Sempre più in basso - 23-10-2016

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Sempre più in basso - 23-10-2016
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Domenica 2 ottobre 2016
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DIRETTORE VITTORIO FELTRI
ANNO LI NUMERO 272 EURO 1,50*
Anticomunista doc
Sempre più in basso
Stipendi italiani da fame
e il governo se ne vanta
Nella pubblicità per attrarre imprese straniere il ministero punta tutto sulle buste paga misere
Per salvare le banche paghiamo le commissioni più alte di tutti
Intervista a Cairo
di MARTINO CERVO
«La deflazione dei salari non è la migliore
risposta nella situazione attuale», ha detto
lunedì scorso il governatore della Bce Mario Draghi. Nell’esecutivo italiano (...)
segue a pagina 4
Senza pregi, esaltiamo i difetti
Per chi ci comanda
siamo Terzo Mondo
di PIETRO SENALDI
Venite in Italia, abbiamo una delle pressioni fiscali più basse del continente,
grandi professionisti formatisi in università di livello internazionale,infrastrutture che non temono confronti, strade e
treni sicuri e puntuali, una burocrazia
limpida ed efficiente, una giustizia rapida e coerente. Questo dovrebbe essere
il messaggio da recapitare all’estero per
convincere investitori e imprese straniere ad aprire una filiale da queste parti e
portarci denaro fresco, visto che noi, a
crescita zero da 15 anni, di soldi veri
non riusciamo più a farne. E se davvero
ci ritenessimo un’eccellenza, o quantomeno una nazione che si reputa degna
di rimanere in Occidente, diremmo
esattamente queste cose.
Ma i politici che ci guidano hanno evidentemente abbassato il rating del Paese al loro livello, di efficienza e di preparazione. Tant’è che nella brochure (...)
segue a pagina 5
Non c’è Paragone
Evviva, sarà la Germania
a distruggere l’Unione
Sorpassata Rete4
Con La7 rimpiazzo
Rai e Mediaset
e al Corriere ora...
di FRANCESCO SPECCHIA
Urbano Cairo, in queste
ore, da fuori appare sempre blindato come un cingolato sotto attacco; ma
dentro è invaso da un tumulto di gioia e d’audience. Comprensibile.
Nel giorno in cui il duello
Matteo Renzi-Gustavo Zagrebelsky arbitrato da Mentana sul referendum fa il
botto d’ascolti (8,04%) (...)
segue a pagina 27
E Napolitano le spara grossissime
Renzi sfida Berlusconi
«Facciamo un duello tv»
di ELISA CALESSI
Matteo Renzi ha preso gusto alle sfide in tv. E così, dopo il duello con il costituzionalista Gustavo Zagrebel-
segue a pagina 3
Da mercoledì 5 ottobre con
D
* Con: "I 100 CAPOLAVORI DEL JAZZ" - CD nr. 1- € 2,00.
segue a pagina 8
di VITTORIO FELTRI
Ci si domanda che fine farà Esselunga, catena modello di supermercati tra le più apprezzate del mondo. La risposta è
che non finirà affatto. Certi colossi sani e forti se è stato difficile crearli non è facile nemmeno distruggerli, soprattutto se
non tradiscono la volontà del
fondatore, in questo caso Bernardo Caprotti, semplicemente un genio. Che purtroppo è
morto prima di vendere l’azienda, valore oltre 7 miliardi
di euro.
La storia di quest’uomo è
stata scritta
mille volte,
ieri anche
da Libero, e
non vogliamo aggiungere nulla
onde evitarvi un bagno
di retorica.
Desideriamo solo rendere omaggio a un
imprenditore di stampo antico che, nonostante ciò, è stato
capace più di tutti i suoi colleghi di essere un precursore.
In Italia la grande distribuzione, che ha rivoluzionato in
chiave modernissima i costumi nazionali, l’ha inventata
lui, poi l’ha perfezionata e lanciata nel migliore dei modi ad
onta della guerra senza quartiere che gli hanno fatto i comunisti delle cooperative, concorrenti poco leali. Basta leggere il suo famoso libro, «Falce e
carrello», scritto da un gigante
del giornalismo, Stefano Lorenzetto, per capire le fatiche
sopportate da Caprotti per fare onestamente il proprio lavoro. È incredibile come nel nostro sgangherato Paese chi
crea posti di lavoro e ricchezza
venga osteggiato si impegnano per distruggerle, giudicandole centri di sfruttamento degli operai e degli impiegati. È
ancora assai diffusa (...)
FAUSTO CARIOTI
a pagina 9
segue a pagina 7
Le due Italie
di GIANLUIGI PARAGONE
Eccoli i tedeschi. Eccoli quelli col ditino
puntato, pronti a dare lezioni a tutti. Quelli
che poi franano sotto il
peso di scandali enormi,come sono quellirecenti di Volkswagen e
ora di Deutsche Bank:
ognuno fa il furbo a modo suo. La banca tedesca ha nei suoi bilanci
tanti di quei derivati e
prodotti tossici da sembrare (o forse lo è)
un kamikaze pronto a esplodere nei mercati finanziari. (...)
sky, effettivamente andato
meglio di ogni miglior (...)
IlgenioCaprotti
l’unicocapace
di non mischiare
aziendae figli
Milàn l’è semper Tracollo Palermo
un gran Milàn
E torna la mafia
di SIMONA BERTUZZI
di FRANCO BECHIS
Hanno fatto fuori pure la nebbia. O forse l’han rinchiusa in
una scatola di cemento e hanno buttato via la chiave. Perché
a guardare il cielo sopra Milano
da un ultimo piano di periferia,
mentre un sole sfacciato scalda
i cominogli delle case (...)
Il cartello sul portone di legno
indica «Polizia», ma non è il solo. Perché dall’altro lato c’è scritto «Maico». Il primo indica che
lì c’è un commissariato. Il secondo si riferisce a un centro
per sordomuti. Siamo a Palermo, nella centralissima (...)
segue a pagina 16
I 1OO CAPOLAVORI DEL
IN 5CD
segue a pagina 17
2°CD a soli €4,50
+ il prezzo del quotidiano
Prezzo all’estero: CH - Fr 3.70 / MC & F - € 2.50 / SLO - € 2.80 / HR - HRK 21.00
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i nostri soldi
:::
L’IMPATTO SUL PORTAFOGLIO In media una
famiglia spende 135 euro all’anno. Nel giro di soli
sei mesi c’è stato un aumento del 6 per cento
Italia penalizzata
Su credito e imprese
servono regole
uguali per tutti
::: BRUNO VILLOIS
■■■ Le borse europee, sul caso Deutsche
bank,si infiammano.Il timore diuna seconda Lehman Brothers agita i sonni, soprattutto delle decine degli speculativi hedge
fund. Molti di loro, pur con ingenti perdite,
stanno abbandonando la partita e la ex
grande banca europea, deve cominciare a
fare i conti con l’esigenza di dover ricapitalizzare in misura multi miliardaria, così
grande da poter essere la ricapitalizzazione
maggiore dell’intero sistema bancario europeo daldopoguerra ad oggi. Ilgoverno tedesco, arditamente, come sa fare quando toccano gli interessi loro, potrebbe fornire un
aiuto di Stato, che ad ogni altro partner europeo non solo non è concesso, ma neppure può pensarlo. Il caso Montepaschi, che
tormenta l’intero listino, tirando giù i titoli
bancari a livelli quasi impensabili, visto che
alcuni di loro hanno fondamentali e gestioni di gran lunga positive ed efficienti, è un
quark in rapporto al guai del gigante tedesco che potrebbero generare veri sfracelli
sull’intera economia europea, se non mondiale. A fare la differenza di trattamento, nonostante le ben maggiori gravi implicazioni
che porta in pancia la banca (o meglio il
sistema bancario) tedesche, è il differente
peso che ha il governo tedesco in Europa in
confronto alnostro, e come vengono valutate le rigidissime regole continentali per loro
e per noi.
Ilsistema bancario europeo è meno fragile di quello Usa ai tempi di Lehman, ma la
costante riduzione dei valori di Borsa di tutti i titoli bancari, abbinata ad utili in forte
contrazione e margini di intermediazione
sempre più risicati, può fare saltare il banco
per alcuni istituti di credito, di media dimensione,e alle prese con problemidi incagli. Già la ripresa è lenta, fragile e ricca di
incognite, dovute alle situazioni belliche internazionali e alle politiche locali, e l’abbinamento con la debolezza delle banche ne
allontana di molto vere prospettive di rilancio consistente e duraturo. Certo sarebbe
positivo che ogni situazione di rischio, in
qualunque nazione comunitaria, venisse
trattato alla stessa maniera, ma così non è
stato già in passato per la Germania. L’esempio della siderurgia è lampante, le imprese teutoniche potevano produrre con
criteri di rispetto ambientale ben diversi e
molto più accomodanti diquelli che venivano imposti alle nostre aziende. Il gruppo Riva, presente con siti produttivi in Germania
e numero uno da noi, era assoggettato a
misure di tutela ambientale molto più elastiche di quelle applicate da noi.
La grande stagione della fusione tra le
due Germanie si è realizzata, in tempi relativamente brevi,grazie alla totale apertura comunitaria, sia agli aiuti di Stato, che alle norme accomodanti, in tutti i settori industriali, con il mantenimento in vita di impianti
della Germania comunista, pur se desueti e
a rischio per la salute e l’ambiente. Le deroghe hanno fatto grande la Germania, e reso
possibile la sua corsa verso il progresso, e
reso piccoli noi, per le continue vessazioni
imposte a livello comunitario al nostro sistema produttivo. Adesso la storia, in una fase
quanto mai critica, come è quella attuale, si
ripete e Deutsche Bank, pur essendo piena
di derivati, cammina imperterrita e aspetta
mamma Governo, mentre le nostre banche, strutturalmente risanate, ma ancora
gravate di credito in sofferenza , non possono ottenere nulla, se non battersi in un mercato finanziario che non vuole più assumersi alcun rischio, neppure minimo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le banche più esose d’Europa
I nostri istituti hanno le commissioni più alte: il 36,5% del giro d’affari. E dalla crisi
del 2008 hanno aumentato i prezzi del 20%. Tutto per coprire i costi dei salvataggi
::: SANDRO IACOMETTI
■■■ La sovrattassa che alcune
banche hanno deciso di far pagare ai correntisti per rientrare dei
costi sostenuti (1,8 miliardi complessivi) per il salvataggio dei
quattro istituti in default (Banca
Etruria,Banca Marche, Carichieti e Carife) ha creato indignazione nell’opinione pubblica e allarme in Bankitalia, che ha deciso
di avviare un monitoraggio sui
comportamenti dei principali
istituti.
Ma a ben guardare i 25 euro
caricati una tantum dal Banco
Popolare, i 12 euro di aumento
delcanone di Ubi e gli incrementi più o meno visibili disposti da
altri grandi istituti non sono che
la ciliegina sulla torta di un sistema che da anni spreme i clienti
senza troppi scrupoli. Negli ultimi 7 anni,sostanzialmente dall’inizio della crisi nel2008, la crescita dei costi dei conti correnti, delle carte di credito e degli altri servizi bancari ha subito in Italia un
incremento del 20%. Per evere
un’idea dell’andamento «normale» degli oneri a carico dei
clienti, nello stesso periodo, secondo quanto calcolato dalla
Cgia di Mestre, l’aumento si è fermato all’11,5% nel Regno Unito,
all’11,1% in Francia, al 6,5% in
Spagna. Mentre in Germania
(-4,6%),in Belgio (-7%) e nei Paesi Bassi (-27%) si è addirittura registrata una diminuzione dei costi.
