PDF: fareluglio - Unindustria Bologna

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Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Bologna
FARE
n. 13 luglio 2011
le idee e le proposte degli industriali bolognesi
asse
gene
2011
FARE 1
FARE
RIVISTA TRIMESTRALE DI UNINDUSTRIA BOLOGNA
numero 13 luglio 2011
Direttore responsabile
Carlo Rossini
Editore
FARE S.r.l.
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Foto
Studio FN, archivio Unindustria Bologna,
archivio Hammer Communication
Presidente
Alberto Vacchi
05
Alberto Vacchi
06
Sede di Rappresentanza
via San Domenico 4 - 40124 Bologna
46
Paolo Mascagni, uno di noi
48
ARTICOLO DI COPERTINA - Assemblea 2011
50
Il coraggio di voltare pagina
Maurizio Marchesini
58
Gli articoli presentati possono
non rispecchiare le posizioni di
Unindustria Bologna che comunque
li ritiene un contributo sul piano
dell’informazione e dell’opinione
Far crescere le imprese del territorio
Alberto Vacchi
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72
Gli impegni del sindaco Merola: piano urbanistico,
infrastrutture, università
La locomotiva della crescita europea
Marcello Pierdicchi
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Italia Germania a confronto
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Winkelmann • il made in Italy è un valore aggiunto ma servono
organizzazione e dimensione aziendale
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Colm • cos’è che fa la differenza?
Federalismo e relazioni industriali
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Dopo la crisi, una grande opportunità
Antonella Zangaro
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Hanno detto di noi
84
Il Club degli Innovatori
Cristina Galli
www.unindustria.bo.it
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VITA INDUSTRIALE
Carlo Rossini - Cristina Galli - Anna Merloni
Direttore generale
Tiziana Ferrari
Sedi operative
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Piazzale Pertini 8 - 40026 Imola
tel. 0542 644044 - fax 0542 643971
FOCUS
La priorità giovani
90
La via del miglioramento continuo
Giacomo Ruggero
91
L’agorà dell’nnovazione bolognese
G. R.
93
Osservando il futuro dall’interno
G. R.
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NEWS UNINDUSTRIA
Carlo Rossini - Cristina Galli - Marcello Pierdicchi
FOCUS
La priorità giovani
Giovani e occupazione giovanile sono tra i problemi emergenti della nostra epoca: ci riguarda come cittadini e
come imprenditori.
Come cittadini perché non possiamo ignorare il dramma sociale di una generazione sfiduciata che fa fatica a
immaginare, e quindi anche a costruire, il proprio futuro.
Come imprenditori perché la nostra prerogativa è creare sviluppo per il territorio e per farlo non possiamo prescindere da quella fondamentale risorsa che sono le persone, peraltro centrali in un modello economico come
quello bolognese ed emiliano romagnolo, costruito intorno alle competenze e alle specializzazioni dei propri collaboratori.
Non è un caso che alla condizione giovanile, alla precarietà del lavoro e alla disoccupazione abbia voluto dedicare un passaggio della mia relazione alla nostra Assemblea generale, cercando di calare questi temi in una visione imprenditoriale.
Come superare un problema che crea crescenti divaricazioni sociali e generazionali, rischiando di impoverire
la società e le nostre imprese delle migliori risorse ed energie?
Non abbiamo ricette pronte e non possiamo certamente sostituirci al legislatore.
Possiamo però - questo sì - agire sul nostro territorio creando nuovi percorsi da proporre a Confindustria e al
Paese come temi su cui aprire una discussione utile per identificare soluzioni concrete.
Possiamo insomma dare vita, insieme ai sindacati e alle istituzioni del nostro territorio, a formule innovative in
grado di consentire ai nostri giovani percorsi professionali atti ad aiutarli a superare le difficoltà dell’accesso al
lavoro. Noi imprenditori, per primi, dobbiamo interrogarci su cosa siamo in grado di offrire ai giovani in termini di
opportunità anche per le nuove professionalità.
Sono molte le ipotesi su cui riflettere, tutte aperte e degne di attenzione. Senza dimenticarci mai che qualsiasi
formula relativa alla relazione tra giovani ed impresa deve considerare il ruolo essenziale della formazione.
Alberto Vacchi
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Presidente di Unindustria Bologna
FARE 5
AC HOTELS
VITA
industriale
Carlo Rossini
Cristina Galli
Anna Merloni
Invitiamo le aziende della provincia di Bologna
a segnalare notizie su attività, iniziative o avvenimenti che le riguardino, dandone comunicazione all’Ufficio Stampa di Unindustria Bologna
(riferimento Dott. Carlo Rossini, responsabile
della comunicazione dell’Associazione: [email protected] ). La scelta sarà poi compiuta dalla redazione di FARE
6 FARE
E’ nato AC Hotels by Mar r iott,
brand frutto dell’accordo di joint
venture stipulato dalla catena spagnola AC Hotels e da Marriott International. Da oggi le prenotazioni
AC Hotels by Marriott potranno essere effettuate tramite il sito Marriott.com, uno dei 10 siti che registrano il maggior volume di vendite
al mondo. Inoltre dalla fine del 2011,
AC Hotels by Marriott entrerà a far
parte del Prog ramma Mar r iott
Rewards, uno dei più impotanti programmi di fidelizzazione nel settore
alberghiero con più di 35 milioni di
iscritti nel mondo. Gli ospiti delle
strutture AC Hotels by Marriott potranno così accumulare punti ad
ogni soggiorno, che potrano poi essere riscattati in uno qualsiasi degli
hotel Marriott nel mondo. L’obiettivo di AC Hotels by Marriott è diventare la catena leader nel settore
dell’ ospitalità urbana a 4 stelle.
“Siamo orgogliosi di entrare a far
parte ufficialmente della catena Marriott, una delle più importanti a livello mondiale.” ha dichiarato Antonio Catalán, presidente e fondatore
di AC Hotels “Insieme cercheremo
di sviluppare tutte le possibili strategie di espansione. Le trattative per
l’estensione del brand AC Hotels by
Marriott sono in fase conclusiva in
paesi come Turchia, Francia, Olanda
e Gran Bretagna, così come in tre
paesi dell’America Latina”.
J.W. Marriott, presidente e CEO di
Marriott International, ha aggiunto:
“Sono lieto con questo nuovo brand
di accogliere le strutture di AC, ricche di stile e di charme, all’interno
della famiglia Marriott. AC Hotels by
Marriott diventa da oggi un marchio
di grande valore, in grado di offrire ai
clienti di Marriott 85 nuove strutture
in Spagna, Italia e Portogallo”.
Le 9000 camere che vanno ad ag-
Antonio Catalán, presidente e fondatore di
AC Hotels, e J.W. Marriott, presidente e
CEO di Marriott International
giungersi al portfolio della catena
grazie al brand AC Hotels by Marriott rappresentano un grande passo
avanti nelle strategie di sviluppo di
Marriott, che prevedono di raggiungere le 80.000 camere in Europa entro il 2015.
AC Hotels by Marriott offre un prodotto dedicato a turisti e viaggiatori
dallo stile urbano e moderno, garantendo loro una combinazione di
qualità, comfort, design e tecnologia.
Tutti gli hotel appartenenti al nuovo
brand si distinguono anche grazie
all’ innovativo concetto di Sala AC,
che concentra in un unico ambiente
l’area bar, il ristorante e piccoli spazi
relax.
Per celebrare il lancio del nuovo
brand, AC Hotels by Marriott offre
il 15% di sconto fino all’8 gennaio
FARE 7
AERCEL: TRENTACINQUE ANNI DI MATERIALI ESPANSI
IN CENTO SETTORI MERCEOLOGICI DIVERSI
Trentacinque candeline per Aercel, l’azienda bolognese di materiali espansi che fa parte
del gruppo Sogimi, nata per migliorare e sviluppare il servizio tecnico commerciale nell'area emiliana romagnola.
L’azienda di Budrio, fin dalla sua
fondazione, si è posta al fianco dei
suoi clienti per fornire un servizio
quasi “sartoriale”e soddisfare anche le esigenze più difficili. Questo approccio dinamico e proattivo le ha permesso di sviluppare nei primi anni di attività nuovi prodotti e marchi che in quel periodo erano innovativi come il lexan (policarbonato trasparente che pesa la metà del vetro), antivibranti leggeri in gomma espansa epdm e neoprene a cellule chiuse.
Il passare del tempo, oltre ad accrescere l’esperienza e il successo dell’azienda, ha visto
allargare la gamma di prodotti, con una suddivisione costituita tra espansi e compatti, differenziandoli per settori quali industria, edilizia, comunicazione.
Oggi Aercel è presente in 98 settori merceologici con una ricca gamma di articoli, rappresentativa
dei prodotti più tecnici della loro categoria sul piano internazionale. Molti i marI prodotti di Aercel spaziano dagli espansi
chi di livello mondiale: nel campo degli espansi tecnici marchi come Basf, Rogers, Sealeai compatti, per l’industria, l’edilizia, la comunicazione.
L’azienda di Budrio è presente in 98 settori
dair, Zotefoam e nel campo dei compatti case come Sabi plastics, 3A composite e T ecnomerceologici diversi
deck.
Nell’arco dei suoi primi 35 anni, Aercel ha
collezionato clienti sempre più importanti
quali Gruppo Fiat e Gruppo VW. Ed intanto
è cresciuta. “In questi anni tumultuosi, da
un mercato ordinato e programmato nelle
forniture e scadenze, si è passati più alla
gestione del prodotto come servizio con
produzioni piccole e veloci.” rileva l’AD
Piermaria Vastola “Questo ha modificato
l’organizzazione in termini di progettualità, inserendo nuovi programmi, ed in termini di organizzazione del lavoro e della produzione, mantenendo un magazzino efficiente”.
E il futuro? “Aercel rimane in linea con la filosofia aziendale e continua a crescere.” sottolinea ancora Vastola “Presto verrà raddoppiata l'area produttiva, inserendo nuove tecnologie di lavorazioni e nuovi prodotti, e aumentando la penetrazione sul
mercato”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
8 FARE
FARE 9
2012 per le prenotazioni effettuate
con almeno 14 giorni di anticipo rispetto alla data di arrivo (le condizioni possono variare a seconda dell’hotel prescelto).
www.marriott.com
ACCADEMIA
DEL BENESSERE
Non solo formazione ma anche affiancamento e consulenza “su misura”. E’ quanto offre l’Accademia del
Benessere agli imprenditori, rispondendo alle loro esigenze “one to
one”, sul campo, nelle loro aziende,
dove le criticità si toccano e si respirano; e dove i talenti si percepiscono
e si possono così potenziare.
La lunga esperienza aziendale nelle
Pmi che contraddistingue i formatori di Accademia del Benessere rende
l’approccio pratico e concreto, eliminando teorie a volte superflue. Ogni
consulenza diventa così un abito “su
misura”, realizzato insieme all’imprenditore e al suo staff, con la cura
e la passione artigianale del buono e
ben fatto.
Ciò che insegna l’Accademia è innanzitutto la capacità di affrontare il
cambiamento, per cambiare e essere
cambiati dagli eventi esterni in un
percorso di crescita. Il cambiamento
è un viaggio: ci pone di fronte all’oscuro, alla nebbia, ed è difficile mantenere rispetto e considerazione nei
riguardi di ciò che non conosciamo.
Possiamo circondare l’ignoto di colori magici, osservarlo distanti con
occhi malinconici, o esserne travolti
con la voglia di aprire il meccanismo, come facciamo da bambini
con un giocattolo troppo bello, lo
apriamo per carpirne il congegno
segreto.
10 FARE
In questo periodo, chi fa l’imprenditore in piccole realtà, a volte si sente
una maionese impazzita, come quando l’uovo e l’olio non sono stati
sbattuti allo stesso ritmo, con la voglia di buttare tutto. Il profondo mutamento economico sociale al quale
si assiste come capitani senza strumenti per mantenere la rotta, fa sentire confusi, inadeguati e impreparati
ad affrontare il nuovo.
In questa nuova dimensione, la creatività è regina, utile e indispensabile
per la sopravvivenza, assieme alla formazione continua. Due armi che gli
imprenditori, secondo l’Accademia
del Benessere, devono imparare a
sfruttare per affrontare con successo
una realtà sempre più complessa,
sempre nuova e densa di sorprese.
sociate del titolo di “Ospedali Definitivamente Accreditati” da parte
della Regione Emilia-Romagna.
Dalla prima pubblicazione degli atti
sul bollettino regionale lo scorso
marzo, la rete degli Ospedali Privati
Accreditati è stata inserita a pieno titolo, stabilmente e definitivamente,
nel novero dei presidi regionali al
servizio del sistema pubblico, al pari
degli ospedali di proprietà pubblica.
L’AIOP Emilia-Romagna, associazione di categoria dell’Ospedalità
Privata, rappresenta 49 Strutture Sanitarie per un totale di 5.621 posti letto, di cui 43 Ospedali Privati Accreditati con il SSN e accessibili a tutti i
cittadini in forma gratuita. A livello
nazionale, l’AIOP rappresenta 600
Case di cura operanti su tutto il territorio con oltre 53.000 posti letto.
AIOP
AL CAPPELLO ROSSO
Un libro per raccontare l’ospedalità
privata in Emilia-Romagna. Si tratta
del volume “Accreditamento Definitivo 2011 – L’ospedalità privata in
Emilia-Romagna – Integrazione e
ruolo dei presidi privati nella rete regionale” presentato da AIOP nel
corso della propria assemblea annuale. Introdotto da una prefazione a
cura dell’Assessore alla Sanità Regionale Carlo Lusenti ed edito dall’AIOP con la collaborazione del
Gruppo FIPES, società partner nell’ambito della formazione del personale, il libro contiene illustrazioni e
schede descrittive delle 43 strutture
ospedaliere private accreditate distribuite nel territorio regionale. L’occasione per l’edizione del volume è
data dal compimento negli ultimi
giorni del 2010 del complesso iter
amministrativo che ha portato alla
concessione in capo alle strutture as-
La camera 202 dell’albergo Al Cappello Rosso si tinge di rosa shocking
con Biografilm Festival 2011, diventando la pr ima delle Biografilm
Rooms Series, in un progetto di te-
Particolari della camera 202 dell’albergo Al
C appello Rosso dedicata alla creatrice di
moda Elsa Schiaparelli
Foto di Patrizia Capitanio
matizzazione di alcune camere dedicate alle biografie più suggestive che
il festival celebra ogni anno.
FARE 11
Shock in Pink Room 202 è una stanza
rosa shocking dedicata alla leggendaria creatrice di moda Elsa Schiaparelli. La stanza, allestita dallo sce-
con abiti trompe-l’oeil, astici arrampicati sulle pareti e una gabbia dorata che racchiude un prezioso cimelio vintage, il celebre profumo
per la diffusione della cultura, dove
promuovere eventi, presentazioni di
libri, mostre e occasioni privilegiate
d’incontro tra i turisti ospiti dell’albergo, i cittadini bolognesi ed il seduttivo mondo delle arti che trova in
Bologna uno scenario di particolare
fascino.
ANDREA SCAGLIARINI SPA
Marianna Di Giansante, direttrice dell’albergo Al C appello Rosso, con Mauro T inti,
responsabile dell’allestimento Shock In
Pink Room 202 e curatore del focus Elsa
Schiaparelli, e Paola Goretti, curatrice anch’essa del focus Elsa Schiaparelli (sopra)
e con Andrea Romeo, direttore artistico del
Biografilm Festival (sotto)
Foto di Patrizia Capitanio
nografo Mauro Tinti, rende un ironico omaggio all’universo surrealista
della Schiaparelli: grandi campiture
rosa shocking, scritte da decifrare
con l’aiuto di uno specchio, armadi
12 FARE
Lo staff di Andrea Scagliarini SpA al completo
Shocking, il cui flacone a forma di
donna riproduce le curve voluttuose
di Mae West. La scelta del numero
202, del resto, non è casuale, la somma di 2+2 dà 4, il numero considerato portafortuna dalla stilista (la sua
boutique si trovava al 22 di Place
Vendôme e la sua casa al 112 di Rue
Berri a Parigi).
L’albergo Al Cappello Rosso prosegue quindi nel suo percorso di tematizzazione delle camere in collaborazione con le principali istituzioni culturali bolognesi fra cui la Fondazione Teatro Comunale di Bologna e BilBolBul, festival internazionale di fumetto.
Al Cappello Rosso offre infatti un
servizio declinato non solo all’accoglienza ma anche alla cultura. L’albergo non è inteso soltanto come un
luogo di soggiorno, ma anche spazio
Andrea Scagliarini SpA, dal 1976
punto di riferimento nel brokeraggio assicurativo italiano e specializzata nella gestione di programmi assicurativi aziendali, ha compiuto un
importante passo nel proprio processo di crescita ed internazionalizzazione. L'azienda è infatti entrata a
pieno titolo nel prestigioso network
internazionale Worldwide Broker
Network.
WBN è stato fondato nel 1989 ed è
tra i più importanti e riconosciuti
network di brokers di assicurazione
del mondo, privati e indipendenti. I
soci sono più di 70 e sono presenti
in oltre 60 nazioni in tutti i continenti, con una forza lavoro dell’ordine di 15.000 dipendenti.
L’ingresso di Andrea Scagliarini SpA
in WBN rappresenta un importante
riconoscimento della competenza e
della reputazione dell’azienda bolo-
FARE 13
IL BILANCIO SOCIALE DI ANT,
RISORSA STRATEGICA PER LA SANITÀ PUBBLICA
IL NUOVO STABILIMENTO DI ATG:
INNOVAZIONE A 360 GRADI
Con i dati emersi dal bilancio sociale 2010, ANT si conferma la più ampia esperienza al mondo
di assistenza socio-sanitaria domiciliare gratuita, nonché la più grande realtà privata al servizio del pubblico in questo ambito. Dal 1985 a oggi ANT ha assistito oltre 80.000 sofferenti, per
un totale di oltre 13 milioni di giornate di assistenza erogate grazie ai 20 Ospedali Domiciliari
Oncologici ANT (ODO-ANT) attraverso cui la Fondazione opera. Gli assistiti in 9 regioni d’Italia
sono più di 3.300 ogni giorno, circa il 19% di tutti i pazienti terminali assistiti in ADI dalle ASL
italiane. L’assistenza specialistica è operata attraverso una rete di 240 professionisti che lavorano solo per ANT (medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti, assistenti sociali, farmacisti, fisioterapisti), 73 dipendenti, 77 collaboratori, oltre a 1.400 volontari attivi nelle attività di raccolta
fondi. Il tipo di assistenza non si rivolge solo ad alcune esigenze ma ha per contro un approccio completo, nell’ottica del “benessere globale”, secondo il principio dell’Eubiosia, ovvero “la
buona-vita sino all’ultimo respiro” che affronta ogni genere di problema, sia esso diagnostico,
terapeutico, infermieristico, psicologico e sociale. Le famiglie in difficoltà possono anche accedere a un programma di sostegno economico per alleviare i bisogni più urgenti, per un totale di 190.390 euro nel 2010. ANT non è solo assistenza, ma anche prevenzione: a oggi sono più
Raffaella Pannuti, Presidenza della
di 32.000 le visite gratuite realizzate in 32 diverse province nell’ambito del solo progetto MelaFondazione ANT
noma, cui si affiancano i progetti Donna e Tiroide.
Per quanto riguarda la componente economica, il totale dei ricavi e proventi nel 2010 è stato di
20.887.340 euro, attività finanziata in parte (14%) dalle convenzioni con le ASL ma soprattutto dalle erogazioni di privati cit tadini, enti pubblici,
banche e fondazioni. Se si considera che il costo medio di una giornata di degenza (dati ASSR relativi al 2004) è di 674 euro e che il costo medio di una giornata di assistenza ANT è meno di 19 euro, si evidenzia un altro parametro del valore strategico del servizio.
“Il bilancio sociale è uno strumento indispensabile per esporre con chiarezza il lavoro svolto” ha dichiarato il Prof. Franco P annuti, fondatore
dell’ANT. “Tra gli obiettivi primari del 2011 vi è quello di stabilizzare i rapporti con le aziende sanitarie locali, rapporti fondamentali per due motivi: per avere delle entrate certe su cui costruire il nostro bilancio preventivo e per creare dei percorsi di dimissioni prot ette dei sofferenti che
si affidano alla nostra assistenza”.
Secondo la Dr.ssa Raffaella Pannuti, Presidenza della Fondazione ANT , “E’ necessario evidenziare l’importanza del concetto di s ussidiarietà:
ANT è evidentemente una risorsa strategica per la sanità pubblica, e solo attraverso una condivisione di intenti si riescono a ottimizzare e gestire servizi necessari per la società. Per questo il servizio offerto da ANT deve essere fortemente connesso al tessuto in cui opera, con l’obiettivo di una sanità moderna, ed è sempre più necessario fare rete tra organizzazioni no profit, privati (intesi come aziende e cittadini) e istituzioni. E’ pertanto essenziale che il contributo del no profit non sia occasionale ma strutturato e integrato al contesto soci ale, economico e
istituzionale in cui opera”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
gnese, e nel contempo le fornisce un
formidabile aiuto per seguire i clienti, esistenti o potenziali, all’estero. I
requisiti per essere ammessi nel
network WBN richiedono, tra l'altro,
i più alti standard di qualità, servizio
e professionalità, inoltre i membri
devono poter vantare esperienza e
14 FARE
un’ottima reputazione all’interno del
territorio di competenza.
Doti che indubbiamente appartengono ad Andrea Scagliarini SpA , a
partire dall’omonimo fondatore e
presidente dal 1976, precedentemente Agente generale a Bologna della
Milano e rappresentante Sindacato
Nazionale Agenti presso il Bipar
(Bureau international des producteurs de assurance et réassurance),
quindi Presidente AIBA (Associazione Italiana Broker di Assicurazione)
dal 1987 al 1988 e dal 2006 al 2007.
La continuità nella conduzione della
società è garantita da Matteo Sca-
Taglio del nastro memorabile a Castello d’Argile per A TG, azienda leader dello stampaggio gomma che ha scelto di investire sul suo futuro con un nuovo plant produttivo
di altissimo livello tecnologico, creato per sostenere un ambizioso progetto: la fornitura industriale, con particolare riferimento all'automotive. Di questi tempi, non se ne
vedono molte di inaugurazioni di nuovi stabilimenti; segno che questa è un'azienda
che crede e investe in sé stessa e nel mercato. Al fianco di A TG nel sostenere il progetto, il Gruppo austriaco Starlim Sterner , consociato e leader mondiale per lo sviluppo e la produzione di prodotti tecnici in silicone liquido. Secondo il direttore generale di ATG, Roberto Angeletti, l’inaugurazione segna “una nuova fase fatta di dinamismo, tecnologia avanzata e moderna internazionalità. Con questo passaggio A TG
verrà traghettata in un’ottica più globale ed impegnata dove il profilo etico ed ambientale verrà ulteriormente enfatizzato attraverso un legame con il territorio ed il
miglioramento della qualità della vita dei membri della società in cui è inserita”.
ATG, dal 1998 ad oggi, ha registrato una crescita in percentuale del fatturato in doppia cifra arrivando a quota 6 milioni di e uro, di cui più del
50% all’estero. Negli ultimi tre anni l’azienda ha investito in tecnologia più di 3 milioni di euro nonostante la crisi e un me rcato a dir poco altalenante. Una crescita e un successo divenuti realtà anche grazie alla cinquantina di
dipendenti e agli altrettanti lavoratori che collaborano tramite l’indotto. “Un’impresa
è per noi un insieme di persone fidate, volenterose, concrete e competenti che con
noi vogliono fare squadra” ha dichiarato Angeletti. “Come tutte le squadre che si rispettino abbiamo bisogno di solidi sponsor e buoni giocatori e allora i goal saranno
assicurati, soprattutto nei confronti di squadre nelle quali i giocatori non sono rispettati, dove non sono stati fatti gli investimenti necessari o dove la campagna acquisti
si è rivolta solamente all’estero”. L'importante traguardo è anche frutto di un approccio coraggioso e innovativo al mercato, che ha portato A TG ad individuare nuove
modalità per competere, ad iniziare
dalla scelta di aprire le porte ad una
Il taglio del nastro del nuovo stabilimento ATG di primaria azienda straniera, il Gruppo
Castello d’Argile è avvenuto alla presenza delle Starlim Sterner appunto, che ha invemassime autorità istituzionali ed economiche
stito immettendo nuovo dinamismo e
nuova linfa nell’azienda bolognese.
Anche Maurizio Marchesini, presidente di Unindustria Bologna al momento del taglio del nastro, si è complimentato con A TG definendola un “esempio virtuoso di come una azienda del
territorio sana, leader nella propria nicchia, sia in grado di attrarre capitali stranieri che le permettono di crescere, di aumentare la sua massa critica senza nulla perdere della sua identità, anzi al contrario di consolidare la propria leadership”. Secondo Marchesini, “l’inaugurazione di un nuovo stabilimento è sempre un momento importante nella vita di una aziend a; ma è un
fatto quasi eccezionale di questi tempi, che più spesso ci hanno abituati a fare i conti con situazioni di crisi o, nella migli ore delle ipotesi, con
una difesa onorevole dell’esistente. Innovare è la parola chiave per competere in questo nuovo scenario. Ebbene, A TG ha saputo fare proprio
il concetto di innovazione a 360 gradi”.
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FARE 15
DA AUTOMOBILI LAMBORGHINI ANCHE UNA GALLARDO TRICOLORE
PER FESTEGGIARE I 150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA
Nell’anno del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, Lamborghini ha reso omaggio al paese con diverse iniziative e una edizione
del tutto speciale: la Gallardo Tricolore, caratterizzata dalla fascia tricolore longitudinale sulla carrozzeria e sul sedile d el guidatore. L’eccezionale supersportiva è stata presentata alla mostra “Stazione Futuro. Qui si rifà l’Italia” all’interno di “Esperienza Italia 150 °”, serie delle iniziative sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. "Lamborghini è un marchio di supersportive di lusso estreme, senza c ompromessi e
italiane” afferma Stephan Winkelmann, Presidente e Amministratore delegato di Automobili Lamborghini “Per celebrare i 150 anni dell'unità
d'Italia ci è sembrato giusto proporre una livrea tricolore per il nostro modello di maggior successo. Con la Lamborghini Galla rdo Tricolore diamo ulteriore impulso alla valorizzazione del Made in Italy nel mondo”. Presente alla mostra, seppur virtualmente sotto forma di “realtà aumentata”, anche la Lamborghini Sesto Elemento, dimostratore tecnologico costruito interamente in carbonio, frutto della ricerca trentennale di Automobili
Lamborghini sull’utilizzo dei materiali compositi. “Abbiamo selezionato la migliore espressione della creatività e dell’innovazione italiana – ha commentato il
curatore della mostra, nonché direttore di Wired Italia,Riccardo Luna – per mostrare un futuro guidato
dalla tecnologia e le proposte di chi lo sta già costruendo”.
Tra le altre iniziative per i 150 anni dell’unità d’Italia,
Automobili Lamborghini ha attivato con il patrocinio di
Roma Capitale diverse iniziative per valorizzare la storia industriale italiana. All’interno del C hiostro del
Bramante, è stato allestito un museo temporaneo dedicato alla casa di Sant’Agata, mentre è stato aperto
un temporary store presso le Scuderie Ruspoli. Infine,
La Gallardo Tricolore, con fascia biancorossoverde sulla carrozzeria, creata da
una parata di dieci Lamborghini, cinque Aventador LP Automobili Lamborghini per i 150 anni dell'unità d'Italia
700-4 e cinque vetture storiche provenienti dalla collezione del museo Lamborghini (350GT , Miura, Countach, Diablo e Murciélago), ha deliziato la Capitale con un percorso di 9 chilometri tra piazza del Campidoglio e Villa Borghese.
Nel frattempo, è stata inaugurata una nuova concessionaria in Italia. Con l’apertura di Lamborghini Napoli salgono a nove i pun ti vendita e assistenza Lamborghini nel nostro Paese, mentre ce ne sono oltre 120 in 45 paesi del mondo.
Diversa inaugurazione invece a Berlino, dove Lamborghini ha esportato il proprio marchio di moda e accessori aprendo il primo F lagship Fashion Store in Europa presso il n° 63 di Kurfürstendamm. “Il fascino del marchio di lusso Lamborghini si sta diffondendo ben oltre le nostre ambite supersportive” ha commentato Winkelmann. “Siamo lieti di aver regalato a Berlino, metropoli internazionale del settore fas hion, un nuovo
centro d’interesse della moda italiana e soprattutto di aver fatto conoscere una parte speciale del mondo del Toro anche a chi non guida Lamborghini ma è attento allo stile.” Sandra Salameh, CEO di LFS Luxury Fashion Store Berlin GmbH ha aggiunto: “Siamo lusingati ch
e uno dei
marchi più interessanti sulla scena internazionale abbia scelto Berlino per lanciare il suo primo Fashion Store in Europa. Ciò conferma Berlino
come capitale della moda e del lifestyle, con una straordinaria vitalità e attrattiva per tutta l’Europa”. Dalla sua fondazione , quattro anni fa, l’intero segmento Lamborghini ArtiMarca ha registrato una crescita rilevante, tramite la distribuzione on-line e le boutique di Los Angeles, Vancouver, Melbourne, Hong Kong e Pechino.
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16 FARE
gliarini (classe 1970) che riveste la
carica di Vice Presidente e che si avvale di collaboratori esperti e motivati, che hanno contribuito al successo della società.
ANT
Giovani e volontariato: due mondi
che ANT ha voluto avvicinare tra
loro con il concorso “Il volontariato
anima la tua comunità”, promosso
dalla Fondazione ANT, in collaborazione con l’Associazione Amici dell’ANT (AAANT) e grazie al prezioso supporto di Coldiretti Bologna.
L’iniziativa, indetta in occasione dell’Anno Europeo del Volontariato,
aveva appunto l’obiettivo di avvicinare i giovani al volontariato e alla
solidarietà grazie alla realizzazione
di elaborati visivi, testuali e musicali
sul tema. A vincere il concorso, aggiudicandosi importanti premi, gli
studenti dell’istituto I.P.S.C.T.P. Aldrovandi-Rubbiani e dei licei artistici F. Arcangeli e ISART di Bologna, che si sono distinti per la realizzazione di 5 opere visive di forte
impatto emotivo, grafico e contenutistico improntate sul tema del volontariato. In tutto sono state presentate dai ragazzi ben 77 opere, ciascuna valutata da una g iur ia di
esperti. Il primo premio, un pc e
una stampante, è stato riconosciuto
a un’alunna della classe 5a B della
scuola I.P.S.C.T.P. Aldrovandi-Rubbiani per l’efficacia dell’immagine
grafica e per il contenuto vivace e
comunicativo dell’opera visiva. Secondo in classifica, il manifesto pubblicitario sociale “Circondati d’amore” incentrato sulla figura del volontario e realizzato da una studentessa
della classe 5a FL del liceo artistico
Arcangeli, premiata con un buono
di 500 euro per l’acquisto di libri.
Gli altri giovani artisti premiati dal
concorso sono uno studente della
classe 5a BG e della 4a BG dell’istituto I.P.S.C.T.P. Aldrovandi-Rubbiani, e un alunno della classe 5a EL
del liceo artistico ISART.
La Fondazione ANT è attiva da tempo nel campo della formazione nelle
scuole primarie e secondarie di primo e di secondo grado con campagne di sensibilizzazione alla salute e
alla solidarietà, attraverso l'organizzazione di progetti che vogliono favorire un percorso evolutivo completo
nei giovani cittadini di domani, fornendo loro spunti di riflessione utili
ad accrescere sia le conoscenze culturali sia la coscienza sociale ed
umana.
AUTOMOBILI
LAMBORGHINI
Una lista d’attesa di oltre un anno e
mezzo e più di 500.000 visite al sito
www.aventador.com confer mano il
successo della Aventador, la nuova
supersportiva V12. “Abbiamo confermato la nostra strategia di sviluppo a
lungo termine, che richiede investimenti stabili e significativi in nuovi
prodotti anche in tempi difficili” ha
dichiarato Stephan Winkelmann,
Presidente e Amministratore delegato di Automobili Lamborghini. Tra le
novità 2011, è anche iniziata la consegna della nuova Gallardo LP 570-4
Spyder Performante, versione aperta
della Gallardo LP 570-4 Superleggera, completando così una gamma
esclusiva.
L’Aventador LP 700-4 rappresenta la
sesta generazione dei modelli Lamborghini con motore V12. Questa
vettura sorprendente definisce un
nuovo punto di r ifer imento nel
mondo delle supercar sportive combinando prestazioni di altissimo livello, soluzioni tecnologiche mutuate dall’ingegneria leggera ed handling eccezionale per precisione. L’innovativa monoscocca realizzata interamente in fibra di carbonio ha reso
possibile il raggiungimento di un
peso a secco di 1575 Kg, 90 Kg in
meno rispetto al modello precedente. Insieme al peso ridotto, il nuovo
motore V12 da 700 CV e la trasmis-
La monoscocca della nuovissima A ventador LP 700-4, realizzata da Lamborghini interamente in fibra di carbonio
sione ISR (Independent Shifting
Rods) della Aventador regalano prestazioni da togliere il fiato: un’accelerazione da 0 a 100 Km/h in soli
2,9 secondi e una velocità massima
di 350 Km/h. Le sospensioni push
rod ispirate al mondo della Formula
1 e il sistema a trazione integrale garantiscono una elevatissima precisione di guida e stabilità estrema ad alta
velocità.
L’utilizzazione dei materiali compositi rinforzati di fibre di carbonio si
sta diffondendo sempre più nel settore automotive, per realizzare auto
sempre più leggere e, migliorando
anche la resistenza delle strutture, in
grado di diminuire i consumi e l’inquinamento atmosferico. La grande
FARE 17
esperienza di Automobili Lamborghini nell’utilizzazione di questi materiali è evidenziata nella concept
Sesto Elemento, in cui questi materiali hanno permesso di ottenere la
massima solidità con il minimo peso.
“L’auto completa – come ha ribadito
nella sua presentazione Luciano De
Oto, Responsabile del Lamborghini
Advanced Composite Research
Center (ACRC) – ha infatti una
massa di soli 999 kg, contro i 1410
di una Gallardo Coupé”. L’esteso
impiego del CFRP ha consentito la
realizzazione di strutture di altissimo
livello con un miglioramento del
rapporto peso-potenza per offrire il
maggiore piacere di guida con riduzione dei consumi e delle emissioni
di CO2.
Impegnata da tempo nella “nuova
frontiera” dei materiali compositi
rinforzati di fibre di carbonio, la casa
di Sant’Agata Bolognese propone già
ogg i numerose applicazioni dei
CFRP, in particolare per le parti che
possono essere realizzate senza ricorso all’autoclave. Nuove tipologie di
elementi finiti che, per la facilità di
fabbricazione e i costi contenuti, potranno allargare le applicazioni del
CFRP ad altri settori, come quello
della nautica, dell’arredamento, delle
attrezzature sportive. ACRC ha infatti già collaborato con terzi ed ha
già fornito elementi finiti per aziende dei più diversi settori. Con la sua
presenza all’edizione 2011 del JEC
Composite Show di Parigi, una delle
più importanti manifestazioni al
mondo sui materiali compositi, Automobili Lamborghini ha confermato la leadership in questo settore altamente specializzato, non solo sul
piano delle applicazioni nella produzione di serie, ma anche nello studio
18 FARE
e nello sviluppo delle tecnologie di
fabbricazione e delle relative ricadute sul prodotto.
