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Panathlon
Lecco - Ludis
jungit
Notiziario Novembre 2015
I Soci del Panathlon Club di Lecco e dell’Area 2 sono invitati alla
conviviale che si terrà dalle ore 19;30 Martedì 10 Novembre presso
Ristorante Hotel Nuovo via Statale 1122, 23852 Garlate (Lc)
La serata organizzata dal socio Adriano Airoldi avrà per tema:
Consiglio Direttivo
Presidente
Alfredo Redaelli
335 6257666
Tourist Trophy
corsa mito
Past President
Adriano Airoldi
Vice Presidente
Maria Venturini
Riccardo Benedetti
Segretario
Simona Arrigoni
333 1624162
Tesoriere
Luigi Baggioli
Consiglieri
Marco Cariboni
Augusto Teli
Dario Righetti
Piera Tocchetti
Ospiti della serata: Stefano Bonetti pilota non britannico più veloce di sempre al TT e
Carlo Gelmi creatore della moto partecipante dal 2012 al TT categoria Zero con
propulsione elettrica presente durante la conviviale. Relatore Oscar Malugani
Si informano tutti i soci che prima della conviviale si terrà l’assemblea elettiva come
da convocazione inviata dalla segreteria, con il seguente ordine del giorno :
a) relazione del Presidente in carica sull’attività svolta, con particolare riferimento alle
azioni di servizio;
b) situazione contabile finanziaria;
c) relazione del Revisore Unico;
d) elezione dei nuovi organi Sociali.
Si raccomanda di prenotare al più presto entro venerdì 6 a Augusto Teli
335 6642729 e.m. [email protected]
Panathlon Club Lecco
NOTIZIARIO – NOVEMBRE 2015
Tennis Club Lecco
Eravamo in molti soci lo scorso 13 ottobre a rendere visita ad una delle società sportive più importanti della città di
Lecco e questo è stato sicuramente di conforto per il consiglio uscente e per Augusto Teli che si è dato un gran
daffare per organizzare al meglio la serata. E forse sarà stato proprio perché giocavamo in trasferta che,
abbandonati formalismi di vario genere, la cena ha assunto toni estremamente conviviali trasformandosi in un bel
botta e risposta con i due esponenti del sodalizio che hanno accettato volentieri di sottoporsi ad un interessante
fuoco di fila di domande. E questo anche grazie alla presenza del giornalista Fiorenzo Radogna che li ha subito
messi a loro agio e rotto il ghiaccio con domande puntuali e circostanziate. Lorenzo Frigerio (lecchese, tennista
professionista in classifica APT intorno al numero 900 del mondo) e Adamo Panzeri (pure lui lecchese anche se con
il “vizio” di tifare Como e che definire semplicemente un “allenatore” è senz’altro riduttivo) si sono quindi aperti al
Panathlon raccontando ciascuno le proprie esperienze ed il percorso di formazione che hanno seguito negli anni per
raggiungere i personali obiettivi e soddisfare la grande passione per il tennis che hanno sempre avuto nel cuore,
nella mente, nelle gambe e. ovvio, nelle braccia. Abbiamo anche compreso che il tennis a Lecco sta conoscendo,
stando all’alto numero di ragazzi che frequentano i corsi, un buon momento, forse anche dovuto al richiamo
dell’organizzazione del primo torneo ITF Città di Lecco che ha attratto sui campi di Belledo molti giocatori di alto
livello provenienti da diverse Paesi del mondo. Entrambi molto professionali, sono riusciti a coinvolgerci tutti per
oltre un’ora ed alla fine, vista l’ora tarda, molte domande sono rimaste in sospeso, pronte ad essere riprese in una
prossima occasione. Non era presente all’appuntamento il presidente del Tennis Club Lecco, Pierangelo Fosco, da
poco colpito da un lutto famigliare: a lui và il nostro saluto ed il nostro ringraziamento per aver aderito alla nostra
proposta. Infine, seguiremo con interesse il percorso della squadra nel campionato di serie C per il quale Adamo
Panzeri ha fissato un solo obiettivo, e cioè quello di vincerlo per passare di categoria.
