settembre-ottobre 2012 - Stazione Sperimentale del Vetro

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settembre-ottobre 2012 - Stazione Sperimentale del Vetro
RIVISTA della
STAZIONE SPERIMENTALE DEL VETRO
settembre-ottobre 2012 - n. 5 vol. 42
sommario
In questo numero ........................................... 2
Riassunti ...............................................................
.............................................................. 3
Studi
Studi
Nuove
soluzioni per
la valorizzazione
scorie
Determinazione
quantitativa
rapida didipiombo
ee ceneri
volanti
prodotte
dagli
inceneritori
altri metalli nei contenitori in vetro
di
utialimentare
solidi urbani
.....................................................
5
perrifi
uso
mediante
spettrometro XRF
New
solutions
for
the
valorization
of
glassy
residues
portatile a dispersione di energia ................................... 5
produced
by municipal
waste
incinerators..........................13
Roberto Falcone,
Angelo
Agostino
Sandro Hreglich, Roberto Falcone, Antonio Tucci,
Nicola Favaro, Paolo Bertuzzi, Piero Ercole,
Principali
norme per l’analisi e la caratterizzazione
Lodovico Ramon
dei materiali refrattari ................................................ 18
Stefano
Tiozzotermico per forni da vetro.
Sistemi Sanchetti,
avanzati Simone
di recupero
Sistema ibrido rigenerativo-recuperativo Centauro ..... 18
Alessandro
Paolo
Bortoletto,
Giampaolo Bruno,
La pratica Mola,
chimica
dei vetrai
del Rinascimento
Ernesto
Cattaneo,
Augusto
Santero
La preparazione delle materie prime (II Parte) ........... 31
Cesare Moretti
Il Capitolare degli Specchieri del 1764 ......................... 26
Paolo Zecchin
Direttore responsabile
Antonio Tucci
Redazione
Elisabetta
Erica
Ladogana
Barbini
email: [email protected]
e-mail:
[email protected]
Impaginazione e grafica
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Stazione Sperimentale del Vetro
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271 in data 23.01.1971
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R.O.C. 3913
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Borsa di Studio................................................. 46
Manifestazioni
a“Giuseppe
cura di Erica Ladogana
Breviari” ................................... 38
Dal mondo del vetro ..................................
56
a cura di Erica Ladogana
Agenda ................................................................. 40
Agenda ................................................................. 73
International Commission on Glass...
41
Dal mondo del vetro....................................
43
a cura di Elisabetta Barbini
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tecnologia e sulla
sulla scienza
scienza del
delvetro
vetroe edei
i materiali
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Chiunque può
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elaborati,memorie
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1
5-2012
in questo numero
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
I rivestimenti nanometrici (coating) conferiscono un notevole valore aggiunto al vetro piano utilizzato
in edilizia e in altri settori industriali. Da tempo gli sforzi dei produttori sono indirizzati a migliorare
le
del vetro piano
per edilizia
per aumentare
l’efficienza
delle vetrate
in termini
Daproprietà
tempo sitecnologiche
avverte la necessità
di disporre
di metodologie
di analisi
dei materiali
- nel
nostro
di
comfort
abitativo
e
risparmio
energetico.
Questi
miglioramenti
tecnologici
sono
ottenuti
attraverso
caso vetrosi o più in generale silicatici - rapide, affidabili e flessibili, qualità non sempre
l’applicazione
lm (o strati)
sottili nanometrici
(coating)
sulla superfi
cie del vetro
diverse
garantite dalledi fi
moderne
strumentazioni,
anche
di ultima
generazione.
Nel attraverso
primo articolo,
tecniche di deposizione.
“Determinazione
quantitativa rapida di piombo e altri metalli nei contenitori in vetro per uso
In questo primo articolo della Rivista (2011): “I film sottili (coating) su vetro: caratteristiche, materiali e
alimentare mediante spettrometro XRF portatile a dispersione di energia”, di Roberto Falcone
metodologie di analisi” (Daneo, Falcone, Sommariva, Vallotto) a pagina 5, vengono descritti i materiali
e Angelo Agostino, a pag. 5, vengono descritte le prestazioni e le caratteristiche di un nuovo
utilizzati per i coating, le principali tecniche di deposizione e vengono illustrati i vantaggi e i limiti delle
strumento,
in corso di realizzazione, consistente appunto in uno spettrometro a raggi X portatile,
tecniche analitiche oggi maggiormente utilizzate per questo tipo di indagini.
di semplice funzionamento e in grado di fornire rapide prestazioni. I nostri studi hanno in
particolare
misurato
comparativamente
il piombo
altri “Una
metalli
nei contenitori
industriali
di
Il secondo articolo
a firma
di Mognato, Barbieri,
Nembro,ePace:
semplice
tecnologia per
proteggere
vetro
risultati
di elevati
livelli di
accuratezza
e precisione
es. 30 mg/kg
di PbO),insenza
la
il vetrocon
durante
l’attività
di cantiere”
(pagina
15), ha come
obiettivo(ad
la valutazione
dell’effetto,
termini
necessità
di preparare
il campione:
potrebbe
essere
uno strumento
d’avanguardia
perdiilpannelli
controllo
di resistenza,
della tecnologia
proposta,
utilizzata
per rimuovere
i difetti
sulla superficie
di
sul
campo,
ad
esempio
sul
rottame
in
accettazione.
vetro, mediante prove meccaniche. Le prove sono state condotte secondo la norma UNI EN 1288-3:2001
su pannelli in vetro temprato termicamente e su pannelli di vetro stratificato; i dati ottenuti sono stati
elaborati al fine di valutare la resistenza meccanica delle lastre di vetro, dopo trattamento di abrasione e
Nel
secondo
articolo
pag. 18, “Principali
norme per l’analisi e la caratterizzazione dei materiali
levigatura,
secondo
la atecnologia
proposta da Vetrocare®.
refrattari” di Stefano Sanchetti e Simone Tiozzo, viene illustrato il recente potenziamento
Nel nostro
consueto
spazio storicostudio
presentiamo
l’articolo del dei
Prof.materiali
Fiori: “Vetro
musivoindel
VI secolo
delle
attività
SSV nell’analisi,
e sperimentazione
refrattari,
particolare
dagli scaviall’industria
della Basilica
San Severo
a Classe
(Ravenna)”,
a pagina
22. importanti investimenti
destinati
deldivetro.
Tale linea
di attività,
che ha
comportato
Lo apparecchiature,
studio di tessere musive
provenienti
dagli scavi
della Basilica
di San Severo
a Classedihapersonale
costituito
in
allestimento
di locali
appositamente
attrezzati
e formazione
l’occasione
per
un
confronto
fra
le
caratteristiche
dei
vetri
musivi
delle
chiese
ravennati
e
la
produzione
specializzato, è stata resa possibile da un finanziamento CE/Regione Veneto mirato alla
vetraria coeva adiClasse,
unico
scoperto
lavorazione
di vetro venuto alla luce con gli scavi
realizzazione
un centro
di esempio
riferimento
per i di
materiali
refrattari.
archeologici nel territorio attorno a Ravenna.
Nella rubrica “Aggiornamento normativo” (Battaglia, SSV) viene presentata una monografia con
Viene infine presentata, a pag. 31, la seconda parte dello studio del compianto dottor Cesare
lo scopo di riassumere il contenuto della norma UNI EN 14181:2005 “Emissioni da sorgente fissa Moretti, scomparso nei mesi scorsi, relativo alle ricerche sulla storia della tecnologia vetraria, in
Assicurazione della qualità di sistemi di misurazione automatici” e il Decreto Legislativo n. 152/06. A
particolare
dell’industria localizzata a Murano. Nei prossimi numeri tale studio verrà completato
pagina 37 il servizio.
e il lettore potrà disporre di una esauriente panoramica delle materie prime impiegate per la
produzione di vetro artistico.
Antonio Tucci
Antonio Tucci
2
summaries
riassunti
Determinazione
quantitativa rapida di
piombo e altri metalli nei
contenitori in vetro per
uso alimentare mediante
spettrometro XRF
portatile a dispersione di
energia
Rapid quantitative
analysis of lead and
other trace metals in
glass containers by
handheld ED-XRF
Roberto Falcone,
Angelo Agostino
Riv. Staz. Sper. Vetro 42
(2012), 5, p. 5-17
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
A causa dei limiti di legge sempre più severi e della necessità di eseguire frequenti controlli per
garantire un adeguato livello di qualità del prodotto, la determinazione delle concentrazioni di
piombo e di altri metalli quali ferro, arsenico, cromo e manganese nei contenitori alimentari in
vetro silico-sodico-calcico viene eseguita di routine utilizzando diverse tecniche di analisi quali
plasma (ICP), spettrometria di assorbimento atomico (AAS), spettrometria di fluorescenza dei
raggi X a dispersione di lunghezza d’onda (WD-XRF) ecc.; tuttavia queste tecniche analitiche
richiedono tempi di analisi relativamente lunghi e necessitano di procedure complesse anche per la
preparazione del campione, oltre che di analisti qualificati ed esperti.
Per verificare la possibilità di effettuare determinazioni quantitative in maniera rapida e semplice
sono state effettuate delle prove di misura utilizzando uno spettrometro a raggi x portatile di nuova
generazione. Le analisi sono state effettuate su diversi tipi di contenitori in vetro silico-sodicocalcico industriale bianco, mezzo bianco, verde smeraldo, giallo-verde e ambra; i campioni sono
stati analizzati in parallelo mediante spettrometria di fluorescenza dei raggi X convenzionale a
dispersione di lunghezza d’onda (WD-XRF), analisi per via umida (ICP e colorimetria) e mediante
spettrometria di fluorescenza portatile a dispersione di energia (ED-XRF). Le analisi con lo
spettrometro portatile sono state effettuate sia su campioni preparati (dischi spiananti e lucidati
normalmente utilizzati alla SSV per le analisi chimiche quantitative mediante WD-XRF), sia su
campioni tal quali, direttamente sulla superficie esterna originale del contenitore, senza alcuna
preparazione preliminare.
I risultati ottenuti hanno permesso di verificare che mediante spettrometro XRF portatile è possibile
eseguire la determinazione quantitativa rapida del piombo e di altri metalli nei contenitori industriali
in vetro con elevati livelli di accuratezza e precisione anche senza preparazione del campione. I
limiti di rilevabilità misurati (ad es. 30 mg/kg per il PbO) sono significativamente inferiori rispetto
alle necessità analitiche per gli elementi considerati.
In order to set up a rapid and easy-to-use analytical method for the determination of lead and
other metals (such as Fe, As, Cr, Mn) in food and beverage glass containers, test measurements
were performed using the new generation handheld ED-XRF analyzer. Different types of soda-limesilica glass containers (white, half-white, emerald green, yellow-green and amber) were previously
analyzed by conventional WD-XRF and wet chemistry. Afterwards, the same containers were
analyzed using a handheld XRF analyzer. Analysis were performed both on prepared flat polished
samples and on the original container surface without any sample preparation.
Rapid quantitative analyses of lead and other trace metals in glass containers, with a high level of
accuracy and precision, can be easily carried out by handheld ED-XRF analyzer even without any
sample preparation.
3
5-2012
summaries
riassunti
5-2012
Principali norme
per l’analisi e la
caratterizzazione dei
materiali refrattari
Refractories for the
glass industry: methods
of characterization and
international standards
Stefano Sanchetti,
Simone Tiozzo
Riv. Staz. Sper. Vetro 42
(2012), 5, p. 18-30
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Scopo di questo lavoro è quello di offrire una panoramica sui principali metodi e norme utilizzati
per la caratterizzazione dei materiali refrattari, con particolare riferimento a quelli utilizzati
dall’industria del vetro.
La caratteristiche fisiche e termomeccaniche, abbinate alle analisi chimico-mineralogiche, sono
estremamente importanti per poter classificare e confrontare i prodotti refrattari. Densità e porosità
apparenti (UNI EN 993-1), resistenza a compressione e flessione a freddo (ASTM C 133),
refrattarietà sotto carico (UNI EN ISO 1893) e scorrimento a caldo (ISO 3187) sono parametri
chiave per poter prevedere le performance di questi materiali in esercizio. Condizioni di utilizzo
come la temperatura e le sue oscillazioni, materiali con il quale in refrattario viene a contatto,
presenza di eventuali vapori aggressivi devono essere sempre tenuti in considerazione assieme alla
caratterizzazione completa dei prodotti per poter operare la scelta migliore.
Particolare rilievo viene dato ai metodi per la caratterizzazione dei materiali usati per il contatto
vetro; test come la resistenza alla corrosione statica, prove di essudazione della fase vetrosa e
attacchi vapore per i materiali usati in sovrastruttura possono essere di aiuto per determinare il
potenziale di generazione di difettosità nel prodotto finito.
The aim of this work is to review the main methods and standards for the characterization of
refractory materials used in glass production and manufacture.
Besides chemical and mineralogical analyses, usually carried out to identify and classify
refractories, it’s important to determine the physical and thermo-mechanical properties of these
materials. Bulk density and apparent porosity (UNI EN 993-1), cold crushing strength and cold
modulus of rupture (ASTM C 133), refractoriness under load (UNI EN ISO 1893) and creep in
compression (ISO 3187) are indeed crucial parameters for assessing the performances achievable
in service. Moreover, the aforementioned characteristics, the service temperatures and the type of
chemical environment the refractory will be exposed to are key parameters to select the best product
for the different areas of the furnace.
In addition to the above listed characterizations, for refractories used in direct contact with molten
glass a further series of tests may be performed, among which: vapour attack tests for materials
used in the superstructure, static corrosion tests and evaluation of glassy phase exudation for fused
cast AZS blocks, to evaluate the glass defect creation potential of refractories used for tanks and
feeders.
La pratica chimica dei
vetrai del Rinascimento.
La preparazione delle
materie prime (II parte)
The chemical practice
of glassmakers in
Renaissance recipe
manuscripts.
The dressing and
treatment of raw
materials (Part 2)
Cesare Moretti
Riv. Staz. Sper. Vetro 42
(2012), 5, p. 31-45
4
Nella maggior parte dei manoscritti di ricette vetrarie, un certo numero di capitoli è dedicato
alla preparazione delle materie prime da utilizzare nelle composizioni vetrificabili per ottenere i
diversi tipi di vetro. Si è ritenuto interessante, non solo dal punto di vista vetrario ma anche da
quello più generale della storia della chimica, analizzare e interpretare queste istruzioni. I ricettari
esaminati coprono un arco di tempo dal XIV al XVII secolo, a cominciare dai Trattatelli Toscani,
dal manoscritto di Montpellier e dal Ricettario Anonimo, per arrivare al testo di Antonio Neri e ai
manoscritti di Giovanni Darduin e Gasparo Brunoro.
Nella seconda parte, qui pubblicata, vengono elencati, descritti e commentati gli ossidi, i minerali e
le materie prime utilizzate. Nei prossimi numeri verranno pubblicati ulteriori testi.
In most of glass recipe notebooks a number of chapters deal with the preparation of raw materials
to be used in the vitrifiable batch. It is interesting to analyze these treatments not only from the point
of view of glass technology, but also for the history of ancient chemistry.
The chapters regarding the preparation or treatment of raw materials are selected from the
manuscripts and notebooks dating from 14th to 17th centuries and arranged into a list according
to the material involved. The sources are the three parts of Trattatelli Toscani, the Montpellier
manuscript, the Anonymous 16th century manuscript, the Antonio Neri book, the Giovanni Darduin
notebook and the Gasparo Brunoro notebook.
In this Part 2 some of the oxides, minerals and raw materials used are described and commented.
In the next issues more materials will be treated, to complete the work.
studies
studi
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Determinazione quantitativa rapida di piombo e altri metalli
nei contenitori in vetro per uso alimentare mediante
spettrometro XRF portatile a dispersione di energia
Roberto Falcone, Angelo Agostino
1. Introduzione
La spettrometria di fluorescenza di raggi X a dispersione di energia (ED-XRF) portatile unisce i vantaggi di un’analisi multielementare non distruttiva alla
possibilità di lavorare in situ al di fuori del laboratorio, senza alcuna limitazione di forma e dimensioni
del campione. Per questi motivi questa tecnica trova
applicazione nelle ricerche geologiche e minerarie
(analisi sul terreno di minerali e rocce), in archeometria (analisi di pigmenti, metalli, ceramiche, vetri
ecc., figura 1), in campo metallurgico (analisi di metalli e acciai), in campo ambientale (analisi in situ
di terreni inquinati) e per il controllo dei prodotti
importati da parte delle dogane (ricerca elementi
tossici quali piombo, arsenico, cadmio ed altri in
giocattoli e altri beni di consumo [1, 2].
Sulla base di queste caratteristiche la ED-XRF portatile sembra essere una tecnica potenzialmente in
grado di soddisfare anche specifiche necessità analitiche relative alla produzione e all’utilizzo dei contenitori per alimenti in vetro silico-sodico-calcico
industriali. In uno studio precedente, test eseguiti su
una serie di campioni di vetri industriali hanno permesso di verificare che, pur con evidenti limiti analitici nella determinazione degli elementi leggeri, lo
spettrometro portatile EDXRF può essere utilizzato
con successo per determinate applicazioni nelle analisi del vetro industriale. In particolare è stata verificata una buona risposta lineare tra la l’intensità del
segnale e la concentrazione di determinati elementi
maggiori e in tracce, con la possibilità di calibrare
lo strumento per la determinazione quantitativa in
campioni incogniti. Inoltre limiti di rilevabilità (ldr)
inferiori a 100 mg/kg dell’ossido sono stati calcolati
per elementi quali, ad esempio, zirconio e piombo
[1].
In questo lavoro si riportano i risultati di uno studio
realizzato con uno strumento portatile di nuova generazione per verificare la validità di questa tecnica
nella determinazione quantitativa rapida di piombo,
arsenico, ferro, cromo e manganese nei contenitori
per alimenti in vetro silico-sodico-calcio di produzione industriale. L’identificazione e la quantificazione di questi elementi è importante per diversi
motivi. Nella comunità europea i contenitori in vetro per alimenti e bevande devono rispondere alle
Fig. 1 - Utilizzo dello spettrometro a raggi X portatile
nel campo dei beni culturali
5
5-2012
studies
studi
5-2012
direttive europee in materia di contatto con gli alimenti e smaltimento degli imballaggi che impongono limiti sulle concentrazioni di piombo, arsenico,
cadmio, mercurio e cromo esavalente [3-6]. Normalmente, nei contenitori prodotti all’interno della comunità europea, il piombo è l’unico di questi
elementi che può essere presente in concentrazioni
rilevabili, generalmente introdotto come inquinante
con il rottame di vetro esterno (tenori maggiori si
rilevano generalmente nei contenitori in vetro verde smeraldo e giallo-verde per i quali si utilizzano
quantità molto elevate, fino al 90% in peso nella miscela vetrificabile, di rottame ecologico); la presenza di arsenico viene a volte rilevata in contenitori
di produzione extra-europea anche se, di norma, in
concentrazioni inferiori ai limiti di legge. Inoltre, la
determinazione quantitativa di elementi cromofori
quali ferro, cromo e manganese è molto importante
per la verifica del colore e del non colore nei contenitori in vetro colorato, bianco ed extrabianco [7].
Sulla base di queste premesse, la possibilità di effettuare analisi rapide sui contenitori in vetro può
rappresentare un utile strumento di controllo sia per
le vetrerie che per gli utilizzatori dell’industria alimentare.
2. Materiali e metodi
Per le prove sono stati selezionati due gruppi di contenitori per alimenti in vetro silico-sodico-calcico
prodotti da diverse vetrerie nazionali, di diverso colore (figura 2): extra-bianco (EB), bianco (B), mezzo bianco (MB), verde smeraldo (VS), giallo-verde
Fig. 2 - Alcuni dei contenitori in vetro bianco, mezzobianco,
verde smeraldo, giallo-verde e ambra utilizzati per le prove
6
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
(GV) e ambra (A). I contenitori del primo gruppo,
contrassegnato R e costituito da tredici bottiglie
(da R1 a R13), sono stati utilizzati come campioni di riferimento per calibrare l’EDXRF portatile.
I campioni del secondo gruppo, contrassegnato C
e costituito da ventuno contenitori (da C0 a C20),
sono stati utilizzati come campioni incogniti per le
analisi di confronto. Entrambi i gruppi includevano
sia campioni commerciabili che prodotti di scarto
caratterizzati da elevati tenori in piombo (fino a
circa 1000 mg/kg) dovuti a contaminazione da rottame di vetro esterno. I componenti maggiori dei
campioni di entrambi i gruppi sono stati determinati quantitativamente mediante spettrometria di
fluorescenza dei raggi X a dispersione di lunghezza
d’onda (WD-XRF) utilizzando uno spettrometro
sequenziale a raggi X THERMO ARL Advant’XP+
con tubo al rodio, calibrato con campioni standard
certificati di vetro (SGT, NBS, BAM) e campioni
interlaboratorio analizzati nell’ambito del circuito
dell’International Commission on Glass - Technical
Committee n. 2 “Chemical durability and analysis”
(ICG-TC2).
Nei campioni del gruppo R, utilizzati per calibrare
l’ED-XRF portatile, le concentrazioni degli ossidi
di piombo (PbO), cromo (Cr2O3) e arsenico (As2O3)
sono state determinate mediante Spettroscopia di
Assorbimento Atomico (AAS), mentre i tenori in
ossido di ferro totale (Fe2O3tot) e ossido di manganese (MnO) sono stati determinati mediante analisi
al plasma (ICP). Le concentrazioni di questi ossidi
nei campioni del gruppo C sono state determinate in
doppio per confronto mediante WD-XRF convenzionale e ED-XRF portatile, quest’ultima opportunamente calibrata con i campioni del gruppo R.
Circa 20-25 g di vetro sono stati prelevati dal collo
di ciascun contenitore, mentre il corpo della bottiglia è stato preservato integro. Circa 15-20 g di
vetro sono stati rammolliti su piattino di platino
utilizzando un bruciatore a ossigeno/metano in
modo da ottenere un disco di 40 mm di diametro. Un lato del disco è stato spianato e sgrossato
con dischi abrasivi e infine lucidato con polvere
di ossido di cerio per le analisi XRF. Circa 5 g di
vetro sono stati macinati finemente in un mulino
con giare di agata e utilizzati per le analisi per via
umida.
studies
studi
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Nella tabella 1 sono riportati gli intervalli di concentrazione degli ossidi dei campioni dei due gruppi
R e C, mentre la tabella 2 riporta le concentrazioni
di PbO, Fe2O3tot, Cr2O3 e MnO determinati per via
umida; in nessuno nei campioni R è stata rilevata la
presenza di ossido di arsenico (limite di rilevabilità
pari a 5 mg/kg).
Tab. 1 - Intervalli di concentrazione degli ossidi
dei contenitori utilizzati per le prove
(valori in % in peso)
% in peso
min
max
SiO2
69.0
71.6
Al2O3
1.34
Na2O
3.15
10.6
14.4
K 2O
0.03
CaO
7.54
MgO
0.45
4.41
BaO
0.01
0.71
SO3tot
0.014
0.28
Le analisi mediante ED-XRF portatile sono state eseguite con uno spettrometro commerciale
THERMO-NITON spectrometer mod. XL3t-900
GOLDD, con un tubo a raggi X con anodo in argento e un detector Si-Drift (SDD) a grande area (25
mm2) e videocamera CCD per la visualizzazione del
campione (figura 3). La risoluzione del rilevatore
era pari a circa 130 eV in corrispondenza della riga
MnKα con uno shaping time di 11.2 μs. Le misure
sono state eseguite utilizzando differenti condizioni
analitiche per ottimizzare la risposta dello strumento in funzione dei diversi valori di energia (tabella
3). Le analisi sono state effettuate a contatto con la
superficie dei campioni, inserendo un sottile foglio
di policarbonato come protezione tra il campione e
la testa di misura.
2.86
12.2
Tab. 2 - Concentrazioni in mg/kg di PbO, Fe2O3, Cr2O3 e MnO nei campioni del gruppo R
determinati per via umida (EB = extrabianco, B = bianco, MB = mezzobianco,
VS= verde smeraldo, GV= gialloverde, A = ambra)
N° Campione
Tipo di vetro
PbO
Fe2O3tot
Cr2O3
MnO
R0
EB
<5
150
<5
<5
R1
B
30
720
<5
23
R2
B
50
500
41
92
R3
EB
80
80
<5
<5
R4
MB
100
1660
32
68
R5
A
150
4920
380
144
R6
GV
260
4390
1265
250
R7
VS
320
3450
1953
266
R8
A
512
4210
239
600
R9
MB
570
1630
26
123
R10
A
670
3160
786
191
R11
MB
870
2010
23
398
R12
GV
1070
7840
646
272
7
5-2012
studies
studi
5-2012
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Interferometro LASER
Detector
Tubo a raggi X
Video camera
CCD
Collimatori
Raggi X
secondari
Raggi X primari
Campione
Fig. 3 - Schema dello spettrometro a raggi X portatile
Tab. 3 - Condizioni analitiche utilizzate per lo spettrometro ED-XRF portatile
Intervallo di energia (keV)
8
Tempo
di analisi
(secondi)
Spot
(mm)
Corrente
(μA)
Tensione
(kV)
Filtri
Light range
1-4
30 / 60
8 /3
95
6.2
-
Low range
3-7
30 / 60
8 /3
95
20
Fe
Main range
6 - 14
30 / 60
8 /3
50
40
Cu
High range
13 - 40
30 / 60
8 /3
40
50
Mo
studies
studi
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Lβ per evitare la possibile sovrapposizione con la
riga Kα dell’As.
3. Risultati e discussione
3.1. Calibrazione dello spettrometro ED-XRF
portatile con i campioni R
La spettrometro portatile è stato calibrato per l’analisi di piombo, ferro, cromo e manganese utilizzando i campioni R lucidati e i valori di concentrazione determinati per via umida. Sono state
eseguite misure di prova con tempo totale di acquisizione di 120 secondi con uno spot (area di
analisi) di 8 mm di diametro e di 240 secondi con
uno spot di 3 mm di diamentro; essendo i risultati ottenuti confrontabili si è deciso di utilizzare
le condizioni di 120 secondi e 8 mm normalizzando i dati ottenuti in base ai valori di corrente e livetime. L’elaborazione dei dati analitici è
stata eseguita utilizzando il metodo Partial Least
Square proposto da Van Espen [8] del software
commerciale WinAxil® (CANBERRA). Per le
misure sono state utilizzate le righe di emissione
Kα per Fe, Mn e Cr; per il Pb è stata scelta la riga
I diagrammi delle figure 4 - 7 mostrano le rette di
correlazione tra le intensità nette corrette (area del
picco), espresse in conteggi al secondo (cps), e le
concentrazioni di PbO, Fe2O3tot, Cr2O3 e MnO determinate per via umida, espresse in % in peso.
