settembre-ottobre 2012 - Stazione Sperimentale del Vetro
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RIVISTA della STAZIONE SPERIMENTALE DEL VETRO settembre-ottobre 2012 - n. 5 vol. 42 sommario In questo numero ........................................... 2 Riassunti ............................................................... .............................................................. 3 Studi Studi Nuove soluzioni per la valorizzazione scorie Determinazione quantitativa rapida didipiombo ee ceneri volanti prodotte dagli inceneritori altri metalli nei contenitori in vetro di utialimentare solidi urbani ..................................................... 5 perrifi uso mediante spettrometro XRF New solutions for the valorization of glassy residues portatile a dispersione di energia ................................... 5 produced by municipal waste incinerators..........................13 Roberto Falcone, Angelo Agostino Sandro Hreglich, Roberto Falcone, Antonio Tucci, Nicola Favaro, Paolo Bertuzzi, Piero Ercole, Principali norme per l’analisi e la caratterizzazione Lodovico Ramon dei materiali refrattari ................................................ 18 Stefano Tiozzotermico per forni da vetro. Sistemi Sanchetti, avanzati Simone di recupero Sistema ibrido rigenerativo-recuperativo Centauro ..... 18 Alessandro Paolo Bortoletto, Giampaolo Bruno, La pratica Mola, chimica dei vetrai del Rinascimento Ernesto Cattaneo, Augusto Santero La preparazione delle materie prime (II Parte) ........... 31 Cesare Moretti Il Capitolare degli Specchieri del 1764 ......................... 26 Paolo Zecchin Direttore responsabile Antonio Tucci Redazione Elisabetta Erica Ladogana Barbini email: [email protected] e-mail: [email protected] Impaginazione e grafica Betti Bertoncello Direzione e Redazione - Proprietà Stazione Sperimentale del Vetro Via Briati 10 - 30141 Murano (VE) Tel.: +39 041 2737011 Fax: +39 041 2737048 email: [email protected] e-mail: [email protected] http:/ / www.spevetro.it Autorizzazione del Tribunale di diVenezia Venezian.n.271 271 in data 23.01.1971 R.O.C. in data 23.01.19713913 R.O.C. 3913 Rivista Associata alla Unione Stampa Periodica Italiana Borsa di Studio................................................. 46 Manifestazioni a“Giuseppe cura di Erica Ladogana Breviari” ................................... 38 Dal mondo del vetro .................................. 56 a cura di Erica Ladogana Agenda ................................................................. 40 Agenda ................................................................. 73 International Commission on Glass... 41 Dal mondo del vetro.................................... 43 a cura di Elisabetta Barbini Istruzioni per gli Autori La Rivista pubblica studi, ricerche ed esperienze sulla tecnologia e sulla sulla scienza scienza del delvetro vetroe edei i materiali materiali ad esso collegati. Chiunque Chiunque può puòmandare mandareelaborati, elaborati,memorie memorie, ecc. ecc. La Redazione si riserva o meno la loro pubblicazione. I testi, corredati da un breve riassunto di circa dieci righe, in italiano e inglese, dovranno pervenire in forma elettronica (preferibilmente in Microsoft Word). Immagini e tabelle dovranno essere in file separati: le immagini preferibilmente in formato tif o jpg (minimo 300 dpi); le tabelle in Microsoft Excel o Microsoft Word. La Rivista diventa proprietaria dei lavori pubblicati e questi non possono essere riprodotti altrove senza autorizzazione. I testi accettati per la pubblicazione saranno considerati definitivi. Eventuali sostanziali variazioni dovranno essere concordati con concordate con la la Redazione. Redazione. La Direzione è estranea alle tesi sostenute nei loro articoli dai singoli collaboratori. Questi assumono la piena responsabilità dei loro scritti. È vietata la riproduzione, anche parziale, dei testi e delle illustrazioni senza la preventiva autorizzazione della Redazione. 1 5-2012 in questo numero Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro I rivestimenti nanometrici (coating) conferiscono un notevole valore aggiunto al vetro piano utilizzato in edilizia e in altri settori industriali. Da tempo gli sforzi dei produttori sono indirizzati a migliorare le del vetro piano per edilizia per aumentare l’efficienza delle vetrate in termini Daproprietà tempo sitecnologiche avverte la necessità di disporre di metodologie di analisi dei materiali - nel nostro di comfort abitativo e risparmio energetico. Questi miglioramenti tecnologici sono ottenuti attraverso caso vetrosi o più in generale silicatici - rapide, affidabili e flessibili, qualità non sempre l’applicazione lm (o strati) sottili nanometrici (coating) sulla superfi cie del vetro diverse garantite dalledi fi moderne strumentazioni, anche di ultima generazione. Nel attraverso primo articolo, tecniche di deposizione. “Determinazione quantitativa rapida di piombo e altri metalli nei contenitori in vetro per uso In questo primo articolo della Rivista (2011): “I film sottili (coating) su vetro: caratteristiche, materiali e alimentare mediante spettrometro XRF portatile a dispersione di energia”, di Roberto Falcone metodologie di analisi” (Daneo, Falcone, Sommariva, Vallotto) a pagina 5, vengono descritti i materiali e Angelo Agostino, a pag. 5, vengono descritte le prestazioni e le caratteristiche di un nuovo utilizzati per i coating, le principali tecniche di deposizione e vengono illustrati i vantaggi e i limiti delle strumento, in corso di realizzazione, consistente appunto in uno spettrometro a raggi X portatile, tecniche analitiche oggi maggiormente utilizzate per questo tipo di indagini. di semplice funzionamento e in grado di fornire rapide prestazioni. I nostri studi hanno in particolare misurato comparativamente il piombo altri “Una metalli nei contenitori industriali di Il secondo articolo a firma di Mognato, Barbieri, Nembro,ePace: semplice tecnologia per proteggere vetro risultati di elevati livelli di accuratezza e precisione es. 30 mg/kg di PbO),insenza la il vetrocon durante l’attività di cantiere” (pagina 15), ha come obiettivo(ad la valutazione dell’effetto, termini necessità di preparare il campione: potrebbe essere uno strumento d’avanguardia perdiilpannelli controllo di resistenza, della tecnologia proposta, utilizzata per rimuovere i difetti sulla superficie di sul campo, ad esempio sul rottame in accettazione. vetro, mediante prove meccaniche. Le prove sono state condotte secondo la norma UNI EN 1288-3:2001 su pannelli in vetro temprato termicamente e su pannelli di vetro stratificato; i dati ottenuti sono stati elaborati al fine di valutare la resistenza meccanica delle lastre di vetro, dopo trattamento di abrasione e Nel secondo articolo pag. 18, “Principali norme per l’analisi e la caratterizzazione dei materiali levigatura, secondo la atecnologia proposta da Vetrocare®. refrattari” di Stefano Sanchetti e Simone Tiozzo, viene illustrato il recente potenziamento Nel nostro consueto spazio storicostudio presentiamo l’articolo del dei Prof.materiali Fiori: “Vetro musivoindel VI secolo delle attività SSV nell’analisi, e sperimentazione refrattari, particolare dagli scaviall’industria della Basilica San Severo a Classe (Ravenna)”, a pagina 22. importanti investimenti destinati deldivetro. Tale linea di attività, che ha comportato Lo apparecchiature, studio di tessere musive provenienti dagli scavi della Basilica di San Severo a Classedihapersonale costituito in allestimento di locali appositamente attrezzati e formazione l’occasione per un confronto fra le caratteristiche dei vetri musivi delle chiese ravennati e la produzione specializzato, è stata resa possibile da un finanziamento CE/Regione Veneto mirato alla vetraria coeva adiClasse, unico scoperto lavorazione di vetro venuto alla luce con gli scavi realizzazione un centro di esempio riferimento per i di materiali refrattari. archeologici nel territorio attorno a Ravenna. Nella rubrica “Aggiornamento normativo” (Battaglia, SSV) viene presentata una monografia con Viene infine presentata, a pag. 31, la seconda parte dello studio del compianto dottor Cesare lo scopo di riassumere il contenuto della norma UNI EN 14181:2005 “Emissioni da sorgente fissa Moretti, scomparso nei mesi scorsi, relativo alle ricerche sulla storia della tecnologia vetraria, in Assicurazione della qualità di sistemi di misurazione automatici” e il Decreto Legislativo n. 152/06. A particolare dell’industria localizzata a Murano. Nei prossimi numeri tale studio verrà completato pagina 37 il servizio. e il lettore potrà disporre di una esauriente panoramica delle materie prime impiegate per la produzione di vetro artistico. Antonio Tucci Antonio Tucci 2 summaries riassunti Determinazione quantitativa rapida di piombo e altri metalli nei contenitori in vetro per uso alimentare mediante spettrometro XRF portatile a dispersione di energia Rapid quantitative analysis of lead and other trace metals in glass containers by handheld ED-XRF Roberto Falcone, Angelo Agostino Riv. Staz. Sper. Vetro 42 (2012), 5, p. 5-17 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro A causa dei limiti di legge sempre più severi e della necessità di eseguire frequenti controlli per garantire un adeguato livello di qualità del prodotto, la determinazione delle concentrazioni di piombo e di altri metalli quali ferro, arsenico, cromo e manganese nei contenitori alimentari in vetro silico-sodico-calcico viene eseguita di routine utilizzando diverse tecniche di analisi quali plasma (ICP), spettrometria di assorbimento atomico (AAS), spettrometria di fluorescenza dei raggi X a dispersione di lunghezza d’onda (WD-XRF) ecc.; tuttavia queste tecniche analitiche richiedono tempi di analisi relativamente lunghi e necessitano di procedure complesse anche per la preparazione del campione, oltre che di analisti qualificati ed esperti. Per verificare la possibilità di effettuare determinazioni quantitative in maniera rapida e semplice sono state effettuate delle prove di misura utilizzando uno spettrometro a raggi x portatile di nuova generazione. Le analisi sono state effettuate su diversi tipi di contenitori in vetro silico-sodicocalcico industriale bianco, mezzo bianco, verde smeraldo, giallo-verde e ambra; i campioni sono stati analizzati in parallelo mediante spettrometria di fluorescenza dei raggi X convenzionale a dispersione di lunghezza d’onda (WD-XRF), analisi per via umida (ICP e colorimetria) e mediante spettrometria di fluorescenza portatile a dispersione di energia (ED-XRF). Le analisi con lo spettrometro portatile sono state effettuate sia su campioni preparati (dischi spiananti e lucidati normalmente utilizzati alla SSV per le analisi chimiche quantitative mediante WD-XRF), sia su campioni tal quali, direttamente sulla superficie esterna originale del contenitore, senza alcuna preparazione preliminare. I risultati ottenuti hanno permesso di verificare che mediante spettrometro XRF portatile è possibile eseguire la determinazione quantitativa rapida del piombo e di altri metalli nei contenitori industriali in vetro con elevati livelli di accuratezza e precisione anche senza preparazione del campione. I limiti di rilevabilità misurati (ad es. 30 mg/kg per il PbO) sono significativamente inferiori rispetto alle necessità analitiche per gli elementi considerati. In order to set up a rapid and easy-to-use analytical method for the determination of lead and other metals (such as Fe, As, Cr, Mn) in food and beverage glass containers, test measurements were performed using the new generation handheld ED-XRF analyzer. Different types of soda-limesilica glass containers (white, half-white, emerald green, yellow-green and amber) were previously analyzed by conventional WD-XRF and wet chemistry. Afterwards, the same containers were analyzed using a handheld XRF analyzer. Analysis were performed both on prepared flat polished samples and on the original container surface without any sample preparation. Rapid quantitative analyses of lead and other trace metals in glass containers, with a high level of accuracy and precision, can be easily carried out by handheld ED-XRF analyzer even without any sample preparation. 3 5-2012 summaries riassunti 5-2012 Principali norme per l’analisi e la caratterizzazione dei materiali refrattari Refractories for the glass industry: methods of characterization and international standards Stefano Sanchetti, Simone Tiozzo Riv. Staz. Sper. Vetro 42 (2012), 5, p. 18-30 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Scopo di questo lavoro è quello di offrire una panoramica sui principali metodi e norme utilizzati per la caratterizzazione dei materiali refrattari, con particolare riferimento a quelli utilizzati dall’industria del vetro. La caratteristiche fisiche e termomeccaniche, abbinate alle analisi chimico-mineralogiche, sono estremamente importanti per poter classificare e confrontare i prodotti refrattari. Densità e porosità apparenti (UNI EN 993-1), resistenza a compressione e flessione a freddo (ASTM C 133), refrattarietà sotto carico (UNI EN ISO 1893) e scorrimento a caldo (ISO 3187) sono parametri chiave per poter prevedere le performance di questi materiali in esercizio. Condizioni di utilizzo come la temperatura e le sue oscillazioni, materiali con il quale in refrattario viene a contatto, presenza di eventuali vapori aggressivi devono essere sempre tenuti in considerazione assieme alla caratterizzazione completa dei prodotti per poter operare la scelta migliore. Particolare rilievo viene dato ai metodi per la caratterizzazione dei materiali usati per il contatto vetro; test come la resistenza alla corrosione statica, prove di essudazione della fase vetrosa e attacchi vapore per i materiali usati in sovrastruttura possono essere di aiuto per determinare il potenziale di generazione di difettosità nel prodotto finito. The aim of this work is to review the main methods and standards for the characterization of refractory materials used in glass production and manufacture. Besides chemical and mineralogical analyses, usually carried out to identify and classify refractories, it’s important to determine the physical and thermo-mechanical properties of these materials. Bulk density and apparent porosity (UNI EN 993-1), cold crushing strength and cold modulus of rupture (ASTM C 133), refractoriness under load (UNI EN ISO 1893) and creep in compression (ISO 3187) are indeed crucial parameters for assessing the performances achievable in service. Moreover, the aforementioned characteristics, the service temperatures and the type of chemical environment the refractory will be exposed to are key parameters to select the best product for the different areas of the furnace. In addition to the above listed characterizations, for refractories used in direct contact with molten glass a further series of tests may be performed, among which: vapour attack tests for materials used in the superstructure, static corrosion tests and evaluation of glassy phase exudation for fused cast AZS blocks, to evaluate the glass defect creation potential of refractories used for tanks and feeders. La pratica chimica dei vetrai del Rinascimento. La preparazione delle materie prime (II parte) The chemical practice of glassmakers in Renaissance recipe manuscripts. The dressing and treatment of raw materials (Part 2) Cesare Moretti Riv. Staz. Sper. Vetro 42 (2012), 5, p. 31-45 4 Nella maggior parte dei manoscritti di ricette vetrarie, un certo numero di capitoli è dedicato alla preparazione delle materie prime da utilizzare nelle composizioni vetrificabili per ottenere i diversi tipi di vetro. Si è ritenuto interessante, non solo dal punto di vista vetrario ma anche da quello più generale della storia della chimica, analizzare e interpretare queste istruzioni. I ricettari esaminati coprono un arco di tempo dal XIV al XVII secolo, a cominciare dai Trattatelli Toscani, dal manoscritto di Montpellier e dal Ricettario Anonimo, per arrivare al testo di Antonio Neri e ai manoscritti di Giovanni Darduin e Gasparo Brunoro. Nella seconda parte, qui pubblicata, vengono elencati, descritti e commentati gli ossidi, i minerali e le materie prime utilizzate. Nei prossimi numeri verranno pubblicati ulteriori testi. In most of glass recipe notebooks a number of chapters deal with the preparation of raw materials to be used in the vitrifiable batch. It is interesting to analyze these treatments not only from the point of view of glass technology, but also for the history of ancient chemistry. The chapters regarding the preparation or treatment of raw materials are selected from the manuscripts and notebooks dating from 14th to 17th centuries and arranged into a list according to the material involved. The sources are the three parts of Trattatelli Toscani, the Montpellier manuscript, the Anonymous 16th century manuscript, the Antonio Neri book, the Giovanni Darduin notebook and the Gasparo Brunoro notebook. In this Part 2 some of the oxides, minerals and raw materials used are described and commented. In the next issues more materials will be treated, to complete the work. studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Determinazione quantitativa rapida di piombo e altri metalli nei contenitori in vetro per uso alimentare mediante spettrometro XRF portatile a dispersione di energia Roberto Falcone, Angelo Agostino 1. Introduzione La spettrometria di fluorescenza di raggi X a dispersione di energia (ED-XRF) portatile unisce i vantaggi di un’analisi multielementare non distruttiva alla possibilità di lavorare in situ al di fuori del laboratorio, senza alcuna limitazione di forma e dimensioni del campione. Per questi motivi questa tecnica trova applicazione nelle ricerche geologiche e minerarie (analisi sul terreno di minerali e rocce), in archeometria (analisi di pigmenti, metalli, ceramiche, vetri ecc., figura 1), in campo metallurgico (analisi di metalli e acciai), in campo ambientale (analisi in situ di terreni inquinati) e per il controllo dei prodotti importati da parte delle dogane (ricerca elementi tossici quali piombo, arsenico, cadmio ed altri in giocattoli e altri beni di consumo [1, 2]. Sulla base di queste caratteristiche la ED-XRF portatile sembra essere una tecnica potenzialmente in grado di soddisfare anche specifiche necessità analitiche relative alla produzione e all’utilizzo dei contenitori per alimenti in vetro silico-sodico-calcico industriali. In uno studio precedente, test eseguiti su una serie di campioni di vetri industriali hanno permesso di verificare che, pur con evidenti limiti analitici nella determinazione degli elementi leggeri, lo spettrometro portatile EDXRF può essere utilizzato con successo per determinate applicazioni nelle analisi del vetro industriale. In particolare è stata verificata una buona risposta lineare tra la l’intensità del segnale e la concentrazione di determinati elementi maggiori e in tracce, con la possibilità di calibrare lo strumento per la determinazione quantitativa in campioni incogniti. Inoltre limiti di rilevabilità (ldr) inferiori a 100 mg/kg dell’ossido sono stati calcolati per elementi quali, ad esempio, zirconio e piombo [1]. In questo lavoro si riportano i risultati di uno studio realizzato con uno strumento portatile di nuova generazione per verificare la validità di questa tecnica nella determinazione quantitativa rapida di piombo, arsenico, ferro, cromo e manganese nei contenitori per alimenti in vetro silico-sodico-calcio di produzione industriale. L’identificazione e la quantificazione di questi elementi è importante per diversi motivi. Nella comunità europea i contenitori in vetro per alimenti e bevande devono rispondere alle Fig. 1 - Utilizzo dello spettrometro a raggi X portatile nel campo dei beni culturali 5 5-2012 studies studi 5-2012 direttive europee in materia di contatto con gli alimenti e smaltimento degli imballaggi che impongono limiti sulle concentrazioni di piombo, arsenico, cadmio, mercurio e cromo esavalente [3-6]. Normalmente, nei contenitori prodotti all’interno della comunità europea, il piombo è l’unico di questi elementi che può essere presente in concentrazioni rilevabili, generalmente introdotto come inquinante con il rottame di vetro esterno (tenori maggiori si rilevano generalmente nei contenitori in vetro verde smeraldo e giallo-verde per i quali si utilizzano quantità molto elevate, fino al 90% in peso nella miscela vetrificabile, di rottame ecologico); la presenza di arsenico viene a volte rilevata in contenitori di produzione extra-europea anche se, di norma, in concentrazioni inferiori ai limiti di legge. Inoltre, la determinazione quantitativa di elementi cromofori quali ferro, cromo e manganese è molto importante per la verifica del colore e del non colore nei contenitori in vetro colorato, bianco ed extrabianco [7]. Sulla base di queste premesse, la possibilità di effettuare analisi rapide sui contenitori in vetro può rappresentare un utile strumento di controllo sia per le vetrerie che per gli utilizzatori dell’industria alimentare. 2. Materiali e metodi Per le prove sono stati selezionati due gruppi di contenitori per alimenti in vetro silico-sodico-calcico prodotti da diverse vetrerie nazionali, di diverso colore (figura 2): extra-bianco (EB), bianco (B), mezzo bianco (MB), verde smeraldo (VS), giallo-verde Fig. 2 - Alcuni dei contenitori in vetro bianco, mezzobianco, verde smeraldo, giallo-verde e ambra utilizzati per le prove 6 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro (GV) e ambra (A). I contenitori del primo gruppo, contrassegnato R e costituito da tredici bottiglie (da R1 a R13), sono stati utilizzati come campioni di riferimento per calibrare l’EDXRF portatile. I campioni del secondo gruppo, contrassegnato C e costituito da ventuno contenitori (da C0 a C20), sono stati utilizzati come campioni incogniti per le analisi di confronto. Entrambi i gruppi includevano sia campioni commerciabili che prodotti di scarto caratterizzati da elevati tenori in piombo (fino a circa 1000 mg/kg) dovuti a contaminazione da rottame di vetro esterno. I componenti maggiori dei campioni di entrambi i gruppi sono stati determinati quantitativamente mediante spettrometria di fluorescenza dei raggi X a dispersione di lunghezza d’onda (WD-XRF) utilizzando uno spettrometro sequenziale a raggi X THERMO ARL Advant’XP+ con tubo al rodio, calibrato con campioni standard certificati di vetro (SGT, NBS, BAM) e campioni interlaboratorio analizzati nell’ambito del circuito dell’International Commission on Glass - Technical Committee n. 2 “Chemical durability and analysis” (ICG-TC2). Nei campioni del gruppo R, utilizzati per calibrare l’ED-XRF portatile, le concentrazioni degli ossidi di piombo (PbO), cromo (Cr2O3) e arsenico (As2O3) sono state determinate mediante Spettroscopia di Assorbimento Atomico (AAS), mentre i tenori in ossido di ferro totale (Fe2O3tot) e ossido di manganese (MnO) sono stati determinati mediante analisi al plasma (ICP). Le concentrazioni di questi ossidi nei campioni del gruppo C sono state determinate in doppio per confronto mediante WD-XRF convenzionale e ED-XRF portatile, quest’ultima opportunamente calibrata con i campioni del gruppo R. Circa 20-25 g di vetro sono stati prelevati dal collo di ciascun contenitore, mentre il corpo della bottiglia è stato preservato integro. Circa 15-20 g di vetro sono stati rammolliti su piattino di platino utilizzando un bruciatore a ossigeno/metano in modo da ottenere un disco di 40 mm di diametro. Un lato del disco è stato spianato e sgrossato con dischi abrasivi e infine lucidato con polvere di ossido di cerio per le analisi XRF. Circa 5 g di vetro sono stati macinati finemente in un mulino con giare di agata e utilizzati per le analisi per via umida. studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Nella tabella 1 sono riportati gli intervalli di concentrazione degli ossidi dei campioni dei due gruppi R e C, mentre la tabella 2 riporta le concentrazioni di PbO, Fe2O3tot, Cr2O3 e MnO determinati per via umida; in nessuno nei campioni R è stata rilevata la presenza di ossido di arsenico (limite di rilevabilità pari a 5 mg/kg). Tab. 1 - Intervalli di concentrazione degli ossidi dei contenitori utilizzati per le prove (valori in % in peso) % in peso min max SiO2 69.0 71.6 Al2O3 1.34 Na2O 3.15 10.6 14.4 K 2O 0.03 CaO 7.54 MgO 0.45 4.41 BaO 0.01 0.71 SO3tot 0.014 0.28 Le analisi mediante ED-XRF portatile sono state eseguite con uno spettrometro commerciale THERMO-NITON spectrometer mod. XL3t-900 GOLDD, con un tubo a raggi X con anodo in argento e un detector Si-Drift (SDD) a grande area (25 mm2) e videocamera CCD per la visualizzazione del campione (figura 3). La risoluzione del rilevatore era pari a circa 130 eV in corrispondenza della riga MnKα con uno shaping time di 11.2 μs. Le misure sono state eseguite utilizzando differenti condizioni analitiche per ottimizzare la risposta dello strumento in funzione dei diversi valori di energia (tabella 3). Le analisi sono state effettuate a contatto con la superficie dei campioni, inserendo un sottile foglio di policarbonato come protezione tra il campione e la testa di misura. 