baddhittu 143 dicembre 2 012

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baddhittu 143 dicembre 2 012
UNO SGUARDO ALLE NOSTRE RADICI
e-mail [email protected]
n° 143 DICEMBRE 2012 anno 11
LU BADDHITTU
timpiésu
TEMPIO PAUSANIA
ACCADEMIA TRADIZIONI POPOLARI “CITTA’ DI TEMPIO” dal 1966
COM’ ÉRAMI
a cura di Nicola Deriu
Ecco un bellissimo angolo che ci viene proposto
da Donatella Alias.
La foto del mese scorso
ritraeva, in primo piano,
alcune villette che si affacciano su via Angioy
alta. La foto avrebbe fatto piacere al compianto
Avvocato Biosa, nostro
affezionato lettore.
USI COSTUMI
TRADIZIONI POPOLARI
a cura di Mario Pirrigheddu
Quando le due fazioni, dai più
stretti parenti ai più lontani delle
vittime, si erano decise a fare pace, si fissava il giorno ed il luogo
(il quale era in genere una chiesa
campestre, se vi erano diffidenti
della giustizia, od il villaggio, se
avevano in precedenza ottenuto il
salvacondotto, o i reati di sangue
erano caduti in prescrizione), nel
quale la pacificazione doveva aver
luogo. Nel giorno stabilito vi accorrevano le due parti: gli uomini
armati di tutto punto, come se non
a un luogo di concordia e di ravvedimento, ma a un premeditato
assalto dovessero muovere, e le
donne sulle groppe dei cavalli, gementi e lacrimose, come se non a
un luogo di rimpianto e di conforto, ma a piangere sulla salma di un
estinto si avviassero. Giunti a
da BAFFIGO caro
destinazione si dispongono in due
troverai i numeri fila, o seduti a distanza taciti e foschi, come se nelle loro menti non
arretrati del
fosse neppure passato un pensiero
BADDHITTU di pace; sbirciandosi a vicenda,
come se volessero spiarne i movimenti, o temessero d’essersi laPARAULI ANTICHI a cura di Sebastiano Scanu
sciati attirare in qualche tranello
Antipizzu: fortuna. Es.: Vóddu chi voi fàcciti antipizzu (da Una dì soc'andatu vilmente lor teso. Intanto i pacieri,
a Lu Sfussatu di G. di Scanu). Poaréddi no semu sinnò noi / in videa di fa
che ve li hanno accompagnati,
calch' antipizzu (da “Dimmi cosa lu ch'ài me' maritu” d'Andria Frau).
preceduti o seguiti, si frammettoAttalintà, talintà: passare per caso (A.Selis), spagn atalantar. Olismo Attano fra le due fazioni, tutt’occhi e
lintassi: compiere un passo rischioso. Attalintatu: di belle maniere, che si
tutt’orecchi per veder indizio o
presenta in modo garbato. Il contrario è distalintatu.
udir parola che possa causare rottura negli accordi e così interveniCUREMUCI CU L’ALBA a cura di Giovanna Rau — Curemuci cu lu zafferanu arestu reappianarla. Al tocco della camLu zafferanu o zanfaranu arestu o Crocus minimus o zafferano minore è
pana, che ne dà il segno, entrano
una piantina bulbosa, con foglioline filiformi e dai fiori violacei, i cui petali
le due fazioni: (Segue in terza pagina)
nella parte inferiore sono striate di un viola più intenso. Le
antere e gli stimmi sono gialli. È una pianta endemica della
INFORMATICA
Sardegna Corsica e dell’Arcipelago Toscano. In Sardegna,
TELEMATICA
sul Monte Limbara intorno ai 1000 mt si trova ovunque in
primavera. Le parti usate sono gli stimmi, ricchi di polline e VENDITA - ASSISTENZA
vengono raccolti nel periodo della fioritura. Gli stimmi ven- via Padre S. Vico 13/a
gono usati in infuso per curare problemi dell’apparato dige- TEMPIO tel. 079 631048
fax 079 634688
rente ed anche contro i disturbi della dismenorrea. Le tinmail: [email protected]
ture vengono usate per gargarismi nelle gengiviti. In cosmesi per colorare e aromatizzare creme e unguenti. Le soMUTTETTI
stanze contenute sono picrocrocina, crocina, betacarotene,
B1 e B2. Non si hanno a Tempio notizie di una vera utilizzaCilcati, agattati e adducati da Maria Lucia Pirrigheddu
zione di questo zafferano spontaneo anche se nelle famiInnamuratu di te / soc’abali più d’un annu.
glie spesso veniva adoperato per colorare i cibi in sostituO dammi lu disingannu / o mustra vulémmi bè
zione della droga più pregiata ottenuta dallo zafferano coltivato. Lo zafferano era conosciuto dai fenici e daAlzachena
gli arabi e poi dai romani che ne diffusero gli usi
Di ricchesa
culinari e le coltivazioni. I Fenici lo usavano come
lu mundu
colorante naturale nelle tinture delle stoffe ed è a
t’à barriatu
loro che si deve l’introduzione dello zafferano nella
Parò in cambiu
a cura di Mario Pirrigheddu
nostra isola. Una curiosità Capo Teulada significa
la biddesa ha vulutu
Antonello Concu
capo zafferano. Durante l’impero Romano era usato
e s’à pultatu.
come merce di scambio e veniva chiamato oro vegecon il prezioso contributo
(Andrea Rasenti)
tale, ma anche oggi le quotazioni sono altissime. In
di Andrea Rasenti
Sardegna lo zafferano o Crocus sativus è coltivato Arzachena tanti anni fa. Con la
a San Gavino Monreale, dove ogni anno in novemvecchia foto, i versi a moda e manera di la vaiddata .
bre si svolge la mostra Regionale dello Zafferano.
A Busachi il fazzoletto del costume delle vedove è
colorato con lo zafferano.
COM’ÉRAMI in Gaddura:
ALZACHENA
GLI AUGURI SINCERI A TUTTI I NOSTRI AFFEZIONATI LETTORI,
AGLI INSERZIONISTI,
AL DIRETTORE RESPONSABILE
A TUTTI I COLLABORATORI
PERCHE’ TRASCORRANO
SERENO NATALE
E UN 2013 RICCO DI SALUTE
UN
in corso matteotti
il BAR — GELATERIA
COMU SI DICI
“QUASI LEZIONI” DI TEMPIESE
a cura di Gianmario Pintus
Fustialbu: gattice, pioppo bianco
Fustialbu di pippà o
vitialbu: vitalba
Gjàcia: ginepro maschio
Ghjuncu di mari: o
zinnia: sparto
Ghjuncu di padula: scialino, giunco triangolare
di Giovanni Pirrigheddu
Tempio Pausania tel. 079-670449
c.ne S. Sebastiano
TESSUTI TENDE RIVESTIMENTI
NUOVA ESPOSIZIONE
DITTI
G A D D U R È S I e COSSI
a cura di Giuseppe
Pintus
Finuta la festa
adducatu lu santu
Mortu u Cristu,
spintu u lumu
ALLELLELLOMBA
da la zirrióla al computer
di Giovannino Maciocco
A LI CATTRU CULUNNI
Traduzione: alle 4 colonne.
Come si gioca: 2 squadre, 4
per parte. Dopo aver fatto il
tocco a paru-disparu la squadra perdente assumeva la posizione d’inizio: i 4 giocatori
si piazzavano, testa contro
testa, braccia sul collo dei
due compagni vicini, gambe
larghe il più possibile per abbassare l’altezza delle colonne. Il primo giocatore, dopo
una breve rincorsa, si tuffava
sulle spalle del primo della
colonna e strisciava sullo
stesso per giungere sulla colonna opposta. E qui veniva il
bello: il giocatore con una piccola giravolta, e tenendosi al
bacino della colonna, si riversava con i piedi in terra. A
questo punto bisognava rialzarsi senza toccare per terra, neanche con la…. fantasia:
il bordo dei calzoni, il laccio
della scarpa, la coda del
grembiule. Sotto lo sguardo
attento di avversari giocatori
e amici si controllava che venissero rispettate le regole a
tutti li piléddi. Passati i 4 giocatori sulla cupola formata
dalle 4 colonne (le gambe
erano 8), senza toccare per
terra, iniziava il gioco o con la
stessa squadra o con altre.
