dott.ssa Miboli FORM GATTI

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dott.ssa Miboli FORM GATTI
Fiorenzuola, 25 febbraio 2015
Come gestire le emozioni in classe
Dott.ssa Elena Miboli
La qualità dell’esistenza di ogni bambino è influenzata dal modo in cui
egli apprende, fin dai primi anni di vita, ad affrontare le proprie emozioni:
se in lui prevalgono emozioni distruttive, queste finiranno per
caratterizzare la sua vita scolastica determinando relazioni
insoddisfacenti con i compagni e con gli insegnanti.
Risulta abbastanza evidente il fatto che alcune emozioni abbiano un
influenza rilevante sull’apprendimento e sulla motivazione scolastica.
Quanto più mettiamo il bambino in grado di vivere emozioni positive in
ambito scolastico, tanto più lo aiuteremo ad imparare.
E’ importante tenere presente che un’ eccessiva tensione emotiva
interferisce negativamente sull’efficacia di molte prestazioni. Ciò significa
che se il bambino è troppo teso e coinvolto il suo rendimento diminuirà in
qualsiasi attività.
COMPORTAMNTO
AGGRESSIVO
DISTURBI EMOTIVI E
COMPORTAMENTALI
COMPORTAMENTO
AGGRESSIVO
DISTURBI
ESTERIORIZZATI
DISTURBI
INTERIORRIZZATI
ANSIA
DEPRESSIONE
DISTURBI D ’ANSIA
-DISTURBO D ’ANSIA DA SEPARZIONE
-DISTURBO DI PANICO SENZA AGORAFOBIA
-DISTURBO DI PANICO CON AGORAFOBIA
-FOBIA SPECIFICA
-FOBIA SOCIALE
-DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO
-DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS
-DISTURBO ACUTO DA STRESS
-DISTURBO D ’ANSIA GENERALIZZATO
-DISTURBO DELL’ADATTAMENTO CON ANSIA
-DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO DI PERSONALITA’
-MUTISMO SELETTIVO
Quando si parla di ANSIA si fa riferimento ad una sensazione
normale. Livelli moderati di ansia sono spesso utili per migliorare le
prestazioni e livelli piuttosto elevati di ansia possono essere vissuti
come normali quando sono coerenti con ciò che esige la situazione.
Sono i sintomi specifici e la paura di questi sintomi a creare
disabilità, sebbene l’ansia che ne deriva sia il sintomo utilizzato per
definire questo gruppo di disturbo.
L’ansia può essere:
- di stato
- di tratto
ANSIA DA SEPARAZIONE
E’ abbastanza frequente nell’infanzia e nell’adolescenza
Si manifesta quando un bambino viene separato dalle persone e
dagli ambienti familiari, provocando grande sconforto o
agitazione.
Se un bambino da almeno 4 settimane, prova ansia eccessiva
quando viene allontanato dai genitori, potrebbe soffrire di ansia da
separazione.
Reazioni tipiche nei bambini in seguito alla separazione sono:
-Essere presi in braccio
-Pianto eccessivo
-Rifiuto di andare a scuola
Negli adolescenti i sintomi del disturbo sono la poca realistica
paura che accada qualcosa di pericoloso ai propri cari o il timore
che essi non tornino a casa, la riluttanza a dormire da soli, il rifiuto di
andare a scuola, sintomi fisici (mal di stomaco, mal di testa).
I bambini più grandi non sempre esprimono con segnali evidenti
l’ansia da separazione.
Episodi di comportamento inadeguato e scenate emotive
possono, prima, durante e dopo la separazione possono essere
un segnale di disagio.
Come aiutare i bambini:
-Colloqui continui con i genitori per evitare che il bambino non
venga a scuola. Ciò aumenterebbe la probabilità che il giorno
dopo rimanga a scuola nuovamente. Ciò non significa utilizzare
maniere brusche o troppo forti.
- Avvicinamento graduale alla classe.
