2006 - Federacciai

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2006 - Federacciai
Federacciai
L’INDUSTRIA SIDERURGICA ITALIANA NEL 2006
Relazione Annuale
Federacciai
FEDERACCIAI
Federazione delle Imprese Siderurgiche Italiane
L’Industria siderurgica italiana nel 2006
Relazione annuale
Federacciai
INDICE
ORGANI STATUTARI
PARTE I
4
1
2
3
4
Il mercato
Il contesto generale
La siderurgia nel mondo
La siderurgia in Italia
La politica commerciale
10
11
12
17
23
1
2
3
4
Associazioni di Comparto
Acciaio prodotti piani e lunghi
Prima trasformazione e tubi
Acciai speciali
Associazione Italiana Elettrosiderurgia
26
27
33
35
39
1
2
3
4
5
6
Le Tematiche Generali
Ambiente
Energia
Rottame
Società Consortile Gas Intensive
Attività di comunicazione
Ricerca
41
42
47
51
52
53
54
1
2
3
Società ed Enti Collegati
Riconversider
Siderservizi
Unsider
55
56
57
57
PARTE V
Aziende Associate
61
PARTE VI
Appendice statistica
66
PARTE II
PARTE III
PARTE IV
3
ORGANI STATUTARI
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COMITATO DI PRESIDENZA
Composizione al 31.12.2006
PRESIDENTE
Giuseppe
PASINI
VICE PRESIDENTI
Giovanni
ARVEDI
Giovanni
GILLERIO
Cesare
RIVA
PRESIDENTI DELLE ASSOCIAZIONI DI COMPARTO
Michele
AMENDUNI
Antonio
GOZZI
Steno
MARCEGAGLIA
Nicola
RIVA
5
Federacciai
CONSIGLIO DIRETTIVO
Composizione al 31.12.2006
Il Comitato di Presidenza e i Signori
.
Alessandro
Antonio
Giuliano
Ruggero
Luigi
Vincenzo
Pietro
Harald
Giacomo
Antonio
Alberto
Pierluigi
Franco
Giuseppe
Carlo
Federico
Franco
Gianluca
Francesco
Amato
Mauro
BANZATO
BELTRAME
BOATO
BRUNORI
BUZZI
CRAPANZANO
DE BIASI
ESPENHAHN
GHIDINI
IANNONE
INZAGHI (Consigliere Tesoriere)
LEALI
MANDIROLA
MARZORATI
MAZZOLENI
PITTINI
POLOTTI
RODA
SEMINO
STABIUMI
STEFANA
REVISORI DEI CONTI EFFETTIVI
Andrea
Mario
Giampaolo
AGNELLI
SECONDI
TALPONE
REVISORI DEI CONTI SUPPLENTI
Romolo
Dario
RAGGIO
SEMENZATO
DIRETTORE GENERALE
Salvatore
SALERNO
6
Federacciai
CONSIGLIO DIRETTIVO ASSOCIAZIONE ACCIAIO PRODOTTI LUNGHI E PIANI COMUNI
Nicola
RIVA Presidente
Antonio
Ruggero
Domenico
Giacomo
Antonio
Carlo
Augusto
Massimo
Giovanni
Federico
Franco
Cesare
Margherita
BELTRAME
BRUNORI
CAMPANELLA
GHIDINI
IANNONE
LEALI
LOMBARDI
MAZZUCOTELLI
PASINI
PITTINI
POLOTTI
RIVA
STABIUMI
CONSIGLIO DIRETTIVO ASSOCIAZIONE ACCIAI SPECIALI
Michele
AMENDUNI Presidente
Ernesto
Alessandro
Giuseppe
Andrea
Sandro
Markus
Augusto
Giuseppe
Franco
Fabio
Giancarlo
Mario
Corrado
AMENDUNI
BANZATO
BERRETTI
FORONI
FRACCIA
HOLZ
LOMBARDI
MARZORATI
POLOTTI
RIVA
SPOTTI
VERGNA
VICENTINI
7
Federacciai
CONSIGLIO DIRETTIVO ASSOCIAZIONE TUBI E PRIMA TRASFORMAZIONE
Steno
MARCEGAGLIA
Giovanni
Bruno
Luigi
Mario
Gabriele
Antonio
Carlo
Sandro
Giovanni
Alberto
Roberto
Silvio
Alessandro
ANTONIETTI
BERERA
BUZZI
CALDONAZZO
CASANOVA
CENTAMO
FORESTI
FRACCIA
FRANCIA
INZAGHI
MARCORA
TAVECCHIA
VALSECCHI
Presidente
CONSIGLIO DIRETTIVO ASSOCIAZIONE ITALIANA ELETTROSIDERURGIA
Antonio
GOZZI
Presidente
Ruggero
Vincenzo
Antonio
Aldo
Claudio
Elena
Giuseppe
Marcello
Giovanni
Federico
Margherita
Francesco
Giorgio
BRUNORI
CRAPANZANO
FAGGIONATO
FARNETANI
MAFFINI
MAGRI
MARZORATI
OREMPULLER
PASINI
PITTINI
STABIUMI
UBERTO
ZUCCARO
8
PARTE I: Il Mercato
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1 Il Contesto Generale
Nel 2006 l’economia mondiale è cresciuta ancora a ritmi sostenuti in tutte la aree del mondo con una buona
ripresa anche nei paesi europei più lenti. La produzione mondiale nel 2006 è aumentata del 5,4% in accelerazione dopo la crescita del 4,9% registrata nell’anno precedente. I prezzi del petrolio, che nel corso dell’anno di sono mantenuti su livelli storicamente elevati, non hanno avuto i temuti effetti negativi sulla crescita
economica e sull’inflazione grazie alla diminuita intensità energetica dell’economia.
I paesi asiatici sono stati ancora di gran lunga i più dinamici guidati dalla crescita della Cina, (+10,7%) e
da quella dell’India (+9,2%). Il Giappone, con un Prodotto Interno Lordo in aumento del 2,2% ha consolidato la ripresa dell’anno precedente.
E’ continuata l’espansione degli USA: 3,1% rispetto al 2005; sebbene in lieve rallentamento, i consumi privati sono aumentati del 3,2% e gli investimenti del 3.1%. Sempre elevato ed in crescita è risultato il saldo
negativo degli scambi con l’estero.
I paesi della Confederazione degli Stati Indipendenti hanno rafforzato lo sviluppo delle loro economie di un
punto percentuale passando al 7,7% con il PIL della Russia in lieve accelerazione al 6,7%.
La crescita economica dei paesi dell’America Latina nel 2006 ha raggiunto il 5,5% (Argentina + 8,5%,
Brasile + 3,7%, Cile + 4% e Venezuela +10,3%).
Nell’Unione Europea (25 paesi) l’economia ha chiuso il 2006 in sensibile accelerazione: il PIL nel 2006 è
aumentato del 2,6%, oltre un punto percentuale in più che nell’anno precedente, con il 3,9% della Spagna,
il 2,7% del Regno Unito, il 2,7% della Germania e il 2% della Francia. La crescita europea è stata sostenuta principalmente dalle esportazioni e dagli investimenti con i consumi privati in crescita moderata. Lo sviluppo degli investimenti in molti paesi europei è stato notevole: mediamente 4,5% nei paesi dell’Euro; 5,6%
Germania, 3,5% in Francia, 6,3% in Spagna, 6% nel Regno Unito.
In Europa, come nelle altre regioni del mondo, anche la produzione industriale, il principale fattore trainante
della domanda siderurgica, ha segnato un buon sviluppo con ritmi particolarmente elevati soprattutto nei
paesi ultimi entrati in UE: Polonia 11%, Ungheria 10%, Slovacchia 9,9%, Romania 7,3%, ma anche in Austria
8,2%, in Finlandia 7,8%, Germania 5,5% e Spagna 3,8%. L’attività del settore delle costruzioni nel 2006 si
è mostrata sostenuta con una sensibile crescita in Germania 5,5%, dopo vari anni di flessioni, anche di notevole entità. Elevati ritmi di crescita sono stati registrati nei paesi nuovi associati come Polonia 15,3% e
Romania18,6%. Anche negli altri paesi gli aumenti sono stati rilevanti; Regno Unito 6,3%, Spagna 5,4% e
Francia 3,5%.
11
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2. La siderurgia nel mondo
La produzione
Nel 2006 la produzione mondiale di acciaio ha continuato a crescere con una flessione intorno alla metà
dell’anno, subito recuperata con un’accelerazione che ha portato il totale dell’anno a 1,24 miliardi di tonnellate: una crescita del 8,9% pari a 102 milioni di tonnellate (M.t.).
L’Asia, nel 2006, con una produzione di 669,7 Mt in aumento del 12,9%, ha fatto registrare una crescita
di 76,3 M.t., pari al 75% della crescita dell’acciaio totale prodotto nel mondo. La Cina, il maggior produttore mondiale di acciaio, con 422,7 M.t., il 34% del totale mondiale, nel 2006 ha mantenuto il ritmo di crescita dei cinque anni precedenti: 18,8% medio annuo. Fra gli altri paesi asiatici con una significativa produzione di acciaio, l’India ha presentato la crescita maggiore, con il 7,7% ha raggiunto 44 M.t. di acciaio
prodotto mentre il Sud Corea, con un aumento dell’1,3%, si è fermato a 48,4 M.t. e Taiwan con il 6,6% ha
superato di poco i 20 M.t.. Il Giappone nel 2006 con un aumento del 3,3% e una produzione di 116,2
M.t., ha mantenuto la sua posizione di secondo paese produttore di acciaio nel mondo, o di terzo considerando l’insieme dei paesi dell’Unione Europea.
1300
PRODUZIONE MONDIALE DI ACCIAIO 2006
PRODUZIONE MONDIALE DI ACCIAIO
1200
CSI
9.7%
1100
Altri Europa
2.9%
Unione Europea
16.0%
1000
M.t.
900
Nord America
10.6%
Sud America
3.7%
Africa e MO
2.7%
Oceania
0.7%
800
Asia
53.7%
700
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Produzione acciaio
Milioni tonnellate
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Unione Europea
altri Europa
CSI
Nord America
Sud America
Africa e MO
Asia
Oceania
Mondo
186,7
23,7
98,5
135,4
39,1
24,6
331,9
7,8
847,7
180,5
24,6
99,7
119,9
37,4
26,6
353,9
7,9
850,5
180,9
26,6
101,2
122,9
40,9
28,3
394,9
8,3
904,1
184,5
29,3
106,5
126,2
43,0
29,7
442,4
8,4
970,0
194,2
32,1
113,4
134,0
45,9
31,0
510,1
8,3
1068,9
187,2
33,2
113,2
127,6
45,3
33,2
593,4
8,6
1141,8
198,5
36,4
119,7
131,5
45,3
34,0
669.7
8,7
1243,8
12
Federacciai
I paesi dell’Unione Europea nel 2006 hanno prodotto 198,5 M.t., in aumento del 6% rispetto al 2005.
L’aumento della produzione di acciaio nei dieci paesi ultimi entrati è stato del 14,2% a 25,2 M.t., mentre
gli altri quindici hanno raggiunto una la produzione di 173,2 M.t. con una crescita del 4,9%.
205
200
PRODUZIONE DI ACCIAIO UE 2006
PRODUZIONE ACCIAIO UE
Italia
15.9%
195
Francia
10.0%
190
185
Spagna
9.4%
Germania
23.8%
M.t.
180
RU
7.0%
175
Polonia
5.0%
170
165
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Altri
28.9%
Gli altri paesi europei non appartenenti all’Unione Europea nel 2006 hanno prodotto complessivamente
36,4 M.t., in aumento del 9,7% rispetto all’anno precedente, guidati dalla crescita del 11,2% in Turchia che,
con 23,3 M.t., è risultato il paese più dinamico, quasi 10 M.t. in più rispetto a dieci anni prima.
I paesi della Confederazione degli Stati Indipendenti, con una produzione di 119,7 M.t. ed un aumento del
5,8% rispetto all’anno precedente, hanno confermato la tendenza che li ha portati ad un livello superiore di
quasi 43 M.t. a quello di dieci anni prima. Fra questi, i maggiori produttori sono la Russia con 70,6 M.t. (+
6.8%), e l’Ucraina con 40,8 M.t. (+5,6%).
Gli Stati Uniti, con un aumento del 3,9% hanno prodotto 98,6 M.t., un livello simile a quello di dieci anni
prima. Il Messico ha prodotto 16,3 M.t. di acciaio, poco più che nell’anno precedente, ed anche il Canada
con 15,4 M.t. si è mantenuto su un livello simile a quello dell’anno precedente.
I paesi dell’America meridionale hanno prodotto 45,3 M.t., come nell’anno precedente, con il Brasile 30,9
M.t., -2,2%, di gran lunga il maggior produttore, seguito da Argentina 5,5 M.t. e da Venezuela 4,9 M.t..
In Africa la produzione totale di 18,6 M.t. è stata realizzata principalmente da due paesi: il Sud Africa con
9,7 M.t., in aumento del 2,4% e l’Egitto, con 6 M.t., in crescita del 7,1%, hanno rappresentato l’85% del
totale. Algeria e Libia hanno prodotto poco più di 1 M.t. ciascuno. L’Egitto, in particolare, nell’ultimo decennio ha più che raddoppiato la sua produzione di acciaio.
L’Iran, il maggior produttore siderurgico del Medio Oriente, nel 2006 ha prodotto 9,8 M.t. di acciaio, il
4,1% in più rispetto all’anno precedente. Un contributo significativo alla produzione mediorientale è venuto
anche dall’Arabia Saudita con 4 M.t., in riduzione del 5% rispetto all’anno precedente, ed in minore misura dal Qatar con 1 M.t. per un totale del Medio Oriente pari a 15,4 M.t..
I restanti 8,7 M.t. di tonnellate di acciaio prodotte nel mondo sono stati realizzati in Oceania.
Nel 2006 i primi dieci paesi hanno prodotto il 76,4% dell’acciaio mondiale, un punto percentuale e mezzo
in più rispetto all’anno precedente ed i primi venti ne hanno prodotto l’89,2%.
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Cina
Giappone
Stati Uniti d'America
Russia
Sud Corea
Germania
India
Ucraina
Italia
Brasile
PRODUZIONE MONDIALE DI ACCIAIO
Turchia
2006
Taiwan
Francia
Spagna
Messico
Canada
Regno Unito
Belgio
Polonia
Iran
0
100
200
300
400
500
M.t.
Il consumo
Il consumo apparente di prodotti siderurgici finiti nel mondo è aumentato anche nel 2006, per l’ottavo anno
consecutivo. Secondo le stime più recenti (International Iron and Steel Institute - IISI marzo 2007), è stato superiore del 8,5% a quello dell’anno precedente portandosi su un livello di 1.113,2 M.t., oltre 87 M.t. in più
che nell’anno precedente. In Asia il consumo apparente di prodotti siderurgici ha raggiunto i 595 M.t., il
53,4% del totale mondiale, con un aumento del 6,2% pari a 35 M.t.. La Cina, con 356,2 M .t. ed una crescita del 9% (35 M.t.), è stata il maggior paese consumatore con una quota pari al 32% del totale mondiale. Il consumo del Giappone, 79 M.t. è aumentato del 1,3%, quello del Sud Corea 49,3 M.t., è aumentato del 4,7% e quello dell’India 43.1 M.t. + 9,9%.
L’Unione Europea nel 2006 ha consumato 179,3 M.t. con un aumento del 11,1%. I vecchi quindici paesi
dell’UE hanno consumato 156,3 M.t., 10,2% in più che nell’anno precedente.
Cina
UE
USA
Giappone
Sud Corea
India
Germania
Italia
Russia
Spagna
Turchia
CONSUMO APPARENTE
DI PRODOTTI SIDERURGICI
0
100
200
300
Mt
14
400
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I paesi europei non appartenenti all’Unione Europea hanno consumato 28 M.t. di prodotti siderurgici, con
un aumento del 14,9% rispetto all’anno precedente, guidati dalla Turchia con 21,9 M.t., in crescita del
17,9%.
I paesi della Confederazione degli Stati Indipendenti hanno registrato una crescita del 12,9% con un consumo pari a 48,4 M.t.; in Russia con 36 M.t. l’aumento è stato pari al 18,4% ed in Ucraina con 7,1 M.t., vi
è stata una diminuzione del 1,6%.