Sicuramente venivano scelti
per primi i ragazzi con… le
gambe corte e si capisce perché; altra scelta veniva fatta
per i vestiti: chi li aveva lunghi, o li toglieva, o non veniva
scelto.
LU BADDHITTU timpiésu
Pagina 2
Sabato 1° dicembre, in occasione dell’inizio dello
ANNO
DELLA
FEDE
E DELLA
PRESENZA
a Tempio, con la partecipazione di S.E. Arrigo Miglio, arcivescovo
di Cagliari, sarà scoperta e benedetta la grande icona, realizzata
dall’illustre iconografo
BENEDIZIONE
DELLE BANDIERE
DON JOSEPH ACHKARIAN
che l’Associazione Amici di Monica ha commissionato per farne
dono alla Cattedrale di Tempio. La stessa, che ha richiesto un
anno di lavoro, sarà collocata nella cappella del Santissimo Sacramento per arricchire San Pietro di un’opera di grande bellezza e
per testimoniare il profondo legame che unisce l’Associazione al
mondo religioso. Si tratta di una altro regalo per Tempio che
chiunque, tempiese o forestiero, potrà ammirare e onorare.
La benedizione dell'icona costituirà il primo evento del progetto
"Natale è una stella 2012". Di seguito il programma completo
che potrà subire variazioni:
Associazione “Amici di Monica”
NATALE E’ UNA STELLA 6ª EDIZIONE
Programma 2012/2013
Sabato 1 dicembre ore 18 Cattedrale di San Pietro: Benedizione
icona sacra realizzata da Don Joseph Ackarian e donata dall’Associazione alla Città di Tempio.
Sabato 8 dicembre- Ufficio Turistico: h. 17 inaugurazione e benedizione Mostra dei presepi, alla presenza di S.E. il Vescovo. Spettacolo delle Majorettes della scuola di ballo New look . Rinfresco
Domenica 9 dicembre: Ufficio Turistico h. 18 “ Benedizione dei
Bambinelli e poi ”Allegria, arriva il Natale”: festa dei bambini
con estrazione di giocattoli per tutti i bambini presenti.
Martedì 11 dicembre: Ufficio turistico ore 17: Il Natale nella
tradizione poetica, musicale, favolistica con Vincenzo Murino,
Ettore Demuro, Greta Romano ecc...
Giovedì 13 dicembre: Ufficio Turistico ore 18 spettacolo musicale
“ I magnifici anni ’60” con The Kangaroo
Sabato 15 dicembre Ufficio Turistico h. 15: Caccia al Tesoro di
Babbo Natale nelle vie del centro storico per ragazzi della scuola
media a cura del Gruppo Giovani della Parrocchia del S. Cuore.
Domenica 16 dicembre ore 17: Ufficio turistico : le strabilianti
magie del Mago Pirri. Intervalli musicali con Laura Pirrigheddu,
Mercoledì 19 ore 19: Pizzeria “La pineta”: una pizza allegramente. Ospiti i ragazzi di Villa Lissia e aperta a tutti coloro che
vorranno partecipare.
Domenica 23 dicembre: Ufficio turistico ore 17 Spettacolo di
cabaret con Mari Pirrigheddu, Gianluca D’Amico e li “Ki e
Komu” e altri artisti dell’Associazione “l’Almunia”
Giovedì 27 dicembre Ufficio Turistico ore 18 “Da pasca a capuannu”: parauli folti; tradizioni e “usi in disuso” legati al Natale a cura
di Mario e Maria Antonietta Pirrigheddu
Mercoledì 2 gennaio 2013 ore 17 Ufficio turistico: le “Giocolerie”
di Gianluca Turchetta
Venerdì 4 gennaio 2013: Spettacolo
musicale con Marcello Pirina
Domenica 6 gennaio 2013 Ufficio
Turistico ore 17: premiazioni concorso presepi, concorso vetrine ecc.. e
Via Olbia 29 tel-fax 079630038
rinfresco finale.
Tempio Pausania
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Il 14 ottobre presso la
Cattedrale di San Pietro,
dopo la messa, il vice parroco don Pietro, ha dato
mandato, con la benedizione delle bandiere, alla
Classe del ‘68, l'organizzazione della Festa di San
Paolo e Madonna di
Buoncammino per il
2013, e alla Classe del ‘64
per l'organizzazione della
Festa di S. Isidoro. Don
Pietro ha ringraziato le
classi uscenti del ‘67 e del ‘63 per il
proficuo impegno dimostrato. Dopo la
messa i fidali ‘68 e ‘64 hanno offerto un
rinfresco nella Casa del Fanciullo.
(Pier Paolo Cecchini )
Un augurio di Buon lavoro ai nuovi
Subbrastanti, ricordando loro che Lu
Baddhittu è sempre a disposizione per
pubblicare, comunicati e annunci riguardanti l’organizzazione delle feste.
GI.RI. MARKET F.lli Masu in Funicédda è LA BRUTTÉA DI PATTETTA
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LI FURRÉDDI di RUSÉDDA
Ricetta elaborata dal Comitato Li Quasi Fidali 2011 di Nuchis e pubblicata sul Calendario 2011
Pane e Saba: Per ogni kg di farina 100 gr di zucchero, uova, 100 gr di
strutto, mandorle, noci, uvetta e semi di finocchi, una palla grande quanto un’arancia di matrica ottenuta dalla pasta del pane e saba. Si mettono
le uova in un piatto fondo, si aggiunge lo zucchero, la farina e la matrica
sciolta accuratamente nella saba calda; si amalgamano tutti gli ingredienti e si lavora bene la pasta ottenuta, questa operazione si chiama
suichì. Quando la pasta è ben lavorata si taglia in pagnotte romboidali e
si mettono a lievitare e occorre una lievitazione al caldo per diversi giorni. Di giorno si mette la colbula con le pagnotte sotto la coperta del letto
e di notte si sistema vicino al fuoco. E ogni giorno bisogna controllare
se lievitano, non appena sono ben lievitate si cuociono nel forno a legna.
CHISTU
SOCH’ÉU
Fola di Fedro tradotta da Mario Solinas
L’ASINU A CACCIA CU UN LIONI
a cura di
Mario Pirrigheddu
e Nicola Deriu
La Maestra Meloni
con i suoi 26 sculani
in posa per una foto
ricordo che dopo tanti
anni, e precisamente
nel dicembre del
2012, viene pubblicata sul Baddhittu
timpièsu.
Per continuare la pubblicazione del BADDHITTU timpiésu
ci occorre il tuo aiuto.Se ancora non l’hai fatto
PUOI CONTRIBUIRE in 3 modi:
offerta libera che potrai consegnare personalmente
-o se preferisci versala sul c/c postale n°42198150
l’IBAN n° IT26 V076 0117 2000 0004 2198 150
intestato a: ACCADEMIA TRADIZIONI POPOLARI CITTÀ DI TEMPIO
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aperto tutti i giorni sabato compreso
dalle 8.00 alle 12.00
Asinus et leo venantes ( I, 11 )
Cal’è di pocu contu
Cun parauli manni si ‘anta:
Futti li chi no lu cunnoscini
Ma l’alti lu vituperiggjani.
Lu lioni vulia caccià in cumpangjìa d’un asinu.
Lu mascarési cun rami e frondi dicendili:
“Assuccona cu l’arroncu scunnisciutu
li féri chì fuggjjendi li bucciniggju éu”.
Lu senzariccji da li fianchi a buttaccia
buchési un’arroncu mai intésu
strimuttendi tutti li féri
chi fuggjendi a li tani
lu lioni buccinési.
Straccu moltu da la fatica
di calgjassi lu cumandési.
“Tinni pari… la me bóci?”