La calibrazione dell’ossido di arsenico (As2O3)
non è stata eseguita dal momento che la presenza
di arsenico non è stata rilevata nei campioni del
gruppo R. Nei grafici si riportano i coefficienti di
correlazione lineare (R2) che hanno valori maggiori di 0.99. Questi risultati indicano che, per gli
elementi considerati, le intensità nette misurate
sono proporzionali alle concentrazioni e che lo
spettrometro ED-XRF portatile può essere calibrato per eseguire analisi quantitative di PbO,
Fe2O3tot, Cr2O3 e MnO in campioni di contenitori
in vetro incogniti.
0.12
PbO
linear fit
PbO concentration (weight %)
0.10
0.08
0.06
0.04
0.02
R2 = 0.99453
0.00
0
50
100
150
200
Pb integrated area (cps)
Fig. 4 - Retta di calibrazione del PbO
9
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studi
5-2012
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
0.9
Fe2O3 concentration (weight %)
0.8
Fe2O3
linear fit
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0.0
R2 = 0.99941
-0.1
0
500
1000
1500
2000
2500
Fe integrated area (cps)
Fig. 5 - Retta di calibrazione del Fe2O3tot
Cr2O3
linear fit
Cr2O3 concentration (weight %)
0.20
0.15
0.10
0.05
R2 = 0.99754
0.00
0
50
100
150
200
250
Cr integrated area (cps)
Fig. 6 - Retta di calibrazione del Cr2O3
10
300
350
studies
studi
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
MnO concentration (weight %)
0.30
MnO
linear fit
0.25
0.20
0.15
0.10
0.05
R2 = 0.99914
0.00
0
100
200
300
400
500
600
700
Mn integrated area (cps)
Fig. 7 - Retta di calibrazione del MnO
3.2. Analisi comparative dei campioni C, confronto
tra WD-XRF convenzionale ed ED-XRF portatile
Nelle analisi XRF la preparazione del campione richiede tempi relativamente lunghi; per questo motivo, al fine di verificare la potenzialità della tecnica
per analisi rapide senza preparazione del campione,
le analisi comparative dei contenitori del gruppo C
mediante ED-XRF portatile sono state eseguite direttamente sulla superficie originale delle bottiglie,
anche con l’ausilio di un treppiede (figura 8). Per
verificare eventuali effetti dei trattamenti superficiali sono stati eseguiti dei test preliminari confrontando misure eseguite sia sulla superficie interna che
sulla superficie esterna su campioni tagliati mediante lama diamantata; i test non hanno evidenziato
differenze nei segnali rilevati per gli elementi considerati. Le analisi quantitative sono state eseguite
utilizzando le calibrazioni messe a punto con i campioni R.
I valori di concentrazione degli ossidi considerati
determinati in parallelo con WD-XRF convenzionale ed ED-XRF portatile sono riportati, per confronto, nella tabella 4 assieme al valore massimo del
limite di rilevabilità (ldr) calcolato come 3 volte lo
Fig. 8 - Misura eseguita direttamente sulla superficie esterna
del contenitore senza preparazione del campione
11
5-2012
studies
studi
5-2012
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Tab. 4 - Confronto tra i valori di concentrazione espressi in mg/kg di PbO, Fe2O3tot, Cr2O3 e MnO
nei campioni del gruppo C determinati mediante WD-XRF e ED-XRF portatile a 120 s e spot di 8mm
PbO
N°
Fe2O3tot
Cr2O3
MnO
Campione
WD
XRF
ED
XRF
errore
3s
WD
XRF
ED
XRF
errore
3s
WD
XRF
ED
XRF
errore
3s
WD
XRF
ED
XRF
errore
3s
C00
4
1
30
230
247
60
--
--
--
--
--
--
C01
22
22
20
740
744
110
--
--
--
--
--
--
C02
49
53
20
3900
3833
80
--
--
--
110
127
70
C03
69
70
20
4740
4693
90
--
--
--
340
289
70
C04
114
114
20
4290
4425
90
--
--
--
--
--
--
C05
135
131
20
2040
1968
110
82
103
30
--
--
--
C06
198
206
20
4230
4483
110
211
237
30
--
--
--
C07
196
192
20
6390
6311
120
239
237
30
130
115
70
C08
239
245
20
3880
3892
120
--
--
--
200
127
70
C09
271
280
20
4580
4547
120
--
--
--
370
347
70
C10
318
323
20
4330
4431
120
377
354
30
630
660
80
C11
335
341
20
5470
5436
130
560
538
30
220
208
70
C12
369
376
20
7300
7301
130
600
588
30
250
301
70
C13
529
524
20
4210
4183
120
683
688
30
600
602
80
C14
552
541
20
1630
1546
90
713
738
30
120
104
60
C15
841
838
30
2010
2056
130
920
872
30
400
382
70
C16
500
506
20
4100
3994
130
1300
1374
40
170
231
70
C17
260
262
20
4200
4168
130
1400
1391
40
150
162
70
C18
130
123
20
2800
2842
140
1414
1457
40
320
312
70
C19
220
219
20
3600
3513
150
1643
1574
30
200
220
70
C20
160
140
20
2800
2828
170
1992
2059
40
310
347
70
scarto analitico (s); gli stessi dati di confronto sono
riportati nelle figure 9 - 12 in forma di istogrammi. I risultati mostrano ottime riproducibilità tra le
due tecniche, per tutti gli elementi considerati, compreso il Pb per il quale è stata utilizzata la riga Lβ.
I massimi valori di ldr sono compresi tra 30 mg/kg
per PbO, 40 mg/kg per Cr2O3, 80 mg/kg per MnO,
e 170 mg/kg per Fe2O3. È inoltre importante sottolineare che i tempi di conteggio si riferiscono alla du12
rata totale della misura che è la somma dei quattro
intervalli di energia riportati nella tabella 3, essendo
la durata di un singolo intervallo pari a 30 secondi.
La presenza di ossido di arsenico (As2O3) è stata rilevata nei soli campioni C16-C20, contenitori di importazione extra-EU. Per questo ossido, non avendo
a disposizione una retta di calibrazione, sono stati
confrontati i valori di concentrazione ottenuti me-
studies
studi
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
900
PbO
mg/kg
WDXRF
EDXRF
800
700
600
500
400
300
200
100
0
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
Fig. 9 - Confronto tra i valori di concentrazione di PbO nei campioni del gruppo C
determinati mediante WD-XRF e ED-XRF portatile
13
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studi
5-2012
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
8000
mg/kg
Fe2O3tot
WDXRF
EDXRF
7000
6000
5000
4000
3000
2000
1000
0
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11 12 13
14 15 16
17 18 19 20
Fig. 10 - Confronto tra i valori di concentrazione di Fe2O3tot nei campioni del gruppo C
determinati mediante WD-XRF e ED-XRF portatile
14
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studi
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
2200
Cr2O3
WDXRF
mg/kg
2000
EDXRF
1800
1600
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
5
6
7
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
Fig. 11 - Confronto tra i valori di concentrazione di Cr2O3t nei campioni del gruppo C
determinati mediante WD-XRF e ED-XRF portatile
diante WD-XRF con i risultati dell’ED-XRF portatile ottenuti eseguendo un fitting con il programma
WinAxil® e il metodo dei parametri fondamentali
(FP) per l’analisi quantitativa [9]. I risultati, ripor-
tati in tabella 5, mostrano una buona riproducibilità
anche per l’ossido di arsenico, migliore, in questo
caso, per le misure eseguite a 240 secondi e 3 mm
di spot.
Tab. 5 - Confronto tra i valori di concentrazione espressi in mg/kg di As2O3
nei campioni C16 - C20 determinati mediante WD-XRF e ED-XRF portatile
Campione
WDXRF
C16
C17
C18
C19
C20
120
120
160
180
200
EDXRF
240 s - 3 mm
123
123
150
178
206
120 s - 8 mm
110
120
183
173
194
Errore
20
20
20
20
20
15
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studies
studi
5-2012
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
800
MnO
WDXRF
mg/kg
EDXRF
700
600
500
400
300
200
100
0
2
3
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
Fig. 12 - Confronto tra i valori di concentrazione di MnO nei campioni del gruppo C
determinati mediante WD-XRF e ED-XRF portatile
4. Conclusioni
Analisi di elementi in tracce quali Pb e As nei contenitori alimentari in vetro silico-sodico-calcico vengono eseguite di routine per verificarne l’idoneità
rispetto ai limiti di legge previsti dalla Direttive Europee in materia di contatto con gli alimenti e smaltimento degli imballaggi; inoltre la determinazione
di elementi quali Fe, Cr e Mn è molto importante per
la verifica della qualità del colore del vetro. Queste
analisi vengono di norma eseguite utilizzando tecniche di laboratorio complesse e impegnative che richiedono analisti qualificati e tempi di analisi lunghi.
Per verificare la possibilità di eseguire determinazioni quantitative rapide di Pb, As, Fe, Cr e Mn mediante ED-XRF portatile, sono state effettuate misure comparative su campioni di contenitori alimentari
16
in vetro industriali di diverso colore. I risultati ottenuti dimostrano che, se opportunamente calibrato, lo spettrometro portatile può eseguire l’analisi
quantitativa rapida di questi elementi con elevati
livelli di accuratezza e precisione e valori delle minime quantità rilevabili inferiori alle necessità analitiche richieste. Le misure possono essere eseguite in
tempi estremamente rapidi (durata totale massima
della misura due minuti per tutti gli elementi considerati), direttamente sulla superficie del contenitore
senza preparazione del campione e non necessitano
di analisti specializzati.
Questa tecnica analitica risulta quindi particolarmente interessante e promettente nel controllo di
qualità dei contenitori in vetro per alimenti sia da
parte dei produttori (vetrerie industriali) che degli
utilizzatori (industria alimentare).
studies
studi
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Riferimenti bibliografici
[1] A. Agostino, R. Falcone, M. Vallotto, M. Verità,
Advanced Materials Research, (2008) 39-40, 559562
[2] A. Agostino, M. Aceto, S. Castronovo, “Autentificazione di opere di oreficeria limosina mediante
analisi di Fluorescenza di Raggi X e analisi multivariata. La ‘Collection Larcade'”, proceedings of
AIAR09, Ravenna, Italy, 24-26 February 2009
[3] European directive 89/109/CEE
[4] European directive 91/156EC
[5] European directive 91/689CE
[6] European directive 94/62CE
[7] A. Daneo, R. Falcone, S. Hreglich, Glass Technology, (2009), 50 (3) 147-150
[8] P. Van Espen, P. Lemberge, (2000), Adv. X Ray
Anal., 43, 560
[9] L. Mino, A. Agostino, S. Codato, C. Lamberti, J.
Anal. At. Spectrom, (2010), 25, 831-836
Versione italiana dell’articolo “Rapid quantitative
analysis of lead and other trace metals in glass containers by handheld ED-XRF” di A. Agostino e R.
Falcone pubblicato nella rivista Glass Technology,
Aprile 2012, Volume 53, Numero 2; pagg. 60-64.
Autori:
Roberto Falcone
Stazione Sperimentale del Vetro
Murano-Venezia
Angelo Agostino
Dipartimento di Chimica Generale e Chimica
Organica, Università degli Studi di Torino, Torino
17
5-2012
studies
studi
5-2012
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Principali norme per l’analisi e la caratterizzazione
dei materiali refrattari
Stefano Sanchetti, Simone Tiozzo
Introduzione
Densità e porosità apparenti
La Stazione Sperimentale del Vetro, nell’ambito del
progetto P.O.R 1.1.1 della Regione del Veneto, ha
potenziato i propri laboratori di analisi e caratterizzazione dei materiali refrattari, con particolare riferimento ai prodotti utilizzati nell’industria vetraria.
Negli ultimi anni, infatti, si è fatta via via più pressante l’esigenza di approfondire le tematiche riguardanti i refrattari ed il loro utilizzo negli impianti
industriali, vista l’elevata incidenza che questi materiali hanno sui costi di costruzione e l’impatto
considerevole delle loro performance in esercizio
su molteplici aspetti della produzione, quali: qualità dei prodotti finiti, percentuale di scarto, consumo
energetico, efficienza, durata della campagna produttiva ecc.
Molto spesso le classiche analisi chimiche da sole
risultano insufficienti per poter classificare questi
materiali e prevederne il comportamento durante
l’utilizzo; risulta importante, quindi, avere un approccio che integri sinergicamente diverse metodologie analitiche, tenendo sempre in considerazione
l’ambiente di utilizzo, la temperatura in gioco e
l’ampiezza e velocità delle sue oscillazioni, nonché
i materiali presenti a diretto contatto.
La principale norma di riferimento per la misura di
queste proprietà è la UNI EN 993-1 del 1998, che
specifica appunto il metodo per la determinazione
della massa volumica apparente, della porosità apparente e della porosità totale dei prodotti refrattari
formati densi.
Questo lavoro esporrà una panoramica sulle principali metodologie analitiche e sugli standard internazionali più utilizzati per la caratterizzazione dei
refrattari dal punto di vista chimico-mineralogico,
fisico-meccanico e termo-fisico. Particolare attenzione sarà data ai metodi analitici riguardanti i refrattari elettrofusi AZS, visto il ruolo di primaria
importanza che rivestono per l’industria vetraria, e
soprattutto visto il recente ingresso sul mercato di
nuovi players con scarsa esperienza nella manifattura di questo tipo di prodotti.
18
Il principio del metodo è il seguente: mediante pesatura vengono determinati la massa di un provino secco, la sua massa apparente (con bilancia di
Archimede) dopo impregnazione con acqua sotto
vuoto, ed infine la sua massa in aria libera allo stato impregnato. A partire da questi valori vengono
determinati, mediante calcolo, la massa volumica
apparente, la porosità apparente e l’acqua assorbita.
Le provette che devono essere sottoposte alla prova
sono ricavate dal materiale da testare e possono avere
forma cilindrica o prismatica. Il loro volume totale
deve essere superiore a 50 cm3 e inferiore a 200 cm3.
Il campione viene dapprima pesato allo stato essiccato, dopodiché viene introdotto in una camera stagna ed accuratamente degassato sotto vuoto
(pressione non superiore a 2500 Pa) per almeno 15
minuti. A questo punto, sempre mantenendo il vuoto, nella camera viene introdotta acqua demineralizzata, così da permettere la completa impregnazione
dei pori del provino; la durata minima dello step di
impregnazione è di 30 minuti. Dopo questo trattamento in presenza di acqua e vuoto, il campione è
lasciato immerso a pressione atmosferica per altri
30 minuti, e poi vengono determinate la massa apparente del provino impregnato sospeso in acqua
(mediante bilancia idrostatica), e la massa “in aria”
del provino impregnato.
studies
studi
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Fig. 1 - Dispositivo utilizzato in SSV per i test di densità e porosità apparenti
A questo punto si può procedere al calcolo:
m3 è la massa in grammi del provino impregnato
ρb=
ρLiq è la massa volumica del liquido di immersione,
che è funzione della temperatura
πa=
100
Dove:
ρb è la massa volumica apparente espressa in grammi al centimetro cubo
πa è la porosità apparente espressa quale percentuale
in volume
Questi due semplici parametri possono essere molto significativi nella scelta dei prodotti e molto utili
nei controlli di qualità di fabbricazione dei vari lotti
di produzione. Spesso infatti i produttori stessi utilizzano queste misure per tenere sotto controllo il
processo di fabbricazione, in quanto possono dare
informazioni indirette sull’omogeneità strutturale e
composizionale dei prodotti.
m1 è la massa in grammi del provino essiccato
m2 è la massa apparente in grammi del provino immerso
Nella tabella seguente sono riportati alcuni valori
medi caratteristici per alcune famiglie di prodotti
refrattari formati densi comunemente utilizzati:
19
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studi
5-2012
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
prodotto; ma salendo con la temperatura tale fase
amorfa, rammollendo, può far degradare considerevolmente le proprietà meccaniche, tanto da pregiudicare l’utilizzo di questi prodotti alle temperature
più elevate.
Densità
apparente
Porosità
apparente
ρb (g/cm3)
πa (%)
Silice 96% SiO2
1,81
21,0
Silico alluminoso
40% Al2O3
2,30
17,0
Andalusite 60% Al2O3
2,55
15,0
Mullite 70% Al2O3
2,58
16,0
Bauxite 80% Al2O3
2,80
18,0
Allumina 90% Al2O3
3,0
14,0
Resistenza alla compressione a freddo
Corindone 99,5 Al2O3
3,3
16,0
Carburo di silicio 91%
SiC
2,6
17,0
Magnesite 97% MgO
3,0
17,0
AZS 32% ZrO2
3,6
<1
I provini possono essere cilindrici (50 mm di diametro e 50 mm di altezza per i refrattari formati densi),
o in alternativa dei cubetti di 50 mm di lato. Nella
foto della figura 2 è riportata la macchina di prova
in dotazione ai laboratori SSV, una pressa meccanica Galdabini Quasar 600, avente portata massima di
600 KN, pari a circa 60 tonnellate.
AZS 40% ZrO2
3,85
<1
Prodotto
Particolare attenzione deve essere tenuta nel confrontare le prestazioni a freddo di provini formati
con tecnologie di produzione diverse, di varie granulometrie o campionati in posizione diverse dei
blocchi: ad esempio, la direzione di pressatura dei
campioni deve essere sempre indicata.
Resistenza alla compressione a freddo e modulo
di rottura
La norma ASTM C133-97(2008) fornisce i metodi
di misura di entrambi questi parametri per tutti i tipi
di refrattari.
La resistenza meccanica a freddo dei refrattari costituisce un’importante informazione per valutare l’idoneità di tali materiali all’impiego nelle costruzioni impiantistiche; è bene, però, tener presente che
tali parametri, pur fungendo da indice per la stima
della qualità dei prodotti, non danno però nessuna
informazione diretta e sicura sul loro comportamento in temperatura.
Un mattone, per esempio, può esibire degli ottimi
valori di resistenza meccanica a freddo grazie alla
importante presenza di fase amorfa (che esplica una
funzione legante), magari derivante dalla presenza
di elementi basso fondenti nella composizione del
20
Fig. 2 - Macchina utilizzata in SSV per le prove meccaniche
studies
studi
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
L’attrezzatura di prova è costituita da due piatti compressori la cui area deve essere maggiore o uguale
a quella della sezione del provino sotto esame. Il
piatto compressore inferiore è fisso, mentre quello
superiore è collegato ad uno snodo sferico, in modo
da adattarsi ad eventuali difetti di parallelismo tra
le facce del campione, così da permettere l’applicazione del carico su tutta la superficie del provino.
Per uno schema di dettaglio dell'apparato di prova si
rimanda alla norma citata.
La velocità di applicazione del carico è variabile in
funzione della tipologia di prodotto testato; il carico
viene applicato fino a rottura del provino oppure fino
a quando l’altezza del campione viene ridotta del
10%. Viene registrato il carico massimo applicato.
Per ovviare all’eventuale presenza di asperità o cavità sulla superficie del campione, e quindi migliorare
ulteriormente l’omogeneità della sollecitazione, tra
provino e piatti compressori può essere interposto
un cartoncino di spessore normato ed eccedente di
almeno 12,7 mm i bordi della superficie sottoposta
al carico, applicato parallelamente alla direzione di
pressatura per i mattoni e alla direzione di colata per
i calcestruzzi.
Dove:
A questo punto, la resistenza alla compressione a
freddo si calcola come:
S=W/A
S è la resistenza a compressione a freddo in MPa
W è il carico massimo applicato in N
A è la media delle aree delle superfici superiore e
inferiore del campione perpendicolari alla direzione
di applicazione del carico.
Fig. 3 - Particolare del dispositivo di compressione
21
5-2012
studies
studi
5-2012
Modulo di rottura
È la sollecitazione massima che una provetta prismatica di dimensioni specificate può sopportare
quando viene sottoposta al carico in un dispositivo
di flessione a tre punti. Le dimensioni dei provini
sono variabili in funzione della tipologia di prodotto
da testare. Il castello di prova è costituito da: due
appoggi cilindrici con funzione di sostegno, su cui
poggia la parte inferiore del provino; un appoggio
cilindrico con funzione di spintore, che va in contatto con la faccia superiore e trasmette il carico
dalla traversa mobile della pressa al campione. I
raggi di curvatura e le mutue distanze degli appoggi
variano in funzione delle dimensioni del provino, e
quindi del tipo di materiale testato; inoltre, almeno
due supporti su tre devono essere liberi di basculare
sul piano verticale, così da compensare l’eventuale
mancato parallelismo tra le superfici del campione.
Il carico viene applicato tramite il supporto superiore, esattamente a metà della distanza tra gli appog-
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
gi inferiori; la velocità di applicazione del carico,
mantenuta costante fino alla rottura del provino, è
variabile a seconda del tipo di materiale testato.
Il carico massimo alla rottura viene registrato, e da
esso si calcola il valore del modulo di rottura:
Dove:
MOR è il modulo di rottura in MPa
P è il carico massimo applicato in N
L è la distanza tra gli appoggi in mm
b è la larghezza del provino in mm
d è lo spessore del provino in mm
I valori di resistenza a compressione a freddo e di
modulo di rottura dei prodotti refrattari coprono un
ampio spettro; ad esempio, i mattoni isolanti porosi
hanno valori di resistenza a compressione di 4-5 MPa,
mentre si può arrivare a 300 MPa per i refrattari elettrofusi AZS, grazie alla loro compattezza e all’importante contributo della fase vetrosa in essi presente.
Fig. 4 - Dispositivo utilizzato alla SSV per la determinazione del modulo di rottura
22
studies
studi
Analisi mineralogica quantitativa tramite metodo Rietveld
L’analisi mediante spettrometria di fluorescenza a
raggi X (XRF) fornisce informazioni sulla composizione chimica dei prodotti refrattari, ma da sola non
permette di individuare le fasi cristalline presenti
nel campione; di conseguenza, storicamente essa
viene abbinata alla diffrazione a raggi X, che fornisce una caratterizzazione mineralogica qualitativa
del materiale. Grazie a questa metodologia analitica è possibile, per esempio, verificare a quale grado
di completezza sono giunte, nel prodotto finito, le
trasformazioni cristalline che avvengono durante la
cottura, informazione fondamentale per formulare
un giudizio sulla qualità del materiale refrattario.
Questa tecnica di caratterizzazione, però, ha la limitazione di non essere in grado di distinguere le
eventuali fasi amorfe presenti, e, da sola, può fornire
solamente un’indicazione di massima sulle proporzioni delle diverse fasi costituenti il campione.
Tale limite può essere superato accoppiando all’analisi in diffrazione a raggi X un particolare metodo
di elaborazione dei dati acquisiti, detto Rietveld Refinement, grazie al quale è possibile ottenere informazioni di tipo quantitativo sia sulla composizione
mineralogica del campione analizzato che sul contenuto complessivo di fasi amorfe; l’impossibilità di
distinguere eventuali separazioni di fase in seno alla
fase vetrosa rimane, però, un limite intrinseco della
tecnica analitica.
Il metodo Rietveld consiste in una trattazione matematica dei dati acquisiti dallo strumento: si opera
un best fit ai minimi quadrati tra il diffrattogramma sperimentale e un tracciato “teorico”, simulato
a partire dai modelli cristallografici delle fasi riconosciute come presenti nel campione. Sulla base dei
valori finali dei parametri strutturali ricavati dal fitting, è possibile risalire alla composizione mineralogica del campione, ovvero alle percentuali in peso
delle varie fasi cristalline identificate. Inoltre, sfruttando l’apposita strategia esposta nel seguito, detta
metodo dello standard interno, con il raffinamento
Rietveld è possibile dedurre anche la percentuale totale di fase amorfa presente nel campione.
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Tale strategia consiste nell’aggiungere al campione
di partenza un quantitativo noto (per es. il 10% in
peso) di una fase cristallina nota (lo standard interno) e originariamente non presente nel materiale, e
nel riacquisire e rielaborare col Rietveld Refinement
il tracciato XRD, al fine di calcolare la composizione mineralogica della nuova miscela.
Dal momento che non esiste un modello matematico che permetta di simulare la fase vetrosa, e dato
che il computo delle percentuali delle fasi cristalline
tramite Rietveld Refinement deve necessariamente
chiudere a 100%, la percentuale in peso attribuibile
al materiale amorfo risulterà distribuita in proporzione sulle fasi cristalline identificate, le cui percentuali verranno di conseguenza sovrastimate. Conoscendo però l’esatta percentuale di standard interno
(i.e. il 10%), è possibile quantificare la sovrastima
causata dalla presenza di fase amorfa, e quindi, con
una semplice proporzione, è possibile risalire alla
composizione mineralogica corretta del campione
di partenza, comprensiva anche della percentuale di
fase vetrosa.
Per esempio, assumiamo che dall’elaborazione mediante Rietveld Refinement del diffrattogramma relativo ad una miscela 90% campione + 10% standard si siano ricavati i seguenti valori:
Mullite (%)
Corindone
(%)
Standard
(Zincite) (%)
65
23
12
Dal momento che lo standard non deve essere mai
presente nel campione di partenza, è chiaro che la
percentuale di zincite risulta sovrastimata del 2%,
per cui si può rielaborare la composizione mineralogica della miscela 90/10 computando la presenza di
un 16.6% di fase amorfa:
Mullite
(%)
Corindone
(%)
Amorfo
(%)
Standard
(Zincite) (%)
54,2
19,2
16,6
10
23
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studies
studi
5-2012
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Ora, eliminando il contributo del 10% di standard e
rinormalizzando banalmente a 100, la composizione mineralogica del campione originario può essere
quantificata come segue:
Mullite (%)
Corindone
(%)
Amorfo (%)
60,2
21,3
18,4
Refrattarietà sotto carico e scorrimento a caldo
Nella tabella seguente vengono riportati i risultati di
quattro elaborazioni mediante Rietveld Refinement
e metodo dello standard interno; i quattro campioni
analizzati in XRD derivavano da prelievi effettuati
in posizioni equivalenti su quattro blocchi di elettrofuso AZS di quattro produttori differenti, ma tutti
contenenti il 32% nominale di ZrO2:
Campione
Campione
Campione
Campione
A
B
C
D
Baddeleyite
30
31
27
27
Corindone
51
49
48
46
Mullite
0
<1
0
0
Amorfo
19
20
25
27
Fase
mili dal punto di vista della composizione chimica;
peraltro, tali sensibili differenze, di sicuro impatto
sulle performance del materiale, non si sarebbero
potute individuare senza l’applicazione del metodo
del raffinamento Rietveld.