Nell’America settentrionale i paesi NAFTA hanno consumato 154,9 M.t., 11,1% oltre il livello dell’anno precedente, con gli USA a 119,6 M.t., in crescita del 11,7%, il Canada a 17,3 M.t. in aumento del 6,9% ed
il Messico con 18 M.t., in aumento dell’11,4%.
In America centrale e meridionale il consumo è stato di 36 M.t.: il Brasile, con 18,5 M.t. ha registrato un
aumento del 10,2%, l’Argentina 4,5 M.t. (+20,5%) e il Venezuela 3,2 M.t. (+33,2%).
I paesi africani hanno consumato 21,6 M.t. di prodotti siderurgici, +9,7% rispetto all’anno precedente, guidati dal Sud Africa con 6 M.t., in aumento del 28,4%, Egitto 4,7 M.t., in riduzione del 4,1%, e Algeria 3
M.t. in aumento del 14,1%.
In Medio Oriente il consumo di 36,8 M.t. è stato superiore del 10,3% a quello dell’anno precedente con
l’Iran come maggior consumatore di prodotti siderurgici per 17,9 M.t., in aumento del 11,1% rispetto al
2006, seguito dall’Arabia Saudita 6,7 Mt., 15,8% in più che nell’anno precedente.
15
Federacciai
Gli scambi commerciali
Gli scambi mondiali di prodotti siderurgici hanno visto come evento di maggior rilievo la netta trasformazione della Cina da importatore netto ad esportatore netto. Nell’arco dei tre anni terminati nel 2006 le importazioni totali cinesi si sono più che dimezzate passando a 19 M.t. mentre le esportazioni sono più che quintuplicate superando i 51 M.t. con un saldo che nel 2003 era negativo per circa 35 M.t. e che è diventato
positivo per 32,6 M.t nel 2006.
7000
CINA: SCAMBI CON L'ESTERO DI PRODOTTI SIDERURGICI
6000
importazioni
000 t.
5000
esportazioni
4000
3000
2000
1000
0
2000
2001
2002
2003
2004
MESI
2005
2006
Gli USA, paese tradizionalmente importatore netto, hanno registrato un notevole aumento delle importazioni
nel periodo a cavallo fra la fine del 2005 e l’inizio del 2006 che ha generato marcate prese di posizione
dell’industria siderurgica contro forme di concorrenza ritenute non corrette. La riduzione osservata nella seconda parte dell’anno ha lasciato tuttavia le importazioni su livelli ancora piuttosto elevati.
5000
USA: SCAMBI CON L'ESTERO DI PRODOTTI SIDERURGICI
importazioni
000 t.
4000
esportazioni
3000
2000
1000
0
2000
2001
2002
2003
2004
MESI
2005
2006
Le importazioni dell’Unione Europea da paesi terzi nel 2006 hanno fatto registrare un aumento del 51%,
accompagnato da una riduzione delle esportazioni del 3%, che hanno portato il saldo degli scambi commerciali da un saldo attivo di 2,7 M.t. ad un passivo pari 9,8 M.t.. Il maggior contributo è venuto dai semilavorati con un passivo di 5,8 M.t. seguito da quello dei laminati piani con un passivo pari a 4 M.t.. I laminati lunghi hanno registrato un lieve attivo pari a 72.000 t.
16
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I produttori siderurgici
Nel 2006 è continuato il processo di consolidamento dell’offerta siderurgica con ulteriori aggregazioni che,
in base alle produzioni del 2006, aumentano di due punti percentuali la quota della produzione mondiale
di acciaio realizzata dai primi cinque produttori portandola al 19,3%. Il maggior produttore mondiale aumenta la sua quota di produzione dal 5,1% al 9,5%. Malgrado ciò, la concentrazione nel settore siderurgico
resta ben inferiore a quella di altre industrie di base: i primi trenta produttori di acciaio producono meno del
50% della produzione mondiale di acciaio.
Arcelor e l’indiana Jindal Steel hanno aperto di un nuovo centro produttivo in joint-venture. Arcelor e la russa
Severstal hanno lanciato una joint-venture per la produzione di lamiere zincate a Cherepovets.
Nel corso dell’anno, la multinazionale dell’acciaio Mittal Steel, di proprietà indiana, con base a Londra e
stabilimenti in quasi tutto il mondo, a conclusione di un’offerta ostile, arriva alla fusione con la lussemburghese
Arcelor che ha i principali stabilimenti in Lussemburgo, Francia, Spagna, Brasile e, dopo una recente acquisizione, anche in Canada con la Dofasco.
La tedesca Stahlwerk Thuringen, ceduta da Arcelor Mittal dopo la fusione, per decisione dell’autorità per la
concorrenza, è stata acquistata dal gruppo spagnolo Alfonso Gallardo. Per le stesse ragioni Mittal Arcelor
ha ceduto lo stabilimento di Pallanzeno (Verbania) al Gruppo Duferco. Arcelor Mittal ha acquistato il produttore siderurgico messicano a ciclo integrale di laminati lunghi Sicartsa dal Grupo Villacero.
L'indiana Tata Steel, dopo una contesa con la brasiliana Companhia Siderurgica National, ha acquisito l'anglo-olandese Corus, il che la porterà ad essere il quinto produttore mondiale di acciaio.
Novolipetsk Iron and Steel Works (NLMK ) ha comprato il produttore danese di lamiere Dansteel. La francese Vallourec ha comprato il produttore indiano di tubi saldati CST Ltd di Hyderabad. La brasiliana Gerdau
Ameristeel ha acquisisito Sheffield Steel Corporation. La statunitense Nucor Corp ha acquistato la
Connecticut Steel Corporation. Bosian Time SL, del gruppo spagnolo CELSA ha acquistato Fundia dalla filandese Rautaruukki. Il produttore di filo Severstal-Metiz, del gruppo russo Severstal, ha acquisito Carrington
Wire, produttore di filo con base nel Regno Unito (South Wales, Yorkshire e Lancashire).
La tedesca ThyssenKrupp e la cinese Angang New Steel hanno rafforzato la collaborazione con il progetto
di costruzione di una linea di zincatura che raddoppia la capacità produttiva della joint-venture esistente.
La russa Evraz ha acquisito in Sud Africa la Highveld Steel and Vanadium Corporation; negli USA la
Independent Steel Company di Cleveland (Ohio) e Oregon Steel. L’egiziana Attaka ha comprato la Suez
Steel Co.
Il maggior produttore siderurgico italiano, Riva, si conferma terzo produttore europeo e decimo mondiale.
3. La siderurgia in Italia
L’economia italiana nel 2006 è stata caratterizzata da un andamento in marcata accelerazione soprattutto
nell’ultimo trimestre dell’anno. L’economia reale nel 2006, dopo un lungo periodo di debolezza, ha segnato buoni ritmi di crescita continuando la ripresa avviatasi già nell’anno precedente.
La produzione industriale e il settore delle costruzioni hanno fatto registrare un rinnovato dinamismo che ha
indotto effetti positivi nel mercato della siderurgia. Il settore manifatturiero dopo vari anni si è così affiancato
al settore delle costruzioni come elemento trainante della domanda siderurgica.
17
Federacciai
L’indice della produzione industriale nel 2006, dopo vari anni di declino, ha segnato un aumento del 1,9%
(2,4% se corretto per il diverso numero delle giornate lavorative) rispetto all’anno precedente con una forte
espansione della produzione di beni strumentali, 5,2%, ed in genere nei comparti utilizzatori di prodotti siderurgici. Anche l’aumento del tasso di utilizzazione degli impianti, l’andamento di ordini e fatturato hanno confermato questo quadro complessivamente positivo per la siderurgia.
101
100
99
2000 = 100
98
97
96
95
PRODUZIONE INDUSTRIALE
94
93
92
91
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
In particolare tutti i settori dell’industria manifatturiera che utilizzano prodotti siderurgici, ad eccezione di quello degli elettrodomestici, nel 2006 hanno mostrato tassi di crescita in molti casi sensibilmente superiori a quelli dell’industria nel suo insieme. Il settore delle costruzioni, che, direttamente o indirettamente, attiva quasi la
metà del consumo di prodotti siderurgici, con una crescita del 2,3%, ha fornito un impulso sensibile alla crescita della domanda siderurgica.
7%
INVESTIMENTI IN COSTRUZIONI
6%
5%
4%
3%
2%
1%
0
-1%
Variazioni % a prezzi costanti
-2%
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
L’attività del settore delle costruzioni anche negli anni passati aveva contribuito alla crescita dell’attività dei
settori utilizzatori di prodotti siderurgici che, nel loro insieme, da tempo complessivamente presentano un
andamento più sostenuto di quello dell’industria nel suo complesso.
18
Federacciai
In Italia la produzione di acciaio nel 2006 con una crescita del 7,7% rispetto all’anno precedente, pari a
2,2 M.t. ha raggiunto i 31,6 M.t. con un andamento congiunturale più moderato nella seconda parte dell’anno. La produzione di laminati lunghi è stata pari a 16,8 M.t., superiore del 15,9% a quella dell’anno
precedente. La produzione di laminati pianiè stata di 14,8 M.t. in aumento del 3,8% rispetto all’anno precedente.
000 t.
PRODUZIONE DI ACCIAIO GREZZO
3200
3000
2800
2600
2400
2200
2000
1800
1600
1400
1200
95 96
97
98
99
00
01
02
03
04
05
06
07
MESI
PRODUZIONE DI LAMINATI LUNGHI
1800
1800
1600
1600
1400
1400
1200
1200
000 t.
000 t.
PRODUZIONE DI LAMINATI PIANI
1000
1000
800
800
600
600
400
400
200
200
95
96
97
98
99
00
01
02
03
04
05
06
95
07
96
97
98
99
00
01
MESI
MESI
19
02
03
04
05
06
07
Federacciai
Il consumo apparente di prodotti siderurgici nel 2006 è stato superiore del 14,9% a quello dell’anno precedente: con un aumento di ben 5 M.t. ha raggiunto i 39,4 M.t..
Escludendo i semilavorati, i 34,6 M.t. di laminati piani e lunghi consumati nel 2006 hanno fatto registrare
un aumento del 15,1%, o 4,5 M.t.: i laminati lunghi, 15,1 M.t. (11% o 1,5 M.t.) e i laminati piani, 19,5
M.t. (18,5% o 3 M.t.).
45
CONSUMO APPARENTE DI PRODOTTI SIDERURGICI
40
35
M.t. 30
25
20
15
71 73 75 77 79 81 83 85 87 89 91 93 95 97 99 01 03 05
72 74 76 78 80 82 84 86 88 90 92 94 96 98 00 02 04 06
La quota delle importazioni sul consumo apparente nel 2006 è salita al 56,5% dal 49,2% dell’anno precedente. Le esportazioni hanno rappresentato il 35,2% delle consegne nel 2006, in aumento rispetto al 31,6%
dell’anno precedente.
Le vendite di prodotti siderurgici (laminati piani, lunghi e semilavorati) da parte dei produttori nazionali pari
a 34,3 M.t. sono cresciute del 10,1% rispetto all’anno precedente, sensibilmente, ma più lentamente delle
importazioni che hanno raggiunto i 22,3 M.t., il 31,7% in più di quelle dell’anno precedente. Le esportazioni, sono aumentate del 22,4% rispetto al 2005 e sono state pari a 12,1 M.t..
Tutti i prodotti siderurgici hanno presentato un consumo apparente in crescita, i molti casi a ritmi piuttosto mar
cati. Unica eccezione di rilievo è stata fornita dal mercato della banda stagnata che si è contratto in seguito alla concorrenza di prodotti alternativi.
In termini di volume, i coils laminati a caldo, con un mercato che ha superato i 6,8 M.t., in aumento del
28,4% hanno rappresentato di gran lunga il prodotto siderurgico più venduto in Italia. Fra i laminati piani, le
lamiere zincate e quelle con altri rivestimenti metallici hanno superato i 3,6 M.t. favorite anche dal miglioramento della produzione di automobili, oltre che dal buon andamento dell’edilizia e delle costruzioni in genere. Questo settore ha trainato anche e principalmente i consumi di laminati lunghi rafforzati dalla crescente
attività dei settori della meccanica che hanno stimolato in particolare anche i consumi di vergella e di laminati mercantili.
Gli scambi complessivi con l’estero di prodotti siderurgici hanno visto un peggioramento del saldo nel 2006
che è passato a -7,1 M.t. da -4,1 M.t. del 2005.
20
Federacciai
IMPORTAZIONI TOTALI
Paesi UE + non UE
gennaio - dicembre
26000
ESPORTAZIONI TOTALI
Paesi UE + non UE
gennaio - dicembre
26000
24000
24000
22000
22000
Seconda
trasformazione
20000
18000
20000
16000
Seconda
trasformazione
18000
Prima
trasformazione
16000
Prima
trasformazione
14000
14000
Piani
12000
12000
Piani
10000
10000
Lunghi
8000
8000
6000
6000
4000
2000
2000
0
0
2005
Lunghi
4000
Semilavorati
Semilavorati
2005
2006
2006
Particolarmente rapido è stato l’aumento delle importazioni di semilavorati (34,4% a 5,8 M.t.), di laminati
piani (34,1% a 12,9 M.t.) e di lunghi (19,7% a 3,2 M.t.). Le importazioni da paesi non appartenenti
all’Unione Europea hanno guidato l’impennata delle importazioni; da questi paesi, infatti, le importazioni di
semilavorati sono aumentate del 45,6% a 4,6 M.t., quelle di laminati piani del 70,6% a 5,8 M.t. e quelle
di lunghi del 32,5% a 1,3 M.t..
Le esportazioni totali nel 2006 sono state pari 16,9 M.t., superiori del 18,8% a quelle dell’anno precedente con tassi di crescita elevati per tutti i gruppi di prodotto: semilavorati 37,1%, laminati lunghi 30,6% e laminati piani 15,6%. Le esportazioni verso paesi non appartenenti all’Unione Europea, poco più di un terzo del
totale, sono complessivamente aumentate del 23,2%.
21
Federacciai
Nell’ambito degli scambi con i paesi non appartenenti alla UE, particolare rilievo ha assunto il balzo delle
importazioni dalla Cina.
Le importazioni di semilavorati, laminati piani e lunghi dalla Cina nel corso del 2006 sono infatti aumentate
assai velocemente passando a 2,5 M.t. da poco più di 780 mila tonnellate dell’anno precedente.
Particolarmente marcata è stata la dinamica delle importazioni di laminati piani che sono passate da 575
mila tonnellate nel 2005 a 2 M.t. nel 2006.
In termini valutari da un saldo complessivo che era positivo nel 2005 per 440,8 M. Euro si è passati ad un
saldo negativo pari a 302,2 M. Euro. Il disavanzo per i laminati piani è passato da 2,5 M. Euro a 4,1 M.
Euro, quello per i semilavorati da 1,2 M. Euro a 1,6 M. Euro, mentre il saldo attivo dei laminati lunghi è
aumentato passando da 104 mila Euro a 398 mila Euro.
Per quanto riguarda i paesi non appartenenti all’Unione Europea il saldo complessivo è passato da un avanzo di 136 mila Euro ad un disavanzo di 684 mila Euro dovuto ad un peggioramento per quasi tutti i gruppi di prodotti: i semilavorati da un saldo negativo di 880 mila Euro sono passati a un saldo negativo di 1,3
M. Euro mentre il saldo positivo dei laminati lunghi di 62 mila Euro è diventato pari a 218 mila Euro; il disavanzo dei laminati piani è passato da 632 mila Euro a 1,7 M. Euro.
L’occupazione
L’occupazione nel settore siderurgico (lavorazioni primarie) che, a fine 2006, era pari a 39.018 addetti, dei
quali 30.943 operai, è rimasta sullo stesso livello dell’anno precedente; l’aumento è stato solo dello 0,3%.
Le ore complessivamente lavorate sono diminuite dello 0,5% con una conseguente leggera riduzione, 0,8%,
delle ore lavorate pro capite. Ciò, unitamente alla crescita produttiva registrata nel 2006, ha portato un
aumento della produttività superiore a 7%.
