Visualizza - Camera di Commercio Italiana per la Svizzera

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Visualizza - Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Editoriale
di Giangi Cretti
I
l 2009, che, secondo il ciclico trascorrere del tempo, si avvia fisiologicamente
alla sua conclusione, è stato un anno importante per la CCIS: 100 anni sono
un traguardo che va oltre l’impatto simbolico. Segnalarlo con iniziative che non si
concedessero all’enfasi, talvolta imbarazzante, propria di una liturgia celebrativa è
stato l’obiettivo che, al di là delle buone intenzioni, non si poteva dare per scontato.
Netti, comunque i punti fermi. Dette iniziative avrebbero dovuto:
- coniugare stile e tradizione italiani con la precisione e il gusto per le cose semplici
svizzeri, evidenziando le potenzialità di valori condivisi e biculturali
- essere declinate all’insegna del buongusto e dell’eleganza
- valorizzare il passato per proiettarsi nel futuro.
Con queste premesse, sono stati pensati ed organizzati gli appuntamenti realizzati
sul territorio elvetico. Fra questi, il più importante, non solo in termini di impegno,
si è svolto a Zurigo lo scorso mese di giugno, con la riunione d’area delle Camere di
Commercio italiane in Europa, in presenza del ministro per lo sviluppo economico
Claudio Scajola - che, per l’occasione, ha consegnato a nome del Ministero dello
Sviluppo Economico e di Poste Italiane il francobollo appositamente creato per
il centenario - ed il convegno che ha avuto fra gli autorevoli relatori anche la
consigliera federale Doris Leuthard (cfr La Rivista, nr. 7 luglio 2009).
Con identico spirito è stato pensato e organizzato un appuntamento, articolato in
diversi momenti di incontro e di dibattito, che si è svolto a Roma lo scorso 9 ottobre,
teso a sottolineare – prescindendo dalle attuali tensioni, del tutto contingenti la virtuosità dei rapporti che intercorrono tra i due Paesi, prendendo spunto da
quanto è stato fatto in un secolo di attività, per una proiezione, con rinnovato
vigore e adeguata efficacia, nell’immediato futuro.
Si è trattato, infatti, di un’iniziativa che, come anticipato in apertura, pur non
escludendolo, non ha inteso limitarsi al rito celebrativo, ma è stata strutturata in
considerazione del fatto che i primi cent’anni possano servire a fornire
la propulsione necessaria per attraversare i prossimi cento.
Con un intento dichiarato: consolidare le relazioni esistenti e creare l’opportunità
di costruirne di nuove, concretizzando i presupposti di una circolarità virtuosa,
nella piena consapevolezza che fondamentale è il coinvolgimento e il sostegno
istituzionale.
Detto appuntamento, realizzato grazie al prezioso contributo dell’Ambasciata
svizzera a Roma, è stato animato da esponenti del mondo dell’imprenditoria delle
Istituzioni e della politica dei due Paesi, con l’obiettivo di contribuire ad evidenziare
quanto siano stati sin qui rilevanti le relazioni fra Italia e Svizzera, ma soprattutto
quanto grandi e spesso sottovalutate siano le loro potenzialità.
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Rivista – Novembre 2009
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Sommario
RUBRICHE
In breve
9
Italiche
11
Europee
13
Internazionali
15
Oltrefrontiera
17
Benchmark
31
Burocratiche
35
Angolo Fiscale
39
Angolo legale
41
Convenzioni Internazionali
42
L’elefante invisibile
47
Carnet
55
Scaffale
59
Sequenze
65
Diapason
67
Convivio
73
Motori
77
Editore: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Direttore - Giangi CRETTI
Comitato di Redazione
L. ATTANASIO, G.M. BONADA, A.G. LOTTI,
C. NICOLETTI, S. SGUAITAMATTI
Collaboratori
Ph. BERNASCONI, C. BIANCHI PORRO, M. CALDERAN,
G. CANTONI, M. CARACCIOLO DI BRIENZA, V. CESARI LUSSO,
P. COMUZZI, L. CORTESE, D. COSENTINO, A. CROSTI,
L. D’ALESSANDRO, M. DIORIO, T. GATANI, G. GUERRA, F. Macrì,
G. MERZ, A. ORSI, G. SORGE, N. TANZI, I. WEDEL
La Rivista
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In copertina:
Un momento dei lavori del convegno organizzato a Roma lo scorso 9 ottobre nell’ambito delle iniziative del centenario della CCIS. Da sinistra:
L’Ambasciatrice Marie Gabrielle Ineichen del Segretariato di Stato per l’Economia (Seco), il viceministro Adolfo Urso, il giornalista della RSI Lino
Terlizzi, il senatore Roberto Mura.
1
Editoriale
PRIMO PIANO
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4
Superare la crisi: il ruolo delle banche
nel rilancio dell’economia
Incontro d’affari a Zurigo con Alessandro Profumo
Amministratore Delegato gruppo UniCredit
18
Un secolo di relazioni fra Italia
e Confederazione elvetica: il futuro sotto la lente
Roma 9 ottobre 2009: 100 anni
di Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Augusto Strianese nuovo presidente
di Assocamerestero
Alla 18ma Convention mondiale delle Camere
di Commercio Italiane all’Estero
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Rivista – Novembre 2009
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INCONTRI
26
Scudo Fiscale
Grande interesse per il seminario
organizzato a Zurigo dalla CCIS
73
78
29
“Nuovi spazi 09”
Design ed arredamento in una grande
esposizione svizzera.
Spaghettoni Ajo & Ojo risottati
Sapori di Primi Piatti d’Italia a Foligno
Abarth firma il primo Powershore
con Sacs e Yamaha
Fiat Punto Evo
79
30
Etichetta Legambiente per la Delta
con il primo motore turbo a GPL
La culla del design italiano
L’eccellenza dell’arredamento artigiano
della Brianza presente a Neue Räume 2009
IL MONDO IN FIERA
45
82
Ambasciatore dell’Economia Italiana nel
Mondo
Donne in carriera: Giovanna Furlanetto
83
CULTURA
48
51
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62
«Se acquisti una patacca,
diventi un pataccaro»
Campagna anticontraffazione
Storia di una banca della Svizzera Italiana
Ciclo di pranzi d’affari “Gli italiani
e la finanza in Svizzera e in Europa:
storia e attualità”
“Piccoli italiani in Svizzera”:
una classe incontra il maestro d’italiano
dopo quarant’anni
Intervista con Saro Marretta
I Musei della Tappezzeria, delle Navi
e Antiche Carte Geografiche, Storico
del Soldatino, delle Arti Cinesi
ed Etnografico, degli Strumenti
Musicali Meccanici
Gli scrigni delle curiosità9
DOLCE VITA
68
70
71
«Continueremo a sognare»
Sandro Maretta e Michèle Bachmann
degli Ashelle
Il territorio come opportunità
turistica e culturale
“Out of the box”, la Provincia di Vercelli
esce dalla “scatola”
Zurigo accoglie il Franciacorta
Rivista – Novembre 2009
La
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85
86
87
Gourmesse 2009 ha concluso
con successo la sua 15a edizione
IGEHO - salone internazionale
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Basilea dal 21 al 25 novembre 2009
Tecnologia, strumentazione scientifica,
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CHEM-MED 2009:
Milano, 25 - 27 novembre
Energia solare, prospettive luminose
EnerSolar+: Milano, 25 - 28 novembre
Il villaggio globale dell’artigianato
Artigiano in Fiera: Milano 5 al 13 dicembre
Passione moto
Padova Bike Expo Show:
Padova 15 - 17 gennaio 2010
IL MONDO IN CAMERA
90
91
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93
94
96
A proposito di intelligenza culturale
e sviluppo d’affari
Cocktail déjeunatoire a Ginevra
La svizzera beve vino italiano
Le giornate paese della CCIS
25 Jahre “Der große Johnson“
Jetzt in vollständig überarbeiteter
und aktualisierter Neuausgabe
Top Italian Wines Roadshow
Der kleine Johnson 2010
Contatti commerciali
Servizi camerali
7
In Breve
La Svizzera nominata nel Comitato
del patrimonio mondiale dell’UNESCO
Durante i prossimi quattro anni
la Svizzera si adopererà per
la protezione del patrimonio
culturale e naturale dell’umanità nel quadro del Comitato del patrimonio mondiale
dell’UNESCO. Ottenendo 104
voti su 140 Paesi firmatari che
hanno preso parte alla votazione, la Confederazione è
stata infatti nominata nel Comitato di esperti in cui sono rappresentati 21
Paesi. La Svizzera siede per la seconda volta
in questo importante organo esecutivo internazionale dopo il primo mandato risalente al
1978-1985. Il brillante risultato è una prova
di fiducia nei confronti della Svizzera e nel
contempo rappresenta un impegno per le sue
attività a favore della comunità internazionale e dell’attuazione della Convenzione del
patrimonio mondiale. Una sfida centrale del
Comitato è quella di concretizzare e attuare
una strategia globale per una Lista del patrimonio mondiale equilibrata, rappresentativa e
credibile. Sia il riconoscimento nazionale di
cui godono molti beni culturali e naturali che
il forte interesse dimostrato nei confronti del
Inaugurato a Roma il Museo
Nazionale dell’Emigrazione Italiana
“Il recupero della memoria
dell’emigrazione italiana è
di fondamentale importanza
nell’ambito della nostra storia
nazionale di età contemporanea”. Ne è convinto il senatore Alfredo Mantica, sottosegretario di Stato al Ministero
degli Affari Esteri, che ha inaugurato a Roma il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana (MEI), un percorso storico-culturale che
mette in mostra la vita quotidiana, le vicende
e i successi di milioni di emigrati italiani che
dal 1876 ad oggi sono giunti in ogni angolo
del mondo, affrontando e superando numerose
sfide e diffondendo la cultura e i valori italiani
che hanno lasciato il segno nella vita economica, sociale e culturale dei Paesi di destinazione. Il Museo, promosso dal Ministero degli
Affari Esteri con la collaborazione del Ministe-
8
marchio “Patrimonio mondiale” si riflettono
in numerose domande di iscrizione nella Lista
del patrimonio mondiale. Ciò rappresenta una
sfida importante per gli organi dell’UNESCO,
che dispone comunque di risorse limitate, e
può aumentare le pressioni politiche sul Comitato del patrimonio mondiale. La Svizzera
si impegnerà a favore di una lista equilibrata
dal punto di vista tematico e geografico e per
mantenere il livello qualitativo della Convenzione. La Svizzera sarà rappresentata nel Comitato del patrimonio mondiale dall’ambasciatore della delegazione permanente presso
l’UNESCO di Parigi, da rappresentanti dell’Ufficio federale dell’ambiente UFAM (DATEC),
dell’Ufficio federale della cultura UFC (DFI)
e dal Dipartimento federale degli affari esteri
DFAE. Il Comitato del patrimonio mondiale è
un importante organo esecutivo della Convenzione stipulata nel 1972. Il Comitato definisce
le strategie per la protezione del patrimonio
culturale e naturale mondiale. È responsabile
dell’attuazione della Convenzione e decide in
particolare anche in merito alle iscrizioni e alle
esclusioni dalla Lista del patrimonio mondiale.
Tale lista include attualmente 890 siti di valore
universale eccezionale, di cui 10 in Svizzera.
La Lista del patrimonio mondiale è lo strumento più visibile del sistema di protezione collettivo creato grazie alla Convenzione con lo
scopo di salvaguardare il patrimonio culturale
e naturale per le prossime generazioni.
ro per i Beni e le Attività Culturali, è ospitato
nella Gipsoteca del Complesso Monumentale
del Vittoriano, dove rimarrà accessibile tutti i
giorni della settimana, in forma gratuita, sicuramente fino al 31 dicembre 2011.
“Far conoscere la storia dell’emigrazione italiana”, una storia “troppo spesso dimenticata, della quale non ci dobbiamo vergognare ma, piuttosto, raccontarla ed insegnarla, in particolare
ai giovani”, secondo il senatore Mantica il MEI
è un vero e proprio “traguardo” che “colma un
profondo vuoto di conoscenza sulla vicenda
della nostra emigrazione, che ha così profondamente influito sulla nostra storia nazionale”,
una mostra che oltretutto va ad arricchire le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità di
Italia, ospitate nella medesima struttura.
A partire da dicembre 2011, ha annunciato il
sen. Mantica durante l’inaugurazione, “l’idea
è quella di portare il Museo in 6 o 7 località in
giro per il mondo, dove è più forte emigrazione
italiana. C’è poi il progetto di farlo diventare
itinerante nelle Regioni italiane, coordinandolo
con i 54 Musei dell’emigrazione di carattere locale già esistenti”.
Rivista – Novembre 2009
La
Divieto di fumo in Svizzera:
dal 1° maggio in vigore
la nuova legge federale
Entrerà in vigore dal 1. maggio del 2010 il divieto di fumare negli spazi chiusi dei luoghi
pubblici e lavorativi della Svizzera. Lo ha deciso il Consiglio federale, mantenendo comunque una serie di eccezioni. La legge e la relativa
ordinanza rispondono a un’esigenza condivisa
dalla maggioranza della popolazione, anche
dei fumatori. Le nuove disposizioni intendono
migliorare la protezione contro il fumo passivo.
Non sarà quindi più possibile accendere una sigaretta negli spazi chiusi che fungono da luogo
di lavoro per più persone o sono accessibili al
pubblico: ad esempio ospedali, musei, negozi, centri sportivi e scuole. I locali privati e gli
spazi aperti non rientrano invece nel campo di
applicazione della legge. Sarà invece possibile
fumare in bar e ristoranti autorizzati (ma non
nelle mense) qualora dispongano di una superficie totale accessibile al pubblico non superiore a 80 mq. Nel contempo devono avere una
ventilazione «adeguata» ed essere facilmente
riconoscibili dall’esterno come locali per fumatori. I dipendenti devono inoltre essere esplicitamente d’accordo di lavorare in un locale dove
le sigarette non sono state messe al bando. La
legge consente anche l’istituzione di sale fumatori separate e ben segnalate. Nell’ordinanza la
superficie massima dei «fumoir» è stata fissata a
un terzo degli spazi di mescita. Anche in questo
caso il personale deve dare il suo assenso nel
contratto di lavoro. L’applicazione della legge
dipenderà in larga misura dai cantoni. Per 15
di essi, le nuove disposizioni non avranno grosse ripercussioni, dato che già attualmente prevedono misure più severe; non a caso la legge
consente esplicitamente regole più restrittive rispetto a quanto previsto a livello federale. Nel
contempo i trasgressori potranno essere puniti
con una multa fino a 1.000 franchi.
Roma-Milano in meno di tre ore
Roma-Milano sotto la soglia delle tre ore: «Il sogno si avvera e abbiamo mantenuto la promessa». L’amministratore delegato delle Ferrovie di
Stato (FS), Mauro Moretti, ha annunciato che dal
13 dicembre sarà possibile percorrere sul Freccia
Rossa la tratta Roma Termini-Milano Centrale in
due ore e 59 minuti, e quella tra Roma Tiburtina
e Milano Rogoredo in due ore e 45 minuti.
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Scegliere la strada giusta
Pollicino
Anticipare, valutare il rischio, orientare: la gestione avveduta
di un portafoglio va oltre la semplice perspicacia.
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Rivista – Novembre 2009
La
Performance dal 1974
9
Italiche
di Corrado Bianchi Porro
Il territorio italiano, esteso e fortemente abitato, è un ambito ideale di ricerca per i processi
innovativi e creativi. La Penisola non è caratterizzata da grandi megalopoli, ma piuttosto da
una rete estesa di piccole e grandi inurbazioni
(le cosiddette cento città) le quali tuttavia hanno bisogno di essere più fortemente connesse
tra di loro. Attraverso una mobilità capillare efficiente deve essere recuperata la connettività
tipica degli ambiti metropolitani ad alta densità
abitativa all'interno dei quali più facilmente si
sviluppano i talenti creativi e innovativi, che
funzionano secondo modelli imitativi indotti fisiologicamente anche dai neuroni a specchio e
da opportunità di interazioni professionali qualificate. Come il capitale umano, anche quello
creativo deve maturare e svilupparsi in forza di
precise condizioni atte a farlo emergere, canalizzarlo e favorirlo. Si calcola che l'aumento
Se son rose, voleranno
della mobilità dell'1% porti ad una crescita
della creatività dello 0,5%.
Secondo una ricerca effettuata da The European House Ambrosetti e presentata a Cernobbio,
l'Italia, con 60 auto ogni 100 abitanti, è il Paese europeo a maggior tasso di motorizzazione, dato che in Germania, Spagna e Francia
circolano in media 50 auto ogni 100 abitanti.
Il numero medio di spostamenti al giorno si è
mantenuto più o meno costante dal 2000 al
2008, al di sopra della soglia di tre percorsi al
dì. In compenso, la distanza media giornaliera
pro capite è in ascesa ed è passata dai 22,3 chilometri per persona del 2004 ai 40 chilometri
nel 2008. Con la crisi e la diminuzione del traffico pesante che ne è conseguita nel 2009, il
problema si è mitigato quest'anno, ma per puri
aspetti congiunturali. Se nel 2004 il tempo medio impiegato per gli spostamenti era di circa
55 minuti, nel 2008 è stata superata abbondantemente l'ora, attestandosi intorno a 66 minuti.
Siamo a livello di medie e ciò significa che nelle città le punte di traffico, in determinate fasce
orarie, raggiungono livelli di guardia. Le reti
autostradali delle aree metropolitane come Milano, Torino, Bologna, sono oggi percorse nelle
ore di punta da oltre 120 mila veicoli all'ora. Il
punto di saturazione è calcolato intorno a 130
mila veicoli l'ora, per intendersi.
L'offerta e la diffusione di veicoli a maggiore
velocità di marcia e di nuove infrastrutture non
si è dunque tradotta in una riduzione del tempo medio impiegato negli spostamenti. Esclusa
la mobilità aerea e la navigazione, l'italiano
viaggia in media per circa 16 mila chilometri
all'anno, ai primi posti per intensità in Europa.
Cresce anche la quota di popolazione che necessita di spostamenti, di modo che traffico e
congestione sono gli aspetti emergenti di un
Rivista – Novembre 2009
La
fenomeno che ha ormai raggiunto dimensioni
tali da minacciare la competitività del Paese e
delle imprese, in un’evidente sproporzione tra
traffico e capacità dell'infrastruttura. I veicoli
circolanti in Italia hanno superato i 47 milioni di unità (+23% dal 1998 al 2007) mentre la
dotazione di infrastrutture autostradali è cresciuta solo dell'1,5%. Se l'Italia negli anni '70
era leader in Europa nel sistema autostradale,
oggi i chilometri di autostrade per milione di
abitanti son quasi la metà rispetto a quelli della Germania e il 40% in meno della Spagna.
Qualche esempio di criticità? Negli orari lavorativi a Milano e Roma si possono impiegare
40-60 minuti per coprire una distanza di 10
chilometri. Bergamo-Milano, Milano-Lecco o
Como richiedono in media 100-120 minuti per
50-60 chilometri. Si arriva alle tre ore per andare da Sondrio a Milano (140 chilometri), si
può arrivare alle 4 ore per viaggiare da Roma a
Campobasso e 2 ore per collegare Urbino con
Perugia (110 chilometri). Bisogna dunque puntare sui mezzi di superficie (ferroviari, stradali
e navali) pur se l'orografia del territorio spesso
non aiuta e sugli spazi aerei per riconnettere le
"cento città" in un sistema moderno.
L'esempio di questo fabbisogno è il successo
di Lufthansa Italia, la nuova compagnia aerea
con base a Milano, ufficialmente presentata nel mese di giugno. Il suo successo è stato
immediato. Da febbraio ad ottobre sono stati
trasportati 550 mila passeggeri. D'altra parte,
la Lombardia con 9 milioni di abitanti e una
funzione pilota nello sviluppo competitivo del
Nord Italia, ha tratto immediato vantaggio da
questa decisione che punta sulle grandi possibilità di crescita che si aprono davanti a livello di business, turismo e innovazione, tra tutti
l'Expo 2015 che comporterà un notevole sviluppo delle infrastrutture della regione. Un'altra grande possibilità che si apre è quella offerta
dall'avvento dei sistemi di navigazione globale
autonoma di seconda generazione, con la tecnologia del decollo verticale, basti pensare a
quanto già avviene a Parigi o Londra o al piano
elaborato dalla regione spagnola della Catalogna nel 2009. I prezzi passeggero/elicottero
sono popolari, perché si parla di 150 euro pro
capite da Milano a Malpensa. Le elisuperfici non impongono alcun vincolo al territorio
circostante, non intasano lo spazio aereo in
quanto competono ad una rete di rotte a bassa quota (800-1.600 metri) loro dedicate e per
il finanziamento si può far capo ad un fondo
europeo di sviluppo regionale per il periodo
2007-2013. Secondo Fabrizio Di Amato, presidente di Maire Tecnimont, un aumento dell'accessibilità territoriale determinato dallo sviluppo di un network di collegamenti elicotteristici
o col convertiplano avrebbe un impatto globale
sul Pil dell'Italia compreso tra 3 e 9 miliardi di
euro all'anno. Se son rose, voleranno.
11
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Europee
di Philippe Bernasconi
Un sospiro di sollievo, ma anche nuovi grattacapi. Il sì irlandese al Trattato di Lisbona è stato accolto con moderato ottimismo dai vertici
della Commissione europea. La ratifica della
nuova (e di fatto prima) magna charta continentale da parte del popolo irlandese, dopo il
no dell’anno scorso, ha sì creato le premesse
per il rilancio dell’Unione europea, ma non
ha sgomberato definitivamente il campo dai
dubbi e dai malumori. Le incognite e i problemi sono ancora molti. Primo fra tutti la mancanza di veri leader.
A distanza di un anno gli irlandesi hanno dunque cambiato idea. Vuoi per la crisi economi-
Un sì per prendere
nuovo slancio
ca, che ha reso l’Eire ancora più dipendente
dall’Unione europea, vuoi per le garanzie
fornite da Bruxelles sulle peculiarità isolane
(aborto, neutralità e imposizione fiscale favorevole), che non verranno scalfite dal Trattato, il no si è trasformato in un sì. E uno degli ultimi ingombranti ostacoli all’entrata in
vigore del nuovo testo costituzionale è stato
superato. Al popolo irlandese è poi seguito il
presidente polacco che, seppur su posizioni
euroscettiche, ha seguito l’invito del suo parlamento e ha sottoscritto il documento. Per
rendere effettivo il Trattato, e per superare
l’impasse istituzionale che da tempo sta bloccando l’Unione, manca però ancora la firma
del presidente ceco. E qui sta il punto. Vaclav
Klaus è un fervido oppositore dell’Unione
europea. Nonostante il sì del parlamento di
Praga e quello – stando ai sondaggi – della
popolazione, si rifiuta di ratificare il Trattato,
in attesa di una decisione (seppur ininfluente) della Corte costituzionale. Una scusa, insomma, che innervosisce e non poco i vertici
comunitari. Tanto più che sul Trattato pende
un’altra minaccia. E questa potrebbe essere di
quelle pericolosissime. Se dovesse vincere le
elezioni generali della prossima primavera, e
se il Trattato non dovesse essere già entrato in
vigore, il leader conservatore britannico, David Cameron, ha già promesso che sottoporrà
anche lui al popolo il testo. E se i Tories sono
i chiari favoriti della prossima tornata elettorale britannica, i britannici non sono tra i più
entusiasti sostenitori delle questioni europee.
Di che, come detto, far tremare Bruxelles.
Perché se si dovesse tergiversare ancora per
alcuni mesi il Trattato di Lisbona rischia davvero di nascere morto. E, inutile aggiungere,
per l’Unione europea sarebbe un colpo durissimo da superare. Dopo un primo tentativo di
Rivista – Novembre 2009
La
Costituzione – poi abbandonato dopo alcune
sonore bocciature in votazione popolare - il
Trattato di Lisbona è infatti stato pensato per
poter far funzionare un’Unione europea nel
frattempo cresciuta a dismisura e a tempo
di primato. Con le vecchie regole dell’Unione a 15 paesi membri l’Ue a 25 è diventata
una macchina troppo grande e ingombrante
da governare. E, così, ogni processo decisionale, ogni spinta ideale e idealista verso una
maggiore integrazione è bloccata in partenza.
Di qui la necessità di una nuova governance,
con più potere al parlamento e al Consiglio
europeo (che avrà la facoltà di decidere su più
temi a maggioranza e non all’unanimità), con
un vero presidente europeo (nominato per
due anni e che di fatto sostituirà il presidente di turno che attualmente ruota tra i paesi
membri ogni sei mesi) e con un vero ministro
degli esteri. Il tutto, pur con molte incognite e
molte incongruenze, dovrebbe dare un nuovo
slancio e maggior peso internazionale a una
comunità di Stati, che negli ultimi anni hanno
spesso e volentieri dato l’impressione di avere
poco o nulla in comune. Ognuno ha fatto – e
continua – a fare per sé. Senza troppo preoccuparsi dell’interesse degli altri e dell’insieme
dell’Unione. Il sì irlandese potrebbe dunque
aver rappresentato il punto di svolta, come ben
sintetizza Franco Venturini sul Corriere della
Sera: “L’Europa ora è quasi nuda (aspettando
Klaus), e non le sarà più possibile nascondere
le sue debolezze dietro la foglia di fico delle
riforme impossibili. Si vedrà più chiaramente
chi punta all’integrazione e chi la teme. Si vedrà se nasceranno indispensabili avanguardie
composte da pochi Paesi. Grazie agli irlandesi, dunque. Per averci strappato la maschera”.
Ma, sempre che Klaus e Cameron non giochino brutti scherzi, se ora non ci sono più alibi,
per mettere in pratica le buone intenzioni e
gli slanci ideali ci vogliono dei leader veri.
Dei leader europeisti convinti che riescano a
convincere, entusiasmare e coinvolgere sia i
salotti della politica sia le piazze. Ma qui sta
l’altro nodo dolente. Perché se da una parte
questa nuova fase storica dell’Europa unita si
accavalla con quella della crisi delle socialdemocrazie (normalmente più vicine agli ideali europeisti rispetto ai partiti conservatori),
dall’altra tra i nomi più gettonati per diventare
il presidente della nuova Europa vi è quello
dell’ex primo ministro britannico Tony Blair.
Il rappresentante di un partito (quello laburista) in profonda crisi, di un paese da sempre
tra i più euroscettici del Continente e di una
nazione che non ha mai voluto (e probabilmente mai lo vorrà) abbandonare la sterlina
per adottare l’euro. Se questo dovesse essere
l’inizio della nuova Europa, non sarebbe certamente un buon inizio.
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Tipicamente Barilla. Pasta al dente, con tutto il gusto dell’italianità, di una bontà senza compromessi. La nuova pasta Barilla Integrali nasce con un procedimento di macinatura esclusivo, è
ricca di fibre naturali e contiene preziose sostanze nutritive. Barilla Integrali esiste in quattro formati di pasta classici: gli Spaghetti no. 5, le Pennette Rigate, i Fusilli o le Pipe Rigate. Barilla
Integrali: l’alimentazione sana diventa anche varia e gustosa!
No 1 in Italia
Internazionali
di Michele Caracciolo di Brienza
Da queste stesse colonne un paio di mesi fa s’è
un po’ esagerato sull’imminente diffondersi di
un’epidemia e sulla sua gravità. L’epidemia
in realtà c’è, ma non sarà diversa da quella
che ogni anno colpisce una parte della
popolazione nei mesi invernali. Allora cosa
caspita è successo nei mesi scorsi da creare
così tanto allarme?
La scoperta di un nuovo virus influenzale in
Messico a marzo ha creato un effetto “palla
di neve” sulla stampa e sulla televisione di
mezzo mondo. Si seguiva preoccupati la
Tanto rumore per nulla?
presenza del virus H1N1 in diversi luoghi e
il tutto era condito con trepidazione, quasi a
voler davvero desiderare che qualche virus
killer e pestifero si diffondesse senza limiti,
minacciando l’esistenza dell’Umanità intera.
Beh! Non è stato il caso per questa volta...
Questa nuova influenza è uguale all’influenza
stagionale. Si riconosce per l’insorgenza
brusca della febbre oltre i 38° e per la presenza
di sintomi generali come dolori muscolari e
articolari e infiammazioni alle vie respiratorie.
Se c’è questa triade di effetti allora si può dire
di avere l’influenza. Se poi essa sia stagionale
o meno, non cambiano le cose dato che la
quasi totalità dei soggetti colpiti avrà i soliti tre
o quattro giorni di malattia.
L’approccio terapeutico è quello classico: in
prima istanza i farmaci quali l’aspirina ed il
paracetamolo. Si chieda poi al medico per un
eventuale trattamento antivirale e, ci si rechi al
pronto soccorso, se ci sono effetti rari riferiti a
difficoltà respiratorie. Non si fa neanche più il
test per capire se il paziente abbia l’influenza
A o un altro tipo.
Chi ha beneficiato di tutto questo clamore? C’è
il sospetto che i media siano stati manovrati
per creare quel clima di timore diffuso su
qualcosa che alla fin fine è stato esagerato.
Sarebbe banale puntare il dito contro gli
interessi consolidati delle case farmaceutiche,
anche se spesso a pensar male si fa peccato
ma ci s’azzecca.
Non si hanno prove, tuttavia è un fatto che
le epidemie di febbre aviaria e suina hanno
spinto il Tamiflu, principio attivo antinfluenzale
sviluppato dalla Roche, al vertice delle vendite
di farmaci. Infatti, s’è passati dai 500 milioni
di franchi svizzeri di metà 2008 agli oltre due
miliardi del mese scorso.
Questo farmaco è stato sviluppato a partire
dal 1996 ed i fondi investiti per la sua
realizzazione sono stati senz’altro poderosi:
secondo il mensile Bilan del 26 agosto scorso,
si tratta di oltre mezzo miliardo di franchi
svizzeri investiti per creare questo nuovo
antivirale. Il Tamiflu è prodotto da una rete di
diciannove società partner distribuite in dieci
paesi e tre continenti.
All’inizio il test era sistematico per ogni caso.
Adesso lo si fa solo su un campione dato
che il trattamento del paziente comunque
non cambia. Si tratta sempre d’influenza. La
vaccinazione si consiglia idealmente a tutti,
dato che è di sicura e comprovata efficacia.
Roche ha appena incrementato la sua
capacità produttiva per arrivare a 1,1 miliardi
di capsule all’anno. Se necessario, il gruppo
prevede la possibilità di arrivare a produrre
fino a quattro miliardi nel 2010. Queste cifre
sono gigantesche per un solo farmaco. Le
critiche e i dubbi sulla sua efficacia non si
sono comunque fatte aspettare. Un recente
studio britannico ha messo in guardia sugli
effetti secondari che questo farmaco ha sui
bambini.
L’influenza A non desta preoccupazione e al
riguardo s’è fatto troppo rumore. All’inizio
di settembre in Italia i casi accertati erano
settemila. Su Repubblica del 10 settembre
scorso il Viceministro della Salute Ferruccio
Fazio ha dichiarato che: “Si tratta di una
malattia leggera che alla fine della stagione
invernale produrrà circa duecento casi gravi
solo in Italia”.
Ad ogni modo, non resta che seguire le
raccomandazioni per evitare di prendersi
l’influenza. Oltre al solito vaccino, che molte
società private offrono gratuitamente ai loro
dipendenti, le autorità sanitarie consigliano di
lavarsi sovente le mani e di starnutire con un
fazzoletto davanti al naso... come se poi fosse
una cosa strana farlo sempre e non soltanto
per evitare il diffondersi della febbre suina!
Rivista – Novembre 2009
La
L’Organizzazione Mondiale della Sanità
dalla sua sede di Ginevra ha fatto sapere che
in Europa centoventicinque persone sono
morte per complicanze durante il periodo
influenzale. Un numero piccolo, se si fa
riferimento a tutti i casi d’influenza A registrati
nel mondo ad oggi: 277'697. Non solo, ma
ogni anno circa 100 milioni di persone hanno
l’influenza. Facendo le debite proporzioni, si
può vedere come sia più facile cadere da una
nave da crociera che non lasciare questa valle
di lacrime per via dell’influenza A.
15
Oltrefrontiera
di Fabrizio Macrì
Gli ultimi dati pubblicati da Confindustria e
riportati dai giornali domenica 18 ottobre registrano una prima schiarita nella congiuntura
mondiale, che sembra coinvolgere anche l’economia italiana. Nei tre mesi estivi il PIL è cresciuto dell’1% e per il 2010 si prevede lo stesso tasso di crescita esteso però ai 12 mesi; la
produzione industriale è cresciuta del 5,8% nel
terzo trimestre dopo 5 riduzioni consecutive.
Nel rapporto di Confindustria si denuncia però
il rischio che nel momento in cui la domanda
di credito alle banche tornerà a salire per la re-
Inadeguatezza strutturale
e deficit etico
alizzazione di quegli investimenti necessari alle
imprese per cavalcare l’imminente crescita, essa
non venga soddisfatta da un’adeguata offerta. I
conti pubblici sono in lieve peggioramento con
un deficit in leggera crescita, anche se più contenuta rispetto a quella di Francia e Germania
che del resto hanno impiegato risorse pubbliche
quasi 10 volte superiori a quelle italiane per
contrastare la crisi.
In crescita costante il tasso di disoccupazione
che sale all’8,6% nel 2009 e con una spesa per
cassa integrazione prevista in crescita al 13%
alla fine dell’anno.
A “jobless growth” direbbero gli economisti
americani, una crescita che non crea occupazione per ora e che testimonia le contorsioni di
un’economia che, priva di stimoli pubblici consistenti, sta agganciando la ripresa mondiale tramite il volano delle esportazioni e delle aziende
più esposte alla concorrenza internazionale: la
parte migliore e più dinamica dell’economia
insomma risponde subito ai primi segnali di
ripresa, pure nell’assenza di una exit strategy
nazionale dalla crisi economica mondiale. Una
situazione strutturalmente difficile, nonostante
la prevedibile entrata dell’economia in una fase
ciclica positiva. Un’occhiata al World Competitiveness Report di recente pubblicato a Ginevra
dal World Economic Forum, ci aiuta ad individuare le debolezze strutturali della nostra economia rispetto alle grandi economie europee,
più simili alla nostra: debolezze strutturali che
dal 1996 in poi hanno determinato nel Paese
un tasso di crescita dell’economia inferiore alla
media OCSE e un generale impoverimento relativo del Paese. Il rapporto elenca in schede sintetiche “the most problematic factors for doing business” e cioè i maggiori ostacoli allo sviluppo di
un’attività economica nei singoli paesi.
Colpisce che mentre per gli altri paesi europei i
due freni strutturali alla “creazione di ricchezza”
Rivista – Novembre 2009
La
sono la tassazione (Germania) e la regolamentazione del mercato del lavoro (Francia e Spagna),
al primo ed al secondo posto per l’Italia vengano
menzionate l’inefficienza dell’amministrazione
pubblica e la difficoltà di accesso al credito.