Come si può notare dai dati in tabella, la quantità
di fase amorfa può variare significativamente all’interno di prodotti nominalmente identici, e molto si-
Le due norme di riferimento per queste proprietà termofisiche dei materiali refrattari sono: ISO
1893:2007 per la refrattarietà sotto carico (Refractoriness Under Load, RUL) e ISO 3187:1989 per lo
scorrimento a caldo (Creep In Compression, CIC).
Gli standard citati uniformano i metodi di prova
per la determinazione di due proprietà differenti,
ma il dispositivo impiegato per condurre le prove
è il medesimo: una piropressa, i.e. una macchina in
grado di riscaldare in modo controllato e omogeneo
il provino, esercitando su di esso al contempo una
sollecitazione meccanica controllata. Il provino è
costituito da un cilindro di 50 mm di diametro e 50
mm di altezza, con un foro passante centrale coassiale di diametro 12,5 mm, entro il quale viene fatta
passare la termocoppia di registrazione; il provino
viene collocato in un forno a geometria cilindrica in
grado di raggiungere i 1700°C con un gradiente di
5°C/min, e sottoposto a sollecitazione mediante un
sistema di pesi tarati e carrucole.
Fig. 5 - Piropressa utilizzata per la determinazione della refrattarietà sotto carico e dello scorrimento a caldo
24
studies
studi
Refrattarietà sotto carico (RUL)
Il carico normato, variabile a seconda del tipo di materiale testato, viene applicato sin dall’inizio della
prova, e le variazioni dimensionali subite dal campione durante il riscaldamento a gradiente costante
(5°C/min) vengono registrate tramite un trasduttore
di movimento.
In particolare, il provino tenderà a dilatare sino alla
cosiddetta Temperatura di Inversione (T0), in corrispondenza alla quale la curva dilatazione Vs T esibisce un massimo; da questo punto in poi il campione subirà uno schiacciamento via via crescente
con l’aumento della temperatura. Dopo T0 verranno
individuate, se possibile, le temperature corrispondenti allo 0,5%, 1%, 2% e 5% di ritiro rispetto alla
lunghezza iniziale del campione, denominate rispettivamente T0,5, T1, T2, T5 (vedi grafico in Fig. 6).
Normalmente viene presa come riferimento la temperatura T0,5 poiché è quella che può essere determinata per la maggior parte dei prodotti, compresi
quelli a più alta refrattarietà, che hanno temperature
di inversione prossime ai 1700°C.
Fig. 6 - Esempio di curva della refrattarietà sotto carico
di un campione refrattario silico alluminoso
La T 0,5 è un ottimo indicatore della refrattarietà sotto carico dei prodotti refrattari, ed è un parametro
che non può mancare nelle schede tecniche dei produttori. Nella tabella seguente sono riportati i valori
di T0,5 di alcuni prodotti di largo impiego:
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Prodotto
T0,5 °C
Silico alluminoso 35% Al2O3
1350
Silico alluminoso 40% Al2O3
1400
Andalusite 60% Al2O3
1500
Mullite 70% Al2O3
1550
Bauxite 80% Al2O3
1500
Allumina 90% Al2O3
>1700
Corindone 99,5 Al2O3
>1700
Carburo di silicio 91% SiC
1650
Magnesite 97% MgO
>1700
AZS 32% ZrO2
>1700
Scorrimento a caldo (CIC)
La norma ISO 3187 prescrive la stessa apparecchiatura, sollecitazione e tipologia di provino della
succitata norma ISO 1893; in questo test, però, la
temperatura viene fatta salire con un gradiente di
5°C/min fino ad un determinato valore massimo,
che nel caso dei prodotti silico-alluminosi, ad esempio, è pari a 1280°C, e in seguito viene mantenuta
costante per un tempo normato, che comunemente è
di 25 ore. Vengono anche in questo caso registrate le
variazioni dimensionali del provino durante la prova, con particolare attenzione al ritiro percentuale
(detto anche scorrimento o creep) rispetto all’altezza iniziale che si verifica durante il mantenimento
isotermo alla temperatura massima.
Per confrontare le prestazioni di diversi campioni è
utile considerare il ritiro percentuale dei provini nello stesso intervallo di tempo, oppure la loro velocità
di scorrimento espressa come % di ritiro/ora. Nel
grafico di Fig. 7 è riportato come esempio lo scorrimento a caldo di due rulli ceramici idonei all’impiego ad alta temperatura, molto simili come caratteristiche chimico-fisiche. In questo caso la temperatura di stazionamento scelta per la prova è stata
di 1350°C, e il carico applicato di 1 MPa. Risulta
evidente come il campione A sia molto più performante rispetto al campione B per quanto riguarda
la capacità di sostenere il carico alle temperature di
25
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studi
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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
29h a 1350°C carico 1 MPa
0,9
0,8
0,7
Dl/l0 (%)
0,6
0,5
0,4
campione A
0,3
campione B
0,2
0,1
0
-0,1
0
5
10
15
20
25
30
Tempo (h)
Fig. 7 - Creep di due rulli ceramici per alta temperatura
esercizio. A livello numerico, il campione A presenta un ritiro tra la 1^ e la 25^ ora pari a -0,25%, mentre il campione B nello stesso intervallo di tempo
subisce un ritiro dello -0,53%.
Essudazione nei refrattari elettrofusi AZS
Questo tipo di test viene eseguito dai produttori di
refrattari elettrofusi AZS secondo diverse metodologie, spesso non unificate, e quasi sempre in modo
comparativo, cioè per confrontare le prestazioni di
prodotti diversi. L’unica norma di riferimento è la
ASTM C1223 - 09, che però viene raramente impiegata dai produttori europei.
Il fenomeno dell’essudazione consiste nella fisiologica espulsione di parte della fase vetrosa presente in seno alla microstruttura degli AZS durante il
primo periodo di esposizione alle temperature di
esercizio (start up), ed è un potenziale generatore di
difetti nel vetro prodotto; in effetti, tale fase amorfa
è particolarmente ricca in Al2O3 e ZrO2, per cui può
facilmente produrre corde e infusi. Tendenzialmente, si considerano avere buone performance di essudazione tutti quei prodotti che, o essudano molto
poco in assoluto, oppure che concentrano l’essudazione in un periodo di tempo molto breve, massimo
qualche giorno dopo lo start up, così da costringere
a sacrificare solo una ridotta quantità di produzione
iniziale.
26
I test di essudazione sono effettuati sia dai produttori, come parte integrante dei controlli di qualità sul
prodotto finito, sia dagli utilizzatori, per la scelta dei
materiali da acquistare. È molto importante specificare con precisione la posizione di campionamento dei provini, poiché nei blocchi di AZS esistono
sensibili differenze composizionali, mineralogiche
e microstrutturali tra regione e regione dei blocchi
(per es. superficie Vs interno, sommità Vs fondo
ecc). Origine di tali variazioni è la segregazione,
che si produce durante il raffreddamento del blocco
a seguito della colata nello stampo, e che fa sì che i
componenti a più basso punto di fusione si concentrino all’interno del blocco, e che in prossimità della
superficie si abbia una maggior quantità di fase vetrosa. La norma citata fornisce delle linee guida per
il campionamento nelle varie zone del blocco.
Il principio della norma ASTM C1223 è quello di
misurare l’aumento percentuale di volume del provino dovuto all’essudazione della fase amorfa dopo
un opportuno trattamento termico. Dal blocco vengono ricavati dei campioni di geometria e dimensioni unificate, che vengono poi appoggiati su delle
lamine o coppette di platino destinate a raccogliere
la fase vetrosa essudata, e sottoposti ad un trattamento termico a temperature assimilabili a quelle
di esercizio.
Seguendo la norma ASTM C20: “Test methods for
apparent porosity, water absorption, apparent spe-
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studi
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
cific gravity and bulk density of burned refractory
brick and shapes by boiling water”, viene calcolato
il volume complessivo dei campioni e dei supporti
di platino prima e dopo il trattamento termico di 4
ore a 1510°C; la differenza tra questi due valori rappresenta il volume della fase vetrosa essudata, per
cui l’essudazione percentuale può essere in prima
approssimazione stimata come:
% essudazione =
Per queste e per altre ragioni, molti produttori europei hanno giudicato la norma ASTM C1223 inadatta a quantificare in maniera completa le prestazioni
in materia di essudazione, e quindi da più parti si
è sentita l’esigenza di sviluppare un nuovo metodo
unificato per valutare questa caratteristica. Una possibile soluzione è stata elaborata in seno al comitato
tecnico TC11: Materials for Furnaces, appartenente
all’International Commission on Glass (ICG).
100
Sulla base del calcolo sopra riportato, la norma
ASTM C1223 trascura (considerandole marginali)
le eventuali variazioni di volume a carico del campione prodotte da fenomeni diversi dall’essudazione, quali, per esempio, la dilatazione irreversibile
legata alla trasformazione cristallografica della baddeleyite; inoltre, lo standard americano prescrive un
trattamento termico piuttosto breve (sole 4 ore), per
quanto comunque contempli a titolo facoltativo la
ripetizione per altre due volte del trattamento termico, al fine di ottenere risultati più affidabili.
Il metodo messo a punto si basa ancora una volta
sulla misurazione delle variazioni di volume prodotte dall’essudazione della fase vetrosa, ma prevede
la compensazione per la dilatazione irreversibile
dello ZrO2; inoltre, la storia termica a cui vengono
sottoposti i provini risulta maggiormente severa, in
quanto sono previsti un primo ciclo a 1550°C per 72
ore, seguito da altri nove cicli di due ore ciascuno,
sempre a 1550°C. Nella maggior parte dei casi, una
tale sollecitazione termica, a differenza della norma
ASTM C1223, è in grado di esaurire pressoché completamente il potenziale di essudazione del provino,
assicurando che la valutazione sulle prestazioni del
materiale tenga correttamente in considerazione anche la velocità a cui avviene il fenomeno.
In effetti, considerando il grafico di Fig. 9 alla pagina seguente, in cui sono riportate le essudazioni di
quattro provini di AZS a diverso contenuto di ZrO2,
nelle prime ore di prova il Campione 1 risulta essere il meno performante, mentre proseguendo con i
cicli di essudazione esso si dimostra essere uno tra
i materiali migliori; al contrario, i Campioni 2 e 3
inizialmente danno risultati relativamente bassi, ma
proseguendo con la prova continuano ad essudare
in maniera consistente. Di conseguenza, se si fosse
impiegata la norma ASTM C1223, che impone un
trattamento termico molto breve, le conclusioni che
si sarebbero tratte, i.e. Camp 1 scadente e Camp 2 e
3 ottimi, sarebbero state errate.
Fig. 8 - Campioni con essudazione media 4,8%
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studi
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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
10
41%
ZrO2
Camp
1
41%
ZrO2
Camp
2
32%
ZrO2
Camp
3
32%
ZrO2
Camp
4
9
Essudazione [%wt]
8
7
6
5
4
3
2
1
0
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Ciclo termico
Fig. 9 - Curve di essudazione in dieci cicli di quattro provini di refrattario elettrofuso
Test di corrosione statica
Questo tipo di test, di natura principalmente comparativa, permette di valutare l’attitudine di un materiale refrattario a resistere all’attacco corrosivo che
un determinato tipo di vetro (allo stato fuso) è in
grado di esercitare su di esso alle temperature prossime a quelle di esercizio. Normalmente vengono
testate assieme due barrette di materiali simili per
confrontare le diverse resistenze alla corrosione, oppure una barretta di materiale di riferimento con una
di un materiale in fase di sviluppo.
La Stazione Sperimentale del Vetro conduce tale
tipologia di prova seguendo una variante interna
della norma ASTM C621-09: dai blocchi da testare vengono ricavate delle barrette di dimensioni
105x25x15 mm, ad una delle cui estremità viene carotato un foro di 10 mm di diametro; praticando due
tagli tangenziali al foro si ricava il codolo necessario a sospendere le barrette durante l’esecuzione del
test, mentre dal lato opposto al foro si realizzano
due tagli inclinati a 45°, al fine di ricavare una punta
che faciliti l’ingresso nel vetro fuso. Le varie bar28
rette vengono successivamente sospese (in genere a
coppie) ad una tavella di mullite, sulla quale sono
praticati dei fori di 20 mm di diametro: attraverso
tali fori infatti vengono fatti passare i codoli delle
barrette, che vengono poi mantenute in posizione
tramite una spina alluminosa (vedere Fig. 10).
Fig. 10 - Castelletto per prove di corrosione
studies
studi
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
La tavella con le barrette viene riscaldata gradualmente sino alla temperatura di prova, variabile a seconda delle esigenze sperimentali, e poi sovrapposta
ad un crogiolo di platino riempito del vetro di interesse, così da far immergere le barrette nel vetro fuso
per circa 40-50 mm. Queste ultime vengono mantenute in immersione isoterma per tempi che possono variare dalle 72 alle 168 ore, in funzione della
temperatura e aggressività del vetro da testare. Alla
fine del test le barrette vengono estratte dal vetro,
raffreddate gradualmente e poi sezionate assialmente; tramite un microscopio ottico tarato viene misurata la sezione del campione in corrispondenza del
battente di vetro, così da poter calcolare la riduzione
percentuale di sezione prodotta dalla corrosione.
Fig. 11
Prova di attacco dei vapori per materiali utilizzati in sovrastruttura
Questo test consente di valutare il comportamento
dei refrattari impiegati nella costruzione della sovrastruttura dei forni da vetro, e quindi sottoposti
all’attacco di vapori alcalini a temperatura elevata.
La norma di riferimento è la ASTM C987-10, che
specifica il metodo analitico da adottare.
Il campione da sottoporre ad attacco è costituito da un
blocchetto a base quadrata di lato 55 mm e di spessore
20 mm, mentre il reagente che svilupperà i vapori alcalini deve essere posto all’interno di un crogiolo conico in allumina o platino avente diametro superiore
pari a 43 mm, diametro inferiore pari a 33 mm, e altezza 53 mm. Il blocchetto viene posto sopra il crogiolo
riempito di reagente, ed il tutto viene alloggiato all’interno di un ulteriore crogiolo esterno in refrattario di
altezza 115mm e diametro superiore pari a 90 mm.
Il tipo di reagente e le temperature di prova devono essere rappresentative dell’ambiente di esercizio del refrattario da testare. Il livello del reagente non deve superare
il 40% della profondità del crogiolo, onde evitare che
si abbia contatto tra campione e reagente fuso. La norma porta come esempio l’uso del carbonato di sodio,
ma possono essere usati anche solfati, borati e alidi. La
temperatura di test, nel caso del carbonato di sodio, è di
1370°C, la rampa di riscaldamento può andare da 2 a 8
ore, e il tempo di stazionamento isotermo è di 24 ore.
Il campione viene tagliato a metà per poter osservare
la penetrazione del reagente all’interno del materiale,
vengono registrate variazioni di colore, profondità, deformazioni ed eventuali cambiamenti mineralogici intervenuti durante l’attacco. Poiché le valutazioni di questo tipo possono avere un grado di soggettività, è bene
sempre confrontarsi ad un campione di riferimento.
In figura 13 si riporta a titolo di esempio un campione
di refrattario AZS al 32% di ZrO2, sottoposto a prova
di attacco con vapori alcalini a 1500°C per 100 ore.
Fig. 12
Nelle figure 11 e 12 sono riportati alcuni campioni
dopo prova di corrosione a 1300°C per 120 ore.
Fig. 13
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studi
5-2012
Conclusioni
Dopo questa breve panoramica sulle principali norme di caratterizzazione dei materiali refrattari, risulta chiaro come sia importante avere un approccio
analitico integrato da diverse metodologie che ci
permetta di avere una visione completa del prodotto
e ci consenta quindi di prevedere il suo comportamento in esercizio. I risultati di singole analisi possono essere fuorvianti e portarci ad una scelta errata
del tipo di materiale da utilizzare nelle diverse zone
dell’impianto.
Condizioni di utilizzo come la temperatura e le sue
oscillazioni, materiali con il quale in refrattario viene a contatto, presenza di eventuali vapori aggressivi devono essere sempre tenuti in considerazione
assieme alla caratterizzazione completa dei prodotti
per poter operare la scelta migliore.
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
ASTM C133 - 97(2008)e1: Standard Test Methods
for Cold Crushing Strength and Modulus of Rupture
of Refractories.
ISO 1893:2007: Refractory Products - Determination of Refractoriness under Load - Differential
Method with Rising Temperature.
ISO 3187:1989: Refractory Products - Determination of Creep in Compression.
ASTM C1223-09: Standard Test Method for Testing
of Glass Exudation from AZS Fusion-Cast Refractories.
ASTM C20-00(2010): Standard Test Methods for
Apparent Porosity, Water Absorption, Apparent Specific Gravity, and Bulk Density of Burned Refractory Brick and Shapes by Boiling Water.
ASTM C621-09: Standard Test Method for Isothermal Corrosion Resistance of Refractories to Molten
Glass.
ASTM C987-10: Standard Test Method for Vapor
Attack on Refractories for Furnace Superstructures.
Bibliografia
Autori
UNI.EN 993-1:1998: Methods of Test for Dense
Shaped Refractory Products. Determination of Bulk
Density, Apparent Porosity and True Porosity.
30
Stefano Sanchetti, Simone Tiozzo
Stazione Sperimentale del Vetro, Murano-Venezia
studies
studi
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
LA PRATICA CHIMICA DEI VETRAI DEL RINASCIMENTO
La preparazione delle materie prime (II Parte)
Le prescrizioni dei ricettari: Trattatelli Toscani (XIV-XV secolo), Montpellier (1536),
Anonimo (XVI sec.), Neri (1612), Darduin (1644), Brunoro (1645)
Cesare Moretti
Acqua forte1
Neri, cap. 38 - Modo di fare l’acqua forte, detta da partire, che solve l’Argento e l’Argento vivo2 con un
modo segreto
Piglierai salnitro raffinato parte una, allume di rocho parte tre, al quale per prima gli sia levata l’humidità da
dosso, mettendolo in un pignatto o tegame a esalare ogni sua humidità, e a questa materia si aggiunga per ogni
libra3 oncia una di arsenico cristallino, questa è materia segreta e non ordinaria, che oltre al dar più forza a
l’acqua, aiuta a cavare meglio gli spiriti dai materiali che sono il vero nervo e potenza dell’acqua forte, senza i
quali spiriti l’acqua forte saria come un’acqua di pozzo. Si polverizzi ogni cosa e si mescoli insieme benissimo
aggiungendo a questa materia la decima parte del tutto di calcinacci bene polverizzati mescolando benissimo
ogni cosa, di questa materia4 si metta nelle boccie di vetro tanta quantità che siano piene i tre quarti circa,
lequali boccie sieno lutate al solito con luto che sia forte, che come cosa vulgare la rimetto all’ artista pratico,
anzi ne insegnerò uno non vulgare. Habbisi melletta di fiume per esempio di Arno, che è quella terra grassa che
ognuno sa e di questa parte una, rena parte tre, cenere di legna ordinaria bene stacciata parte mezza, cimatura
di panni lani parte mezza, queste materie si mescolino e unischino insieme incorporandole con acqua comune
in forma di pasta, quale si lavori benissimo che quanto più si lavora, è meglio: però si avverta che la pasta sia
un poco duretta e a tutta questa materia si aggiunga un terzo di sale comune. quale si incorpori bene con il luto
e incorporato benissimo che in questo sta l’importanza, all’hora con questo luto si lutino i vetri, che sarà un
luto perfetto5. Queste boccie si mettino in fornelli a vento, perciò atto con loro fondo di terra cotta che regga al
fuoco; sotto il fondo delle boccie sia quattro dita di rena e attorno ripieno di rena fino al collo e sotto il fondo
di terra sia un ferro grosso a traverso che regga il peso del cappello, si metta alle boccie il lor cappello di vetro
che dentro sia grande e capace, si lutino benissimo al collo della boccia le giunture con luto fatto di farina fine,
e calcina, ana polverizzati e mescolati6 e si stemperino bene e impastino con chiara di uovo bene sbattuta con
questo luto e fascie di panno lino sottile, si lutino e fascino le giunture, che come sono asciutte bene, datone
tre o quattro coverte fanno presa fortissima, dando una fasciatura alla volta e lasciando asciugare alquanto
avanti di dare la seconda che così reggie ogni violenza e impeto delli spiriti dell’acqua forte, poi se li aggiusta
il recipiente a ogni boccia che sia grandissimo, pur di vetro acciò possa reggere alli impeti e furia delli spiriti
dell’acqua forte e medesimamente con il sopradetto lutto e pezze line, come sopra, si lutino le giunture del recipiente aggiustate al rostro del cappello il più che sia possibile, che haverà ciascuna boccia; lascinsi asciugare
1
2
3
L’acqua forte è una soluzione di acido nitrico, così chiamata in quanto fortemente corrosiva dei metalli.
Questa lunga ricetta di Neri serve a preparare l’acqua forte, adatta in particolare a sciogliere l’argento metallico ed il mercurio o Argento vivo.
La libra o lira veneta, unità di peso, poteva essere grossa (477 gr.) o sottile (301,23 gr.); entrambe erano suddivise in 12 once. L’oncia grossa era composta da
192 carati, quella sottile da 122 carati.
4 Il procedimento di preparazione consiste nel prendere una parte (in peso) di Salnitro raffinato (nitrato potassico), tre parti di allume di rocca secco (kalinite, solfato
idrato di alluminio e potassio) cui si aggiunge (a quale scopo?) una oncia per libbra di Arsenico cristallino (triossido di arsenico). Alla miscela ben polverizzata si
aggiunge poi un dieci percento di calcinacci, materia inerte evidentemente, costituita da non si sa bene cosa.
5 Neri dà qui una sua ricetta per la preparazione del “luto”, con il quale si sigillavano i recipienti in vetro dove si sviluppavano a caldo certe reazioni. Si prende
una parte di “melletta” di fiume cioè melmetta, fango argilloso, tre parti di sabbia, mezza parte di cenere di legna e si impasta con acqua aggiungendo anche un terzo
(una terza parte) di sale comune.
6 Qui parla di un luto diverso fatto con farina (di frumento?) e calcina (calce idrata?) in parti eguali (ana) cui aggiunge del bianco d’uovo.
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bene le lutature prima di dar fuoco che questo importa assai. Poi si dia fuoco alli fornelli con carbone solamente in principio e questo assai temperato per tre hore, che in detto tempo esce humido ventoso, e pericoloso
a rompere i vetri, e si continui in questa maniera di fuoco temperato per sei hore, di poi si augumenti il fuoco
a bel agio, e si li dia dei pezzi di legna di quercia secca mescolati con il carbone e così a poco a poco si vada
augumentando per altre sei hore, e il cappello comincierà a tingersi di giallo, segno che gli spiriti cominciano
a passare, si vadia così continuando con questo grado di fuoco fino, che gli spiriti cominciando a ingrossare
tingeranno il recipiente e cappello di colore rosso che tuttavia si caricherà come uno rubino, alI’hora se li augumenti il fuoco per molte hore, fino il recipiente e il cappello sono rossi, che alle volte dura doi giorni interi,
si continui in ogni modo il fuoco, fino tutti li spiriti dell’acqua forte siano passati, che si conoscerà quando il
cappello e recipiente a poco a poco comincieranno a rischiarare e divenire bianchi, come erano nel principio
e saranno del tutto freddi. tuttavia si continui ancora per una hora il fuoco, poi si lasci così il fornello da per
se freddare, avvertendo quando il fuoco è gagliardo e che il recipiente e cappello sono rossi in essi non vi dia
vento o brezza fredda, né si tocchino con cosa fredda perché facilmente creperrebbono e saria persa l’opera, la
spesa e il tempo perché quando sono in tale stato sono caldi infocati, come ogni cosa è fredda, all’hora sopra
il cappello e recipiente si mettino pezze line bagnate e inzuppate bene di acqua fresca, acciò li spiriti meglio si
tuffino tutti nell’ acqua forte che sono a torno per il cappello e recipiente lasciando così per dodici hore, di poi
si bagnino le gionture e lutature con acqua caldetta tanto che inhumidite si possino levare le fasciature e così
cavare il cappello e recipiente che per ordinario sono salvi.
La boccia si rompa perché non può più servire e le feccie e residenzie dell’acqua forte, cioè la loro terza parte
si polverizzino bene, e per ogni libra di esse se li aggiunga oncie quattro di sale nitro raffinato e si metta in
nuova boccia lutata e se li ritorni a dosso la sua acqua forte che era passata, mettendola nel fornello, come
sopra con suo cappello e recipiente bene serrate e lutate e asciutte le giunture, come sopra se li dia in principio
fuoco lento per quattro hore, poi si vada augumentando fino siano passati tutti li spiriti di detta acqua forte,
che si conosce quando il cappello e recipiente sono del tutto bianchi, all’hora non si dia più fuoco e si lasci
freddare ogni cosa e con pezze line bagnate di acqua si cuopra il cappello e recipiente lasciando così per dodici
hore, poi si slutino le giunture, come sopra, e si servi l’acqua forte in vasi di vetro benissimo serrati; acciò non
svaporino i migliori spiriti. Questa è l’acqua forte detta da partire che sarà buona per gl’usi infrascritti: alcuni
sono che invece di allume di roccho pigliano altr’ettanto vitriolo e di questo pigliano il meglio, quale è il romano7 o altro simile; il segno che il vitriolo sia buono per questa opera è che fregato sopra il ferro pulito, lo tinge
in colore di rame, e questo vitriolo quando è purificato nel infrascritto modo farà un’acqua forte potentissima,
molto più che non fa l’allume.
Acqua Regia8
Neri, cap. 40 - A fare l’Acqua Regia, che solve l’Oro e li altri metalli da l’Argento
Si pigli acqua forte sopradetta e si metta in boccietta di vetro e a ogni libra di acqua si dia per esempio oncie
dua di sale armoniaco polverizzato: si metta la boccietta in catinella piena di acqua calda che con questo calore
presto solverà il sale armoniaco e si agiti l’acqua forte in la boccietta più volte, la quale presto solverà tutto il
sale armoniaco e si tingerà in colore giallo: si rimetta nuovo sale armoniaco fino l’acqua lo solve, come non
solve più, all’ora l’acqua si lasci posare alquanto, poi si decanti chiara pianamente che nel fondo sogliono rimanere le terrestreità del sale armoniaco inutili; all’hora l’acqua è potente e atta a solvere l’Oro e li altri metalli
dallo argento in fuora che non lo tocca punto.