CAMST
E’ un 2011 eccezionalmente stellato
per Camst. Dopo che in passato altri
dieci soci sono stati insigniti con la
Stella al Merito del Lavoro, per la
prima volta l’Onorificenza è stata assegnata contemporaneamente a ben
quattro lavoratori Camst: Mauro
Fabbri, responsabile acquisti attrezzature e gestione energia; Marta Faleschini, responsabile amministrazione
Mauro Fabbri, responsabile acquisti attrezzature e gestione energia di Camst, insignito dell'Onorificenza di Maestro del lavoro
delle divisioni Friuli Venezia Giulia e
Veneto; Ezio Gobbi, direttore gestioni di area Marche; Patrizia Vincenzi,
responsabile amministrazione della
divisione Piemonte Liguria.
La Stella al Merito, assegnata con
Decreto del Presidente della Repubblica, conferisce il titolo di Maestro
del Lavoro premiando singoli meriti
di perizia, laboriosità e buona condotta morale dei lavoratori dipendenti da imprese pubbliche o private. L'onorificenza è destinata a cittadini che hanno prestato attività lavorativa ininterrottamente per un periodo minimo di venticinque anni
alle dipendenze della stessa azienda o
di trent'anni alle dipendenze di
aziende diverse, e l'accertamento del
merito è svolto da una Commissione
nominata e presieduta dal Ministro
del Lavoro e composta dal Presidente della Federazione Nazionale Maestri del Lavoro d'Italia, dal Presidente
dell'Associazione Nazionale Lavoratori Anziani d'Azienda, da cinque
funzionari designati dalla Presidenza
del Consiglio e dai Dicasteri degli
Esteri, Agricoltura, Industria, Lavoro,
da sei membri designati dalle organizzazioni sindacali di categoria, e da
quattro membri in rappresentanza
dei datori di lavoro.
Dal 2002 al 2009, ogni anno un dipendente Camst è stato nominato
Maestro del Lavoro: Katia Testalepre;
Maurizio Emiliani; Pierfranco Pucci;
Ermes Landuzzi; Marinella Melloni;
Pasqua Querciagrossa; Moreno Betti;
Roberta Rossi. Nel 2010 le Stelle al
Merito sono raddoppiate grazie a
Carla Bon e Gabriella Cugini, arrivando nel 2011 a contare altre 4
nuove stelle. Anche Unindustria si
complimenta con Camst e con il
quartetto di neoeletti Maestri del
Lavoro per l’importante traguardo
che dimostra costanza e dedizione
ammirabili.
CAPITANE CORAGGIOSE
Quindici storie di donne che guidano altrettante aziende emiliano-ro-
magnole. “Capitane coraggiose” è il
terzo capitolo del viaggio del giornalista Fabio Raffaelli, insieme a Nicoletta Barberini, nelle aziende della
regione, per raccontare i volti, le voci, e le storie umane che non vengono fuori dall'analisi dei bilanci. E
questa volta il focus è tutto al femminile. “Non abbiamo fatto una
scelta guardando ai fatturati - spiega
Raffaelli - ma abbiamo privilegiato
le storie: ci sono casi di aziende molto diverse fra loro sia per tipologia,
sia per dimensione, alcune delle nostre capitane hanno cominciato in
proprio la loro attività, altre hanno
ereditato l'azienda di famiglia. E’ il
racconto della fatica e della tenacia
che stanno dietro ad un'azienda”. Il
libro non solo sviluppa le vicende
delle aziende, ma descrive nei dettagli le figure femminili che ne hanno
reso possibile il successo, rilevandone
il carattere e la perseveranza: donne e
lavoratrici accomunate dalla voglia di
andare avanti in mezzo alle difficoltà.
BERTOLINI SALVA LA SNIA
Evitato il fallimento per le attività industriali della C affaro, vecchio ramo industriale della
Snia, specializzato nella produzione di prodotti chimici. La bolognese Bertolini, insieme ai
soci Todisco e Fedeli presenti nel Gruppo Bertolini nel comparto della chimica fine, ha infatti
acquisito i siti di T orviscosa e
di Brescia, salvandone la
continuità industriale e occupazionale. Bertolini, che vanta
55 anni di esperienza, è giunta
alla quinta generazione di imprenditori e si presenta come
un gruppo articolato con una
rete di sedi e stabilimenti nel
nord Italia, oltre ad avere partecipazioni in società chimiche di trading e di distribuzione di prodotti chimici di base,
elastomeri, materie plastiche
e di produzione di compound.
C on questa acquisizione l’azienda bolognese fa dunque
un notevole salto di qualità
Foto panoramica del sito di Torviscosa (impianti Caffaro
completando
la filiera di proIndustrie Spa)
dotto. L’operazione, una delle
prime procedure di gestione fallimentare delle 93 in corso in
Italia ad arrivare in porto, è stata possibile anche grazie al
contributo, accanto alla cordata industriale, dello studio T iti e
Associati e della società Global-Strategy di Milano.
Le aree di T orviscosa e di Brescia sono passate sotto la gestione di 2 newco controllate dalla holding Caffaro Finanziaria
(50% gruppo Bertolini e 50% famiglia T odisco, storico socio di
Bertolini). Il gruppo bolognese, che ha salvaguardato oltre il
Francesco Bertolini, AD 70% dei dipendenti, si è detto pronto a investire i 7-8 milioni
di Caffaro Industrie Spa necessari a potenziare gli impianti, e in seguito, assieme a
ed Amministratore unico
Bracco, dovrebbe costituire una società di scopo e sostenere
del Gruppo Bertolini
un investimento di circa 30 milioni per realizzare un nuovo impianto di clorosoda. “Ci impegneremo per dare vita a una nuova Snia, in grado di superare le difficoltà del passato grazie alle sinergie e ai punti di forza
del gruppo” ha dichiarato Frances co Bertolini, presidente dell'omonima azienda. “V ogliamo cogliere le opportunità del futuro diventando un centro di competenze internazionale
nella produzione chimica, in grado di sfruttare i rapporti di collaborazione con le principali
multinazionali del settore chimico e farmaceutico”.
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FARE 19
“Il filo che lega queste storie – commenta Nicoletta Barberini - è il senso di colpa: per non essere al lavoro
quando dedicano tempo alla famiglia
e viceversa”.
“Capitane coraggiose”, con la prefazione della presidente di Confindustria Emilia-Romagna Anna Maria
Artoni, è anche una fotografia dell'imprenditoria femminile in regione. Secondo Mariacristina Gherpelli,
vice presidente di Confindustria
Emilia-Romagna con delega alla
piccola industria, “si tratta di un fenomeno in costante crescita, in Emilia-Romagna le imprese femminili
sono quasi 90mila, il 21% delle imprese attive. Un tema che va di pari
passo a quello dell'occupazione femminile, dove nella nostra regione la
situazione è migliore che nel resto
d'Italia. Donne nei posti di vertice ce
ne sono, rispetto al passato si sono
fatti dei passi avanti, ma sono ancora
troppo poche”.
Diverse fra le quindici 'Capitane coraggiose', che “come tanti capitani,
hanno lanciato una vera e propria
sfida all'imperante tendenza a lasciarsi vivere dalla crisi e che ancor più
oggi sono encomiabili per attaccamento all'azienda, costanza e forza di
volontà”, fanno parte di Unindustria
Bologna: Sonia Bonfiglioli (Bonfiglioli Riduttori), Teresa Menarini
(Sib Siber), Cinzia Cattabriga (Tipolito Cattabriga), Patrizia Malferrari
(Seaside Sinergia Sistemi, Bologna).
CAVOUR
CORPORATE FINANCE
Ottime prospettive per IMAP, il più
importante network mondiale di società di M&A nel mid market di cui
Cavour Corporate Finance è il part-
20 FARE
ner esclusivo per l’Italia. Sono stati
infatti diffusi i risultati dell’attività di
M&A di IMAP nel 2010 e le promettenti prospettive per il 2011.
Con oltre 300 advisors (i deal
makers IMAP) operativi in 45 uffici
mente ritornando ai livelli pre-crisi.
Parimenti in rialzo si registrano i
multipli delle operazioni. Da ultimo
anche il rinnovato interesse delle
banche per l’acquisition financing
contribuisce a facilitare la conclusione delle operazioni di M&A”.
CRIT
Antonio Zecchino, presidente di Cavour
Corporate Finance e di IMAP Europe
localizzati in 30 Paesi nel Mondo,
IMAP ha chiuso nel 2010 ben 184
transazioni per un valore complessivo di 11,1 miliardi di dollari, con un
aumento del 77% rispetto al 2009.
Inoltre, il 33% delle transazioni
IMAP nel 2010 sono state crossborder.
“Il 2010 ha rappresentato un importante passo nella giusta direzione per
l’attività di M&A a livello mondiale
come dimostrato dall’incremento del
valore medio delle operazioni” ha
dichiarato Antonio Zecchino, membro del Main Board IMAP e presidente di IMAP Europe. “Nonostante
il numero delle operazioni concluse
non sia aumentato in misura significativa, tuttavia il valore medio delle
transazioni è risultato pari a 59,8 milioni di dollari, che rappresenta un
incremento del 73% rispetto al valore registrato in precedenza (35 milioni di dollari nel 2009). Noi consideriamo questo aumento come un
indicatore positivo del fatto che le
operazioni di M&A stiano lenta-
Salgono a quota 26 le aziende proprietarie e prime fruitrici di CRIT,
il broker tecnologico di Vignola specializzato nei processi di Innovazione
Collaborativa. Questo grazie all’ingresso nel capitale sociale delle nuove ar r ivate Alstom Fer roviar ia e
Corghi Spa, che si uniscono a un
gruppo già molto prestigioso: Ali Carpigiani, Beghelli, Caprari, Case
New Holland, Cefla Group, Cineca,
Datalogic, Ducati Energia, Ferrari,
G.D, Gruppo CMS, Gruppo Fabbri,
Hydrocontrol, IMA, Italtractor-Titan, Rossi Motoriduttori, SACMI,
SCM Group, Selcom Group, Sitma,
System Group, Technogym, TetraPak
e WAM Group.
Alstom è leader mondiale nel settore
del trasporto ferroviario, e in particolare dei treni ad alta velocità su
tecnologia “tilting”. Con un fatturato di 994 milioni di euro nell’esercizio 2010/2011, 8 sedi distribuite su
tutto il territorio italiano e 2.600 dipendenti, è una delle pr incipali
aziende del settore in Italia. La Corghi di Correggio (RE), invece, opera
con successo nel mercato globale degli equipaggiamenti per l'assistenza ai
veicoli, in particolare per il servizio
alla ruota; è il marchio pilota del
gruppo industriale Nexion (fatturato
consolidato di oltre 150 Milioni di
euro, il 6% del quale è investito in
ricerca e progettazione) ed è classifi-
CORRADI: QUANDO SI FONDONO
SENSIBILITÀ E PROFITTO D’IMPRESA
Corradi, l’azienda leader nell’arredamento outdoor, è oggi un’azienda fortemente industrializzata che lavora secondo le logiche della lean production e del miglioramento continuo, con
una crescita costante e una forte
propensione all’internazionalizzazione che vede anche l’apertura delle
filiali C orradi Usa a Dallas, C orradi
France a Lione e C orradi Outdoor
Products Middle East ad Abu Dhabi.
Uno sviluppo importante, che non
ha tuttavia impedito all’azienda di
restare attenta alle esigenze del
consumatore finale e sensibile all’ambiente nel quale viviamo: Per
Corradi è certificata ISO 9001:2000 ed anche ISO questo nel corso degli anni C orradi
14000:2004 (certificazione ambientale)
ha ottenuto una serie di certificazioni che condizionano, positivamente,
il suo modo di operare. In particolar modo, ha strutturato la propria attività in modo da rispondere a tutte le prescrizioni legislative in materia ambientale che caratterizzano i diversi
processi produttivi. Certificarsi è, per ogni azienda, un impegno importante ma rappresenta
anche un valore aggiunto per tutta la filiera che da ciò trae vantaggi.
Corradi è pertanto eco-sensibile essendo certificata ISO 14000:2004 (certificazione ambientale) a tutela dell’ambiente e di conseguenza della salute umana e PEFC per una gestione
sostenibile delle foreste, ovvero per un utilizzo dei boschi che sia ambientalmente corretto,
economicamente positivo e socialmente utile alle generazioni presenti e future.
L’azienda è inoltre socio-responsabile essendo certificata ISO 9001:2000, quindi attenta alla soddisfazione della clientela, grazie al miglioramento continuo dei processi produttivi interni per minimizzare il rischio che le aspettative dei clienti vengano deluse.
La forza del brand è dimostrata anche dalla continua innovazione nei prodotti; questo ha portato Corradi ad avere oggi 35 breve tti depositati e molti altri in iter di approvazione.
“Corradi vede una crescita continua da diversi anni, più della media del settore. Aumenta il volume d’affare ma aumenta anche l a nostra
sensibilità a tematiche fortemente legate all’ambiente e alla società in cui viviamo, operiamo e lavoriamo. Questo rappresenta per noi, e lo
dico con orgoglio, un valore aggiunto. Siamo un’impresa privata, e quindi orientata al profitto, ma abbiamo adottato comportame nti eticamente corretti per raggiungere i nostri obiettivi. Ogni azienda ha una responsabilità sociale molto importante. Noi ne siamo co nsapevoli e
investiremo sempre maggiori risorse sui temi del rispetto ambientale e del sociale nel prossimo futuro” dichiara Gianmarco Biag i, Amministratore Delegato Corradi.
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cata dall’European Patent Office di
Monaco tra i primi cento depositanti italiani di brevetti.
CRIT rappresenta la primaria espe-
rienza italiana di Innovazione Collaborativa e ha una duplice funzione.
Come Broker tecnologico, l’azienda
è specializzata nel processare l’infor-
mazione tecnico-scientifica e brevettuale, nell’identificazione dei detentori della conoscenza a livello globale e nell’accompagnamento nelle di-
FARE 21
verse fasi di implementazione della
tecnologia in azienda. Lo strumento
principale è lo Scouting Tecnologico, che supporta il responsabile tecnico/R&D nella definizione della
strategia tecnologica aziendale. Esso
può essere declinato con un approccio problem-solving, di analisi dello
stato dell’arte, come identificazione
dei key-players, ma anche come in-
losi, amministratore delegato della
società di Vignola – ricerchiamo i
migliori esperti di tecnologie a livello mondiale, selezionando i centri di
ricerca, le università e le imprese che
possono aiutare le nostre aziende. In
secondo luogo ci occupiamo dell’organizzazione di incontri, seminari,
tavoli di lavoro, ovvero di eventi nei
quali le aziende socie possono confrontarsi e trovare soluzioni tecnologiche comuni. Terzo servizio del
CRIT è quello dello sviluppo dell’innovazione”. Una buona parte dei
servizi offerti da CRIT sono accessibili anche ad aziende non socie.
DAY RISTOSERVICE
Roberto Pelosi, amministratore delegato di
CRIT
telligence competitiva. Contemporaneamente CRIT è l’ambiente collaborativo “open” dove le imprese
possono confrontarsi, identificare i
gap tecnologici e avviare progetti di
ricerca e sviluppo. Circa 300 tavoli
di lavoro e confronto sono stati infatti realizzati tra CRIT e le sempre
più numerose aziende proprietarie.
Grazie all’ingresso dei due nuovi soci, CRIT vede rafforzato il proprio
ruolo di società privata specializzata
nell’informazione tecnologica e all’avanguardia nella pratica dell’innovazione collaborativa. “Come broker
tecnologico – afferma Roberto Pe-
22 FARE
Prospettive di crescita e diversificazione nel futuro di Day Ristoservice, in seguito alla rilevazione da parte del gruppo Chèque Déjeuner della direzione operativa dell’azienda
bolognese. Portando avanti il suo
piano di crescita internazionale, il
gruppo francese, già azionista al 30%
della società italiana dall’anno della
sua fondazione, ne ha recentemente
rilevato il 49%.
Day Ristoservice, secondo attore del
mercato italiano dei buoni pasto, è
nata nel 1987 dalla partnership proprio tra il gruppo Chèque Déjeuner
e il gruppo CAMST. Avendo diversificato via via le sue attività, Day
propone oggi sul mercato italiano i
suoi buoni pasto, in forma cartacea e
come card con microchip, ma anche
il Day Welfare (buono sociale per il
sostegno delle persone disagiate) e il
Day Cadeau. Nel 2010, Day Ristoservice ha emesso oltre 65 milioni di
buoni pasto in favore dei suoi
400.000 utenti finali. Il gruppo cooperativo Chèque Déjeuner, numero
3 mondiale dei buoni a vocazione
sociale e culturale, dal 1964 sviluppa
le sue competenze per i suoi 21 milioni di beneficiari. Presente oggi in
13 Paesi, nel 2010 il Gruppo ha
emesso buoni per il controvalore di
4 miliardi di euro.
Secondo Jacques Landriot, Presidente del gruppo Chèque Déjeuner,
quest’aumento di capitale corrisponde a una strategia di sviluppo internazionale portata avanti da diversi
anni. Marc Buisson, nuovo Direttore
Generale di Day, conta sulle competenze del gruppo francese Chèque
Déjeuner e sulla levatura del gruppo
italiano Camst per ampliare il potenziale di Day sia sul piano tecnologico che come ventaglio di prodotti.
ID GROUP
Con il sostegno del marchio d’abbigliamento per l’infanzia Okaidi, che
fa parte del gruppo familiare francese Id Group e che ha in questi mesi
trasferito a Bologna la propria sede
italiana, si è tenuta al MAMbo –
Museo d’Arte Moderna di Bologna
la mostra “A’ toi de Jouer! – gli oggetti
straordinari di Claire Dé”.
La mostra, promossa e curata dalla
cooperativa culturale Giannino
Stoppani in collaborazione con il
Dipartimento educativo di MAMbo,
ha fatto parte della rassegna “Fieri di
leggere 2011”.
“A’ toi de Jouer!” ovvero “tocca a te
giocare”. Nella sua installazione Claire Dé sollecita i bambini a ritrovare e
riconoscere, montare e smontare, inventare, sperimentare, muovendosi tra
Dadaismo, Pop-Art, Nouveau Réalisme. Pochi colori: giallo e arancio.
Qualche oggetto familiare: barattoli,
colapasta, recipienti dalle più svariate
“L'ARTE E IL DESIGN SI METTONO IN POSA”:
IL PROGETTO ESPOSITIVO GAZZOTTI
NELL'ANTICA LIMONAIA DI VILLA BECCADELLI A CASTELFRANCO
Ha per tema “Arte e design si mettono in posa” il progetto espositivo promosso presso l'antica limonaia di V illa Beccadelli a Castelfranco Emilia (Modena) da Gazzotti, l'azienda di Castelmaggiore leader nella produzione di parquet.
La mostra, che è per Gazzotti l'occasione per presentare le sue novità di prodotto My V intage e Fashion, vede riunite personali tà e imprese
emiliano romagnole che rappresentano l'eccellenza nell'arte, nel design, nell'arredamento e nell'illuminazione, e che interagis cono con gli artisti Lùcio Carvalho, David Evelyn, Guy L ydster, Isabelle Gros, Ugo Salerno, Paul W arner, appositamente selezionati grazie al c oinvolgimento
della Galleria Art to Design.
Il parquet Gazzotti dialoga con le lampade
dell'azienda di illuminazione bolognese Lucifero's, concepite con lo scopo di unire luce e
design, ma anche con le sedie di Adrenalina,
l'azienda di C attolica che realizza poltrone e
divani particolarissimi e personalizzabili.
DOM Edizioni di Cesena è presente con i suoi
oggetti di interior design, e Simongavina con
le sue particolari realizzazioni di design d'avanguardia che riflettono l'esperienza storica
e illustre di Dino Gavina.
Oltre alle aziende locali sono stati coinvolti
inoltre i complementi di arredo delle aziende
Due immagini della mostra “Arte e design si mettono in posa” allestita da Gazzotti nell'antica
Area Declic, Fornasarig e Ursella. Il risultato
limonaia di Villa Beccadelli a Castelfranco Emilia
è un percorso espositivo dove le pose del
parquet si amalgamano artisticamente alle
tendenze del design e alle opere di arte contemporanea. La nuova linea Gazzotti My V intage diventa filo conduttore ideale di un a mostra che
rivoluziona il concetto stesso di parquet, che da semplice pavimento diventa vero e proprio protagonista dello spazio espositivo.
My Vintage, è la nuova linea nata in casa Gazzotti, che racchiude tutti i plus della linea V intage (microporosità, straordinaria naturalezza, manutenzione facile ed efficace con olii naturali, ecocompatibilità e produzione interamente made in Italy) a cui aggiunge creati vità e un forte
orientamento al progettista, grazie alle numerose possibilità di posa che offre.
“Le nuove ricerche di mercato evidenziano in modo netto che il parquet non è più vissuto come un semplice pavimento da calpesta re – spiega
Carlo Comani, AD di Gazzotti - ma diventa un complemento di arredo e di design per personalizzare l'ambiente. La nuova linea My Vintage e la
rinnovata Fashion sono una risposta precisa a queste esigenze e sono messe a disposizione di progettisti e interior designer per ottenere soluzioni creative, impattanti e di qualità. Il progetto espositivo permanente in cui sono inserite va inteso come un punto d’incon tro dove poter dialogare proprio con loro”.
Il progetto si propone di raggiungere una risonanza internazionale. ”In questo luogo – spiega infatti Andrea Signoretti, dirett ore generale di
Gazzotti - vogliamo incontrare anche tanti professionisti internazionali per portare nel mondo, nel nostro piccolo, la forza, il gusto, la qualità del
Made in Italy considerato che tutti i parquet Gazzotti sono anche interamente prodotti in Italia”.
Secondo i galleristi Alessandro Betocchi e Nicolò Riguzzi “Art to Design Gallery ha studiato per Gazzotti un inedito concetto e spositivo, proponendo un inedito rapporto di comunicazione tra design, arte e le nuove collezioni di parquet”.
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FARE 23
GLI STAMPI DI LUCIANO GRAZIOLI
PERSONALIZZATI COME DAL SARTO
La fonderia è emozione, la fonderia è arte. E’ racchiusa in questo convincimento la storia di Lu- Figlio d’arte: Luca Grazioli segue le orme di
ciano Grazioli, una vita passata fra le conchiglie, gli stampi, l’alluminio. L ’azienda che lui ha papà Luciano
fondato a San Matteo della Decima, la Grazioli Luciano snc,
ha appena compiuto i trent’anni e, nel bel mezzo di una crisi che per il settore è stata, come egli stesso la
definisce, “una pacca tremenda”, rilancia: ha appena partecipato a due fiere, sta ricostruendo un portafoglio che era stato assottigliato da alcuni clienti rimasti sul campo, e ogni giorno riprende la marcia consapevole, dice, che “ci vorranno ancora tre o quattro anni per tornare ai livelli pre-crisi” ma anche che “i numeri e le capacità tecniche li abbiamo. Stiamo ricostruendo”.
Era il 20 settembre 1980 quando Luciano Grazioli entrò per la prima volta nel suo capannone sulla strada di
Crevalcore. Se lo era costruito da solo, fondamenta comprese: poi lo aveva dato in garanzia e con il fido aveva preso le prime macchine utensili. Diplomato congegnatore meccanico all’Ipsia di Crevalcore, aveva fatto
per un paio di anni il modellista da legno, poi per nove anni il modellista meccanico; e proprio dalla modelleria era venuta la passione per le fusioni: “stavo più in fonderia che in officina.” racconta “Ho imparato il mestiere vedendolo fare da altri, e col tempo ho cominciato anche a vedere i punti deboli degli stampi e cosa si poteva fare per correggerli”.
Quando apre l’azienda alla fine del 1980, si dedica solo agli stampi (le conchiglie, come si chiamano) per le fonderie. Ma è so lo l’inizio. Dieci
anni dopo, a capodanno del 1991, apre anche il nuovo capannone di via Sardegna, sempre a Decima: da una parte l’attrezzeria, da ll’altra la
fonderia. “Credo di essere l’unico in tutta la provincia di Bologna” commenta con orgoglio “ad aver messo su una fonderia nuova . I miei colleghi le hanno tutti ereditate”. Luciano Grazioli progetta e si costruisce lui stesso le macchine conchigliatrici e gli impianti, molti dei quali tuttora
in piena attività. E l’azienda si espande: fa le conchiglie, gli stampi in acciaio (“tutti personalizzati.” sottolinea Grazioli “Facciamo stampi come
un sarto fa una giacca. E ci sono stampi anche da 40 o 50 mila euro”), dopodichè le fusioni in alluminio in serie. “E poi facci amo anche le lavorazioni.” aggiunge “Il cliente arriva da noi con il disegno e va a casa con il pezzo da montare”. Fatto sta che la società, fin o al 2008, arriva a fare anche 100 quintali di fusioni lavorate al mese. Mentre a fianco del capannone lui, innamorato degli animali da sempre, crea un habitat in cui
vivono porcellini d’india, oche, tartarughe esotiche, perfino cani della prateria. Gli stampi, afferma, li progetta di notte. “ Penso al pezzo, poi al
mezzo per farlo; e quando il mezzo non c’è, te lo devi inventare: è questo il segreto del nostro lavoro”. Contemporaneamente, s forna progetti
che per il momento tiene in un cassetto: ad esempio, quello per un portagiornali e portaoggetti da applicare agli ombrelloni in spiaggia. E intanto sta lavorando su un brevetto nel campo del confezionamento. “E’ stato il mio professore di torneria a Crevalcore ad inseg narmi l’amore
per il lavoro” spiega. Ed è un amore che trasmette volentieri. Non a caso, proprio con l’Ipsia di Crevalcore la Grazioli Lucian o snc ci ha collaborato per anni: per i ragazzi, un’occasione di esperienza e di training sul campo non comune.
In azienda oggi sono in otto: lui, che con i suoi trent’anni di esperienza è per molti clienti un vero e proprio consulente, la moglie Patrizia, la figlia Ambra (“che sta crescendo molto bene” sottolinea compiaciuto), il figlio Luca che sta seguendo con impegno le orme del pad re, e i collaboratori malati della stessa passione. “Quello che veramente ci fa soffrire” spiega “è la concorrenza della Cina. Sono molti i nostri potenziali
clienti che vanno a farsi fare i pezzi là, poi vengono da noi per le lavorazioni più difficili, magari per tornare a rivendere là. In pratica, vorrebbero da noi gli stessi prezzi dei cinesi. Dopodichè, però, insieme al prezzo basso ci chiedono invece una qualità elevata. Spesso non veniamo remunerati per quello che vale il nostro lavoro: e non è solo una mortificazione. Il problema è che intanto ci sono aziende che m uoiono e nessuno se ne accorge”.
Roba da poco, tuttavia, per scoraggiare Luciano Grazioli. Certo, oggi bisogna stare molto più sul pezzo, adesso non lo trova pi ù il tempo per allevare api o cavalli come prima. Ma i suoi forni non si sono spenti, i suoi stampi sembrano opere d’arte, i suoi figli si accin gono ad essere i giovani imprenditori di domani. E nel tempo libero, per hobby, si è smontato una gru di 16 metri, la ha sabbiata, verniciata, rimo ntata: la tiene lì per
costruirsi, sempre da sè, una casa nuova. (c.r.)
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24 FARE
forme, rigorosamente in plastica! Tutta la fantasia e la voglia di giocare necessarie per osservare, combinare, costruire, trasformare, associare titoli ad
oggetti d’arte, creare esposizioni.
Okaidi fa parte, insieme al marchio
Jacadi, del gruppo familiare Id Group,
nato in Francia nel 1996. Dal 2003 Id
Group è presente anche in Italia, dove
conta ad oggi 120 punti vendita, di
cui 4 a Bologna: il negozio Okaidi di
via Marconi, quello Jacadi di via Castiglione e quelli presenti al centro
Lame e alle Officine Minganti.
Nel 2010 Id Group ha conseguito
un fatturato di 700 milioni di euro,
di cui 60 milioni in Italia.
Insieme ai negozi di abbigliamento,
fa parte della filosofia aziendale di Id
Group anche la progettazione e l’apertura di asili nido, per i quali già
vanta in Francia una lunga esperienza
e la diretta realizzazione di 14 strutture. “Studieremo anche le strutture
bolognesi. – afferma l’amministratore
del gruppo per l’Italia, Alexis de Seze
– Al di là degli obiettivi economici
del gruppo, il nostro obiettivo è essere attori nel mondo del bambino”.
IR4I
Ventiquattro imprese dell'area imolese, ravennate e bolognese, presenti
sui mercati internazionali in vari settori, dal packaging alle ceramiche,
dall'automotive all'aerospaziale, si sono riunite per dar vita a un progetto
ambizioso e più che mai attuale:
confrontarsi direttamente, senza intermediari, con gli enti di ricerca. Il
progetto, denominato IR4I, acronimo che sta per Innovation & Research for Industry, è nato “dal basso”, dal mondo delle imprese, a seguito di alcuni incontri promossi dal
Centro studi Alcide De Gasperi di
Imola volti a comprendere le necessità degli imprenditori.
L’obiettivo del progetto IR4I è creare un rapporto di scambio che favorisca e acceleri il processo innovativo
di cui l’economia e il Paese hanno
bisogno, e risolvere in particolare le
quattro criticità più importanti per
le imprese italiane che guardano al
futuro: ricerca, innovazione, formazione e management.
Le ventiquattro imprese partecipanti
al progetto (molte delle quali facenti
parte di Unindustria Bologna) sono:
Sacmi, Cooperativa Ceramica, IMA,
Cima Ingranaggi, Cefla, Elettronica
Santerno, Curti, Profilati, Protesa, Diconet Industrial Services, Poggipolini,
Lualma Anodica, Gianni Andalò,
La.Co., Bmc air filters, Logimatic, Officina Meccanica Dozzese, Dismeco,
Energifera, Grifo, 3Elle, Tecna, Byro.
LUIS.IT
Luis.it, la società di comunicazione
(uffici a Bologna e Londra) nata nel
2001 da Luigi Zanolio, regista, e
Marco Piva, ingegnere, è diventata
un’agenzia affermata non solo nella
realtà locale ma anche all’estero.
È nel 2009 che Maria Giovanna Zanolio, terza socia di Luis.it, trasforma
una vacanza in California in business
creando una partnership con
L7Creative, agenzia americana con
sede a San Diego (e uffici anche a
Boston) leader nella comunicazione
e l’advertising. Da questo connubio
scaturiscono numerosi progetti di
qualità: l’ultimo in ordine di nascita
è www.thecreativemosaic.com, portale di
comunicazione e advertising, concepito per parlare ad un duplice target.
Da una parte Thecreativemosaic è dedicato ai direttori marketing che sono alla ricerca di innovative strategie
di prodotto e comunicazione; dall’altra si pone l’obiettivo di costruire un
network internazionale di agenzie al
fine di attingere idee, creatività e
Maria Giovanna Zanolio, responsabile dei
progetti internazionali di Luis.it
competenze specializzate worldwide.
Questo progetto permetterà di offrire, a quei clienti che intendono
espandere il proprio business a livello
globale, figure professionali e specializzate in tutti i settori della comunicazione, con il coordinamento di
Luis.it e L7Creative.
La ricerca e l’innovazione tecnologi-
FARE 25
business a livello internazionale”.
www.luis.it www.l7creative.com
TORNA ALLA LUCE IN INDONESIA UNA CIVILTÀ SCONOSCIUTA
GRAZIE AGLI SCAVI SOSTENUTI DA HETTABRETZ
MARE TERMALE
BOLOGNESE
Continua l’avventura indonesiana di Hettabretz, l’azienda bolognese che dal 1960 produce capi di abbigliamento in pelle, tessuto e pelliccia, rivolti alla parte più esclusiva delle nicchie globali del lusso.
Hettabretz dopo aver finanziato le indagini relative ad un ritrovamento archeologico in Indonesia, finanziando ed effettuando quattro campagne di scavo nell’isola di Giava, a Goa Made, ha posto una
pietra fondamentale per la conoscenza di una cultura inedita e sconosciuta che ha prodotto reperti
in un materiale mai riscontrato in evidenze archeologiche. A maggio infatti si è tenuto un congresso
internazionale ,“An unique early metal production in Goa Made, Java, Indonesia: Hints for a new
perspective on the emergence of civilization in South-East Asia ”, organizzato da Hettabretz in collaborazione con il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna i cui risultati sono stati tali da
spingere lo staff archeometallurgico e quello archeologico ad intraprendere un ulteriore progetto di
studio estremamente approfondito, effettuando analisi nei 3 laboratori più prestigiosi e avanzati del
mondo ed implementando ricerche sul territorio del sito. All’interno del workshop, il comitato scientifico che ha contribuito agli scavi, agli studi e alle analisi ha discusso l'origine, gli aspetti iconografici
e il materiale del corpus di manufatti metallici.
Questo oggetto simbolico è stato
Gli oggetti recuperati dagli scavi, le cosiddette “maschere verdi”, sono frutto di una cultura ancora
rinvenuto nelle campagne di scavo
sconosciuta. I rilievi effettuati fino ad oggi secondo gli archeologici occidentali evidenziano una forfinanziate da Hettabretz nell’isola di
Giava
chetta temporale per la realizzazione dei reperti fra il VII e il XIV secolo d.C. mentre secondo gli archeologi indonesiani l’inizio di queste produzioni per motivi iconografici risalgono al 1000 a.C. Oggetti
analoghi a questi furono proposti negli anni ‘90 nell’isola di Giava ad un imprenditore italiano, Anacleto Spazzapan, che dopo averne raccolta
una collezione ritenendoli oggetti di scarsa importanza, cercò di risalire all’origine dei ritrovamenti. Dopo un primo breve sc avo effettuato da
Spazzapan in collaborazione con il Ministero dell’Archeologia Indonesiano nel 2001, il sito è stato dimenticato per anni e gli scavi sono stati
oggetto dal 2006 di una campagna inizialmente finanziata da Paolo Bertuzzi, presidente di Hettabretz, e diretta dal Ministero d ell’Archeologia
Indonesiano. Una volta stabilita l’importanza del ritrovamento, il Ministero degli Affari Esteri Italiano ha attivato un patto bilaterale con l’Indonesia e ha finanziato con Hettabretz la campagna scavi 2007, la cui direzione fu affidata all’ISIAO. Successivamente, il proget to di chiusura
dell’ente ISIAO ha rimesso l’operazione nelle mani di Paolo Bertuzzi che sta operando in stretta collaborazione con le massime autorità scientifiche e con il Ministero degli Esteri Italiano, il Governo e le Università Indonesiane.
iniziative. Anche il Mare Termale
Bolognese partecipa ai festeggiamenti, così da ricordare a tutta la cittadinanza l’origine augustea delle
terme nel capoluogo emiliano: fu in-
Per tutti gli italiani il 2011 è l’anno
del 150° dell’unità d’Italia, ma Bologna ricorda un anniversario ancora
più particolare. Dal 23 al 25 settembre 2011 si festeggeranno infatti i
2200 anni di fondazione di Bologna
romana: nel 189 a.C. nasceva la colonia di Bononia, che sarebbe diventata di lì a poco uno dei principali
co, di un grande e innovativo plastico che metterà in luce i punti di
contatto tra le terme di ieri e le terme di oggi, con il supporto di reperti archeologici legati al mondo delle
acque. Il Mare Termale Bolognese è
infine main sponsor del castrum legionario allestito in Piazza Maggiore, un vero accampamento militare,
che darà la possibilità a tutti i curiosi
di vedere come vivevano e si preparavano alla battaglia i soldati dell'antica Roma.
MAYA
BEAUTY ENGINEERING
fatti l’Imperatore Augusto a promuovere la costruzione delle terme,
da collocare in zona Saragozza, alla
fine del I sec. a.C.; le stesse terme furono successivamente ristrutturate da
Caligola o forse da Nerone. Le terme del Mare Termale Bolognese si
propongono dunque in ideale continuità con quelle romane. Sono in
programma una “conferenza a mollo” per parlare della cultura termali-
Maya Beauty, leader in macchinari
estetici e medicali, continua sulla
strada della ricerca e dell'innovazione
per offrire prodotti di qualità non
solo al mondo degli istituti estetici
ma anche agli ambulatori medici.