“Grandiósa - rispundisi –
tantu ch’assuccunatu
tament’éu mi saria
si cunnisciutu no t’aussia
lu curaggiu e la genia”
LU BADDHITTU timpiésu
ELEVAZIONE DI TEMPIO IN CITTA'
a cura di Franco Vacca
Un documento, datato 31.12.1836, racconta la cerimonia ed i festeggiamenti, che hanno avuto luogo a Tempio, quando il Comandante
del Regio Esercito, Magg.re Alliana, delegato dal Viceré Montiglio
d'Ottiglio, consegna pubblicamente al Sindaco, Don Giuseppe Pes, il
Diploma Reale. Contestualmente avviene l'insediamento ufficiale del
Consiglio Civico.
L'anno del Signore milleottocentotrentasei, addì trentuno dei mese di
Dicembre, Tempio, e nella Chiesa
Cattedrale di San Pietro Apostato
alle ore undici del mattino.
Nel nome del Signore, sia a tutti
ovunque
manifesto
qualmente
l’illustrissimo Signor Maggiore del
Regio Esercito Giacomo Filippo Alliana Comandante la provincia di
Gallura nella qualità di speciale delegato di Sua eccellenza il Signor
Viceré, come dal dispaccio 29 precorso Novembre 1° (Div.ne Affari
574/160 trasfertosi personalmente in questa cattedrale Chiesa di San Pietro Apostolo accompagnato dal militare suo seguito ed
avendo in essa Chiesa trovati disposti in bel ordine il Sindaco Don
Cjiuseppe Pes Ventura e Consiglieri da S.S.R Maestà nominati li
Signori Don Gavino Massidda, Don Luigi Misorro, Don Giuseppe
Valentino, l’avvocato Simone Sirena, not.o Virgilio Spano, Medico
Stefano Terzitta, Medico Simone Manuritta, Don Salvatore
Sardo, Medico Pietro Saragato, Nat.o Salvatore Demuru, e li Negozianti Stefano Mundula e Pietro Paolo Verre di Tempio, assenti però
gli altri Consiglieri Don Giovanni Antonio Capece, per trovarsi in Castelsardo, Don Giovanni Misorro, per trovarsi da molto nel Continente, il Signor Paolo Altea (: \:) per trovarsi in Cagliari; ed alla
presenza delli narrati Signor Sindaco e Consiglieri viene fatta
pubblica lettura ad alta voce del Real Diploma in data 10 precorso
Settembre per vigor del quale ha l’Augusto Monarca elevato Tempio in Città e contemporaneamente consegnato la pergamena in cui è scritto, all’intiero Corpo Civico unitamente al Dispaccio
sigillato della prefata E. Sua per essere il surriferito Diploma custodito
e conservato negli Archivi detta Città e porsi in esecuzione quanto in
detto dispaccio è contenuto dovendosi intendere col presente Atto
di consegna di Regia, e Viceregia Carta celebrare la solenne inaugurazione di Città, ed installazione del Consiglio Civico con universale
applauso delli stessi Sindaco e consiglieri, che nella dovuta venerazione hanno ricevuto ed accettato il Diploma e Dispaccio, di cui
sopra, e colli più vivi ringraziamenti all'Augusto Monarca, ed alla
Pagina 3
prefata E. Sua lo attestano, e dichiarano tenendo come tengono dal momento Tempio per Città e per Consiglio Civico, il di già
installatosi e così successivamente in perpetuo per tutti i tempi,
mediante solenne promessa di lealtà al Sovrano, e di puntuale osservanza di tutte le Regie Ordinazioni; ed in segno di tanta gratitudine con somma letizia, ed esultanza al suono di campane,
dell'organo, e detta musica, e fra li replicati spari del cannone e
mortaretti, e li fuochi di parata eseguitisi dalla Regia Truppa, si è
dopo celebratosi Messa solenne cantato l’Inno Ambrosiano nel
coro dagl'Illustrissimi molto Reverendi Canonici e Beneficiati, e dal
popolo tutto accorso in gran folla e finita in questo modo la solennità, con l'esposizione del Venerabile, e Benedizioni, il Sindaco e
consiglieri sopradetti hanno accompagnato sino alla casa il predetto
Sig. Comandante Viceregio Delegato fra le più liete e ripetute grida di
gioia ed di "Evviva il Re" e ben più altre pubbliche acclamazioni relative all'eccelsa Sovrana (per la) grazia impartita: (in fede del che se
ne leva il presente atto verbale firmato come infra = (: \ ;) Mastro d'Arti liberali
Alliana Regio Delegato
Don Cjiuseppe Pes Ventura Sindaco
Il Not.o Nicolò Terzitta Asara Seg.rio Prov.le
Note
II Diploma Reale è datato 10 settembre 1836.
La notizia, che a Tempio erano stati concessi gli onori di Municipio, giunse con un dispaccio Viceregio la mattina del 12 Ottobre
1836. Tutto ciò fu possibile grazie alle arti diplomatiche ed amicizie del Conte A. F. Giua, il quale, nella sua istanza al Re Carlo
Alberto, così esprimeva i suoi sentimenti: " omissis… Scorgevo,
che una grossa terra feconda di talenti, lo spirito, la sveltezza, il
carattere de suoi abitanti nella classe anche inferiore, il concorso di molte famiglie Nobili e Civili, un 'antica Sede Vescovile, formava tutto un complesso da non imputarsi ad ardire, o temerarietà il
suo desiderio…".
In seguito alla diffusione della notizia, anche attraverso la pubblicazione di manifesti, si tennero tre giorni di festeggiamenti nei
primi giorni del Novembre 1836, con varie manifestazioni civili.
religiose e militari.
Carlo Alberto fu Re dall'Aprile 1831 al Marzo 1849. Nel 1829, il
Principe visitò Tempio per la prima volta, accompagnato dall'amico
Don Emanuele Pes di Villamarina,
Nel 1841, sbarcato a Cagliari dal piroscafo Tripoli, il Re si recò
nella Città accolto dal Sindaco di Tempio Don Salvatore Sardo.
Nel 1843, proveniente da Terranova, Carlo Alberto, preceduto
da un drappello di 40 Miliziani Tempiesi, arrivò a Tempio, dove il
popolo lo accolse festante.
Questa targa, posta
all’interno di una sala
dell’appartamento situato
sopra il negozio di Baffigo Uomo, in via Roma,
ricorda la festa di ballo
in cui presenziarono
Carlo Alberto ed il figlio.
Ringraziamo l’amico e collaboratore Antonello Concu per la foto.
USI COSTUMI… (dalla prima pagina)
quella che fu primieramente offesa, poi l’avversaria, disponendosi in
due righe, l’una a destra, l’altra a sinistra dell’altare, ed in ultimo i pacieri, che si affaccendano da ambe le parti, perché tutti si mostrino
perseveranti nella presa risoluzione. Intanto il parroco dal pulpito, o il le offese, ad imitazioni del Divino Redentore che perdonò i suoi crocifissori; dei martiri che spirarono in mezzo ai tormenti, proferendo pavescovo dal suo scanno, improvvisano un sermone adatto alla fausta
role di perdono pei loro spietati carnefici. E aggiunge che nessuno precircostanza. Passa a parlare degli orrori dell’attuale inimicizia, elencando ad uno ad uno i miseri caduti, con la perdita dei quali mancò un suma di poter ottenere, senza perdonare chi l’offese, misericordia
valido sostegno alla famiglia, una bella speranza ai parenti, un confor- dall’eterna giustizia; ché senza perdonare non solo uno non può accostarsi al tribunale della penitenza, ma neppure entrare in chiesa: poiché
to ai vecchi genitori: vedovate spose, teneri ed innocenti figli, tutti
gettati nell’acerbità del presente dolore e nell’affannosa incertezza del all’altare bisogna presentarsi col cuore puro, non già col pensiero della
vendetta e coll’anima amareggiata dall’odio. Insinua destramente che
domani. Rammenta le persecuzioni patite o per odio di parte o per
opera della vindice giustizia, costringendo coloro che si erano cospar- pur essi, accogliendo quella divina inspirazione che li ha condotti a
piedi dell’altare per deporvi ogni pensiero di sangue e dal cuore ogni
si di nemico sangue, o che si erano resi colpevoli d’altra malvagia
azione, a vivere d’una vita randagia nelle solitudini delle foreste, sulle sinistra e funesta passione, devono perdonarsi reciprocamente i torti ricevuti, dimenticarli e vivere nel più dolce e cordiale accordo fraterno;
sommità dei monti, nell’oscurità degli antri, nel folto dei macchioni;
lontani dalle mogli e dai figli che talora vivono nella più dolorante mi- affermando che questo è il voto più ardente di tutti, dei presenti e degli
seria e nell’ansia continua di saperli salvi da un assalto dell’Arma o da assenti, dei vicini e dei lontani, dei ministri di Dio e di quelli della giustizia terrena, d’un popolo tutto che aspetta con ansia il felice sciogliun agguato nemico; trepidanti di ricevere d’ora in ora il triste annunmento d’un dramma funesto e la pacificazione fra due cospicue famizio dell’uccisione o della cattura dei profughi loro cari. Narra il fatto
glie. Termina esortandoli, in nome
che diede origine all’inimicizia, scedi Colui che offerse in sacrificio sé
mandone la gravità e deplorando che
CHISTU SOCH’ÉU a cura di Mario Pirrigheddu e Nicola Deriu
pel riscatto dell’umanità, volle
per una cosa di sì lieve momento,
Ci hanno passato questa foto di un gruppo musicale tempiese che
perdonarli non solo, ma proclacosì facile ad appianarsi, se si fosse però non ricordiamo il nome. Aspettiamo notizie!