::: DA SAPERE
IL PREZZO DEI SERVIZI
Negli ultimi sette anni la crescita
dei costi di conti correnti, carte di
credito e altri servizi bancari è aumentata in Italia del 20%. L’aumento si è fermato all’11,5% nel
Regno Unito, all’11,1% in Francia
e al 6,5% in Spagna. In Germania
(-4,6%), Belgio (-7%) e Paesi Bassi (-27%) i costi sono addirittura
calati.
LE COMMISSIONI
L’incidenza percentuale dei costi
netti dei servizi bancari sui ricavi
ha raggiunto in Italia il 36,5%. In
Francia la quota si è attestata al
32,9%, in Austria al 27,5%, in Germania al 26,2% e nei Paesi Bassi
al 17%.
L’ULTIMO AUMENTO
L’ultimo aumento risale a poco
tempo fa. Alcune banche hanno
fatto pagare ai correntisti con una
sovrattassa parte dei costi sostenuti per «salvare» Etruria & Co.
Il risultato è che il nostro Paese nel 2015 ha ottenuto il triste
primato delle commissioni più
alte d’Europa. Dal dossier messo a punto dall’ufficio studi degli
artigiani di Mestre emerge che
l’incidenza percentuale dei costi
netti dei servizi bancari sui ricavi
ha raggiunto in Italia il 36,5%, il
livello più elevato del Vecchio
continente. In Francia la quota
si è attestata al 32,9%, in Austria
al 27,5%, in Germania al 26,2% e
nei Paesi Bassi al 17%.
«Con la crisi economica - ha
spiegato il coordinatore dell’ufficio studi Paolo Zabeo - sono cresciute a dismisura le sofferenze
in capo alla clientela e la contrazione dei tassi di interesse ha ridotto ai minimi termini i margini di redditività. E le nostre banche, appesantite da costi fissi ancora troppo elevati, hanno ritenuto più conveniente ridurre gli
impieghi, e quindi i rischi, e aumentare i ricavi dalle commissioni». I numeri parlano chiaro. Dal
2008 a fronte di una diminuzione dei prestiti di 13 miliardi
(-25,3%) i ricavi netti dei costi dei
servizi sono aumentati di 4,9 miliardi (+20%). Il giochino, nel solo 2015, ha permesso a gli istituti
italiani complessivamente di
mettere a bilancio alla voce commissioni circa 30 miliardi di euro.
Suicostieccessividei conticorrentiitaliani qualche anno fa aveva aperto un dossier anche la
Commissione europa. Secondo
le rilevazioni effettuate nel 2013
dal commissario per i mercati finanziari Michel Barnier in Italia
mantenere un rapporto finanziario costava 191 euro l’anno contro una media Ue di 137. Accuse
respinte dall’Abi, secondo cui le
rilevazioni si basano non sui co-
NEL MIRINO L’ACQUISTO DI ANTONVENETA
Mussari e gli ex vertici di Mps rinviati a giudizio
Giuseppe Mussari, ex presidente del Monte dei
Paschi di Siena, e altre 12 persone più tre banche sono stati rinviati a giudizio per reati che
vanno dal falso in bilancio all’aggiotaggio, dall’ostacolo all’autorità di vigilanza di Consob e
Bankitalia al falso in prospetto. Esclusa l’aggravante della transnazionalità. Il processo verterà
sulle operazioni realizzate da Mps per coprire le
perdite provocate dall’acquisto di Antonveneta.
Il gup di Milano ha deciso che il 15 dicembre,
davanti ai giudici della seconda sezione penale
di Milano, saliranno sul banco degli imputati gli
ex vertici di Mps (oltre a Mussari, Antonio Vigni
e Gian Luca Baldassarri), personaggi di spicco di
Deutsche Bank (5 ex dipendenti sono finiti a processo), della filiale inglese e italiana dell’istituto
tedesco e della filiale londinese della giapponese
Nomura, di Nomura International Plc.
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i nostri soldi
CADERE IN PIEDI La sede della Nuova Banca Etruria,
salvata con 1,8 miliardi che ora vengono scaricati sui
correntisti, è ospitata in un palazzo di lusso del ’500
:::
Addio Maastricht
Evviva, la Merkel
provocherà
la fine dell’Unione
::: segue dalla prima
GIANLUIGI PARAGONE
S.IAC.
(...) Ovviamente non esploderà, non nel
senso di un default come accadde nel
2008 per la Lehmann Brothers, sebbene
lo stato di salute della banca tedesca sia
quello di un corpo profondamente lacerato. Sappiamo tutti che una grande
banca di sistema (peraltro non nuova a
pagine opache, come fu a suo tempo lo
scandalo sui tassi di cambio Euribor)
non è conveniente farla saltare per aria,
per quanto la voglia di vendetta ci muova a godimento. Non è conveniente perché è come sfilare una pietra angolare.
Un giorno ragioneremo sul perché certe
banche siano diventate centrali e imprescindibili (e quel giorno troveremo anche la soluzione alla paradossale crisi
del debito, causa della crisi in corso),
adesso però c’è da frenare un peggioramento della situazione globale.
La domanda dunque è: con quali soldi aggiusteranno i conti drogati di Deutsche Bank? Con soldi che arrivano dalla
stessa finanza, dagli stessi mercati? Figurarsi, la fuga dei fondi l’abbiamo appena
vista. I soldi che arriveranno avranno
una regia pubblica, una mano pubblica;
e allora anche i liberisti più fanatici dovranno ammettere che lo Stato resta lo
Stato. Pure la Merkel (o meglio i falchi
che le siedono accanto) alla fine dovranno cedere alla più ovvia delle mosse: l’aiuto di Stato.
Quel momento segnerà la fine del
grande equivoco europeo con tutto il
suo impianto di regole, perché nel momento esatto in cui cadrà il tabù degli
incentivi pubblici stanziati alla luce del
sole a favore delle banche, allora non vi
saranno ostacoli affinché l’intervento
pubblico sia sancito anche per l’economia reale.
Arriviamo così al vero tema di fondo
che l’Europa dei trattati di Maastricht e
di Lisbona hanno ingarbugliato. L’economia reale non si rilancia con le riforme del mercato del lavoro (tant’è che a
maggior flessibilità non è corrisposta alcuna crescita dell’occupazione) o tappando a prescindere la spesa pubblica,
ma con seri interventi fiscali e infrastrutturali. L’attenzione e la spinta verso la
finanziarizzazione dell’economia ha
portato i nostri distretti e i nostri comparti all’affanno interno (penso al settore
edile con quel che gli gira attorno) e a
subire competitor meno bravi di noi sul
piano industriale.
Le banche sono viste e percepite esattamente come negativamente è vista la
burocrazia;prima non era così. Oggi l’accelerazione delle regole di Basilea e
quindi la progressiva finanziarizzazione
del mondo bancario hanno prodotto il
sacrificio dell’economia reale. Con quale vantaggio? Nessuno. I derivati e i prodotti spazzatura spacciati nelle banche
stanno provocando soltanto distruzione.
Ora che ci sono le macerie, toccherà
allo Stato salvare i conti. Poiché è già accaduto altre volte domando se lo Stato
vorrà fare la fine della rana con lo scorpione. Perché la crisi del debito sottintende esattamente la morale della favola che attribuiamo a Esopo: noi ci mettiamo i soldi, loro ci pungeranno mortalmente. Perché è la loro natura. A meno
che...
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I GIOIELLI
DEI BANCHIERI
sti medi ma su quelli massimi
previsti dai contratti. Mentre per
l’Adusbef, che definisce il nostro
sistema il «meno concorrenziale
del Continente», il conto sarebbe ancora più salato, con un costo medio di 318 euro rispetto ai
114 delle banche europee.
Certo, per il cliente tartassato
c’è sempre l’alternativa dei conti
online, che, abbattendo i costi di
intermediazione, riescono ad offrire costi molto vantaggiosi o addirittura azzerati per le operazioni di base. Ma se è vero che ormai il 50% dei correntisti utilizza
i servizi di home banking, l’agenzia bancaria, secondo quanto
emerso da un’indagine condotta dalla stessa Abi in collaborazione con Gfk-Eurisko, resta un
punto di riferimento importante
per l’85% dei clienti.
E allo sportello i costi si sentono. Secondo una rilevazione effettuata dal Corriere Economia
sulle dieci principali banche italiane, nel primo semestre del
2016 la spesa media annua di
una famiglia con uso medio della banca si attesta a 135 euro,
con picchi di 170 euro. Si tratta
di un incremento del 6% rispetto
allo scorso anno. Cercando di
contenere le spese con l’utilizzo
dei servizi via web, la spesa media annua si aggira, invece, sui
105 euro. Ma anche in questo caso c’è un aumento del 6% rispetto al 2015.
twitter@sandroiacometti
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Gioielli d’arte aperti al pubblico
E ci sbattono sotto gli occhi
palazzi e beni per 15 miliardi
■■■ Mentre i risparmatori sono alle prese con gli effetti devastanti del bail in, le conseguenze dei salvataggi governativi,
l’azzeramento delle azioni delle banche popolari, i rischi di
perdere la casa con le nuove
norme che agevolano l’esproprio da parte degli istituti e i costi dei conti correnti più cari
d’Europa, l’Abi ha deciso anche quest’anno di non rinunciare alla giornata dell’orgoglio immobiliare. «Un appuntamento
fondamentale per conoscere il
patrimonio di testimonianze artistiche e di vita civile costituitosi in Italia nel corso dei secoli»,
spiega il presidente dell’associazione bancaria, Antonio Patuelli, presentando la XV edizione
di «Invito a Palazzo».
Per un giorno, come accade
ogni anno, ieri le sedi storiche o
futuristiche delle banche, normalmente chiuse al pubblico
perché luoghi di lavoro, sono
state aperte ai comuni cittadini.
Alla manifestazione partecipano oltre 100 palazzi. E non si
tratta di edilizia popolare. Ma di
gioielli dell’architettura da far
strabuzzare gli occhi. Nella Capitale, ad esempio, si può visita-
re Palazzo Altieri, perla del barocco romano ora sede della
stessa Abi, oppure Palazzo
Kock, prestigioso edificio nel
centro di Roma occupato dalla
Banca d’Italia. A Milano si può
vedere la nuova Unicredit
Tower di Piazza Gae Aulenti o il
palazzo di Piazza Meda, sede
della Bpm dove si possono ammirare diversi affreschi, una
scultura di Pomodoro e perfino
una riproduzione a grandezza
naturale del Cenacolo di Leonardo Da Vinci.
Per chi vuole restare a bocca
aperta c’è la mitica Piazza Salimbeni di Siena, sede del Monte Paschi. Qui, si legge nella descrizione, ci si possono rifare gli
occhi con «con l’antico “castellare” della nobile famiglia di
mercanti e banchieri senesi, il
rinascimentale Palazzo Spannocchi e le forme eclettiche di
Palazzo Tantucci», che «custodisce memorie storiche e testimonianze artistiche di valore
inestimabile». Ma anche spostandosi ad Arezzo, in Corso Italia, lo spettacolo non è male. La
sede della Nuova Banca Etruria
(quella costituita anche grazie
agli 1,8 miliardi che ora le ban-
Da sinistra in senso
orario, il grattacielo di
Intesa Sanpaolo a
Torino, posto ai
margini del centro
storico, alto 167,25
metri, progettato da
Renzo Piano e costato
300 milioni di euro,
visitabile dalle 10 alle
18.30 prenotandosi al
sito
grattacielointesasanpa
olo.com; Rocca
Salimbeni, la sede del
Monte dei Paschi di
Siena, edificata nel XIV
secolo dalla famiglia
Salimbeni e acquistata
dal Monte dei Paschi
nel 1866 (la statua al
centro della piazza
antistante è di qualche
anno dopo); Palazzo
Albergotti, la sede
storica di Banca
Etruria (oggi Nuova
Banca Etruria) ad
Arezzo. L’elenco dei
palazzi delle banche
aperti al pubblico è
visionabile al sito
palazzi.abi.it [LaPresse,
web]
che vogliono scaricare sulle spese dei conti correnti) è ospitata
dal cinquecentesco Palazzo Albergotti, dove si trova un immenso salone in stile liberty «illuminato dalle splendide vetrate di Ascanio Pasquini».