Brunoro 11 - A far aqua Reggia che solve l’oro e gl’altri mettali, da l’argento in fuori
Si pigli dill’aqua sopradetta forte, et si metti in bocetta di vetro et a ogni libra d’aqua, si da per esempio (vale)
7
Il Vetriolo romano è costituito da solfato idrato di ferro, che qui sostituirebbe l’allume di rocca indicato nella prima parte della ricetta per fare l’acqua forte. Crea
qualche perplessità quando, subito di seguito, dice che il vetriolo romano, se sfregato sul metallo, lascia una traccia del colore del ram.
8 L’acqua regia è una miscela di acido nitrico e acido cloridrico in rapporto di 3 a 1 in volume; viene usata per sciogliere i metalli nobili come l’oro.
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doi di sall’armoniaco polverizzato. Si metti la bocetta in uno cadino d’aqua calda che presto si solvera il
sall’armoniaco et s’aggiti la bozzeta più volte, che si tingerà in collore giallo poi si remetta novo sall’armoniago sino che l’aqua il solve et quando non si solve si lassi l’aqua possare alquanto poi si dicanti chiara che
nel fondo sogliono rimanire le tereistrità del salle armoniaco, all’hora l’aqua è potente, et atta a solver l’oro, e
gl’altri metali da l’argento in fuori.9
Anima di Saturno10
Neri, cap. 123 - A cavare l’anima di Saturno, che serve a molte cose nelli smalti e vetri
Piglia Ritargirio ben macinato, mettilo in scodella di terra vetriata; e per sopra metti aceto distillato che sopra
avanzi quattro dita, lassa stare in questa maniera fino che vedrai l’aceto colorirsi in colore di latte che suole
farlo presto, allora decanta questo aceto colorito e metti nuovo aceto destillato sopra il ritargirio come sopra
che si colorirà pure in colore bianco, come un latte e decantalo e reitera questa opera con aceto destillato fino
che non colorisce più, allora questi aceti coloriti mettili in una catinella di terra invetriata, lassandoli acciò la
materia lattea di Saturno dia in fondo, decantando l’aceto chiaro che questa materia lattea è l’anima di Saturno,
cioè la parte più nobile che serve per li smalti e vetri a molte cose11 e se questa materia bianca non dessi bene
in fondo buttavi sopra acqua fresca che la suole far dare in fondo e quando non dessi in fondo svapora li aceti
e l’acque, che nel fondo sta la parte più sottile de 1’aceto, buona per molte cose nell’arte Vetraria
Brunoro 21 - A cavar l’anima di Saturno che serve a molte cose, nelli smalti e vetri
Piglia ritragerio12 ben macinato, mettilo in scudela di terra vetriata, e per sopra metti acceto distilato che sopravanzi quattro ditta, lascia stare in questa maniera fin che vedrai l’acceto colorirsi in colore di latte, che suole
farlo presto all’hora si vuoti quist’acetto colorito in cattino o pignatta vetriata e metti novo acceto distilato
sopra il detto ritragirio che sarà rimasto, che se colorirà pure in color bianco, poi cavalo, e rigiongi sempre a
questo modo sino che l’acetto non colorirà più. All’hora questi acceti coloriti, mettili in una catinilla di terra
vetriata, lasciandoli acciò la materia lattea di Saturno dia in fondo tirando fuori l’acceto chiaro che questa
materia lattea, e l’anima di Saturno, cioè la parte più nobile, chi serve per li smalti et vetri et se questa materia
bianca non andasse bene in fondo, buttavi sopra aqua fresca, e se quist’aqua non valesse, stringi li acceti cioè
svaporali como si fanno a far il sal di cristalo, che nel fondo sta la parte più sottile dell’acceto, buona per molte
cose nill’arte vetraria13
Neri, cap. 91 - Modo di far le sopradette paste e immitare ogni sorte di Gioie maravigliose non più usato
Questo modo per me cavato da Isach Olando mentre ero in Fiandra14, cosa non più usata per immitare le gioie,
che io sappia, e per aventura nota a poche persone se bene alquanto laboriosa, fiera tanto quanto laboriosa tanto
e più bella e vaga di quante se ne sia forse fatte in qual si voglia luogo fino al dì d’hoggi, o almeno da me non
più viste in persona alcuna, però mostrerò il modo tanto chiaro e con tante circostanze e avvertimenti che un
pratico nella chimica facilmente ne resterà capace e l’opera farà perfettamente.
Piglisi cerussa di piombo altrimenti detta biacca15, questa si macini sottilmente e si metta in orinale di vetro
9
Le due ricette sono sostanzialmente eguali, tratte da una stessa fonte; il testo del Neri è più preciso ed aiuta a capire alcuni termini del Brunoro (vale per oncie,
teristreità per terrestreità). Il procedimento consiste nell’aggiungere all’acqua forte (acido nitrico) del sale ammonico (armoniaco, armonico) costituito da cloruro
ammonico. Non è ben chiaro cosa intenda “gli altri metalli dall’argento in fuori” forse i metalli più nobili dell’argento oppure dall’argento in su?
10 L’anima di Saturno è acetato neutro di piombo, ottenuto, nelle ricette che seguono, per trattamento con aceto del Litargirio (PbO) o della Biacca (carbonato
basico di piombo). Saturno è la dizione alchimistica per indicare il piombo.
11 Qui l’Anima di Saturno, cioè l’acetato di piombo, viene utilizzato, in vetri per smalti, in alternativa al minio, evidentemente.
12 Ritragerio o Ritargirio (anche Riitrigerio) tutte corruzioni di Litargirio.
13 Le due ricette, quella del Neri e questa di Brunoro, sono sostanzialmente identiche.
14 Neri dichiara di aver attinto questa ricetta da un certo (vetraio?) Isach Olando durante un suo viaggio nelle Fiandre; qui è noto che abbia visitato anche la vetreria
di Anversa gestita da Filippo Gridolfi.
15 Biacca o cerussa, carbonato basico di piombo, usato talvolta per introdurre, nelle ricette, il piombo in alternativa al litargirio o al minio, ossidi di piombo. In
questa ricetta e nella analoga seguente tratta dal ms. di Brunoro, il procedimento per ottenere il Sale di Saturno o Anima di Saturno parte dalla biacca anziché dal
Litargirio come si è visto nelle due ricette precedenti. Le ragioni non sono chiare, forse si ottiene un prodotto più puro, come la ricetta stessa suggerisce.
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grande e per sopra si dia aceto destillato tanto che sopra avanzi un palmo, avertendo che nel principio l’aceto
bolle e gonfia forte, però si metta poco a poco lassando passare la furia e romore. Dipoi si tenga detto orinale in
arena sopra fornello caldo che isvapori l’ottava parte dell’aceto, si remova il fuoco e freddo l’Orinale si decanti
pianamente l’aceto che sarà colorito assai e pregno di sale, quale si metta a parte in vaso di vetro e si ritorni
sopra la residentia della biacca a mettere nuovo aceto destillato come sopra, facendo a lento calore svaporare
l’ottava parte, decantando l’aceto sopra l’altro colorito, e questa operatione con l’aceto destillato si reiteri
tante volte che habbino cavato dalla cerussa tutto il suo sale che sarà quando li aceti non saranno più coloriti
e non haranno più gusto di dolcezza, che suole succedere alla sesta volta in circa, allora questi aceti colorati
e insieme uniti si feltrino con la diligentia ordinaria e feltrati si isvaporino in orinale di vetro e si asciughino
che in fondo sarà il sale di piombo in colore bianco, questo in boccia di vetro stacciata come un leuto, lutata si
tenga in Arena che la boccia sia tutta dentro nella Rena dal collo in fuora, la bocca della boccia si lassi aperta,
il fornello vada assai caldo e si continui per ventiquattro hore, poi si cavi la boccia e si macini questo sale e se
è rosso come cinabro non si ritorni più in fuoco, ma non sendo così ma giallignolo si ritorni in fuoco in vaso
di vetro come sopra per altre ventiquattro hore, che verrà rosso come un cinabro, habbi buon fuoco però non si
fonda, che saria persa tutta la fatica e l’opera. Questo così rosso piombo calcinato si metta in orinale di vetro,
e per sopra si metta aceto destillato, reiterando l’opera di sopra in tutto e per tutto, fino habbi di nuovo cavato
tutto il sale e le feccie e terrestreità, in tutto o parte questi aceti colorati tienli in catinelle di terra invetriate
per sei giorni che ogni terrestreità e imperfettione anderà in fondo, allora si feltrino lassando la parte grossa
in fondo come inutile, allora questi aceti ben feltrati e separati da ogni terrestreità si scoprino in orinale, nel
fondo del quale rimarrà il sale di Saturno bianchissimo e dolcie come zucchero, quale bene asciutto si solve in
acqua comune e soluto si lassi in catinelle per sei giorni che sarà in fondo la terrestreità, al ora si feltri questa
acqua pregna di sale e separata dalle parte grosse e inutile, si isvapori in orinale di vetro che rimarrà in fondo
un sale bianchissimo quanto la neve e dolce quanto il zuchero, reiterando però il solvere e feltrare e svaporare
con l’acqua comune per tre volte, allora questo si domanda zucchero di Saturno16 quale in boccia di vetro o
palla si tenga a calcinare in Arena in fornello che habbi fuoco temperato per più giorni, che verrà calcinato in
uno colore rubicondissimo più del Cinabro17 e sottilissimo impalpabile come farina di grano stacciata. Questo
si domanda il vero zolfo di Saturno purificato dalle terrestreità, andriosità e negrezza che per prima haveva
adosso Saturno. Quando adunque si vorranno fare paste Smeraldi, di Zaffiro, di Granato, di Topatio, Grisopatio, celeste o altro colore, si piglino le medesime materie, colori e dose che sopra si è detto nelle altre ricette,
eccetto che in veccie di minio ordinario si piglierà del presente zolfo di Saturno la medesima dose e colori
come si è detto di sopra nelli altri colori, operando ogni cosa puntualissimamente come sopra che si haveranno
gioie di bellezza maravigliosa in ogni colore, che di gran lunga passeranno le disopra narrate fatte con minio
ordinario18. Perché questo vero zolfo di Saturno passa ogni altro più assai di quello non scrivo, come ho visto
e fatto molte volte in Anversa, le paste fatte con questo zolfo non hanno quello ontuoso e giallore che hanno le
ordinarie che col tempo gli da bruttezza e se l’humido e l’alidore de l’huomo dentrovi le macchia assai, il che
non fa in queste, però non rincresca la fatica perché verrà ben compensata da l’opera e effetto.
Brunoro 93 - Se vorai far queste pietre più vaghe che le naturali habbi patienza e tieni la sotoscritta
regola
Piglia cerusa di piombo altrimenti detta Biacha ben setachiata falla bogier in acceto destilato che sia forte,
et consumato che sia il detto accetto la terza parte, leva l’acceto pian piano e quelo meterai in altra pignatta,
16
17
Lo Zucchero di Saturno o di piombo, è un acetato idrato di piombo; si distingue quindi dall’Anima di Saturno che è acetato di piombo.
La calcinazione dello Zucchero di Saturno, cioè dell’acetato di piombo, dovrebbe portare alla formazione dell’ossido rosso (qui detto Zolfo di Saturno e anche
Rosso di Saturno) cioè del Minio. Non è chiara quindi la necessità di un procedimento così complesso partendo dalla biacca, producendo l’acetato per arrivare con
la calcinazione al minio, ossido rosso, che si può ottenere direttamente dal piombo metallico passando attraverso il Litargirio, ossido giallo. Però in altre ricette, soprattutto per Calcedonio, rosechiero e paste gialle, viene invece precisato di usare “minio che non sia di sbiaca” cioè minio non ottenuto per calcinazione della biacca.
Altre fonti (Gettens e Stout, 1966 pag. 129) precisano che, ad esempio, dalla calcinazione del metallo si ottiene il monossido di piombo giallo aranciato o litargirio,
di forma cristallina tetragonale; dalla calcinazione della biacca si ottiene invece un litargirio amorfo, di colore giallo. La stessa fonte chiama Litargirio il monossido
di piombo ottenuto per ossidazione del piombo metallico, mentre indica con il termine Massicot quello ottenuto per ossidazione della Biacca.
18 Qui confermerebbe invece che, in un vetro per l’imitazione delle gioie false, il Minio ottenuto partendo dalla Biacca dà migliori risultati, che non il Minio
ottenuto dalla calcinazione del piombo metallico.
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lassiandolo ben schiarire poi piglia dell’altro acceto, et lo meterai a bogier con la sudeta meteria, e questo farai
fin che vedrai che l’acceto non haverà più colore, poi piglia tutti queli acceti e metili a stringer come si fanno,
nell’arte nostra, all’hora che habbiamo fatto bogier la sodda di Alicante, over polverino per far li cristali fini19,
poi che haverai levato il salle, assugalo e poi pestalo minuto, e mettilo in aqua tepida che si solverà, lassia
quel aqua ben riposare per due o tre giorni acciò la tereistrità vadi nel fondo, poi leva la detta aqua pian piano
acciò non si torbidi e falla bogier un’altra volta, ma sempre in boccia di vetro, che sia con collo longo et lutata nel fondo in arena calda, poi che haverai cavato il sale come di sopra ritornerai far nel modo suddetto doi
altre volte lassiando ben purgare la lissiva, et ultimamente stringi ogni cosa, che haverai un sale dolce come il
zucchero, et bianco come la neve, e questo si chiama il sal di saturno havertendoti che nel stringer non li doni
tropo foco, poi detto sale metti in boccia di vetro che stia nell’arena calda a calcinarsi per più giorni, che venirà
in colore rubicondissimo più del cinabrio, e sotilissimo impalpabile, e questo si dimanda il solfo di Saturno
purificato, e quando vorai far le paste o di smeraldo, o di zaffiro, o altri colori invecce del minio dalli di questo
solfo di Saturno con le medesime polvere che ti ho insegnato a farle col minio, che haverai grandissimamente
più vaghi colori, che li naturali.20
Antimonio21
Brunoro 22 - A preparar l’antimonio che serve per medicina e per far vetro giallo
Sal’armoniaco onze 6 gripola over tartaro onze 6 - antimonio22 - onze 6 - piglia tutte queste cose sotilmente et
falli passar per tamiso sotille, poi piglia una pignata nova ponila nilli carboni ardenti, e quando sarà infocata
getta dentro della ditta compositione, un cucchiaro per volta et subito coprila con un coperchio, et ogni tre pater rigiongili un cucchiaio per volta, sino che sarà tutta dentro poi leva la detta pignata , che troverai nel fondo
una crosta e quela serve per far il giallo, et sotto d’essa sarà l’antimonio preparato che serve per medicina.
Argento23e la “medicina” per il calcedonio
Argento calcinato, primo metodo con dissoluzione in acqua forte e aggiunta di sale comune.
Montpellier 65 - A calcinar l’argento
Piglia aqua forte24 et meti in una boceta con unza una argento, et metila su le bronce et poco fuogo, et l’argento
si defarà dentro. Et quando sarà desfatto habbi un bichier di aqua con un pugno di sal comun che sia desfatto
dentro, et meti quella qua in quel bichiero, più chiara che tu pòi in una piadena, et voda l’aqua forte dentro.
La ve[r]rà biancha et andarà a fondi l’argento tuto. Userà biancha l’aqua via di sora; el resto che sta de l’aqua
dentro, lassala andar a fondi, et poi butala fora così, quatro o sei fiate25.
19
20
Si fa qui riferimento alla tecnica di lisciviazione della cenere (allume catina) per ottenere un fondente sodico più puro.
La ricetta dal ms. di Brunoro nella sostanza è simile a quella precedente del Neri, ma molto più sintetica; manca però il riferimento che fa Neri alla sua fonte
Fiamminga e non si capisce quindi come il Brunoro disponga di questa ricetta.
21 L’antimonio come solfuro o come ossido, in piccole percentuali, veniva introdotto, sin dai tempi romani, per ossidare l’ossido ferroso (presente come impurezza
delle materie prime) ad ossido ferrico, meno colorante; l’antimonio aveva quindi una funzione decolorante, prima dell’utilizzo del più efficace biossido di manganese.
In percentuali maggiori (dal 3 al 6%) reagendo con l’ossido di calcio forma antimoniato di calcio che precipitando nel vetro ne determina l’opacità di colore bianco.
In presenza di elevati tenori di ossido di piombo si ha invece formazione di antimoniato di piombo, opacizzante di colore giallo.
22 Molto spesso in passato l‘antimonio indicato nelle ricette non è meglio definito, ma il più delle volte dovrebbe essere il solfuro di antimonio o stibina, che è il
minerale di antimonio più diffuso in natura. La ricetta dà indicazione di calcinare una miscela di sale ammonico, tartaro e antimonio, in quantità eguali; dovrebbe
formarsi in superficie dell’antimoniuro di potassio di colore giallo, utilizzabile per fare i vetri gialli all’antimoniato di piombo, mentre sotto si potrebbe formare del
tartaro emetico (tartrato potassico e antimonile) usato in medicina.
23 L’argento, veniva “calcinato” cioè trasformato, con modalità diverse, in una forma chimica più facilmente utilizzabile nelle ricette di calcedonio e rosechiero.
L’argento metallico è poco solubile nel vetro, da qui la necessità di introdurlo nella ricetta vetrificabile in una forma più solubile
24 Acido Nitrico, soluzione acquosa.
25 Il procedimento consiste nello sciogliere l’argento in acqua forte (acido nitrico) e nell’aggiungere poi del sale comune (cloruro sodico) con precipitazione del
cloruro d’argento, bianco.
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Darduin 99 - A calcinar l’arzento che va nel rosechier et nella calcedonia
Tuò arzento di coppella onze una et un quarto, battilo sin che venghi sottile come un grossetto, overo una gazetta26, poi piglia dell’acqua forte da partir onze tre, et metti tutto in un sazetto et metilo su’l fogher al fuoco
et lassa la bocca del detto sazetto aperta, et lasselo fin che tu il vedi tutto disciolto detto arzento et andato in
acqua, poi tuò una piadena di terra invedriata, et metti dentro in detta piadena dell’acqua salsa, et butta dentro
tutta quella robba del sazetto, et anderà a fondo, poi piglia dell’acqua dolce netta, et buttala sopra questa salsa,
et lassela star cossì un poco, poi habbi un’altra piadena netta et cola quell’acqua pian, piano, et lavelo tre, over
quattro volte, salvando l’acqua che tu haverai colado perché vi sarà ancora dentro dell’arzento, come poi tu
haverai cavado tutto il tuo arzento, sughelo al fuoco, overo al sole, et sarà calcinado.
Tu potrai far anco in questo modo, cioè doppo che sarà l’argento dissolto nel sazetto, tuò del vedro del paelato
che tu fai la calcedonia et cavane fuori in acqua una mezza lira, et mettilo in una piadena, poi buttali sopra
l’arzento del sazetto et missia con un piron tutto insieme, et questo darai alla tua calcidonia in cinque over 6
volte la mattina che tu vorrai lavorar.
Argento calcinato, secondo metodo, con dissoluzione in acqua forte e scambio cationico con il rame
Brunoro 1 - Lo secreto bellissimo per incalcinar l’argento
Cadauna oncia d’Argento meterai in doi onze d’acqua forte dentro un’ampolla di vetro, con il collo longo, poi
piglierai la detta ampolla e metila vicino al foco, overo dentro l’aqua calda chi in breve sarà fatto, et se assai
tira la calcina del detto argento nitta senza perder di peso piglierai la detta ampola et versa la suddetta aqua in
un cattino di aqua chiara di fontana, che sia quatro volte d’avantaggio, et nel fondo del sudetto cattino metterai
una piastra di rame, che vedrai che tutto l’argento fiocherà sopra la piastra, poi pilierai una moletta et destramente leva la piastra, e con un cortillo dolcemente liverai la calcina, questo farai tante volte sin che la piastra
non riceverà più matteria.27
Argento calcinato, terzo metodo con calcinazione con lo zolfo
Montpellier 78 - A far quel color di maiorica ch’è d’oro28
Piglia bularminio29 lb. 3, cenaprio30 lb. 1, rame brusado lb. 1, poi piglia tanto argento come tre marchetti, et
metili dentro uno choriguol e meti su i canel de solfere longe come è un dido; et fa chel sia ben pesto et metilo
sopra questi tre marchetti. Metili in fuogo, et quando el solfere sarà tutto brusado, el sarà calcinato l’argento.
Piglia quello argento et mesedalo con le sopradette cose tridate sotilmente, poi metilo in una pignatella et meti
queste cose dentro a boyer con aceto, et lassalo boglir che l’aceto si consuma31. Anche tul possi depenga sule
scuole che al coser non vol haver tropo foco32.
Brunoro 176 - A far Calcidomo per una strana maniera
Tuo bolao arminio libre 3 - e cenabrio libre 1 - rame brusado libre 1 - argento fin onze 1 - solfere libre 1 e mezza pesta ogni cosa insieme salvo che l’arzento vol esser in fogio sotil e meti tutte queste cose dentro uno curizolo e lassalo star per fin chel solfere sarà consumado quando el sarà consumado e prova a butar l’arzento solo
26
Questa ricetta di Darduin è del tutto simile alla precedente. Il “grossetto” era una moneta d’argento (di minor peso del “grosso”) coniata a Venezia nel 15° secolo
mentre la “gazzetta” era moneta di bassa lega coniata nel 1539 sempre a Venezia.
27 Altra interessante tecnica per la cosiddetta “calcinazione” dell’argento, crediamo inedita. L’argento viene sciolto in acido nitrico; sulla soluzione contenente il
nitrato d’argento viene immersa una piastrina di rame: per scambio cationico il rame va in soluzione e l’argento metallico, probabilmente sotto forma colloidale, si
deposita sul rame da cui viene poi tolto con un coltello.
28 Maiorica sta forse per Maiorca, isola delle Baleari, ma in questo contesto dovrebbe riferirsi a un certo colore e non è chiaro il collegamento.
29 Bularminio: bolo armeno, minerale argilloso, miscela naturale di halloysite e ossido di ferro rosso, che proveniva dall’Armenia e dalla Persia; veniva usato come
strato adesivo per applicare dorature su oggetti non metallici (legno, tela ecc.). Nelle ricette vetrarie veniva usato come fonte di ossido di ferro, in particolare in alcune
ricette di Calcedonio, come risulta dalle ricette che seguono.
30 Cenaprio: cinabro, solfuro di mercurio di colore rosso, anche questo usato nelle ricette di calcedonio con funzione non ben chiara.
31 La ricetta, diversa dalle precedenti è poco chiara, prescrive di prendere tanto argento quanto tre marcheti, monete di rame (non è chiaro se intende tanto quanto
in peso o in superficie), metterlo a calcinare in un crogioletto assieme a dei cannelli di solfo. Cosa si formi non è chiaro, forse del solfuro d’argento; aggiunge poi a
questo “argento calcinato” il bolo armeno, il cinabro e l’ossido di rame, bollendo il tutto in aceto; l’insieme serve a preparare i coloranti per fare il calcedonio. Le
due ricette successive (Brunoro 176 e Anonimo 15) sono simili.
32 L. Zecchin interpreta così l’ultima oscura frase: Tu lo puoi anche dipingere sulle scodelle, ma nota che nel cuocere non vuol avere troppo fuoco.
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Fig. 1 - XVI secolo, ciotola, coppa, brocca in vetro calcedonio (Hugh Tait, "5000 anni di vetro”; British Museum Press)
in vero, o veramente getta ogni cosa calcinado perchè ogni muodo farà calcidomo ma con più bello dell’altro,
la pasta del vero vol esser così fatto: cristalin libre 8, di vero di piombo libre 4, gialolin de vero de piombo33
libre 1, butta la detta medesina in questo vero e se tu azonzerà un poco de stagno calcinado sarà meglio.34
Anonimo 15 - A far un altro Calcedonio fantastico ma non cusi Belo como el sopraditto
Recipe Bolo armeno libre 1, Cenaprio, Rame brusato ana libre 1/2, arzento fino limato onza una Solfere once
6; pesta ogni cossa salvo l’argento et incorpora insieme e meti in corizolo al foco fino tanto chel solfere sia
andato in fumo e l’argento sarà Calcinato; alora piglia ogni cossa e tritura bene e tamisa e serva perché questa
è la tua medicina: poi Recipe vetro crestalino libre 3, vetro de Piombo libre 1: Zalolino che vien de Alemagna
libre 1/2 e meseda tutto insieme poi agiongili la tua medicina ut supra et uno poco de Stagno Calcinato e meseda ogni cosa e subito lavoralo.
Argento calcinato, quarto metodo per calcinazione di lega argento stagno
Brunoro 51 - A calcinar l’argento che serve ad ogni altra calcidonia
Piglia libre una d’argento fino, tu poi pigliar ancora di queli Crosoni di Spagna35 mal fatti, et libre una di stagno
fino metti questi due mettali in una cazza che si tragheta il vetro, alle fornace de bicchieri e mettila nella fornace, e lassala fino che l’argento e il stagno sarà fuso, aggiutandolo con un ferro, col quale messierai li doi metali
per far più presto. Poi vien fori con la detta cazza, e continua missiare con l’istesso ferro, sin che la cazza non
sarà più rossa, poi ritornila nella fornace, et infocata che sia, tirela fora, e continua a missiare, e questa regula
continuerai sino che sarà ridotto in polvere poi tamisala sotilmente e riponnila in loco che la polvere non entra,
et serviti alli bisogni. Averti se la calcidonia ti venisse tropo carica, aggiongi del Cristalo caldo, overo cristalo
rotto, se fusse tropo chiara, dalli dill’altro argento come ti ho insegnato. Di più avertendoti che alcune volte
bisogna travagliarla presto, altre volte picicarla e (lautrarla) tardo et dal rinfocorarla ti accorgerai.36
33 Gialolin, zalolin: giallolino, quello artificiale è una sostanza vetrosa opaca di colore giallo, bassofondente, veniva usato come opacizzante-colorante nelle ricette
vetrarie (col nome di “anima”) ma anche come pigmento in pittura (zalolin da depenzer).