Degno di nota inoltre il fatto che mentre la corruzione per Francia, Spagna e Germania occupa
rispettivamente il nono, dodicesimo e quattordicesimo posto tra i maggiori fattori frenanti dello
sviluppo economico, nel caso italiano questa
occupi addirittura il settimo posto alle spalle del
deficit infrastrutturale, molto più spesso menzionato nel dibattito pubblico.
Mentre quindi condividiamo con i nostri maggiori partner commerciali europei, fattori di debolezza competitiva tipici delle economie europee, quali pesantezza del fisco e disordinata
regolamentazione del mercato del lavoro, quattro fattori propri del nostro sistema socio-economico ci contraddistinguono e probabilmente
sono alla base della nostra perdita di competitività globale negli ultimi 15 anni: inefficienza del
settore pubblico, difficoltà di accesso al credito,
deficit infrastrutturale e fenomeno della corruzione.
Tra questi fa riflettere soprattutto il livello di corruzione che per il grado di diffusione rischia di
collocare l’Italia fuori dal contesto delle economie sviluppate dell’occidente e che testimonia
come, in una grande economia di mercato fortemente internazionalizzata, un sano funzionamento della convivenza civile e un alto livello
di legalità siano indispensabili ad un robusto
sviluppo economico.
La dimostrazione più lampante di questo legame
sta nell’arretratezza economica del Sud Italia,
area del Paese in cui la criminalità organizzata
è tanto forte da condizionare il funzionamento
delle istituzioni e del tessuto imprenditoriale. La
corruzione rappresenta spesso una scorciatoia
per ottenere servizi che altrove sono diritti mentre in Italia diventano concessioni, genera un
aumento dei costi operativi delle imprese che
sottrae risorse agli investimenti, favorisce non le
imprese migliori, ma quelle più propense a sostenere i costi di una “tassazione illegale” e produce di conseguenza un generale abbassamento
delle qualità dei servizi e dei prodotti offerti. I
processi di internazionalizzazione e l’introduzione della moneta unica, che hanno coinvolto
l’Italia negli ultimi anni, obbligando le imprese
a drastici processi di ristrutturazione, impongono anche una risposta delle istituzioni non solo
sul fronte della politica industriale, delle riforme
fiscali, degli investimenti infrastrutturali, ma anche e soprattutto sul fronte dell’etica pubblica,
funzionale ad un sano rapporto tra impresa e
Stato e quindi allo sviluppo economico. Varrebbe la pena di farci una seria riflessione, in una
fase come questa in cui chi lavora nelle istituzioni ha il dovere di contribuire a indicare una
strada per la crescita futura del Paese.
17
S
Incontro d’affari Italo-svizzero a Zurigo
con Alessandro Profumo Amministratore
delegato Gruppo UniCredit
uperare la crisi: il ruolo delle banche
nel rilancio dell’economia
Sollecitato da una domanda diretta, ha
preferito glissare: “in materia di scudo fiscale sono poco ferrato. Ritengo che, data
anche la nostra dimensione, saremo in grado
di accogliere i capitali che dovessero eventualmente affluire nella nostra banca”.
Sul resto, davanti ad una platea molto
nutrita e attenta, Alessandro Profumo, in
modo articolato, ha tratteggiato le grandi
linee che hanno caratterizzato la crisi e i
modelli ai quali sarebbe utile richiamarsi
per uscirne nel modo migliore.
Innanzitutto ha presentato il gruppo:
“Quando sono entrato io nel ’94, aveva poco più
di 15’000 dipendenti e la globalità del suo giro
d’affari era circoscritta all’Italia. Oggi i dipendenti sono 168’000, siamo presenti in 22 Paesi
europei – primi in Polonia, Croazia e Austria,
secondi in Italia e terzi in Germania – e i no-
Déjeuner Italo-Suisse
Nell’ambito delle iniziative per il centenario della Camera di
Commercio per la Svizzera (CCIS) il prossimo Déjeuner ItaloSuisse che avrà luogo venerdi, 6 novembre 2009 alle ore 12.00
presso il «Zunfthaus zur Meisen», Münsterhof 20, Zurigo.
Ospite d’onore
M. Sergio Marchionne
CEO FIAT SpA e Chrysler Group LLC
Informazioni e iscrizione obbligatoria:
Camera di Commercio per la Svizzera
Lara Francesca Cucinotta
Seestrasse 123 - 8027 Zurigo
Tel. 044 289 23 23 - Fax 044 201 53 57
E-mail: [email protected] www.ccis.ch
18
stri affari si svolgono nella misura del 60% al
di fuori dei confini nazionali”.
Dopo di che, ha precisato che “non è vero
che la crisi nasca dai mercati finanziari. Già
nel 2007 il mercato immobiliare americano
dava segni di grossa sofferenza”. Più aderente alla realtà sarebbe parlare di “responsabilità plurale” nel non aver colto in tempo
utile i segnali della crisi. D’altro canto,
puntualizza con garbo Profumo “non è
corretto contrapporci all’economia reale, quasi
quella finanziaria reale non lo fosse. Semmai
si faccia una distinzione fra economia industriale e di servizi”.
Guardando all’oggi, si può affermare che
una ripresa c’è, ma fragile e incapace di
creare occupazione. E questo deve essere
un motivo di preoccupazione, perché alimenta il rischio di tensioni sociali.
In Italia permane una situazione di sofferenza, con elementi di debolezza dovuti
al fatto che le imprese hanno un livello
di indebitamento con le banche superiore
alla media europea. Ciò è anche una naturale conseguenza della peculiarità delle
imprese italiane, in gran parte di dimensioni medie o piccole, le quali, per reggere la concorrenza, avrebbero bisogno
invece di irrobustirsi. Anche per questa
ragione in Italia il ruolo delle banche è
più rilevante che altrove.
Quali caratteristiche devono banche per
consolidare il loro ruolo? Profumo è netto: “devono avere una forte presenza sul territorio, pertanto una notevole capacità di intercettare i depositi”. Ma non basta: devono
avere una forte governance - che non è
solo rappresentata dal cda, ma anche, e
forse soprattutto, dalla qualità dei processi decisionali – e sviluppare la capacità di fare efficienza.
Le banche, secondo l’Ad di UniCredit,
devono ridisegnare la struttura finanziaria dei propri clienti, anche attraverso un
processo di formazione che li renda con-
Rivista – Novembre 2009
La
Alessandro Profumo al suo arrivo a Zurigo accolto dal segretario generale della CCIS Andrea G. Lotti…
sapevoli dei rischi. Devono anche creare i
presupposti per una sorta di fidelizzazione della clientela. Oggi in Italia si assiste
ad un fenomeno di multibancarizzazione
selvaggia: ogni impresa interagisce mediamente con 6 banche, il che comporta
una polverizzazione dei servizi a tutto
danno della loro efficienza. Le banche
devono inoltre essere anche in grado di
“leggere” il territorio, cogliendone le dinamiche e verificando puntualmente il
grado di soddisfazione della clientela.
Clientela che generalmente apprezza la
celerità delle risposte (anche se negative)
… e subito dopo il suo intervento affiancato anche dal presidente onorario
della CCIS Marco Gherzi.
e nella gestione dei reclami, la semplicità
della comprensione dei prodotti, la stabilità anche per quanto attiene ai referenti.
I mutamenti recenti, che hanno investito
il mondo bancario italiano, hanno creato una rotazione del personale, togliendo
così le figure di riferimento ai vari clienti,
i quali vedono in questo una diminuzione
della qualità del servizio. In prospettiva futura, stante l’irreversibile globalizzazione dei mercati, uno dei compiti ai
quali le banche non potranno sottrarsi è
quello di aiutare le imprese nei processi
di internazionalizzazione.
«Italian-Swiss Tax and Legal Forum 2009»
Venerdi 20 novembre 2009
dalle ore 8.45 alle 12.30
Chambre de commerce, d’industrie
et des services de Genève
La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
(CCIS), in collaborazione con la Chambre de commerce, d’industrie et des services de Genève (CCIG)
organizza il prossimo «Italian – Swiss Tax and Legal
Forum».
Come ogni anno, verranno presentati ai partecipanti alcuni temi di diritto fiscale e di diritto generale italiano
riguardante le relazioni tra Svizzera ed Italia. Gli argomenti trattati nel corso di tale conferenza risultano essere di grande importanza per le imprese ed i privati.
I discorsi d’apertura saranno tenuti dal Dr. Andrea G.
Lotti, Segretario Generale della CCIS, da Jacques Jeannerat, Direttore della CCIG e dall’Avvocato Massimo
Calderan.
Rivista – Novembre 2009
La
I relatori del seminario saranno:
- Avv. Alberto CROSTI;
- Avv. Mattia DALLA COSTA;
- Avv. Maximilien GASLINI;
- Consulente commerciale e revisore contabile
Mauro MICHELINI;
- Eventuali domande
- Dr. Alessandro MEO
Il costo per la partecipazione al seminario è di CHF
200.- per i membri di CCIS e CCIG e di CHF 300.- per
i non-membri.
Il seminario non si rivolge esclusivamente ai consulenti
specializzati ma anche alle imprese ed ai privati.
Per iscrizioni e maggiori informazioni:
CCIS - Ufficio di Ginevra, Marilena Berardo - responsabile ufficio di Ginevra; Marianna Valle - responsabile marketing, Tel.: 022 9068595, Fax: 022 9068599,
E-mail: [email protected]
19
Roma 9 ottobre 2009, Sala Capitolare del Senato
100 anni di Camera di Commercio
Italiana per la Svizzera
Un secolo di relazioni fra Italia e Confederazione elvetica: il futuro sotto la lente
L’Ambasciatrice
Marie Gabrielle
Ineichen,
il viceministro
Adolfo Urso,
il giornalista
della RSI
Lino Terlizzi,
il senatore
Roberto Mura.
20
Nel 2009 la CCIS celebra il centenario
della sua fondazione. Lo ha fatto in più
occasioni. Con la riunione d’area delle
Camere di Commercio Italiane in Europa, a Zurigo il giugno scorso, in presenza del ministro Claudio Scajola che,
con l’occasione, ha consegnato a nome
del Ministero dello Sviluppo Economico e di Poste Italiane il francobollo
appositamente emesso per il centenario. Lo ha fatto anche a Roma, presso
la Sala Capitolare del Senato della Repubblica, dove si sono riuniti esponenti del mondo Istituzionale, politico ed
imprenditoriale sia italiano sia svizzero.
Un secolo di vita non è proprio un traguardo qualunque. Ben si presta per un
momento di riflessione teso al rilancio
delle attività di un’istituzione che, sin
dalla sua fondazione del lontano maggio 1909, ha contribuito fortemente allo
sviluppo dei rapporti commerciali tra la
Svizzera e l’Italia.
Un impegno sostenuto con proficui risultati se, come ha ricordato Emma Bonino,
vice presidente del Senato, aprendo l’incontro, “Le relazioni tra l’Italia e la Svizzera
sono antiche, proficue e intense. Nonostante la
crisi economica, l’Italia resta il secondo partner commerciale della Svizzera, preceduta solo
dalla Germania”. D’altronde, ha continuato la senatrice, il legame fra Italia e Svizzera va ben oltre l’ambito economico. Ne
sono testimonianza “i circa 15.000 allievi che
ogni anno frequentano i corsi di italiano nelle
circoscrizioni consolari elvetiche” e la storia
dell’emigrazione italiana nella Confederazione. “I nostri connazionali rappresentavano la metà degli immigrati ancora nel corso
degli anni ’50 e ’60. Oggi, le terze generazioni
si sentono cittadini perfettamente integrati.
Anche la colonia svizzera in Italia è cresciuta
e oggi conta circa 50mila persone. Come potremmo non dialogare o non avere rapporti con
questo Paese? Abbiamo oltre 700 chilometri di
frontiera comune ed è impossibile immaginare
di crescere economicamente senza gli scambi
con la popolazione svizzera”. Ed è proprio
la Camera di Commercio Italiana per la
Svizzera, secondo Bonino, che sin dalla
sua fondazione ricopre egregiamente il
ruolo di “punto di riferimento per facilitare
gli scambi commerciali tra i due Paesi”.
Quello di Roma è stato un incontro che,
Rivista – Novembre 2009
La
David Herzog,
Andrea G Lotti,
l’ing. Alfonso
della Cananea
e Stefano Rezzin.
“oltre ad una testimonianza per il raggiungimento di un traguardo importante, di cui ci
sentiamo fieri – ha detto il presidente della
CCIS, Richard Friedl – vuole essere anche
uno stimolo per fare ancora meglio, una tappa
di riflessione rivolta non solo al passato, ma
che si pone come obiettivo il proseguimento di
un impegno utile a cambiare la tendenza al ribasso attuale, successiva ad una fase di crescita costante. Tale impegno richiede il contributo
convinto e necessario di tutti gli attori oggi presenti: istituzioni, imprenditori, associazioni di
categoria, operatori.”
Gli auguri del Presidente
della Repubblica
Il segretario generale della CCIS, Andrea Lotti, ha quindi letto il messaggio di
buon augurio inviato per l’occasione dal
Presidente della Repubblica nel quale
Napolitano ha evidenziato il “grande rapporto di amicizia che lega Italia e Svizzera”
determinato anche da “una forte presenza
di connazionali nella Confederazione, accolti
grazie ad una politica di integrazione lungimirante che ha consentito il contributo italiano allo sviluppo e alla crescita locale”.
“Gli imprenditori italiani all’estero costituiscono una nostra grande risorsa” – ha affermato Maurizio Zanini, coordinatore multilaterale presso la Direzione generale per
la cooperazione economica e finanziaria
del Mae, ricordando l’appoggio insostituibile ad essi fornito dalla CCIS e l’importanza che il Mae attribuisce a tutte le
attività di coordinamento tra istituzioni
Rivista – Novembre 2009
La
ed enti preposti alla valorizzazione del
sistema Paese all’estero.
Mauro Romano Reina, incaricato d’affari dell’Ambasciata svizzera a Roma,
dopo aver portato il saluto delle autorità
svizzere, ha evidenziato gli stretti rapporti che sussistono tra i due Paesi. “La
Svizzera nel 2008”, ha spiegato Reina, “è
stato uno dei principali esportatori di energia
elettrica dell’Italia”. Medicinali, preparati
farmaceutici, abbigliamento e prodotti
gastronomici, sono, invece, alcuni dei
beni maggiormente esportati dall’Italia
nella Confederazione Elvetica. Reina
ha anche ricordato il ruolo dei lavoratori frontalieri (40.000) e della collettività
svizzera residente in Italia (circa 50.000)
nello sviluppo di forti relazioni tra i due
Paesi. Precisando poi che “nonostante il
soddisfacente livello di scambio raggiunto c’è
ancora molto potenziale inespresso, sia nell’ulteriore espansione commerciale che nell’azione
congiunta verso Paesi terzi”.
Un legame stretto
Un legame stretto quello fra Italia e
Svizzera, fatto di cultura, persone e di
rapporti commerciali che sembrano resistere anche alla crisi economica. Infatti,
“La quota di mercato in questi mesi non è diminuita”, ha segnalato il direttore generale dell’Istituto per il Commercio Estero
(ICE) Massimo Mamberti, “è solamente
diminuito leggermente il valore dello scambio
e questo significa che la Svizzera è un punto
di riferimento per noi, e la CCIS in questo sta
21
Jens
Lundsgaard-Hansen,
l’Ambasciatrice
Ineichen,
il senatore
Claudio Micheloni,
con alle spalle
l’on. Franco
Narducci,
e il senatore
Roberto Mura.
svolgendo un ottimo lavoro”. Ma quale sarà
il futuro tra i due Paesi? A porre questo interrogativo è stato l’ambasciatore
Italiano in Svizzera Giuseppe Deodato,
secondo cui “la storia dimostra che è difficile fare delle previsioni”. Deodato si è detto
tuttavia convinto che “il rapporto tra Italia
e Svizzera continuerà”, attirando però l’attenzione sul fatto che, “sebbene gli scambi
siano destinati a restare intensi, la gestione del
problema dei trasporti inciderà inevitabilmente su essi. In Svizzera, infatti, emerge una certa preoccupazione sul fatto che l’Italia non si
dedichi con lo stesso impegno alla questione.”
Gaetano Fausto Esposito, direttore generale di Assocamerestero ha ricordato
l’importanza di un mercato di prossimità
che corre il rischio di essere sottovalutato
dalle istituzioni e dalla politica – Esposito ha parlato a proposito di “un’economia
silenziosa”. “Il sistema economico – ha aggiunto – si basa in linea principale sulla fiducia che proprio la rete camerale si impegna ad
alimentare e rafforzare. Il successo delle nostre
aziende e dei nostri prodotti all’estero si deve
non solo alla capacità di cooperazione delle diverse istituzioni che si adoperano per il made in
italy, ma anche alla valorizzazione delle nostre diversità che ci rendono complementari a
mercati importanti come quello svizzero”.
Giorgio Berner, presidente della Camera di Commercio Svizzera in Italia ha
segnalato proprio l’interessamento della
22
struttura da lui presieduta alla creazione
di sinergie tra questi sistemi economici
diversi al fine di competere sui mercati
internazionali. Sollecitati dalle domande
del Segretario generale della CCIS Andrea G. Lotti, a testimonianza del proficuo legame che lega Italia e Svizzera,
sono poi intervenuti parlando della oro
esperienza diretta David Herzog, amministratore delegato della “Hoval Italia
S.r.l”, Stefano Rezzin, country manager
Natuzzi “Switzerland AG” e l’ing. Alfonso della Cananea, Consigliere di Amministrazione di Egl Italia.
Un mercato sottovalutato
Alla luce degli ottimi rapporti commerciali, il proposito per il futuro è che essi
proseguano lungo questa traiettoria. Lo
ha sottolineato Adolfo Urso, viceministro per lo sviluppo economico, ribadendo che tra le Camere di Commercio italiane all’estero, la CCIS è una di quelle
più antiche e attive nella promozione del
Sistema Italia. “Verso la Svizzera si è creato
infatti un intenso flusso commerciale che supera di gran lunga le esportazioni in Asia e che
- secondo Urso - “viene spesso sottovalutato
nel dibattito politico italiano”. “Proseguendo
in questa direzione – ha affermato il viceministro – dobbiamo eliminare le barriere che
ancora esistono nel commercio internazionale.
A questo proposito, ricordo il lavoro che stiamo
Rivista – Novembre 2009
La
Massimo Mamberti, direttore generale ICE.
Richard Friedl, presidente CCIS e Dick Marty, consigliere agli Stati.
Vincenzo Di Pierri, CEO Finter Bank, Rolf H. Wirth, Consigliere CCIS, Cataldo Castagna, partner Ernst & Young Ag, Carlo Nicoletti, Consiglio
d’amministrazione Fideuram Bank (Suisse) Sa, Bernard Liechti, Credit Suisse, ripresi prima dell’inizio dei lavori.
Rivista – Novembre 2009
La
23
svolgendo con la Confederazione in sede internazionale, affinché si giunga ad una positiva
conclusione del Doha round, scoraggiando la
concorrenza sleale, promuovendo commercio
equo, armonizzazione doganale, tutela dei
consumatori e tracciabilità dei prodotti”.
Dal canto suo, Marie Gabrielle Ineichen, del Segretario di Stato svizzero
per l’economia (Seco), ha ricordato l’impegno della Svizzera nel rafforzamento
dei rapporti con l’Ue, quadro di relazioni imprescindibile in cui si sviluppano i legami con l’Italia, mentre Roberto
Mura delegato dal viceministro Roberto Castelli e Jens Lundsgaard-Hansen,
direttore supplente dell’Ufficio federale
dei trasporti, si sono soffermati su alcune criticità del sistema dei collegamenti
stradalie e ferroviari tra i due Paesi.
Alla base di tutto valori
e rapporti umani
Cento anni di scambi di beni e di ricchezza ma anche cento anni di rapporti umani. A fare luce sui “valori” e sulle “emozioni” che hanno accompagnato e accompagnano tuttora i rapporti tra l’Italia e la
Svizzera è stato Dick Marty, consigliere
agli Stati e presidente Commissione este-
ri del Consiglio degli Stati, in Italia insieme ad una delegazione politica svizzera
per un viaggio di approfondimento sulla
tematica dell’emigrazione. Riferendosi al
principio della libera circolazione previsto dall’accordo di Schengen, Marty ha
manifestato ai presenti una preoccupazione molto forte avvertita ultimamente
dagli svizzeri del Canton Ticino. “La libera circolazione sembra funzionare solo in una
direzione”, ha detto Marty. “Per gli artigiani
e imprenditori della Lombardia è facile venire
a lavorare nel Canton Ticino mentre è difficilissimo per i ticinesi superare tutti gli intralci
burocratici del potere ordinario della Lombardia”. L’auspicio di Marty è dunque quello
di veder realizzato anche in questo ambito “un proficuo scambio, incontro e dialogo”.
In chiusura dei lavori è intervenuto il senatore Micheloni, che ha ricordato come
“l’emigrazione italiana classica e le rappresentanze del mondo imprenditoriale italiano in
Svizzera abbiano in passato vissuto due storie
slegate”.
Merito della CCIS, secondo Micheloni
aver operato per ridurre le distanze far
queste due realtà oggi sempre più integrate fra loro. “Costruire questi ponti”, ha
concluso, “è utile e proficuo per tutti”.
In prima fila Mauro Romano Reina, incaricato d’affari dell’Ambasciata svizzera a Roma, Fabrizio Rindi, presidente onorario Camera di Commercio Svizzera in Italia, l’ambasciatore Giuseppe Deodato e l’ambasciatrice Marie Gabrielle Ineichen, durante l’incontro che, in onore del centenario
della CCIS, si è svolto la sera del 9 ottobre nella sede dell’Ambasciata Svizzera a Roma.
24
Rivista – Novembre 2009
La
A
Alla 18ma Convention mondiale
delle Camere di Commercio Italiane all’Estero
ugusto Strianese
nuovo presidente di Assocamerestero
Succede a Edoardo Pollastri
In concomitanza con i lavori della 18ma Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane
all’Estero, svoltasi a Salerno fra il 24 e il 28 ottobre
scorsi, si è proceduto all’elezione del nuovo presidente di Assocamerestero Augusto Strianese, che subentra a Edoardo Pollastri. Strianese, imprenditore dal
1960, è da 10 anni al vertice della Camera di commercio di Salerno, territorio su cui ha cercato di trasferire
e mettere a frutto tutta la sua esperienza imprenditoriale. Tra le difficoltà incontrate, secondo Strianese,
l’insufficiente orientamento nei confronti del mercato
estero delle aziende in loco: “allora esportavano all’estero circa 150 imprese della provincia di Salerno, mentre oggi
sono 1500 ad aver intrapreso questa logica commerciale, specie nei settori dell’agroalimentare, dell’artigianato e del turismo, punti di forza di questo territorio”. Nella nuova veste
di Presidente di Assocamerestero, Augusto Strianese
ha acennato alle linee guida del suo programma di lavoro sostenendo “l’importanza decisiva di puntare soprattutto sulle piccole e micro imprese, che costituiscono il 90%
del tessuto produttivo italiano, per un fatturato del 40-45%
sul totale delle esportazioni italiane – riferisce in un’intervista diffusa da Assocamerestero.
“L’Italia non può rinunciare a questa importante percentuale. Il sistema camerale italiano deve, dunque, guardare con
massima attenzione a queste piccole realtà economiche – ha
affermato il neo presidente.
Italia: non solo Dolce Vita
La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
collabora con Osec alla realizzazione di una mattinata
dedicata al mercato italiano. La mattina del 19 novembre
presso l‘Hotel Marriott di Zurigo verrà realizzato un
seminario dedicato alle opportunità di espansione
commerciale e di investimento sul mercato svizzero
con un focus particolare sulla Regione Lombardia.
L‘iniziativa è pensata in modo specifico per le aziende
esportatrici ed investitrici svizzere.
Informazioni e dettagli: Camera di Commercio Italiana
per la Svizzera - Tel. 044 289 23 23; [email protected]
Rivista – Novembre 2009
La
Elemento centrale per la promozione del sistema
Italia all’estero resta la sinergia tra le realtà che nascono per il sostegno alle imprese nazionali. “Non dimentichiamo che in Italia abbiamo un organismo governativo molto importante che è l’ICE (Istituto Nazionale per
il Commercio Estero) – ha ricordato Strianese - che si
occupa soprattutto delle medie e grandi imprese e del Made
in Italy. Credo sia auspicabile rafforzare l’alleanza tra il
sistema delle Camere di commercio italiane all’estero e ICE,
nell’obiettivo di sostenere imprese di tipologie diverse”.
Insediato anche il nuovo Consiglio
di Assocamerestero che risulta così composto
Presidente: Augusto Strianese; Vicepresidente (Presidente CCIE Londra) Leonardo Simonelli; Rappresentante Area Mercosur - Presidente CCIE San Paolo: Edoardo Pollastri; Rappresentante Area Europa
- Presidente CCIE Madrid: Marco Silvio Pizzi; Rappresentante Area Asia/SudAfrica - Presidente CCIE
Pechino: Davide Cucino; Rappresentante Area Centro America - Presidente CCIE Caracas: Giorgio Trevisi; Rappresentante Area Mediterranea - Presidente
CCIE Tel Aviv Ronni Benatoff; Rappresentante Area
Australia - Presidente CCIE Adelaide: Robert A. Berton LL. B; Rappresentante Area Nafta - Presidente
CCIE New York: Paolo Torello Viera; Rappresentante Segretari Generali delle CCIE - CCIE Sydney:
Nicola Carè; Componente eletto dall’Assemblea dei
Presidenti delle CCIE, il Presidente CCIE Budapest:
Alessandro Stricca. Rappresentanti del Sistema Camerale Italiano: Ferruccio Dardanello: Presidente
Unioncamere; Paolo Doglioni: Presidente CCIAA
Belluno; Lucio Dattola Presidente CCIAA Reggio
Calabria; Carlo Edoardo Valli Presidente CCIAA
Monza e Brianza; Vasco Galgani Presidente CCIAA
Firenze; Eliseo Zanasi Presidente CCIAA Foggia;
Antonio Paoletti Presidente CCIAA Trieste; Roberto
Nardi Presidente CCIAA Livorno; Alessandro Barberis Presidente CCIAA Torino. Consiglieri indicati
dalle Amministrazioni Pubbliche: Pietro Celi Ministero Sviluppo Economico; Giandomenico Magliano
Ministero Affari Esteri (componente ICE in attesa di
nomina). Collegio dei sindaci: Alberto Ravecca Presidente; Giovanni Antonio Cocco Componente; Sandro
Pettinato Componente. Collegio dei Probiviri: Marco
Citterio Componente; Francesco Cordano Componente; Giovanni Sardi de Letto Componente.
25
S
cudo Fiscale
Grande interesse per il seminario organizzato a Zurigo
dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Coordinati dall’avvocato Massimo Calderan i lavori sono stati animati dagli interventi di Siegfried Mayr, Robert Frei,
Manfred Pasaier, consulenti fiscali che
hanno risposto anche alle puntuali domande poste dai numerosi partecipanti.
Un tema, quello comunemente chiamato
“scudo fiscale” che ha raccolto un forte interesse e che anche a distanza di due mesi
dalla sua concreta applicazione fa discutere creando non pochi momenti di tensione
nei rapporti fra Italia e Svizzera, in modo
particolare nelle zone di confine. Per chiarire le modalità che presiedono allo scudo
fiscale, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il testo della circolare applicativa. Di
seguito riprendiamo i chiarimenti sui punti più delicati del provvedimento.
Paesi ammessi alla regolarizzazione
Si può usufruire della regolarizzazione, oltre che per le attività ubicate in Paesi Ue,
per quelle localizzate nei seguenti Stati
(rileva la localizzazione al 5 agosto 2009):
• Norvegia e Islanda (Stati SEE);
• Australia, Canada, Corea del Sud,
Giappone, Messico, Nuova Zelanda,
Stati Uniti e Turchia (Stati Ocse con
scambio di informazioni).
È obbligatorio il rimpatrio dei capitali regolarizzati da paesi come Svizzera, San
Marino, Lussemburgo e Liechtenstein
Rimpatrio «giuridico» degli immobili
Si rientra nel rimpatrio anche qualora
26
venga stipulato un contratto di amministrazione di beni per conto terzi con una
società fiduciaria italiana. Il bene deve
essere consegnato alla fiduciaria, anche
senza essere materialmente trasportato
in Italia. Per gli immobili (o altre attività
patrimoniali), si può attuare il rimpatrio
conferendoli ad una società con sede nel
medesimo Stato in cui essi sono ubicati e rimpatriando le partecipazioni nella
conferitaria. Occorre che il rimpatrio sia
effettuato dal proprietario dell’immobile
e che la società possegga solo tale bene.
Termine per l’emersione
Il termine per avvalersi dello scudo scade il 15 dicembre 2009. In presenza di
concrete difficoltà nel rimpatrio o nella
regolarizzazione di attività finanziarie
che comportano operazioni complesse,
impedendo, per cause indipendenti dalla volontà dell’interessato, di ultimare
l’emersione entro il 15 dicembre 2009, è
consentito svolgere tali operazioni successivamente alla scadenza, ma entro una
data ravvicinata, purché l’imposta sia comunque versata nel termine di cui sopra.
Valore da indicare
nella dichiarazione riservata
Per le attività finanziarie, libertà di scelta tra: costo di acquisto, valore corrente o
valori intermedi. Per le attività patrimoniali: valore compreso tra il costo di acquisto documentato e quello risultante da
Rivista – Novembre 2009
La
un’apposita perizia di stima (da non allegare). La
perizia è obbligatoria solo se si sceglie di non indicare il costo risultante dall’atto di acquisto, non è
necessaria la perizia.
Obblighi degli intermediari
Non devono essere comunicati all’Amministrazione finanziaria i dati e le notizie inerenti ai conti
di deposito che accolgono il denaro e le attività finanziarie rimpatriate. Permane per l’intermediario
l’obbligo antiriciclaggio di segnalazione di operazione sospetta nei casi in cui è a conoscenza o sospetta o ha motivi ragionevoli per sospettare che le
attività oggetto della procedura di emersione siano
frutto di reati diversi da quelli coperti dallo scudo.
Copertura da accertamenti
La copertura da accertamenti riguarda anche tributi diversi dalle imposte sui redditi.
La copertura da accertamenti riguarda anche quelli di tipo sintetico (“redditometro”) nell’ipotesi di
contestazione di un maggior reddito anche astrattamente riferibile alle attività emerse (non viene più
specificata la condizione di accertamenti derivanti
da investimenti effettuati successivamente al rimpatrio). Per opporre lo scudo, è necessario rendere nota al Fisco la dichiarazione riservata o al momento dell’accesso o entro 30 giorni dalla notifica
di un accertamento o di un atto di contestazione.
Effetti preclusivi allo scudo
La copertura dello scudo da accertamenti non
opera, per chi è socio di una società di persone o
di una associazione, anche in presenza di attività di controllo avviata nei confronti della società
partecipata. L’inefficacia della copertura è in questo caso limitata esclusivamente ai redditi imputati per trasparenza dalla società (lo scudo opera invece per accertamenti di redditi differenti).
Inutilizzabilità dello scudo
a sfavore del contribuente
Le operazioni di emersione non possono in ogni caso
costituire elemento utilizzabile a sfavore del contribuente, con esclusione dei procedimenti in corso al 4
ottobre 2009 (data della L. 141/2009). Questo divieto
(in ambito fiscale) vale non solo per chi ha presentato lo scudo fiscale, ma anche per eventuali società
(anche di capitali) di cui egli è “dominus”. Ciò non
significa che lo scudo del socio vale anche per evitare
gli accertamenti della società, ma che la l’esistenza
delle somme rimpatriate non può essere utilizzata dal
Fisco per avviare attività di controllo sulla società.
Tassazione dei redditi successivi al rimpatrio
Per la determinazione di successivi redditi diversi di
natura finanziaria, occorre rifarsi al costo di acqui-
Rivista – Novembre 2009
La
sto effettivo dei titoli o delle partecipazioni e, solo in
mancanza della documentazione di acquisto, si può
utilizzare il valore autocertificato all’intermediario o
l’importo della dichiarazione riservata.
Per eventuali redditi derivanti dal realizzo di attività
non finanziarie (es.: cessione di immobile infraquinquennale), non è invece possibile adottare il valore
della dichiarazione riservata, ma solo il costo di acquisto secondo le regole del Tuir
Quadro RW: immobili esteri
Fino a Unico 2009. Vanno indicati solo nel periodo di imposta in cui hanno prodotto redditi tassabili (locazione o vendita infraquinquennale). Vanno
inoltre dichiarati se nel Paese estero (es.: Spagna)
sono tassati anche se tenuti a disposizione. Non
vanno dichiarati gli immobili a disposizione in Paesi
che non li tassano (Francia). Si può però utilizzare
lo scudo per sanare omissioni eventualmente effettuate al momento dell’acquisto o in anni in cui essi
erano affittati.
Da Unico 2010. Andranno sempre indicati gli immobili esteri e le altre attività di natura patrimoniale
(opere d’arte, yacht, ecc.) anche se non hanno prodotto redditi.
Soggetti interposti: Cfc
La norma sullo scudo delle Cfc, introdotta dalla L.
141/2009, opera solo in presenza di società con sede
nella black-list i cui soci di controllo o di collegamento (artt. 167 e 168 Tuir) sono persone fisiche
che hanno violato le norme del quadro RW.
Gli effetti della dichiarazione riservata presentata dalla Cfc si producono sui soci. La copertura si ha per l’importo dichiarato dalla Cfc rapportato alla quota di possesso del singolo socio.
Sanata anche la mancata dichiarazione per trasparenza del reddito della Cfc fino al 2008.
Soggetti interposti: trust
Anche il trust irrevocabile costituisce soggetto fittiziamente interposto (con possibilità di adesione allo
scudo direttamente da parte del disponente o del
beneficiario) se il trustee non ha poteri dispositivi
sui beni.
Ciò si verifica ad esempio:
• quando il disponente o il beneficiario può far cessare il trust in ogni momento;
• quando il trustee non può esercitare i poteri senza
il preventivo consenso del disponente o del beneficiario;
• quando il disponente può porre termine anticipatamente al trust designando il beneficiario;
quando il beneficiario ha diritto di ricevere anticipazioni di capitale dal trustee.
27
“Nuovi spazi 09”
Design ed arredamento
in una grande esposizione svizzera
L’esposizione biennale “neue räume”, è giunta alla sua
quinta edizione, occupando ben 8000 metri quadri espositivi, nei locali della ABB ad Oerlikon, quartiere di Zurigo. Le aziende partecipanti, nonostante la crisi, hanno
deciso di esserci, affittando spazi più ridotti e scegliendo
con cura gli oggetti da proporre al grande pubblico. Interessante lo spazio all’ingresso, “cento sotto cento”, dove
100 pezzi di uso quotidiano, e di pregiato designer, sono
stati esposti, con un unico requisito, un prezzo inferiore
a 100 franchi. Ed ecco vasi di gomma, colorati, indistruttibili e soprattutto con possibilità di cambio di forma;
sgabelli per bambini a forma di cane, forchette particolari, timer da cucina e altri oggetti di uso quotidiano dalle
forme davvero impensate. Alla portata di tutti, per far capire che gli oggetti particolari e ricercati possono arrivare
anche nei nostri spazi quotidiani.