Grande successo ha avuto la propulsione di ossigeno, l'unico trattamento
all'ossigeno in grado di curare vari
inestetismi della pelle anche di media gravità e il metodo So Up, radiofrequenza ed ultrasuoni insieme per
rimodellare la silhouette.
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ca sono un altro fiore all’occhiello di
Luis.it: è stata infatti una delle prime
agenzie in Italia a occuparsi di realtà
aumentata (www.realta-aumentata.it).
L’ultimo progetto curato è stato la
video installazione per Pippilotti Rist, videoartist di fama mondiale
(Moma di New York) in occasione
della mostra “HappyTech, Macchine
dal volto umano” che si è svolta a
Bologna a marzo 2011 e alla Trien-
26 FARE
nale di Milano.
In occasione del lancio di The Creative Mosaic, L7 Creative e Luis.it
hanno ripetuto insieme la loro mission: “Big ideas for a small world”.
“Il marketing e la comunicazione
dei brand - ha dichiarato Tom Gallego, CEO e direttore creativo di L7
Creative - devono confrontarsi con
un’economia che sta sempre di più
diventando globale. The Creative
Mosaic vuole offrire ai propri clienti
idee vincenti che possano affrontare
adeguatamente le sfide imposte dalla
globalizzazione”. A queste parole fa
eco Maria Giovanna Zanolio, responsabile dei progetti internazionali
di Luis.it: “The Creative Mosaic intende diventare un punto di riferimento per quei brand alla ricerca di
una comunicazione globale sui nuovi
media per dare la giusta spinta al loro
Monete, lapidi, mosaici ricordano il rapporto della Bononia romana con la salute. Particolarmente curioso il mosaico con le
istruzioni per lavare i calzari (in basso a
destra)
centri affacciati lungo la via Aemilia
(187 a.C.), direttrice di traffici, merci
e uomini, allora come ora.
Archeopolis, la festa per Bononia
coinvolgerà tutta la città con diverse
DTS Roller by Maya Beauty Engineering
sta degli antichi e soprattutto la realizzazione, all'interno dei prestigiosi
spazi del Museo Civico Archeologi-
L'azienda, che esporta in tutto il
mondo e da tre anni ha allargato il
mercato all'Italia, non si siede sugli
allori e da poco è divenuta distributore esclusivo per l'Italia del DTS
Roller per microneedling, una tecnica innovativa per stimolare a livello
dermico la produzione di collagene
FARE 27
ed elastina. I DTS Roller sono unici
nel loro genere per conformazione e
sono utilizzabili negli studi medici
con la linea cosmeceutica Genosys,
senza conservanti e con un contenuto pepditico antiossidante.
Ma le novità non si fermano qui:
Maya Beauty propone al mercato Venusian, macchinario per la carboxyterapia (stimolazione dell'epidermide
tramite iniezione di CO2) particolarmente indicato per il trattamento
delle smagliature. Anche questo macchinario è per studi medici.
www.mayabeauty.com
MEC
MODULI ELETTRONICI E
COMPONENTI
Oltre 120 persone, esponenti di 58
aziende, tra cui tutti i principali produttori ed assemblatori italiani di
prodotti elettronici, nonchè i rappresentanti di 3 aziende fornitrici dell’area Far East, hanno preso parte alla
Open House con cui MEC – Moduli Elettronici e Componenti SpA
ha aperto le porte a for nitor i e
clienti.
MEC SpA è leader in Italia nella di-
Il Consiglio di amministrazione di MEC SpA.
Da sinistra: Gianfranco Cobianchi, Federico
C obianchi, Giancarlo Ariatti, C ristiano C obianchi
stribuzione di componenti elettronici passivi e piezoelettrici per l’elet-
28 FARE
tronica industriale, in particolare nei
settori più tecnologici quali Automotive, Telecomunicazioni e Industriale.
Nata nel 1979 a Bologna come produttore di quarzi, l’azienda sin dalla
fine degli anni ’80 si è progressivamente trasformata dimostrando una
specifica vocazione per la distribuzione e commercializzazione dei prodotti, provenienti dapprima dal Giappone e, dall’inizio del nuovo millennio, da Cina e Taiwan, a cui poi si sono aggiunti Corea e Malesia.
Divenuta negli anni una realtà importante nel mercato della distribuzione di componenti elettronici,
MEC ha ampliato il proprio raggio
d’azione in Europa e poi anche negli
altri continenti. Dal 2001 ha fondato
in Germania la MEC GmbH, per
seguire l’ambizioso progetto di
espansione nel mercato tedesco.
Inoltre, volendo garantire il medesimo servizio che viene offerto sul
territorio Europeo, MEC affiancherà
presto alla struttura logistica bolognese un HUB Point logistico in Far
East. L’apertura di tale HUB è prevista entro la prima metà del 2012.
Seguendo una decisa vocazione internazionale, oggi MEC, oltre al
mercato italiano, commercializza
prodotti in 8 Paesi Europei, 3 PanAmericani e 4 asiatici (tra cui la Cina). Il fatturato 2010 si è assestato a
18Milioni di €, con una percentuale
di export attorno al 40%.
Azienda a struttura tipicamente familiare, MEC è una società con un
azionariato frazionato ma appartenente a 2 sole famiglie. Alla guida vi
sono ancora 2 dei 4 soci fondatori
originari: Gianfranco Cobianchi e
Giancarlo Ariatti.
Amministratore Delegato di MEC
SpA è Gianfranco Cobianchi. Consiglieri d’amministrazione Cristiano e
Federico Cobianchi. La società ha 46
dipendenti in Italia, che operano nello
stabilimento di Bologna e nelle sedi di
Arcore (Mi) e Ponte S. Nicolò (Pd).
METIS
AGENZIA PER IL LAVORO
Metis sponsorizza l'arte e diventa
partner del Padiglione della Repubblica Araba Siriana alla 54a Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia. L'agenzia prosegue dunque con
Rosario Rasizza, Amministratore delegato
di Metis
la volontà di sostenere attività artistiche e culturali, scelta che da sempre
contraddistingue la sua strategia di
comunicazione. Il marchio Metis è
stato così apposto sui cataloghi della
Biennale del Padiglione arabo siriano, sui manifesti e striscioni affissi in
tutta Venezia, sui totem posizionati
nell’isola di San Servolo. Alla sua terza presenza “veneziana” alla 54 a
Biennale, la Siria ha messo in mostra
la contraddizione di un popolo e di
una terra ricca di tradizione e complessità attraverso gli artisti che
espongono tra cui Talal al-Abdalla,
Sabhan Adam, Nemat Badawi, Nizar
IL BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ 2010 DI IGD
Una valutazione aziendale in cui la lettura della dimensione economica si intreccia con quella
sociale ed ambientale, per dare vita alla definizione di obiettivi integrati rivolti ad un nuovo apClaudio Albertini, amministratore delegato, e Gilbero
proccio al mercato.
Coffari, presidente di IGD
E’ quanto fa il Bilancio di Sostenibilità 2010 pubblicato da IGD, la società quotata in Borsa dal
2005 che opera nel settore immobiliare della grande distribuzione, con un patrimonio di oltre 1,8 miliardi di euro ed una posiz ione preminente
nel mercato italiano. Fortemente radicata nel terreno della cooperazione, IGD ha sentito il dovere di interpretare responsabilm ente il proprio
ruolo. Per questo il gruppo si è dato la missione di creare valore per tutti i suoi stakeholder; il percorso che lo rende possi bile è quello di una
crescita sostenibile in un mercato complesso, avendo per riferimento valori quali onestà, trasparenza, lungimiranza, affidabilità, valorizzazione, responsabilità.
“Ogni giorno ci confrontiamo con la complessità – spiega l’amministratore delegato C laudio
Albertini - Operiamo in contesti diversi (11 regioni sul suolo nazionale e 13 città della Romania)
e ci rapportiamo quotidianamente con una pluralità di interlocutori, tra i quali ad esempio circa
1.150 operatori che affittano spazi nei nostri centri commerciali”.
Di fronte ai profondi cambiamenti ai quali, complice la grande crisi, si sta assistendo in tutti gli
ambiti, IGD ha sentito l’esigenza di dare un metodo, un metro e precisi obiettivi ai propri sforzi:
il primo Bilancio di Sostenibilità ne è il risultato.
Il centro commerciale Katanè di IGD a Per prima cosa IGD ha mappato i propri stakeholder per capire verso chi sia responsabile e
Catania
per che cosa, individuando sei aree distinte di portatori d’interessi: il personale, gli operatori
controparte nel business, i fornitori, i visitatori dei centri commerciali e le comunità locali, la
comunità finanziaria (inclusi i media specializzati), l’ambiente. Per ogni area sono state definite delle linee guida e degli i ndicatori di performance che consentono di misurare gli impatti significativi dell’attività di IGD e, a partire dal bilancio di sostenibilità dell ’anno prossimo, anche
l’evoluzione della performance, quando cioè sarà possibile una analisi comparativa rispetto agli obiettivi di miglioramento.
“Possiamo dire che i traguardi che ci siamo dati per il futuro rappresentano una grande sfida – commenta il Presidente IGD, Gil berto Coffari –
Anche se siamo solo all’inizio di un cammino di sostenibilità imboccato con questo primo Bilancio, contiamo di fare leva sul fa tto che con i nostri stakeholder non abbiamo soltanto impostato rapporti chiari e corretti: ci siamo sempre messi in ascolto e li abbiamo spess o coinvolti nelle
nostre scelte”.
Il rispetto del territorio, ad esempio, si esprime anche nell’attenzione costante di IGD all’impatto che un centro commerciale produce sull’ambiente, sui flussi di traffico e sulla vita locale, fatto che comporta mantenere vivo il dialogo con le autorità e le comunità locali, le associazioni
dei consumatori e dei commercianti. A tale proposito si pensi cosa significa in termini di occupazione l’apertura di un nuovo c entro commerciale: un impatto positivo misurabile in 300 –500 posti di lavoro in più.
Altro esempio: nel 2010 è stato lanciato un nuovo piano di marketing del Gruppo, che va sotto il nome di “IGD, spazi da vivere” e che coniuga
una serie di iniziative di impronta commerciale con altre di carattere socio culturale, con l’intento di declinare una identità comune secondo le
peculiarità del contesto locale. Per quanto riguarda l’aspetto più propriamente economico, IGD ha oltrepassato la più grande cr isi economicofinanziaria degli ultimi decenni chiudendo il 2010 con risultati record in termini di ricavi, margini operativi ed utile. Anal ogamente il piano investimenti non si è mai fermato, prova ne è che negli ultimi due anni il portafoglio si è ampliato di ben sei nuovi centri commer ciali. E il gruppo,
come indicato nel piano strategico 2009-2013 è ancora impegnato a crescere, non solo in termini di patrimonio immobiliare , ma anche di maggiore profittabilità, con un rendimento del portafoglio atteso a fine piano tra il 6,4% e il 6,5%.
Ma investire responsabilmente significa anche saper inquadrare gli obiettivi di crescita in un percorso di sostenibilità. E’ qu anto ha fatto nel
2010 IGD quando, a fronte del perdurare della debolezza dei consumi delle famiglie, ha definito una politica di sconti temporan ei per sostenere
operatori validi ma in momentanea difficoltà, accompagnandola ad un attento controllo dei costi di gestione del centro commerci ale. Anche
questa è responsabilità sociale d’impresa. (c.g.)
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FARE 29
IMA E SACMI DANNO VITA
AL PRIMO POLO ITALIANO
PER IL PACKAGING DEL CIOCCOLATO
E’ nato il primo polo italiano per il packaging del cioccolato. I
due colossi dell’industria emiliano-romagnola, IMA e SAC MI,
hanno dato vita alla newco Carle&Montanari Holding. Non si
tratta solo di una semplice operazione di fusione: IMA e
SAC MI hanno infatti scelto di mantenere le loro
attuali sedi produttive (OPM ad Alba e C arle&Montanari a Milano) e di creare
un’altra struttura produttiva nell’hinterland bolognese dove avrà sede la divisione Wrapping Systems. C arle&Montanari vanta oltre un secolo di storia alle
spalle, e un brand sinonimo in tutto il mondo di macchine e impianti per la lavorazione del cioccolato che vede ora nuove prosp ettive di rafforzamento e crescita. Carle&Montanari Holding è il primo polo produttivo italiano in grado di fornire soluzioni complete e chiavi in mano per la
lavorazione e il packaging del cioccolato, che riunisce il meglio delle rispettive eccellenze produttive, con un obiettivo stim ato di 100 milioni di
euro di fatturato nel 2011 ed un utile operativo pari al 5% circa prima delle sinergie ottenibili dall’integrazione dei busines s. Si tratta del primo
passo di una partnership industriale che rappresenta un salto di qualità per l’intera industria manifatturiera regionale e, nel medio periodo, potrebbe essere estesa anche a nuovi rami di business. Fare massa critica in termini di fatturato, innovare prodotti e processi grazie alle sinergie
nelle risorse umane: ecco gli obiettivi principali della joint-venture IMA-SACMI.
“L’importante alleanza ha una forte valenza strategica - ha commentato Alberto Vacchi, Presidente e Amministratore Delegato di IMA - ci permette di rafforzare la nostra presenza nel settore del cioccolato, che presenta tassi di sviluppo superiori al mercato, e confe rma la nostra volontà di continuare a crescere nel packaging alimentare di nicchia. Siamo molto lieti di poter collaborare con il Gruppo SACMI
- prosegue
Vacchi - una realtà internazionale che, come il Gruppo IMA, è fortemente radicata nel territorio con grande attenzione all’inno vazione, e con
cui auspichiamo future alleanze industriali.”
Il Gruppo IMA ha chiuso il 2010 con ricavi netti pari a 503,3 milioni di euro e una quota export del 91%, con ottimi risultati in Cina e India. Le previsioni del Gruppo IMA per l’esercizio 2011, comprendendo il neo acquisito Gruppo Sympak Corazza, fissano ricavi per circa 640 milioni di euro
e un margine operativo lordo di circa 92 milioni di euro.
“L’ottimo andamento del portafoglio ordini del Gruppo, e il trend positivo dei primi mesi, ci consente di guardare con fiducia al 2011” ha dichiarato Vacchi. “Uno dei nostri obiettivi è il consolidamento del business del packaging alimentare di nicchia, a seguito delle ul time acquisizioni e
dell’alleanza IMA-SAC MI nel settore del cioccolato. C rediamo nelle potenzialità di crescita di questo business che potrà integr
arsi e dare
maggior respiro alla leadership già da tempo conquistata da IMA nei settori del confezionamento di tè e caffè”.
Il Gruppo IMA ha intanto partecipato all’edizione 2011 di Interpack con un ricchissimo ventaglio di nuove macchine e linee complete per il processo e il confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici, di tè, caffè e prodotti alimentari. La fiera internazionale è stata anche l’occasione per celebrare 50 anni di crescita ininterrotta e per presentare il nuovo assetto organizzativo del Gruppo: IMA Industries e IMA Pharma.
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Sabour, Rima Salamoun, Bernard
Aubertin. La mostra, intitolata “Evoluzione” è a cura di Fabio Anselmi e
Sandro Orlandi e sarà aperta fino al
30 FARE
27 novembre.
“Il ruolo sociale delle Agenzie per il
Lavoro - afferma Rosario Rasizza,
Amministratore delegato di Metis
SpA – si concretizza anche con la
promozione e il sostegno di attività
culturali e artistiche. Attraverso questa partnership – continua Rasizza –
vogliamo ribadire la nostra vicinanza al mondo dell'arte e della creatività”. Numerose infatti sono state
negli anni le iniziative e le sponsorizzazioni di eventi culturali fra i
più prestigiosi nel panorama nazionale ed internazionale: dall’antepri-
ma assoluta di mostre dedicate agli
Impressionisti, alla 50esima Esposizione d’Arte di Venezia, fino alle
importanti rassegne d’arte di quest’anno ospitate da Palazzo Ducale a
Genova e da Castel Sismondo a Rimini.
MICRO-VETT
Grande riconoscimento per MicroVett che ha vinto il premio Best
Practices 2010 di Frost & Sullivan
per “European Electric Vehicles Product Line Strategy Award”. I premi
C’È L’ECOLOGIA NEI BUSINESS PROJECT DEGLI STUDENTI
A “FARE IMPRESA A SCUOLA” DI PROGRAMMA QUADRIFOGLIO
Sono quasi tutti ispirati all’ecologia i progetti 2011 presentati quest’anno alla Giornata dei
Saperi Tecnici, giunta alla V edizione. L’evento mira a dare visibilità ai progetti realizzati dalle
scuole tecniche, all’interno dell’iniziativa “Fare impresa a scuola 2010-2011" di Programma
Quadrifoglio. Grazie alla Fondazione Aldini Valeriani con il sostegno di Fondazione del Monte
di Bologna e Ravenna, circa 160 ragazzi hanno potuto presentare il frutto del loro lavoro a rappresentanti
del mondo delle istituzioni pubbliche
e private e dell’industria fra cui Patrizio Bianchi, Assessore scuola, formazione professionale, università e
lavoro della Regione Emilia Romagna; Alberto Vacchi, Presidente e
Amministratore delegato di IMA
SpA; Marco C ammelli, Presidente
Il Translating Robot System dell’IIS Ettore Majorana
della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e C ristina Querzé,
Academy Programme Manager di Emerson Network Power Chloride SpA. Progetto di sviluppo di competenze imprenditoriali, “Fare Impresa a scuola” propone la traduzione di un’idea
imprenditoriale in un business project, il cui risultato finale è la realizzazione di un prototipo
e la sua industrializzazione. La Giornata dei Saperi T ecnici è l’occasione annuale per consegnare una targa di riconoscimento ai progetti conclusi e per introdurre i nuovi progetti dell’anno in corso.
I progetti completati nel 2010 sono l’Eco Go-Kart realizzato dall’IIS Francesco Alberghetti, l’Auto Balancing Vehicle dell’IIS Aldini Valeriani -Sirani, un dispositivo di Protezione del lavoro mediante Sistemi ottici a cura dell’Istituto Salesiano Beata V ergine di San Luca, il P-Stop ideato
dall’ITIS Odone Belluzzi e il Translating Robot System progettato dall’IIS Ettore Majorana.
Gli studenti coinvolti nell’edizione 2011 stanno invece lavorando su Eco Scooter (IIS Francesco Alberghetti), Compattatore Ecologico (IIS Aldini V aleriani E -Sirani), Lampada d’emergenza Plurifunzionale (Istituto Salesiano Beata V ergine Di San Luca), Segnalatore di Sovraccarico elettrico (ITIS Odone Belluzzi) e un Coversion kit for Electric scooter (IIS Ettore Majorana).
L’Eco Go-Kart dell’IIS Francesco Alberghetti
L’Auto Balancing Vehicle dell’IIS Aldini
Valeriani-Sirani
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FARE 31
“Best Practices” di Frost & Sullivan
vengono conferiti ad aziende impegnate sui mercati mondiali che abbiano dimostrato il conseguimento
di risultati eccezionali in materie
imprenditoriali come la leadership,
l'innovazione tecnologica, il servizio
offerto ai clienti e lo sviluppo strategico di nuovi prodotti. Il premio
La Cinquecento Elettrica Micro-Vett che ha
girato l'Italia con il progetto C orrente in
Movimento
viene così assegnato alle aziende che
incoraggiano una crescita significativa nel loro settore e identificano
trend emergenti anticipando quelli
che diventeranno gli standard di
mercato, attraverso la creazione di
tecnologie avanzate che imprimono
un’accelerazione verso il futuro.
Questo importante risultato dimostra ancora una volta la capacità dell’azienda imolese di eccellere nel
proprio settore attraverso la proposta
di una nuova gamma di prodotti e
tecnologie innovative e grazie anche
all’intuizione di quelle che sono le
aspettative del mercato.
Intanto a Dublino ha preso l’avvio
un importante progetto pilota con
tre veicoli Micro-Vett organizzato da
Eircom, Topaz e The Ecology Foundation per testare la viabilità dei veicoli elettrici all’interno delle flotte
commerciali. Questo potrebbe aprire
la strada alla diffusione della mobilità
a emissioni zero in Irlanda. Ad Am-
32 FARE
sterdam invece sono già stati consegnati ufficialmente dal distributore
Truckland Zero alla Taxi Amsterdam
(TCA) sei Doblò elettrici MicroVett che saranno utilizzati come taxi
all’interno della città. I taxi potranno
essere ricaricati presso stazioni di ricarica apposite per i taxi oltre ai
punti di ricarica rapida posizionati in
tutta la città.
In Italia si è invece concluso il progetto di Corrente in Movimento. La
carovana a zero emissioni di CO2, ha
girato l'Italia alla scoperta delle eccellenze nel campo delle energie
rinnovabili e della mobilità sostenibile con una Cinquecento Elettrica
Micro-Vett e due scooter elettrici.
Punto di incontro da Nord a Sud fra
le comunità locali, il mondo della ricerca e quello della produzione, il
tour è stato anche un’occasione per
promuovere le piccole e medie imprese, le pubbliche amministrazioni,
le università ed i centri di ricerca
che da anni contribuiscono a rendere il nostro paese più sostenibile.
E’ un ruolo da protagonista anche
quello di Micro-Vett a MotechEco
2011, il Salone della mobilità sostenibile. L’azienda leader per la progettazione e la costruzione di veicoli a
trazione elettrica, ha partecipato alla
manifestazione che si conferma il
punto d’incontro e di confronto tra
ricercatori, tecnici, produttori, governi, enti, associazioni e amministrazioni locali.
Micro-Vett è in grado di affrontare
con successo le rapide evoluzioni
tecnologiche che il settore della
green economy sta sperimentando
grazie all’expertise maturata e ai costanti investimenti in ricerca e sviluppo: Nel 2011, ha ottenuto la certificazione al protocollo CHAdeMO
sul sistema di ricarica dei veicoli
Fiorino electric, Nuovo Doblò electric e Ducato electric. CHAdeMO è
una coalizione di 158 partner che
includono costruttori come Nissan,
Toyota, Mitsubishi, Subaru e il Gruppo Psa, la Tokyo Electric Power, e il
colosso tedesco Robert Bosch, con
l’obiettivo di definire nei dettagli un
sistema di ricarica per i veicoli elettrici che possa essere adottato globalmente e non solo in Giappone e che
possa portare ad uniformare il voltaggio, le prese e altri aspetti tecnici,
avendo come punto di riferimento i
tempi di ricarica, che devono essere i
più brevi possibile.
dizione di Arturo Toscanini che li
tenne a battesimo, dedicano alla musica italiana ampi progetti monogra-
data allo RTE’ Vanbrugh Quartet
(compagine ufficiale della radiotelevisione irlandese) ed al Pavel Haas.
Yuri Bashmet e i Solisti di Mosca
MUSICA INSIEME
Un quarto di secolo, prendete nota.
Se si volge lo sguardo all’indietro, fino a quel 27 novembre del 1987
quando tutto è cominciato nella Sala
Bossi del Conservatorio bolognese,
prende una specie di vertigine. Fin
dai primi passi, Musica Insieme si è
mossa con coerente progettualità,
raccogliendo intorno a sé l’adesione
dei migliori interpreti, alcuni dei
quali peraltro – e pensiamo a Pollini,
Accardo, Brendel, Yo-Yo Ma, Barenboim – sono divenuti veri e propri
compagni di strada, condividendo
quel sistematico processo di maturazione che ha condotto con successo
fino al traguardo del quarto di secolo.
La Stagione che sancisce il 25° anniversario di Musica Insieme riconferma i princìpi guida di sempre. Vi saranno infatti alcuni fra i principali
interpreti oggi in attività, come il
pianista russo-israeliano Yefim Bronfman, il solista più richiesto nel mondo della classica Lang-Lang, o I Musici, che da sessant’anni, con la bene-
fici, e nel loro concerto per Musica
Insieme recano un significativo
omaggio a quel Marco Enrico Bossi
Attesa anche per le personalissime e
geniali interpretazioni di Stefano
Bollani, jazzista e improvvisatore, ma
Joshua Bell
Stefano Bollani
di cui ricorre il 150° anniversario
della nascita. E poi vere e proprie
star dell’archetto, quali Viktoria Mullova, Joshua Bell e Yuri Bashmet, che
offriranno le loro particolari prospettive sul sonatismo beethoveniano, sul repertorio romantico e sulla
tradizione russa. Altro principio guida, l’apertura ai percorsi più ampi e
variegati, quelli che dal barocco arrivano alla musica dei nostri giorni,
con un’antologia quartettistica affi-
anche artista che ha saputo portare la
classica in classifica, con la sua popolare incisione dedicata a Gershwin
insieme al Gewandhaus di Lipsia. E
con Bollani emerge un ulteriore criterio dei cartelloni Musica Insieme:
l’attenzione per le musiche del Novecento e di oggi, come pure per gli
interpreti italiani. Vi sarà infatti anche Alessio Allegrini, già primo corno della Scala e dei Berliner come
della Mozart di Abbado, e con en-
semble quali il Tetraktis Percussioni,
il Trio Modigliani ed i Solisti della
Giovine Orchestra Genovese. Ed infine una serie nella serie, tre atti dedicati al duo violoncello-pianoforte
nelle sue principali declinazioni: innanzitutto Truls Mork, poi l’ormai
celeberrima solista coreana Han-Na
Chang e un debutto come quello di
Alisa Weilerstein, già protagonista del
concerto celebrativo per il primo
anno della presidenza Obama. Un
debutto che riconferma altresì l’attenzione di Musica Insieme per i talenti più interessanti affacciatisi in
questi anni alla ribalta internazionale, di cui fanno parte anche il prodigioso trombettista Sergej Nakariakov, e la voce di Olga Peretyatko,
acclamata interprete della lirica qui
in un’inedita quanto interessante veste cameristica. Per la prima volta,
Yefim Bronfman
inoltre, ciascun concerto dell’edizione 2011/2012 verrà introdotto da
un breve invito all’ascolto affidato a
musicologi e compositori, che in
maniera semplice e accattivante guideranno gli spettatori, dando loro
modo di abbandonarsi poi alle note
FARE 33
Han-Na Chang
Pavel Haas Quartet
RTE’ Vanbrugh Quartet
Viktoria Mullova
Lang Lang
con qualche “coordinata musicale”
in più.
NUPIGECO
Alisa Weilerstein
34 FARE
Nuovo mercato da 200 milioni per
Nupigeco, lo specialista delle tubazioni per acqua, gas e petrolio del
Gruppo Nupi. Con una prima commessa in Alto Adige l’azienda entra
nel settore dei rifacimenti delle condotte idroelettriche, con l’obiettivo
di recuperare 1340 metri di tubazioni impiantate nel 1976 dell’Officina
Elettrica S. Vigilio di Marebbe (Bz),
società che dal 1923 produce e distribuisce energia nel cuore delle
Dolomiti. Impresa non facile, dovendo garantire l’erogazione dei servizi
a 1226 clienti allacciati alla rete.
L’incarico, del valore di 2 milioni di
euro, è stato affidato da “Officina
Elettrica” a Rotech srl, filiale italiana della tedesca Diringer & Scheidel Rohrsanierung, specializzata in
risanamento e rinnovamento di tubazioni con sistemi no-dig, cioè
“senza scavo”. Rotech a sua volta
ha organizzato un team di eccellenze, di cui f anno par te Torggler
Commerz, leader nella commercializzazione di prodotti per l’idrotermosanitaria, l’edilizia, le infrastrutture e l’acquedottistica; LyondellBasell, azienda chimica ai vertici mondiali nella produzione di polipropilene, polietilene e materiali polimerici; e Nupigeco, unica realtà europea del settore in grado di costruire
condotte delle dimensioni e della
qualità necessarie.
Spiega Leandro De Panicis, direttore
commerciale di Nupigeco: “Le tecnologie no-dig sono soluzioni tecnicamente avanzate che permettono di
limitare la manomissione delle strade, e la movimentazione dei terreni,
nella realizzazione e manutenzione
di infrastrutture sotterranee. Con
l’impiego di questi sistemi non invasivi si incrementa il livello di sicurezza di cantiere, e si riducono gli impatti ambientali e i costi – anche sociali – che i lavori con scavi a cielo
aperto comportano. Inoltre il committente si vede realizzare l’opera a
costi e tempi dimezzati”.
Presso gli stabilimenti di Castel
Guelfo Nupigeco ha realizzato le 70
barre di tubo commissionate, con i
relativi raccordi, del diametro nominale di 950 millimetri: si tratta della
prima produzione in tutta Europa di
tubo in PEHD (polietilene ad alta
densità) di queste dimensioni. Per
fornire i 1340 metri richiesti entro i
tempi stabiliti, le macchine hanno lavorato 7 giorni su 7, 24 ore su 24.
Grazie anche a questa ambiziosa
commessa, è facile prevedere un fu-
Il cantiere Nupigeco a San V igilio di Marebbe (Bolzano)
turo di successi per il team Nupigeco-Rotech-Torggler CommerzLyondellBasell – soprattutto in Italia,
dove le perdite di acqua dovute a infrastrutture obsolete sono mediamente del 40%, con punte dell’80%,
il che si traduce in una rimessa economica da 5 miliardi di euro l’anno.
Secondo l’ultimo rapporto stilato dal
Comitato per la vigilanza sull'uso
delle risorse idriche, presentato lo
scorso gennaio in Parlamento, l'investimento necessario per l'ammodernamento di reti e impianti ammonta
a 38.250 miliardi di euro. “Una cifra
che con i nostri sistemi – puntualizza De Panicis – potrebbe essere si-
gnificativamente ridotta”. Secondo il
direttore commerciale, con questo
primo incarico Nupigeco ha fatto il
suo ingresso in un mercato che, solo
per l’idroelettrico, vale attualmente
200 milioni di euro.
Il Gruppo Nupi, dopo aver chiuso il
2010 a quota 65 milioni di euro
(+5%), ha realizzato nel primo trimestre 2011 un +10%: un trend che,
secondo i vertici aziendali, verrà
confermato anche nella restante parte dell’anno. Per quanto riguarda
l’Ebitda, nel 2010 è stato del 6,7%,
La realizzazione negli stabilimenti Nupigeco di C astel Guelfo delle 70 barre da 950
mm. di diametro, prima produzione in Europa di tubo in PEHD (polietilene ad alta densità) con queste dimensioni
ma si prevede che raggiunga l’8% nel
2011. Particolarmente positivo l’andamento negli Usa, dove le previsioni parlano di un fatturato da 15 milioni di dollar i entro il 2013: il
Gruppo sta infatti imponendo le sue
tubazioni per il trasporto del greggio
in polietilene multistrato, molto più
sicure di quelle tradizionalmente impiegate.
PRAGMATIKA
Nuovi partner, ma anche piacevoli
conferme per Pragmatika, l’agenzia
bolognese di comunicazione integrata. Bompani, gruppo industriale
emiliano specializzato nella produzione di elettrodomestici Made in
Enrico Vento, direttore generale di Bompani
Italy, la ha infatti scelta come nuova
partner per tutte le attività di Comunicazione e Media Relations.
L’obiettivo è quello di riposizionare
il brand nel competitivo mercato italiano, grazie anche alla gestione delle
relazioni con i media e le attività di
consulenza marketing. Le attività sviluppate da Pragmatika saranno destinate ad accrescere la brand awareness, la visibilità dei prodotti e a
consolidare il ruolo della società all’interno del mercato nazionale come sinonimo di design, efficienza e
qualità. L’esperienza pluridecennale
di Bompani coniuga innovazione e
tradizione nell’ambiente casalingo,
ponendo grande attenzione ai dettagli: la cura dei particolari risiede infatti nelle linee, nelle forme pulite ed
essenziali pensate per conciliare il
Made in Italy con l’elevata tecnologia degli arredi e l’ottimizzazione
degli spazi.
“Quello dell’arredo in cucina è un
mondo pieno di stimoli e qualità, soprattutto in Italia” ha dichiarato
Rossella Lucangelo, CEO di Pragmatika. “Siamo felici di iniziare questa nuova avventura con Bompani,
una solida società che punta all’in-
FARE 35
novazione sin dalla sua nascita. Comunicare questo brand sarà una
nuova sfida, ma anche una grande
passione che porterà importanti soddisfazioni”.
“Crediamo che la comunicazione
sia fondamentale per chi, come noi,
cerca di evocare forti emozioni,
puntando sia al design sia al contatto fisico del prodotto” ha commen-
tato Enrico Vento, Direttore generale di Bompani. “Per questo siamo
convinti che il supporto strategico
di Pragmatika possa sposare appieno
la nostra filosofia aziendale, allacciando relazioni importanti sia con i
media sia con i nostri clienti, presenti e futuri”.
Una rinnovata collaborazione è invece quella con Emerson Network
Power, divisione di Emerson (NYSE: EMR), leader globale nella Business-Critical Continuity™. L’azienda ha infatti confermato Pragmatika
come partner per l’Italia nelle attività
di media relations dell’azienda e dei
suoi brand Liebert, Avocent, Knurr,
Energy Systems e Chloride. L’accordo è stato rinnovato dopo un periodo di sette anni nel corso del quale
Pragmatika ha gestito le relazioni
pubbliche europee per il brand Liebert di Emerson Network Power.
Pragmatika avrà il compito di declinare sul territorio italiano le nuove
strategie di relazioni pubbliche attraverso le attività di media relations
con l’obiettivo di consolidare la leadership del brand Emerson Network
Power.
SOSUSHI
AUMENTANO NEL 2011 I LAVORATORI
INSERITI DA UMANA NELLE AZIENDE BOLOGNESI
L’Agenzia per il Lavoro Umana registra un trend positivo nella provincia di Bologna: il primo
quadrimestre del 2011, infatti, ha visto un aumento dei lavoratori inseriti nelle aziende bolognesi pari al 14% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato.
Segnali positivi dopo il difficile momento di crisi, che testimoniano una ripresa della produzione
e, di conseguenza, dell’occupazione. Ma la ripresa non sarà una “retromarcia”, un ritorno al
passato pre-crisi: è il momento di comprendere gli scenari attuali ed elaborare nuove strategie
economiche, imparando ad utilizzare gli strumenti oggi a disposizione.
“Il contesto socioeconomico in cui ci troviamo richiede una forte ottimizzazione dei processi:
le aziende devono poter cogliere tutte le opportunità con sicurezza e senza esitazioni” spiega
Maria Raffaella Caprioglio, vice presidente di Umana “Anche la gestione delle Risorse Umane
deve seguire questo principio: affidarsi ad un partner professionale, come Umana, si sta riveMaria Raffaella Caprioglio, vice presidente
di Umana
lando una scelta strategica per le imprese, che possono così dedicarsi al proprio core business. L’utilizzo del lavoro in somministrazione, inoltre, è una soluzione all’esigenza di flessibilità, oggi indispensabile per competere nel mercato: la visibilità si è ridotta, lo scenario è soggetto a variazioni ed è neces sario, tra le opzioni
contrattuali a disposizione, utilizzare quella più opportuna”.
La crescita di Umana nel bolognese si colloca in un trend di sviluppo che ha interessato l’azienda veneziana per tutto il 2010: il fatturato dell’anno passato, infatti, si è attestato sui 236 milioni di euro, con un aumento pari al 37% rispetto all’anno precedente. Archi viata l’esperienza
della solidarietà senza dover rinunciare a nessuno dei suoi oltre 500 dipendenti e delle sue 113 filiali, Umana continua ad off rire soluzioni personalizzate alle imprese, con un attenzione particolare all’aspetto “umano” della selezione. Umana, che si è sempre proposta ai suoi clienti
come partner e non come semplice intermediario, ha appena pubblicato “ La cassetta degli attrezzi ”, un vademecum per aiutare aziende ed
imprenditori ad orientarsi tra le diverse possibilità offerte oggi dalla normativa sull’occupazione. Le forme della flessibilit à a disposizione, infatti, sono concepite per essere impiegate in determinati contesti e situazioni: attraverso “ La cassetta degli attrezzi”, è possibile trovare le caratteristiche di ogni strumento in una forma chiara e sintetica, per orientarsi rapidamente verso quello più idoneo.