marli suoi figli, a darsi il bacio
venuti ad una reciproca spiegazione,
della pace e del perdono: minacchiedendo ed accordando un’adeciando l’anatema e la maledizione
guata riparazione, si sia ricorso a
divina contro coloro che volessero
mezzi estremi, senza prevederne e
persistere nell’odio antico, e tenmisurarne le dolorose conseguenze.
tassero colle parole e coi fatti turEspone i benefici della pace, la quabare la pace stabilita. Grandioso è
le sola, rende l’animo quieto ed inlo spettacolo che presenta all’occlinato al bene, la mente tranquilla
chio l’osservazione delle sensazioed incapace di concepire un pensiero
ni che si leggono nel volto di quei
che non sia nobile ed elevato, dimofieri nemici, dei movimenti e dei
strando come dalla concordia, dalla
gesti che imprimono alle loro
reciproca amicizia, dalla mutua coomembra, delle pose or altere e miperazione provenga il benessere manacciose, or severe e gravi, or
teriale e morale delle famiglie, la
compunte ed umili, mentre all’oprosperità e la grandezza delle narecchio ti giungono indistinte voci
zioni. Dice dell’obbligo che hanno i
d’odio, di rammarico e di perdono.
cristiani di perdonare (segue a fianco)
LU BADDHITTU timpiésu
Pagina 4
Caro Mario,
Ho preso visione, con vero piacere, della pagina n. 4 del Lu Baddhittu
n. 140, da Te diretto mirabilmente, dedicata a mio Zio Giulio, e Ti ringrazio per il rilievo che gli hai dato e per il pensiero. Ho apprezzato
particolarmente i ricordi dell’autrice nell’articolo, con la descrizione
particolareggiata, della vita dell’illustre nostro concittadino, che ha lasciato un’impronta indelebile, nella cultura non solo locale, ma di tutta
la Sardegna. Più che alla scuola, alla quale ha dedicato gran parte della
sua vita, Giulio, era irresistibilmente legato alla Gallura ed alla sua città di Tempio. Avendo vissuto con lui, praticamente dalla mia nascita, lo
ritenevo un fratello maggiore (in quanto ci dividevano soltanto dieci
anni di età) ho trovato, nello scritto dell’autrice dell’articolo, la fedele
ricostruzione della sua vita, anche nei particolari più insignificanti. Era
un poeta e diceva di non esserlo, perché, affermava, “di essere consapevole delle leggi e delle norme difficili della vera, della grande poesia”. Egli ha riscoperto tutta la produzione più notevole della poesia
popolare gallurese ponendone in risalto i grandi valori di una tradizione
antica ed incancellabile. Commentando una sua opera poetica “Il Velario Stellare” ha affermato: “Il velario è il rifugio nell’universalità, che
è di ogni ambiente, in cui germoglia il trepido tentativo di poesia, ho
colto sentimenti come memorie agitate da ventagli di luce, che il ricordo invecchiato agita, come una dama decadente. Il paesaggio è quello
della mia Gallura” ribadendo ancora una volta il suo amore appassionato
per la terra che lo ha generato e che lo ha accolto, serenamente, alla
sua morte. Merito dell’autrice dell’articolo da Te pubblicato, l’essere
riuscita a rappresentare in una sola pagina su due colonne, la vita di un
poeta, a descrivere la sua personalità, ad elogiare il merito e le sue doti. La ringrazio pertanto sia essa (certamente per un errore di stampa) Marilena Sechi come appare all’inizio dell’articolo, sia essa Marilena Selis come appare alla fine.
Ti saluto cordialmente
Mario Quargnenti
Pubblichiamo una lettera pervenutaci a settembre, ma solo su questo numero con le pagine raddoppiate, con piacere diamo spazio.
Chi ci scrive è un tempiese che vive a Quartu e ci segue con passione da diversi anni:
In questo lungo mese di agosto senza Baddhitu, ho dato una ripassata ai numeri precedenti e nel n° 134 del marzo 2012 mi ha colpito
una bella foto di una scolaresca sullo sfondo dei monti di Aggius.
Voglio segnalarvi che l’insegnante non è Ennio Pittalis, bensì il
siciliano Carmelo Cascone, sposato a Tempio con Maria Luisa
Pagani di Frati De Martis. Vi accludo a conferma, un’altra foto
con lo stesso maestro. Scusatemi se mi sono permesso questa errata
corrige. A voi un mare di nostalgici saluti
Giuseppe Pappacoda.
In effetti la foto pubblicata a marzo ha tratto in errore tanti lettori
che ancora oggi, continuano ad affermare che si tratti del maestro
Pittalis, altri ancora del Maestro Cascone.
Osservando la foto che ci ha passato il Signor Pappacoda, che
ringraziamo e salutiamo, abbiamo riconosciuto Gasperina PisciotCarissimo Avvocato Quargnenti, mi ha fatto piacere la Sua lettera che tu, Lucia Carru, Letizia Fresi, Simonetta Fresi, Gina Panu,
purtroppo per ragioni di spazio, trova ospitalità solo sul numero di diMario Ortu, Gilberto Ortu.
cembre che esce su otto pagine. La ringrazio per le parole rivolte al
giornale e a Marilena Selis, autrice del pezzo.
Prof. Cossu, che io ho conosciuto molto bene non come Professore, ma
a Radio Tele Gallura, quando l’emittente entrava nelle case galluresi
ancora con la sola voce. Lui conduceva il programma Antologia Gallurese ed io ero alla regia-consolle e cercavo di rendere le sue letture,
poesie, racconti più accattivanti cercando musiche e suoni per il sottofondo.
Mi colpiva il suo immedesimarsi nei personaggi o nelle situazioni che descriveva
con delicatezza, arrivando, addirittura a
commuoversi fino alle lacrime. La sensibilità dello scrittore e del poeta scaturiva da ogni sua composizione sia essa in
italiano o in tempièse che lui amava tanto
ed io, pur apprezzando le sue composizioni in lingua mi sentivo attratto da
quelle in dialetto nelle quali trovavo emozioni e sensazioni vissute da piccolo.
Prof. Cossu si merita ben altro che una
pagina sul Baddhittu, e proprio Lu Baddhittu sta mettendo in cantiere una nuova
rubrica, che partirà tra breve, per divulgare l’opera, e far conoscere la produzione letteraria del grande concittadino.
Gli auguri affettuosi a
E lo faremo come sempre, con la serietà,
semplicità e umiltà che caratterizza il
nostro giornale.
Grazie ancora avv. Quargnenti.
che il 27 ottobre si sono
Questo spazio ci dà l’occasione per scuuniti in matrimonio.
sarci con Marilena Selis che per un reAuguri dal Baddhittu tim- fuso di stampa (che in poche parole vuol
piésu estesi a tutti i parenti dire ch’emu sbagliatu scriendi) le abbiasia da palti di l’omu che di mo dato un altro cognome. Ce ne scusiala palti di la femina.
mo con i lettori e con Marilena SELIS!