Un incontro unico, tra architetti, consumatori, progettisti,
che la scorsa edizione, nel 2007, ha attirato ben 30.000
visitatori. Tanti i temi proposti tra cui il Water Dream:
dove un celebre nome come quello di Hansgrohe ha
creato paesaggi immaginari, per dimostrare che il bagno
non è solo un elemento funzionale, ma è un importante
spazio fiabesco, creando docce, dove getti d’acqua zampillano da rami di alberi in acciaio cromato, dove usignoli, ranocchi ed insetti colorati, danno vita a rubinetti
e spruzzi avvolgenti come in un sogno.
Grande interesse ha destato anche Lombardia 100% De-
sign, (vedi interveto dedicato su queste pagine)che ha visto protagonista l’artigianato lombardo e dove il settore
del legno della Brianza ha fatto da padrone di casa con
i suoi prodotti, esposti grazie alla collaborazione della
CNA di Como, Camera di Commercio Industria e artigianato di Como e Camera di Commercio Italiana pera la
Svizzera con la collaborazione di CLAC ( Centro Legno
Arredo Cantù).
Nuovi spazi, architettonici e di arredamento, sono stati
al centro di “Europaalle”, dove la città del XXI viene illustrata agli appassionati con le installazioni per spiegare,
passo dopo passo, il nuovo assetto della città di Zurigo,
che verrà completato nel 2018 nei dintorni della stazione
centrale.
Impossibile non notarlo, il Kauri Tisch, grande tavolo in
legno con sgabelli minimali, dalla firma Riva1920, disegnato in collaborazione con il grande architetto svizzero
Mario Botta, un tavolo importante, illuminato da quattro
grandi lampadari, che è stato messo a disposizione dei
visitatori di fronte alla longue.
In generale in mostra si sono potuti apprezzare arredamenti dai materiali pregiati, forme sorprendenti, non
dimenticando il rigore, la sobrietà e l’alta qualità di un
pezzo unico che contraddistingue il nostro spazio abitativo, con una varietà di proposte non solo di arredo,
ma anche accessori, tessuti, lampade, e tanti dettagli che
diversificano uno spazio da un “nuovo spazio”.
NEUE RÄUME
L
L’eccellenza dell’arredamento artigiano
della Brianza presente a 2009
a culla del design italiano
di Giovanni Moretti*
lo spazio espositivo,
prima…
30
Otto aziende chiamate a rappresentare
l’eccellenza dell’artigianato dell’arredamento della Brianza, alla fiera Neue
Räume. La Brianza è quella piccola fetta
della Lombardia, compresa tra Milano e
il lago di Como, dove la pianura segna il
passaggio alle colline, prima di arrivare
ai piedi delle Prealpi e delle Alpi. Un territorio di 260 kmq, con 447 mila abitanti e 36 comuni, distribuito in tre diverse
province: Milano, Monza e Como.
Chi dalla Svizzera si reca in Italia in automobile, sfiora la Brianza dopo 8 km.
dal confine. La Brianza è stata la culla
della produzione dei mobili in Italia: a
metà dell’800, dopo l’unità d’Italia, era
necessario arredare le ville nel verde della Brianza della nobiltà e della borghesia
milanese. Inoltre Milano iniziò a crescere e necessitava di mobili per le nuove
abitazioni. Grazie a questa domanda
nacquero le prime botteghe artigiane.
Una delle aziende presenti in fiera, la
Ampelio Gorla di Cantù, è nata in questo
periodo: nel 1880.
Oggi la produzione di mobili e arredamento in Italia è molto sviluppata ed ha
una notevole fama a livello mondiale.
Sono 400 mila oggi gli addetti alla produzione dei mobili in Italia: un terzo degli occupati in questo settore nei principali paesi europei( Francia, Germania,
Spagna e Italia). Il distretto dei mobili
e dell’arredamento della Brianza rappresenta oggi solo il 14% delle imprese italiane operanti nel settore, ma continua a
rappresentare il top della qualità.
Il segreto del successo e dell’eccellenza del distretto dell’arredamento della
Brianza? Una presenza massiccia delle
imprese artigiane, cha garantiscono ai
mobili della Brianza ottime doti di qualità ed affidabilità.
In Brianza oltre il 50% delle aziende delle 4.500 aziende dell’arredamento sono
imprese artigiane. In nessun’altra area di
produzione dei mobili esiste una concentrazione così elevata di imprese artigiane.
Si tratta di una fitta rete di piccolissime
imprese che rappresentano il principale
punto di forza dell’area. Senza di esse
sarebbe impossibile garantire al distretto dell’arredamento della Brianza quelle
caratteristiche che lo hanno reso famoso
in tutto il mondo. L’artigiano che produce i mobili in Brianza non è una figura
romantica del passato, non ricorda la figura di Geppetto, il falegname che da un
tronco di ciliegio costruì il burattino Pinocchio. Sono piccoli imprenditori con
macchinari moderni (controllo numerico, raggio laser, ecc.), che girano il mondo per vendere i propri prodotti, con una
elevata professionalità, e con una capacità eccezionale di riuscire a tradurre in
splendidi oggetti di arredamento i progetti più arditi e le richieste più eccentriche. I più famosi designer italiani ed
europei hanno un proprio artigiano di fiducia, col quale sperimentano e studiano
la realizzabilità dei loro progetti.
Uno dei principali fattori della crisi attuale dell’industria manifatturiera nel
mondo industrializzato è rappresentato
dalle rigidità e dalle disfunzioni della cosiddetta organizzazione “scientifica” del
lavoro. Essa teorizzava, con Taylor, la
necessità di scomporre le singole mansioni di lavoro in azioni semplici e ripetitive, tali da non richiedere la necessità
di “pensare” da parte dell’operaio che le
doveva eseguire. Oggi invece si richiede
all’organizzazione del lavoro flessibilità, elevata attenzione alla qualità ed agli
Rivista – Novembre 2009
La
NEUE RÄUME
e…dopo.
sprechi, creatività e capacità d’innovazione, tutte esigenze che valorizzano al
massimo la capacità di pensare di chi lavora. L’artigiano è quella figura che coniuga spontaneamente lavoro manuale
e lavoro intellettuale, è fortemente specializzato (favorendo così la qualità e la
produttività), è flessibile fino all’estremo,
quando produce singoli pezzi su misura,
in base alle specifiche esigenze del cliente, non ha costi per strutture di controllo
e burocratiche che appesantiscono i costi e la flessibilità delle aziende medie e
grandi. L’artigiano ha costruito una simbiosi forte col lavoro: il lavoro è la sua
vita. Spesso la sua abitazione è sopra il
laboratorio artigianale. Qualche decennio fa l’orario normale di lavoro nei laboratori artigianali della Brianza era di
almeno 55 ore settimanali. Oggi ci si è
concessi il lusso di ridurre questo orario
normale, tenendosi libero il sabato pomeriggio, salvo situazioni eccezionali o
richieste particolari di qualche cliente.
I nove giorni della fiera hanno permesso
di conoscere ed apprezzare i prodotti e la
professionalità di questi artigiani.
Durante la fiera gli artigiani della Brianza hanno:
• esposto alcuni esemplari dei propri
prodotti in una mostra collettiva
• organizzato incontri individuali con
architetti ed importatori di prodotti
d’arredamento
• presentato al pubblico il distretto
della Brianza ed il ruolo insostituibile degli artigiani nel garantire all’arredamento italiano la leadership a
livello mondiale.
* CNA Como e Varese.
Le aziende brianzole presenti
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Polstermöbel
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Rivista – Novembre 2009
La
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di chi crede nelle cose belle e investe ogni giorno nel vero Made in Italy: italiano nella produzione ma anche nell’idea, nella
creatività, nel design. Con te Natuzzi continuerà a scrivere la storia dello stile italiano.
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Benchmark
di Nico Tanzi
Nessuno o quasi, anche solo alcuni anni fa,
avrebbe potuto immaginare in che modo il
marketing e la tecnologia si sarebbero alleati
per creare scenari inediti. Forse la guerra per il
futuro del web, che è attualmente in corso fra
Google e Facebook, di cui abbiamo scritto nel
numero scorso de La Rivista, può essere interpretata come uno scontro fra due paradigmi
diversi e due visioni del mondo contrapposte:
da un lato la capacità “scientificamente neutra” di Google di identificare e proporre agli
utenti i contenuti più universalmente apprezzati, e quindi (probabilmente) valutati come i
più attendibili; dall’altro la potenza di Facebook nel mettere a frutto le reti di contatti, cono-
videogame, tutto il filone entertainment che fa
capo alla diffusione di massa dei telefoni cellulari, e al loro utilizzo – appunto – ludico.
Quando si parla di giochi, va da sé che i più
giovani siano avvantaggiati rispetto alle generazioni successive: non stupisce quindi (o
forse sì?) che il 20 ottobre scorso, fra i relatori delle Venice sessions sul futuro dei Media
nell’era digitale, ci fosse anche un ragazzino
di sedici anni. Il suo nome è Nicola Greco,
frequenta il liceo, e si definisce “social network architect, manager e developer”. Ha
progettato numerose applicazioni per Facebook, e il servizio Twittami, che permette di
individuare i tweets più apprezzati. Se non
conoscete Twitter e quest’ultima frase vi sembra scritta in
ostrogoto, non preoccupatevi:
di fatto, ciò che conta è che,
in un paese come l’Italia in cui
il potere è da sempre in mano
ai settantenni, in un convegno
di qualità e importanza universalmente riconosciuta trova
spazio e ascolto un boy-blogger sedicenne.
Greco fra l’altro – e torniamo agli aspetti ludici della comunicazione – è fortemente convinto che le aziende dovrebbero creare le
proprie applicazioni per iPhone. Sostiene che
l’iPhone è “un nuovo modo di fare business”,
e che chi ha un proprio prodotto o servizio
da vendere potrebbe trovare un nel cellulare
della Apple un ottimo veicolo promozionale.
Come? Inventando qualcosa che piaccia e
possa essere usato da molti.
Attenzione – avverte Greco – le applicazioni per i telefonini sono scaricate e installate
se sono “cool”, e se sono utili. Se la mia sarà
sufficientemente cool, se cioè avrà un forte
appeal per gli utilizzatori, la useranno in tanti
e tanti conosceranno il mio business. Greco
riporta l’esempio della Zippo, che fabbrica i
noti accendini a gas. Niente di meno hi-tech,
all’apparenza.
Quindi, si potrebbe pensare,un prodotto poco
adatto al marketing “tecnologico”. E invece
no: Zippo ha creato la sua applicazione per
iPhone. Un’applicazione quasi banale: l’accendino appare sullo schermo, lo si accende,
e muovendo il cellulare a destra o a sinistra la
fiamma segue il movimento. Un gioco semplice ma accattivante, messo a disposizione
gratuitamente, con il quale chiunque può
giocare: e che in poco tempo è diventato una
delle applicazioni più scaricate fra le oltre 60
mila esistenti. Una campagna pubblicitaria
formidabile, un’immagine che evoca simpatia, relegando in secondo piano il fatto che
l’oggetto in sé serva ad accendere le sigarette
che provocano il cancro: benvenuti nell’era
dell’homo game.
L’accendino Zippo,
un maître à penser di 16 anni
e l’era dell’homo game
scenze, “amicizie” fra i suoi utilizzatori, con
tutte le implicazioni ludiche del caso.
Usiamo per Facebook il termine “potenza”
non a caso. Al di là dell’elevato numero dei
suoi fruitori, tuttora in crescita esponenziale,
l’enorme importanza che gli analisti attribuiscono al più grosso “social network” del pianeta può essere probabilmente spiegato anche
da una delle grandi tendenze che si possono
individuare nella società contemporanea:
quella che è stata definita la nascita dell’“homo game”. Un fenomeno indotto dalla diffusione sempre più universale dei videogiochi e
della loro cultura. “Da una cospicua fascia di
adolescenti attratti dalla logica del reincanto
propria del fenomeno videoludico - scrive nel
suo blog Roberto Nuccio citando il rapporto
dell’agenzia Leo Burnett intitolato Future trends in marketing – si è passati a un’intera ‘game
generation’ interclasse che trova nel gioco non
soltanto una forma di intrattenimento, ma un
modo per interagire, relazionarsi e accrescere
le proprie capacità mentali. Ad alimentarla, le
crescenti pressioni economiche che ci spingono verso una dimensione, per così dire, casalinga e salottiera, ma al contempo sociale del
gioco. Non stupisce, in tal senso, che il settore
dei videogiochi sia tra i pochi ad essere risultato
immune alla crisi e a registrare, invece, tassi di
crescita esponenziali. Le sue potenzialità sono
state solo in parte esplorate. Basti pensare al
fenomeno degli advergame o alla promozione
di Obama nel gioco Burnout per Xbox 360”.
Da homo sapiens a homo consumens, a homo
game, dunque: e in questa evoluzione (non so
quanto onorevole, ma di certo assolutamente
lineare), si inserisce a pieno titolo, al fianco dei
Rivista – Novembre 2009
La
33
Burocratiche
di Luigi Cortese
Il codice della strada richiede la segnalazione
preventiva delle postazioni di controllo della velocità dei veicoli senza distinguere tra gli
impianti automatici e quelli presidiati. Lo ha
chiarito il Ministero dei Trasporti con il parere n.
18922 del 23 febbraio 2009. Dal mese di agosto 2007 i dispositivi per il controllo elettronico
della velocità in funzione sulla rete stradale devono essere segnalati con pannelli tradizionali o
luminosi, ai sensi dell’art. 3 del dl 117/2007. Per
quanto riguarda i segnali tradizionali, sul pannello rettangolare, di dimensioni e colori propri
del tipo di strada sul quale saranno installati, dovrà essere indicata la frase «controllo elettronico
della velocità» oppure «rilevamento elettronico
multa dell’automobilista passato col rosso se nel
verbale c’è una vaga indicazione (come spesso
avviene), «proseguiva la marcia nonostante la
segnalazione semaforica emettesse luce rossa
o gialla». A richiedere maggiore precisione nei
verbali dei vigili è la Corte di Cassazione che,
con la sentenza n. 9888 del 27 aprile 2009, ha
respinto il ricorso del Comune di Castellammare
di Stabia. La passerà liscia per un cavillo procedurale un automobilista che era stato sorpreso
dai vigili a passare col rosso. Nel verbale c’è
scritto «prosecuzione della marcia nonostante la
segnalazione semaforica emettesse luce rossa o
gialla». Così l’uomo lo aveva impugnato di fronte al giudice di pace. Il magistrato onorario gli
aveva dato ragione. A questo punto
il comune ha fatto ricorso in Cassazione ma lo ha perso. «Occorre
infatti considerare», ha scritto la seconda sezione civile, «che il rilievo,
del tutto fondato, dell‘indeterminatezza dell‘addebito appare assorbente rispetto a ogni altra questione. Infatti, nel caso in questione la contestazione
era stata effettuata con riferimento all‘avvenuto
superamento dell‘incrocio regolato al semaforo con luce rossa o con quella gialla, essendo
evidente che si tratta di due fattispecie del tutto
diverse e potendo il passaggio con luce gialla,
ai sensi dell‘articolo 41 del codice della strada,
risultare non sempre vietato». Non solo. Il Collegio ha osservato che «il passaggio avvenuto ai
sensi di quest‘ultima disposizione costituisce eccezione alla regola imponente negli altri casi l‘arresto anche con luce gialla, ma la contestazione
risultava comunque generica in quanto formulante due ipotesi alternative, delle quali l‘una
escluse l‘altra». Insomma, le ipotesi di infrazione
sono completamente diverse e vanno contestate
separatamente nel verbale.
Controllo elettronico della velocità
Responsabilità solidale di fronte al fisco
Stress da lungaggini burocratiche
della velocità». Questa annotazione dovrà comparire, di fatto, anche sui segnali a messaggio
variabile installati sulle strade o sui veicoli di
servizio. Solo i sistemi di controllo elettronico
di ultima generazione consentono di rilevare in
anticipo l’eccesso di velocità dei veicoli in transito. Per questo motivo tutte le multe scattate con
strumenti autovelox tradizionali sono valide anche senza fermo immediato del veicolo. Lo ha
stabilito la Corte di Cassazione, sez. II, con la
sentenza n. 10156 del 30 aprile 2009. In pratica
il fermo immediato del trasgressore che eccede
il limite di velocità può essere effettuato solo con
l’uso degli autovelox più moderni ma normalmente non è richiesto dal codice stradale.
Uso di veicoli aziendali
L’azienda deve sempre tenere annotato l’uso del
proprio parco veicoli per non incorrere nelle
conseguenze sfavorevoli derivanti dalle multe
stradali materialmente commesse dai collaboratori. Il codice stradale punisce infatti per mancata delazione colui che con identifica compiutamente il trasgressore per negligenza organizzativa oppure lamentando un trascorso temporale troppo lungo. Lo ha confermato la Corte di
Cassazione, sez. II civ., con la sentenza n. 9852
del 24 aprile 2009. L’art. 126-bis del codice stradale, specifica innanzitutto la sentenza, «pone a
carico dei proprietari di autoveicoli in genere di
tenersi informati sulle generalità e dei dati della
patente di guida dei conducenti dei medesimi».
È sempre peraltro consentito al preteso trasgressore, prosegue il collegio, dimostrare di non essere in colpa avendo adempiuto con ordinaria
diligenza alla gestione dei turni di servizio. Esula
però da questa condotta giustificata la mancata delazione per complessità aziendale o per
un trasporto temporale troppo dilatato. Nulla la
Rivista – Novembre 2009
La
Multa pedonale
Può essere multato il pedone che non attraversa
sulle strisce «se queste sono poste a meno di 100
metri di distanza» da lui. È quanto si evince dalla
sentenza della Corte di Cassazione n. 11421 del
18/05/2009 con la quale è stata confermata la
sanzione amministrativa nei confronti di un pedone che, per le vie di Massa, era stato investito
fuori dalle strisce pedonali. Contro il verbale lui
aveva fatto ricorso al Giudice di Pace ma aveva
perso. Il Magistrato aveva infatti confermato la
multa anche se nel verbale non era stato espressamente indicato l’art. 190 del codice della strada e cioè la norma violata. La decisione è stata
poi confermata e resa definitiva dalla Cassazione
che, in proposito ha chiarito come, «in tema di
sanzioni amministrative per violazione del cds, la
mancata (o la meno specifica) indicazione della
norma, che prevede la sanzione contestata, non
comporta di per sé la nullità della contestazione
della violazione, ove l‘interessato sia stato posto
35
in condizioni di conoscere il fatto ascrittogli e la contestazione sia stata idonea a garantire l‘esercizio del diritto di difesa
al quale la contestazione medesima è preordinata». Questo
principio, ha infine chiarito la seconda sezione civile della
suprema Corte, è valido a maggior ragione nel caso sottoposto all’esame del Collegio di legittimità, perché il pedone
non ha mai contestato la violazione del suo diritto di difesa.
Le responsabilità comuni dei coniugi valgono più che mai
di fronte al fisco. Infatti, in caso di dichiarazione congiunta
è legittimo l’avviso di mora con il quale l’amministrazione
chiede alla moglie i redditi percepiti in nero dal marito. Lei
risponde sia di quanto i due hanno dichiarato sia dei provenienti non dichiarati, che ne fosse a conoscenza o meno.
La linea dura arriva dalla Cassazione che, con la sentenza
n. 7260 del 26 marzo, ha respinto il ricorso di una signora
di Bergamo alla quale era stato notificato un avviso di mora,
non motivato, per la riscossione dei redditi non dichiarati del
marito. In altri termini spiega la Cassazione, «la responsabilità solidale della moglie si estende alle obbligazioni derivanti
dal successivo accertamento di maggior reddito a carico del
marito». Non solo. Dopo il principio la sezione tributaria
rassicura i contribuenti precisando che questa responsabilità
comune di moglie e marito «non si pone in contrasto con i
principi di eguaglianza e di capacità contributiva, atteso che
l‘accertamento riguarda un reddito omesso, o infedelmente
indicato, nella dichiarazione congiunta, frutto di libera scelta
del contribuente». E ancora. «In tema di dichiarazione dei
redditi congiunta, così chiudono le motivazioni i giudici di
legittimità, l‘avviso di mora, notificato alla moglie per debiti
del marito è legittimo, essendo i coniugi responsabili in solido, per il pagamento dell‘imposta, delle soprattasse, pene
pecuniarie e degli interessi iscritti a ruolo a nome del marito,
senza che tale disciplina possa ritenersi in contrasto con gli
articoli 3 e 24 della Costituzione».
Omissione d’atti d’ufficio
Gli statali agli sportelli non possono prendersela comoda
sulle richieste di rilascio dei documenti presentate dai cittadini. Hanno, al massimo, 30 giorni di tempo anche se la
risposta è negativa, dopodiché rischiamo una condanna per
omissione d’atti d’ufficio e quindi il carcere. La linea dura
contro il malfunzionamento di alcune amministrazioni arriva dalla Corte di Cassazione che, con la sentenza 14466, ha
confermato la condanna nei confronti di un funzionario del
Comune di Castelvetrano, in provincia di Marsala, che non
aveva dato nessuna risposta a una signora che richiedeva
una pratica edilizia. In particolare la sesta sezione penale
della Suprema Corte ha rilevato che le norme poste a tutela
del privato cittadino che si rivolge alla pubblica amministrazione per pratiche che lo interessano sono «strutturate in
modo da impedire sacche di indebita inerzia nel compimento di atti dovuti, e anche nella spiegazione ed esposizione
(da parte del pubblico ufficiale o dell‘incarico di pubblico
servizio) al richiedente delle ragioni del ritardo verificato-
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36
Rivista – Novembre 2009
La
si». I Supremi Giudici, nelle motivazioni hanno sottolineato
che è «ingiustificato il silenzio omissivo del pubblico ufficiale
perché, anche la risposta negativa dell‘ufficio adito, in termini di indisponibilità, oppure di parziale disponibilità della
documentazione richiesta, fa parte del contenuto dell‘atto
dovuto al cittadino, il quale, sull‘informazione negativa, può
organizzare la sua strategia di tutela, oppure rinunciare in
modo definitivo ad ogni diversa pretesa».
… E SOPRATTUTTO …
via dell’interruzione elettrica. Ma dopo la sentenza delle
Sezioni unite di novembre, la 26972, che ha chiuso per
sempre in un cassetto il danno esistenziale, è scemata la
possibilità di essere risarciti di quei disagi che, per quanto
minori, infastidiscono e turbano la serenità delle persone.
Quindi il danno non patrimoniale diventa risarcibile solo
in presenza della lesione di un diritto costituzionalmente
garantito. E per la Cassazione andare mille volte allo sportello a fare inutilmente la fila non è un diritto garantito
dalla nostra Carta fondamentale. I giudici di Piazza Cavour, ricordano infatti, che “nella specie non sussiste un’ingiustizia costituzionalmente garantita, tantomeno si verte
in un’ipotesi di danno patrimoniale prevista dal legislatore
ordinario, risultando, piuttosto, la ritenuta lesione del diritto alla tranquillità insuscettibile di essere monetizzata,
siccome inquadrabile in quegli sconvolgimenti della quotidianità consistenti in disagi, fastidi, ansie ed in ogni altro
tipo di insoddisfazione (cosiddetti bagatellari) ritenuti non
meritevoli di tutela risarcitoria”.
Il contribuente non può difendersi dalle lungaggini burocratiche dell’amministrazione finanziaria. Infatti, non hanno diritto ai danni i cittadini che si recano allo sportello
mille volte per ottenere sgravi e rimborsi. La Cassazione,
con la sentenza n. 8703 del 9 aprile 2009, ha accolto il
ricorso dell’Agenzia delle Entrate, che era stata condannata dal Giudice di Pace di Catania a corrispondere a un
contribuente 300 euro per tutte le volte che si era dovuto
recare allo sportello, scontrandosi con la burocrazia lumaca dell’amministrazione. In particolare l’uomo aveva
ottenuto lo sgravio che gli spettava dopo sei mesi di lunghe file agli sportelli. Per questo si era rivolto al giudice di
pace, chiedendo i danni da stress. Contro questa decisione ha fatto ricorso in Cassazione l’Agenzia delle Entrate.
Probabilmente in un altro periodo la terza sezione civile
avrebbe dato ragione al contribuente, così come ha fatto
con gli altri cittadini che chiedevano i danni all’Enel per
Rivista – Novembre 2009
La
37
AgipPLUS
Angolo Fiscale
di Tiziana Marenco
Alcuni aspetti particolari
Trasferimento all'estero del domicilio del collaboratore / imposte alla fonte
Il trasferimento all'estero del domicilio del collaboratore ad attribuzione avvenuta di una remunerazione differita non costituisce, come sembra
suggerire la FINMA nel rapporto esplicativo, una
problematica fiscale che non sia già stata discussa
e risolta dai tribunali svizzeri. Secondo la prassi
del Tribunale Federale infatti, remunerazioni
variabili assegnate per un'attività esercitata in
Svizzera e pagate solo dopo il trasferimento di
domicilio del collaboratore all'estero sono imponibili in Svizzera e l'imposta viene prelevata
alla fonte.
tato alla remunerazione differita non dovrebbero
essere interessati né i collaboratori nè i datori di
lavoro. Visto lo scopo che la FINMA si prefigge
con l'introduzione di questa regola, che è principalmente quello di evitare un versamento prematuro delle remunerazioni variabili in un momento
in cui il successo economico dell'istituto non può
ancora essere costatato senza possibilità di ulteriore correzione, ci pare preferibile accordare agli
istituti la possibilità di uno scioglimento vigilato
con versamento anticipato della remunerazione
differita, per la quale tuttavia il collaboratore che
così facendo si sottrae a rischi futuri e beneficia
quindi indirettamente del pagamento anticipato
debba poter accettare un'equa riduzione. Ricor-
Fiscalità dei “Sistemi di remunerazione”
Osservazioni critiche al progetto di circolare FINMA (terza parte)
Assicurazioni sociali
Come già esplicitamente confermato dal Tribunale
Federale, il principio dell'incasso e della realizzazione dei redditi va applicato nel campo delle
assicurazioni sociali in modo identico alle regole
riconosciute nel campo fiscale. Anche la remunerazione differita sarà quindi soggetta a contributi
nello stesso momento in cui la stessa sarà imponibile e soggetta ad imposta sul reddito. Di particolare interesse proprio in quest'ambito è la recente
decisione riguardante i contributi da prelevare su
opzioni di collaboratori dotati di clausole di vesting, per i quali il Tribunale Federale ha statuito in
materia di assicurazioni sociali che, analogamente
alla circolare emanata dall' Amministrazione Federale delle Contribuzioni, il reddito si considera
realizzato solo allo scadere del periodo di blocco
del vesting, cioè ad acquisizione avvenuta del diritto di disporre delle opzioni.
Alcuni aspetti di diritto del lavoro
Secondo l'opinione prevalente, la norma di diritto
svizzero secondo la quale al termine del rapporto di lavoro tutti i crediti diventano esigibili è di
carattere imperativo e non può essere modificata
a scapito del lavoratore. In palese contrasto con
tale norma, il progetto di circolare FINMA prevede che pretese riguardanti remunerazioni differite non saranno esigibili prima dello scadere
del periodo di blocco indipendentemente da
un'eventuale fine prematura del rapporto di lavoro.
Questo "prolungamento" del periodo di blocco
oltre il termine di scioglimento del contratto di
lavoro ci pare innanzitutto artificioso, poiché
divide il rapporto stesso in due elementi, il primo elemento ordinario terminato e uno ancora
in sospeso con semplice carattere di aspettativa
sino alla scadenza del blocco. Va poi detto che
a un prolungamento del rapporto di lavoro limi-
Rivista – Novembre 2009
La
diamo infine che i tribunali svizzeri hanno in passato riqualificato in salario remunerazioni che,
secondo contratto, non erano garantite e avrebbero dovuto costituire una gratifica, adducendo
in particolare che la stessa remunerazione era
stata ripetutamente pagata e acquistava così una
sorta di carattere abitudinario, oppure che la stessa costituiva la maggior parte della retribuzione
annuale totale, ragion per cui le veniva negato
il carattere accessorio tipico della gratifica. Se i
certificati di salario per le remunerazioni differite
potranno essere redatti analogamente alle regole
vigenti per le opzioni dei collaboratori con clausole di vesting, secondo le quali l'attribuzione
della remunerazione differita va segnalata pro
memoria nel certificato di salario dell'anno di attribuzione mentre l'ammontare esatto del reddito
va dichiarato solo al momento dell'acquisizione
effettiva del diritto, cioè al termine del periodo
di blocco, tali certificati di salari avranno l'effetto
ancillare di evitare conflitti di qualifica tra il salario e la remunerazione variabile non garantita.
Il collaboratore che avrà dichiarato per diversi
anni le attribuzioni di remunerazione differita
come semplice aspettativa non imponibile non
potrà infatti opporre al datore di lavoro al momento dell'uscita dallo stabilimento una pretesa
improvvisamente fondata su un principio diametralmente diverso.
Entrata in vigore
Dopo aver pubblicato la sessantina di prese di
posizione ricevute nell'ambito della procedura di
consultazione, la FINMA ha recentemente comunicato che la versione definitiva della circolare,
eventualmente modificata sulla base del risultato
dell'audizione, sarà resa pubblica (www.finma.ch)
all'inizio di novembre per permetterne l'entrata in
vigore come previsto all'inizio del 2010.
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39
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prima auto, noi festeggiavamo
il nostro 300-esimo anniversario.
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Angolo Legale
di Massimo Calderan
In materia di custodia e gestione dei titoli di
credito in Svizzera sono tuttora in vigore norme che datano dal 1936. Secondo il Codice
delle obbligazioni un titolo di credito (cartavalore) è un documento, ovvero un certificato
che incorpora un diritto che non può essere
fatto valere né può essere trasferito senza il
certificato stesso.
In questo modo, si volevano garantire e facilitare la legittimazione del creditore, il trasferimento (fisico e giuridico) dei titoli e la certezza dei diritti inerenti ai titoli.
L’aumento del numero e delle tipologie dei titoli dei mercati finanziari e dei volumi di mercato hanno reso necessario degli adattamenti
nella prassi. Negli anni 70 del secolo scorso,
gli investitori iniziarono a depositare titoli del-
Legge federale svizzera
sui titoli contabili
lo stesso emittente in un deposito collettivo. Il
trasferimento dei titoli da allora non necessita più del trasferimento fisico del certificato.
Negli anni 80 del secolo scorso fu introdotto
su larga scala il concetto del certificato globale, che permette di incorporare la totalità dei
titoli di un emittente in un unico certificato,
dando ai singoli investitori il diritto ad una
quota parte dei titoli in questione, senza che
abbiano in mano un certificato. Infine si è fatto largo il concetto dei cosiddetti diritti valori,
trasferibili mediante accredito o addebito sul
conto di deposito, senza l’emissione di alcun
certificato da parte dell’emittente.
Oggi raramente si emettono dei certificati. Se
si fa, di solito si emette un unico certificato
globale per tutti gli investitori. La custodia del
certificato globale o, per quanto ne esistano
ancora, dei certificati dei singoli investitori,
è affidata alle banche e ad altri intermediari finanziari (cosiddetta custodia mediata dei
titoli).
Le norme giuridiche non hanno tenuto il passo con questi sviluppi. Dal 1° gennaio 2010
entrerà in vigore la nuova Legge federale sui
titoli contabili, che tiene conto delle esigenze
attuali del settore di negoziazione titoli e aumenta la certezza del diritto.
La nuova legge introduce il titolo contabile,
che ha tutte le caratteristiche funzionali del titolo di credito senza essere una “cosa” ai sensi
del diritto privato svizzero. Per la costituzione
dei titoli contabili, per il loro trasferimento o
per la costituzione di diritti ad essi correlati, la
legge riconosce l'effetto costitutivo degli accrediti sui conti titoli.
Rivista – Novembre 2009
La
I titoli contabili si costituiscono: (a) depositando titoli di credito in custodia collettiva presso
un ente di custodia e accreditandoli su uno o
più conti titoli; (b) depositando certificati globali presso un ente di custodia e accreditandoli su uno o più conti titoli; o (c) iscrivendo
diritti valori nel registro principale di un ente
di custodia e accreditandoli su uno o più conti
titoli.
Per ogni emissione di diritti valori, il registro
principale è tenuto da un solo ente di custodia. Il registro contiene indicazioni sull'emissione, il quantitativo e il taglio dei diritti valori
emessi, ed è pubblico.
Ai sensi della nuova legge un ente di custodia gestisce conti titoli intestati a persone o
comunità di persone. Sono considerati enti di
custodia: (a) le banche secondo la legge sulle
banche; (b) i commercianti di valori mobiliari
secondo la legge sulle borse; (c) le direzioni
dei fondi secondo la legge sugli investimenti
collettivi, sempre che gestiscano conti di quote; (d) i gestori di un sistema di conteggio e
di gestione delle operazioni su titoli ai sensi
della legge sulla Banca nazionale, il quale sia
importante per la stabilità del sistema finanziario; (e) la Banca nazionale svizzera; e (f) la
Posta svizzera.
Sono considerati enti di custodia anche le
banche, i commercianti di valori mobiliari,
gli enti di custodia centrali e altri intermediari
finanziari esteri che gestiscono conti titoli nel
quadro della loro attività.
A livello internazionale lo statuto giuridico
dei conti gestiti dagli intermediari cambia da
Stato a Stato. In particolare è difficile determinare chi ha quale diritti. Il 9 ottobre 2009 è
stata adottata una Convenzione Unidroit sui
titoli dalla conferenza convocata a Ginevra su
invito della Svizzera, che unificherà le disposizioni sulla custodia di titoli a livello internazionale.
In questo contesto la Svizzera ha firmato la
Convenzione internazionale dell'Aia sugli
strumenti finanziari, che uniforma il diritto applicabile alla custodia dei titoli di credito nelle relazioni internazionali. In particolare, la
tradizionale norma della lex rei sitae, secondo
la quale i diritti reali su una “cosa” sono retti
dal diritto dello Stato nel quale essa si trova, è
superata visto che non si parla più di “cose”.
Il diritto applicabile sarà vincolato al luogo incui ha sede l'intermediario interessato.
Le nuove norme contribuiranno a rendere
moderna, più sicura e quindi più attrattiva la
piazza finanziaria svizzera.
[email protected]
41
Convenzioni Internazionali
Le parole degli organi ufficiali della Amministrazione Finanziaria Italiana sono molto
chiare: “ … Il destino dei paradisi fiscali è, a
mio avviso, oramai segnato …” e non ci sono
discussioni.