-Riflettere insieme se l’ansia varia in base a chi lo accompagna
-Allontanarlo di pomeriggio (per i genitori)
-Ascoltare il bambino, permettergli di esprimere le sue paure.
-Dare la possibilità di portare con sé un peluche o un oggetto
che possa “proteggerlo”
Disturbo di panico
Per diagnosticare un attacco di panico devono comparire 4
dei seguenti sintomi entro dieci minuti:
-Aumento della frequenza cardiaca
-Sudorazione
-Sussulti, tremori
-Dolori al petto e senso di oppressione
-Nausea e malesseri addominali
-Respiro accelerato
-Sensazioni di soffocamento
-Capogiri e vertigini
-Sensazione di derealizzazione e/o di desensibilizzazione
-Paura di perdere il controllo e di impazzire
-Paura di morire
-Intorpidimento e formicolio
DISTURBO DI PANICO
Un attacco di panico si ha quando una persona diventa in breve
tempo molto ansiosa, molto spaventata o molto a disagio in una
situazione nella quale la maggior parte delle persone non proverebbe
paura o malessere.
Il disturbo di panico e l’agorafobia vengono generalmente considerati
come due disturbi distinti, ma spesso correlati.
Il panico difficilmente si presenta senza fattori scatenanti.
Il primo attacco di panico si verifica nell’infanzia o nella prima
adolescenza.
L’iperventilazione peggiora i sintomi che si provano negli attacchi di
panico o nell’agorafobia
Chi soffre di questo disturbo ha più paura dei sintomi che prova che della
sensazione che reputa pericolosa.
Negli ultimi anni sono aumentati gli attacchi di panico nell’infanzia
Cosa riferiscono i bambini o gli adolescenti
-Faccio fatica a respirare
-Il cuore batte forte
-Sono per lo più i sintomi fisici a comparire
COME AIUTARE I BAMBINI A SUPERARE QUESTO
‘PROBLEMA’
-Non banalizzarlo
-Capire se l’attacco di panico serve ad evitare situazioni con
simili caratteristiche
-Insegnare loro la tecnica del respiro lento
-Distrarli
-Prendere un attimo di tempo per parlare con loro
Fobia sociale
Un bambino o un adolescente che ha una fobia sociale prova
costantemente ansia in situazioni pubbliche. Poiché teme che le sue
prestazioni saranno negative, si concentra interamente sulla paura
di vivere una situazione imbarazzante. Alcune situazioni sociali
possono generare più ansia rispetto ad altre. Ad esempio il
bambino può non avere problemi a fare domande alla classe,ma
avere il terrore di parlare alla classe.
Benchè la fobia sociale fa la sua comparsa in adolescenza, può
presentarsi nei bambini come MUTISMO ELETTIVO.
NON SI PARLA DI TIMIDEZZA quando la necessità di evitare gli altri,
comprese persone della stessa età, diventa così impellente da interferire con
lo studio e la vita sociale.
I bambini ansiosi in situazioni sociali sono per lo più coscienti del fatto che il
loro timore è esagerato,e non riescono, tuttavia, a controllarlo. Questa
situazione può essere assai frustrante e allarmante, in quanto la mancanza
di controllo sulle emozioni personali può renderli ancora più ansiosi.
I ragazzi che soffrono di fobia sociale tendono ad evitare molte situazioni
collettive
IL MUTISMO SELETTIVO
Il Mutismo Selettivo è un disturbo complesso legato all’ansia, caratterizzato
dall’impossibilità per un bambino di esprimersi e comunicare in modo rilassato
in alcuni contesti sociali, in particolar modo nella scuola. D’altra parte, questi
bambini sono capaci di parlare normalmente in situazioni in cui si sentono a loro
agio, sereni.
Il Mutismo Selettivo è una vera e propria ansia da comunicazione. Più il
bambino sarà rilassato meglio riuscirà a comunicare. Meno sarà rilassato
e più intuirà l’aspettativa da parte degli altri che lui parli, più difficile sarà
per lui comunicare. L’aspettativa genera un ’ aumento dell’ansia e questo
spiega la ragione per cui la maggior parte dei bambini affetti da mutismo
selettivo può magari parlare con degli estranei piuttosto che a scuola
Perché la scuola è l’ambiente in cui si manifesta il mutismo
elettivo?