LISA CARAI
ANTONELLO MUZZU
Mario Pirrigheddu
Andrea e Gianni
Moro due stupendi
giovanotti di Luras
salutano con un forte
abbraccio la bisnonna Maria Fresi che
abita nella lontana
Tempio, tutti i lettori del Baddhittu
timpièsu, e augurando un Buon Natale
Un pubblico attento ed interessato ha assistito
alla presentazione del primo romanzo dal
titolo
IL PARADISO DIETRO CASA
ISIDE LAY
di una giovane tempiese di appena 26 anni,
“E’ un racconto di grande fascino, che ha in
se la completezza di un romanzo breve, scandito da situazioni incalzanti in cui le parole
scorrono fluide arricchite da un uso intelligente della metafora. Il profilo dei personaggi è ben tratteggiato e la loro storia si sviluppa sullo sfondo di
un’ambientazione in cui prendono luce i paesaggi sublimi della
nostra Sardegna. L’autrice con un taglio fresco e personale affronta temi di valenza universale e ci conduce in un viaggio appassionante, che supera i confini di schemi stereotipati, con cui spesso è
narrato il mistero della vita, dell’amore, dell’amicizia, della morte.
Nel suo racconto, Iside Lay ci propone uno stile linguistico diretto
ed efficace, capace di raggiungere ognuno di noi”.
Federico Demontis ha saputo illustrare sapientemente il lavoro di
Iside e Gavina Manconi (mamma dell’autrice) ha letto con garbo e
sentimento alcuni passi del romanzo edito dalla SeCreativeSardinia. Il libro è stato presentato anche ad Alghero e Sassari al Teatro Civico nell’ambito della manifestazione The Creative Days
2012, e a dicembre alla Maddalena.
Ad Iside le congratulazioni del Baddhittu timpièsu.
CHISTU SOCH’ÉU a cura di Mario Pirrigheddu e Nicola Deriu
Asilo S. Giuseppe anni ‘60: nonostante i nostri sforzi no n’emu cunnisciutu manc’unu!
FIOCCO CELESTE
È nato il piccolo
MATTIA MUNTONI
A mamma Sandra e
babbo Marco, ai Nonni
e zìì gli auguri sinceri
ed affettuosi dalla Redazione del Baddhittu
timpiésu
LU BADDHITTU timpiésu
Pagina 5
RINAGGIU NEL TEMPO
Ciuanéddi attinzioni
candu alzéti a Irrinagghju
in mez’a lu filittagghju
currini tantazioni!
Il 1 dicembre nella chiesa del Rosario a Tempio si svolgerà la
25ª RASSEGNA DI CORI GABRIEL
organizzata dalla
ASSOCIAZIONE CULTURALE
CORO GABRIEL
Parteciperanno alla serata il Coro Gabriel, il Gruppo Elva Lutza di Gianluca Dessi, il Maestro Michele Nurchis e il soprano
lirico Anna Maria Puliga. Nel corso della serata verranno
proiettate immagini di repertorio di Gavino Gabriel.
Nico Bianco, Marco Muntoni, Franco Muntoni, Franco Sini,
Gabriele Farina, Adelino Muzzu, Gianmario Pedroni e Alessio Bianco vi aspettano sabato 1 dicembre alle ore 21.
Non mancate!
Pagina 6
Sul n° 5 della rivista culturale Leonardo diretta da
LU BADDHITTU timpiésu
so di sei conferenze teorico-pratiche (didattica e
tirocinio) dinanzi ad Autorità Scolastiche e a licenGIUSEPPE PREZZOLINI
ziandi delle moriture Scuole Normali.
abbiamo letto con piacere un intervento del nostro
Per i difensori dell'Erario è lecito aggiungere che
un tale incarico era ad honorem, senza un comunque
larvato spicciolo governativo. Mi si lasciò la scelta
sull’utilità del grammofono nelle scuole. Ricordiamo
delle città, e io scelsi deliberatamente:
ai nostri lettori che siamo nel 1925.
Milano - perché vi sì inizia tutto;
La presentazione è curata dallo stesso Prezzolini.
Firenze – perché vi si critica tutto
Roma – perché vi si ostacola tutto.
Gavino Gabriel, che ospitiamo in questo numero, non può essere presentalo con un semplice
Questo ho anche scritto nella Relazione al Lombarelenco di libri, come uno scrittore; ma ha bisogno
do Radice.
Dal 7 al 26 maggio peregrinai e conferenziai dinanzi
di qualche parola, perché egli non ha scritto ma
a molte centinaia di interessati e di curiosi.
ha fatto, e soprattutto ha amato. Gabriel è un
innamorato, e come tutti gli innamorati ha la
Complessivamente, convinsi e persuasi. Il Prof. Matteo Miraglia, relatore per Milano, è oggi un mio presua idea fissa. Nel caso suo, il suo amore sono i
(Disegno di Sinopico)
zioso collavoratore; e il Prof. Achille Schinelli,
canti popolari, e la sua idea fissa è quella di raccoglierli, di conservarli, di farli rivivere. Cominciò con i canti dei
insegnante di canto nell'Istituto Magistrale di Milano e uno dei
suoi Sardi, e con una chitarra. Sorprese folle e musicisti. Poi continuò Commissari Governativi, ha preso il mio posto alla Società del
«Grammofono per la compilazione di dischi edutativi.
con il grammofono. Soltanto il grammofono può afferrare e conNel settembre del 1923 fu nominata una Commissione ministeriale per
servare toni, note scale che nessuna scrittura e nessun strumento,
salvo la voce umana, può rendere. Ma per raccogliere questi canti, i programmi del canto nelle Scuole Elementari (Bernardi. Alaleona,
bisogna farli apprezzare. L'opera sua in Sardegna è stata tale da
Sehinelli, Neretti, Anzoletti e altri di Roma).
fare retrocedere in molti luoghi la penetrazione della canzonetta da Conferenziai anche dinanzi alla Commissione, e vi portai un nuovo
caffè concerto, e fare tornare in onore il canto locale. Dalla Sar- libretto, illustrativo e documentario, in forma di programma analidegna egli sogna di passare, ed è già passato, in Italia. L'onore tico o breve manuale sull'impiego del Grammofono educativo
del canto popolare si deve fare valere attraverso la scuola. Ora nelle Scuole elementari (Edizione Italica Ars Milano).
eccolo propagandista nelle scuole elementari. Il suo amore gli L'ordinanza ministeriale 11 novembre 1923 elencava, tra gli arredi
consigliali a ogni Direzione didattica, un Apparecchio per audizioinspira le trovate più curiose, per vincere le difficoltà, i dubbi,
ni musicali con corredo di dischi educativi.
le ostilità, i misoneismi. A mano a mano che egli lavora, il
grammofono diventa, nella sua mente fervida, uno strumento sco- Il fonografo, così, entrava o doveva entrare, ufficialmente nelle
lastico di primo ordine: fa star quieti i ragazzi, ordina il loro scuole italiane. Chi aiutò la diffusione del Grammofono educativo
disordine, serve alle lezioni di musica (e si capisce) ma per- fu l'aumento degli stipendi ai maestri, specialmente rurali. I
sino a quelle di geografia e di storia.
quali, per quanto si scherzi fra gl'inaciditi, sono sempre la forza
E Gabriel gira per l'Italia, assalta i restii, circuisce i dissidenti, migliore e veramente fattiva della Nazione.