Lo ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, intervenendo al convegno della Guardia di Finanza `Il destino dei
paradisi fiscali´ (a Roma il giorno 29 Settembre 2009). Lo stesso direttore ha avuto cura
di indicare che “ … come messo in luce dai
leader del G20 di Londra - ha proseguito Befera - e dal recente incontro dell’Ocse a Città
del Messico, il segreto bancario, ai fini fiscali,
è finito, e una maggiore cooperazione inter-
di Paolo Comuzzi
Settembre 2009 (un convegno organizzato
dalla Guardia di Finanza) nel quale è stato
chiaramente affermato che “ … l’era dei paradisi fiscali è ormai finita, è cambiato complessivamente lo scenario internazionale: il
G-20, l’OCSE e tutti i Paesi colpiti dalla crisi
non tollerano più i centri off-shore che sono
i ricettacoli del riciclaggio e dell’evasione fiscale …”.
Un convegno che nasce di comune accordo
in quanto come affermato dal comandante in
seconda della GdF “ …L’idea di organizzare questo convegno è nata infatti di comune
intesa fra il Comando Generale e le strutture
centrali dell’Agenzia, nella consapevolezza
Lotta ai paradisi fiscali:
azione efficace e necessaria
nazionale in tema di trasparenza e scambio
di informazioni è testimoniata sia dal fatto che
sono sempre di più i Paesi che si allineano agli
standard dell’Ocse sia che sono in crescita gli
Stati che firmano accordi e convenzioni …”.
Si tratta di un’affermazione (questa sulla fine
dei paradisi) che molte volte abbiamo riportato come auspicio sulle colonne di questa
rivista sostenendo che davanti all’imprenditore globale deve esserci l’Amministrazione Finanziaria globale che non impedisce e
non può impedire la (de) localizzazione della
produzione (il famoso esempio del maglio di
Borghi) ma che certamente deve combattere
la opacità del contribuente che si nasconde
dietro alla asimmetria della informazione
e che forma redditi ignoti a quello Stato nel
quale è residente e nel quale dovrebbe pagare
le imposte. Abbiamo anche sempre affermato
che la lotta ai paradisi fiscali è nello spirito
delle convenzioni contro le doppie imposizioni, convenzioni che si muovono anche per
impedire la frode fiscale e per fare in modo
che sussista comunque una tassazione (evitare la doppia imposizione non significa evitare
la imposizione).
Commenti
In questo spirito si ritiene utile ripercorrere
le affermazione nel convegno del giorno 29
dell’importanza di sviluppare assieme le nuove strategie di contrasto ai paradisi fiscali, anche con riguardo all’ operazione di rimpatrio
e regolarizzazione dei capitali illecitamente
detenuti all’estero avviata in questi giorni …”.
Guardando agli atti del convegno possiamo
dire che ormai le verifiche si concentrano su:
- residenza delle persone fisiche;
-
residenza delle persone giuridiche
-
trasporto di capitali all’estero;
tecniche di sovra e sotto fatturazione (con
società consorelle e nelle quali l’imprenditore abbia un interesse suo proprio che
ovviamente non sarà facile dimostrare ma
è proprio qui che emerge la importanza
dello scambio di informazioni tra le diverse amministrazioni finanziarie)1.
A questa prima affermazione si connette la
seconda per cui si dice “ … conosciamo bene
le tecniche utilizzate per trasferire all’estero i
capitali frutto di evasione, in particolare quelle
di simulazione, interposizione fittizia nonché
le modalità di fuoriuscita dei capitali dal territorio nazionale (mediante sovrafatturazione o
fatture per operazioni inesistenti) e di reingresso degli stessi (mediante triangolazioni, lettere
di patronage e costituzione di trust) …”.
Si pensi (sempre per esemplificare2) alla se-
1
Questo tema è di grande importanza anche per i pratici (si pensi alla Tax Due Diligence); ben stolto sarebbe colui che, verificando una società
che compra e vende all’estero non si preoccupasse di verificare se questi acquisti / vendite sono centralizzate mediante intermediari con la
conseguenze possibilità che redditi operativi siano trasformati in reddito finanziario. Se è certamente vero che una simile eventualità potrebbe
non essere del tutto dimostrabile appare chiaro che una precisa richiesta in questo senso appare necessaria.
Abbiamo esemplificato un semplice schema di rientro dei capitali portati via mediante un sistema di fatturazione che ha consentito nella
società italiana di non pagare le imposte in anni precedenti.
2
42
Rivista – Novembre 2009
La
guente situazione in cui: (A) ha mediante fattura fittizie fatto provvista all’estero; (A) costituisce una fondazione (magari in Austria)
e questa costituisce una Holding; la Holding
fornisce la provvista per un aumento di capitale della società italiana in cui (A) ha inserito
le fatture e prende la maggioranza. In questa
situazione il ns (A) ha avuto: a) il vantaggio di
tagliare la tassazione nella società italiana; b)
oggi quello di vendere la partecipazione senza pagare le imposte.
È ovvio che questo schema deve essere colpito mediante uno scambio delle informazioni
(con lo stato estero) e con la verifica dei capitali che la Holding ha inserito nella società
italiana.
Va anche detto che nella attività di verifica
pare che si conti molto sul fatto che “ … la
giurisprudenza di legittimità, sia in tema di
abuso del diritto, sia in tema di indeducibilità delle c.d. “operazioni antieconomiche”,
consente di ampliare, di fatto, la portata delle
disposizioni antielusive, non più limitate a fattispecie tassative …” ma su questo punto ci
permettiamo una piccola critica: questa prassi
giurisprudenziale non tocca il rapporto con i
paradisi fiscali.
In questo rapporto con i paradisi fiscali parliamo di evasione di imposta (sottrazione a
precise disposizioni legislative: ie deduzione
di costi non deducibili e quindi riduzione di
imposte) e non di forme di carattere elusivo.
Certamente un’operazione del tutto antieconomica lascia presumere che il nostro imprenditore abbia formato una provvista ma si
tratta di una presunzione e non di una prova
e anche il concetto di antieconomico appare
complesso in quanto non dovrebbe fare riferimento alla singola operazione ma ad un complesso di operazioni con la conseguenza che
la valutazione dovrebbe essere eseguita su un
arco temporale molto ampio.
Farei invece ampio affidamento sui seguenti
punti ben evidenziati nel convegno della GdF
e che indicano come gli ostacoli fino ad oggi
frapposti dai “paradisi fiscali”, segnatamente
in tema di segreto bancario, sono ormai destinati a sparire tenuto conto che:
1. a conclusione del vertice del G-20, sono
state definite le nuove linee di contrasto
ai paradisi fiscali, giungendo alla classificazione di 84 Stati in 4 diverse liste, differenziate a seconda del grado più o meno
elevato di adesione agli standard internazionali sullo scambio d’informazioni in
ambito fiscale;
2. le piazze finanziarie incluse nella lista
“grigia” dell’OCSE, hanno concluso intese o, comunque, assunto solenni impegni
di adesione ai criteri internazionali di trasparenza negli scambi d’informazioni a
fini fiscali;
3. nel corso della riunione dell’OCSE tenu-
Rivista – Novembre 2009
La
tasi a Città del Messico a metà settembre,
è emersa la ferma volontà di adottare anche sanzioni economiche nei confronti di
quegli Stati che, entro il mese di marzo
del 2010, non accetteranno di collaborare e di approvare accordi che prevedano
lo scambio di informazioni e controlli sulle posizioni bancarie;
4. la Commissione Europea vuole impedire
l’utilizzo, da parte di alcuni Paesi membri
– tra cui, in particolare, Austria, Belgio e
Lussemburgo – del segreto bancario, per
coprire frodi fiscali e fenomeni di evasione; ha inoltre sollecitato gli Stati membri
affinché si impegnino ad eliminare le misure fiscali dannose per le imprese comunitarie ed a garantire che i principi volti
ad abolire la concorrenza fiscale sleale
siano rispettati anche nei territori d’oltremare e nei rapporti con i Paesi terzi;
5. grazie alla rete di 12 ufficiali del Corpo,
distaccati in qualità di esperti presso le
ambasciate dei principali Paesi comunitari e del resto del mondo, il cui numero
è destinato ad aumentare di ulteriori 5-8
unità per effetto dell’art. 12 del D.L. n.
78/2009, nonché grazie pure ai rapporti
di mutua assistenza amministrativa e giudiziaria con gli organi collaterali di tutto
il mondo, la Guardia di Finanza è capace
di proiettarsi al di fuori dei confini nazionali per incrociare dati, scambiare informazioni, collaborare alle investigazioni
più complesse, con infrastrutture, mezzi
e risorse già collaudati.
Come si vede esiste una precisa strategia che
porta allo svolgimento di attività di intelligence che nulla lasciano al caso e che devono
consentire una precisa ricostruzione dei movimenti del contribuente.
Conclusioni
Appare chiaro che ormai il destino dei paradisi fiscali è segnato e che la lotta a questa opacità sarà sempre senza quartiere e destinata
ad ampliarsi nel futuro.
E’ giusto che questo avvenga in quanto il
principio della capacità contributiva non è
un principio la cui elusione può essere pacificamente ammessa senza che vi sia alcuna
forma di contrasto (possiamo dire che la mina
fiscale può anche minare la credibilità delle istituzioni) e questo contrasto deve essere
durissimo e preciso e non può prescindere,
in assenza di forme di collaborazione da una
precisa e puntuale attività di intelligence che
deve essere svolta dagli organi amministrativi
dello Stato di residenza del contribuente per
giungere alla determinazione complessiva
della sua posizione fiscale e quindi dell’imposta dovuta in base alle leggi vigenti.
43
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1
Elefante invisibile
di Vittoria Cesari Lusso
Perché è speciale! È l’anima gemella che rende possibile la rivelazione di magiche affinità
elettive! È il folletto che mi fa battere il cuore
all’impazzata, che accende la mia sete d’amore, che instilla la linfa della felicità nelle mie
vene. È l’elisir che monopolizza i miei pensieri,
e che cerco da sempre poiché tutto mi manca
quando esso mi manca. È lo specchio che mi
fa sentire speciale. È il paradiso o l’inferno a
seconda che il suo sguardo rifletta o rifiuti il
mio amore. È la fiamma che illumina e scalda
i miei sogni. È la poesia dei sensi. È l’alba ricca
di promesse. È…È…
Perché proprioLUI?
Perché proprioLEI?
Cos’è insomma questo fenomeno magnetico di
attrazione reciproca che chiamiamo innamoramento, capace di ispirare tali appassionate
risposte? Su di esso hanno da sempre diritto di
espressione i letterati, i poeti, i musicisti, e non
da ultimi gli innamorati stessi, a cui Cupido regala spesso bagliori di inaspettate e improvvise
virtù artistiche per colpire il cuore dell’essere
amato. Tutta l’arte insomma è ricca di questo
tema, dalla più elevata alla più umile. Ma ciò
evidentemente non basta per rispondere alle
domande: “Perché proprio LUI? Perché proprio
LEI?” Come scriveva Heinrich Böll: la quantità
di romanzi, di poemi, di confessioni e di altri scritti di vario genere, su questo particolare
continente che è l’amore, è incalcolabile. Tuttavia esso non è mai stato esplorato a fondo.
Molto probabilmente si tratta di un’esplorazione che molti non hanno voglia di compiere
per vari comprensibili motivi. Perché cercare
elefanti invisibili sotto forma di prosaiche dinamiche psicologiche e sociali nel regno delle
poetiche farfalle, della magia, degli arcani movimenti astrali, dei sogni?
Se tuttavia esistesse qualche irrimediabile curioso pronto a interessarsi a tale prosa, egli potrebbe forse trarre qualche elemento di risposta
dalle righe che seguono.
Una vecchia
leggenda indiana
narra di
un elefante che
pur muovendosi
tra le folle
con la sua imponente
mole passava
comunque
inosservato.
Come se fosse
invisibile…
Una prima spiegazione del fenomeno fa appello alla componente biologica. Una volta giunto
a maturità sessuale l’essere umano dispone di
un cospicuo equipaggiamento ormonale capace di ricevere e inviare stimoli che provocano
l’attrazione, il desiderio e la scelta di un partner
sessuale in grado di soddisfarlo. Ciò risponde
come è ben noto al bisogno collettivo di conservazione delle specie e a quello più personale della soddisfazione delle pulsioni erotiche.
Si ritiene che per millenni uomini e donne
abbiano selezionato istintivamente, all’interno
dei gruppi accessibili, la compagna o il com-
Rivista – Novembre 2009
La
pagno sulla base di caratteristiche legate al successo riproduttivo. Nella nostra epoca di netta
separazione della sessualità dalla riproduzione, ci si potrebbe chiedere se tale componente
biologica sia sempre presente. Probabilmente
sì, poiché in termini evolutivi i cambiamenti che si verificano nell’arco di pochi decenni
non rappresentano nient’altro che una goccia
nell’oceano della storia dell’umanità.
I sociologhi dal canto loro ci rendono attenti
al fenomeno dell’omogeneità sociale: la stragrande maggioranza dei partner viene scelta
all’interno delle stesse aree di appartenenza
sociale, economica e culturale, spesso anche
professionale. Un medico ha buone probabilità di unirsi a una collega frequentata in corsia; un ecologista di amare una militante per
la salvezza del pianeta; un rampollo figlio di
industriali di innamorarsi di un’ereditiera; un
berlosconiano di scegliere l’anima gemella tra
le aderenti al club “Meno male che Silvio c’è”.
Insomma, la favola di Cenerentola non si ripete
tanto spesso nella realtà.
Ci sono poi le mode che a seconda dei momenti concorrono ad incrementare il sex-appeal di
determinate figure. Ad esempio, le “veline” o le
fotomodelle oggi hanno spesso come principe
azzurro i calciatori; e a loro volta gli eroi del
pallone sono fieri di esibire il loro folle amore
per le bellissime del teleschermo o delle passerelle.
Inoltre c’è il bagaglio di fantasie - che attinge
abbondantemente all’immaginario collettivo,
ai miti e alle leggende - di cui noi umani ci
nutriamo durante l’infanzia, l’adolescenza, la
giovinezza. Ad esempio, il sogno del principe
azzurro, dell’eroe senza macchia e senza paura, del poeta romantico capace di sorprenderti sempre; oppure l’archetipo della fata, della
dolce principessa, della musa ispiratrice, ecc..
Tali fantasie ci spingono verso quelle figure
capaci di far vibrare, attraverso un dettaglio
spesso anche minimo, il nostro immaginario.
Non c’è però da stupirsi se alla prova dei fatti
la realtà non si rivela quasi mai all’altezza della
fantasia.
Infine c’è il grande e importante capitolo
della moderna psicologia “sulle radici arcane dell’amore” che indaga le vie sotterranee
dell’inconscio e il retaggio del mondo relazionale infantile per cogliere come si costruiscono
i singoli destini sentimentali che in età adulta
renderanno fatali determinati incontri. Ma questo è un capitolo che merita più spazio… arrivederci dunque alla prossima puntata.
Se questo contributo stimola la vostra voglia
di reagire, mandate un messaggio al seguente
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Donne in carriera: Giovanna Furlanetto
mbasciatore dell’Economia
Italiana nel Mondo
di Ingeborg Wedel
Abbiamo avuto il piacere di incontrare Giovanna Furlanetto, Presidente di Furla, in occasione
della nostra visita alla sede di Bologna.
La storia dell’azienda risale al 1927, anno in
cui è nato il marchio Furla. Giovanna è figlia
del fondatore e – oggi in Furla – con i figli del
fratello Carlo è entrata anche la terza generazione. Negli anni ’90 ha avuto inizio l’internazionalizzazione del brand che oggi è presente
in 64 paesi. Attualmente i negozi Furla monomarca sono 307 (145 di proprietà e 162 in
franchising) posizionati nelle vie più importanti dello shopping internazionale. I dipendenti
sono 780, di cui il 92% è costituito da personale femminile. La produzione e la vendita si è
ulteriormente ampliata negli anni e oggi comprende oltre a borse, accessori vari una linea di
calzature, occhiali – introdotti nel 2002, mentre
nel 2006 è stato siglato un accordo di licenza
con Citizen per la produzione della linea orologi. Nello stesso anno Furla comincia a muovere
i primi passi nel mondo maschile, creando la
linea Furla Uomo. Per realizzare il lancio delle
diverse linee di prodotto, Giovanna ha sostenuto la giovane creatività che considera “leva fondamentale dello sviluppo economico sociale” e
quindi ha deciso di offrire ai giovani designer di
indubbio talento una piattaforma di visibilità e
di internazionalizzazione, perché possano crescere dando loro un supporto attivo per aiutarli
a concretizzare i loro sogni e progetti.
L’Azienda ha annunciato nel 2008 un fatturato
di 157 milioni di euro con un incremento di 7
milioni sul 2007!. Anche se presa da molteplici
impegni la Presidente ha acconsentito ad essere
intervistata e ci ha fornito interessanti risposte.
Giovanna Furlanetto è nata a Bologna il
13.6.1943, vedova da alcuni anni, ha due figli:
Giuseppe è membro del Consiglio di Amministrazione dell’azienda, mentre la figlia, laureata
in psicologia , ha scelto una strada diversa.
Nel 2007 la Camera di Commercio di Bologna
ha conferito a Giovanna il pubblico riconoscimento come Ambasciatore dell’Economia Italiana nel Mondo, mentre l’anno successivo la
Presidente è stata insignita dell’onorificenza di
Cavaliere del Lavoro.
Nel nostro colloquio, Giovanna ha precisato
che è necessario sapere e poter conciliare i
ruoli che spesso una donna riassume su di se:
figlia, moglie, madre, sorella con un lavoro impegnativo per responsabilità e senza orari! “Il
tempo per farsi apprezzare è quello necessario
a far comprendere il valore del proprio contributo di creatività, di visione, di leadership, che
faccia superare la naturale diffidenza verso la
donna. Personalmente non ho incontrato diffi-
Rivista – Novembre 2009
La
coltà particolari, forse perché ho avuto la fortuna di lavorare nell’impresa di famiglia. Certamente una donna deve anche sapersi muovere
senza irritare con un comportamento troppo
“Bossy” i colleghi e dipendenti maschi!”
Certamente la diffidenza verso la donna a capo
di un’importante azienda cessa automaticamente quando i risultati del suo operato dimostrano che ha lavorato bene ed in modo corretto. Gli ostacoli che incontra la donna manager
sono principalmente quelli riferiti alla necessità
di conciliare vita privata e impegno professionale. Questo significa certamente lavorare tante ore in più cercando anche di n o n scaricare
a casa tensione e stanchezza. Giovanna non
rileva svantaggi ad essere una dirigente donna:
anzi, qualche volta suscita una certa curiosità
in più da parte dei signori uomini.
I vantaggi offerti alla donna in posizione dirigenziale possono essere le opportunità di
viaggiare, le occasioni di conoscere persone
diverse provenienti da tutto il mondo, la possibilità di aprirsi alla conoscenza di tante realtà;
mentre il privilegio è quello di essere stimata
dai collaboratori, dai clienti, dai fornitori e in
generale da chi appartiene a questo settore
merceologico.
Inoltre, la sensibilità femminile consente spesso alle donna di affrontare le situazioni seguendo il proprio istinto, come fidarsi e non fidarsi
di qualcuno o intuire le direzioni verso cui si
sta muovendo il mercato o il gusto del consumatore. Anche l’arte della seduzione conta
sempre. Una trattativa condotta con grazia,
entrando nelle simpatie dell’interlocutore è
sempre meglio e porta migliori risultati. Anche
inconsciamente la donna riesce a capitalizzare
questi aspetti. “La donna dirigente equilibrata”
afferma Giovanna ”non usa trattare in modo
diverso i dipendenti uomini dalle donne”. La
Presidente ritiene che la donna in carriera non
deve necessarimanete rinunciare alla famiglia.
Se è questo che desidera: può, anzi deve trovare il tempo. Giovanna ama i viaggi, la buona
musica, il cinema, la lettura e l’arte contemporanea in particolare per la quale ho creato il
Premio Furla per l’Arte, in collaborazione con
la Fondazione Querini Stampalia di Venezia. Il
premio – unico nel suo genere in Italia – dedicato a sostenere gli artisti italiani contemporanei, ha guadagnato negli ann riconoscimento e
prestigio negli ambienti culturali.
L’impegno di Furla nel mondo dell’arte ha portato nel 2008 alla costituzione della Fondazione Furla: istituzione che garantirà e darà continuità ai progetti in essere, permettendo un ulteriore sviluppo e rafforzamento internazionale.
47
S
Campagna anticontraffazione
e acquisti una patacca,
diventi un pataccaro
Dove non arriva l’etica, speriamo arrivi l’estetica
di Franco Cologni*
* Presidente
della Fondazione
dell’Alta
Orologeria.
48
Tic tac toc… È l’interessante head line di
una campagna anticontraffazione internazionale per attirare l’attenzione
dell’opinione pubblica su questo dannoso fenomeno. Una vera piaga che
tocca da vicino il mondo degli orologi:
le “patacche”, infatti, da tempo fioriscono come fiori del male in tanti paesi, ma
specialmente in Italia.
Il fenomeno è tanto più grave perché riguarda anche altri settori, dalla moda ai
suoi accessori, dai medicinali alle parti
di ricambio delle automobili, degli aerei
e degli yacht, dai CD all’informatica in
genere.
A livello mondiale, secondo le indicazioni statistiche date dalla Fédération Horlogère Suisse, per ogni orologio vero
venduto se ne comprano due falsi.
Non c’è da stare allegri.
Se poi andiamo sui valori, la contraffazione genera annualmente una cifra d’affari che sta tra il 6 e il 7% delle
esportazioni svizzere di orologi.
Siamo quindi di fronte ad una vera e
propria attività delinquenziale, che non
solo porta via lavoro e profitto a chi
produce e vende onestamente, ma che
sfrutta canali clandestini vicini, se non
similari, a quelli del contrabbando delle
sigarette, dello smercio di droga, della
prostituzione e della malavita in genere,
collegata quest’ultima alle mafie orientali e nostrane. Gli italiani sono spesso
citati fra i primi nella graduatoria dei
clienti del falso.
Nonostante le attività di contrasto portate avanti dai diversi organi istituzionali e
dalle associazioni industriali e commerciali interessate - fra i quali il benemerito INDICAM, Istituto di Centro Marca
per lotta alla contraffazione – questo
fenomeno interessa l’opinione pubblica
soltanto quando diviene oggetto di cro-
naca nera o gossip: quando, per esempio, sulle pagine dei media viene dato
risalto ai sequestri fatti dai Carabinieri e
dalla Guardia di Finanza o quando nelle
colazioni fra signore bene ci si racconta, con un divertimento un po’ cinico,
lo shopping di gruppo per l’acquisto dei
falsi nei mercatini di periferia. In altre
parole, il falso sembra lasciare il tempo
che trova, se non per farne delle chiacchiere.
Un fatto penale grave
Si è di fronte alla sensazione che il consumatore italiano non si renda assolutamente conto del fatto che la contraffazione è un fatto penale grave, che va dalla frode alla ricettazione; non c’è presa
di coscienza. Forse perché, anche se ci
sono varie norme repressive in materia,
tutti sanno che leggi senza sanzioni servono a niente.
Per quanto riguarda la produzione di
orologi falsi, esistono degli atelier illeciti
in Italia solo per dei “tarocchi”, chiamiamoli così, di Alto di Gamma: una contraffazione specializzata realizzata con
movimenti e casse (anche in materiali
preziosi) di buon livello qualitativo, per
cui spesso solo un occhio esperto riesce
a riconoscere la differenza tra il falso e
il vero. Spesso è solo il fattore prezzo,
cioè uno sconto del 30% su un modello
di successo – come quelli di Rolex e Cartier, da sempre i più contraffatti – a far
nascere il sospetto di trovarci di fronte a
un orologio contraffatto.
Ma la grande massa degli orologi contraffatti – e sono centinaia di migliaia,
se non milioni ogni anno – proviene
dall’Oriente, dalla Cina in particolare: in
questo caso le “patacche” sono evidenti
e nessun consumatore con un minimo di
intelligenza dovrebbe acquistarle, anche
Rivista – Novembre 2009
La
perché la differenza di prezzo fra il 100 di un vero
e il 10 di un falso, la grossolanità del modello copiato e soprattutto il luogo di vendita mercatini,
autostrade, spiagge, bar, eccetera – sono evidenti
indicazioni di un “senso vietato” chiaramente segnalato.
Siamo quindi di fronte non a un cliente truffato
ma consapevole, con tutto quel che segue.
Vanità per furbetti
Perché tanti falsi circolano in Italia? Perché fra
gli italiani ci sono tanti “furbetti” che credono non
tanto di fare un buon affare, ma di crearsi un valore d’immagine. Effimero, ovviamente, e stupido.
Tenuto conto che gli orologi contraffatti non sono
altro che repliche di modelli di successo, spesso
costosi, si può dare l’impressione errata di poter
ottenere con un falso uno status di persona superiore. È il gioco perverso del “voglio ma non posso”
che però non porta alla famosa “bella figura” ma
al finanziamento della delinquenza.Come ci si difende dalla contraffazione?
A livello dei fabbricanti svizzeri, soprattutto di
quelli che investono a lungo termine su Marca e
prodotto, non c’è che una via: rendere gli orologi sempre più difficili da copiare attraverso l’innovazione costante, la creatività e l’invenzione.
Un’attenta comunicazione ai clienti è dunque fondamentale per far rilevare la differenza sostanziale fra un vero e un falso. Oggi questi fabbricanti
sono protetti da una legislazione della proprietà
intellettuale che permette una forte difesa dei brevetti e dei designs. Ma il tutto costa caro.
Ma ci sono altri fabbricanti (si parla in Svizzera
di oltre 500 Marche di orologi) che di fronte alle
forti vendite di un loro modello si accontentano
di affermare che un falso è la prova del successo
dell’originale; ma non si rendono conto che questa
pseudo giustificazione di Marketing non solo rende la vita corta al modello, ma crea danno al cliente, in quanto non protetto e perciò non garantito.
Il timore di fare brutta figura
Le Istituzioni in Italia e in altri Paesi sono attive
nella repressione; prevedono addirittura la detenzione non solo per chi produce e vende il falso,
ma anche per chi lo acquista. Ma al di là di fatti
macroscopici legati alla cronaca nera, questa repressione non può dare risultati certi: le indagini
richiedono troppo tempo per inchiodare i malfattori indagati, e i tribunali ancora più tempo per
condannarli.
Vale la storia di quel celebre venditore di falsi che
ogni settimana andava avanti e indietro da Linate
Rivista – Novembre 2009
La
FALSO L’OROLOGIO, FALSO CHI LO PORTA.
Unica cura: la prevenzione.
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L’unico strumento di lotta alla contraffazione sia la prevenzione, cioè
la colpevolizzazione psicologica di chi acquista il falso. La campagna
“Tic tac toc” cambia così titolo e diventa in Italia “Falso l’orologio,
falso chi lo porta”, con sottotitolo “Unica cura: la prevenzione”.
con la sua valigia piena di orologi, libero di andare e venire nonostante fosse stato più volte pescato, denunciato e condannato, senza nemmeno un
giorno di prigione…
Si può concludere tristemente che nel mare magnum della contraffazione le gocce della repressione non possono lasciare traccia.
Ritengo che l’unico strumento di lotta alla contraffazione sia invece la prevenzione, cioè la colpevolizzazione psicologica di chi acquista il falso.
La campagna “Tic tac toc” cambia così titolo e diventa in Italia “Falso l’orologio, falso chi lo porta”, con
sottotitolo “Unica cura: la prevenzione”.
È un tentativo di modificare i comportamenti e le
attitudini degli italiani verso i “tarocchi”, facendoli riflettere: se acquisti una patacca, diventi un
pataccaro.
Toccare da noi la sensibilità della “bella figura” è
un argomento da non sottovalutare, come studi
recenti hanno ben spiegato.
Fare una “brutta figura” può essere un buon motivo per convincere molti ad allontanarsi dai falsi.
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S
Ciclo di pranzi d’affari “Gli italiani e la finanza
in Svizzera e in Europa: storia e attualità”
toria di una banca della Svizzera Italiana
Visto il successo dei primi tre incontri, la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera – Ufficio
di Ginevra, in collaborazione con l’associazione Calimala, presieduta dall’Avv. Stefano Catalani,
e con l’ALUB (Associazione Alumni Bocconi) presieduta dalla dottoressa Luciana Broggi e dal
dott. Fabio Scirpo, coordinatori per l’area di Ginevra, ha promosso un nuovo incontro del ciclo di
pranzi d’affari:“Gli italiani e la finanza in Svizzera e in Europa: storia e attualità”.
Ospite d’onore lo scorso 24 settembre, preso l’Hôtel Le Richemond di Ginevra, Marco Betocchi,
Direttore della Sede locale della BSI, con un intervento intitolato “Storia di una banca della Svizzera Italiana”, che ha posto l’accento sulle relazioni fra Italia e Svizzera.
Il 1873 è I’anno in cui nella vecchia Europa le truppe germaniche lasciano la
Francia e Napoleone III muore in esilio. Negli Stati Uniti si verifica un tonfo
nella Borsa di New York e Remington
produce la prima macchina per scrivere,
mentre nel vicino Canada, a Montreal,
nasce il primo Golf club del Nord America. Sono le grandi visioni e il coraggio
dei precursori a segnare le Epoche. II
Monte Bianco viene scalato nel 1786
per la prima volta e il Cervino nel 1865
solo 8 anni prima della fondazione della
Banca della Svizzera Italiano.
In Svizzera nel 1873 I’attenzione
dell’opinione pubblica si concentro sul
traforo del San Gottardo. Un’impresa
ciclopica destinata a superare il poderoso sbarramento di roccia e di ghiaccio
che separa il sud dal nord dell’Europa.
È facile, per le menti più fervide, intuirne la benefica influenza sull’evoluzione economica, industriale, commerciale
e turistica del Cantone Ticino, in modo
particolare come collegamento privilegiato tra la Svizzera e I’Italia.
Nell’atmosfera di tali, esaltanti prospettive, s’impone così I’iniziativa di favorire
il prevedibile sviluppo finanziario della
regione, fondando, nella Svizzera Italiana, un Istituto di Credito, cardine d’iniziative imprenditoriali e commerciali e
intermediario finanziario d’elezione sui
due versanti del Gottardo.
Le origini
Dell’atmosfera singolare che avvolge la
genesi della Banca della Svizzera Italiana abbiamo testimonianza concreta
Rivista – Novembre 2009
La
dai documenti che danno vita all’Istituto: un’aspirazione all’internazionalità si
può scorgere anche nella composizione
del comitato che comprende rappresentanti della Società del Kreditanstalt (il
Credito Svizzero) di Zurigo, del Basler
Bankverein (Società di Banca Svizzera) di Basilea e della Banca Generale di
Roma, con, fra i fondatori, un gruppo
di distinte persone ticinesi formato da
Carlo Battaglini, Annibale Bollati, Luigi Enderlin, Rodolfo Londerer, Pasquale Lucchini, Giuseppe Soldini, Pasquale
Veladini, Giovan Battista Ferrazzini e
Clemente Maraini.
Il 22 aprile del 1873 il notaio Girolamo
Vegezzi di Lugano roga l’atto in virtù
del quale si costituisce una Società Anonima con il nome di Banca della Svizzera Italiana, con un capitale sociale nominale di 10Mio di Franchi Svizzeri, un
nuovo Istituto bancario “atto ad incentivare opere di pubblico interesse, a contribuire
al potenziamento del turismo e rendere servizio a commercianti imprenditori e artigiani
locali”.
Nel 1880 la BSI cresce e si trasferisce
Palazzo Riva
a Lugano.
51
Folta la partecipazione all’incontro.
nello storico Palazzo dei Marchesi Riva costruito
nel 1747 e recentemente restituito ai fasti di un
tempo, dove ha sede la sua Direzione Generale.
A Locarno la prima agenzia
La prima agenzia della Banca della Svizzera Italiana apre a Locarno nel 1874 in concomitanza
con il collegamento ferroviario tra Locarno e Bellinzona. A questa seguono quella di Bellinzona
nel 1879, di Mendrisio nel 1880 e di Chiasso nel
1905. II primo libretto di risparmio viene istituito
nel 1879. Già nel prima decennio di vita l’Istituto
opera in sinergia con la vicina Penisola Italiana,
ben intuendo le opportunità per lo svolgimento
delle sue operazioni nel nuovo Regno d’Italia e
specialmente in Lombardia, dove si sviluppano
importanti industrie. Infatti, nel 1881 sulla piazza di Milano si decide la formazione della Banca
della Svizzera Italiana con un capitale di 2Mio di
Franchi Svizzeri di nominale, (disponendo di 3
agenzie su territorio Italiano: a Luino, Gallarate
e Domodossola) che verrà poi assorbita della neo
costituita Banca di Milano nel 1908. Da segnalare, come curiosità, che nella metropoli lombarda
la Banca partecipa all’operazione dei tramway
per il trasporto urbano su rotaie.
A testimoniare I’importanza e il prestigio dell’Istituto è il fatto che tra il 1881 e 1907 la Banca della Svizzera Italiana ha fatto parte del Consorzio
delle Banche Svizzere autorizzate ad emettere i
biglietti di banca, secondo la nuova regolamentazione nella quale il Franco Svizzero sostituisce le
monete cantonali e regionali.
La banca in quel periodo provvede anche al pagamento dei salari ai lavoratori della galleria del
Gottardo, aperta al traffico il 1° gennaio 1882,
opera di precipuo interesse per I’Italia e per lo
sviluppo del commercio con il nord Europa.
A testimonianza dei legami con I’Italia la partecipazione del 7.3% assunto dalla Banca Commer52
Marco Betocchi, Direttore della Sede ginevrina della
BSI, durante il suo intervento.
ciale Italiana di Milano al capitale della BSI nel
1908. Una presenza che dura 3/4 di secolo e pur
lasciando piena indipendenza operativa ne rafforza le strutture e i legami con il mondo bancario
italiano. La reputazione di serietà di cui I’Istituto
gode in campo internazionale procura I’incarico
ufficiale, affidatole dalla Croce Rossa Italiana,
per la missione umanitaria di provvedere gratuitamente al servizio del pagamento dei sussidi alle
famiglie dei prigionieri di guerra Italiani in Austria, Germania e dei prigionieri Austro-Ungarici
internanti in Italia.
Nel 1923 nel compimento del mezzo secolo di
vita della Banca della Svizzera Italiana le truppe
franco-belghe occupano il bacino della Ruhr per
forzare la Germania a pagare i debiti di guerra,
I’archeologo Carter scopre la tomba del Faraone
Tutankhamon, negli USA esce la rivista Time e in
Svizzera viene firmato il trattato di Losanna che
definisce i confini per la moderna Turchia.
Nel 1935, primo Istituto di credito ticinese a compiere tale passo, la Banca della Svizzera Italiana
estende il suo raggio d’azione al nord delle Alpi
dotandosi di una succursale a Zurigo e assorbendo la Creditmare SA fondata dal Credito Marittimo di Roma. II dramma della 2° guerra mondiale
e le conseguenze umane ed economiche si avvicinano a grandi passi, il difficile periodo bellico
viene superato e il risveglio economico muove i
suoi primi passi nel 1950.