2.86 12.2 Tab. 2 - Concentrazioni in mg/kg di PbO, Fe2O3, Cr2O3 e MnO nei campioni del gruppo R determinati per via umida (EB = extrabianco, B = bianco, MB = mezzobianco, VS= verde smeraldo, GV= gialloverde, A = ambra) N° Campione Tipo di vetro PbO Fe2O3tot Cr2O3 MnO R0 EB <5 150 <5 <5 R1 B 30 720 <5 23 R2 B 50 500 41 92 R3 EB 80 80 <5 <5 R4 MB 100 1660 32 68 R5 A 150 4920 380 144 R6 GV 260 4390 1265 250 R7 VS 320 3450 1953 266 R8 A 512 4210 239 600 R9 MB 570 1630 26 123 R10 A 670 3160 786 191 R11 MB 870 2010 23 398 R12 GV 1070 7840 646 272 7 5-2012 studies studi 5-2012 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Interferometro LASER Detector Tubo a raggi X Video camera CCD Collimatori Raggi X secondari Raggi X primari Campione Fig. 3 - Schema dello spettrometro a raggi X portatile Tab. 3 - Condizioni analitiche utilizzate per lo spettrometro ED-XRF portatile Intervallo di energia (keV) 8 Tempo di analisi (secondi) Spot (mm) Corrente (μA) Tensione (kV) Filtri Light range 1-4 30 / 60 8 /3 95 6.2 - Low range 3-7 30 / 60 8 /3 95 20 Fe Main range 6 - 14 30 / 60 8 /3 50 40 Cu High range 13 - 40 30 / 60 8 /3 40 50 Mo studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Lβ per evitare la possibile sovrapposizione con la riga Kα dell’As. 3. Risultati e discussione 3.1. Calibrazione dello spettrometro ED-XRF portatile con i campioni R La spettrometro portatile è stato calibrato per l’analisi di piombo, ferro, cromo e manganese utilizzando i campioni R lucidati e i valori di concentrazione determinati per via umida. Sono state eseguite misure di prova con tempo totale di acquisizione di 120 secondi con uno spot (area di analisi) di 8 mm di diametro e di 240 secondi con uno spot di 3 mm di diamentro; essendo i risultati ottenuti confrontabili si è deciso di utilizzare le condizioni di 120 secondi e 8 mm normalizzando i dati ottenuti in base ai valori di corrente e livetime. L’elaborazione dei dati analitici è stata eseguita utilizzando il metodo Partial Least Square proposto da Van Espen [8] del software commerciale WinAxil® (CANBERRA). Per le misure sono state utilizzate le righe di emissione Kα per Fe, Mn e Cr; per il Pb è stata scelta la riga I diagrammi delle figure 4 - 7 mostrano le rette di correlazione tra le intensità nette corrette (area del picco), espresse in conteggi al secondo (cps), e le concentrazioni di PbO, Fe2O3tot, Cr2O3 e MnO determinate per via umida, espresse in % in peso. La calibrazione dell’ossido di arsenico (As2O3) non è stata eseguita dal momento che la presenza di arsenico non è stata rilevata nei campioni del gruppo R. Nei grafici si riportano i coefficienti di correlazione lineare (R2) che hanno valori maggiori di 0.99. Questi risultati indicano che, per gli elementi considerati, le intensità nette misurate sono proporzionali alle concentrazioni e che lo spettrometro ED-XRF portatile può essere calibrato per eseguire analisi quantitative di PbO, Fe2O3tot, Cr2O3 e MnO in campioni di contenitori in vetro incogniti. 0.12 PbO linear fit PbO concentration (weight %) 0.10 0.08 0.06 0.04 0.02 R2 = 0.99453 0.00 0 50 100 150 200 Pb integrated area (cps) Fig. 4 - Retta di calibrazione del PbO 9 5-2012 studies studi 5-2012 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 0.9 Fe2O3 concentration (weight %) 0.8 Fe2O3 linear fit 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0.0 R2 = 0.99941 -0.1 0 500 1000 1500 2000 2500 Fe integrated area (cps) Fig. 5 - Retta di calibrazione del Fe2O3tot Cr2O3 linear fit Cr2O3 concentration (weight %) 0.20 0.15 0.10 0.05 R2 = 0.99754 0.00 0 50 100 150 200 250 Cr integrated area (cps) Fig. 6 - Retta di calibrazione del Cr2O3 10 300 350 studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro MnO concentration (weight %) 0.30 MnO linear fit 0.25 0.20 0.15 0.10 0.05 R2 = 0.99914 0.00 0 100 200 300 400 500 600 700 Mn integrated area (cps) Fig. 7 - Retta di calibrazione del MnO 3.2. Analisi comparative dei campioni C, confronto tra WD-XRF convenzionale ed ED-XRF portatile Nelle analisi XRF la preparazione del campione richiede tempi relativamente lunghi; per questo motivo, al fine di verificare la potenzialità della tecnica per analisi rapide senza preparazione del campione, le analisi comparative dei contenitori del gruppo C mediante ED-XRF portatile sono state eseguite direttamente sulla superficie originale delle bottiglie, anche con l’ausilio di un treppiede (figura 8). Per verificare eventuali effetti dei trattamenti superficiali sono stati eseguiti dei test preliminari confrontando misure eseguite sia sulla superficie interna che sulla superficie esterna su campioni tagliati mediante lama diamantata; i test non hanno evidenziato differenze nei segnali rilevati per gli elementi considerati. Le analisi quantitative sono state eseguite utilizzando le calibrazioni messe a punto con i campioni R. I valori di concentrazione degli ossidi considerati determinati in parallelo con WD-XRF convenzionale ed ED-XRF portatile sono riportati, per confronto, nella tabella 4 assieme al valore massimo del limite di rilevabilità (ldr) calcolato come 3 volte lo Fig. 8 - Misura eseguita direttamente sulla superficie esterna del contenitore senza preparazione del campione 11 5-2012 studies studi 5-2012 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Tab. 4 - Confronto tra i valori di concentrazione espressi in mg/kg di PbO, Fe2O3tot, Cr2O3 e MnO nei campioni del gruppo C determinati mediante WD-XRF e ED-XRF portatile a 120 s e spot di 8mm PbO N° Fe2O3tot Cr2O3 MnO Campione WD XRF ED XRF errore 3s WD XRF ED XRF errore 3s WD XRF ED XRF errore 3s WD XRF ED XRF errore 3s C00 4 1 30 230 247 60 -- -- -- -- -- -- C01 22 22 20 740 744 110 -- -- -- -- -- -- C02 49 53 20 3900 3833 80 -- -- -- 110 127 70 C03 69 70 20 4740 4693 90 -- -- -- 340 289 70 C04 114 114 20 4290 4425 90 -- -- -- -- -- -- C05 135 131 20 2040 1968 110 82 103 30 -- -- -- C06 198 206 20 4230 4483 110 211 237 30 -- -- -- C07 196 192 20 6390 6311 120 239 237 30 130 115 70 C08 239 245 20 3880 3892 120 -- -- -- 200 127 70 C09 271 280 20 4580 4547 120 -- -- -- 370 347 70 C10 318 323 20 4330 4431 120 377 354 30 630 660 80 C11 335 341 20 5470 5436 130 560 538 30 220 208 70 C12 369 376 20 7300 7301 130 600 588 30 250 301 70 C13 529 524 20 4210 4183 120 683 688 30 600 602 80 C14 552 541 20 1630 1546 90 713 738 30 120 104 60 C15 841 838 30 2010 2056 130 920 872 30 400 382 70 C16 500 506 20 4100 3994 130 1300 1374 40 170 231 70 C17 260 262 20 4200 4168 130 1400 1391 40 150 162 70 C18 130 123 20 2800 2842 140 1414 1457 40 320 312 70 C19 220 219 20 3600 3513 150 1643 1574 30 200 220 70 C20 160 140 20 2800 2828 170 1992 2059 40 310 347 70 scarto analitico (s); gli stessi dati di confronto sono riportati nelle figure 9 - 12 in forma di istogrammi. I risultati mostrano ottime riproducibilità tra le due tecniche, per tutti gli elementi considerati, compreso il Pb per il quale è stata utilizzata la riga Lβ. I massimi valori di ldr sono compresi tra 30 mg/kg per PbO, 40 mg/kg per Cr2O3, 80 mg/kg per MnO, e 170 mg/kg per Fe2O3. È inoltre importante sottolineare che i tempi di conteggio si riferiscono alla du12 rata totale della misura che è la somma dei quattro intervalli di energia riportati nella tabella 3, essendo la durata di un singolo intervallo pari a 30 secondi. La presenza di ossido di arsenico (As2O3) è stata rilevata nei soli campioni C16-C20, contenitori di importazione extra-EU. Per questo ossido, non avendo a disposizione una retta di calibrazione, sono stati confrontati i valori di concentrazione ottenuti me- studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 900 PbO mg/kg WDXRF EDXRF 800 700 600 500 400 300 200 100 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Fig. 9 - Confronto tra i valori di concentrazione di PbO nei campioni del gruppo C determinati mediante WD-XRF e ED-XRF portatile 13 5-2012 studies studi 5-2012 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 8000 mg/kg Fe2O3tot WDXRF EDXRF 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Fig. 10 - Confronto tra i valori di concentrazione di Fe2O3tot nei campioni del gruppo C determinati mediante WD-XRF e ED-XRF portatile 14 studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 2200 Cr2O3 WDXRF mg/kg 2000 EDXRF 1800 1600 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 5 6 7 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Fig. 11 - Confronto tra i valori di concentrazione di Cr2O3t nei campioni del gruppo C determinati mediante WD-XRF e ED-XRF portatile diante WD-XRF con i risultati dell’ED-XRF portatile ottenuti eseguendo un fitting con il programma WinAxil® e il metodo dei parametri fondamentali (FP) per l’analisi quantitativa [9]. I risultati, ripor- tati in tabella 5, mostrano una buona riproducibilità anche per l’ossido di arsenico, migliore, in questo caso, per le misure eseguite a 240 secondi e 3 mm di spot. Tab. 5 - Confronto tra i valori di concentrazione espressi in mg/kg di As2O3 nei campioni C16 - C20 determinati mediante WD-XRF e ED-XRF portatile Campione WDXRF C16 C17 C18 C19 C20 120 120 160 180 200 EDXRF 240 s - 3 mm 123 123 150 178 206 120 s - 8 mm 110 120 183 173 194 Errore 20 20 20 20 20 15 5-2012 studies studi 5-2012 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 800 MnO WDXRF mg/kg EDXRF 700 600 500 400 300 200 100 0 2 3 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Fig. 12 - Confronto tra i valori di concentrazione di MnO nei campioni del gruppo C determinati mediante WD-XRF e ED-XRF portatile 4. Conclusioni Analisi di elementi in tracce quali Pb e As nei contenitori alimentari in vetro silico-sodico-calcico vengono eseguite di routine per verificarne l’idoneità rispetto ai limiti di legge previsti dalla Direttive Europee in materia di contatto con gli alimenti e smaltimento degli imballaggi; inoltre la determinazione di elementi quali Fe, Cr e Mn è molto importante per la verifica della qualità del colore del vetro. Queste analisi vengono di norma eseguite utilizzando tecniche di laboratorio complesse e impegnative che richiedono analisti qualificati e tempi di analisi lunghi. Per verificare la possibilità di eseguire determinazioni quantitative rapide di Pb, As, Fe, Cr e Mn mediante ED-XRF portatile, sono state effettuate misure comparative su campioni di contenitori alimentari 16 in vetro industriali di diverso colore. I risultati ottenuti dimostrano che, se opportunamente calibrato, lo spettrometro portatile può eseguire l’analisi quantitativa rapida di questi elementi con elevati livelli di accuratezza e precisione e valori delle minime quantità rilevabili inferiori alle necessità analitiche richieste. Le misure possono essere eseguite in tempi estremamente rapidi (durata totale massima della misura due minuti per tutti gli elementi considerati), direttamente sulla superficie del contenitore senza preparazione del campione e non necessitano di analisti specializzati. Questa tecnica analitica risulta quindi particolarmente interessante e promettente nel controllo di qualità dei contenitori in vetro per alimenti sia da parte dei produttori (vetrerie industriali) che degli utilizzatori (industria alimentare). studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Riferimenti bibliografici [1] A. Agostino, R. Falcone, M. Vallotto, M. Verità, Advanced Materials Research, (2008) 39-40, 559562 [2] A. Agostino, M. Aceto, S. Castronovo, “Autentificazione di opere di oreficeria limosina mediante analisi di Fluorescenza di Raggi X e analisi multivariata. La ‘Collection Larcade'”, proceedings of AIAR09, Ravenna, Italy, 24-26 February 2009 [3] European directive 89/109/CEE [4] European directive 91/156EC [5] European directive 91/689CE [6] European directive 94/62CE [7] A. Daneo, R. Falcone, S. Hreglich, Glass Technology, (2009), 50 (3) 147-150 [8] P. Van Espen, P. Lemberge, (2000), Adv. X Ray Anal., 43, 560 [9] L. Mino, A. Agostino, S. Codato, C. Lamberti, J. Anal. At. Spectrom, (2010), 25, 831-836 Versione italiana dell’articolo “Rapid quantitative analysis of lead and other trace metals in glass containers by handheld ED-XRF” di A. Agostino e R. Falcone pubblicato nella rivista Glass Technology, Aprile 2012, Volume 53, Numero 2; pagg. 60-64. Autori: Roberto Falcone Stazione Sperimentale del Vetro Murano-Venezia Angelo Agostino Dipartimento di Chimica Generale e Chimica Organica, Università degli Studi di Torino, Torino 17 5-2012 studies studi 5-2012 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Principali norme per l’analisi e la caratterizzazione dei materiali refrattari Stefano Sanchetti, Simone Tiozzo Introduzione Densità e porosità apparenti La Stazione Sperimentale del Vetro, nell’ambito del progetto P.O.R 1.1.1 della Regione del Veneto, ha potenziato i propri laboratori di analisi e caratterizzazione dei materiali refrattari, con particolare riferimento ai prodotti utilizzati nell’industria vetraria. Negli ultimi anni, infatti, si è fatta via via più pressante l’esigenza di approfondire le tematiche riguardanti i refrattari ed il loro utilizzo negli impianti industriali, vista l’elevata incidenza che questi materiali hanno sui costi di costruzione e l’impatto considerevole delle loro performance in esercizio su molteplici aspetti della produzione, quali: qualità dei prodotti finiti, percentuale di scarto, consumo energetico, efficienza, durata della campagna produttiva ecc. Molto spesso le classiche analisi chimiche da sole risultano insufficienti per poter classificare questi materiali e prevederne il comportamento durante l’utilizzo; risulta importante, quindi, avere un approccio che integri sinergicamente diverse metodologie analitiche, tenendo sempre in considerazione l’ambiente di utilizzo, la temperatura in gioco e l’ampiezza e velocità delle sue oscillazioni, nonché i materiali presenti a diretto contatto. La principale norma di riferimento per la misura di queste proprietà è la UNI EN 993-1 del 1998, che specifica appunto il metodo per la determinazione della massa volumica apparente, della porosità apparente e della porosità totale dei prodotti refrattari formati densi. Questo lavoro esporrà una panoramica sulle principali metodologie analitiche e sugli standard internazionali più utilizzati per la caratterizzazione dei refrattari dal punto di vista chimico-mineralogico, fisico-meccanico e termo-fisico. Particolare attenzione sarà data ai metodi analitici riguardanti i refrattari elettrofusi AZS, visto il ruolo di primaria importanza che rivestono per l’industria vetraria, e soprattutto visto il recente ingresso sul mercato di nuovi players con scarsa esperienza nella manifattura di questo tipo di prodotti. 18 Il principio del metodo è il seguente: mediante pesatura vengono determinati la massa di un provino secco, la sua massa apparente (con bilancia di Archimede) dopo impregnazione con acqua sotto vuoto, ed infine la sua massa in aria libera allo stato impregnato. A partire da questi valori vengono determinati, mediante calcolo, la massa volumica apparente, la porosità apparente e l’acqua assorbita. Le provette che devono essere sottoposte alla prova sono ricavate dal materiale da testare e possono avere forma cilindrica o prismatica. Il loro volume totale deve essere superiore a 50 cm3 e inferiore a 200 cm3. Il campione viene dapprima pesato allo stato essiccato, dopodiché viene introdotto in una camera stagna ed accuratamente degassato sotto vuoto (pressione non superiore a 2500 Pa) per almeno 15 minuti. A questo punto, sempre mantenendo il vuoto, nella camera viene introdotta acqua demineralizzata, così da permettere la completa impregnazione dei pori del provino; la durata minima dello step di impregnazione è di 30 minuti. Dopo questo trattamento in presenza di acqua e vuoto, il campione è lasciato immerso a pressione atmosferica per altri 30 minuti, e poi vengono determinate la massa apparente del provino impregnato sospeso in acqua (mediante bilancia idrostatica), e la massa “in aria” del provino impregnato. studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Fig. 1 - Dispositivo utilizzato in SSV per i test di densità e porosità apparenti A questo punto si può procedere al calcolo: m3 è la massa in grammi del provino impregnato ρb= ρLiq è la massa volumica del liquido di immersione, che è funzione della temperatura πa= 100 Dove: ρb è la massa volumica apparente espressa in grammi al centimetro cubo πa è la porosità apparente espressa quale percentuale in volume Questi due semplici parametri possono essere molto significativi nella scelta dei prodotti e molto utili nei controlli di qualità di fabbricazione dei vari lotti di produzione. Spesso infatti i produttori stessi utilizzano queste misure per tenere sotto controllo il processo di fabbricazione, in quanto possono dare informazioni indirette sull’omogeneità strutturale e composizionale dei prodotti. m1 è la massa in grammi del provino essiccato m2 è la massa apparente in grammi del provino immerso Nella tabella seguente sono riportati alcuni valori medi caratteristici per alcune famiglie di prodotti refrattari formati densi comunemente utilizzati: 19 5-2012 studies studi 5-2012 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro prodotto; ma salendo con la temperatura tale fase amorfa, rammollendo, può far degradare considerevolmente le proprietà meccaniche, tanto da pregiudicare l’utilizzo di questi prodotti alle temperature più elevate. Densità apparente Porosità apparente ρb (g/cm3) πa (%) Silice 96% SiO2 1,81 21,0 Silico alluminoso 40% Al2O3 2,30 17,0 Andalusite 60% Al2O3 2,55 15,0 Mullite 70% Al2O3 2,58 16,0 Bauxite 80% Al2O3 2,80 18,0 Allumina 90% Al2O3 3,0 14,0 Resistenza alla compressione a freddo Corindone 99,5 Al2O3 3,3 16,0 Carburo di silicio 91% SiC 2,6 17,0 Magnesite 97% MgO 3,0 17,0 AZS 32% ZrO2 3,6 <1 I provini possono essere cilindrici (50 mm di diametro e 50 mm di altezza per i refrattari formati densi), o in alternativa dei cubetti di 50 mm di lato. Nella foto della figura 2 è riportata la macchina di prova in dotazione ai laboratori SSV, una pressa meccanica Galdabini Quasar 600, avente portata massima di 600 KN, pari a circa 60 tonnellate. AZS 40% ZrO2 3,85 <1 Prodotto Particolare attenzione deve essere tenuta nel confrontare le prestazioni a freddo di provini formati con tecnologie di produzione diverse, di varie granulometrie o campionati in posizione diverse dei blocchi: ad esempio, la direzione di pressatura dei campioni deve essere sempre indicata. Resistenza alla compressione a freddo e modulo di rottura La norma ASTM C133-97(2008) fornisce i metodi di misura di entrambi questi parametri per tutti i tipi di refrattari. La resistenza meccanica a freddo dei refrattari costituisce un’importante informazione per valutare l’idoneità di tali materiali all’impiego nelle costruzioni impiantistiche; è bene, però, tener presente che tali parametri, pur fungendo da indice per la stima della qualità dei prodotti, non danno però nessuna informazione diretta e sicura sul loro comportamento in temperatura. Un mattone, per esempio, può esibire degli ottimi valori di resistenza meccanica a freddo grazie alla importante presenza di fase amorfa (che esplica una funzione legante), magari derivante dalla presenza di elementi basso fondenti nella composizione del 20 Fig. 2 - Macchina utilizzata in SSV per le prove meccaniche studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro L’attrezzatura di prova è costituita da due piatti compressori la cui area deve essere maggiore o uguale a quella della sezione del provino sotto esame. Il piatto compressore inferiore è fisso, mentre quello superiore è collegato ad uno snodo sferico, in modo da adattarsi ad eventuali difetti di parallelismo tra le facce del campione, così da permettere l’applicazione del carico su tutta la superficie del provino. Per uno schema di dettaglio dell'apparato di prova si rimanda alla norma citata. La velocità di applicazione del carico è variabile in funzione della tipologia di prodotto testato; il carico viene applicato fino a rottura del provino oppure fino a quando l’altezza del campione viene ridotta del 10%. Viene registrato il carico massimo applicato. Per ovviare all’eventuale presenza di asperità o cavità sulla superficie del campione, e quindi migliorare ulteriormente l’omogeneità della sollecitazione, tra provino e piatti compressori può essere interposto un cartoncino di spessore normato ed eccedente di almeno 12,7 mm i bordi della superficie sottoposta al carico, applicato parallelamente alla direzione di pressatura per i mattoni e alla direzione di colata per i calcestruzzi. Dove: A questo punto, la resistenza alla compressione a freddo si calcola come: S=W/A S è la resistenza a compressione a freddo in MPa W è il carico massimo applicato in N A è la media delle aree delle superfici superiore e inferiore del campione perpendicolari alla direzione di applicazione del carico. Fig. 3 - Particolare del dispositivo di compressione 21 5-2012 studies studi 5-2012 Modulo di rottura È la sollecitazione massima che una provetta prismatica di dimensioni specificate può sopportare quando viene sottoposta al carico in un dispositivo di flessione a tre punti. Le dimensioni dei provini sono variabili in funzione della tipologia di prodotto da testare. Il castello di prova è costituito da: due appoggi cilindrici con funzione di sostegno, su cui poggia la parte inferiore del provino; un appoggio cilindrico con funzione di spintore, che va in contatto con la faccia superiore e trasmette il carico dalla traversa mobile della pressa al campione. I raggi di curvatura e le mutue distanze degli appoggi variano in funzione delle dimensioni del provino, e quindi del tipo di materiale testato; inoltre, almeno due supporti su tre devono essere liberi di basculare sul piano verticale, così da compensare l’eventuale mancato parallelismo tra le superfici del campione. Il carico viene applicato tramite il supporto superiore, esattamente a metà della distanza tra gli appog- Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro gi inferiori; la velocità di applicazione del carico, mantenuta costante fino alla rottura del provino, è variabile a seconda del tipo di materiale testato. Il carico massimo alla rottura viene registrato, e da esso si calcola il valore del modulo di rottura: Dove: MOR è il modulo di rottura in MPa P è il carico massimo applicato in N L è la distanza tra gli appoggi in mm b è la larghezza del provino in mm d è lo spessore del provino in mm I valori di resistenza a compressione a freddo e di modulo di rottura dei prodotti refrattari coprono un ampio spettro; ad esempio, i mattoni isolanti porosi hanno valori di resistenza a compressione di 4-5 MPa, mentre si può arrivare a 300 MPa per i refrattari elettrofusi AZS, grazie alla loro compattezza e all’importante contributo della fase vetrosa in essi presente. Fig. 4 - Dispositivo utilizzato alla SSV per la determinazione del modulo di rottura 22 studies studi Analisi mineralogica quantitativa tramite metodo Rietveld L’analisi mediante spettrometria di fluorescenza a raggi X (XRF) fornisce informazioni sulla composizione chimica dei prodotti refrattari, ma da sola non permette di individuare le fasi cristalline presenti nel campione; di conseguenza, storicamente essa viene abbinata alla diffrazione a raggi X, che fornisce una caratterizzazione mineralogica qualitativa del materiale. Grazie a questa metodologia analitica è possibile, per esempio, verificare a quale grado di completezza sono giunte, nel prodotto finito, le trasformazioni cristalline che avvengono durante la cottura, informazione fondamentale per formulare un giudizio sulla qualità del materiale refrattario. Questa tecnica di caratterizzazione, però, ha la limitazione di non essere in grado di distinguere le eventuali fasi amorfe presenti, e, da sola, può fornire solamente un’indicazione di massima sulle proporzioni delle diverse fasi costituenti il campione. Tale limite può essere superato accoppiando all’analisi in diffrazione a raggi X un particolare metodo di elaborazione dei dati acquisiti, detto Rietveld Refinement, grazie al quale è possibile ottenere informazioni di tipo quantitativo sia sulla composizione mineralogica del campione analizzato che sul contenuto complessivo di fasi amorfe; l’impossibilità di distinguere eventuali separazioni di fase in seno alla fase vetrosa rimane, però, un limite intrinseco della tecnica analitica. Il metodo Rietveld consiste in una trattazione matematica dei dati acquisiti dallo strumento: si opera un best fit ai minimi quadrati tra il diffrattogramma sperimentale e un tracciato “teorico”, simulato a partire dai modelli cristallografici delle fasi riconosciute come presenti nel campione. Sulla base dei valori finali dei parametri strutturali ricavati dal fitting, è possibile risalire alla composizione mineralogica del campione, ovvero alle percentuali in peso delle varie fasi cristalline identificate. Inoltre, sfruttando l’apposita strategia esposta nel seguito, detta metodo dello standard interno, con il raffinamento Rietveld è possibile dedurre anche la percentuale totale di fase amorfa presente nel campione. Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Tale strategia consiste nell’aggiungere al campione di partenza un quantitativo noto (per es. il 10% in peso) di una fase cristallina nota (lo standard interno) e originariamente non presente nel materiale, e nel riacquisire e rielaborare col Rietveld Refinement il tracciato XRD, al fine di calcolare la composizione mineralogica della nuova miscela. Dal momento che non esiste un modello matematico che permetta di simulare la fase vetrosa, e dato che il computo delle percentuali delle fasi cristalline tramite Rietveld Refinement deve necessariamente chiudere a 100%, la percentuale in peso attribuibile al materiale amorfo risulterà distribuita in proporzione sulle fasi cristalline identificate, le cui percentuali verranno di conseguenza sovrastimate. Conoscendo però l’esatta percentuale di standard interno (i.e. il 10%), è possibile quantificare la sovrastima causata dalla presenza di fase amorfa, e quindi, con una semplice proporzione, è possibile risalire alla composizione mineralogica corretta del campione di partenza, comprensiva anche della percentuale di fase vetrosa. Per esempio, assumiamo che dall’elaborazione mediante Rietveld Refinement del diffrattogramma relativo ad una miscela 90% campione + 10% standard si siano ricavati i seguenti valori: Mullite (%) Corindone (%) Standard (Zincite) (%) 65 23 12 Dal momento che lo standard non deve essere mai presente nel campione di partenza, è chiaro che la percentuale di zincite risulta sovrastimata del 2%, per cui si può rielaborare la composizione mineralogica della miscela 90/10 computando la presenza di un 16.6% di fase amorfa: Mullite (%) Corindone (%) Amorfo (%) Standard (Zincite) (%) 54,2 19,2 16,6 10 23 5-2012 studies studi 5-2012 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Ora, eliminando il contributo del 10% di standard e rinormalizzando banalmente a 100, la composizione mineralogica del campione originario può essere quantificata come segue: Mullite (%) Corindone (%) Amorfo (%) 60,2 21,3 18,4 Refrattarietà sotto carico e scorrimento a caldo Nella tabella seguente vengono riportati i risultati di quattro elaborazioni mediante Rietveld Refinement e metodo dello standard interno; i quattro campioni analizzati in XRD derivavano da prelievi effettuati in posizioni equivalenti su quattro blocchi di elettrofuso AZS di quattro produttori differenti, ma tutti contenenti il 32% nominale di ZrO2: Campione Campione Campione Campione A B C D Baddeleyite 30 31 27 27 Corindone 51 49 48 46 Mullite 0 <1 0 0 Amorfo 19 20 25 27 Fase mili dal punto di vista della composizione chimica; peraltro, tali sensibili differenze, di sicuro impatto sulle performance del materiale, non si sarebbero potute individuare senza l’applicazione del metodo del raffinamento Rietveld. Come si può notare dai dati in tabella, la quantità di fase amorfa può variare significativamente all’interno di prodotti nominalmente identici, e molto si- Le due norme di riferimento per queste proprietà termofisiche dei materiali refrattari sono: ISO 1893:2007 per la refrattarietà sotto carico (Refractoriness Under Load, RUL) e ISO 3187:1989 per lo scorrimento a caldo (Creep In Compression, CIC). Gli standard citati uniformano i metodi di prova per la determinazione di due proprietà differenti, ma il dispositivo impiegato per condurre le prove è il medesimo: una piropressa, i.e. una macchina in grado di riscaldare in modo controllato e omogeneo il provino, esercitando su di esso al contempo una sollecitazione meccanica controllata. Il provino è costituito da un cilindro di 50 mm di diametro e 50 mm di altezza, con un foro passante centrale coassiale di diametro 12,5 mm, entro il quale viene fatta passare la termocoppia di registrazione; il provino viene collocato in un forno a geometria cilindrica in grado di raggiungere i 1700°C con un gradiente di 5°C/min, e sottoposto a sollecitazione mediante un sistema di pesi tarati e carrucole. Fig. 5 - Piropressa utilizzata per la determinazione della refrattarietà sotto carico e dello scorrimento a caldo 24 studies studi Refrattarietà sotto carico (RUL) Il carico normato, variabile a seconda del tipo di materiale testato, viene applicato sin dall’inizio della prova, e le variazioni dimensionali subite dal campione durante il riscaldamento a gradiente costante (5°C/min) vengono registrate tramite un trasduttore di movimento. In particolare, il provino tenderà a dilatare sino alla cosiddetta Temperatura di Inversione (T0), in corrispondenza alla quale la curva dilatazione Vs T esibisce un massimo; da questo punto in poi il campione subirà uno schiacciamento via via crescente con l’aumento della temperatura. Dopo T0 verranno individuate, se possibile, le temperature corrispondenti allo 0,5%, 1%, 2% e 5% di ritiro rispetto alla lunghezza iniziale del campione, denominate rispettivamente T0,5, T1, T2, T5 (vedi grafico in Fig. 6). Normalmente viene presa come riferimento la temperatura T0,5 poiché è quella che può essere determinata per la maggior parte dei prodotti, compresi quelli a più alta refrattarietà, che hanno temperature di inversione prossime ai 1700°C. Fig. 6 - Esempio di curva della refrattarietà sotto carico di un campione refrattario silico alluminoso La T 0,5 è un ottimo indicatore della refrattarietà sotto carico dei prodotti refrattari, ed è un parametro che non può mancare nelle schede tecniche dei produttori. Nella tabella seguente sono riportati i valori di T0,5 di alcuni prodotti di largo impiego: Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Prodotto T0,5 °C Silico alluminoso 35% Al2O3 1350 Silico alluminoso 40% Al2O3 1400 Andalusite 60% Al2O3 1500 Mullite 70% Al2O3 1550 Bauxite 80% Al2O3 1500 Allumina 90% Al2O3 >1700 Corindone 99,5 Al2O3 >1700 Carburo di silicio 91% SiC 1650 Magnesite 97% MgO >1700 AZS 32% ZrO2 >1700 Scorrimento a caldo (CIC) La norma ISO 3187 prescrive la stessa apparecchiatura, sollecitazione e tipologia di provino della succitata norma ISO 1893; in questo test, però, la temperatura viene fatta salire con un gradiente di 5°C/min fino ad un determinato valore massimo, che nel caso dei prodotti silico-alluminosi, ad esempio, è pari a 1280°C, e in seguito viene mantenuta costante per un tempo normato, che comunemente è di 25 ore. Vengono anche in questo caso registrate le variazioni dimensionali del provino durante la prova, con particolare attenzione al ritiro percentuale (detto anche scorrimento o creep) rispetto all’altezza iniziale che si verifica durante il mantenimento isotermo alla temperatura massima. Per confrontare le prestazioni di diversi campioni è utile considerare il ritiro percentuale dei provini nello stesso intervallo di tempo, oppure la loro velocità di scorrimento espressa come % di ritiro/ora. Nel grafico di Fig. 7 è riportato come esempio lo scorrimento a caldo di due rulli ceramici idonei all’impiego ad alta temperatura, molto simili come caratteristiche chimico-fisiche. In questo caso la temperatura di stazionamento scelta per la prova è stata di 1350°C, e il carico applicato di 1 MPa. Risulta evidente come il campione A sia molto più performante rispetto al campione B per quanto riguarda la capacità di sostenere il carico alle temperature di 25 5-2012 studies studi 5-2012 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 29h a 1350°C carico 1 MPa 0,9 0,8 0,7 Dl/l0 (%) 0,6 0,5 0,4 campione A 0,3 campione B 0,2 0,1 0 -0,1 0 5 10 15 20 25 30 Tempo (h) Fig. 7 - Creep di due rulli ceramici per alta temperatura esercizio. A livello numerico, il campione A presenta un ritiro tra la 1^ e la 25^ ora pari a -0,25%, mentre il campione B nello stesso intervallo di tempo subisce un ritiro dello -0,53%. Essudazione nei refrattari elettrofusi AZS Questo tipo di test viene eseguito dai produttori di refrattari elettrofusi AZS secondo diverse metodologie, spesso non unificate, e quasi sempre in modo comparativo, cioè per confrontare le prestazioni di prodotti diversi. L’unica norma di riferimento è la ASTM C1223 - 09, che però viene raramente impiegata dai produttori europei. Il fenomeno dell’essudazione consiste nella fisiologica espulsione di parte della fase vetrosa presente in seno alla microstruttura degli AZS durante il primo periodo di esposizione alle temperature di esercizio (start up), ed è un potenziale generatore di difetti nel vetro prodotto; in effetti, tale fase amorfa è particolarmente ricca in Al2O3 e ZrO2, per cui può facilmente produrre corde e infusi. Tendenzialmente, si considerano avere buone performance di essudazione tutti quei prodotti che, o essudano molto poco in assoluto, oppure che concentrano l’essudazione in un periodo di tempo molto breve, massimo qualche giorno dopo lo start up, così da costringere a sacrificare solo una ridotta quantità di produzione iniziale. 26 I test di essudazione sono effettuati sia dai produttori, come parte integrante dei controlli di qualità sul prodotto finito, sia dagli utilizzatori, per la scelta dei materiali da acquistare. È molto importante specificare con precisione la posizione di campionamento dei provini, poiché nei blocchi di AZS esistono sensibili differenze composizionali, mineralogiche e microstrutturali tra regione e regione dei blocchi (per es. superficie Vs interno, sommità Vs fondo ecc). Origine di tali variazioni è la segregazione, che si produce durante il raffreddamento del blocco a seguito della colata nello stampo, e che fa sì che i componenti a più basso punto di fusione si concentrino all’interno del blocco, e che in prossimità della superficie si abbia una maggior quantità di fase vetrosa. La norma citata fornisce delle linee guida per il campionamento nelle varie zone del blocco. Il principio della norma ASTM C1223 è quello di misurare l’aumento percentuale di volume del provino dovuto all’essudazione della fase amorfa dopo un opportuno trattamento termico. Dal blocco vengono ricavati dei campioni di geometria e dimensioni unificate, che vengono poi appoggiati su delle lamine o coppette di platino destinate a raccogliere la fase vetrosa essudata, e sottoposti ad un trattamento termico a temperature assimilabili a quelle di esercizio. Seguendo la norma ASTM C20: “Test methods for apparent porosity, water absorption, apparent spe- studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro cific gravity and bulk density of burned refractory brick and shapes by boiling water”, viene calcolato il volume complessivo dei campioni e dei supporti di platino prima e dopo il trattamento termico di 4 ore a 1510°C; la differenza tra questi due valori rappresenta il volume della fase vetrosa essudata, per cui l’essudazione percentuale può essere in prima approssimazione stimata come: % essudazione = Per queste e per altre ragioni, molti produttori europei hanno giudicato la norma ASTM C1223 inadatta a quantificare in maniera completa le prestazioni in materia di essudazione, e quindi da più parti si è sentita l’esigenza di sviluppare un nuovo metodo unificato per valutare questa caratteristica. Una possibile soluzione è stata elaborata in seno al comitato tecnico TC11: Materials for Furnaces, appartenente all’International Commission on Glass (ICG). 100 Sulla base del calcolo sopra riportato, la norma ASTM C1223 trascura (considerandole marginali) le eventuali variazioni di volume a carico del campione prodotte da fenomeni diversi dall’essudazione, quali, per esempio, la dilatazione irreversibile legata alla trasformazione cristallografica della baddeleyite; inoltre, lo standard americano prescrive un trattamento termico piuttosto breve (sole 4 ore), per quanto comunque contempli a titolo facoltativo la ripetizione per altre due volte del trattamento termico, al fine di ottenere risultati più affidabili. Il metodo messo a punto si basa ancora una volta sulla misurazione delle variazioni di volume prodotte dall’essudazione della fase vetrosa, ma prevede la compensazione per la dilatazione irreversibile dello ZrO2; inoltre, la storia termica a cui vengono sottoposti i provini risulta maggiormente severa, in quanto sono previsti un primo ciclo a 1550°C per 72 ore, seguito da altri nove cicli di due ore ciascuno, sempre a 1550°C. Nella maggior parte dei casi, una tale sollecitazione termica, a differenza della norma ASTM C1223, è in grado di esaurire pressoché completamente il potenziale di essudazione del provino, assicurando che la valutazione sulle prestazioni del materiale tenga correttamente in considerazione anche la velocità a cui avviene il fenomeno. In effetti, considerando il grafico di Fig. 9 alla pagina seguente, in cui sono riportate le essudazioni di quattro provini di AZS a diverso contenuto di ZrO2, nelle prime ore di prova il Campione 1 risulta essere il meno performante, mentre proseguendo con i cicli di essudazione esso si dimostra essere uno tra i materiali migliori; al contrario, i Campioni 2 e 3 inizialmente danno risultati relativamente bassi, ma proseguendo con la prova continuano ad essudare in maniera consistente. Di conseguenza, se si fosse impiegata la norma ASTM C1223, che impone un trattamento termico molto breve, le conclusioni che si sarebbero tratte, i.e. Camp 1 scadente e Camp 2 e 3 ottimi, sarebbero state errate. Fig. 8 - Campioni con essudazione media 4,8% 27 5-2012 studies studi 5-2012 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 10 41% ZrO2 Camp 1 41% ZrO2 Camp 2 32% ZrO2 Camp 3 32% ZrO2 Camp 4 9 Essudazione [%wt] 8 7 6 5 4 3 2 1 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Ciclo termico Fig. 9 - Curve di essudazione in dieci cicli di quattro provini di refrattario elettrofuso Test di corrosione statica Questo tipo di test, di natura principalmente comparativa, permette di valutare l’attitudine di un materiale refrattario a resistere all’attacco corrosivo che un determinato tipo di vetro (allo stato fuso) è in grado di esercitare su di esso alle temperature prossime a quelle di esercizio. Normalmente vengono testate assieme due barrette di materiali simili per confrontare le diverse resistenze alla corrosione, oppure una barretta di materiale di riferimento con una di un materiale in fase di sviluppo. La Stazione Sperimentale del Vetro conduce tale tipologia di prova seguendo una variante interna della norma ASTM C621-09: dai blocchi da testare vengono ricavate delle barrette di dimensioni 105x25x15 mm, ad una delle cui estremità viene carotato un foro di 10 mm di diametro; praticando due tagli tangenziali al foro si ricava il codolo necessario a sospendere le barrette durante l’esecuzione del test, mentre dal lato opposto al foro si realizzano due tagli inclinati a 45°, al fine di ricavare una punta che faciliti l’ingresso nel vetro fuso. Le varie bar28 rette vengono successivamente sospese (in genere a coppie) ad una tavella di mullite, sulla quale sono praticati dei fori di 20 mm di diametro: attraverso tali fori infatti vengono fatti passare i codoli delle barrette, che vengono poi mantenute in posizione tramite una spina alluminosa (vedere Fig. 10). Fig. 10 - Castelletto per prove di corrosione studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro La tavella con le barrette viene riscaldata gradualmente sino alla temperatura di prova, variabile a seconda delle esigenze sperimentali, e poi sovrapposta ad un crogiolo di platino riempito del vetro di interesse, così da far immergere le barrette nel vetro fuso per circa 40-50 mm. Queste ultime vengono mantenute in immersione isoterma per tempi che possono variare dalle 72 alle 168 ore, in funzione della temperatura e aggressività del vetro da testare. Alla fine del test le barrette vengono estratte dal vetro, raffreddate gradualmente e poi sezionate assialmente; tramite un microscopio ottico tarato viene misurata la sezione del campione in corrispondenza del battente di vetro, così da poter calcolare la riduzione percentuale di sezione prodotta dalla corrosione. Fig. 11 Prova di attacco dei vapori per materiali utilizzati in sovrastruttura Questo test consente di valutare il comportamento dei refrattari impiegati nella costruzione della sovrastruttura dei forni da vetro, e quindi sottoposti all’attacco di vapori alcalini a temperatura elevata. La norma di riferimento è la ASTM C987-10, che specifica il metodo analitico da adottare. Il campione da sottoporre ad attacco è costituito da un blocchetto a base quadrata di lato 55 mm e di spessore 20 mm, mentre il reagente che svilupperà i vapori alcalini deve essere posto all’interno di un crogiolo conico in allumina o platino avente diametro superiore pari a 43 mm, diametro inferiore pari a 33 mm, e altezza 53 mm. Il blocchetto viene posto sopra il crogiolo riempito di reagente, ed il tutto viene alloggiato all’interno di un ulteriore crogiolo esterno in refrattario di altezza 115mm e diametro superiore pari a 90 mm. Il tipo di reagente e le temperature di prova devono essere rappresentative dell’ambiente di esercizio del refrattario da testare. Il livello del reagente non deve superare il 40% della profondità del crogiolo, onde evitare che si abbia contatto tra campione e reagente fuso. La norma porta come esempio l’uso del carbonato di sodio, ma possono essere usati anche solfati, borati e alidi. La temperatura di test, nel caso del carbonato di sodio, è di 1370°C, la rampa di riscaldamento può andare da 2 a 8 ore, e il tempo di stazionamento isotermo è di 24 ore. Il campione viene tagliato a metà per poter osservare la penetrazione del reagente all’interno del materiale, vengono registrate variazioni di colore, profondità, deformazioni ed eventuali cambiamenti mineralogici intervenuti durante l’attacco. Poiché le valutazioni di questo tipo possono avere un grado di soggettività, è bene sempre confrontarsi ad un campione di riferimento. In figura 13 si riporta a titolo di esempio un campione di refrattario AZS al 32% di ZrO2, sottoposto a prova di attacco con vapori alcalini a 1500°C per 100 ore. Fig. 12 Nelle figure 11 e 12 sono riportati alcuni campioni dopo prova di corrosione a 1300°C per 120 ore. Fig. 13 29 5-2012 studies studi 5-2012 Conclusioni Dopo questa breve panoramica sulle principali norme di caratterizzazione dei materiali refrattari, risulta chiaro come sia importante avere un approccio analitico integrato da diverse metodologie che ci permetta di avere una visione completa del prodotto e ci consenta quindi di prevedere il suo comportamento in esercizio. I risultati di singole analisi possono essere fuorvianti e portarci ad una scelta errata del tipo di materiale da utilizzare nelle diverse zone dell’impianto. Condizioni di utilizzo come la temperatura e le sue oscillazioni, materiali con il quale in refrattario viene a contatto, presenza di eventuali vapori aggressivi devono essere sempre tenuti in considerazione assieme alla caratterizzazione completa dei prodotti per poter operare la scelta migliore. Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro ASTM C133 - 97(2008)e1: Standard Test Methods for Cold Crushing Strength and Modulus of Rupture of Refractories. ISO 1893:2007: Refractory Products - Determination of Refractoriness under Load - Differential Method with Rising Temperature. ISO 3187:1989: Refractory Products - Determination of Creep in Compression. ASTM C1223-09: Standard Test Method for Testing of Glass Exudation from AZS Fusion-Cast Refractories. ASTM C20-00(2010): Standard Test Methods for Apparent Porosity, Water Absorption, Apparent Specific Gravity, and Bulk Density of Burned Refractory Brick and Shapes by Boiling Water. ASTM C621-09: Standard Test Method for Isothermal Corrosion Resistance of Refractories to Molten Glass. ASTM C987-10: Standard Test Method for Vapor Attack on Refractories for Furnace Superstructures. Bibliografia Autori UNI.EN 993-1:1998: Methods of Test for Dense Shaped Refractory Products. Determination of Bulk Density, Apparent Porosity and True Porosity. 30 Stefano Sanchetti, Simone Tiozzo Stazione Sperimentale del Vetro, Murano-Venezia studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro LA PRATICA CHIMICA DEI VETRAI DEL RINASCIMENTO La preparazione delle materie prime (II Parte) Le prescrizioni dei ricettari: Trattatelli Toscani (XIV-XV secolo), Montpellier (1536), Anonimo (XVI sec.), Neri (1612), Darduin (1644), Brunoro (1645) Cesare Moretti Acqua forte1 Neri, cap. 38 - Modo di fare l’acqua forte, detta da partire, che solve l’Argento e l’Argento vivo2 con un modo segreto Piglierai salnitro raffinato parte una, allume di rocho parte tre, al quale per prima gli sia levata l’humidità da dosso, mettendolo in un pignatto o tegame a esalare ogni sua humidità, e a questa materia si aggiunga per ogni libra3 oncia una di arsenico cristallino, questa è materia segreta e non ordinaria, che oltre al dar più forza a l’acqua, aiuta a cavare meglio gli spiriti dai materiali che sono il vero nervo e potenza dell’acqua forte, senza i quali spiriti l’acqua forte saria come un’acqua di pozzo. Si polverizzi ogni cosa e si mescoli insieme benissimo aggiungendo a questa materia la decima parte del tutto di calcinacci bene polverizzati mescolando benissimo ogni cosa, di questa materia4 si metta nelle boccie di vetro tanta quantità che siano piene i tre quarti circa, lequali boccie sieno lutate al solito con luto che sia forte, che come cosa vulgare la rimetto all’ artista pratico, anzi ne insegnerò uno non vulgare. Habbisi melletta di fiume per esempio di Arno, che è quella terra grassa che ognuno sa e di questa parte una, rena parte tre, cenere di legna ordinaria bene stacciata parte mezza, cimatura di panni lani parte mezza, queste materie si mescolino e unischino insieme incorporandole con acqua comune in forma di pasta, quale si lavori benissimo che quanto più si lavora, è meglio: però si avverta che la pasta sia un poco duretta e a tutta questa materia si aggiunga un terzo di sale comune. quale si incorpori bene con il luto e incorporato benissimo che in questo sta l’importanza, all’hora con questo luto si lutino i vetri, che sarà un luto perfetto5. Queste boccie si mettino in fornelli a vento, perciò atto con loro fondo di terra cotta che regga al fuoco; sotto il fondo delle boccie sia quattro dita di rena e attorno ripieno di rena fino al collo e sotto il fondo di terra sia un ferro grosso a traverso che regga il peso del cappello, si metta alle boccie il lor cappello di vetro che dentro sia grande e capace, si lutino benissimo al collo della boccia le giunture con luto fatto di farina fine, e calcina, ana polverizzati e mescolati6 e si stemperino bene e impastino con chiara di uovo bene sbattuta con questo luto e fascie di panno lino sottile, si lutino e fascino le giunture, che come sono asciutte bene, datone tre o quattro coverte fanno presa fortissima, dando una fasciatura alla volta e lasciando asciugare alquanto avanti di dare la seconda che così reggie ogni violenza e impeto delli spiriti dell’acqua forte, poi se li aggiusta il recipiente a ogni boccia che sia grandissimo, pur di vetro acciò possa reggere alli impeti e furia delli spiriti dell’acqua forte e medesimamente con il sopradetto lutto e pezze line, come sopra, si lutino le giunture del recipiente aggiustate al rostro del cappello il più che sia possibile, che haverà ciascuna boccia; lascinsi asciugare 1 2 3 L’acqua forte è una soluzione di acido nitrico, così chiamata in quanto fortemente corrosiva dei metalli. Questa lunga ricetta di Neri serve a preparare l’acqua forte, adatta in particolare a sciogliere l’argento metallico ed il mercurio o Argento vivo. La libra o lira veneta, unità di peso, poteva essere grossa (477 gr.) o sottile (301,23 gr.); entrambe erano suddivise in 12 once. L’oncia grossa era composta da 192 carati, quella sottile da 122 carati. 4 Il procedimento di preparazione consiste nel prendere una parte (in peso) di Salnitro raffinato (nitrato potassico), tre parti di allume di rocca secco (kalinite, solfato idrato di alluminio e potassio) cui si aggiunge (a quale scopo?) una oncia per libbra di Arsenico cristallino (triossido di arsenico). Alla miscela ben polverizzata si aggiunge poi un dieci percento di calcinacci, materia inerte evidentemente, costituita da non si sa bene cosa. 5 Neri dà qui una sua ricetta per la preparazione del “luto”, con il quale si sigillavano i recipienti in vetro dove si sviluppavano a caldo certe reazioni. Si prende una parte di “melletta” di fiume cioè melmetta, fango argilloso, tre parti di sabbia, mezza parte di cenere di legna e si impasta con acqua aggiungendo anche un terzo (una terza parte) di sale comune. 