34 Ricetta identica alla 3 e alla 137 di Montpellier, che quindi non vengono riportate, sempre per fare calcedonio.
35 Si riferisce probabilmente ad una moneta d’argento spagnola, crosoni sta per crocioni o monete con impressa una croce; le monete scarte perché mal riuscite
vengono usate come fonte di argento.
36 È ancora un altro metodo per “calcinare” l’argento; qui viene fatta una lega di argento e stagno che viene poi calcinata con formazione di ossido di stagno misto
ad argento (metallico o ossido?).
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Argento calcinato, quinto metodo per formazione di amalgama e aggiunta di sale comune
Brunoro 178 - A far calcidomio che se chiama coa di paon37
Tuo’ argento fin onze 1 bisogna che tu el maseni come fa li corpi, poi poni sta malgama con onze 1 sal comun
et metti a una pignata a un gran fuogo per ore tre o 4 tanto che l’arzento vivo se parte se consuma questo arzento, quel che roman sarà calcinado, metilo da parte38, e fa no cusì, tuo’ onze do d’arzento sulimado39, e onze
1 salarmoniaco40 e onze 2 di cenaprio e onze mezza de solfere, trida ogni cosa insieme in una bozza lutata e
sublima cioè distilar, e quando el sarà destilado e torna quela aqua sopra la fezza in la bozza propria e distila a
questo modo 5 o 6 fiade e più che tu el farà sarà megio, perciò tuo’ quele fezze che sarà romase in fondi della
bozza che sarà beretin, e meti quela fezza in vero de piombo che sia a questo modo di de vero comun o cristalin
che sarà megio de libre 2 de minio e onze 14 de latimo, trida insieme ogni cosa e metilo in paela, quando el sarà
cotto el sarà in color zallo, all’hora tuo’ onze una della medema cioè l’arzento calcinado e butala entro della
paela, e farate bel calcidonio, et fatta zonzerà un poco de stagno calcinado se farà megio: avisoti che questa
medesma tu la poi meter in che vero che tu vol.41
Montpellier 91 - A far calcedonio che sia come ovo di pavon
Piglia argento fin de copella una onza, et argento vivo onza una; fate el malgema come fano gli orevesi, poi
piglia questo malgemo con onze una di sal comun, et metelo in una pignata con foco non tropo forte né tropo
picolo ma convenevole tre o 4 ore, tanto chel argento vivo se parta ……42
Anonimo 105 - A far il Calcedonio secondo mastro Anzolo da Venetia43
Amalgama onza 1 de argento fina con once VIII de mercurio come si fa ordinariamente, poi la macena con
once VIIII de sal comune [pre]parato macinandolo molto bene e metilo nel fornelo fra li carboni accesi et il
mercurio volerà via e ti rimanira la argento calcinata in polvere; la quale accompagna con mercurio sublimato,
cenaprio, sal comune ana onza 1 e in boceta fa sublimar con lento foco.
Poi piglia quello che e nel fondo e lavalo con acqua calda per levar via il sale e haverai l’argento ottimamente
calcinata per questo magisterio: iterum piglia once II de argento fina et once VI de mercurio e solvilo.... e
quello argento che è nel fondo dela boccia pestalo sotile e mescolalo con la Calcina ut supra: poi piglia once III
de ditta mistura et once 1.5 de croco ferro e fereto de Spagna, polvere de azurro oltramarino ana onza 1 e ben
mescolati insieme pigliane once VI e buta sopra once XII de cristalino quando e fusso nella fornace et subito
si farà di diversi colori che niuno potrà dire altro che sia calcedonio fino e di questo ne fu fatto un vaso che fu
venduto denari 5044.
Argento e altre sostanze, “medicina” per il calcedonio45
Neri, cap. 42 - A fare il Calcidonio in vetro assai bello
Habbisi acqua forte libre dua in boccia di vetro con collo lungo non molto grande: in questa metti oncie quattro
di argento fine in pezzetti piccoli e sottili, e accostata al fuoco o vero messa in acqua calda che come l’acqua
37
38
Il Calcedonio ottenuto avrebbe l’aspetto variegato delle piume della coda del Pavone, donde il titolo di questa e della successiva.
Nella prima parte di questa ricetta si riporta un altro metodo per “calcinare” l’argento da utilizzare per fare il vetro “calcidonio”. Viene fatta una amalgama
dell’argento mediante il mercurio o argento vivo (di cui si sottindende l’utilizzo), alla stessa viene aggiunto del sale comune; il tutto viene riscaldato in una pentola
sino a totale evaporazione del mercurio; dovrebbe rimanere, per il successico uso, il cloruro d’argento. La seconda parte della ricetta riguarda la preparazione degli
altri ossidi da utilizzare, in questo caso assieme all’argento “calcinato”, per fare il calcedonio.
39 Arzento sulimato: argento vivo sublimato, cioè sublimato corrosivo, cloruro di mercurio; viene aggiunto all’amalgama mercurio-argento con funzioni non chiare.
40 Salarmoniaco: sale ammonico, cloruro di ammonio.
41 Ricetta analoga alla 91 di Montpellier e, solo in parte, alla 105 dell’Anonimo, che seguono.
42 Questa ricetta precisa meglio, rispetto al testo della precedente tratta dal Brunoro, che l’amalgama viene fatta con l’argento vivo, aggiunge il riferimento agli
oresi (orefici), ma aggiunge anche altri strafalcioni come malgema, malgemo al posto amalgama. Si tralascia la parte successiva sostanzialmente analoga alla precedente.
43 Anzolo da Venetia: dovrebbe essere il noto vetraio Angelo Barovier, cui vengono attribuite delle importanti innovazioni di tecnologia vetraria del XV secolo,
come il cristallo e il calcedonio.
44 La ricetta, a parte diverse proporzioni negli ingredienti, corrisponde nella sostanza alla precedente 178 del Brunoro, con una ulteriore aggiunta di altri ingredienti
coloranti (croco di ferro, ferretto di Spagna, azzurro oltremarino).
45 Nelle tre ricette che seguono, tratte dal Neri, la preparazione dell’argento “calcinato” viene arricchita coll’aggiunta di altri ossidi così da avere alla fine una
msicela di coloranti da introdurre nel vetro fuso per fare il Calcedonio, vetro variegato inventato nel XV secolo.
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forte comincia a scaldarsi, lavorerà e solverà l’argento ben presto e si continui così fino habbi soluto e mangiato tutto l’argento, poi habbi libre una e mezzo di acqua forte come sopra in boccia di vetro, e in esso solvi come
sopra hai fatto del argento oncie sei argento vivo, come è soluto ogni cosa, mescolinsi bene queste due acque
in boccia maggiore e per sopra mettivisi oncie sei di sale armoniaco, e a calore lento faccili solvere46: come è
soluto mettisi in questa boccia oncie una di zaffera preparata e oncia mezza di manganese preparato e oncia
mezza di ferreto di Spagna, avvertendo nel mettere questo e il manganese fare a bel agio perché suole gonfiare
e bollire assai con pericolo o di vomitare la materia fuori del vaso o di fare crepare il vaso e in questa maniera
andare male ogni cosa, in oltre si metta un quarto di oncia di croco di marte calcinato con il zolfo e oncia mezza
di ramina di tre cotte fatta con battiture di calderai, avvertendo che anche questa suol bollire, e oncia mezza di
smalto azzurro dei dipintori e oncia mezza di minio, tutte queste cose si mettino ben polverizate una per volta
in detta boccia, poi si agiti detta boccia a bell’agio, guardandosi sempre dal gonfiare, e questo si facci acciò
l’acqua incorpori dette polvere, si tenga la boccia ben serrata, e per dieci giorni, ogni giorno più volte si agiti
bene l’acqua acciò le polvere incorporino bene l’acqua forte e da quella siano bene aperti e sviscerati, poi si
metta in fornello in arena e si li dia fuoco temperatissimo, tanto che in ventiquattro hore svapori tutta l’ acqua
forte, avvertendo in ultimo non dar fuoco gagliardo, ma temperatissimo, acciò gli spiriti dell’acqua forte non
svaporino e in fondo rimarrà una polvere in colore leonato, la quale benissimo polverizzata e custodita in vase
di vetro si deve servare al bisogno che è quando vorrai fare il Calcidonio. 47... Questo fu il modo che io tenni
nel fare la presente Calcidonia l’anno 1601 in Firenze al Casino nella fornace de vetri, nel qual tempo faceva
lavorare detta fornace l’egregio Messer Nicolò Landi mio familiare amico e huomo raro nel lavorare di smalto
alla lucerna, nella quale fornace feci più padelotti di Calcidonio in detto tempo che sempre venne bello da tutta
prova, non uscendo mai delle regole sopra dette e havendo le materie preparate bene.
Neri, cap. 43 - Secondo Calcidonio
In libbre una d’acqua forte solvetti onde tre d’argento fine sottilmente tagliato in boccia di vetro ben serrata,
lasciai a parte.
In altra boccia di vetro messi libre una d’acqua forte e in essa solvetti oncie cinque d’argento vivo ben purificato, serrai bene la boccia e lasciai a parte.
In altra boccietta pur di vetro messi libre una d’acqua forte e in essa onde dua di sale armoniaco solvei, e soluto
vi messi dentro oncia mezza di Croco di ferro fatto con acqua forte, come si mostra aI Capitolo decimonono, e
oncia mezza di ferretto di Spagna fatto nel modo che si dice al Capitolo decimoquarto e oncia mezza di ramina
rossa fatta nel modo che si mostra al Capitolo vigesimoquarto, e oncia mezza di canterello calcinato con zolfo,
come si mostra al Capitolo vigesimoprimo; tutte queste materie benissimo macinate da per sé e ridotte da per
sé in polvere, ad una ad una messi nella boccietta a poco a poco con pazienza, avvertendo che la ramina, il
ferretto di Spagna e il canterello48 fanno bollire e gonfiare l’ aqua forte assai, però si menino da per sé, e con
pazienza in poca quantità per volta, acciò gonfiando non vomitino o faccino crepare il vetro, che suole succedere facilmente, però si usi diligenza e pazienza, il che fatto si serri il vaso e si metta a parte.
In altro vasetto di vetro messi libre una d’acqua forte e in essa solvetti oncia dua di sale armoniaco, quale
soluto messo dentro oncia mezza di antimonio crudo polverizzato e a poco a poco perché gonfia e fa romore
grande, però si faccia adagio, di poi oncia mezza di azzuro o vero smalto, che adoperano i dipintori e oncia una
di minio e oncia mezza di vitriolo purificato, come sopra si è detto, ciascuna cosa ben macinata, poi serravo il
vaso e lassavo a parte.
In altra boccietta di vetro messi libre una di acqua forte e dentro solvetti oncie dua di sale armoniaco, poi messi
dentro oncie una di zaffera preparata come si mostra al capitolo duodecimo, e oncia un quarto di manganese
del Piemonte preparato, come ben si mostra al capitolo decimoterzo, e oncia mezza di ramina di tre cotte fatta
46 Sino a questo punto la preparazione dell’argento calcinato consiste nella dissoluzione, separatamente, di argento metallico e di argento vivo in acqua forte, nella
aggiunta di sale ammonico alla miscela delle due soluzioni, da cui dovrebbe precipitare il cloruro d’argento; invece aggiunge alla soluzione un complesso di altri
materiali come la zaffera, il manganese, il Ferretto di Spagna e poi del Croco di Marte calcinato con lo zolfo, dell’ossido di rame, dello smalto azurro e del minio.
Sono tutti ossidi che colorano il vetro in aggiunta all’argento.
47 Viene omessa la descrizione della fusione del vetro e delle aggiunte della miscela di ossidi prima preparati, per ottenere il Calcedonio.
48 Da notare qui la differenziazione tra ramina (ossido di rame, a sua volta distinguibile in ramina rossa o di prima cotta e la ramina nera o di terza cotta), il Ferretto
di Spagna (ossido di rame) e il cantarello (ottone - lega di rame e zinco).
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con piastre di rame, e calcinata nelli archi delle fornace come si mostra chiaramente nelli capitoli vigesimoquarto, vigesimoquinto e oncia una di cinabro, queste cose mettevo ciascuna da per sé benissimo macinate
nella detta boccietta, guardando da quelle cose che fanno gonfiare e fumare di andar cauto e al bel agio, il che
fatto serravo il vaso e mettevo a parte.
In altra boccietta di vetro messi libre una di acqua forte, e in essa solvetti al solito oncie dua di sale armoniaco
e dentro poi messi oncia mezza di cerusa; questa gonfia assai, però si vadia adagio, e oncia mezza di lacca rossa da dipintori e oncia mezza di verde rame e oncia mezza di scaglia di ferro che casca dalla incudine, questa
gonfia grandemente però si sia cauto: ogni cosa polverizzata da per sé, mettevo in detta boccietta, guardando
bene da quelle cose che fanno gonfiare e fumare l’acqua forte di far cautamente questo fatto, serrai nella boccia
e mettevo a parte.
Lasciavo stare tutte a sei queste bocciette per dodici giorni e ogni giorno le agitavo bene per sei volte, acciò
l’acqua forte penetrasse e assottigliassi gli ingredienti e metalli, che di così comunicano la sua tintura al vetro;
passato detto tempo, presi una boccia grande di vetro lutata in fondo, dentro la quale votai tutta la materia
di queste sei bocciette49 a poco a poco, acciò non vomitassero e facessero crepare il vetro, e in questa boccia
grande mescolai bene l’acque e materiali acciò si unissero insieme e mescolassero bene, questa boccia messi
in cenere e li detti fuoco lentissimo, che in ventiquattro hore svaporo l’acqua, avvertendo in ultimo sia lentissimo, acciò non si guasti la polvere con il troppo calore, chi vuole recuperare l’acqua forte può con mettere il
cappello e recipiente e lutare bene al solito le gionture. Evaporata l’acqua resta in fondo una polvere rossigna
leonata quale si serba in vetro serrato per il bisogno.
Di questa polvere e medicina davo al vetro fatto di rottami e vetri vecchi, come si è detto nella prima Calcidonia di sopra, perché nel vetro vergine di fritta non vi verrebbe come si è detto, a questo vetro adunque di
rottami50 ….. …di questa sorte Calcidonio feci molti padellotti che tutti vennero bellissimi, e in oltre di questa
pasta di Calcidonio si fecero molte centinaia di corone a cavaliere tanto vistose quanto dir si possa, le quali
furono viste dalla felice memoria del Gran Duca Ferdinando, e da molti altri Principi e Signori, e fatto da me
in Fiandra.
Neri, cap. 44 - Terzo modo di Calcidonio
In boccietta di vetro di libre una di acqua forte potente solvetti oncie quattro d’argento fine fogliato, cioè tondature dell’argento in foglia, soluto l’argento, serrai la boccia e messi a parte.
In altra boccietta di vetro simile in libre una di acqua forte solvetti oncie cinque di argento vivo purificato con
aceto, e sale comune in scodella di legno con pestello di legno agitato assai in roato con aceto forte e lavato
con acqua comune chiara fino solvessi e portassi via tutto il sale comune insieme con la nigredine del mercurio, questo reiterai più volte con nuovo sale e aceto, lavando con acqua come sopra, passai per camoza questo
mercurio e lo solvetti nella sopradetta acqua forte come sopra, serrai il vaso di vetro e messi a parte.
In altra boccietta, pur di vetro, in libre una di acqua forte solvetti oncie tre di argento fine calcinato in quella
maniera, cioè: amalgamai questo argento con mercurio al solito; questa malgama mescolavo con altre tanto
peso di sale comune ben preparato da ogni sua terrestreità che si fa con solvere il sale in acqua comune, far
bollire alquanto poi lasciar posare per doi giorni acciò la terrestreità mescolata con il sale dia in fondo e feltrar
l’acqua che in fondo rimarrà la terrestreità del sale, in vaso di vetro e asciugar bene, poi tornare a solvere di
nuovo questo sale e lasciare dare in fondo la terrestreità come sopra, feltrare e svaporare e questo reiterare fino
49
Questa ricetta del Neri, se possibile è ancora più complessa della precedente con un aumento delle soluzioni che portano alla fine ad una polvere rossiccia,
leonata, miscela di vari ossidi che viene utilizzata per fare il Calcedonio. Le soluzioni che vengono preparate sono in questo caso ben sei. Sinteticamente le procedure
sono le seguenti: 1^ soluz. - Argento sciolto in acqua forte; 2^ soluz. - Argento vivo (mercurio) in acqua forte; 3^ soluz. - Sale ammonico in acqua forte, con aggiunte
di Croco di Ferro, Ferretto di Spagna, ossido di rame rosso, Cantarello (ottone in lamine sottilissime); 4^ soluz. - Sale ammonico in acqua forte, con aggiunte di antimonio crudo (solfuro, ossido o metallico?), azzurro ossia smalto (smaltino, vetro azzurro colorato con ossido di cobalto, usato anche in pittura), minio, vetriolo (non
precisa quale vetriolo, di Venere o Romano, cioè solfato di rame o solfato di ferro?); 5^ soluz. - Ancora sale ammonico in acqua forte più zaffera (ossido di cobalto
diluito in sabbia silicea), manganese di Piemonte (biossido di manganese- pirolusite), ramina di tre cotte (ossido rameico, nero), cinabro; 6^ soluz. - Sale ammonico
in acqua forte, con aggiunte di cerussa (biacca, carbonato basico di piombo), lacca rossa de pittori (sostanza colorante rossa tratta dal rizoma di Robbia o Rubia
tinctorum?), verderame (acetato basico di rame), scaglie di ferro, sfrido della battitura dell’acciaio all’incudine. Dopo 12 giorni le sei soluzioni vengono mescolate
assieme, dopo evaporazione si ottiene la polvere rossiccia, leonata, che si aggiunge al vetro fuso per farne un Calcedonio. La complessità della preparazione richiama
le tecniche alchemiche di cui anche Antonio Neri era un cultore.
50 Viene anche in questa ricetta omessa la parte descrittiva della formazione del Calcedonio mediante l’aggiunta al vetro fuso della “medicina” qui preparata.
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a che il sale non da più feccie in fondo, all’ hora sarà ben preparato e purificato per l’opera. Questa purificatione del sale si fa acciò non solo sia più efficace in aprir la luna51, ma anco acciò la terrestreità di detto sale non
si mescoli con la Luna, che all’hora saria difficile da separare: ogni cosa si metta in correggiuolo in fra carboni,
acciò il mercurio tutto svapori via e l’argento rimanga in fondo calcinato e polverizzato e aggiungesi il suo
peso di nuovo sale comune preparato come sopra, mescola bene e metti ogni cosa in coreggiuolo a calcinare in
fra carboni per sei hore; questa materia in catinella vetriata lavala più volte con acqua calda, fino ogni salsedine
sia ita via, poi metti questo argento in orinale di vetro pieno di acqua comune e fa bollire fino cali un quarto di
acqua poi lascia freddare e posare l’argento e decanta l’acqua e questo con nuova acqua reitera tre volte, alla
quarta volta mettila nella boccietta di acqua forte, agita bene e serba in parte.
In altra boccietta di vetro simile messi libre una di acqua forte, e in esso solvetti oncie tre di sale armoniaco,
come era ben soluto e chiaro decantavo l’acque e la residentia in fondo buttavo via, in questa acqua avevo un
quarto di oncia d’oro e soluto serravo il vaso e lassavo a parte.
In altra boccietta mettevo libre una di acqua forte e in essa solvevo dentro oncia mezza di cinabrio, oncia mezza di Croco di marte calcinato con zolfo, come si mostra al Capitolo decimosesto, e oncia mezza di azzurro
oltramarino e oncia mezza di ferretto di Spagna fatto come si dice al Capitolo decimoquarto; ciascuna cosa
ben macinata da per sé mettevo la boccietta guardandomi bene da quei materiali che fanno bollire e gonfiare
l’acqua perché all’hora bisogna fare adagio bene, acciò non vomitasse tutte le materie e si perdesse ogni cosa,
il che fatto serravo il vaso e mettevo a parte.
In altra boccietta mettevo altra libra di acqua forte, solvendo in essa oncie dua al solito di sale armoniaco, poi
vi mettevo oncia mezza di Croco di ferro calcinato con l’aceto, come si mostra al Capitolo decimosettimo, e
oncia mezza di calcina di stagno, cosa volgare nelle fornace di vetri per il cottino, e mezza oncia di zaffera
preparata come al Capitolo duodecimo si mostra, e oncia mezza di cinabrio: ciascuna cosa macinata da per
sé mettevo a bel agio guardandomi da quelle cose che fanno gonfiare e bollire l’acqua, nel qual caso andavo
cauto bene con gran diligenza per non mandar male ogni cosa: fatto il tutto serravo il vaso mettendo a parte.
In altra boccieta di vetro messi libre una di acqua forte e in essa solvetti oncie dua di sale armoniaco, poi mettevo oncia una di canterello calcinato con il zolfo, il modo di farlo in tal maniera si dice al Capitolo vigesimoprimo, oncia mezza di ramina in tre cotte di scaglia di calderai, come si insegna chiaramente nel Capitolo ventottesimo e oncia mezza di manganese del Piemonte preparato come nel capitolo decimoterzo, e oncia mezza
di scaglia di ferro che casca dall’ incudine dei fabbri: ciascuna da per sé ben macinata rimettevo a poco a poco
guardandomi bene da quelle cose che fan gonfiare, fumare, nelle quali andavo a bel agio per non mandar male
la materia: fatto il tutto, serravo il vaso e mettevo a parte.
In altra boccietta mettevo libre una di acqua forte e in essa solvevo al solito oncie dua di sale armoniaco e in
essa poi mettevo oncia mezza di minio e oncia una di verde rame, e oncia mezza di antimonio crudo e oncia
mezza di capo morto di vetriolo purificato, ciascuna cosa da per sé ben macinata, mettevo pianamente nella
boccietta, guardandomi sempre dal gonfiare, nel qual caso sempre si fa a bel agio; il che fatto serravo il vaso
e mettevo a parte.
In altra boccietta pur di vetro mettevo libre una d’acqua forte e in essa solvevo oncie dua di sale armoniaco,
poi mettevo oncia mezza d’orpimento, oncia mezza di arsenico cristallino, oncia mezza di lacca chermisi da
dipintori; ciascuna cosa polverizzata da sé, e macinata mettevo nella boccietta guardando mi bene dal gonfiare
al solito, il che fatto serravo il vaso e mettevo da parte.
51 Indica, in questo paragrafo, per due volte l’argento col termine“luna”, alla maniera alchimistica. Ciò conferma quanto detto sopra circa la cultura alchimistica
di A. Neri.
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Queste nove bocciette52 ben serrate tenevo in calore di forno per quindici giorni e ogni giorno per più volte
le agitavo benissimo, acciò l’ acqua forte lavorassi e assottigliassi i materiali e aprissi bene le loro tinture, le
quali come non sono bene aperte non operano pene, poi mettevo tutti questi materiali con le loro acque in
una boccia grande, forte di vetro avvertendo di fare a poco a poco per il gonfiare delle materie, perché ancora
gonfiano queste cose unite insieme lasciavo la boccia havendovi messo dentro le materie di tutte le bocciette
serrata per sei giorni, e ogni giorno 1’agitavo, poi mettevo in cenere, dando fuoco lento per ventiquattro hore,
acciò 1’acqua svaporassi solamente, avvertendo che questa boccia vuole essere lutata benissimo di buon lutto
nel fondo e fino al mezzo il suo corpo, e nel ultimo si dia fuoco lentissimo, acciò le polveri non si guastino
dal troppo fuoco, perché in fine vuole essere lento bene tanto che solo svapori l’acqua e che i meglio spiriti
dell’acqua forte restino imprigionati nelle detti polveri, che così la polvere fa effetti belli e nobili nel vetro; chi
vuole recuperare 1’acqua forte metta capello e recipiente e luti bene le giunture che la rihaverà la quale si può
ringagliardire come si è detto al suo luogho. Nel fondo di questa boccia rimaneva una polvere di colore leonato
verdognola della quale davo al vetro53 quella dosi e quantità detta nella prima calcidonia in vetro pulito fatto di
rottami di cristallo e non punto di fritta perché in questo non verrebbe bene, osservando li medesimi intervalli
di tempo e diligenze dette largamente nella prima Calcidonia. Poi al suo tempo, come si è detto nella prima
Calcidonia, gli davo il suo corpo, cioè il tartaro abbruciato con la fuliggine di cammino e il Croco di marte
fatto con l’aceto usando le medesime dosi, diligenze e intervalli in tutto e per tutto come si è detto nella prima
Calcidonia, poi in capo di ventiquattro hore lo facevo lavorare con le diligenze del pizzicare con le mollette e
rinfocolare, come nella prima puntualissimamente si è detto.
Questo modo terzo di fare la Calcidonia io lo feci in Anversa Città di Brabante 1’Anno 1609 nel mese di Gennaro nel quel tempo stavo e per molti anni ero stato in casa il Signor Emanue Ximenes Cavalier dell’inclita
Religione di Santo Stefano nobile Portughese e Cittadino Avveriano, spirito gentile e universale in ogni scienza quanto qual si sia ne i paesi bassi che io vi habbi visto e conosciuto. Con questa polvere feci una Calcidonia
nella fornace de i vetri di Anversa che all’hora faceva lavorare il Sig. Filippo Ghiridolfi Signor molto cortese,
laqual Calcidonia venne tanto bella e vaga che imitava la vera Agata Orientale e in bellezza e vaghezza di colori di gran lunga la superava: molti Signori Portughesi pratichi di gioie l’ammirarono dicendo che la natura non
potrebbe fare d’avvantaggio. Questa fu la più bella Calcidonia che io habbi fatto mai in vita mia che se bene è
laboriosa e lunga di operatione, tuttavia fa una cosa reale. Di questa Calcidonia l’Eccellentissimo Principe di
Arangione prese duoi vasi, che mostrò gustargli assai. Come l’acque forti son buone e i materiali ben fatti, si
farà l’opera bella, si come io dico e anco davantaggio.
Brunoro 54 - Se vuoi haver una calcidonia meravigliosa habbi patienza, e tien l’infrascrita regola
Habbisi acqua forte libre dua e mitasi in boxzia di vetro col collo lungo, non molto grande, in questi metti onze
quattro d’argento fino, in pezzetti sotili, e metila in acqua calda, overo nella cenere calda, che si calcinerà.