Il risveglio economico
del II dopoguerra
Questa fase di espansione economica industriale e
finanziaria di sviluppo civile e culturale si avverte in particolar modo in Italia e Germania, dove
I’imprenditoria sa porre le basi di una società
nuova.
La ricerca e il progresso scientifico e tecnico ricevono un impulso straordinario traducendosi in
Rivista – Novembre 2009
La
tempi brevissimi nel downstream industriale e nei
prodotti dei consumi di massa. Gli scambi commerciali e finanziari internazionali sono sempre
più intensi e nascono le multinazionali. In questo clima si crea una nuova richiesta di prodotti
finanziari su scala internazionale, la Banca della
Svizzera Italiana sa rispondere a questa sfida e
nel 1969 attraversa I’Atlantico e fonda a Nassau
una banca commerciale e di affari (denominata
poi BSI Overseas Limited). Nel 1971 si perfeziona I’acquisto della totalità dell’istituto Basilese
Adler Bank Basel AG, con un raggio d’azione che
si estende anche alle zone limitrofe di Francia e
Germania. Nel 1973, anno del 100° anniversario
della banca, termina la guerra del Vietnam e scoppia lo scandalo Watergate che travolge il presidente degli USA Richard Nixon. Escono film cult
come American Graffity, la Stangata e I’Esorcista.
Aprono la succursale di San Moritz e I’affiliata
a Guernsey. Nasce anche la fondazione del centenario con la scopo di attribuire il giusto riconoscimento a persone o enti che abbiano operato a
favore dello sviluppo dei rapporti italo-svizzeri o
contribuito a una sempre migliore intesa e comprensione tra i popoli di Svizzera e Italia. I premi
a tutt’oggi sono stati assegnati, tra gli altri, allo
scrittore Riccardo Bacchelli, al senatore Professore Giovanni Spadolini, al senatore a vita Carlo
Bo. Nel 1975 BSI allarga il suo raggio di azione alla svizzera romanda, assumendo la partecipazione maggioritaria della Banque Romande di
Ginevra e aprendo un ufficio di rappresentanza a
Parigi. Nel 1976 apre la sua prima rappresentanza in Sudamerica a Caracas, Venezuela e assume
una importante partecipazione nella Compangie
Monegasque de Banques nel Principato di Monaco. Nel 1981 si apre I’ufficio di rappresentanza a
Hong kong e nel 1983 la Irving Trust company di
New York acquisisce una partecipazione del 35%
del capitale precedentemente detenuto dalla Banca Commerciale Italiana.
Il 1988 è denso di avvenimenti. La Microsoft si
afferma come il venditore mondiale di software e
il film Wall Street dipinge perfettamente I’atmosfera di quegli anni. Mikahail Gorbachev annuncia il
ritiro delle truppe russe dell’Afghanistan. Un’area
ancora oggi segnato dall’instabilità e dal terrorismo. In quell’anno la Irving Trust Compony cede
il suo pacchetto azionario BSI alla Unigestion SA
di Ginevra e nello stesso anno estende le sue attività nel Principato di Monaco, costituendo la BSI
Gérance Internationale SAM.
Un significativo ritorno sull’arena competitiva
italiana tradizionale polo di focalizzazione per la
banca si ha nel 1990 con I’apertura di BSI Finanziaria SpA a Milano.
Nel 1991 scoppia la Guerra del Golfo e il governo
Rivista – Novembre 2009
La
sudafricano abolisce le ultime leggi razziali ancora in vigore, il soviet supremo scioglie formalmente la URSS.
Nel 1995 la SBS (Società di Banca Svizzera), già
presente al momento della fondazione dello banca, diviene azionista di riferimento, dando inizio
ad un’importante fase di sviluppo che conduce
ad una più marcata focalizzazione sulle attività
di private banking. Nel 1995 con un’importante
operazione di out-sourcing lo sviluppo informatico si stacca da Banca della Svizzera Italiana per
dare vita alla affiliata Boss Lab SA, divenuto poi
B-source SA.
Il Gruppo Generali
diventa unico azionista
Un mutamento di grande periodo e nuovo vigore
all’istituto viene dato nel 1998 quando il Gruppo Generali di Trieste, una delle maggiori società
assicurative a livello mondiale diventa azionista
unico. La Banca della Svizzera Italiana si chiama
ufficialmente con il nuovo più agile nome di BSI.
Nel 125° anno di fondazione nasce la BSI Gamma
Foundation con la scopo di promuovere la ricerca
applicata nel campo della gestione patrimoniale.
Nel 2002 nasce Banca BSI Italia, SpA della BSI
Finanziaria, con filiali a Bologna Milano Torino e
Roma. La rete estera si completa con le succursali
e affiliate di New York, Miami e Londra.
Dal mese di settembre 2005 allo storico Palazzo
Riva si affianca il nuovo palazzo BSI, ristrutturato dall’architetto Gianpiero Camponovo. Caratterizzato da opere d’arte di grandi dimensioni
realizzate appositamente da Daniel Buren, Robert Barry, John Armleder e Liam Gillick. Tutte
le opere realizzate per il palazzo BSI fanno parte
della BSI Art Collection nata nel 2000, che conta opere dei maggiori artisti post-moderni quali
Tony Craigg e Peter Halley.
Nel 2006 Banca BSI Italia è conferita a Banca
Generali e a seguito di tale operazione BSI SA diventa azionista di Banca Generali con una quota
del 10.5%. Lo stesso anno BSI acquisto dal gruppo Fiat la Banca Unione di Credito di Lugano.
Per il gruppo Fiat I’operazione rientra nella strategia di focalizzazione del core-business automotoristico e BSI consolida la propria presenza in
Ticino a Zurigo e Ginevra. BSI oggi é una banca
internazionale di gestione patrimoniale con una
vasta esperienza operativa sulle principali piazze
finanziarie mondiali e focalizza le proprie attività
nel suo ambito di elezione; quello del private banking e della gestione patrimoniale in particolare.
Alla base della filosofia aziendale, BSI pone i rapporti personali con i clienti nella costante ricerca
di performance finanziarie e sociali che caratterizzano I’essere Banca Svizzera.
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Carnet
Fino al 22 novembre alla Fondazione Pierre Giannadda, Martigny
De Courbet à Picasso:
Chefs-d’œuvre du Musée Pouchkine
La Fondazione Pierre
Gianadda è una delle
più prestigiose istituzioni culturali svizzere.
Dalla sua inaugurazione nel 1978 ha accolto
circa sei milioni di visitatori che hanno potuto
ammirare magnifiche
mostre. La Phillips Collection di Washington,
le grandi collezioni del
Metropolitan Museum
of Art di New York e ora
del Museo Pushkin di Mosca sono temporaneamente ospitate a Martigny. Tutto ciò, ad indicare il prestigio di cui gode
la Fondazione, frutto della passione di Léonard Gianadda,
che decise di dedicare quest’istituzione alla memoria di
suo fratello Pierre tragicamente scomparso in un incidente aereo nel 1976. Insomma, il meglio dell’arte moderna
e contemporanea è passata tra le pareti di questo strano
edificio poco distante dal Passo del Gran San Bernardo.
La sede della Fondazione è uno scrigno beige costruito
sui resti dell’unico esempio di tempio celtico in Svizzera.
Oltre ad ospitare mostre temporanee di altissimo livello,
l’edificio ospita due interessanti collezioni permanenti che
nulla hanno a che vedere l’una con l’altra. Da una parte si
trovano i principali reperti archeologici fatti a Martigny: offerte votive di bronzo, monete, steli, armi, gioielli; dall’altra parte, al piano interrato c’è una straordinaria collezio-
ne di automobili d’epoca. Sono tutte funzionanti e alcuni
modelli sono unici al mondo. Si va dalle Bugatti alle Alfa
Romeo degli anni Trenta ad un’Isotta Fraschini dalle finiture cromate e scintillanti. Altro elemento degno di visita:
i giardini della Fondazione Pierre Gianadda. Contengono
alcuni resti di terme romane e un’esposizione permanente
di eccentriche sculture contemporanee tra cui un pollice
di bronzo alto un paio di metri ed un seno gigante. In realtà, esempi di scultura del Ventesimo secolo sono presenti
con opere di Mirò, Rodin, Brancusi, Segal, Marini e Brancusi. Fino al 22 novembre la Fondazione espone i capolavori del Museo Pushkin di Mosca. Non si tratta di una
mostra tematica su un artista in particolare o su una corrente specifica.È un percorso didattico nella storia dell’arte
del XX e XIX secolo. Questa esposizione testimonia così
la visione di alcuni collezionisti russi che s’interessavano
anche all’arte a loro contemporanea. Nel 1918 Lenin nazionalizzò le collezioni private che confluirono dopo varie
tribolazioni nel Museo di Belle Arti di Mosca dedicato poi
a Pushkin nel 1937. Arlecchino e la sua compagnia di Pablo Picasso, olio su tela del 1901 (nella foto); L’ora d’aria
di Vincent Van Gogh, La ballerina dal fotografo di Edgar
Degas sono solo alcuni dei quadri celeberrimi ospitati fino
al 22 novembre a Martigny.
Gherardo Cantoni
FINO AL 22 NOVEMBRE 2009
Aperta tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00 - festivi compresi
Fondation Pierre Gianadda, 59, Rue du Forum - Martigny
www.gianadda.ch
❱ INCONTRO DIBATTITO A WINTERTHUR
Sala PECAVI Seestrasse 123 8002 Zurigo
Relazione sullo stato della lingua italiana
nelle aree linguistiche minoritarie
Mercoledì 11 novembre 2009
ore 17.00-19.00
Presso il Dip. Linguistica appl. - ZHAW,
Theaterstr. 15c, Winterthur, Aula O1.01
Intervengo (Ore 17.15):
Annamaria Corradi, Ispettrice presso l’Intendenza scolastica italiana della Provincia autonoma di Bolzano
(Ore 18.00)
Claudio Lardi, Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento dell’educazione,
della cultura e della protezione dell’ambiente del Cantone dei Grigioni
Ingresso libero
Aperitivo
Sauvignon, Magnás Az. Agricola - DOC
2008 - Friuli Venezia Giulia, Cormòns
❱ VINO ITALIANO E SELVAGGINA LOCALE
Cena con degustazione
Giovedì 19 novembre 2009
Ore: 19.00
Rivista – Novembre 2009
La
Antipasto
Capriolo affumicato “Belvoirpark“
Capuns con prosciutto crudo
Vino: Franciacorta “Valentino Majolini”
Riserva, DOCG 1994 - Lombardia, Ome
Piatto principale
Scaloppine di capriolo con salsa di selvaggina alla panna
Spätzli al burro, cavoli rossi stufati, castagne glassate e mela al mirtillo
Vino: Rosso Conero “Adeodato”, La Vite
Monteschiavo, DOC 2002 - Marche, Maiolati Spontini
Variazione di desserts - Friandises
Vino: Assoluto, Isola dei Nuraghi, Pala
Vini, IGT 2003 - Sardegna, Serdiana
Prezzo menù compreso di vino, acqua e
caffè Fr. 130.-- a persona
Cucina: Restaurant “Belvoirpark” Zurigo Vini: Buonvini Zurigo
Organizzazione: Camera di Commercio
Italiana per la Svizzera, Zurigo
Prenotazione obbligatoria (posti limitati)
Tel. 044/289 23 23
Luigi Palma, Simona Ninni
E-mail: [email protected] - [email protected]
❱ UN SECOLO DI RAPPORTI ITALOSVIZZERI: IL FUTURO SOTTO LA LENTE
26 novembre ore 18.30
Sala del Liceo Artistico Parkring 30, Zurigo
1909 – 2009: 100 anni di Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Presentazione del volume edito in occasione del centenario
Intervengono: l’autore, Tindaro Gatani,
il presidente onorario Marco Gherzi e il
Segretario generale della CCIS, Andrea G.
Lotti
Ingresso libero
55
Gli appuntamenti di novembre
❱ 8 novembre ore 16.00
St. Agathasaal Bahnhofplatz 3, Dietikon
Organizza: Liceo Vermigli di Zurigo, Centro culturale
”Sandro Pertini” di Dietikon
Entrata Fr. 10.- studenti Fr. 5.La Mandragola
Commedia in 5 atti di Niccolò Machiavelli
Adattata e interpretata dagli studenti del Liceo Vermigli di Zurigo
❱ 22 novembre ore 17.00-18.00
Zwinglihaus Aemtlerstr. 23, Zurigo
Tempio di concerti
Concerto per pianoforte a quattro mani
Maria Grazia Sorrentino, Peter Hitz
Musiche di Clementi, Casella, Ravel, Fauré e Brahms
Dopo il concerto: rinfresco e incontro con i musicisti
Ingresso libero (colletta)
❱ 9 novembre, ore 18.15
Edificio principale dell’Università, Rämistr. 71, Zurigo
Storia di Montalbano
Una riflessione critica di Gianfranco Marrone
(Università di Palermo e La Stampa) sul noto personaggio
creato da Andrea Camilleri
Aula KOL-F-117 - ingresso libero
❱ 23 novembre ore 17.00
Sala del Liceo Artistico Parkring 30, Zurigo
L’Orlando furioso di Ariosto,letto e raccontato in prosa
Conferenza del Prof. Gianni Celati - Ingresso libero
❱ 11 novembre 2009 ore 17.00-19.00
Dip. Linguistica appl. – ZHAW - Theaterstr. 15c
Winterthur - Aula O1.01
Relazione sullo stato della lingua italiana
nelle aree linguistiche minoritarie
Incontro e dibattito
Intervengono: Annamaria Corradi, Ispettrice presso l’Intendenza scolastica italiana della Provincia autonoma di Bolzano, Claudio Lardi,
Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e della protezione dell’ambiente del Cantone dei Grigioni
Ingresso libero
❱ 12 novembre ore 16.15-20.00
Edificio principale dell’Università, Rämistr. 71, Zurigo
Italiano: a che punto è la notte?
Tavola rotonda con la partecipazione di S. Bartezzaghi (la Repubblica), G. Marrone (Università di Palermo e La Stampa), N. La Fauci
(UZH), P. Di Pretoro (Istituto Italiano di Cultura di Zurigo)
Aula KOL-G-217
Ingresso libero
❱ 13 novembre ore 18.15
Edificio principale dell’Università Rämistr. 71, Zurigo
Dante, i giochi e la memoria
L’opera di Dante Alighieri vista attraverso la prospettiva dello studioso di giochi Stefano Bartezzaghi (la Repubblica)
Aula KOL-F-117
Ingresso libero
❱ 17 novembre, ore 20.00-22.00
Conferenza-lettura dello scrittore Tiziano Scarpa
Literaturhaus di Zurigo Limmatquai 62, Zurigo
Presentazione del romanzo ”Stabat Mater” (2008),
vincitore del Premio Strega 2009, e della traduzione tedesca (Klaus
Wagenbach, 2009)
Moderazione Luca Bernasconi, traduzione e lettura Prof. Johannes
Bartuschat. Ingresso Fr. 18.- (ridotti Fr. 12.-)
❱ 19 novembre ore 19.00
Sala Pecavi - Seestr. 123, Zurigo
Vini italiani e selvaggina locale
Cena e degustazione
Organizza: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Posti limitati. Iscrizione obbligatoria entro il 10 novembre:
044 289 23 23 oppure [email protected]
Costo Fr. 130.- (aperitivo, vini, acqua e caffè compresi)
56
❱ 24 novembre ore 18.00-20.00
Edificio principale dell’Università, Karl Schmid-Str. 4, Zurigo
Serata di poesia con Giorgio Orelli e Fabio Pusterla
Per informazioni: 044 634 36 23
KO2-F-175 - ingresso libero
❱ 26 novembre ore 18.30
Sala del Liceo Artistico Parkring 30, Zurigo
1909 – 2009: 100 anni di Camera di Commercio Italiana
per la Svizzera
Un secolo di rapporti italo-svizzeri: il futuro sotto la lente
Presentazione del volume edito in occasione del centenario
Intervengono: l’autore, Tindaro Gatani e il Segretario generale della
CCIS, Andrea G. Lotti - Ingresso libero
❱ 27 novembre ore 18.00
Romanisches Seminar UZH Zürichbergstr. 8, Zurigo
Tre operai, tre giovani d’oggi
Conferenza del drammaturgo, saggista e regista Enrico Bernard, figlio del-l’autore neorealista Carlo Bernari, autore del celebre romanzo ”Tre operai”, e lettura teatrale della compagnia ”A prescindere”
Per informazioni: 044 634 36 23
Aula D31 - ingresso libero
❱ 29 novembre ore 19.00-20.00
Zwinglihaus Aemtlerstr. 23, Zurigo
Tempio di concerti Napoli in Jazz
Concerto Jazz dell’Alessandro D’Episcopo-Trio A. D’Episcopo, piano; H. Hämmerli, contrabbasso; E. Frey, batteria.
Dopo il concerto: inaugurazione del Presepe napoletano di Paola de
Paola, rinfresco e incontro con i musicisti
Ingresso libero (colletta)
❱ 30 novembre ore 19.00-21.00
Kantonsschule Freudenberg Gutenbergstr. 15, Zurigo
Conferenza-lettura della scrittrice Susanna Tamaro
Presentazione del racconto ”Il grande albero” (2009), e della traduzione tedesca (Bertelsmann, 2009). In italiano e in tedesco.
Aula Magna della Kantonsschule Freudenberg - ingresso libero
❱ 5 dicembre ore 16.30
Casa d’Italia Erismannstr. 6, Zurigo
Quando c’era Un’ora per voi
Una serata di immagini, ricordi e riflessioni in compagnia di Mascia
Cantoni, conduttrice della trasmissione per gli italiani in Svizzera, a
45 anni dalla prima puntata
Interverranno alcuni dei protagonisti della tv di quegli anni, fra cui
Marco Blaser, Sergio Genni e Dario Robbiani, e Matilde Gaggini,
autrice del volume ”Un’ora per voi. Storia di una TV senza frontiere
(1964-1989)”. Seguirà un aperitivo.
Rivista – Novembre 2009
La
Carnet
Fino al 22 novembre
“Furore e Grazie”: il Guercino in mostra a Berna
Per la prima volta in Svizzera una panoramica della produzione grafica del Guercino, uno degli esponenti più importanti del barocco italiano
Giovanni
Francesco
Barbieri (1591-1666)
- soprannominato dai
suoi contemporanei Il
Guercino per via del
suo strabismo - è un artista quasi sconosciuto
al grande pubblico
svizzero. Il perché lo
spiega Samuel Vitali,
curatore della mostra
bernese: “Le collezioni
svizzere sono povere
in arte barocca, particolarmente barocco italiano. Ci sono musei che fanno un
po’ di mostre - Basilea, Zurigo, noi stessi - ma sono quasi
sempre dedicate al barocco e all’arte antica di estrazione
nordica, svizzero-tedesca e soprattutto fiamminga. Invece
ci è sembrato giusto e doveroso far vedere al pubblico svizzero anche l’arte italiana, in particolare quella barocca.”
Il Kunstmuseum di Berna dedica al pittore emiliano (è nato
a cento) un’esposizione monografica intitolata “Furore e
Grazie” presentando quasi esclusivamente opere grafiche
provenienti dall’importante collezione degli Uffizi recentemente catalogata da Nicolas Turner, uno dei massimi
esperti dell’opera del Quercino. Tra gli oltre 400 disegni
che costituiscono il fondo della collezione fiorentina, Turner ha selezionato un centinaio di pezzi - i più belli e significativi - e li ha raccolti in una mostra presentata l’inverno scorso al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi.
Questa selezione di disegni, simile ma non identica, è ora
proposta a Berna tenendo conto sia del gusto che delle conoscenze del pubblico svizzero. I disegni esposti ci danno
un chiaro esempio sia delle tecniche e degli stili adottati
dal Guercino, sia della sua versatilità non comune nella
scelta dei temi - che spaziano dal naturalismo alla figura,
dalle raffigurazioni paesaggistiche alle composizioni sacre, dalle caricature ai ritratti - sia dell’influenza che il suo
segno ebbe su altri artisti.
Nella foto: Autoritratto, olio su tela, circa 1635-1640.
(Schoeppler Collection, Londra).
Esposizione fotografica della Fondazione svizzera
per la tutela del paesaggio
I paesaggi terrazzati del Piemonte e della Svizzera
Quest’esposizione intende illustrare in tutta la loro ricchezza i paesaggi culturali più impressionanti modellati dall’uomo: i terrazzamenti agricoli. Senza esagerare,
questi paesaggi possono essere paragonati ai capolavori
pittorici di Vincent van Gogh. Alcuni di questi paesaggi
sono noti in tutto il mondo: i terrazzi delle Ande, della
Cina, di Bali o delle montagne dal Kashmir. I promotori di questa esposizione sono però convinti che anche i
pendii terrazzati delle Alpi svizzere e di quelle piemontesi presentano forme e dimensioni in grado di suscitare la
medesima meraviglia di quelli situati nei paesi esotici.
Con l’esposizione di oltre 100 fotografie commentate in
lingua italiana e tedesca si intende perorare la difesa e il
Rivista – Novembre 2009
La
mantenimento di questi paesaggi dimenticati e minacciati dall’incuria. Si tratta di un’eredità di interesse collettivo
che merita più attenzione e più rispetto. Sia in Svizzera
che in Piemonte mancano ancora un inventario nazionale generale e dettagliato di questi paesaggi terrazzati un
programma per la loro protezione. La Fondazione Svizzera per la Tutela del Paesaggio (FP) sta elaborando nell’ambito del suo progetto PROTERRA dei principi ed obiettivi
del mantenimento di questi paesaggi. Quest’esposizione
sui paesaggi terrazzati (unica in Europa) è stata ideata
e realizzata dalla FP in collaborazione con l’Ecomuseo
dei Terrazzamenti e della Vite di Cortemilia (Italia) e di
ECOVAST (European Council for the Village and Small
Town). Lasciatevi incantare dalle bellezze dei paesaggi
terrazzati elvetici e piemontesi! Contribuite a conservare
queste testimonianze della storia del paesaggio europeo,
oggi in pericolo.
Foto: Archiv © Stiftung
Landschaftsschutz Schweiz
Betagtenheim Wartau, Haus im Bongert
Poststr. 52, 9478 Azmoos
Fino al 18 novembre 2009
Orari di apertura: lunedì – sabato 9.00 – 18.00
domenica 10.00 – 18.00
57
Cio’ che pratichiamo dal 1958
ha oggi un nome:
Fair-Relationship-Banking.
Tutte le pubblicazioni bancarie affermano che il cliente è il «centro
dell’attenzione»: cosa significa concretamente questa frase?
E come fare per non perdere di vista questo «centro dell’attenzione»,
fra i tantissimi impegni di un’azienda moderna?
Da 50 anni Finter Bank Zurich, banca svizzera di qualità, percorre la
propria strada in autonomia: la nostra presenza sul mercato è sempre
stata molto riservata, ma chi ha voluto conoscerci meglio ha presto
scoperto che da noi il concetto di «valori» assume un’importanza
molto rilevante.
Fair-Relationship-Banking è ciò che i clienti possono chiederci e
che noi dobbiamo dare loro: per tutti i clienti che non si accontentano
di promesse, ma che desiderano provare davvero quanto possa essere
diverso il Private Banking.
Per ulteriori informazioni > www.finter.ch
Fair-Relationship-Banking
Sede centrale: Finter Bank Zürich AG Claridenstrasse 35 CH-8002 Zürich
Sedi e Affiliata: Lugano, Chiasso, Nassau Bahamas
Assicurazione vita: FinterLife Vaduz Liechtenstein
dal 1958
di Liber
Tiziano Scarpa
Stabat Mater
Einaudi
pp. 148
€ 17,00
È notte, l’orfanotrofio è immerso nel sonno. Tutte le ragazze
dormono, tranne una. Si chiama Cecilia, ha sedici anni. Di giorno suona il violino in chiesa, dietro la fitta grata che impedisce
ai fedeli di vedere il volto delle giovani musiciste. Di notte si
sente perduta nel buio fondale della solitudine più assoluta.
Ogni notte Cecilia si alza di nascosto e raggiunge il suo posto
segreto: scrive alla persona più intima e più lontana, la madre
che l’ha abbandonata. «Ma sono lettere, queste? A me sembrano un abbraccio che si sporge alla finestra su un cortile vuoto, sono calci e pugni dati alla cieca, per aria, in solitudine».
Gianluigi Nuzzi
Vaticano Spa
Chiarelettere
pp. 280
€ 15.00
Spericolate operazioni finanziarie mascherate da opere di carità e fondazioni di beneficenza. La storia raccontata in questo
libro è totalmente inedita. Parte da un archivio immenso, custodito in Svizzera e da oggi accessibile a tutti. Circa quattromila
documenti. Lettere, relazioni riservate, bilanci, verbali, bonifici. La finanza del Vaticano come non è stata mai raccontata.
Tutto grazie all’archivio di monsignor Renato Dardozzi
(1922-2003), tra le figure più importanti nella gestione dello Ior
fino alla fine degli anni Novanta. Sembrava una storia conclusa
con gli scandali degli anni Ottanta. Con Marcinkus, Sindona e
Calvi. Invece tutto ritorna. Dopo la fuoriuscita di Marcinkus dal-
Antonello Venditti
L’importante
è che tu sia infelice
Mondadori
pp.156
€ 16.00
„Si chiama gioventù quella cosa che quando la vivi è un
inferno e quando la ricordi è un paradiso.”
Antonello Venditti apre le porte della memoria e dà il benvenuto al lettore nel suo intimo paradiso.
Senza filtri né inibizioni lo porta nei suoi luoghi d’infanzia,
gli presenta i personaggi incontrati per strada e finiti nelle
canzoni, gli svela aneddoti della sua vita con l’ironia che lo
contraddistingue.
Più un romanzo che un’autobiografia, perché i brani che
hanno reso Antonello Venditti un pilastro della musica ita-
Rivista – Novembre 2009
La
Scaffale
La musica per lei è un’abitudine come tante, un opaco ripetersi di note. Dall’alto del poggiolo sospeso in cui
si trova relegata a suonare, pensa «Io non sono affatto sicura che la musica si innalzi, che si elevi. Io credo che
la musica cada. Noi la versiamo sulle teste di chi viene
ad ascoltarci». Così passa la vita all’Ospedale della Pietà
di Venezia, dove le giovani orfane scoprono le sconfinate
possibilità dell’arte eppure vivono rinchiuse, strette entro i limiti del decoro e della rigida suddivisione dei ruoli.
Ma un giorno le cose cominciano a cambiare, prima impercettibilmente, poi con forza sempre piú incontenibile, quando arriva un nuovo compositore e insegnante di violino. È
un giovane sacerdote, ha il naso grosso e i capelli colore del
rame. Si chiama Antonio Vivaldi. Grazie al rapporto conflittuale con la sua musica, Cecilia troverà una sua strada
nella vita, compiendo un gesto inaspettato di autonomia e
insubordinazione.
Tiziano Scarpa è nato a Venezia nel 1963.ha pubblicato numerosi romanzi presso Einaudi, Rizzoli e Feltrinelli. Scrive
su ilprimoamore.com.
la Banca del Papa, parte un nuovo e sofisticatissimo sistema di
conti cifrati nei quali transitano centinaia di miliardi di lire. L’artefice è monsignor Donato de Bonis. Conti intestati a banchieri, imprenditori, immobiliaristi, politici tuttora di primo piano,
compreso Omissis, nome in codice che sta per Giulio Andreotti.
I soldi di Tangentopoli (la maxitangente Enimont) sono
passati dalla Banca vaticana: titoli di Stato scambiati per riciclare denaro sporco. Depositi che raccolgono i soldi lasciati dai fedeli per le Sante messe trasferiti in conti personali, con le più abili alchimie finanziarie.
Lo Ior ha funzionato come una banca nella banca. Una
vera e propria “lavanderia” nel centro di Roma, utilizzata anche dalla mafia e per spregiudicate avventure politiche. Un paradiso fiscale che non risponde ad alcuna
legislazione diversa da quella dello Stato del Vaticano.
Gianluigi Nuzzi è inviato di Panorama. Già collaboratore del
Corriere della Sera e giornalista de Il Giornale, dal 1994 segue
le principali inchieste giudiziarie con implicazioni politiche e
finanziarie del nostro Paese. Nella primavera del 2008 ha avuto per la prima volta accesso all’archivio segreto di monsignor
Dardozzi.
liana fanno solo da sfondo, accompagnano, storicizzano il
racconto, ma in primo piano ci sono le sue emozioni, le sue
paure, le sue esperienze.
Dalle gare con le macchine truccate a Olevano Romano
alla passione per Roma e per la Roma, dagli amori sognati a quelli consumati, passando per il Folkstudio e il
bar dell’RCA, gli incontri eccellenti con Fellini e il Dalai
Lama, i viaggi in Africa, le contestazioni studentesche, le
considerazioni religiose e quelle politiche, la lotta per ottenere libertà intellettuale e artistica dalla pelle al cuore.
Il centro della narrazione, da dove tutto parte e tutto torna, è l’ambiente familiare: un padre prefetto anarchico,
un fratello mai nato, una madre egoista che avrebbe preferito un figlio avvocato, che alla morte gli lascia i diari scritti per tutta la vita e da sempre chiusi in un baule.
È proprio davanti a quel baule che Venditti, dopo una carriera straordinaria e una vita altrettanto intensa, decide di
rompere il lucchetto dei ricordi e affondarci l’anima.
Antonello Venditti (Roma, 8 marzo 1949) è un cantautore
italiano. Ha pubblicato trentacinque album, vendendo decine di milioni di copie.
59
P
Intervista con Saro Marretta
iccoli italiani in Svizzera: una classe
incontra il maestro d’italiano
dopo quarant’anni
Ora si torna a parlare di questo piccolo
capolavoro, vista la nuova edizione, dove
dopo ben 42 anni, il maestro, torna a cercare i suoi “piccoli” alunni, per farci sapere che cosa e come sono diventati i piccoli
italiani in Svizzera. Abbiamo incontrato
il ‘vecchio maestro’ che ci ha rilasciato
questa cortese intervista:
Ti è da poco stato assegnato il “Premio
Internazionale Emigrazione 2008”, promosso da una giuria di esperti e docenti
dell’università de L’Aquila (Italia) e di
Pratola Peligna, sotto la guida della prof.
ssa Liliana Biondi Di Fabio, che ha esaminato 700 opere di 224 partecipanti.
di Chiara Marcon
Saro Marretta, alla fine degli anni Sessanta era in Svizzera come docente in
una classe elementare, ed insegnava ai
bambini figli di emigrati italiani. Da questa sua esperienza, è nato un libro Piccoli italiani in Svizzera, che raccontava le
“avventure” quotidiane dei suoi piccoli
ed inconsapevoli protagonisti, in classe
e fuori, la narrazione è un tutt’uno. Gli
allievi non si discostano quasi mai dalla loro socialità e cultura, anzi, davanti
a nuovi insegnamenti, a volte la rafforzano con l’aiuto di famiglie tradizionali,
spesso chiuse nel loro mondo irreale in
Svizzera, vissuto come momento di passaggio con la consapevolezza che tutto
può finire appena non viene rinnovato
un permesso di soggiorno. Pagina dopo
pagina, tutti prendono vita e assumono
caratteristiche. Sono Gennaro, Franchino, Filumena, Carlo e tanti altri, che, legati ad un soprannome, acquisiscono una
connotazione unica ed indimenticabile.
La prima stesura, viene pubblicata sotto
lo pseudonimo di Saraccio. Il successo è
talmente grande che il direttore scolastico lo rimuove dall’incarico, visto il polverone sollevato dai suoi racconti. Il libro
ha un grande impatto di pubblico, da subito ci sono tre edizioni, viene tradotto e
pubblicato in tedesco.
60
Hanno scelto il tuo libro. Ti aspettavi
questo risultato?
Devo dire la verità, io non avevo neppure partecipato, non volontariamente, a
segnalare il mio libro è stata la responsabile della casa editrice alla quale mi sono
appoggiato, la Cosmo Iannone di Isernia.
È stato davvero un bel riconoscimento,
ma devo dire che da quando ho scritto
Piccoli italiani in Svizzera le cose sono
davvero cambiate per me, mi ha portato
molta fortuna. Il libro nasce dal tuo insegnamento ai corsi per gli italiani in Svizzera, nelle scuole elementari di Zurigo e
nel piccolo comune di Frohwil.
Esattamente ho iniziato così la mia carriera d’insegnante e contemporaneamente anche quella di scrittore. Visto che
avevo il diploma di maestro elementare
all’inizio mi sono offerto di insegnare ai
bambini italiani, quelli che oggi chiamiamo “clandestini”, che con mio grande
stupore ho scoperto esistenti in Svizzera
negli anni Sessanta. Non erano registrati,
e quindi giocherellavano tutto il giorno
perdendo tempo, visto che non potevano
frequentare la scuola, mi sono offerto di
insegnare ciò che sapevo, un po’ di grammatica e un po’ di numeri, e soprattutto
la lingua italiana visto che parlavano solo
Rivista – Novembre 2009
La
il dialetto, che loro sentivano ed imparavano dai
genitori. Poi ho avuto la mia prima classe ufficiale, quella che mi spinto a scrivere questo libro. Un
gruppo di bambini, indimenticabile, singolare.
C’e’ qualche bambino del gruppo di cui ti ricordi
di più? Devo dire che ho un ricordo per tutti, e
si possono trovare uno a uno nel libro… Ora mi
verrebbe da dire Filumena, una ragazzotta robusta, alta con un vocione importante, tanto che tutti
la chiamavano “Voce-e’-lupo”. Pensa che quando
l’ho rincontrata dopo 42 anni, per scrivere il seguito della storia, al telefono ho avuto un sussulto
quando ho sentito la stessa voce, ho visto la mia
vita come riunirsi, presente e passato, davvero un
effetto strano.
Dopo quel libro hai però lasciato il corso…
Sì,il direttore della scuola, riteneva scomodo avermi ancora come insegnante, e quindi mi ha “sollevato” dall’incarico, (questo termine ancora oggi mi
fa sorridere), e devo dire che questo ha dato una
svolta alla mia vita, mi sono iscritto all’università,
ho finito la mia formazione di docente, e sono poi
entrato in un liceo svizzero. Il mio cambiamento
è stato radicale, ma positivo. Anche se i miei inizi non sono stati facili, ora sono molto soddisfatto.
C’è da fare anche una precisazione: al mio posto
nel corso, il direttore aveva inserito una sua parente nel corpo docente, e forse il libro era solo una
scusa ufficiale. Sotto c’era altro.
Dopo quarant’anni è stato facile rintracciare
gli studenti? Hanno parlato volentieri dell’evoluzione che hanno avuto? È stato facile ritrovarli
perché avevo con me ancora il mio primo registro,
che non avevo mai restituito, e con i nomi e le date
di nascita non è stato difficile trovarli. Alcuni li ho
ritrovati dove li avevo lasciati a Frohwil, alcuni in
Germania, altri al paese natio, in Italia. Non tutti sono stati contenti di sentirmi. Alcuni mi hanno
risposto che non avevano molto da dire, però con
alcuni è stato davvero bello parlare. Su 16 allievi
ne ho trovati 12. Questi ragazzi parlavano il dialetto dei genitori, non conoscevano l’italiano e quindi
hanno fatto fatica ad integrarsi, perché in tanti anni
non hanno imparato nemmeno lo svizzero tedesco.