La grande kermesse culturale dovrebbe testimoniare «la volonta del mondo bancario di
conservare il vastissimo patrimonio archeologico, artistico e
architettonico nazionale», ma,
considerati i tempi, è difficile
non sentire il sapore di una gratuita, e forse beffarda, ostentazione. Anche perché la maggioranza dei palazzi principeschi o
delle avveniristiche costruzioni
in cui i banchieri svolgono quotidianamente il loro lavoro fa
parte dei circa 15 miliardi di patrimonio immobiliare in capo
agli istituti di credito. Un patrimonio accumulato negli anni
anche grazie al contributo dei
milionidiclienti tartassati da anni con commissioni senza pari
nel Vecchio continente ed ora
travolti dalle falle di un sistema
che molti accusano essere vittima della sua stessa ingordigia.
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Europa a pezzi
FERMI Nel nostro Paese i salari non crescono, anzi
tendono a calare, mentre nell’eurozona si registra una
crescita intorno all’1,5 per cento
Italiani sottopagati e il governo se ne vanta
Per attirare investitori stranieri, in un opuscolo il sottosegretario allo Sviluppo Scalfarotto illustra come virtù
il fatto che i lavoratori del Belpaese, anche specializzati, abbiano stipendi da fame. Tra i più bassi della Ue
::: segue dalla prima
MARTINO CERVO
(...) circolano pareri difformi,
almeno stando alla brochure
ospitata sul sito investinitaly.
com, portale dell’Ice che reca
il logo del Ministero dello Sviluppo economico. Qui appare infatti (link: goo.gl/kzvjwn)
un manualetto dedicato agli
investitori esteri che elenca,
tra i vantaggi del nostro Paese, i bassi stipendi che è sufficiente pagare per la manodopera, specie se qualificata.
La sorprendente qualità sorprendente perché rivendicata in uno strumento governativo - viene offerta come appetibile a capitali stranieri, alla pari delle bellezze territoriali e della tradizione eccelsa
della nostra manifattura.
L’opuscolo, intitolato «Invest in Italy», si apre con la
prefazione di un sorridente
Ivan Scalfarotto, sottosegretario al Mise, che contiene - tra
l’elenco delle riforme - una
frase a metà tra la bugia e il
wishful thinking: «Anche la
nostra Costituzione e il nostro sistema elettorale sono
stati cambiati per garantire
stabilità e snellire il processo
legislativo».
COMPETITIVITÀ
A notare il passaggio sugli
stipendi,inserito alla voce «capitale e talento» (pagina 32
della brochure) è stata Eleonora Voltolina, in un articolo
pubblicato anche su linkiesta.
it.
Così recita l’elogio delle buste paga leggere (traduzione
nostra): «L’Italia offre un livello dei salari competitivo (che
cresce meno rispetto al resto
LAVORO IN SALDO
La tabella illustra
l’andamento dei salari in
Italia che, in
controtendenza con il
resto d’Europa, scendono.
Sopra la copertina
dell’opuscolo diffuso dal
ministero dello Sviluppo
per incentivare gli
investimenti stranieri. A
destra, il sottosegretario
Ivan Scalfarotto con il
premier Matteo Renzi
[Olycom]
della Ue) e una manodopera
altamente qualificata. Il rapporto costo/qualità dei profili
altamente specializzati è
estremamente competitivo
nel paragone con le altre nazioni europee. Un ingegnere
in Italia guadagna mediamente in un anno 38.500 euro,mentre in altri Paesilo stesso profilo ha una retribuzione media di 48.500 euro l’anno». A volte la mobilità di persone e capitali presenta lati
curiosi. Poco sotto: «I costi del
lavoro in Italia sono ben al di
sotto dei competitor come
Arrivano a migliaia in redazione le adesioni alla campagna di «Libero»: vogliamo votare anche noi, come i britannici, sulla permanenza del nostro Paese nell’Unione europea e nell’euro. Potete spedirci in redazione il tagliando
(compilato in stampatello)
che trovate in pagina oppure
scriverci il vostro nome e cognome all’indirizzo noeuronoeuropa@liberoquotidiano.
it.
Abbasso l’euro,abbasso l’Europa dei banchieri, viva la lira!
Luciano Pranzetti
e.mail
Anch'io voglio che gli italiani
abbiano la possibilità di decidere se rimanere o no in questa
Europa che ormai ci ha portati
ai limiti della sopravvivenza. È
ora di fare qualcosa e al più presto.
Michela Roma
Treviso
Germania e Francia. Inoltre,
la crescita del costo del lavoro
registrata in Italia nell’ultimo
triennio (2012-14) è più bassa
rispetto a quelle registrate nei
Paesi dell’eurozona (+1,2%
contro +1,7%)».
NON C’É DA RIDERE
Spingendo lo sguardo un
po’ più in là, la narrativa
avrebbe potuto anche spostarsi su toni più enfatici. Come ricordato pochi giorni fa
su questo giornale, infatti, il
costo del lavoro reale e dei sa-
larinel nostro Paese ha un andamento minore o uguale a
zero in tutti gli ultimi 4 trimestri (dato calcolato rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente), a fronte di una
crescita dell’eurozona attorno all’1,5% circa (dati Eurostat). Il nodo pare: può un governo vantare questi dati come successi,ancorché parlando a investitori stranieri? E, a
questo proposito, pure l’aumento sbandierato nell’opuscolo degli investimenti diretti esteri è un punto di merito
per chi deve tutelare occupa-
zione e risparmio degli elettori?
A ben vedere, tuttavia, ci sarebbe da stupirsi dello stupore. La frase pronunciata da
Mario Draghi lascia quasi
supporre che il dimagrimento delle paghe sia da imputarsi a una scelta sparagnina delle aziende, incapaci di investire o rischiare, o di premiare il
merito.
PREVISIONI
In realtà la compressione
salariale è, se non una scelta,
una conseguenza perfettamente prevista da almeno
cinque anni. Nell’estate del
2011 infatti risale infatti il documento che forse più di
ogni altro ha condizionato la
storia politica recente del nostro Paese.
Nella ormai celebre missiva del 5 agosto 2011, che Giulio Tremonti in pagine violentissime di Uscita di sicurezza
(2012) definì un «pronunciamento», la Bce scrisse al primo ministro Silvio Berlusconiun dettagliato elenco di misure da prendere per evitare
La nostra iniziativa
«Fuori da questa Europa dei banchieri»
I lettori chiedono un referendum su euro e Unione: «I saccenti alla Prodi e alla Ciampi ci hanno tolto la sovranità»
I saccenti Prodi Amato e Ciampi ci hanno obbligati a rinunciare alla sovranità nazionale,
alla nostra libertà e alla democrazia per portarci in Europa
senza mai chiedere al popolo
cosa ne pensasse. La censura
ci ha resi schiavi dell'Unione
Europea, a peggiorare le cose
ci si è messo Napolitano imponendoci il Senatore Monti per
poi eleggerlo a presidente del
Consiglio. Cosa aspettiamo a
dare il benservito agli incapaci?
dalla Comunità europea della
nostra Nazione. La necessità di
tale consultazione deve essere
un esempio di democrazia, dato che di libertà di diritto se ne
vedono ben poche. D'altronde, ci ritroviamo con un premier di cui non si è mai vista la
foto su di una scheda elettorale, e che nessuno ha mai votato. Spero almeno che ci sia la
possibilità di indire questo referendum, ma la vedo dura!
Ruocco Aniello
e.mail
Gioacchino Colpani
e.mail
HANNO ADERITO ANCHE
Partecipo con la profonda convinzione che vi debba essere,
anche in Italia, un referendum
per permettere la fuoriuscita
Laura Bani
e.mail
Piergiorgio Benini
e.mail
Sandra Barca
e.mail
Enza Beghini
Pescantina (Vr)
Renzo Benettolo
e.mail
Marinella Biffignandi
e.mail
Paola Bizzarri
e.mail
Ganet Blonder Slome
e.mail
Antonello Bossalini
Piacenza
Paolo Botti
Sesto Fiorentino (Fi)
Franco Cacco
e.mail
Paolo Cagnoni
e.mail
Afro Silvio Caleffi
e.mail
Enzocarlo Cambrea
Carpiano (Mi)
Ferruccio Capra
e.mail
Giorgio Caselli
e.mail
Mattea Castorina
e.mail
Lorella Ceccarelli
e.mail
Priscilla Cerruti
e.mail
Sandro Colombo
e.mail
Vincenzo Colombo
e.mail
Franco Costagliola
e.mail
Emanuele De Francesco
e.mail
5
PRIMO PIANO
__Domenica 2 ottobre 2016__
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Europa a pezzi
EUROPROFEZIE Nel 2011 la Bce invitava Berlusconi ad
attuare misure utili a tagliare le buste paga. Con Monti,
Letta e Renzi l’auspicio si è puntualmente realizzato
La miseria come spot
al posto della qualità
Siamo Terzo Mondo
Invece di risolverli, spacciano i problemi come pregi. A riprova
della loro idea degli italiani: vittime abituate a incassare di tutto
::: segue dalla prima
PIETRO SENALDI
catastrofi finanziarie e tenere
in piedi l’euro. Fu lo stesso
Draghi- assieme alsuo predecessore all’Eurotower JeanClaude Trichet, a vergare le
«raccomandazioni». Tra queste (traduzione del Corriere
della Sera, che per primo rivelò il testo): «c’è [...] l’esigenza
di riformare ulteriormente il
sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d’impresa in modo da ritagliare [“tailor”, ndr] i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende».
Renato Deidier
e.mail
Nadia Feletto
Pordenone
Emanuele Fior
Lazise (Vr)
Stefano Friso
e.mail
Marialuisa Gardellini
e.mail
Pochi paragrafi più sotto:
«il governo dovrebbe valutare una riduzione significativa
dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il
turnover e, se necessario, riducendo gli stipendi».
PIANO REALIZZATO
Tre mesi dopo la consegna
di quella lettera che della deflazione faceva un programma piuttosto esplicito,a Palazzo Chigisi consumava - benedetto dal Colle - l’avvicendamento tra il Cavaliere e Mario
Monti. Stilare un parallelo tra
i punti di quel documento e i
provvedimenti più rilevanti
degli esecutivi del Professore
in loden, di Enrico Letta e di
Matteo Renzi, sarebbe un
esercizio interessante. Stando ai salari,nella dinamica italiana incidono di certo numerosi fattori, inclusa la disoccupazione che spinge ad accettare paghe più leggere. Tuttavia, un andamento al ribasso
è stato a dir poco messo in
conto. Ora, nella sostanza, c’è
un governo che lo rivendica.