“Con ‘La cassetta degli attrezzi ’ Umana ha voluto fornire un valido supporto alle imprese, in un momento in cui è fondamentale compiere rapidamente le scelte più strategiche: il libretto, aggiornato con le ultime novità del Collegato Lavoro, sarà presto distribuito p resso le aziende del
territorio” commenta la dottoressa Caprioglio “T ra i nuovi ‘attrezzi’ presenti nella ‘Cassetta’ è da evidenziare lo Staff Leasi ng, la somministrazione a tempo indeterminato: già adottato da molti nostri clienti, esso permette di internalizzare senza limiti di tempo attività che necessitano di
controllo organizzativo e direttivo da parte delle aziende, con un maggior controllo dei costi e nel pieno rispetto della legalità”.
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36 FARE
E’ partito Sosushitrain, colorando di
magenta la stazione di Torino Porta
Nuova. Un salotto allestito nella hall
principale della stazione, nuvole di
Sosushitrain, il nuovo punto Sosushi nella
stazione di Torino Porta Nuova
palloncini magenta a colorarla e uno
showcooking tanto originale da cogliere di sorpresa e bloccare anche i
più frettolosi viaggiatori per l’inaugurazione del nuovo punto Sosushi.
Star della serata di apertura, assieme
all’eccellente sushi, Igles Corelli: uno
dei più abili chef giapponesi della
catena, in una performance culinaria
che ha fatto incontrare Italia e Giappone, congiunzione sempre obiettivo del brand. Con questo nuovo
punto vendita, il primo con il kaiten,
Sosushi ha esordito con le sue nuovissime sperimentazioni con pietanze di local sushi, partendo proprio
dai piatti del Piemonte. Si tratta di
una esperienza di fusion food che
coniuga la cultura del sushi e gli ingredienti che conferiscono alla cucina italiana il suo primato di gusto ed
eccellenza.
Alla conferenza stampa diverse voci
a testimoniare l'importanza di questa
apertura per Sosushi: Giacomo Tillino, Amministratore delegato di Albergian e co-founder di Sosushi
Train Torino Porta Nuova; Hajime
Morimoto, Founder di Ital P.O. imprenditore giapponese, leader nella
produzione di eccellente riso per sushi di origine italiana; Sara Roversi,
Founder di Sosushi Italia srl; a moderare Andrea Aiello giornalista e direttore della testata Retail & Food.
Sosushi ha da poco aperto le sue
porte anche a Piacenza, presentando
una mostra che ha nel potere dell'immagine, nell'originalità del sushi
e nell'ironia di chi l'ha ideata la sua
forza: è One Shot One Sushi di Simone Saccomanno e Silvia Allegri.
75 scatti ritraggono 75 volti diversi
colti in una imperturbata quotidianità, “persone che si incontrano
quotidianamente per strada, persone
reali e trasparenti... Chi stava correndo al lavoro, chi andava a prendere il
treno, chi camminava affaticato con le
borse della spesa, chi passeggiava rilassato con la musica nelle orecchie...”.
Fermati per strada e colti di sorpresa
è stato chiesto loro di assaggiare il sushi, per poi poter catturare le loro
espressioni attraverso uno scatto.
GRAHAM PACKAGING
COMPANY ITALIA
Forse non fa scalpore la notizia che
una multinazionale americana acquisisca un’azienda in crisi, ma di certo
non passa inosservato che un’azienda
delle dimensioni di Graham Packa-
ging Company Inc. abbia creduto in
Techne, tenendola radicata al territorio e al tessuto sociale che l’ha accompagnata per oltre 25 anni. Techne, conosciuta a livello mondiale nel
settore macchine automatiche, ha
una clientela di oltre 200 aziende in
70 paesi con più di 1000 macchine
installate. Gli impianti producono
bottiglie per applicazioni nei settori
lattiero, industriale, della cura della
persona, farmaceutico, alimentare e
L’interno e l’esterno dello stabilimento T echne di Castel Guelfo
delle bevande in genere.
Graham Packaging Company Inc.
(NYSE:GRM), tramite la sua controllata Graham Packaging Company
Italia, ha acquisito le attività di Techne - Technipack Engineering Italia,
per un corrispettivo totale di € 8,8
milioni. Con questa operazione
Graham ha acquisito le proprietà intellettuali, l'inventario, i beni patrimoniali, i rapporti con i clienti e gli
accordi commerciali, e intende continuare a operare nel sito produttivo
Techne a Castel Guelfo di Bologna.
Graham Packaging, con sede a York,
FARE 37
PIÙ ATTENZIONE E SOSTEGNO
ALLE MICROIMPRESE
Antonio Benincasa, Presidente di Assotech srl e per lungo tempo consigliere di Unindustria Bologna, ha inviato a FARE una serie di riflessioni estremamente interessanti - che pubblichiamo in questa pagina - sulla congiuntura economica attuale e sulle esigenze ed i problemi
soprattutto delle imprese di minori dimensioni.
“Queste considerazioni sono rimaste nel cassetto per un po’ di tempo prima che mi decidessi di inoltrarle alla stampa e fanno s
alcune comunicazioni inviate alla segreteria della Presidenza del Consiglio ed a quella di Unindustria Bologna di cui faccio parte.
E’ da un vita che si parla delle piccole imprese di cui, a mio avviso,
fanno parte anche quelle con fatturato inferiore a 5 milioni di euro. Esse rappresentano il fulcro del sostentamento della nostra amata Italia,
ma purtroppo credo siano state dimenticate dal ‘Private Equity’.
Per cercare di superare la crisi globale, ben lungi dal terminare, ritengo fondamentale darsi una ‘regolamentazione a 360°’ da unire con
l’abbassamento della pressione fiscale. Ovviamente fondamentale deve essere l’impegno per innovazione, ricerca, sviluppo, internazionalizzazione e passaggio generazionale. Alle aziende con meno di 20 collaboratori, che rappresentano quasi il 45% del Pil ed il 60% dell’occupazione, manca in questo momento un forte timone per affrontare la
competizione globale essendo peraltro appesantite dalla enorme
pressione fiscale. E’ a rischio il loro futuro anche se dal punto di vista
finanziario il ministro T remonti, la presidente Marcegaglia e varie associazioni hanno realizzato due iniziative legate al credito. Sono tuttavia boccate di ossigeno che incidono solo parzialmente a fare battere
il cuore delle nostre aziende. L’onerosità del sistema fiscale purtroppo
non è mai stata al centro di alcuna delle forze politiche che, dalla fine
della guerra, ci hanno governato. Paradossalmente risulta che servano 9 mesi di attività aziendale per coprire costi e fiscalità. Ne restano
quindi solo tre (agosto e dicembre compresi) per realizzare eventuali
utili. Serve sì puntare sulla qualità, sulle infrastrutture, sulla conoscenza dei mercati oppure i settori più vivaci, ma il rischio è che burocrazia Antonio Benincasa, presidente di Assotech
eguito ad
e fiscalità annullino ogni sforzo.
Fondamentale sarà investire sulle risorse umane, utilizzare i contratti di solidarietà in accordo con le rappresentanze sindaca li il cui ruolo
non deve andare perduto. Altrettanto importante l’attività statale per la riduzione delle spese inutili e la lotta all’evasione fiscale che individui e colpisca ‘furbetti e speculatori’ creando così i presupposti di una nuova rinascita del nostro Paese.
Nonostante la ripresa sia lenta, se si sapranno estendere regole a livello nazionale ed internazionale improntate ad un’etica c he parta dalla
formazione dei ragazzi e dei giovani si potranno creare le condizioni per un futuro migliore ed improntato alla speranza specia lmente per le
nuove generazioni”.
Antonio Benincasa
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38 FARE
Pennsylvania, è leader mondiale nella
progettazione, produzione e vendita
di contenitori ad alta tecnologia in
plastica personalizzati per l'industria
alimentare e delle bevande di marca,
per il settore dei prodotti detergenti,
dell’igiene personale e dei lubrificanti. Graham Packaging ha una vasta base di clienti “blue-chip” che include molte delle più grandi società
mondiali di prodotti di largo consumo e produce oltre 20 miliardi di
contenitori all’anno nei 97 impianti
situati in Nord America, Europa, Sud
America e Cina.
“Le attività di Techne consentono di
espandere in maniera significativa la
nostra proprietà tecnologica nel settore macchinari così da mantenere la
posizione leader nell'innovazione e
nell'efficienza nel controllo della gestione dei costi nei confronti dei nostri clienti” ha dichiarato Mark Burgess, CEO di Graham. “La base di
oltre 1000 macchine installate nel
mondo ci offre un’ulteriore opportunità per espandere la nostra attività
sui mercati internazionali e altri settori contigui”.
progettazione installazione e manutenzione di sistemi di security è diventata nel corso del 2011 sostenitrice della Fondazione Enzo Hruby.
In questi cinque anni di attività la
Fondazione ha realizzato importanti
progetti di protezione tramite l’installazione di sistemi di videosorve-
C arlo Hruby, vice presidente della Fondazione Enzo Hruby, con Stefano Martignago,
consigliere di Teleimpianti, e Giulia Barcelloni Corte, presidente della società
Ogni anno la Fondazione Enzo
Hruby attribuisce il “Premio H d’Oro” alle aziende di installazione che
si sono distinte per le migliori realizzazioni di sicurezza.
Nel 2010 Teleimpianti SpA ha partecipato e vinto la menzione speciale
“Miglior realizzazione nella Pubblica
Amministrazione” con un progetto
molto interessante che riguarda la riprogettazione e riqualificazione delle
molteplici implementazioni di security dell’Aeroporto G.Marconi di
Bologna.
Un progetto caratterizzato da 160
punti di ripresa con una moderna
control room, un coordinamento
operativo di scalo (Cos) e un centro
tecnico di manutenzione che rappresentano i punti nevralgici di una rete
intelligente e integrata di videosorveglianza realizzata da Teleimpianti.
VIVARA VIAGGI
TELEIMPIANTI
Ancora Giulia Barcelloni C orte, presidente
di Teleimpianti, e Stefano Martignago
La Fondazione Enzo Hruby è la prima Fondazione nazionale italiana
della sicurezza che ha come scopo,
non lucrativo, la promozione di una
cultura della sicurezza intesa come
protezione e salvaguardia dei beni
pubblici e privati, con particolare attenzione alle opere artistiche, monumentali, storiche e paesaggistiche attraverso il corretto impiego di moderne tecnologie di sicurezza a prevenzione degli episodi criminosi.
Teleimpianti Spa, l’azienda bolognese che da quasi 40 anni si occupa di
glianza, sistemi antincendio e allarmi
in edifici storici e opere d’arte di
particolare pregio quali la Biblioteca
del Sacro Convento di San Francesco in Assisi, la Basilica di Nostra Signora del Pilastrello di Lendinara, la
Porta di San Pancrazio a Roma e
l’intero complesso dell’Isola di San
Giorgio Maggiore, sede della prestigiosa Fondazione Giorgio Cini .
Di grande prestigio è stato il progetto realizzato nello scorso maggio in
occasione dell’Ostensione della Sacra
Sindone, presso il Duomo di Torino.
Nell’anno 2009, Assunta De Cristofaro, Amministratore delegato, e Fabio Fabbri, Presidente, coniugando
le rispettive professionalità ed esperienze maturate nel settore turismo
in ambito nazionale e internazionale
e nella conduzione di azienda leader
del settore trasporti del nostro territorio, fondano Vivara Viaggi.
Inizialmente le attività si svolgono in
collaborazione con vettori qualificati
nazionali e internazionali con l’obiettivo di ottimizzare le tratte e il numero dei posti a bordo dei veicoli. Il fine
ultimo è quello di ridurre il numero
dei veicoli circolanti, l’emissione di
CO2 nell’atmosfera, rendere il costo
per l’utente più vantaggioso, aumentando la marginalità dei vettori.
La partecipazione a Global Passenger
Network, della cui costituzione Fa-
FARE 39
bio Fabbri è stato fautore, consente
di esprimere al massimo la capacità
produttiva aziendale su territorio locale ma soprattutto internazionale.
Uno dei principali focus aziendali è
lo sviluppo di un Progetto per Reti
di Imprese che realizza, rendendo
estremamente pratica, ogni precedente teoria sull’ottimizzazione.
Lo staff di Vivara Viaggi al completo
Di recente, a seguito della insistente
domanda di trasporto persone con
conducente a mezzo autovettura e
monovolume da parte dell’utenza, è
stato costituito il settore auto che, con
la collaborazione di vettori locali, eroga servizi di qualità a costi accessibili.
La mossa vincente di Vivara è stata
quella di sviluppare la propria visione aziendale, fluida e snella, raggruppando, coinvolgendo e avvalendosi
di collaboratori, personale e vettori
di comprovata esperienza.
Altro punto fondamentale è stato
identificare e stringere un rapporto
di stretta collaborazione con una
software house di alto livello, la
Bbros snc, forte nella progettazione e
realizzazione di sistemi hardware e
software innovativi.
Ne consegue che le funzioni utiliz-
40 FARE
zate, supportate dagli specifici strumenti informatici e commerciali,
consentono a Vivara di operare con
efficienza ed efficacia, garantendo la
massima soddisfazione della clientela
ma anche di tutti gli operatori coinvolti nella filiera produttiva.
ABAS ITALIA
Abas Business Solutions Italia, partner esclusivo per l’Italia del software
tedesco ERP Abas Business Software, ama le sfide, in particolare quando
le vince brillantemente come è accaduto con Comec Binder.
Comec da pochissime settimane è
entrata a far parte del gruppo Binder, azienda austriaca specializzata
nella progettazione e realizzazione di
impianti completi per la lavorazione
degli inerti, che utilizza con successo
già dal 2002 il software Abas Erp.
Essendo dall’1 luglio operativa in
Italia, Comec voleva utilizzare lo
stesso sistema ERP della casa madre
per uniformarsi col sistema gestionale del Gruppo.
Abas Italia ha raccolto questa esigenza
ai primi di giugno e il progetto Abas è
Abas è una software ERP internazionale
presente in 30 paesi
diventato operativo nei tempi previsti,
dall’1 luglio, in soli 30 giorni: per un
software complesso come un ERP è
davvero un risultato sorprendente.
La chiave di svolta della scelta di
Abas ERP in Comec Binder è stato
l’aspetto internazionale del software:
multilingua e localizzato in quasi 30
paesi nel mondo fra cui l’Italia.
Gli utenti dell’azienda austriaca e
italiana hanno così la possibilità di
lavorare completamente nella propria sede, utilizzando la propria lingua sullo stesso database con maschere, menù, messaggi di programma, stampe completamente nella lingua operativa selezionata in fase di
collegamento.
Abas Erp gestirà tutte le peculiarità
della gestione di Comec: la facilità di
integrazione con applicativi esterni è
alla base della interfaccia con i sistemi CAD di ingegnerizzazione di
prodotto che sono indispensabili per
la loro produzione su commessa; il
modulo di pianificazione MRP, che
consente di lanciare proposte e ordini di produzione e acquisti per commessa permetterà di gestire la commessa cliente su tutto il flusso di
produzione e logistica interno e della supply chain; il modulo PDC di
raccolta dati e tempi di produzione
con barcode nativo nell’ERP sarà
fondamentale nella raccolta dei tempi di lavorazione per i consuntivi di
commessa; la contabilità analitica per
oggetti di costo fornirà una analisi a
conto economico a livello di sottocommessa, commessa e azienda; il
modulo di tracciabilità dei lotti permetterà di fornire le certificazioni di
garanzia sempre più richieste dal
mercato e dai clienti internazionali;
il modulo di post vendita e assistenza
tecnica permetterà la gestione delle
manutenzioni programmate, delle riparazioni, dei tecnici e una analisi
statistica dei problemi riscontrati nei
prodotti installati presso i clienti.
“Last but not least, il modulo di
contabilità di gruppo fornirà alla casa
madre una visione di insieme dell’andamento delle aziende ovunque
si trovino” sottolinea Luca Ferri,
CEO di Abas Business Solutions Italia. Abas: la soluzione ERP ideale, e
anche la più veloce.
MACRON
Macron, l’azienda sportiva che produce abbigliamento tecnico dal
1971, cresce e attira nuovi investitori. E’ recentissimo l’annuncio dell’ingresso del fondo Consilium Sgr nella
società con una partecipazione di
maggioranza. Il Presidente Francesco
Bormioli e l’amministratore delegato
Gianluca Pavanello, peraltro, mantengono una importante quota di partecipazione e rimangono alla guida dell’azienda nei loro rispettivi ruoli.
Con un fatturato di 45 milioni e
8800 squadre servite, Macron è uno
dei principali operatori nel settore
dell’abbigliamento tecnico sportivo
per squadre professionistiche e dilettantistiche. Impiega 60 dipendenti
presso la sede di Crespellano (Bologna) e una decina negli uffici di
Tianjin in Cina.
Fondata nel 1971, l’azienda ha iniziato la propria attività con la produzione di abbigliamento sportivo per
grandi marchi italiani e internazionali, poi dal 1997 ha iniziato a sviluppare il proprio marchio e a svolgere direttamente tutte le attività
inerenti l’ideazione, il design, la prototipia e la commercializzazione di
abbigliamento tecnico per il calcio, il
basket, il rugby, il volley e il baseball.
Oggi Macron veste atleti di club
sportivi in tutto il mondo, dai dilettanti ai professionisti, forte di un
successo dovuto, oltre che al servizio,
alla qualità dei prodotti, che sempre
più si avvicinano alle esigenze di chi
pratica sport.
Macron è inoltre sponsor tecnico di
importanti club in tutta Europa: dal
calcio (Bologna, Napoli, Cagliari in
Italia; Mallorca in Spagna; Monaco e
Le Mans in Francia; West Ham, Sheffield Utd, Leeds in Inghilterra; SC
Braga e Portimonense in Portogallo;
AZ Alkmaar, Den Bosch e Willem II
in Olanda) al basket (Virtus Bologna,
Benetton Treviso, Varese in Italia; Alicante in Spagna; Orleans Loiret in
Francia) e alla pallavolo (Modena, Sisley Treviso, Callipo Volley, Forlì, Roma Volley in Italia; Espinho in Porto-
Lo stabilimento Macron di Crespellano
gallo). Dal rugby al baseball (è sponsor ufficiale delle Nazionali italiane
di baseball e softball e della Fortitudo
BC) e alla pallamano.
“Macron è una realtà in grande crescita con un forte potenziale, dimostrato da una importante evoluzione
del fatturato che dal 2004 ad oggi ha
visto un incremento medio annuo
del 28%. Obiettivo di Macron è essere leader di mercato in Italia e in
Europa nel teamwear, e ogni giorno
lavora duramente verso questo
obiettivo, investendo in risorse e
progetti, come testimonia il numero
di Club sponsorizzati direttamente e
il progetto di negozi monomarca
che ha visto in un anno e mezzo l’inaugurazione di 50 Macron Store in
tutta Europa. Il motto dell’azienda è
‘Work Hard, Play Harder’ e ogni
giorno ci impegniamo con passione
verso questo traguardo. L’ingresso di
Consilium rappresenta una ulteriore
conferma del potenziale di questa
azienda e della possibilità di impegnarsi sempre più con nuovi progetti
e attività” afferma Gianluca Pavanello, CEO Macron.
Consilium SGR è una società di gestione del risparmio indipendente
dedicata all’attività di private equity.
Gestisce il Consilium Private Equity
Fund (CPEF), fondo mobiliare chiuso riservato a investitori qualificati
con una dotazione di 150 milioni.
CPEF si focalizza su opportunità di
buy-out e investimenti in capitale di
sviluppo in aziende italiane di piccole e medie dimensioni. Consilium
ritiene che Macron possa consolidare ulteriormente la propria leadership nei principali mercati europei e
avviare una nuova fase di sviluppo
grazie al forte posizionamento competitivo, all’ampliamento della rete di
vendita mediante negozi monomarca
(Macron Store) e alle sofisticate
competenze manageriali nel sourcing e nella logistica. Advisor di
Consilium per gli aspetti contrattuali
è stato lo Studio Chiomenti, la due
diligence contabile e legale è stata
curata da KPMG mentre la due diligence fiscale dallo studio Russo De
Rosa Bolletta e Associati.
DUCATI
Non solo motori tra le eccellenze
targate Ducati. La casa di Borgo Panigale, grazie a una serie di presti-
FARE 41
giose collaborazioni, ha infatti posto
il suo marchio su vini, penne e accessori da viaggio.
La linea esclusiva di borse e valigie realizzata grazie alla collaborazione tra Ducati e
Tumi
Partendo dai vini, Ducati e Cantine
Ceci SpA hanno infatti siglato un
accordo di licenza per la produzione
e la commercializzazione di vini a
marchio Ducati Caffè, presentando
un trio di proposte accattivanti: il
“Piega”, il nero di lambrusco “Otello Ceci”, e lo spumante brut “Desdemona”. Il progetto “made in
Emilia-Romagna” rende omaggio
al Ducati Caffè, che è il nuovo concept restaurant e lounge bar firmato
Ducati. Ispirato al talento italiano,
esprime tutti i valori della marca in
un concentrato di classe, fascino e
autenticità. Caffè, enogastronomia,
merchandising e abbigliamento si incontrano in un luogo unico e distintivo adatto ad accogliere e a condividere eventi, emozioni e tendenze.
Icona dello stile Ducati, il Ducati
Caffè ha un’anima cool, contemporanea e sportiva, pronta ad espandersi
a livello internazionale. In perfetto
spirito Ducati. “Otello Ceci”, prodotto dai migliori grappoli di Lambrusco a bacca rossa, denominazione
Emilia IGT, vanta uno straordinario
colore rosso violaceo e profumo pieno ed avvolgente di fragole, more e
lamponi con accentuati sentori di
bosco. “Piega”, vino rosso Emilia
IGT da uve di Lambrusco e Cabernet, sprigiona invece un profumo er-
42 FARE
baceo con finale fruttato ed è contenuto in una avveniristica bottiglia
inclinata di 68.2 gradi in modo da
farlo ossigenare perfettamente prima
di versarlo. “Desdemona” è invece
uno spumante brut da uve Malvasia,
Pinot bianco e Reasling che donano
un colore giallo paglierino tenue e
un profumo leggermente aromatico
con note fruttate di mela e un finale
floreale. Presentati a Vinitaly, i tre vini sono disponibili nei Caffè, nei canali ho.re.ca di bar, ristoranti e nella
grande distribuzione.
La seconda novità è la penna “Officina 125 Gran Sport”, un omaggio
alle Ducati 100 e 125 Gran Sport,
pietre miliari della storia Ducati.
Giuliano Mazzuoli ha creato il modello partendo da una barra piena di
alluminio, ispirata alle alette del raffreddamento ad aria, con finiture godronate come lo erano le motociclette di quell’epoca. Disponibile nei
colori anodizzato Rosso e Cromato
Super Matt, “Officina 125 Gran
Sport” è originale anche nella confezione in stile retrò che richiama la
moto storiche. La penna rientra nell’accordo di licenza tra la Fondazione Ducati e 3.6.5 di Giuliano Mazzuoli e i proventi derivanti saranno
interamente devoluti alla Fondazione
Ducati, a supporto delle sue attività
di carattere sociale e culturale.
Infine, Ducati ha firmato una linea
esclusiva di borse e valigie in collaborazione con Tumi, prestigioso marchio di accessori da viaggio, business
e lifestyle. La collaborazione, nata
dalla comune passione per il design
d’eccellenza e l’innovazione tecnica,
presenta lo stile sofisticato e la superiorità funzionale cui è abituata la
clientela esigente di Ducati e Tumi.
Si tratta di un’audace collezione che
si compone di tre valigie super leggere, due borsoni, uno zaino e una
borsa a tracolla. Realizzate in triplo
strato di policarbonato, le valigie presentano delle strisce frontali protettive in nylon, cinghie a strappo add-abag e la maniglia aircraft grade in alluminio. “Con questa collaborazione
con Ducati, ci uniamo alla vitalità di
un marchio noto per l’adrenalina, lo
spirito d’avventura e la performance
dinamica” ha commentato Jerome
Griffith, CEO Tumi; “insieme offriamo ai nostri clienti una collezione
che spinge all’avventura e incoraggia
alla spontaneità”. “La partnership
IBM, continua a crescere e diversifica ulteriormente la propria offerta
sul mercato IT. Nell’ottica di offrire
un servizio sempre più completo ed
Luca Ferri, CEO di Gruppo Ciemme
ampio ad aziende di qualsiasi dimensione e settore, allarga le proprie
competenze a monte e a valle del
proprio core business.
Grazie all'introduzione di nuove risorse qualificate ed alla stretta partIl marchio Ducati Caffe’ è nato dall’accordo
tra Ducati e Cantine Ceci
Ducati con Tumi conferma l’eccellenza, lo stile, la creatività e il design
di due brands di assoluto riferimento
ciascuno nel proprio segmento”, ha
dichiarato Gabriele Del Torchio, Presidente e Amministratore delegato di
Ducati Motor Holding. “Siamo particolarmente felici di questo abbinamento e, al tempo stesso, orgogliosi
che Tumi produrrà una linea dedicata
di borse e valigie per Ducati. Le affinità tra Ducati e Tumi sono evidenti
e i risultati confermeranno il successo e la validità di questa costruttiva e
stimolante partnership.”
nership con HSPI (società attiva da
anni nel settore della consulenza di
direzione, con sedi a Bologna, Roma
e Milano), Gruppo Ciemme è in
grado di supportare le Direzioni
aziendali nella realizzazione dei processi di cambiamento che coinvolgono le persone, l'organizzazione e le
tecnologie. Assieme offrono consulenza nelle seguenti aree:
- IT Governance,
- Project & Change Management;
- Information Risk Management;
- Architecture & Solutions Management;
- Organizzazione e Sviluppo Risorse
Umane.
La crescita è avvenuta anche a valle;
da marzo Gruppo Ciemme offre
prodotti e servizi di Impresa Semplice di Telecom Italia e TIM, estendendo a tutti i propri clienti la gamma delle soluzioni ICT, fonia fissa e
mobile, traffico dati e servizi di virtualizzazione di infrastrutture e applicazioni IT, grazie anche alla nuova
piattaforma evoluta di Cloud Computing lanciata da Telecom.
“Grazie al vasto portafoglio di prodotti, servizi, soluzioni e soprattutto di esperienza e competenza, vogliamo aiutare la crescita dell’ICT
nelle aziende, proponendoci come
interlocutore unico per tutte le
esigenze informatiche. Crediamo”
afferma Luca Ferri, CEO di Gruppo Ciemme “che un ICT ben organizzato e tecnologicamente all’avanguardia sia uno dei fattori critici di successo per le aziende, di
qualsiasi dimensione e di qualsiasi
tipologia”.
Integrarsi fa bene alla crescita: Gruppo Ciemme ne sa qualcosa.
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“PREMIO RICERCA E INNOVAZIONE” DELLA CCIAA
PER LE PICCOLE IMPRESE CHE FANNO RICERCA
Premi per un totale di 150.000 euro per le piccole imprese in fase di avvio che fanno ricerca in meccatronica, nanotecnologie e eco innovazione. La Camera di commercio ha indetto il “Premio Ricerca e Innovazione”, annunciandolo nella giornata della Borsa della Rice rca esprimendo grande soddisfazione per i brillanti risultati ed il successo della manifestazione sostenuta dalla Mercanzia. Con il “Pre mio Ricerca e
Innovazione” sono stati istituiti tre premi da 50.000 euro ciascuno rivolti a piccole imprese in fase di avvio, attive da meno di cinque anni,
che fanno ricerca nei settori prescelti. Entro il 20 settembre la Camera di commercio accoglierà idee progettuali brillanti cap aci di tradursi
in sviluppo tecnologico. Quindi i premi verranno assegnati alle ricerche più innovative ed originali, che dimostrino l’effettiv a possibilità di
realizzazione economica presentando anche rilevanti potenzialità di ricaduta economica trasversale. I 50.000 euro, massimi per
ciascun
premio, coprono le spese che normalmente ricerca e sviluppo comportano: costi per il coinvolgimento di laboratori specializzati ,assegni di
ricerca, borse di studio, contratti per laureandi e neolaureati, noleggio attrezzature tecniche, informatiche e strumentali, ac quisto e consultazione banche dati, licenze brevetti, formazione specialistica.
Verranno privilegiati nella valutazione i progetti che prevedono azioni in rete con altre piccole imprese bolognesi, quelli che mirano ad un
nuovo brevetto e quelli proposti da aziende che coinvolgono l’Università di Bologna, un laboratorio della Rete Alta T ecnologia dell’Emilia
Romagna o un centro di ricerca accreditato dal Ministero dell’Università. Al bando, pubblicato sul sito della C amera di commerc
io,
www.bo.camcom.it, possono partecipare anche i progetti di ricerca già avviati dall’inizio dell’anno ed ancora in fase di attuazione.
GRUPPO CIEMME
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Gruppo Ciemme, Premier Partner
FARE 43
DALLE CORSE ALLA STRADA, TUTTE LE NOVITÀ DUCATI 2011
Un 2011 ricco di novità per Ducati, partendo dai Motodays di Roma, dove ha presentato tre eccezionali anteprime: la Desmosedici GP11, il Monster Gp Replica, nella livree personalizzate con gli emblemi e i dettagli distintivi di V alentino Rossi "The Doctor" e "Kentucky Kid", alias Nicky Hayden, la
Multistrada 1200 S Edizione Speciale Pikes
Peak, realizzata in omaggio alla vittoria di
Greg Tracy nell'edizione 2010 della famosa
gara. Inoltre, sempre in occasione del Mo-
tati di catalizzatori conformi con la normativa Euro 3. Ulteriori modifiche interessano
la nuova sella, le sospensioni anteriori
Marzocchi e il nuovo Ducati Safety Pack
(DSP), che comprende l’ABS e l’ultima versione del Ducati T raction C ontrol (DTC ) a
quattro livelli, per la prima volta incluso
nella dotazione standard. La moto è inoltre
la più leggera e compatta della sua categoria con un peso a secco di 169kg, ed è personalizzabile con l’innovativo programma
mero così alto di moto sulla griglia di una
gara come questa. A guidare la casa di
Borgo Panigale sul podio, il “capitano” Jason Di Salvo e il T eam Latus Motors Racing. “Voglio davvero ringraziare i ragazzi
di Latus Ducati per tutto il lavoro fatto nei
box. Sono così felice di poter portare in Ducati la prima vittoria alla Daytona 200, alla
mia prima gara sulla 848EVO, al suo debutto in una competizione statunitense” ha
commentato Di Salvo. “È stata una combi-
Viene dal Cile questa incredibile immagine del Giro del Mondo di Paolo Pirozzi: oltre 100.000 km in sella ad una Ducati Multistrada 1200 (sopra
a sinistra). Scenari mozzafiato fanno da sfondo alla “Multistrada Travel Experience”, cinque viaggi su quattro continenti a bordo di una Ducati
Multistrada 1200. Qui siamo in Australia (sotto a sinistra). Da sempre la Tribuna Ducati raccoglie i sostenitori delle “rosse” sui più suggestivi
circuiti del campionato mondiale (a destra)
todays in molti hanno potuto vedere il nuovo Monster 1100EVO, l’ultimo modello presentato dalla casa di Borgo Panigale che si
distingue per ergonomia, stile e carisma
puro, mantenendo tuttavia l'essenza del
concetto naked. Tra le sostanziali novità, il
motore Desmodue 1100 Evoluzione, con l’erogazione di 100 C V di potenza, l’impianto
di scarico completamente ridisegnato, e gli
eleganti doppi silenziatori sovrapposti do-
44 FARE
Monster Art. Il Monster 1100 EVO è disponibile in tutti i Ducati Store.
Per quanto riguarda le gare, grande successo per la 848EVO che ha conquistato il
primo posto della “200 miglia”, la leggendaria competizione sul circuito di Daytona,
USA. Nella categoria sportive, ben sette
848EVO hanno debuttato per la prima volta
in pista: un record storico per la Ducati
che, da oltre dieci anni, non vedeva un nu-
nazione magica di prime volte e sono semplicemente entusiasta”. Grande entusiasmo anche per il settimo anno consecutivo
del Ducati Desmo Challenge. La prima tappa del trofeo monomarca Ducati è stata a
Misano , la seconda a V arano e si sono
svolte all’interno della Coppa FMI V elocità
. Il trofeo, dedicato ai bicilindrici desmodromici è approdato per la sua terza gara
su uno dei più importanti circuiti italiani,
quello del Mugello. Un contesto arricchito
dalla compresenza di un evento importante
come il Ducati W orld Experience, kermesse riservata ai clienti del Marchio bolognese con Demo Ride e turni di prove libere.
Ducati mania anche in strada con il ritorno
dell’evento “Passione in Moto nelle terre
di Bologna”: un weekend e quattro diversi
itinerari per riscoprire le bellezze paesaggistiche dell’Appennino e le prelibatezze
gastronomiche nelle soste sulle tre strade
dei vini e dei sapori: «Colli d'Imola», «Città,
castelli e ciliegi», «Appennino bolognese»,
oltre ad un quarto itinerario ispirato da
«Appennino slow», il consorzio per la promozione turistica delle valli appenniniche
bolognesi. La Provincia di Bologna, oltre a
sostenere l’edizione di quest’anno, ha voluto registrare il marchio “Passione in moto nelle terre di Bologna”, quale elemento
identitario del territorio. A onorare l’evento, anche il ritorno di Paolo Pirozzi, che nel
giugno 2010 era partito in sella ad una
Multistrada 1200 dal W orld Ducati Week
per una impresa epica: il Giro del Mondo.
Paolo Pirozzi ha coronato uno dei suoi sogni di vita percorrendo sulla sua Ducati oltre 100.000 km in una sfida trionfale. E per
chi volesse seguire le sue orme, c’è il
“Multistrada Travel Experience”: cinque
viaggi su quattro continenti per esplorare
intensamente luoghi, culture ed emozioni a
bordo di una Ducati Multistrada 1200, la
moto creata dalla casa di Borgo Panigale
per trasformarsi senza limiti. Grazie al concetto di 4-moto-in-1, è nato un modo rivoluzionario di viaggiare su due ruote segnando l’inizio di una nuova “era” nel settore motociclistico. Con la combinazione di
3 diverse mappe motore, il solo clic di un
pulsante trasformerà il mezzo in moto
sportiva, granturismo, moto urbana e enduro per affrontare qualsiasi tipo di terre-
Il nuovo Monster 1100EVO, il modello più
recente presentato dalla casa di Borgo Panigale
no, percorso e stato d’animo del pilota.
L’indiscussa popolarità dell’innovativa tecnologia applicata alla Multistrada 1200, ha
persino spinto gli ideatori della nota serie
televisiva di National Geographic “Megafabbriche” a dedicare un intero episodio
alla casa di Borgo Panigale. Un approfondito reportage che documenta con le voci
degli stessi operai, degli ingegneri e dei
designer, tutto quello che c’è dietro alla
progettazione e alla produzione della Multistrada 1200: stile, tecnologia, innovazione, esclusività e originalità.
L’ultima novità per gli appassionati della Rossa di Borgo Panigale sono infine le application Ducati Corse e Ducati Challenge. Ducati
Corse propone tutte le informazioni e le
news sul Team Ducati MotoGP, Valentino
Rossi, Nicky Hayden, la Ducati Desmosedici
e consente di seguire i risultati delle “rosse”
gara dopo gara. Oltre a eventi e curiosità dai
Box, anche ricchissime gallery fotografiche
e tanti contenuti extra sul mondo Ducati.
