio sulle altre
questioni accessorie.
Un’ultima considerazione: la separazione, a differenza del divorzio, non incide sul vincolo matrimoniale, che rimane integro. I
coniugi, pertanto, continueranno
ad essere marito e moglie, sebbene non più conviventi, sino
alla sentenza di divorzio. Tanto
è vero che gli stessi potranno
in qualunque momento riconciliarsi, facendo cessare di fatto la separazione, senza che vi
sia bisogno di formalità alcuna. Il divorzio, invece, rompe
definitivamente il vincolo matrimoniale, e se i coniugi voles-
sero ricostituirlo, dovrebbero
risposarsi.
In ragione di ciò i coniugi divorziati perdono reciprocamente i rispettivi diritti ereditari,
mentre quelli separati li conservano. In quest’ultimo caso,
però, se la separazione è addebitata a uno o ad entrambi i
coniugi, il coniuge a cui la separazione è stata addebitata avrà
diritto unicamente ad un assegno vitalizio e solo se, al momento dell’apertura della successione, godeva degli alimenti
a carico del coniuge deceduto.
Avvocato Serena Baù
I lettori che vogliano
sottoporre domande su
qualsiasi questione di
carattere legale al nostro
avvocato possono inviare
una mail all’indirizzo
[email protected]
o scrivere a “L’avvocato
risponde – Giornale
Altopiano, Via Monte
Sisemol, 9 36012
Asiago (Vi)”
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Sabato 30 ottobre 2010
l’Altopiano
19
LA RUBRICA DELLA MEDICINA
Niente “strappi” alla regola
Il periodo autunnale coincide
con la ripresa di molte attività
sportive, sia per gli atleti dilettanti sia per i professionisti. Fortunatamente, a differenza di qualche anno fa, quando gli allenatori
erano per lo più improvvisati, oggi
la maggior parte dei tecnici e degli istruttori è ben formata ed è in
grado di gestire una buona preparazione alla stagione agonistica, presupposto fondamentale sia
per il raggiungimento di risultati
soddisfacenti, sia per mettere a
riparo dagli infortuni i propri atleti. Se è vero che un atleta ben
allenato s’infortuna meno frequentemente di un atleta improvvisato, purtroppo è riscontro comune, proprio in questo periodo,
di un gran numero d’infortuni
muscolari che colpiscono sia il
semplice dilettante sia il
superprofessionista: i cosiddetti
“guai muscolari”, come spesso
vengono chiamati in spogliatoio.
Quale ne è la causa? Una preparazione sbagliata? Carichi eccessivi? Iniziamo anzitutto a caratterizzarne la sintomatologia. Clinicamente, l’atleta avverte un dolore acuto e trafittivo a carico di
un muscolo ben preciso; dolore
che insorge improvvisamente durante l’esecuzione di un movimento rapido (calciare una palla,
saltare un ostacolo, effettuare uno
spostamento laterale). Dopo il primo episodio, il dolore può scomparire, lasciando una sensazione
di lieve disagio locale. E’ in que-
sto momento che la maggior parte
degli atleti commette il grave errore di sottovalutare il fastidio e
procedere con l’allenamento o la
gara, spesso per paura di perdere il posto in squadra o per non
rinunciare a completare la prova.
Di lì a poco, inevitabilmente, si
manifesta una seconda fitta, in
genere più intensa e duratura. A
questo punto, purtroppo il danno
è fatto; secondo l’entità della lesione, si possono avere quindi:
·
Strappi di I grado (i
cosiddetti “stiramenti”), cioè
con rottura di meno del 5%
delle fibre del muscolo;
·
Strappi di II grado con
impegno di un numero più elevato di fibre, si forma un vero
e proprio buco nel muscolo e
la contrazione volontaria suscita un dolore profondo. Si
può poi formare un ematoma
con rigonfiamento locale.
Generalmente, questo tipo di
lesione colpisce gli arti inferiori: i muscoli anteriori
(quadricipite, adduttori) o posteriori (bicipite) della coscia.
Quali sono le cause di queste
lesioni? Come può l’atleta prevenirle? In primo luogo è necessario un riscaldamento
personalizzato: la sua durata
dipende dalla costituzione fisica di ciascuno, in rapporto
alle proprie masse muscolari;
ogni atleta deve imparare ad
ascoltare il proprio organismo, infatti qualora il riscaldamento proposto dall’allena-
tore non gli fosse sufficiente
(magari lo sarà per il resto della squadra) dovrà proseguire
da solo per il tempo necessario a raggiungere un adeguato calore corporeo. Altro fattore importante, soprattutto
alla nostra altitudine, è la temperatura esterna. Se non si è
ben coperti, anche pochi minuti di pausa sono sufficienti
ad abbassare drasticamente la
temperatura delle estremità:
un muscolo freddo è più suscettibile ai traumi. A questo
proposito, è necessario fare
attenzione anche allo
stretching: esercizio molto utile, per certi versi, ma che facilmente diviene controproducente se si pratica all’aperto in
climi rigidi.
Come e in quanto tempo si guarisce da uno strappo? Per prima cosa, va quantificata la lesione: lesioni di primo grado richiedono non meno di 10 giorni di riposo assoluto, lesioni di
secondo grado determinano
uno stop dell’attività anche di
5 mesi. La diagnosi è pressoché clinica per ciò che concerne le lesioni minori, mentre può
essere utile un’ecografia per le
lesioni di II grado. L’atleta, appena avverte il dolore, deve arrestare immediatamente l’attività, procedere con riposo funzionale, possibilmente a gamba alta, e l’applicazione di ghiaccio e bendaggio locale (in inglese
RICE:
rest,
immobilization, cold, elevation).
A tal proposito si impone il divieto di massaggiare la parte
dolente con creme o unguenti
nelle prime 72 ore poiché il massaggio determina riscaldamento
della
parte
lesa,
vasodilatazione e incremento
dell’afflusso sanguigno, con
conseguente formazione di
ematomi e versamenti più cospicui del dovuto.
Una successiva valutazione
medica determina poi la necessità o meno di somministrare
antiinfiammatori o di sottoporre l’atleta a terapia biofisica (laser terapia, ultrasuoni…). Trascorso il primo periodo di riposo assoluto che si conclude
quando l’atleta cammina senza
avvertire il minimo disagio o
fastidio ( bisogna “dimenticarsi” di aver subito un infortunio), è necessaria la ripresa graduale degli allenamenti, preferibilmente preceduta da qualche seduta di esercizi in piscina.
E se nonostante una buona preparazione ed un buon riscaldamento si è comunque vittime
di un seccante infortunio muscolare? Sussiste un altro elemento non meno importante
ma spesso sottovalutato:
l’emotività; gli atleti che vivono con molta intensità la gara,
riflettono questa tensione in
un’alterazione dei meccanismi
propriocettivi che regolano appunto il movimento e la coor-
Dott. Christian Comelato
Medico Chirurgo
Specialista in Ortopedia e
Traumatologia - Diploma in
posturologia clinica
Drigente medico presso UOC
Ortopedia Asiago - Diploma
UEFA allenatore calcio a 11
[email protected]
dinazione: tutti noi abbiamo avuto la percezione di essere un po’
scoordinati o maldestri in momenti di particolare tensione o
quando non siamo concentrati
su una particolare azione. La
prevenzione dei traumi (fatta
ovviamente eccezione degli
scontri fortuiti tra atleti) ha la
sua origine anche nella
propriocettività, che sarà sicuro argomento di uno dei prossimi articoli.
Un ultimo consiglio, sia da
medico che da tecnico: ciascun
atleta, per migliorare le proprie
prestazioni, deve innanzitutto
imparare a conoscere il proprio
fisico, ascoltando i campanelli
d’allarme che il nostro corpo
utilizza per indicarci i suoi limiti. Parafrasando De Gregori, un
calciatore non si giudica da un
calcio di rigore: rinunciare a una
gara o a una partita, se non ci
si sente in perfetta forma, non
compromette di sicuro la propria carriera sportiva! Buon allenamento!
LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA
La ricerca della felicità
Questa volta parliamo di felicità. Essere felici è senz’altro uno
stato positivo, in cui si percepiscono e si vivono appieno
emozioni che ci fanno stare
bene. Il grado di appagamento
e gratificazione può variare a
seconda dell’intensità degli stimoli interni ed esterni che suscitano le sensazioni positive
che chiamiamo emozioni, accompagnate da una fisiologica
attivazione dell’organismo.
Per essere pienamente felici è
necessario che mente, corpo
ed
emozioni
siano
“sintonizzate” su una tonalità
globale di timbro gioioso. Per
godere di ciò non occorre avere uno status sociale elevato,
essere fisicamente attraenti,
essere giovani o estremamente
acculturati. I fattori che permettono di essere felici sono
più stabili e legati alle caratteristiche di personalità (ovvero al
carattere delle persone). Ad
esempio, aver fiducia in se stessi, sentire di poter controllare il
proprio futuro, essere estroversi e in grado di esprimere la
propria natura e le proprie emozioni. È assodato che l’assenza di stati emotivi non può pro-
durre felicità, come ritenevano gli stoici. Piuttosto, per gustare la vita è
necessario poter assaporare le forti emozioni per
percepire le differenze
con gli stati di apatia, di
depressione, di disincanto. È nel confronto di stati
interni alternati che possiamo riconoscere e vivere brevi e intensi picchi di
gioia. Se fossimo totalmente anaffettivi, privi
cioè della capacità di emozionarci, non potremmo
mai assaporare la vera
gioia.
Nel contempo, l’idea di felicità
può anche essere considerata
sotto l’aspetto della sua componente cognitiva e riflessiva.
In tal caso, la felicità si avvicina di più all’idea di appagamento razionale, di senso di piena
realizzazione, di esistenza compiuta. Probabilmente, l’universo delle possibilità esperienziali
umane è così variegato che
ognuno di noi ha una sua alchimia in cui trovano spazio sia
parti prettamente umorali, sia
elementi mentali. Ciò che conta è la breve e caduca sensazione di pienezza, di generale
appagamento e di senso di libertà che proviene dalla momentanea soddisfazione del bisogno. Come si raggiunga questo stato di grazia, quindi, sembra essere un affare personale,
viste le diverse vie attraverso le
quali le persone tentano di essere felici. Ciò ci dovrebbe insegnare che rincorrere la felicità altrui è un “autogoal”, in
quanto la pretesa d’essere
come gli altri ci porta a negare
la nostra indole e la nostra natura; non a caso spesso le persone che si ritengono felici si
descrivono “libere” e “spontanee”, ovvero scevre da vincoli
psicologici e nella piena possibilità di esprimere se stessi. Solitamente, come accennavo
pocanzi, la persona felice è
estroversa, trae gioia dalle relazioni sociali, partecipa a numerose attività, fa amicizia facilmente, coglie numerose occasioni d’interesse e divertimento. Quando proviamo felicità, tutto appare più facile: il
mondo sembra più “colorato”,
i problemi superabili, le persone migliori. Inoltre, chi sta bene
sente di essere in armonia con
se stessi, percependo una buona consonanza tra ciò che si è
e ciò che si vorrebbe essere.
Accettarsi significa avere
una buona autostima, provare sicurezza e vedere il
mondo con occhi positivi.
È vero infatti che la gioia
crea gioia e che uno stato
emotivo positivo induce
l’ottimismo crescendo in
un circolo virtuoso, come
al contrario l’umore negativo può far sprofondare
nel vortice della depressione.
Consapevoli del fatto che
gli stati emotivi sono mutevoli (ma è forse questo
l’unico modo di percepire
forti intensità emotive, sia nel
bene che nel male), dovremmo comunque cercare di raggiungere la felicità per quanto
possibile. Non solo perché si
vive meglio, ma perché ce lo
meritiamo. D’altronde, ritenere
che la vita sia un dono da sfruttare piuttosto di una condanna
da scontare, mi sembra il
modo più intelligente di interpretare il significato dell’esistenza. Lo dico spesso anche
ai miei clienti: cercare
volutamente il dolore è come
barricare il cuore e la mente per
non vedere le meraviglie della
vita; è un atto nevrotico,
Stefano Rigoni,
Psicologo
Psicoterapeuta Cognitivo
Comportamentale
Tel. 338.2919597 – E-mail:
[email protected]
autopunitivo,
frutto
d’immaturità emotiva e di incapacità di sentirsi meritevoli di
gioia.