OCCUPATI
43
42
Migliaia
41
40
39
38
37
36
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
22
Federacciai
4. La politica commerciale
Il 2006 è stato ancora un anno denso di attività inerenti alle problematiche commerciali.
Tra i casi più rilevanti che rischiano di minare alla base l’industria italiana ed europea, sono le proposte avanzate dal Commissario al Commercio Mandelson per modificare le attuali regole del TDI (Trade Defence
Instruments), cioè i regolamenti AD (antidumping) e AS (antisovvenzione), con la giustificazione di volerle adattare alle esigenze imposte dalla globalizzazione e la volontà di privilegiare l'interesse dei consumatori.
Tra le diverse proposte di modifica, le seguenti appaiono assolutamente improponibili:
- alzare la soglia del "de minimis" dall'1% al 5%
- ottenere dai petitioners le informazioni sul perché il dumping verrebbe praticato
- privilegiare l'uso della clausola dell'interesse comunitario, che nel recente caso delle calzature contro la Cina
ed il Vietnam, ha consentito di escludere una parte di prodotti, nell'interesse delle aziende europee che
hanno allocato produzioni all'estero
- rendere pubbliche le votazioni degli Stati Membri nei comitati AD.
La Commissione ha pubblicato un libro verde (Green Paper) con un questionario aperto a tutte le parti interessate per raccogliere le posizioni di chiunque voglia esprimersi sulla proposta.
Federacciai insieme ad altre associazioni UE, anche non siderurgiche, (UNICE, Eurofer, Confindustria, ecc)
ha espresso viva preoccupazione sostenendo, in sintesi, che le proposte del Commissario nulla hanno a che
fare con il tema della globalizzazione. Inoltre le normative oggi in vigore nell’UE sono già ben bilanciate ed
al momento sono riconosciute come le regole internazionali che garantiscono equamente gli interessi di tutte
le parti in causa. La Commissione dovrebbe piuttosto adoperarsi per farle adottare anche agli altri protagonisti internazionali.
Sull’argomento Federacciai ha incontrato a Strasburgo ad ottobre 2006 i parlamentari europei per sensibilizzarli sui rischi che potrebbero insorgere a fronte di un eventuale ammorbidimento delle regole AD, specie
in relazione ai livelli record toccati dalle esportazioni cinesi in Italia.
Nell'incontro tra l'altro sono emersi i anche i seguenti punti critici:
- Mandelson ha proposto di allargare il concetto di "interesse comunitario" proponendo di non imporre AD
contro quelle importazioni che favoriscono i consumatori;
- l’innalzamento del tetto della quota dell’import giudicata necessaria per arrecare danno all'industria UE
avrebbe conseguenze devastanti per l’industria, in particolare per quella dell’acciaio;
- le riforme devono essere multilaterali, mentre la proposta sembrerebbe voler aprire le frontiere dell’UE unilateralmente ed ottenere una garanzia di reciprocità sembrerebbe essere di secondaria importanza.
Federacciai, dopo aver operato a lungo impegnandosi in una operazione di dissuasione a tutti i massimi livelli, nazionali e comunitari, ha inviato le risposte al questionario Green Paper della Commissione e contestualmente ne ha dato ufficiale informazione al Ministero del Commercio Internazionale.
Si prevede che la Commissione prenderà una decisione finale nel corso del 2007, tenendo conto anche
delle risposte al Green Paper.
I siderurgici USA al contrario, hanno ottenuto dalle loro autorità un rafforzamento delle leggi a tutela del commercio e del mercato, in particolare per AD, AS e Salvaguardia. Inoltre il rappresentante dell’US Trade ha
garantito un impegno totale sui casi sollevati contro la Cina. A seguito dell’aumento delle importazioni cinesi, infatti, 4 associazioni siderurgiche USA hanno varato uno studio che dimostra come la Cina abbia potuto triplicare la sua capacità produttiva tra il 2000 e il 2005 in virtù dei sussidi diretti e indiretti erogati dal
23
Federacciai
Governo cinese ed hanno quindi avviato una denuncia all’OMC contro la Cina chiedendo all’UE e ad altri
paesi di compartecipare alla denuncia.
Gli USA pertanto hanno avuto la via facilitata per aprire molte inchieste AD e AS, riuscendo ad imporre nuovi
dazi su di una lunga lista di prodotti siderurgici, dove, tra i paesi colpiti, la Cina è sempre stata in prima
linea, seguita subito dopo dall’India, dai CIS, e dai paesi del Sud Est Asiatico. Gli USA starebbero, inoltre,
per aprire anche un inchiesta sui coils a caldo cinesi, prodotto che ha già inondato in grandi quantità il mercato della UE.
Non c’è dubbio che i successi ottenuti dagli USA nell’applicazione delle misure difensive a beneficio del loro
mercato, colpiscano di rimando l’UE e specialmente l’Italia che potrebbero essere invase dal riflusso delle
mancate spedizioni in USA.
E’ ferma intenzione di Federacciai e dell’industria UE continuare a premere sulle autorità nazionali e comunitarie per tutelarsi anche da queste azioni americane.
Nonostante l’impressionante gravissimo aumento delle importazioni da Paesi Terzi pochi o nulli sono al
momento i risultati ottenuti in termini di difesa del mercato, nonostante sia stata mantenuta alta la pressione
dei produttori e della Associazione sulla Commissione ed in ambito Eurofer, vuoi per il clima liberistico sostenuto dal Commissario Mandelson, ma innanzitutto per i risultati economici positivi registrati dalle imprese.
È stato riconfermato il dazio AD sui tubi senza saldatura provenienti dalla Russia, Ucraina, Croazia, ma si
teme che gli effetti equilibratori dei dazi sugli arrivi da questi paesi saranno neutralizzati da nuovi maggiori
quantitativi provenienti dalla Cina.
Sono ancora allo studio possibili aperture di azioni AD o AS, soprattutto verso la Cina, ma anche verso l’India
e la Turchia per:
- lamiere da treno
- tondo e vergella
- barre a freddo inox
- filo trafilato inox
- coils, in risposta anche alle probabili misure che gli USA vorranno applicare su questo prodotto.
Nonostante l’opposizione dei siderurgici la Commissione al contrario ha imposto dazi AD sul FeMo proveniente dalla Cina, pur in presenza di una insufficiente offerta nella UE, colpendo così l’interesse dei produttori di acciaio che sono forti utilizzatori di questo materiale. In seguito alle forti pressioni del settore, questa
misura è stata temporaneamente sospesa, ma la Commissione ha aperto nuove inchieste per imporre dazi su
altre ferroleghe cinesi. L’industria comunitaria si è quindi rivolta ad uno studio legale per la tutela dei propri
interessi.
Una nuova inchiesta è stata inoltre riavviata dalla Commissione contro le importazioni di coke dalla Cina, i
cui dazi AD erano stati sospesi a suo tempo proprio per una grave crisi di approvvigionamento che aveva
colpito i produttori siderurgici della UE.
L’incontrollato aumento delle importazioni da Paesi Terzi ha fatto proliferare i Gruppi di Contatto che la
Commissione ha aperto, o mantenuto, con i diversi paesi responsabili, in particolare Cina, India, e paesi CIS
ed in questo contesto è d’importanza strategica la partecipazione di Federacciai.
Nel Gruppo di Contatto con la Cina, è stato notificato ai cinesi che il livello delle loro esportazioni è ormai
arrivato a livelli assolutamente insostenibili per l’UE e sono state minacciate sia contromisure commerciali, sia
l’interruzione delle relazioni: la Cina si sarebbe quindi impegnata ad una riduzione delle esportazioni verso
l'UE tramite:
24
Federacciai
-
la rimozione delle agevolazioni fiscali all'export
la diversificazione delle destinazioni dell'export, in alternativa a UE e USA
il monitoraggio delle esportazioni
il rafforzamento delle leggi a favore dell'ambiente e del lavoro
I Gruppi di Contatto hanno portato avanti anche le discussioni per i nuovi accordi biennali 2007-2008 con
Russia, Ucraina e Kazakistan. Ufficiosamente l’accordo sulle nuove quote e sui prodotti sarebbe stato ormai
raggiunto, con generosi incrementi a favore di questi paesi, che avrebbero tenuto conto anche dei volumi
della Bulgaria e della Romania entrate a far parte della UE. La mancanza della firma da parte dei tre paesi
entro fine 2006 ha fatto comunque scattare, ad inizio 2007, le quote autonome con volumi uguali a quelli
del 2006.
La Sorveglianza Preventiva (licenze all’import), grazie alle pressioni sulla DG Trade portate avanti da
Federacciai insieme ad altre numerose associazioni UE, è stata prorogata per altri 3 anni, fino al
31/12/2009. Oggi tale sistema, senza comportare un particolare aggravio per gli operatori, è infatti ritenuto indispensabile in quanto ci consente di avere informazioni anticipate sui flussi commerciali ed avere in
tempi efficaci gli strumenti atti a prevenire l"escalation" di conflitti, in un momento di particolare vulnerabilità
del mercato UE in cui si assiste ad uno sviluppo drammatico delle importazioni siderurgiche, con volumi cresciuti a livelli record mai raggiunti in passato.
Anche molti altri paesi tra cui USA, Cina, Brasile, S.Corea, Canada e Giappone si sono dotati di un analogo sistema.
Mentre la Commissione, al contrario, ha deciso di non rinnovare il Sistema di Doppio Controllo (licenza all’import e all’export) con la Moldavia e la Macedonia.
25
PARTE II: Le Associazioni di Comparto
Federacciai
1. Associazione Acciaio Prodotti Piani e Lunghi
Coils a caldo
Dopo 4 anni di calo costante, nel 2006 il consumo apparente di coils, pari ad oltre 6,8 M.t., ha registrato un incremento del 28% sul 2005. Mentre le consegne dei produttori nazionali, pari a circa 4,3 M.t. sono rimaste praticamente invariate, le importazioni con 6,7 M.t. sono cresciute a dismisura accusando un incremento del 42% e
coprendo una quota pari al 98,4% del consumo. In particolare le importazioni dai paesi extra UE hanno superato
ogni record con 3,5 M.t. registrando un’impennata del 72%. Le esportazioni sono aumentate dell’8%, con quasi
2,4 M.t., pari al 54,5% delle consegne e sono state indirizzate per la maggior parte sui mercati comunitari. Il saldo
degli scambi con l’estero, negativo per 4,35 M.t., è peggiorato di oltre 1,8 M.t. rispetto al negativo del 2005.
COILS
CONSUMO APPARENTE
7500
000 t.
7000
6500
6000
5500
5000
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Lamiere a freddo
Anche le lamiere a freddo hanno registrato un buon andamento del consumo che, con oltre 3,7 M.t., è cresciuto
del 21% su quello del 2005. Le consegne nazionali hanno presentato un’evoluzione positiva con 2,7 M.t. e un
12% di crescita, ma le importazioni hanno coperto il 65% del consumo, superando i 2,4 M.t. con un incremento
del 33%. Come per i coils, anche per questo prodotto le importazioni da paesi extra comunitari sono aumentate
enormemente, arrivando a sfiorare 1 M.t. con un tasso di crescita del 70%. Le esportazioni, pari a oltre 1,2 M.t.,
per il 76% dirette in UE, sono cresciute del 21%. Il saldo negativo del commercio estero è peggiorato rispetto al
2005 di 390 mila t..
LAMIERE A FREDDO
CONSUMO APPARENTE
4000
000 t.
3800
3600
3400
3200
3000
2000
2001
2002
2003
27
2004
2005
2006
Federacciai
Lamiere a caldo e larghi piatti
Il consumo, con quasi 2,9 M.t., è cresciuto del 4,2% rispetto al 2005. Le consegne nazionali, pari a poco
più di 3,3 M.t. sono aumentate solo del 2,3%: anche per questo prodotto le importazioni hanno giocato un
ruolo determinante, arrivando a 888 mila t. con un 38% di incremento: in particolare quelle da paesi non
comunitari, quasi il 50% del totale, sono esplose ottenendo un tasso di crescita dell’87%. Le esportazioni,
oltre 1,3 M.t. sono migliorate del 16%. Il saldo positivo del commercio estero, scendendo a 429 mila t., è
leggermente peggiorato rispetto al 2005.
LAMIERE A CALDO E LARGHI PIATTI
CONSUMO APPARENTE
3000
000 t.
2800
2600
2400
2200
2000
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Prodotti rivestiti
Banda stagnata e cromata
Nel 2006 il consumo si è fermato a poco più di 761 mila t., registrando una caduta dell’11% ripetto al
2005. Più forte la caduta delle consegne dei produttori nazionali, che pari a 230 mila t., sono arretrate del
21%. Le importazioni totali, anch’esse in calo con 614 mila t. e –4% sul 2005, rappresentano pur sempre
l’81% del consumo. Il saldo con l’estero, sempre negativo, è migliorato in misura trascurabile, causa i modesti volumi esportati, aumentati del 9%.
BANDA STAGNATA E CROMATA
CONSUMO APPARENTE
900
880
000 t.
860
840
820
800
780
760
740
2000
2001
2002
2003
28
2004
2005
2006
Federacciai
Lamiere zincate a caldo e con altri rivestimenti metallici
Dopo una sporadica flessione nel 2005, il consumo nel 2006 ha ripreso a salire avvicinandosi a 3,6 M.t.
con un incremento del 23%. Le consegne nazionali si sono mantenute su livelli poco al di sotto con quasi 3,2
M.t. ed il 20,5% di crescita. Le importazioni hanno coperto il 42% del mercato con 1,5 M.t. e un incremento
del 25%, che è stato ancora più forte (+76,5%) per le provenienze dai paesi extra UE. Le esportazioni hanno
ottenuto un buon risultato, ma inferiore a quello delle importazioni, superando 1,1 M.t. con un +20% sul
2005. Il saldo commerciale negativo, pari a –391 mila t., ha accusato pertanto un peggioramento di 110
mila t. rispetto al 2005.
LAMIERE ZINCATE E CON ALTRI RIVESTIMENTI METALLICI
CONSUMO APPARENTE
3800
3600
000 t.
3400
3200
3000
2800
2600
2400
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Lamiere elettrozincate
Nel 2006, dopo anni di incessante discesa il consumo si è un po’ risvegliato, risalendo a quasi 366 mila t.
con un incremento del 15% sul 2005. Le consegne, pari a 374 mila t. (+32%), hanno superato il consumo
frenando di fatto le importazioni che sono rimaste ancorate sugli stessi livelli del 2005. Le esportazioni, quasi
167 mila t. sono cresciute del 36% ed hanno consentito un recupero del saldo del commercio, tornato positivo e migliorato per 42 mila t. sul 2005.
LAMIERE ELETTROZINCATE
CONSUMO APPARENTE
550
000 t.
500
450
400
350
300
2000
2001
2002
2003
29
2004
2005
2006
Federacciai
Lamiere con rivestimento sintetico
Dopo il cedimento del 2004 il mercato si presenta ancora in ripresa. Il consumo nel 2006, con una crescita del 15%, ha superato le 654 mila t. e le consegne dei produttori nazionali sono aumentate del 7%, fino
a quasi 643 mila t.. Anche per questo prodotto le importazioni sono aumentate in larga misura (+54%), fino
a 265 mila t., con gli arrivi dai paesi extra comunitari che sono balzati al +83%. Le esportazioni, con oltre
252 mila t., hanno messo a segno una crescita del 27%, ma insufficiente a mantenere il saldo del commercio estero ancora positivo.
LAMIERA CON RIVESTIMENTI SINTETICI
CONSUMO APPARENTE
660
640
000 t.
620
600
580
560
540
520
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Tondo per cemento armato
Il mercato del tondo per cemento armato nel 2006 è cresciuto del 4,8% dopo la flessione del 1,9% registrata l’anno precedente. Il trend in ascesa sembra comunque confermato con un consumo apparente che ha
raggiunto i 4,8 M.t.. Le vendite dei produttori nazionali, 5,7 M.t., hanno registrato una crescita del 14,3%
con una quota destinata alle esportazioni del 20,9%, in aumento di sette punti percentuali rispetto all’anno
precedente. Il saldo degli scambi con l’estero si mantiene positivo ed in miglioramento da 354 mila tonnellate nel 2005 a 841 mila tonnellate nel 2006.
TONDO PER CEMENTO ARMATO
CONSUMO APPARENTE
5000
000 t.