Gianfranco Gelera
e.mail
Guido Gerelli
e.mail
Pier Fausto Giacobone
Voghera (Pv)
Franca Giovenzana
Legnano (Mi)
Gionata Giubbilei
Livorno
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(...) con cui il sottosegretario al (sotto)Sviluppo Economico, Ivan Scalfarotto, invita gli
stranieri a trasferire i loro interessi nel Belpaese, il pezzo forte sono gli stipendi italiani da
fame,concetto nobilitato e pubblicizzato come costo del lavoro particolarmente vantaggioso. Un marketing degno del Paraguay o
del Burundi, che dà la misura di come ci
vede il governo e di quali sono le sue aspirazioni per noi, lavoratori elettoralmente comprabili al prezzo di 80 euro o giù di lì.
In mancanza di pregi, esaltiamo i nostri
difetti. D’altronde che ci si può aspettare da
Scalfarotto, noto più per le sue battaglie di
costume che per il suo acume economico e
strategico? Se ci fosse una giustizia mediatica, o solo la politica non fosse fatta di figli e
figliastri, andrebbe aggredito per l’infelicità
del suo spot ben più di quanto non lo sia
stata la Lorenzin per quelli sulla fertilità. Intendiamoci, è tutto vero: gli stipendi degli
italiani sono bassi, i più bassi d’Europa se
commisurati al costo della vita e alla produttività dei nostri lavoratori, e malgrado siano
gravati da una pressione fiscale tra le più alte e da pesanti contributi. Ma bisognerebbe
cambiare la situazione, anziché farsene vanto per il mondo.
Non fosse che ormai la classe politica ci
ritiene, e conseguentemente ci tratta, come
un punching-ball, capaci di incassare qualsiasi cosa. Perfino il fatto che siano le nostre
tasche a ripianare i buchi fatti dalle banche
dopo aver venduto ai risparmiatori e a loro
stesse prodotti spazzatura e aver usato i restanti denari per finanziare amici, parenti e
raccomandati incapaci di restituire i debiti,
garantire ai banchierivite da sultani o imbar-
Antonio Godino
Bologna
Angela Grisi
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Enrico Ivaldi
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Stefano Lapiana
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Lidia Maccario
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Pierangelo Magrin
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Luciano Marcolongo
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Gian Paolo Masotto
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Vincenzo Mazzara
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Ottavio Meggiorin
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Alessandro Melani
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Ernestina Miglioli
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Francesco Mion
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Sergio Mitraglia
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Samuele Nannoni
Firenze
Adriana Ospitali
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Fausto Paini
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Roberto Palì
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Vincenzo Panaro
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Nicola Panza
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Pietro Paoli
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Alberto Pazzini
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Claudio Parolini
Sondrio
Leone Pellizzari
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Michele Penna
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Nicola Pedroni
Cremona
Guido Perona
Ciriè (To)
Riccardo Petracca
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Luca Pinelli
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Enrica Pisanu
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carsi loro stesse in catastrofiche acquisizioni. Ogni riferimento a Veneto, Etruria, Mps,
è puntualmente casuale. Se infatti i correntisti italiani pagano le commissioni più alte
d’Europa sulle operazioni bancarie, la ragione è che i nostri istituti si sono dovuti tassare
per finanziare i fondi chiamati ad acquistare
i crediti inesigibili della banche altrimenti
votate al fallimento, e come prevedibile hanno scaricato sulla clientela i costi dell’operazione.
Risultato, il cittadino, lavoratore, correntista, risparmiatore si sente sempre più colto
da sindrome d’accerchiamento. Lavora, viene salassato e quel che riesce a salvare gli
viene bruciato, da chi dovrebbe invece custodirne il tesoretto, in spericolate operazioni finanziarie o, nella migliore delle ipotesi,
lentamente eroso da clausole e costi nascosti. Così, anche se per miracolo lo spot del
sottosegretario Scalfarotto riuscirà ad attirare qualche investitore, il rischio è che, una
volta arrivato qui, lo straniero non trovi nessun italiano su cui valga la pena di puntare
perché i migliori, o anche solo chiunque abbia potuto farlo, se ne saranno andati da un
pezzo. Come dimostrano i dati secondo cui,
malgrado le ondate di immigrati e di profughi che si riversano a centinaia sulle nostre
coste, l’Italia registra da anni più uscite che
ingressi. Sia che a emigrare siano lavoratori
senza occupazione dignitosa sia che si tratti
di pensionati a cui l’assegno non basta per
vivere decorosamente nei nostri confini. E
chi non va all’estero per campare, ci finirà
per sfuggire al disagio di essere italiano.
Avanti così, saremo costretti ad andare il più
lontano possibile dalle nostre radici per realizzarci,vivere da uomini liberi e poter trovare noi stessi.
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Luciana Reale
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Devis Russo
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Luigi Santagostini
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Tullio Savini
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Mario Socin Chiussi
Lignano Sabbiadoro (Ud)
Cesare Selleri
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Laura Serchiani
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Marco Stefanati
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Giorgio Stona
Lonigo (Vi)
Matteo Tombini
Bergamo
Eusanio Tudico
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Evaristo Vancini
Villanova di Castenaso (Bo)
Giuliana Vianello
Casier (Tv)
Giancarla Vicentini
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Sergio Zenucchi
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6
ITALIA
__Domenica 2 ottobre 2016__
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::: ADDIO A UN GRANDE
L’inciucio tra politica e impresa
«I sindaci dei comuni rossi
neanche mi ricevevano»
Nel libro-denuncia «Falce e Carrello» i privilegi che la sinistra
riserva al sistema delle Coop: dalle tasse ridotte alle leggi ad hoc
::: NINO SUNSERI
■■■ Bernardo Caprotti considerava le Coop come fossero il diavolo
da combattere in nome dell’acqua
santa rappresentata dalla libera iniziativa. Nel 2007 aveva dato alle
stampe “Falce e Carrello”. Editore
Marsilio, prefazione di Geminello
Alvi, economista, ex assistente di
Paolo Baffi in Banca d’Italia. Il libro
venne distribuito gratuitamente
nei supermercati Esselunga e fu subito scandalo. Metteva sotto accusa il sistema delle Coop e il suo legame con il vecchio partitone rosso:
«Prima Pci e Pds, poi Ds, ora Pd:
una sola è la chiesa, e una sola la
cassa» era l’anatema di Caprotti. E
nel dire queste cose non gli faceva
velo la profonda amicizia con Pier
Luigi Bersani.
La pubblicazione era anche stato l’inizio di un calvario giudiziario
culminato in una condanna per diffamazione e il sequestro del libro
su richiesta della Coop Italia. Sentenza ribaltata in appello tanto che
il volume è di nuovo in distribuzione dal 2011 accompagnato da una
decisione dell’antitrust senza precedenti: una sanzione di 4,6 milioni a carico della Coop Estense e
l’obbligo di presentare, a sue spese, un piano di riqualificazione dell’area in cui poi è stato aperto un
supermercato Esselunga.
Non c’era andato certo leggero
Caprottinel mettere in luce iprivilegidelle Coop:da quellifiscali (pagano il 17% di tasse contro il 40% delle altre aziende) a quelli legislativi.
A cominciare dal fatto che i soci-dipendenti non hanno diritto alla
protezione dello Statuto dei Lavoratori. Un jobs act a uso e consumo
solo delle Coop rosse mentre sulle
piazze la Cgil resiste ancora sulla
trincea dell’articolo 18. Per le aziende dei capitalisti, però. Non per gli
amici.
È proprio sull’incesto fra le Coop
e le amministrazioni rosse che Caprotti si scatena. Emerge un quadro di favoritismi, privilegi, amicizie siamesi che hanno un solo scopo: favorire i compagni di partito e
i loro sodali impedendo l’ingresso
di soggetti non controllabili, come
la Esselunga di Benardo Caprotti
che si è sempre fatto un un vanto di
non aver mai pagato una tangente.
“Falce e Carrello” ne ha per tutti.
C’è Giovanna Melandri, ministro
dei Beni Culturali che nel 1999 appone il vincolo al cantiere aperto
dall'Esselunga in via Costa a Bologna. Scavando sono venuti fuori resti etruschi. Dopo otto mesi diinutilitrattative, lo stremato Caprotti getta la spugna. Passano appena 60
giorni e l’area viene rilevata dalla
Coop Adriatica. Passano altri 15
giorni e accade un miracolo: la sopraintendenza dell’Emilia Romagna comunica parere favorevole al
trasferimento dei resti in altra area.
È il via libera ai lavori per il supermercato delle Coop. «In una gelida
mattina di gennaio, sono andato di
persona alla ricerca dei miei prezio-
“
PAROLA
DI CAPROTTI
I PARTITI
■ Prima Pci e Pds, poi
Ds, ora Pd: una sola
è la chiesa e una sola
la cassa.
LE COOP
■ Il capo del Pci si era
opposto al sistema delle
cooperative rosse.
Pur essendo un
modello particolare,
era pur sempre
un’impresa, dunque
contraria ai purissimi
suoi principi comunisti
sissimi reperti etruschi» raccontò
Caprotti. «Li ho trovati abbandonati in periferia, vicino al cimitero della Certosa coperti da una plastica
nera».
Sono infinite le astuzie che per
un trentennio almeno il sistema
delle Coop, con la complicità delle
amministrazioni rosse, ha messo
in campo per impedire l’espansione di Esselunga. Bruno Cordazzo,
presidente della Coop Liguria non
si faceva scrupolo di rivendicare la
legittimità del privilegio: «Quando
si va in casa di altri, si deve chiedere permesso». C’era l’obbligo di
bussare col cappello in mano. «Ma
la porta non te la aprono» osservava Caprotti. A pagare il conto sono i
consumatori. Secondo l’analisi di
della società di ricerche di mercato
Panel international nei supermercati Coop della Liguria la spesa costa il 14,9% rispetto all’Esselunga di
Milano e ben il 20,2% in confronto
ai negozi toscani di Caprotti.
E non finiva qui. C’era Mario
Zucchelli, presidente della Coop
Estense allargatosi fino alla Puglia,
che attraverso una società di comodo strappa un lotto di 192 mila metri quadratia una gentildonna milanese sopravvissuta allo sterminio
nazista. Aveva ricevuto il terreno in
dono nel 1942, dodicenne, prima
d’essere deportata ad Auschwitz
col padre e i nonni. Per quest’area,
alla periferia di Modena, scelta per
la costruzione del centro commerciale Grand’Emilia, la Coop Estense paga alla signora ebrea appena
1,1 miliardi di lire quando per un
appezzamento adiacente, due volte e mezzo meno esteso, è costretta
a versare all’amministrazione comunale,seppure “amica”, la bellezza di 10 miliardi. L’809 per cento in
più.
Falce e Carrello racconta perfidamente di Turiddo Campaini, ex
funzionario delPci, per quarant’anni presidente della Unicoop Firenze (era stato nominato quando al
Cremlino sedeva ancora Leonid
Breznev ed era ancora al suo posto
dopo il crollo dell’Unione Sovietica
e il passaggio di Gorbaciov). In tre
anni riesce a fare ciò che l’Esselunga non era riuscita a fare in nove:
aprire un supermercato dove prima sorgeva lo stabilimento Superpila.
Nella premessa Caprotti aveva
aggiunto una chicca di rara cattiveria. Aveva ricordato che Togliatti
era stato all’inizio contrario alla nascita del sistema delle Coop. «Il capo del Pci, al suo ritorno dalla Russia nel 1944, si era opposto al sistema delle cooperative rosse. Pur essendo un modello di impresa particolare, era pur sempre un’impresa, dunque contraria ai purissimi
suoi principi comunisti». Poi anche il Migliore aveva capito il giro
del fumo.