Detto questo, molti sarebbero i
consigli per essere un po’ più
felici, ma tradirei le premesse
con cui ho esordito. Mi pare
che ognuno debba cercare dentro di sé e negli altri la parte fertile, il bocciolo della felicità, per
farlo crescere su misura delle
proprie esigenze, godendone le
prime inflorescenze e lo sviluppo maturo, come fosse il nostro unico mandato che viene
dal profondo, la nostra più intima ragione di vita. Con tale atteggiamento, il tempo assume
un significato progettuale, si
crea un’idea di vita e ci si nutre
di speranza e fiducia. Buona
felicità a tutti!
8
l’Altopiano
Sabato 30 ottobre 2010
TEATRO
Al Millepini la compagnia “Le Falie” con
“Al disertore” storia vera di un soldato
Tornano i concerti di Artemusica
Dopo aver concluso con
grandi soddisfazioni la stagione concertistica dell'estate 2010, l'Associazione Artemusica di
Roana propone agli appassionati di musica classica
un concerto per flauto e
pianoforte che avrà luogo domenica 31 ottobre
alle 21,00, presso la sala
consiliare del municipio di
Canove: un appuntamento,
decisamente da non perdere,
inedito ed interessante. Inedito perchè i due artisti, la pianista Monica Catania e il
flautista Filippo Incigneri, si
presentano per la prima volta
al nostro pubblico.
Interessante per la levatura e
le doti interpretative di due
musicisti che sono soliti esibirsi su palcoscenici internazionali. Filippo Incigneri proviene dal Conservatorio di
Musica di Frosinone ed ha
seguito i corsi di perfezionamento presso l’Accademia
20
Filippo Incigneri
Musicale Chigiana di Siena tenuti da Severino Gazzelloni. E’
attivo come docente e come
concertista e tiene seminari
presso i Conservatori di musica di Padova, di Venezia, di
Castelfranco Veneto, di
Frosinone sulla tematica della
Psicologia della performance.
La pianista Monica Catania si
è diplomata al Conservatorio
di Venezia ed ha intrapreso una
brillante carriera concertistica
conquistando importanti premi in concorsi nazionali ed
internazionali.
Considerata una delle personalità artistiche più significative della giovane generazione
di musicisti ed ha al suo attivo performance come solista con numerose e
prestigiose orchestre. Laureata in discipline musicali ad
indirizzo interpretativo, è docente di pianoforte presso
scuole medie ad indirizzo
musicale. I due interpreti
eseguiranno musiche di
Mozart, Donizetti, Chopin,
Rossini e Verdi, Come sempre,
l'ingresso è libero.
Nicoletta Manfrin
Nell’ambito dell’autunno culturale asiaghese, sabato 6 novembre al Palazzo del turismo
Millepini, la compagnia teatrale
Le Falie di Velo Veronese mette
in scena “Al disertore”, scritto
e diretto da Alessandro
Anderloni, scrittore e regista,
fondatore e direttore artistico
del gruppo, nonchè l’autore di
tutti gli spettacoli da questo
proposti. Si narra in questo
copione la vera storia del
bersagliere
Alessandro
Anderloni (lontano omonimo
del regista) fuggito dal fronte
dell’Altopiano di Asiago e fu-
cilato nel 1917. Ma di questo
soldato, fucilato a 36 anni dai
carabinieri, non c’è traccia né
sui monumenti in onore ai caduti, né sui libri. La sua è una
storia dimenticata, come molte altre storie di “pori cani”
mandati a fare una guerra che
non volevano, per ideali in cui
non credevano, contro nemici che non odiavano. La storia di un soldato diventa l’emblema di tante ingiustizie taciute per anni. Le Falìe tornano a raccontare un capitolo tragico della storia di Velo
Veronese. Un paese torna in
scena per rendere onore al disertore. Con una serie di interrogativi per niente banali:
che guerra hanno fatto i soldati, le mogli, le madri, i vecchi, gli orfani? E quale, invece, hanno fatto i generali, i
politici, i giornalisti, i monsignori, i banchieri, le duchesse, i re? Una serata dunque da non perdere al
Millepini con inizio alle 21.
L’introduzione dello spettacolo
è a cura di Bepi De Marzi. Ingresso 10 euro, con prevendita
biglietti all’Ufficio del turismo
in Piazza Carli.
Al Lux “Croci Rosa” spettacolo contro la violenza alle donne
Martedì 9 novembre presso il Cinema Lux Asiago, nell’ambito
della rassegna cineforum, verrà presentato lo spettacolo teatrale
Croci Rosa, organizzato dal Circolo Effetto Cinema e dall’associazione Occhia Aperti per costruire giustizia. “Croci Rosa” è
uno show. Uno show condotto da un presentatore demenziale e
una valletta senza cervello. E’ un programma televisivo con tanto
di collegamento, sondaggi tra il pubblico e interviste esclusive. Croci Rosa è un pretesto. Si prende in prestito la tv spazzatura, il demenzialismo dei programmi televisivi di prima serata, per raccontare la condizione della donna nel mondo, le
violenze che subisce, le umiliazioni che in silenzio inghiotte. In
questo spettacolo-show, si affrontano temi sepolti dalla tv. Dalle
mutilazioni genitali femminili, all’ acido che brucia la pelle delle
giovani tailandesi. Si racconta del feminicidio di Ciudad Juarez,
della prostituzione infantile alimentata dai miliardari europei, del
vero senso dell’ 8 marzo. A sputare addosso agli spettatori notizie
infangate dal sistema, ci pensano due idioti. E’ uno show che
lascia sorrisi, ma pianta nel petto di chi ascolta una croce rosa
come quelle dell’immensa distesa del cimitero di Ciudad
Juarez nel deserto messicano. E’ un testo senza pretese, nè
retorica, nè voglia di insegnare niente a nessuno, si racconta semplicemente, per cambiare il mondo.” Lo spettacolo
avrà inizio alle ore 21, il prezzo del biglietto sarà di 4 euro per
i tesserati cineforum e 6,50 per i non tesserati.
D.D.
In libreria
- capitolo 5 -
SULLA LIBERTA’
di Luca Trapani
Il giorno dopo, Henna si presentò a casa del nonno Freajoch
con la bocca piccina tutta serrata e due occhioni spalancati e
inquieti.
- Che ti turba piccola gallina? - le chiese subito il nonno.
- Devo dirti una cosa. Da parte di mamma e papà...
- Dimmi allora, non aver paura di parlare.
- Ieri hanno voluto sapere tutto di quello che facciamo quando
vengo a trovarti... e soprattutto papà si è arrabbiato molto quando gli ho detto delle storie che mi racconti. Non vogliono più
che continuiamo a vederci, se non smetti di parlarmi delle cose
antiche.
- Te l’ avevo detto di non dire niente a nessuno - le disse in
tono di rimprovero.
- Io... non volevo dire bugie. Ma perché fanno così nonno,
non capisco. Di tutto quello che mi dici, io non trovo nulla di
male...
Freajoch sospirò.
- Siediti, avanti. Avevo programmato altro, per oggi, ma visto
che è così, cercherò di chiarirti un po’ le idee. E dopo, decideremo insieme sul da farsi.
- Henna, - disse appena ebbe terminato di accendersi la pipa, tu non devi ascoltarli. Sembra sbagliato dir di non ascoltare i
genitori, ma... la verità è che si comportano così perché hanno
paura. Tutti, qui a Ostera, vivono nella paura.
- Ma la paura non esiste più. E’ una delle malattie del passato protestò la fanciulla.
- Sì, è vero; Ostera ha sconfitto tutte le paure dell’ uomo:
buio, fame, malattia, morte. Ma sai come ci sono riusciti?
Riunendole tutte in un’ unica Grande Paura, che apparentemente non fa danni perché rimane nascosta, come nei
tuoi genitori: la paura della libertà.
- Non si dicono le parolacce nonno! - disse Henna.
Il vecchio rise di gusto.
- Cara, cara ragazza! Libertà non è affatto una parolaccia!
- Eccome se lo è: libertà vuol dire essere egoisti verso gli altri,
vuol dire che tutti fanno solo quel che gli va e non si preoccupano del bene comune; libertà vuol dire che nessuno ti dice cosa
devi fare, e perciò tutto degenera in caos e malaffare - disse
Henna con convinzione.
- Apri gli occhi, Henna, ti stanno ingannando: quella non è
libertà. Quella è inciviltà, è mancanza d’ amore per se stessi e
per gli altri. Libertà è l’ esatto contrario: è la responsabilità di
scegliere in autonomia; e di scegliere il Bene.
- Ma c’è già il Ministero della Bontà che sceglie il bene per tutti
- replicò Henna.
- Appunto! Nessuno qui a Ostera è più capace di scegliere, ed
è questo che genera la Grande Paura nascosta: la paura di avere delle responsabilità verso se stessi e gli altri che derivino dalle nostre dirette azioni, e non da quelle che altri scelgono per noi. Ecco di cosa hanno paura i tuoi.
- Non capisco.
- Lo so. Proverò con altre parole. Mamma e papà non hanno
paura delle storie che ti racconto; hanno paura del fatto che ti
sto insegnando a essere libera, cioè a scegliere da sola, senza
bisogno del Ministero della Bontà.
Henna si grattò la testa.
- Però... però una volta c’ erano le uccisioni, e le guerre, e ora
non ci sono più...
- Questo è vero, ma vedi, noi abbiamo risolto il problema cancellando tutte le forme possibili del Male, ed è una soluzione senz’ altro
pratica ed efficace. Ma così ci siamo infilati in una specie di trappola,
una trappola strana e grigia, e non sono affatto sicuro che il Male non
esista più, perché nulla in questo universo si distrugge. Credo solo
che abbiamo perso l’ allenamento a riconoscerlo, e se dovesse tornare, non sapremmo distinguere il suo volto. No; la vera vittoria passa
per la libertà, ricordalo, Henna. La vittoria degli uomini non è cancellare il Male, ma sapervi rinunciare; disarmarlo, e tramutarlo in Bene
ogni giorno.
Henna restava imbronciata, e si tormentava una ciocca dei rossi
capelli guardando qua e là. Infine si alzò.
- Forse è meglio che vada - disse.
Un’ ombra di dispiacere passò negli occhi del vecchio.
- Bene così; ecco la paura. Puoi decidere di non tornare più da me;
questo per me sarebbe un grande dispiacere, e siccome non so
come andrà a finire, ne ho paura. Ma ricorda le mie parole: preferisco che tu scelga di non tornare, piuttosto che tu subisca passivamente degli incontri che non desideri. Mi mancheresti molto, ma
almeno saprei di aver innescato dentro di te un processo che non
può essere fermato.
Sulla porta, le strinse per un attimo di troppo il braccio, e alla ragazza parve brutto e vecchio, e pazzo, e ne ebbe paura.
- Ricorda, piccola gallina: tu hai sangue cimbro nelle vene. I nostri
antenati accettavano ogni sorta di sofferenza e fatica pur di non
rinunciare alla loro libertà; e per questo, non abbandonarono mai
le dure montagne nei secoli. Ricorda Henna! Ricorda il tuo sangue!
- Lasciami - disse la ragazza divincolandosi. Senza voltarsi,
corse giù per le scale.
Freajoch non cercò di seguirla. Lentamente, richiuse la porta
sull’ improvviso silenzio.