L'ordinanza ministeriale indicava, e nemmeno perspicuamente, il
persuade gli ostinati. Ha persuaso persino me, che ero un avversario netto e reciso del fonografo. Se il fonografo penetrerà
fonografo: ma nessuno o pochissimi sapevano come servirsene a
nella scuola italiana, si dovrà, per tre quarti almeno, al nostro
scopo didattico. Una lezione col fonografo sapeva dì grottesco o di
Gabriel; al quale auguriamo di riuscire a raccogliere tutti i
assurdo. Allora, creato nella Società del Grammofono un Reparto
canti del popolo italiano, e a farli cantare in tutte le scuole Educativo, per mezzo di giornali scolastici e di trattenimenti propaitaliane. L'educazione auditiva, che non vuol dire educazio- gandistici comunicai direttamente con Direzioni didattiche, Patrone « musicale », nel senso ristretto che oggi si da alla munati, Comuni e, specialmente, con singoli insegnanti. Le lettere dì
sica, ma educazione « ritmica », cioè « disciplinare », non ha
questi dovrebbero essere conosciute da quanti dubitano della samai avuto un posto, né piccolo né grande, fra le armature
nità latina e della generosità italiana. La Sardegna, il Piemonte e
ideali della nostra pedagogia: tanto meno poteva averne nei rila Calabria ebbero il primato nella nuova applicazione. Per la
pieni programmatici e, sempre verso l'indigenza, nelle applicafine del 1924 sì contavano circa 150
scuole dotate di grammofono educativo in
g. pr .
zioni didattiche.
piena efficienza. Da Ormea in quel di
I MEZZI MECCANICI NELL’INSEGNAMENTO
Cuneo a Roncone di Trento, a Mazara
Si era parlato sempre, per libidine retorica, della musica che
del Vallo in Sicilia, a Bosa e Sindia in
«ingentilisce gli animi ed eleva lo spirito»: e tutti sanno quali
Sardegna, è stato ed è un continuo crerisultati musicali si sono avuti dalle Scuole Normali.
scere di richieste e di proposte che dicono
Qui domando scusa di dover parlare, per forza, in prima persona.
di quanta passione sia oggetto la scuola
Nel 1914, quando dirigevo una Scuola tecnica del Piemonte, volli
nei piccoli centri. Le «marche » più in
esperintentare l'efficacia del fonografo nella educazione musicale
uso sono : «La voce del padrone», la
dei bambini. Mi aiutò il Direttore della Cartiera Vonwiller e C.,
quale, per avere un Reparto Educatiing. Corrado Nodari, che assisteva in tutti i modi il locale
vo, e per avere l'immenso repertorio di
Asilo Infantile, il Patronato scolastico, una Biblioteca poLondra e di Camden a sua deposizione, è
polare e simili. Avuto il grammofono, un'ottima «Voce del Paanche la più razionalmente preparata androne», allenai ad esercitazioni ginnastiche, con perfetto ritmo, un
che come corredo di dischi scolastici (e oggi
reparto di Giovani Esploratori : poi insegnai alcuni canti patriottici
si avvantaggia dell'opera del maestro Schida dischi non davvero egregi. L'effetto fu sorprendente. I bambini si
nelli, conosciuto per un egregio Manuale
inquadravano, con i gesti e con le voci, meravigliosamente presto
per l’insegnamento del Canto); la
dinanzi alla «macchina». La guerra e il peggior dopo guerra impe«Pathé», a punta fissa e con corredo,
dirono si continuane l'esperimento. Ma nel 1922 ripresi il lavoro, perciò, limitato al proprio repertorio, e la «Columbia», che smercon più profonda conoscenza di quanto si era già fatto negli Stati
cia macchine a basso costo. I Gruppi d'azione delle scuole pare
Uniti, nell'Inghilterra e nella Germania.
s'interessino della cosa: e così le Federazioni dei Patronati scolaFallito il disegno di istituire una Discoteca Etnica Nazionale, pen- stici. Manca una organizzazione ad hoc, come si trova nel campo
sai di «girare la posizione». Il disco presuppone la macchina
delle Proiezioni luminose: ma il problema che ancora fa dubitare
fonografica, così come la biblioteca il saper leggere. Quando il
qualcuno sulla serietà del Grammofono educativo è il disco, cioè
fonografo sarà familiarissimo allora sarà facile, senza incomodar lo
il programma inciso. Musicisti che si sentano o padri o nonni non
Stato, creare la Discoteca Etnica Nazionale. Ma per diffondere l'uso ne abbiamo: e pochissimi e in rarìssimi momenti i letterati.
del fonografo bisogna, come per tutte le novità durevoli, comincia- Una momentanea collaborazione fra G. A. Borgese e Umberto
re col penetrare nelle scuole, in quelle elementari, nelle quali deve Giordano ha fruttato un bellissimo canto a «La festa deglì albepassare tutta la Nazione. D'accordo col comm. Bossi, gerente della ri», per voci infantili e da incidersi espressamente per grammofono.
«Grammofono », preparai un programma di lavoro propagandisti- A quanto mi risulta, esso è tuttora inedito.
co; e dall'agosto al dicembre del 1922 ho battuto la Liguria, fra La Dirò in altro tempo del cinematografo e del
Spezia e Savona, prendendo contatti con Sìndaci, Patronati, Maestri radiotelefono nelle scuole italiane, per cone quanti, anche nelle vacanze, non dimenticavano l’esistenza della
forto di chi ha fretta di vivere.
scuola. I risultati «pratici» furono miserevolissimi. Due piccoli
centri, Santa Margherita Ligure e Quarto dei Mille, adottarono il
GAVINO GABRIEL
grammofono educativo. Ma l'esperienza fu meravigliosa e di grandis- Il mese scorso vi abbiamo suggerito di guardasimo incoraggiamento. Se la Liguria, la meno musicale di tutte le
4 documentari la cui direzione artistica era
nostre Regioni, aveva accolto bene l'idea, questa doveva trionfare in re
a Gavino Gabriel.
ogni altra parie d'Italia. Nei primi mesi del 1923 preparai a Mila- affidata
Andate ancora su youtube e digitate “A singing
no un buon corredo di dischi educativi, scegliendo e adattando fra lesson
with Giacomo Lauri-Volpi” e sentirete
quelli del commercio comune: avevo intanto compilato un opuscolo
che Gabriel fà al grande tenore
sul Grammofono educativo sommandovi anche gli insegnamenti dav- un’intervista
Lauri Volpi. Digitate anche Etnofonie della
vero eccellenti che conoscevo dall’estero. Chiamato il Lombardo
per un altro documentario con il
Radice alla Direzione della I.P.P. gli proposi un esperimento pro- Sardegna
commento di Gabriel.
batorio: e il Lombardo Radice mi incaricò di tenere un breve Cor-
GAVINO GABRIEL
LU BADDHITTU timpiésu
Pagina 7
FAMIGLIA CERBONESCHI: TIMPIESI MINORI E MANNI a cura di Anna Demuru
Abbiamo ricevuto e gradito la lettera che il sig
L’Avvocato Giovanni Orecchioni non solo riTarcisio Cerboneschi ha inviato da Porto Torres
corda di averli portati ma anche il laboratorio al
dove risiede dopo aver vissuto per motivi di lavoro
quale si accedeva da una scaletta che portava al
a Milano e Pavia. Nonostante i lunghi anni trasoppalco dove venivano prese le misure ed efscorsi lontano da Tempio il sig. Tarcisio ha sentito
fettuata la consegna. Eleonora Fenu e la numela necessità e l’orgoglio di rivendicare la sua temrosa famiglia ne consumarono diverse paia
piesità mai sopita e tenuta alta dalle frequenti visite
(prima di rivedere scarpe) tutti provenienti dalla
e con la lettura di Lu Baddhittu, assecondato dalla
bruttéa di lu mastru. Il nostro Gino Dettotto ci
moglie Delia Serra il cui padre aveva un laboratoparla dell’uomo Licurgo, distinto ed educato,
rio di falegnameria di fronte a Santu Franciscu.
tutto dedito al lavoro e alla casa. Uomo riservaCon molta discrezione e delicatezza chiede alla reto e religiosissimo non mancava al rosario seradazione la possibilità di inserire nella rubrica Manle e mai frequentava i bar dove solitamente si
Sassetta—Livorno
ni e Minori la storia della sua famiglia. Non solo
riunivano operai nei momenti liberi e tantomesiamo felici di accontentare l’affezionato letno partecipava agli spuntini. Erano tempi
tore, ma oltre ai dati precisi che ci ha inviato
duri che Tarcisio affrontava con grande
Fabbrica
di
Pipe
in
via
Mentana
siamo andati, come nostro solito alla ricerca
dignità. Conclude Gino: Nel suo genere
di testimonianze in merito, dalle nostre meera un artista!