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La difficile successione
Nella Dynasty degli eredi
il destino di 22mila persone
■■■ Si svolgeranno domani i funerali del fondatore di Esselunga, Bernardo Caprotti, morto nella serata di
venerdì alla clinica Capitanio di Milano. Avrebbe compiuto 91 anni la
prossima settimana. A quanto si apprende non è stata ancora definita la
chiesa dove verranno celebrate le
esequie che per espressa volontà del
defunto saranno in forma strettamente privata. Sul sito del gruppo è
stato pubblicato il necrologio: «Commossi e costernati dobbiamo comunicare che il nostro socio fondatore
dottor Bernardo Caprotti ci ha lasciato». L’annuncio, ripetuto sulla pagina di Facebook ha ottenuto più di 18
mila “like” che,in questo caso rappresentano altrettanti omaggi alla figura
dell’imprenditore scomparso. Un affetto che i collaboratori di Caprotti
avevano dimostrato l’anno scorso
quando in occasione dei suoi 90 anni, il 7 ottobre 2015, avevano acquistato una pagina del Corriere della Sera e del Financial Times per fargli gli
auguri. Il nome non era direttamente menzionato, ma sotto la frase: «Never, never, never give up» i dipendenti facevano riferimento a «un’azienda straordinaria» e «all’omaggio al loro Dottore». In tutti i 150 punti vendita della catena ieri sono state affisse
locandine che annunciano la chiusura per domani in segno di lutto.
Ed è proprio al futuro 22 mila dipendenti del gruppo che Caprotti
aveva dedicato le sue attenzioni. A
convincerlo a cedere la sua creatura
era stato prima di tutto questo: ildesiderio di trovare una proprietà in grado di assicurare la stabilità dell’azienda.
La successione dinastica, infatti,
non faceva più parte dei suoi pro-
grammi da quando nel 2004 il figlio
Giuseppe aveva lasciato la carica di
amministratore delegato. Bernardo
era tornato al timone accompagnando il rientro parole taglienti nei confronti della squadra che aveva preso
il comando. «I dirigenti furono accompagnati a casa dagli autisti con le
limousine nere» commentò Bernanrdo. «Tutti licenziati» protestò Giuseppe. «Si sono dimessi» rispose il padre. Resta il fatto che da quel momomento i rapporti in famiglia si guastarono fino a sfociare nelle aule di tribunale.
La mancata vendita di Esselunga
rende la successione complicata. Si
erano fatti avanti gli americani di
Blackstone (e non Blackrock come
erroneamente titolato ieri) e gli inglesidiCvc. Citigroup aveva avuto l’incarico di vagliare le offerte. Caprotti si
era riservato l’ultima parole. Non ha
fatto in tempo a esprimersi.
Ora si è fermato tutto e bisognerà
aspettare l’apertura ufficiale della
successione per capire il futuro dell’azienda. C’è il rischio che le rivalità in
famiglia esplodano violentemente.
Da una parte i figli di primo letto, Giuseppe e Violetta. Sull’altro fronte Giuliana Albera, la seconda moglie e la
figlia Marina. Nel 1996 Caprotti aveva deciso la ripartizione delle quote
di Esselunga: 36% a Giuseppe e 32%
per cento a ciascuna delle due figlie
femmine. Niente alla seconda moglie.
Sono passati vent’anni e le cose potrebbero essere cambiate. I 22 mila
dipendenti trattengono il fiato. A fare
le spese delle liti fra i soci sono sempre le aziende.
N.SUN.
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7
ITALIA
__Domenica 2 ottobre 2016__
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::: ADDIO A UN GRANDE
Una lunga vita di successi
Il genio di Caprotti: figli fuori dall’azienda
Non basta un master o saper parlare l’inglese: la stoffa da grande imprenditore non si eredita
::: segue dalla prima
VITTORIO FELTRI
HA CAMBIATO
IL COMMERCIO
Sopra, Bernardo
Caprotti [LaP]. A
sinistra il suo
primo negozio
[Ansa]
(...) la mentalità secondo la quale i
padroni sono pescecani intenti
ad arricchirsi sulla pelle dei lavoratori e a frodare il fisco. Ecco perché i contrasti sociali non si placano mai. Qualche politico e sindacalista d’antan continua a pensare che sia la politica a dover incrementare l’occupazione, ignorando che solo gli imprenditori pieni
di iniziativa, quali Caprotti, sono
in grado se non frenati dalla burocrazia ottusa, che in Italia è una
dittatura, di moltiplicare i posti di
lavoro.
Dai governi si pretende solamente che non intralcino coloro
che intraprendono e che la smettano di incentivare l’odio nei confronti del capitalismo, senza il quale vince la miseria. Se questo concetto non entra nella testa della
maggioranza ogni sforzo per battere la crisi e tornare a produrre
con profitto sarà vano.
Il dottor Bernardo aveva sposato questa filosofia: rispettare i dipendenti e trasformarli da meri
prestatori d’opera in collaboratori. È stato un formidabile organizzatore, incline a sacrificarsi per l’azienda che considerava sacra come un tempio, più importante della propria persona.
Ai collaboratori chiedeva diligenza. Comportandosi così ha ottenuto la stima di chiunque faces-
se parte della sua nutrita squadra:
22 mila soggetti, dalla base al vertice. Ciò che più sorprende di Caprotti è l’antifamilismo. Una carat-
teristica poco italiana, visto che da
noi le aziende di norma passano
dal padre ai figli, automaticamente, quasi che gli eredi dei beni ma-
E IL SINDACO DI MILANO LO SNOBBA
I suoi negozi chiusi per lutto
Domani mattina tutti i negozi Esselunga rimarranno chiusi in segno di lutto per la scomparsa del patron Bernardo Caprotti, morto
venerdì alla soglia dei 91 anni. Molti i messaggi di cordoglio ma,
come denuncia Dagospia.it, i milanesi si sarebbero aspettati una
dichiarazione anche dal loro sindaco, Beppe Sala, ma le uniche
parole sono state: «Ambrogino d’Oro alla memoria a Caprotti? Il
consiglio comunale ci ragionerà su». [Fotogramma]
terialidei genitorifossero eredi naturali anche del loro talento imprenditoriale. Una sciocchezza
che ha causato disastri e fallimenti.
Tanti capitani storici di industria si sono portati in aziende floride la prole nella convinzione
che fosse alla loro altezza. Raramente le cose sono andate bene.
Il più delle volte i rampolli si sono
rivelati semplicemente dei polli e
hanno dovuto consegnare i libri
in tribunale. Vicende del genere
sono innumerevoli.
Perfino Caprotti ebbe a cedere
alla tentazione di introdurre nell’organico di Esselunga i propri discendenti, ma da capo illuminato
e lucido se ne pentì e li mise alla
porta. Non perché li amasse poco, bensì perché non confuse gli
affetti familiari con le esigenze imprescindibili del tempio-azienda.
I supermercatisono diversi dai salotti domestici. Aveva ragione.
Tant’è che i giudici hanno sentenziato a suo favore.
La sua è stata una lezione istruttiva per tutti coloro che, possedendo una impresa, si illudono che i
figli possano essere dei continuatori eccellenti.Non basta aver conseguito un master alla Bocconi e
sapere l’inglese per acquisire
l’abilità del padre nel mondo degli affari. Serve altro. Bernardo si
nasce, non si diventa con un atto
notarile di successione.
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8
ITALIA
__Domenica 2 ottobre 2016__
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::: VERSO IL VOTO
Le mosse di Miccichè
L’Udc molla Crocetta
In Sicilia il centrodestra
può tornare unito
::: segue dalla prima
ELISA CALESSI
(...) pronostico, si è messo in testa
di sfidare davanti alle telecamere
niente meno che Silvio Berlusconi.
Se è vero che il premier ha deciso,
in vista del referendum costituzionale, di lanciare l’opa sul voto moderato, cosa meglio che duellare
con il leader dei moderati, reduce
daifesteggiamenti delsuo ottantesimo compleanno? Il guanto di sfida,
ha deciso facendo il punto coi suoi
collaboratori, verrà lanciato dopo
un’altra mossa: entro ottobre vuole
presentare una proposta di modifica della legge elettorale. Se non c’è
tempo per un’iniziativa parlamentare, essendoci la legge di stabilità,
si può presentare un documento in
una direzione nazionale del Pd,
convocata a metà ottobre. Per
sgombrare definitivamente il campo dall’argomento del«combinato
disposto».
Quello, cioè, per cui
l’incrocio tra Italicum
e riforma costituzionaleporterebbe a un «deriva autoritaria». L’Italicum, ha detto ieri, «è
la legge migliore che
c’è, ma siamo pronti a
discutere». Nella proposta fatta dal premier è molto probabile ci sia quel premio di
coalizione che sarebbe vitale per il centrodestra. Guarda a caso proprio ieri è
stato rilanciato da Dario Franceschini, il Richelieu di Renzi, su Repubblica.A quelpunto,è la riflessione che ha fatto ieri coi suoi collaboratori, sarà interessante vedere cosa fa Berlusconi.
Se, nonostante questa mossa, il
leader azzurro deciderà di scendere in campo personalmente a favore del “no” al referendum, Renzi è
pronto a sfidarlo in un duello televisivo. “Matteo” contro “Silvio”. Intanto per scrollarsi di dosso l’eterna
accusa di essere «l’erede di Silvio».
Ma soprattutto per pescare tra gli
elettori di Berlusconi o per dimostrare che, in fondo, il leader azzurro non è poi così contrario alla riforma. Il premier, infatti, resta convinto che bisogna puntare al voto moderato, gran parte del quale è ancora in quel 30% di indecisi. A loro si è
rivolto anche ieri, spiegando che
«la riforma costituzionale non mette in discussione la democrazia ma
la burocrazia».
Cosa di meglio, allora, che confrontarsi direttamente con quello
che è ancora percepito come il leader dei moderati. Se poi non dovesse accettare, come probabile, potrà
::: TOMMASO MONTESANO
ministro Boschi, ma anche Pier Carlo Padoan, Graziano Delrio (ieri ha
parlato alla scuola di formazione
del PD), il ministro Giuliano Poletti
(oggi sarà intervistato da Maria Latella su Skytg24), Carlo Calenda (oggi sul Corriere della Sera). E non solo ministridelPd. Verranno mandati in tv, a sostentere le ragioni del sì,
anche Angelino Alfano e Gianluca
Galletti, testato nei giorni scorsi. Ed
è mobilitata la vecchia guardia, da
Luciano Violante (ieri a Classedem) a Pierferdinando Casini.
C’è,infine, un’altra mossa in cantiere, che può apparire fuori tema
ma non lo è. Il Pd organizzerà per il
29 ottobre a piazza del Popolo, nel
centro di Roma, una grande manifestazione sull’Europa, che ieri è tornato ad attaccare definendo «egoista». Il tema sarà l’immigrazione,
sulla falsariga del documento portato da Renzi agli ultimi vertici Ue. Gli
obiettivi sono due: ricompattare il
partito, che almeno sull’Europa la
pensa allo stesso modo, cavalcare
la protesta anti-Ue e unirla a quella
anti-casta, cercando in questo modo di pescare tra i moderati, i grillini e persino i leghisti.