Interlaghina e Interlaghi 2015
Il Circolo vela Bellano (Lc) ha vinto la terza edizione dell’Interlaghina. La regata, con al via 70 timonieri
era proposta dalla Società Canottieri Lecco in occasione dei 120 anni di fondazione. Dopo le prime due prove del
sabato con Breva vento pomeridiano da Sud, l’Interlaghina Optimist ha avuto la sua degna conclusione nel Golfo di
Lecco, sfruttando invece il Tivano, vento mattutino da Nord. Due le prove disputate che nella categoria Cadetti
hanno visto il successo di Ludovica Pallavicini del Circolo Vela di Bellano che si è anche assicurato il primo posto in
generale grazie ad un fantastico tris di vittorie, facendo meglio dei maschi. Negli Juniores le prove sono state vinte
da Theo Ligteringe dell’Av Alto Verbano e Marco Lombardo della Lega Navale Italiana di Mandello del Lario. Tuttavia
il successo finale, grazie anche ai due primi posti nella prima giornata di regate, è andato a Ruben Lo Pinto della Lni
Mandello. I premi speciali sono andati a: premio Panathlon club Lecco per il velista più giovane a Nicolò
Carrara, classe 2007, dello Yact Club Ascona (Svizzera); il premio Coni Lecco per la ragazza più giovane a
Ludovica Parravicini (settembre 2005) del Circolo vela di Bellano e la coppa storica vinta da Eugenio Mellera, velista
di Varenna, a Nesso nel lontano 1966 in classe Star, ad Alessandro Bossi del Circolo vela Dervio come più giovane
(luglio 2006) del Lario. INTERLAGHI E’ il giovanissimo team dell’Orza 6 “Babayaga” del timoniere milanese (dello
Yacht Club Chiavari) Mario Beraha, di soli 22anni, il vincitore della edizione numero 41 del Campionato Invernale
Interlaghi di vela – Trofeo Credito Valtellinese. Con Beraha, in team, Marco Poli (22 anni), il pugliese di Gallipoli
Paolo Zippo e il più “anziano” del gruppo Duccio Colombi. “Babayaga” ha vinto aggiudicandosi tutte e cinque le
prove disputate nella due giorni di Lecco. Nella giornata di domenica 1/11 si è disputata una sola prova con il
Tivano, vento da Nord, proprio a ridosso della città con un colpo d’occhio magnifico per coloro che hanno affollato il
Lungolago. Ma veniamo al dettaglio. Nella classe Fun il successo è andato al “Fun Q” dei Cantieri Lillia dell’armatore
Stefano Lillia con al timone l’esperto varesino Flavio Favini, con Enrico Negri e Federico Valenti. Nei J24 è arrivata
la conferma per “Kong Grifone” di Marco Stefanoni con al timone Francesco Bertone. Va in Svizzera, a Lucerna, il
trofeo per la classe Platu 25 nelle mani di Tom Struder. A Fabio Mazzoni, timoniere di Kong Bambino Viziato, non è
bastato il successo nella prova disputata per superare l’avversario a un solo punto di distacco. Detto degli Orza 6
con il dominio di Mario Beraha, passiamo ai Meteor dove “La Pulce d’acqua” di Alessandro Tritto ha confermato il
primato di sabato con un ulteriore vittoria. Per concludere la classe Orc che racchiude tutte le barche di classe
Libera. Nella categoria A “Mia Mulù” di Davide Bianchini è riuscita per un punto a spuntarla su “Tanspance” di
Vittorio Di Muro. Colpo di scena nella categoria A. Il “Gullisara” l’imbarcazione Minitonner alla sua prima regata Orc,
del timoniere Andrea Ratti, pur avendo vinto tutte le prove in programma, al termine della regata, accorgendosi di
un errore in fase di stazza (era avvenuta poche ore prima della regata) si è autodenunciata ritirandosi. Proprio per
questo gesto ha ricevuto il Premio Panathlon fair play dalle mani del presidente Alfredo Redaelli. Il
successo è così andato a “Dolasilla”di Alessandro De Felice (Lni Milano). Il premio speciale intitolato alla memoria di
Mario Disetti, tra i fondatori della regata, è andato all’armatore-timoniere della Canottieri Lecco Marco Frigerio
dell’H22 “Pobeda”.