4500
4000
3500
3000
2000
2001
2002
2003
30
2004
2005
2006
Federacciai
Laminati Mercantili
Nel 2006 il consumo apparente di laminati mercantili è aumentato del 9,5% rispetto all’anno precedente superando di poco i 3,7 M.t., dopo un periodo di stagnazione osservato nel 2005. Le consegne dei
produttori nazionali, 4,6 M.t. sono aumentate del 7,1% e le loro esportazioni, 1,6 M.t.., del 3,9%, il
33,7% delle consegne. Le importazioni, solo il 17,5% del consumo apparente, sono cresciute del 12,5%
con un saldo degli scambi con l’estero ancora attivo per 909 mila tonnellate, poco meno che nell’anno
precedente.
000 t.
LAMINATI MERCANTILI
CONSUMO APPARENTE
3800
3700
3600
3500
3400
3300
3200
3100
3000
2900
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Vergella
Il mercato della vergella nel 2006 ha permesso un abbondante recupero dei livelli persi nell’anno precedente, quando era stata registrata una flessione del 7,2%, ricollocandosi su una linea di tendenza in crescita. Con 5,2 M.t. il consumo apparente nel 2006 è stato superiore del 16,2% a quello dell’anno precedente. Le vendite dei produttori nazionali, 4,3 M.t. sono aumentate del 17,9% con una quota all’esportazione
del 17,2%, in aumento di tre punti percentuali rispetto all’anno precedente. Malgrado la forte crescita delle
esportazioni, 40,1%, il loro livello basso relativamente alle importazioni ha lasciato un saldo degli scambi
con l’estero ancora su valori negativi per 1 M.t. circa.
VERGELLA
CONSUMO APPARENTE
5400
5200
000 t.
5000
4800
4600
4400
4200
4000
2000
2001
2002
2003
31
2004
2005
2006
Federacciai
Travi
Il 2006, anche per le travi, come per altri laminati lunghi, ha portato una ripresa sensibile dei consumi. Nel
2005 il consumo apparente di travi aveva presentato una contrazione del 12,1% mentre nel 2006 il recupero del 18,4% lo ha portato a 997 mila tonnellate, sul livello della linea di tendenza degli ultimi anni. Le
consegne dei produttori nazionali sono aumentate del 33,4% con una quota di esportazioni del 47,1%, quattro punti percentuali oltre quella dell’anno precedente. Le importazioni, 242 mila tonnellate, in aumento solo
del 3% hanno coperto il 24,3% del consumo apparente ed il saldo attivo degli scambi con l’estero è passato da 227 mila tonnellate nel 2005 a 430 mila tonnellate nel 2006.
TRAVI
CONSUMO APPARENTE
1050
000 t.
1000
950
900
850
800
750
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Rotaie ed armamento ferroviario
Il mercato delle rotaie ed armamento ferroviario nel 2006 ha confermato la buona progressione avviata nel
2003 segnando un consumo apparente in crescita del 24,5% alimentato in gran parte dalla produzione
nazionale e con importazioni piuttosto contenute anche se in crescita, 9%, ma dopo una flessione di quasi il
35% registrata nel 2005. Dato il livello relativamente elevato delle esportazioni il saldo degli scambi positivo è migliorato, portandosi a oltre 100 mila tonnellate.
000 t.
ROTAIE ED ARMAMENTO
CONSUMO APPARENTE
200
190
180
170
160
150
140
130
120
110
2000
2001
2002
2003
32
2004
2005
2006
Federacciai
2. Associazione Prima Trasformazione e Tubi
Prima Trasformazione
Nel 2006 l’industria italiana della Prima Trasformazione dell’acciaio ha registrato un incremento dei volumi
di vendita rispetto al 2005.
Nastro a freddo inferiore a 500 mm.
Il mercato dei nastri a freddo inferiori 500 mm nel corso dell’anno 2006 ha realizzato una produzione di
399 mila tonnellate con un aumento del 9% rispetto a quella del 2005.
Per i due segmenti di mercato (basso ed alto carbonio) le consegne di nastri laminati a freddo hanno registrato nel 2006 il seguente andamento rispetto alle vendite dell’anno precedente:
- per basso carbonio
- per l’alto carbonio
t. 310.800
t. 87.800
+ 7,8 %
+ 11,8 %
Trafilati in barre
I trafilati in barre hanno registrato nel corso dell’anno 2006 un aumento della produzione.
La produzione totale italiana (escluso inossidabile) nell’anno 2006 è stata di 826 mila tonnellate con un incremento del 10,7% rispetto al 2005. L’andamento produttivo dei singoli comparti in cui si articola il settore ha
avuto la seguente evoluzione:
- acciai automatici
- acciai di base e qualità
- acciai al carbonio
+
+
+
14,4%
9,4%
8,4%
Alla buona intonazione della domanda si è accompagnato un andamento poco brillante sul piano dei prezzi di vendita.
Le importazioni sono state di 52,1 mila tonnellate (+ 9%) ed anche l’attività all’esportazione ha registrato un
aumento del 14,4% da 318,6 mila tonnellate del 2005 a 364,4 mila tonnellate del 2006.
Derivati Vergella
L’attività dell’industria della trafilatura è risultata in leggero incremento nel corso dell’anno 2006 e sul piano
dei prezzi non sempre i trafilatori sono riusciti a ribaltare sulla clientela gli aumenti delle materie prime dovuto sia alla concorrenza tra i produttori nazionali che a materiale di provenienza estera (Cina, Israele in par-
33
Federacciai
ticolare) a prezzi decisamente bassi.
La produzione totale dei fili (compresi i prodotti derivati) ha avuto un incremento del 4% passando da 1.470
mila tonnellate del 2005 a 1.530 mila tonnellate del 2006.
Le importazioni di filo sono state nel corso dell’anno 2006 di 215 mila tonnellate di cui 70 mila tonnellate
di filo dolce e 145 mila tonnellate di filo duro : nell’anno 2005 le importazioni filo totale sono state di 193
mila tonnellate.
Le esportazioni hanno avuto nella totalità dei fili un aumento del 12%, incremento che riguarda particolarmente i fili duri.
Fucinati
La produzione italiana nel 2006 è stata di 1.030 mila tonnellate (+ 16,3%) contro le 886 mila tonnellate
del 2005.
La domanda si è ulteriormente rafforzata rispetto all’anno precedente, grazie anche ai molti progetti che si
sono trasformati in investimenti nei vari segmenti di mercato come energia, petrolchimico, impiantistica, auto
e meccanica.
Le importazioni nel 2006 sono state 132 mila tonnellate, con un aumento del 13,8% rispetto all’anno precedente; le esportazioni nel 2006 sono state di 523 mila tonnellate, con un aumento del 14,9% rispetto al
2005.
Tubi
Nel 2006 la produzione totale italiana di tubi (3.701 mila tonnellate) ha registrato un incremento del 4,1%
rispetto ai 3.555 mila tonnellate del 2005.
Il consumo apparente nazionale è stato di 1.554 mila tonnellate -1,7 % rispetto a quello del 2005 (676 mila
tonnellate di tubi senza saldatura e 878 mila tonnellate di tubi saldati).
Le importazioni dell’anno 2006 (926 mila tonnellate) in aumento rispetto a quelle dell’anno 2005 (+ 7,7%),
coprono una quota del mercato nazionale del 60% (nel 2005 del 55%).
Le esportazioni dell’anno 2006 sono state di 3.073 mila tonnellate in aumento dell’8,4% rispetto all’anno
2005.
34
Federacciai
Tubi senza saldatura
La produzione italiana di tubi senza saldatura nel 2006 è stata pari a 829 mila tonnellate (+7,3% rispetto
al 2005) mentre il consumo apparente è stato di 676 mila tonnellate (+0,3% rispetto al 2005).
Le importazioni (617 mila tonnellate) in aumento del 4,4% rispetto a quelle del 2005 (591 mila tonnellate)
in particolare quelle da Paesi UE (+ 23,3%), mentre quelle da Paesi Terzi hanno registrato una diminuzione
dell’11,4% dovuta alle misure antidumping in essere per quanto riguarda le importazioni di provenienza da
Russia, Ucraina.
Le esportazioni (770 mila tonnellate) evidenziano un incremento del 12% rispetto a quelle del 2005 (689
mila tonnellate).
Tubi saldati di grande diametro
Il consumo apparente dell’anno 2006 è stato pari a 202 mila tonnellate.
Le importazioni sono state di 42 mila tonnellate (49 mila tonnellate nel 2005) e le esportazioni 462 mila tonnellate contro le 562 mila tonnellate del 2005 (- 28,6%).
Tubi saldati inferiori o uguali a 406,4 mm.
La produzione italiana di tubi saldati inferiori o uguali a 406,4 mm per l’anno 2006 è stata pari a 2.310
mila tonnellate che rappresenta un aumento del 4,8% rispetto al 2005.
Le importazioni (267 mila tonnellate) nel complesso sono aumentate del 22% rispetto al 2005 (219 mila
tonnellate).
Le esportazioni sono state di 1.901 mila tonnellate contro le 1.582 mila tonnellate del 2005 (+ 20%).
3. Associazione Acciai Speciali
La produzione italiana degli acciai speciali (acciaio grezzo) è stata nel 2006 di 7,3 milioni di tonnellate,
contro i 6,3 milioni di tonnellate dell’anno precedente, facendo registrare un incremento del 15,9%.
La produzione di laminati a caldo è stata di 4,4 milioni di tonnellate, con un aumento del 2,3% rispetto all’anno precedente, di cui + 22,7% nei laminati lunghi.
35
Federacciai
Inossidabili Piani
In Italia la produzione di laminati a caldo e a freddo è aumentata nell’anno 2006 del 26,1% rispetto all’anno precedente.
Il consumo italiano di inossidabili piani nel 2006 è stato di 1.305 mila di tonnellate con un incremento del
26,1% rispetto al 2005 (1.033 mila di tonnellate).
La quota dei produttori italiani è stata del 40,5%.
Il 2006 è stato un anno particolarmente positivo per il mercato grazie alla sostenuta crescita dell’economia
che ha stimolato la richiesta da parte dei vari settori di utilizzo. L’alto livello degli stocks che avevano caratterizzato la seconda parte del 2005 è decisamente diminuita nel corso dell’anno 2006 favorendo una ripresa degli ordini e di conseguenza un recupero della redditività.
Anche il mercato delle materie prime necessarie per la produzione dell’inossidabile (Nickel, Ferrocromo e
Mobildeno) è stato caratterizzato da un forte incremento dei prezzi.
PIANI INOSSIDABILI
CONSUMO APPARENTE
1400
000 t.
1300
1200
1100
1000
900
2000
2001
2002
2003
36
2004
2005
2006
Federacciai
Inossidabili lunghi
Nel corso del 2006 la produzione italiana di acciai inossidabili lunghi (lingotti, semilavorati e laminati a
caldo) è risultata di 421 mila tonnellate contro le 383 mila tonnellate del 2005 (+ 9,9%).
La produzione dei laminati a caldo, in particolare, è stata per le barre di 132 mila tonnellate (+ 12,8%) e
la vergella di 170 mila tonnellate (+ 9,7%). Il consumo italiano ha segnato un aumento del 21,6% da 365
mila tonnellate del 2005 a 444 mila tonnellate del 2006.
LUNGHI INOSSIDABILI
CONSUMO APPARENTE
450
000 t.
430
410
390
370
350
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Nel 2006 il mercato italiano ha registrato un andamento più che positivo; la domanda è risultata brillante in
tutti i settori, in particolare i consumi sono aumentati nell’energia, nell’estrazione petrolifera, nell’automotive e
nell’alimentare.
Acciai da costruzione
La produzione italiana degli acciai non legati e legati lunghi (lingotti, semilavorati e laminati a caldo) nel
2006 è stata di 4,04 milioni di tonnellate (+ 23,7%) contro i 3,27 milioni di tonnellate del 2005.
Il consumo italiano dei soli acciai legati è stato nel 2006 di 2,25 milioni di tonnellate (+ 1,0%) contro i 2,23
milioni di tonnellate del 2005.
ACCIAI DA COSTRUZIONE
CONSUMO APPARENTE
2400
2200
000 t.
2000
1800
1600
1400
1200
1000
2000
2001
2002
2003
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2004
2005
2006
Federacciai
Nel 2006 il mercato degli acciai da costruzione è stato caratterizzato da un crescendo di domanda, trascinato dai numerosi investimenti in impianti ed attrezzature, petrolifero, energia, macchine utensili.
Lingotti per forgia
La produzione dei lingotti per forgia è stata nel 2006 di 856 mila tonnellate (+ 9,5%) rispetto alle 782 mila
tonnellate del 2005.
Il consumo italiano nel 2006 è stato di 1.013 mila tonnellate (+ 13%) contro le 900 mila tonnellate del
2005.
LINGOTTI PER FORGIA
CONSUMO APPARENTE
2400
2200
000 t.
2000
1800
1600
1400
1200
1000
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
L’anno 2006 è risultato molto brillante; la domanda è risultata molto forte, grazie agli investimenti nei vari
segmenti del mercato come energia, petrolchimico, auto, meccanica ed energia.
La dinamica dei prezzi è risultata positiva consentendo un recupero sui costi.
38
Federacciai
4. Associazione Italiana Elettrosiderurgia - A.I.E.
La produzione d’acciaio colato al forno elettrico nel 2006, pari a 19,8 milioni di tonnellate, è aumentata
rispetto l’anno precedente del 12,1%, ed ha rappresentato il 62,6% del totale acciaio prodotto.
PRODUZIONE DI ACCIAIO
ITALIA
35
Forno elettrico
Convertitore
30
000 t.
25
20
15
10
5
0
95
96
97
98
99
00
01
02
03
04
05
06
Nel corso del 2006 l’Associazione ha rinnovato il proprio Consiglio Direttivo e ha riconfermato il prof.
Antonio GOZZI quale Presidente.
L’attività dell’associazione, come negli anni precedenti, ha riguardato principalmente le tematiche dell’energia elettrica.
L’anno è stato caratterizzato da un serrato confronto con la politica, anche in conseguenza del cambio di
governo, che ha reso opportuno riproporre la necessità di politiche energetiche a favore dei consumatori
energivori. Tutti gli altri paesi europei, che hanno impianti elettrosiderurgici sul loro territorio, attuano, infatti,
politiche che consentono ai settori energivori disponibilità e costi ragionevoli di approvvigionamento dell’energia elettrica. Il nostro paese, pur riconoscendo in linea di principio tale necessità non riesce ad attuare
provvedimenti concretamente utili al bisogno dichiarato.
A supporto di tale posizione è stato predisposto e diffuso il documento “Il costo dell’energia elettrica per i settori industriali energivori: il caso dell’elettrosiderurgia. Un confronto Italia/Europa”. Scopo del documento è
dimostrare la necessità di politiche attive a favore dei consumatori energivori, come stanno facendo gli altri
paesi europei.
Passando all’illustrazione dei contenuti del documento, sono evidenziate le iniziative in atto nei vari stati europei per ridurre i costi energetici a favore dei consumi energy intense, sia sul lato della commodity sia su quello degli oneri. Interessante anche notare che sono ancora in vigore e utilizzate tariffe amministrate per tale
categoria di consumatori. Vengono anche fatte notare le ricadute sui costi energetici degli oneri CO2.
Anche con l’AEEG ( Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas) si è sviluppato nella seconda parte dell’anno,
un contenzioso pesante sui criteri di remunerazione del servizio di interrompibilità, introducendo dal 2008,
con la delibera 289/06, criteri di mercato incompatibili con la tipologia di sicurezza del servizio. Non si
riesce a comprendere le motivazioni per le quali l’AEEG abbia ritenuto di non tenere conto delle indicazioni
contrarie espresse dal settore e documentate da autorevoli fonti, né delle diverse indicazioni dello stesso
Ministro dello Sviluppo Economico, a fronte anche di una nostra espressa disponibilità al confronto con tutte
le componenti dell’intero sistema elettrico nazionale. A tale scopo è stato anche fatto eseguire e diffuso uno
39
Federacciai
studio da parte del Dipartimento Ingegneria elettrica dell’Università di Genova.