Non avendo delle basi di studio solide alcuni non
ce l’hanno fatta. Non tutti per fortuna: due son diventati dentisti e la più brava della classe allora,
Palmira, è diventata maestra elementare. Grazie a
lei ho ricostruito le storie degli altri protagonisti.
Che ruolo ha la famiglia nello sviluppo di un giovane? Importante, ti può aiutare nel tuo sviluppo,
scolastico e sociale, ma ti può anche rovinare. Una
famiglia oppressiva, che ti mette paura, fa crescere
Rivista – Novembre 2009
La
dei figli che sicuramente poi manifestano dei problemi. I genitori dei miei allievi, erano in parte giustificati: i primi migranti in Svizzera venivano per
risollevare la loro situazione economica, la loro socialità era sviluppata nel paese di origine, al quale
loro volevano e speravano di tornare molto presto.
Pensa che alcuni non compravano nemmeno i mobili per la casa, perché non sapevano per quanto
potevano stare in Svizzera. Bastava un permesso
di soggiorno non rinnovato per far tornare tutti a
casa, in breve tempo. Io penso di aver raccontato
una situazione reale. In genere, quando scrivo, mi
baso molto sulla realtà e questa purtroppo era la
vita dei nostri migranti in Svizzera agli inizi degli
anni Sessanta.
Quindi ti definisci uno scrittore verista?
Sì, in genere scrivo di ciò che conosco. Naturalmente, con la fantasia, arricchisco di particolari.
Solitamente scrivo delle persone che incontro, che
mi rimangono impresse: persone particolari o magari originali.
Allora chi t’ incontra, può finire dentro a tuo racconto? Sì è probabile, ma di solito scrivo solo di
persone che mi hanno colpito, che mi hanno dato
uno spunto….quindi la maggior parte di voi non
corre rischi.
Tu hai scritto in tedesco anche due thriller…
Sì ho scritto in collaborazione con Himmelberger,
due libri importanti, Der Tod kennt keine Grenzen, e Die letzte Reise nach Palermo, che hanno
avuto un grande successo anche come audiolibri.
Per non parlare dei racconti gialli, che scrivo per la
diffusione dell’italiano all’estero, che vengono letti
in ben venti Paesi diversi. Ho iniziato con La Commissaria, un racconto con parole molto semplici
per gli studenti principianti, e poi da lì sono partito, a volte occupandomi anche delle illustrazioni.
Davvero impegnativo.
Progetti importanti poi sviluppati dai tuoi racconti? Il giallo “Die letzte Reise nach Palermo”, è
diventato poi un film con la regia di Ester Sparatore per il Goethe – Institut di Palermo. Der Tod
kennt keine Grenzen è stato pubblicato in 3 CD
dalla casa editrice Radioropa, con la recitazione
dell’attore Thomas Wingrich. Sviluppi molto importanti direi.
Progetti per il futuro? Continuare ad insegnare e
assolutamente a scrivere.
Saro Maretta, Piccoli italiani in Svizzera
Cosmo Iannone Editore, pp.169 - € 12,00
61
I
Gli scrigni delle curiosità10
Musei della Tappezzeria, delle Navi e
Antiche Carte Geografiche, Storico del
Soldatino, delle Arti Cinesi ed Etnografico,
degli Strumenti Musicali Meccanici
di Lucor
62
Museo della Tappezzeria
La decisione di creare a Bologna un Museo dedicato alla tappezzeria e a tutto ciò
che a questa è legato fu presa dal fondatore del Museo, il cavalier Vittorio Zironi,
maestro tappezziere, mentre era internato
in un campo di prigionia tedesco, dove apprese del bombardamento e della distruzione del Museo di Berlino. La raccolta
dei reperti iniziò l’anno dopo il suo ritorno
a Bologna, nel 1946. Nel 1966 la collezione fu aperta al pubblico nella sede di palazzo Salina Brazzetti. Nel 1990 avvenne
il definitivo allestimento dell’attuale sede,
Villa Spada.
La raccolta fu in un primo tempo reindirizzata esclusivamente ai tessuti da tappezzeria e a tutto ciò che era a questo
connesso, come attrezzature e telai, tra i
quali un grande telaio lombardo del 1700
trasformato nel 1801 nel sistema jacquard,
e un telaio per galloni e passamaneria del
1370. In seguito, nella consapevolezza che
la storia della tappezzeria è anche la storia di mode e di stili di vita dei popoli, le
acquisizioni compresero tessuti prodotti
per l’abbigliamento, vesti destinate alle
celebrazioni liturgiche e abiti. La collezione fu in seguito arricchita da generose e
importanti donazioni, tra le quali l’archivio del pittore Bolognese Guido Fiorini
(1879-1960), decoratore e grafico dell’Aemilia Ars e i 400 reperti della scuola di ricamo di Perugia da parte della fondazione
Uguccione Ranieri di Sorbello. Alla base
della nascita della collezione e dei successivi criteri di acquisto, sempre condotti dal
Cavalier Zironi, oltre all’innegabile fattore
estetico, altrettanto importante fu la considerazione del valore del reperto tessile
come fonte di conoscenza del passato e del
patrimonio rappresentato dalla tradizione
artigianale Italiana. Complementare a tale
concetto è la decisione presa dall’attuale
presidente del Museo, l’Architetto Stefano Zironi, di fare studiare e schedare l’intera collezione procedendo attraverso nuclei di raccolta che possono rappresentare
in modo completo una tipologia tessile. La
consultazione della raccolta, esposta per
tipologie nei tre piani della Villa, sarà resa
più agevole agli studiosi con la creazione
di un catalogo accessibile per via informatica, che renderà possibile uno studio a distanza e garantirà l’integrità del materiale
qui conservato, per la sua stessa natura
particolarmente fragile. Nell’ottica della
conservazione e di un controllo periodico
dei materiali è stato concepito come parte
integrante del Museo e collocato al quarto
piano della Villa, un laboratorio di restauro dei tessuti che, oltre ad avere prestigiosi incarichi esterni, garantisce il controllo
dell’intera collezione. L’esposizione museale è organizzata in forma tipologica.
Museo delle Navi e delle Antiche
Carte Geografiche
Il Museo delle Navi conserva una prestigiosa collezione di antichi modelli navali
dei secoli XVII e XVIII, appartenuta alla
Camera di Geografia e Nautica dell’Istituto delle Scienze di Bologna. Il museo è considerato, per l’integra e compatta antichità
del suo corredo, uno dei più importanti del
mondo, poiché i modelli sono stati costruiti dagli stessi cantieri navali che hanno
varato i vascelli e le galere, qui riprodotti in scala. Nello stesso museo si possono
ammirare grandi carte geografiche coeve,
ricche di scritture, motivi ornamentali, decorazioni di figure allegoriche, umane e di
animali, in un periodo in cui, nel tentativo
di determinare l’estensione delle terre e degli oceani, la scienza non appariva ancora
disgiunta dalla fantasia. La collezione, che
comprende anche numerose carte nautiche, rappresenta un momento fondamen-
Rivista – Novembre 2009
La
tale dello sviluppo cartografico europeo
tra il XVII e il XVIII secolo e permette di
capire la formazione dell’immagine moderna dei continenti. Il percorso è integrato da video e diapositive.
Museo Storico del Soldatino
Fondato nel 1973 da Mario Massacesi,
il museo è ospitato a Bologna nella villa Aldrovandi Mazzacorati. È costituito
da circa 15.000 esemplari che coprono
tutto l’arco di questo tipo di produzione
(dall’inizio dell’Ottocento). I materiali
sono dei più vari: carta, piombo, stagno,
stucco, latta, pasta di legno, plastica, così
come è varia la provenienza e il tipo di
produzione (pezzi unici e in serie). Tra
le curiosità si segnalano i soldatini in cartoncino dipinto, appartenuti a Giacomo
Leopardi, i soldatini piatti di stagno “di
Norimberga”, modellini in pasta, gesso,
plastica e gomma dura, dipinti a mano e
i soldatini in piombo della metà del XIX
sec. fino ai primi anni del XX sec. Inoltre collezioni tematiche (Carabinieri, la
Legione Straniera) e ricostruzioni. Fra
le rarità, soldatini in carta dell’esercito
pontificio (1820), Hillpert di Norimberga (inizi ‘800), Pellerin d’Epinal (1870),
Adam Schweitzer (1820), Lucotte (1900),
G. Schneider (1903), Furth (1880-1910);
inoltre stampi, attrezzatura da war-game,
diorami, macchine da guerra di latta degli
anni 1910-40
Il Museo d’Arte Cinese
ed Etnografico di Parma
Il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di
Parma prende le mosse nel 1901. A conclusione della grandiosa Esposizione Universale di Torino, organizzata dall’Italia
nel 1898, il Senatore Fedele Lampertico
di Vicenza fece dono di alcuni pregevoli
pezzi a Mons. Conforti, Vescovo di Parma e Fondatore dei Saveriani. Quella
Mostra, in cui vennero riprodotte al naturale, con mobilio e arredamenti originali,
stanze cinesi, ambienti giapponesi e scene
di vita indiane avevano suscitato un enorme interesse per l’Oriente, i suoi modi di
vita e la sua arte. Da questa mostra e da
quella donazione, nell’intento di far conoscere la Cina, nacque anche il Museo di
Parma. Arricchito da successivi apporti
regolari che durarono fino agli anni ‘50
e poi da saltuarie donazioni, esso si propone di dare una panoramica essenziale
Rivista – Novembre 2009
La
del mondo artistico cinese. In seguito, a
questa prima raccolta di oggetti d’arte ed
etnografia cinesi, si aggiunsero oggetti, a
carattere prevalentemente etnografico,
provenienti anche da altre aree geografiche: Giappone, Indonesia, Brasile, Messico ed Africa.
Museo degli Strumenti Musicali Meccanici di Ravenna
È uno dei più completi del mondo nel
campo degli strumenti musicali meccanici. Conserva organi meccanici, organi da
fiera, organi di Barberia, piani a cilindro,
autopiani, orchestrion, scatole musicali,
carillons, automati, radio, grammofoni,
orologi, un’ampia rulloteca e una raccolta
di arti grafiche di ispirazione prettamente
musicale.
Il Victoria Albergo Romano di primissima classe •
costruito nel 1899 • Ristrutturato rispettando
stile e opere d’arte • Situazione calma nel centro
storico, di fronte al Parco di Villa Borghese a
due passi dalle vie più famose per lo «shopping» •
Rinomato per il suo ristorante italiano classico,
il BELISARIO • Il VIC’S-BAR come punto d’incontro • Roof-garden romantico per cocktails e cene
estive • Sale conferenze funzionali • Garage 24
ore • Servizio tempestivo, cortese e multilingue •
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63
Grancereale – i biscotti ricchi di fibre
Grancereale – il biscotto integrale che regala un vero piacere. Ricco di salutari fibre e ingredienti
naturali selezionati. Grancereale esiste nelle tre varietà Classico, Frutta e Croccante.
64
Rivista – Novembre 2009
La
Sequenze
di Jean de la Mulière
Capitalism: a love story
di Michale Moore
Nel ventesimo anniversario del suo rivoluzionario capolavoro Roger & Me, Capitalism: A
Love Story riporta Michael Moore ad affrontare
il problema che è al centro di tutta la sua opera:
l’impatto disastroso che il dominio delle corporation ha sulla vita quotidiana degli americani
(e, quindi, anche del resto del mondo). Ma questa volta il colpevole è molto più grande della General Motors e la scena del crimine ben più ampia
di Flint, Michigan. Dalla Middle America fino ad arrivare ai corridoi del
potere a Washington e all’epicentro finanziario globale di Manhattan, Michael Moore porterà ancora una volta gli spettatori su una strada inesplorata. Con umorismo e indignazione, Capitalism: A Love Story esplora una
domanda tabù: qual è il prezzo che l’America paga per il suo amore verso
il capitalismo? Anni fa, quell’amore sembrava assolutamente innocente.
Tuttavia, oggi il sogno americano sembra sempre più un incubo, mentre
le famiglie ne pagano il prezzo, vedendo andare in fumo i loro posti di
lavoro, le case e i risparmi. Moore ci porta nelle abitazioni di persone
Looking for Eric
di Ken Loach
La vita di Eric, il postino, sta andando a rotoli. La
famiglia caotica, i guai con i figli e la betoniera
in giardino non aiutano, certo, ma a tormentare
Eric è soprattutto un segreto che si porta dentro
da trent’anni. Riuscirà ad affrontare Lily, la donna
che ha amato e abbandonato da ragazzo? Nonostante l’entusiastico e a volte strampalato sostegno dei suoi amici e compagni
di fede calcistica, Eric continua ad affondare. Nei momenti di disperazione, ci
vogliono uno spinello e un amico speciale per convincere un postino in crisi a
intraprendere il difficile viaggio nel territorio più insidioso – il passato. Quando Ken Loach si «abbandona» alla commedia (ovviamente alla sua maniera
sempre attentissima alla realtà sociale delle classi lavoratrici) fa forse storcere
la boccuccia a qualche avanzo residuale di critica militante, che lo vorrebbe
sempre cigliosamente chino sui destini del mondo. In compenso fa felici tutti
quelli che ne apprezzano la capacità di lettura del nostro tempo, quasi senza
pari. Looking for Eric con tutto il suo dinamismo, con l’umorismo ironico e non
Die Päpstin
di Sömke Wortmann
Negli anni più bui della storia della Chiesa, mentre l‘impero di Carlo Magno va già sfaldandosi,
Giovanna, una giovane donna, si oppone con
tutte le sue forze al destino cui la sua natura femminile la condanna: lavorare, metter al mondo
dei figli e morire. Ribellatasi alla severità del padre e alle regole ottuse di una chiesa che non riconosce come sua, disposta
a tutto pur di avere accesso alla cultura e alla conoscenza, si accorge che,
come donna, il prezzo da pagare è troppo alto. Conosciuto il conte Gerold,
nobiluomo che frequenta la corte del vescovo, se ne innamora. Ma il conte
è costretto a recarsi in guerra e a Giovanna, per tenere fede alle proprie convinzioni, non resta altro che il travestimento. Sotto le spoglie di un monaco
benedettino, col nome di fratello Giovanni, si rifugia nel convento di Fulda,
dove affina la sua arte di guaritrice e di medico. Non appena il rischio di essere scoperta si fa concreto, ripara Roma, dove ritrova Gerold, al quale non
riesce a nascondere né la propria identità, neppure il proprio immutato amo-
Rivista – Novembre 2009
La
comuni, le cui vite sono state stravolte, mentre cerca spiegazioni a Washington e altrove.
Quello che scopre sono dei sintomi fin troppo familiari di un amore finito male: bugie,
maltrattamenti, tradimenti... e 14.000 posti di
lavoro persi ogni giorno. Capitalism: A Love
Story rappresenta una summa delle precedenti opere di Moore, ma è anche uno sguardo su
un futuro nel quale una speranza è possibile.
È il tentativo estremo di Michael Moore di rispondere alla domanda che si è posto in tutta
la sua carriera di regista: chi siamo e perché ci
comportiamo in questo modo?
Il film di Micheal Moore ha un altro pregio:
ha saputo rendere tutto facilmente comprensibile. Infatti, con l’ironia e il sarcasmo che lo
contraddistinguono, egli riesce a rendere coerenti e chiari quei temi che i media spesso
presentano confusamente per nascondere la
verità reale.
che ne caratterizza la rigorosa ed agile sceneggiatura, può essere infatti benissimo letto come
una “semplice” commedia surreale e a tratti esilarante, ma non riesce a nascondere lo sguardo
attento di un regista che attraverso l’assunto di
base del suo film mira a mettere in luce il senso
di isolamento e solitudine che può vivere l’uomo
contemporaneo e il conseguente ripiegamento su
forme di fenatismo e idolatria. Loach affronta un
argomento scottante come la crescente violenza
giovanile che sgomenta la Gran Bretagna, la crisi
di valori che ha prodotto baby gang e baby assassini pronti a giustiziare amichetti e passanti per
un’occhiataccia o un gesto, e ci riesce – incredibilmente – facendo ridere di gusto per due ore gli
spettatori, parlando anche di famiglie disgregate,
di disperazione amorosa ed esistenziale, della
forza salvifica degli amici. E di un elemento iconico della cultura inglese come il calcio.
re. Nella capitale riesce a farsi apprezzare dalla
gerarchia ecclesiastica, fino al punto di entrare
nelle grazie del papa Leone IV, di cui diventa
medico e stretto consigliere. In un ambiente
corrotto e ostile, le è però sempre più difficile
nascondere la propria identità, e, quando sembra ormai decisa a riprendere le sue vesti femminili, in seguito alla morte del papa avvelenato dai suoi nemici, inaspettata giunge la sua
elezione al soglio pontificio. Il suo amore per
Gerold è comunque più forte delle sue paure.
Le conseguenze la condurranno ad una tragica
fine. Die Päpstin è uno dei film più spettacolari, intensi ed emozionanti della nuova stagione.
Tratto dal bestseller di Donna Woolfolk Cross,
getta lo sguardo su una delle leggende più intriganti della storia, narrando la vicende di una
donna che sfidò il suo destino e, diventando
papa, tentò di cambiare il volto della chiesa.
65
Zurigo
Brindisi
Lamezia Terme
Palermo
Palermo
Catania
Piano di volo festivo 2009 / 2010
Destinazioni
da/per Zurigo
Gennaio 2010
Dicembre 2009
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Sa Do
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Lu
Brindisi
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Catania
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di Marco Diorio
Un viso d´angelo, incorniciato da un mascolino taglio di capelli. Imbraccia una chitarra
che accarezza con un fingerpicking, trampolino di lancio per la sua voce delicata e accomodante. Il folk sognante di Alela ci racconta
aneddoti della sua terra, la California, di quella parte incontaminata, bucolica, fatta di cose
semplici, ancora capaci di emozionare. Scritto
negli ultimi due anni negli intervalli di una fer-
Alela Diane To be still (Roughtrade)
Il futuro del Rock n Roll. Così lo definirono
anni fa. Il suo è uno stile che ha fatto storia,
che è poi stato emulato da moltissimi cloni in
cerca di fortuna.
Quello che però ha consegnato alla storia
Bruce Springsteen è stata la sua forza compositiva, la passione cristallina che trasuda da
quasi ogni suo pezzo.
Non stiamo parlando di un cantante, ma di
Bruce Springsteen Working on a Dream (Columbia)
Elisir è un progetto nato nel 2002 da una
simbiosi artistica tra Paola Donzella, siciliana con formazione di danza e teatro unita ad
una passione per la musica d´autore e francese anni ´30, e Paolo Sportelli, musicista di
formazione classica con interessi estesi successivamente all´area jazz. Pere e Cioccolato
è un lavoro decisamente atipico le cui canzoni si snodano fra atmosfere retrò, delicatezze
Diapason
vente attività dal vivo, To Be Still è un lavoro
denso di fascino, incentrato sulla pacatezza e
sull´equilibrio umano della stabilità domestica,
tema ricorrente nei suoi undici brani. Si tratta di
una stabilità che non implica tuttavia stasi, ma
è invece rivolta alla ricerca di un altrove musicale, al quale contribuisce l´ampia strumentazione di supporto e, soprattutto, la personalità
di Alela, formatasi tra ascolti che vanno dai
Fairport Convention ai Fleetwood Mac e tanto
spiccata da rifuggire con agilità dai facili cliché
di un folk passatista.
un monumento vivente. A sessant´anni appena compiuti il Boss scopre il gusto di incidere. Rock e tradizione si fondono che è un
piacere tra composizioni sghembe e elementi
che ci ricordano da dove nasce la vera musica; in tutto ciò il Blues di Good Eye si presta
per entrare di diritto tra le canzoni preferite
degli amanti del Vintage e del vecchiume che
puzza di musica del diavolo.
Insomma un disco di alto artigianato, ma non
travolto da un´ispirazione sublime.
d´autore dal sapore jazzato, frizzanti canzoni
pop spruzzate di swing e valzer sognanti. Brani interpretati dalla voce di Paola, sempre ottima nell´incarnare sia le sfumature più soavi
dei brani più eterei che quelle più teatrali dei
passaggi scanzonati, ed arricchite da arrangiamenti estremamente raffinati fra clarinetti,
pianoforti, chitarre classiche ed incursioni di
violino o violoncello.
Elisir Pere e cioccolato (Odd Times)
Vegetable G. torna con un album ispirato
dal più grande, e al contempo il più piccolo,
osservatore delle “meccaniche celesti“ nella
nostra letteratura, Italo Calvino, che, nei suoi
racconti de Le cosmicomiche ha affrontato
temi molto cari al trio vegetale. La bellezza
di questo disco emerge grazie a due elementi
tanto semplici da spiegare, quanto difficili da
ottenere: melodie sempre ispirate ed impres-
Vegetable G. Calvino (Olivia)
Il blues è una musica estrema. Radicale. Una
musica alla quale Bill Homans, oggi meglio
conosciuto come Watermelon Slim, personaggio autorevole e di grande fascino, ha dedicato la sua vita. Nato a Boston e cresciuto
nella Carolina del Nord, ha svolto i mestieri
più disparati (venditore di legname, commerciante di ascensori, coltivatore di angurie, da
cui appunto il suo nome d´arte), ma è sempre
Watermelon Slim Escape from the chicken scoop (Northern Blues)
Rivista – Novembre 2009
La
sione di estrema naturalezza alle orecchie
dell´ascoltatore, che nonostante la complicatezza del songwriting e la stratificazione
degli arrangiamenti, ha sempre la sensazione
di trovarsi di fronte a qualcosa di molto semplice e fresco, grazie alla grande coerenza stilistica tra un brano e l´altro, che non significa
ripetitività, ma abilità nel rendere l’insieme
dei brani come un corpo unitario formato da
elementi diversi ma contigui tra loro. Un disco stupendo.
stato accompagnato dagli spiriti travolgenti
del blues. Il lavoro in questione non è un’opera a senso unico; il blues lo si trova sempre,
se ne assapora il gusto. Lo si mescola con il
rock per poi diventare un dirty funk. Il resto
è country on the road, ben lontano dalle melasse alla Nashville. Questo lavoro resta affascinante per la sua differenza nella tipicità e,
soprattutto, nella spontaneità dell´uomo.
Consigliato principalmente ai non puristi del
genere.
67
C
Sandro Maretta e Michèle Bachmann
degli Ashelle
ontinueremo a sognare
di Luca
D’Alessandro
Anshelle è il nome di un gruppo pop, che negli ultimi mesi è apparso a grandi titoli
su riviste, giornali e manifesti della capitale svizzera. Il motivo: «Betty’s Garden»,
il quarto disco del gruppo, composto da una cantante e quattro musicisti che amano
la loro professione e sanno metterla in opera. Tra loro vi figura Sandro Marretta,
arrangiatore e pianista di origine italo svizzera. È lui il responsabile degli arrangiamenti e delle tastiere; grazie al suo contributo l’album ha raggiunto una posizione invidiabile nelle classifiche svizzere
Chi dovesse sentire il nome Anshelle
per la prima volta, potrebbe avere l’impressione di trovarsi davanti a un «onewoman-show». Sbagliato: Anshelle è un
gruppo pop di Berna, composto da cinque persone, la cantante Michèle Bachmann, il pianista ed arrangiatore Sandro
Marretta, il batterista Martin Kissling,
Phil Küffer e André Brügger al basso e
alla chitarra. Sono dei professionisti che
Michèle: A Berna ci sono diversi posti
bellissimi, dove ci si potrebbe incontrare per dialogare. Il mio giardino vero e
proprio, però sta dentro di me, nel mio
immaginario.
È il tuo immaginario a dare all’album il
titolo «Betty’s Garden»?
Michèle: L’anno scorso, quando ho composto i testi, ho avuto davanti a me l’immagine di una persona che mi sta molto
vicina. A lei ho attribuito questo nome.
Il giardino poi è il posto nel quale questa persona si trova e interagisce con i
suoi dintorni, con tutti i sogni che porta
in sé. È un personaggio che m’ispira, che
guarda avanti e non ha paura di ciò che
il destino serba per lei. È questo forse il
motivo perché l’album ha un’aria malinconica.
È la malinconia l’obiettivo?
Sandro: Siamo sempre alla ricerca di cose
nuove, facciamo di tutto per sviluppare
il nostro repertorio, per intraprendere
nuove vie. Nel frattempo osserviamo le
reazioni del nostro pubblico, che ci segue nei nostri concerti. Ci chiediamo
ogni volta: come interagisce? La presenza nelle classifiche conferma che la nostra via non è del tutto sbagliata.
sanno fare il loro mestiere: lo dimostra
il supporto proveniente dai dintorni del
complesso musicale bernese Züri West,
Gert Stäuble, oppure l’aiuto da parte del
produttore inglese Steve Lyon, che, tra
l’altro, ha collaborato in produzioni con
The Cure, Depeche Mode, Laura Pausini e Reamonn. La Rivista ha avuto occasione di incontrare Michèle Baumann
e Sandro Marretta in un bar al «Rosengarten» di Berna, dialogando sul contenuto dell’album.
Michèle e Sandro, siamo qui al «Rosengarten», al giardino delle rose, avremmo
potuto incontrarci al «Betty’s Garden».
68
Dove vi porterà questa via?
Sandro: Verso un genere più ruvido.
«Betty’s Garden», rispetto al nostro album precedente, è più vicino al rock.
Voi continuate a svilupparvi e non vi
riposate mai, anzi avete allargato il
vostro orizzonte appoggiandovi a dei
produttori affermati, come Gert Stäuble del gruppo bernese Züri West e
Steve Lyon, che, tra l’altro, ha lanciato
Laura Pausini e il gruppo britannico
Reamonn.
Sandro: Una combinazione casuale. Inizialmente avevamo chiesto la collaborazione di Gert Stäuble, lui, però, aveva
poco tempo a disposizione. Ci ha aiutato
Rivista – Novembre 2009
La
finché poteva, poi abbiamo dovuto cercare un altro produttore. Abbiamo avuto una grandissima
fortuna a poter motivare Steve Lyon.
Motivare? Non veniva da sé?
Sandro: Per non fraintenderci, lui ha ascoltato i nostri brani e trovato in essi una certa qualità. Non
c’era quindi il bisogno di attirare la sua attenzione
o di supplicarlo, anzi.
I vostri brani racchiudono elementi acustici tipicamente britannici, come compaiono nei Reamonn. Di prim’acchito si ha l’impressione che
Steve Lyon abbia inciso il suo stemma.
Sandro: Steve ci ha dato dei suggerimenti. Ma devo
precisare che l’elemento britannico, come lo definisci tu, non proviene da lui. È una sfumatura che
abbiamo dato noi alle canzoni. L’aiuto di Steve non
è da sopravvalutare, in fondo le composizioni e gli
arrangiamenti sono nostri, Steve ci ha accompagnati nelle registrazioni, garantendone la qualità.
In certi casi lui non aveva nulla da aggiungere, doveva soltanto premere i pulsanti «record» e «stop»
del registratore e il resto veniva automaticamente.
E adesso il vostro disco figura nelle classifiche.
Sandro: Momentaneamente figura al trentunesimo
delle Swiss Music Charts. Con il nostro album
precedente abbiamo raggiunto «soltanto» il sessantesimo posto. Se con ogni album riusciamo ad
avanzare a passi talmente grandi, un giorno saremo tra i primi nelle classifiche. (ride)
Stando al tuo calcolo, con il prossimo album
raggiungerete il primo posto.
Sandro: Una previsione esagerata, ma l’idea è bella.
Continueremo a sognare...
I PROSSIMI CONCERTI DI ANSHELLE
6 novembre 2009: Alti Moschti, Mühlethurnen (BE)
12 novembre 2009: BAR59, Lucerna
21 gennaio 2010: nordportal, Baden (AG)
05 febbraio 2010: Kulturm, Soletta
13 febbraio 2010: Mahogany Hall, Berna
Info: www.bettysgarden.ch
Tavolo bst in combinazione con BMBox. ,AVOSTRALINEACHIARA
ci trovate presso:
)NTERSITAG"UROROY3! Route de Lyon 55, 1203 Genève
Tél: 022 339 08 88, [email protected], www.intersitag.ch
Rivista – Novembre 2009
La
69
I
“Out of the box”, la Provincia di Vercelli
esce dalla “scatola”
l territorio come opportunità
turistica e culturale
Una delegazione della Provincia di Vercelli guidata dal Presidente Renzo Masoero e
da Marco Pasteris, Assessore del Turismo, ospite a Zurigo, in una serata organizzata dalla della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera in collaborazione
con l’Enit, per presentare un progetto di promozione del territorio.
La delegazione
con il Presidente
della Provincia
Renzo Masoero e
l’Assessore
del Turismo Marco
Pasteris (3° e 4°
da sinistra) con
Andrea G. Lotti,
Segretario generale
della CCIS
(primo da destra).
Al termine
della presentazione
il Presidente e
l’Assessore hanno
consegnato targhe
della provincia
di Vercelli al Console
generale d’Italia
a Zurigo, ministro
Mario Fridegotto,
al Segretario
generale
della CCIS e
al direttore dell’Enit
Zurigo
Chiara Cigolini.
70
Il progetto è nato insieme all’Assessorato
al Turismo, per far conoscere la Provincia di Vercelli al di fuori del territorio.
Vercelli è una provincia vasta con tante
caratteristiche diverse e noi cerchiamo
di far conoscere con questo Out of the
Box.
Questo progetto segue il progetto partito l’anno scorso, che portava Vercelli in
città come Padova, Messina, Vibo Valenzia, quindi una prima parte di promozione in Italia, poi fuori dall’Italia, e
abbiamo portato la Provincia di Vercelli
negli Stati Uniti, a Londra,a Parigi e poi
Zurigo.
La provincia di Vercelli si divide in due
zone fisicamente ben distinte. La Valsesia, quindi la parte nord, punta soprattutto sulla sua offerta escursionista e
sportiva. Da una parte il Monte Rosa,
seconda vetta d’Europa, dove lo sci, soprattutto il fuori pista, è davvero molto
praticato. Dall’altra il fiume Sesia, dove
è possibile praticare canoa e gli sport fluviali. La zona meridionale offre opportunità per un turismo culturale, religioso
– il Sacro Monte di Varallo, patrimonio
dell’Unesco, è meta irrinunciabile - e gastronomico. Il vino di Gattinara, interpretazione locale a base di uve nebbiolo,
la toma valsesiana, i fagioli, base di un
piatto tipico come la panissa, sono sola-
mente alcuni dei pilastri di una cucina di
ottimo livello
Vercelli è anche la patria della coltivazione del riso, la cui qualità non teme
la concorrenza extraeuropea, con tutto
quello che comporta anche in termini di
morfologia paesaggistica. In provincia,
in un dato periodo dell’anno c’è infatti
un mare non indicato nelle carte geografiche: uno spettacolo davvero unico.
Cordialità e professionalità sono alla base
di un’accoglienza che in tende adeguare
le proprie infrastrutture ad un flusso
turistico, giustamente esigente, che non
deve essere più circoscritto all’ambito
stagionale o al fenomeno del passaggio.
In tal senso va inteso lo sforzo promozionale, valutabile attorno ai 300mila euro,
messo in campo anche con il progetto”out
of the box”, cui contribuisce in modo notevole anche il centro espositivo Arca,
con le mostre in collaborazione con il
Guggenheim, che ha attirato molti visitatori. Uno sforzo, sostenuto anche dalla
Regione Piemonte, programmato anche
negli anni a venire, puntando su un incremento turistico valutabile fra il 10%
e il 15% e soprattutto alla valorizzazione di una zona, quella pianeggiante, che
deve ancora riuscire a sconfiggere il luogo comune che la vuole infestata dalla
zanzare.
Rivista – Novembre 2009
La
Z
urigo accoglie il Franciacorta
Il Festival Franciacorta torna in Svizzera dopo
cinque anni, per offrire a tutti gli appassionati
l’occasione di degustare le etichette di 29 aziende
del territorio. Sono state quasi 1000 le persone che
hanno preso parte all’evento, che si è svolto lunedì 12 ottobre presso l’hotel Bar au Lac a Zurigo.
Il programma ha previsto l’ingresso riservato agli
operatori dalle ore 15.30 alle 17.00 e dalle 17.00
alle 20.00 l’apertura al pubblico, che ha potuto incontrare personalmente produttori ed enologi delle
aziende presenti al Festival. Il Consorzio ha registrato in particolare un grande successo per quanto riguarda l’interesse degli operatori. Oltre 50 fra
ristoratori, albergatori e proprietari di enoteche
hanno preso parte ai seminari d’approfondimento
con degustazione guidata. Oggi il Consorzio per la
tutela del Franciacorta conta 97 aziende associate,
pari al 95% delle realtà produttive presenti sul territorio. Nel 2008 la commercializzazione di Fran-
ciacorta ha raggiunto
le 9.662.691 bottiglie,
registrando un +16%
rispetto al 2007; negli
ultimi 5 anni l’incremento medio è stato del
+12%. L’export rappresenta oggi il 12% delle
vendite di Franciacorta. La Svizzera, insieme a Usa, Germania e
Giappone, è uno dei mercati più interessanti. “Il
nostro obiettivo è l’eccellenza – racconta Maurizio Zanella, Presidente del Consorzio per la tutela del
Franciacorta – essere riconoscibili per una qualità superiore che già oggi riusciamo ad ottenere grazie al disciplinare di produzione più rigido al mondo, che è destinato
ad essere perfezionato nei prossimi anni per far si che la
qualità media dei Franciacorta cresca ancora”.
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Rivista – Novembre 2009
La
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nei moderni stabilimenti di Rutigliano e Noicattaro, la Divella produce ogni giorno 1000 tonnellate
di semola di grano duro, 350 tonnellate di farina di
grano tenero e 700 tonnellate di pasta. I molini macinano grani duri selezionati tra i più pregiati trasformandoli in semola per la produzione della pasta Divella: gli spaghetti, i rigatoni, le famosissime
«orecchiette, la pasta all’uovo, l’integrale, trafilata
al bronzo ed, infine, la pasta arricchita di verdure
disidratate (peperoncino, aglio e basilico, pomodoro e spinaci); oltre 150 formati per una scelta
vastissima che soddisfa le richieste più esigenti. La
Divella offre al pubblico una vasta gamma di prodotti a prezzi convenienti e competitivi.