Un’altra bozzetta simile alla prima et metili dentro una libra e meza d’acqua forte, et onze sei d’argento vivo,
e come sarà soluto, mesconlisi queste doi aque in bozza maggiore e per sopra metivisi sei onza di salle armoniaco, et a calor lento facisi solvere, come sarà soluto, mettisi in questa boccia onze una di zaffara preparato
et onze meza di manganese preparato, et onze meza di feretto di Spagna preparato. Avertendoti sopra il tutto
che bisogna che metti le dette polvere, poco per volta, perchè corre pericolo che la boccia non creppi. Inoltra si
metti un quarto d’onza di croco di marte, come ti ho insegnato, et onze meza di ramina di tre cotte, fatta con ba52
Sintetizzando, le soluzioni preparate sono le seguenti: 1^ soluz. - Argento in foglia trattato con acqua forte; 2^ soluz. - Argento vivo, purificato, trattato con aceto e sale comune e lavato con acqua, viene sciolto in acqua forte; 3^ soluz. - amalgama di argento viene calcinata in crogioletto assieme a sale comune ben purificato
(con molteplici dissoluzioni e precipitazioni), l’argento calcinato residuo vien disciolto in acqua forte; 4^ soluz. - Sale ammonico in acqua forte con l’aggiunta di oro
(appare qui per la prima volta in queste ricette del Neri?); 5^ soluz. - Sale ammonico in acqua forte con aggiunte di Cinabro, Croco di Marte (ossido di ferro), azzurro
oltremarino (polvere di Lapislazzuli), ferretto di Spagna (ossido di rame); 6^ soluz. - Sale ammonico in acqua forte con aggiunte di Croco di ferro, calcina di stagno
(biossido di stagno), zaffera, cinabro; 7^ soluz. - Sale ammonico in acqua forte, canterello, ramina (ossido di rame nero), manganese di Piemonte, scaglie di ferro; 8^
soluz. - Sale ammonico in acqua forte con aggiunte di minio, verderame, antimonio crudo, capo morto di vetriolo (ossido ferrico); 9^ soluz. - Sale ammonico in acqua
forte con aggiunte di orpimento (solfuro di arsenico), arsenico cristallino (ossido di arsenico), lacca chermisi da pittori (lacca tratta dal kermes, animale, o Lacca di
Firenze). Le nove soluzioni vengono mescolate assieme e, dopo sei giorni, la soluzione complessiva viene svaporata; resta una polvere di colore leonato, verdastro,
che aggiunge al vetro fuso per ottenere il calcedonio.
53 In questa terza ricetta di preparazione della miscela di ossidi per fare il vetro calcedonio, Neri raggiunge il massimo della complessità ed è difficle dare le motivazioni tecniche per cui tale preparazione è così complessa.
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titure di calderai, come ti ho insegnato et averti che anco questa polvere suol bollire, et onze mezza di Azurro,
cioè di smalto da depentori, et onze meza di minio. Tutte queste polveri, si metti in detta boccia una per volta,
che siano ben polverizzate poi si aggiti detta boccia a bell’aggio; guardandosi sempre dal gonfiare, et questo si
facci acciò l’acqua incorpori bene dette polveri et si tenghi la boccia ben serata, e per diecci giorni, ogni giorno
più volte si aggiti l’aqua, poi si metti in fornello nell’arena e se gli dia foco temperato, tanto che in vintiquatro
hore svapori tutta l’acqua forte, avertendo in ultimo, non dar foco gagliardo acciò gli spiriti dell’acquaforte
non svaporino et in fondo rimarà una polvere in colore leonato, la quale benissimo polverizata, et costodita in
vaso di vetro, si deve servare al bisogno e quando vorai far il calcidonio, meterai nel padeloto cotizzo di cristalo libre 20 - et quando sarà ben polito, dalli in tre volte una onza e meza, o il più onze tre, di detta polvere
missiando bene, acciò s’incorpori, et in cappo d’un hora si torni missiare et si cavi una prova, che vedrai un
color gialastro azurino, questa prova rinfocala nella fornace più volte che quando comincerà raffreddare, mostrerà alcuni marizi e colori diversi assae vaghi. All’hora habbi tartaro abrusato onze otto, fuligene di camino54
vetrificata onze dua, croco de ferro calcinato con il solfo onze meza, e tutte queste cose ben polverizate, si
diano a quel vitro, in quatro o sei volte havertendoti che questa polvere fa gonfiare straordinariamente il vetro,
però missiela bene acciò s’incorpori, et dane poco per volta, pulita che sia travagliala; che in vintiquatro hore
sarà buona, et se perdisse il colore aggiongeli nova gripola abbrugiata, fulliggene e croco come ti ho detto, et
se vorai far lavori grandi, lassala un poco chiara se voi far un cristalo bello come il Cristal di Montagna, over
cristal di roca, tieni la sotoscrita regola et habbi pazienza.
Piglia soda d’Alicante polverizzata bene, e se puoi haver il polverino di levante, il quale serve per queli che
fanno li cristali a Murano di Venezia ….55
Azzal (acciaio)
Darduin 104 - A calcinar l’azzal
Piglia una verga d’azzal puro, et mettilo in un fornello che vada caldo, et lasselo star dentro otto, over 10 giorni, cavelo poi fuora, e stualo in asedo forte, poi pestalo sottilmente, et sarà buono per rosso56.
Azzurro
Montpellier 31 - A far un bello azuro
Piglia in tuo zafaro fino et tridalo in bessilo57 con olio di tartaro, et dessecalo imbevuto: dessechalo per una
volta in foco, poi tenzi il tuo vedro con esso e sarà bello.58
Montpellier 45 - A far azuro et ogni altro metallo
Piglia l’azuro et del sal commune dentro, et meseda bene insieme, et poi metilo in una pignata et uno fuoco
mezano, et lassalo star giorni tre o quattro. Et diventerà chiaro et bianco come argento: pestalo dentro el tuo
vero.59
54
La fuliggine di camino o nero fumo serviva come riducente, più efficace del tartaro. Questa prima parte della ricetta di Brunoro ripete nella sostanza le prescrizioni della precedente ricetta 44 di Neri.
55 Segue la descrizione della lisciviazione della soda, che abbiamo riportato più avanti al capitolo sul “sale di vetro”.
56 Calcina a lungo l’acciaio in un fornello, poi lo estrae e subito lo immerge in aceto. Ne ricava un riducente per fare il rosso al rame.
57 Bacile.
58 Tratta la zaffera (miscela di ossido di cobalto in sabbia silicea) con olio di tartaro, mette a seccare al fuoco; il prodotto ottenuto serve come colorante del vetro.
59 Non si capisce se questa ricetta sia una variante della precedente, sembrerebbe che aggiunga all’azzurro preparato secondo la 31 di Montpellier, anche del sale
comune, oppure si potrebbe pensare che chiami azuro la zaffera e che quindi la tratti col sale comune invece che col tartaro.
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studies
studi
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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Azzurro d’Alemagna60
Neri, cap. 111 - Azzurro come quel di Alemagna
Piglia Argento vivo parte dua, fiori di zolfo parte tre, sale Armoniaco parte otto, macina ogni cosa sopra porfido
e con l’Argentovivo, metterai in palla di vetro con collo lungo, lutato in fondo di essa, in arena darai fuoco
lento fino escie l’humidità, poi si turi la bocca del vetro, si augumenti il fuoco, come si fa nella sublimatione,
continuando il fuoco sino alla fine, che haverai azzurro assai bello e vago. 61
Brunoro 23 - Azurro come quel d’Alemagna
Piglia argento vivo, parte dua, fiori di solfo parte tre sal’armoniaco parte otto, maccina ogni cossa sopra porfido, et mittirai ogni cossa in una caraffa di vetro che habbi il collo longo, che sia lutata in fondo, poi metti la
detta caraffa nill’arena che sia calda, dandoli foco piano piano, sino che sortirà l’umidità, poi si turi la boca
del vetro, et s’agguminti il foco, come si fa nelle sublimazioni, continouando il foco sino alla fine, che haverai
un bel azurro.
Cantarello (vedi Orpello)
Cristallo di Rocca62 e ciottoli di quarzo 63
Brunoro 14 - A calcinar il Cristal di Rocca, over di montagna che serve per far molte paste di colore
diverso
Habbisi pezzi di Cristalo di montagna del più chiaro, avirti che l’arena et ogni pietra focale è anco buona ma
non in quela perfitione. Si metti quelo in un curigiolo coperto dentro a un fornello ardente et si lassi sino che
sarà infuocato poi si versa detto Cristalo dentro un sechio d’aqua fresca e questo si facci dieci o quindici volte,
poi si masena sopra porfido, overo in un mortaro di vetro, usando ogni diligentia acciò il mortagio non si rompa, et farlo più sotile che si pole, acciò le tue paste vengano fine come le naturali64.
Brunoro 15 - Altro modo per calcinar detto Cristallo
Piglia di detto cristallo il più chiaro che poi, pistalo sotilmente poi metilo dentro d’una cuchiara di fero nella
fornace che si fanno li bicchieri et quando sarà infocato getalo nill’aqua Regis che facendo questo tre o quattro
sarà calcinato che potrai viderle in polvere sutilissima.65
Primo Tratt. Toscano 31 - Per conciare la pietra bianca da far vetro
Recipe pietra bianca ovvero marmo bianco, overo marmo66 e mettila in fornetto adatto a ciò, e favvi gran
fuoco, sicch’ella diventi tutta focosa, e così la gitta nell’acqua fredda; e se non sono tanto cotte, rifalle, sicchè
60 Per «azzurro di Alemagna» (detto anche «azuro della magna» - Cennino Cennini ad esempio) si intendeva in passato il minerale azzurrite, carbonato basico di
rame usato come pigmento blu. Qui però, nelle due ricette che seguono, si cerca di fare una imitazione di tale materiale.
61 La ricetta è identica alla successiva 23 di Brunoro. Difficile capire cosa sorte dalla calcinazione (ma è solo calcinazione o è anche distillazione) della miscela di
mercurio, fiori di zolfo e sale ammonico; certamente non è lo stesso tipo di azzurro delle due ricette precedenti né viene detto se verrà inserito nella miscela vetrificabile o nel fuso, potrebbe corrispondere a un grigio-azzurro a base di mercurio citato da F.R. Mainieri, 2000, usato nelle pitture.
62 Cristallo di rocca o cristallo di montagna, quarzo naturale in cristalli. In genere il cristallo di rocca frantumato e macinato molto sottile veniva utilizzato in ricette
per gioie false e non per i vetri comuni, soffiati o meno, nei quali si usava la più economica sabbia silicea o, in tempi successivi, i ciottoli di quarzo tratti dall’alveo
del fiume Ticino.
63 L’uso di ciottoli di quarzo o cogoli del Ticino (a partire dal XIII secolo a Murano), comporta egualmente la necessità della loro frantumazione per ottenere della
polvere sottile da poter usare nella miscela vetrificabile.
64 La ricetta descrive praticamente come frantumare il cristallo di rocca, versandolo, dopo riscaldato, in acqua per poi macinarlo in mortaio di porfido o di vetro
(onde non inquinarlo se macinato in mortai di metallo).
65 È una variante della precedente, qui il cristallo di rocca viene prima macinato (grossolanamente) e poi, posto su un cucchiaio dal lungo manico, messo a scaldare entro il forno, dopo caldo viene gettato in acqua Regia (forse trattasi di un errore di trascrizione, non si capisce a cosa serva l’acqua regia in questo caso) per
frantumarlo ulteriormente.
66 Chiama pietra bianca o marmo bianco la roccia di quarzo, creando un pò di confusione con la definizione correntemente data al calcare.
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studies
studi
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
agevolmente si polverizzino sottilissime; e to’ne libre 100 di questa polvere e libr. altrettanta di soda polverizzata, e mescola insieme e falla ‘mbiancare al modo detto, e falla colare nel fornello.
Secondo Tratt. Toscano 25 - A fare calcinare el cristallo
Prendi del cristallo67 e lavalo tanto che l’acqua venga chiara: poi il dissecca e poi il cerni e togli lo chiaro e
bianco e bello e mettilo nella olla di riverberazione e lascialovi stare tanto che divegna bianco per virtù del
fuoco: poi il metti così caldo nell’acqua chiarissima, e quando saràfreddo, cavalo fuori e mettilo a calcinare
come di prima: così fà tre volte e disseccalo bene e pestalo e tamigialo bene sottilmente, ed è fatto.
Terzo tratt. Toscano 10 - A fondere cristallo
Piglia el cristallo (e mettilo a) fuoco fortemente nello corregiuolo e poi lo spegni in acqua fredda, e questo fa’
4, o 6 volte, sempre rinovando l’acqua, e poi lo macina sopra lo porfido in sottilissima polvere i e poi piglia
libre una di questa polvere e libre due di salnitro68 preparato in acqua comune, si come si prepara el sale comune, e mescola questa polvere insieme, e metti nella fornace del vetro e fondi; che se fonderanno molto bene
i sempre mettendo pianamente nella conca, e fa’ che la conca abbia copertoio, e fondi e puoi colare di molti
colori; per 4, o per 6 dì stando in fusione, si purga e chiarificasi, et nunquam inveni in alio libro quod debet
adiungi ad lib. x cristalli lib. una ossi albi castrati sive corni, quando ponitur ad fundendum.
Continua nel prossimo numero
67
68
Non precisa se si riferisce a “cristallo di rocca” o ai ciottoli di quarzo del Ticino.
Interessante questa citazione del salnitro, siamo in questo ricettario del XV secolo quindi molto in anticipo sull’uso di tale materiale come fondente diffusosi a
Venezia alla fine del XVII secolo (Moretti 2004).
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manifestazioni
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PARMA
Dipartimento di Chimica - Dipartimento di Ingegneria Industriale
XXVII A.T.I.V.
CONFERENCE
From a grain of sand…
to the strength of a structure
Hollow & Flat Glass
Session:
Innovation in raw materials
Keynote Lecture:
Bonifacio Pistacchio
Head of Group Procurement of
Manufacturing Assets - NSG
“Competitiveness in the glass industry Energy and waste management (an answer
swer
to the continuous cost pushing)”
Engineering and Architecturall
Session:
Special glass structures
Keynote Lecture:
James O’Callaghan
Eckersley O’Callaghan Structural
Design, London - Paris
PARMA (ITALY), 15-16 NOVEMBER 2012
CENTRO CONGRESSI SANTA ELISABETTA,
CAMPUS UNIVERSITY OF PARMA
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manifestazioni
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
XXVII A.T.I.V. CONFERENCE
CONGRESS CHAIR
Registration Information
Registration
Fees
Speakers/
Participants
Early due
payment by
October 19,
2012
Later payment
after
October 19,
2012
A.T.I.V.
Members
200,00 €
300,00 €
Non A.T.I.V.
Members
290,00 €
390,00 €
Social Dinner
50,00 €
50,00 €
The “A.T.I.V. Members - Non A.T.I.V. Members” fees include:
Admission to all technical sessions, conference proceedings,
coffee breaks and lunch.
A.T.I.V. (Association of Italian Glass
Technologists), in co-operation with
the Department of General and Inorganic Chemistry, Analytical Chemistry, Physical Chemistry and the Department of Civil Engineering and Architecture DICATeA of the University
of Parma, is pleased to announce the
XXVII International A.T.I.V. Conference which will be held in Parma
(Italy) on November 15-16, 2012.
The final program of the Conference,
organised in two parallel sessions devoted to “Hollow & Flat Glass Session: Innovations in Raw Materials”
and “Engineering & Architectural
Session: Special Glass Structures” is
presented hereafter.
Alessandro Bandini A.T.I.V.
SCIENTIFIC COMMITTEE
FIRST SESSION
SECOND SESSION
HOLLOW & FLAT
GLASS SESSION:
INNOVATIONS IN RAW
MATERIALS
Alessandro Bandini
A.T.I.V
Italy
ENGINEERING &
ARCHITECTURAL
SESSION: SPECIAL
GLASS STRUCTURES
Jan Belis
Ghent University
Belgium
Piero Ercole
A.T.I.V.
Italy
Ruth Kasper
RWTH Aachen University
Germany
Angelo Montenero
University of Parma
Italy
Christian Louter
Epfl Ecole Polytechnique
Fédérale De Lausanne
Switzerland
Mauro Overend
University of Cambridge
United Kingdom
Gianni Royer Carfagni
University of Parma
Italy
Jens Schneider
Darmstadt University
Germany
ORGANIZING SECRETARIAT
Associazione Tecnici Italiani del Vetro
Guglielmina Gnappi - Dipartimento di Chimica
Barbara Ferrari - A.T.I.V.
Parco Area delle Scienze 17/A 43124 Parma
Phone/Fax +39 0525 404229
Email: [email protected]
http://www.ativ-online.it
This event has been made possible thanks to:
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manifestazioni
Thursday, 15 November 2012
welcoming address
presentation of the conference
Gino Ferretti
Rector of the University of Parma, Italy
Rinaldo Garziera
Head of the Department of Industrial Engineering
University of Parma, Italy
Alessandro Bandini - A.T.I.V. President, Italy
Gianni Royer Carfagni - A.T.I.V. Vice President
University of Parma, Italy
KEY NOTE LECTURE
JAMES O'CALLAGHAN
Eckersley O'Callaghan, United Kingdom
ADVENTURES WITH
STRUCTURAL GLASS
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
HOLLOW AND FLAT GLASS SESSION:
INNOVATIONS IN RAW MATERIALS
Peter Sheppardson, Isaac Berwouts,
Sam Leese - Sibelco Europe, Belgium
Observations on glass raw material quality, chemistry
and mineralogy, their contribution to consistency of
glass manufacture and implications on energy required
for glass melting.
Claudio Ferrero, Paolo Danasino
Gruppo Minerali - Maffei S.p.A., Italy
Lodovico Ramon - SASIL S.p.A., Italy
The lowest Fe2O3 content sands in the market for the
higher quality glasses production.
Enis Kapuano
Radarchim S.p.A., Italy
A glass company producing soda or a soda company
producing glass? The case of Sisecam.
Stefano Brivio, Alessandro Barone,
Pierluigi Cassaghi - Solvay, France
Sodium Bicarbonate flue gas treatment in the framework of glass BREF.
Christian Makari, Juergen Lenger
Binder Co, Austria
Waste Glass Recycling: latest technological status
used in most modern waste glass processing plants latest developments focused on batch material
refining.
Alberto Biavati
Bormioli Rocco S.p.A.
Glass working range and the variation of the dolomite
Ca/Mg ratio: a case history
Marco Ravagnani
La Vetri Srl, Italy
The reuse of scrap glass from waste collection in the
production of hollow glass. Recent developments and
future perspectives on the basis of the changed quality
requirements of the glass industry, considering both
traditional furnace ready cullet and glass sand.
Roberto Falcone, Nicola Favaro,
Sebastiano Barberini
Stazione Sperimentale del Vetro, Italy
Chemical and physical characterization of glass cullet
and glass sand used in the production of glass
containers.
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manifestazioni
ENGINEERING & ARCHITECTURAL
SESSION: SPECIAL GLASS STRUCTURES
Styliani Lefaki
Aristotle University of Thessaloniki,
School of Architecture, Greece
“Glass Mannerism” and Transparency Issues.
Benedetta Marradi, University of Pisa,
Department of Civil Engineering, Italy
The use of glass in restorations: recent developments
in architecture and building technology.
Ugo Carughi
Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici,
Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Napoli e
Provincia, Italy
Restoration and arrangement of St. Aniello at
Caponapoli Church, Naples.
Michel Palumbo, Dominque Palumbo,
Teresa Mazzucchelli, Vetrostrutturale Srl, Italy
A new hybrid solution for structural glass reinforced
beams.
Ennio Mognato, Alessandra Barbieri,
Matteo Schiavonato
Stazione Sperimentale del Vetro, Italy
Chemically-strengthened glass: used in building
applications.
Alessandro Bandini, Colorobbia S.p.A., Italy
Luca Collini, Gianni Royer Carfagni
Department of Industrial Engineering,
University of Parma, Italy
Statistical characterization of the mechanical
properties of glass ceramics for structural applications.
Luigi Biolzi - Politecnico of Milan, Italy
Emanuele Cagnacci, Maurizio Orlando,
L. Piscitelli - Department of Engineering,
University of Florence, Italy
Laminated glass specimens under long-term push-out
loads.
Ennio Mognato, Alessandra Barbieri
Stazione Sperimentale del Vetro, Italy
Piero Quaia, Permasteelisa Group, Italy
Danijel Hatezic, Formator Safety Glass.d.o.o., Croatia
Compatibility tests on laminated glass panes with
other materials.
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Friday, 16 November 2012
KEY NOTE LECTURE
BONIFACIO PISTACCHIO
Consultant - Former NSG Group
Senior Executive, Italy
COMPETITIVENESS IN THE GLASS INDUSTRY
ENERGY AND WASTE MANAGEMENT
(AN ANSWER TO THE CONTINUOUS
COST PUSHING)
HOLLOW AND FLAT GLASS SESSION:
INNOVATIONS IN RAW MATERIALS
Nicola Favaro, Massimiliano Avella
Stazione Sperimentale del Vetro, Italy
Assessment of environmental benefits by the use
of glass cullet and glassy sand.
Energy saving and CO2 emission reduction.
Penny Marson, Ruud Beerkens, Mathi Rongen
CelSian Glass and Solar, The Netherlands
Evolved gas analysis and observation of melting &
fining processes.
Erik Muijsenberg, Jiri Ullrich
Glass Service Inc., Czech Republic
Visualising of melting sand grains and redox
measurements assist in optimization of batch
composition.
Massimiliano Avella
COREVE, Italy
Collection, recovery and recycling of glass packaging
wastes in Italy.
Francesco Di Sarno
Det Norske Veritas Italia Srl, Italy
The contribution of business management systems
to anticipate and meet mandatory regulations:
the case end-of-waste.
Roberto Falcone, Sandro Hreglich, Bruno Profilo
Stazione Sperimentale del Vetro, Italy
Substitution of arsenic oxide in the production
of coloured artistic glass.
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manifestazioni
ENGINEERING & ARCHITECTURAL
SESSION: SPECIAL GLASS STRUCTURES
Claudio Amadio, Chiara Bedon
Department of Civil Engineering and Architecture,
University of Trieste, Italy
Standardized buckling curves for the verification of
glass columns, beams and panels.
Giuseppe Campione
Department of Civil, Environmental, Aerospace,
Material Engineering (DICAM), University of
Palermo
Giovanni Minafò
Department of Engineering and Architectural,
University of Enna, Italy
Francesco Poma
Practicing Engineer
Experimental investigation on the compressive
response of laminated glass members.
Michal Netusil, Martina Eliasova
Faculty of Civil Engineering, Department
of Steel and Timber Structures, Czech Technical
University in Prague, Czech Republic
Experimental comparison of different types of glass
composite beams.
Emanuela Speranzini, Stefano Agnetti
Department of Civil and Environmental Engineering,
University of Perugia, Italy
Experimental performance of glass beams.
Luigi Biolzi
Politecnico di Milano, Italy
Maurizio Orlando, L. Piscitelli
University of Florence, Italy
Flexural-torsional buckling tests on laminated glass
beams.
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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Laura Andreozzi, Fabio Zulli
Department of Physics 'Enrico Fermi',
University of Pisa, and IPCF-CNR, Italy
Silvia Briccoli Bati, Mario Fagone,
Giovanna Ranocchiai - Department of Costruzioni e
Restauro, University of Florence, Italy
The evaluation of coupling capability of the interlayer
in laminated glass.
Horst Goebel
Bridgestone Industrial Limited, Germany
Laminated Safety Glass using densely cross-linking
EVA-based interlayer - Load-bearing capability.
Donatella Cerniglia, Giuseppe Dazzi
Department of Chemical, Management, Informatics
and Mechanical Engineering (DICGIM),
University of Palermo, Italy
Nunzio Scibilia - Department of Civil, Environmental,
Aerospace, Material Engineering (DICAM),
University of Palermo, Italy
Experimental tests of laminated glass specimens.
Maurizio Froli, Leonardo Lani
Department of Civil Engineering, Structural Division,
University of Pisa, Italy
Compression shear test of laminated safety glass:
comparison between two kinds of pvb.
Laura Galuppi
Department of Civil - Environmental Engineering and
Architecture, University of Parma, Italy
Giampiero Manara - Permasteelisa Group, Italy
Gianni Royer Carfagni
Department of Industrial Engineering,
University of Parma, Italy
Enhanced effective thickness method for laminated
glass. A case study.
Program updated to October 17, 2012
manifestazioni
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
glasstec 2012
la fiera leader dalle svariate offerte
per tutto il settore del vetro
Un ampio programma
collaterale rivolto ai visitatori
che si interessano ai settori
dell’architettura/edilizia,
finestre/facciate ed energia
solare
A glasstec 2012, in calendario
dal 23 al 26 ottobre 2012, si incontrerà di nuovo a Düsseldorf,
dopo due anni, l’intero settore
del vetro. Il marchio distintivo di
glasstec, in veste di fiera leader
internazionale, è la completezza della catena della creazione
di valore aggiunto del materiale
vetro che verrà proposta in una
gamma straordinaria. Durante la
sua ultima edizione, glasstec ha
saputo attrarre, grazie alle proposte dei suoi 1.274 espositori,
ben 44.000 visitatori provenienti
dai settori della costruzione di
macchinari, della produzione,
lavorazione e finitura del vetro, dell’artigianato, dell’architettura/edilizia e delle finestre/
facciate e dall’energia solare.
L’internazionalità degli operatori, il 57% dei quali in arrivo a
glasstec da Paesi esteri, non ha
pari a livello mondiale. L’80%
di essi, inoltre, ha dichiarato di
essere parte dei processi decisionali delle loro rispettive aziende.
In concomitanza e direttamente
collocata nel padiglione 11 insieme a glasstec, si svolgerà per
la seconda volta, dopo l’ultima
edizione del 2010, solarpeq, la
51
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manifestazioni
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
manifestazione internazionale
dedicata alle attrezzature di produzione solare. La gamma della
fiera copre il settore della tecnologia di produzione fotovoltaica
a silicio cristallino e a film sottili, proposti soprattutto dai produttori di macchinari e impianti
e di componentistica, insieme ai
materiali che vengono impiegati nella produzione di prodotti
solari finiti. I visitatori glasstec
potranno inoltre trovare le applicazioni solari, quali ad esempio
il fotovoltaico in applicazione
nell’architettura. Secondo i risultati ufficiali del sondaggio
condotto tra i visitatori dell’edizione del 2010, l’accorpamento
di queste due manifestazioni è
stato esplicitamente accolto con
favore.