6 Qui parla di un luto diverso fatto con farina (di frumento?) e calcina (calce idrata?) in parti eguali (ana) cui aggiunge del bianco d’uovo. 31 5-2012 studies studi 5-2012 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro bene le lutature prima di dar fuoco che questo importa assai. Poi si dia fuoco alli fornelli con carbone solamente in principio e questo assai temperato per tre hore, che in detto tempo esce humido ventoso, e pericoloso a rompere i vetri, e si continui in questa maniera di fuoco temperato per sei hore, di poi si augumenti il fuoco a bel agio, e si li dia dei pezzi di legna di quercia secca mescolati con il carbone e così a poco a poco si vada augumentando per altre sei hore, e il cappello comincierà a tingersi di giallo, segno che gli spiriti cominciano a passare, si vadia così continuando con questo grado di fuoco fino, che gli spiriti cominciando a ingrossare tingeranno il recipiente e cappello di colore rosso che tuttavia si caricherà come uno rubino, alI’hora se li augumenti il fuoco per molte hore, fino il recipiente e il cappello sono rossi, che alle volte dura doi giorni interi, si continui in ogni modo il fuoco, fino tutti li spiriti dell’acqua forte siano passati, che si conoscerà quando il cappello e recipiente a poco a poco comincieranno a rischiarare e divenire bianchi, come erano nel principio e saranno del tutto freddi. tuttavia si continui ancora per una hora il fuoco, poi si lasci così il fornello da per se freddare, avvertendo quando il fuoco è gagliardo e che il recipiente e cappello sono rossi in essi non vi dia vento o brezza fredda, né si tocchino con cosa fredda perché facilmente creperrebbono e saria persa l’opera, la spesa e il tempo perché quando sono in tale stato sono caldi infocati, come ogni cosa è fredda, all’hora sopra il cappello e recipiente si mettino pezze line bagnate e inzuppate bene di acqua fresca, acciò li spiriti meglio si tuffino tutti nell’ acqua forte che sono a torno per il cappello e recipiente lasciando così per dodici hore, di poi si bagnino le gionture e lutature con acqua caldetta tanto che inhumidite si possino levare le fasciature e così cavare il cappello e recipiente che per ordinario sono salvi. La boccia si rompa perché non può più servire e le feccie e residenzie dell’acqua forte, cioè la loro terza parte si polverizzino bene, e per ogni libra di esse se li aggiunga oncie quattro di sale nitro raffinato e si metta in nuova boccia lutata e se li ritorni a dosso la sua acqua forte che era passata, mettendola nel fornello, come sopra con suo cappello e recipiente bene serrate e lutate e asciutte le giunture, come sopra se li dia in principio fuoco lento per quattro hore, poi si vada augumentando fino siano passati tutti li spiriti di detta acqua forte, che si conosce quando il cappello e recipiente sono del tutto bianchi, all’hora non si dia più fuoco e si lasci freddare ogni cosa e con pezze line bagnate di acqua si cuopra il cappello e recipiente lasciando così per dodici hore, poi si slutino le giunture, come sopra, e si servi l’acqua forte in vasi di vetro benissimo serrati; acciò non svaporino i migliori spiriti. Questa è l’acqua forte detta da partire che sarà buona per gl’usi infrascritti: alcuni sono che invece di allume di roccho pigliano altr’ettanto vitriolo e di questo pigliano il meglio, quale è il romano7 o altro simile; il segno che il vitriolo sia buono per questa opera è che fregato sopra il ferro pulito, lo tinge in colore di rame, e questo vitriolo quando è purificato nel infrascritto modo farà un’acqua forte potentissima, molto più che non fa l’allume. Acqua Regia8 Neri, cap. 40 - A fare l’Acqua Regia, che solve l’Oro e li altri metalli da l’Argento Si pigli acqua forte sopradetta e si metta in boccietta di vetro e a ogni libra di acqua si dia per esempio oncie dua di sale armoniaco polverizzato: si metta la boccietta in catinella piena di acqua calda che con questo calore presto solverà il sale armoniaco e si agiti l’acqua forte in la boccietta più volte, la quale presto solverà tutto il sale armoniaco e si tingerà in colore giallo: si rimetta nuovo sale armoniaco fino l’acqua lo solve, come non solve più, all’ora l’acqua si lasci posare alquanto, poi si decanti chiara pianamente che nel fondo sogliono rimanere le terrestreità del sale armoniaco inutili; all’hora l’acqua è potente e atta a solvere l’Oro e li altri metalli dallo argento in fuora che non lo tocca punto. Brunoro 11 - A far aqua Reggia che solve l’oro e gl’altri mettali, da l’argento in fuori Si pigli dill’aqua sopradetta forte, et si metti in bocetta di vetro et a ogni libra d’aqua, si da per esempio (vale) 7 Il Vetriolo romano è costituito da solfato idrato di ferro, che qui sostituirebbe l’allume di rocca indicato nella prima parte della ricetta per fare l’acqua forte. Crea qualche perplessità quando, subito di seguito, dice che il vetriolo romano, se sfregato sul metallo, lascia una traccia del colore del ram. 8 L’acqua regia è una miscela di acido nitrico e acido cloridrico in rapporto di 3 a 1 in volume; viene usata per sciogliere i metalli nobili come l’oro. 32 studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro doi di sall’armoniaco polverizzato. Si metti la bocetta in uno cadino d’aqua calda che presto si solvera il sall’armoniaco et s’aggiti la bozzeta più volte, che si tingerà in collore giallo poi si remetta novo sall’armoniago sino che l’aqua il solve et quando non si solve si lassi l’aqua possare alquanto poi si dicanti chiara che nel fondo sogliono rimanire le tereistrità del salle armoniaco, all’hora l’aqua è potente, et atta a solver l’oro, e gl’altri metali da l’argento in fuori.9 Anima di Saturno10 Neri, cap. 123 - A cavare l’anima di Saturno, che serve a molte cose nelli smalti e vetri Piglia Ritargirio ben macinato, mettilo in scodella di terra vetriata; e per sopra metti aceto distillato che sopra avanzi quattro dita, lassa stare in questa maniera fino che vedrai l’aceto colorirsi in colore di latte che suole farlo presto, allora decanta questo aceto colorito e metti nuovo aceto destillato sopra il ritargirio come sopra che si colorirà pure in colore bianco, come un latte e decantalo e reitera questa opera con aceto destillato fino che non colorisce più, allora questi aceti coloriti mettili in una catinella di terra invetriata, lassandoli acciò la materia lattea di Saturno dia in fondo, decantando l’aceto chiaro che questa materia lattea è l’anima di Saturno, cioè la parte più nobile che serve per li smalti e vetri a molte cose11 e se questa materia bianca non dessi bene in fondo buttavi sopra acqua fresca che la suole far dare in fondo e quando non dessi in fondo svapora li aceti e l’acque, che nel fondo sta la parte più sottile de 1’aceto, buona per molte cose nell’arte Vetraria Brunoro 21 - A cavar l’anima di Saturno che serve a molte cose, nelli smalti e vetri Piglia ritragerio12 ben macinato, mettilo in scudela di terra vetriata, e per sopra metti acceto distilato che sopravanzi quattro ditta, lascia stare in questa maniera fin che vedrai l’acceto colorirsi in colore di latte, che suole farlo presto all’hora si vuoti quist’acetto colorito in cattino o pignatta vetriata e metti novo acceto distilato sopra il detto ritragirio che sarà rimasto, che se colorirà pure in color bianco, poi cavalo, e rigiongi sempre a questo modo sino che l’acetto non colorirà più. All’hora questi acceti coloriti, mettili in una catinilla di terra vetriata, lasciandoli acciò la materia lattea di Saturno dia in fondo tirando fuori l’acceto chiaro che questa materia lattea, e l’anima di Saturno, cioè la parte più nobile, chi serve per li smalti et vetri et se questa materia bianca non andasse bene in fondo, buttavi sopra aqua fresca, e se quist’aqua non valesse, stringi li acceti cioè svaporali como si fanno a far il sal di cristalo, che nel fondo sta la parte più sottile dell’acceto, buona per molte cose nill’arte vetraria13 Neri, cap. 91 - Modo di far le sopradette paste e immitare ogni sorte di Gioie maravigliose non più usato Questo modo per me cavato da Isach Olando mentre ero in Fiandra14, cosa non più usata per immitare le gioie, che io sappia, e per aventura nota a poche persone se bene alquanto laboriosa, fiera tanto quanto laboriosa tanto e più bella e vaga di quante se ne sia forse fatte in qual si voglia luogo fino al dì d’hoggi, o almeno da me non più viste in persona alcuna, però mostrerò il modo tanto chiaro e con tante circostanze e avvertimenti che un pratico nella chimica facilmente ne resterà capace e l’opera farà perfettamente. Piglisi cerussa di piombo altrimenti detta biacca15, questa si macini sottilmente e si metta in orinale di vetro 9 Le due ricette sono sostanzialmente eguali, tratte da una stessa fonte; il testo del Neri è più preciso ed aiuta a capire alcuni termini del Brunoro (vale per oncie, teristreità per terrestreità). Il procedimento consiste nell’aggiungere all’acqua forte (acido nitrico) del sale ammonico (armoniaco, armonico) costituito da cloruro ammonico. Non è ben chiaro cosa intenda “gli altri metalli dall’argento in fuori” forse i metalli più nobili dell’argento oppure dall’argento in su? 10 L’anima di Saturno è acetato neutro di piombo, ottenuto, nelle ricette che seguono, per trattamento con aceto del Litargirio (PbO) o della Biacca (carbonato basico di piombo). Saturno è la dizione alchimistica per indicare il piombo. 11 Qui l’Anima di Saturno, cioè l’acetato di piombo, viene utilizzato, in vetri per smalti, in alternativa al minio, evidentemente. 12 Ritragerio o Ritargirio (anche Riitrigerio) tutte corruzioni di Litargirio. 13 Le due ricette, quella del Neri e questa di Brunoro, sono sostanzialmente identiche. 14 Neri dichiara di aver attinto questa ricetta da un certo (vetraio?) Isach Olando durante un suo viaggio nelle Fiandre; qui è noto che abbia visitato anche la vetreria di Anversa gestita da Filippo Gridolfi. 15 Biacca o cerussa, carbonato basico di piombo, usato talvolta per introdurre, nelle ricette, il piombo in alternativa al litargirio o al minio, ossidi di piombo. In questa ricetta e nella analoga seguente tratta dal ms. di Brunoro, il procedimento per ottenere il Sale di Saturno o Anima di Saturno parte dalla biacca anziché dal Litargirio come si è visto nelle due ricette precedenti. Le ragioni non sono chiare, forse si ottiene un prodotto più puro, come la ricetta stessa suggerisce. 33 5-2012 studies studi 5-2012 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro grande e per sopra si dia aceto destillato tanto che sopra avanzi un palmo, avertendo che nel principio l’aceto bolle e gonfia forte, però si metta poco a poco lassando passare la furia e romore. Dipoi si tenga detto orinale in arena sopra fornello caldo che isvapori l’ottava parte dell’aceto, si remova il fuoco e freddo l’Orinale si decanti pianamente l’aceto che sarà colorito assai e pregno di sale, quale si metta a parte in vaso di vetro e si ritorni sopra la residentia della biacca a mettere nuovo aceto destillato come sopra, facendo a lento calore svaporare l’ottava parte, decantando l’aceto sopra l’altro colorito, e questa operatione con l’aceto destillato si reiteri tante volte che habbino cavato dalla cerussa tutto il suo sale che sarà quando li aceti non saranno più coloriti e non haranno più gusto di dolcezza, che suole succedere alla sesta volta in circa, allora questi aceti colorati e insieme uniti si feltrino con la diligentia ordinaria e feltrati si isvaporino in orinale di vetro e si asciughino che in fondo sarà il sale di piombo in colore bianco, questo in boccia di vetro stacciata come un leuto, lutata si tenga in Arena che la boccia sia tutta dentro nella Rena dal collo in fuora, la bocca della boccia si lassi aperta, il fornello vada assai caldo e si continui per ventiquattro hore, poi si cavi la boccia e si macini questo sale e se è rosso come cinabro non si ritorni più in fuoco, ma non sendo così ma giallignolo si ritorni in fuoco in vaso di vetro come sopra per altre ventiquattro hore, che verrà rosso come un cinabro, habbi buon fuoco però non si fonda, che saria persa tutta la fatica e l’opera. Questo così rosso piombo calcinato si metta in orinale di vetro, e per sopra si metta aceto destillato, reiterando l’opera di sopra in tutto e per tutto, fino habbi di nuovo cavato tutto il sale e le feccie e terrestreità, in tutto o parte questi aceti colorati tienli in catinelle di terra invetriate per sei giorni che ogni terrestreità e imperfettione anderà in fondo, allora si feltrino lassando la parte grossa in fondo come inutile, allora questi aceti ben feltrati e separati da ogni terrestreità si scoprino in orinale, nel fondo del quale rimarrà il sale di Saturno bianchissimo e dolcie come zucchero, quale bene asciutto si solve in acqua comune e soluto si lassi in catinelle per sei giorni che sarà in fondo la terrestreità, al ora si feltri questa acqua pregna di sale e separata dalle parte grosse e inutile, si isvapori in orinale di vetro che rimarrà in fondo un sale bianchissimo quanto la neve e dolce quanto il zuchero, reiterando però il solvere e feltrare e svaporare con l’acqua comune per tre volte, allora questo si domanda zucchero di Saturno16 quale in boccia di vetro o palla si tenga a calcinare in Arena in fornello che habbi fuoco temperato per più giorni, che verrà calcinato in uno colore rubicondissimo più del Cinabro17 e sottilissimo impalpabile come farina di grano stacciata. Questo si domanda il vero zolfo di Saturno purificato dalle terrestreità, andriosità e negrezza che per prima haveva adosso Saturno. Quando adunque si vorranno fare paste Smeraldi, di Zaffiro, di Granato, di Topatio, Grisopatio, celeste o altro colore, si piglino le medesime materie, colori e dose che sopra si è detto nelle altre ricette, eccetto che in veccie di minio ordinario si piglierà del presente zolfo di Saturno la medesima dose e colori come si è detto di sopra nelli altri colori, operando ogni cosa puntualissimamente come sopra che si haveranno gioie di bellezza maravigliosa in ogni colore, che di gran lunga passeranno le disopra narrate fatte con minio ordinario18. Perché questo vero zolfo di Saturno passa ogni altro più assai di quello non scrivo, come ho visto e fatto molte volte in Anversa, le paste fatte con questo zolfo non hanno quello ontuoso e giallore che hanno le ordinarie che col tempo gli da bruttezza e se l’humido e l’alidore de l’huomo dentrovi le macchia assai, il che non fa in queste, però non rincresca la fatica perché verrà ben compensata da l’opera e effetto. Brunoro 93 - Se vorai far queste pietre più vaghe che le naturali habbi patienza e tieni la sotoscritta regola Piglia cerusa di piombo altrimenti detta Biacha ben setachiata falla bogier in acceto destilato che sia forte, et consumato che sia il detto accetto la terza parte, leva l’acceto pian piano e quelo meterai in altra pignatta, 16 17 Lo Zucchero di Saturno o di piombo, è un acetato idrato di piombo; si distingue quindi dall’Anima di Saturno che è acetato di piombo. La calcinazione dello Zucchero di Saturno, cioè dell’acetato di piombo, dovrebbe portare alla formazione dell’ossido rosso (qui detto Zolfo di Saturno e anche Rosso di Saturno) cioè del Minio. Non è chiara quindi la necessità di un procedimento così complesso partendo dalla biacca, producendo l’acetato per arrivare con la calcinazione al minio, ossido rosso, che si può ottenere direttamente dal piombo metallico passando attraverso il Litargirio, ossido giallo. Però in altre ricette, soprattutto per Calcedonio, rosechiero e paste gialle, viene invece precisato di usare “minio che non sia di sbiaca” cioè minio non ottenuto per calcinazione della biacca. Altre fonti (Gettens e Stout, 1966 pag. 129) precisano che, ad esempio, dalla calcinazione del metallo si ottiene il monossido di piombo giallo aranciato o litargirio, di forma cristallina tetragonale; dalla calcinazione della biacca si ottiene invece un litargirio amorfo, di colore giallo. La stessa fonte chiama Litargirio il monossido di piombo ottenuto per ossidazione del piombo metallico, mentre indica con il termine Massicot quello ottenuto per ossidazione della Biacca. 18 Qui confermerebbe invece che, in un vetro per l’imitazione delle gioie false, il Minio ottenuto partendo dalla Biacca dà migliori risultati, che non il Minio ottenuto dalla calcinazione del piombo metallico. 34 studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro lassiandolo ben schiarire poi piglia dell’altro acceto, et lo meterai a bogier con la sudeta meteria, e questo farai fin che vedrai che l’acceto non haverà più colore, poi piglia tutti queli acceti e metili a stringer come si fanno, nell’arte nostra, all’hora che habbiamo fatto bogier la sodda di Alicante, over polverino per far li cristali fini19, poi che haverai levato il salle, assugalo e poi pestalo minuto, e mettilo in aqua tepida che si solverà, lassia quel aqua ben riposare per due o tre giorni acciò la tereistrità vadi nel fondo, poi leva la detta aqua pian piano acciò non si torbidi e falla bogier un’altra volta, ma sempre in boccia di vetro, che sia con collo longo et lutata nel fondo in arena calda, poi che haverai cavato il sale come di sopra ritornerai far nel modo suddetto doi altre volte lassiando ben purgare la lissiva, et ultimamente stringi ogni cosa, che haverai un sale dolce come il zucchero, et bianco come la neve, e questo si chiama il sal di saturno havertendoti che nel stringer non li doni tropo foco, poi detto sale metti in boccia di vetro che stia nell’arena calda a calcinarsi per più giorni, che venirà in colore rubicondissimo più del cinabrio, e sotilissimo impalpabile, e questo si dimanda il solfo di Saturno purificato, e quando vorai far le paste o di smeraldo, o di zaffiro, o altri colori invecce del minio dalli di questo solfo di Saturno con le medesime polvere che ti ho insegnato a farle col minio, che haverai grandissimamente più vaghi colori, che li naturali.20 Antimonio21 Brunoro 22 - A preparar l’antimonio che serve per medicina e per far vetro giallo Sal’armoniaco onze 6 gripola over tartaro onze 6 - antimonio22 - onze 6 - piglia tutte queste cose sotilmente et falli passar per tamiso sotille, poi piglia una pignata nova ponila nilli carboni ardenti, e quando sarà infocata getta dentro della ditta compositione, un cucchiaro per volta et subito coprila con un coperchio, et ogni tre pater rigiongili un cucchiaio per volta, sino che sarà tutta dentro poi leva la detta pignata , che troverai nel fondo una crosta e quela serve per far il giallo, et sotto d’essa sarà l’antimonio preparato che serve per medicina. Argento23e la “medicina” per il calcedonio Argento calcinato, primo metodo con dissoluzione in acqua forte e aggiunta di sale comune. Montpellier 65 - A calcinar l’argento Piglia aqua forte24 et meti in una boceta con unza una argento, et metila su le bronce et poco fuogo, et l’argento si defarà dentro. Et quando sarà desfatto habbi un bichier di aqua con un pugno di sal comun che sia desfatto dentro, et meti quella qua in quel bichiero, più chiara che tu pòi in una piadena, et voda l’aqua forte dentro. La ve[r]rà biancha et andarà a fondi l’argento tuto. Userà biancha l’aqua via di sora; el resto che sta de l’aqua dentro, lassala andar a fondi, et poi butala fora così, quatro o sei fiate25. 19 20 Si fa qui riferimento alla tecnica di lisciviazione della cenere (allume catina) per ottenere un fondente sodico più puro. La ricetta dal ms. di Brunoro nella sostanza è simile a quella precedente del Neri, ma molto più sintetica; manca però il riferimento che fa Neri alla sua fonte Fiamminga e non si capisce quindi come il Brunoro disponga di questa ricetta. 21 L’antimonio come solfuro o come ossido, in piccole percentuali, veniva introdotto, sin dai tempi romani, per ossidare l’ossido ferroso (presente come impurezza delle materie prime) ad ossido ferrico, meno colorante; l’antimonio aveva quindi una funzione decolorante, prima dell’utilizzo del più efficace biossido di manganese. In percentuali maggiori (dal 3 al 6%) reagendo con l’ossido di calcio forma antimoniato di calcio che precipitando nel vetro ne determina l’opacità di colore bianco. In presenza di elevati tenori di ossido di piombo si ha invece formazione di antimoniato di piombo, opacizzante di colore giallo. 22 Molto spesso in passato l‘antimonio indicato nelle ricette non è meglio definito, ma il più delle volte dovrebbe essere il solfuro di antimonio o stibina, che è il minerale di antimonio più diffuso in natura. La ricetta dà indicazione di calcinare una miscela di sale ammonico, tartaro e antimonio, in quantità eguali; dovrebbe formarsi in superficie dell’antimoniuro di potassio di colore giallo, utilizzabile per fare i vetri gialli all’antimoniato di piombo, mentre sotto si potrebbe formare del tartaro emetico (tartrato potassico e antimonile) usato in medicina. 23 L’argento, veniva “calcinato” cioè trasformato, con modalità diverse, in una forma chimica più facilmente utilizzabile nelle ricette di calcedonio e rosechiero. L’argento metallico è poco solubile nel vetro, da qui la necessità di introdurlo nella ricetta vetrificabile in una forma più solubile 24 Acido Nitrico, soluzione acquosa. 25 Il procedimento consiste nello sciogliere l’argento in acqua forte (acido nitrico) e nell’aggiungere poi del sale comune (cloruro sodico) con precipitazione del cloruro d’argento, bianco. 35 5-2012 studies studi 5-2012 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Darduin 99 - A calcinar l’arzento che va nel rosechier et nella calcedonia Tuò arzento di coppella onze una et un quarto, battilo sin che venghi sottile come un grossetto, overo una gazetta26, poi piglia dell’acqua forte da partir onze tre, et metti tutto in un sazetto et metilo su’l fogher al fuoco et lassa la bocca del detto sazetto aperta, et lasselo fin che tu il vedi tutto disciolto detto arzento et andato in acqua, poi tuò una piadena di terra invedriata, et metti dentro in detta piadena dell’acqua salsa, et butta dentro tutta quella robba del sazetto, et anderà a fondo, poi piglia dell’acqua dolce netta, et buttala sopra questa salsa, et lassela star cossì un poco, poi habbi un’altra piadena netta et cola quell’acqua pian, piano, et lavelo tre, over quattro volte, salvando l’acqua che tu haverai colado perché vi sarà ancora dentro dell’arzento, come poi tu haverai cavado tutto il tuo arzento, sughelo al fuoco, overo al sole, et sarà calcinado. Tu potrai far anco in questo modo, cioè doppo che sarà l’argento dissolto nel sazetto, tuò del vedro del paelato che tu fai la calcedonia et cavane fuori in acqua una mezza lira, et mettilo in una piadena, poi buttali sopra l’arzento del sazetto et missia con un piron tutto insieme, et questo darai alla tua calcidonia in cinque over 6 volte la mattina che tu vorrai lavorar. Argento calcinato, secondo metodo, con dissoluzione in acqua forte e scambio cationico con il rame Brunoro 1 - Lo secreto bellissimo per incalcinar l’argento Cadauna oncia d’Argento meterai in doi onze d’acqua forte dentro un’ampolla di vetro, con il collo longo, poi piglierai la detta ampolla e metila vicino al foco, overo dentro l’aqua calda chi in breve sarà fatto, et se assai tira la calcina del detto argento nitta senza perder di peso piglierai la detta ampola et versa la suddetta aqua in un cattino di aqua chiara di fontana, che sia quatro volte d’avantaggio, et nel fondo del sudetto cattino metterai una piastra di rame, che vedrai che tutto l’argento fiocherà sopra la piastra, poi pilierai una moletta et destramente leva la piastra, e con un cortillo dolcemente liverai la calcina, questo farai tante volte sin che la piastra non riceverà più matteria.27 Argento calcinato, terzo metodo con calcinazione con lo zolfo Montpellier 78 - A far quel color di maiorica ch’è d’oro28 Piglia bularminio29 lb. 3, cenaprio30 lb. 1, rame brusado lb. 1, poi piglia tanto argento come tre marchetti, et metili dentro uno choriguol e meti su i canel de solfere longe come è un dido; et fa chel sia ben pesto et metilo sopra questi tre marchetti. Metili in fuogo, et quando el solfere sarà tutto brusado, el sarà calcinato l’argento. Piglia quello argento et mesedalo con le sopradette cose tridate sotilmente, poi metilo in una pignatella et meti queste cose dentro a boyer con aceto, et lassalo boglir che l’aceto si consuma31. Anche tul possi depenga sule scuole che al coser non vol haver tropo foco32. Brunoro 176 - A far Calcidomo per una strana maniera Tuo bolao arminio libre 3 - e cenabrio libre 1 - rame brusado libre 1 - argento fin onze 1 - solfere libre 1 e mezza pesta ogni cosa insieme salvo che l’arzento vol esser in fogio sotil e meti tutte queste cose dentro uno curizolo e lassalo star per fin chel solfere sarà consumado quando el sarà consumado e prova a butar l’arzento solo 26 Questa ricetta di Darduin è del tutto simile alla precedente. Il “grossetto” era una moneta d’argento (di minor peso del “grosso”) coniata a Venezia nel 15° secolo mentre la “gazzetta” era moneta di bassa lega coniata nel 1539 sempre a Venezia. 27 Altra interessante tecnica per la cosiddetta “calcinazione” dell’argento, crediamo inedita. L’argento viene sciolto in acido nitrico; sulla soluzione contenente il nitrato d’argento viene immersa una piastrina di rame: per scambio cationico il rame va in soluzione e l’argento metallico, probabilmente sotto forma colloidale, si deposita sul rame da cui viene poi tolto con un coltello. 28 Maiorica sta forse per Maiorca, isola delle Baleari, ma in questo contesto dovrebbe riferirsi a un certo colore e non è chiaro il collegamento. 29 Bularminio: bolo armeno, minerale argilloso, miscela naturale di halloysite e ossido di ferro rosso, che proveniva dall’Armenia e dalla Persia; veniva usato come strato adesivo per applicare dorature su oggetti non metallici (legno, tela ecc.). Nelle ricette vetrarie veniva usato come fonte di ossido di ferro, in particolare in alcune ricette di Calcedonio, come risulta dalle ricette che seguono. 30 Cenaprio: cinabro, solfuro di mercurio di colore rosso, anche questo usato nelle ricette di calcedonio con funzione non ben chiara. 31 La ricetta, diversa dalle precedenti è poco chiara, prescrive di prendere tanto argento quanto tre marcheti, monete di rame (non è chiaro se intende tanto quanto in peso o in superficie), metterlo a calcinare in un crogioletto assieme a dei cannelli di solfo. Cosa si formi non è chiaro, forse del solfuro d’argento; aggiunge poi a questo “argento calcinato” il bolo armeno, il cinabro e l’ossido di rame, bollendo il tutto in aceto; l’insieme serve a preparare i coloranti per fare il calcedonio. Le due ricette successive (Brunoro 176 e Anonimo 15) sono simili. 32 L. Zecchin interpreta così l’ultima oscura frase: Tu lo puoi anche dipingere sulle scodelle, ma nota che nel cuocere non vuol avere troppo fuoco. 36 studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Fig. 1 - XVI secolo, ciotola, coppa, brocca in vetro calcedonio (Hugh Tait, "5000 anni di vetro”; British Museum Press) in vero, o veramente getta ogni cosa calcinado perchè ogni muodo farà calcidomo ma con più bello dell’altro, la pasta del vero vol esser così fatto: cristalin libre 8, di vero di piombo libre 4, gialolin de vero de piombo33 libre 1, butta la detta medesina in questo vero e se tu azonzerà un poco de stagno calcinado sarà meglio.34 Anonimo 15 - A far un altro Calcedonio fantastico ma non cusi Belo como el sopraditto Recipe Bolo armeno libre 1, Cenaprio, Rame brusato ana libre 1/2, arzento fino limato onza una Solfere once 6; pesta ogni cossa salvo l’argento et incorpora insieme e meti in corizolo al foco fino tanto chel solfere sia andato in fumo e l’argento sarà Calcinato; alora piglia ogni cossa e tritura bene e tamisa e serva perché questa è la tua medicina: poi Recipe vetro crestalino libre 3, vetro de Piombo libre 1: Zalolino che vien de Alemagna libre 1/2 e meseda tutto insieme poi agiongili la tua medicina ut supra et uno poco de Stagno Calcinato e meseda ogni cosa e subito lavoralo. Argento calcinato, quarto metodo per calcinazione di lega argento stagno Brunoro 51 - A calcinar l’argento che serve ad ogni altra calcidonia Piglia libre una d’argento fino, tu poi pigliar ancora di queli Crosoni di Spagna35 mal fatti, et libre una di stagno fino metti questi due mettali in una cazza che si tragheta il vetro, alle fornace de bicchieri e mettila nella fornace, e lassala fino che l’argento e il stagno sarà fuso, aggiutandolo con un ferro, col quale messierai li doi metali per far più presto. Poi vien fori con la detta cazza, e continua missiare con l’istesso ferro, sin che la cazza non sarà più rossa, poi ritornila nella fornace, et infocata che sia, tirela fora, e continua a missiare, e questa regula continuerai sino che sarà ridotto in polvere poi tamisala sotilmente e riponnila in loco che la polvere non entra, et serviti alli bisogni. Averti se la calcidonia ti venisse tropo carica, aggiongi del Cristalo caldo, overo cristalo rotto, se fusse tropo chiara, dalli dill’altro argento come ti ho insegnato. Di più avertendoti che alcune volte bisogna travagliarla presto, altre volte picicarla e (lautrarla) tardo et dal rinfocorarla ti accorgerai.36 33 Gialolin, zalolin: giallolino, quello artificiale è una sostanza vetrosa opaca di colore giallo, bassofondente, veniva usato come opacizzante-colorante nelle ricette vetrarie (col nome di “anima”) ma anche come pigmento in pittura (zalolin da depenzer). 