■■■ La Sicilia è vicina a un nuovo ribaltone. Dalla giunta di Rosario Crocetta - centrosinistra - al centrodestra. Questo, almeno, è quello che lascia presagire quanto sta
avvenendo nell’Udc, che oggi sostiene la
Giunta del governatore. Tra un anno, però, quando si voterà per il rinnovo dell’Assemblea regionale, il partito di Lorenzo Cesa potrebbe tornare nel centrodestra, dove
da tempo Gianfranco Miccichè, commissario di Forza Italia nell’isola, è al lavoro
per l’allargamento della coalizione.
Tutto nasce dalla decisione di Cesa, che
anche a livello nazionale si è riavvicinato ai
vecchi compagni di viaggio schierandosi
per il No al referendum costituzionale, di
sconfessare la linea filo-Crocetta fin qui seguita da Gianpiero D’Alia, l’uomo forte dello Scudocrociato in Sicilia. «Bisogna aprire
una riflessione seria nel governo Crocetta,
che non sta governando bene», ha detto
Cesa. «Dobbiamo dare una svolta, non
possiamo più stare a guardare», ha aggiunto il segretario centrista, che poi ha ammesso che il suo partito sta valutando «ditogliere gli assessori in quota Udc (due, Giovanni Pistorio e Gianluca Miccichè, ndr) dalla
giunta Crocetta». Parole cui Cesa ha fatto
seguire la rimozione del segretario regionale, Adriano Frinchi, sostituito con il commissario Antonio De Poli.
Mosse che preludono alla costruzione
di una nuova alleanza di centrodestra nella Regione non solo finalizzata alle Regionali del prossimo anno, ma anche al voto
per l’elezione del sindaco di Palermo, che
ci sarà nella primavera del 2017. Miccichè,
da Forza Italia, ha subito colto la palla al
balzo. «Bene Lorenzo Cesa. La sua analisi
sul governo Crocetta è lucida e puntuale.
Pronti a incontrarci per un’alleanza vincente». Il faccia a faccia potrebbe avvenire
nella prossima settimana. «Tutti uniti, abbiamo la possibilità di vincere, di battere il
M5s». L’avversario sulla strada del successo, infatti, più del centrosinistra sarebbero
i grillini, che non a caso hanno celebrato la
nuova edizione di «Italia 5 Stelle» a Palermo proprio per tirare la volata ai candidati
locali in vista del doppio voto siciliano, per
il quale il M5s è dato in vantaggio.
«In Sicilia la sinistra non esiste», dice
Miccichè, che punta a un centrodestra che
comprenda, oltre alle formazioni classiche come FI, Fratelli d’Italia e Noi con Salvini, anche «Diventerà bellissima», la formazione di Nello Musumeci, Pid-«Cantiere popolare» di Saverio Romano e, appunto, Udc. Un’alleanza con la quale dare l’assalto sia al Comune di Palermo, sia alla Regione.Ben sapendo che conquistare la Sicilia, come ricorda Miccichè, significa mettere un mattone anche per le Politiche.
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Maria Elena Boschi, 35 anni, ministro per le Riforme costituzionali e i Rapporti col Parlamento dal 2014
Caccia al consenso dei moderati: mobilitati tutti i ministri
Renzi lancia la sfida al Cav:
duello in tv sulle riforme
Il premier vuole il faccia a faccia col leader di Fi. Ma gli va bene anche
un rifiuto: sarebbe interpretato come un segnale di non belligeranza
leggere questo rifiuto come un segnale di non belligeranza. Insomma, una mossa win-win, come dicono gli analisti.
Il fatto è che il tempo è poco e la
partita è apertissima: la media dei
sondaggi, spiegano a Palazzo Chigi, vede un terzo per il sì, un terzo
per il no, un terzo di indecisi. Per
altri, il no è perfino leggermente sopra. Renzi non pensa sia possibile
recuperare molto tra chi è già orientato verso il no. È convinto, però,
che si possa guadagnare molto in
quel terzo di indecisi o tra chi pensa di non andare a votare. Per farlo,
è la sua analisi, bisogna portare la
discussione nel merito della riforma, con spot, video, confronti. Per
questo ha chiesto a tutti i ministri
una mobilitazione eccezionale.
«Tutti fuori, nessuno deve sottrarsi». Nemmeno Giorgio Napolitano,
a cui già sarebbe stata chiesta la disponibilità per un confronto. Tutto
il governo è arruolato. Non solo il
COMUNICAZIONE E IMMAGINE
Toti si affida all’uomo di Sala
Il vero Nazareno-bis lo hanno fatto il sindaco di Milano Beppe
Sala e il governatore della Liguria Giovanni Toti. Quest’ultimo,
infatti, ha scelto per rilanciare l’immagine istituzionale della regione la Mapo, la società di comunicazione che fa capo a Marco
Pogliani, che nel recente passato ha curato la campagna elettorale di Sala e che attualmente ha un incarico di consulenza proprio
sulla comunicazione del sindaco. Il bando, che usa fondi europei, porterà nelle casse della Mapo 200 mila euro in tre anni. La
società è stata scelta per l’esperienza maturata durante l’Expo
2015, ma c’è già chi fa notare che Toti, per curarsi l’immagine, ha
scelto proprio l’uomo che a Milano ha fatto perdere Stefano Parisi, di cui il governatore è acerrimo rivale interno. Un caso?
Beppe blinda Mazzillo: un ex Pd? Anch’io avevo la tessera...
Virginia Raggi, 38 anni,
è dal 22 giugno il sindaco di
Roma. Dopo diverse
difficoltà ha appena
completato la sua giunta
Muraro in bilico. I grillini: non le faremo sconti
::: ROMA
■■■ «Anche io ho avuto una
tessera del Pd. L’ho presa ad
Arzachena». Beppe Grillo prova ancora a fare da scudo a Virginia Raggi. Stavolta per la nomina di Andrea Mazzillo al Bilancio, indigesta a parte del
M5s per i trascorsi dem del
commercialista. «Non sarà mica un reato», aggiunge Grillo,
ieri a Mirandola (Modena) per
presenziare, insieme al direttorio, all’inaugurazione della
nuova palestra costruita anche
grazie al contributo del M5s.
A Roma i grillini, che domani potrebbero subire l’addio di
Federico Pizzarotti, sindaco di
Parma, al M5s, vogliono girare
pagina. «Abbiamo riempito
tutte le caselle»,taglia corto Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera. Raggi, però, resta
sulla graticola. Sullo sfondo c’è
sempre il caso di Paola Muraro, l’assessore all’Ambiente
iscritto nel registro degli indagati della procura di Roma per
abuso d’ufficio e violazione delle norme sulla gestione dei rifiuti. Muraro sarebbe indagata
perabuso d’ufficio pure in concorso con Giovanni Fiscon,
l’ex direttore generale di Ama,
la municipalizzata che gestisce i rifiuti, a sua volta imputato in Mafia Capitale. Tra i due
c’era una relazione sentimentale. Per l’assessore si avvicina
ilmomento della verità: il 12 ottobre sarà ascoltata dai magistrati di piazzale Clodio. Da indagata. Finora il M5s ha fatto
muro. «Aspettiamo di capire
quali siano i capi di imputazione»,ha detto Di Maio.Salvo aggiungere, però, che «da noi
non funziona che aspettiamo
il terzo grado di giudizio».
«Aspettiamo di leggere le carte
poi non faremo sconti a nessuno», concorda Raggi.
I giorni di Muraro potrebbero essere contati.Finora l’assessore è stato salvato dal fatto di
non aver ricevuto l’informazione di garanzia. Cosa che potrebbe verificarsi, però, in vista
dell’interrogatorio, evento che
obbliga il pm a notificare l’atto
all’indagato. Muraro si è sfogata, denunciando il tentativo di
«infangare» la sua «vita privata» attraverso la «gogna mediatica»: «Ho toccato un sistema
di potere che sta reagendo
frontalmente contro di me e
queste sono le conseguenze».
T.M.
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ITALIA
__Domenica 2 ottobre 2016__
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::: VERSO IL VOTO
Compagni contro
Ormai il referendum è un congresso del Pci
Napolitano critica il Parlamento, dove vive dal 1953: è ridotto a uno straccio. Sul fronte opposto Rodotà, Reichlin e D’Alema
::: FAUSTO CARIOTI
■■■ Avrebbe dovuto essere
un referendum sulla Costituzione, forse il primo sguardo
sulla terza repubblica, ma a
due mesi dal voto è già chiaro
che si tratta del ventunesimo
congresso del Partito comunista italiano. Si conoscono da
sempre, si odiano da quasi un
secolo e hanno deciso che questa sarà l’ennesima e forse ultima occasione per scannarsi.
Degli altri intanto si sono perse
le tracce. Forzisti, leghisti, dc
vecchi e nuovi, socialisti, camicie nere e grigie, grillini abbandonatisenza collare sulRaccordo anulare: tutti intimoriti dalla rimpatriata degli ex compagni di classe delle Frattocchie.
Persino Matteo Renzi ha capito che in certi giorni è meglio
fare un passo di lato e lasciare
la scena alle pancere rosse.
Così, chi vorrebbe capire
quale assetto istituzionale sia
migliore per l’Italia del terzo
millennio si trova infilato nella
macchina del tempo e sbattuto
indietro di settant’anni: la Resistenza, i Comitati di liberazione nazionale, la svolta di Salerno. Prose leggere come i cingolati sulle strade di Budapest, tipo quella del compagno Alfredo Reichlin, ieri sull’Unità, che
lui stesso diresse appena 58 anni fa: «Io ho preso le armi per
dare all’Italia un Parlamento.
Io ricordo i tantiche allora volevano un regime politico più
“avanzato” nel senso di dare
poteri più diretti al popolo (i
Cln).E ricordo la risposta diTogliatti: no, il PCI vuole una repubblica parlamentare». Illuminate dall’esempio democratico del Migliore, le giovani leve
del partito liquido post-laburista sanno finalmente chi votare: Renzi ringrazia.
È il fronte del No quello che
più assomiglia alla Baggina del
post-comunismo: Reichlin arriva dove già deambulano da
mesi Stefano Rodotà, Giovanni Russo Spena, Cesare Salvi,
Alfiero Grandi e Massimo D’Alema.Assieme a Sergio Cofferati, Nichi Vendola, Pancho Pardi, Antonio Ingroia e allo stato
maggiore diCgile Fiom rappresentano una forza d’urto in grado di dissuadere qualunque
PER DIFENDERE IL PROGETTO IL MINISTRO DELRIO INSULTA BERLUSCONI
MARTELLAGO (VE)
«Il Ponte di Silvio era una str...ata, il nostro no»
«Il ponte sullo Stretto? Il nostro non è una stronzata come quello di Berlusconi». Il ministro delle Infrastrutture
Graziano Delrio (foto Olycom) difende il progetto annunciato da Renzi e, per farlo, non trova di meglio che insultare il Cavaliere. «Il Ponte come presentato da Berlusco-
“
■ Sono stati
commessi degli
errori, ma ora sono
stati corretti.
Renzi ha capito.
C’è chi vota “No”
per difendere
il Parlamento.
Ma chiedo, sai
come è ridotto ora
il Parlamento?
Questa riforma
lo riabilita.
GIORGIO NAPOLITANO
■■■ I 50 milioni di rosso sono esplo-
si come una bomba sul Sole24Ore. A
poche ore dal concitato consiglio di
amministrazione che ha certificato il
buco nei conti del gruppo e dal successivo ricovero d’urgenza dell’ad
Gabriele Del Torchio (che nella tarda serata di venerdì ha subito un intervento al cuore) il presidente Giorgio Squinzi e cinque consiglieri hanno presentato le proprie dimissioni.