Particolarmente grave è stata anche l’introduzione, in tempi strettissimi, di un obbligo di accettazione preventiva nei confronti di Terna di nuovi obblighi contrattuali per il 2008, su materie non ancora esattamente
definite al momento di sottoscrizione di tale obbligo; problema temporaneamente risolto con una sottoscrizione con riserva da parte delle aziende.
L’iniziativa dell’Autorità è ancor più incomprensibile a fronte della mancanza di necessità di introdurre cambiamenti nella regolamentazione del servizio di interrompibilità, avendo i fatti dimostrato che il servizio è stato
utile al sistema, accettato senza osservazioni dalla Commissione UE, e il cui potenziamento è stato espressamente richiesto anche dal gestore della rete.
A fronte di questo comportamento, e nell’impossibilità di ottenere in altra forma una sospensione della delibera 289/06, per evitare più gravi danni, sicuramente conseguenti alla sua applicazione dal 2008, è stato
fatto presentare dalle aziende ricorso al TAR della Regione Lombardia per l’annullamento, previa sospensione, della delibera in questione (ricorso che, ad aprile 2007, è pendente).
I problemi di approvvigionamento del rottame di ferro hanno pure richiesto attenzione, da parte degli organi dell’associazione, sia per il livello dei prezzi, in rapida ascesa dal gennaio al dicembre, sia per la loro
volatilità, a volte molto pronunciata, in conseguenza alle difficoltà di reperimento del rottame sui mercati internazionali e alle difficoltà emerse sulla sua definizione normativa di rifiuto e/o di materia prima seconda.
Anche per questa materia prima si stanno evidenziando azioni protezionistiche da parte di alcuni paesi terzi,
che hanno impianti elettrosiderurgici sul loro territorio, per cui si ritengono opportune iniziative di difesa a livello di Unione Europea, come manifestato ai parlamentari europei in occasione dell’incontro annuale organizzato da Federacciai.
Non sono infine mancate preoccupazioni per i temi ambientali, in particolare quelli relativi all’Emission
Trading ed ai conseguenti oneri, in particolare per alcune distorsioni nelle assegnazioni dei corrispondenti
diritti di difficile comprensione e per la disparità di trattamento nei vari paesi europei, rispetto ai loro comparti industriali.
Il rilascio delle Autorizzazioni Integrate Ambientali, in particolare nella regione Lombardia, dove più massiccia è la concentrazione di impianti elettrosiderurgici, ha richiesto molto impegno e frequenti contatti con il
Ministero e con i tecnici aziendali della materia e ne richiederanno ancora in fase di applicazione di tali normative a livello aziendale.
40
PARTE III: Le tematiche generali
Federacciai
1. Ambiente
L’anno 2006 è stato caratterizzato da un’intensa attività legata alle tematiche ambientali di diretto interesse
per le aziende del settore, sia per l’emanazione di nuove normative a livello nazionale che hanno richiesto
opportuni approfondimenti e analisi (in primis il “Codice ambientale” – DLgs 152/06), sia per il concretizzarsi di nuovi adempimenti in attuazione di norme precedentemente entrate in vigore che hanno richiesto
importanti sforzi di coordinamento e supporto operativo (es: IPPC; Emissions Trading).
Ha assunto inoltre un ruolo di primaria importanza l’attività legata all’evoluzione normativa a livello europeo,
attraverso un costante monitoraggio dell’iter di approvazione di nuove direttive o regolamenti e l’elaborazione di opportune proposte di modifica, nell’ambito di uno stretto coordinamento all’interno degli appositi comitati e gruppi di lavoro in seno ad Eurofer (es: Regolamento REACH; proposte per il post-Kyoto; revisione della
direttiva IPPC e dei BRef).
L’attività di informazione e coordinamento sulle tematiche ambientali è stata portata avanti tramite l’invio di
oltre 30 circolari a tutte le aziende associate, nonché attraverso una decina di riunioni tecniche di approfondimento, oltre all’assistenza fornita per specifiche problematiche alle singole imprese associate.
• Emissioni di CO2 - Emissions Trading
Nei primi mesi del 2006 (2° anno di attuazione della direttiva “Emissions Trading”) sono venuti a concretizzarsi per la prima volta alcuni adempimenti previsti dalla normativa relativamente alla verifica, comunicazione e restituzione delle quote di emissione dell’anno precedente.
Nel corso dell’anno è stato inoltre attivato e reso operativo (con estremo ritardo da parte dell’autorità competente) il registro nazionale delle quote di emissione, lo strumento informatico attraverso il quale le imprese
sono tenute a rendicontare le proprie emissioni e gestire tutte le transazioni di quote.
L’area tecnica dell’Associazione ha fornito un costante supporto operativo alle imprese (attraverso numerose
circolari informative e riunioni ad-hoc) per l’adempimento degli obblighi previsti dalla normativa, con particolare riferimento al monitoraggio e comunicazione delle emissioni, nonché alle operazioni da effettuare sul
registro. Inoltre Federacciai, in collaborazione con IGQ, ha stilato un documento di linee guida operative a
supporto delle imprese per le attività di monitoraggio e comunicazione delle emissioni degli impianti a forno
elettrico. Il documento è stato poi ulteriormente sviluppato e integrato alla fine dell’anno sulla base delle criticità emerse durante la prima fase di verifica.
In considerazione delle numerose incertezze interpretative e criticità legate al monitoraggio e verifica delle
emissioni di CO2, Federacciai ha supportato l’istituzione di un tavolo con la partecipazione di Confindustria
e CISQ (federazione che raggruppa i principali enti di verifica accreditati ai sensi dell’Emissions Trading),
con l’obiettivo di concordare una serie di proposte di chiarimento e semplificazione da sottoporre ad approvazione del Ministero dell’Ambiente.
Nel mese di Luglio 2006 il Ministero Ambiente ha reso pubblico lo schema di Piano Nazionale di
Assegnazione per il periodo 2008-2012, che è stato posto in consultazione per un periodo di 15 giorni. In
considerazione del forte deficit di quote riscontrabile per il settore siderurgico (particolarmente critico per la
produzione acciaio a ciclo integrale) Federacciai ha argomentato una serie di osservazioni al piano, sottolineando in particolare la necessità di un’allocazione di quote che tenga adeguatamente conto della crescita
produttiva realizzata dal settore negli ultimi anni e del trend positivo previsto per il prossimo futuro.
Nel mese di dicembre 2006 il Ministero, anche alla luce delle osservazioni ricevute, ha emanato una nuova
versione del piano, che è stata inoltrata ufficialmente alla Commissione Europea, la quale esprimerà una sua
42
Federacciai
valutazione formale nel corso del 2007.
Il piano di assegnazione inviato alla Commissione Europea prevede per il settore acciaio una sostanziale stabilizzazione delle quote del periodo 2008-2012 alle quantità assegnate per il primo periodo, ma presenta
ancora notevoli criticità soprattutto in relazione alla mancata corretta contabilizzazione delle emissioni associate ai gas di processo siderurgico.
Parallelamente ai citati lavori relativi al Piano Nazionale di Allocazione delle quote per il periodo 20082012, Federacciai ha partecipato anche all’avvio delle discussioni a livello comunitario sul post 2012, anno
in cui cesseranno di essere in vigore il Protocollo di Kyoto e l’attuale sistema Emissions Trading.
Nel corso del 2006 la Commissione Europea, in numerose occasioni, ha manifestato chiaramente l’intenzione di proseguire oltre questa data con un sistema di scambio delle quote di emissione, fissando ulteriori
obiettivi di riduzione estremamente ambiziosi indipendentemente dalla adesione di nazioni extra-comunitarie
responsabili della gran parte delle emissioni di gas serra. Questo atteggiamento è stato fortemente contrastato da molti settori industriali europei, siderurgia in testa, sulla base della considerazione che i cambiamenti
climatici sono un problema di carattere globale, e di conseguenza iniziative portate avanti dalla sola UE sono
del tutto insufficienti ad ottenere risultati significativi. In aggiunta, una siffatta politica minaccia di rivelarsi particolarmente negativa per settori quali la siderurgia, caratterizzati da un mercato su scala mondiale, con effetti distorsivi della concorrenza a vantaggio dei paesi in via di sviluppo che non dimostrano analoga sensibilità per le problematiche ambientali. Partendo da questi presupposti, Federacciai ha quindi iniziato a valutare con attenzione, di concerto con la federazione europea di settore Eurofer, possibili approcci alternativi
all’attuale sistema Cap&Trade, con l’obiettivo di conciliare la salvaguardia dell’ambiente con la tutela della
competitività dell’industria europea.
• Codice Ambientale (Decreto Legislativo 152/06)
Il 29 aprile 2006 è entrato in vigore il DLgs 152/06, il cosiddetto “testo unico ambientale” che ai sensi della
legge delega n° 308/04, riordina e modifica l’intera normativa nazionale in materia di emissioni in atmosfera, gestione dei rifiuti, bonifiche, acque e risorse idriche, valutazione di impatto ambientale, danno
ambientale.
L’emanazione di questo corposo e complesso provvedimento legislativo ha comportato la necessità di un’analisi approfondita del testo per valutare i possibili impatti e per delineare il mutato quadro degli obblighi e
adempimenti a carico delle imprese. Federacciai ha fornito un supporto informativo a chi si occupa dei temi
ambientali in azienda attraverso circolari esplicative e riunioni tecniche dedicate principalmente ai temi legati ai rifiuti e alle emissioni in atmosfera.
Successivamente all’emanazione del decreto, il neo Ministro dell’Ambiente ad inizio legislatura ha immediatamente manifestato l’intenzione di intervenire con decreti sospensivi o correttivi per apportare importanti modifiche al nuovo testo, con particolare attenzione alla normativa sui rifiuti.
In particolare ad ottobre 2006 il Consiglio dei Ministri ha approvato uno schema di decreto correttivo che
interviene principalmente in materia di rifiuti e bonifiche prevedendo l’annullamento di una serie di disposizioni positivamente introdotte dal DLgs 152/06. L’approvazione definitiva di questo provvedimento correttivo comporterebbe una serie di penalizzazioni per le imprese attraverso prescrizioni più restrittive rispetto alla
normativa comunitaria o in alcuni casi in contrasto con le sentenze della Corte di Giustizia, contribuendo a
ricreare un clima di grave incertezza normativa. Federacciai, insieme alle altre associazioni industriali rap-
43
Federacciai
presentate in Confindustria, è intervenuta con decisione presso le istituzioni nazionali dichiarando inaccettabile un simile approccio e sottolineando la necessità di tutelare la competitività delle imprese nazionali attraverso una legislazione coerente con il quadro legislativo comunitario.
In particolare la proposta di decreto impatta direttamente anche sulla classificazione del rottame ferroso, che
verrebbe considerato rifiuto fino alla fusione in forno, assimilando di fatto le acciaierie ad impianti di trattamento rifiuti, con inutili prescrizioni aggiuntive, senza peraltro prevedere alcun transitorio di adeguamento.
Federacciai, coerentemente con la linea tenuta negli ultimi anni, ha nuovamente ribadito con forza l’urgenza
di una norma che renda uniforme il trattamento del rottame in Italia con quanto avviene nel resto dei paesi
dell’Unione Europea, anche attraverso la presentazione di opportuni emendamenti ai testi normativi elaborati con l’ausilio di supporto legale.
• Rottame ferroso – Progetto Regione Lombardia
A seguito dell’emanazione in Regione Lombardia di una delibera regionale (DGR n° 8/866 del 20 ottobre
2005) relativa al controllo dei rottami provenienti dal trasporto transfrontaliero e non, Federacciai nel mese
di marzo 2006 ha stipulato un protocollo d’intesa con Regione Lombardia e ARPA finalizzato alla predisposizione di un “protocollo per la verifica delle specifiche tecniche e di contaminazione dei materiali”.
Nell’ambito di tale intesa sono stati istituiti un tavolo tecnico e uno amministrativo: il primo finalizzato a definire le modalità operative di un progetto di sperimentazione sui rottami con il coinvolgimento diretto degli
impianti utilizzatori; il secondo teso ad individuare un possibile percorso giuridico-amministrativo per l’utilizzo dei materiali in funzione dell’evoluzione normativa in corso (codice ambientale e relativo decreto correttivo) e del contestuale rilascio agli stabilimenti delle autorizzazioni IPPC.
Nel corso dell’anno la definizione del progetto regionale e le relative modalità di attuazione hanno subito
diverse evoluzioni, sia in funzione del mutato quadro normativo nazionale, sia a causa di una ridefinizione
di competenze e ruoli all’interno di ARPA e Regione. Questa situazione ha di fatto precluso la possibilità di
avviare operativamente il progetto nel corso del 2006.
In considerazione della rilevanza strategica della materia, tutte le ipotesi di progetto emerse e le diverse criticità ad esse associate sono state ampiamente discusse e analizzate sia in ambito di Consiglio Direttivo sia
in riunioni tecniche con il coinvolgimento di tutte le acciaierie associate, sia quelle ubicate sul territorio della
Regione Lombardia che in altre regioni.
• IPPC – Autorizzazione Integrata Ambientale
Nel corso del 2006 un numero consistente di impianti siderurgici (forni elettrici e impianti di lavorazione dell’acciaio) ha ottenuto per la prima volta dalla regione o provincia competente l’Autorizzazione Integrata
Ambientale (AIA), il nuovo atto autorizzativo unico in materia ambientale previsto dalla normativa IPPC (prevenzione integrata dell’inquinamento). Per molti altri impianti il procedimento istruttorio è stato avviato o è in
fase conclusiva.
Le autorizzazioni rilasciate contengono prescrizioni e limiti (a cui gli impianti sono tenuti ad adeguarsi entro
il 30 ottobre 2007) conformi alle migliori tecniche disponibili (BAT) di settore, pubblicate con Decreto
Ministeriale del 31/1/05.
In Regione Lombardia nelle AIA rilasciate alle acciaierie è stato integrato il percorso di attivazione delle
migliori pratiche operative (BEP - Best Environmental Practices) e di adeguamento dei sistemi di monitoraggio
44
Federacciai
e controllo delle emissioni, in ottemperanza alla delibera regionale di comparto e alle linee guida tecniche
e gestionali concordate negli anni scorsi nell’ambito di un protocollo d’intesa con la Regione.
Gli impianti di produzione acciaio a ciclo integrale, per i quali la competenza per il rilascio dell’autorizzazione è a livello statale, hanno presentato la domanda di autorizzazione al Ministero dell’Ambiente a fine
anno, secondo il calendario stabilito.
Sul fronte comunitario, la Commissione Europea ha dato nel settembre 2006 l’avvio ufficiale ai lavori di revisione del BRef per la siderurgia, vale a dire il documento comunitario che descrive in dettaglio le migliori tecniche disponibili per il settore, in termini di efficienza produttiva e prestazioni ambientali, da cui discende il
citato documento nazionale contenente le BAT.
Federacciai, che nel corso dell’anno precedente aveva già partecipato attivamente in Eurofer alla definizione delle posizioni comuni della siderurgia europea, ha anche preso parte a Siviglia al primo e finora unico
incontro del Gruppo Tecnico ufficialmente preposto alla revisione, composto da rappresentanze dei governi
degli Stati Membri, dell’industria e di Organizzazioni Non Governative ambientaliste. In questa sede, la
Federazione ha portato avanti richieste di modifica ed aggiornamento del BRef più specificatamente legate
alle caratteristiche dell’industria nazionale ed alle sue particolarità, sulla base di quanto emerso dal costante
confronto con le proprie associate attraverso circolari informative, raccolte dati e riunioni tecniche.
La fine prevista per i lavori di revisione del BRef e la conseguente entrata in vigore del nuovo testo, che dovrà
essere poi recepito dagli ordinamenti degli stati membri con la pubblicazione dell’aggiornamento delle BAT
nazionali, è fissata per la prima metà del 2008.
Inoltre, sempre nel 2006 sono iniziati in seno alla Commissione Europea i lavori propedeutici alla revisione
della Direttiva IPPC vera e propria, di cui i BRef sono una emanazione. In vista della pubblicazione della proposta di nuova direttiva, prevista per il 2007, Federacciai insieme con Eurofer ha seguito con attenzione dal
principio questi lavori sia in ambito UNICE (Confederazione dell’Industria Europea, rinominata recentemente
BusinessEurope) sia nei tavoli di discussione multilaterale istituiti dalla Commissione, partendo dalla convinzione che questo strumento normativo, con il suo approccio integrato che considera la tutela ambientale
anche in un’ottica di sostenibilità economica degli investimenti, per l’industria sia preferibile rispetto alle tradizionali normative “verticali”.