Due ristampe che
faranno piacere a molti
Renzo Cappozzo torna in libreria. Personaggio eclettico, nato
a Mortisa di Lugo di Vicenza,
oggi residente a Lusiana, è dotato, come si suol dire, di una
“penna” capace di lasciare il
segno. Lo fa non con un nuovo romanzo, ci sarà comunque
in futuro, ma con la ristampa
di due suoi “pezzi forti”, oggi
esauriti, dei quali c’è ampia richiesta. Si tratta di “Favole
della mia terra” e di “Lacrime
della mia terra” entrambi delle
EdizionigraficheLeoni di Breganze. Il perché dell’interesse suscitato è ben riassunto in una frase dello stesso autore che a proposito delle “favole” così annota:“Questo libro nasce da un amore
grande, quello che lega l’uomo alla propria terra. Ho così raccolto
e ricostruito la storia del mio paese e dei suoi personaggi pittoreschi”. E proprio i legami con le proprie origini aiutano spesso ad
esprimersi ad alto livello ottenendo, fra l’altro, un doppio risultato:
rendere omaggio alla terra d’origine e salvare preziose testimonianze del “come eravamo” per non dimenticare, mai, da dove
veniamo”.Diverse invece le motivazioni e lo spirito con cui Renzo
Cappozzo affronta in “Lacrime della mia terra” le vicende di cui
furono protagoniste, loro malgrado, le popolazioni coinvolte nella
lotta di liberazione. In fondo le vicende che coinvolsero i “ragazzi
delle Lore” si possono tranquillamente trasporre in simili episodi
accaduti in altopiano o in territori dove la guerra civile divampò
più acuta. Non saranno infatti mai troppe le testimonianze rese
per meglio comprendere un periodo tragico e complesso della nostra storia recente. Comunque la si voglia “leggere” o
giudicare. Con “Personaggi e
storie dell’ altopiano, edito nel
2005, Renzo Cappozzo ha inoltre dedicato agli altopianesi uno
specifico libro. Anche in questo caso con l’intento di raccontare, spesso divertendo, vicende umane del tutto degne di
essere conosciute quindi salvate dall’oblio.Renato Angonese
8
Sabato 30 ottobre 2010
l’Altopiano
21
HOCKEY SU GHIACCIO SERIE A1
SPORT
SUGLI SPALTI DELL’ODEGAR BENOIT
LAPORTE, L’INDIMENTICATO ALLENATORE
DELLO STORICO 1° SCUDETTO GIALLOROSSO
di Cesare Pivotto
Una rimpatriata a sorpresa per Benoit
Laporte, il 50enne tecnico canadese di origini québecois che ha
condotto l’Asiago al
suo primo, storico scudetto 2001, venuto ad
assistere al derby
Asiago - Alleghe.
“Una volta l’anno mi
faccio un piao di giorni sull’Altopiano, terra dove sono stato benissimo e che continuo
a portare nel cuore”
esordisce, e nei suoi occhi
che brillano si legge tutto
questo
attaccamento
all’Altopiano dov’è arrivato
nel pomeriggio quando è andato a fare “la solita
corsetta di un’ora sul solito
tracciato che ero abituato a
percorrere quand’ero qua” ci
racconta con estrema semplicità e da dove è ripartito
all’indomani per tormnare
ad Ambrì a chiarire il suo futuro. Dopo i tre splendidi ed
intensi anni ad Asiago,
Laporte ha allenato cinque
anni in Germania, dal 2003 al
2005 alla guida degli
Augsburger Panther e dal
2005 al 2008 dei Nurgnberg
Ice Tigers (squadra con cui
nel 2007 è arrivato secondo,
eletto miglior allenatore della
DEL dell’anno); nel 2008,
dopo l’uscita nei quarti dei
playoff, viene licenziato e termina la stagione a Basilea, in
Svizzera. L’anno dopo fuga-
ce ritorno in Germania, ad
Ingolstadt, dove resta solo
fino a novembre; nella passata
stagione prende in mano la panchina svizzera dell’Ambrì,
squadra da cui è stato esonerato lo scorso 11 ottobre.
“Sono stupito dalla velocità
dell’hockey italiano” è uno di
suoi primi commenti; per quanto riguarda il momento non
bellissimo dell’Asiago aggiunge – è normale che, dopo la
grande impresa della passata
stagione, l’avvio possa essere
non dei migliori. Sono sicuro
che questo team ha i numeri
per difendere quel bel scudetto
che porta meritatamente sulla
maglia”. Che Asiago gli sia rimasta nel cuore è indubbio,
tant’è che, nelle battute scambiate durante la partita quando
l’Asiago era sotto 0 a 1, si augura “spero di portare loro fortuna e che possano vincere la
partita”, successo fatalmente
arrivato nel periodo finale. Ed
a proposito del titolo 2009/10
aggiunge “E’ stata una bella
cosa che mi ha reso felice; sapere che la storia del club con
cui hai avuto bei risultati ed un
ottimo rapporto continua
con altri successi a me dà
grande soddisfazione”.
Non sembra per nulla seccato dal recente esonero da
parte dei ticinesi dell’Ambrì
“Ho voluto prendere in
mano una situazione non
facile e forse ho sbagliato a
farlo, non so, ma non ho
rimpianti; adesso mi prendo tempo per andare in Finlandia e poi per tornare in
Nord America (nei giorni
scorsi era stato a
Norimberga e Monaco, da
Pat Cortina, ndr) a guardare hockey, ed aspetterò contatti e chiamate che valuterò”.
Lo abbiamo conosciuto come
<sergente di ferro>, capace,
Verso la Continental
Mese delicato e particolarmente intenso quello che si sta
aprendo per la Migross Asiago, impegnata in campionato
ad inseguire le battistrada (e magari un posto nella “Final
Four” di Coppa Italia), cercando soprattutto di trovare
un’identità di gioco (fin qui latitante), anche in vista della
semifinale della Continental Cup, obiettivo verso cui è stata concentrata la preparazione di questa fase iniziale di
stagione. E a proposito di Europa, è il Miercurea Ciuc,
campione di Romania, l’ultimo tassello del mosaico che
compone il girone “E” di semifinale della Continental Cup,
in programma ad Asiago dal 26 al 28 novembre prossimi.
I rumeni, infatti, si sono aggiudicati il girone “C” dei quarti di finale, svoltosi la scorsa settimana a Maribor
(Slovenia). Il Miercurea Ciuc, se dovesse essere confermato il calendario diffuso dalla società altopianese, affronterà la Migross sabato 27 novembre. Il debutto per
l’Asiago, invece, venerdì 26 novembre contro i campioni
di Ucraina del Sokol Kiev. Gran finale, domenica 28 novembre, con i campioni di Danimarca del SønderjyskE
Vojens, allenati dall’ex Mario Simioni. In palio un posto
per la “Super Final” di Minsk in gennaio.
S.A.
SCI ALPINO
SPORT INVERNALI
Gianesini: “Posso,
quindi devo far meglio”
Rinviata la presentazione
veneziana dei Mondiali
Master di sci nordico
“Non ho sciato come so
fare. In gara ho reso molto
meno di quanto non faccia in allenamento. Considero il “gigante” di
Soelden una gara storta.
Non mi accontento di certo. Ora però ho tutto il tempo di rimediare perché il
prossimo appuntamento di
“coppa” è fissato dopo il
venti novembre in nordamerica”. Così Giulia Gianesini al suo rientro dall’Austria dopo il 17°
posto ottenuto sul ghiacciaio del Rettenbach dove le sole ragazze,
prova maschile annullata per nebbia, hanno potuto dividersi i primi
punti in palio. “Dovevamo tornare ad allenarci in Austria – prosegue
– invece le abbondanti nevicate ci hanno regalato qualche giorno da
trascorrere in famiglia. Appena possibile torneremo comunque sugli
sci e m’impegnerò anche in qualche allenamento in super-g e discesa
libera. Per il momento comunque gareggerò solo in “gigante”. Più
avanti si potrebbe anche decidere diversamente”. Analizzando ancora la gara di Soelden l’azzurra galliese sottolinea come l’aver perso
tanto nella seconda parte della prima discesa, anche per colpa di una
pista “bucata”, l’abbia messa in condizione di non poter recuperare
nella seconda anche se la tracciatura consentiva di poter sciare bene.
Rispetto all’avvio dello scorso anno, sulla stessa pista, ha guadagnato
tre posizioni ma, quel che più conta, ora è ben consapevole di poter
lottare cone le grandi della specialità con ottimi risultati. Magari a
cominciare dalla trasferta oltre-oceano.
R.A.
Il 26 ottobre scorso il veneziano Palazzo Balbi, sede delle Giunta
Regionale, doveva ospitare la presentazione dei Campionati
Mondiali “Master” di sci nordico in programma ad Asiago e
sull’ altopiano nel febbraio del 2013. Impegni sopraggiunti in
sede lagunare hanno prodotto lo spostamento a martedì 9 novembre dell’apposita conferenza stampa. In quella sede il
Comitato Organizzatore Locale presieduto da Andrea Gios sindaco di Asiago illustrerà ai componenti il “governo” veneto
caratteristiche e progetti relativi a questo grande evento sportivo e turistico arrivato in altopiano grazie al successo della
candidatura presentata alla World Master Association organismo internazionale di riferimento.
R.A.
orgoglioso ed ambizioso, che
pretendeva da tutti, a partire da
se stesso, sempre e comunque
il massimo; quando gli chiediamo se gli piacerebbe tornare in
Italia risponde “Sarebbe bello,
ma lo farei solo con una squadra che ha ambizioni importanti, che ha numeri e che vuole
vincere”!
Hockey Inline
Derby, inizio agrodolce
per gli Asiago Vipers
Dalla debacle di Padova al riscatto con il Vicenza.
I due volti della Rigoni di Asiago. Intanto gli ex trascinano
in vetta alla A1 la matricola diretta da Marobin
C’è Asiago in testa alla A1, ma stavolta
non sono i Vipers. O meglio sono quattro ex che stanno trascinando a suon di
gol (25 su 27 totali) e minuti in pista la
matricola Padova in cima alla A1, seppur
in coabitazione con Arezzo. Alla guida di
questa squadra c’è un altro asiaghese,
Riccardo Marobin. Un primato giunto
al termine di un trittico importante: Edera Trieste, Asiago Vipers e Pirati
Civitavecchia, le prime due sono state le
protagoniste degli ultimi anni; l’altra è
tra le candidate ad esserlo in questa stagione. Sorpreso da questa partenza? «
Onestamente sì – racconta il “Maro” –
perché non conoscevo i valori di questo
campionato. Ero convinto di poter far
risultato solo contro Asiago, ma abbiamo fatto bene anche nelle
trasferte di Trieste ed Arezzo con il Civitavecchia, la formazione
che fin qui mi ha più impressionato. E’ stata una battaglia, se la
partita fosse durata altri cinque minuti non so come sarebbe finita… ». Eppure sul sito dei Ghosts si legge di “mattoni fondamentali verso la salvezza”. D’accordo tutto, ma non è un po’ esagerato potendo contare sulla miglior prima linea del campionato? « La
società la pensa così, non vuol bruciare le tappe. Lo scopo principale è quello di far crescere i giovani, a tutti i livelli, dalla prima
squadra al vivaio. Anche se è evidente che possiamo fare un bel
campionato. La prima linea? Non devo dire nulla, va da sola, gioca a memoria e produce spettacolo e, inoltre, credo che qui i
“fantastici quattro” (come li hanno già ribattezzati a Padova, ndr)
abbiano trovato maggiori stimoli; Ricky Mosele su tutti, sta giocando alla grande ». Per la regular season un blocco di livello
assoluto può bastare per arrivare in alto, ma nei playoff servirà di
più. La seconda linea attuale offre poche garanzie in tal senso,
arriverà qualche altro rinforzo? « Non lo so, così come siamo
possiamo disputare un bel campionato. Per vincere, nei playoff,
servirebbero almeno un paio di innesti di qualità. Faremo il punto
con la dirigenza a fine novembre; poi si vedrà ». Alla vigilia del
derby con Asiago aveva detto che sarebbe stata “una partita come
un’altra, nessuna emozione particolare”. Lo è stata davvero? Nonostante la batosta (10-3) rifilata ai campioni d’Italia? « I quattro
ragazzi l’hanno sentita di più; per me è stata una gara normalissima, non mi spaventava giocare contro di loro. Li ho visti giù di
condizione e poco organizzati, ma certamente ha pesato l’assenza
di Longhini, un trascinatore ». Un derby che ovviamente aveva
lasciato il segno in casa Vipers, ma che probabilmente ha anche
dato quella spinta emotiva in più per risollevarsi subito, proprio in
un altro derby, quello con i Diavoli Vicenza. Una partita brutta,
con qualche colpo proibito ed errore di troppo, ma che ha restituito un Asiago aggressivo e combattivo, che, soprattutto nel secondo tempo, ha anche offerto qualche sprazzo di buon hockey.