34 Ricetta identica alla 3 e alla 137 di Montpellier, che quindi non vengono riportate, sempre per fare calcedonio. 35 Si riferisce probabilmente ad una moneta d’argento spagnola, crosoni sta per crocioni o monete con impressa una croce; le monete scarte perché mal riuscite vengono usate come fonte di argento. 36 È ancora un altro metodo per “calcinare” l’argento; qui viene fatta una lega di argento e stagno che viene poi calcinata con formazione di ossido di stagno misto ad argento (metallico o ossido?). 37 5-2012 studies studi 5-2012 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Argento calcinato, quinto metodo per formazione di amalgama e aggiunta di sale comune Brunoro 178 - A far calcidomio che se chiama coa di paon37 Tuo’ argento fin onze 1 bisogna che tu el maseni come fa li corpi, poi poni sta malgama con onze 1 sal comun et metti a una pignata a un gran fuogo per ore tre o 4 tanto che l’arzento vivo se parte se consuma questo arzento, quel che roman sarà calcinado, metilo da parte38, e fa no cusì, tuo’ onze do d’arzento sulimado39, e onze 1 salarmoniaco40 e onze 2 di cenaprio e onze mezza de solfere, trida ogni cosa insieme in una bozza lutata e sublima cioè distilar, e quando el sarà destilado e torna quela aqua sopra la fezza in la bozza propria e distila a questo modo 5 o 6 fiade e più che tu el farà sarà megio, perciò tuo’ quele fezze che sarà romase in fondi della bozza che sarà beretin, e meti quela fezza in vero de piombo che sia a questo modo di de vero comun o cristalin che sarà megio de libre 2 de minio e onze 14 de latimo, trida insieme ogni cosa e metilo in paela, quando el sarà cotto el sarà in color zallo, all’hora tuo’ onze una della medema cioè l’arzento calcinado e butala entro della paela, e farate bel calcidonio, et fatta zonzerà un poco de stagno calcinado se farà megio: avisoti che questa medesma tu la poi meter in che vero che tu vol.41 Montpellier 91 - A far calcedonio che sia come ovo di pavon Piglia argento fin de copella una onza, et argento vivo onza una; fate el malgema come fano gli orevesi, poi piglia questo malgemo con onze una di sal comun, et metelo in una pignata con foco non tropo forte né tropo picolo ma convenevole tre o 4 ore, tanto chel argento vivo se parta ……42 Anonimo 105 - A far il Calcedonio secondo mastro Anzolo da Venetia43 Amalgama onza 1 de argento fina con once VIII de mercurio come si fa ordinariamente, poi la macena con once VIIII de sal comune [pre]parato macinandolo molto bene e metilo nel fornelo fra li carboni accesi et il mercurio volerà via e ti rimanira la argento calcinata in polvere; la quale accompagna con mercurio sublimato, cenaprio, sal comune ana onza 1 e in boceta fa sublimar con lento foco. Poi piglia quello che e nel fondo e lavalo con acqua calda per levar via il sale e haverai l’argento ottimamente calcinata per questo magisterio: iterum piglia once II de argento fina et once VI de mercurio e solvilo.... e quello argento che è nel fondo dela boccia pestalo sotile e mescolalo con la Calcina ut supra: poi piglia once III de ditta mistura et once 1.5 de croco ferro e fereto de Spagna, polvere de azurro oltramarino ana onza 1 e ben mescolati insieme pigliane once VI e buta sopra once XII de cristalino quando e fusso nella fornace et subito si farà di diversi colori che niuno potrà dire altro che sia calcedonio fino e di questo ne fu fatto un vaso che fu venduto denari 5044. Argento e altre sostanze, “medicina” per il calcedonio45 Neri, cap. 42 - A fare il Calcidonio in vetro assai bello Habbisi acqua forte libre dua in boccia di vetro con collo lungo non molto grande: in questa metti oncie quattro di argento fine in pezzetti piccoli e sottili, e accostata al fuoco o vero messa in acqua calda che come l’acqua 37 38 Il Calcedonio ottenuto avrebbe l’aspetto variegato delle piume della coda del Pavone, donde il titolo di questa e della successiva. Nella prima parte di questa ricetta si riporta un altro metodo per “calcinare” l’argento da utilizzare per fare il vetro “calcidonio”. Viene fatta una amalgama dell’argento mediante il mercurio o argento vivo (di cui si sottindende l’utilizzo), alla stessa viene aggiunto del sale comune; il tutto viene riscaldato in una pentola sino a totale evaporazione del mercurio; dovrebbe rimanere, per il successico uso, il cloruro d’argento. La seconda parte della ricetta riguarda la preparazione degli altri ossidi da utilizzare, in questo caso assieme all’argento “calcinato”, per fare il calcedonio. 39 Arzento sulimato: argento vivo sublimato, cioè sublimato corrosivo, cloruro di mercurio; viene aggiunto all’amalgama mercurio-argento con funzioni non chiare. 40 Salarmoniaco: sale ammonico, cloruro di ammonio. 41 Ricetta analoga alla 91 di Montpellier e, solo in parte, alla 105 dell’Anonimo, che seguono. 42 Questa ricetta precisa meglio, rispetto al testo della precedente tratta dal Brunoro, che l’amalgama viene fatta con l’argento vivo, aggiunge il riferimento agli oresi (orefici), ma aggiunge anche altri strafalcioni come malgema, malgemo al posto amalgama. Si tralascia la parte successiva sostanzialmente analoga alla precedente. 43 Anzolo da Venetia: dovrebbe essere il noto vetraio Angelo Barovier, cui vengono attribuite delle importanti innovazioni di tecnologia vetraria del XV secolo, come il cristallo e il calcedonio. 44 La ricetta, a parte diverse proporzioni negli ingredienti, corrisponde nella sostanza alla precedente 178 del Brunoro, con una ulteriore aggiunta di altri ingredienti coloranti (croco di ferro, ferretto di Spagna, azzurro oltremarino). 45 Nelle tre ricette che seguono, tratte dal Neri, la preparazione dell’argento “calcinato” viene arricchita coll’aggiunta di altri ossidi così da avere alla fine una msicela di coloranti da introdurre nel vetro fuso per fare il Calcedonio, vetro variegato inventato nel XV secolo. 38 studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro forte comincia a scaldarsi, lavorerà e solverà l’argento ben presto e si continui così fino habbi soluto e mangiato tutto l’argento, poi habbi libre una e mezzo di acqua forte come sopra in boccia di vetro, e in esso solvi come sopra hai fatto del argento oncie sei argento vivo, come è soluto ogni cosa, mescolinsi bene queste due acque in boccia maggiore e per sopra mettivisi oncie sei di sale armoniaco, e a calore lento faccili solvere46: come è soluto mettisi in questa boccia oncie una di zaffera preparata e oncia mezza di manganese preparato e oncia mezza di ferreto di Spagna, avvertendo nel mettere questo e il manganese fare a bel agio perché suole gonfiare e bollire assai con pericolo o di vomitare la materia fuori del vaso o di fare crepare il vaso e in questa maniera andare male ogni cosa, in oltre si metta un quarto di oncia di croco di marte calcinato con il zolfo e oncia mezza di ramina di tre cotte fatta con battiture di calderai, avvertendo che anche questa suol bollire, e oncia mezza di smalto azzurro dei dipintori e oncia mezza di minio, tutte queste cose si mettino ben polverizate una per volta in detta boccia, poi si agiti detta boccia a bell’agio, guardandosi sempre dal gonfiare, e questo si facci acciò l’acqua incorpori dette polvere, si tenga la boccia ben serrata, e per dieci giorni, ogni giorno più volte si agiti bene l’acqua acciò le polvere incorporino bene l’acqua forte e da quella siano bene aperti e sviscerati, poi si metta in fornello in arena e si li dia fuoco temperatissimo, tanto che in ventiquattro hore svapori tutta l’ acqua forte, avvertendo in ultimo non dar fuoco gagliardo, ma temperatissimo, acciò gli spiriti dell’acqua forte non svaporino e in fondo rimarrà una polvere in colore leonato, la quale benissimo polverizzata e custodita in vase di vetro si deve servare al bisogno che è quando vorrai fare il Calcidonio. 47... Questo fu il modo che io tenni nel fare la presente Calcidonia l’anno 1601 in Firenze al Casino nella fornace de vetri, nel qual tempo faceva lavorare detta fornace l’egregio Messer Nicolò Landi mio familiare amico e huomo raro nel lavorare di smalto alla lucerna, nella quale fornace feci più padelotti di Calcidonio in detto tempo che sempre venne bello da tutta prova, non uscendo mai delle regole sopra dette e havendo le materie preparate bene. Neri, cap. 43 - Secondo Calcidonio In libbre una d’acqua forte solvetti onde tre d’argento fine sottilmente tagliato in boccia di vetro ben serrata, lasciai a parte. In altra boccia di vetro messi libre una d’acqua forte e in essa solvetti oncie cinque d’argento vivo ben purificato, serrai bene la boccia e lasciai a parte. In altra boccietta pur di vetro messi libre una d’acqua forte e in essa onde dua di sale armoniaco solvei, e soluto vi messi dentro oncia mezza di Croco di ferro fatto con acqua forte, come si mostra aI Capitolo decimonono, e oncia mezza di ferretto di Spagna fatto nel modo che si dice al Capitolo decimoquarto e oncia mezza di ramina rossa fatta nel modo che si mostra al Capitolo vigesimoquarto, e oncia mezza di canterello calcinato con zolfo, come si mostra al Capitolo vigesimoprimo; tutte queste materie benissimo macinate da per sé e ridotte da per sé in polvere, ad una ad una messi nella boccietta a poco a poco con pazienza, avvertendo che la ramina, il ferretto di Spagna e il canterello48 fanno bollire e gonfiare l’ aqua forte assai, però si menino da per sé, e con pazienza in poca quantità per volta, acciò gonfiando non vomitino o faccino crepare il vetro, che suole succedere facilmente, però si usi diligenza e pazienza, il che fatto si serri il vaso e si metta a parte. In altro vasetto di vetro messi libre una d’acqua forte e in essa solvetti oncia dua di sale armoniaco, quale soluto messo dentro oncia mezza di antimonio crudo polverizzato e a poco a poco perché gonfia e fa romore grande, però si faccia adagio, di poi oncia mezza di azzuro o vero smalto, che adoperano i dipintori e oncia una di minio e oncia mezza di vitriolo purificato, come sopra si è detto, ciascuna cosa ben macinata, poi serravo il vaso e lassavo a parte. In altra boccietta di vetro messi libre una di acqua forte e dentro solvetti oncie dua di sale armoniaco, poi messi dentro oncie una di zaffera preparata come si mostra al capitolo duodecimo, e oncia un quarto di manganese del Piemonte preparato, come ben si mostra al capitolo decimoterzo, e oncia mezza di ramina di tre cotte fatta 46 Sino a questo punto la preparazione dell’argento calcinato consiste nella dissoluzione, separatamente, di argento metallico e di argento vivo in acqua forte, nella aggiunta di sale ammonico alla miscela delle due soluzioni, da cui dovrebbe precipitare il cloruro d’argento; invece aggiunge alla soluzione un complesso di altri materiali come la zaffera, il manganese, il Ferretto di Spagna e poi del Croco di Marte calcinato con lo zolfo, dell’ossido di rame, dello smalto azurro e del minio. Sono tutti ossidi che colorano il vetro in aggiunta all’argento. 47 Viene omessa la descrizione della fusione del vetro e delle aggiunte della miscela di ossidi prima preparati, per ottenere il Calcedonio. 48 Da notare qui la differenziazione tra ramina (ossido di rame, a sua volta distinguibile in ramina rossa o di prima cotta e la ramina nera o di terza cotta), il Ferretto di Spagna (ossido di rame) e il cantarello (ottone - lega di rame e zinco). 39 5-2012 studies studi 5-2012 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro con piastre di rame, e calcinata nelli archi delle fornace come si mostra chiaramente nelli capitoli vigesimoquarto, vigesimoquinto e oncia una di cinabro, queste cose mettevo ciascuna da per sé benissimo macinate nella detta boccietta, guardando da quelle cose che fanno gonfiare e fumare di andar cauto e al bel agio, il che fatto serravo il vaso e mettevo a parte. In altra boccietta di vetro messi libre una di acqua forte, e in essa solvetti al solito oncie dua di sale armoniaco e dentro poi messi oncia mezza di cerusa; questa gonfia assai, però si vadia adagio, e oncia mezza di lacca rossa da dipintori e oncia mezza di verde rame e oncia mezza di scaglia di ferro che casca dalla incudine, questa gonfia grandemente però si sia cauto: ogni cosa polverizzata da per sé, mettevo in detta boccietta, guardando bene da quelle cose che fanno gonfiare e fumare l’acqua forte di far cautamente questo fatto, serrai nella boccia e mettevo a parte. Lasciavo stare tutte a sei queste bocciette per dodici giorni e ogni giorno le agitavo bene per sei volte, acciò l’acqua forte penetrasse e assottigliassi gli ingredienti e metalli, che di così comunicano la sua tintura al vetro; passato detto tempo, presi una boccia grande di vetro lutata in fondo, dentro la quale votai tutta la materia di queste sei bocciette49 a poco a poco, acciò non vomitassero e facessero crepare il vetro, e in questa boccia grande mescolai bene l’acque e materiali acciò si unissero insieme e mescolassero bene, questa boccia messi in cenere e li detti fuoco lentissimo, che in ventiquattro hore svaporo l’acqua, avvertendo in ultimo sia lentissimo, acciò non si guasti la polvere con il troppo calore, chi vuole recuperare l’acqua forte può con mettere il cappello e recipiente e lutare bene al solito le gionture. Evaporata l’acqua resta in fondo una polvere rossigna leonata quale si serba in vetro serrato per il bisogno. Di questa polvere e medicina davo al vetro fatto di rottami e vetri vecchi, come si è detto nella prima Calcidonia di sopra, perché nel vetro vergine di fritta non vi verrebbe come si è detto, a questo vetro adunque di rottami50 ….. …di questa sorte Calcidonio feci molti padellotti che tutti vennero bellissimi, e in oltre di questa pasta di Calcidonio si fecero molte centinaia di corone a cavaliere tanto vistose quanto dir si possa, le quali furono viste dalla felice memoria del Gran Duca Ferdinando, e da molti altri Principi e Signori, e fatto da me in Fiandra. Neri, cap. 44 - Terzo modo di Calcidonio In boccietta di vetro di libre una di acqua forte potente solvetti oncie quattro d’argento fine fogliato, cioè tondature dell’argento in foglia, soluto l’argento, serrai la boccia e messi a parte. In altra boccietta di vetro simile in libre una di acqua forte solvetti oncie cinque di argento vivo purificato con aceto, e sale comune in scodella di legno con pestello di legno agitato assai in roato con aceto forte e lavato con acqua comune chiara fino solvessi e portassi via tutto il sale comune insieme con la nigredine del mercurio, questo reiterai più volte con nuovo sale e aceto, lavando con acqua come sopra, passai per camoza questo mercurio e lo solvetti nella sopradetta acqua forte come sopra, serrai il vaso di vetro e messi a parte. In altra boccietta, pur di vetro, in libre una di acqua forte solvetti oncie tre di argento fine calcinato in quella maniera, cioè: amalgamai questo argento con mercurio al solito; questa malgama mescolavo con altre tanto peso di sale comune ben preparato da ogni sua terrestreità che si fa con solvere il sale in acqua comune, far bollire alquanto poi lasciar posare per doi giorni acciò la terrestreità mescolata con il sale dia in fondo e feltrar l’acqua che in fondo rimarrà la terrestreità del sale, in vaso di vetro e asciugar bene, poi tornare a solvere di nuovo questo sale e lasciare dare in fondo la terrestreità come sopra, feltrare e svaporare e questo reiterare fino 49 Questa ricetta del Neri, se possibile è ancora più complessa della precedente con un aumento delle soluzioni che portano alla fine ad una polvere rossiccia, leonata, miscela di vari ossidi che viene utilizzata per fare il Calcedonio. Le soluzioni che vengono preparate sono in questo caso ben sei. Sinteticamente le procedure sono le seguenti: 1^ soluz. - Argento sciolto in acqua forte; 2^ soluz. - Argento vivo (mercurio) in acqua forte; 3^ soluz. - Sale ammonico in acqua forte, con aggiunte di Croco di Ferro, Ferretto di Spagna, ossido di rame rosso, Cantarello (ottone in lamine sottilissime); 4^ soluz. - Sale ammonico in acqua forte, con aggiunte di antimonio crudo (solfuro, ossido o metallico?), azzurro ossia smalto (smaltino, vetro azzurro colorato con ossido di cobalto, usato anche in pittura), minio, vetriolo (non precisa quale vetriolo, di Venere o Romano, cioè solfato di rame o solfato di ferro?); 5^ soluz. - Ancora sale ammonico in acqua forte più zaffera (ossido di cobalto diluito in sabbia silicea), manganese di Piemonte (biossido di manganese- pirolusite), ramina di tre cotte (ossido rameico, nero), cinabro; 6^ soluz. - Sale ammonico in acqua forte, con aggiunte di cerussa (biacca, carbonato basico di piombo), lacca rossa de pittori (sostanza colorante rossa tratta dal rizoma di Robbia o Rubia tinctorum?), verderame (acetato basico di rame), scaglie di ferro, sfrido della battitura dell’acciaio all’incudine. Dopo 12 giorni le sei soluzioni vengono mescolate assieme, dopo evaporazione si ottiene la polvere rossiccia, leonata, che si aggiunge al vetro fuso per farne un Calcedonio. La complessità della preparazione richiama le tecniche alchemiche di cui anche Antonio Neri era un cultore. 50 Viene anche in questa ricetta omessa la parte descrittiva della formazione del Calcedonio mediante l’aggiunta al vetro fuso della “medicina” qui preparata. 40 studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro a che il sale non da più feccie in fondo, all’ hora sarà ben preparato e purificato per l’opera. Questa purificatione del sale si fa acciò non solo sia più efficace in aprir la luna51, ma anco acciò la terrestreità di detto sale non si mescoli con la Luna, che all’hora saria difficile da separare: ogni cosa si metta in correggiuolo in fra carboni, acciò il mercurio tutto svapori via e l’argento rimanga in fondo calcinato e polverizzato e aggiungesi il suo peso di nuovo sale comune preparato come sopra, mescola bene e metti ogni cosa in coreggiuolo a calcinare in fra carboni per sei hore; questa materia in catinella vetriata lavala più volte con acqua calda, fino ogni salsedine sia ita via, poi metti questo argento in orinale di vetro pieno di acqua comune e fa bollire fino cali un quarto di acqua poi lascia freddare e posare l’argento e decanta l’acqua e questo con nuova acqua reitera tre volte, alla quarta volta mettila nella boccietta di acqua forte, agita bene e serba in parte. In altra boccietta di vetro simile messi libre una di acqua forte, e in esso solvetti oncie tre di sale armoniaco, come era ben soluto e chiaro decantavo l’acque e la residentia in fondo buttavo via, in questa acqua avevo un quarto di oncia d’oro e soluto serravo il vaso e lassavo a parte. In altra boccietta mettevo libre una di acqua forte e in essa solvevo dentro oncia mezza di cinabrio, oncia mezza di Croco di marte calcinato con zolfo, come si mostra al Capitolo decimosesto, e oncia mezza di azzurro oltramarino e oncia mezza di ferretto di Spagna fatto come si dice al Capitolo decimoquarto; ciascuna cosa ben macinata da per sé mettevo la boccietta guardandomi bene da quei materiali che fanno bollire e gonfiare l’acqua perché all’hora bisogna fare adagio bene, acciò non vomitasse tutte le materie e si perdesse ogni cosa, il che fatto serravo il vaso e mettevo a parte. In altra boccietta mettevo altra libra di acqua forte, solvendo in essa oncie dua al solito di sale armoniaco, poi vi mettevo oncia mezza di Croco di ferro calcinato con l’aceto, come si mostra al Capitolo decimosettimo, e oncia mezza di calcina di stagno, cosa volgare nelle fornace di vetri per il cottino, e mezza oncia di zaffera preparata come al Capitolo duodecimo si mostra, e oncia mezza di cinabrio: ciascuna cosa macinata da per sé mettevo a bel agio guardandomi da quelle cose che fanno gonfiare e bollire l’acqua, nel qual caso andavo cauto bene con gran diligenza per non mandar male ogni cosa: fatto il tutto serravo il vaso mettendo a parte. In altra boccieta di vetro messi libre una di acqua forte e in essa solvetti oncie dua di sale armoniaco, poi mettevo oncia una di canterello calcinato con il zolfo, il modo di farlo in tal maniera si dice al Capitolo vigesimoprimo, oncia mezza di ramina in tre cotte di scaglia di calderai, come si insegna chiaramente nel Capitolo ventottesimo e oncia mezza di manganese del Piemonte preparato come nel capitolo decimoterzo, e oncia mezza di scaglia di ferro che casca dall’ incudine dei fabbri: ciascuna da per sé ben macinata rimettevo a poco a poco guardandomi bene da quelle cose che fan gonfiare, fumare, nelle quali andavo a bel agio per non mandar male la materia: fatto il tutto, serravo il vaso e mettevo a parte. In altra boccietta mettevo libre una di acqua forte e in essa solvevo al solito oncie dua di sale armoniaco e in essa poi mettevo oncia mezza di minio e oncia una di verde rame, e oncia mezza di antimonio crudo e oncia mezza di capo morto di vetriolo purificato, ciascuna cosa da per sé ben macinata, mettevo pianamente nella boccietta, guardandomi sempre dal gonfiare, nel qual caso sempre si fa a bel agio; il che fatto serravo il vaso e mettevo a parte. In altra boccietta pur di vetro mettevo libre una d’acqua forte e in essa solvevo oncie dua di sale armoniaco, poi mettevo oncia mezza d’orpimento, oncia mezza di arsenico cristallino, oncia mezza di lacca chermisi da dipintori; ciascuna cosa polverizzata da sé, e macinata mettevo nella boccietta guardando mi bene dal gonfiare al solito, il che fatto serravo il vaso e mettevo da parte. 51 Indica, in questo paragrafo, per due volte l’argento col termine“luna”, alla maniera alchimistica. Ciò conferma quanto detto sopra circa la cultura alchimistica di A. Neri. 41 5-2012 studies studi 5-2012 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Queste nove bocciette52 ben serrate tenevo in calore di forno per quindici giorni e ogni giorno per più volte le agitavo benissimo, acciò l’ acqua forte lavorassi e assottigliassi i materiali e aprissi bene le loro tinture, le quali come non sono bene aperte non operano pene, poi mettevo tutti questi materiali con le loro acque in una boccia grande, forte di vetro avvertendo di fare a poco a poco per il gonfiare delle materie, perché ancora gonfiano queste cose unite insieme lasciavo la boccia havendovi messo dentro le materie di tutte le bocciette serrata per sei giorni, e ogni giorno 1’agitavo, poi mettevo in cenere, dando fuoco lento per ventiquattro hore, acciò 1’acqua svaporassi solamente, avvertendo che questa boccia vuole essere lutata benissimo di buon lutto nel fondo e fino al mezzo il suo corpo, e nel ultimo si dia fuoco lentissimo, acciò le polveri non si guastino dal troppo fuoco, perché in fine vuole essere lento bene tanto che solo svapori l’acqua e che i meglio spiriti dell’acqua forte restino imprigionati nelle detti polveri, che così la polvere fa effetti belli e nobili nel vetro; chi vuole recuperare 1’acqua forte metta capello e recipiente e luti bene le giunture che la rihaverà la quale si può ringagliardire come si è detto al suo luogho. Nel fondo di questa boccia rimaneva una polvere di colore leonato verdognola della quale davo al vetro53 quella dosi e quantità detta nella prima calcidonia in vetro pulito fatto di rottami di cristallo e non punto di fritta perché in questo non verrebbe bene, osservando li medesimi intervalli di tempo e diligenze dette largamente nella prima Calcidonia. Poi al suo tempo, come si è detto nella prima Calcidonia, gli davo il suo corpo, cioè il tartaro abbruciato con la fuliggine di cammino e il Croco di marte fatto con l’aceto usando le medesime dosi, diligenze e intervalli in tutto e per tutto come si è detto nella prima Calcidonia, poi in capo di ventiquattro hore lo facevo lavorare con le diligenze del pizzicare con le mollette e rinfocolare, come nella prima puntualissimamente si è detto. Questo modo terzo di fare la Calcidonia io lo feci in Anversa Città di Brabante 1’Anno 1609 nel mese di Gennaro nel quel tempo stavo e per molti anni ero stato in casa il Signor Emanue Ximenes Cavalier dell’inclita Religione di Santo Stefano nobile Portughese e Cittadino Avveriano, spirito gentile e universale in ogni scienza quanto qual si sia ne i paesi bassi che io vi habbi visto e conosciuto. Con questa polvere feci una Calcidonia nella fornace de i vetri di Anversa che all’hora faceva lavorare il Sig. Filippo Ghiridolfi Signor molto cortese, laqual Calcidonia venne tanto bella e vaga che imitava la vera Agata Orientale e in bellezza e vaghezza di colori di gran lunga la superava: molti Signori Portughesi pratichi di gioie l’ammirarono dicendo che la natura non potrebbe fare d’avvantaggio. Questa fu la più bella Calcidonia che io habbi fatto mai in vita mia che se bene è laboriosa e lunga di operatione, tuttavia fa una cosa reale. Di questa Calcidonia l’Eccellentissimo Principe di Arangione prese duoi vasi, che mostrò gustargli assai. Come l’acque forti son buone e i materiali ben fatti, si farà l’opera bella, si come io dico e anco davantaggio. Brunoro 54 - Se vuoi haver una calcidonia meravigliosa habbi patienza, e tien l’infrascrita regola Habbisi acqua forte libre dua e mitasi in boxzia di vetro col collo lungo, non molto grande, in questi metti onze quattro d’argento fino, in pezzetti sotili, e metila in acqua calda, overo nella cenere calda, che si calcinerà. Un’altra bozzetta simile alla prima et metili dentro una libra e meza d’acqua forte, et onze sei d’argento vivo, e come sarà soluto, mesconlisi queste doi aque in bozza maggiore e per sopra metivisi sei onza di salle armoniaco, et a calor lento facisi solvere, come sarà soluto, mettisi in questa boccia onze una di zaffara preparato et onze meza di manganese preparato, et onze meza di feretto di Spagna preparato. Avertendoti sopra il tutto che bisogna che metti le dette polvere, poco per volta, perchè corre pericolo che la boccia non creppi. Inoltra si metti un quarto d’onza di croco di marte, come ti ho insegnato, et onze meza di ramina di tre cotte, fatta con ba52 Sintetizzando, le soluzioni preparate sono le seguenti: 1^ soluz. - Argento in foglia trattato con acqua forte; 2^ soluz. - Argento vivo, purificato, trattato con aceto e sale comune e lavato con acqua, viene sciolto in acqua forte; 3^ soluz. - amalgama di argento viene calcinata in crogioletto assieme a sale comune ben purificato (con molteplici dissoluzioni e precipitazioni), l’argento calcinato residuo vien disciolto in acqua forte; 4^ soluz. - Sale ammonico in acqua forte con l’aggiunta di oro (appare qui per la prima volta in queste ricette del Neri?); 5^ soluz. - Sale ammonico in acqua forte con aggiunte di Cinabro, Croco di Marte (ossido di ferro), azzurro oltremarino (polvere di Lapislazzuli), ferretto di Spagna (ossido di rame); 6^ soluz. - Sale ammonico in acqua forte con aggiunte di Croco di ferro, calcina di stagno (biossido di stagno), zaffera, cinabro; 7^ soluz. - Sale ammonico in acqua forte, canterello, ramina (ossido di rame nero), manganese di Piemonte, scaglie di ferro; 8^ soluz. - Sale ammonico in acqua forte con aggiunte di minio, verderame, antimonio crudo, capo morto di vetriolo (ossido ferrico); 9^ soluz. - Sale ammonico in acqua forte con aggiunte di orpimento (solfuro di arsenico), arsenico cristallino (ossido di arsenico), lacca chermisi da pittori (lacca tratta dal kermes, animale, o Lacca di Firenze). Le nove soluzioni vengono mescolate assieme e, dopo sei giorni, la soluzione complessiva viene svaporata; resta una polvere di colore leonato, verdastro, che aggiunge al vetro fuso per ottenere il calcedonio. 