france mon amour - In viaggio con Lola

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france mon amour - In viaggio con Lola
FRANCE MON AMOUR
Francia – Alta Provenza e Savoia – Agosto 2013
Con Lola abbiamo percorso tante Strade sulle Grandi Montagne ed ognuna di queste
aveva una propria Storia da raccontare, fatta di curve, tornanti e verdi prati. Le Dolomiti
hanno un fascino particolare, gli Alti Tauri una grandiosa magnificenza, le Alpi Svizzere
sono “raffinate” e così via.
Le Grandi Montagne dell’Alta Provenza e della Savoia, in Francia, sono di un’altra
“categoria” e percorrere le Strade che si trovano qui significa entrare direttamente in
un’altra dimensione, sia dal punto di vista motociclistico che paesaggistico, ed occorre
entrarvi in punta di piedi, con il massimo rispetto : va preso il giusto tempo ed usato quello
che si dice un “filo di gas”.
In Alta Provenza e Savoia ogni mototurista può trovare tutto quello che desidera,
dall’enogastronomia sopraffina al paesaggio da mozzare il fiato, al “cavatappi” di tornanti
che pare non finire più, fino ai curvoni di alta montagna in cui troverete un fotografo
ufficiale accovacciato a terra ad immortalare il vostro passaggio ( accade sul Col du
Galibier).
LA ROUTE DES GRANDES ALPES
Il territorio è molto vasto : basti pensare che solo il Parco Nazionale del Mercantour che
parte del Dipartimento delle Alpes de Haute Provence è in gran parte disabitato per oltre
settecento chilometri quadrati ( solo lupi, aquile reali , avvoltoi barbuti, stambecchi e
mufloni). Prima di avventurarsi in un territorio così è meglio pianificare il viaggio perché, in
caso contrario si rischia di rimbalzare da un “Col “ all’altro come una pallina da tennis…ed
è consigliabile suddividere il territorio da percorrere in due/tre grandi ideali “circuiti ”, ad
ognuno dei quali dedicare il giusto tempo.
Questo magnifico percorso sulle strade francesi dell’Alta Provenza e Savoia, è posto in
due diverse aree geografiche ma, entrambe , seguono una parte della “Route des
Grandes Alpes” : un itinerario di quasi settecento chilometri che attraversa le Alpi Francesi
da nord a sud, fino al Mar Mediterraneo. La “Route” attraversa quindici valichi alpini , ed
otto di questi si trovano nell’itinerario che abbiamo percorso con Lola.
LA ROUTE DES FRUITS ET VINS
Il Parco Nazionale del Mercantour va affrontato la mattina presto non tanto per il traffico
che, per fortuna è sempre estremamente limitato , quanto per la sua notevole estensione.
Non va dimenticato, comunque, di dedicare il giusto tempo anche alla visita della città più
importante della Valle dell’Ubaye : la pittoresca Barcelonnette , famosa per alcune
caratteristiche abitazioni che , per un attimo, vi faranno scordare di essere in Provenza,
dal momento che sono state realizzate con un particolate stile messicano.
A Barcelonnette avrete il primo dubbio su quale itinerario affrontare , perché diverse sono
le opzioni a disposizione del mototurista. La prima, più rilassante ma non meno
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affascinante dal punto di vista paesaggistico, è rappresentato dalla “Route des Fruits et
Vins” che costeggia lo splendido Lago di Serre Poncon, uno specchio d’acqua artificiale
creato sul Fiume Durance, che rappresenta la terza più importante riserva idrica d’
Europa. “La Route” è, per gran parte , panoramica ed, una volta giunti a Savines Le Lac
potete scegliere di ritornare a Barcelonnette percorrendo l’itinerario del lago fino a Le
Sauze (con un “filo di gas” ) oppure dirigervi alla volta delle alte montagne, percorrendo la
“94” fino a Guillestre : da lì vi separano solo venti chilometri dalla vostra prima vetta del
Tour , il Col du Vars, posto proprio a pochi chilometri da St. Paul sur Ubaye…ed il primo
itinerario è fatto!. Inutile dire che Lola ha scelto l’itinerario che la conduceva a fare un bel
bagno nelle acque del Lago di Serre Poncon…
IL LAGO BLU…”JURASSIC PARK”…
Il secondo itinerario , sempre con partenza da Barcelonnette, è quello che ha condotto
Lola fino ad un vero e proprio “Jurassik Park”, passando per il Col de La Cayolle con i suoi
2327 metri di altezza.