“Ducati C hallenge”, già disponibile per
Iphone, iPad e presto su Sony PSP, è un entusiasmante racing game 3D in cui il videogiocatore può gareggiare i modelli di serie
più potenti delle sei categorie della gamma
di prodotto Ducati my2011: Monster, Hypermotard, Diavel, Multistrada, Streetfighter e
Superbike e scegliere tra circuiti da gara,
tortuosi tornanti di montagna, borghi medioevali, caotiche metropoli e vallate desertiche. Il gioco si basa su tre differenti
modalità di gioco di cui due in Single
Player, optando tra la modalità “Championship” e quella “Quick-Race”, e la terza è in
Multiplayer per sfide fino a 4 giocatori in
Wi-Fi.Ad impreziosire il tutto, sarà presente
una ricchissima Sezione Extra con immagini esclusive Ducati, obiettivi da sbloccare
ed una Sezione Options con la possibilità di
ascoltare la propria playlist musicale all’interno del gioco e tarare la sensibilità della
moto o gli aiuti alla guida! Il rombo di ogni
singolo motore è stato registrato dalle moto reali per offrire una esperienza realistica
a tutti gli appassionati Ducati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Grandi emozioni, come sempre, per il Ducati Desmo Challenge, il trofeo dedicato ai bicilindrici desmodromici
FARE 45
PAOLO MASCAGNI, UNO DI NOI
Un imprenditore orgoglioso. Un imprenditore coraggioso. Paolo Mascagni era tutto questo e molto altro. Era un uomo profondamente convinto del ruolo sociale dell’impresa e della libera iniziativa, dell’importanza di impegnarsi personalmente nella coll ettività, dell’etica come componente irrinunciabile nei comportamenti sociali ed economici. Ed era coerente con le sue convinzioni
anche quando era scomodo, anche quando era solo.
Era fiero della sua azienda: quella azienda che, fondata dal nonno Umberto nel 1930 e sviluppata dal papà Mario nel dopoguerra,
è un pezzo della storia industriale bolognese. Il suo impegno costante, insieme al fratello Michele, è stato quello di sviluppa rla e
farla crescere, e non è venuto meno neanche negli ultimi mesi, quelli delle scelte più dolorose a fronte di una crisi che ha me sso
con l’acqua alla gola mezzo mondo. Ma lui questa azienda l’amava davvero. “L ’amore – diceva già nel 2000, quando a Casalecchio festeggiarono i settant’anni di attività - è un grande motore: è amore quello dell’imprenditore per la propria attività, o quello
di collaboratori e tecnici per il proprio lavoro. Paradossalmente, senza l’amore non esisterebbero neppure le imprese”.
E ciò che pensava della sua azienda, lo trasferiva al più generale ruolo delle imprese nella collettività. Sottolineava il lega
me
strettissimo delle imprese con il territorio in cui hanno le loro radici, e ne metteva in evidenza gli effetti: “pensiamo – diceva - alla
partecipazione attiva di tantissime imprese alla vita sociale delle comunità locali, in un rapporto diretto con le istituzioni; alla crescita professionale e di know how di tanti lavoratori, e di conseguenza di tanti cittadini che proprio sul lavoro hanno appreso anche il senso di responsabilità, la capacità di prendere decisioni e di fare delle scelte; alla tradizione di relazioni industri ali reciprocamente corrette e rispettose; alla nascita nel tempo di nuove imprese grazie alla trasformazione di numerosi dipendenti in
nuovi imprenditori”.
Le sue convinzioni, ed il suo non tirarsi mai indietro nel tradurle in pratica, lo hanno portato ripetutamente all’impegno poli tico diretto, ma soprattutto a sostenere ed affermare con passione l’importanza e le esigenze delle imprese: nell’Api, come partecipan te assiduo poi come consigliere e dal 2002 al 2006 come Presidente. Quindi dedicandosi con lucidità alla nascita di Unindustria .
Sicuramente va considerato tra i protagonisti della riunificazione di tutti gli imprenditori bolognesi, e la vita dell’Associaz ione deve molto alle sue idee, alle sue proposte, al suo impegno nel Consiglio Direttivo e nella Commissione cultura. Suo, per dirne u no,
è il progetto di Design Made in Bo, il portale web sulla creatività e il design di casa nostra, che è stato portato perfino all ’Expo di
Shanghai.
Ha sempre detto quello che pensava, in qualunque sede: istituzionale, politica, finanziaria. E lo ha sempre detto pensando al b ene di tutte le imprese e di questo territorio. Ci mancheranno, caro Paolo, la tua determinazione, la tua intraprendenza, il tuo coraggio. E ne custodiremo il ricordo come un esempio prezioso (c.r.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
46 FARE
ARTICOLO DI
copertina
ASSEMBLEA GENERALE 2011
Giordano Baietti, Gaetano Maccaferri, Maurizio Marchesini, Alberto Vacchi
48 FARE
FARE 49
1
assemblea 2011
nuovo ciclo amministrativo e la nostra esperienza associativa, siano elementi intrecciati tra loro. Fattori che
convergono su un dato ormai certo:
quello che ci attende non è la continuazione di ciò che conoscevamo e
facevamo prima della recessione.
LA SCELTA DELLA
DISCONTINUITÀ
A Unindustria Bologna va riconosciuto il merito di aver colto questa
grande discontinuità.Abbiamo intui-
LA RELAZIONE
DEL PRESIDENTE
MAURIZIO MARCHESINI
50 FARE
c’è un secondo elemento che ha caratterizzato questa nostra esperienza
associativa: la rinnovata interpretazione del ruolo e della funzione delle
piccole imprese all’interno del sistema
produttivo locale.Un’attenzione accentuata ulteriormente dalla crisi che
ha colpito, in particolare, proprio
queste aziende.
LE PICCOLE IMPRESE COME
GRANDE RISORSA
Un tema affrontato senza cadere nel-
A
utorità, Sindaco Merola, Presidente Marcegaglia, Signore e Signori, Colleghe e Colleghi,pochi
minuti fa l’Assemblea Generale di
Unindustria Bologna ha eletto Alberto Vacchi nuovo Presidente degli
industriali bolognesi.Per la nostra
Associazione si avvia un nuovo ciclo
che, ne siamo certi, confer merà
quella tensione verso il futuro che
rappresenta ormai il suo tratto distintivo. Con oggi, si conclude – con
successo – il quadriennio costituente
di Unindustria Bologna.Un traguardo che non si sarebbe potuto raggiungere senza l’impegno personale
e il coraggio associativo di numerosi
Colleghi per ricordare i quali ne saluto e ringrazio due in particolare:
Giordano Baietti e Gaetano Maccaferri L’intenso programma di questo
appuntamento – che prevede diversi
interventi e un confronto di respiro
internazionale – mi ha spinto a concentrare questa relazione sull’attività
di Unindustria Bologna.Una decisione sostenuta dalla convinzione
che l’onda lunga della crisi, le prospettive della crescita, l’avvio del
to, per tempo, il divario che si è aperto nella società tra la percezione del
futuro e la cultura necessaria per interpretarlo e tradurlo in azione. Abbiamo insistito sul rischio che le nostre aziende – così come le forze sociali, la politica e la comunità –possano rimanere ancorate ai miti e ai riti
di un passato che non può più ritornare. Abbiamo capito, infine, che nella
nuova prospettiva il destino di ciascuno dipende da quello che molti altri
pensano, fanno o non fanno. Accanto
alla consapevolezza della discontinuità
la retorica della piccola impresa, così
diffusa in un Paese che si ricorda di
queste aziende solo durante le campagne elettorali.
Per noi è diverso.
A Bologna la piccola impresa è protagonista, perché partecipa a una più
grande catena del valore lungo la
quale ogni azienda è portatrice di
responsabilità condivise e reciprocamente riconosciute. Le nostre maggiori industrie dipendono, in maniera rilevante, dallo scambio realizzato
con le piccole aziende che parteci-
pano alla loro filiera produttiva. Tutto
ciò ha permesso, nel tempo, l’affermazione di un nuovo tipo di media
impresa capace non solo di integrare
la produzione con nuove funzioni –
come la ricerca, la gestione dei mercati e i servizi postvendita – ma anche di misurarsi con la dimensione
globale.Ci riferiamo alle numerose
imprese bolognesi leader mondiali
nelle produzioni medium tech che
richiedono elevata innovazione e alto livello di servizio. Come ben sappiamo, oggi questo evoluto e integrato sistema produttivo deve, tra le
altre cose, fare i conti con un credito
sempre più selettivo.
IL SISTEMA DEL CREDITO E
LE IMPRESE
Cara Presidente concordiamo con
te, che sia ormai indispensabile definire nuove relazioni con il sistema
bancario. Gli obiettivi devono essere
pochi e ben definiti.
Il primo, è evitare – da parte delle
banche – l’uso meccanico e astratto
dei modelli di rating scegliendo, al
contrario, di svilupparne la componente qualitativa.
Il secondo, è la qualità delle informazioni economiche e finanziarie che le
imprese devono offrire alle banche.
Le aree di miglioramento esistono da
ambo le parti e la questione del credito non può essere ridotta a una
mera contrapposizione d’interessi.
Siamo ben consapevoli che la crisi
ha colpito pesantemente anche il sistema bancario. Allo stesso tempo,
stiamo apprezzando l’impegno per la
ricapitalizzazione dei principali istituti di credito. Dunque, l’uscita dalla
crisi richiede una condivisa volontà
di collaborazione tra le imprese e le
banche. Ci piacerebbe che queste ul-
FARE 51
time, operassero come noi facciamo
con i nostri clienti.
Chiediamo loro, in altri termini, di
dare fiducia alle tante aziende alle
quali, secondo i criteri patrimoniali
di Basilea, si dovrebbe negare il credito. Aziende e imprenditori seri, e
capaci di pagare gli interessi sugli
impieghi loro concessi e che, attra-
luppo che consentirebbe alle banche di modificare unilateralmente i
tassi e le condizioni applicati sui
mutui alle imprese. Siamo d’accordo
con te, questa norma va cambiata.
Ma attenzione; l’accessibilità al credito, la presenza di articolate filiere e
il successo delle multinazionali tascabili, sono una condizione necessaria,
sede – Gaetano Maccaferri denunciava che “Bologna sta scivolando in
un cono d’ombra che la relega a un
ruolo secondario nel Paese”. Una
considerazione che suscitò scalpore e
polemiche, ma che a conti fatti si è
rivelata, purtroppo, profetica.
Un sistema produttivo come quello
bolognese richiede un ambiente non
sistema territoriale nel suo complesso. Il modello cui guardare è costituito da realtà ampie, differenziate e
policentriche, ma ben consapevoli
delle loro potenzialità, dei loro
obiettivi e, soprattutto, connesse in
una rete di relazioni in grado di mobilitare ogni singolo ambito.
Una fotografia che potrebbe coinci-
Nei fatti, abbiamo cercato di agire
come una forza aggregatrice impegnata sia nella tutela delle imprese,
sia nella modernizzazione del sistema
locale.
È nata così nel 2008 l’idea e la proposta di “riprogettare una nuova
centralità di Bologna”. Una “centralità” riferita non solo, alla collocazio-
camente avanzato. La soluzione che
abbiamo proposto è l’adozione di un
Piano Strategico analogo a quelli
realizzati, in questi anni, da alcune
tra le più avanzate città europee. Attenzione però, la progettazione della
centralità di Bologna e del Piano
conseguente, non sarà realizzabile se
i diversi portatori d’interesse si divi-
verso questi ultimi, possono creare
più produzione, più investimenti e
nuova occupazione.
Cara presidente, condividiamo la
tua preoccupazione – espressa in
modo forte nel corso dell’Assemblea di Confindustria – riferita alla
norma contenuta nel Decreto Svi-
ma non ancora sufficiente per competere nel mondo.
Serve di più: occorre un territorio
competitivo.
burocratico, dove i servizi siano di
qualità, le infrastrutture efficienti, il
lavoro qualificato, le conoscenze accessibili.
Obiettivi che impongono alla nostra
città di misurarsi con la dimensione
metropolitana che rappresenta la via
per unire, rafforzare e valorizzare il
dere con Bologna. Una visione di area
metropolitana che sappiamo condivisa
dalla Presidente della Provincia Draghetti e dal Sindaco Merola. Per contribuire a raggiungere questi obiettivi
abbiamo richiesto l’avvio di un piano
di trasformazione su cui far convergere forze e volontà differenti.
ne geografica, ma anche al ruolo di
crocevia produttivo che l’area vasta
locale va acquisendo. Una nuova dimensione che presuppone e si fonda
sulla circolazione dei “saperi” da ricercarsi – attraverso la nostra università – nelle relazioni con quanto, nel
mondo, è culturalmente e tecnologi-
deranno su questa o quella scelta o
faticheranno a collaborare tra loro.
Non solo, un piano strategico territoriale abbraccia una prospettiva di
lungo periodo e, proprio per questo,
non può e non deve essere messo in
discussione a ogni rinnovo delle amministrazioni locali.
52 FARE
IL TERRITORIO ATTORE DI
COMPETITIVITÀ
Quattro anni fa – proprio in questa
FARE 53
Ricordiamoci di queste criticità,
perché i prossimi anni saranno decisivi per Bologna.
Per tale ragione dobbiamo non soltanto adottare logiche e soluzioni di
area vasta, ma anche perseguire la
realizzazione di un evento di rilievo
internazionale.
I grandi eventi anticipano e accompagnano scelte importanti, a volte
radicali, fondate su una visione del
futuro e degli obiettivi necessari per
realizzarla. Richiedono un piano di
sviluppo economico, sociale e culturale, di lungo periodo, capace di generare una forte eredità infrastrutturale e immateriale. Le Universiadi –
che noi sosteniamo con passione –
sono l’occasione per mettere alla
prova le capacità e le potenzialità
metropolitane della nostra città e dei
suoi principali attori amministrativi,
economici e sociali. Ma il territorio
non è solo questo; è anche il luogo
nel quale si pratica quella qualità e
progettualità delle relazioni industriali
che Unindustria Bologna persegue sin
dalla sua nascita.
Un ambito, quello del lavoro, nel
quale si gioca, in parte, anche la sfida
della produttività.
UN NUOVO PATTO TRA
IMPRESE E LAVORO
La produttività non è un’astrazione,
ma una miscela formata da capitale
umano, innovazione, logistica, servizi, utilizzo degli impianti, orari, turni
e, non certo da ultimo, un ambiente
competitivo e non parassitario. Per
capirlo non serve andare lontani: basta guardare alla Germania. Un Paese
che incrementa la produttività ed
esporta prodotti tecnologici o di
qualità nei paesi low cost che ne
hanno sempre più necessità o desi-
54 FARE
derio. La produttività e il rinnovamento delle relazioni industriali rappresentano due questioni aperte per
l’economia e la società italiana. Ma
attenzione; il lavoro in Italia non è
più quello cristallizzato nello Statuto
dei lavoratori che fu certamente una
conquista, ma che risale a 40 anni fa.
Confindustria ritiene – e noi condividiamo – che le regole possano
e debbano essere negoziate, modificate e integrate, se tale esigenza è
indispensabile per accrescere la
produttività e, con essa, la competitività nel r ispetto delle fondamentali tutele dei collaboratori. La
divisione tra le Organizzazioni sindacali e le conseguenti difficoltà delle imprese, l’irrompere delle sentenze
nella negoziazione tra aziende e sindacati, il ritorno di un antagonismo
fuori dalla storia, sono, nel loro insieme, l’esatto contrario di ciò che le
nostre imprese e la nostra comunità
desiderano. Alle Organizzazioni sindacali ricordiamo che da questa crisi
e dalle trasformazioni che l’accompagnano si può uscire in un solo
modo: insieme.
Nessuno deve vincere e nessuno deve perdere.
Ma tutti, devono impegnarsi per costruire la Bologna che darà un futuro
e un buon lavoro ai nostri figli.
Confondere considerazioni come
queste con la retorica tipica dei convegni, significa non aver compreso
che cosa è oggi Unindustria Bologna.
LE PAROLE, LE SCELTE E I
FATTI ASSOCIATIVI
La nostra è un’organizzazione di
rappresentanza nata per tutelare l’impresa, per fornire servizi innovativi
alle aziende e per contribuire allo
sviluppo locale. La nostra missione è
– prima di tutto – l’attenzione verso
quanti hanno creato e gestiscono
un’impresa per la tutela della quale
ci battiamo quotidianamente. Tutto
ciò senza differenze di dimensioni,
settori o mercati di riferimento.
Per farlo bene, abbiamo rinnovato
profondamente lo stile di lavoro associativo, a partire da tre punti fermi. Il primo, è che le Associazioni
vivono e si rinnovano solo se praticano una vera rotazione degli incarichi. Il secondo, è che l’autorevolezza non la si conquista con il collateralismo nei confronti delle istituzioni e della politica, ma attraverso
un’azione di proposta e di critica,
chiara, puntuale e indipendente. Il
terzo, è che un’Associazione serve
per dare voce non a questa o a quella persona, ma agli imprenditori e
alle loro imprese intese come grande
soggetto plurale.
Siamo riusciti a riportare la comunità industriale di Bologna al centro
del sistema confindustriale. Lo abbiamo fatto attraverso la qualità delle
nostre proposte, la coerenza delle
nostre posizioni e la pratica di quel
confronto dialettico, che è alla base
di qualsiasi organizzazione confederata. Possiamo anche essere stati scomodi, ma siamo stati certamente fedeli interpreti di un associazionismo
che non ha paura di prendere posizione. Dall’azione legale contro la
follia del “click day” per il credito
d’imposta, sull’innovazione, all’impiego del patrimonio associativo come leva per migliorare le condizioni
bancarie alle imprese. Dalle prese di
posizione contro i costi che avrebbero dovuto sostenere le aziende per la
festività del 17 marzo, alla gestione
diretta del maggiore Centro di formazione tecnica della nostra regione.
Dalla sistematica analisi sul prelievo
fiscale a carico delle piccole imprese,
alla promozione attiva delle Reti tra
aziende di una stessa filiera. Dall’azione contro la pretesa di cambiare
le regole mentre la partita è in corso,
come nel caso del fotovoltaico, alla
scelta di misurarci associativamente
con le specificità territoriali come
quelle di Imola.
Abbiamo dimostrato che l’attività di
rappresentanza e di lobbying può
partire da Bologna, irradiarsi per il
Paese, consolidarsi in Confindustria,
fino a diventare, in alcuni casi anche
significativi, un provvedimento del
governo o della specifica autorità
competente. Per l’insieme di queste
esperienze – e delle scelte che le
hanno determinate – ci sentiamo di
aver titolo per parlare di discontinuità e di rinnovamento riferito alle
imprese, alle relazioni industriali e al
sistema locale. Ci anima l’ottimismo
della volontà che – solo – può sconfiggere il pessimismo della ragione
dilagante in un Paese che ha smesso
di sognare il proprio futuro.
Un impegno che condividiamo con
Confindustria.
Per l’Italia, le cose da fare sono tante
e una delle più importanti è l’attuazione del modello federale.
Un anno fa – proprio in questa occasione – ci eravamo occupati della
“questione del Nord”.
UN FEDERALISMO ANCORA
DA INTERPRETARE
Un tema efficacemente sintetizzato
dal prof. Ricolfi, che ricordò i 50
miliardi di euro “trasferiti”, ogni anno, dalle regioni del Nord a quelle
del Mezzogiorno. L’on. Enrico Letta,
nello stesso incontro, evidenziò che
il federalismo deve rappresentare
l’affermazione del buon governo e
dell’equità.
Riferendoci proprio al federalismo fiscale non ci sono ancora chiari i lineamenti attuativi e il ruolo degli
ambiti locali entro i quali dovrà prendere forma. In ogni caso, abbiamo
ben chiaro che non dovrà diventare
solo una ripartizione su base territoriale di imposte che già corrispondiamo e che gli enti locali avranno solo
la possibilità di aumentare.
Sarebbe una scelta sciagurata!
Nessuno può pensare di rimettere le
imprese al centro dello sviluppo del
Paese se continueranno ad esistere
imposte, dirette e indirette, di gran
lunga più onerose rispetto a quelle
degli altri Paesi europei. Facciamo
nostre le considerazioni della Presidente Marcegaglia quando afferma:
“La riforma fiscale deve avere obiettivi chiari. Ridurre insieme le imposte sulle imprese e sui lavoratori;
semplificare e dare certezza delle
norme; combattere l’evasione fiscale,
senza attuare una vera e propria oppressione di controlli su chi le tasse
già le paga”.
L’ITALIA IN FRANTUMI
Non intendiamo chiamarci fuori e,
tuttavia, fatichiamo a riconoscerci in
un Paese nel quale lo scaricabarile è
la norma e dove non si risponde più
– personalmente – di quanto si è
riusciti o non si è riusciti a realizzare. Allo stesso tempo, siamo stanchi
dei troppi programmi televisivi nei
quali – ogni sera – va in scena il disprezzo dell’avversario e la negazione del confronto. Linee di demarcazione invalicabili dividono ormai gli
italiani su tutto: dalla politica energetica a quella estera, dal Piano casa ai
contratti di lavoro, dal futuro della
Fiat alle festività nazionali. Certo, sono legittime le posizioni divergenti,
così come il confronto anche aspro
tra chi è chiamato a governare e chi
a fare l’opposizione. Ma deve essere
chiaro che lo scontro per lo scontro
rischia di ferire irreversibilmente la
nostra democrazia.
Non se ne può più!
Serve una forte e diffusa assunzione
di responsabilità.
Se l’Italia negli ultimi quindici anni
è cresciuta poco non è solo per colpa dell’inarrestabile sviluppo cinese
o della speculazione finanziaria. Il
nostro Paese è fermo perché la funzione politica – salvo rare eccezioni –
si è dimostrata incapace non solo di
riformarsi, ma anche di predisporre
strumenti per valorizzare lo straordinario serbatoio di aziende, capacità
imprenditoriale e passione laboriosa
che l’Italia coltiva dentro di sé. Viene
naturale confrontarci con quella
Germania, con cui condividiamo la
leadership manifatturiera in Europa,
e di cui tra poco ci occuperemo.
Una somiglianza che scompare appena mettiamo piede fuori dai cancelli delle nostre fabbriche.
I tedeschi, grazie a 15 anni di riforme, sono riusciti ad abbattere la loro
spesa pubblica di ben dieci punti fino a raggiungere il 44% del Prodotto interno lordo.
Nello stesso tempo, l’Italia ha vanificato il risparmio determinato dall’adozione dell’euro mantenendo, per
questa ragione, una spesa pari al 52%
del Pil. In altri termini, la politica –
di destra e di sinistra – non è riuscita
a dire no a chi vuole spendere di più.
Per questo, ci appare non solo ragionevole, ma doveroso, chiedere meno
spesa improduttiva e meno tasse sulle
imprese e sul lavoro. Due obiettivi
FARE 55
che, accanto all’irrisolta questione meridionale condizionano il futuro del
Paese.
LA CRESCITA ECONOMICA
Non ci sono più alternative.
La via per crescere passa attraverso
una grande prova di responsabilità
nazionale. La crescita per esser perseguita deve essere interpretata come
una grande battaglia nazionale, condivisa e combattuta senza quartiere.
Come la ricostruzione del dopoguerra, come la mobilitazione contro
il terrorismo degli anni ’70, come la
lotta per vincere l’inflazione o, ancora, come l’impegno per guadagnarci
l’ingresso in Europa.
Per sconfiggere 15 anni di crescita
quasi impercettibile, la politica – tutta
la politica – deve trovare la forza e il
coraggio di ridefinire dalle fondamenta la macchina pubblica e i suoi costi.
CONCLUSIONI
Autorità, Presidente Marcegaglia, Signore e Signori,
con questo incontro lascio la guida
di una tra le maggiori Associazioni
di imprenditori del Paese. Colgo
questa opportunità per ringraziare
tutti gli interlocutori istituzionali,
politici, amministrativi e associativi
con cui – anche quando mi sono
scontrato – ho sempre condiviso
l’impegno in favore del nostro territorio e della sua comunità. L’Associazione che lascio – forte e rappresentativa – esprime un patrimonio
d’idee, competenze e proposte che
arricchiscono l’intero sistema locale.
In questi anni d’impegno così drammaticamente segnati dalla crisi, ho
compreso appieno il ruolo insostituibile che l’associazionismo d’impresa esercita nel nostro Paese.
56 FARE
Ho sperimentato, personalmente,
non solo quanto sia necessario battersi per la competitività, per il mercato e per il merito, ma anche quanto sia frustrante. In tale prospettiva il
valore di Confindustria e di Unindustria Bologna è incalcolabile. Il nostro
fine è dare corpo e anima a una moltitudine che sarebbe altrimenti dispersa. Ebbene, se non ci mettessimo
in gioco personalmente, attraverso le
Associazioni, nessun altro lo farebbe.
Nella consapevolezza di ciò, voglio
ringraziare Emma Marcegaglia per
averci guidato con passione in uno
dei periodi peggiori della storia economica e sociale del Paese. In questo
ultimo incontro mi faccio interprete
del sogno accarezzato da tutti gli imprenditori italiani. Lavorare senza doversi difendere – ogni giorno – da
uno stato invadente; da norme invasive e inapplicabili, come quelle del Sistri; da sanzioni comminate per carenze formali di questa o quella procedura; da una burocrazia che non ha
eguali al mondo.
Meritiamo di più.
Lo affermiamo nella consapevolezza
di quello che ciascuno di noi, con la
propria impresa, con i propri familiari e con i propri collaboratori, fa
per un Paese che festeggia in questi
mesi 150 anni di Unità. Una festa
che – grazie anche a Unindustria
Bologna – è r iuscita a essere un
grande momento di concordia nazionale senza rappresentare un costo
per le imprese.
Alla Presidente Marcegaglia chiedo –
in coerenza con lo spirito dell’Assise
di Bergamo – di perseguire con ancora maggior tenacia quel rinnovamento del Paese che è l’unica speranza di futuro per tutti gli italiani.
La crisi ci ha ricordato che per fron-
teggiare momenti difficili è indispensabile reagire con coraggio.
Avere coraggio significa rifuggire da
ciò che è facile, da ciò che è comodo, dagli alibi, dalla lamentela o, ancora, dalle accuse rivolte al destino o
agli altri.
San Paolo insegna che “il coraggio è
una follia che rinnega la saggezza
ipocrita”.
Bologna ha rischiato di soffocare
sommersa da troppa saggezza ipocrita e da troppo poco coraggio.
Per questo all’insieme degli attori locali chiediamo una sola cosa: il coraggio di voltare pagina per iniziare,
finalmente, a scrivere una nuova storia di successo.
Care Colleghe e cari Colleghi, la
prosperità e la felicità di questa comunità dipendono in larga misura
dalla vitalità delle nostre imprese e
dalle scelte di chi è chiamato al governo locale.
A noi stessi, alla politica e alla società
civile di questa terra ricordiamo che
il futuro è sempre aperto e dipende
da noi, da tutti noi. Dipende da ciò
che tutti noi facciamo oggi, e faremo
domani e dopodomani. E tutto ciò
che noi facciamo e faremo, dipende,
a sua volta, dal nostro pensiero e dai
nostri desideri; dalle nostre speranze
e dai nostri timori; dalla nostra volontà e dal nostro coraggio. Una
considerazione che porta alla mente
le parole del Beato Giovanni Paolo
Secondo quando esortava a “non
avere paura”. Ebbene, io sono certo
che la qualità più diffusa in questa
sala sia quell’umile e quotidiano coraggio che, insieme alla fiducia nel
futuro, fa di ciascuno di voi un vero
grande imprenditore.
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ARTICOLO
DI
2
assemblea 2011
copertina
L’INTERVENTO
DEL PRESIDENTE
NEO ELETTO
ALBERTO VACCHI
Centralità
dell’impresa
manifatturiera;
un nuovo patto
sociale, partendo
dalla Regione;
la priorità “giovani”
58 FARE
Autorità, Sindaco Merola, Presidente
Marcegaglia, Presidente Marchesini,
Signore e Signori, Colleghe e Colleghi, l’assemblea privata dei soci, appena conclusa mi ha conferito l’incarico di rappresentare l’imprenditoria bolognese, nel primo quadriennio di Presidenza unitaria di Unindustria Bologna.
Sento tutta la responsabilità del
compito che mi è stato assegnato, in
una fase molto complessa della storia
economica e politica del nostro Paese. Sono al tempo stesso molto sereno per il contesto in cui opererò: industrialmente virtuoso per sua natura, dotato di capitale umano di rara
professionalità, con imprenditori animati dalla voglia di resistere e di crescere. Qualità importanti e ben rap-
presentate anche nella nostra Associazione.
Oggi Unindustria Bologna, è una tra
le principali Associazioni di imprenditori del Paese. Di questo dobbiamo
dare merito a tutti coloro che mi
hanno preceduto. Un ricordo particolare per il collega Paolo Mascagni,
che con grande senso di responsabilità, ha lavorato al nostro comune
progetto associativo, sin dalla sua Presidenza in Api Bologna. Un uomo
integro, sempre pronto a battersi per
i valori di chi fa impresa, senza paura
di rimanere solo nell’esprimere il suo
pensiero. A noi, oggi, il compito di
mantenere vivo il suo ricordo, nel
nostro agire quotidiano. Riprendendo il filo del discorso, dicevo poc’anzi
che la nostra Associazione, oggi, rap-
presenta una realtà importante, con
più di duemila imprenditori: una
moltitudine di aziende di diversa dimensione, dove le piccolissime, piccole e medie imprese rivestono un
ruolo fondamentale per l’esistenza
dell’intero tessuto manifatturiero.
Una ricchezza di esperienze, di conoscenze, di competenze, che ho
avuto modo di conoscere in questi
anni di vita associativa, nella mia
esperienza industriale, e che ho arricchito nei mesi scorsi, grazie ai numerosi incontri che ho avuto con i colleghi associati. In questi momenti di
confronto, ho rilevato una grande carica, e la ferma volontà di contribuire
attivamente a questo primo quadriennio associativo, per rafforzare la
nostra capacità di fare impresa.
Sono stati incontri che hanno offerto contributi preziosi per la messa a
punto delle linee guida che poc’anzi
nella parte privata ho presentato ai
colleghi, sottolineando loro, che si
tratta solo dell’inizio di un processo
che dovremo alimentare con un
confronto continuo perché non cada
in rituali politici di vecchia generazione.
Prima di entrare nel merito delle
mie considerazioni consentitemi di
ringraziare, ancora una volta, anche a
nome di tutti i colleghi, Maurizio
Marchesini. Va riconosciuto a Maurizio un biennio di lavoro davvero
importante per la mole di iniziative
che è riuscito ad avviare nonostante
il noto e riconosciuto grave contesto
economico.
LA VISIONE
Guardando ai prossimi quattro anni,
vorrei portare alla vostra attenzione
alcune considerazioni che sono parte
fondamentale della visione associativa.
Visione condivisa con i colleghi nei
molti scambi di idee, non una fotografia statica, sempre pronta ad essere
corretta, per fronteggiare nuovi scena-
ri che improvvisamente potrebbero
comparire e che non sempre saremo
in grado di prevedere. La recente storia lo ha insegnato definitivamente.
FARE 59
60 FARE
FARE 61
ALBERTO VACCHI è il Presidente di Unindustria Bologna in carica per il quadriennio
2011-2015. È stato eletto alla carica il 7 Giugno 2011.
Nato a Bologna il 17 febbraio 1964, è coniugato, con un figlio.
Laureato in Giurisprudenza, imprenditore, ricopre la carica di Amministratore Delegato di
IMA SpA dal 1996 e quella di Presidente del
C onsiglio di Amministrazione dal 2007. Rappresenta la continuazione dell’impegno
della Famiglia Vacchi, socio di riferimento, per l’affermazione di IMA SpA nei mercati mondiali.
IMA SpA di Ozzano dell’Emilia (Bo), con un fatturato consolidato di 505 milioni di euro prodotto da un gruppo di 16 società con oltre 3000 addetti, azienda quotata alla
Borsa di Milano dal 1995, esprime oggi una vera e propria leadership mondiale nel
settore del packaging.
Alberto Vacchi ha svolto un ruolo significativo nella commissione lavori della fusione tra Confindustria Bologna e Api Bologna. E dalla nascita di Unindustria Bologna
nel 2007 ha fatto parte del Comitato di Presidenza dell’Associazione.
Nel biennio 2009-2011 ha ricoperto inoltre, sempre quale componente del Comitato
di Presidenza, la delega al Credito e alle Politiche Fiscali.
All’interno di Unindustria Bologna, Alberto V acchi ha caratterizzato il proprio lavoro
in direzione del sostegno all'industria manifatturiera ed alla collaborazione tra settori complementari.
Il suo impegno si è indirizzato in particolare al progetto di rivitalizzazione del distretto meccanico e ai patti di filiera, cercando di sostenere nei momenti economicamente più difficili, anche direttamente attraverso l’attività del Gruppo da lui guidato,
il distretto della subfornitura.
Nell’Aprile 2010 è stato nominato V ice Presidente della sezione “Macchine automatiche per il confezionamento ed imballaggio” di Unindustria Bologna.
Fa parte della Giunta Nazionale di Confindustria e della Giunta di Confindustria Emilia-Romagna.
La crisi, partita dalla finanza ha travolto l’economia reale, bloccando
per la prima volta esportazioni e importazioni a livello mondiale di moltissimi settori ed è arrivata imprevista dopo 15 anni di costante crescita.
Il mio intervento è fortemente facilitato dall’analisi prospettica che ha
fatto il Presidente Marchesini, e che
si collega al lavoro svolto con i colleghi del Consiglio Direttivo, tracciando già una via per alcuni dei percorsi che dovremo affrontare. Dunque mi perdonerete se il mio intervento sarà caratterizzato da alcuni
gradi di libertà, proprio perché trat-
62 FARE
ta una materia comune e “in corso
di costruzione”: far crescere le imprese del territorio.
Cercherò di sottolineare i punti, alcuni dei quali fortemente integrati,
che sono emersi con forza nei numerosi scambi di idee che ho avuto in
ambito associativo negli ultimi mesi.
SIAMO E SAREMO UN
TERRITORIO
MANIFATTURIERO
Una prima considerazione. Quando
parlo di Bologna, la nostra città, del
nostro territorio, da imprenditore,
non posso che porre l’attenzione sul
ruolo centrale dell’impresa manifatturiera sui cui vedo racchiusi tutti i
migliori valori che ci caratterizzano.
E’ un modello di impresa fondato
sulle persone, attaccato alle proprie
radici, pur con gli occhi aperti sul
mondo. E’ un modello di impresa
che si sta, sempre più specializzando
in nuove forme organizzative, scegliendo di acquistare da fornitori
esterni semilavorati, lavorazioni, servizi e persino conoscenze. E’ un processo di divisione del lavoro in filiere
che ha assunto, sul nostro territorio,
una dimensione imponente. Le reti
tra imprese, nascono qui, gia molti
anni fa, e con esse il segreto della
flessibilità e dell’adattabilità della
“nostra filiera produttiva”. Dico
questo, per sottolineare ancora una
volta come la tutela delle imprese
manifatturiere del nostro territorio, e
la loro valorizzazione, siano oggi due
azioni indispensabili per garantire la
sopravvivenza del sistema produttivo
nel suo complesso. Ma non basta sopravvivere, dobbiamo crescere. Per
tale ragione è indispensabile un ulteriore impegno, per sostenere le imprese bolognesi nel loro approccio
alle economie del mondo. La crisi
non deve modificare la visione vincente perseguita nell’ultimo decennio. Dobbiamo continuare a impegnarci per fare del nostro sistema locale una piattaforma produttiva connessa con il resto del globo.
