Casa Naturale RT Porta Palazzo gen.2016

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Casa Naturale RT Porta Palazzo gen.2016
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LOW HOUSING
DI MARIA CHIARA VOCI
Studentati, residenze e nuovi quartieri di social housing sono oggi
laboratori di innovazione e sperimentazione in architettura. L'obiettivo
per chi li progetta è dare vita a case belle, confortevoli, green, con costi
di costruzione e gestione ridotti e dove la vita si fonda sulla condivisione.
L
a sintesi è tutta racchiusa in un
vocabolo: "low". Una parola che, al
tempo dell'abitare sociale 2.0, non
è unicamente associata al termine "cost", a
indicare un taglio nelle spese di costruzione.
Perché a essere "low" negli interventi di housing
sociale è, oggi, anche il consumo di risorse per il
funzionamento e la gestione degli immobili; la
spesa energetica in bolletta a fine mese; l'impatto
dell'inquinamento ambientale e acustico; la
gestione del tempo, orientata a un nuovo
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(o forse un antico) modo di concepire il vivere
comune, fondato sui valori della condivisione,
del mutuo aiuto e della sharing economy.
La cultura del vivere sostenibile è entrata a pieno
titolo nell'abc di chi progetta o gestisce interventi
di edilizia a canone calmierato, destinati a quella
fascia - sempre più diffusa - di cittadini che, per
ragioni di studio, lavoro o per condizioni di vita
generale, non sono in grado di confrontarsi con
il libero mercato. Le case sono pensate come
luoghi accoglienti, capaci di cullare gli abitanti,
certificate sotto l'aspetto energetico e dotate di
tecnologia. I nuovi quartieri che nascono sono
immaginati come complessi urbani a misura di
uomo e di collettività.
In tempo di forte crisi economica, il social
housing rappresenta l'eccezione, il luogo dove
si è continuato a investire, grazie anche al
sostegno dei capitali privati. Un laboratorio sul
campo dove, per i progettisti, è stato possibile
fare innovazione, sperimentare nuovi modelli
dell'abitare, studiare forme di ottimizzazione
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degli spazi. Molti sono gli interventi arrivati
al traguardo o in via di realizzazione prioritariamente nel Nord Italia - in questi ultimi
mesi. Spinti in gran parte, ma non solo, dalle
risorse del Fondo Fia di Cassa Depositi e Prestiti
Investimenti Sgr e dal sistema integrato dei fondi
locali. Un mix di operazoni di taglio e grandezza
completamente diversa: dal piccolo studentato al
grande insediamento su un territorio di 900mila
metri quadrati. Tutte le operazioni - micro o
macro - dimostrano di avere un denominatore
comune: la sostenibilità.
CONCETTO BASE: LA SOSTENIBILITÀ
«Dalla prima sezione del collegio studenti
Einaudi di Torino, progettato una quindicina
di anni fa, all'ultima, inaugurata nel 2015, in
mezzo c'è passata una rivoluzione, in termini di
approccio alla sostenibilità - riflette l'architetto e
designer torinese Luca Moretto -. Anche allora
lo sguardo era rivolto al risparmio energetico.
Ma con un'attenzione che si traduceva più che
altro nella scelta di impianti efficienti. Oggi, al
contrario, la sostenibilità permea ogni aspetto
dell'intervento. Dalla decisione di sfruttare la
geotermia al modo in cui sono concepiti gli spazi
interni. Un tema che, nel caso di una residenza
universitaria, si gioca su tre livelli. Quello privato,
rivolto al singolo studente; quello comunitario,
per la collettività degli ospiti; quello pubblico,
del rapporto fra il collegio e la città». Proprio
l'attenzione al contesto in cui sono inseriti è uno
dei caratteri distintivi degli interventi di social
housing e di accoglienza universitaria: sia che
sbarchino nel pieno centro di una città, o che
s'inseriscano in una periferia, queste operazioni
guardano al territorio che le circonda. «Un
principio cardine, che pare banale, ma invece è
fondante - commenta Paola Delmonte, direttore
responsabile Cdp Investimenti Sgr - è costruire
senza barriere. Fisiche e architettoniche, ma
Nelle immagini, il progetto
dello Student Housing di
Harquitectes+Dataae a
Barcellona, che ha vinto
a fine novembre la quinta
edizione del Premio
europeo Ugo Rivolta
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anche sociali. Non a caso, nella selezione delle
proposte da cofinanziare, uno degli aspetti
importanti da tenere a mente è quello della
scelta del luogo e del rapporto con il territorio.