Sitratta di Carlo Pesenti, ad di Italmobiliare, Claudia Parzani, avvocato internazionale, Livia Pomodoro, ex
presidente del tribunale di Milano e
Mauro Chiassarini, ad di Bayer Italia, e Maria Carmela Colaiacovo.
Ora il cda è in prorogatio in attesa
che l’assemblea dei soci proceda alle
elettore di centrodestra dal votare come loro.
Se il No ha qualche speranza di farcela lo deve agli sforzi
che il migliorista Giorgio Napolitano compie ogni giorno per
convincere gli italiani a schierarsi per il Sì. Remake di un filmino che in famiglia si guarda
sempre volentieri, quello con
lui e Rodotà intenti a darsi le
mazzate. Il senatore a vita ha
ni, è un’enorme stronzata», ha spiegato per ribadire che
il loro progetto è un’altra cosa. «Perché lui diceva che era
il cemento a creare lavoro. Invece è il talento e per noi il
Ponte è un pezzo di un progetto, di un corridoio ferroviario». Dura Forza Italia: «Insulti miserevoli».
ancora il piglio di chi passa le
ore al telefono con Barack Obama e Angela Merkele poi,attaccata la cornetta, pretende di
dettare la linea a tutti. Anche ieri ha accusato Renzi di avere
commesso «errori» all’inizio
della campagna referendaria,
chiamando gli italiani a un plebiscito sul governo.
A creare il caos, però, è stata
un’altra delle sue uscite: l’uo-
LA BINDI RILANCIA
«Ogni legge passi dall’antimafia»
«Penso che la commissione Antimafia dovrebbe fornire
una valutazione sull’impatto antimafia di tutte le proposte di legge». È la proposta della presidente della commissione Rosy Bindi, che in un messaggio all’associazione Addiopizzo spiega: «In molti settori come appalti, sanità, gioco d’azzardo, gestione dei rifiuti le infiltrazioni mafiose
sono avvenute nel rispetto formale delle regole».
mo che regalò Mario Monti
agliitaliani ha detto che ilParlamento nel quale vive dal 1953,
che per due volte l’ha eletto presidente della Repubblica e che
lui stesso dal Quirinale ha contribuito a rendere così, «è ridotto a uno straccio». Per fortuna
il rimedio è a portata di mano:
la riforma di Maria Elena Boschi, ha assicurato, «riabilita il
ruolo» delle Camere.
Per mantenere tanto a lungo
Napolitano in un posto di cui
parla così male gli italiani hanno speso 16 milioni: a saperlo
prima si risparmiavano sofferenze (sue) e soldi (di tutti).
Renzi comunque fa buon viso
a cattivo gioco: «Se Napolitano
mi fa delle critiche sono felice
di farne tesoro». Nella partita
del cuore tra vecchie glorie del
Pci un capitano serve anche a
lui.
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Severino in corsa come rettore della Luiss
«Sole 24 Ore» in rosso. Cda spaccato: Squinzi lascia
nuove nomine. A provocare la spaccatura, secondo quanto riferito da alcuni dei consiglieri usciti, ci sarebbe
stato un tentativo del presidente di
Confindustria Vincenzo Boccia, azionista del Sole, di azzerare il cda attraverso «l’irrituale richiesta sulla preventiva disponibilità a rimettere in futuro il mandato». Diversa la versione
della società editoriale, secondo cui
Confindustria avrebbe semplicemente «preso atto» di tale disponibilità espressa in una lettera di Squinzi
all’azionista, qualora «ciò fosse funzionale ad agevolare la realizzazione Paola Severino, 67 anni [LaPresse]
dell’operazione di rafforzamento patrimoniale».
Aldi là dello scontro, resta sul tavolo la questione dei conti. Il gruppo ha
chiuso il primo semestre con una
perdita netta di 49,8 milioni. I ricavi
sono stati di 151,8 milioni, il margine
operativo lordo negativo di 19,7 milioni e il risultato operativo negativo
per 36,1 milioni. In questo quadro il
cda di venerdì ha «ottenuto la disponibilità da parte dell’azionista di maggioranza a valutare positivamente
un aumento di capitale».
Boccia ieri ha poi assicurato che il
«Su internet
foto pedofile»
Il Pd lo sospende
Sapevamo che Facebook
può rovinare rapporti sentimentali. Non che compromettesse carriere politiche. Invece è quello che
è accaduto al segretario
del Pd di Martellago, in
provincia di Venezia. Daniele Miele, 34 anni, fisioterapista, già candidato al
consiglio comunale, dopo
un impegno nella Cgil
(era nel direttivo provinciale), è stato sospeso dall’incarico e dal partito perché, insieme ad altri tre,
amministrava una pagina
Facebook dal titolo inequivoco: “Acazzoduro”.
Non solo. Secondo la blogger Selvaggia Lucarelli,
che ne ha scritto proprio
sul social network, quella
pagina ha diffuso le immagini pedopornografiche
della Bibbia 3.0, un file di
foto e video che da giorni
intasa gruppi whatsapp e
siti internet.
E così, dopo giorni di polemiche, alla fine Gigliola
Scattolin, segretaria del
Pd metropolitano, ha deciso di sospenderlo. La
scintilla è un post scritto
da Lucarelli: «Acazzoduro a suo tempo è stata (ed
è) tra le pagine sospettate
di aver diffuso i contenuti
pedopornografici della
Bibbia. Mi domando come si concili la sua attività
di segretario del Pd di
Martellago con l’amministrazione di una pagina simile e coi contenuti del
gruppo chiuso che per
esempio incitano a stuprare ragazzine di 13 anni».
Secondo l’avvocato di Miele, l’ex segretario del Pd
«non ha mai diffuso nulla
di quello che dice la Lucarelli». Resta il fatto che è
tra gli amministratori della pagina Facebook.
Sole «è e sarà un asset fondamentale
di Confindustria» e che l’azionista
«sorveglierà da vicino il buon andamento del progetto di risanamento»
intervenendo anche «laddove gli altri soci non dovessero supportare la
società per la percentuale di competenza».Qualcuno ipotizza che per rastrellare le risorse necessarie i vertici
di Viale dell’Astronomia busseranno
alla Luiss, gioiello del gruppo. Anche
lì, però, forse non a caso, sono in atto
grandi manovre. Il rettore Massimo
Egidi, che scadeva nel 2018, si è dimesso. E la caccia al sostituto è già
partita. In pole position ci sarebbe
l’ex ministro Paola Severino.
S.IAC.
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ITALIA
__Domenica 2 ottobre 2016__
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::: LE INTERVISTE DI «LIBERO»
Razzi e il futuro del centrodestra
::: SALVATORE DAMA
■■■ Non è facile fare arrab-
biare il senatore Antonio Razzi, uomo di pace, promotore
del dialogo tra l’Occidente e la
Corea del Nord. D’altronde, il
motto che l’ha reso famoso
(«Te lo dico da amico, fatte li
cazzi tua!») è un inno alla non
belligeranza. Razzi va e viene
dalla Corea così, come se
prendesse il diretto per Ladispoli.Facile e frequente.Eppure anche lui ha subìto l’onta di
un embargo.Qualche settimana fa alla convention di Stefano Parisi.
«Il suo è stato uno sbaglio di
stile».
In che senso?
«Un papà di una famiglia
non dovrebbe trattare così un
figlio».
Lei è il figlio di Parisi?
«Io sono un senatore della
Repubblica e posso andare
dove mi pare. Mi fanno entrare anche quelli del Pd. È stata
gelosia. O nervosismo».
Il manager l’ha accusata
di essere un esibizionista.
«Io non devo esibirmi da
nessuna parte».
Si è imbucato.
«Avevo ricevuto l’invito firmato Stefano Parisi. E mi sono detto: vado a sentire. Visto
che ne parlano tutti come un
grande manager. Chili, Fastweb...».
E che idea s’è fatto?
«Non ha ringraziato a dovere Berlusconi, secondo me».
Cosa doveva fare?
«Niente. Perché tanto, senza Berlusconi, non c’è trippa
per gatti. Il giorno che lui dovesse decidere di ritirarsi, Forza Italia è finita, sotterrata la
croce».
Berlusconi non ha eredi?
«Il Signore deve farlo vivere
mille anni».
Intanto ne ha fatti ottanta. E il medico gli ha prescritto di mollare il colpo.
«I voti di Forza Italia sono
solo di Berlusconi. Gli altri
non tirano. Non dico assai,
ma quando appare lui in tv ha
quel carisma… tutta l’Italia ne
parla.Il mondo.Dove vado vado, mi chiedono che fa e e come sta».
Anche in Corea?
«Anche lì. Vogliono sapere
della sua salute».
Ha temuto quando l’hanno operato?
«Certo. Poi lacrime di gioia
quando ho saputo che era andato tutto bene. Uno come lui
non tornerà più, teniamocelo
stretto. Ci vorranno secoli per
un altro Berlusconi».
Lo dica alla Lario: 1,4 milioni di euro al mese per il
mantenimento…
«Questa è una vergogna.
Un’offesa a tutte quelle pensionate che vivono con 500 euro
al mese. Una somma spropositata! Ma stiamo scherzando? Ci sono persone che non
arrivano a fine mese e non riescono neanche ad andare a
mangiare una pizza. Con un
milione e quattro, la Signora si
compra dieci pizzerie».
«La Corea è una vera bomba
Parisimi attacca? È geloso»
«Che caduta di stile il manager che mi accusa di esibizionismo. Teniamoci
stretto Silvio, i voti ce li ha solo lui. L’atomica di Kim Jong Un? Per difendersi»
::: LA SCHEDA
CHI È
Antonio Razzi nasce in provincia di Chieti nel 1948. Nel
1965 lascia l’Abruzzo per emigrare in Svizzera dove inizia a
lavorare in una fabbrica per la
produzione di filati industriali
ABRUZZO IN SVIZZERA
Nel 1977 è tra i fondatori del
Centro Regionale Abruzzese
di Lucerna, Ha ricoperto diverse cariche, fino a diventare Presidente dal 1985 fino al 2008
CON DI PIETRO
Alle politiche del 2006 viene
eletto alla Camera dei deputati nella lista dell'Italia dei Valori nella Circoscrizione Estero Europa
VOTO PRO SILVIO
Nel dicembre 2010 Razzi lascia l'Italia dei Valori e passa a
Noi Sud. Il 14 dicembre vota
contro la sfiducia a Berlusconi. Successivamente aderisce
a Forza Italia
Berlusconi non ha eredi.
Tanti vedono in Renzi le
sembianze del primo Silvio.
«In scioltezza».
Cioè?
«Nel presentarsi sì. Appare
uno sciolto, alla Berlusconi.
Poi però racconta un sacco di
balle. È simpatico, ma dice
troppe bugie».
Ha fatto i conti con il nuovo sistema elettorale? Quante possibilità ha di essere rieletto?
«Di me sarà quello che Berlusconi decide. Io faccio il senatore, ma ci metto il cuore.
Lo faccio con amore».
Amore?
«Quest’estate non ho fatto
vacanze. Sono stato in missione in Corea del Nord e in Mongolia. L’ho fatto per il bene del
mio Paese. Ho anche lasciato
mia moglie da sola, poverina,
a Pescara. E me ne sono dispiaciuto, ma lei ha paura dell’aereo».
Cosa è andato a fare di
nuovo in Corea del Nord?
«A portare un messaggio di
pace. E per rendermi conto di
persona della minaccia nucleare».
E cosa ha scoperto?