• REACH
Il Regolamento 1907/2006/CE, conosciuto come REACH (acronimo di Registrazione, Valutazione ed
Autorizzazione delle Sostanze Chimiche) è stato definitivamente approvato nel mese di luglio 2006 ed è stato
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea nel successivo mese di dicembre.
Le sue disposizioni, la cui applicazione sarà curata dall’Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche con sede
ad Helsinki, entreranno in vigore a partire dal 1 giugno 2007 senza necessità di recepimento negli ordinamenti nazionali (trattandosi di un regolamento) e disciplineranno l’immissione sul mercato comunitario di tutte
le sostanze chimiche prodotte o importate in Europa, esistenti o nuove, siano esse commercializzate in quanto tali oppure incluse in preparati o articoli.
Dal momento che, a regime, nessuna sostanza potrà essere immessa sul mercato europeo se non registrata
preventivamente dall’impresa che la produce o l’importa (principio: “no registration - no market”), il REACH
andrà ad impattare trasversalmente in maniera considerevole un gran numero di settori industriali.
In particolare, le imprese siderurgiche potranno essere coinvolte sia in veste di produttore, che di importato-
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Federacciai
re che di utilizzatore a valle di sostanze, seppur in maniera differenziata in base al tipo di processo, alle
caratteristiche delle materie prime utilizzate e dei prodotti immessi sul mercato. In ogni caso, grazie alle attività di sensibilizzazione svolte da Federacciai insieme con Eurofer, sono state escluse dagli onerosi obblighi
di registrazione previsti dal Regolamento alcune sostanze di grande interesse per la siderurgia come i minerali, il carbone, il coke, l’ossigeno ed i gas di processo, oltre a tutti i rifiuti.
Riguardo l’impatto economico previsto per le imprese, questo potrà essere molto variabile a seconda del
numero di sostanze per le quali dovrà essere presentato un dossier di registrazione e/o informazioni sugli
scenari di utilizzo a monte della catena produttiva.
Tuttavia, oltre alle tariffe fisse di registrazione, le principali voci di costo saranno costituite dagli studi e dalle
analisi di laboratorio volti ad acquisire informazioni quali/quantitative sulle caratteristiche eco-tossicologiche
di ciascuna sostanza d’interesse. Dal momento che il regolamento prevede la possibilità di gestire e condividere parte di questi studi mediante consorzi volontari di imprese, in ambito Eurofer si è quindi iniziato a
valutare possibili modalità di collaborazione tra le associate, al fine di condividere i costi ed ottimizzare la
gestione delle informazioni. Inoltre, dal momento che nonostante il regolamento sia stato approvato esistono
ancora diverse aree di incertezza su alcuni aspetti operativi, Federacciai continua a collaborare attivamente
con Eurofer nelle discussioni con al Commissione Europea al fine di rendere il più semplici possibile le disposizioni per le imprese associate.
• Normative comunitarie in lavorazione
- Acqua
Nel mese di luglio 2006 la Commissione Europea ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale la proposta di
Direttiva sugli Standard di Qualità Ambientale (EQS – Environmental Quality Standards) per le acque
superficiali, che discende dalla Direttiva Quadro sulle Acque pubblicata nel 2000, recepita in Italia dal
citato DLgs 152/2006. Il nuovo testo si propone di fissare dei limiti di concentrazione per una serie di
sostanze pericolose, tra cui diversi metalli quali Piombo, Nickel, Cadmio, nelle acque superficiali di tutta
l’Unione Europea.
Questa nuova normativa, benché abbia come destinatari gli Stati Membri e non disciplini direttamente
gli scarichi industriali, si preannuncia tuttavia di particolare interesse per il settore, in quanto la maggior
parte degli impianti siderurgici, tanto a ciclo integrale quanto a forno elettrico, interagisce costantemente con corsi d’acqua superficiali ed in qualche caso con laghi; Inoltre, le Autorità Competenti al rilascio/rinnovo delle Autorizzazioni Integrate Ambientali, ai sensi della normativa IPPC, per garantire il
rispetto degli standard di qualità ambientale possono richiedere alle imprese prestazioni superiori a quelle ottenibili con le BAT, cioè le migliori tecnologie disponibili.
Sulla base di ciò, Federacciai, che mantiene la presidenza del gruppo di lavoro di Eurofer dedicato
alle acque, ha pertanto esaminato approfonditamente la proposta normativa e, dopo averla discussa
con le proprie associate sia negli aspetti qualitativi che quantitativi, ha attivato una campagna di sensibilizzazione nei confronti di tutte le istituzioni coinvolte, al fine di presentare proposte di modifica al testo
che ne risolvano alcune criticità potenzialmente lesive della competitività delle sue associate.
Questa attività proseguirà come di consueto durante tutto l’iter legislativo, che durerà almeno per tutto il
corso del 2007, sia nei confronti dei delegati nazionali che delle istituzioni comunitarie.
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Federacciai
- Suoli
Nell’autunno del 2006 è stata pubblicata dalla Commissione Europea la proposta di Direttiva Quadro sui
Suoli. Questa normativa, che come tutte le direttive è destinata ad essere recepita dagli ordinamenti nazionali dopo la sua approvazione definitiva, si propone di uniformare ed armonizzare, a livello comunitario, un
tema precedentemente affrontato in maniera discontinua in testi legislativi differenti. Le principali novità introdotte dalla proposta riguardano l’istituzione di registri nazionali dei suoli contaminati e particolari disposizioni
obbligatorie relative alle fasi di compravendita di aree. Dal momento che l’iter legislativo è al primo stadio,
il testo potrà ancora subire notevoli modifiche prima della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. In ogni
caso Federacciai, in collaborazione con Eurofer, ha già cominciato ad identificare possibili criticità della proposta e, come di consueto, parteciperà attivamente ai lavori di modifica del testo, monitorandolo costantemente fino alla sua approvazione finale.
2. Energia
Analizzando alcuni recenti documenti della Commissione dell’Unione Europea (Comunicazione della
Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Prospettive del mercato interno del gas e dell'elettricità
del 10 gennaio 2007), abbiamo estratto alcuni passaggi significativi, per quanto riguarda l’energia elettrica, che riportiamo quali spunti di riflessione sulle prospettive che ci attendono e per orientare le scelte di politica energetica che nel nostro paese non possono essere ulteriormente rinviate.
“Dal 1999-2000 è in atto nell'Unione europea la progressiva realizzazione di un mercato interno concorrenziale del gas e dell'elettricità. Da allora, ogni anno vengono regolarmente stilati rapporti di valutazione
comparativa sull'attuazione e sui risultati concreti raggiunti dalle pertinenti direttive comunitarie. Anche nel
2006 la Commissione ha vigilato sull'attuazione delle direttive attraverso un'analisi della situazione paese
per paese e l'indagine settoriale. I risultati di questo monitoraggio dimostrano che sono stati realizzati progressi, ancorché in misura disuguale tra i vari Stati membri dell'Unione.
Da un lato, nel periodo considerato, si è constatato come i principi fondamentali del mercato interno dell'energia siano stati recepiti a livello normativo, istituzionale e di infrastruttura fisica; d'altro lato si deve riconoscere che un'autentica concorrenza è del tutto inesistente in molti Stati Membri.
È incontestabile che, per i clienti, la liberalizzazione ha accresciuto l'efficienza dell'approvvigionamento
energetico e ha permesso ai clienti di risparmiare, specialmente nella fase iniziale. Tuttavia, i recenti aumenti del prezzo all'ingrosso dell'elettricità si sono ripercossi in modo più o meno marcato sulla fattura degli utenti finali per cui, oggi, si osserva che alcune precedenti diminuzioni dei costi sono state riassorbite, in particolare nel caso degli utenti industriali che sono i più forti consumatori di energia. Risulterebbe quindi confermato che i miglioramenti di efficienza non si traducono abbastanza rapidamente in vantaggi per i consumatori. Inoltre, non è neppure scontato che i prezzi siano il prodotto di un autentico contesto concorrenziale e non invece il risultato di decisioni prese da società dotate di un grande potere di mercato.
Varie sono le cause all'origine dell'aumento dei prezzi: in particolare, va ricordato il rincaro dei combustibili primari, la continua necessità di nuovi investimenti e l'estensione dei vincoli ambientali, con particolare
riferimento al sistema comunitario di scambio di quote di emissioni, come pure lo sviluppo di fonti rinnovabili di energia. Ma operano anche altri fattori causali: l'assenza permanente di una pressione concorrenziale, l'elevato tasso di concentrazione sui mercati all'ingrosso e la mancanza di trasparenza dei
mercati.
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Federacciai
La sicurezza degli approvvigionamenti non può più essere considerata una questione puramente nazionale.
Le soluzioni più idonee per affrontare il problema richiedono strumenti che non possono essere messi in opera
dai singoli Stati membri dell'UE. In particolare, lo sviluppo e l'esercizio delle reti energetiche europee esigono, in futuro, un coordinamento molto più stretto per evitare future crisi. Attualmente queste condizioni non sussistono e una rete europea sicura e coerente è ancora un traguardo lontano. Il blackout che ha colpito tutta
l'Europa il 4 novembre 2006 ha dimostrato quanto sia vulnerabile l'approvvigionamento elettrico nell'UE.”
A questo proposito rammentiamo che nel nostro paese la sicurezza del sistema elettrico è tutelata anche dal
servizio di interrompibilità istantanea che le aziende energivore forniscono, in particolare quelle del settore
siderurgico che ne coprono circa il 60% , con una remunerazione attualmente inferiore alle stime del valore
del servizio stesso, come riconosciuto anche da sondaggi commissionati dalla stessa AEEG.
“L'Unione europea è ancora lontana dal traguardo di un autentico mercato interno dell'energia, nel quale
ogni consumatore europeo abbia non soltanto il diritto – sancito dalla legge – di scegliere liberamente il proprio fornitore fra le varie imprese dell'UE, ma soprattutto, in cui possa esercitare questi diritti in modo concreto, semplice ed efficace. Un obiettivo altrettanto importante è garantire che i nuovi entranti possano investire in nuove capacità di produzione e importazione, poiché gli operatori storici – in assenza di un'adeguata
separazione – rischiano di trarre vantaggio da una situazione di scarsezza artificiosa.
Attualmente l'Unione europea è anche lontana dal poter garantire a tutte le imprese dell'UE il diritto di vendere gas ed elettricità in qualunque Stato membro alle stesse condizioni di cui fruiscono le imprese nazionali esistenti senza discriminazioni o svantaggi. In particolare, non è ancora stato istituito l'accesso non discriminatorio alle reti né una vigilanza di pari efficacia da parte del regolatore di ciascuno Stato membro.
Per di più, l'Unione europea non ha ancora trovato una soluzione adeguata al problema del giusto livello
degli investimenti in nuove infrastrutture sulla base di un quadro regolamentare comune e stabile, capace di
strutturare il mercato interno.
Il gas e l'elettricità devono poter circolare liberamente in tutta l'Unione europea sulla base di regole tecniche
compatibili. È questo un presupposto fondamentale non solo per assicurare l'esistenza di un mercato concorrenziale ma anche per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti. Per conseguire questo risultato è indispensabile che i GST (Gestore del Sistema di Trasmissione) rendano disponibile una capacità di trasmissione sufficiente a soddisfare la domanda e integrare i singoli mercati nazionali senza compromettere la qualità
delle forniture. Le reti esistenti negli Stati Membri sono finalizzate a soddisfare le esigenze di singoli, separati
mercati nazionali e non già le esigenze proprie di un mercato europeo unificato. Vi è quindi l'urgente necessità di aumentare gli investimenti nella rete, avendo di mira un obiettivo europeo. Per far questo occorre realizzare una programmazione comune dello sviluppo delle reti e una ripartizione dei costi e dei rischi connessi
al rafforzamento delle interconnessioni transfrontaliere.
Per sostituire le centrali elettriche europee di vecchia generazione sono necessari cospicui investimenti; questa esigenza sta manifestandosi in un contesto concorrenziale in risposta agli attuali livelli dei prezzi. I problemi che sono sorti in alcuni Stati Membri – ove non siano conseguenza di insufficiente unbundling – derivano in gran parte da controlli inadeguati sui prezzi, a livello dei mercati all'ingrosso o al dettaglio, e anche
negli Stati Membri che non hanno un mercato all'ingrosso liquido e affidabile. È importante sottolineare che
le direttive autorizzano qualunque società a investire in progetti di generazione di energia elettrica o di importazione di gas. A prescindere dai vari progetti che sono realizzati dai grossi operatori storici, questo non sempre avviene.”
A questo proposito rammentiamo che il settore elettrosiderurgico italiano, oltre ad iniziative di singole azien-
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Federacciai
de, che già stanno investendo in infrastrutture di generazione consortili e di rete, anche attraverso merchant-line, sta proponendo al Ministro dello Sviluppo economico la propria collaborazione per l’individuazione di politiche energetiche nazionali tendenti a mettere in condizioni le aziende energivore italiane di competere a livello internazionale anche alla luce delle politiche e delle iniziative poste in atto da
altri Governi europei (quali quello della Francia). In particolare il settore sta proponendo la propria disponibilità ad investire in generazione dedicata (carbone, idroelettrico ecc.) sia sul territorio italiano sia su
quello europeo, attraverso contratti a medio-lungo termine per la fornitura di energia a costi minori proveniente da generazioni dedicate.
“La Commissione ha delineato le conclusioni principali che possono desumersi dall'esperienza acquisita negli
ultimi sette anni nella realizzazione di un mercato europeo concorrenziale del gas e dell'elettricità….. e ritiene che sia venuto il momento di prendere in considerazione le misure opportune per fare un ulteriore passo
in avanti che costituirà l'ultima tappa per giungere a mercati dell'elettricità e del gas pienamente funzionanti
a livello europeo.”
Attendiamoci quindi proposte di nuove direttive, che, in aggiunta a quanto già deliberato per una strategia
europea di sviluppo energetico sostenibile, competitivo e sicuro (obiettivi da conseguire entro il 2020: almeno il 20% dell’energia primaria dovrà essere prodotta con fonti rinnovabili e un ulteriore 20% da risparmi
energetici, attraverso miglioramento di efficienza; riduzione delle emissioni in atmosfera del 20%), indichino
in concreto le forme possibili di maggior collaborazione tra enti di regolazione dei singoli stati, anche in
forma cogente, e di ulteriore apertura dei mercati anche dal lato dell’offerta.
La Commissione europea ha anche recentemente pubblicato, il 23 aprile 2007, uno studio approfondito
effettuato sui mercati all’ingrosso dell’energia elettrica in sei Stati membri: Belgio, Germania, Spagna,
Francia, Paesi Bassi e Gran Bretagna (Regno Unito esclusa l’Irlanda del Nord).
L’analisi effettuata dimostra nella sostanza che i prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica sono significativamente più alti di quelli che ci si potrebbe attendere in mercati perfettamente concorrenziali.
Lo studio conferma le conclusioni dell'indagine della Commissione sulla concorrenza nel settore energetico
secondo la quale, nella maggioranza dei casi, i mercati sono troppo concentrati.
Per quanto riguarda l’impatto del prezzo dei combustibili, il report rileva come l’aumento più rilevante sia stato
registrato in Olanda e in Gran Bretagna, principalmente a causa della diffusione delle centrali a gas in questi mercati (L’Italia non era compresa nello studio, ma si perverrebbe ad analoghi risultati per il mix di generazione attuale del nostro paese). Al contrario, l’incidenza degli aumenti del prezzo dei combustibili si è fatta
sentire in misura minore in Germania e Spagna, cioè nei paesi che sono caratterizzati dai margini più elevati.
In termini di rapporto tra il numero di produttori in concorrenza ad una determinata ora e i margini per ogni
ora considerata, l'analisi ha dimostrato l'esistenza di una specifica correlazione statistica tra il numero di produttori aventi una capacità produttiva inutilizzata e i margini per ogni ora considerata. In altre parole, più un
produttore è necessario, più alti diventano i margini del mercato. L'analisi ha anche tenuto conto dell’esistenza di altri fattori che avrebbero potuto influire sui margini, come una carenza di capacità produttiva su tutto
il mercato, le variazioni stagionali e i picchi della domanda. La correlazione tra i margini e l'indispensabilità
di alcuni operatori è stata, tuttavia, confermata.