Allo stesso tempo, è indispensabile
aumentare il numero di aziende capaci di produrre e “pensare” anche al
di fuori dell’Italia. Un orientamento
all’internazionalizzazione che non ha
nulla a che fare con la “delocalizzazione”, ma che, al contrario, costituisce la nostra vera grande opportunità
di crescita non solo dei singoli ma
dell’intera filiera. Si tratta di un
obiettivo decisivo che dobbiamo
perseguire. Sicuramente non da soli.
IL SISTEMA BANCARIO
Un primo supporto importante ce
lo aspettiamo dal mondo bancario.
Il nostro sistema manifatturiero, fatto da molteplici reti territoriali,
composte da imprese di differente
dimensione che operano in sinergia,
deve essere riconosciuto dal sistema
del credito come un’ opportunità. Ci
ha ricordato poc’anzi il Presidente
Marchesini che “Le nostre maggiori
industrie dipendono, in maniera rilevante, dallo scambio realizzato con le
piccole aziende che partecipano alla
loro filiera produttiva”. Nella mia visione tutte le singole imprese della
filiera sono parte di un sistema più
forte e funzionale capace di progettare, di produrre, di vendere, e a questo sistema nel suo complesso devono essere riconosciute, dal mondo
bancario, posizioni più solide nelle
fasi di contrattazione. Se è vero in
generale, è ancor più vero in questi
casi che “Isolati si perde”. E’ necessario lavorare sulle relazioni tra filiera
e banche.
LE IMPRESE E IL TERRITORIO
Andando avanti un contributo importante per la crescita ce lo aspettiamo dai diversi attori del territorio.
Noi tutti, infatti, come comunità,
dobbiamo affrontare il venir meno di
vecchie certezze riuscendo, allo stesso
tempo, a dar vita ad un nuovo “patto
sociale” capace di proiettarci in avanti
nei mercati, nella crescita delle nostre
imprese, alle quali è inevitabilmente
legata la crescita di tutto il nostro territorio. Prendiamo spunto dal tema
della nostra odierna assemblea: Italia
– Germania, per confrontarci sul modello tedesco, che spesso si mostra a
noi come “il primo della classe”. E
più precisamente parliamo del paragone Emilia Romagna - Germania.
cube di previsioni ancor più negative
che vedono il nostro territorio avviato verso una lenta perdita di spazi nel
mercato globale, affetto da una cronica incapacità di crescere.
Nell’affrontare questa analisi comparativa, premetto che la mia visione
non è quella di un imprenditore rassegnato ad essere della squadra degli
eterni secondi, o peggio ancora suc-
Al contrario sono dalla parte di chi,
lasciandosi alle spalle recriminazioni
e inascoltate lamentele, ha l’atteggiamento giusto per affrontare in modo
costruttivo un nuovo percorso di
FARE 63
crescita, anche prendendo spunto da
altri paesi europei ad intensa attività
manifatturiera.
Nonostante i lacci ed i laccioli del
nostro sistema, l’Emilia-Romagna, si
con uguale forza. Nessuno ha fatto
mancare il suo contributo per raggiungere l’obiettivo: Stato, banche,
impresa, sindacati, lavoratori. Nel nostro caso il primo tassello mancante
presenta ancora competitiva per peculiarità dei distretti, modelli di produzione e segmenti di mercato. Siamo la regione più simile al contesto
tedesco, su cui confluisce, oggi, l’80%
del nostro export.
La Germania però, ha avviato da oltre una decade un percorso che ha
portato ad importanti riforme di sistema, consentendole di diventare la
locomotiva d’Europa. Questo se da
un lato non deve automaticamente
comportare un nostro appiattimento
sul modello tedesco, difficilmente
applicabile “tout court”, dall’altro ci
può fornire spunti molto interessanti
per il nostro futuro percorso.
Cardine della riforma tedesca è stata
la comunanza di intenti: tutti insieme, tutti nella stessa direzione, tutti
è proprio rappresentato dallo Stato,
soprattutto nella pianificazione della
politica industriale del paese. Pensiamo solo alla recente crisi finanziaria
ed ai riflessi che ha avuto sulla economia, sulla società e sulla politica.
Riflessi che hanno imposto alle nostre imprese, come mai in passato, di
“nuotare da sole”.
Concordo pienamente con quanto
più volte espresso dalla nostra Presidente Emma Marcegaglia, gli imprenditori sono rimasti soli. Abbiamo bisogno, urgente, di un collegamento diretto e semplice tra imprese
e politiche industriali a supporto
della nostra crescita.
Andando avanti, ritengo che lo
spunto dato dalla riforma federalista
tedesca, consenta di concentrarci di
64 FARE
più sul nostro contesto territoriale
che, come dicevo poc’anzi, più di altri nel Paese assume le caratteristiche
di “regione tedesca”. Prendiamo
spunto dalla generale spinta federalista che sta finalmente prendendo
piede (pur con diverse sfumature)
anche nel nostro paese. Sono convinto sia possibile costruire un nuovo percorso proprio partendo da
qui, dal nostro contesto regionale,
avviando un confronto costruttivo
con tutte le istituzioni del territorio,
con le altre associazioni di categoria,
con il mondo bancario, con le organizzazioni sindacali, per arrivare insieme alla definizione di un nuovo
“modello di competitività”, cercando, pur nei rispettivi ruoli, di perseguire l’obiettivo comune di rafforzarci, mantenendo “in loco” solide
basi produttive. E qui senza grandi
proclami, il primo vero concreto sostegno ce lo aspettiamo dalla nostra
Regione. Il Governo “centrale” a
noi più vicino, che si è più volte
contraddistinto in buone pratiche ed
in buona amministrazione. Ma vorrei
richiamare l’attenzione anche sugli
“altri governi” con cui interagiamo,
la Provincia e le 60 amministrazioni
comunali (fra cui Bologna) del nostro comprensorio. E’ da molti anni
che ci interroghiamo su modelli di
federalismo fiscale, sullo sgravio di
inutile burocrazia; oggi non è più
rinviabile un passo in avanti. Gli imprenditori avvertono l’esigenza di
avere norme e prelievi fiscali omogenei nei diversi comuni, più semplici nelle forme di prelievo e di calcolo. Lavoriamo per l’obiettivo comune di contenere l’impatto della fiscalità locale sui nostri bilanci. Alla
nostra Provincia, così attenta alla dimensione industriale del nostro ter-
ritorio, chiediamo di sostenere il
percorso delle aree Metropolitane,
assicurandoci sin d’ora che le stesse,
saranno sinonimo di sinergie e risparmi: un nuovo esempio virtuoso
di collaborazione territoriale che
non dimentichi il ruolo centrale di
Bologna. E parlando della nostra
città, voglio sottolineare, anch’io,
l’importanza del tema della centralità. Alla neo amministrazione comunale, oggi il difficile compito di declinare un progetto che consenta
prima di tutto di recuperare terreno
e tempo perduto. Lo sviluppo di un
territorio, è subordinato inevitabilmente alla condivisione ed al supporto dei principali stakeholder, ri-
nostre migliori risorse: posizione
geografica e cultura manifatturiera.
La nostra posizione geografica, tra
l’altro ci rende possibili hub per
molti mercati esteri; la stretta vicinanza a Milano, Firenze, consente di
vedere Bologna come loro prima
periferia e viceversa. Un’occasione
da non perdere, soprattutto nell’ottica dell’Expo 2015 a Milano.
La moltitudine di nicchie di prodotto, vere e proprie scuole di alta manifattura nei diversi settori industriali:
dalla meccanica, all’alimentare, al biomedicale, fanno di Bologna una città
interessante su cui si deve tornare ad
investire seriamente.
Nella definizione del percorso di cre-
cordiamoci in questo il modello tedesco: tutti insieme, tutti nella stessa
direzione, tutti con uguale sforzo,
nell’interesse del progetto generale.
Sindaco Merola, a lei il compito di
tracciare la via, da parte nostra il suggerimento è quello di sfruttare le
scita e ritrovata centralità, una leva
importante, soprattutto per le imprese, sarà quella della ricerca e dell’innovazione.
LE IMPRESE E LA RICERCA
Su questo specifico argomento voglia-
mo, e qui mi rivolgo nuovamente alla
Regione, una strategia concreta, progetti con una credibile massa critica.
Evitiamo competizioni inutili tra attori deboli.
In questo dobbiamo incidere anche
noi, imprenditor i, con maggiore
coinvolgimento nella fase di programmazione, e non solo a livello regionale: mi riferisco al momento in
cui vengono identificate le priorità
in sede comunitaria. Lavoriamo per
far emergere la domanda e le idee
per l’innovazione, facciamo in modo
che i giovani possano esprimersi non
in alternativa, ma utilizzando al meglio il bagaglio di esperienza di chi
ha costruito e consolidato il nostro
tessuto industriale. Non serve uno
scontro generazionale, serve un metodo per comunicare e disegnare
nuove progettualità non per ricevere
eventuali limitati finanziamenti ma
per vincere nella competizione. In
questo è evidente la necessità di avere
un mondo della ricerca pubblica al
nostro fianco, con una funzione di
stimolo reciproco. Una ricerca pubblica dove debbono vincere i migliori, senza trucchi e clientele. In questo
vogliamo che il nostro interlocutore
privilegiato ridiventi l’Università di
Bologna, con cui definire anche le
nostre priorità formative; Università
di Bologna che, uscendo da logiche
di autoreferenza, possa costituire il
perno per future collaborazioni con
le più qualificate Università del mondo. Senza illuderci che per questo saremo un’oasi nel deserto della burocrazia pubblica, ma sapendo di avere
una marcia in più rispetto al resto del
paese. Dobbiamo ridurre il divario
che oggi c’è tra impresa e il resto del
territorio quando si parla di ricerca,
di scuola, di giovani.
FARE 65
LA PRIORITA’:
SENZA GIOVANI NON C’E’
CONTINUITA’
A tale proposito una considerazione
prioritaria riguarda i giovani ed il
mondo del lavoro. I dati di cui disponiamo non sono allarmanti, sono
devastanti.
Nella fascia tra i 15 e i 24 anni l’occupazione Italiana è di 30 punti inferiore a quella di Regno Unito e
Germania. Nel 2010 i giovani sotto i
29 anni fuori dal circuito lavorativo
e dall’istruzione sono saliti a 2,1 milioni. Uno spreco immane di energie, di risorse di entusiasmo.
E andando oltre la lettura dei dati, e
calandoli ancora una volta in una visione imprenditoriale, vedo che questa condizione giovanile crea crescenti divaricazioni sociali e generazionali.
66 FARE
Da un lato ci sono imprese che
chiudono perché non hanno trovato
il testimone, a cui affidare la continuità. Dall’altro lato ci sono giovani
in gamba che lasciano il territorio
perché non hanno trovato un adeguata opportunità di lavoro. E ancora. Da un lato ci sono aziende che si
trascinano professionalità inadeguate
perché imbrigliate in forme rigide di
lavoro, dall’altro ci sono neolaureati
che accedono al primo impiego in
grande ritardo rispetto alla media
europea, con effetti economici e sociali devastanti. Ritardo nella acquisizione di una propria autonomia,
peso aggravato sui bilanci famigliari
dei genitori. C’e’ una nuova povertà
che emerge legata anche all’eccessivo
carico fiscale sui salari, il cui aumento non può sempre gravare sull’im-
presa. Per questi temi dobbiamo ricordare che Bologna oggi, pur partendo da posizioni virtuose, che ho
volutamente sottolineato, tende purtroppo a non essere diversa dal resto
d’Italia. Si sta creando una generazione sfiduciata, disillusa,che non
s’impegna perché non trova sbocchi
e non vede per se un futuro.
Perdiamo molti bravi giovani che se
ne vanno all’estero.
E non mi riferisco solo ai cosiddetti
“cervelli” che potrebbero rappresentare una elite, ma anche a ragazzi che
non trovando un normalissimo lavoro sul nostro territorio lo cercano e
spesso lo trovano altrove. Una “gene-
razione di scoraggiati” non si riproduce né economicamente, né demograficamente, e genera senza colpe
un pericoloso circolo vizioso.
Cosa fare? Non ci sono ricette pronte.
E’ un tema importante su cui l’Associazione, a mio avviso, dovrà dedicare tempo e risorse, avviando sin da
subito un dialogo con le Istituzioni,
perché si ricrei un circolo virtuoso
di relazioni e di funzioni. Occorre
una scuola capace di riconoscere il
merito, occorrono esempi diffusi di
gente giusta al posto giusto. Dobbiamo recuperare parole e concetti
estinti, meritocrazia, valori etici, diritto a crescere, diritto a (come si diceva una volta) “fare fortuna” .
Per cogliere gli obiettivi occorre stimolarci anche con nuove sfide.
Bologna vuole essere presente in
prima linea su questo tema, per limitare la precarietà del lavoro giovanile
e accrescere la vicinanza con il mondo della scuola.
Emma, hai trattato a lungo il tema
dei giovani nella recente assemblea
generale.
Unindustria Bologna è a tua completa disposizione per sperimentare
nuovi modelli contrattuali e di relazioni che possano essere una soluzione a questo problema.
CONCENTRIAMO LE
RISORSE “CHE PER
DEFINIZIONE SONO SCARSE
E SI CONSUMANO”
Infine un ultimo punto di metodo.
Dobbiamo lavorare su progetti di
grande dimensione, che colpiscano a
fondo le priorità delle imprese e di
conseguenza il territorio .
In tempi di risorse scarse, se davvero
vogliamo contribuire a portare sul
nostro territorio qualche possibilità
di cambiamento e di ripresa, dobbiamo tutti perseguire la politica di pochi progetti qualificati e, se ci riusciamo, possibilmente condivisi.
Dobbiamo far rete con la Regione,
con la Provincia, con i Comuni, con
la Camera di Commercio, con gli
Enti e le Istituzioni che operano sul
territorio, con i sindacati, auspicabilmente uniti. Dobbiamo evitare la dispersione a pioggia di risorse, sempre
meno abbondanti, che nessun concreto e duraturo beneficio apportano, se parcellizzate in mille rivoli.
In questo la nostra associazione potrà
fungere da stimolo, aperta più che
mai a confrontarsi e collaborare con
tutti gli attori del nostro sistema.
CONCLUSIONI
In sintesi, e mi avvio a concludere, le
considerazioni che oggi abbiamo
condiviso sono la base del prossimo
quadriennio, in cui insieme ai colleghi imprenditori, con molte sfumature, ci siamo tutti riconosciuti: centralità dell’impresa manifatturiera e
del suo modello di filiera, per cresce-
re nei mercati.
- un nuovo patto sociale che partendo dalla Regione, supporti la crescita
delle imprese.
- la priorità “giovani” per la continuità delle nostre imprese e del territorio.
- un metodo di lavoro che identifichi pochi grandi progetti, possibilmente condivisi.
Vorrei però ricordare che tutti questi
punti presuppongono, trasversalmente, una nuova generazione di relazioni virtuose con il mondo del lavoro.
Per arrivare a questo sintetico sommario ognuno di noi ha rinunciato a
qualche specificità, ma noi imprenditori, sappiamo bene che se non investiamo del nostro, portiamo a casa
ben poco: tutto ciò che può rivelarsi
utile ha dei costi da pagare. Dunque
grazie ancora a tutti gli Associati per
questa voglia di innovazione che
pretendiamo sia valutata positiva-
FARE 67
mente dalla politica, dalle istituzioni,
dalla società. Non vogliamo applausi
e complimenti ma occasioni ed opportunità per crescere.
Questi ultimi anni hanno lasciato in
eredità, alla nostra città, una stagnazione pressoché totale, sotto ogni
profilo. Dalla nostra angolatura, la
crisi, la chiusura di importanti realtà
manifatturiere, la dice lunga e potrebbe essere anche un indicatore
della qualità delle politiche pubbliche a sostegno dell’industria.
Ogni impresa che fallisce è anche un
fallimento istituzionale.
Molti fattori hanno contribuito ad
uno stato di malessere diffuso e di
sfiducia complessiva, che in parte ci
hanno privato di un patrimonio comune, che in anni e anni i nostri genitori, e prima di loro i nostri nonni
avevano contribuito a formare.
Oggi siamo a un punto di possibile
inversione di tendenza che potrebbe
portarci definitivamente fuori dalla
crisi. Personalmente rifiuto l’atteggiamento di chi coglie solo segni di
difficoltà e, allo stesso tempo, non
cedo all’euforia per questi primi,
buoni segnali di r ipresa, che nei
mercati stiamo cogliendo.
Ma è anche vero che le crisi sono
ormai cicliche, ravvicinate, strutturali
per alcuni aspetti, e bisogna essere
attrezzati ai nuovi scenari, in cui crescono nuovi mercati, nuovi attori
68 FARE
competitivi, alcuni dei quali operano
in mondi con meno regole.
Noi non vogliamo portare indietro le
lancette dell’orologio, con sistemi
privi di regole, sarebbe anche sconveniente. Ma dobbiamo essere tutti
consapevoli, dello sforzo necessario
per tornare ad essere competitivi ed a
poter crescere. Non dobbiamo perdere questo momento, perché potrebbe passare molto tempo prima
che si riverifichino le stesse condizioni, e forse molti di noi potrebbero
dar segni di stanchezza. E’ tempo di
cambiare natura delle relazioni, di ridurre le conflittualità da avanspettacolo. E’ tempo di prendere bene coscienza di tutte le funzioni dell’impresa. Non solo per gli aspetti di ruolo sociale, ma anche per il ruolo fondamentale che la generazione di ricchezza, la stabilità dei posti di lavoro,
l’equità salariale rispetto ad una capa-
che siano chiare, trasparenti e funzionali al bene di tutti. Ricordo sempre
una indicazione che ho ricevuto nella mia formazione che si riferisce alla
assoluta necessità di non trovarsi mai
nella posizione di chi facendo male
agli altri, fa male a se stesso: le corret-
Nelle settimane successive il Consiglio Direttivo di Unindustria Bologna
ha nominato i componenti del Comitato di Presidenza per il quadriennio
2011-2015:
Sonia Bonfiglioli
(Presidente del settore metalmeccanico di Unindustria Bologna, AD di Bonfiglioli Riduttori SpA);
IL COMITATO DI
PRESIDENZA E LA
DIREZIONE
te relazioni ed il bene delle parti è la
base di un vero e duraturo successo.
Dunque un impegno, per un lavoro
condiviso, per una contrattazione costruttiva e soddisfacente per le parti,
tutto per riprendere il percorso della
Roberto Kerkoc
(Rappresentante della media impresa
di Unindustria Bologna, AD di Tecnoform SpA);
Sandra Samoggia
(Vice Presidente del settore cartografico di Unindustria Bologna, AD di Supercolor Srl);
Romano Volta
(Presidente di Datalogic SpA).
Alberto Vacchi ha indicato Roberto
Kerkoc per la carica di Vice Presidente Vicario dell’Associazione.
Nicola Pizzoli
(Presidente del settore alimentare di
Unindustria Bologna, AD di Pizzoli SpA);
Nominati anche gli altri 3 Vice Presidenti, nelle persone di Angelos Papadimitriou, Daniele Salati Chiodini, Romano Volta.
Infine, si conferma invitato permanente
ai lavori del Comitato di Presidenza il
Rappresentante della piccola impresa
Massimo Cavazza, Vice Presidente
nazionale della piccola industria di Confindustria.
Daniele Salati Chiodini
(AD di Omega Taglio Foodtech Srl);
Tre i membri di diritto del Comitato di
Presidenza:
Angelos Papadimitriou
(AD di G.D SpA);
il Presidente di AnceBologna
Luigi Amedeo Melegari
ALBERTO VACCHI
il Presidente della Delegazione imolese
Marco Gasparri
il Presidente dei Giovani Imprenditori
Gian Guido Riva.
cità di restare sui mercati, generano
sulla qualità della vita. Lasciandosi alle spalle contrapposizioni troppo
ideologiche, che hanno pregiudicato
spesso la possibilità di un confronto,
dobbiamo evolvere verso relazioni
anche regolate da dibattiti aspri ma
ROBERTO KERKOC
ANGELOS PAPADIMITRIOU
DANIELE SALATI CHIODINI
ROMANO VOLTA
SONIA BONFIGLIOLI
NICOLA PIZZOLI
SANDRA SAMOGGIA
LUIGI AMEDEO MELEGARI
crescita che ci ha consentito di essere
imprese che hanno saputo fare il bene
di tutti, di un territorio, di una nazione, ed oggi sono presenti nel mondo.
Questo sarà il nostro impegno.
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MARCO GASPARRI
GIAN GUIDO RIVA
MASSIMO CAVAZZA
Cesare Bernini assume dal 1 settembre il ruolo di consigliere delegato per
il raggiungimento di specifici obiettivi
definiti dalla Presidenza, lasciando, a
conclusione del quadriennio costituente, la conduzione della Direzione a Tiziana Ferrari, Direttore Generale di
Unindustria Bologna dal 1 settembre.
Tiziana Ferrari, 37 anni, laureata alla
Facoltà di Economia dell’Università di
Bologna, è stata negli ultimi quattro
anni il diretto referente del direttore
generale Cesare Bernini, che ha supportato sin dall’inizio il suo percorso di
crescita.
FARE 69
ARTICOLO
DI
copertina
3
assemblea 2011
GLI IMPEGNI
DEL SINDACO MEROLA:
PIANO URBANISTICO,
INFRASTRUTTURE, UNIVERSITÀ
“O
ra che è tornata la politica c'è
un consiglio comunale, c'è un
sindaco, è il momento per
creare insieme le condizioni
per un nuovo inizio". Con
questo messaggio, il neo sindaco di Bologna Virgino Merola, ha
rivolto un saluto all'assemblea generale di Unindustria. Al primo cittadino di Bologna gli industriali chiedono di “tracciare la via” per il rilancio
economico della città e del suo territorio. “Il nostro primo impegno
deve essere occuparci di lavoro e
crescita per la nostra città – ha detto
Merola confermando l'attenzione
dell'Amministrazione al piano strategico chiesto dal mondo produttivo.
“Dobbiamo assicurare al massimo i
temi attuativi che sono stati fermi
per un anno e mezzo”, ha aggiunto
il sindaco indicando tra le priorità la
realizzazione del piano urbanistico, la
definizione del sistema infrastrutturale, le relazioni con l'Università. Nel
suo breve intervento di fronte alla
platea degli industriali bolognesi,
Merola ha raccolto l’allarme lanciato
da Alberto Vacchi che nel suo primo
discorso da leader di Unindustria ha
parlato di una generazione di "giovani scoraggiati che non si riproduce
né economicamente né demografi-
70 FARE
camente". “Occorre un patto chiaro
e forte con l'Università. Abbiamo bisogno, a cominciare dal Polo tecnologico, di concentrare intelligenze, di
più avanguardie del sapere e di molti
luoghi di scienza. Bologna deve tornare ad essere protagonista della propria ripresa economica scommettendo su cultura, ricerca e creatività
giovanile.” La svolta ecologica per
Bologna promessa dal neo sindaco
può essere la grande occasione per il
rilancio del sistema produttivo territoriale. “Crediamo in un’alleanza civica per la svolta verde che produca,
anche con percorsi partecipati, cambiamenti negli stili di vita individuali
a fianco di trasformazioni strutturali
della nostra economia, per ridurre il
debito ambientale che lasceremo alle
generazioni future. Il ruolo dei territori e la loro capacità di attrarre persone e investimenti dipenderà sempre di più dalla qualità globale che
sapranno esprimere. Da questo punto di vista scommettere sull’ambiente non è solo la premessa per uno
sviluppo sostenibile ma è in se stessa
un’opportunità anche sotto il profilo
economico”. (m.p.)
”
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FARE 71
ARTICOLO
DI
4
assemblea 2011
copertina
LA LOCOMOTIVA
DELLA CRESCITA EUROPEA
di Marcello Pierdicchi
Dice il giornalista
Oscar Giannino:
è la Germania
l’esempio da
seguire.
In Italia la politica
cerca il consenso
a scapito delle
riforme
72 FARE
“Dieci anni fa la Germania era considerata il malato d’Europa, l’economia non cresceva, il debito pubblico
e la disoccupazione raggiungevano
livelli record. Oggi, dopo essersi data
e aver raggiunto alcuni importanti
obiettivi, è uscita rafforzata della crisi
economica mondiale, ed è tornata a
trainare la crescita europea come una
locomotiva”. Per Oscar Giannino,
giornalista economico, ospite dell’assemblea generale di Unindustria Bologna, "la Germania è l'esempio da
seguire ma in Italia la politica cerca il
consenso a scapito delle riforme".
Nel suo intervento Giannino ha sottolineato le differenze tra il sistema
economico tedesco e quello italiano
partendo proprio dalla ricetta del
miracolo tedesco. “In Germania,
quando ancora nessuno aveva previsto il deflagrare della crisi, la politica
ebbe la lungimiranza di intraprende
la via delle riforme. Come? Con un
rigido tetto alla spesa pubblica fissato
a livello costituzionale per azzerare il
debito entro il 2015 e un patto d'acciaio tra aziende e sindacati in base
al quale gli operai si impegnano, all'insegna della competitività, a lavorare di più allo stesso salario in cambio dello stop a delocalizzazioni e licenziamenti. Un modello che ha
permesso alla Germania di abbassare
la pressione fiscale, mantenere la pace sociale entro i propri confini e
conquistare con i suoi campioni nazionali (Volkswagen-Audi e Siemens
per fare solo due esempi) i mercati
asiatici”. Rigore pubblico, competitività delle imprese, buona politica e
cooperazione tra imprese e lavoratori, la Germania chiuderà il 2011 con
una crescita del Pil di oltre il 3%, tre
volte più alta di quella italiana, una
pressione fiscale e una spesa pubblica
scesa di 6 punti di Pil negli anni prima della crisi e una quota export
sempre più alta. “L'esempio da seguire, nei primi anni Duemila, era
dunque a portata di mano per l'Italia, che tuttavia ha perseverato, allora
e più tardi, nel suo atavico vizio: utilizzare la spesa pubblica per coltivare
il consenso” ha sottolineato Giannino dicendosi poco fiducioso sulla
nostra politica, incapace di riformarsi, di fare le riforme e di saper fare
scelte di discontinuità. Sulle politica
economica dell’attuale esecutivo ad
esempio dice: “In Italia occorre tagliare la spesa pubblica, non con tagli lineari come sta facendo Tremonti ma concentrando le risorse
solo su alcune settori strategici”. Sul
futuro Giannino vede però un rischio anche per la Germania. “L’eurodebito è un rischio ancora aperto
e la crisi si può allargare senza interventi forti a difesa della moneta unica. Per i politici tedeschi sarà un
problema spiegarlo alla propria opinione pubblica, ma anche per la
Germania l’euro resta un grande
strumento di competitività”.
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FARE 73
ARTICOLO
DI
5
assemblea 2011
copertina
Winkelmann
il made in Italy è un valore aggiunto
ma servono organizzazione e dimensione aziendale
ITALIA GERMANIA
A CONFRONTO
di M. P.
di M. P.
Due sistemi industriali competitivi,
due paesi diversi, visti
da Rudolf Colm
e Stephan Winkelmann,
manager tedeschi
con una lunga esperienza
nel nostro Paese
74 FARE
Stephan Winkelmann, presidente di Automobili Lamborghini
Il fascino e l’appeal di uno dei brand
più rappresentativi e di successo del
Made In Italy con alle spalle la solidità del numero uno europeo e big
global player mondiale dell'auto. E’
questo il binomio vincente di Automobili Lamborghini, dal 1998 azienda del Gruppo Volkswagen con salde
radici a Sant’Agata Bolognese. Alla
sua guida da sei anni c’è Stephan
Winkelmann. Il manager tedesco è
stato insignito dell’onorificenza di
Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per il suo
impegno nel rilancio del brand Lamborghini, che oggi vanta una posizione di vertice nel panorama automobilistico mondiale ed è un esempio di
eccellenza nazionale ed internazionale nel campo delle supersportive.
Winkelmann, intervenendo all’assemblea di Unindustria Bologna è partito
dal valore dell’italianità di un prodotto. “Le nostre vetture piacciono perchè sono Lamborghini in tutto e per
tutto: estreme, originali, forti e grintose, con uno stile inconfondibilmente italiano. Rappresentano un ineguagliabile connubio di potenza ed
esclusività stilistica”. Il made in Italy
per il presidente della casa automobilistica del toro è un grande valore aggiunto ancora riconosciuto nel mondo. Oggi però “creatività, stile e bellezza non bastano più se non sono
accompagnati da una organizzazione
e una dimensione aziendale adeguata
per competere sui mercati internazionali”. Da quando è arrivato a Sant’Agata Bolognese Winkelmann ha condotto una strategia di business incentrata su alcune linee guida, con l’obiettivo di fare di Lamborghini il
brand di supersportive più desiderabile e ambito del mondo. “Per prima
cosa siamo partiti dal prodotto, articolato in due linee di modelli con i
loro derivati: Gallardo e Murciélago.
Parte della strategia in questo ambito
è sempre stata la promessa di lanciare
almeno un nuovo prodotto ogni anno”. Gli ingenti investimenti in ricerca e sviluppo, occupano tuttora una
parte significativa del fatturato totale
dell’azienda e hanno condotto Lamborghini al raggiungimento di posizioni di vertice, ad esempio, nel cam-
po dell’ingegneria leggera e nello sviluppo avanzato delle tecnologie basate sulla fibra di carbonio. Il secondo
pilastro principale della strategia
Winkelmann è quello dall’internazionalizzazione. “Oggi per essere leader
bisogna essere presenti su tutti i mercati, per questo motivo abbiamo sviluppato una forte espansione della rete commerciale al fine di massimizzare la penetrazione di questi mercati.
La Cina è diventata il nostro secondo
mercato di riferimento e in pochi anni Lamborghini ha raddoppiato il numero dei suoi concessionari mondiali”. Infine, il legame con il territorio.
“Da quando sono arrivato a Sant’Agata Bolognese il numero di occupati
è cresciuto del 22%, i rapporti con la
scuola e l’università si sono stretti
sempre di più, è aumentato il numero
di tirocini e delle borse di studio”.
Legame con il territorio significa anche attenzione all’ambiente. “Con il
passaggio alla proprietà tedesca, Lamborghini ha fatto propri gli obiettivi
del piano ambientale del Gruppo
Volkswagen – ha concluso Winkelmann - Nella la nostra sede abbiamo
installato un nuovo grande impianto
fotovoltaico che, insieme ad altri interventi, permetterà una riduzione
del 35% di emissioni entro il 2015”.
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FARE 75
Colm
cos’è che fa la differenza?
Federalismo e relazioni industriali
di M. P.
Rudolf Colm, presidente di Bosch Italia
Una struttura federale dello stato in
grado di garantire un miglior supporto alle imprese, la partecipazione
attiva dei lavoratori nei processi decisionali delle aziende attraverso la
cogestione, imprese più grosse per
competere sul mercato globale. Secondo Rudolf Colm, membro del
Board of Management della Robert
Bosch GmbH e presidente di Bosch
Italia, sono questi i tre principali
fattori alla base del differente andamento dell’economia tedesca da
quella italiana. Colm, intervenendo
all’assemblea di Unindustria Bologna ha più volte sottolineato il ruolo fondamentale che hanno i Lander in Germania. “Il radicato federalismo e il fatto che i Länder siano
gli attori fondamentali della politica
industriale è un grosso aiuto per le
aziende tedesche, specie per quelle
76 FARE
che vanno all’estero. In Cina sanno
che gli imprenditori tedeschi portano progetti e investimenti perché
hanno alle spalle uno stato forte.
Questo in Italia non c’è ancora, da
noi il supporto della politica è sicuramente più sostanzioso”. L’altro
elemento che differenzia maggiormente i due sistemi economici è
per Colm quello delle relazioni industriali. “La Germania ha varato
importanti riforme del mercato del
lavoro che ne hanno aumentato il
livello di flessibilità. Negli anni
Duemila in Germania è cominciato
un processo di evoluzione del sistema delle relazioni sindacali. Oggi il
contratto collettivo nazionale ha
ancora un peso significativo, ma il
50% circa delle aziende introduce
deroghe, concordate con il sindacato. È prevista la possibilità di sostituire il contratto nazionale con
quello aziendale, anche se tale possibilità è stata utilizzata solo dal 7%
delle imprese. In molte categorie
c’è un solo sindacato o comunque
prevalgono impostazioni unitarie.
Per proclamare uno sciopero serve
il consenso del 75% dei lavoratori
iscritti. Il fatto di avere un unico interlocutore per le imprese è importante. Attraverso la cogestione i lavoratori e le rappresentanze sindacali hanno un potere significativo
nella gestione dell'azienda e questo
ha aiutato a superare la crisi riducendo il costo del lavoro senza tagli
occupazionali”. La ricetta è stata
utilizzata da Bosch anche nel nostro
paese. “Nel 2010 siamo tornati a
crescere anche in Italia. Complessivamente, nei tre settori di business
in cui operiamo, la tecnica per autoveicoli, le tecnologie industriali e
i beni di consumo, il fatturato è salito a 2 miliardi di euro, il 25% in
più rispetto al 2009”. Risultati ottenuti, ha ricordato Colm, “grazie a
investimenti significativi”. Oggi in
Italia, nelle 16 società operative e nei
quattro centri di ricerca e sviluppo
della Bosch lavorano circa 5.400
persone. “Abbiamo superato bene la
crisi grazie anche agli accordi che
abbiamo raggiunto con i sindacati,
basati su nuovi modelli di flessibilità”. E oggi, nonostante le difficoltà
del sistema Paese, a partire dalle dimensioni aziendali spesso troppo
piccole per competere a livello globale, Bosch guarda ancora con interesse all' Italia. “Avere mantenuto i
livelli occupazionali nonostante la
crisi - conclude Colm - è già un
successo. Ma in alcuni stabilimenti
prevediamo di crescere ulteriormente, con gradualità e selettività”.
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FARE 77
ARTICOLO
DI
6
assemblea
copertina
di Antonella Zangaro
DOPO LA CRISI,
UNA GRANDE OPPORTUNITÀ
Emma
Marcegaglia:
per riagganciare
il futuro servono
scelte coraggiose,
puntando
sulle eccellenze
e lavorando
in squadra
78 FARE
FARE 79
P
iglio deciso e voce ferma, come
le sue parole. Emma Marcegaglia ha chiuso la giornata che ha
segnato l'avvicendamento tra
Maurizio Marchesini e Alberto Vacchi alla guida di Unindustria Bologna in una sala gremita e in un'atmosfera indubbiamente frizzante. Si
respirava fiducia martedì 7 giugno
all'Europauditorium e le parole del
presidente neo eletto hanno convinto tutti, a cominciare da lei, la leader
degli industriali, che ne ha apprezzato “la visione alta per grandi obiettivi”. “In bocca la lupo, Alberto!”, l'incoraggiamento lanciato dal palco.
Quindi il punto. Italia e Germania
sono i due sistemi messi a confronto
nell'assise che ha affrontato il tema
delle strategie utili per tornare a crescere. Emma Marcegaglia, respirando
l'ottimismo che circolava in sala ha
messo sul piatto obiettivi e buoni
propositi. “Il mondo ha superato la
crisi del 2008-2009 e quella che si
presenta ora è una grande opportunità”, ha spronato la platea. Il coraggio di saper fare scelte coraggiose
80 FARE
puntando sulle eccellenze e lavorando in squadra sono le chiavi di volta
per riagganciare il futuro. “Senza
paura”. Era già nel commiato di
Maurizio Marchesini l'incoraggiamento che fu di Beato Giovanni
Paolo II a non averne, di paura. Il
punto oggi è che se l'Italia può godere del vantaggio sull'Euro debito,
le note dolenti comunque non mancano. Prime preoccupazioni per la
numero uno degli industriali sono
un tasso di crescita del paese troppo
basso e un mondo del lavoro colpevole di fare troppi esclusi. Poi c'è il
nodo Basilea 3, un tema aperto. “Le
banche non devono avere regole
troppo stringenti sul credito” ha rincarato Marcegaglia che pone come
obiettivo un nuovo patto con gli
istituti di credito che “devono essere
al nostro fianco”. Qui la Germania
torna come modello vincente: “Il sistema bancario ha sorretto le imprese tedesche e Unindustria Bologna
deve contribuire ad aprire questa
strada”. L'impegno. Il palco di Bologna ha rappresentato anche l'ennesi-
ma occasione per parlare chiaro al
governo. “Occorre ridurre la spesa
pubblica - ha ammesso Marcegaglia
– ma non attraverso i tagli lineari”.