Lavoriamo per dare vita a complessi aperti, che
ricavano valore dal contesto circostante, ad
esempio grazie alla presenza di aree verdi o di
infrastrutture, e restituiscono ricchezza, in termini
di recupero architettonico e servizi».
COMUNE DENOMINATORE: TO SHARE
«Il successo di un progetto che ridisegna un'area
- spiega Vincenzo Gaglio, l'architetto che ha
firmato il quartiere Zoia di Milano, esempio di
operazione su larga scala - si misura anche nella
capacità di dare vita a nuove forme di collettività e
alla condivisione di servizi». Su piccola o grande
scala, gli edifici o gli insediamenti di housing
sociale sono pensati e nascono per creare nuove
comunità. Grande è l'attenzione posta alla
dotazione di servizi: per il singolo, ma anche e
soprattutto per la collettività. Le funzioni si basano
sul principio della sharing economy.
Gli spazi per il tempo libero si condividono,
i locali lavanderia sono un servizio comune, al
posto di un ristorante si fa strada la cucina dei
residenti, la palestra è per tutto lo stabile e aperta
anche al quartiere.
PAROLA D'ORDINE: IL RIUSO
«Alla base di ogni nostro intervento - racconta
Elisa Saggiorato, responsabile del programma
housing e formazione sociale della Compagnia
di San Paolo di Torino - c'è una ricerca profonda
per il recupero dell'esistente. Non usiamo nuovo
suolo, ma riqualifichiamo fabbricati già costruiti,
cercando anche di preservare il ricordo delle
funzioni storicamente ospitate nella struttura.
Anche per gli arredi valorizziamo il reimpiego
di oggetti e materiali di scarto, cui viene a volte
assegnata una nuova funzione. Nelle residenze
Luoghi Comuni abbiamo lavorato con il progetto
di Galliano Habitat e del Re(f)use lab, laboratorio
di social redesign etico ed ecologico, che dà
anche lavoro a persone in difficotà. Le ruote
di una vecchia bicicletta sono diventate così la
nuova e originale testiera di un letto, le cassette
della frutta del mercato di Porta Palazzo mensole
per i libri, alcuni stock di tessuto di fine serie,
pezzi unici per vestire gli ambienti».
OBIETTIVO: L'ACCOGLIENZA
«Chi vive in una struttura di housing sociale per
un periodo temporaneo, non si deve mai sentire
ospite, ma proprietario di casa - spiega Mario
Ferretti, amministratore di Sharing, soggetto
gestore di residenze e campus -. La capacità
di innovazione per l'housing sociale è spesso
il frutto della capacità di costruire una visione
comune fra chi progetta una struttura e chi
sarà chiamato a farla funzionare». Accoglienza
e praticità sono la parola d'ordine. «Una delle
principali sfide - commentano Giorgio Volpe
ed Elena Vincenzi, di Weg Studio di Bologna,
progettisti del campus-ostello realizzato nell'ex
Ferrhotel - è misurarsi con un'architettura che
deve rendere gli spazi il più possibile riconoscibili,
pur rivolgendosi a una tipologia di pubblico
quanto mai ampia. Da una parte si tratta di
regalare una sensazione di radicamento e
benessere a chi vive la lontananza o la difficoltà.
Dall'altra occorre pensare a spazi il più possibile
fluidi, che possano essere utilizzati e intepretati
con funzioni diverse dagli abitanti». L'uso delle
trasparenze e del colore, non a caso, è un leit
motiv che si ritrova in diversi progetti. «Ogni
cultura - racconta l'architetto Ubaldo Bossolono
- interpretati i colori con valenze profondamente
diverse. Usare i cromatismi giusti significa
includere, abbattere i confini, guardare a una
sostenibilità, che va oltre la semplice efficienza».