Un Asiago nuovo, più giovane e meno forte, ma che, anche grazie
al mix di “veci e boce”, può ancora dire la sua, in particolare sulla
pista di via Cinque, dove tutti faranno fatica a strappare punti. In
questo fine settimana la Serie A1 sarà più che dimezzata a causa
degli impegni nel turno preliminare di Confederation Cup delle
formazione italiane (Arezzo, Civitavecchia, Monleale ed Edera Trieste). Solo due gli incontri che si disputeranno regolarmente (Padova-Cittadella e Ferrara-Milano 24); gli Asiago Vipers saranno di
scena martedì 2 novembre (ore 18) ad Arezzo contro i “leoni”
dell’ex portiere Jure Penko.
Stefano Angonese
I risultati della 3a giornata: Asiago-Vicenza 7-3; Edera Trieste
– Ferrara 3-2; Civitavecchia-Padova 8-9; Cittadella-Arezzo 1-5;
Monleale-Polet Trieste 4-2. Ha riposato il Milano 24.
Classifica. Padova ed Arezzo punti 9; Civitavecchia 6; Milano *,
Rigoni di Asiago Vipers *, Edera Trieste *, Vicenza, Monleale,
Ferrara e Cittadella 3; Polet Trieste 0. (* una partita in meno)
8
Sabato 30 ottobre 2010
l’Altopiano
22
VOLLEY CESUNA:
ORA SI FA SUL SERIO!
Campionati di Prima Divisione ai nastri di partenza
È finalmente finita l’attesa per
le squadre di vertice della
P.G.S. Pallavolo Cesuna: nel
fine settimana infatti iniziano i
campionati di Prima Divisione
nei quali entrambe le formazioni del Cesuna saranno chiamate a dare il meglio di sé per
raggiungere il minimo obiettivo
stagionale: la permanenza nella
massima serie provinciale. È il
primo anno che sia il “CesunaCaseificio Pennar”, la squadra
maschile guidata da Fabio
Munari, che “La Bussola Volley
Cesuna”, la femminile condotta
da Corrado Pesavento, possono fregiarsi del merito di giocare
nel campionato di Prima Divisione (la formazione femminile
è già al secondo anno di militanza): oltremodo legittima, quindi,
la soddisfazione per l’associazione la cui dirigenza è conscia di
aver lavorato con impegno, dedizione e profitto.
Messa da parte la Vicenza Cup,
il torneo precampionato indetto
dalla Federazione vicentina, con
buoni piazzamenti per entrambe
le compagini, spetta alla squa-
Anche quest’anno il Sakura
Karaté Club di Roana dà il
benvenuto a tutti coloro che
vogliono avvicinarsi e conoscere il Karaté e, soprattutto, praticarlo. La novità é che, a differenza
dello scorso anno, in cui
l’insegnamento del
karaté era riservato ai
soli esperti, sarà aperto anche un corso per
principianti a partire
dai sei anni. Sentiamo
dunque cosa ci propone per quest’anno
l’istruttore di karaté
Antonello Pulga, cintura nera 3° Dan, nonché
fondatore del Sakura
Karaté Club di Roana.
Quali sono i principi che
ispirano il vostro Club di
karaté?
“Temi e situazioni tipiche
dei film (aggressività, violenza gratuita, utilizzo del
Karaté per compiere ingiustizie) non sono neanche
lontanamente contemplate
nella filosofia e nell’insegnamento di quest’arte, disciplina che ha tra i suoi
principi basilari il rispetto
reciproco
e
l’autocontrollo”.
Che cos’é in realtà il
karaté?
“In principio é nato come
arte marziale dedicata al
combattimento
e
all’autodifesa, ma con il
tempo si è trasformato in
vera e propria filosofia di
vita che insegna a diventare forti modellando il carattere, guadagnando consa-
dra maschile rompere il ghiaccio: già venerdì 29 ottobre alle
21,00 al Palazzetto dello Sport
di Roana, infatti, è previsto l’esordio contro la formazione
bassanese Polisportiva Santa
Croce. Un match ad alto contenuto tecnico, con le formazioni
che si sono già conosciute nei
precedenti anni di militanza in
Seconda Divisione, un confronto che sicuramente non deluderà il pubblico assiepato sugli
spalti. Le “Tigers”, inserite nel
girone B del campionato provinciale, scenderanno in campo il
giorno successivo, sabato 30 ottobre, e saranno impegnate nella trasferta di Torri di Quartesolo
contro il Thema Studio. Per loro
l’esordio casalingo è in programma la settimana successiva, sabato 6 novembre, quando alle
16,30 affronteranno la formazione della Pallavolo Rossano.
Nel frattempo hanno già preso il via i campionati giovanili
con la P.G.S. Pallavolo Cesuna,
Polisportiva Comune di
Roana, che in campo femminile è presente nelle categorie
U14, con la C. Müller Volley
Cesuna, nell’U16, con l’Hotel
Col del Sole Volley Cesuna, e
nell’U18 con il Fruit Club
Volley Cesuna. Un inizio di
campionato faticoso per tutte
le formazioni giovanili dovuto
al cambio di categoria, con attenuante di dover affrontare
formazioni con più esperienza
agonistica; non è lecito però perdersi d’animo: per loro i frutti
dell’impegno profuso produrranno buoni risultati più in là nel tempo. In conclusione, sono ancora
nella fase della preparazione le
altre formazioni della Pallavolo
Cesuna tant’e vero che sia la
maschile giovanile che l’U13,
l’U12 e il Minivolley approderanno alla fase agonistica solo con
l’inizio dell’anno venturo.
Infine ricordiamo agli appassionati la possibilità di seguire tutti
gli aggiornamenti sui risultati delle partite fra le notizie d’interesse pubblicate sul nostro sito
www.giornalealtopiano.it; per
altre notizie d’interesse consultate
invece
il
sito
www.volleycesuna.it
Il Sakura Karatè Club si apre ai principianti
Oltre all’insegnamento riservato ai soli esperti, un corso per i più piccoli a partire dai sei anni
pevolezza e gusto nella
vita, imparando la capacità di sorridere nelle avversità e di lavorare con determinazione e nel rispetto
degli altri”.
E per quanto riguarda
l’aspetto motorio?
“Il Karate-do è un’attività
fisica che rende il karateka
padrone di tutti i movimenti
del corpo come il piegarsi,
il saltare, il rimanere in
equilibrio ed il muovere gli
arti ed il corpo in avanti e
indietro, a destra ed a sinistra, verso l’alto e verso il
basso, liberamente ed uniformemente”.
Quali sono i benefici che
comporta questa attività, in
particolare per i bambini?
“Il Karaté apporta benefici
sia fisici che psicologici, aiutando il bambino nella crescita e nel rapporto con gli
altri. Il Karaté aiuta a correggere le posture sbagliate
tipiche degli adolescenti: infatti, la pratica del Karaté richiede una posizione con la
colonna vertebrale eretta e
quindi si correggono
problematiche quali scoliosi,
lordosi e dorso curvo”.
Dunque ha anche dei vantaggi ... sociali?
“La socializzazione nel
Karaté dà ottimi risultati in
quanto la disciplina ed il lavoro di gruppo, pur rimanendo in un programma didattico individuale che lo accompagna per gradi nella sua personale evoluzione, insegnano
al bambino il rispetto dei compagni e di sé stesso. Tutto
questo lo aiuta a prendere
coscienza che impegno e piccoli sacrifici, naturalmente
per gradi, danno soddisfazione e risultati. Importante é
anche la vita che si svolge in
palestra prima e dopo l’allenamento: in quei momenti il
bambino, vincendo la propria
timidezza, riesce a
socializzare con il
gruppo in un ambiente accogliente e con
personale disposto ad
ascoltarlo”.
Come sarà impostata
l’attività del Sakura
Karaté Club?
“Ci saranno due corsi: uno per esperti, ed
uno per principianti (a
partire dai sei anni).
Per gli esperti sono
previsti allenamenti che
comprendono i diversi elementi del Karaté tradizionale, in particolare la pratica dei Katà abbinata alla
pratica del kumité e
dell’autodifesa. Per i più
piccoli, invece, l’approccio
sarà improntato in maniera
più giocosa, senza trascurare, però, i principi del rispetto e dell’autocontrollo
di cui ho già parlato. Saranno previsti, comunque per
tutti, i passaggi di cintura,
via via che saranno rag-
giunti gli obiettivi prefissati, e la partecipazione a gare
e stage di approfondimento”. Un’ultima curiosità:
che cosa significa il nome
del vostro Karaté Club?
“In giapponese Sakura significa ciliegio. E’ usanza
tra i giapponesi scambiarsi
rami di ciliegio fiorito come
segno di buona fortuna e
prosperità. Spero dunque
che anche questo nome sia
di buon auspicio per il nostro lavoro”. Chi fosse interessato può chiamare
Antonello Pulga 373
7163498
Nicoletta Manfrin
Davide Apolloni
Al Salone del Motociclo con
il Motor Club Altopiano 7 C
A novembre in programma anche il 33° Gran Premio Go kart
Il Motor Club Altopiano
7 Comuni, dopo aver organizzato nell’ultimo venerdì di ottobre il tradizionale
Torneo
di
Bowling al Centro
Rendola, ricorda che ha
predisposto il viaggio in
pullman per visitare, sabato 6 novembre, il 68°
Salone del Motociclo di
Milano. Il pullman partirà da Asiago alle ore
5.30 ed effettuerà fermate a Camporovere,
Canove,
Cesuna,
Treschè
Conca
e
Chiuppano, il viaggio di
ritorno è previsto per le
18.30 da Milano con arrivo ad Asiago alle 23. La
quota di partecipazione è
di 18 euro per i soci e 23
per i simpatizzanti, più il
costo del biglietto d’entrata che è di 12 euro, per
maggiori informazioni e
per iscrizioni ci si può riv o l g e re a l l a s e d e d e l
c l u b p re s s o l ’ A l b e rg o
Toi di Camporovere, tel.
0424 692157 – 348
9037982. Per sabato 20
n o v e m b re i n o l t re i l
Motor Club organizza il
3 3 ° G r a n P re m i o G o
Kart nel rinnovato
kartodromo di Altavilla
Vicentina, con ritrovo
dei partecipanti alle ore
16 presso il circuito. La
manifestazione è valida quale terza ed ultima prova del
Trofeo Campione dell’anno
Go Kart 2010 e si svolgerà
in due manches, con somma
dei tempi che decreterà i
vincitori. Sono previsti premi per i tre migliori di ogni
categoria. Anche per questo
appuntamento, aperto a
tutti, ci si informa ed
iscrive presso la sede
del club.
S.B.
8
Sabato 30 ottobre 2010
l’Altopiano
23
Secondo posto in classifica per il Canove
CALCIO
La compagine di Sandro Baù in cerca di riscatto. Passione vera è il fattore in più che si è riusciti
a mettere in campo. Obiettivo primo: accumulare punti prima del difficile periodo invernale
Terza categoria, alti e bassi
Le altopianesi rallentano: prime sconfitte per il Glc; mentre l’Asiago va a singhiozzo
Magro bottino in queste ultime
due settimane per le nostre formazioni impegnate nel campionato di terza categoria: tre sconfitte a fronte di una sola vittoria.
Si è, dunque, interrotta la striscia
positiva che tra campionato e
coppa durava da cinque incontri
del Glc, sconfitto da due delle
protagoniste del girone di
Bassano: il primo stop è giunto
per mano del S. Pietro Rosà (31), seguito poi da quello con la
Junior Monticello, che ha beffato gli uomini di Maino in pieno
recupero (2-3). Per il Glc, in soli
due turni, la classifica è mutata
repentinamente ed ora la formazione del presidente Xausa è scivolata nei bassifondi del girone.