Di più. “Servono investimenti significativi in campi specifici” e, ricollegandosi all'intervento di Alberto Vacchi che guardava a una relazione dinamica con la Regione, ha esortato a
non tagliare i trasferimenti agli enti
virtuosi come l'Emilia-Romagna.
Ancora rivolta al governo, la numero
uno di Viale dell'Astronomia ha
chiesto una seria riduzione dei confini dello Stato in favore delle liberalizzazioni, a partire dalle aziende dei
servizi pubblici locali in perdita e
poi un segnale simbolico. “I costi
della politica hanno un'incidenza
molto bassa – ha ammesso Marcegaglia – ma se tutti dobbiamo fare sacrifici, anche la politica deve rinunciare ai suoi privilegi”. Gli imprenditori non chiedono soldi per le imprese ma solo la rimozione degli
ostacoli. Semplificazioni, dunque, più
libera concorrenza e una riforma fiscale che allenti la pressione sui lavoratori e sulle imprese e che dia la
certezza del diritto. Rivolta ai sindacati guarda all'esempio tedesco per
spiegare come la logica unitaria abbia condotto alla pace sociale. Emma
Marcegaglia affronta anche la questione dell'efficienza di Confindustria, delle relazioni con l'università
da sviluppare al meglio e un punto
fermo: “Noi siamo e restiamo indipendenti dalla politica. Non abbiamo paura di denunciare le cose che
non vanno. Questo è ancora un Paese sano dove rimanere a vivere e crescere e nel quale dare ai nostri figli
un futuro migliore”.
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FARE 81
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L’ASSEMBLEA DI UNINDUSTRIA BOLOGNA VISTA DALLE PAGINE DEI QUOTIDIANI
82 FARE
Il Resto del Carlino 8 GIUGNO 2011
“ ‘Nuovo patto sociale sul modello della Germania’ Alberto Vacchi incoronato presidente di Unindustria:
‘Tutti assieme per tornare davvero competitivi’ “
Il Resto del Carlino 8 GIUGNO 2011
“ ‘Per ripartire le banche diano più fiducia alle aziende’ Maurizio Marchesini chiude il mandato
e rilancia città metropolitana e Universiadi. ‘Da questa crisi si esce solo insieme. Basta antagonismi fuori dalla storia’ “
Corriere di Bologna 8 GIUGNO 2011
“Il sindaco: ‘la politica crei un nuovo inizio’. Merola davanti agli imprenditori dopo il debutto del consiglio comunale:
‘Una riforma per sburocratizzare’. ‘Sono d’accordo con Vacchi: servono pochi progetti concreti su cui convergere e definire chi fa che cosa’. ‘Dobbiamo partire dalla necessità di rilanciare la crescita economica e sociale.
Il nostro primo impegno deve essere occuparci di lavoro e di crescita’ “
L’Informazione - Il domani di Bologna 8 GIUGNO 2011
“E al governo Marchesini chiede di chiudere le vertenze generate con la roulette del click day
e cinque anni di credito d’imposta automatico per gli investimenti in innovazione”
Il Sole 24 Ore 8 GIUGNO 2011
“Unindustria Bologna mira a un nuovo patto. Il neopresidente Vacchi: ‘Priorità al manifatturiero e ai giovani’.
Modello a misura di Europa per produttività e relazioni sindacali”
Corriere di Bologna 8 GIUGNO 2011
“I sindacati (stavolta) in coro: ‘Interlocutore da apprezzare’. Dionigi: ‘L’Ateneo ci sarà’. Campagnoli: ‘Emerge una nuova
generazione’. Clima positivo in platea. Filetti: successione senza contrasti “
Il Resto del Carlino 8 GIUGNO 2011
“Apprezzamento dai sindacati: ‘Vediamoci prima possibile’. E Merola: ‘ora dobbiamo creare insieme un nuovo inizio’ “
Repubblica Bologna 8 GIUGNO 2011
“Vacchi lancia il patto per Bologna. Il neo presidente di Unindustria: ‘Ora tutti insieme per rilanciare la città’ “
Il Sole 24 Ore 8 GIUGNO 2011
“Marcegaglia: serve un’intesa rapida sulla rappresentanza. Il modello tedesco resta il riferimento”
Il Sole 24 Ore Centro Nord 8 GIUGNO 2011
“Bologna scommette sui piccoli. Buon recupero per i 2mila associati ma la crescita tedesca resta un miraggio. Il neopresidente Vacchi: focus sull’anello debole della filiera”
L’Unità Emilia Romagna 8 GIUGNO 2011
“Il nuovo presidente Vacchi a Merola: lavoriamo insieme”
FARE 83
innovazione
Il Club
degli Innovatori
di Cristina Galli
Opera in Unindustria Bologna dal
2008: imprenditori, docenti, esperi
che si confrontano attraverso
seminari tecnici e di management,
presentazione di best practices,
benchmarking tra imprese.
84 FARE
Innovare non solo prodotti, ma soprattutto processi e organizzazione.
E’ questa la sfida del Club Innovatori, nato tre anni fa in seno ad Unindustria Bologna con l’obiettivo di
creare spazi di confronto e di dibattito tra imprenditori ed esperti su
questo tema così strategico per le
imprese.
Del resto proprio l’innovazione, insieme alla internazionalizzazione e
alle risorse umane, è la risposta per
riuscire a riposizionarsi sui mercati
dopo la grande crisi strutturale che
ha sconvolto l’economia mondiale.
Proprio da Confindustria, nel 2008,
venne dato grande impulso alla necessità di innovare con il progetto
IxI., una idea alla quale Unindustria
Bologna aderì dando appunto vita al
Club, che lanciò con un grande evento dedicato al senso dell’innovazione.
Oggi il Club vanta oltre 270 membri, di cui 205 appartenenti ad imprese associate, mentre gli altri sono
imprenditori di altre province, consulenti, enti, istituzioni. Sì, perché la
partecipazione al Club prevede un
accesso automatico alle aziende associate ad Unindustria, ma è aperta anche alle imprese non associate, ad
esperti e tecnici del mondo universitario, ad intermediari finanziari.
Mission di tipo culturale e di stimolo
all’innovazione in senso lato - di
prodotto e ancor più di processo ed
organizzativa -; modalità di attuazione della mission attraverso seminari
tecnici e di management, presentazione di best practices, benchmarking tra imprese; una comunicazione snella sia formale, attraverso i
canali di Unindustria, sia informale
attraverso il Club medesimo nelle
pagine web del sito associativo dedicate. Forte di queste caratteristiche il
Club dalla sua costituzione ad oggi
ha dato vita in proprio, o ha partecipato in collaborazione, ad una ventina di rassegne ed iniziative, senza
contare gli incontri di taglio seminariale, con il coinvolgimento di oltre
800 partecipanti.
Ma il fiore all’occhiello è sicuramente il manuale sulle regole per innovare, una sorta di Iso 9000 dell’innovazione messo a punto da Gianmarco Biagi. L’implementazione in itinere del manuale è giunta alla definizione di un prodotto editoriale
che nel 2011 troverà uno sbocco
convegnistico e applicativo presso
aziende pilota.
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FARE 85
innovazione
A battesimo
discutendo del “Senso
dell’innovazione”
“In diretta dal futuro”
Nato per essere uno spazio di confronto e di stimolo culturale all’innovazione che, in un ambiente
friendly, intende raccordare le informazioni e i protagonisti del mondo
imprenditoriale con quello della ri-
Le aziende sono per lo più abituate a
concepire innovazioni di prodotto
con un orizzonte temporale di due o
tre anni al massimo.
Ma la vera innovazione, quella che
cambia profondamente il modo di
cerca e della finanza, il Club degli
Innovatori di Unindustria Bologna
fu ufficialmente presentato il 18
marzo 2008 nell’ambito dell’evento
“Il senso dell’Innovazione” , che tenne a battesimo il progetto con una
parata di big del mondo associativo,
dell’impresa e della ricerca.
Ad accompagnare la genesi del Club
fu un check up di autovalutazione
sul tema innovazione eseguito on line dalle stesse imprese bolognesi sulla base di un questionario elaborato
da SDA Bocconi e IBM Italia.
Un lavoro preparatorio che ha potuto fornire al Club spunti di riflessione utili per determinare obiettivi
realistici e azioni conseguenti.
essere e di agire degli utenti-clienti,
nasce da visioni più coraggiose, più a
lungo raggio.
Comprendere la traiettoria e le potenzialità delle tecnologie o dei modelli organizzativi emergenti è una
necessità tanto più sentita nelle fasi
di crisi, come quella che stiamo attraversando da alcuni anni, in cui
possono maturare peraltro innovazioni capaci di ravvivare l’interesse
dei clienti e dei consumatori.
E proprio per andare in questa direzione e cercare di immaginare come
potrà essere la nostra società tra una
decina d’anni, il Club degli Innovatori organizzò “In diretta dal futuro”, il convegno del 16 febbraio
2009 al MAMbo con la partecipazione straordinaria del prof. Vito Di
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86 FARE
Enertour in Alto Adige
sulle fonti rinnovabili
Alla Kart Factory di
Castellanza
per studiare la “lean
production”
Bari, docente alla Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano e
dell’Università Bocconi, ma soprattutto “guru” dell’innovazione tra i
più ascoltati e autore di libri di grande successo.
Di Bari ha lasciato agli imprenditori
bolognesi numerosi spunti sui quali
riflettere: la tecnologia non è né
buona, né cattiva e nemmeno neutrale, va nelle direzioni che la società
desidera; entro il 2020 non si affermerà nessuna nuova tecnologia destabilizzante paragonabile a quelle
emerse negli ultimi 20 anni (pc, telefono cellulare e Internet), ma assisteremo ad una crescita a dismisura e
a molteplici intrecci tra quelle esistenti (ad esempio arriveremo a scaricare da internet funzioni per personalizzarci i prodotti che acquistiamo, con una inevitabile crescita del
mercato dei servizi); il tempo libero
diventerà il nuovo lusso dell’Occidente.
In tale quadro, secondo Di Bari, il
nostro Paese, che l’imprenditorialità
l’ha nel sangue, non può pensare che
le piccole e medie imprese continuino a essere in prima linea a scommettere da sole sul futuro, senza il
sostegno dell’intero sistema.
Due giorni per capire come in Alto
Adige si mette in pratica l’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili. Il Club innovatori di Unindustria Bologna ha partecipato, nel
giugno del 2009, a uno speciale Ener-
Nel novembre 2010 il Club Innovatori ha coronato il suo impegno pluriennale nel divulgare principi e best
practice nel campo dell’innovazione,
organizzando una iniziativa sul tema
del Lean thinking.
tour organizzato dall’area Energia &
Ambiente del Tis innovation park. La
trasferta rientra nel quadro di quelle
attività di benchmarking con le realtà
più avanzate, che il Club promuove
per stimolare le imprese bolognesi ad
essere innovative. Nel corso dell’Enertour i rappresentati dell’Associazione
hanno appreso direttamente dai tecnici e dagli amministratori di Campo
Tures come quel comune stia intraprendendo la strada verso l’emissione
zero di CO2; inoltre hanno visitato la
prima scuola energeticamente attiva a
Laion. Una iniziativa seguita dal Club
con grande interesse, visto che il tema
energetico sarà uno di quelli strategici
per gli anni a venire.
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Si è trattato di una trasferta riservata
ad una numero di soggetti particolarmente motivati che – dopo la partecipazione ad altre analoghe iniziative presso Ducati Motor e Automobili Lamborghini – sono stati
ospitati dalla Kart factoryTM della
società Jmac (presso la Libera Università Carlo Cattaneo a Castellanza,
Varese) per una intera giornata sul
tema “Lean production: un’esperienza sul campo”.
Originariamente il Lean Management Practical Training Programme
è stato sviluppato da JMAC Scandinavia per conto della Swedish Automotive Supplier nel 2006-2007 e
parzialmente finanziato da un fondo
governativo Svedese (MERA Research Found). Il centro di formazio-
ne è situato presso l’Innovatum Teknikpark (Trolhattan), ente no-profit
per la collaborazione interaziendale,
che è stato coordinatore dello sviluppo dell’iniziativa e contribuisce
alla sua promozione.
La Kart Factory è contemporaneamente un “luogo” ed un “modo” di
fare formazione sulle tematiche del
miglioramento e della Lean Production, ideato in modo da garantire la
massima efficacia e concretezza nello
sviluppo del “saper fare”.
Obiettivo della giornata è stato quello di fornire ai partecipanti i concetti
base e gli strumenti fondamentali
per realizzare in azienda la trasformazione snella, modificando processi
e ambiente di lavoro, attraverso una
didattica che passa attraverso il principio dell’esperienza, l’imparare provando e l’imparare sbagliando in un
ambiente didattico simulato ma realistico, il principio dell’errore, il bottom-up, la rilettura costruttiva degli
errori, il principio del gruppo, il
team learning e l’imparare dallo
scambio di idee.
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FARE 87
innovazione
Start up e aziende
storiche si incontrano
in “Impresa cerca
impresa”
Fare incontrare imprese giovani ed
innovative con imprese storiche e
già strutturate, con l’obiettivo di fare
crescere più in fretta le prime e rendere più innovative le seconde.
Ci sono riusciti il Club Innovatori di
Unindustria e Aster grazie all’evento
“Impresa cerca impresa” organizzato
il 14 aprile di quest’anno presso il
CNR di Bologna in collaborazione
con We Tech Off, l’incubatore di imprese innovative regionali gestito da
Aster, che ha supportato ad oggi 60
progetti di impresa, di cui 13 startup presenti sul mercato.
Svoltosi a porte chiuse, con l’apporto
del noto esperto di strategie, innovazione, creatività, marketing innovativo Phil Taylor, l’incontro ha visto da
una parte schierate 12 nuove imprese ancora piccole, ma super innovative, spesso nate dall'attività di ricerca
dei laboratori universitari; dall'altra,
12 nomi storici della manifattura
made in Bologna.
Delle 12 start up, nove sono di Bologna, una di Modena, una di Reggio
Emilia e una di Ferrara. Si va dalle
soluzioni riabilitative per pazienti
con lesioni midollari di Movetronic
al supporto alle decisioni di impresa
di Optit, dal controllo accessi mediante telefono cellulare di Mexage
88 FARE
alle proiezioni tridimensionali di
contenuti sulle pareti degli edifici di
Apparati Effimeri, fino alle tecnologie per elaborare i dati satellitari di
Meeo. Tra le start up, ci sono anche i
servizi di controllo qualità in campo
farmaceutico di PolyCristalLine, i
sensori per rilevare il gas radon di
RSens, le visiere oscuranti per caschi
ideate da Raleri, le soluzioni per
portare la biodiversità in città di Eugea, la grafica in movimento di Tiwi,
lo sviluppo di farmaci a base proteica di byFlow e le soluzioni per il
controllo e la gestione dell'assemblaggio di Make Italia.
Dall'altra parte grandi nomi e aziende storiche del tessuto bolognese, a
cominciare da Ima - colosso produttore di macchine automatiche
per il settore farmaceutico, cosmetico e alimentare – e da Seci Energia,
holding del Gruppo Maccaferri dedicata allo sviluppo di progetti specifici nei settori energia e ambiente,
per proseguire con Termal, da più di
20 anni azienda leader nella climatizzazione residenziale, commerciale
e industriale in Europa, e con Twinergy che fornisce servizi per migliorare l'efficienza operativa e per
automatizzare i processi dei clienti. E
poi ancora: Foley, società di consu-
lenza organizzativa; E-Soft, che offre
servizi di progettazione, sviluppo, integrazione e assistenza su software
applicativi; Feb Elettrica, società che
produce componenti per impianti
elettrici domestici; Metal Service, attiva nel campo della carpenteria metallica; Dedanext, che sviluppa soluzioni software internazionali e nazionali dedicate al mercato delle medie aziende; Crit che fornisce servizi
di informazione tecnologica e consulenza; Cineca, il maggiore centro
di calcolo in Italia e uno dei più importanti a livello mondiale; Rete
Ventures, società di servizi del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Il buon esito dell'incontro ha spinto
Aster e Unindustria a riflettere sull'opportunità di renderlo un appuntamento fisso.
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innovazione
l’impresa a 360° e vuole essere uno
stimolo agli imprenditori per organizzare in modo organico e strutturato tutte le aree aziendali: dal controllo di gestione al marketing, dalla
strategia alla qualità fino alle operations».
La via
del miglioramento
continuo
di Giacomo Ruggero
“Innovare significa guardare al futuro
con serenità” dice Gianmarco Biagi,
responsabile del team organizzazione del
Club degli Innovatori e promotore di un
manuale sul metodo per innovare
l’azienda a 360 gradi
Anche l’innovazione ora può vantare
le sue istruzioni per l’uso. Un vero e
proprio «manuale che illustra il metodo per innovare a 360° l’azienda».
Autore della novità ‘editor iale’:
Gianmarco Biagi, responsabile del
team Organizzazione in seno al
Club degli Innovatori di Unindustria Bologna.
Un “tecnico” che scrive di una materia a lui nota in tutte le sue sfac-
90 FARE
cettature poiché da amministratore
delegato di Corradi Group ha maturato l’esperienza giusta per farlo.
Punto di partenza del suo lavoro, un
assioma. «C’è sempre la possibilità
di innovare – assicura Biagi -. Per
definizione non c’è mai limite al
miglioramento continuo. In Corradi, abbiamo scelto la strada del miglioramento continuo anni fa. E
grazie a queste logiche siamo cre-
Da dove parte la rivoluzione del cambiamento?
Gianmarco Biagi
sciuti in maniera importante, come
fatturato e come profit. Ma non per
questo ci sentiamo arrivati. Abbiamo ancora ampi margini di miglioramento. Lavoriamo su questi aspetti ogni giorno».
Facciamo un passo indietro. Tre anni fa
nasceva il Club ...
«Credo moltissimo nel Club degli
innovatori. Come responsabile della
sezione organizzazione aziendale, è
stata creata una squadra di persone
dedicate a questo progetto che ha
diffuso nel territorio la cultura dell’organizzazione. Ci siamo concentrati sulla lean production come leva
competitiva e stiamo creando ...».
Il famoso manuale dell’innovazione: in
cosa consiste?
«E’ un progetto molto ambizioso
promosso da me e costruito all’interno del Club in collaborazione con
l’Università di Bologna, con l’Ente
Certificatore Tuv e alcuni consulenti
esterni. È un metodo per innovare
«Il motore dell’innovazione risiede
principalmente in una buona gestione d’impresa: promuovere la conoscenza a tutti i livelli per stimolare
tutte le risorse umane, vero patrimonio di ogni azienda. È così che s’innesca il motore dell’innovazione.
L’ambizione è di mettere a procedura questo sistema. E il Club degli innovatori di Unindustria Bologna ha
impostato questo ragionamento nel
quale crediamo fortemente».
In un’impresa cosa implica una nuova
logica organizzativa? E soprattutto è applicabile ad ogni livello?
«Innovare significa guardare al futuro
con serenità. Un’azienda che vuole
crescere deve cambiare, aggiornarsi,
valutare le opportunità nel mondo e
internazionalizzarsi.
Questa è l’innovazione vera e per
poterla innescare occorre partire dalle fondamenta: avere un piano strategico ben definito e coinvolgere tutte
le risorse aziendali. È applicabile ad
ogni livello? Deve esserlo. L’innovazione va oltre le dimensioni e il business di un’azienda. È la volontà
dell’imprenditore che fa la differenza: una strategia chiara e procedere
per piccoli passi, ma veloci. Quello
che serve a supporto è un metodo
ed è ciò che come Club stiamo sviluppando».
Quali le nuove tendenze del settore?
Forse la lean production?
«Credo fortemente nel metodo della
lean production, soprattutto se parliamo di innovazione. La lean production rappresenta una leva strategica straordinaria perché crea spirito
di coinvolgimento, volontà di cambiamento, produttività immediata e
redditività che serve per essere reinvestita nella riorganizzazione dell’impresa e generare così un’innovazione a 360°. Certamente la lean
production non può essere l’unico
elemento innovatore di tutta l’impresa. Proprio per questo abbiamo
individuato un metodo che crea
strumenti utili per tutte le aree e
funzioni aziendali».
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L’agorà
dell’innovazione
bolognese
Cesare Rapparini
di G. R.
Per Cesare Rapparini, che nel Club degli
Innovatori ha la delega al trasferimento
tecnologico “l’innovazione costa. E le
aziende hanno la necessità di fare squadra
e condividere i risultati”.
Sono gli esploratori di Unindustria
Bologna per tutto ciò che è nuovo. Il
loro fiuto raffinato, da segugi, li porta
laddove si sperimenta ciò che prima
non c’era. Una sorta di sesto senso, ma
pragmatico perché sanno piegare l’innovazione in una logica produttiva.
Sono gli imprenditori (e non solo)
del Club degli Innovatori costituito
tre anni fa da Unindustria Bologna.
Una scelta lungimirante che affonda
FARE 91
innovazione
le sue radici nella «necessità di creare
uno strumento valido, dinamico e
concretamente realizzabile che, con
poca spesa, potesse diventare l’agorà
dell’innovazione bolognese. L’obiettivo – spiega Cesare Rapparini, vice
presidente del Club con la delega
speciale al trasferimento tecnologico – era di coniugare conoscenza,
domanda e offerta di ricerca, utilizzando l’esperienza della struttura tecnica, ma anche (e soprattutto) quella
di imprenditori dotati di una visione
futuribile e vocati alla ricerca».
I prodromi nel 2006 «dopo un giro di
valutazioni con chi, altrove, si era già
cimentato in qualcosa di analogo. In
primis, abbiamo selezionato idee e attori. Solo la fusione tra Api e Confindustria, ci indusse a riconsiderare il
tutto alla luce di valide esperienze in
seno alla rete dei “Club degli Innovatori” voluta da Confindustria. Il Club
ora è a corredo e supporto del servizio Ricerca & Sviluppo che già operava da tempo con buoni ritorni».
Nel vostro Club siedono, però, anche altre realtà. Come l'università. Forse questo
vi rende più liberi, con meno ‘lacciuoli’?
«Certamente, abbiamo parlato di domanda e offerta e chi più degli atenei o dei centri di eccellenza è in
grado di fornire risposte e suggerimenti? Del resto ciò avviene in altri
paesi. In futuro dovremmo veramente andare a sollecitare, in sintonia
con i programmi dei nuovi vertici
dell’Associazione, incontri con i dipartimenti e soprattutto con profes-
92 FARE
sori e ricercatori (ancor meglio se
giovani) in grado di portare nuova
linfa all’industria. Così da passare sempre di più dalla teoria alla pratica».
Un primo bilancio del lavoro del Club?
«Il Club si è posto inizialmente la
missione di far sentire la propria voce e, con alcune iniziative ‘forti’, la
propria ragione d’essere. Questi anni
sono trascorsi tra eventi mirati (forte
presenza nelle fiere specialistiche sul
genere R2B), intensa attività convegnistica su temi ad hoc e una forte
connotazione innovativa che ha fornito un’immagine dinamica. Il Club
ora può passare ‘dal dire al fare’;
compiendo un salto di qualità».
In genere quando si parla di innovazione
ci si riferisce, per lo più, a quella tecnologica. Anche il Club ha sposato questa ottica, comunque parziale?
«Certamente no! Fin dall’inizio ho
chiarito con tutti - nonostante il mio
background sia prettamente tecnico che l’innovazione è da intendersi a
360°. Anche se il ‘fronte’ tecnologico è
quello che, complice la crisi, registra
una maggiore domanda, interesse e
sperimentazione. Va tuttavia sottolineato che abbiamo tenuto molte iniziative di successo sull’innovazione organizzativa e sulle reti d’impresa. Molta attenzione è stata posta sulle applicazioni nell’ICT. Non parliamo poi di
tutto ciò che è energia da fonti rinnovabili. Ora dovremo dedicarci a nuovi
progetti di aggregazioni, muovendoci
anche sul trasferimento tecnologico».
Un ‘ramo’ che pare, però, essere un po’
debole. É possibile una connessione in
tempo reale laboratorio-azienda?
«Verissimo, ma è in evoluzione. Anche perché ciò che non si poteva fare
ieri, oggi si può. Abbiamo assistito alla
creazione dei laboratori Miur e dei
laboratori regionali: ora bisogna concretizzare il tutto con nuove dinamiche. Senza dispersione di risorse. Non
dimentichiamo che la tecnologia ci
permette soluzioni prima difficilmente perseguibili. Andiamo nei laboratori e tiriamo fuori le idee dai cassetti».
Osservando
il futuro
dall’interno
Soffermiamoci un attimo sulla ricerca
scientifico-tecnologica: quanto è diffusa
questa cultura tra gli imprenditori? E soprattutto lo è a tutti i livelli?
Le modalità di produzione e di
applicabilità dell’energia sotto la lente
d’ingrandimento di un team guidato da
Maurizio Lenzi
«L'innovazione costa. Fino ad ora, è
stata compiuta in modo quasi esclusivo intra muros. Ed è proprio per
questo che le aziende hanno la necessità di fare squadra e condividere i
propri risultati. Le imprese maggiormente strutturate hanno sempre ragionato in questo modo; la mission
del Club è anche quella di trasferire
questa metodologia anche tra i piccoli e medi imprenditori».
Quali allora le sfide che il Club intende
affrontare?
«Moltissime. Dipende da quale indir izzo verrà dato al Club. Questi
prossimi anni sono fondamentali per
attuare un reale cambiamento operativo e culturale: dedicati a nuovi progetti, a formare aggregazioni, a muoversi sul trasferimento tecnologico.
Diffondere negli imprenditori l’idea
che filiera prima e rete poi sono elementi costitutivi di una serie di opportunità in un mercato che cambia
e cambierà, sempre più».
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Eolico o solare ter modinamico?
Smart grid o reti tradizionali? Imprese energivore e al contempo produttrici di elettricità? Tutto è possibile. Il futuro tradotto in domande le
cui risposte sono state inseguite dal
Club degli Innovatori di Unindustria Bologna. E in particolare dal
team Energia guidato da Maurizio
Lenzi, vice presidente di Dedanext.
Ambito vasto quello legato alla produzione di energia dove la ricerca
corre veloce. Per questo, «prima di
guardare a ciò che sarà – avverte
Lenzi -, abbiamo focalizzato la nostra
attenzione sulle best practices esistenti. Una sorta di monitoraggio di cui
rendere partecipi gli imprenditori».
Sempre alle prese con i costi altissimi
della bolletta. Un modus operandi
differente perché crea un patrimonio
di conoscenze comuni che, in virtù
del fatto di essere già in campo, «rispondono meglio ai bisogni delle imprese». In pratica, sintetizza Lenzi,
«abbiamo osservato l’innovazione
di G. R.
dall’interno». Un’altra visuale da cui
è emerso come «tra i nostri imprenditori, il livello di competenza è alto». Anche in termini di investimenti.
Workshop e ‘gite’ tecniche (ad esempio, al centro Enea al Brasimone e a
Roma, all’Enea-Casaccia) gli strumenti di cui il Club si è avvalso per
informarsi e informare. Momenti di
confronto organizzati, talvolta, anche
con uno stile meno formale, ma più
immediato. Come quello modellato
sotto forma di processo (con tanto di
giudice togato, accusa e difesa) per
valutare i pro e i contro dell’energia
nucleare oppure il week end al centro innovazione e ricerche sulle rinnovabili ‘Tis’ di Bolzano.
Finita sotto la lente di ingrandimento, l’energia è stata spacchettata in
base non solo alle molteplici modalità di produzione, ma anche (e soprattutto) di «applicabilità in una logica di concretezza in quanto determinata dal rapporto costi-benefici».
Punto di partenza dell’analisi, le ma-
Maurizio Lenzi
terie prime atte a generare energia.
Come l’eolico che «già coinvolge alcune aziende del nostro tessuto produttivo»; gli impianti di co-generazione o persino di tri-generazione
con «un rendimento che addirittura
è oltre il doppio: dal 40% al 90%».
Meccanismi che, comunque, «creano
occupazione».
Particolare curiosità ha destato il progetto Rubbia, il solare termodinamico: un sistema che impiega gli specchi ustori di Archimede. I raggi solari
captati dai pannelli riscaldano un
composto salino che funge da volano
termico; immagazzina il calore e lo
restituisce in base al fabbisogno.
Domanda, ma anche offerta. Un’opportunità per coloro che imboccano
la strade delle smart grid: reti intelligenti per la distribuzione di elettricità
che ottimizzano il trasporto e la diffusione, evitando sprechi. E così un’azienda dotata «di impianto di produzione energetica quando va in surplus
produttivo e non lo usa lo può rivendere». Un altro modo di fare impresa,
con evidenti ricadute positive sul territorio, che «cambia appunto il paradigma del passato: da semplice consumatore a produttore-utilizzatore».
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FARE 93
A MAGGIO INCONTRI
TRA LE IMPRESE E IL
PRESIDENTE DESIGNATO
Nel corso del mese di maggio, con
l’avvicinarsi dell’Assemblea generale
di Unindustria Bologna, si sono tenuti alcuni incontri per favorire una
NEWS
unindustria
Carlo Rossini
Cristina Galli
Marcello Pierdicchi
L’incontro a C adriano con Alberto V acchi, allora
Presidente designato di Unindustria Bologna
diretta conoscenza tra le imprese associate ed il Presidente designato, Alberto Vacchi.
Gli incontri hanno avuto luogo a
Cadriano, presso lo show-room Spazio del Gruppo Rolland, ed al Golf
Club “Le Fonti” di Castel San Pietro
Terme.
Sono state occasioni, queste, anche
per raccogliere dalle imprese indicazioni e suggerimenti per la messa a
punto del Programma di Presidenza
e la definizione dei contenuti delle
sue linee-guida.
LA TEORIA LEAN
APPLICATA IN FABBRICA:
VISITA A MAGNETI
MARELLI POWERTRAIN
Ottimizzazione dei processi, qualità
migliorata, riduzione dei costi, aumentata capacità di reazione nei
confronti dei clienti: sono queste le
principali conseguenze di un ap-
94 FARE
proccio lean al proprio fare impresa.
E dopo la teoria delle accademie
con Porsche, il percorso che il Settore Metalmeccanico di Unindustria
ha dedicato all'innovazione di prodotto e di processo è entrato nella
fase del “toccare con mano” chi tali
teorie le ha tradotte in azioni pratiche nei propri stabilimenti.
Di volta in volta apriranno le porte
dei loro stabilimenti le aziende che,
applicando con successo la teoria
lean, hanno raggiunto i propri obiettivi, aumentando notevolmente l'efficienza e l'efficacia dei propri processi produttivi e logistici.
Prima tappa di questo percorso, denominato appunto “Walking Tour:
dalla teoria Lean alla pratica delle
fabbriche”, per osservare i concetti
di lean manufacturing applicati in
fabbrica, è stato lo stabilimento di
Magneti Marelli Powertrain a Crevalcore.
All’incontro hanno preso parte Sonia
Bonfiglioli, presidente del Settore
Metalmeccanico di Unindustria; Silverio Bonfiglioli, consigliere d’amministrazione di Bonfiglioli Consulting; e Piero Toselli, Amministratore
delegato di Magneti Marelli Powertrain and Electronics.
IL QUARTO CONTO ENERGIA
Il cosiddetto Quarto Conto Energia,
ovvero il decreto che ridefinisce il
sistema degli incentivi al fotovoltaico
per gli impianti a partire dal 1° giugno 2011, è stato oggetto di un seminario organizzato da Unindustria
Bologna.
Il decreto, pubblicato in Gazzetta
Ufficiale nel maggio scorso, si applica agli impianti fotovoltaici che entrano in esercizio dopo il 31 maggio
DEDICATA AL CAPITALE UMANO
L’ASSEMBLEA DELLA MEDIA IMPRESA
“Capitale umano: da slogan a vantaggio competitivo” è stato il titolo dell’Assemblea della Media Impresa di Unindustria Bologna , svoltasi
nel bellissimo scenario di Villa Guastavillani. L’Assemblea ha dato il via al programma quadriennale della Media Impresa di Uni ndustria Bologna, che riunisce 273 aziende operanti soprattutto nei settori metalmeccanico (53,5%), chimico (8,4%) e dell’abbigliamento (6 ,2%), con
quasi 28 mila dipendenti. Il programma è articolato in quattro moduli, uno per ogni anno, ciascuno con un’iniziativa diversa. I
l 2011 sarà
l’anno del capitale umano e verrà dedicato in modo particolare ai sistemi premianti. Il tema degli strumenti attraverso i quali coinvolgere i
propri collaboratori, non solo per ottenere risultati migliori ma anche per attrarre e trattenere in azienda le risorse umane più qualificate, è infatti oggi fondamentale, particolarmente
per quelle imprese che hanno già raggiunto un
significativo livello di strutturazione. Sul tema è
intervenuto Roberto Kerkoc, rappresentante
della Media Impresa di Unindustria Bologna:
“Da chi lavora dipende la capacità di misurarci
con l’innovazione – ha detto - Sviluppare intelligenza, brevetti e capacità di gestire i tanti
know how indispensabili all’azienda: non è una
cosa semplice, ma il mercato lo richiede. Ce lo
chiedono i nostri clienti. In gioco vi è non solo
l’ottenimento di risultati migliori, ma anche la
capacità di trattenere in azienda le risorse
umane più qualificate e, naturalmente, la possiL’assemblea della Media Impresa a Villa Guastavillani: l’intervento di Roberto Kerkoc (so- bilità di attrarle”. Il programma della Media Impra) e di Francesco Casoli (sotto)
presa di Unindustria Bologna, partendo dall’Assemblea, si svilupperà nel corso dell’anno attraverso una serie di workshop di approfondimento. E si concretizzerà infine in un nuovo
servizio di Unindustria rivolto alle imprese, i cui
contenuti sono stati presentati nel corso dell’incontro da Kerkoc. A parlare di “Politiche retributive e sistemi premianti”, nel corso del dibattito, sono stati gli stessi imprenditori, attraverso i case studies di Ducati Motor e di Carpigiani Group. Ospite d’eccezione della serata è
stato Francesco C asoli, presidente del Gruppo
industriale Elica, premiato recentemente come
“Great Place to Work 2011”.
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FARE 95
news unindustria
2011 e fino al 31 dicembre 2016, per
un obiettivo indicativo di potenza
installata a livello nazionale di circa
23.000 MW, corrispondente ad un
costo indicativo cumulato annuo degli incentivi stimabile tra 6 e 7 miliardi di euro.
Appunto al fine di illustrare le novità introdotte dal Quarto Conto
Energia ed il meccanismo degli incentivi sul fotovoltaico, Unindustria
ha organizzato il seminario informativo “Quarto Conto Energia: come funziona e cosa cambia rispetto
al passato”.
Introdotti da Luciano Martelli, presidente del Settore Energia Acqua e
Ambiente dell’Associazione, i lavori
hanno visto la partecipazione di Valerio Natalizia, Presidente di GIFI Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane (che ha parlato di “Quarto
Conto Energia. Novità ed aspetti applicativi), e Luca Piana, responsabile
dell’Ufficio Energia della Provincia
di Bologna (“Aspetti e problematiche autorizzative”).
importi da 25mila fino a 200mila euro, con durata di 6, 12 od anche 18
mesi, per favorire maggiormente le
esigenze delle imprese. Come sempre,
sarà il rating attribuito dalla banca e
da Fidindustria a determinare la fascia
di rischio della singola azienda richiedente. Dieci sono le banche convenzionate che hanno aderito all’iniziativa: CariParma; Cassa di risparmio di
Cento; Cassa di risparmio di Ferrara;
Banca di Bologna; Banca Popolare
dell’Emilia-Romagna; Banca nazionale del Lavoro; Federazione delle
banche di Credito cooperativo; UGF;
Unicredit Banca; Banco San Geminiano e San Prospero.