Nel 2012, glasstec e solarpeq
vi attendono di nuovo con il
loro vasto programma collaterale. Sarà riproposto ancora a
glasstec lo show speciale “glass
technology live”, il “Centro Artigianale”, il Congresso degli architetti, la mostra d’arte di vetro
“glass art” così come l’“Arena
Autoglass”. Dopo il debutto del
2010 che ha registrato notevole
successo, il Centro Facciate e la
Conferenza specializzata sulla
costruzione del vetro intitolata
“engineered transparency” saranno completamente rimessi a
nuovo. L’offerta verrà completata dalla terza edizione della conferenza solarpeq “Solar meets
glass”, che si concentrerà sulle
tematiche di intersezione del settore del vetro e del solare.
52
Uno sguardo al futuro
del vetro: glass technology live
Lo speciale show “glass technology live” che si terrà nel padiglione 11, e verrà organizzato
dal Prof. Stefan Behling e dal suo
team dell’Istituto di costruzione
edile dell’Università di Stoccarda,
catalizza già da anni l’attenzione
del pubblico di glasstec. Lo show
mostra i prodotti della pratica del
domani, dove negli anni precedenti si sono osservati regolarmente
veri e propri highlight, come ad
esempio a glasstec 2010 la lastra
di vetro isolato con dimensioni
18m x 3,30m e la lastra laminata
di vetro antinfortunistico con oltre 20 metri di lunghezza. Il motto per il 2012 recita “le funzioni
innovative del vetro”. I prodotti
presentati copriranno un’ampia
gamma e tratteranno i parchi tematici Facciate e Costruzione, Solare e Fotovoltaico ad integrazione
degli edifici, Prodotti innovativi
in vetro/vetro piegato, Interior e
arredamento interno così come il
design e l’estetica.
Il glass technology live sarà affiancato da un convegno specializzato
di alto profilo che, ubicato sulla
manifestazioni
superficie di esposizione del gtl,
offrirà molteplici interventi sui
temi d’attualità. L’offerta è gratuita a tutti i visitatori della fiera. Relatori conosciuti nell’ambito del
settore di istituti leader di ricerca,
associazioni, aziende e studi di architettura tratteranno diverse complessità delle tematiche in modo
competente e orientato al futuro.
Come lo show speciale, anche il
convegno punterà lo sguardo sul
futuro del vetro considerandone
sia gli aspetti tecnici che estetici. Il programma dei convegni gtl
tratterà ogni giorno un tema chiave
diverso, i cui contenuti verranno
gestiti dall’Associazione di Ricerca dell’industria tedesca del vetro
(HVG), dalla Società tedesca del
vetro (DGG), dall’Associazione
tedesca delle costruzioni macchinari e degli impianti (VDMA) e
dall’Università di Stoccarda.
Tutte le informazioni
sull’involucro degli edifici
Dopo il debutto nel 2010, vi
sarà di nuovo a glasstec 2012
il Centro Facciate in prossimità
del glass technology live, che si
rivolgerà, con la sua offerta tematica sull’involucro efficientemente energetico e funzionale degli edifici, a progettisti,
ingegneri civili e architetti così
come all’artigianato di trasformazione del vetro. Il Centro riunirà presentazioni di espositori
del padiglione 11, gli elementi
innovativi di facciate (mockup) a fianco dello show speciale
glass technology live così come
il “Centro competenza vetro, finestre, facciate”. Il nuovo centro
di competenza si compone di offerte d’informazione fornite da
Istituti e Associazioni. La speciale struttura del Centro Faccia-
te raggruppa al centro l’expertise di tutte le organizzazioni e
aziende partecipanti.
Congresso di architettura
Visioni e prospettive
Grazie alla sua vasta offerta di
prodotti architettonici in vetro,
glasstec attira moltissimi architetti e progettisti di edifici.
Dopotutto, il vetro è un materiale da costruzione importante
sia nell’architettura interna che
esterna. Il convegno di architettura proposto dalla Camera degli
Architetti del Land NordrenoVestfalia e dall’Università tecnica di Delft e dall’Università
di Ostwestfalen-Lippe, è un altro dei validi motivi che spinge
progettisti creativi di edifici a recarsi a Düsseldorf. Per la quarta
volta consecutiva, il 24 ottobre si
incontreranno architetti, strutturisti, ingegneri specializzati nel
campo della climatizzazione e
progettisti di facciate al congresso degli architetti intitolato “Visioni e Prospettive”. Tra i relatori vi saranno architetti di fama,
come ad esempio Thomas Auer/
Transsolar, Kai-Uwe Bergmann/
BIG e Brendan Macfarlane/
Jakob+Macfarlane.
La conferenza
engineered transparency
La conferenza ad orientamento
scientifico “engineered transparency” si svolgerà nel pomeriggio di giovedì 25 ottobre e
venerdì 26 ottobre, durante tutta la giornata, nel Centro Congressi di Düsseldorf Est (CCD
OST). Essa si rivolge in par-
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
ticolar modo ai gruppi target
dello Sviluppo e Ricerca, delle
Costruzioni, dei Consulenti per
perizie edili, degli ingegneri
edili, dei progettisti/architetti e
dei collaboratori delle autorità
competenti in materia edilizia.
La conferenza verrà organizzata
dall’Ente Fiera di Düsseldorf in
collaborazione con l’Università
tecnica di Dresda e di Darmstadt
e i parchi tematici dell’“engineered transparency” saranno
le recenti evoluzioni e risultati
di ricerca in merito al vetro da
costruzione, il comportamento fisico-edilizio delle facciate,
così come la produzione solare
dell’involucro degli edifici.
Svariate offerte per artigiani
Il “Centro Artigianato”, con le
sue numerose offerte proposte
da espositori nel padiglione 9,
sarà completato da un’attraente
programma collaterale che verrà
organizzato dalla Corporazione
degli Artigiani del vetro (BIV).
Un particolare highlight da ammirare è una casa realizzata in
vetro nello stand del BIV, dove
verranno presentate moderne
prestazioni artigianali per l’arredamento interno ed esterno degli
edifici. In tal modo, si forniranno stimoli e proposte pratiche ad
artigiani, ovvero come potersi
distinguere dalla concorrenza
e schiudere nuovi settori di applicazioni. Il 25 ottobre sarà la
giornata dedicata ai vetrai. In palio vi saranno due premi, ovvero
quello per “il rifinitore di vetro”
e quello per i “vetrai” conferiti
dal BIV, mentre in serata si terrà il party dei vetrai. Sempre nel
padiglione 9 sarà realizzata la
53
5-2012
5-2012
manifestazioni
mostra speciale “glass art” che
presenterà oggetti d’arte realizzati in vetro. Vi hanno preso recentemente parte oltre 60 artisti,
gallerie rinomate a livello mondiale, e l’Associazione dell’arte
vetraria della regione NordrenoVestfalia.
Autoglass Arena
Sempre a cura del BIV, vi sarà
l’“Autoglass Arena” nel padiglione 10. Oltre alle proposte di
espositori del comparto automotive glass, essa offrirà competizione anche tra concorrenti del
vetro d’auto tedeschi e internazionali - in collaborazione con
la Federazione Internazionale
del vetro automotive - in cui si
dovranno misurare i migliori vetrai di auto. Nuovissimo sarà il
54
Plenum dei vetrai dell’auto che
proporrà interventi giornalieri e
workshop, con un motto diverso
ogni giorno. Ecco i temi in programma: giornata della vetrificazione dei veicoli (martedì),
giornata del settore assicurativo
(mercoledì), giornata del management del parco rotabile (giovedì) e giornata Smart Repair
(venerdì).
Solar meets glass
i punti di intersezione
di entrambi i settori
Quello che rende particolarmente attraente la combinazione di
glasstec e solarpeq è la tematica
d’intersezione del vetro e della
produzione solare che in questa
forma e concatenazione viene
proposta solamente a Düssel-
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
dorf. L’obiettivo dello scambio
di entrambi i settori è quello di
mostrare nuove opportunità di
vendita dell’industria del vetro
e di imprimere impulso all’industria della produzione solare
nella corsa tra grado d’efficienza
e abbattimento dei costi.
Questo è anche l’obiettivo della
conferenza specializzata “Solar
meets glass” sul tema della tecnica di produzione solare, che
completa l’offerta degli espositori di solarpeq e glasstec. La
conferenza verrà organizzata
insieme a Solarpraxis AG, uno
dei relatori della conferenza e
fornitore leader nel settore delle
energie rinnovabili. “Solar meets
glass” si terrà il 22 ottobre, un
giorno prima dell’inizio della
manifestazione, e il 23 ottobre
nel Centro Congressi Est (CCD
manifestazioni
OST) sul polo fieristico ormai
giunta alla sua terza edizione.
La scelta dei relatori vuole tener conto di problematiche che
riguardano sia il fronte dei fornitori sia quello della clientela,
in modo tale da poter soddisfare e affrontare tutte le complessità delle tematiche attuali da
entrambi i punti di vista. Dopo
aver illustrato una panoramica
sul mercato e sulla tecnologia
del fotovoltaico e vetro, si farà
luce sui temi quali mercati futuri
potenziali, abbattimento costi e
evoluzioni tecnologiche.
Avanti innovazione
Il Trendcompass
La maggior parte dei visitatori
della fiera si interessa alle novità
e alle innovazioni - lo dimostrano sempre i risultati dei sondaggi. Per avere un miglior orientamento durante la ricerca di tali
prodotti o servizi, glasstec 2012
ha istituito, per la prima volta, il
Trendcompass (ovvero la bussola delle tendenze), che indica
chiaramente la via diretta alle
novità degli espositori che sono
raggruppati nei diversi parchi
tematici. Inoltre, in anteprima
della manifestazione glasstec, si
chiederà agli espositori di distinguere opportunamente le novità
e le innovazioni dalla gamma
tradizionale.
Nella pagina www.glasstec.de i
visitatori potranno visualizzare
non solo la banca dati regolare
della fiera alla rubrica “Espositori e Prodotti” che presenta tutte le informazioni generali sugli
espositori e prodotti, ma si potranno anche informare sui pro-
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
dotti particolarmente innovativi
grazie all’offerta di Trendcompass.
Tutte le informazioni online
Oltre al Trendcompass e alla
banca data espositori, gli interessati potranno attingere varie
informazioni per preparare la
propria visita in fiera consultando la pagina www.glasstec.de e
www.solarpeq.de, visualizzando
ad esempio le informazioni sugli
hotel e su come arrivare in fiera,
sulla pianta dei padiglioni che
si potrà personalizzare oppure
ottenendo consigli su come visitare la città. Inoltre, si potranno
acquistare le tessere di entrata a
prezzi più convenienti. I biglietti
elettronici, gli e-ticket, sono validi già all’arrivo a Düsseldorf
per recarsi in fiera, in quanto
sono veri e propri biglietti per
viaggiare con i mezzi pubblici di
trasporto nella zona coperta dalle linee della Reni-Ruhr (VRR).
Contatto per la stampa
glasstec/solarpeq 2012:
Sebastian Pflügge
Brigitte Küppers (assistenza)
Tel.: +49(0)2114560464
+49(0)2114560929
Fax: +49(0)211456087464
e-mail:
[email protected]
[email protected]
55
5-2012
5-2012
dal mondo del vetro
Bertil Vallien,
Nine Rooms
Evento Collaterale
della 13. Mostra
Internazionale
di Architettura la Biennale di Venezia
Per la prima volta in Italia con
una mostra retrospettiva, Bertil Vallien, maestro svedese del
vetro d’arte, presenta oltre sessanta delle sue opere presso gli
spazi di Palazzo Cavalli Franchetti, sede dell’Istituto Veneto
di Scienze Lettere ed Arti, in
occasione della 13. Mostra Internazionale di Architettura - la
Biennale di Venezia.
La mostra, ideata e curata da
Adriano Berengo e Börge
Kamras con il contributo di
Francesca Giubilei e promossa
da Svensk Form, è aperta al pubblico sino al 25 novembre 2012.
Presenterà circa sessanta opere
in vetro realizzate da Vallien nel
corso della sua carriera presso
gli studi svedesi di Kosta Boda,
partner produttivo per tutti i suoi
lavori e main sponsor della mostra insieme a Berengo Studio.
L’esposizione si articola in nove
sezioni e mira a sottolineare il
contributo di questo artista al
Per ulteriori informazioni:
Francesca Giubilei
[email protected]
www.berengo.com
56
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
movimento dello Studio Glass,
che quest’anno celebra il suo
cinquantesimo anniversario. La
mostra intende mettere in luce
la forte relazione tra gli aspetti
progettuali della sua ricerca e
la concretizzazione delle idee,
che divengono opere in vetro in
stretta relazione e dialogo con
l’ambiente che le ospita, sottolineando il particolare interesse dell’artista per il rapporto
dell’uomo con l’ambiente, con
la storia, con il sacro e con il
tempo, insomma con i segni della società contemporanea, proprio come suggerisce il direttore
della Biennale Architettura, David Chipperfield, nel suo progetto di mostra.
Bertil Vallien è il più famoso artista e designer del vetro svedese
a livello internazionale. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti
e le sue opere sono esposte nei
musei di tutto il mondo.
dal mondo del vetro
La Corning ha annunciato il lancio di un nuovo prodotto denominato Corning Willow™Glass,
ultrasottile e flessibile, che secondo la Società potrebbe rivoluzionare la forma e il profilo dei
prodotti di ultima generazione
nella tecnologia dell’elettronica
di consumo. L’annuncio è stato
fatto nel corso della Information
Display’s Display Week, alla
Fiera di Boston, USA.
Con il Corning Willow™Glass
sarà più facile disporre di applicazioni sottili, leggere ed efficienti che riguardano gli attuali
schermi piatti e le superfici intelligenti del prossimo futuro: lo
spessore, la resistenza e la flessibilità del vetro potranno consentire di avvolgere i display attorno ad un dispositivo o ad un oggetto. Il Corning Willow™Glass
può essere inoltre trattato a temperature superiori ai 500°C.
La possibilità di subire trattamenti ad elevata temperatura è
un requisito essenziale per gli attuali prodotti ed è una condizione di processo che non può essere applicata ai film polimerici. Il
nuovo vetro Corning consentirà
quindi all’industria del settore
di sviluppare nuovi processi ad
alte temperature e di laminazione/arrotolamento, simili a quelli
impiegati nella fabbricazione di
carta da giornali, finora ritenuti
impossibili. Sarà infatti in grado
di supportare la realizzazione
di pannelli e filtri per il colore
sia per diodi organici emittenti
(OLED), che per schermi a cri-
stalli liquidi (LCD) ad elevate
prestazioni, destinati a dispositivi portatili quali smartphone,
tablet e notebook. Questo vetro
ultrasottile e flessibile consentirà inoltre di sviluppare nuovi
schermi a differente conformazione (curvi) per visioni in immersione o da montare su superfici non piane.
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012
Vetri speciali
per TLC
La Corning e la Schott
lanciano nuovi prodotti
Il Corning Willow™Glass è formulato per migliorare le prestazioni di componenti nel settore
dell’elettronica, quali sensori
per la touch technology, vetri
con proprietà ermetiche naturali
adatti a sigillare schermi OLED
e altre tecnologie sensibili all’ossigeno e all’umidità.
Corning sta attualmente provvedendo forniture di Willow™Glass
a clienti che sviluppano nuovi display e applicazioni touch; sta inoltre collaborando con organismi di
ricerca, utilizzatori e produttori di
attrezzature per sviluppare un ecosistema di componenti di processo
compatibili, ivi compreso il design
di processo ottimizzato. La società
sta però attivamente lavorando anche in altri settori potenzialmente
interessati al nuovo prodotto, che
riguardano l’illuminazione e le
celle solari flessibili.
57
5-2012
dal mondo del vetro
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
musei e ospedali per il monitoraggio di pazienti a distanza.
Le ragioni di questa ricerca di
ampliamento del mercato sono
facilmente comprensibili: per
la Corning è più vantaggioso
vendere articoli a maggiori dimensioni e per i clienti disporre
di prodotti più sottili (il Gorilla Glass 2 è stato introdotto nel
mercato lo scorso 6 giugno) consente di realizzare schermi più
grandi, più leggeri e più sensibili
al tocco.
Sempre nel settore TLC, la Corning ha ulteriormente migliorato
la sua linea di prodotti EAGLE
XG© slim glass per supportare la produzione di pannelli per
LCD impiegati nei dispositivi
portatili. I nuovi prodotti includono ora vetri da 0.3 mm di Generazione 6 (1.500 mm x 1.800
mm), che consentono il beneficio di una consistente riduzione di costi nella produzione di
pannelli a cristalli liquidi. Il vetro EAGLE XG© è attualmente
impiegato nella produzione di
telefoni cellulari, tablet, notebook, monitor e televisioni. La
nuova disponibilità di spessori
da 0.3 mm fornisce la soluzione
più adatta alle necessità delle più
recenti applicazioni di telefonia
mobile, quali ad esempio quella
degli ultrabook della Intel Corporation.
Il Gorilla Glass, tradizionale
prodotto della Corning presente
da tempo in smartphone, tablet e
televisioni, è destinato a trovare
applicazioni in dispositivi di più
largo consumo e destinati ad un
pubblico più vasto, quali grandi
schermi impiegati negli stadi o
nei centri commerciali oppure
touch screen di aeroporti, teatri,
58
Secondo la Società, nel 2012
verranno vendute 3.1 milioni
di unità, con un incremento del
15% sul 2011, mentre per il 2018
sono previsti volumi di vendite
pari a 18 milioni di pezzi.
La Schott ha presentato al mercato un nuovo vetro per schermi
sensibili al tocco denominato
Schott Sensation™Cover, copertura estremamente dura destinata
a smartphone e tablet: è considerato il prodotto più resistente nel
suo genere presente nel mercato,
soprattutto per i graffi. Il nuovo
vetro, prodotto a Jena, garantisce
anche eccellenti qualità di superficie e di planarità.
La Schott ha costituito un’area
operativa denominata “Cover &
Touch”, in cui esperti di diversa
estrazione collaborano per assicurare continui miglioramenti di questo vetro e adattamenti
dal mondo del vetro
alle necessità dei clienti. Prove effettuate internamente, che
Schott ha sviluppato in condizioni standard usando parametri
di processo comunemente riconosciuti dal mercato, hanno dimostrato valori di resistenza alla
compressione di più di 900 MPa,
dati che denotano una maggiore resistenza alla curvatura e
all’urto da sfera rispetto ad altri
materiali presenti sul mercato.
Inoltre, il Sensation™Cover ha
comportamenti stabili alle basse
temperature durante le prove di
invecchiamento, con riferimento alle tensioni da compressione
superficiale e alla profondità dello scambio ionico; una finestra
di processo relativamente ampia
permette così una maggiore efficienza con benefici di tempo e
denaro per i produttori.
Schott ha reso disponibile questo prodotto a tutti i maggiori
produttori di elettronica di consumo; a tale settore industriale
offre anche supporto tecnico per
le esigenze dell’intera catena di
fabbricazione, che consiste nella modifica dei tipi di vetro per
adattarsi maggiormente ai processi di produzione, nello sviluppo di una ottimale integrazione di processo e nel collaborare
con i clienti nell’ambito dell’innovazione di prodotto.
Oltre alla sua più recente realizzazione, Schott offre soluzioni
di schermi in vetro particolarmente adatte nell’impiego di
dispositivi per il design in 3D.
Il Sensation™Cover è un vetro litio-alluminosilicato adatto
a impieghi nei dispositivi capacitivi: aiuta a proteggere gli
schermi degli smartphone e dei
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012
tablet dalle rotture e dai graffi e
conferisce a questi prodotti una
superficie attraente. La sua bassa
temperatura di trasformazione a
505°C consente inoltre di realizzare efficienti e gradevoli geometrie per applicazioni in 3D.
Schott è l’unico produttore che
offre pannelli di vetro per tutti i
tipi di touch screen, con tecnologie capacitive, resistive, ottiche ed acustiche. Per esempio,
il Xensation Touch utilizzato in
applicazioni resistive come vetro
di copertura in sistemi di navigazione integrata, è stato installato
negli ultimi dieci anni in circa 25
milioni di autovetture.
Fonte:
Glass Alliance Newsletter
Giugno 2012
59
5-2012
dal mondo del vetro
Riduzione
della quantità
di imballaggi:
alleggerimento
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
L’alleggerimento del peso dei
contenitori di vetro è una pratica
costante della produzione vetraria, come risulta dalla seguente
tabella dove è riportato, per alcune tipologie standard di imballaggi, l’andamento dei pesi
unitari dagli anni Ottanta a oggi.
Andamento dei pesi di alcuni contenitori di vetro (gr.)
Da una ricerca
del CO.RE.VE.
Anni ‘80
Anni ‘90
2000
2008
flacone per fisiologica 500 ml
275
255
238
238
flacone per sciroppo 150 ml
118
100
90
90
bottiglia per vermouth 1000 ml
525
470
415
415
bottiglia per vino tappo raso
750 ml
575
525
475
475
bottiglia per birra 660 ml
310
280
250
250
bottiglia per birra 330 ml
165
150
135
135
bottiglia per birra cauzionata
660 ml
595
540
450
450
bottiglia per birra cauzionata
330 ml
310
300
290
255
bottiglia olio 1000 ml
450
430
395
395
bottiglia spumante ml 750
730
640
525
525
bottiglia bordolese 750 ml
410
390
360
360
bottiglia borgognotta 750 ml
425
410
390
390
aperitivi monodose 275 ml
305
280
210
210
bottiglia latte
550
470
360
360
acqua 100 cl rendere
n.d
450
450
450
acqua 50 cl perdere
n.d
275
270
270
acqua 50 cl rendere
n.d
285
285
285
I dati mostrano che il peso dei
contenitori si è ridotto negli anni
’90, rispetto agli anni ’80, mediamente del 9% circa con punte
60
del 15%; il medesimo confronto,
aggiornato all’anno 2000, fa registrare una riduzione media del
15% con punte anche del 35%.
dal mondo del vetro
Dal 2000 a oggi, si è registrata
un’ulteriore e significativa riduzione (del 12%) nel peso dei
contenitori “a rendere” da 330
ml. destinati alla somministrazione di birra.
Non è superfluo osservare che
tale riduzione si è ottenuta, a parità di resistenza e prestazioni,
per autonoma iniziativa dei produttori di vetro e in completa assenza di normative al riguardo.
Data la “maturità” del processo di produzione del vetro cavo
meccanico, tali significativi risultati, discendendo dall’introduzione di innovazioni tecnologiche di grande portata, sono apprezzabili solamente nel mediolungo periodo.
Tra le innovazioni che si sono
succedute in questi ultimi
vent’anni, e che hanno permesso l’ottenimento dei risultati
sopra visti, vi sono, ad esempio, il passaggio nella formatura
dei contenitori dalla tecnologia
del “soffio-soffio” a quella del
“presso-soffio”, che ha permesso
una più omogenea distribuzione
del vetro sullo stampo e quindi
una riduzione degli spessori.
Dello stesso tenore gli interventi
volti ad ottimizzare il raffreddamento degli stampi, come pure i
trattamenti interni/esterni effettuati sul contenitore per migliorare la sua resistenza agli shock
termici e ai tormenti meccanici
cui è sottoposto nella fase di
riempimento automatico che
avviene ormai ad altissime velocità. Insieme di interventi che
hanno consentito e continueranno a consentire la fabbricazione
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012
di imballaggi di vetro sempre
più leggeri a parità di resistenza
meccanica.
Va evidenziato che, ovviamente,
l’alleggerimento del peso medio permette di ridurre, a parità
di numero di pezzi, le quantità
in peso da recuperare mediante
le raccolte differenziate. È bene
precisare che l’operazione di alleggerimento è assolutamente
compatibile con l’incremento
dei quantitativi di rottame riciclati. In altre parole, il maggiore
impiego di rottame non compromette l’alleggerimento dei contenitori in vetro.
Quanto sopra premesso, è bene
comunque sottolineare che i risultati conseguiti nel processo
produttivo, in termini di riduzione del peso medio unitario a
parità di prestazioni, rischiano
di essere inficiati o quantomeno
alterati dal registrato scadimento
qualitativo del rottame raccolto
nel Paese.
Fonte:
Programma specifico di
prevenzione 2012
Risultati del riciclo 2011
CO.RE.VE.
61
5-2012
dal mondo del vetro
Fenzi a
Glass Build
America 2012
Il Gruppo ha presentato
a Las Vegas
i suoi prodotti top
Settembre si è aperto con un nuovo appuntamento per il gruppo
Fenzi, leader nella chimica per
la seconda lavorazione del vetro
piano. Attraverso la filiale Fenzi
North America, tra il 12 e il 14
settembre il gruppo ha presentato i prodotti top a Las Vegas per
la nuova edizione di Glass Build
America.
Prodotti di punta per questa edizione della fiera sono in particolare le tecnologie per vetrate isolanti e le tecnologie warm edge,
di particolare interesse oggi sul
mercato statunitense grazie ad
una ripresa dell’edilizia e del
mercato delle costruzioni. Tra
queste ricopre un ruolo di primo
piano Thiover sigillante polisulfurico bi-componente, in linea
con i più avanzati criteri di ecocompatibilità: utilizzando questo prodotto è possibile conseguire punti LEED® e certificare
gli edifici secondo gli standard
del Green building rating system
americano. I sigillanti Thiover
permettono infatti di ottenere
ottime performance per vetrate
isolanti, sono completamente
esenti da solvente e da altri ingredienti nocivi, hanno eccellenti proprietà meccaniche e una
bassissima permeabilità ad acqua e gas; sono inoltre compatibili con ogni tipo di profilo e con
la maggior parte dei materiali
utilizzati nelle vetrate isolanti.
Forte della sempre più marcata
attenzione rivolta in terra americana alla produzione di energia pulita con investimenti in
continua crescita, Fenzi ha dato
grande rilievo anche alla gamma
completa di vernici per specchi
solari Duralux Solar Coatings,
62
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
tra i prodotti più evoluti per la
tecnologia CSP (Concentration
Solar Power). Queste innovative vernici sono studiate per garantire un’altissima resistenza
chimica alla corrosione e alla
radiazione UV, le migliori performance in condizioni di stress
termico e ambientale, una fortissima resistenza all’abrasione.
www.fenzigroup.com
Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa
Francesca Solera
Il Filo Rosso Solera & associati
[email protected]
www.ilfilorossonline.it
dal mondo del vetro
Vitrealspecchi presenta Madras®
Flooring: la finitura ideale per
scale in vetro che coniuga qualità
estetiche con prestazioni antiscivolo certificate secondo i principali standard internazionali.