Sulla promozione delle fonti rinnovabili e della cogenerazione nel nostro paese, è stato recentemente pre-
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Federacciai
sentato, in data 5 marzo 2007, da parte del GSE (Gestore dei Servizi Elettrici) un rapporto esaustivo, al
quale rinviamo coloro i quali ne fossero interessati, considerato la scarsa incidenza quantitativa della produzione da tali fonti per i consumatori energivori ed il fatto che la produzione da impianti rinnovabili non partecipa alla formazione del meccanismo del prezzo di vendita dell'energia nella borsa elettrica.
Riportiamo soltanto parte delle conclusioni.
“La pubblicazione di questo primo rapporto del Gestore dei Servizi Elettrici sulle attività del 2006 avviene in
un momento di grande attualità per la tematica delle fonti rinnovabili, a causa delle sue molteplici implicazioni sul sistema ambientale, sociale ed economico. Lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel sistema elettrico
nazionale assume inoltre un ruolo centrale nell’ambito degli impegni assunti dall’Italia con la ratifica del protocollo di Kyoto. La loro diffusione è uno degli strumenti per il raggiungimento degli obblighi di riduzione delle
emissioni nei settori a maggior impatto sui cambiamenti climatici, tra i quali particolarmente rilevante quello
della produzione termoelettrica. L’aumento dell’impiego di fonti rinnovabili, infatti, riduce il consumo dei combustibili fossili e per questa via le emissioni di gas serra.
Ai risultati positivi sull’ambiente si aggiunge l’effetto in termini di maggiore sicurezza degli approvvigionamenti
energetici del sistema italiano, fortemente condizionati dalle importazioni di fonti fossili. Produrre energia rinnovabile consente una minore dipendenza dall’andamento dei prezzi di approvvigionamento di energia primaria,
la cui crescita è stata in generale condizionata dal forte rialzo del prezzo del petrolio degli ultimi dieci anni.
Un ulteriore strumento per il rispetto del protocollo di Kyoto è rappresentato dallo sviluppo della cogenerazione,
per il maggiore rendimento energetico e le minori emissioni di gas dei sistemi di produzione combinata di elettricità e calore.
In Italia la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è cresciuta negli ultimi 15 anni passando da 35
TWh nel 1990 a circa 50 TWh nel 2005. Tuttavia, nello stesso periodo, l’aumento dei consumi ha lasciato
sostanzialmente invariata la quota delle fonti rinnovabili a copertura del fabbisogno di energia elettrica.
Le fonti rinnovabili tradizionali idrica e geotermica, a causa del forte sfruttamento di tali risorse sul territorio (per
l’idrica fin dagli anni ’60), presentano ridotti margini per ulteriori sviluppi.
Le fonti di più recente introduzione hanno fatto registrare invece importanti tassi di crescita, particolarmente consistenti sia per l’eolico, la cui produzione elettrica è più che quadruplicata dal 2000 al 2005, che per le biomasse/rifiuti, più che triplicata rispetto al valore del 2000.
Le fonti naturali solare ed eolica e le fonti energetiche derivanti dall’agricoltura (biomasse forestali, biomasse e
biogas da scarti agricoli), pur in presenza di forti potenzialità di sviluppo nel nostro Paese, presentano tuttavia
livelli di diffusione decisamente inferiori rispetto ad altri Paesi europei. Sarebbe opportuno, quindi, dare impulso
ad un loro maggiore utilizzo per usi elettrici e per usi termici, potenziandone la diffusione e favorendo i sistemi
di produzione combinata di elettricità e calore.
La politica energetica nazionale attraversa una fase di importanti cambiamenti per effetto delle iniziative legislative finalizzate alla revisione della disciplina dei settori energetici (disegno di legge n. 691 di iniziativa del
Ministro dello Sviluppo Economico) e alla messa a punto della normativa per l’attuazione del protocollo di Kyoto
(disegno di legge n. 786 di iniziativa del senatore Ronchi). Ambedue i progetti di legge prevedono, tra l’altro,
la revisione e l’estensione del quadro normativo in materia di fonti rinnovabili. Ai due disegni generali si aggiungono una serie di misure specifiche, alcune delle quali giunte ad uno stadio maturo nell’iter di approvazione
(decreto legislativo di attuazione della direttiva 2004/8/CE in materia di cogenerazione; nuovo decreto ministeriale in materia di incentivi al fotovoltaico; decreto legislativo in materia di efficienza energetica e utilizzo di
fonti rinnovabili negli edifici).”
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Federacciai
Per quanto riguarda le aziende elettrosiderurgiche, come già detto all’inizio di questa parte, l’energia prodotta (e producibile in un futuro prevedibile) da fonti rinnovabili in Italia, non potrà aiutare la loro necessità
di consumatori energivori né per la quantità, non raggiungendo in totale che pochi punti percentuali del mix
produttivo, né per i costi di approvvigionamento, notevolmente più elevati, richiedendo ancora la generazione del fotovoltaico, dell’eolico e dalle biomasse, anche in cogenerazione, la necessità di sovvenzioni ed
incentivi a carico della collettività per essere compatibile con i prezzi del rimanente mix generativo.
3. Rottame
Sono proseguite per tutto il 2006 le riunioni del Consorzio Nuovo Campsider con la consueta cadenza mensile, con lo scopo di rilevare i prezzi e le condizioni di mercato del rottame ferroso registrati dalle aziende
facenti parte del consorzio stesso.
Il bilancio delle acquisizioni di rottame per il 2006, comprensivo dei rottami di ghisa e dei recuperi interni,
è sintetizzato nella tabella seguente:
Il bilancio degli arrivi relativi al solo rottame ferroso è il seguente:
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Federacciai
Nel corso di tutto il 2006 l’andamento dei prezzi del rottame ha proseguito il trend di salita iniziato nell’ultimo trimestre dell’anno precedente, avvicinandosi in alcuni casi ai picchi raggiunti nel 2005.
Complessivamente, tuttavia, le fluttuazioni dei prezzi sono state meno ampie rispetto a quanto registrato negli
anni precedenti, grazie anche alla maggiore stabilità normativa raggiunta con il nuovo decreto legislativo di
riordino della normativa ambientale, approvato nell’aprile del 2006. In particolare i flussi di materiale non
hanno subito interruzioni, né si sono più registrati presso i porti problemi di accettazione per carichi provenienti da paesi extra-europei.
Si riporta di seguito la tabella dei prezzi medi mensili nazionali rilevati dal Consorzio Campsider nel corso
dell’anno, relativamente alle categorie di rottame più frequentemente utilizzate:
1 L’indice per gennaio e febbraio è stato ricalcolato con la formula descritta nella nota
successiva.
2 A partire dal mese di marzo 2006 l’indice del Nuovo Campsider viene calcolato
come media pesata delle categorie E3, E8, E40, 40/41, con pesi rispettivamente pari
a 50%, 30%, 10%, 10%. L'indice per il mese di Marzo 2006 è imposto pari a 100.
4. Società consortile GAS INTENSIVE
Nel corso del 2006 Gas Intensive ha continuato ad operare in ambito nazionale ed internazionale per cercare di raggiungere lo scopo sociale di reperire forniture di gas naturale a prezzi competitivi per i Soci.
L’obbiettivo principale è quello di ridurre il noto differenziale di prezzo che i clienti industriali italiani pagano
in più rispetto ai principali paesi europei che penalizza la competitività internazionale delle aziende operanti
in Italia nei settori “gas intensive”.
In particolare, nel 2006 è stata ottenuta una significativa assegnazione di capacità di trasporto sul gasdotto
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Federacciai
TAG, a seguito della partecipazione del Consorzio e di numerosi Soci alla procedura relativa alla prima tranche di nuova capacità disponibile (c.d. sbottigliamenti). Gas Intensive è quindi assegnatario di circa 1 miliardo di mc di capacità di importazione sul gasdotto TAG, che sarà disponibile dall’ottobre 2008; in collaborazione con il partner tecnico Dalmine Energie sono stati avviati contatti a livello internazionale per verificare ogni possibilità di fornitura diretta di gas di importazione.
Dal punto di vista dell’attività operativa svolta nell’esercizio 2006, limitata dai vincoli esistenti, è proseguita
per il secondo anno consecutivo la gestione della cessione imposta ad ENI dall’Autorità antitrust nel 2004 e
denominata “GAS RELEASE”.
Come si ricorderà Gas Intensive si è aggiudicata nell’ambito del programma di rilascio della capacità ENI
una quota di circa 340 milioni di metri cubi per ognuno dei quattro anni termici previsti dalla procedura.
Il primo anno termico ha compreso il periodo dal 1° ottobre 2004 al 30 settembre 2005, mentre il secondo anno termico quello dal 1° ottobre 2005 al 30 settembre 2006 ed è attualmente in corso il terzo anno
termico che terminerà il 30 settembre 2007.
Gas Intensive ha proseguito anche nella sua attività istituzionale, condotta in stretto coordinamento con le
Associazioni promotrici, di rappresentanza degli interessi del comparto industriale con elevati utilizzi di gas.
Tale attività, da un lato, ha portato all’importante conferma della riduzione dell’accisa gas per uso industriale anche per il 2007 e, dall’altro, nell’ultima parte dell’anno ad ottenere condizioni di particolare rilevanza
per le imprese industriali in una nuova gas release dell’ENI che si svolgerà nel 2007. Il nuovo rilascio di
capacità da parte dell’operatore dominante riguarderà 2 miliardi di mc all’anno, di cui 1,5 miliardi sostanzialmente dedicato al settore industriale per due anni (dal 1°ottobre 2007 al 30 settembre 2009) ad un prezzo di 26,45 Eurocent/mc riferito all’ottobre 2006 pari a 0,74 Eurocent/mc minore rispetto al prezzo della
prima gas release. Si deve sottolineare come sia stato proprio l’intervento di Gas Intensive nel procedimento
presso l’Antitrust a far sì che le condizioni della nuova release favorissero per quanto più possibile la partecipazione delle imprese industriali in relazione alle note penalizzazioni esistenti rispetto ai concorrenti UE. In
particolare, l’impegno del Consorzio ha reso possibile ottenere che la procedura sia basata su un sistema di
assegnazione pro-quota e un meccanismo di mandati di clienti finali di rilevante interesse per le imprese.
5. Attività di comunicazione
Durante il 2006 Federacciai ha continuato la propria attività di comunicazione con l’obiettivo di aumentarne la visibilità presso le realtà economiche e socio-politiche in veste di interlocutore di riferimento per il settore.
Tale impegno si è concretizzato in attività di comunicazione incentrate su tematiche di preminente interesse
come l’andamento del comparto, le politiche industriali, l’ambiente, l’energia e la formazione professionale.
Per quanto concerne le iniziative rivolte alla “comunicazione esterna”, Federacciai ha svolto una specifica attività di relazione con i mezzi di comunicazione in corrispondenza di tutti gli appuntamenti che l’hanno vista
protagonista, ad esempio durante convegni, meeting di settore, attività specifiche della Federazione, momenti di criticità. In particolare, si sottolineano le attività svolte con buoni risultati sui mezzi di comunicazione
nazionali, locali e settoriali, durante la passata Assemblea annuale della Federazione.
L’importanza ed il ruolo della Federazione e del settore siderurgico italiano sono stati adeguatamente sottoli-
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Federacciai
neati con uscite sui giornali quando i temi dibattuti, a livello governativo e legislativo, lo hanno reso necessario.
Per quanto riguarda gli appuntamenti istituzionali, oltre all’Assemblea Annuale, si è svolto, come ormai di
consuetudine a Strasburgo, il terzo incontro tra Federacciai e i Deputati Italiani al Parlamento Europeo, che
quest’anno per la prima volta ha visto la partecipazione anche di europarlamentari di altri Paesi.
E’ stato sponsorizzato il convegno dell’Istituto Internazionale di Ricerca sul Workshop – “Acquistare efficacemente nel mercato degli acciai”.
In relazione agli eventi fieristici, è stato patrocinato METALRICICLO e MADE IN STEEL con la partecipazione attiva ad entrambi gli eventi, sia in termini di spazi espositivi sia in qualità di relatori ai convegni di
settore.
L’accresciuta visibilità ottenuta durante l’anno ha permesso alla Federazione di partecipare ad iniziative di
stampo politico-economico organizzate da terzi come convegni, simposi, seminari e altri eventi, in qualità di
interlocutore di riferimento per il settore. In queste occasioni è stata curata la comunicazione personale del
Presidente o dei rappresentanti intervenuti promuovendo l’immagine dell’intera Federacciai.
6. Ricerca
Nel 2006 l’Italia nel quadro dei progetti di ricerca per il carbone e per l’acciaio, ha riottenuto la seconda
posizione nell’Unione Europea dopo averla persa l’anno precedente. Ciò grazie al maggior numero di proposte a cui gli italiani hanno partecipato ed alla percentuale di successo di molte di esse.
Di rilievo sono stati i risultati di Riva Acciaio e Ilva, oltre che quelli di Feralpi, Lucchini e Ferriere Nord. Anche
le Università italiane hanno ripreso una fattiva partecipazione allo sviluppo della ricerca in siderurgia con la
presentazione di un numero doppio di proposte (24) rispetto all’anno precedente, con un’elevata percentuale di successo (46% circa).
La Federacciai ha avviato un gruppo di lavoro con l’obiettivo di elaborare, nel corso del 2007, una piattaforma tecnologica per la siderurgia in linea con la normativa nazionale e dell’Unione Europea sulla ricerca ed in particolare del Settimo Programma Quadro.
Questo dovrebbe permettere al settore siderurgico di diventare protagonista attivo ed usufruire dei fondi previsti nel quadro strategico nazionale per la politica di sviluppo.
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PARTE IV: Società ed Enti collegati
Federacciai
1. RICONVERSIDER
FONDIMPRESA
La società ha sviluppato un progetto settoriale del valore di € 612.000,00 che ha coinvolto oltre 15 aziende metallurgiche dislocate su tutto il territorio nazionale.
Il progetto ha sviluppato 90 corsi di formazione che hanno coinvolto 928 allievi in formazione, sviluppando
2.936 ore di docenza e 30.523 ore/allievo.
E’ stato un intervento che ha confermato la validità di questo nuovo strumento di finanziamento della formazione aziendale che, a partire dal 2007, entrerà definitivamente nella fase “a regime”. Il progetto si è chiuso al 30 Novembre.
E’ già stata svolta l’ispezione finale da parte del Fondo che ha riconosciuto, come per l’annualità precedente, l’intero finanziamento richiesto senza procedere ad alcun “taglio” contributivo. Questo a significare, come
ufficialmente riconosciuto da Fondimpresa, che Riconversider appare come una delle migliori società di consulenza in formazione a livello nazionale.
Riconversider ha inoltre coordinato 2 ulteriori progetti finanziati a favore della Cogne Acciai Speciali di Aosta
e di ILVA Spa, stabilimento di Taranto, del valore di € 150.000,00 ciascuno che, analogamente a quelli a
nostra titolarità, sono già stati ispezionati e finanziati al 100%, senza tagli contributivi.
REGIONE LOMBARDIA
Con la Regione Lombardia si è ripreso a collaborare in maniera sistematica.
Nel dettaglio sono stati presentati 4 progetti così suddivisi:
- Progetto Azioni di Sistema (Attività di ricerca), valore € 400.000,00, approvato in Maggio e tuttora in
corso (terminerà a Giugno 2007).
- Progetto D.1 Quadro (Formazione continua), valore € 995.501,00, approvato in Maggio e tuttora in corso
(terminerà a Giugno 2007).
- Progetto Formazione Superiore (Formazione per giovani diplomati), valore € 360.000,00, approvato in
Luglio e tuttora in corso (terminerà a Settembre 2007).