L’iniziativa fa seguito a quelle già attivate da Unindustria Bologna e da
Fidindustria Emilia-Romagna negli
ultimi anni. Anche per l’esercizio in
corso, Unindustria Bologna ha mantenuto in essere il proprio contributo di 100 mila euro per il rinnovo
del Fondo Rischi Rotativo, finalizzato alla copertura di finanziamenti
dedicati alle imprese associate.
UN PLAFOND DI 10 MILIONI
PER LA NUOVA INIZIATIVA
DI PRONTA LIQUIDITA’
RINNOVATO L’ACCORDO
TRA UNINDUSTRIA E BPER
Un plafond di 10 milioni di euro per
le aziende bolognesi. E’ stato stanziato
grazie alla nuova iniziativa di Pronta
Liquidità, promossa da Unindustria
Bologna attraverso la collaborazione
con Fidindustria Emilia-Romagna, il
consorzio di garanzia fidi per le piccole e medie industrie della Regione.
L’iniziativa è rivolta a tutte le Pmi associate ad Unindustria Bologna, a sostegno di esigenze di liquidità finalizzate alla ripresa dei business aziendali
ed alla loro consapevole gestione finanziaria. I finanziamenti avranno
96 FARE
In arrivo 40 milioni di euro per le
imprese bolognesi. Si rinnova l'accordo tra Unindustria Bologna e Banca
popolare dell'Emilia-Romagna che
mira a sostenere il capitale circolante,
i progetti di ricapitalizzazione aziendale, i nuovi investimenti e l'internazionalizzazione. Il plafond, disponibile fino al 30 settembre 2012, è uno
dei frutti dell'intesa siglata tra associazione degli imprenditori e istituto di
credito: una collaborazione che prosegue, dopo i buoni risultati raggiunti
negli ultimi mesi sul fronte dell'accesso al credito. E non è l'unico risul-
tato: sono infatti previsti anche lo
smobilizzo crediti tramite factoring,
l'operatività su finanziamenti in leasing, i mutui assistiti dalla garanzia diretta del Fondo centrale di garanzia
La firma dell’accordo tra Maurizio Marchesini e
C orrado Savigni, direttore della Divisione corporate di BPER
per le Pmi promosso dal Ministero
dell'Economia e delle Finanze e finanziamenti destinati alla realizzazione di impianti fotovoltaici. Coperte
con i fondi messi a disposizione, infine, le spese sostenute per l'approntamento di forniture estere con garanzia SACE.
A BOLOGNA IL “SECOND
ITALY-CHINA CAREER DAY”
La Fondazione Italia Cina, in collaborazione con AlmaLaurea, Regione
Emilia-Romagna, Unindustria Bologna, Associna e con la partnership del
Consolato della Repubblica Popolare
Cinese di Milano, ha organizzato a
Bologna il ‘Second Italy-China Career Day’. Obiettivo dell’incontro
ospitato nella sede di Unindustria, favorire l'incontro tra imprese italiane
e giovani cinesi laureati in Italia. La
giornata è stata divisa in due momenti: durante la prima sessione sono
intervenuti relatori del mondo accademico, economico e giuridico, il
presidente della maggiore associazione culturale di ragazzi cinesi della seconda generazione e imprenditori di
entrambi i Paesi che hanno presentato le loro testimonianze di successo.
La seconda sessione è stata invece interamente dedicata agli incontr i
azienda/risorse cinesi, con i colloqui
tra 120 laureandi, laureati e dottorandi (non tutti cinesi) e 21 aziende (fra
cui molti nomi illustri: Interpump,
Fendi, Max Mara,Vibram, Crif, Artoni, Barilla, Ducati Motor). L'interesse
delle aziende per il crescente numero
di laureati cinesi in Italia o di italiani
che conoscono il cinese è in aumento. Nella banca dati di Alma Laurea
sono 625 i curricula dei laureati di
nazionalità cinese e sono oltre 7000
quelli dei laureati italiani che parlano
il cinese (3297 parlano correntemente anche l'inglese). E se i laureati di
origine orientale appartengono per
lo più alle aree disciplinari d’ingegneria, economia e statistica, tra gli
italiani invece prevalgono i linguisti.
NORD AFRICA
E MEDIO ORIENTE
“Nordafrica e Medio Oriente: quali
prospettive per le imprese” è stato il
tema di un incontro organizzato da
Unindustria Bologna. Lucio Caracciolo, esperto di geopolitica e direttore della rivista Limes, ed altri qualificati esperti hanno fatto il punto sulle fibrillazioni che stanno percorrendo il mondo arabo, con particolare
riferimento all’evoluzione della situazione in Tunisia e in Egitto, alla guerra in Libia e alle tensioni nel Golfo
Persico. Le notizie infatti si rincorrono e gli imprenditori si interrogano
sulle prospettive dei Paesi che da anni
rappresentano importanti mercati di
sbocco dei prodotti italiani. Tra scenari in via di normalizzazione, come
quello tunisino, e scenari molto instabili, in particolare quello libico, ci
si chiede quali strategie di internazionalizzazione si possono impostare,
anche se il timore di un effetto domino, il rincaro dei prezzi del petrolio e delle altre risorse rendono il
contesto ancora più incerto. In concomitanza con l'uscita del volume "Il
Grande Tsunami", che la rivista di
geopolitica Limes ha dedicato al
mondo arabo, in collaborazione con
Assafrica e Sace si sono analizzare le
prospettive dell'area a partire dallo
scenario geopolitico di quei Paesi, e
le previsioni economiche di Sace per
finire con le considerazioni delle imprese. Ha aperto i lavori Gino Cocchi, all’epoca consigliere delegato per
l'Internazionalizzazione di Unindustria Bologna.
IMPRESE E ISTITUZIONI DI
SHANGHAI INCONTRANO
GLI IMPRENDITORI
BOLOGNESI
Una delegazione di imprese cinesi,
accompagnata dalle principali istituzioni municipali e governative di
Shanghai, è stata in visita a Bologna
per un incontro nella sede di Unindustria. A guidare la delegazione il
Ccpit Shanghai, (Council for the
Promotion of international trade),
conosciuto in occasione della visita
del mondo istituzionale ed economico bolognese all'Expo lo scorso
anno. Obiettivo del Ccpit è quello di
agevolare e promuovere il commercio internazionale, stimolare gli investimenti e condurre le attività della
cooperazione economica e tecnologica, promuovendo lo sviluppo dei
rapporti economici e commerciali
fra la Cina ed altri Paesi. Una quarantina i soggetti che hanno fatto
parte della missione cinese a Bologna, suddivisi tra rappresentanti di
Un momento dell’incontro tra le imprese bolognesi e la delegazione di Shanghai
Ccpit; Chamber of Commerce and
economic promotion organization;
rappresentanti istituzionali per la
promozione del commercio e degli
investimenti; imprenditori ed operatori economici dei settori meccanico
e macchine utensili, automotive e
componentistica, real estate e costruzioni, ed esponenti di alcune zone
industriali di Shanghai interessati a
stabilire contatti con imprese italiane. All’iniziativa sono intervenuti il
consigliere delegato all'Internazionalizzazione di Unindustria Bologna
Gino Cocchi, il segretario generale
del Ccpit di Shanghai Zhao Jiandong, il presidente del Collegio di
Cina di Bologna Roberto Grandi e
il presidente della commissione Economia e informazione della municipalità di Shanghai Huang Zhaoda.
INCONTRO ITALIA-TUNISIA
PER LE IMPRESE
DEL TESSILE
Una intera giornata di incontri d’affari con aziende tunisine del settore
tessile abbigliamento. L’ha organizza-
FARE 97
news unindustria
ta Unindustria Bologna in collaborazione con Cepex - Centro Tunisino
di Promozione delle Esportazioni e
Promos - Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano. Alto
l’interesse delle aziende italiane per il
paese del Nord Africa. La Tunisia infatti, forte del recente sviluppo del
settore tessile, si conferma di anno in
anno quale piattaforma mediterranea
di produzione ed esportazione. Il settore tessile e abbigliamento rimane il
comparto più importante in termini
di esportazioni e mantiene la propria
forza anche in periodo di crisi, registrando nuovi insediamenti ed investimenti da parte di aziende internazionali. In Tunisia lavorano già oltre
260 imprese italiane del settore tessile
ed abbigliamento, che hanno scelto
questa destinazione per la compresenza di diversi fattori: prossimità
geografica con i Paesi Europei e contenuti costi di logistica; manodopera
qualificata; tecnologie avanzate abbinate ad infrastrutture moderne; forte
reattività, flessibilità, velocità di produzione a costi competitivi; incentivi
e agevolazioni fiscali e legislative, grazie all'entrata in vigore dell' accordo
di libero scambio tra Tunisia e UE e
all'azzeramento dei dazi doganali dal
2008. Obiettivo dell’iniziativa mettere in contatto diretto imprese bolognesi e tunisine, con lo scopo di offrire opportunità di business e favorire partnership industriali e commerciali nei settori maglieria, jeanseria,
biancheria intima, costumi da bagno,
abbigliamento sportivo, prêt à portér,
accessori. Gli incontri business to business con la delegazione degli imprenditori tunisini sono stati preceduti da un workshop sul tema “Le
opportunità offerte dalla Tunisia alle
aziende della moda”, al quale sono
98 FARE
intervenuti: Stefano Bellucci di Cariparma Groupe Crédit Agricole, che
ha illustrato lo scenario tunisino dal
punto di vista degli aspetti finanziari,
delle linee di credito (in particolare
quella da 69 milioni di euro aperta
dall'Italia nei confronti della Tunisia
per l’acquisto di macchinari) e degli
strumenti di cooperazione; e Valter
Littizzetto di Ceva Logistics Tunisia,
che ha affrontato gli aspetti doganali
e logistici, fondamentali per operare
con successo in quel Paese.
LA “GUIDA A FORME
FLESSIBILI NEL LAVORO”
Unindustria Bologna, in collaborazione con Adapt – Centro studi
Marco Biagi, ha realizzato per le
proprie imprese associate la “Guida
pratica a forme flessibili nel lavoro”,
che raccoglie tutte le informazioni
essenziali sulle diverse tipologie di
contratti di lavoro oggi utilizzabili.
Accanto alle forme contrattuali più
diffuse nella regolazione dei rapporti
di lavoro ne esistono altre meno utilizzate. Nella pratica quotidiana le imprese tendono infatti a preferire stru-
menti contrattuali sperimentati e consolidati. Una scelta comprensibile che,
tuttavia, limita la conoscenza e la diffusione di tipologie più appropriate
alle specifiche esigenze del momento.
Per questo la Guida di Unindustria
Bologna esamina tutte le tipologie
contrattuali: sia per quanto riguarda
il lavoro subordinato (contratto di lavoro a termine; contratto a tempo
parziale; contratto di lavoro ripartito;
contratto “a chiamata”; contratto di
inserimento; contratto di apprendistato) che per il lavoro autonomo
(contratto di collaborazione coordinata e continuativa; contratto a progetto; contratto di collaborazione
occasionale; contratto d’opera) e il
lavoro accessorio. Vengono trattate
inoltre l’internalizzazione ed esternalizzazione del lavoro (la somministrazione di lavoro; l’appalto).
“L’esistenza di una molteplicità di tipologie contrattuali non è il prodotto di un’inutile sovrapposizione di
strumenti. Al contrario, ci troviamo
di fronte ad un’ampia possibilità di
soluzioni ‘personalizzate’ capaci di
rispondere a specifici obiettivi e a
peculiari esigenze di gestione del
personale” ha sottolineato Maurizio
Marchesini, all’epoca Presidente di
Unindustria Bologna “E la diversificazione delle tipologie contrattuali
va letta anche nell’ottica di una maggiore flessibilità nella gestione dei
rapporti di lavoro”.
La Guida inoltre, dopo avere trattato
le diverse forme contrattuali, dedica
l’ultima parte all’istituto della certificazione dei contratti, con l’intento
di promuoverne le funzioni e le potenzialità. “L’istituto della certificazione costituisce, nel nostro ordinamento, una presenza importante”
sottolinea Michele Tiraboschi, Presi-
MAURIZIO MARCHESINI PRESIDENTE
DELLA FAV - FONDAZIONE ALDINI VALERIANI
Maurizio Marchesini è il nuovo presidente della Fondazione Aldini V aleriani (FAV). E’ stato nominato all’unanimità dal Consigli o di amministrazione, a conclusione di un percorso condiviso tra i soci – Unindustria Bologna, Camera di Commercio, Comune di Bologna – con il quale
si è definita ufficialmente la nuova governance della Fondazione. Un percorso che a tredici anni dalla costituzione della Fonda zione, ha mirato a definire i ruoli dei tre soci fondatori, confermando l’interesse unanime per la cultura tecnica e per il suo sviluppo sul territorio.
Nella definizione del nuovo assetto della Fondazione, Unindustria Bologna ha ricevuto, con il consenso unanime di tutti i soci, la delega alla
gestione operativa, in rappresentanza delle imprese. A Comune e Camera di Commercio competerà, per contro, la vigilanza sull’op erato di
Unindustria.
Con la definizione della nuova governance, inoltre, è stato operato un significativo snellimento del Consiglio di amministrazio ne della Fondazione, con l’obiettivo di accrescerne l’efficacia operativa e la funzionalità. Il nuovo CdA è ora composto di 4 membri (contr o i 12 precedenti) di cui 2 designati da Unindustria Bologna, 1 dal Comune di Bologna, 1 dalla Camera di Commercio.
“Il nome di una scuola come l’Aldini V aleriani ha un grande significato per la formazione tecnico-scientifica non solo bolognes e - ha affermato il presidente Marchesini - Tutto il nostro territorio, e il sistema industriale per primo, è cresciuto grazie alla cultura tecnica, che ci ha
permesso di sviluppare imprese competitive, molto spesso leader mondiali in settori di nicchia ad alto valore aggiunto. Ma azie nde altamente specializzate richiedono collaboratori altrettanto specializzati, dotati di grandi competenze, in grado di applicarsi a t ecnologie e prodotti estremamente sofisticati, preparati per competere. Ecco perchè è importante che questo patrimonio culturale e di sapere s i alimenti
di continuo. La Fondazione Aldini Valeriani è la sede naturale per mantenere vivo il collegamento fra i giovani, la formazione e i luoghi dove
si produce. E sono certo che, grazie alla grande collaborazione tra i soci fondatori, potremo svolgere un lavoro importante”.
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dente di ADAPT e Direttore del
Centro studi Marco Biagi “E’ infatti
uno strumento che ha il compito di
verificare l’osservanza dei contratti ai
requisiti di forma e contenuto richiesti dalla legge, nonché la loro
corrispondenza con l’effettiva esecuzione della prestazione lavorativa e
che contribuisce significativamente
alla riduzione del contenzioso in
materia di lavoro”.
UNA RICERCA SUL RISCHIO
DI “COMPLIANCE”
Per le aziende emiliano-romagnole
gli adempimenti a cui devono sottostare per essere compliant, ovvero
conformi con tutto il sistema di nor-
me, regolamenti, codici e procedure
che regolano l'attività aziendale, sono
troppi, costosi ed inseriti in norme
che sono mal coordinate tra loro. Un
quadro (l'incertezza normativa, i costi, ecc.) che complessivamente frena
l'attività aziendale e che in taluni casi
si è rivelato disincentivante per la
decisione di quotarsi in borsa. Sono
questi gli esiti di uno studio condotto nell'ultimo anno e mezzo sul rischio di ‘compliance’ da un gruppo di
ricerca della facoltà di Economia e
commercio dell'Università di Bologna in collaborazione con Ernst &
Young, Unindustria Bologna, l'Ordine e la Fondazione dei Dottor i
commercialisti e degli Esperti Contabili di Bologna e Andaf, Associa-
zione nazionale direttori amministrativi e finanziari. La ricerca è stata
condotta su un campione di 102
aziende emiliano-romagnole di medie e grande dimensioni. Tutte società a capitale familiare, di cui il 5%
quotate in borsa, ed il 20% società
cooperative. Le aziende intervistate
producono complessivamente un
fatturato medio di 66 milioni, con
oscillazioni tra il 23,9 e i 208 milioni, ed un numero di dipendenti che
oscilla tra i 76 ed i 444 addetti. Alle
figure apicali di queste aziende (con
sede nel 75% dei casi in Emilia, nel
triangolo Bologna-Modena-Reggio,
e nel 25% in Romagna, soprattutto
nel Ravennate) è stato sottoposto un
questionario di 60 domande che
FARE 99
news unindustria
puntava a mettere in luce quali attività le rispettive società mettono in
campo per essere compliant. Il 12%
delle aziende intervistate pur avendo
tutte le carte in regola per quotarsi
in borsa ha preferito non optare per
questa scelta adducendo, fra i motivi
del mancato accesso al mercato dei
capitali di rischio e della trasparenza,
anche il rischio di compliance. Poco
più della metà delle aziende intervistate (il 52%) ha un modello di organizzazione e gestione controllo così
come previsto dal dlgs 231 del 2001,
mentre il 42% delle aziende ritiene
di avere un modello di compliance appena sufficiente. Nel 37% dei casi si
ritiene che le funzioni di controllo
siano sovradimensionate rispetto al
ragg iung imento degli obiettivi
aziendali. E il paradosso è che, al
proliferare delle norme, potrebbe
corrispondere un proliferare di controllori con il rischio di pericolose
duplicazioni di funzioni che possono
vanificare, di fatto, la funzione di vigilanza con conseguenti ricadute sul
piano della responsabilità della società stessa. "Abbiamo fortemente
voluto questa ricerca - ha spiegato
Maurizio Marchesini - perché la crisi, che non è affatto finita, checché se
ne dica, è proprio figlia di un diminuito senso di responsabilità e mancato controllo. Una situazione di cui
stiamo ancora pagando le conseguenze. Codificare l'etica d'impresa
ci ha permesso di consolidare questa
attitudine che ritengo spontanea
nelle aziende del territorio. Però, se
non si fa qualcosa per rendere le
norme della compliance meno ridondanti, si rischia che gli oneri burocratici a carico delle aziende, già di
per sé così gravosi, diventino frenanti
per l'economia dell'intero paese".
100 FARE
A CONFRONTO SU DESIGN,
ARCHITETTURA,
ARTE E MODA
In che modo il design, l’architettura,
l’arte e la moda, possono essere una
chiave per il successo imprenditoriale delle aziende italiane nel mondo?
Quali i nuovi trend? Quali le direzioni del mercato? Di questi temi si
è discusso nell’incontro “Design, Architettura, Arte e Moda - Tra creatività, imprenditoria e innovazione”,
promosso da Design Made In Bo, il
portale di Unindustria Bologna dedicato alla creatività e al design, e da
The Plan, rivista di riferimento nel
mondo dell’architettura e del design.
All’incontro che si è svolto al Museo
d’Arte Moderna di Bologna, sono
intervenuti Nicola Leonardi, diretto-
Platea affollatissima al MAMbo per l’incontro su
“Design, Architettura, Arte e Moda - T ra creatività, imprenditoria e innovazione” promosso da
Design Made In Bo e dalla rivista The Plan
re di The Plan; Giovanna Furlanetto,
presidente di Furla SpA e del Premio
Furla per l’Arte; Piero Lissoni, architetto e designer; Fabrizio Malverdi,
presidente della Maison Givenchy e
direttore generale di Christian Dior
Uomo; Gianfranco Maraniello, direttore di MAMbo; e Gianmarco Biagi,
vice presidente della Sezione Legno,
mobili ed arredi di Unindustria Bologna, dalla quale è nato il progetto
di Design Made in Bo .
L’ENEL E LA SICUREZZA
DEGLI APPALTI
Oltre 70 Imprese bolognesi ed emiliane hanno partecipato al convegno
“Sicurezza degli appalti. Il committente sicuro. Il caso Enel”, che si è
svolto nella sede di Unindustria Bologna. Un’iniziativa che ha visto la
Uditorio attento, nella sede di Unindustria, per il
convegno “Il caso Enel” sulla sicurezza degli
appalti
più grande azienda elettrica italiana
al fianco di Confindustria e delle
imprese per promuovere la cultura
della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Al convegno sono intervenuti autorevoli esponenti del mondo confindustriale, aziendale, istituzionale e
politico, tra cui l’onorevole Giuliano
Cazzola che, in qualità di vice presidente della Commissione “Lavoro
pubblico e privato” della Camera dei
Deputati, ha chiuso i lavori con un
suo intervento Al dibattito – moderato da Luciano Martelli, presidente
della Commissione Energ ia di
Unindustria – hanno partecipato
Giordano Baietti, all’epoca consigliere delegato di Unindustria Bologna
per l’ambiente ed il territorio; Luciano Luppi del Servizio Sicurezza
del lavoro dell’Associazione; Marianna Rizzo, Stefano Cervini e Roberto Nisci rispettivamente per Enel
Produzione, Enel Green Power ed
MARCO GASPARRI PRESIDENTE
DELLA DELEGAZIONE IMOLESE
Con voto pressoché unanime Marco Gasparri, amministratore delegato della Aepi Costruzioni Elettromeccaniche Srl di Imola, è sta to eletto
Presidente della Delegazione Imolese di Unindustria Bologna.
Elezione altrettanto plebiscitaria per il Vice Presidente: Marco Galliani, titolare della Profilati Spa di Medicina.
Con il voto espresso dall’Assemblea che le imprese della Delegazione Imolese di Unindustria hanno tenuto a Monte del Re (Dozza) , si concretizzano ulteriormente la specificità, il ruolo e le funzioni della Delegazione, così come erano stati approvati nell’assembl ea straordinaria
dell’Ottobre 2010, che ha dato alla Delegazione stessa un nuovo regolamento di funzionamento e deleghe di rappresentanza.
Marco Gasparri è entrato come componente di diritto nel Comitato di Presidenza di Unindustria Bologna. Sia Gasparri che Gallian i, inoltre,
parteciperanno di diritto al Consiglio Direttivo di Unindustria.
All’interno della Delegazione Imolese, inoltre, Gasparri e Galliani saranno affiancati da un “Comitato territoriale” al quale hanno dato la propria disponibilità numerosi imprenditori: Renato Andalò (Raf Meccanica Srl, Imola); V anni
Angeli (PRB Srl, Castel Guelfo); Daniele Garavini (DeFranceschi Spa, Mordano); Cristina Marani (Elettronica Santerno Spa, Imola e Castel Guelfo); Mauro
Marani (Meccanica Imolese Srl, Imola); Sivia Poli (Imola Legno Spa, Imola);
Armando Poma (Farma Srl, Medicina); Luigi Zecchini (G.i.fi.ze. Spa Filicori Zecchini, Castel San Pietro); Marco Ponzellini (Wegaplast Spa, Dozza); Sauro Guidi (Guidi Spa, Osteria Grande).
Marco Gasparri aveva già ricoperto la carica di C onsigliere Delegato per il
Circondario Imolese fin dalla nascita di Unindustria Bologna nel giugno 2007,
ed era stato riconfermato nell’aprile 2010.
La relazione di Marco Gasparri all’assemblea degli imprenditori imolesi. Lo ascolta il presidente di Unindustria,
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Alberto Vacchi
Enel Infrastrutture e Reti. Grande
interesse ha suscitato anche la visione dei filmati “I casi della vita” e
“Emergenza sotto valanga”, pellicole
che hanno aiutato a riflettere su distrazioni, che in ambito professionale
possono rivelarsi fatali, e sulle azioni
da mettere in atto in momento di
emergenza. “Tutti gli imprenditori ha detto Giordano Baietti - conoscono per esper ienza sul campo
quanto sia complessa la gestione degli appalti. Per questo abbiamo impostato il seminario di oggi come un
vero e proprio momento di formazione: le case history che abbiamo
ascoltato possono costituire per le
imprese un valido parametro di confronto”.
LE MIGLIORI LAUREATE
IN INGEGNERIA
E CHIMICA INDUSTRIALE
Un premio in denaro per le sette ragazze che hanno conseguito la laurea
con il massimo dei voti presso le Facoltà di Ingegneria e di Chimica Industriale dell’Università di Bologna. La
cerimonia di assegnazione del riconoscimento, giunto quest’anno alla quinta edizione, si è svolta presso la sede di
Unindustria Bologna. L’iniziativa è stata presentata da Miretta Giacometti,
docente di Economia dell’Innovazione
all’Alma Mater. Alla cerimonia è intervenuto anche Roberto Gamberini, all’epoca consigliere delegato di Unindustria per l’Education e la formazione. A conclusione dell’evento i rappresentanti di alcune aziende e le neodottoresse si sono confrontati sul tema
della carriera delle donne in azienda. Il
premio “Le migliori laureate” gode del
patrocinio della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Bologna, e di
Unindustria Bologna, oltre alle sponsorizzazioni di Cebora, Centergross,
FARE 101
news unindustria
GAETANO MACCAFERRI PRESIDENTE
DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA
IL PROGETTO BACO PORTA IN CINA
LE IMPRESE DELLA PROTESICA DI BUDRIO
Il 14 giugno Gaetano Maccaferri è stato eletto all'unanimità dal Consiglio regionale Presidente di Confindustria Emilia-Romagna . Succede
ad Anna Maria Artoni, non più rieleggibile a norma di statuto.
Presidente di SECI SpA, holding del Gruppo Industriale Maccaferri, e di varie altre società del Gruppo, Gaetano Maccaferri è s tato uno dei
principali artefici della nascita di Unindustria Bologna, della quale è stato Presidente dal 2007 al 2009. In precedenza era st ato Presidente
dell’Associazione Industriali di Bologna dall’ottobre 2004 fino alla costituzione
di Unindustria il 1° giugno 2007. Fa parte del Consiglio Direttivo e della Giunta
di C onfindustria, ed è stato recentemente nominato C avaliere del lavoro dal
Presidente della Repubblica.
"Noi imprenditori dell'Emilia-Romagna - ha dichiarato Maccaferri all’atto della
sua elezione - non vogliamo mollare. Anche se la crisi è stata forte e selettiva,
anche se il nostro sistema industriale ne uscira profondamente cambiato, vogliamo continuare a far crescere le nostre imprese. Conosciamo i nostri punti
di forza, ma siamo anche consapevoli dei punti di debolezza: abbiamo chiare
le sfide e i rischi ma anche le grandi opportunità che il futuro può presentare".
Pertanto, ha ammonito, "é lì che dobbiamo concentrare i nostri sforzi, cercando alleanze e sinergie, superando corporativismi e veti, lavorando insieme alle
Il passaggio del testimone tra Anna Maria Artoni e Gaetano istituzioni, alla pubblica amministrazione, alle altre organizzazioni d'impresa, al
Maccaferri alla guida di Confindustria Emilia-Romagna
sistema del credito, al sindacato e a tutto il sistema dell'educazione e della ricerca". Oltre ad avere come "riferimento e partner fondamentale" la Regione.
"Il nostro orizzonte” ha detto ancora Maccaferri “è chiaro: concorrere a costruire un futuro migliore per le imprese e per tutt a la società
dell'Emilia-Romagna".
Bologna esporta in Cina il proprio know-how nel campo della protesica, favorendo l'accesso delle imprese del settore, concentra te per lo
più nel distretto di Budrio, ad un mercato potenziale dai numeri impressionanti. In Cina, infatti, si contano 82,9 milioni di d isabili, il 6,38% della
popolazione disabile mondiale. Il 10% dei portatori di handicap cinesi appartiene ai ceti più abbienti e potrebbe, quindi, como damente rivolgersi a strutture all'avanguardia come quelle bolognesi per risolvere i propri problemi. Il governo cinese, peraltro, in questa
fase sta investendo nella realizzazione di un sistema sanitario nazionale e intende assicurare,
anche in ambito ortopedico-riabilitativo, una copertura medica alla popolazione.
Anche su questo fronte le aziende bolognesi possono dire la loro. Per questo, Unindustria, assieme alla Regione Emilia-Romagna, dopo aver creato l'associazione
"Torri dell'Acqua" per seguire le attività della filiera, ha avviato il Progetto "Baco',
coinvolgendo una ventina di realtà tra aziende e enti impegnati nel campo della
protesica. Il primo passo e' stato l'accreditamento all'Ispo, ong internazionale collegata all'Organizzazione mondiale della sanità, che stabilirà a Budrio la sede nazionale del network mondiale. Nel giugno scorso, infine, al termine di una missione di
cinque giorni nel bolognese, è stato sottoscritto un accordo di collaborazione con la
Federazione cinese dei disabili che prevede ricerca e sviluppo di nuove soluzioni,
scambio di conoscenze nell'indotto diretto del settore protesico, supporto per alIl presidente di Unindustria Alberto Vacchi nel corso leanze e contatti tra le imprese, ma soprattuto la possibilità per le aziende bolognesi
degli incontri con la delegazione delle associazioni di 'vendere' conoscenze e professionalità. "Il vero prodotto da esportare sarà l'atticinesi dei disabili
vità formativa", ha spiegato il presidente di Unindustria, Alberto Vacchi.
Il progetto sulla protesica potrà inoltre servire da base per capire come aiutare altri settori d'eccellenza ad approcciare i m ercati esteri. Del
resto, ha osservato Vacchi, "le classiche missioni istituzionali portavano poco in là e in un momento di risorse scarse è megli o concentrarsi
sulle eccellenze per costruire progetti ad hoc". Come è stato fatto per la filiera delle protesi, mettendo insieme un ventina d i imprese, quasi
tutte quelle più importanti del settore (oltre mille dipendenti e 300 milioni di euro di fatturato complessivo): Corazza Group, Duna, Exposanità,
Finceramica, Noemalife, Opo, Pollution, Rizzoli Ortopedia, Rtm, Samo, Technogym, Tgr, Vassilli, assieme agli assessorati alla Sanità e alle Attività produttive della Regione, all'Aida, al Centro di riabilitazione Casilino, al centro di Montecatone, all'Inail e all'Isti tuto ortopedico Rizzoli.
"E' il top delle aziende disponibile a lavorare qui e ad investire qui, occupando persone qui, magari avviando contemporaneamen te della produzione qui", ha evidenziato l'assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli, confermando che dal progett o potrebbero
nascere nuovi posti di lavoro nel bolognese. "Ci troviamo di fronte ad un numero spaventoso di disabili cinesi, rispetto al qua le occorre organizzarsi per rispondere", ha sottolineato il presidente V acchi, aggiungendo che, più che prevedere esportazione massiccia di pr otesi verso
l'Oriente, dobbiamo immaginare le aziende emiliane impegnate nella fornitura di servizi e conoscenze alle strutture cinesi.
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Dental Hi-Tech Net, G.D, Magneti
Marelli, Marc Messeguè Health Center, UniCredit.
breve cerimonia che si è svolta presso la sede dell’Ospedale Bellaria.
L’associazione bolognese onlus
“Bimbo Tu” dal 2007 si occupa del
UN NEURONAVIGATORE
PER I BAMBINI
DELL’OSPEDALE BELLARIA
Un modernissimo neuronavigatore
per il delicato trattamento chirurgico dei piccoli pazienti nei primi tre
anni di vita. Lo ha consegnato l’allora presidente di Unindustria Bologna, Maurizio Marchesini, ad Alessandro Arcidiacono, presidente della
Onlus “Bimbo Tu”, nel corso di una
102 FARE
Il dottor Ercole Galassi, responsabile della divisione pediatrica della neurochirurgia dell’ospedale Bellaria, illustra il funzionamento del neuronavigatore
supporto materiale e psicologico ai
bambini (e alle loro famiglie) affetti
da tumori del sistema nervoso centrale e periferico e da altre gravi malattie patologiche cranio-encefaliche
e vertebro-midollari. Numerose le
iniziative di cui si fa carico, che vanno dalla promozione di semplici attività di svago per rendere meno gravosa la degenza ai bambini ricoverati
e ai loro familiari, alla raccolta di
fondi per rendere disponibili le tecnologie medico sanitarie più avanzate. Tra queste appunto il neuronavigatore in funzione al Bellaria, che è
stato possibile acquistare grazie al
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generoso e corale concorso del territorio, delle sue istituzioni economiche e delle imprese. Alla cerimonia
era presente anche Sandra Samoggia,
presidente della Commissione solidarietà di Unindustria.
LA COMUNICAZIONE
PUBBLICITARIA
“La comunicazione pubblicitaria: ieri, oggi e domani” è stato il tema di
un incontro promosso dalla Com-
missione Cultura di Unindustria, che
si è proposto sia di entrare nei meccanismi della comunicazione pubblicitaria, individuando le logiche di
promozione del brand e dei prodotti, sia di fornire alla imprese notizie
FARE 103
L’intervento di Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente di UPA - Utenti Pubblicità Associati, al convegno “La comunicazione pubblicitaria: ieri, oggi
e domani” promosso dalla commissione cultura
di Unindustria
operative e case history su come
massimizzare l’impatto dell’investimento pubblicitario.
Nel corso del dibattito si è cercato
di spiegare come dai celebri spot di
comunicazione di massa al marketing personalizzato consentito dalle
nuove modalità di diffusione - il web
e l’Ipad ad esempio - la sapiente
unione fra creatività, forza persuasiva
di un messaggio e canale di diffusione rappresenti un fattore competiti-
vo importante per raggiungere i target di clientela e comunicare i prodotti.
Ai lavori, introdotti da Giangiacomo
Zabban, Presidente della Commissione Cultura di Unindustria Bologna,
sono intervenuti Lorenzo Sassoli de
Bianchi, Presidente di UPA - Utenti
Pubblicità Associati, e Diego Masi,
Presidente di AssoComunicazione.
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GIAN GUIDO RIVA PRESIDENTE
DEI GIOVANI IMPRENDITORI
Gian Guido Riva è il nuovo presidente dei Giovani Imprenditori di Unindustria Bologna per il triennio 2011-2014. La sua elezion e è avvenuta
nell’assemblea che il Gruppo ha tenuto il 4 luglio a Villa Guastavillani.
37 anni, laureato in giurisprudenza, un master al Politecnico di Milano, Riva è amministratore delegato della Samo (materiali b iomedici impiantabili) e presidente di Nanosurfaces, spin-off dello stesso Politecnico ambrosiano.
Gian Guido Riva, che raccoglie il testimone da Andrea Paladini, nel mandato appena concluso è stato vice presidente dei Giovani Imprenditori. Il suo impegno si è focalizzato in particolare sulle tematiche della meritocrazia ed è stato anche project leader
di un apposito gruppo di lavoro, a cui si deve il documento
“Guardare al futuro con Merito” presentato nel febbraio
scorso.
Sono stati eletti per il triennio 2011-2014 anche i consiglieri
del Gruppo, che ora sono: Maria Sole C ampanini, Enrica
Gentile, Flavio Guastafierro, Rocco Mangione, V alentina
Marchesini, Viero Negri, Marco Ponzellini, Marcello Rossi,
Ilenia Sala, Alberto Stancari.
All’assemblea dei Giovani Imprenditori, dedicata a “La gestione della leadership e l’importanza del valore dello stare
insieme” hanno preso parte Alberto V acchi, presidente di
Unindustria Bologna, e Jacopo Morelli, presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di C onfindustria. Ad essi ha
fatto seguito l’intervento, non convenzionale, di riflessione
Passaggio di consegne tra Andrea Paladini, presidente uscente dei Giovani Im- manageriale di Enzo Memoli, docente di project management, su “Anima e core business”.
prenditori, ed il nuovo presidente Gian Guido Riva
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104 FARE