53 In questa terza ricetta di preparazione della miscela di ossidi per fare il vetro calcedonio, Neri raggiunge il massimo della complessità ed è difficle dare le motivazioni tecniche per cui tale preparazione è così complessa. 42 studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro titure di calderai, come ti ho insegnato et averti che anco questa polvere suol bollire, et onze mezza di Azurro, cioè di smalto da depentori, et onze meza di minio. Tutte queste polveri, si metti in detta boccia una per volta, che siano ben polverizzate poi si aggiti detta boccia a bell’aggio; guardandosi sempre dal gonfiare, et questo si facci acciò l’acqua incorpori bene dette polveri et si tenghi la boccia ben serata, e per diecci giorni, ogni giorno più volte si aggiti l’aqua, poi si metti in fornello nell’arena e se gli dia foco temperato, tanto che in vintiquatro hore svapori tutta l’acqua forte, avertendo in ultimo, non dar foco gagliardo acciò gli spiriti dell’acquaforte non svaporino et in fondo rimarà una polvere in colore leonato, la quale benissimo polverizata, et costodita in vaso di vetro, si deve servare al bisogno e quando vorai far il calcidonio, meterai nel padeloto cotizzo di cristalo libre 20 - et quando sarà ben polito, dalli in tre volte una onza e meza, o il più onze tre, di detta polvere missiando bene, acciò s’incorpori, et in cappo d’un hora si torni missiare et si cavi una prova, che vedrai un color gialastro azurino, questa prova rinfocala nella fornace più volte che quando comincerà raffreddare, mostrerà alcuni marizi e colori diversi assae vaghi. All’hora habbi tartaro abrusato onze otto, fuligene di camino54 vetrificata onze dua, croco de ferro calcinato con il solfo onze meza, e tutte queste cose ben polverizate, si diano a quel vitro, in quatro o sei volte havertendoti che questa polvere fa gonfiare straordinariamente il vetro, però missiela bene acciò s’incorpori, et dane poco per volta, pulita che sia travagliala; che in vintiquatro hore sarà buona, et se perdisse il colore aggiongeli nova gripola abbrugiata, fulliggene e croco come ti ho detto, et se vorai far lavori grandi, lassala un poco chiara se voi far un cristalo bello come il Cristal di Montagna, over cristal di roca, tieni la sotoscrita regola et habbi pazienza. Piglia soda d’Alicante polverizzata bene, e se puoi haver il polverino di levante, il quale serve per queli che fanno li cristali a Murano di Venezia ….55 Azzal (acciaio) Darduin 104 - A calcinar l’azzal Piglia una verga d’azzal puro, et mettilo in un fornello che vada caldo, et lasselo star dentro otto, over 10 giorni, cavelo poi fuora, e stualo in asedo forte, poi pestalo sottilmente, et sarà buono per rosso56. Azzurro Montpellier 31 - A far un bello azuro Piglia in tuo zafaro fino et tridalo in bessilo57 con olio di tartaro, et dessecalo imbevuto: dessechalo per una volta in foco, poi tenzi il tuo vedro con esso e sarà bello.58 Montpellier 45 - A far azuro et ogni altro metallo Piglia l’azuro et del sal commune dentro, et meseda bene insieme, et poi metilo in una pignata et uno fuoco mezano, et lassalo star giorni tre o quattro. Et diventerà chiaro et bianco come argento: pestalo dentro el tuo vero.59 54 La fuliggine di camino o nero fumo serviva come riducente, più efficace del tartaro. Questa prima parte della ricetta di Brunoro ripete nella sostanza le prescrizioni della precedente ricetta 44 di Neri. 55 Segue la descrizione della lisciviazione della soda, che abbiamo riportato più avanti al capitolo sul “sale di vetro”. 56 Calcina a lungo l’acciaio in un fornello, poi lo estrae e subito lo immerge in aceto. Ne ricava un riducente per fare il rosso al rame. 57 Bacile. 58 Tratta la zaffera (miscela di ossido di cobalto in sabbia silicea) con olio di tartaro, mette a seccare al fuoco; il prodotto ottenuto serve come colorante del vetro. 59 Non si capisce se questa ricetta sia una variante della precedente, sembrerebbe che aggiunga all’azzurro preparato secondo la 31 di Montpellier, anche del sale comune, oppure si potrebbe pensare che chiami azuro la zaffera e che quindi la tratti col sale comune invece che col tartaro. 43 5-2012 studies studi 5-2012 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Azzurro d’Alemagna60 Neri, cap. 111 - Azzurro come quel di Alemagna Piglia Argento vivo parte dua, fiori di zolfo parte tre, sale Armoniaco parte otto, macina ogni cosa sopra porfido e con l’Argentovivo, metterai in palla di vetro con collo lungo, lutato in fondo di essa, in arena darai fuoco lento fino escie l’humidità, poi si turi la bocca del vetro, si augumenti il fuoco, come si fa nella sublimatione, continuando il fuoco sino alla fine, che haverai azzurro assai bello e vago. 61 Brunoro 23 - Azurro come quel d’Alemagna Piglia argento vivo, parte dua, fiori di solfo parte tre sal’armoniaco parte otto, maccina ogni cossa sopra porfido, et mittirai ogni cossa in una caraffa di vetro che habbi il collo longo, che sia lutata in fondo, poi metti la detta caraffa nill’arena che sia calda, dandoli foco piano piano, sino che sortirà l’umidità, poi si turi la boca del vetro, et s’agguminti il foco, come si fa nelle sublimazioni, continouando il foco sino alla fine, che haverai un bel azurro. Cantarello (vedi Orpello) Cristallo di Rocca62 e ciottoli di quarzo 63 Brunoro 14 - A calcinar il Cristal di Rocca, over di montagna che serve per far molte paste di colore diverso Habbisi pezzi di Cristalo di montagna del più chiaro, avirti che l’arena et ogni pietra focale è anco buona ma non in quela perfitione. Si metti quelo in un curigiolo coperto dentro a un fornello ardente et si lassi sino che sarà infuocato poi si versa detto Cristalo dentro un sechio d’aqua fresca e questo si facci dieci o quindici volte, poi si masena sopra porfido, overo in un mortaro di vetro, usando ogni diligentia acciò il mortagio non si rompa, et farlo più sotile che si pole, acciò le tue paste vengano fine come le naturali64. Brunoro 15 - Altro modo per calcinar detto Cristallo Piglia di detto cristallo il più chiaro che poi, pistalo sotilmente poi metilo dentro d’una cuchiara di fero nella fornace che si fanno li bicchieri et quando sarà infocato getalo nill’aqua Regis che facendo questo tre o quattro sarà calcinato che potrai viderle in polvere sutilissima.65 Primo Tratt. Toscano 31 - Per conciare la pietra bianca da far vetro Recipe pietra bianca ovvero marmo bianco, overo marmo66 e mettila in fornetto adatto a ciò, e favvi gran fuoco, sicch’ella diventi tutta focosa, e così la gitta nell’acqua fredda; e se non sono tanto cotte, rifalle, sicchè 60 Per «azzurro di Alemagna» (detto anche «azuro della magna» - Cennino Cennini ad esempio) si intendeva in passato il minerale azzurrite, carbonato basico di rame usato come pigmento blu. Qui però, nelle due ricette che seguono, si cerca di fare una imitazione di tale materiale. 61 La ricetta è identica alla successiva 23 di Brunoro. Difficile capire cosa sorte dalla calcinazione (ma è solo calcinazione o è anche distillazione) della miscela di mercurio, fiori di zolfo e sale ammonico; certamente non è lo stesso tipo di azzurro delle due ricette precedenti né viene detto se verrà inserito nella miscela vetrificabile o nel fuso, potrebbe corrispondere a un grigio-azzurro a base di mercurio citato da F.R. Mainieri, 2000, usato nelle pitture. 62 Cristallo di rocca o cristallo di montagna, quarzo naturale in cristalli. In genere il cristallo di rocca frantumato e macinato molto sottile veniva utilizzato in ricette per gioie false e non per i vetri comuni, soffiati o meno, nei quali si usava la più economica sabbia silicea o, in tempi successivi, i ciottoli di quarzo tratti dall’alveo del fiume Ticino. 63 L’uso di ciottoli di quarzo o cogoli del Ticino (a partire dal XIII secolo a Murano), comporta egualmente la necessità della loro frantumazione per ottenere della polvere sottile da poter usare nella miscela vetrificabile. 64 La ricetta descrive praticamente come frantumare il cristallo di rocca, versandolo, dopo riscaldato, in acqua per poi macinarlo in mortaio di porfido o di vetro (onde non inquinarlo se macinato in mortai di metallo). 65 È una variante della precedente, qui il cristallo di rocca viene prima macinato (grossolanamente) e poi, posto su un cucchiaio dal lungo manico, messo a scaldare entro il forno, dopo caldo viene gettato in acqua Regia (forse trattasi di un errore di trascrizione, non si capisce a cosa serva l’acqua regia in questo caso) per frantumarlo ulteriormente. 66 Chiama pietra bianca o marmo bianco la roccia di quarzo, creando un pò di confusione con la definizione correntemente data al calcare. 44 studies studi Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro agevolmente si polverizzino sottilissime; e to’ne libre 100 di questa polvere e libr. altrettanta di soda polverizzata, e mescola insieme e falla ‘mbiancare al modo detto, e falla colare nel fornello. Secondo Tratt. Toscano 25 - A fare calcinare el cristallo Prendi del cristallo67 e lavalo tanto che l’acqua venga chiara: poi il dissecca e poi il cerni e togli lo chiaro e bianco e bello e mettilo nella olla di riverberazione e lascialovi stare tanto che divegna bianco per virtù del fuoco: poi il metti così caldo nell’acqua chiarissima, e quando saràfreddo, cavalo fuori e mettilo a calcinare come di prima: così fà tre volte e disseccalo bene e pestalo e tamigialo bene sottilmente, ed è fatto. Terzo tratt. Toscano 10 - A fondere cristallo Piglia el cristallo (e mettilo a) fuoco fortemente nello corregiuolo e poi lo spegni in acqua fredda, e questo fa’ 4, o 6 volte, sempre rinovando l’acqua, e poi lo macina sopra lo porfido in sottilissima polvere i e poi piglia libre una di questa polvere e libre due di salnitro68 preparato in acqua comune, si come si prepara el sale comune, e mescola questa polvere insieme, e metti nella fornace del vetro e fondi; che se fonderanno molto bene i sempre mettendo pianamente nella conca, e fa’ che la conca abbia copertoio, e fondi e puoi colare di molti colori; per 4, o per 6 dì stando in fusione, si purga e chiarificasi, et nunquam inveni in alio libro quod debet adiungi ad lib. x cristalli lib. una ossi albi castrati sive corni, quando ponitur ad fundendum. Continua nel prossimo numero 67 68 Non precisa se si riferisce a “cristallo di rocca” o ai ciottoli di quarzo del Ticino. Interessante questa citazione del salnitro, siamo in questo ricettario del XV secolo quindi molto in anticipo sull’uso di tale materiale come fondente diffusosi a Venezia alla fine del XVII secolo (Moretti 2004). 45 5-2012 5-2012 manifestazioni Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PARMA Dipartimento di Chimica - Dipartimento di Ingegneria Industriale XXVII A.T.I.V. CONFERENCE From a grain of sand… to the strength of a structure Hollow & Flat Glass Session: Innovation in raw materials Keynote Lecture: Bonifacio Pistacchio Head of Group Procurement of Manufacturing Assets - NSG “Competitiveness in the glass industry Energy and waste management (an answer swer to the continuous cost pushing)” Engineering and Architecturall Session: Special glass structures Keynote Lecture: James O’Callaghan Eckersley O’Callaghan Structural Design, London - Paris PARMA (ITALY), 15-16 NOVEMBER 2012 CENTRO CONGRESSI SANTA ELISABETTA, CAMPUS UNIVERSITY OF PARMA 46 manifestazioni Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro XXVII A.T.I.V. CONFERENCE CONGRESS CHAIR Registration Information Registration Fees Speakers/ Participants Early due payment by October 19, 2012 Later payment after October 19, 2012 A.T.I.V. Members 200,00 € 300,00 € Non A.T.I.V. Members 290,00 € 390,00 € Social Dinner 50,00 € 50,00 € The “A.T.I.V. Members - Non A.T.I.V. Members” fees include: Admission to all technical sessions, conference proceedings, coffee breaks and lunch. A.T.I.V. (Association of Italian Glass Technologists), in co-operation with the Department of General and Inorganic Chemistry, Analytical Chemistry, Physical Chemistry and the Department of Civil Engineering and Architecture DICATeA of the University of Parma, is pleased to announce the XXVII International A.T.I.V. Conference which will be held in Parma (Italy) on November 15-16, 2012. The final program of the Conference, organised in two parallel sessions devoted to “Hollow & Flat Glass Session: Innovations in Raw Materials” and “Engineering & Architectural Session: Special Glass Structures” is presented hereafter. Alessandro Bandini A.T.I.V. SCIENTIFIC COMMITTEE FIRST SESSION SECOND SESSION HOLLOW & FLAT GLASS SESSION: INNOVATIONS IN RAW MATERIALS Alessandro Bandini A.T.I.V Italy ENGINEERING & ARCHITECTURAL SESSION: SPECIAL GLASS STRUCTURES Jan Belis Ghent University Belgium Piero Ercole A.T.I.V. Italy Ruth Kasper RWTH Aachen University Germany Angelo Montenero University of Parma Italy Christian Louter Epfl Ecole Polytechnique Fédérale De Lausanne Switzerland Mauro Overend University of Cambridge United Kingdom Gianni Royer Carfagni University of Parma Italy Jens Schneider Darmstadt University Germany ORGANIZING SECRETARIAT Associazione Tecnici Italiani del Vetro Guglielmina Gnappi - Dipartimento di Chimica Barbara Ferrari - A.T.I.V. Parco Area delle Scienze 17/A 43124 Parma Phone/Fax +39 0525 404229 Email: [email protected] http://www.ativ-online.it This event has been made possible thanks to: 47 5-2012 5-2012 manifestazioni Thursday, 15 November 2012 welcoming address presentation of the conference Gino Ferretti Rector of the University of Parma, Italy Rinaldo Garziera Head of the Department of Industrial Engineering University of Parma, Italy Alessandro Bandini - A.T.I.V. President, Italy Gianni Royer Carfagni - A.T.I.V. Vice President University of Parma, Italy KEY NOTE LECTURE JAMES O'CALLAGHAN Eckersley O'Callaghan, United Kingdom ADVENTURES WITH STRUCTURAL GLASS Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro HOLLOW AND FLAT GLASS SESSION: INNOVATIONS IN RAW MATERIALS Peter Sheppardson, Isaac Berwouts, Sam Leese - Sibelco Europe, Belgium Observations on glass raw material quality, chemistry and mineralogy, their contribution to consistency of glass manufacture and implications on energy required for glass melting. Claudio Ferrero, Paolo Danasino Gruppo Minerali - Maffei S.p.A., Italy Lodovico Ramon - SASIL S.p.A., Italy The lowest Fe2O3 content sands in the market for the higher quality glasses production. Enis Kapuano Radarchim S.p.A., Italy A glass company producing soda or a soda company producing glass? The case of Sisecam. Stefano Brivio, Alessandro Barone, Pierluigi Cassaghi - Solvay, France Sodium Bicarbonate flue gas treatment in the framework of glass BREF. Christian Makari, Juergen Lenger Binder Co, Austria Waste Glass Recycling: latest technological status used in most modern waste glass processing plants latest developments focused on batch material refining. Alberto Biavati Bormioli Rocco S.p.A. Glass working range and the variation of the dolomite Ca/Mg ratio: a case history Marco Ravagnani La Vetri Srl, Italy The reuse of scrap glass from waste collection in the production of hollow glass. Recent developments and future perspectives on the basis of the changed quality requirements of the glass industry, considering both traditional furnace ready cullet and glass sand. Roberto Falcone, Nicola Favaro, Sebastiano Barberini Stazione Sperimentale del Vetro, Italy Chemical and physical characterization of glass cullet and glass sand used in the production of glass containers. 48 manifestazioni ENGINEERING & ARCHITECTURAL SESSION: SPECIAL GLASS STRUCTURES Styliani Lefaki Aristotle University of Thessaloniki, School of Architecture, Greece “Glass Mannerism” and Transparency Issues. Benedetta Marradi, University of Pisa, Department of Civil Engineering, Italy The use of glass in restorations: recent developments in architecture and building technology. Ugo Carughi Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Napoli e Provincia, Italy Restoration and arrangement of St. Aniello at Caponapoli Church, Naples. Michel Palumbo, Dominque Palumbo, Teresa Mazzucchelli, Vetrostrutturale Srl, Italy A new hybrid solution for structural glass reinforced beams. Ennio Mognato, Alessandra Barbieri, Matteo Schiavonato Stazione Sperimentale del Vetro, Italy Chemically-strengthened glass: used in building applications. Alessandro Bandini, Colorobbia S.p.A., Italy Luca Collini, Gianni Royer Carfagni Department of Industrial Engineering, University of Parma, Italy Statistical characterization of the mechanical properties of glass ceramics for structural applications. Luigi Biolzi - Politecnico of Milan, Italy Emanuele Cagnacci, Maurizio Orlando, L. Piscitelli - Department of Engineering, University of Florence, Italy Laminated glass specimens under long-term push-out loads. Ennio Mognato, Alessandra Barbieri Stazione Sperimentale del Vetro, Italy Piero Quaia, Permasteelisa Group, Italy Danijel Hatezic, Formator Safety Glass.d.o.o., Croatia Compatibility tests on laminated glass panes with other materials. Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Friday, 16 November 2012 KEY NOTE LECTURE BONIFACIO PISTACCHIO Consultant - Former NSG Group Senior Executive, Italy COMPETITIVENESS IN THE GLASS INDUSTRY ENERGY AND WASTE MANAGEMENT (AN ANSWER TO THE CONTINUOUS COST PUSHING) HOLLOW AND FLAT GLASS SESSION: INNOVATIONS IN RAW MATERIALS Nicola Favaro, Massimiliano Avella Stazione Sperimentale del Vetro, Italy Assessment of environmental benefits by the use of glass cullet and glassy sand. Energy saving and CO2 emission reduction. Penny Marson, Ruud Beerkens, Mathi Rongen CelSian Glass and Solar, The Netherlands Evolved gas analysis and observation of melting & fining processes. Erik Muijsenberg, Jiri Ullrich Glass Service Inc., Czech Republic Visualising of melting sand grains and redox measurements assist in optimization of batch composition. Massimiliano Avella COREVE, Italy Collection, recovery and recycling of glass packaging wastes in Italy. Francesco Di Sarno Det Norske Veritas Italia Srl, Italy The contribution of business management systems to anticipate and meet mandatory regulations: the case end-of-waste. Roberto Falcone, Sandro Hreglich, Bruno Profilo Stazione Sperimentale del Vetro, Italy Substitution of arsenic oxide in the production of coloured artistic glass. 49 5-2012 5-2012 manifestazioni ENGINEERING & ARCHITECTURAL SESSION: SPECIAL GLASS STRUCTURES Claudio Amadio, Chiara Bedon Department of Civil Engineering and Architecture, University of Trieste, Italy Standardized buckling curves for the verification of glass columns, beams and panels. Giuseppe Campione Department of Civil, Environmental, Aerospace, Material Engineering (DICAM), University of Palermo Giovanni Minafò Department of Engineering and Architectural, University of Enna, Italy Francesco Poma Practicing Engineer Experimental investigation on the compressive response of laminated glass members. Michal Netusil, Martina Eliasova Faculty of Civil Engineering, Department of Steel and Timber Structures, Czech Technical University in Prague, Czech Republic Experimental comparison of different types of glass composite beams. Emanuela Speranzini, Stefano Agnetti Department of Civil and Environmental Engineering, University of Perugia, Italy Experimental performance of glass beams. Luigi Biolzi Politecnico di Milano, Italy Maurizio Orlando, L. Piscitelli University of Florence, Italy Flexural-torsional buckling tests on laminated glass beams. 50 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Laura Andreozzi, Fabio Zulli Department of Physics 'Enrico Fermi', University of Pisa, and IPCF-CNR, Italy Silvia Briccoli Bati, Mario Fagone, Giovanna Ranocchiai - Department of Costruzioni e Restauro, University of Florence, Italy The evaluation of coupling capability of the interlayer in laminated glass. Horst Goebel Bridgestone Industrial Limited, Germany Laminated Safety Glass using densely cross-linking EVA-based interlayer - Load-bearing capability. Donatella Cerniglia, Giuseppe Dazzi Department of Chemical, Management, Informatics and Mechanical Engineering (DICGIM), University of Palermo, Italy Nunzio Scibilia - Department of Civil, Environmental, Aerospace, Material Engineering (DICAM), University of Palermo, Italy Experimental tests of laminated glass specimens. Maurizio Froli, Leonardo Lani Department of Civil Engineering, Structural Division, University of Pisa, Italy Compression shear test of laminated safety glass: comparison between two kinds of pvb. Laura Galuppi Department of Civil - Environmental Engineering and Architecture, University of Parma, Italy Giampiero Manara - Permasteelisa Group, Italy Gianni Royer Carfagni Department of Industrial Engineering, University of Parma, Italy Enhanced effective thickness method for laminated glass. A case study. Program updated to October 17, 2012 manifestazioni Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro glasstec 2012 la fiera leader dalle svariate offerte per tutto il settore del vetro Un ampio programma collaterale rivolto ai visitatori che si interessano ai settori dell’architettura/edilizia, finestre/facciate ed energia solare A glasstec 2012, in calendario dal 23 al 26 ottobre 2012, si incontrerà di nuovo a Düsseldorf, dopo due anni, l’intero settore del vetro. Il marchio distintivo di glasstec, in veste di fiera leader internazionale, è la completezza della catena della creazione di valore aggiunto del materiale vetro che verrà proposta in una gamma straordinaria. Durante la sua ultima edizione, glasstec ha saputo attrarre, grazie alle proposte dei suoi 1.274 espositori, ben 44.000 visitatori provenienti dai settori della costruzione di macchinari, della produzione, lavorazione e finitura del vetro, dell’artigianato, dell’architettura/edilizia e delle finestre/ facciate e dall’energia solare. L’internazionalità degli operatori, il 57% dei quali in arrivo a glasstec da Paesi esteri, non ha pari a livello mondiale. L’80% di essi, inoltre, ha dichiarato di essere parte dei processi decisionali delle loro rispettive aziende. In concomitanza e direttamente collocata nel padiglione 11 insieme a glasstec, si svolgerà per la seconda volta, dopo l’ultima edizione del 2010, solarpeq, la 51 5-2012 5-2012 manifestazioni Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro manifestazione internazionale dedicata alle attrezzature di produzione solare. La gamma della fiera copre il settore della tecnologia di produzione fotovoltaica a silicio cristallino e a film sottili, proposti soprattutto dai produttori di macchinari e impianti e di componentistica, insieme ai materiali che vengono impiegati nella produzione di prodotti solari finiti. I visitatori glasstec potranno inoltre trovare le applicazioni solari, quali ad esempio il fotovoltaico in applicazione nell’architettura. Secondo i risultati ufficiali del sondaggio condotto tra i visitatori dell’edizione del 2010, l’accorpamento di queste due manifestazioni è stato esplicitamente accolto con favore. Nel 2012, glasstec e solarpeq vi attendono di nuovo con il loro vasto programma collaterale. Sarà riproposto ancora a glasstec lo show speciale “glass technology live”, il “Centro Artigianale”, il Congresso degli architetti, la mostra d’arte di vetro “glass art” così come l’“Arena Autoglass”. Dopo il debutto del 2010 che ha registrato notevole successo, il Centro Facciate e la Conferenza specializzata sulla costruzione del vetro intitolata “engineered transparency” saranno completamente rimessi a nuovo. L’offerta verrà completata dalla terza edizione della conferenza solarpeq “Solar meets glass”, che si concentrerà sulle tematiche di intersezione del settore del vetro e del solare. 