La prossima partita, contro il
pari-quota Facca, potrebbe essere l’occasione per spezzare
questo digiuno. Altalenante, invece, il rendimento dell’Asiago
Calcio Altopiano. Nulla da fare
contro la capolista del girone “B”,
il Cogollo, che ha rifilato una pesante cinquina (1-5) in faccia ai
giallorossi, capaci, tuttavia, di
risollevarsi nel più abbordabile
confronto con il Giavenale, piegato (2-0) dalle reti di Rigoni e
Carli.All’orizzonte un altro match
alla portata della formazione diretta da Lorenzi, che, in caso di
successo, potrebbe affacciarsi
sulle zone nobili della classifica.
Classifica Terza Categoria
girone B (dopo la 6a giornata): Cogollo punti 16; Galvanauto
Motta 14; Montecchio
Precalcino 12; Monte di Malo
11; Arsiero e Zanè 10; Union
Pedemontana e Valli 9; Asiago
e Novoledo Villaverla 8;
NewTeam SS. Trinità 7; Azzurra Agno 6; Rozzampia 5;
Giavenale e S. Quirico 4; S.
Tomio 0.
Prossimo turno
(31 ottobre – ore 14.30): Valli –
Asiago
Classifica Terza Categoria
girone Bassano (dopo la 5a
giornata): Transvector e S. Pietro Rosà punti 11; Junior
Monticello 10; Fellette * 7; S. Vito
Bassano * e Arsenal Cusinati *
6; Villaggio S. Lazzaro *, Real
Stroppari * edAurora S. Giuseppe * 5; Facca e Glc * 4; Tezze
Brenta ed Ospedaletto 0. * una
partita in meno – Glc e Junior
Monticello un punto di
penalizzazione. Prossimo turno (31 ottobre – ore 14.30):
Facca – Glc
Stefano Angonese
Dopo un primo periodo di assestamento il
Canove Calcio vola al
secondo posto nella
classifica del girone F
di seconda categoria.
Con la vittoria esterna
per 1 a 0 sul Marola
(gol di Fioretto oramai
consacrato goleador
gialloblu) e la vittoria
interna con lo stesso
risultato a danni del Lugo
Calvene (gol del regista
Panozzo su rigore) i ragazzi
al comando di Sandro Baù
stanno dimostrando le vere
intenzioni della compagine.
Ovvero accumulare più punti
possibili prima del pellegrinaggio invernale per non ripete gli errori del passato e
per ritornare all’Armando
Frigo in primavera con una
posizione di classifica tale da
ambire ad un finale di stagione con obbiettivo playoff.
Una squadra quella gialloblu
che sta manifestando una
voglia di riscattare la stagione scorsa dove tutto il possibile è andato per il verso storto; però senza rabbia, ma palesando una passione vera
per il gioco calcio che è forse l’arma in più della squa-
dra di Baù. E
che rende assistere alle partite un vero piacere. Piacevole anche come
l’allenatore riesce ogni volta a
rimescolare la
formazione, pur
rispettando alcuni capisaldi,
per dare spazio a tutti i giovani arrivati dagli allievi e dai
juniores che hanno accettato di lottare per i colori del
Canove. Dando una
concomitante dimostrazione
di maturità e di come si dovrebbe vivere lo sport –
agonismo
senza
personalismi. Forza Canove!
Gerardo Rigoni
Classifica Seconda Categoria girone F (dopo la 6a giornata): Toniolo Rino punti 14; Canove,
Fara S. Vitale e S. Anna 13; Juventina Laghi 11; Bp ’93 e Tre Ci 10; Vallonara 9; Grantorto 8;
Marola 7; Fides 6; Colceresa MPM e Lugo Calvene 5; Longa ’90 e Spf 4; Breganze 0.
Prossimo turno (31 ottobre – ore 14.30): Fara S. Vitale – Canove
Snowboard per disabili,
qualcosa si sta muovendo
“Se succedesse a me, vorrei che qualcuno ci avesse già pensato” – esordisce così Igor Confortin, maestro di snowboard, nel
raccontare l’esperienza maturata a contatto con persone disabili
che praticano sport. Un primo approccio, che ha fatto scattare
in lui domande e riflessioni, è avvenuto la primavera scorsa,
quando nell’ambito del corso per diventare maestro di snowboard
ha partecipato a un modulo di formazione per insegnamento ai
disabili. In questo contesto ha conosciuto Greg Leperdi, che
dopo aver subito l’amputazione di un arto inferiore, grazie a una
particolare protesi è tornato a praticare lo snowboard. Leperdi,
atleta paraolimpico, ha pure partecipato con la squadra azzurra
di ice sledge hockey alle paraolimpiadi di Vancouver. “Non immagini neppure che una persona senza una gamba possa fare
snowboard, sport per il quale non esiste specializzazione per
l’insegnamento ai
disabili, come invece è nello sci – commenta Igor. -Riflettendo sul fatto che
a tutti potrebbe capitare un incidente o
un malattia che portino all’amputazione
di un arto, mi sono
reso conto che se
capitasse a me, che
ho fatto dello
snowboard la mia
vita, mi piacerebbe
che si fossero già
approntate delle soluzioni, sia a livello di
insegnamento che di sviluppo di protesi idonee”. L’idea di approfondire l’insegnamento
dello snowboard aprendo nuove possibilità di
sport e divertimento ai disabili è partita da Silvia Bresciani, che, assieme a Greg Leperdi, si
sta dando da fare su più fronti perché questo
sport possa diventare di più largo consumo.
Tra gli obiettivi, la creazione di una federazione italiana parasnowboard e l’organizzazione
di un campionato italiano, che potrebbe svolgersi il prossimo
marzo in Val di Fiemme. Sembra inoltre che ci siano buone
possibilità che il parasnowboard venga presentato in qualità di
disciplina dimostrativa alle prossime olimpiadi invernali di Sochi
2014, visto che se ne sta interessando il comitato paraolimpico.
E’ stata Silvia, che Igor ha conosciuto al corso per maestri di
snowboard, a organizzare per la prima volta un camp di una
settimana di insegnamento di snowboard a disabili, che si è svolto a Tignes, al quale anche Confortin ha partecipato a titolo di
volontariato. Vi hanno preso parte persone con disabilità molto
diverse tra loro, provenienti da numerosi paesi, tra cui Stati Uniti, Norvegia, Spagna. A Tignes Igor ha conosciuto anche
Giampaolo Gaiarin, trentino, che dopo aver perso una gamba in
un incidente con la moto, una volta superato l’iniziale duro impatto con la nuova
realtà e gli immancabili problemi a livello
psicologico, ha deciso di far conoscere ad
altre persone che si trovano in condizioni
simili alle sue l’ esperienza fatta nel praticare più di un’attività sportiva, girando per
gli ospedali con le sue foto mentre pratica
gli sport. “Giampaolo ha iniziato a fare
snowboard dopo l’incidente, quando era
già privo di un arto. Standogli accanto e aiutandolo a imparare a
scivolare sulla tavola da neve, ho potuto constatare come sia
possibile per un disabile fare tutto ciò che fa un normodotato.
Certo, le sfaccettature sono innumerevoli, le difficoltà sono diverse a seconda del tipo di disabilità, parlando con i ragazzi che
hanno partecipato al camp ho avuto modo di sentire le loro esperienze ed esigenze. Per trovare soluzioni idonee serve il lavoro e
il contributo di tutti: disabili, insegnanti, tecnici che sviluppano le
protesi. Credo però che offrire questa opportunità sia molto importante per aiutare e dare nuovi stimoli a chi, magari da un
giorno all’altro, si trova a dover imparare ad affrontare la vita in
modo molto diverso da prima. Personalmente intendo continuare a dare il mio personale contributo perché ciò possa avvenire,
in futuro, sempre con maggior facilità, augurandomi che anche le nostre piste possano attirare atleti che
praticano il parasnowboard”. Intanto
il 20 e 21 novembre prossimi Igor
Confortin parteciperà al Lusia, in Val
di Fassa, a un test con disabili e
sviluppatori italiani di protesi, che servirà ad acquisire nuovi dati utili per il
parasnowboard.
Silvana Bortoli
8
Sabato 30 ottobre 2010
l’Altopiano
Racconti
Neve su la foia, inverno che fa voia
I detti e i proverbi che sono
stati tramandati dai nostri antenati sono il frutto della saggezza di molte generazioni, che
basandosi sull’esperienza, hanno potuto constatare che le
loro previsioni spesso si avveravano. Questo detto però
sottende anche l’aspettativa di
un inverno mite con scarso
innevamento, poiché i lunghi
inverni di un tempo erano certamente vissuti con grande difficoltà per gli enormi disagi che
gli stessi arrecavano alle popolazioni. Quante volte mi è
capitato di sentire dai vecchi
la frase “eh, gli inverni di una
volta”, inverni nevosi che costringevano le persone a rimanere in casa per parecchi giorni e a riscaldarsi nel tepore
delle stalle all’epoca del filò
per risparmiare un po’ di legna. Infatti non c’era la tv, forse ma raramente qualche radio grande come un armadio.
Parliamo degli inverni di molti
anni fa, prima e dopo la 1°
guerra mondiale.Nevicate che
duravano ininterrottamente
giorni e giorni, sembravano
non finire mai e la neve si accumulava fino a ricoprire le
finestre delle case. Per la strada si udiva di sovente il rumore sordo del pesante
spartineve, trainato da una fila
di cavalli appaiati due a due e
i cavallari con la mantella e il
cappello coperti di neve, che
si confondevano in mezzo ai
cavalli, che incitavano continuamente anche facendo
schioccare la frusta. Anche i
cavalli avevano i finimenti
spruzzati di neve e noi ragazzi
eravamo tutti sulla strada a goderci questo spettacolo quasi irreale, incuranti dei disagi che il
manto di neve avrebbe provocato. Quando non era più possibile accumulare la neve ai lati
della strada, allora il Comune
allertava tutti gli uomini disponibili che con il badile gettavano la
neve più in là e dove possibile
negli orti a fianco delle case allineate lungo il paese e le frazioni.
Tempi duri quelli: l’inverno incuteva paura, specialmente quando si protraeva fino a marzo e
anche oltre, poiché cominciavano a scarseggiare le riserve alimentari, basate sul maiale, una
riserva di crauti e patate.
Quando i crauti venivano affettati con apposito attrezzo e riposti sotto sale in una grande botte
di legno, facevano entrare noi
bambini a piedi scalzi per pressarli in modo che se ne potesse
conservare la maggior quantità
possibile.
Un anno, credo fosse il 1930, la
neve raggiunse i 3 metri di altezza anche in paese e fu una vera
e propria emergenza. Ma si sa, i
montanari non si perdono d’animo, sono abituati alle fatiche e ai
sacrifici, specialmente quella generazione che aveva provato
sulla propria pelle il duro lavoro
nelle miniere della Prussia in condizioni inenarrabili, tali che al ritorno morivano sui 50 anni di
“prussiera” (silicosi), una malattia causata dalla polvere che si
respirava nelle viscere della terra e che incrostava i polmoni,
tant’è che morivano per difficoltà
di respirazione o per enfisema
polmonare. A quel tempo era
impensabile ritardare il battesimo oltre gli otto giorni, tant’è che
si ricorda ancora oggi della nascita di un bimbo, che per portarlo in chiesa per il battesimo si
dovette scavare un tunnel nella
neve per raggiungerla. L’inverno di quest’anno assomiglia molto a quello di quegli anni, ma con
i mezzi che ci sono per sgomberare le strade con ruspe, camion
appositamente attrezzati ecc., la
neve non fa proprio più paura.
Le case sono ben riscaldate a
metano e con legna nel caminetto, mentre a quel tempo c’era
un’unica stufa nella cucina e si
lasciava aperta la porta che accedeva direttamente alla stalla
per far uscire un po’ di tepore e
le riserve alimentari certamente
non scarseggiano poiché il frigo
e il freezer ne sono ricolmi.