Dopo il piccolo paese di Uvernet – Fours , si entra in un vero e proprio spettacolo della
natura : il magnifico Gorges du Bachelard con le sue pareti a strapiombo, il fiume sulla
sinistra e la carreggiata molto molto stretta. In questo tratto occorre prestare attenzione al
manto stradale : non è proprio un biliardo..
Prima di arrivare in cima al Col de La Cayolle ( dove vi è solo un segnavia di pietra), è
meglio fare una sosta per un caffè o una birra ( ma si può anche pranzare) presso il
rifugio alpino che si trova un paio di chilometri prima.
Oltrepassata la vetta del Cl del La Cayolle, con Lola, poi, ci siamo fermati in un luogo
meraviglioso, dove lei ha potuto giocare a fare il cane : la sorgente del Fiume Vars, uno
splendido lago blu ,che si raggiunge facilmente dopo aver percorso diversi tornanti dalla
cima della Cayolle. Per visitare il lago, è necessario parcheggiare la moto presso il piccolo
Hotel Relais de La Cayolle. Da lì inizia un bel sentiero con piccoli ponti in legno che, in
pochi minuti, vi condurranno sulle rive del lago.
La strada che conduce fino al villaggio di St. Martin d’Entraunes è spettacolare, con alcune
gallerie scavate nella roccia ed un tratto in cui il manto stradale si confonde con la roccia :
sono entrambi dello stesso colore!. Da St. Martin d’Entraunes, la D2202 prosegue con
destinazione “Jurassic Park” , cioè il Gorges de Daluis.
Si tratta di un luogo unico nel suo genere che inizia pochi chilometri dopo l’abitato di
Guillaumes : sono circa quindici chilometri di pura natura “giurassica”, con la strada che
attraversa letteralmente la roccia rossa delle gole , ad un altezza veramente considerevole
( il fiume Var, in basso, è lontano…) e tutto attorno un ambiente spettacolare. Per i più
temerari vi è il Pont de la Mariee ad attenderli : un ponte pedonale in pietra alto ottanta
metri, che attraversa le gole, e dal quale potete spiccare un vero volo..solo agganciati ad
un elastico…non adatto a chi ha il cuore debole o soffre di vertigini!. E’ consigliabile
vedere il “Gorges” in entrambe le direzioni : quindi la moto va “girata” non appena si vede
famosa roccia denominata “La Signora delle Gole”. Non vi potete sbagliare!
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In questo modo, ritornando a Guillames abbiamo potuto visitare un altro “ambiente
giurassico” : il Gorges du Cians, che abbiamo raggiunto percorrendo il Croix de Valdberg ,
posto a circa 1900 metri, al termine di una bellissima strada panoramica , ricca di tornanti
e…niente altro…il traffico è praticamente inesistente!.
Il Gorges du Cians è molto diverso dal suo “gemello” Daluis, perché la strada è posta alla
base delle rosse falesie che, in certi punti, quasi si toccano e vi sono numerose gallerie
scavate nella rossa roccia.
I circa venticinque chilometri della D30 che da Beuil conducono a St. Sauver sur Tineè, li
ricorderemo per sempre tanto sono impegnativi..ma siamo pur sempre sulla Route des
Grandes Alpes, ed un buon “pastis” nel piccolo bar della minuscola piazzetta di St Sauver
sur Tineè, all’ombra di grandi alberi, è stata una bella esperienza..molto rilassante.
IL COL DE LA LOMBARDA
Vogliamo conigliare, una volta giunto a St Saveur sur Tineè una bella deviazione che dal
paese di Isola, sulla M 2205, condurrà in totale assenza di traffico, prima all’anonima
località sciistica di Isola 2000 e, poi, sù fino al Col de la Lombarda , posto a 2350 metri di
quota, che si raggiunge dopo aver percorso oltre trenta tornanti, molti dei quali insidiosi a
causa della notevole contropendenza e dei “baffi” di asfalto nero presenti sulla carreggiata.