Il tema del costruire housing
sociale, con un promemoria
per chi progetta, a partire anche
dal racconto di esperienze già
realizzate, è al centro di un
volume edito da Mondadori
e curato da Giordana Ferri e
Luciana Pacucci, con il patrocinio
di Fondazione Housing Sociale
e Fondazione Cariplo.
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TINTA E TRASPARENZE HI-TECH
L'insegna sul muro esterno dell'edificio, montata su una pannellatura
in alucobond serigrafato, riporta nella texture il motivo di un campo di
spighe su sfondo giallo, per ricordare l'antica destinazione del palazzo, che
ospitava nel Settecento i magazzini reali del grano. Il Collegio Po di via Maria
Vittoria, a Torino, è una delle tre strutture cittadine del Collegio Universitario
Einaudi, realtà di accoglienza universitaria dal 1935. Il recupero, firmato
dall'architetto Luca Moretto (www.lucamoretto.it), ha ottenuto da poche
settimane la certificazione Leed Gold (secondo caso a Torino, dopo il
grattacielo Intesa Sanpaolo): l'edificio è stato isolato con un cappotto,
sfrutta l'acqua di falda per la climatizzazione, integra pannelli solari termici
e fotovoltaici e usa la domotica per garantire il risparmio nell'uso, a partire
dall'illuminazione intelligente degli ambienti. All'interno si presenta
come un luogo hi-tech, giocato sui colori e sulle superfici trasparenti, che
nelle sale comuni hanno una forte valenza simbolica e rappresentano
l'abbattimento di ogni genere di barriera. www.collegioeinaudi.it
UN EX FERRHOTEL SMART
L'ex Ferrhotel di Bologna, in prossimità di una delle nuove uscite della
stazione ad alta velocità e in disuso da anni, ha acquistato da settembre
una nuova vita. Oggi ospita We Bologna, una struttura di accoglienza,
convenzionata con il Comune e che offre 62 camere doppie a studenti e
ricercatori e 30 camere quadruple per turisti, dotate di arredi su misura,
bagno privato e connessione wi-fi. A firmare il recupero del fabbricato, oggi
un coloratissimo smart building certificato in classe A e risanato anche sotto
l'aspetto sismico, è stato Weg Studio (www.wegstudio.it) con il contributo
tecnico di LendLease e la fondamentale collaborazione di Gastameco,
soggetto gestore. L'intervento è stato finanziato dal fondo immobiliare
Ersamo, gestito da Fabrica Sgr (e, a sua volta, partecipato al 60% dal FIA Fondo Investimenti per l’Abitare gestito da CDP Investimenti SGR ed al 40%
dal Fondo Aristotele sottoscritto dall'Inps). Nella struttura oltre alle stanze
sono integrati spazi comuni e servizi, fra cui aule studio, una sala cinema e
una lavanderia. Anche i prezzi sono accessibii: si va dai 20 euro a notte per
l'ostello ai 330 al mese per lo studentato. www.webologna.it
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PER CHI STUDIA E CHI LAVORA
Il Campus Monneret, di via Ugo Monneret de Villard a Milano, ha aperto
a settembre (inaugurato a novembre) e offre alloggio a prezzi sostenibili
a studenti, docenti e lavoratori fuori sede. Ha preso il posto di un vecchio
pensionato per ragazzi e lavoratori, storicamente di proprietà della
Fondazione Cariplo. Il progetto di riconversione, firmato Studio Goring Straja
Architects (www.gasarchitects.com), è stato promosso dalla Fondazione
Housing Sociale, in collaborazione con il Comune, in partnership con
InvestiRE Sgr e grazie al sostegno economico del Fondo Fia di Cdp
Investimenti Sgr. Nella struttura, gestita da In-Domus, sono presenti 137
appartamenti e 268 posti letto, che vengono affittati a prezzi calmierati. l
complesso è composto da tre edifici di diverse altezze, uniti da un corpo
centrale. Al piano terra sono collocate aule studio e per l'informatica,
la palestra, la cucina comune e le zone relax. L'immobile è presidiato
24 ore su 24, oltre ad essere dotato di un sistema avanzato di tvcc con
registrazione, al servizio della sicurezza degli ospiti.