morie. Il capostipite Oliviero Cerboneschi
La nipote Angela, sposata con Piero Gaarriva in Sardegna con i tre figli Armando,
la, alunno amato e stimato, nonostante
Emilio e Pietro Licurgo nel 1910. La moquando è venuto a mancare fosse una
glie, maestra, rimane al paese. Lasciato il
bambina, lo ricorda con grande tenerezza,
paese di Sassetta (LI) situato nella Val di
rimpianto e commozione: Onorava tutti i
Cernia, circondato da sugherete e castagni,
funerali delle persone povere ed abbanraggiungibile attraverso una strada così tordonate ed amava i bambini che andavano
tuosa che fa dire ai toda lui per farsi fare i giocattoli in legno,
scani, quando qualche
ovviamente gratis. Per non umiliarli li
cosa è storta sembra la
congedava con un “Vai per questa volta
strada di Sassetta.
non voglio niente”. Angela va fiera di
Si stabilisce a Seui
questo nonno ed è felice quando gli an( NU). La scelta è dettaziani lo ricordano con affetto. Uomo dolta dall’ambiente ricchiscissimo anche fuori della famiglia suonasimo di erica scoparia (ciocco) materia
va nella banda cittadina il flauto traverso. Tarcisio ci
prima per la lavorazione delle pipe di
parla degli incarichi politici: il 7 aprile del 46 fu candicui Oliviero è un abile artigiano. Impodato con la Dc per le amministrative di Tempio ed
nenti cascate d’acqua forniscono la foreletto riconfermò il suo incarico come assessore fino
za motrice per le seghe circolari usate
agli anni 60. In tal periodo contribuì alla realizzazione
nel taglio delle radici che abbozzate in
dell’Ospedale Paolo Dettori e come presidente dell’Equadrati (un po’ come per i nostri quaca (ente sostegno
dretti di sughero prima di essere traper i bisognosi)
Mio padre
sformati in tappi) venivano trasformate
consegnava personel 1930
a mano in prodotto finito. La fabbrica,
nalmente i pacchi
dopo tre anni di intenso lavoro, viene
di viveri alle famispazzata via da una valanga d’acqua e
glie che per pudoTarcisio
detriti. L’acqua amica si rivela ad un
re non si presentatratto distruttiva. La famiglia si trasferisce così a Tempio
vano a ritirarli
dove abbonda la materia prima per il lavoro e dove già si parla di elet- percorrendo a piedi anche lunghe
trificazione. Nel 1921 nasce la nuova Fabbrica di Pipe in via Menta- distanze. “No comment” come dina. Tarcisio continua il suo racconto: Il mulino della famiglia Azzerebbero i nostri giovani inglesizna, sottostante la fabbrica, tramite un canale di circa 70 m coperto da zati. Anche noi non commentiadecine di copertine, dotato da un sistema di pulegge e cinghie di pelle mo né facciamo paragoni. Tarci- A Firenze
trasferiva i giri alla segheria. Il sistema viene definito una tribbulia,
sio termina con un pensiero affet- con mia sorella Lina.
poiché quando saltava una cinghia era necessario scoperchiare il ca- tuoso a tutti, alle famiglie toscane
nale fino a trovare il guasto. Se questo era molto lontano, oltre alla
trasferitesi a Tempio: i Lazzarefatica procurava ritardi nella lavorazione. Quando i macchinari furo- schi, Unali, Dinelli (Torello),
no dotati di motori elettrici tutte le maestranze turrésini a nascì.
Manfredi, Capanni. AggiungiaI ragazzi crescono e nel 1915 Pietro Licurgo sposa Mariangela Semo all’elenco Frediani, Frigeri,
chi (di frati Tremenda del cui stivignu non siamo riusciti a trovarne
Ciabatti ecc.
traccia). Nascono Omero, Ermellina, Giuseppe, Oliviero, Emilia,
Personalmente prendo e contracMaria ed il nostro Tarcisio. Famiglia numerosa come il ventennio fa- cambio il saluto essendo nata a
scista comandava. Fra un sacrificio e l’altro arriva la Seconda guerra
diverse curve da Sassetta.
mondiale che vede i tre fratelli più grandi partire per il fronte dal qua- Ringraziamo al solito gli intervile tornarono fortunatamente sani e salvi. La produzione delle pipe su- stati, la nostra memoria storica,
bisce un arresto dovuto anche al fermo di trasporti con il continente.
che si dimostrano sempre sensibida sinistra Oliviero, Giu“La sega circolare però non si fermò mai” Licurgo si inventa un altro li a ricordare e a trasmettere le
seppe, Tarcisio, Omero,
lavoro congeniale alla sua manualità e alla necessità del momento. I
nostre origini e la nostra storia.
Mamma, BabboBabbo.
suoi zoccoli calzano tutta Tempio e ancora oggi gli anziani lo ricordano ai figli nelle sue numerose visite in paese: cant’era bravu babbu
toiu e canti zoccoli c’ha fatto.
È stata presentata alla presenza del sindaco Romeo Frediani e di Vittorio
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TEMPIO PAUSANIA Viale don Sturzo n° 38 tel. 079/630398
Sport e solidarietà un binoLU BADDHITTU timpiésu Aut. Tribunale di Tempio n° 507 del 01.02.2001
mio vincente.
DIRETTORE RESPONSABILE: TONIO BIOSA
DIRETTORE REDAZIONALE: MARIO PIRRIGHEDDU
In bocca al
REDAZIONE: Via di Vittorio, 4 Tempio tel. 079/632929, 079/670172—PROPRIETA’: ACCADEMIA TRADIZIONI POPOLARI “CITTA’ DI TEMPIO”
lupo.
Il n° 143 è stato realizzato grazie al lavoro e alla collaborazione gratuiti di:
ANNA DEMURU, GEROLAMO BAFFIGO, GIUSEPPE BAFFIGO, ANTONELLO CONCU, NICOLA DERIU,
ANTONELLA GARAU, GIOVANNINO MACIOCCO, GIANMARIO PINTUS, GIUSEPPE PINTUS, TINO Foto di VittoPINTUS, LUIGI PIRRIGHEDDU, MARIA LUCIA PIRRIGHEDDU, MARIO PIRRIGHEDDU, GIOVANNA RAU, rio Ruggero.
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LU BADDHITTU timpiésu
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ABBISABBISA E IRRISPOSTI
A LA PASTURINA
a cura di Sebastiano Scanu
Abbisabbisa senza risposti
ABBISABBISA di anonimo
Sidd’ài un viziu impastalu
e làmpalu in una fossa.
Lu papa accóddi la scossa
macinendi in unu riu.
Un suldanu e un nicchìu
so intrati in una butta;
pal truffa e mala cundutta
so in una butta intrati.
Lu papa ci l’à bucati
Pa’ no intrà ill’algàstulu.
Sidd’ài un viziu impastalu..
LU FINI:
Paulu Scoglia, magnendi risu s'agattési in bucca un
soldu (moneta di rame) e
un nìcchili (moneta di nichel) e ni l'à bucati primma
d’intraccilli illu 'jalgastólu.
LI PISATI:
Lu papa= Paulu
la scossa= Scoglia
macinendi= magnendi
in unu riu = risu
un suldanu= un soldu
un nicchìu(?= un nìcchili
in una butta= in bucca
ili'algàstulu= illu jalgastolu
DA LA PISCHINACCIA AL DEMURO a cura di Tino Pintus
Già altre volte, su queste colonne, ci siamo trovati a commentare l’attività del NAGC (Nucleo Addestramento
Giovani Calciatori) che, con grande passione e tra mille difficoltà, portava avanti Mastru Damiano Ruggero.
La foto di questo numero è emblematica di quanto appena detto. Innanzitutto l’area nella quale si svolge l’addestramento. Lu Mastru sfruttava tutti gli spazi possibili ed in questo caso, benché si trovassero al Bernardo Demuro, l’esercitazione tecnica si svolge nell’area antistante gli spogliatoi, dove ora sono ubicate le biglietterie.