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NOTIZIARIO – NOVEMBRE 2015
Mondiali Paralimpici: nuovo record del mondo sui 100m per
Martina Caironi
Paralimpici: Martina non si ferma più, oro e nuovo record del mondo
Caironi straordinaria: è la prima donna amputata di gamba sopra il ginocchio a scendere sotto il fatidico
muro dei 15” (14”61). “Io corro ed è tutto quello che conta. Ieri non era mia intenzione fare il record del
mondo, oggi sì. L’ho fatto ed è stata la mia risposta sportiva al risultato del salto in lungo”
Non solo gli avversari. Ha lasciato alle spalle, bruciandola, anche la - anzi l’ex - barriera dei 15”. Entrando
così di diritto nella storia della velocità paralimpica: è la prima donna amputata di gamba sopra il ginocchio
a scendere sotto il fatidico muro. E ora ci chiediamo: quale la prossima frontiera? Perché con Martina
Caironi c’è da aspettarsi di tutto. In due giorni ha fatto girare la testa agli avversari e pure alle lancette del
cronometro portandole indietro di 40 centesimi, da 15”01 a 14”61: eccolo il nuovo record del Mondo sui 100
(categoria T42) dell’incontrastata regina della velocità. IERI— Più veloce anche del suo stesso record che
aveva siglato ieri (il precedente l’1 luglio a Nembro Bergamo in 15”05). Quest’anno tre in uno: 4 mesi di
crescita esponenziale culminati con l’ennesimo oro iridato. Da campionessa con la “C” maiuscola l’ha
(stra)vinto nel testacoda con la sua eccellente rivale, la tedesca Vanessa Low (oro nel salto in lungo) che ha
chiuso in 15”41, suo personal best. La 26enne delle Fiamme Gialle ha così arricchito il suo già
impressionante palmares: oro ai Mondiali 2011, alle Paralimpiadi di Londra 2012, ai Mondiali di Lione 2013,
agli Europei di Swansea 2014 e ora a Doha. Storica Martina. Verrebbe voglia di dire di tutto, di non
smettere più di provare ad azzeccare l’aggettivo più appropriato per questo fenomeno azzurro.
DIO DEL VENTO — Che, in sesta corsia, ha condotto la solita gara di “Dio del vento” incontrastato. Ieri,
dopo la semifinale da record - eppure al rallenty in chiusura di gara -, l’aveva fatto intravedere il margine da
colpaccio: “Per riconoscere che valgo intorno ai 15 secondi, ma in realtà vorrei andare sotto - aveva
dichiarato -. Ho corso senza troppo sforzo, frenando alla fine. Ero molto tranquilla, però la vera gara non è
oggi”. Parole che significano tutto: la consapevolezza di poter andare oltre, la fiducia nei propri mezzi e nel
lavoro quotidiano. Significa che è stato un oro e un time cercato e voluto. “Io corro ed è tutto quello che
conta. Ieri non era mia intenzione fare il record del mondo, oggi sì - ha detto Martina -. L’ho fatto ed è stata
la mia risposta sportiva al risultato del salto in lungo. Quando sono arrivata sul traguardo e ho letto il
numero 14, ho pensato di avercela fatta alla grande. Questa è la vera ciliegina sulla torta. Per la nostra
squadra il Mondiale quest’anno è stato più duro del solito, ma le medaglie si vincono con il sacrificio di tutto
l’anno e quel tocco in più di fortuna al momento della gara. In questa stagione sono riuscita a fare un salto
di qualità incredibile. Mi sono allenata da vera atleta, la mia corsa è più bella, anche se nel lungo ho ancora
molto da lavorare”. Massimo Di Marcello, l’allenatore di Oxana Corso, osserva che “commentare una gara
così è semplice. Martina ha lavorato molto con i suoi tecnici per ottimizzare il suo gesto già dalla partenza
con i blocchi. Ha corso la gara contro se stessa e l’ha chiusa straordinariamente. Subito in testa ha tenuto la
concentrazione fino all’ultimo metro per far esplodere la sua gioia e di tutti noi che l’abbiamo seguita”. Un
successo trainante che contribuirà (ci auguriamo) ad aumentare la potenza dei riflettori sullo sport
paralimpico. Pure lui - e perché non dovrebbe esserlo? - spettacolare. Oggi, tra le magnifiche otto, la sua
ottima parte l’ha recitata pure l’altra azzurra Monica Contrafatto: all’esordio iridato ha chiuso 5ª assoluta
siglando il suo rimato personale in 16”98. Giù la barriera dei 17” e andiamo. Un successo che vale
doppiamente oro: sia per la medaglia sia per quel messaggio sublime che lei e il movimento paralimpico
trasmettono nella vita di tutti i giorni: anche con la disabilità si può, eccome se si più. Martina, la
trascinatrice.