Perche la scuola è il luogo principale ove vengono rivolte richieste
prestazionali al bambino: sono talmente ansiosi che hanno sviluppato
dei metodi disfunzionali per combattere la loro ansia.
Se l’ansia non viene curata, possono svilupparsi ulteriori
problemi: isolamento sociale, risultati scolastici mediocri,
dispersione scolastica, effetti devastanti sull’autostima.
Il mutismo selettivo non è:
-semplice timidezza
-autismo
-atteggiamento di opposizione e sfida
I genitori, gli insegnanti e i terapeuti devono stabilire assieme
degli obbiettivi per aiutare il bambino a superare le sue difficoltà a
comunicare:
-diminuire l’ansia del bambino
-rinforzare l’autostima
-aumentare la sua fiducia e le sue capacità di comunicare
Ecco alcuni esempi di metodi semplici di comunicazione non
verbale:
-Uso di gesti convenzionali (OK)
-utilizzo di oggetti presenti in classe
-utilizzo di fogli su cui il bambino ha già scritto dei messaggi
-utilizzo di piccoli quaderni con delle parole e dei messaggi già scritti
E’ molto importante apprezzare il lavoro del bambino e mettere
in evidenza le sue qualità. Sarebbe bene non porre il bambino
nella condizione di dover soddisfare delle attese degli adulti.
Il bambino dovrebbe rimanere un po’ solo con l’insegnante, in
modo tale che quest’ultimo identifichi problemi di altra natura.
Attività in piccolo gruppo sono importanti per far calare l’ansia che
deriva dal confronto con gli altri.
Anche in questa patologia, l’insegnamento della respirazione
lenta è fortemente consigliato.
Organizzare lavori di gruppo per il pomeriggio.
Utilizzo del rinforzo positivo (token economy)
DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO
Il disturbo ossessivo-compulsivo è caratterizzato da:
-Ansia
-Ossessioni: pensieri, idee irragionevoli, persistenti (vengono
centinaia di volte al giorno), irrealistiche e intrusive (come se
qualcuno le mettesse dentro la mia testa)
-Compulsioni: quando l’ansia prodotta dai pensieri ossessivi
supera un certo livello, non può più essere controllata e tenuta a
bada. Pertanto, si metterà in atto quel comportamento che serve
a ridurre momentaneamente l’ansia.
Nei bambini questo disturbo non risulta essere molto diffuso. Risulta
spesso in comorbilità con altre patologie. (Ritardo mentale, disturbo
da tic, dag )
Nei bambini e negli adolescenti è spesso associato ai rituali
dell’addormentamento e associato a pensieri di morte.
I temi più ricorrenti sono:
-La contaminazione
-L’ aggressività
-La sessualità
-La scrupolosità
-La simmetria
-Lavare e controllare
Per aiutare i bambini con DOC, gli insegnanti possono, in accordo
con il terapeuta:
-Procedere all’osservazione in base alle indicazioni del terapeuta
-Bloccare il rituale
Criteri diagnostici per l’episodio depressivo
Con questa espressione si fa riferimento ad una situazione psicologica, emotiva
ed affettiva caratterizzata da umore depresso per la maggior parte del giorno
per quasi ogni giorno. La valutazione di quest’aspetto non è mai facile perché i
bambini non sanno esprimere a parole i loro contenuti emozionali. I
resoconti soggettivi sono
“ mi sento triste, vedo tutto in modo negativo, non ce la faccio più”.
I sintomi osservabili sono:
- Tono dell’umore lamentoso,
- Facile e immotivata irritabilità,
- Riduzione marcata degli interessi,
- Voglia desiderio o piacere per qualsiasi attività,
- Facilità a sentirsi affaticati, senza energia, come svuotati;
- Sentimenti non realistici di autosvalutazione e di colpa,
- Difficoltà a concentrarsi e a pensare, portare a termine un lavoro;
- Visione pessimistica del futuro, con pensieri di morte fino ad arrivare a pensieri
suicidali,
-Insonnia o ipersonnia,
- Agitazione o rallentamento psicomotorio,
- Perdita o aumento di peso significativi.