Quando si andava a letto la sera,
molto presto, i vetri erano ghiac-
ciati e si vedevano degli strani
arabeschi che sembravano disegnati da pittori astrattisti. Si
dormiva anche 4/5 fratelli nello
stesso letto per riscaldarsi l’un
l’altro, anche se il letto era stato
riscaldato con un braciere, detto
in dialetto “fògara” riposto in una
“mònega”, un attrezzo di legno
ricurvo dove veniva appoggiato
il braciere. Ma era capitato più
di una volta che qualche brace
fosse fuoriuscita, appiccando il
fuoco alla stanza con le conseguenze che si possono immaginare. Purtroppo oggi si verificano degli scoppi di bombole per
fuoriuscita di gas, come è capitato di recente, che hanno fatto
crollare intere abitazioni. Gli uomini che non erano emigrati oltre oceano, ritornavano nei paesi dopo aver fatto la stagione in
Germania, in Belgio, in Piemonte, ecc. Alcuni come racconta
Mario Rigoni Stern nel bellissimo libro Storia di Tonle, partivano a primavera quando fioriva il
ciliegio e ritornavano nel tardo
autunno. Certi si spingevano fino
in Boemia e anche oltre per vendere stampe e icone e magari
ritornavano con un sacco di patate o altri sementi per l’orto. A
causa della lontananza per parecchi mesi e dell’astinenza, erano bramosi di riabbracciare la
moglie e i figli e puntualmente
ogni anno nasceva un bambino
e quindi le famiglie erano assai
numerose 9/10/12 figli, di cui, data
l’alimentazione inadeguata e le
condizioni igienico-sanitarie precarie, ne sopravvivevano al massimo per selezione naturale la
metà, evidentemente i più dotati
fisicamente. A raccontare queste cose sembrano storie di mille anni fa e invece è trascorso
meno di un secolo, perché quella vita di stenti, di difficoltà, di emigrazione è durata fin dopo il secondo dopoguerra.
Dice un vecchio proverbio
salisburghese: l’uomo senza
passato è un uomo senza futuro, vale a dire che se non si
ha consapevolezza del passato, di ciò che siamo stati, non
riusciamo a capire il presente
e non saremo in grado di progettare il futuro.
Edoardo Sartori
24
I rifiuti nei boschi
Con le prime gelate notturne si chiude la stagione dei
funghi in montagna e per
trovare qualche grappolo
di chiodini bisogna andare lungo i fossi di pianura
riparati dal gelo. Gli animali delle selve si
riappropriano del loro
habitat e vagando fra prati e sentieri si troveranno di
fronte a delle cose strane
che prima non c’erano.
Bottiglie vuote che non
hanno sapore e sono troppo dure da mangiare. Pacchetti di sigarette e involucri di succhi di frutta, di biscotti e di merendine con i
quali potranno giocare.
Lattine di alluminio che potranno rotolare sulle radure prima che il manto di
neve copra ogni cosa, ma
in primavera ritroveranno
ogni oggetto lasciato, perché quella roba dura mesi,
anni ed anche secoli. Ci
sono delle persone che nascondono l’immondizia nella cavità naturale che si
trova ai piedi di un albero
e la ricoprono di muschio
perché non si veda. Pensandoci un po’ capirebbero che in quella minuscola
tana può rifugiarsi a svernare un ghiro o un rospo.
Probabilmente si tratta di
gente abituata a nascondere la spazzatura sotto il
tappeto a casa propria.
Non tutti gli animali riusciranno a superare l’inverno, qualcuno morirà perché è vecchio, debole e ammalato. Qualche altro morirà di dolore per avere ingerito della plastica che gli
avrà bloccato l’intestino.
Ma non c’è da preoccu-
parsi perché tutto accadrà
nel silenzio più assoluto e
la colpa sarà sempre e solo
del gelido inverno. Non tutte le persone sono così distratte, e c’è qualcuno che
gira per il bosco con due
contenitori, uno per i funghi e uno per l’immondizia,
ma sono troppo pochi e il
territorio è vasto. Forse
sarebbe il caso di inserire
in tutte le scuole quest’insegnamento, sperando che
in futuro gli animali ritornino a divertirsi con i giocattoli forniti dalla natura.
Renzo Cappozzo
Dio e’ morto, il diavolo no
Il filosofo francese Glucksmann: “L’indifferenza è il cancro dell’Europa”
Già dieci-quindici anni fa
Giovanni Paolo II° affermava che gli Europei vivono come se Dio fosse morto, oggi basta vedere il telegiornale o ascoltare il
radiogiornale per rendersi
conto che se Dio è morto
sicuramente il diavolo no,
anzi è più vivo che mai. Le
prime tre quattro notizie ci
raccontano di assassini, di
stupratori, di violenti, di mafiosi, di drogati, di alcolizzati,
ecc. E questo succede non
per una o due volte la settimana, ma in tutti i santi giorni.
Padri che ammazzano i figli,
figli che ammazzano i genitori, mariti che uccidono le
mogli e mogli che uccidono i
mariti, papà o mamme che
ammazzano i figli solo per
fare un dispetto al coniuge,
giovani ragazzi che si ammazzano per i più futili motivi, individui che ammazzano
per strada il primo che incontrano, violenti che pestano a
sangue chi guarda la loro
donna o chi ha investito senza volerlo un cagnolino.
La disgregazione della famiglia e di conseguenza della
società sembra a un punto di
non ritorno e tutto è peggiorato da un senso di
assuefazione che dilaga e
peggio ancora è evidente l’in-
differenza che entra nel cuore di noi occidentali.
Il filosofo Glucksmann teme
un nuovo nazismo ma va oltre quando pensa che c’è un
peccato ancora più grave del
nazismo ossia l’indifferenza
che è un peccato interiore;
un peccato di tutto l’Occidente così evidente fin dai
massacri in Ruanda fra Tutsi
e Hutu entrambe popolazioni cristino-cattoliche. Inoltre
è difficile dargli torto anche
perché lui vede anche un pericoloso nichelismo che sta
“invadendo” l’Europa;
nichelismo, ossia rifiuto di
credere in qualunque cosa,
nichelismo che è ancora peggio del “relativismo” tanto
osteggiato dal mite Benedetto XVI°. Tutto è relativo ossia si pensa che il bene o il
male, il credere o il non credere sia un fatto personale
dettato dalla convenienza.
Da tutto questo nasce la disgregazione e Platone stes-
so (427-348 a.c.) 2400 anni
fa scriveva: “…che il padre impaurito finisce per
trattare il figlio come suo
pari, e non è più rispettato, che il maestro non osa
rimproverare gli scolari e
costoro si fanno beffe di
lui, che i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi… questo farà nascere
una
malapianta,
la
tirrania.”
Allora cosa ci resta da fare?
Noi occidentali non dobbiamo più vivere come se Dio
fosse morto bensì è indispensabile unirsi partendo dall’idea di scindere il bene dal
male, dall’idea di sapere quello che è sbagliato: il falso,
l’inumanità, la tortura, la malattia.
Duemila anni fa Gesù raccontava la parabola del Buon
Samaritano; un uomo giaceva ferito lungo la strada che
scendeva da Gerusalemme a
Gerico, passa di là un uomo
e va oltre, passa un sacerdote e va oltre, passa uno straniero che si ferma e lo soccorre. Ecco che dobbiamo assolutamente rispettare la persona e la natura umana.A mio parere, se non ridiventiamo tutti dei
“buoni” samaritani vincerà ancora il “diavolo”.
Amerigo Baù
8
Sabato 30 ottobre 2010
l’Altopiano
25
L’Elisir dei Baù e la proteina del “tutti più sani”
Quando ho visto sul Giornale
di Vicenza l’articolo che per
l’ennesima parlava dei Baù,
curiosamente, da Baù che
sono, l’ho subito letto e riletto, riconoscendo nello scritto
di Eugenio Marzotto una buona, precisa, dettagliata e corretta informazione circa l’ormai “Fenomeno Baù” e, a parte
il titolo enfatizzato, di quel “tutti
sani” che non corrisponde certo
alla verità, per tutto il resto fa
capire che non siamo niente
affatto qualcosa che fa
sornionamente sorridere, ma ad
una notizia. Ciò che mi ha fatto
riflettere molto è, che quanto
dicono questi ricercatori di
Costozza-Vicenza della Fondazione “Baschirotto”, è che siamo vicinissimi, alla conclusio-
ne, al traguardo di un risultato
grosso e importante nella realizzazione della “Proteina Baù”
(mi piace!) che una volta sperimentata può dare aiuto, come
io non lo so bene, ma già in larga parte lo dicono loro, alla salute di quanti nel modo ne
avranno bisogno. Vi confesso
che la cosa a me fa inorgoglire
e penso che, non solo dovrebbero inorgoglirsi i Baù di
Stoccareddo, Zaibena e Sasso,
ma i rispettivi nostri comuni di
Gallio, Asiago e tutti gli altri sei
comuni del nostro Altopiano,
l’intera nostra Comunità Montana, la nostra provincia Vicenza
e la nostra Regione Veneto. Ai
ricercatori mancano i sodi: 500
mila euro occorrenti per l’ultimo anno. Perciò penso che
tutti debbano prendere coscienza che il fatto non solo è
importantissimo, ma può diventare grosso e lo dico con
il massimo rispetto, almeno
quanto un santuario mariano
dove la Madonna elargisce
miracoli. Penso che, in primis:
il sindaco di Gallio e Asiago
debbano mettersi alla testa di
un’organizzazione che metta
insieme le istituzioni
sopraelencate, in modo che si
raccolga al prima possibile
tante piccole cifre che messe
insieme facciano Bingo in
modo da far lavorare tranquilli
i nostri preziosi ricercatori.
Nel mio piccolo io farò lo
sforzo di ampliare la conoscenza divulgando il volantino Giornale di Vicenza facen-
dolo conoscere a tanti amici
e-mail,
Facebook e
Guestbook, sperando tanto
che anche i giornali locali premano, con una loro ulterio-
re informazione locale sulle
istituzioni a “Fare, fare e
fare”. Non mi dilungo oltre,
sono certo che da parte mia
non serve dire altro, sicuro
che il nostro popolo
altopianese ed oltre hanno
cervello e cuore per capire
che è il momento di realizzare
la “Proteina Baù”. Flavio Baù
La fecondazione assistita ovvero la ricerca per diventare genitori
Becero bigotto, ipocrita ed egoista. Fariseo che si riempie la bocca del nome di Dio, pronunciandolo tra l’altro invano. Sono queste, e mi perdonerà, le mie prime
reazioni alla sua lettera contro la
fecondazione in vitro. Giuro signor Toffali, le avrei “staccato la
testa” a riprova di quanto la questione sia sentita; soprattutto da
chi l’ha vissuta. Ma poi ho riflettuto e ho capito la sua indignazione; perché non poteva essere altrimenti dopo la costosissima campagna “dis”informativa tuttora messa in campo dalla potente associazione “Scienza e Vita” finanziata direttamente dal Vaticano e
dalla CEI che, piuttosto di esporre la questione “scientificamente”
ed “eticamente”, ha profuso fiumi di denaro per screditare chi
cercava, con mezzi ben più esigui, di spiegare in cosa consiste la
fecondazione assistita. Che non è “giocare al Dio” o al “dottor
Frankenstein”. Non è determinare il colore della pelle, degli occhi, dei capelli dei propri figli. E’ solamente la ricerca di diventare
genitori. “Quando si rimuove il concetto di Padre Creatore dall’orizzonte umano, l’uomo si acceca di superbia sino al punto di
credere di essere Dio”. Utilizzo la sua stessa frase per ribaltare la
sua requisitoria contro la fecondazione in vitro.
Chi è che gioca a Dio? Il medico che cerca di porre un rimedio
alla sterilità all’interno di una coppia o chi si annovera il diritto di
decidere chi potrà figliare e chi no. Perché Dio ci ha anche donato
un’intelligenza, base fondamentale della scienza, quindi io penso
che ce l’abbia data per cercare le soluzioni ai nostri mali. E
l’infertilità è male del nostro secolo. La medicina cura le malattie
lei afferma. Piuttosto, molto spesso, la medicina cerca di alleviare
il dolore, migliorare la qualità di vita, protrarre l’esistenza dei malati. Perché se lei si fermasse un attimo a riflettere buona parte
della terapia farmacologica è a cura dei sintomi piuttosto che
delle cause. La fecondazione in vitro è a tutti gli effetti una cura
(definizione: assistenza diagnostica e terapeutica prestata dal medico al malato) per una malattia. E di certo non preclude la
continua ricerca sul perché dell’infertilità. Di infertilità e sterilità
si parla poco e male perché le persone colpite si vergognano del
loro stato. Socialmente non è molto accettato che una coppia non
riesca ad avere figli; in fin dei conti da tempi immemorabili le
persone hanno avuto figli senza tante storie. Se esiste il problema, ci sarà pure un responsabile, e di solito viene incolpata la
donna; oppure la causa viene imputata all’egoismo di oggi dove
prima si piglia la “pillola” per non restare incinte e poi tutto di un
tratto ci si sistema ed ecco che si vogliono dei figli. La procreazione è un atto naturale; siamo predisposti a riprodurci
biologicamente e quindi il problema è causato dalla coppia stessa.