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NOTIZIARIO – NOVEMBRE 2015
Rugby, Mondiale: Hansen "C'è voluto tanto cuore". È d'oro
quello di Sonny Bill Williams
Hansen: "L'Australia un avversario magnifico. McCaw e Carter tra i più grandi sempre". Uno steward
placca un bambino che prova a entrare in campo e il centro campione del mondo gli regala la sua
medaglia. "Siamo uomini semplici che sanno giocare a rugby". Molto bene, sarebbe meglio
specificare. Steve Hansen non lo dice, ma la modestia è una delle doti che rendono gli All Blacks
ancor più grandi di quello che sono. In campo e fuori. Perché c'è ancora qualcuno che si stupisce
quando i giocatori neozelandesi, idolatrati in tutto l'universo rugbistico, si dimostrano così alla mano
in qualsiasi situazione. E così come non ci si deve stupire se le prime parola del c.t. che ha appena
guidato la Nuova Zelanda alla doppietta in coppa del mondo impresa mai riuscita prima a nessuno, la
prima squadra a conquistare la Webb Ellis Cup per tre volte, siano dedicate all'Australia, appena
battuta in finale a Twickenham. "E' davvero difficile parlare - dice Hansen - quando si arriva a un
punto dove c'è un vincitore e uno sconfitto. L'Australia è stato un avversario magnifico, per come si è
approcciata a questa partita e per come l'ha riaperta, senza mai mollare, nemmeno quando tutti
pensavano che fosse finita". E se questi All Blacks sono la squadra più forte, non chiedetelo
all'allenatore. "Che lo dica la gente", sorride Hansen. "Ho la fortuna di allenare dei grandissimi
giocatori. Per battere l'Australia c'è voluto anche tanto cuore, hanno reso il Paese orgoglioso di
questa squadra". A proposito di grandi giocatori: "Dan Carter? Uno dei più grandi di sempre. E il
modo in cui oggi ha guidato la squadra, le qualità che ha messo in mostra lo rendono ancora più
speciale. Richie McCaw? Parliamo di un altro ruolo e di un altro grandissimo. Ma questo è il trionfo di
51 persone e di chi ci supporta da casa, della nostra federazione, dei nostri club, della nostra gente.
E io sono orgoglioso di chi siamo. Avevamo l'obiettivo di tornare a casa consapevoli di avere
rispettato i nostri valori, di esserci goduti un evento simile, perché tante volte la pressione per il
risultato di sommerge e non ti godi questi momenti. La gente dice che siamo divertenti e spensierati?
Essere seri è noiosi". E' indiscutibilmente il loro modo di essere.
Richie McCaw riceve la Webb Ellis Cup dal principe Harry. McCaw a sua volta è entrato nella storia
come primo capitano ad alzare al cielo per due volte la Webb Ellis Cup. "Difficile dire a parole cosa
provo ora. Quattro anni fa alla fine della finale con la Francia - ricorda il capitano - provai sollievo,
perché la partita era rimasta in bilico fino allo scadere. Oggi c'era grande soddisfazione perché
avvertivo la consapevolezza che la squadra aveva fatto il lavoro che lo staff ci aveva chiesto di fare".
A proposito di staff: "Siamo fortunati ad avere un allenatore come Hansen. E' facile seguirlo. Quando
ha assunto l'incarico 4 anni fa, ha portato subito qualcosa in termine di attitudine, sarebbe stato
facile per la squadra sentirsi appagata". Ma un All Black potrà mai sentirsi appagato? "Dietro a
questa maglia c'è tanta storia e quando la indossi senti una speciale responsabilità nei confronti di
chi lo ha fatto prima di te. Sai che in campo devi essere sempre il migliore". A lui, a proposito, di
sentirsi il migliore, va ancora: "Oggi mi viene da dire: come posso averne abbastanza?". Quella di
oggi sarebbe dovuta essere appunto la sua ultima partita in nazionale, ma evidentemente McCaw
preferisce pensarci ancora un po'. Chi invece trova sempre il modo di stupire, come circondato da
una aura che lo rende indiscutibilmente il più amato dai tifosi, è Sonny Bill Williams: il centro,
subentrato nel secondo tempo a Conrad Smith e autore di giocate entusiasmanti, ha ceduto la sua
medaglia d'oro a un bambino mentre faceva il giro di campo con la squadra per festeggiare la
vittoria. Charlie Lines ha 7 anni e durante i festeggiamenti aveva provato a intrufolarsi sul prato di
Twickenham, finendo però brutalmente placcato da una guardia: Sonny Bill ha assistito alla scena ed
è andato a cercare il bambino. "Magari così avrà un bel ricordo di questa finale", ha detto l'All Black.
Decisamente un bel ricordo.
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