www.in-domus.it
CULTURE E COLORI
Il gioco di cromatismi, scelto dagli architetti dello studio Bossolono,
per imprimere carattere agli esterni e agli interni della struttura, si
ispira alle opere futuriste e rappresenta il segno tangibile del melting
pot di culture degli abitanti. Il Campus Sanpaolo di Torino è stato
inaugurato a ottobre ed è il più grande per dimensioni in Italia. Inserito
nel contesto di un quartiere di cui rappresenta un forte punto di rottura
e innovazione, è stato realizzato dal fondo immobiliare Erasmo di
Fabrica Sgr (partecipato al 60% dal Fia gestito dalla Cdp Investimenti e
al 40% dal Fondo Aristotele dell'Inps). Offre 536 posti letto, fra 93 mini
appartamenti singoli e doppi, dotati di cucina, 184 camere singole e
doppie e una foresteria per i genitori dei ragazzi in visita. Tutti gli spazi
sono concepiti per l'aggregazione e l'inclusione sociale: ogni piano ha
terrazzi e spazi di socializzazione mentre al piano terra, in mille metri
quadrati, trovano posto una cucina comune, la palestra, la lavanderia a
gettoni. Ampi i servizi, dal bike sharing alla guardiania 24 ore su 24.
www.campussanpaolo.it
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UN BORGO A MISURA
Borgo Sostenibile è il progetto in via di completamento a Figino,
quartiere storico a ovest di Milano, per la nascita di un complesso
immobiliare in classe A, di nuova generazione. L’iniziativa è
il frutto di una partnership pubblico-privata, partecipata da
diversi soggetti a partire dal Comune, la Fondazione Cariplo,
la Fondazione Housing Sociale e InvestiRE Sgr. Il progetto
architettonico, frutto di un concorso internazionale, è stato
sviluppato da Rsg, Paolo Favole, Enrico Garbin e Francesco
Matucci. Il Borgo comprende 323 appartamenti di dimensioni
e taglio diverso (in locazione o in locazione con patto di futura
vendita), la metà dei quali sono già stati assegnati sono abitati,
immersi in un parco. L'offerta residenziale è integrata con servizi,
spazi comuni e commerciali, oltre a un cohousing per anziani.
Tutti gli alloggi sono pensati con un doppio affaccio: verso la
corte, intima, e verso il paesaggio circostante,
www.borgosostenibile.it
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UN LUOGO DA CONDIVIDERE
Luoghi Comuni è un progetto di housing sociale promosso dalla
Compagnia di San Paolo di Torino in collaborazione con l'Ufficio Pio. Le
residenze, pensate come una casa temporanea per accogliere, per un
periodo da un giorno a 18 mesi, chi sta attraversando un momento di
difficoltà, sono attualmente due, collocate in quartieri multiculturali del
capoluogo piemontese: Porta Palazzo (la struttura ha aperto i battenti a
settembre del 2013) e San Salvario (il taglio del nastro è stato il 3 dicembre
scorso). Progettate attraverso il recupero di immobili esistenti, la prima in
uno stabile dismesso in via Priocca, ristrutturato su progetto di Pier Matteo
Fagnoni (www.fagnoniassociati.it) e la seconda al posto di un istituto
educativo delle suore, con un restyling su progetto di Vittorio Jacomussi
(www.deferrariarchitetti.it), vincitore del premio Inu-Urbit 2015, le due
residenze declinano il concetto di sostenibilità su più fronti: l'efficienza
energetica, il riciclo degli arredi, la condivisione degli spazi e del tempo
libero, il sostegno sociale. Molte le attività organizzate dai gestori (Kairos e
Atypica), aperte anche alla città. www.luoghicomuni.org
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MIX DI QUARTIERE
Il progetto è nato da un bando, promosso dal Comune di Milano, e dal
lavoro delle cooperative Degradi e Solidarnosc, assegnatarie dell'intervento.
Nella periferia ovest di Milano, in via Fratelli Zoia, è nato ed è abitato da circa
un anno un nuovo complesso, che mixa edilizia a canone convenzionato
e sociale, all'insegna dell'integrazione e della sostenibilità. L'intervento
si compone di tre edifici, organizzati intorno a una corte centrale, per un
totale di 90 alloggi. Il masterplan, così come il progetto architettonico di
uno dei tre palazzi e il coordinamento, porta la firma di Vincenzo Gaglio
(www.vincenzogaglio.com): le altre due palazzine sono state disegnate
rispettivamente da Luca Mangoni e dalla cooperativa Prassicoop.