Volendo, dal Col de la Lombarda, si può raggiungere facilmente il Col de La Maddalena e
quindi Barcellonette : basta scendere dal versante italiano sulla SP 255 in direzione di
Ruviera e poi svoltare a sinistra verso ArgenteraMAGICA BRIANCON
Un altro itinerario che abbiamo percorso con Lola, si trova in Savoia , tra il Parco Naturale
Regionale del Queyras ed il Massiccio della Vannoise, e la nostra “base” era a Briancon,
famosa per la sua splendida cittadella fortificata,
Briancon è un’importante località sciistica internazionale ed offre ogni tipologia di albergo,
hotel o bed&breakfast. Certamente dormire all’interno delle mura della cittadella fortificata
è molto suggestivo ma ha i suoi limiti, soprattutto per la disponibilità di parcheggio, non
tanto per i prezzi in quanto si possono trovare sistemazioni molto interessanti ad un
prezzo non eccessivo, anche in alta stagione. Questo ottimo rapporto qualità/prezzo lo si
può trovare dove ha dormito Lola : all’Auberge de la Paix gestito da Jean Paul , un
simpatico motociclista francese con un’importante esperienza di fuoristrada nel Sahara.
L’albergo dispone di un parcheggio privato sulle mura presso la “Porte Meane” ed è a
pochi metri sia dalla “Grande Rue” che dalla pittoresca “Place du Temple”, dove si trova
l’Ufficio del Turismo.
La cittadella fortificata di Briancon , nominata patrimonio mondiale dall’Unesco, è una vera
città nella città , ed all’interno delle sue mura splendidamente conservate si trova ogni
tipologia di albergo, hotel, ristorante, brasserie ed offerta enogastronomica che il
mototurista possa desiderate : dal panino fino alla grande cucina francese!.
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IL MITICO COL D’IZOARD
Da Briancon, un primo itinerario, giusto per un primo “assaggio” delle Strade Alpine della
Savoia, è quello che porta sulla vetta di due luoghi “mitici” : il Col d’Izoard
( 2361 mt)
con in cima il Museo del Tour de France , quale prima meta, e poi il ben più alto Col Agnel
che con i suoi 2746 metri è il terzo passo più alto di Francia , dopo la Bonette e l’Iseran.
La D902, la strada che da Briancon conduce sulla vetta dell’Izoard , “trasuda” di storia e di
miti, di fatica e di grandi imprese: anche per questo va rispettata, non fosse altro per gli
oltre trenta tornanti che si devono percorrere per raggiungerla , dopo una doverosa sosta
sulla vetta per la foto ricordo all’ombra del monumento segnaletico ed una visita al Museo
del Tour de France.
E’, però, sull’altro versante che inizia il “vero” Izoard , quello mitico del Tour de France,
presso il piccolo villaggio di Brunissard : da qui inizia la salita più bella e spettacolare e
farla in bicicletta con il vento che sferza la strada ed alza la polvere nella famosa “Casse
Desert”( il tratto dove finisce la vegetazione e vi è solo pietra che riflette il sole)
rappresenta, da sola, una vera impresa.
IL “PAN DI ZUCCHERO”
La salita al Col d’Agnello è relativamente facile fino al piccolo villaggio alpino di Molines en
Queiras , dove la carreggiata si fa molto stretta e con tratti poco curati quanto a manto
stradale : vi troverete in una enorme larga vallata, immersi in un paesaggio fatto di pascoli,
da una parte, e boschi , dall’altra, con l’immancabile scenografico ruscello alla vostra
destra a farvi compagnia. Una sosta nel piccolo parcheggio proprio di fronte ad un
ponticello di legno che attraversa il ruscello, è veramente consigliata, non fosse altro per
riposare un attimo prima di affrontare il tratto più impegnativo che vi porterà a quasi 2750
metri di quota!.
Solo gli ultimi chilometri prima della vetta sono veramente impegnativi e con una
pendenza di quasi il 15% : fino ad allora la strada era quasi del tutto nel fondo valle e con
diversi rettilinei. Un paio di km prima della vetta trovate , a destra, un moderno chalet –
ristorante : un ottimo luogo per mettere qualcosa sotto i denti.
Giunti sulla vetta del Col fate attenzione : lo spazio dove parcheggiare è molto limitato ed il
luogo, soprattutto in alta stagione e nei fine settimana, è molto frequentato, sia da ciclisti
che da escursionisti. Il luogo, però, regala una magnifica vista a 360° su tutte le montagne
circostanti, sia del versante francese che di quello italiano, con il “Pain de Sucre” che , con
la forma conica della sua vetta sempre innevata, si staglia proprio di fronte a voi.
Lì il cielo è molto molto vicino….
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