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di Domenico Cosentino
Spaghettoni Ajo & Ojo risottati
Sapori di Primi Piatti d’Italia a Foligno, dove nel centro storico della
cittadina umbra, accanto a piatti di cremosi risotti, gustose zuppe
e corposi gnocchi e polenta, dei semplici spaghetti aglio e Olio, si
trasformano in un gustoso e rinnovato piatto dalla cottura risottata
Era stata l’Epta Confcommercio di Perugia, già
nel mese di agosto, ad invitarmi:” Il prossimo
24 settembre – mi si comunicava - a Foligno
(Pg), prenderà il via l’XI edizione de ‘I Primi
Piatti d’Italia, l’unico Festival nazionale dedicato al mondo dei primi Piatti’. Per quattro giorni
l’intero centro storico della cittadina sarà animato da questo evento di cultura alimentare
rivolto ad appassionati di cucina, operatori del
settore e semplici appassionati. Tradizione, tipicità e territori di tutta Italia sono gli elementi
contraddistinguono la kermesse dedicata alla
pasta, riso, zuppe, gnocchi e polenta. Tutti gi
amanti della buona tavola – concludeva l’invito – non potranno mancare a questo grande
Festival che Le dà appuntamento a Foligno. La
preghiamo di confermare la Sua presenza”.
E il viaggiatore goloso, “stanco” di stare ancora
al mare, incoraggiato anche dalle scroscianti
piogge autunnali, curioso come sempre e desideroso di partecipare a questo “appuntamento più appetitoso d’Italia”, puntuale, il 23
di settembre, dopo aver lasciato il Sud-Italia,
si è presentato nel Centro storico di Foligno,
Capitale della Pasta, proprio mentre si stava
“alzando il sipario” sul Festival Nazionale dei
Primi Piatti.
I villaggi del gusto
Nel Centro storico folignate, il viaggiatore goloso ha iniziato il suo circuito del gusto dal
villaggio degli aperitivi. Ha poi visitato, una
dopo l’altra, le 25 location, allestite nei 16
villaggi del gusto: Villaggio della Pasta Ricette
Creative, Villaggio distretto del Riso Piemontese, Villaggio degli Gnocchi, Tortellini, Villaggio
della Pasta Tradizione e Tipicità, Villaggio della
Polenta e Villaggio Prima dei primi, dove avevano trovato spazio le specialità di tante regioni d’Italia come Veneto, Piemonte, Umbria,
Lazio, Toscana, Marche, Puglie e Sardegna.
Nelle suggestive taverne del centro storico,
che proponevano menù a tema, il viaggiatore goloso, ha avuto ancora una volta modo di
riscoprire e gustare primi piatti di una cucina
delle migliori tradizioni regionali: orecchiette
Rivista – Novembre 2009
La
pugliesi, maccheroncini marchigiani con ragù
di pesce, malloreddus e culugiones sardi, risotti veneti e piemontesi e stringozzi umbri.
Curati nei minimi particolari, i villaggi tematici ospitavano anche chioschi e stands che
offrivano prodotti per chi soffre di intolleranze
alimentari, prodotti biologici umbri, primo fra
tutti il Tartufo nero.
Da un Chiostro all’altro
E questo solo per iniziare. Come sempre succede in questi lunghi Tour gastronomici (quattro interi giorni), tanti sono stati gli eventi
collaterali che hanno animato la manifestazione: in Piazza Matteotti, che ospitava “Le
Eccellenze del Gusto”, il viaggiatore goloso
si è trovato in mezzo ad una mostra mercato
pensata esclusivamente per tutte le specialità
italiane. Nel Chiostro San Domenico, invece,
l’Oleoteca e Tipicità italiane locali proponeva
degustazioni di olio in abbinamento a prodotti tipici del territorio. Poco distante, in Piazza
della Repubblica, l’Enoteca dei primi invitava
a degustazioni di vini guidate nell’enoteca del
Consorzio Tutela Vini Montefalco. E infine, il
Chiostro San Giacomo, dove erano riuniti i
produttori di erbe aromatiche e spezie e una
bancarella con la rassegna di pubblicazioni
73
enogastronomiche. Ma, meraviglia delle meraviglie, il Chiostro San Giacomo, per quattro
interi giorni, ha ospitato anche “A Tavola con
le Stelle”, ossia corsi di cucina per imparare i segreti dei Primi Piatti e degustazioni di
menù completi a base di primi piatti elaborati da affermati chef come Gaetano Trovato
(Ristorante L’Arnolfo di Colle Vald’Elsa), Inghe
Corelli (Locanda della Tamerice di Ostellato),
Gennaro Esposito (La Torre del Saraceno, Vico
Equense, Napoli), Adriano Baldassarre (Il Tordo Matto, Zagarolo), Pietro D’Agostino (La
Capinera, Taormina, ME), Massimo Alajmo
(Le Calandre di Padova) Antonio Dipino (La
Caravella, Amalfi), Nicola Portinari (Lonigo),
Pino Cuttaia (La Madia, Agrigento) e tanti altri
esponenti di quella schiera di giovani cuochi
italiani, ormai comunemente ritenuti i protagonisti della “La Nuova Cucina Italiana”.
Quelli della “Nuova Cucina Italiana”
Ma chi sono quelli della “Nuova Cucina Italiana? Eredi di quelli delle “Soste” e di quelli
della cucina creativa italiana anni Settanta,
come Gualtiero Marchesi, Alfonso Iaccarino, Fulvio Pierangelini, Valentino Marcatilli,
ed altri ancora, che negli ultimi anni si sono
fatti strada e si sono fatti conoscere a livello
nazionale. Una generazione di cuochi oggi
“under 40”che, fatta gavetta in cucine fra le
migliori d’Europa e d’Italia, sono orgogliosamente tornati al loro paese d’origine e stanno
ridisegnando la fisionomia della cucina italiana contemporanea, fondando il loro lavoro su
principi dai quali non deflettono: conoscenza
profonda e ricerca estrema, senza compromessi, dei migliori prodotti locali, unita ad
apertura senza timidezze verso tutto quanto di
buono e nuovo possa aiutare a costruire grandi piatti; secondo radici ben salde e profonda conoscenza della cultura delle tradizioni
locali; padronanza indiscussa del repertorio
classico, capacità di interpretarlo, arricchirlo,
variarlo con rispetto delle fonti, dove e quando l’innovazione comporta crescita di qualità
superiori. Obbiettivo finale di questi giovani
74
cuochi italiani realizzare piatti buoni “senza
tempo”, non solo eccellenti, ma anche fortissimamente “identitari”, tali cioè da rivelare
sapori nuovi e trasmettere sensazioni inedite
mediante l’elaborazione di materie prime e
prodotti che appartengono inequivocabilmente al patrimonio della cucina italiana. “Cucina nuova italiana”, quindi, giovane e di alta
qualità che, secondo le guide dei Ristoranti
d’Italia ’09, con l’arrivo di Gennaro Esposito
della Torre del Saraceno di Vico Equense (Na),
con l’ingresso del Reale di Rivisondoli (AQ)
e di Pino Cuttaia della Madia di Licata (AG),
sta spostando verso Sud l’asse della nuova ed
eccellente cucina italiana.
Verso quel Sud che così bene sta tessendo le
fila della cucina mediterranea, dove a volte
convivono e si alternano con pari dignità piatti nobili, costosi e complessi e piatti di semplicità concettuale. Piatti succulenti, gustosi,
buoni, belli e leggeri. Ma quel che più conta, in questi come in tutti i piati dei nuovi e
giovani maestri della cucina italiana, è che le
sorprese vengono dai sapori e non dai “giochi
di prestigio”.
Quattro giorni di vizi per il palato
Sapori che il viaggiatore goloso ha ritrovato
a Foligno alla XI edizione de I Primi d’Italia.
Visitate frettolosamente le Location dei Villagi
del Gusto, il viaggiatore goloso- si fa per dire ha “piantato la sua tenda” e si è “accampato”
nel Chiostro San Giacomo, dove operavano ai
fornelli i giovani Gennaro Esposito, Pino Cuttaia, Italo Bassi e Adriano Baldassarre. A turno,
per quattro giorni, il viaggiatore goloso, per il
bene del suo palato, si è fatto coccolare e sorprendere da uno chef al giorno. ùHa iniziato
dagli antipasti, prima quelli freddi, che ha divorato prima con gli occhi e poi con la bocca:
Tortino di alici fresche e sorbetto di pomodoro, Tartara di vitello con ricotta di capra, Ventresca di pesce spada lisciata all’olio di cenere
e un Baccalà mantecato su crema di cima di
rape. Poi quelli caldi: Spiedo di polipo verace
con crema di ceci e salsa al rosmarino,Cozze
ripiene di fior di ricotta e purea di melanzane,
il Cappuccino di baccalà (servito in un piccolo bicchiere di vetro) e la Parmigiana di pesce
sciabola con salsa di pomodoro e melanzane
all’origano fresco. In omaggio ai Primi d’Italia,
il viaggiatore goloso ha optato per Una minestra di pasta mista di Gragnano, crostacei e
pesci di scoglio, L’arancino di riso con ragù di
triglie e finocchietto selvatico, Frittata di pasta
con frutti di mare e pomodorini, e per chiudere, degli Spaghettoni Ajo &Ojo risottato.
La ricetta di questo piatto gustoso e di rapidissima preparazione, rinnovato dalla cottura
“risottata” e da una stuzzicante guarnizione di
prezzemolo croccante, è stata donata al viaggiatore goloso dallo Chef Adriano Baldasarre
del Ristorante “Il Tordo Matto” di Zagarolo,
per i lettori della Rivista.
Rivista – Novembre 2009
La
Adriano ama questo piatto perché semplice e
– dice lui – racchiude la sua filosofia di cucina.
E’ il Piatto degli amici. Di quelli che, quando
arrivano a casa, anche durante la notte, si fanno “Due spaghetti aglio olio e peperoncino”.
E’ una ricetta che si “aggrappa al territorio”
e racchiude la Tradizione e semplici sono gli
ingredienti. Solo aggiungo io, Adriano l’ ha rivoltata come un calzino!
Ecco come prepara il piatto.
Ingredienti per 4 persone
350 g di spaghettoni, 4-5 spicchi di aglio, una
manciata di peperoncini piccanti, 20-30 g di
olio d’oliva extravergine, 1 ciuffo di prezzemolo, sale grosso.
Come lo prepara
Prepara un infuso, mettendo abbondante acqua in una padella (quella per spadellare) con
gli spicchi d’aglio interi e non sbucciati e una
manciata di peperoncini piccanti; lascia cuocere in infusione per 5-7minuti. Unisce gli
spaghettoni, attende qualche minuto finché si
saranno ammorbiditi e comincia a mescolare,
tenendoli sempre appena coperti di acqua.
Con un mescolo toglie l’acqua in eccesso e la
mette da parte in una casseruola.
Nel frattempo frigge le foglie di prezzemolo
(precedentemente lavate e asciugate) in olio
a 140° C per due 2-3 secondi e le dispone ad
asciugare su un foglio di carta assorbente. Trascorso il tempo di cottura degli spaghettoni,
regola di sale e salta gli spaghetti.
Affinché la pasta mantenga la propria cremosità, Adriano, continua a saltare, mantecando
brevemente la pasta con un filo d’olio e 1-2
cucchiai dell’acqua di cottura.
Aggomitola gli spaghettoni aiutandosi con un
forchettone e un mestolo e li dispone nel piatto, condisce con la salsa di cottura, cosparge
di prezzemolo fritto e serve ben caldo.
Il vino:
Adriano ha fatto servire un bicchiere
di Montefalco Rosso DOC.
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visualizzazione “bird-view”); comandi vocali e telefono
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cristalli posteriori e lunotto in tonalità più scura.
Per quanto concerne la sicurezza, l’insieme delle soluzioni tecniche dirette a favorire l’attenzione del guidatore
(comfort, ergonomia del posto di guida, collocazione dei
comandi e leggibilità degli strumenti) è completato da
una grande capacità frenante e pieno controllo del comportamento dinamico, grazie all’ABS completo di EBD,
e da sofisticati sistemi elettronici: VDC (Vehicle Dynamic Control), ASR (Anti Slip Regulation), HBA (Hydrau-
Rivista – Novembre 2009
La
lic Brake Assistance, che interviene in caso di frenata di
emergenza), Hill Holder che facilita le partenze in salita.
Sotto la voce sicurezza passiva vi sono sistemi innovativi: pretensionatore su fibbia e limitatore di carico degressivo sulla cintura di sicurezza; fino ad otto airbag,
spiccano quelli dedicati alle ginocchia e i laterali che si
estendono lungo tutta la superficie vetrata; sedili anteriori con dispositivo “anti-colpo di frusta” che, in caso di
urto posteriore, avvicinano i poggiatesta alla nuca degli
occupanti.
Alla guida, la sensazione è di avere un’automobile incollata alla strada che risponde con prontezza ai comandi del volante. Questo permette di avere sempre molto
chiaro che cosa sta facendo l’avantreno, qual è il limite
di aderenza e come occorre agire per portare le ruote
anteriori là dove si desidera. Il merito va ad uno sterzo
preciso, alle sospensioni anteriori con soluzione a quadrilatero alto, che permettono di avere la massima tenuta
laterale e una grande efficacia e precisione nella risposta
dello sterzo, e all’eccellente motricità. La sospensione
posteriore a bracci multipli rende la vettura molto stabile
nelle manovre ad alta velocità e molto agile sul “misto
stretto”, come si conviene ad una vera sportiva.
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corsa ridotta e innesti precisi; un motore dalle prestazioni
comparabili a quelle di un 6 cilindri, ma con i consumi
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le tecnologie più avanzate: iniezione diretta di benzina,
doppio variatore di fase continuo, turbocompressore, ed
un rivoluzionario sistema di controllo. La coppia max di
320 Nm è raggiunta già a 1400 giri/minuti, la velocità
massima raggiungibile è di 233 km/h e in soli 7,9 secondi
‘vola’ da 0 a 100 all’ora. Rispetta le norme Euro 5; valori
di emissioni CO2, nel ciclo combinato, 194 g/km.
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a cura di Graziano Guerra
Automotonews
Abarth firma il primo Powershore
con Sacs e Yamaha
Abarth fa il suo ingresso nella nautica sportiva con un progetto di Sacs motorizzato da
Yamaha. Il più celebre marchio dell’elaborazione automobilistica ha trasformato l’accattivante Sacs Strider 12S in Powershore
Abarth SP (Sport Prototipo), derivato dal mondo delle competizioni. Così come i prodotti
Abarth, anche il Powershore è ideato per chi
desidera che la guida sia occasione di divertimento e per chi non teme di misurarsi con
performance da fuori serie, caratterizzate da
alta tecnologia, semplicità d’uso e comfort in
totale sicurezza. Sinonimo di vetture grintose, di passione e di grandi emozioni, Abarth
rappresenta oggi eccellenza nelle prestazioni,
innovazione nel design, utilizzo di materiali
d’avanguardia e cura del dettaglio. Sono questi i punti di forza, condivisi con Sacs, che
hanno caratterizzato l’operazione di sviluppo
del “Powershore Abarth SP”, contraddistinto
dallo stile made in Italy delle due aziende,
dallo spirito sportivo e dall’unicità del mezzo.
Christian Grande, autore del progetto originale, ha elaborato la nuova aggressiva versione in collaborazione con il Centro Stile Fiat
Group Automobiles. Alle grafiche speciali si
uniscono elementi di puro stile racing che impreziosiscono il “Powershore” in tutte le sue
parti, dalla coperta agli interni, dai sedili di pilotaggio alla plancia. Un originale sistema di
stivaggio con valigie e beautycase sostituisce
i tradizionali armadi e cassetti. L’elaborazione
Abarth incontra ancora una volta la potenza
e l’affidabilità dei motori Yamaha, come già
era accaduto con la concept bike Yamaha FZ1
Abarth Assetto Corse. Yamaha è il costruttore
leader nel mondo di motori fuoribordo, è sinonimo di potenza, prestazioni e affidabilità,
e il modello F350 impiegato sul Powershore
Abarth SP è l’unico 8 cilindri del mercato e
rappresenta il vertice dell’evoluzione tecnologica del settore.
Con i tre fuoribordo Yamaha V8 da 350 cavalli, preparati appositamente per questa esclusiva versione, il mezzo possiede un’accelerazione capace di incollare piloti e passeggeri
agli schienali. Il tuning realizzato da Abarth
con i tecnici del cantiere Sacs e i collaudatori
della Yamaha ha generato un maxi rib in grado
di volare sulle onde a 62 nodi, equivalenti a
una sensazione di velocità su strada di almeno 250 km/h.
Fiat Punto Evo
Il Centro Stile Fiat l’ha resa ancora più bella,
con una nuova linea esterna dai marcati interventi estetici. Completamente rinnovata la
plancia, come la strumentazione e i sedili. In
ogni caso l’eccellenza tecnologica di Punto
Evo si ritrova soprattutto nell’articolata gamma di motori Euro 5, tra i quali spiccano quelli
dotati del rivoluzionario sistema Multiair e i
nuovi Multijet di seconda generazione. Sviluppata e brevettata da FPT – Fiat Powertrain
Technologies - la tecnologia MultiAir sarà progressivamente adottata su tutti i propulsori del
Gruppo Fiat.
Cuore del Multiair è il nuovo sistema elettroidraulico di gestione delle valvole che permette di ridurre i consumi e le emissioni inquinanti migliorando nel contempo le prestazioni, con un aumento di coppia e potenza.
78
Sempre all’insegna delle riduzione di consumi ed emissioni, il nuovo modello proporrà
il sistema Start&Stop – di serie su tutte le motorizzazioni benzina e diesel Euro5 - che gestisce lo spegnimento temporaneo del motore
in caso di sosta e il suo successivo riavvio (ad
esempio all’arrivo ad un semaforo).
Rivista – Novembre 2009
La
Etichetta Legambiente per la Delta
con il primo motore turbo a GPL
È stata lanciata durante un “Porte Aperte” dei
concessionari Lancia italiani, la prima vettura
con l’Etichetta per il Clima di Legambiente.
Si tratta dell’ammiraglia Lancia dotata del 1.4
Turbo Jet da 120 CV a doppia alimentazione
(GPL e benzina). L’etichetta per il Clima di
Legambiente è un importante riconoscimento che, nato sulla scia del Protocollo di Kyoto e delle conseguenti politiche attuate dalla
Comunità Europea in materia di sostenibilità,
mette in evidenza prodotti e aziende che lavorano nella direzione dell’ecologia. In questo
senso il prestigioso marchio dato alla nuova
Delta Turbo GPL mette in risalto la costante
attenzione di Lancia Automobiles alle tematiche ambientali attraverso la ricerca e lo
sviluppo di soluzioni concrete che sono alla
portata di tutti e sono disponibili oggi (il GPL
è un combustibile “pulito”, economico e largamente disponibile). La gamma Lancia ECOCHIC rappresenta un innovativo concetto di
automobile “amica dell’ambiente”, in quanto
lussuosa ma accessibile, spaziosa ma compatta, brillante ma parca nei consumi. La gamma
risponde ad una domanda in costante crescita
in tutta Europa (solo in Italia, nel 2008 i volumi di vetture a GPL sono aumentate del 140%
rispetto al 2007).
Iveco e le patatine
Rafforzata la collaborazione con la Zweifel AG
L’anno scorso, la più famosa Casa produttrice di patatine
e snacks svizzera, ha festeggiato il suo 50° anniversario,
e la produzione alimentare della Pomy Chpis AG, non
da così lungo tempo, ma pur sempre dal 1987, viene
trasportata in tutta la Svizzera con veicoli commerciali
Iveco. L’intera flotta Pomy Chips, sin dal 1987, infatti, è
esclusivamente costituta da oltre 140 mezzi di trasporto
della Marca italiana. Solo poche settimane fa, il servizio
di consegna dei prodotti freschi, ha preso in consegna
20 nuovi Daily 35S12. Il direttore della logistica e acquisti di Zweifel, Kurt Leuenberger, ha così spiegato i
vantaggi e i motivi che da tanti anni legano l’azienda a
Iveco: “ Il Daily è il furgone dalle caratteristiche di un
piccolo camion, che più si addice per il nostro servizio,
ha dimensioni ideali, è maneggevole, agile e robusto.
Inoltre dispone di una cabina confortevole, che è molto
apprezzata dai nostri autisti. A dire il vero, il Daily è più
camion che furgone. Il contratto quadro inoltre offre notevoli vantaggi, quali un servizio riparazioni e assistenza
molto semplice ed efficiente”. L’interno e l’esterno dei
veicoli è stato allestito su misura dalla Krapf AG: ogni
snack trova il suo posto esatto, e la consegna dei prodotti Zweifel, avviene puntuale e senza danni in tutti i punti
di distribuzione.
Rivista – Novembre 2009
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Mondo in Fiera
IGEHO
GOURMESSE 2009
ha concluso con successo Basilea
a
dal 21 al 25
novembre 09
la sua 15
edizione – Novembre
La
2009
Rivista
CHEM-MED 09
Milano
25 - 27 novembre
ENERSOLAR+
Milano
25 - 28 novembre
Artigiano in Fiera Padova Bike Expo Show
Padova
Milano
5 al 13 dicembre 15 - 17 gennaio 2010
81
Fiere
La Gourmesse 2009 ha concluso
a
con successo la sua 15 edizione
l
E
ING
,EAS ENTI
M
A
I
Z
NAN
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I
10.920 buongustai hanno visitato la fiera
al Centro Congressi di Zurigo nonostante la crisi finanziara. Durante i 4 giorni di
esposizione 140 espositori hanno offerto
su 4000m2 un mix straordinario di prodotti.
Oltre alla vasta offerta di vini e olio d’oliva, c’è stato un ampliamento di varietà di
prodotti di nicchia. Anche quest’anno la
Gourmesse ha dimostrato di essere una
piattaforma ideale per i produttori e gli acquirenti, per di più buongustai e professionisti della gastronomia.
Un ulteriore successo l’ha riscontrato il
concetto della “Showküche”, dove cuochi
di primo livello come Dario Ranza (Villa Principe Leopoldo), Marcus G. Lindner
(Restaurant Mesa, Zürich), David Martinez (Hotel Greulich, Zürich), Antonio Colaianni (Il Casale, Wetzikon) o Thuri Maag
(Neue Blumenau, Lömmenschwil) hanno
affascinato il numeroso pubblico con le
loro squisitezze. L’organizzazione è molto
soddisfatta anche del pubblico che sta ringiovanendo di anno in anno.
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IGEHO - Basilea
dal 21 al 25 novembre 2009
Igeho è il più importante salone internazionale per l’industria alberghiera, la gastronomia e il consumo fuori casa della Svizzera e dei paesi limitrofi. In ambito internazionale è considerato una piattaforma per il settore, molto innovativa e di alto livello
che ogni due anni si ripropone come occasione da non perdere per tutti gli operatori dei
settori interessati
Tel.: +39 0542 588 38
Fax: +39 0542 012 578
E-mail: [email protected]
www.eurovo.com
Prodotti esposti: uova in guscio, ovoprodotti liquidi ed in polvere
La Camera di Commercio Italiana per la
Svizzera sarà presente in fiera, presso il
Padiglione 2.2, con una collettiva italiana composta dalle seguenti aziende:
BONGETTA FORMAGGI srl
Via della Riva 29
23013 Cosio Valtellino SO
Tel.: +39 0342 635523
Fax: +39 0342 637240
E-Mail: [email protected]
www.bongetta.it
Prodotti esposti: Formaggi
COMPERIOR di Catia Spinelli
via della Roccia 4/1 10040 Almese TO
Tel.: +39 348 750 4004
Fax: +39 011 9345388
E-mail: [email protected]
www.comperior.it
Prodotti esposti: Cioccolato, verdure
sott’olio, biscotti
FIRENZE A TAVOLA
CONSORZIO EXPORT
Via Europa 6-6a
50066 Loc. Leccio Reggello FI
Tel.: +39 055 865 70 55
Fax: +39 055 865 70 56
E-mail: [email protected]
www.firenzeatavola.net
Prodotti esposti: Agroalimentare toscano
(vino, sott’olio, sott’aceti, salse)
A.R.P. SOC. AGR.COOP.
Via Primo Maggio 25
29027 Gariga di Podenzano PC
Tel.: +39 0523 350563 / 505
Fax: +39 0523 350590
E-mail: [email protected]
www.arptomato.com
Prodotti esposti: conserve di pomodoro
CREAZIONI DOLCIARIE DI FALICETTO S.n.c.
www.piacerino.it
Merceologia: cioccolato,
prodotti dolciari
DE MICHELI GIOVANNI e FIGLI e C. S.a.s
Merceologia: conserve vegetali
DOLCE RISVEGLIO
di Fellegara Luigi e C. S.a.s.
Merceologia: biscotti, prodotti da forno
F.LLi PIACENTINI
di Piacentini Valentino e c. s.n.c.
www.fratellipiacentini.com
Merceologia: vini DOC colli piacentini
RIVERFRUT DI BERTUZZI EMILIO
& ANGELO SOC.AGR.
Strada Comunale per Suzzano 14
29029 Rivergaro PC
Tel.: +39 0523 957659 – 953029
Fax: +39 0523 953449
E-mail: [email protected]
www.riverfrut.com
Prodotti esposti: orticoli di IV gamma
(fagiolino) e di V gamma
(verdure grigliate e al vapore
in vaschetta; creme di verdura)
LAPESCADOLCE di TONOLI MARICA
Merceologia: biscotti, torte, prodotti da
forno, specialità: pesche dolci
La CCIS sarà inoltre presente in rappresentanza delle seguenti aziende associate del
CONSORZIO PIACENZA ALIMENTARE
Piazza Cavalli 35- I - 29100 Piacenza
Tel.: +39 0523 305928
Fax: +39 0523 313854
[email protected]
www.consorziopiacenzalimentare.it
SALUMIFICIO PEVERI CARLO S.n.c.
www.salumificiopevericarlo.com
Merceologia: salumi DOP piacentini
(coppa, salame, pancetta)
TESORI DI PUGLIA Soc. Coop. Cons.
Viale Luigi Einaudi 15 - 70125 Bari
Tel.: +39 080 501 1001
Fax: +39 080 501 33 29
E-mail: [email protected]
www.tesoridipuglia.com
Prodotti esposti: Vino, olio extra vergine
d’oliva, prodotti lattiero caseari
3G DI GRANELLI PAOLO E C. S.N.C.
www.salsanatura.com
Merceologia: salse, maionesi
EUROVO SRL
Via Mensa 3
48022 S. Maria in Fabriago - Lugo (RA)
CASEIFICIO BORGONOVO S.n.c.
Merceologia: prodotti caseari, Grana
Padano DOP
CANTINA DI VICOBARONE s.c.
www.cantinavicobarone.com
Merceologia: vini DOC colli piacentini
SALUMIFICIO GAGLIARDI GP
www.salumigagliardi.it
Merceologia: salumi DOP piacentini
(coppa, salame, pancetta)
SALUMI GROSSETTI S.r.l.
Merceologia: salumi DOP piacentini
(coppa, salame, pancetta)
VALCOLATTE S.r.l.
www.valcolatte.it
Merceologia: Prodotti a base di latte
OILBAR - WINEBAR - BALSAMICOBAR
Il BAR ideato per la degustazione
dei vostri prodotti TRADIZIONALI e BIO
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CHEM-MED 2009: Milano, 25 - 27 novembre
Tecnologia, strumentazione scientifica,
tecniche di laboratorio e biotecnologie
L'evento nasce da una joint-venture tra Artenergy Publishing e Fiera Milano Tech per
rispondere alle esigenze degli operatori, che
auspicavano una manifestazione italiana in
grado di valorizzare i comparti di riferimento.
È composto da cinque saloni specializzati:
RICHMAC, la storica rassegna internazionale
sull’analisi strumentale e di processo e delle
tecnologie per il laboratorio, con ben quaranta edizioni di storia; S-CHEM, la mostra dedicata all'industria chimica e alla sostenibilità; BIOTECH Expo, l'evento internazionale e
conferenza sulle biotecnologie; COMPOMAT
Lightweight, il salone internazionale dei materiali compositi e ultraleggeri; BOND-TECH,
il salone-conferenza sulle tecnologie per sigil-
lanti e adesivi, che completa CPSA Expo, il
salone dedicato a coating, industria delle pitture, trattamenti di superficie e applicazioni.
CHEM-MED 2009 propone molte novità
tra le quali il Partnering, con cui per la prima volta un organizzatore italiano di eventi
mette a disposizione il più efficace strumento per l'incontro tra domanda e offerta, favorendo incontri mirati one-to-one, tramite
il miglior software nel suo genere, che individua gli utenti più adatti a proporre o valutare innovazioni, servizi, strutture, risultati di
ricerche, progetti di finanziamento. Presente
inoltre un'area R&D (Research & Development) con la partecipazione di università,
centri di ricerca e centri di eccellenza, che
in questo contesto possono entrare in contatto con le aziende per sviluppare insieme
progetti. Nell'ambito di CHEM-MED si svolge
anche una qualificata attività congressuale,
che è un’interessante opportunità di aggiornamento professionale per tutti gli operatori.
84
CHEM-MED rappresenta, inoltre, una nuova
e importante tappa di avvicinamento verso
EXPO 2015, che si terrà proprio a Milano sul
tema "Nutrire il pianeta - Energia per la vita".
In contemporanea con CHEM-MED 2009 si
svolgerà la seconda edizione di HTE-Hi.Tech.
Expo 2009, la rassegna dedicata alle tecnologie più avanzate quali fotonica, optoelettronica, nanotecnologie, celle a combustibile
e idrogeno, tecnologie del vuoto, immagazzinamento di elettricità e superconduttività,
macchinari e tecnologie produttive per l'industria fotovoltaica, fusione termonucleare per
l’industria, tecnologie della visione, dell’immagine e dell’identificazione, robotica.
I visitatori e gli espositori
CHEM-MED 2009 si rivolge soprattutto a queste tipologie di visitatori: dirigenti e tecnici di
laboratorio; venture capitalist, società di brevetti, spin-off, ricercatori e manager; manager
R&S; direttori di parchi scientifici e tecnologici; manager centri di innovazione (BIC); imprese ICT; servizi di outsourcing per laboratorio, uffici legali, società di servizi, università,
medici. Questi invece gli espositori: imprese
del settore chimico; produttori e fornitori di
attrezzature e impianti per il laboratorio; fornitori di servizi (contratti di produzione, ricerca e analisi), laboratori tecnici e produttori di
apparecchiature per l’analisi chimica, fisica e
biochimica per l'ambiente, per la chimica industriale, farmaceutica e agroalimentare; produttori di impianti, attrezzature, componenti
di processo e sistemi di automazione; produttori di gas speciali e gas tecnici; produttori di
sistemi di misura, controllo, regolazione e di
analisi; produttori di attrezzature per l'igiene
e la sicurezza in laboratorio; servizi di formazione; centri di ricerca; imprese ICT; centri di
ricerca e centri di trasferimento tecnologico
(RTTC); aziende biotech e pharma, università
e parchi scientifici e tecnologici; certificatori
di qualità e autorità di controllo; società finanziarie; autorità e associazioni di categoria.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI
Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Luigi Palma, Simona Ninni
Seestrasse 123, 8002 Zurigo
Tel. 044 289 23 23 Fax 044 201 53 57
e-mail: [email protected]; www.ccis.ch
Rivista – Novembre 2009
La
EnerSolar+: Milano, 25 - 28 novembre
Energia solare,
prospettive luminose
Finalmente anche a Milano un importante evento internazionale dedicato al solare fotovoltaico e termico.
Organizzato da Artenergy Publishing e Fiera Milano
Tech, EnerSolar+ sarà infatti l’evento di riferimento
del settore, in quel periodo dell’anno, per il mercato
nazionale e per l’area del bacino del Mediterraneo, e
rappresenterà un’occasione da non perdere per vedere da vicino la realtà di un mercato che, anche in
questi tempi di congiuntura economica, è in grado di
sviluppare business e creare sviluppo e occupazione.
E quale location migliore, allora, della capitale economica italiana?
Qualche cifra
Secondo i dati da GSE (Gestore Servizi Elettrici), aggiornati all’1 ottobre, a livello nazionale, il numero
complessivo degli impianti in esercizio che hanno
usufruito degli incentivi previsti dal Conto Energia era
di 51.098 pari a una potenza totale di 636,8 MW. Al 13
ottobre l’aggiornamento, però, parla di 52.143 impianti in esercizio per una potenza totale di 651,86 MW.
Cifre significative visto che, in poco più di 10 giorni, gli impianti in esercizio sono aumentati di 1.045
unità per una potenza di 13 MW. Tutti questi dati
fanno quindi pensare a previsioni ottimistiche visto
che GSE stima che in Italia, alla fine di quest’anno,
risulteranno in esercizio circa 900 MW pari a circa 70.000 impianti. Inoltre, secondo gli analisti, se
questo trend continua, il nostro Paese sarà il primo
grande mercato del fotovoltaico a sperimentare,
tra qualche anno, la grid parity ovvero la condizione in cui il costo del kWh fotovoltaico coincide con
quello del kWh prodotto da fonti convenzionali.
Forte stimolo all’economia
Con un giro d’affari che, secondo i dati di Estif (European Solar Thermal Industry Federation), nel 2008 ha
Rivista – Novembre 2009
La
superato i 3 miliardi di euro a livello europeo, il solare
termico può ben considerarsi come uno dei settori di
forte stimolo all’economia visto anche che l’industria
del settore conta oltre 40.000 addetti a tempo pieno.
Sempre secondo i dati di Estif, il mercato europeo
(svizzera inclusa), dei collettori per il riscaldamento e
il raffrescamento ha registrato nel 2008, una crescita
del 60% pari a 3,3 GWt di nuova capacità installata che
equivalgono a 4,76 milioni di m2 di superficie.
Mentre la domanda di pannelli solari ha fatto registrare un’impennata in Spagna, Italia e Francia, la
crescita maggiore si è registrata in Germania (123%)
che ha più raddoppiato rispetto al 2007 la sua nuova
capacità installata da 0,7 GWt a 1,5 GWt (pari a 2,1
milioni di m2). Nel nostro paese, il solare fotovoltaico ha indubbiamente grossi margini di sviluppo visto
che la crescita del 2008 è stata "solo" del 28% con 295
MWt di nuova capacità installata (pari a 421mila m2).
Le potenzialità del settore sono notevoli e i vantaggi
significativi.
Basti pensare che l’installazione di un impianto solare termico consente di ridurre dell’80% la quantità
di metano impiegato per il riscaldamento dell’acqua, con il conseguente abbattimento delle emissioni di CO2.
In questo scenario, per scoprire tutte le declinazioni
del solare fotovoltaico e termico quello con EnerSolar+ è l’appuntamento da non perdere.
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Luigi Palma, Simona Ninni
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85
Artigiano in Fiera: Milano 5 -13 dicembre
Nel nuovo polo fieristico
il villaggio globale dell’artigianato
Si terrà dal 5 al 13 dicembre nel nuovo polo di Fieramilano, la 14a edizione di Artigiano in Fiera, la Campionaria
mondiale dell’artigianato organizzata da Ge.Fi. - Gestione Fiere in collaborazione con Regione Lombardia, col
patrocinio di Provincia e Comune di Milano e promossa
insieme a CNA, C.L.A.A.I., Casartigiani e Confartigianato. Con oltre 3.000 espositori provenienti da tutto il mondo e oltre tre milioni di visitatori attesi da tutta Italia e
non solo, Artigiano in Fiera si conferma in assoluto il più
importante evento nel panorama internazionale del settore artigianale: un vero villaggio globale dell’artigianato, dove riscoprire culture e tradizioni di tutto il mondo.