Ma soffermiamoci un attimo sulla lezione tecnica. Si tratta della più volte richiamata forca che del tetro attrezzo
richiama semplicemente la forma. Calcisticamente, veniva
utilizzata per insegnare ai giovani calciatori a colpire il pallone
di testa e soprattutto con il tempo giusto, non esiste esercizio
più efficace per imparare questo
fondamentale del gioco del calcio. Nella foto di Vittorio Ruggero, oltre a Mastru Damiano,
riconosciamo Eugenio Detotto,
Mario Quassolo, Tito Corda,
Roberto Satta, Baltolu.
VIA MANNU E DINTORNI a cura di Bruno Vargiu
Li biidori di zia Lauredda Quando sull’uscio di una casa veniva
esposta la greddhula (rami di edera), significava che là si poteva
comprare oppure bere vino di produzione propria. A chi vi andava
portando con sè pane e companatico per meglio gustarlo, veniva conferito il titolo di biidori. Se poi il locale disponeva di spazio sufficiente, oltre quello occupato dalle botti, pure di un caminetto, c’erano in pieno le condizioni per fare la tradizionale “mirenda”. Queste
opportunità, direi ottimali, esistevano in casa di zia Laureddha e ziu
Matteu, ubicata subito dopo la funtanella. Colà mi mandavano ogni
tanto a comprare il vino. Era destino, essendo l’ultimo nato della famiglia, che venissi incaricato di queste commissioni. C’era però il
vantaggio di scoprire e conoscere realtà che diversamente mi sarebbero sfuggite. Si accedeva,
dopo aver girato l’angolo di via Confalonieri, da via Paluneddu. La casa era costruita su una piattaforma rocciosa di cui una parte affiorava sull’angolo esterno e obbligava a salire tre gradini per
raggiungere l’ingresso e la prima stanza che fungeva da pranzo–soggiorno. Venivo accolto, con
aria seria, dalla padrona di casa mentre usciva dalla stanza interna, adibita a cucina e cantina, con
passo lento e misurato. Donna sulla cinquantina, portati male, massiccia e molto pettoruta, abbigliamento sobrio: camicetta e gonna lunga a larghe pieghe, il tutto sul grigio come i capelli raccolti all’indietro a cipolla. Poco incline alla chiacchiera, vedendomi con la bottiglia in mano, con voce
pagna (pastosa), si limitava a chiedermi: “Cantu ni ‘oi?”… “Un littru di ‘inu” rispondevo. Lei prendeva la bottiglia e scompariva nell’altra stanza. Io, un po’ imbarazzato, imbrogliavo l’attesa guardandomi intorno. Al centro dell’ambiente campeggiava un tavolo quadrato coperto da un tappeto, di
lato a sinistra un credenzino, entrambi in stile vagamente liberty; di fronte una grande ottomana
in crine, che aveva l’aria di non essere molto comoda per l’alta struttura in ferro battuto compresa la spalliera che presentava qualche fiore variopinto e che completava il mobilio. In un angolo
dell’ottomana sedeva ziu Matteu dall’aspetto
Tomaso Panu e Dott Guido Rombeato come di persona che ha da poco soddibi presenteranno il 7 dicembre alle
sfatto i piaceri della gola e non solo. Non si
ore 17, 30 nella sala Conferenze
accorgeva neppure della mia presenza: stava
dell’ex Convento degli Scolopi
lì con un rudimentale stecchino tra i denti
aspettando che arrivasse il ruttino (che puntualmente giungeva), pronto per il riposino
pomeridiano. Nel frattempo zia Lauredda era
di ritorno e, contando con lo sguardo i soldi
il libro di
che le porgevo nella mano tesa, dandomi la
Bruno Varbottiglia diceva, senza scomporsi: “divvilla a
giu, che a
mamma toia ch’emu postu li fichi”. Il venerdì,
piccole dosi
giorno di mattatoio, verso sera si assisteva al
stiamo pubblicando da
passaggio di gruppetti di persone di tutte le
qualche anno sul nostro
età e di varia estrazione sociale che, col loro
Baddhittu.
Sarà una riedizione rivedu- bel fagotto di carta giallina da macellaio
ta, corretta e arricchita non (come si usava allora), provenienti dal mercasolo da altri ricordi, perso- to, si dirigevano da zia Lauredda. Lo spazio
conviviale era un ampio terrazzo riparato in
naggi, fatti e fatterelli di
carréra, ma anche da vec- estate da un lussureggiante pergolato. Dalla
chie foto che completano il finestra di casa che affacciava su via Confalonieri riuscivo ad intuire, più che vedere, lo
libro.
svolgersi delle “merende” del venerdì. Inizialmente era un parlare dal tono normale
CHISTU SOCH’ÉU a cura di Mario Pirrigheddu e Nicola Deriu che faceva intuire però la presenza di un
Dolcissima questa foto scattata all’esterno del Gelo gruppo nutrito. Quando le esclamazioni e le
Sport, in via Roma: il compianto Giovanni Azze- risate andavano in volume crescendo significava che il generoso vino cominciava a riscalna scherza con Antoni Beccu che invece è più
interessato al fotografo, il tutto con l’approvazione dare gli animi. Il profumo inconfondibile deldi don Antonio. Elaborazione: Gerolamo Baffigo. le frattaglie di vitello arrosto si spandeva
tutt’intorno giungendo invitante fino a casa.
Seguiva una parentesi di relativa calma: era
il segno evidente che l’interesse era rivolto
alle appetitose pietanze. Poi era il turno della
chitarra e dei canti, il parlare riprendeva vigore fino a diventare un vociare confuso; a
quel punto la cadenza secca e perentoria della murra si imponeva su tutti gli altri suoni.
Andava avanti cosi fino a tarda sera finché
zia Lauredda, senza troppi sorrisi, invitava
tutti a togliere il disturbo. Le voci si spegnevano quasi per incanto e per la strada, con
diverse direzioni, solo dei passanti dall’andatura incerta.
VIA MANNU
E DINTORNI
La malinconia spesso si presenta facendoci ritornare al tempo passato con tutte
le emozioni. Ritornano alla mente i primi
amori e le occasioni di incontro. Le varie
stagioni hanno il loro ricordo. Novembre
ci ricorda chi non c’è più ed infine dicembre, in cui il credente, spera, con la
nascita del Salvatore, in un mondo più
sereno.
RIFLESSIONI
Solu socu e in malincunia
Pinsendi a lu tempu ch'é passatu
In un suffiu in un bolu si n'é andatu
Cu lu so garrigu d'amori e d'alligria
Pensu a chiddi beddi scampagnati
Fatti in amurosa cumpagnia
E a candu idda a boci bassa mi dicia:
Staremu sempri insembi più innammurati
E a li binnenni ci attiraani li agghiani
In cilca d'un amori sunniatu
Un amori chi tanti olti cilcatu
Sbratti e boiti lassatu aia li mani
La campagna oramai priata
Di li so fiori e li so frutti
Dagghia a vidè a tutti
Chi la stasgioni bona era passata
Lu lintori di la notti ammuddicaa
La tarra cotta da lu soli
E di lu stiu l'estremi boli
Lu limpiddu ci ammintaa
Santi Gaini e Sant'Andria
So dui mesi di riflessioni
Palchì si pensa a li passoni
C'ani ghià cansatu 'ia
Arrea infattu lu Natali
Cu li luci e li so doni
Pa ammintacci d'esse boni
E di fa bè a ca ci ho mali.
Salvatore Masoni
Errata corrige
Nella poesia del mese scorso ci siamo
dimenticati una “e”: leggasi briendi e
non brindi. Nell’ultima sestina leggi si
faccini mimória e non mi faccini mimória. Ce ne scusiamo!
Lu Baddhittu timpiésu è vicino ad Antonella, Piera, Giovanni, Eugenio e le
rispettive famiglie per la morte del loro
caro padre
SALVATORE RUSSINO
Lu Baddhittu si unisce al dolore di
Marcello, Maria Paola con Andrea,
Gianni con Lilia, Marco con Marina,
Massimo e Mimì, Maria Antonietta
con Alessandro Corda, i nipoti, pronipoti per la perdita dell’amata
MADEL GALLERI Ved. Meloni
La Redazione del Baddhittu si stringe al
dolore della figlia Monica con Piero,
della moglie Marianna e dei parenti tutti
per la morte del loro caro
SALVATORE ACHENZA