L'intervento è integrato da spazi dedicati a incubatore d'impresa: circa 300
metri quadrati, assegnati a costo moderato, a giovani creativi. Il progetto si
caratterizza, inoltre, per l’attenzione ambientale e il risparmio energetico. Gli
immobili sono in classe A, dotati di impianto geotermico e fotovoltaico e di
riscaldamento radiante a pavimento.
www.zoiablog.com
ECOQUARTIERE PER 8 FAMIGLIE
Non è un intervento di housing sociale, anche se dal social housing
media alcune delle modalità con cui è concepito. L'Ecoquartiere
di Quattro Passi, nel Comune di Villorba, in provincia di Treviso,
nasce dall'iniziativa privata di 8 famiglie che, in collaborazione con
l’associazione Pace e Sviluppo, hanno deciso di unirsi per dare vita
a un villaggio dove abitare secondo regole condivise e all'interno
di uno spazio modellato e costruito ad hoc sui reciproci bisogni,
attraverso un percorso di condivisione iniziato già nella fase di
progetto. Ad accompagnare i proprietari nell'avventura è stato lo
studio Tamassociati di Venezia (www.tamassociati.org). Il quartiere
è terminato da poche settimane: oltre alle case ad alte prestazioni
energetiche, immerse nel verde, sono state realizzate una casa
comune di circa 200 metri quadrati per attività polifunzionali, un
portico per le attività in esterno; un’officina per il bricolage; una
stanza per gli ospiti; un magazzino alimentare per gli acquisti di
gruppo. www.ecoquartierequattropassi.it
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SPAZI DI CONDIVISIONE
Vivo al Venti è una nuova residenza sociale realizzata a Torino,
in un edificio juvarriano, al numero civico 20 di via Milano, a
due passi dal Comune e in un’area di cerniera tra il centro, Porta
Palazzo e il Quadrilatero romano. Il progetto è promosso dal
Fondo Abitare Sostenibile Piemonte (Fasp), gestito da InvestiRe
Sgr, in cui confluiscono risorse provenienti dal patrimonio di
diverse fondazioni bancarie, con il supporto di Cdp Investimenti
Sgr. Il complesso, che offre alloggi in parte destinati alla vendita
(30%) e in parte all'affitto (70%) a canone calmierato, è stato
ristrutturato su progetto dello Studio 421 (www.studio421.
it) con la collaborazione di Arching e dello Studio Surra. Le
prime residenze sono già abitate. Il modello abitativo prevede
l'organizzazione di attività collettive nella living room comune, per
innescare un processo virtuoso e di mutuo aiuto fra gli abitanti,
che possono collaborare per far fronte alla risoluzione dei piccoli e
grandi problemi del quotidiano. www.vivoalventi.it
NUOVO HABITAT URBANO
Il social village Cascina Merlata, vicino alla Fiera di Rho-Pero,
è pensato per dare vita a un habitat metropolitano innovativo,
progettato secondo avanzati principi di sostenibilità ambientale.
L'intero intervento, in via di realizzazione, si estende su una superficie
di circa 900mila metri quadrati ed è promosso da EuroMilano e un
pool di soggetti. Il concept del quartiere, oggetto di un concorso di
idee, è di Antonio Citterio & Partners, Caputo Partnership e MCA.
Primo nucleo già realizzato su iniziativa dal Fondo HS Cascina Merlata,
gestito da InvestiRE Sgr, sono le torri dell'ex villaggio dell'Expo
2015, progettate da CZA architetti, C+S Associati, MCA, Teknoarch,
B22 e Pura. Le abitazioni, conclusa l'Esposizione, sono in via di
riconversione. Oltre alla residenza, nel social village sono previsti una
serie di servizi, come una scuola dell’infanzia, una elementare e una
media inferiore, due asili nido, spazi pubblici attrezzati, parchi giochi,
la storica Cascina Merlata. A completare il progetto anche un centro
commerciale e un nuovo Parco urbano. www.cascina-merlata.it
100 CASA NATURALE