Artigiano in Fiera vuole esaltare la qualità del prodotto
artigianale.
In questo contesto si delineano i diversi percorsi della
fiera, organizzati per provenienza geografica e territoriale - Italia, Europa e Paesi del Mondo – ognuna suddivisa
all’interno in aree dedicate alle diverse regioni, nazioni
86
e continenti, valorizzando le culture e le tradizioni a cui
si legano i diversi prodotti. Grande spazio sarà dedicato
alle tradizioni eno-gastronomiche, con oltre 40 ristoranti
tipici e spazi espositivi con specialità e prodotti alimentari tipici di tutto il mondo.
All’interno di Artigiano in Fiera 2009 si svolgerà la seconda edizione del Salone ECOABITARE, che presenta le innovazioni e le tecnologie che domani saranno necessarie
per una casa a basso impatto ambientale (per gli interni
e per gli esterni).
Ma anche costruttori di case in legno, chalet o prefabbricati, assicurazioni e società di credito.
La grande novità è invece il Salone ECONAVIGARE
dedicato alle imprese artigiane del settore nautico, con
particolare riferimento alle imbarcazioni carrellabili, agli
accessori nautici e al turismo diportistico.
Il nuovo polo di Fieramilano a Rho rende l’accesso alla
manifestazione comoda da Milano e dal resto d’Italia e
dai Paesi limitrofi.
Così che l’Artigiano in Fiera diventi sempre più un momento di grande festa e di incontro con la tradizione e
i prodotti dell’artigianato di tutto il mondo, un vero e
proprio villaggio globale dell’artigianato
L’ingresso è gratuito.
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Luigi Palma, Simona Ninni
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Rivista – Novembre 2009
La
Padova Bike Expo Show: Padova 15 - 17 gennaio 2010
Passione moto
Padova Bike Expo Show: Padova 15 - 17 genDal 15 al
17 gennaio 2010 torna a ruggire il Custom con l’immancabile appuntamento di Padova Bike Expo Show (www.
bike-exposhow.com) alla Fiera di Padova. La 16^ edizione rafforza la scommessa sulla passione moto che ha
premiato l’edizione 2009: 65.000 visitatori provenienti
da tutta Europa, 350 espositori diretti e 300 giornalisti
accreditati su una superficie lorda di 50.000 mq coperti
e 30.000 mq in area esterna.
In un anno difficile per il mondo dei motori il cuore pulsante del Padova Bike Expo Show sarà sempre più custom, un settore di veri e propri artisti che con la loro
capacità di far sognare volano oltre la crisi. Cresce lo
spazio dedicato a questo mondo e ai suoi mitici protagonisti con grandi ospiti di fama internazionale. E si rafforza anche la collaborazione tra PadovaFiere e la F.I.C.
(Federazione Italiana Customizer) che ha come obiettivo
lo sviluppo e il potenziamento dell’intero settore Custom
attraverso attività atte a dare maggiore forza e rappresentatività a questo mondo.
Per la 16esima edizione si riconferma "Il Mondo a Portata
di Moto”, lo spazio dedicato all'avventura e turismo su
due ruote. Un’area che lo scorso anno ha riscosso grande interesse e che si ripropone anche quest’anno ancora
più ricca di opportunità, esperienze, moto e prodotti per
chi vuole programmare il proprio viaggio sulle due ruote.
Esperienze umane dirette raccontate dalla stampa specializzata che da decenni promuove il turismo in motocicletta, suggerendo itinerari, a portata di ruote o a portata
di sogni. Oltre ai grandi viaggiatori, saranno presenti i
tour operator più qualificati, quelli che dedicano grande
attenzione a questo, sempre crescente, comparto proponendo soluzioni alle esigenze dei motociclisti.
Itinerari e viaggi organizzati, in Italia e all'estero, con il
fascino della scoperta, perché in moto, la strada non è
Rivista – Novembre 2009
La
una linea che congiunge due punti, ma un'esperienza
che entra nella pelle e che tocca l'anima.
Anche per quest’anno ricco sarà il programma delle esibizioni e degli spettacoli previsti nelle aree esterne del
quartiere fieristico. Acrobazie freestyle aereo di motocross e di quad, esibizioni mozzafiato dei dragster, burn
out show e molto altro. Tutto questo sarà accompagnato
da un fitto programma di concerti live serali.
Grande attenzione anche al mondo dei Tattoo con numerosi tatuatori che esporranno le nuove tendenze in tema
di tatuaggi, ma anche di piercing, anelli, flesh tunnel e
tutti gli accessori che riguardano la personalizzazione
del corpo.
L’edizione 2010 di Padova Bike Expo Show lancerà un
nuovo ed affascinante settore con lo spazio dedicato
all’aerografia. Paesaggi western, tramonti mozzafiato,
volti di affascinanti ragazze ed animali di ogni specie che
si legano indissolubilmente all’idea di libertà e grandi
spazi propri del mondo custom. Attraverso questa tecnica di pittura classificata fra le arti “non convenzionali” si
riesce a trasferire sulla superficie di una moto o di un’auto un impronta unica che è alla base di una passione
che diventa motivo di vita. A Bike Expo una grande area
espositiva, una mostra tematica e un centro di consulenza e di approfondimento capace di dare valore e visibilità, oltre a facilitare l’approccio a chi vuole avvicinarsi a
questo affascinante settore.
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Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Luigi Palma, Simona Ninni
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87
Cisalpino II.
È cominciata
una nuova era!
Salga a bordo del nuovo Cisalpino II (ETR610) e approfitti dei seguenti collegamenti:
Ginevra – Milano
Ginevra
Losanna
Montreux
Sion
Briga
Domodossola
Stresa
Milano
Per ulteriori informazioni: www.cisalpino.com
Milano – Ginevra
CIS 35
5.45
6.20
6.39
7.14
7.44
8.17
8.39
9.35
Milano
Stresa
Domodossola
Briga
Sion
Montreux
Losanna
Ginevra
CIS 40
16.25
17.21
17.48
18.20
18.47
19.21
19.45
20.18
Il
Mondo in Camera
Cocktail déjeunatoire a Ginevra La Svizzera
A proposito di intelligenza
beve vino italiano
culturale
Le giornate paese della CCIS
La e sviluppo–d’affari
Novembre 2009
Rivista
Jetzt in vollständig überarbeiteter
und aktualisierter Neuausgabe
25 Jahre “Der große Johnson“
Der kleine
Johnson 2010
Top Italian Wines Roadshow
89
Il mondo in Camera
Cocktail déjeunatoire organizzato a Ginevra
dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
A proposito di intelligenza culturale
e sviluppo d’affari
Sul battello a vapore ‘Italie’, Fernando Salvetti, antropologo
ed epistemologo, Managing Partner di LKN – Logos, ha illustrato la sua “filosofia” aziendale
Fernando Salvetti
antropologo
ed epistemologo,
Managing Partner
di LKN – Logos…
nell’insolita
cornice
del battello
a vapore ‘Italie’
ha illustrato
la sua “filosofia”
aziendale.
90
Chi sostiene che il lavoro sia un semplice susseguirsi di procedure alle quali le persone devono adeguarsi, non ha ancora avuto modo di
conoscere LKN – Logos Knowledge Network,
società fondata nel 1996 e presente in 60 Paesi
nell’ambito dell’edutainment, ovvero “education and entertainment” per il team building
nelle imprese e nelle istituzioni.
Fernando Salvetti, antropologo ed epistemologo, Managing Partner di LKN - Logos, è intervenuto sul tema “Intelligence Culturelle &
Développement d’affaires”, in occasione del
cocktail déjeunatoire organizzato il 18 settembre dalla Camera di Commercio Italiana
per la Svizzera – ufficio di Ginevra sul battello
a vapore “Italie”, patrimonio dell’ABVL – Association des Amis des Bateaux à Vapeur du
Léman.
In un’atmosfera insolita, ma molto apprezzata
dai 38 partecipanti italiani e di altre nazionalità, Fernando Salvetti ha coinvolto il pubblico
presentando il teatro d’azione, l’arte, la filosofia e la musica come strumenti per migliorare
la coesione del personale di un’azienda, la
comunicazione, la capacità di fare rete con
i partners esterni e di conseguenza il proprio
business. Lo sviluppo della capacità di apprendere dipende da strategie flessibili, che
aiutino l’individuo ad adattarsi e ad orientarsi
nei contesti in cui lavora.
Aumentare la capacità di apprendere significa
quindi consentire all’individuo di sviluppare
la sua creatività e il suo spirito d’innovazione attraverso i metodi più diversi: coaching,
e-tutoring, action learning, learning by doing,
laboratori di ricerca sulle esperienze di lavoro,
peer-to-peer meetings, benchmarking e cross
fertilization seminars.
Fernando Salvetti ha saputo catalizzare l’attenzione dei presenti per 30 minuti sottolineando che il cuore della strategia di un’organizzazione non sta tanto nei prodotti e nei
mercati, quanto nella sua dinamicità e nella
valorizzazione della dimensione cognitiva e
comportamentale del suo personale.
Se è fondamentale la trasmissione delle conoscenze, lo è altrettanto il saper apprendere.
Per riprendere Montaigne: «J’aime mieux forger mon âme que la meubler».
Marilena Berardo
Responsabile Ufficio di Ginevra – CCIS
Rivista – Novembre 2009
La
Le giornate paese della CCIS
Consulenza individuale
alle imprese esportatrici italiane
In una fase di crisi economica, che ha significato per le aziende esportatrici italiane un
restringimento del mercato e un drastico calo
dei volumi di vendita, è necessario procedere
con cautela ed attività estremamente mirate
sui mercati esteri.
Una formula che si sta rivelando efficace è
quella delle ricerche individuali di controparti commerciali che partano da un’analisi
preliminare del mercato, delle tendenze della
domanda, del profilo dell’azienda esportatrice, del suo prodotto e delle sue pregresse
esperienze di vendita in Svizzera. La Camera
di Commercio Italiana per la Svizzera realizzerà quindi nel corso dell’autunno 5 giornate
paese in 4 province italiane per fornire una
consulenza individuale alle PMI esportatrici
italiane interessate al mercato elvetico.
Il 23 ottobre la CCIS era presente a Crotone per una breve presentazione paese e un
incontro multisettoriale con gli imprenditori
locali, il 29 ed il 30 ottobre a Forlì e Bologna
per un incontro di follow-up con le imprese
che durante gli incontri bilaterali del 9 settembre hanno incontrato importatori svizzeri ed
avviato con essi rapporti commerciali.
Infine a novembre la CCIS sarà nuovamente
in Romagna e a Modena per le due giornate
dedicate ad incontri con aziende appartenenti
a diversi settori produttivi.W
Per maggiori informazioni
Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Fabrizio Macrì - Marketing e Progetti Speciali
T. 0041 (0) 44 289 23 27; [email protected]
La Svizzera beve vino italiano
La Svizzera è il quarto importatore al mondo
di vino italiano con 228,5 milioni di Euro a
fronte dei 493,9 del Regno Unito, i 766,5 della Germania e i 799,6 degli Stati Uniti. La cifra
è significativa se si tiene conto delle dimensioni del paese che conta appena 7,7 milioni
di abitanti a fronte degli oltre 50 milioni del
Regno Unito, degli oltre 80 della Germania e
dei 300 degli Stati Uniti: l’interesse del mercato diventa evidente infatti se si tiene conto del
valore del vino importato da ogni svizzero a
testa: 29,6 Euro a fronte dei 9,4 di ogni tedesco, degli 8,9 di ogni inglese e dei 2,7 di ogni
americano.
Perchè con la Camera di Commercio Italiana
per la Svizzera?
La CCIS ha il compito istituzionale di rafforzare la presenza del Made in Italy sul mercato svizzero e il vino è il prodotto di punta
del Made in Italy, spesso ambasciatore di altri
prodotti dell’eccellenza italiana. Ogni anno
vengono organizzati da noi un corso di sommelier in lingua italiana e grandi degustazioni
di vino Made in Italy visitate da importatori,
ristoratori, albergatori, sommelier, giornalisti
Rivista – Novembre 2009
La
ed appassionati con un’affluenza di buyer
della distribuzione svizzera che varia dalle 50
alle 100 unità per ogni giornata di degustazione; i nostri prezzi inoltre sono istituzionali e
contenuti rispetto al mercato di riferimento.
Due casi che testimoniano il nostro successo
sono le manifestazioni:
(1) “Sicilia Isola del vino” tenutasi al The Dolder Grand di Zurigo e al Four Seasons Hotel di Ginevra rispettivamente il 27 aprile
2009 e il 29 aprile 2009 ed organizzata
in partnership con ICE, Assovini e Regione
Sicilia;
(2)“Barolo Barbaresco... & Freunde” che, organizzata in partnership con il Consorzio
del Barolo Barbaresco, si ripete da 7 anni
a Zurigo ed ê diventata un appuntamento
fisso per gli operatori del settore sul mercato svizzero.
Richieste di contatto
e ulteriori approfondimenti
Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Seestrasse 123 8027 Zurigo
Tel +41 44 289 23 23- Fax +41 44 201 53 57
E-mail: [email protected] - www.ccis.ch
91
25 Jahre “Der große Johnson“
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Erstmals mit farbigen Karten und Fotografien
erscheint der Weinbuch-Klassiker Der große
Johnson fünf Jahre nach der letzten Aktualisierung komplett überarbeitet und auf den
neuesten Stand gebracht. In den 25 Jahren
seit Ersterscheinen hat sich das Buch zu einem zuverlässigen Who’s Who der internationalen Top-Winzer entwickelt. Es ist “ein
Abbild der Welt des Weins unserer Zeit: ihrer
Methoden, ihrer Weinberge und -keller und
vor allem der Menschen, die darin wirken“, so
Hugh Johnson im Vorwort der vorliegenden
Ausgabe. Weingüter wechseln ihre Besitzer,
neue Regeln und Gesetze werden erlassen,
Produktions-techniken weiterentwickelt. Der
große Johnson dient als praktischer Helfer,
wenn es gilt, aus einem weltweit immer größer werdenden Angebot den richtigen Wein
auszuwählen. Stephen Brook, exzellenter
Weinexperte und selbst Autor von zwölf Büchern zum Thema, hat gemeinsam mit Hugh
Johnson die vorliegende Ausgabe auf den
neuesten Stand gebracht. Der große Johnson
präsentiert alles Wissenswerte über die Weinbauregionen der Welt samt ihren Besonderheiten und Spezialitäten. Dabei werden Informationen zu Charakter und Beschaffenheit
der jeweiligen Landschaft, zu Geschichte und
Produktion der ansässigen Winzer sowie zu
Wesen und Eigenart ihrer Weine gegeben. Sowohl die klassischen als auch die aufstrebenden Regionen Frankreichs, Spaniens, Italiens
und Deutschlands, die Newcomer aus Chile,
Australien und Südafrika sowie eine Vielzahl
derzeit noch unbekannter Weinproduzenten
beispielsweise aus Israel oder China werden
berücksichtigt. Darüber hinaus enthält die
neue Ausgabe zahlreiche zusätzliche Informationen zum praktischen Umgang mit Wein
– von der Lagerung, über das Degustieren bis
zum Kombinieren von Essen und Wein – und
das umfassende Glossar führt in die gebräuchlichen Fachausdrücke ein. Im Verbund mit
den beiden HALLWAG-Klassikern Der kleine
Johnson, der einen exakten Gradmesser für
die aktuellen Entwicklungen bis hin zur Bewertung einzelner Weine darstellt, und Weinatlas, der einen geografischen Überblick über
die gesamte Weinwelt bietet, ist Der große
Johnson, die detaillierte Darstellung der weltweit wichtigsten Weinbauregionen und ihrer
Produzenten, ein absolutes “Muss“ für jeden
Weinfreund.
92
Hugh Johnson gilt weltweit als der führende
Weinkenner. Sein Wissen über Wein erwarb
er zunächst als Mitglied der “Wine and Food
Society“ in Cambridge. Als er 1963 Herausgeber der Zeitschrift „wurde, trat er damit in
die Fußstapfen des legendären André Simon.
Schließlich errang Johnson im Alter von gerade einmal 27 Jahren mit seinem ersten Buch
Wine (1966) einen Platz in der vordersten
Reihe der Weinpublizisten. Sein unnachahmliches Talent, die kompliziertesten Zusammenhänge verständlich darzustellen, hat in
bemerkenswert vielen Büchern seinen Niederschlag gefunden. Nach zahlreichen Ehrungen, darunter der begehrte Literaturpreis
der Akademie von Bordeaux (1987), wurde
Hugh Johnson im Jahr 1998 die höchste Auszeichnung der Gastronomischen Akademie
Deutschlands (GAD), der “Carl-Friedrichvon-Rumohr-Ring“, als Anerkennung für sein
Gesamtwerk zuteil. 2007 verlieh ihm Königin
Elisabeth II. die Auszeichnung “Officer of the
Order of the British Empire“ für seine Verdienste um die Wein- und Gartenbauliteratur.
Stephen Brook ist ein renommierter Journalist und ausgewiesener Weinexperte. Er wurde
mehrfach ausgezeichnet und ist selbst Autor
mehrerer Weinbücher. Im Jahr 2000 gewann er
mit “Wines of California“ den angesehenen “Prix
du Champagne Lanson“ für das beste Weinbuch.
Stephen Brook lebt in Großbritannien.
Hugh Johnson
Stephen Brook
Der große Johnson
Die Enzyklopädie der Weine, Weinbaugebiete und Weinerzeuger der Welt HALLWAG
Verlag, München 688 Seiten
Format 20,1 x 25,3 cm
Hardcover mit Schutzumschlag
28 Karten, 10 Farbfotografien
120 Illustrationen
€ (D) 49,90 / € (A) 51,30 / sFr 83,90
ISBN 978-3-8338-1621-5
Rivista – Novembre 2009
La
Das erfolgreichste und meistgekaufte
Weinbuch der Welt in der überarbeiteten
und aktualisierten Neuausgabe
Hugh Johnson gilt unbestritten als der weltweit erfolgreichste Weinautor. Auf sein Urteil verlassen sich Weineinsteiger wie Profis weltweit. Jährlich komplett überarbeitet
und auf den neuesten Stand gebracht, bietet die Neuausgabe des HALLWAG-Klassikers Der kleine Johnson 2010
Informationen zu mehr als 15.000 Weinen, Jahrgängen,
Winzern und aktuellen Weinthemen. Jakobsmuscheln in
Sahnesauce und ein erstklassiger australischer Chardonnay, Osso buco und ein geschmeidiger, tanninarmer Dolcetto d’Alba, Zabaglione und ein leichter, goldener Marsala – viele Gerichte schmecken erst in der Kombination
mit dem passenden Wein perfekt. Doch während einem
im Restaurant bisweilen ein versierter Sommelier zur Seite steht, fällt die Auswahl für das Dinner zu Hause schon
erheblich schwerer. Vor allem, wenn es darum geht, ob
der angebotene Tropfen dann auch den Erwartungen an
Qualität und Trinkreife entspricht. Von Frankreich über
Italien, Deutschland, Spanien bis hin zu Südafrika, die
Bandbreite der vorgestellten Weine reicht von „einfacher
Qualität für jeden Tag“ (ein Stern) bis „erstklassig, anspruchsvoll, teuer“ (vier Sterne). Auch in der diesjährigen
Ausgabe sind wieder die gut 200 persönlichen Lieblingsweine Hugh Johnsons farbig hervorgehoben.
Ergänzendes Weinwissen wie beispielsweise Jahrgangstabellen, eine kompakte Rebsortenkunde, ein Glossar mit
den wichtigsten Begriffen der Weinsprache sowie Empfehlungen, welcher Wein zu welchem Essen passt, machen das Buch zu einem unverzichtbaren Kompendium
rund ums Thema. Neu in dieser Ausgabe ist das LänderSpezial „Südamerika“, das interessantes Hintergrundwissen zur Geschichte südamerikanischer Weingüter und
Weinkultur sowie zu den wichtigsten Anbaugebieten und
Produkten bietet und nicht zuletzt über die genussvollsten Kombinationen von südamerikanischen Spezialitäten
und Wein informiert.
Hugh Johnson
Der kleine Johnson 2010
15.000 Weine, Produzenten
und Jahrgänge aus aller Welt
HALLWAG Verlag, München
472 Seiten
Format 9,0 x 19,0 cm
Hardcover
€ (D) 19,90
€ (A) 20,50 / sFr 35,90
ISBN 978-3-8338-1671-0
Top Italian Wines Roadshow
ZURICH MOSCOW COPENHAGEN BERLIN PARIS LONDON WARSAW BRUSSELS
Top Italian Wines Roadshow
ZURICH MOSCOW COPENHAGEN
BERLIN PARIS LONDON WARSAW BRUSSELS
Lunedì, 30 novembre 2009
The Dolder Grand
Kuhrhausstrasse 65 - 8032 Zurich
L’editore di maggior pregio su Cibo & Bevande è lieto di
invitarvi ad un’esclusiva degustazione di vini: 59 Produttori esporranno una scelta dei loro vini nell’ambito della
manifestazione internazionale Gambero Rosso: Top Italian Wines Roadshow.
14.00 – 18.00 Degustazione per operatori
di settore e stampa
18.00 – 21.00 Degustazione per visitatori privati
Seminari con degustazioni d’eccellenza
Degusterete nei seminari circa 20 vini scelti di diversi
produttori. I seminari saranno presentati dai noti esper-
Rivista – Novembre 2009
La
ti del Gambero Rosso: Marco Sbellico, coeditore della
guida dei vini “Vini d’Italia” o Paolo Zaccaria, redattore
della guida dei vini, nonché dal rinomato autore di libri
sui vini Beat Koelliker.
Seminario 1
14.30 - 15.30
Garden Salon 1
Seminario 2
16.00 - 17.00
Garden Salon 2
Seminario 3
18.30 - 19. 30
Garden Salon 1
I posti per i seminari sono limitati, la presa in considerazione delle iscrizioni seguirà l’ordine di ricezione di
queste ultime.
Iscrizioni entro il 13 novembre 2009.
Per ulteriori informazioni ed iscrizioni contattare la
Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
Seestrasse 123 - 8027 Zürich
Tel. 044 289 23 23 - [email protected] www.ccis.ch
93
Contatti Commerciali
DAL MERCATO ITALIANO
Offerte di merci e servizi
Olio
Oleificio Pasquinoni snc
Via T. Tasso, 3
47852 Coriano (RN)
Tel. +39.0541.759225
Fax. +39.0541.756544
E-mail: [email protected]
www.pasquinoni.it
Porte e serramenti in legno
Falegnameria Dilda di Dilda Giovanni e Guglielmo s.n.c.
via Torre Angiolini 47/A
I - 26038 Torre de' Picenardi (CR)
Tel: +39 0375-94215
Fax: +39 0375-395226
E-mail: [email protected]
www.falegnameriadilda.com
Vino
BADIA A COLTIBUONO
I - 53013 Gaiole in Chianti (SI)
Tel: +39/0577 74481
Fax: +39/0577 744839
[email protected]
www.coltibuono.com
Funghi sott’olio
Galfrè antipasti d’Italia Srl
V.le Torino 13 - 12032 BARGE
(CN)
Tel: 0039/0175.346286
Fax: 0039/0175.343358
E-mail: [email protected]
www.galfreantipasti.it
Packaging per industria alimentare e cosmetica
Ideal Plast di Ivano Sironi
via Vignazzola 117
I - 20036 Meda (MI)
Tel.: +39 0362-343731
Fax: +39 0362-343733
E-mail: [email protected]
www.idealplastpackaging.it
Lavorazioni meccaniche
di precisione
Gamba srl
Via Dezza 47
I - 20144 Milano
94
Tel. +39 024980441
Fax: +39 0248008021
E-mail: [email protected]
www.gambasrl.it
Impianti e macchinari
per l’industria cosmetica
Ve.tra.co Group srl
Via E. Mattei, 25
I - 26020 Madignano (Cr)
Tel.: +39 0373 65185
Fax: +39 0373 65713
E-mail: [email protected]
www.vetraco.com
Abbigliamento
SEIDIMILANO srl
Corso Concordia 5
I - 20129 Milano
Tel: 0039 3925737601
E-mail: [email protected]
www.nuvoline.it
Vino
Eusider SpA
Via Muggia, 36 I - 31045 Motta di Livenza (Tv)
Tel/Fax +39 0422 768130
E-mail: [email protected]
www.barrosante.com
Progettazione e produzione
di strumenti ottici su misura
Beta Nit srl
Applied Optics
via Roma 57
I - 26865
San Rocco al Porto (Lodi)
Tel: +39-0377-569530
Fax: +39-0377-568083
E-mail: [email protected]
www.betanit.com
Prodotti per la cosmesi
e il benessere
Re-Age Italia
Via Bottego 239
I - 41010 Modena - Italy
Tel: +39 059 2929250
Fax: +39 059 2927345
Email: [email protected]
www.re-age.com
Caffè
Torrefazione Portioli Spa
Via Cerca 24
I - 20090 Caleppio di Settala (MI) Italia
Tel. +39 02 95 89 751
Fax +39 02 95 89 755
Email: [email protected]
www.portioli.it
Moquette
Besana Moquette
Via Don Giacinto Dell'Acqua, 24
I - 23890 Barzago, frazione Verdegò, (LC)
Tel. +39 031.860113
Fax. +39 031.860202
[email protected]
www.besanamoquette.com
Reti per salotti e divani
Armetal S.r.l.
Via Nazionale, 7-9-11
I - 47017
Rocca S. Casciano - Forlì
Tel. 0039/0543.960139
Fax 0039/0543.950063
E-Mail: [email protected]
www.armetalitalia.com
Complementi d’arredo
Stil Décor snc
Via A. De Gasperi 28/30
I - 50019 Sesto Fiorentino FI
Tel/Fax +39 0554252832
E-Mail: [email protected]
www.stildecorfirenze.it
Prodotti alimentari
tipici romagnoli
La Romagnola
Via Martiri Ponte Bastia 11
I - 44016 San Biagio Argenta (FE)
Tel. +39 0532809666
Fax.+39 0532809477
E-Mail: [email protected]
www.la-romagnola.it
Macchinari per il packaging
C.A.P. Group
Via dell’Artigianato 3
I - 35026 Conselve (PD)
Tel. +39 0499501031
Fax.+39 0499501034
E-Mail: commerciale.estero@
bbroker.it
www.groupcap.it
Rivista – Novembre 2009
La
Richieste di ricerca
agenti-rappresentanti
• La società Tecnim opera nel
settore della manutenzione e
nel montaggio di impianti industriali soprattutto per l’industria
chimica, petrolifera ed energetica (l’azienda lavori con i principali attori del settore energetico
italiano, ENI, ENEL, SAIPEM,
SNAM ed altri) osservando rigidi
standard di sicurezza e qualità.
Tecnim gradirebbe entrare in
rapporti d’affari con studi di progettazione ed ingegneria interessati a collaborare per realizzare
assieme progetti industriali.
• L’azienda GIAS SpA è specializzata nella produzione di verdure
grigliate e di piatti pronti italiani
surgelati di diverse qualità, sia
con la pasta sia col riso, sia con
la carne che con i frutti di mare.
GIAS vorrebbe ampliare il proprio mercato e intraprenderebbe
volentieri nuove relazioni commerciali con grossisti di prodotti alimentari che danno valore
alla qualità dei prodotti e sono
interessati a inserire sul mercato
svizzero i prodotti citati.
• La società DGV srl di Milano attiva nel settore delle lavorazioni
di subfornitura meccanica per
produttori di macchine e articoli industriali. La società DGV
srl opera nel settore delle lavorazioni meccaniche per conto
terzi e con l’ausilio di stazioni
CAD progetta e realizza articoli e lavorazioni in metallo di
sicura qualità ed affidabilità per
qualsiasi tipo di applicazione industriale.
• L'azienda Lisap SpA di Milano,
specializzata nella produzione
di articoli per la cura e il trattamento dei capelli destinati
a centri estetici, parrucchieri e
saloni di bellezza. L'azienda è
attiva dal 1952 ed è presente in
tutto il mondo ed è alla ricerca
di nuovi parner e collaboratori
soprattutto nella Svizzera italiana e francese; Lisap sarebbe interessata ad effettuare un incontro
conoscitivo per presentare i pro-
Rivista – Novembre 2009
La
pri prodotti direttamente presso
la Vostra sede.Vi invitiamo a visitare il sito www.lisapitalia.com
per scoprire il mondo Lisap e la
varietà dei prodotti che l'azienda è in grado di offrire.
Per le richieste di cui sopra rivolgersi a:
Camera di Commercio Italiana
per la Svizzera, Seestr. 123, casella postale, 8027 Zurigo, Tel.
044/289 23 23, Fax 044/201 53
57, e-mail: [email protected], www.
ccis.ch
• La societa’ Nastro & Nastro Srl,
operante a Luino ( Va ) nel settore delle arti grafiche dal 1885,
ha recentemente ampliato la
propria gamma di prodotti con
l’introduzione di una nuova linea di carta regalo, carta personalizzata e carta da imballo.
Questi prodotti possono essere
forniti sia in fogli (stesi o piegati) sia in rotolo. Cerchiamo per
il mercato Svizzero importatori
/ distributori / grossisti e rappresentanti introdotti nei settori cartolerie, librerie e imballaggi.
Per informazioni contattare:
Nastro & Nastro S.r.l.
Via Stehli, 15
21010 Germignaga (VA)
Tel. + 39 0332 531463
Fax + 39 0332 510715
E-mail: [email protected]
DAL MERCATO SVIZZERO
Ricerca di merci e servizi
Macchine industriali
per la bigiotteria
OPTOMA
rte d'Allaman 36 Pf 99
1163 Etoy
Tel. 0041/21 8071333
Fax 0041/21 8071334
[email protected]
Calzettini
Flamingo Fashion Ltd
Bonnstrasse 18
CH-3186 Düdingen
Tel. 0041/264399494
Fax 0041/264399499
[email protected]
www.flamingo-fashion.ch
Utensili da cucina
ASA Handel GmbH
Signor Gökdemir Gökmen
Birkenweg 6
5312 Döttingen
Tel. +41 796930946
[email protected]
Destrosio
Confiserie Michel AG
Im Grund 12
CH - 5405 Baden-Dättwil
Tel. 0041 564930377
Fax 0041 564930378
[email protected]
www.confiseriemichel.ch
Prosecco
VinYara Weinhandel
Baumgartenstrasse 14
CH - 8108 Dällikon
Tel. 0041 763910107
Fax 0041 448450929
[email protected]
www.vinyara.ch
Offerte di merci e servizi
Prodotti chimici naturali
Jungbunzlauer AG
St. Alban-Vorstadt 90
P.O. Box
CH-4002 Basel
Tel.: ++41 61 295 51 00
Fax: ++41 61 295 52 90
patricia.schaub@jungbunzlauer.
com
www.jungbunzlauer.com
Trasporti internazionali
Martin Transports SA
Iles Falcon
CH - 3960 Sierre
Tel: +41 274518080
Fax +41 274518089
E-mail: [email protected]
www.martin-transports.ch
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla: Camera di Commercio
Italiana per la Svizzera, Seestr.
123, casella postale, 8027 Zurigo, Tel. 044/289 23 23, Fax
044/201 53 57, e-mail: info@
ccis.ch, www.ccis.ch
95
Attività e Servizi
Con i suoi circa 800 Soci la Camera di Commercio Italiana
per la Svizzera, fondata nel 1909, è un‘associazione indipendente ai sensi del Codice Civile Svizzero. Il suo compito precipuo consiste nella assistenza alle imprese dedite all‘interscambio tra Italia, Svizzera ed il Principato del
Liechtenstein. La gamma dei suoi servizi, certificati ISO
9001, è molto variegata e comprende tra l‘altro:
• Ricerche su banche dati di produttori e/o importatori dAuoi seguenti Paesi: Italia e Svizzera
• Collegamenti online per visure, protesti, bilanci, statistiche ecc.
• Segnalazioni di potenziali fornitori ed acquirenti
• Ricerca e mediazione di rappresentanti, agenti e distributori
• Organizzazione di incontri tra operatori, con l‘ausilio di
servizi di interpretariato e segretariato
• Recupero di crediti commerciali, con particolare riguardo
alla ricerca di soluzioni amichevoli e extragiudiziali
Pubblicazioni
• Recupero crediti in Svizzera
• Regolamento di Arbitrato e di Conciliazione
della Camera Arbitrale della CCIS
• Compra-vendita di beni immobili in Italia
• Costituzione di società affiliate
di imprese estere in Italia
• Servizi camerali
• Das neue italienische Gesellschaftsrecht
• ”La Rivista“ periodico ufficiale mensile
(11 edizioni all‘anno)
• Calendario delle Fiere italiane
• Annuario Soci
• Indicatori utili Italia-Svizzera
• Facilitazioni per i Soci
Seestrasse 123,
Casella postale,
8027 Zurigo
Tel. ++41(0)44 289 23 23,
• Recupero dell‘IVA svizzera in favore di operatori italiani,
nonché dell‘IVA italiana per imprese elvetiche
• Consulenza ed assistenza legale in materia di diritto
commerciale, societario e fiscale
• Assistenza e consulenza in materia doganale
• Informazioni finanziarie e riservate sulla solvibilità di imprese italiane e svizzere
• Ricerca di prodotti, marchi di fabbricazione e reperimento
di brevetti
• Azioni promozionali e di direct marketing
• Arbitrato internazionale
• Informazioni relative all‘interscambio, normative riguardanti gli insiediamenti in Svizzera ed in Italia
• Seminari e manifestazioni su temi specifici di attualità
• Traduzioni
• Viaggi di Studio
• Certificato di Italiano Commerciale rilasciato in collaborazione con la Società Dante Alighieri di Roma
• Swiss Desk Porti italiani
• La CCIS fornisce informazioni su Fiere e Mostre italiane.
Rappresentanza ufficiale di Fiera Milano e di VeronaFiere
Fax ++41(0)44 201 53 57
http://www.ccis.ch,
e-mail: [email protected]
IVA-Nr. 326 773
Rue du Cendrier 12-14,
Casella postale,
1211 Ginevra 1
Tel. ++41(0)22 906 85 95,
Fax ++41(0)22 906 85 99
e-mail: [email protected]
IVA-Nr. 326 773
Tagliando d’abbonamento
Nome ......................................................................................................
Cognome .................................................................................................
Indirizzo ..................................................................................................
Tel. ....................................
e-mail .......................................................
Intendo sottoscrivere un abbonamento annuo
(11 copie) a La Rivista al costo di 60CHF (estero: 50 euro)
Data e firma ............................................................................................
Ritagliare ed inviare a:
La Rivista, Seestrasse 123, Postfach, 8027 Zurigo
Oppure inviare un eA-mail a: [email protected]