Il vetro si sta rivelando il materiale d’elezione anche per la creatività progettuale applicata ad ambienti dove l’impatto scenografico è importante: entrance hall di
aziende, hotel e centri commerciali, show-room, luoghi d’intrattenimento come discoteche ecc.
Infatti, nella realizzazione di scale, scalinate, scalini, qualunque
sia la dimensione delle strutture,
solo il vetro dà la possibilità di
ottenere risultati davvero sensazionali e coinvolgenti.
processo finalizzato proprio a
fornire un materiale di provata
efficacia e resistente nel tempo. Nome della linea: Madras®
Flooring. Le certificazioni prodotte documentano, a seconda
dei modelli di textures, coefficienti di attrito conformi alle regolamentazioni italiane, statunitensi e dei principali paesi europei. Infatti, i test di antiscivolosità sono stati effettuati secondo
la norma B.C.R. (riconosciuta in
diversi paesi tra i quali Italia e
Gran Bretagna), DIN 51130 (richiesta in Germania) e ASTM C
1028 (riconosciuta negli Usa).
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012
Vitrealspecchi
presenta
le nuove scale
di vetro e di luce
Madras® Flooring,
finitura ideale
per scale in vetro,
è utilizzato in contesti
di grande prestigio
Per queste caratteristiche, unite
Tuttavia anche il vetro, come
ogni altro materiale utilizzato
per piani di calpestio, deve assicurare un attrito sufficiente a
non scivolare, soprattutto in luoghi che, per definizione, devono
essere accessibili a chiunque. Le
norme sono rigorose ma la loro
applicazione in realtà non lo è
altrettanto. Una delle cause principali è sicuramente dovuta al
fatto che pavimentazioni e scalini di vetro sono realizzati spesso
in semplice vetro float reso “antiscivolo” con metodi artigianali quali fresature, serigrafie ceramiche, sabbiature: la verifica
dell’efficacia del trattamento è
trascurata, e la durata nel tempo
di alcune di queste finiture molto
limitata.
Ben diverse le caratteristiche
antiscivolo conferite al vetro
dall’incisione chimica, che in
Italia Vitrealspecchi realizza
con un particolare ed esclusivo
63
5-2012
dal mondo del vetro
alle qualità estetiche, Madras®
Flooring è utilizzato in contesti di prestigio internazionale e
di grande passaggio, come ad
esempio nelle scalinate in vetro di diversi Apple’s Stores nel
mondo, nel Louis Vuitton Store
in New Bond Street di Londra,
nel Museo aeronautico Dornier
di Friedrichshafen, o, sempre in
Germania, nel palazzo comunale di Stoccarda, come suggestivo
piano di calpestio trasparente sospeso sopra la pianta topografica
gigante della città.
Ampia la scelta delle textures
Madras® Flooring, diversificate secondo le loro caratteristiche
formali per utilizzi in piccoli e
grandi spazi, ma accomunate
da una sapiente combinazione
di rilievi e incisioni, rugosità e
trasparenze per offrire una presa sicura sia all’asciutto che col
bagnato. Madras® Flooring è
Superglass
dal Mondo della
Nanotecnologia
È in grado di emettere
luce ultravioletta quando
viene attraversato da una
corrente elettrica
64
Un pool di ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca, in
collaborazione con il MIT e il
Los Alamos National Laboratory (USA), ha scoperto un “superglass” in grado di emettere luce
ultravioletta, quando viene attraversato da una corrente elettrica.
La nanotecnologia è in grado di
manipolare la materia a livello atomico e molecolare, sulla
scala dei nanometri, sfruttando
la conoscenza acquisita in fisica
quantistica e chimica molecolare. Superglass acquisisce le
sue proprietà uniche grazie alle
nanoparticelle di biossido di stagno (Sn O2) incorporate in una
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
temperabile e stratificabile, requisiti indispensabili per un vetro da utilizzarsi come piano di
calpestio. Se stratificato con vetri float trasparenti e opportunamente retroilluminato, permette
di realizzare pavimentazioni e
scale molto suggestive. Stratificato con film coprenti o con
specchio, permette di ottenere
raffinate “piastrelle” di gusto
high-tech, anche per pavimentazioni flottanti.
La linea Madras® Flooring si
completa con Ecosat Flooring,
caratterizzato da una texture
compatta e brillante, dalle proprietà certificate non solo antiscivolo ma anche antigraffio di
ottimo livello.
Per ulteriori informazioni:
www.vitrealspecchi.it
pellicola sottile di biossido di
silicio (SiO2), attraverso un processo molto complesso effettuato in atmosfera controllata.
Il nuovo materiale costituisce la
base per la creazione di nuovi
sensori per controlli ambientali,
la costruzione di sistemi biomedici, o per l’integrazione in indumenti protettivi per le persone
che operano in situazioni pericolose ad alto rischio.
dal mondo del vetro
AGC Glass Europe e Interpane
lanciano ufficialmente un’alleanza strategica nel settore del vetro.
Annunciata nel dicembre 2011,
l’alleanza è stata disciplinata dal
Merger Regulation della Commissione Europea.
AGC Glass Europe e Interpane sono due produttori di vetro float e presentano attività di
fabbricazione complementari.
La loro presenza geografica e le
specialità di prodotti realizzati
offrono una combinazione ideale. Attraverso Interpane, AGC
ottiene una presenza industriale,
principalmente sul mercato tedesco del vetro piano e prevede di
estendere la gamma di prodotti
rivestiti. Alla ricerca di nuovi
mercati, Interpane beneficerà,
dal canto suo, della estesa rete e
presenza industriale di AGC in
Europa.
della produzione di vetro piano
AGC Glass. Interpane è invece
una società a conduzione familiare, specializzata nella produzione e nella lavorazione del vetro fondata nel 1971 da Georg F.
Hesselbach. La società ha sede a
Lauenförde (Germania). Interpane vende i suoi prodotti destinati al settore dell’edilizia e al
mercato dell’energia solare. La
società ha sviluppato inoltre la
sua tecnologia e i suoi impianti
di rivestimento. Le sue attività in
Germania, Austria e Francia rappresentano un organico di circa
1.200 persone.
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012
AGC e Interpane
confermano
l’alleanza strategica
nel settore del vetro
Le due Società presentano
attività di fabbricazione
complementari
Per ulteriori informazioni:
AGC Glass Europe Communication
[email protected]
Interpane Glas Industrie AG
[email protected]
Società avente sede a Bruxelles,
AGC Glass Europe produce,
fabbrica e distribuisce vetro piano per l’industria edilizia (vetrate esterne e decorazione interna),
per il settore automobilistico,
per il segmento solare e per diverse industrie specializzate. La
società vanta un Centro di R&S
e circa 100 stabilimenti dislocati
dalla Spagna alla Russia.
AGC Glass Europe conta
14.000 dipendenti ed è la branca europea del leader mondiale
65
5-2012
dal mondo del vetro
Casa de la Flora:
il Design Hotel™ di
VaSLab Architects
36 blocchi monolitici
in cemento e vetro
affacciati
sull'Oceano Indiano
Creato da VaSLab Architecture,
il Design Hotel™ Casa de La
Flora è un agglomerato di edifici in stile lecorbusieriano affacciati sull'Oceano Indiano
VaSLab ha realizzato un rifugio
dal design sofisticato e audace,
rifuggendo dai tradizionali e stereotipati hotel sul mare. Il sito,
vicino Phuket, colpito dallo tsunami del 2004, è stato recuperato adottando metodologie “eco”
che sono state integrate con
estrema discrezione nel progetto
del resort.
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Rispondendo alla natura organica del contesto, il progetto consiste in 36 ville dotate di piscina privata, patio e tetto ‘verde’,
tutte realizzate in cemento, il cui
utilizzo è gestito, però, con cura
e precisione.
Le ville sono blocchi monolitici che consentono agli ospiti di
“sperimentare l’ambiente esterno stando all'interno, attraverso
le facciate in vetro che ampliano le viste prospettiche verso il
mare”. Materiali naturali come
il legno di teak mitigano gli interni il cui minimalismo è potenziato da un sistema di colori
e luci tenui.
Fonte:
Cecilia di Marzo
www.archiportale.com
Linee
per lo spegnimento
e il trasporto
di rottame
di vetro caldo
Informazioni:
[email protected]
66
FondMetalli ha completamente
rinnovato la gamma di prodotti
per lo spegnimento e il trasporto di rottame di vetro caldo. Le
nuove soluzioni si basano sulla
sinergia di sistemi di trasporto
su tappeto metallico e sistemi raschianti. Grazie alla loro elevata
versatilità e flessibilità, possono
essere collocati in spazi stretti e
su pavimenti sottostanti.
L'uso di materiali pregiati come
l'acciaio inox assicura una lunga
durata e garantisce un’elevata resistenza all'usura e all’ossidazione.
Il sistema di controllo basato su
un software specifico permette di ottimizzare il consumo di
acqua con una modulazione in
base alle reali esigenze.
La gamma di prodotti è in grado di supportare una capacità
produttiva fino a 600 tonnellate/
giorno di rottame di vetro caldo.
Il sistema per lo spegnimento e
il trasporto di rottame di vetro
FondMetalli è ampiamente utilizzato dai più grandi produttori
di vetro nel mondo e molto apprezzato.
dal mondo del vetro
Qualche mese fa avevamo già
parlato dello Shard of Glass,
quello che si prospettava essere, una volta conclusi i lavori, il
grattacielo più alto d’Europa.
Oggi a Londra svetta orgoglioso
su tutti gli altri edifici, oramai
giunto al termine e inaugurato
ufficialmente, questo grattacielo
il cui progetto vanta una firma
tutta italiana, quella del celebre
architetto Renzo Piano. Rappresenta il nuovo simbolo della
capitale britannica, con i suoi
309,6 metri d’altezza.
Letteralmente Shard of Glass
vuol dire “frammento di vetro” e,
proprio come un’enorme scheggia di vetro, il grattacielo si erge
nei pressi del London Bridge;
ha completamente modificato lo
skyline londinese e, come la celebre ruota panoramica London
Eye, è visibile da qualsiasi parte
della città.
abitabili, che comprenderanno
appartamenti, uffici e ristoranti; presto sarà disponibile anche
una piattaforma panoramica al
69° piano; per la sua costruzione
sono stati utilizzati materiali interamente riciclati.
Come previsto, l’inaugurazione
è avvenuta in tempo per le Olimpiadi di Londra. Lo Shard of
Glass è ora uno degli edifici da
non perdere quando si è in visita nella città sul Tamigi e vanta
diversi primati: quello di edificio
più alto di Londra, del Regno
Unito e d’Europa. Nella classifica dei grattacieli, lo Shard è 45°.
L’inaugurazione ha coinvolto
migliaia di persone, che hanno
potuto assistere ad un meraviglioso spettacolo di luci laser,
lanciate dai quartieri di Gherkin
e Canary Wharf, che hanno illuminato e colorato il cielo londinese. Uno spettacolo per gli occhi ma anche per l’udito, grazie
alle note suonate dalla London
Philharmonic Orchestra. All’evento erano presenti il Principe
Edward, Duca di York, e il Primo ministro del Qatar (il 95%
dei fondi utilizzati per la costruzione vengono infatti da questo
Paese).
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012
Inaugurato a Londra
il grattacielo
Shard of Glass
Completati i lavori
del grattacielo
più alto d’Europa,
progettato da
Renzo Piano
Foto: Hays Davidson e John Mclean ©
Rpbw, Renzo Piano Building Workshop
Per ulteriori informazioni:
Il nuovo grattacielo, che sorge nel quartiere di Southwark,
conta ben 95 piani, di cui 72
Giusy Scibelli
http://viaggi.attualissimo.it
67
5-2012
dal mondo del vetro
UNION GLASS
in prima linea per la
mobilità sostenibile
Ha esposto
un’innovativa pensilina
per auto elettriche
UNION GLASS, in occasione
dell’Assemblea generale 2012
di Unindustria Treviso tenutasi
a Conegliano (TV) l’8 giugno
scorso e in collaborazione con
Servizi Unindustria Multiutilities Srl, società che fornisce
energia alle aziende associate,
ha esposto un’innovativa pensilina per auto elettriche.
La speciale struttura fotovoltaica produce energia elettrica per
mezzo dell’esposizione alla luce
del sole. Ciascuno dei quattro
moduli fotovoltaici vetro-vetro
di cui è composta eroga una
potenza di circa 500 w e contribuisce a ricaricare la vettura
elettrica e a renderla autonoma
per centinaia di km. Si tratta di
moduli fotovoltaici progettati ad
hoc e realizzati su misura, grazie
all'elevata flessibilità produtti-
Intersolar Europe
2012
Uno spiccato
interesse per i temi
dell’integrazione alla rete
e dell’immagazzinamento
di energia alla Intersolar
Europe 2012
68
La più grande fiera del mondo
per l’industria del solare si è
conclusa il 15 giugno a Monaco
di Baviera. Circa 66.000 visitatori da 160 paesi e 1.909 espositori da 49 paesi hanno preso
parte al Salone svoltosi dal 13 al
15 giugno. In questa edizione, la
Intersolar Europe ha acquisito
una dimensione internazionale
ancora più estesa che in passato.
Una particolare attrazione è
stata esercitata dagli argomenti
centrali della fiera, quelli relativi all’integrazione alla rete e
all’accumulo di energia. Molto
seguiti anche ai temi sulle grandi centrali fotovoltaiche e sulla
produzione solare di calore per
processi industriali: un fatto
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
va dell’azienda e all’utilizzo di
macchinari sofisticati e tecnologicamente all'avanguardia. Tutte
le fasi della produzione vengono
mantenute all’interno: dalla lavorazione del vetro, alla saldatura delle celle, alla laminazione,
al vetrocamera (ove richiesto).
I moduli fotovoltaici vetro-vetro
UNION GLASS sono personalizzabili in ogni singolo aspetto
(forma, dimensione, potenza,
spessore dei vetri, trasparenza,
tipologia e colore della cella) e
capaci di rispondere a qualsiasi
desiderio estetico, idea creativa
ed esigenza progettuale.
Fonte:
Union Glass Srl
che ha ribadito il ruolo primario
della Intersolar Europe quale
piattaforma di innovazione del
settore.
Il comprensorio fieristico di Messe München ha visto l’afflusso di
ben 66.000 persone da 160 paesi
che hanno fatto visita alla Intersolar Europe. Nel complesso,
1.909 espositori da 49 paesi hanno presentato le proprie tecnologie e i propri servizi nell’ambito
del fotovoltaico, delle tecniche
di produzione fotovoltaica e del
solare termico su una superficie
espositiva di 170.000 metri quadrati suddivisa in 15 padiglioni
e un’area all’aperto. Il 54% degli espositori proveniva da fuori
Germania. La nazione più rap-
dal mondo del vetro
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012
presentata è stata la Germania
con 871 espositori, seguita dalla
Cina con 388 e quindi dall’Italia con 78, dalla Spagna con 48
e da Taiwan e Austria ciascuna
con 46 aziende. La percentuale
di visitatori da fuori Germania si
è attestata sul 40%.
Parallelamente alla Intersolar
Europe, si è svolta dall’11 al
14 giugno presso l’ICM - Internationales Congress Center
München - la Intersolar Europe
Conference. Quest’anno hanno aderito all’incontro internazionale di esperti dell’industria
circa 400 referenti e 2.000 partecipanti. I temi di spessore della
conferenza vertevano quest’anno sulla stabilità della rete elettrica, sulle tecnologie per l’accumulo di energia e sulle grandi
centrali fotovoltaiche. L’attenzione del settore solare termico
era focalizzata sulla produzione
di calore per processi industriali,
sul “Solar Cooling” e sui metodi di riscaldamento solare. Un
ulteriore tema di interesse generale ha riguardato i mercati internazionali e le loro prospettive
di sviluppo futuro. A tale scopo
si sono svolte diverse sessioni
dedicate ai rispettivi mercati a
livello globale. L’intera giornata del 13 giugno è stata dedicata
alla sessione “Global PV Markets: MENA Region”.
Fonti:
www.domotica.it
www.intersolar.de
Ufficio Stampa:
[email protected]
69
5-2012
dal mondo del vetro
Per acclamazione dell’Assemblea di Gimav, Cinzia Schiatti
è stata confermata per il terzo
mandato a capo dell’Associazione Italiana Fornitori macchine,
accessori e prodotti speciali per
la lavorazione del vetro.
Ancora una volta
una donna
alla guida di Gimav
Cinzia Schiatti
è stata confermata
per il terzo mandato
Alla guida di Gimav negli ultimi
quattro anni, Cinzia Schiatti è
riuscita a traghettare con successo l’Associazione durante i difficili anni della crisi globale, portando avanti strategie efficaci per
la promozione del made in Italy
nei mercati più interessanti per
la tecnologia italiana applicata
al vetro. Proprio da qui ripartirà il suo terzo mandato, come
ci conferma la neo-presidente:
“L’Associazione ha come obiettivo principale quello di aiutare
i produttori ad avere una migliore visibilità sul mercato globale contrastando la concorrenza
straniera. Proprio per questo
Gimav è presente nelle più importanti fiere internazionali,
organizzando e coordinando la
presenza delle aziende associate. Di pari passo, l’Associazione
è attiva sia a livello normativo,
grazie a contatti continui con le
Istituzioni pubbliche italiane e
straniere, sia comunicativo, informando tempestivamente tutti gli associati sulle novità che
coinvolgono il nostro settore.
Anche nei prossimi anni porteremo avanti tutte queste attività
volte a promuovere la qualità
del prodotto italiano”.
Dopo studi di lingue all’estero e
28 anni come direttore commerciale nell’azienda fondata dal
nonno Elia Schiatti per la produzione di macchine per la lavorazione del vetro piano, Cinzia
70
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Schiatti viene eletta alla presidenza di Gimav nel 2008, raggiungendo una delle posizioni di
maggior prestigio nel mondo del
vetro italiano.
A capo del commercio estero
dell’azienda familiare, ha passato la maggior parte della sua vita
imprenditoriale partecipando ai
più importanti appuntamenti
internazionali sempre in contatto con gli operatori del settore,
coordinando un vasto network
di agenti e rappresentanti che
operano sui principali mercati
esteri, Europa, Stati Uniti, Cina,
Russia, ma anche Brasile, India
e Nord Africa. Avvalendosi di
questa esperienza durante i precedenti mandati, Cinzia Schiatti ha saputo valorizzare con Gimav la presenza delle aziende
italiane nel mondo, collaborando alla creazione di quella rete di
rapporti indispensabili per operare sui mercati internazionali.
Il comparto italiano della meccanica strumentale applicata al
vetro è infatti un settore dall’altissima propensione all’export: i
macchinari progettati e costruiti
in Italia sono conosciuti e apprezzati nei cinque continenti
per la qualità della produzione.
Gimav raggruppa circa il 70%
delle aziende italiane del comparto, il cui fatturato costituisce
circa l'80% del turnover e il 77%
dell'export totale dei produttori
italiani del settore.
Per informazioni:
Press Office:
francesca.solera@
ilfilorossonline.it
www.ilfilorossonline.it
dal mondo del vetro
Stefan Jaenecke, amministatore
delegato di Verallia North Europe, una delle maggiori aziende
europee produttrici di contenitori di vetro, è stato eletto nuovo
presidente della FEVE, la federazione europea per i contenitori
di vetro. Stefan Jaenecke succede a Niall Wall, amministratore delegato di Ardagh Group,
che ha guidato l’associazione
nei due anni precedenti. José
Lorente di O-I Europe è stato
eletto Vice presidente.
“Sotto la responsabilità del presidente uscente Niall Wall del
gruppo Ardagh, vi è stata una
continua espansione del campo di applicazione del lavoro a
FEVE” afferma Stefan Jaenecke. “Voglio proseguire questo
percorso vincente e promuovere ulteriormente i contenitori di
vetro, in quanto industria solida
e sostenibile ed efficiente nelle
risorse.” Sotto la sua presidenza, Stefan Jaenecke auspica
che FEVE continui a operare
con successo per rappresentare il settore a livello europeo e
Il volume della produzione di
imballaggi in vetro in Europa
nel 2011 è cresciuto del 4,2%,
secondo i dati pubblicati dalla
European Container Glass
Federation (FEVE).
La crescita conferma l’aumento registrato nella prima metà
del 2011 (4,7%), e si basa su
un trend positivo dopo la crisi
finanziaria del 2009. I dati relativi alla produzione sono tornati
ai livelli del 2006. Il volume di
rafforzare ulteriormente la sua
collaborazione con le associazioni nazionali, pur continuando
a sostenere le iniziative del crescente forum dei consumatori
“Friend of Glass”. “Dobbiamo
continuare a difendere e a promuovere i benefici principali che
sono peculiari degli imballaggi
in vetro. Voglio essere certo di
assicurare e sviluppare una strategia integrata per diffondere il
nostro messaggio.”
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012
FEVE
Nuovo presidente
È Stefan Jaenecke,
amministratore delegato
di Verallia North Europe
Stefan Jaenecke, laureato in
Economia, è amministatore delegato di Verallia North Europe
dall’inizio del 2011. Nell’aprile
2009 è diventato presidente del
Management Board di Saint Gobain Oberland AG di Bad Wurzach, Germania. Dopo essere
stato per molti anni nelle Forze
Armate, ha ricoperto diverse posizioni nel settore della carta e
delle attrezzature. È stato anche
vice presidente della BV Glas,
l’associazione federale del vetro
in Germania fino al momento
dell’assunzione di questo impegno europeo.
produzione totale in Europa è
stato 21,7 milioni di tonnellate
contro i 20,8 milioni di tonnellate nel 2010. Considerando la
diversificazione del mercato,
nonché gli importanti progressi realizzati nel peso leggero, è
possibile stimare prudentemente che sono state prodotte per i
mercati domestici e internazionali più di 50 miliardi di unità
da circa 160 impianti in Europa.
Produzione di
imballaggi in vetro:
forte crescita
nel 2011
Il volume è aumentato
del 4,2%
Il 2011 ha segnato una forte ri71
5-2012
dal mondo del vetro
presa dei volumi di produzione
del settore per soddisfare una
crescente domanda locale, ma
anche un aumento delle esportazioni al di fuori dell’Europa.
“Ciò conferma chiaramente che
l’industria è una realtà economica molto stabile in Europa, nonostante la crescente concorrenza
di altri materiali e di un chiaro
quadro economico - dice il presidente della FEVE Stefan Jaenecke - È abbastanza rassicurante
in una situazione di attuale incertezza macroeconomica.”
sforzi costanti compiuti dall’industria per migliorare un sistema già efficiente e sostenibile.”
Una forte crescita è stata registrata in alcuni mercati importanti come in Germania (7,3%),
in Francia (5,0%), in Spagna
(4,4%), così come in Portogallo (3%) e in Italia (1,8%).
La situazione è rimasta stabile nel Regno Unito (-0,3%) e
in Polonia (0,5%), mentre la
Turchia ha confermato il trend
di crescita esponenziale degli anni precedenti, anche se
a un ritmo più lento (5,5%).
“Il vetro rimane l’imballaggio
preferito dal 74% dei consumatori europei - continua Stefan
Jaenecke - è come se l’attuale situazione di incertezza in
cui viviamo scatenasse da parte dei consumatori la ricerca
di sicurezza e di una migliore
qualità di vita: come soluzione
di packaging, solo il vetro è in
grado di fornire incomparabili
garanzie nel preservare il gusto
originale e le qualità nutrizionali dei prodotti che piacciono ai
consumatori, e allo stesso tempo proteggere la loro salute.”
“Con i suoi oltre 50.000 addetti - afferma Amalia Sartori,
membro del Parlamento europeo
e presidente della Commissione
parlamentare per l’industria, la
ricerca e l’energia - e le opportunità di lavoro diverse create
lungo la catena del valore, l’industria dei contenitori di vetro
porta un importante contributo
al welfare dell’Unione Europea.
Il suo modello di business basato su un uso efficiente del vetro
riciclato in un sistema di produzione a ciclo chiuso rappresenta
la via da seguire nella costruzione di una società efficiente
nelle risorse. Non posso che
accogliere favorevolmente gli
72
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro
Il vetro continua a fare da apripista in alcuni mercati chiave,
come quello degli alcolici, e del
settore vini e birra, guadagnando
anche sempre più spazio nel settore alimentare, non solo per le
nuove tendenze verso il cibo locale (a km zero), biologico e naturale, ma anche da un ritorno dei
consumatori al vetro come materiale di imballaggio preferito.
agenda
Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro 5-2012
Agenda 2012
November
15-16
Parma
Italy
XXVII A.T.I.V. Conference: “From a grain of sand to the strength of a structure”
Hollow & Flat Glass Session: innovations in raw materials.
Engineering & Architectural Sessions: special glass structures
Centro Congressi Santa Elisabetta Campus Universitario
www.ativ-online.it
Agenda 2013
March
20-22
Mumbai
India
March
20-22
Mexico City
Mexico
June
2-7
San Diego (CA.)
USA
July
1-5
Prague
The Czech
Republic
September
3-4
Orlando (Fl)
USA
September
3-5
Dubai
UAE
September
10-12
Las Vegas (NV)
Atlanta (GA)
USA
October
23-26
Milano
Italy
Glasspex India 2013
Every two years Glasspex India will offer international companies the ideal platform
for a targeted presentation to the Indian glass market
Bombay Convention & Exhibition Centre
www.glasspex.com
GlassLat 2013 Mexico
The only exhibition in Mexico specializing in architectural and automotive glass industry
Centro Banamex
www.glasslat.com
PacRim 10, 10th Pacific Rim Conference on Ceramic and Glass Technology
e-mail: [email protected] - www.pacrim10.org
XXIII International Congress on Glass
e-mail: [email protected]
Glass Solutions 2013
www.quartzltd.com
Gulf Glass 2013 - Dubai World Trade Centre
www.glassinthegulf.com
GlassBuild America
Annual, all-encompassing event that will bring the entire glass and fenestration industries
together in one venue for the first time in North America
www.glassbuildamerica.com
Vitrum
International trade show specialized in machinery, equipment and systems for flat, bent and
hollow glass and in glass and processed products for industry - Fiera Milano
www.vitrum-milano.it
Agenda 2014
September
22-25
Parma
Italy
ESG 2014: A.T.I.V. (Associazione Tecnici Italiani del Vetro) - Stazione Sperimentale del Vetro
e-mail: [email protected] - www.ativ-online.it
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