- Progetto Azioni di Sistema (Attività di ricerca), valore € 200.000,00, presentato a Ottobre ed in attesa di
approvazione
REGIONE VENETO
Si è conclusa, nel 1° trimestre l’attività di gestione dei progetti approvati nel 2005. La società ha presentato
una richiesta di finanziamento per 31 progetti per altrettante aziende che operano nel territorio veneto. La
Regione ha riconosciuto, in Settembre, un finanziamento complessivo di € 1.700.000,00, approvando 30
richieste su 31 presentate. L’ufficio di Vicenza è quindi impegnato nella gestione dei progetti che si svilupperanno fino al termine del 2007.
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Federacciai
REGIONE UMBRIA
In Umbria Riconversider ha gestito un intervento di riqualificazione del personale Thyssen-Krupp attraverso un
finanziamento regionale di € 600.000,00 che si è concluso a Settembre 2006. E’ stato presentato un ulteriore progetto a Settembre, per una richiesta di circa € 400.000,00, che è stato approvato a fine anno.
PROGETTI COMUNITARI
Riconversider in collaborazione con altri enti rappresentativi, fra i quali le Province di Brescia e Bergamo, ha
avuto approvato, dalla Commissione Europea, un Progetto di ricerca di € 838.000,00 altamente significativo. Questo intervento si aggiunge al Progetto Equal in corso di svolgimento e comincia a consolidare una
presenza di Riconversider nel panorama internazionale.
L’Attività di Riconversider Sviluppo Formazione
La società consorziata ha, nel 2006, svolto corsi di formazione per inoccupati in Regione Lombardia, gestendo e coordinando 7 interventi formativi che hanno coinvolto oltre 80 giovani inoccupati, formati sia nelle
tematiche tecniche che trasversali. Ha inoltre attivamente collaborato con Riconversider Srl nella gestione dei
progetti di formazione continua.
2. SIDERSERVIZI S.r.l.
La Società ha continuato ad erogare agli Enti collegati i servizi duplicazioni, telefonico, amministrazione
generale e servizi di spedizione e ricevimento.
La Riconversider s.c.r.l., di cui la Siderservizi detiene il 10% del capitale sociale, nel 2006, ha realizzato
progetti di formazione a propria titolarità ed ha collaborato all’interno di progetti a titolarità Riconversider S.r.l.
L’organico della Siderservizi è rimasto invariato: un addetto ai servizi generali ed un collaboratore per l’attività amministrativa.
Il fatturato del 2006 è stato di € 107.989,00. L’esercizio si è chiuso con una perdita di € 1.140,00, inferiore a quella dell’esercizio precedente, che viene coperta prelevando l’importo dalla Riserva Straordinaria.
3. UNSIDER
L’Ente, nel 2006, ha continuato a operare nelle attività di normazione sotto elencate in linea con gli anni precedenti:
· preparazione delle norme UNI di competenza
· gestione dei GL ed SC nel seguire le norme EN ed ISO dei TC di competenza
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Federacciai
·
·
·
·
·
·
·
informazione e divulgazione documenti attraverso il sito WEB e via E-mail,
gestione dei rapporti internazionali per la preparazione delle norme EN ed ISO,
gestione delle 19 segreterie Europee ed Internazionali assegnate a UNSIDER.
assistenza agli Associati, attraverso lo “sportello”
rapporti con le Istituzioni e con il Ministero delle Infrastrutture per la marcatura CE dei prodotti da costruzione.
consolidamento l’offerta di servizi dedicati agli associati.
prosecuzione dell’azione di sprone e stimolo alle attività normative verso le SC e i GL.
Di seguito è riportato il numero delle norme pubblicate, dei progetti di norma in corso, delle riunioni nazionali all’interno delle varie SC e di quelle europee ed internazionali dei TC di loro competenza:
2004
2005
2006
2
0
4
UNI EN
49
63
38
ISO
34
44
31
UNI ISO
0
0
0
EN ISO
16
8
8
UNI EN ISO
26
35
34
156
167
124
UNI
3
4
5
EN
65
76
52
UNI EN
29
43
30
ISO
94
116
96
UNI ISO
0
0
0
EN ISO
42
44
33
UNI EN ISO
26
20
22
259
303
238
Riunioni UNSIDER
32
25
25
Riunioni ECISS, CEN, ISO
30
35
28
30%
30%
28%
Norme pubblicate
UNI
Totale Norme pubblicate
Progetti di norma in corso
Totale progetti di norma in corso
Riunioni
Partecipazione italiana
Il numero di norme pubblicate così come il numero dei progetti di norme in corso ed il numero delle riunioni
è diminuito nel 2006 rispetto al 2005. In leggera flessione anche il livello di partecipazione degli esperti
UNSIDER.
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Federacciai
Le segreterie Europee CEN-ECISS ed internazionali ISO, di cui l’UNSIDER ha avuto la responsabilità nel
2006 sono state 19. Di seguito è riportato l’elenco.
Segreterie internazionali
ECISS/TC 15+23+30/JG
Vergella e barre per ricalcalcatura ed estrusione a freddo. Lavori terminati
ECISS/TC20/WG2
Analisi chimiche - metodi di routine I
ECISS/TC20/WG5
Analisi chimiche - metodi di routine II
ECISS/TC29
Tubi di acciaio e loro raccordi
ECISS/TC29/SC1
Tubi per impieghi a pressione
ECISS/TC29/SC4/WG6
Rivestimenti tubi
ECISS/TC29/SC6
Filettature dei tubi e tubi di servizio
ECISS/TC29/SC10
Controlli non distruttivi
CEN/TC342
Tubi metallici flessibili, loro raccordi
CEN/TC242/GTC
Funi per il trasporto di persone
ISO/TC5/SC11/WG1
Tubi flessibili I
ISO/TC5/SC11/WG3
Tubi flessibili II
ISO/TC25/SC2/WG2
Getti di ghisa
ISO/TC17/SC1/WG50
Spettrometria di emissione con scarica a scintillio
ISO/TC17/SC19
Cond. tecniche di fornitura di tubi per apparecchi a pressione
ISO/TC17/SC19/WG1
Cond. tecniche di fornitura di tubi per apparecchi a pressione - prove non distruttive
ISO/TC67/SC5/WG3
Materiale equipaggiamento e strutture in mare per le industrie del petrolio e del gas naturale – tubi
di rivestimento e tubi di produzione di leghe resistenti alla corrosione
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Federacciai
Notevole è rimasto dunque l’impegno della Segreteria Unsider e degli associati nei gruppi di lavoro che
garantiscono un ritorno sia per le Aziende sia per tutto il settore della siderurgia. La costanza di quelle
Aziende che continuano ad impegnare risorse a favore dei lavori normativi sono motivo di ottimismo e gratificazione per il compito svolto da UNSIDER.
I servizi che l’Ente ha reso ai Soci sono stati mantenuti sugli alti livelli già raggiunti negli anni precedenti,
come comprovato dalle 85.828 visite registrate nell’anno al sito web.
Nel 2006 le attività di sviluppo sono state limitate al perfezionamento di quanto avviato negli anni precedenti ponendo le basi per rispondere in termini strutturali ed organizzativi al nuovo sistema UNI-Unione 2
introdotto appunto dall’UNI per la gestione dei documenti normativi e quanto connesso alla preparazione
delle norme, incluse le votazioni ufficiali condotte via internet.
Per assicurare il mantenimento di queste attività ed il relativo livello di efficienza, l’Ente ha anche provveduto
ad adeguare l’organico, con l’assunzione di una nuova risorsa in affiancamento al Segretario Tecnico che è
andato in pensione.
Come sempre occorrerà proseguire l’opera di convincimento degli associati Federacciai non iscritti ad UNSIDER ad aderire ad UNSIDER stesso, sia per allargare il lavoro normativo svolto in prima persona dagli associati UNSIDER sia per un migliore coinvolgimento nell’attività che UNSIDER svolge in affiancamento a
Federacciai.
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PARTE V: Aziende Associate
Federacciai
1
ACCIAI SPECIALI ZORZETTO S.r.l.
2
ACCIAIERIA ARVEDI S.p.A.
3
ACCIAIERIA DI RUBIERA S.p.A.
4
ACCIAIERIA VALSUGANA S.p.A.
5
ACCIAIERIE BERTOLI SAFAU A.B.S. S.p.A.
6
ACCIAIERIE DI CALVISANO S.p.A.
7
ACCIAIERIE E FERRIERE BREDINA S.r.l.
8
ACCIAIERIE GRIGOLI S.p.A.
9
ACCIAIERIE VALBRUNA S.p.A.
10
ACCIAIERIE VENETE S.p.A.
11
ACCIAITUBI S.p.A.
12
AFV ACCIAIERIE BELTRAME S.p.A.
13
ALESSIO TUBI S.p.A.
14
ALFA ACCIAI S.p.A.
15
ALFINOX S.p.A.
16
ARCELOR PIOMBINO S.p.A.
17
ARVEDI TUBI ACCIAIO S.r.l.
18
ASFO S.p.A.
19
ASO SIDERURGICA S.r.l.
20
CAMUSSO TUBI S.p.A.
21
CAR SEGNALETICA STRADALE S.r.l.
22
CIMA S.p.A.
23
CMF S.r.l. COSTRUZIONI MECCANICHE FUCINE
24
COGNE ACCIAI SPECIALI CAS S.r.l.
25
CO.GE.ME S.p.A.
26
C.B. TRAFILATI ACCIAI S.p.A.
27
DALMINE S.p.A.
28
D.P.G. PROFILATI S.r.l.
29
DUFERDOFIN S.p.A.
30
EURE INOX S.r.l.
31
EUROFLEX S.p.A.
32
FACS FUCINE S.p.A.
33
FERALPI SIDERURGICA S.p.A.
34
FERRIERA ALTO MILANESE S.p.A.
35
FERRIERA DI CITTADELLA S.p.A.
36
FERRIERA PONTE CHIESE S.r.l.
62
Federacciai
37
FERRIERA SIDER SCAL S.p.A.
38
FERRIERA SIDERUMBRA S.p.A.
39
FERRIERA VALSABBIA S.p.A.
40
FERRIERA VALSIDER S.p.A.
41
FERRIERE NORD S.p.A.
42
FERROSIDER S.p.A.
43
FIAV L. MAZZACCHERA S.p.A.
44
F.I.L. FABBRICA ITALIANA LAMIERE S.p.A.
45
FOMEC S.p.A.
46
FORGE FEDRIGA S.r.l.
47
FORGE MONCHIERI S.r.l.
48
FORGIA RAPIDA S.r.l.
49
FORGIATURA A. VIENNA S.p.A.
50
FORGIATURA MAME' S.p.A.
51
FORGIATURA MARCORA S.r.l.
52
FORGIATURA MORANDINI S.r.l.
53
FORGIATURA S. GIORGIO S.p.A.
54
FORGIATURE VITALI S.r.l.
55
FORGITAL ITALY S.p.A.
56
FORONI S.p.A.
57
FRANCHINI ACCIAI S.p.A.
58
FRIULI LAMINATI SPECIALI S.p.A.
59
F.M.A. FORGIATURA MODERNA ARESE S.p.A.
60
F.O.C. CISCATO S.p.A.
61
GENERAL SIDER ITALIANA S.p.A.
62
GIUSEPPE & F.LLI BONAITI S.p.A.
63
ILTA INOX S.r.l.
64
ILVA S.p.A.
65
ILVAFORM S.p.A.
66
INDUSTRIE RIUNITE ODOLESI I.R.O. S.p.A.
67
IRE OMBA S.p.A.
68
ISPADUE S.p.A.
69
ITALFOND S.p.A.
70
ITAS-INDUSTRIA TRAFILERIA APPLIC. SPECIALI S.p.A.
71
I.T.L.A. – RTL S.p.A.
72
LAMINA S.p.A.
63
Federacciai
73
LEALI S.p.A.
74
LUCCHINI SIDERMECCANICA S.p.A.
75
LUCCHINI S.p.A.
76
L.A.S. LAMINAZIONE ACCIAI SPECIALI S.p.A.
77
L.I.M.A. LAVORAZIONE ITALIANA METALLI AFFINI S.p.A.
78
MANNESMANN DMV STAINLESS ITALIA S.r.l.
79
MARCEGAGLIA S.p.A.
80
MAZZOLENI TRAFILERIE BERGAMASCHE S.p.A.
81
METALGOI S.p.A.
82
METALLURGICA GRAFFIGNANA S.p.A.
83
METALLURGICA MARCORA S.p.A.
84
METALLURGICA PESSINA S.p.A.
85
METALLURGICA SIDERFORGE S.r.l.
86
METALSIFA S.p.A.
87
METECNO S.p.A.
88
MEUSIENNE ITALIA S.r.l.
89
M.A.B. METALLURGICA ALTA BRIANZA S.p.A.
90
NUOVA ISINOX S.r.l.
91
OFFICINE MACCAFERRI S.p.A.
92
OLIFER ACP S.p.A.
93
ORI MARTIN S.p.A.
94
O.LA.N. OFFICINA LAMINAZIONE NASTRI S.r.l.
95
O.M.V. OFFICINE METALLURGICHE VENTURA S.p.A.
96
PAGLIANTI TUBI S.r.l.
97
PROFILATINAVE S.p.A.
98
PROFILERIE TRENTINE S.p.A.
99
PROFILMEC S.p.A.
100
PROFILTUBI S.p.A.
101
PRO.RE.NA. PRODUTTORI REGGETTA NASTRI S.p.A.
102
QUADRI UMBERTO SIDERURGICA S.p.A.
103
REDAELLI TECNA S.p.A.
104
RIGANTI S.p.A.
105
RINGMILL S.p.A.
106
RIVA ACCIAIO S.p.A.
107
RIVIT S.p.A.
108
RIZZATO NASTRI ACCIAIO S.p.A.
64
Federacciai
109
RODACCIAI S.p.A.
110
SAMA S.p.A.
111
SANDVIK ITALIA S.p.A.
112
SAN ZENO ACCIAI DUFERCO S.p.A.
113
SESIA FUCINE S.r.l.
114
SIDERALBA S.p.A. - INDUSTRIE SIDERURGICHE
115
SIDER VASTO S.p.A.
116
SIDERINOX S.p.A.
117
SITAI INOX S.r.l.
118
S.I.P.I. S.p.A.
119
SNAR LAMINATI S.r.l.
120
SOCIETA' DELLE FUCINE S.p.A.
121
STEFANA S.p.A.
122
STILMA S.p.A.
123
TECNOTUBI S.p.A.
124
TRAFILCOOP Soc. Coop.a r.l.
125
TRAFILEUROPE ITALIA S.r.l.
126
THYSSENKRUPP ACCIAI SPECIALI TERNI S.p.A.
127
TRAFILERIA COLOMBO S.r.l.
128
TRAFILERIA LOMBARDA S.p.A.
129
TRAFILERIA CARLO CASATI S.p.A.
130
TRAFILERIA A. MAURI & FIGLI S.p.A.
131
TRAFILERIE BEDINI S.r.l.
132
TRAFILERIE BRAMBILLA S.p.A.
133
TRAFILERIE INDUSTRIALI S.p.A.
134
TRAFILIX S.r.l.
135
TRAFILSPEC S.r.l.
136
TRAFITAL S.p.A.
137
TRAMETAL S.p.A.
138
TUBIFICIO DI TERNI S.r.l.
139
VERTEK S.r.l.
140
ZINCOFER S.r.l.
65
PARTE VI: Appendice Statistica
Federacciai
INDICE
Tav. 1
Produzione mondiale di acciaio grezzo
1
Tav. 2
Produzione di ghisa e Fe - Mn carburato
3
Tav. 3
Produzione di acciaio
3
Tav. 4
Produzione di acciai speciali
3
Tav. 5
Produzione di prodotti siderurgici
4
Tav. 6
Produzione tubi e altri prodotti
5
Tav. 7
Produzione prodotti della 1° trasformazione
5
Tav. 8
Consumo apparente di acciaio
6
Tav. 9
Consumo apparente di prodotti siderurgici
6
Tav. 10
Consegne per mercato
7
Tav. 11
Consegne per gruppi di prodotti e aree di mercato
8
Tav. 12
Scambi intra e extra UE
10
Tav. 13
Occupazione siderurgica primaria
13
67
Federacciai
1
Federacciai
2
Federacciai
3
Federacciai
4
Federacciai
5
Federacciai
6
Federacciai
7
Federacciai
8
Federacciai
9
Federacciai
10
Federacciai
11
Federacciai
12
Federacciai
13
Federacciai
www.federacciai.it