Un certo numero di sintomi della depressione hanno un impatto
negativo sulle prestazioni scolastiche di un bambino. In
particolare, l’anedonia, le autovalutazioni negative, la difficoltà di
concentrazione, l’indecisione, il rallentamento psicomotorio e
l’agitazione
psicomotoria
potrebbero
causare
l’insuccesso
nell’esecuzione dei compiti scolastici in funzione delle capacità del
bambino e del suo grado di depressione. Alcuni dei sintomi influiscono
sulla motivazione del bambino, mentre altri hanno ripercussioni sui suoi
processi cognitivi.
Un bambino affetto da ANEDONIA non ricava alcun piacere dalle sue
esperienze consuete.
Il bambino che valuta negativamente le proprie prestazioni rischia
seriamente di essere meno motivato a scuola, perché il livello del
profitto che si aspetta di raggiungere è ben poco considerato rispetto
ai suoi standard.
L’alunno che fatica a mantenere l’attenzione, ha difficoltà a mettere a
fuoco le informazioni che dovrebbe ritenere nel corso della lezione, e ciò
limita la sua acquisizione di conoscenza e abilità.
L’indecisione si manifesta quando il bambino deve scegliere tra più risposte
o corsi di azione per eseguire i compiti scolastici. Tale indecisione rallenta
l’esecuzione dei compiti.
Il bambino che fa esperienza di affaticamento, può non disporre
dell’energia necessaria per eseguire dei compiti scolastici.
Il rallentamento psicomotorio può influire sulle prestazioni scolastiche
rallentando i suoi tempi di risposta e movimenti come scrivere, prendere il
materiale..
Il bambino con agitazione psicomotoria non riesce a stare fermo, si
muove con molta frequenza e rapidità, al punto da non riuscire a stare
seduto per un tempo adeguato che gli permetta di finire un compito.
Numerose teorie della psicopatologia infantile enfatizzano il ruolo della
famiglia nello sviluppo e nel mantenimento del disturbo depressivo
Secondo Arieti e Bemporad, il potere nella famiglia si concentra in un
genitore dominante, aggressivo critico e intollerante nei confronti dei
comportamenti che deviano dalle norme familiari. Il genitore dominante
si vale di strumenti punitivi e psicologicamente violenti e dannosi
come il senso di colpa, la vergogna e le minacce di abbandono. La
gravità del disturbo appare legata al sesso del genitore dominante: la
depressione più grave è associata alla figura dominante materna.
Alcuni modelli comportamentali sostengono che i genitori di bambini
depressi sono estremamente critici nei confronti dei bambini,
attribuendo loro le colpe più disparate con notevole frequenza. In alcuni
casi sono estremamente iperprotettivi.
Il messaggio dato ai bambini è che sono persone inaccettabili e
inadeguate che non potrebbero funzionare senza la supervisione
dei genitori.
I bambini in età prescolare difficilmente soffrono di
depressione. Negligenza, caos, violenze familiari sono associate
alle famiglie dei bambini depressi.
Diretta conseguenza è la preclusione di attività extrafamigliari
piacevoli che comporta l’impossibilità di avere un filtro di protezione
rispetto all’ambiente familiare negativo e cioè un contatto con un
mondo esterno sano e amichevole.
In famiglie con un genitore psicologicamente danneggiato il bambino
resta intrappolato insieme al genitore
Come si possono aiutare i bambini con la depressione?
- Identificare l’umore depresso
- Utilizzo del modellaggio (rinforza l’autostima)
-Stimolare la socialità
-Preparare la classe al fine di aiutare il bambino a non sentirsi solo
-Identificare stili di attribuzione negativi e correggerli
Grazie per l’attenzione