Purtroppo questi ed altri preconcetti rendono difficile a quelle
persone colpite dall’incapacità di fare figli affrontare la questione.
Secondo le più recenti statistiche, in Italia il 20 – 25% delle coppie
avrebbe difficoltà di concepimento. I medici parlano di difficoltà
quando una coppia non riesce ad avere figli dopo un anno di
tentativi (ossia rapporti 2 – 3 volte la settimana). Si deve poi di-
stinguere tra sterilità (ovvero la
mancanza totale di produzione di
sperma nell’uomo o di ovuli nella
donna), infertilità (dove non si riesce a portare a termine una gravidanza) e l’incapacità di fecondare (per l’uomo) o di concepire
(per la donna). Perché il concepimento avvenga, ci sono molti
fattori che devono funzionare perfettamente; le ovaie devono produrre un ovulo, le tube uterine
devono essere aperte, lo sperma
(che deve risultare normale) deve
raggiungere l’ovulo mentre questo si trova nelle tube (e quindi
essere in grado di raggiungerli), la membrana mucosa dell’utero
deve consentire l’annidamento dell’ovulo fecondato, l’organismo
della donna deve produrre gli ormoni necessari perché l’ovulo
fecondato e annidato sia protetto e nutrito adeguatamente. Se in
uno qualsiasi di questi fattori indispensabili non ci sia la “normalità” ecco che si presenta un problema di concepimento. Oggigiorno, sembra che queste “anormalità” siano in aumento per fattori
ambientali quali inquinamento e stress, per motivi genetici, e per
motivi anagrafici, cioè si fa famiglia sempre più tardi. La legge
italiana poi (di recente messa in discussione dalla Corte Costituzionale mica da bah bah micio micio) dichiara che ad ogni prelievo di ovociti si può fecondarne (in vitro) solamente tre; gli altri
non possono essere congelati per poi essere riutilizzati in un secondo momento. Obbliga inoltre di trasferire in utero tutti gli
embrioni fecondati, e vieta di revocare il consenso ai trattamenti
una volta che la fecondazione è avvenuta. Per finire, vieta in modo
assoluto di donare ovociti e spermatozoi a terze persone. L’infertilità
è una malattia come tante altre; uno Stato ha il dovere di fornire
tutti quei mezzi che possono risolvere, almeno in parte, questa
patologia. Se poi la morale cattolica dell’individuo lo fa desistere
dell’utilizzo di queste tecniche è una scelta sua ma non vedo perché questa scelta debba essere imposta anche ad altri.
Ma credo poi che la lettera inviata al tempo del referendum sulla
fecondazione alla signora Ciampi sia più significativa di tante parole. Questa missiva, oltre a riportare i controsensi e le ingiustizie
di questa legge, cerca di far capire, parlando ad una mamma da
donne che sperano di diventarlo, il percorso difficoltoso e sofferente che le coppie percorrono prima di arrivare alla decisione di
affidarsi a degli specialisti della fecondazione. “Non siamo
mostri…ma donne e uomini qualsiasi, costretti a ricorrere alla
procreazione assistita per rimediare a una malattia…l’infertilità.
Come milioni di altre donne e uomini normalissimi, desideriamo
avere figli normalissimi di uomini e donne che si amano, così
come lo è ogni essere umano, ogni creatura che sia cresciuta nel
ventre di una madre, sia stato partorita, allattata, allevata da una
coppia che ne ha desiderato la nascita e si è impegnata ad averne
cura. Così saranno anche i nostri figli, se mai nasceranno.” Io
aggiungerei che chi ha intrapreso questa strada non ha il desiderio
di avere un bambino biondo o moro ma solamente la possibilità di
averne uno.
Ps: sulla questione dell’adozione, di là delle difficoltà oggettive
poste sempre dalla legislazione italiana ad una coppia desiderosa
ad adottare, è statisticamente provato che buona parte della famiglie adottive hanno già figli loro; tra l’altro requisito valutato molto
positivamente per il proseguo della pratica di adozione.
G.R.
Ottima sanità
Gentile direttore, chiedo spazio
alla sua testata per esprimere la
mia affettuosa riconoscenza al
reparto di chirurgia dell’ospedale di Asiago. In questi ultimi
tempi leggiamo spesso sui giornali esempi di mala sanità che
riguardano i vari ospedali italiani. Voglio raccontare una mia
esperienza personale. Nei giorni di ferragosto mi trovavo ad
Asiago e sono dovuta ricorrere all’ospedale per un delicato
intervento chirurgico di non facile diagnosi. Ho trovato un’accoglienza meravigliosa; mi hanno sottoposta ad ogni genere
di esami con una professionalità veramente encomiabile.
Sono entrata, una vecchierella
(86 anni) sconosciuta, ma mi
hanno trattata come una persona importante. Mi hanno fatto la diagnosi alle 12,30 di sabato 14 agosto e senza perdere
un minuto i due chirurghi di turno ed un eccellente anestesista,
sia sul piano professionale che
umano, mi hanno operata e tutto è andato bene. Nelle ore seguenti tutti mi sono stati vicini
continuamente in modo com-
movente. La settimana passata
in chirurgia è stata all’insegna
della gentilezza, anche da parte
di tutto il personale. Nei giorni
di degenza ho potuto osservare che a tutti indistintamente viene riservato un ottimo trattamento. Confido di vedere
l’ospedale ingrandito; ne hanno bisogno gli abitanti
dell’Altopiano e tutti i turisti che
vengono in questo luogo incantevole e possono così trascorrere le vacanze tranquilli e sereni. Questo ospedale è un’altra perla che si aggiunge alle tante che hanno fatto conoscere
Asiago e l’Altopiano.
Graziella Verlato
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La redazione si riserva anche eventualmente di
ridurre, modificare o non accettare
eventuali testi di cattivo gusto.
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Sabato 30 ottobre 2010
l’Altopiano
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Hockey Inline
a cura di Givanni Dalle Fusine
Da sabato 30 ottobre a venerdì 12 novembre 2010
Il 30 ottobre è il 303° giorno del Calendario Gregoriano, mancano 62 giorni alla fine del 2010.
Sabato 30 ottobre S. Germano
Domenica 31 S. Lucilla
Lunedì 1 novembre Tutti i Santi
Martedì 2 S. Commem. Defunti
Mercoledì 3 S. Silvia
Giovedì 4 S. Carlo
Venerdì 5 S. Zaccaria
Sabato 6 S. Leonardo
Domenica 7 S. Ernesto
Lunedì 8 S. Goffredo
Martedì 9 S. Oreste
Mercoledì 10 S. Leone
Giovedì 11 S. Martino
Venerdì 12 S. Renato
Storie di santi: 6 novembre, San Leonardo. Nacque in Gallia al
tempo dell’imperatore Anastasio da nobili franchi, amici del re
Clodoveo che volle fargli da padrino al battesimo. In gioventù rifiutò di arruolarsi nell’esercito e si mise al seguito di S. Remigio, arcivescovo di Reims. Avendo questi ottenuto dal re di poter chiedere
la liberazione dei prigionieri che avesse incontrato, anche Leonardo,
acceso di carità, chiese e ottenne lo stesso favore e liberò, di fatto,
un gran numero di questi infelici. Diffondendosi la fama della sua santità, egli rifiutata la dignità vescovile offertagli da
Clodoveo si diresse a Limoges; attraversando la foresta di Pavum soccorse la Regina sorpresa dalle doglie del parto. La preghiera del santo le concesse di superare i
dolori e di dare alla luce un bel bambino.
Clodoveo riconoscente gli concesse una
parte del bosco per edificarvi un monastero. Il Santo costruì un oratorio in onore della Madonna e dedicò in altare in onore di S.
Remigio; scavò poi un pozzo che si riempì
miracolosamente d’acqua e al luogo diede
il nome di “nobiliacum” in ricordo della donazione di Clodoveo. Il Santo sarebbe morto il 6 novembre di un anno imprecisato,
nella metà del VI secolo. Etimologia:
Leonardo = forte come leone, dal latino e
dal tedesco.
Eventi mondiali di novembre: il 6 novembre
si celebra la “Giornata internazionale per
la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in situazioni di guerra e di conflitto
armato”. Dai Balcani all’Afghanistan, dal
Libano al Sudan, le Nazioni Unite stanno
studiando gli impatti sull’ambiente causati
dai conflitti mondiali. “I danni al territorio e il crollo delle istituzioni
stanno minacciando la sicurezza e la salute umana”. E’ quanto sottolinea, nel suo messaggio, il segretario generale delle Nazioni Unite
Ban Ki-Moon: “L’accaparramento dei giacimenti e delle miniere e
delle risorse naturali sono quasi sempre le cause stesse o la causa
principale di molti conflitti. Ancora oggi stiamo drammaticamente
assistendo a questo rigurgito della logica della guerra nelle regioni dei Grandi Laghi, in particolare nella regione di Goma, nella Repubblica democratica del Congo. Ciò dimostra che, alla fine,
pur mascherate da guerre per ragioni tribali e motivi etnici sono
delle guerre che servono per accaparrarsi proprio questi enormi
tesori che sono nei sottosuoli, costituiti dalle risorse minerarie,
dalle risorse petrolifere e dalle risorse energetiche”.
2 novembre: commemorazione dei Defunti. La Commemorazione
dei defunti (in latino Commemoratio Omnium Fidelium Defunctorum,
ossia Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti), chiamata anche
Giorno dei Morti, è una ricorrenza della Chiesa cattolica, preceduta
da una Novena, e celebrata il 2 novembre di ogni anno. Nel calendario liturgico segue la festività di Ognissanti, che ricorre infatti l’1
novembre. Nel caso in cui il 2 novembre sia domenica, la ricorrenza
viene celebrata il 3 novembre. In Italia, benché molti ritengano il
contrario, la ricorrenza non è mai stata festiva: infatti nessuna legge italiana ha mai istituito la data del 2 novembre come tale. L’usanza di ricordare persone defunte è molto antica, ma ciò avveniva in
genere nel giorno corrispondente alla loro morte. Si fa risalire a
Sant’Odilone di Cluny di avere stabilito nel 2 novembre, con la
riforma cluniacense, il giorno di commemorazione dei morti per i
suoi monaci; successivamente questa festa fu estesa a tutta la
Chiesa Cattolica. È consuetudine, in questa giornata, visitare i cimiteri e portare fiori sulle tombe dei propri cari. Usanze più antiche,
ancora sopravvissute specie nei piccoli centri, prevedono la preparazione dei cosiddetti dolci dei morti, allestiti il giorno precedente.
I dolci dei Morti… che si mangiano da vivi. È tradizione in Europa
e soprattutto in Italia allestire dolci particolari nei giorni a ridosso
del 2 novembre, che spesso ricordano
nel nome questa ricorrenza o nella forma e consistenza quella di un osso.
Altro riferimento ricorrente è alla dita
delle mani, mentre il dolce a forma di
cavallo è probabilmente legato alla leggenda di Proserpina. Ancora oggi in
alcuni paesi d’Italia, la notte tra l’1 ed
il 2 novembre, si pongono questi dolci
su tavole imbandite, sicuri che verranno frequentate dai propri defunti.