52 Uno sguardo al futuro del vetro: glass technology live Lo speciale show “glass technology live” che si terrà nel padiglione 11, e verrà organizzato dal Prof. Stefan Behling e dal suo team dell’Istituto di costruzione edile dell’Università di Stoccarda, catalizza già da anni l’attenzione del pubblico di glasstec. Lo show mostra i prodotti della pratica del domani, dove negli anni precedenti si sono osservati regolarmente veri e propri highlight, come ad esempio a glasstec 2010 la lastra di vetro isolato con dimensioni 18m x 3,30m e la lastra laminata di vetro antinfortunistico con oltre 20 metri di lunghezza. Il motto per il 2012 recita “le funzioni innovative del vetro”. I prodotti presentati copriranno un’ampia gamma e tratteranno i parchi tematici Facciate e Costruzione, Solare e Fotovoltaico ad integrazione degli edifici, Prodotti innovativi in vetro/vetro piegato, Interior e arredamento interno così come il design e l’estetica. Il glass technology live sarà affiancato da un convegno specializzato di alto profilo che, ubicato sulla manifestazioni superficie di esposizione del gtl, offrirà molteplici interventi sui temi d’attualità. L’offerta è gratuita a tutti i visitatori della fiera. Relatori conosciuti nell’ambito del settore di istituti leader di ricerca, associazioni, aziende e studi di architettura tratteranno diverse complessità delle tematiche in modo competente e orientato al futuro. Come lo show speciale, anche il convegno punterà lo sguardo sul futuro del vetro considerandone sia gli aspetti tecnici che estetici. Il programma dei convegni gtl tratterà ogni giorno un tema chiave diverso, i cui contenuti verranno gestiti dall’Associazione di Ricerca dell’industria tedesca del vetro (HVG), dalla Società tedesca del vetro (DGG), dall’Associazione tedesca delle costruzioni macchinari e degli impianti (VDMA) e dall’Università di Stoccarda. Tutte le informazioni sull’involucro degli edifici Dopo il debutto nel 2010, vi sarà di nuovo a glasstec 2012 il Centro Facciate in prossimità del glass technology live, che si rivolgerà, con la sua offerta tematica sull’involucro efficientemente energetico e funzionale degli edifici, a progettisti, ingegneri civili e architetti così come all’artigianato di trasformazione del vetro. Il Centro riunirà presentazioni di espositori del padiglione 11, gli elementi innovativi di facciate (mockup) a fianco dello show speciale glass technology live così come il “Centro competenza vetro, finestre, facciate”. Il nuovo centro di competenza si compone di offerte d’informazione fornite da Istituti e Associazioni. La speciale struttura del Centro Faccia- te raggruppa al centro l’expertise di tutte le organizzazioni e aziende partecipanti. Congresso di architettura Visioni e prospettive Grazie alla sua vasta offerta di prodotti architettonici in vetro, glasstec attira moltissimi architetti e progettisti di edifici. Dopotutto, il vetro è un materiale da costruzione importante sia nell’architettura interna che esterna. Il convegno di architettura proposto dalla Camera degli Architetti del Land NordrenoVestfalia e dall’Università tecnica di Delft e dall’Università di Ostwestfalen-Lippe, è un altro dei validi motivi che spinge progettisti creativi di edifici a recarsi a Düsseldorf. Per la quarta volta consecutiva, il 24 ottobre si incontreranno architetti, strutturisti, ingegneri specializzati nel campo della climatizzazione e progettisti di facciate al congresso degli architetti intitolato “Visioni e Prospettive”. Tra i relatori vi saranno architetti di fama, come ad esempio Thomas Auer/ Transsolar, Kai-Uwe Bergmann/ BIG e Brendan Macfarlane/ Jakob+Macfarlane. La conferenza engineered transparency La conferenza ad orientamento scientifico “engineered transparency” si svolgerà nel pomeriggio di giovedì 25 ottobre e venerdì 26 ottobre, durante tutta la giornata, nel Centro Congressi di Düsseldorf Est (CCD OST). Essa si rivolge in par- Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro ticolar modo ai gruppi target dello Sviluppo e Ricerca, delle Costruzioni, dei Consulenti per perizie edili, degli ingegneri edili, dei progettisti/architetti e dei collaboratori delle autorità competenti in materia edilizia. La conferenza verrà organizzata dall’Ente Fiera di Düsseldorf in collaborazione con l’Università tecnica di Dresda e di Darmstadt e i parchi tematici dell’“engineered transparency” saranno le recenti evoluzioni e risultati di ricerca in merito al vetro da costruzione, il comportamento fisico-edilizio delle facciate, così come la produzione solare dell’involucro degli edifici. Svariate offerte per artigiani Il “Centro Artigianato”, con le sue numerose offerte proposte da espositori nel padiglione 9, sarà completato da un’attraente programma collaterale che verrà organizzato dalla Corporazione degli Artigiani del vetro (BIV). Un particolare highlight da ammirare è una casa realizzata in vetro nello stand del BIV, dove verranno presentate moderne prestazioni artigianali per l’arredamento interno ed esterno degli edifici. In tal modo, si forniranno stimoli e proposte pratiche ad artigiani, ovvero come potersi distinguere dalla concorrenza e schiudere nuovi settori di applicazioni. Il 25 ottobre sarà la giornata dedicata ai vetrai. In palio vi saranno due premi, ovvero quello per “il rifinitore di vetro” e quello per i “vetrai” conferiti dal BIV, mentre in serata si terrà il party dei vetrai. Sempre nel padiglione 9 sarà realizzata la 53 5-2012 5-2012 manifestazioni mostra speciale “glass art” che presenterà oggetti d’arte realizzati in vetro. Vi hanno preso recentemente parte oltre 60 artisti, gallerie rinomate a livello mondiale, e l’Associazione dell’arte vetraria della regione NordrenoVestfalia. Autoglass Arena Sempre a cura del BIV, vi sarà l’“Autoglass Arena” nel padiglione 10. Oltre alle proposte di espositori del comparto automotive glass, essa offrirà competizione anche tra concorrenti del vetro d’auto tedeschi e internazionali - in collaborazione con la Federazione Internazionale del vetro automotive - in cui si dovranno misurare i migliori vetrai di auto. Nuovissimo sarà il 54 Plenum dei vetrai dell’auto che proporrà interventi giornalieri e workshop, con un motto diverso ogni giorno. Ecco i temi in programma: giornata della vetrificazione dei veicoli (martedì), giornata del settore assicurativo (mercoledì), giornata del management del parco rotabile (giovedì) e giornata Smart Repair (venerdì). Solar meets glass i punti di intersezione di entrambi i settori Quello che rende particolarmente attraente la combinazione di glasstec e solarpeq è la tematica d’intersezione del vetro e della produzione solare che in questa forma e concatenazione viene proposta solamente a Düssel- Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro dorf. L’obiettivo dello scambio di entrambi i settori è quello di mostrare nuove opportunità di vendita dell’industria del vetro e di imprimere impulso all’industria della produzione solare nella corsa tra grado d’efficienza e abbattimento dei costi. Questo è anche l’obiettivo della conferenza specializzata “Solar meets glass” sul tema della tecnica di produzione solare, che completa l’offerta degli espositori di solarpeq e glasstec. La conferenza verrà organizzata insieme a Solarpraxis AG, uno dei relatori della conferenza e fornitore leader nel settore delle energie rinnovabili. “Solar meets glass” si terrà il 22 ottobre, un giorno prima dell’inizio della manifestazione, e il 23 ottobre nel Centro Congressi Est (CCD manifestazioni OST) sul polo fieristico ormai giunta alla sua terza edizione. La scelta dei relatori vuole tener conto di problematiche che riguardano sia il fronte dei fornitori sia quello della clientela, in modo tale da poter soddisfare e affrontare tutte le complessità delle tematiche attuali da entrambi i punti di vista. Dopo aver illustrato una panoramica sul mercato e sulla tecnologia del fotovoltaico e vetro, si farà luce sui temi quali mercati futuri potenziali, abbattimento costi e evoluzioni tecnologiche. Avanti innovazione Il Trendcompass La maggior parte dei visitatori della fiera si interessa alle novità e alle innovazioni - lo dimostrano sempre i risultati dei sondaggi. Per avere un miglior orientamento durante la ricerca di tali prodotti o servizi, glasstec 2012 ha istituito, per la prima volta, il Trendcompass (ovvero la bussola delle tendenze), che indica chiaramente la via diretta alle novità degli espositori che sono raggruppati nei diversi parchi tematici. Inoltre, in anteprima della manifestazione glasstec, si chiederà agli espositori di distinguere opportunamente le novità e le innovazioni dalla gamma tradizionale. Nella pagina www.glasstec.de i visitatori potranno visualizzare non solo la banca dati regolare della fiera alla rubrica “Espositori e Prodotti” che presenta tutte le informazioni generali sugli espositori e prodotti, ma si potranno anche informare sui pro- Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro dotti particolarmente innovativi grazie all’offerta di Trendcompass. Tutte le informazioni online Oltre al Trendcompass e alla banca data espositori, gli interessati potranno attingere varie informazioni per preparare la propria visita in fiera consultando la pagina www.glasstec.de e www.solarpeq.de, visualizzando ad esempio le informazioni sugli hotel e su come arrivare in fiera, sulla pianta dei padiglioni che si potrà personalizzare oppure ottenendo consigli su come visitare la città. Inoltre, si potranno acquistare le tessere di entrata a prezzi più convenienti. I biglietti elettronici, gli e-ticket, sono validi già all’arrivo a Düsseldorf per recarsi in fiera, in quanto sono veri e propri biglietti per viaggiare con i mezzi pubblici di trasporto nella zona coperta dalle linee della Reni-Ruhr (VRR). Contatto per la stampa glasstec/solarpeq 2012: Sebastian Pflügge Brigitte Küppers (assistenza) Tel.: +49(0)2114560464 +49(0)2114560929 Fax: +49(0)211456087464 e-mail: [email protected] [email protected] 55 5-2012 5-2012 dal mondo del vetro Bertil Vallien, Nine Rooms Evento Collaterale della 13. Mostra Internazionale di Architettura la Biennale di Venezia Per la prima volta in Italia con una mostra retrospettiva, Bertil Vallien, maestro svedese del vetro d’arte, presenta oltre sessanta delle sue opere presso gli spazi di Palazzo Cavalli Franchetti, sede dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, in occasione della 13. Mostra Internazionale di Architettura - la Biennale di Venezia. La mostra, ideata e curata da Adriano Berengo e Börge Kamras con il contributo di Francesca Giubilei e promossa da Svensk Form, è aperta al pubblico sino al 25 novembre 2012. Presenterà circa sessanta opere in vetro realizzate da Vallien nel corso della sua carriera presso gli studi svedesi di Kosta Boda, partner produttivo per tutti i suoi lavori e main sponsor della mostra insieme a Berengo Studio. L’esposizione si articola in nove sezioni e mira a sottolineare il contributo di questo artista al Per ulteriori informazioni: Francesca Giubilei [email protected] www.berengo.com 56 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro movimento dello Studio Glass, che quest’anno celebra il suo cinquantesimo anniversario. La mostra intende mettere in luce la forte relazione tra gli aspetti progettuali della sua ricerca e la concretizzazione delle idee, che divengono opere in vetro in stretta relazione e dialogo con l’ambiente che le ospita, sottolineando il particolare interesse dell’artista per il rapporto dell’uomo con l’ambiente, con la storia, con il sacro e con il tempo, insomma con i segni della società contemporanea, proprio come suggerisce il direttore della Biennale Architettura, David Chipperfield, nel suo progetto di mostra. Bertil Vallien è il più famoso artista e designer del vetro svedese a livello internazionale. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti e le sue opere sono esposte nei musei di tutto il mondo. dal mondo del vetro La Corning ha annunciato il lancio di un nuovo prodotto denominato Corning Willow™Glass, ultrasottile e flessibile, che secondo la Società potrebbe rivoluzionare la forma e il profilo dei prodotti di ultima generazione nella tecnologia dell’elettronica di consumo. L’annuncio è stato fatto nel corso della Information Display’s Display Week, alla Fiera di Boston, USA. Con il Corning Willow™Glass sarà più facile disporre di applicazioni sottili, leggere ed efficienti che riguardano gli attuali schermi piatti e le superfici intelligenti del prossimo futuro: lo spessore, la resistenza e la flessibilità del vetro potranno consentire di avvolgere i display attorno ad un dispositivo o ad un oggetto. Il Corning Willow™Glass può essere inoltre trattato a temperature superiori ai 500°C. La possibilità di subire trattamenti ad elevata temperatura è un requisito essenziale per gli attuali prodotti ed è una condizione di processo che non può essere applicata ai film polimerici. Il nuovo vetro Corning consentirà quindi all’industria del settore di sviluppare nuovi processi ad alte temperature e di laminazione/arrotolamento, simili a quelli impiegati nella fabbricazione di carta da giornali, finora ritenuti impossibili. Sarà infatti in grado di supportare la realizzazione di pannelli e filtri per il colore sia per diodi organici emittenti (OLED), che per schermi a cri- stalli liquidi (LCD) ad elevate prestazioni, destinati a dispositivi portatili quali smartphone, tablet e notebook. Questo vetro ultrasottile e flessibile consentirà inoltre di sviluppare nuovi schermi a differente conformazione (curvi) per visioni in immersione o da montare su superfici non piane. Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012 Vetri speciali per TLC La Corning e la Schott lanciano nuovi prodotti Il Corning Willow™Glass è formulato per migliorare le prestazioni di componenti nel settore dell’elettronica, quali sensori per la touch technology, vetri con proprietà ermetiche naturali adatti a sigillare schermi OLED e altre tecnologie sensibili all’ossigeno e all’umidità. Corning sta attualmente provvedendo forniture di Willow™Glass a clienti che sviluppano nuovi display e applicazioni touch; sta inoltre collaborando con organismi di ricerca, utilizzatori e produttori di attrezzature per sviluppare un ecosistema di componenti di processo compatibili, ivi compreso il design di processo ottimizzato. La società sta però attivamente lavorando anche in altri settori potenzialmente interessati al nuovo prodotto, che riguardano l’illuminazione e le celle solari flessibili. 57 5-2012 dal mondo del vetro Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro musei e ospedali per il monitoraggio di pazienti a distanza. Le ragioni di questa ricerca di ampliamento del mercato sono facilmente comprensibili: per la Corning è più vantaggioso vendere articoli a maggiori dimensioni e per i clienti disporre di prodotti più sottili (il Gorilla Glass 2 è stato introdotto nel mercato lo scorso 6 giugno) consente di realizzare schermi più grandi, più leggeri e più sensibili al tocco. Sempre nel settore TLC, la Corning ha ulteriormente migliorato la sua linea di prodotti EAGLE XG© slim glass per supportare la produzione di pannelli per LCD impiegati nei dispositivi portatili. I nuovi prodotti includono ora vetri da 0.3 mm di Generazione 6 (1.500 mm x 1.800 mm), che consentono il beneficio di una consistente riduzione di costi nella produzione di pannelli a cristalli liquidi. Il vetro EAGLE XG© è attualmente impiegato nella produzione di telefoni cellulari, tablet, notebook, monitor e televisioni. La nuova disponibilità di spessori da 0.3 mm fornisce la soluzione più adatta alle necessità delle più recenti applicazioni di telefonia mobile, quali ad esempio quella degli ultrabook della Intel Corporation. Il Gorilla Glass, tradizionale prodotto della Corning presente da tempo in smartphone, tablet e televisioni, è destinato a trovare applicazioni in dispositivi di più largo consumo e destinati ad un pubblico più vasto, quali grandi schermi impiegati negli stadi o nei centri commerciali oppure touch screen di aeroporti, teatri, 58 Secondo la Società, nel 2012 verranno vendute 3.1 milioni di unità, con un incremento del 15% sul 2011, mentre per il 2018 sono previsti volumi di vendite pari a 18 milioni di pezzi. La Schott ha presentato al mercato un nuovo vetro per schermi sensibili al tocco denominato Schott Sensation™Cover, copertura estremamente dura destinata a smartphone e tablet: è considerato il prodotto più resistente nel suo genere presente nel mercato, soprattutto per i graffi. Il nuovo vetro, prodotto a Jena, garantisce anche eccellenti qualità di superficie e di planarità. La Schott ha costituito un’area operativa denominata “Cover & Touch”, in cui esperti di diversa estrazione collaborano per assicurare continui miglioramenti di questo vetro e adattamenti dal mondo del vetro alle necessità dei clienti. Prove effettuate internamente, che Schott ha sviluppato in condizioni standard usando parametri di processo comunemente riconosciuti dal mercato, hanno dimostrato valori di resistenza alla compressione di più di 900 MPa, dati che denotano una maggiore resistenza alla curvatura e all’urto da sfera rispetto ad altri materiali presenti sul mercato. Inoltre, il Sensation™Cover ha comportamenti stabili alle basse temperature durante le prove di invecchiamento, con riferimento alle tensioni da compressione superficiale e alla profondità dello scambio ionico; una finestra di processo relativamente ampia permette così una maggiore efficienza con benefici di tempo e denaro per i produttori. Schott ha reso disponibile questo prodotto a tutti i maggiori produttori di elettronica di consumo; a tale settore industriale offre anche supporto tecnico per le esigenze dell’intera catena di fabbricazione, che consiste nella modifica dei tipi di vetro per adattarsi maggiormente ai processi di produzione, nello sviluppo di una ottimale integrazione di processo e nel collaborare con i clienti nell’ambito dell’innovazione di prodotto. Oltre alla sua più recente realizzazione, Schott offre soluzioni di schermi in vetro particolarmente adatte nell’impiego di dispositivi per il design in 3D. Il Sensation™Cover è un vetro litio-alluminosilicato adatto a impieghi nei dispositivi capacitivi: aiuta a proteggere gli schermi degli smartphone e dei Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012 tablet dalle rotture e dai graffi e conferisce a questi prodotti una superficie attraente. La sua bassa temperatura di trasformazione a 505°C consente inoltre di realizzare efficienti e gradevoli geometrie per applicazioni in 3D. Schott è l’unico produttore che offre pannelli di vetro per tutti i tipi di touch screen, con tecnologie capacitive, resistive, ottiche ed acustiche. Per esempio, il Xensation Touch utilizzato in applicazioni resistive come vetro di copertura in sistemi di navigazione integrata, è stato installato negli ultimi dieci anni in circa 25 milioni di autovetture. Fonte: Glass Alliance Newsletter Giugno 2012 59 5-2012 dal mondo del vetro Riduzione della quantità di imballaggi: alleggerimento Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro L’alleggerimento del peso dei contenitori di vetro è una pratica costante della produzione vetraria, come risulta dalla seguente tabella dove è riportato, per alcune tipologie standard di imballaggi, l’andamento dei pesi unitari dagli anni Ottanta a oggi. Andamento dei pesi di alcuni contenitori di vetro (gr.) Da una ricerca del CO.RE.VE. Anni ‘80 Anni ‘90 2000 2008 flacone per fisiologica 500 ml 275 255 238 238 flacone per sciroppo 150 ml 118 100 90 90 bottiglia per vermouth 1000 ml 525 470 415 415 bottiglia per vino tappo raso 750 ml 575 525 475 475 bottiglia per birra 660 ml 310 280 250 250 bottiglia per birra 330 ml 165 150 135 135 bottiglia per birra cauzionata 660 ml 595 540 450 450 bottiglia per birra cauzionata 330 ml 310 300 290 255 bottiglia olio 1000 ml 450 430 395 395 bottiglia spumante ml 750 730 640 525 525 bottiglia bordolese 750 ml 410 390 360 360 bottiglia borgognotta 750 ml 425 410 390 390 aperitivi monodose 275 ml 305 280 210 210 bottiglia latte 550 470 360 360 acqua 100 cl rendere n.d 450 450 450 acqua 50 cl perdere n.d 275 270 270 acqua 50 cl rendere n.d 285 285 285 I dati mostrano che il peso dei contenitori si è ridotto negli anni ’90, rispetto agli anni ’80, mediamente del 9% circa con punte 60 del 15%; il medesimo confronto, aggiornato all’anno 2000, fa registrare una riduzione media del 15% con punte anche del 35%. dal mondo del vetro Dal 2000 a oggi, si è registrata un’ulteriore e significativa riduzione (del 12%) nel peso dei contenitori “a rendere” da 330 ml. destinati alla somministrazione di birra. Non è superfluo osservare che tale riduzione si è ottenuta, a parità di resistenza e prestazioni, per autonoma iniziativa dei produttori di vetro e in completa assenza di normative al riguardo. Data la “maturità” del processo di produzione del vetro cavo meccanico, tali significativi risultati, discendendo dall’introduzione di innovazioni tecnologiche di grande portata, sono apprezzabili solamente nel mediolungo periodo. Tra le innovazioni che si sono succedute in questi ultimi vent’anni, e che hanno permesso l’ottenimento dei risultati sopra visti, vi sono, ad esempio, il passaggio nella formatura dei contenitori dalla tecnologia del “soffio-soffio” a quella del “presso-soffio”, che ha permesso una più omogenea distribuzione del vetro sullo stampo e quindi una riduzione degli spessori. Dello stesso tenore gli interventi volti ad ottimizzare il raffreddamento degli stampi, come pure i trattamenti interni/esterni effettuati sul contenitore per migliorare la sua resistenza agli shock termici e ai tormenti meccanici cui è sottoposto nella fase di riempimento automatico che avviene ormai ad altissime velocità. Insieme di interventi che hanno consentito e continueranno a consentire la fabbricazione Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012 di imballaggi di vetro sempre più leggeri a parità di resistenza meccanica. Va evidenziato che, ovviamente, l’alleggerimento del peso medio permette di ridurre, a parità di numero di pezzi, le quantità in peso da recuperare mediante le raccolte differenziate. È bene precisare che l’operazione di alleggerimento è assolutamente compatibile con l’incremento dei quantitativi di rottame riciclati. In altre parole, il maggiore impiego di rottame non compromette l’alleggerimento dei contenitori in vetro. Quanto sopra premesso, è bene comunque sottolineare che i risultati conseguiti nel processo produttivo, in termini di riduzione del peso medio unitario a parità di prestazioni, rischiano di essere inficiati o quantomeno alterati dal registrato scadimento qualitativo del rottame raccolto nel Paese. Fonte: Programma specifico di prevenzione 2012 Risultati del riciclo 2011 CO.RE.VE. 61 5-2012 dal mondo del vetro Fenzi a Glass Build America 2012 Il Gruppo ha presentato a Las Vegas i suoi prodotti top Settembre si è aperto con un nuovo appuntamento per il gruppo Fenzi, leader nella chimica per la seconda lavorazione del vetro piano. Attraverso la filiale Fenzi North America, tra il 12 e il 14 settembre il gruppo ha presentato i prodotti top a Las Vegas per la nuova edizione di Glass Build America. Prodotti di punta per questa edizione della fiera sono in particolare le tecnologie per vetrate isolanti e le tecnologie warm edge, di particolare interesse oggi sul mercato statunitense grazie ad una ripresa dell’edilizia e del mercato delle costruzioni. Tra queste ricopre un ruolo di primo piano Thiover sigillante polisulfurico bi-componente, in linea con i più avanzati criteri di ecocompatibilità: utilizzando questo prodotto è possibile conseguire punti LEED® e certificare gli edifici secondo gli standard del Green building rating system americano. I sigillanti Thiover permettono infatti di ottenere ottime performance per vetrate isolanti, sono completamente esenti da solvente e da altri ingredienti nocivi, hanno eccellenti proprietà meccaniche e una bassissima permeabilità ad acqua e gas; sono inoltre compatibili con ogni tipo di profilo e con la maggior parte dei materiali utilizzati nelle vetrate isolanti. Forte della sempre più marcata attenzione rivolta in terra americana alla produzione di energia pulita con investimenti in continua crescita, Fenzi ha dato grande rilievo anche alla gamma completa di vernici per specchi solari Duralux Solar Coatings, 62 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro tra i prodotti più evoluti per la tecnologia CSP (Concentration Solar Power). Queste innovative vernici sono studiate per garantire un’altissima resistenza chimica alla corrosione e alla radiazione UV, le migliori performance in condizioni di stress termico e ambientale, una fortissima resistenza all’abrasione. www.fenzigroup.com Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Francesca Solera Il Filo Rosso Solera & associati [email protected] www.ilfilorossonline.it dal mondo del vetro Vitrealspecchi presenta Madras® Flooring: la finitura ideale per scale in vetro che coniuga qualità estetiche con prestazioni antiscivolo certificate secondo i principali standard internazionali. Il vetro si sta rivelando il materiale d’elezione anche per la creatività progettuale applicata ad ambienti dove l’impatto scenografico è importante: entrance hall di aziende, hotel e centri commerciali, show-room, luoghi d’intrattenimento come discoteche ecc. Infatti, nella realizzazione di scale, scalinate, scalini, qualunque sia la dimensione delle strutture, solo il vetro dà la possibilità di ottenere risultati davvero sensazionali e coinvolgenti. processo finalizzato proprio a fornire un materiale di provata efficacia e resistente nel tempo. Nome della linea: Madras® Flooring. Le certificazioni prodotte documentano, a seconda dei modelli di textures, coefficienti di attrito conformi alle regolamentazioni italiane, statunitensi e dei principali paesi europei. Infatti, i test di antiscivolosità sono stati effettuati secondo la norma B.C.R. (riconosciuta in diversi paesi tra i quali Italia e Gran Bretagna), DIN 51130 (richiesta in Germania) e ASTM C 1028 (riconosciuta negli Usa). Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012 Vitrealspecchi presenta le nuove scale di vetro e di luce Madras® Flooring, finitura ideale per scale in vetro, è utilizzato in contesti di grande prestigio Per queste caratteristiche, unite Tuttavia anche il vetro, come ogni altro materiale utilizzato per piani di calpestio, deve assicurare un attrito sufficiente a non scivolare, soprattutto in luoghi che, per definizione, devono essere accessibili a chiunque. Le norme sono rigorose ma la loro applicazione in realtà non lo è altrettanto. Una delle cause principali è sicuramente dovuta al fatto che pavimentazioni e scalini di vetro sono realizzati spesso in semplice vetro float reso “antiscivolo” con metodi artigianali quali fresature, serigrafie ceramiche, sabbiature: la verifica dell’efficacia del trattamento è trascurata, e la durata nel tempo di alcune di queste finiture molto limitata. Ben diverse le caratteristiche antiscivolo conferite al vetro dall’incisione chimica, che in Italia Vitrealspecchi realizza con un particolare ed esclusivo 63 5-2012 dal mondo del vetro alle qualità estetiche, Madras® Flooring è utilizzato in contesti di prestigio internazionale e di grande passaggio, come ad esempio nelle scalinate in vetro di diversi Apple’s Stores nel mondo, nel Louis Vuitton Store in New Bond Street di Londra, nel Museo aeronautico Dornier di Friedrichshafen, o, sempre in Germania, nel palazzo comunale di Stoccarda, come suggestivo piano di calpestio trasparente sospeso sopra la pianta topografica gigante della città. Ampia la scelta delle textures Madras® Flooring, diversificate secondo le loro caratteristiche formali per utilizzi in piccoli e grandi spazi, ma accomunate da una sapiente combinazione di rilievi e incisioni, rugosità e trasparenze per offrire una presa sicura sia all’asciutto che col bagnato. Madras® Flooring è Superglass dal Mondo della Nanotecnologia È in grado di emettere luce ultravioletta quando viene attraversato da una corrente elettrica 64 Un pool di ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con il MIT e il Los Alamos National Laboratory (USA), ha scoperto un “superglass” in grado di emettere luce ultravioletta, quando viene attraversato da una corrente elettrica. La nanotecnologia è in grado di manipolare la materia a livello atomico e molecolare, sulla scala dei nanometri, sfruttando la conoscenza acquisita in fisica quantistica e chimica molecolare. Superglass acquisisce le sue proprietà uniche grazie alle nanoparticelle di biossido di stagno (Sn O2) incorporate in una Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro temperabile e stratificabile, requisiti indispensabili per un vetro da utilizzarsi come piano di calpestio. Se stratificato con vetri float trasparenti e opportunamente retroilluminato, permette di realizzare pavimentazioni e scale molto suggestive. Stratificato con film coprenti o con specchio, permette di ottenere raffinate “piastrelle” di gusto high-tech, anche per pavimentazioni flottanti. La linea Madras® Flooring si completa con Ecosat Flooring, caratterizzato da una texture compatta e brillante, dalle proprietà certificate non solo antiscivolo ma anche antigraffio di ottimo livello. Per ulteriori informazioni: www.vitrealspecchi.it pellicola sottile di biossido di silicio (SiO2), attraverso un processo molto complesso effettuato in atmosfera controllata. Il nuovo materiale costituisce la base per la creazione di nuovi sensori per controlli ambientali, la costruzione di sistemi biomedici, o per l’integrazione in indumenti protettivi per le persone che operano in situazioni pericolose ad alto rischio. dal mondo del vetro AGC Glass Europe e Interpane lanciano ufficialmente un’alleanza strategica nel settore del vetro. Annunciata nel dicembre 2011, l’alleanza è stata disciplinata dal Merger Regulation della Commissione Europea. AGC Glass Europe e Interpane sono due produttori di vetro float e presentano attività di fabbricazione complementari. La loro presenza geografica e le specialità di prodotti realizzati offrono una combinazione ideale. Attraverso Interpane, AGC ottiene una presenza industriale, principalmente sul mercato tedesco del vetro piano e prevede di estendere la gamma di prodotti rivestiti. Alla ricerca di nuovi mercati, Interpane beneficerà, dal canto suo, della estesa rete e presenza industriale di AGC in Europa. della produzione di vetro piano AGC Glass. Interpane è invece una società a conduzione familiare, specializzata nella produzione e nella lavorazione del vetro fondata nel 1971 da Georg F. Hesselbach. La società ha sede a Lauenförde (Germania). Interpane vende i suoi prodotti destinati al settore dell’edilizia e al mercato dell’energia solare. La società ha sviluppato inoltre la sua tecnologia e i suoi impianti di rivestimento. Le sue attività in Germania, Austria e Francia rappresentano un organico di circa 1.200 persone. Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012 AGC e Interpane confermano l’alleanza strategica nel settore del vetro Le due Società presentano attività di fabbricazione complementari Per ulteriori informazioni: AGC Glass Europe Communication [email protected] Interpane Glas Industrie AG [email protected] Società avente sede a Bruxelles, AGC Glass Europe produce, fabbrica e distribuisce vetro piano per l’industria edilizia (vetrate esterne e decorazione interna), per il settore automobilistico, per il segmento solare e per diverse industrie specializzate. La società vanta un Centro di R&S e circa 100 stabilimenti dislocati dalla Spagna alla Russia. AGC Glass Europe conta 14.000 dipendenti ed è la branca europea del leader mondiale 65 5-2012 dal mondo del vetro Casa de la Flora: il Design Hotel™ di VaSLab Architects 36 blocchi monolitici in cemento e vetro affacciati sull'Oceano Indiano Creato da VaSLab Architecture, il Design Hotel™ Casa de La Flora è un agglomerato di edifici in stile lecorbusieriano affacciati sull'Oceano Indiano VaSLab ha realizzato un rifugio dal design sofisticato e audace, rifuggendo dai tradizionali e stereotipati hotel sul mare. Il sito, vicino Phuket, colpito dallo tsunami del 2004, è stato recuperato adottando metodologie “eco” che sono state integrate con estrema discrezione nel progetto del resort. Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Rispondendo alla natura organica del contesto, il progetto consiste in 36 ville dotate di piscina privata, patio e tetto ‘verde’, tutte realizzate in cemento, il cui utilizzo è gestito, però, con cura e precisione. Le ville sono blocchi monolitici che consentono agli ospiti di “sperimentare l’ambiente esterno stando all'interno, attraverso le facciate in vetro che ampliano le viste prospettiche verso il mare”. Materiali naturali come il legno di teak mitigano gli interni il cui minimalismo è potenziato da un sistema di colori e luci tenui. Fonte: Cecilia di Marzo www.archiportale.com Linee per lo spegnimento e il trasporto di rottame di vetro caldo Informazioni: [email protected] 66 FondMetalli ha completamente rinnovato la gamma di prodotti per lo spegnimento e il trasporto di rottame di vetro caldo. Le nuove soluzioni si basano sulla sinergia di sistemi di trasporto su tappeto metallico e sistemi raschianti. Grazie alla loro elevata versatilità e flessibilità, possono essere collocati in spazi stretti e su pavimenti sottostanti. L'uso di materiali pregiati come l'acciaio inox assicura una lunga durata e garantisce un’elevata resistenza all'usura e all’ossidazione. Il sistema di controllo basato su un software specifico permette di ottimizzare il consumo di acqua con una modulazione in base alle reali esigenze. La gamma di prodotti è in grado di supportare una capacità produttiva fino a 600 tonnellate/ giorno di rottame di vetro caldo. Il sistema per lo spegnimento e il trasporto di rottame di vetro FondMetalli è ampiamente utilizzato dai più grandi produttori di vetro nel mondo e molto apprezzato. dal mondo del vetro Qualche mese fa avevamo già parlato dello Shard of Glass, quello che si prospettava essere, una volta conclusi i lavori, il grattacielo più alto d’Europa. Oggi a Londra svetta orgoglioso su tutti gli altri edifici, oramai giunto al termine e inaugurato ufficialmente, questo grattacielo il cui progetto vanta una firma tutta italiana, quella del celebre architetto Renzo Piano. Rappresenta il nuovo simbolo della capitale britannica, con i suoi 309,6 metri d’altezza. Letteralmente Shard of Glass vuol dire “frammento di vetro” e, proprio come un’enorme scheggia di vetro, il grattacielo si erge nei pressi del London Bridge; ha completamente modificato lo skyline londinese e, come la celebre ruota panoramica London Eye, è visibile da qualsiasi parte della città. abitabili, che comprenderanno appartamenti, uffici e ristoranti; presto sarà disponibile anche una piattaforma panoramica al 69° piano; per la sua costruzione sono stati utilizzati materiali interamente riciclati. Come previsto, l’inaugurazione è avvenuta in tempo per le Olimpiadi di Londra. Lo Shard of Glass è ora uno degli edifici da non perdere quando si è in visita nella città sul Tamigi e vanta diversi primati: quello di edificio più alto di Londra, del Regno Unito e d’Europa. Nella classifica dei grattacieli, lo Shard è 45°. L’inaugurazione ha coinvolto migliaia di persone, che hanno potuto assistere ad un meraviglioso spettacolo di luci laser, lanciate dai quartieri di Gherkin e Canary Wharf, che hanno illuminato e colorato il cielo londinese. Uno spettacolo per gli occhi ma anche per l’udito, grazie alle note suonate dalla London Philharmonic Orchestra. All’evento erano presenti il Principe Edward, Duca di York, e il Primo ministro del Qatar (il 95% dei fondi utilizzati per la costruzione vengono infatti da questo Paese). Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012 Inaugurato a Londra il grattacielo Shard of Glass Completati i lavori del grattacielo più alto d’Europa, progettato da Renzo Piano Foto: Hays Davidson e John Mclean © Rpbw, Renzo Piano Building Workshop Per ulteriori informazioni: Il nuovo grattacielo, che sorge nel quartiere di Southwark, conta ben 95 piani, di cui 72 Giusy Scibelli http://viaggi.attualissimo.it 67 5-2012 dal mondo del vetro UNION GLASS in prima linea per la mobilità sostenibile Ha esposto un’innovativa pensilina per auto elettriche UNION GLASS, in occasione dell’Assemblea generale 2012 di Unindustria Treviso tenutasi a Conegliano (TV) l’8 giugno scorso e in collaborazione con Servizi Unindustria Multiutilities Srl, società che fornisce energia alle aziende associate, ha esposto un’innovativa pensilina per auto elettriche. La speciale struttura fotovoltaica produce energia elettrica per mezzo dell’esposizione alla luce del sole. Ciascuno dei quattro moduli fotovoltaici vetro-vetro di cui è composta eroga una potenza di circa 500 w e contribuisce a ricaricare la vettura elettrica e a renderla autonoma per centinaia di km. Si tratta di moduli fotovoltaici progettati ad hoc e realizzati su misura, grazie all'elevata flessibilità produtti- Intersolar Europe 2012 Uno spiccato interesse per i temi dell’integrazione alla rete e dell’immagazzinamento di energia alla Intersolar Europe 2012 68 La più grande fiera del mondo per l’industria del solare si è conclusa il 15 giugno a Monaco di Baviera. Circa 66.000 visitatori da 160 paesi e 1.909 espositori da 49 paesi hanno preso parte al Salone svoltosi dal 13 al 15 giugno. In questa edizione, la Intersolar Europe ha acquisito una dimensione internazionale ancora più estesa che in passato. Una particolare attrazione è stata esercitata dagli argomenti centrali della fiera, quelli relativi all’integrazione alla rete e all’accumulo di energia. Molto seguiti anche ai temi sulle grandi centrali fotovoltaiche e sulla produzione solare di calore per processi industriali: un fatto Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro va dell’azienda e all’utilizzo di macchinari sofisticati e tecnologicamente all'avanguardia. Tutte le fasi della produzione vengono mantenute all’interno: dalla lavorazione del vetro, alla saldatura delle celle, alla laminazione, al vetrocamera (ove richiesto). I moduli fotovoltaici vetro-vetro UNION GLASS sono personalizzabili in ogni singolo aspetto (forma, dimensione, potenza, spessore dei vetri, trasparenza, tipologia e colore della cella) e capaci di rispondere a qualsiasi desiderio estetico, idea creativa ed esigenza progettuale. Fonte: Union Glass Srl che ha ribadito il ruolo primario della Intersolar Europe quale piattaforma di innovazione del settore. Il comprensorio fieristico di Messe München ha visto l’afflusso di ben 66.000 persone da 160 paesi che hanno fatto visita alla Intersolar Europe. Nel complesso, 1.909 espositori da 49 paesi hanno presentato le proprie tecnologie e i propri servizi nell’ambito del fotovoltaico, delle tecniche di produzione fotovoltaica e del solare termico su una superficie espositiva di 170.000 metri quadrati suddivisa in 15 padiglioni e un’area all’aperto. Il 54% degli espositori proveniva da fuori Germania. La nazione più rap- dal mondo del vetro Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012 presentata è stata la Germania con 871 espositori, seguita dalla Cina con 388 e quindi dall’Italia con 78, dalla Spagna con 48 e da Taiwan e Austria ciascuna con 46 aziende. La percentuale di visitatori da fuori Germania si è attestata sul 40%. Parallelamente alla Intersolar Europe, si è svolta dall’11 al 14 giugno presso l’ICM - Internationales Congress Center München - la Intersolar Europe Conference. Quest’anno hanno aderito all’incontro internazionale di esperti dell’industria circa 400 referenti e 2.000 partecipanti. I temi di spessore della conferenza vertevano quest’anno sulla stabilità della rete elettrica, sulle tecnologie per l’accumulo di energia e sulle grandi centrali fotovoltaiche. L’attenzione del settore solare termico era focalizzata sulla produzione di calore per processi industriali, sul “Solar Cooling” e sui metodi di riscaldamento solare. Un ulteriore tema di interesse generale ha riguardato i mercati internazionali e le loro prospettive di sviluppo futuro. A tale scopo si sono svolte diverse sessioni dedicate ai rispettivi mercati a livello globale. L’intera giornata del 13 giugno è stata dedicata alla sessione “Global PV Markets: MENA Region”. Fonti: www.domotica.it www.intersolar.de Ufficio Stampa: [email protected] 69 5-2012 dal mondo del vetro Per acclamazione dell’Assemblea di Gimav, Cinzia Schiatti è stata confermata per il terzo mandato a capo dell’Associazione Italiana Fornitori macchine, accessori e prodotti speciali per la lavorazione del vetro. Ancora una volta una donna alla guida di Gimav Cinzia Schiatti è stata confermata per il terzo mandato Alla guida di Gimav negli ultimi quattro anni, Cinzia Schiatti è riuscita a traghettare con successo l’Associazione durante i difficili anni della crisi globale, portando avanti strategie efficaci per la promozione del made in Italy nei mercati più interessanti per la tecnologia italiana applicata al vetro. Proprio da qui ripartirà il suo terzo mandato, come ci conferma la neo-presidente: “L’Associazione ha come obiettivo principale quello di aiutare i produttori ad avere una migliore visibilità sul mercato globale contrastando la concorrenza straniera. Proprio per questo Gimav è presente nelle più importanti fiere internazionali, organizzando e coordinando la presenza delle aziende associate. Di pari passo, l’Associazione è attiva sia a livello normativo, grazie a contatti continui con le Istituzioni pubbliche italiane e straniere, sia comunicativo, informando tempestivamente tutti gli associati sulle novità che coinvolgono il nostro settore. Anche nei prossimi anni porteremo avanti tutte queste attività volte a promuovere la qualità del prodotto italiano”. Dopo studi di lingue all’estero e 28 anni come direttore commerciale nell’azienda fondata dal nonno Elia Schiatti per la produzione di macchine per la lavorazione del vetro piano, Cinzia 70 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Schiatti viene eletta alla presidenza di Gimav nel 2008, raggiungendo una delle posizioni di maggior prestigio nel mondo del vetro italiano. A capo del commercio estero dell’azienda familiare, ha passato la maggior parte della sua vita imprenditoriale partecipando ai più importanti appuntamenti internazionali sempre in contatto con gli operatori del settore, coordinando un vasto network di agenti e rappresentanti che operano sui principali mercati esteri, Europa, Stati Uniti, Cina, Russia, ma anche Brasile, India e Nord Africa. Avvalendosi di questa esperienza durante i precedenti mandati, Cinzia Schiatti ha saputo valorizzare con Gimav la presenza delle aziende italiane nel mondo, collaborando alla creazione di quella rete di rapporti indispensabili per operare sui mercati internazionali. Il comparto italiano della meccanica strumentale applicata al vetro è infatti un settore dall’altissima propensione all’export: i macchinari progettati e costruiti in Italia sono conosciuti e apprezzati nei cinque continenti per la qualità della produzione. Gimav raggruppa circa il 70% delle aziende italiane del comparto, il cui fatturato costituisce circa l'80% del turnover e il 77% dell'export totale dei produttori italiani del settore. Per informazioni: Press Office: francesca.solera@ ilfilorossonline.it www.ilfilorossonline.it dal mondo del vetro Stefan Jaenecke, amministatore delegato di Verallia North Europe, una delle maggiori aziende europee produttrici di contenitori di vetro, è stato eletto nuovo presidente della FEVE, la federazione europea per i contenitori di vetro. Stefan Jaenecke succede a Niall Wall, amministratore delegato di Ardagh Group, che ha guidato l’associazione nei due anni precedenti. José Lorente di O-I Europe è stato eletto Vice presidente. “Sotto la responsabilità del presidente uscente Niall Wall del gruppo Ardagh, vi è stata una continua espansione del campo di applicazione del lavoro a FEVE” afferma Stefan Jaenecke. “Voglio proseguire questo percorso vincente e promuovere ulteriormente i contenitori di vetro, in quanto industria solida e sostenibile ed efficiente nelle risorse.” Sotto la sua presidenza, Stefan Jaenecke auspica che FEVE continui a operare con successo per rappresentare il settore a livello europeo e Il volume della produzione di imballaggi in vetro in Europa nel 2011 è cresciuto del 4,2%, secondo i dati pubblicati dalla European Container Glass Federation (FEVE). La crescita conferma l’aumento registrato nella prima metà del 2011 (4,7%), e si basa su un trend positivo dopo la crisi finanziaria del 2009. I dati relativi alla produzione sono tornati ai livelli del 2006. Il volume di rafforzare ulteriormente la sua collaborazione con le associazioni nazionali, pur continuando a sostenere le iniziative del crescente forum dei consumatori “Friend of Glass”. “Dobbiamo continuare a difendere e a promuovere i benefici principali che sono peculiari degli imballaggi in vetro. Voglio essere certo di assicurare e sviluppare una strategia integrata per diffondere il nostro messaggio.” Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012 FEVE Nuovo presidente È Stefan Jaenecke, amministratore delegato di Verallia North Europe Stefan Jaenecke, laureato in Economia, è amministatore delegato di Verallia North Europe dall’inizio del 2011. Nell’aprile 2009 è diventato presidente del Management Board di Saint Gobain Oberland AG di Bad Wurzach, Germania. Dopo essere stato per molti anni nelle Forze Armate, ha ricoperto diverse posizioni nel settore della carta e delle attrezzature. È stato anche vice presidente della BV Glas, l’associazione federale del vetro in Germania fino al momento dell’assunzione di questo impegno europeo. produzione totale in Europa è stato 21,7 milioni di tonnellate contro i 20,8 milioni di tonnellate nel 2010. Considerando la diversificazione del mercato, nonché gli importanti progressi realizzati nel peso leggero, è possibile stimare prudentemente che sono state prodotte per i mercati domestici e internazionali più di 50 miliardi di unità da circa 160 impianti in Europa. Produzione di imballaggi in vetro: forte crescita nel 2011 Il volume è aumentato del 4,2% Il 2011 ha segnato una forte ri71 5-2012 dal mondo del vetro presa dei volumi di produzione del settore per soddisfare una crescente domanda locale, ma anche un aumento delle esportazioni al di fuori dell’Europa. “Ciò conferma chiaramente che l’industria è una realtà economica molto stabile in Europa, nonostante la crescente concorrenza di altri materiali e di un chiaro quadro economico - dice il presidente della FEVE Stefan Jaenecke - È abbastanza rassicurante in una situazione di attuale incertezza macroeconomica.” sforzi costanti compiuti dall’industria per migliorare un sistema già efficiente e sostenibile.” Una forte crescita è stata registrata in alcuni mercati importanti come in Germania (7,3%), in Francia (5,0%), in Spagna (4,4%), così come in Portogallo (3%) e in Italia (1,8%). La situazione è rimasta stabile nel Regno Unito (-0,3%) e in Polonia (0,5%), mentre la Turchia ha confermato il trend di crescita esponenziale degli anni precedenti, anche se a un ritmo più lento (5,5%). “Il vetro rimane l’imballaggio preferito dal 74% dei consumatori europei - continua Stefan Jaenecke - è come se l’attuale situazione di incertezza in cui viviamo scatenasse da parte dei consumatori la ricerca di sicurezza e di una migliore qualità di vita: come soluzione di packaging, solo il vetro è in grado di fornire incomparabili garanzie nel preservare il gusto originale e le qualità nutrizionali dei prodotti che piacciono ai consumatori, e allo stesso tempo proteggere la loro salute.” “Con i suoi oltre 50.000 addetti - afferma Amalia Sartori, membro del Parlamento europeo e presidente della Commissione parlamentare per l’industria, la ricerca e l’energia - e le opportunità di lavoro diverse create lungo la catena del valore, l’industria dei contenitori di vetro porta un importante contributo al welfare dell’Unione Europea. Il suo modello di business basato su un uso efficiente del vetro riciclato in un sistema di produzione a ciclo chiuso rappresenta la via da seguire nella costruzione di una società efficiente nelle risorse. Non posso che accogliere favorevolmente gli 72 Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro Il vetro continua a fare da apripista in alcuni mercati chiave, come quello degli alcolici, e del settore vini e birra, guadagnando anche sempre più spazio nel settore alimentare, non solo per le nuove tendenze verso il cibo locale (a km zero), biologico e naturale, ma anche da un ritorno dei consumatori al vetro come materiale di imballaggio preferito. agenda Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012 Agenda 2012 November 15-16 Parma Italy XXVII A.T.I.V. Conference: “From a grain of sand to the strength of a structure” Hollow & Flat Glass Session: innovations in raw materials. Engineering & Architectural Sessions: special glass structures Centro Congressi Santa Elisabetta Campus Universitario www.ativ-online.it Agenda 2013 March 20-22 Mumbai India March 20-22 Mexico City Mexico June 2-7 San Diego (CA.) USA July 1-5 Prague The Czech Republic September 3-4 Orlando (Fl) USA September 3-5 Dubai UAE September 10-12 Las Vegas (NV) Atlanta (GA) USA October 23-26 Milano Italy Glasspex India 2013 Every two years Glasspex India will offer international companies the ideal platform for a targeted presentation to the Indian glass market Bombay Convention & Exhibition Centre www.glasspex.com GlassLat 2013 Mexico The only exhibition in Mexico specializing in architectural and automotive glass industry Centro Banamex www.glasslat.com PacRim 10, 10th Pacific Rim Conference on Ceramic and Glass Technology e-mail: [email protected] - www.pacrim10.org XXIII International Congress on Glass e-mail: [email protected] Glass Solutions 2013 www.quartzltd.com Gulf Glass 2013 - Dubai World Trade Centre www.glassinthegulf.com GlassBuild America Annual, all-encompassing event that will bring the entire glass and fenestration industries together in one venue for the first time in North America www.glassbuildamerica.com Vitrum International trade show specialized in machinery, equipment and systems for flat, bent and hollow glass and in glass and processed products for industry - Fiera Milano www.vitrum-milano.it Agenda 2014 September 22-25 Parma Italy ESG 2014: A.T.I.V. (Associazione Tecnici Italiani del Vetro) - Stazione Sperimentale del Vetro e-mail: [email protected] - www.ativ-online.it 73