“Fave da morto”, “fave dei morti” o
“fave dolci”: pasticcini alla mandorla,
di forma ovoidale e schiacciata, cosparsi di zucchero a velo; hanno l’aspetto
di un amaretto, ma presentano una
consistenza maggiore (EmiliaRomagna, Lazio, Lombardia, Marche
ed Umbria). Differenti, seppur sempre
a base di mandorla, sono le “Favette
dei Morti”, presenti un po’ in tutto il
Triveneto, ma soprattutto in Veneto e
Friuli-Venezia Giulia, sono di tre colori (panna, marroni e rosa) e variano dal croccante al morbido (Favette
Triestine). “Ossa da mordere”: biscotti di consistenza dura, con mandorle ed albume d’uovo (Piemonte e Lombardia). “Ossa di morto”: biscotti dalla forma oblunga (Veneto), talvolta ricoperti da
cioccolato (Sicilia). In Sicilia, secondo la versione originaria, le
“Ossa di morto” sono di consistenza molto secca e di colore
bianco e marrone. Con zucchero, farina, albume e acqua di chiodi
di garofano, vengono chiamate anche “ Paste di Garofano”.
Molto spesso confuse con le “ Mustazzola”, le quali, invece,
sono fatte con un impasto di miele e spezie, come il chiodo di
garofano.
Proverbi del mese: - Al dì d’i morti la neve xe ale porte. -Dai
Santi tote sierpa e guanti. -Ai Morti e ai Santi i corvi sbandona
i monti e i vien a pascolare ai canpi. -Par i Santi, neve sui canpi; par
i Morti, neve sui orti.
Domenica 31 ottobre
Lunedì 1 novembre
Domenica 7 novembre
ARIETE Se sapete come sostenere le vostre ragioni, via libera ad ogni coraggiosa
azione di tutela dei vostri sacrosanti diritti.
Se invece non avete certezze, occorre la massima attenzione e basta fermarsi un momento a riflettere, senza far niente. Tenete a bada la vostra intuizione
e agite con prudenza, non soltanto nell’amore ma anche nel
lavoro, dove non avete dubbi.
TORO
Se volete cambiare una decisione già presa, non
arretrate di fronte alle critiche di chi vorrebbe inchiodarvi in una
situazione che sentine superata: tutelate la vostra libertà di scelta anche di fronte a una persona autorevole con la quale non
siete d’accordo. Nell’amore sono possibili piacevoli novità da
cogliere al volo, senza però impegnarvi a lungo termine.
GEMELLI
Le vostre attenzioni e la vostra discrezione sono
apprezzati da chi merita la vostra stima, persona con cui potete
farvi avanti con successo. L’amore e il lavoro sono alla pari,
scegliete quello che volete privilegiare e rinunciate all’impossibile, puntando con prudenza su un solo obiettivo. Nelle amicizie
però siate guardinghi.
CANCRO
Se avete in corso un progetto, potete applicarvi
con insolita intensità per portarlo a termine. Il successo è a portata di mano, ma rischiate di non accorgervene: come mai? Analizzando ogni particolare della situazione che vi interessa, senza
preconcetti, riuscirete a trovare il bandolo della matassa e a prendere la decisione giusta.
LEONE
La vostra passionalità ha buon gioco. L’amore, il
sesso, i successi del lavoro, sono a portata di mano. Scegliete
con calma quello che vi sta più a cuore e agite con efficiente
decisione, scartando inutili ricerche in direzioni perdenti. Nei
rapporti di lavoro conviene esaminare nuove possibilità, senza
prendere decisioni affrettate.
VERGINE
La vostra sensibilità vi guida nella direzione giusta, agite con la vostra abituale diplomazia, seguendo un progetto preciso d’amore o di lavoro, ponendo così le basi di una
sicura affermazione, che arriverà al momento giusto. Evitate ogni
ingerenza da parte di chi vorrebbe intromettersi. Nelle finanze vi
spetta un premio, perciò concedetevi un lusso.
BILANCIA Potete agire con successo, ma evitate inutili confronti, in amore e nel lavoro: il dubbio infatti ogni tanto è vincente, ma fate a meno di intervenire se non siete più che sicuri di
quello che volete. In ogni caso è preferibile la strada dell’attesa,
perché il destino ne sa sempre più di voi. Potete permettervi un
gesto di generosità verso qualcuno che merita riconoscenza.
SCORPIONE La vostra volontà di andare avanti è premiata:
potreste ricevere un saggio consiglio da parte di un personaggio autorevole, che vi conviene seguire. Sia nell’amore che nelle
finanze l’orizzonte si schiarisce a nuove prospettive si presentano senza che voi facciate niente. Conviene attendere con fiducia che qualcosa succeda.
SAGITTARIOI vostri romantici sogni sono a un passo dalla
realtà: potete renderli ancora più veri rinunciando a qualche aspetto utopico, per esempio nelle finanze, e concentrandovi invece
sugli affetti che richiedono però una approfondita valutazione
dei possibili sviluppi. Non confidatevi con persone che potrebbero diffondere chiacchiere sul vostro conto.
CAPRICORNO
La vostra fantasia e le vostre spiritose
battute hanno successo con tutti, ma potrebbero anche suscitare l’invidia di qualcuno, tenete perciò sotto controllo quel “qualcuno” che conoscete benissimo e che potrebbe agire al di fuori
di ogni regola. Nell’amore, se volete di più, dovete anche dare di
più, riflettete quindi prima di fare promesse eccessive.
ACQUARIO Energia, ottimismo, un certo presenzialismo utile
nel lavoro (ma non nell’amore) non vi mancano. Prima di muovervi valutate però tutte le possibilità, incluse quelle costose
finanziariamente o affettivamente. Nel lavoro Marte e Plutone
favoriscono un impegno che darà i suoi frutti al momento opportuno: non abbiate fretta.
PESCI
Nella vostra ricerca di sensazioni intense rischiate un’imprudenza: l’amore, il sesso e perfino la guida sono da tenere
sotto attento controllo. Scegliete il settore che ha più bisogno di
cambiamenti e agite di conseguenza, senza impegnarvi in spese o in
promesse a lungo termine che non siete sicuri di poter mantenere.
L’amore registra un aumento di intensità.
GALLIO: OMV – Via Camona 1 b
GALLIO: OMV – Via Kemplen 2
SASSO DI ASIAGO: TOTAL – Via Chiesa
TRESCHE’ CONCA: AGIP – Via Campiello
Dalle ore 8.45 di sabato 30 ottobre alle ore 8.45 di sabato 6 novembre
ASIAGO: Farmacia chimica Bortoli sas del dott. Vittorino Ballici Molini –
Piazza II° Risorgimento 23
Dalle ore 8.45 di sabato 6 alle ore 8.45 di sabato 13 novembre
LUSIANA: Farmacia del dr. Mario Balduzzo – Viale Europa, 27
ROANA: Farmacia della dr.ssa Silvia Passuello – Piazza S. Giustina 23
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Sabato 30 ottobre 2010
l’Altopiano
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18 anni, li festeggiano i nati nel 1992
Tocca ai nati nel 1992 festeggiare quest’anno i tanto attesi 18 anni: sabato 6
novembre è la data scelta
per la prima “festa della
classe” dei neo maggiorenni dell’altopiano. Intanto però in alcuni paesi
continua la tradizione della coscrizione, che prevede tre o più giornate di festa, di cui far partecipi i
paesani passando casa
per casa e invitandoli a
brindare insieme. Si fa vacanza da scuola, e anche… dalla famiglia, tornando a casa solo per
una rapida doccia e il
cambio di abiti! A Roana i
coscritti si sono ritrovati
un po’ di tempo fa, a metà
novembre toccherà a
Cesuna, a Treschè Conca
la festa è in programma nel
prossimo gennaio, mentre
i nati nel 1992 di Canove
hanno fatto baldoria nel
week-end dal 22 al 24 ottobre. Nessuno è mancato
all’appello:
Carrie,
Rosaria, Jacopo, Federica, Stefano, Erica, Marco,
Erika, Moreno, Alessia,
questi i loro nomi, rigorosamente in ordine di apparizione (ovvero di nascita!), ai quali si sono ag-
giunti Sebastiano in qualità di “xovane” e Michael
“el vecio”. Anche attraverso il giornale, i coscritti intendono ringraziare tutti
coloro che li hanno accolti con simpatia, e in varie
forme hanno contribuito
alla riuscita della loro festa, in particolare l’autista
“storico”
Roberto,
Riccardo Rela per aver fornito il carro, Mario
Pernechele della Pro Loco
e i parroci don Stefano e
don Gianni. Tornando alla
festa di tutta la classe
1992, piuttosto corposo il
programma del 6 novem-
bre: l’aperitivo in alcuni
bar del centro di Asiago,
la cena al ristorante Milano e la prima parte di
serata nella taverna dell’hotel, poi tutti al
Macrillo e infine la colazione al Garibaldi! Iscrizioni al Vecchio Mulino e
al Bar Sport.
S.B.
E c’è chi
festeggia
i 50 anni!
E’ programmata per venerdì 19 novembre la festa della classe 1960. L’invito a partecipare porta un
semplice e simpatico slogan: “Gavimo 50 anni!!! Te
par de farghela caro classe??” La cena si terrà all’albergo Gaarten di Gallio
alle 20.30, ma sarà bello ritrovarsi tutti nella chiesa di
San Rocco di Asiago alle
18.00 per la Messa di ringraziamento. La prenotazione è obbligatoria e va
effettuata entro mercoledì
17 novembre ai numeri
340.3293096
–
0424.445102
I neolaureati dell’Altopiano
NOZZE D’ORO
Si sono sposati nell’ottobre del 1960 ed
hanno quindi appena festeggiato il loro
cinquantesimo anniversario di matrimonio.
A Mirella Mattiello e Oddone Quagliato
tanti carissimi auguri da figli e nipoti
Corso di lingua cimbra
L’Istituto di Cultura cimbra comunica che lunedì 8
novembre alle 20.30 avrà inizio il corso di lingua
cimbra presso le scuole elementari Monte Ortigara di
Asiago. La partecipazione è gratuita.
Il corso di Danza del ventre cambia sede
Ha preso il via il corso di Danza del ventre
organizzato in Altopiano dall’associazione “Voci
dell’infinito”. Ci sono però degli aggiornamenti
rispetto a quanto comunicato nelle scorse settimane
riguardo a sede, giorno e orari delle lezioni che si
terranno non presso la piscina di Canove, ma
nell’aula magna delle scuole elementari di Asiago, il
giovedì pomeriggio dalle 17 alle 18.15 (primo turno) e
dalle 18.30 alle 19.30 (secondo Turno). Per ulteriori
informazioni rivolgersi a Franca 380.4631613.
Terroni tedeschi o italiani altoatesini?
Quanti modi ci sono per dire
“terrone”? Ce lo spiega questo cartello pubblicitario esposto
in
un
negozio
dell’Altopiano. Illustra ai clienti
un prodotto alimentare, e per
meglio spiegarne la bontà vi si
propaganda il territorio di produzione, solo che per farlo
l’azienda ha scelto la lingua italiana e tedesca. Ne risulta che
se interpretiamo la provenienza in lingua teutonica la pietanza è da attribuirsi ai
sudtirolesi, cioè agli austriaci
un po’ terroni, mentre nella
vecchia lingua di Dante
Alighieri, la ditta alimentare è
molto più che italiana: è
altoatesina! Mettiamo che
passasse un giorno il referendum pro Trento, come verranno definiti gli abitanti dei 7
Comuni, Altopianesi o
Sottotrentini? Meditiamo gente, meditiamo. Daniel Finco
Lunedì 11 ottobre 2010 presso l’Università degli
Studi di Padova, Giovanna Costa di Rotzo con
voto 109/110 si è laureata in Chimica
e Tecnologia Farmaceutiche.
Si congratulano i genitori Fiorenzo e Santina, le
sorelle Francesca e Anna, Fabio, parenti e amici.
Il 9 ottobre 2010 Barbara Bertacco di Rubbio
si è laureata in Economia e Commercio
presso l’Università degli studi di Padova.
Felice per questo primo traguardo raggiunto,
ringrazia di cuore mamma Gabri,
papà Luciano, Davide e tutta la sua famiglia.
Ragazza con esperienza come
pizzaiola, cameriera sala e bar,
lavoro in cucina e commessa, cerca lavoro per la stagione invernale,
possibilmente con disponibilità di
alloggio. Gli interessati possono
telefonare al 339 4166071
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Sabato 30 ottobre 2010
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