«Ho avuto assicurazioni da
Ri Su Yong, che è il vice di Kim
Jong Un. Hanno la bomba,
ma solo per difesa. Mai per at-
“
taccare. Questo mi ha sollevato. Io ero preoccupato per gli
esperimenti e gliel’ho detto».
E loro?
«Hanno tenuto a ricordare
che anche i francesi fecero
esperimenti nucleari.E nessuno disse niente. Riflettendoci
su, mi sono detto: “Uè, vedi
che questi tengono pure ragione”».
Speriamo che Ri Su Yong
non faccia la fine dell’altro
vice, fucilato da Kim Jong
Un…
«Speriamo di no. Però voglio dire che noi italiani lì siamo amatissimi».
Amano anche Salvini?
«Anche lui. Quando andiamo in Corea noi italiani possiamo dire quello che vogliamo, non si offendono. Vogliono il dialogo. A Corciano, vicino a Perugia, c’è una scuola di
calcio per ragazzi nordcoreani.Sono bravi.Napoli e Fiorentina erano interessati a prenderne tre. Ma uno del Pd ha
fatto un’interrogazione alla
Camera per dire che così si finanzia la minaccia nucleare...
Ma come cazz.. si fa! Noi dobbiamo ringraziare Kim Jong
Un!».
Ringraziarlo?
«Ha una simpatia per il calcio italiano. Se va una grande
squadra italiana a giocare a
Pyongyang, dove c’è lo stadio
più grande al mondo,ci saranno sicuramente duecentomila spettatori. Con il leader in
prima fila. Gli piace anche la
musica. Hanno costruito un
auditorium che è tale e quale
al Colosseo».
Che musica ascoltano?
«Sinfonica, lirica, moderna,
italiana. Tutta. Vogliono che
gli occidentali vadano in vacanza lì. Hanno spiagge bellissime».
E il mare com’è?
«Bellissimo. Quasi quasi ci
torno ad agosto. Almeno lì si
sta tranquilli».
In Mongolia cosa è andato a fare?
«Un incontro con il presidente della Camera dei deputati. Su 74 membri, 67 sono i
suoi».
È il sogno di Berlusconi.
«È il sogno di tutti i leader.
Siamo stati trattati da gran signori. Guanti bianchi. Ci hanno portato alla statua col cavallo di Gengis Khan e nel luogo
dove aveva incontrato lo sciamano prima di attaccare la Cina».
Lo sciamano?
«Lo stregone che gli diceva
quando poteva attaccare o
no. E rimasto tutto così da 800
anni.Ci sono i discendenti dello sciamano che ancora dor-
mono nella tenda. Ci sono diverse bandierine dove fanno
scongiuri».
Scongiuri?
«Sono buddisti. Sa, ognuno
ha le sue credenze, non è che
tutti possono essere cattolici.
Magari lo fossero tutti!».
Ha fatto il turista, altro
che lavoro!
«Noo!Sto preparando un incontro bilaterale AbruzzoMongolia per il mese di maggio. Ho invitato una delegazione di deputati mongoli a venire da noi. Il vice sindaco di
Ulan Bator ci ha portati in un
grande teatro dove, solo per la
delegazione italiana, si sono
esibite una violinista e una
cantante lirica che erano la fine del mondo!».
Ci pensa ancora ad andare a Sanremo?
«Non più. Avevo inciso una
canzone per beneficenza. Se
mi prendevano, il gettone andava a un ragazzo che doveva
operarsi per problemi alle
gambe».
“Famme cantà”. Il video
della canzone ha fatto
400mila visualizzazioni su
Youtube. Un successo.
«Eh, manco lo sapevo. Io dico: fai del bene e basta, fai del
male e riflettici!».
Quando va all’estero le
chiedono di cantare?
L’AMICO SALVINI
NIENTE FESTIVAL
RENZI E RAGGI
■ In Corea del Nord
amano pure Salvini.
Lui è un mio amico,
è bravo ma il candidato
premier del centrodestra
sarà il Cavaliere
■ Canto ancora,
ma non voglio più andare
a Sanremo. Ora
sto preparando
un incontro bilaterale
Abruzzo-Mongolia
■ Il premier è simpatico
ma bugiardo. La Raggi, col
no alle Olimpiadi, ha fatto
quello che aveva detto.
Ma non ricevere Malagò
è un atto di presunzione
«Certo.Agli incontri che faccio regalo sempre una copia
della mia canzone».
E cosa dicono?
«E cosa devono dire... Non
ci possono credere che un senatore canti così bene. Però io
non voglio rubare il mestiere
ai cantanti».
Qual è la canzone più richiesta?
«La più amata al mondo è
“O sole mio”, me la chiedono
sempre».
Al Senato lei è uno dei più
presenti. Ha depositato decine di disegni di legge. Ha
chiesto anche la legalizzazione della prostituzione.
Con la sua legge, Berlusconi
si sarebbe evitato almeno
due processi. L’ha fatto per
lui?
«Nooo! È per il bene degli
italiani!».
Cioè?
«I primi esportatori di valuta sono gli italiani che vanno
fuori a fare… quello che devono fare».
Negli Fkk, le case d’appuntamento legali...
«Allora perché non li facciamo anche in Italia? Lo Stato
potrebbe incassare circa quattro miliardi dalle prostitute.
Che pagherebbero le tasse volentieri. E poi non sarebbero
più sfruttate dal magnaccia di
turno».
Il magnaccia?
«Lo sfruttatore. Poi è anche
una legge per le famiglie. Che
possono andare a passeggio
tranquillamente senza vedere
queste ragazze tutte nude. Perché poi i bambini chiedono alla mamma: “Che fanno queste signore?” E tu cosa gli vai a
raccontare? Io lo so perché conosco il problema da vicino,
vivo tra Montesilvano e Pescara, sul lungomare siamo pieni».
Di prostitute?
«Ci sono i tamponamenti.
Magari uno che passa, allunga lo sguardo per guardare
quella lì mezza nuda, si distrae e, badabam, incula la
macchina davanti».
Incula?
«Tampona. Da dietro. E poi
il traffico finché non arrivano i
Vigili. Le liti. Un problema
enorme».
Se alle prossime elezioni
vince Grillo, lei cosa fa?
Scappa in Svizzera?
«Non credo che gli italiani
daranno la maggioranza assoluta a loro. Non l’hanno data a
Berlusconi, che è uno che sa
sedersinella sedia.Perché a loro sì?».
La Raggi ha sbagliato a dire no alle Olimpiadi?
«Ha fatto quello che aveva
promesso in campagna elettorale. Non ricevere il presidente del Coni, però, è stato un atto di presunzione».
Chi sarà il candidato premier del centrodestra?
«Ancora Berlusconi. Ha
una marcia in più».
Salvini?
«Simpatico. Un amico. Ma
Silvio è il centrodestra».
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__Domenica 2 ottobre 2016__
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ESTERI
__Domenica 2 ottobre 2016__
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::: EMERGENZA IMMIGRAZIONE
Sulla rotta del Mediterraneo
::: ANDREA MORIGI
■■■ E ora chi lo dice alle cen-
tinaia di migliaia di migranti
musulmani che, salendo sul
barcone, hanno commesso
un peccato? La condanna è di
quelle autorevoli e proviene
dal ministro egiziano degli Affari religiosi, Mohamed Mokhtar Gomaa.
Ai più, in Europa, il suo nome non dirà nulla, ma prima
diricoprire l’incarico governativo Gomaa era il mufti, cioè
la massima autorità islamica.
Una personalità di tale rilievo,
insomma, che due giorni fa la
tv pubblica egiziana ha deciso di trasmettere il suo sermone del venerdì, nel quale spiegava ai fedeli che l’immigrazione clandestina è contraria
all’islam e l’ingresso illegale
in un Paese è da condannare
sia sotto il profilo giudiziario
che sotto quello religioso.Tanto più che chi la pratica, avverte Gomaa, non fa che assoggettarsi al rischio di finire in
miseria e di patire umiliazioni.
Senza contare che si mette
a repentaglio la stessa vita.
L’ultima tragedia risale al 21
settembre scorso, quando al
largo di Kafr el-Sheikh, al confine del governatorato settentrionale di Buhayra, nella regione nordoccidentale del delta del Nilo, oltre 200 persone
sono annegate nel naufragio
di un’imbarcazione che trasportava fra i 400 e i 600 migranti. Fra le vittime, risulterebbero anche numerosi giovani egiziani di età inferiore ai
vent’anni, secondo i soccorritori.
«Partire da clandestini
è un peccato per l’islam»
Appello delle autorità religiose egiziane ai giovani: «Non andate all’estero,
nemmeno Maometto avrebbe approvato chi va illegalmente in un Paese»
mente, contribuisce a rendere ancora più acuta la crisi di
un Paese in precarie condizioni economiche, in quanto lo
depaupera di forza lavoro, oltre che di professionalità e
competenze. Dunque, più alto è il numero di coloro che
lasciano la propria terra natale,più peggiorano le circostanze e le possibilità di cavarsela
di chi invece vi rimane. Si crea
così un circolo vizioso, per cui
la povertà conduce all’emigra-
::: LA SCHEDA
LE CIFRE
Degli oltre 301.000 migranti sbarcati in Europa nel 2016, il 28% sono
bambini. In Italia, secondo Save the Children, nei primi nove mesi del
2016 sono arrivati via mare più di 20.600 bambini, di cui oltre 18.400
non accompagnati, il doppio rispetto allo stesso periodo del 2015,
provenienti in particolare da Eritrea, Egitto, Gambia, Nigeria, Guinea,
Somalia, e altri Paesi dell’Africa subsahariana e occidentale
I MINORI A RISCHIO
Sono i minorenni i più esposti ai pericoli dell’immigrazione clandestina. Fra il primo gennaio e il 26 settembre 2016, almeno 600 bambini
avrebbero già perso la vita o risulterebbero dispersi nel Mediterraneo,
cento in più rispetto ai 500 dello scorso anno
zione e questa, a sua volta,sottraendo risorse preziose, causa un grado maggiore di povertà.
Perciò anche Gomaa ha invitato la gente alla «pazienza,
alla resistenza e al lavoro»,
cioè a porre fiducia nei piani
messi in atto dal governo egiziano per agevolare le condizioni di vita della popolazione, attraverso dei programmi
specifici. Si dirà che è un predicatore di regime. Tant’è che
LA VISITA DEL PAPA IN GEORGIA
IL DALAI LAMA AVVERTE
L’ingresso di Francesco nella chiesa che non c’è
AIUTARLI A CASA LORO
Ecco perché il 26 settembre
anche il presidente egiziano
Abdul Fatah al Sisi aveva invitato i giovani egiziani a non lasciare il proprio paese e si era
assunto la responsabilità per
ognuno dei morti provocati
dall’immigrazione clandestina. Nel corso della consegna
di alcune unità abitative a
Gheit el Enab, nella periferia
di Alessandria, al Sisi aveva ricordato i morti in mare, mettendo in guardia i giovani dalla ricerca di avventure pericolose: «Perché dovete lasciare
il vostro paese?»
L’emigrazione,
notoria-
::: CARLO NICOLATO
Prima e dopo la celebrazione della messa nello stadio
Mekshi di Tbilisi, ieri Papa Francesco ha attraversato la
Porta santa della Misericordia, fatta costruire dall’amministratore apostolico monsignor Giuseppe Pasotto a
Rustavi, in Georgia. La porta è il simbolo di una nuova
chiesa cattolica che il sindaco della città di Rustavi non
lo scorso 5 agosto un gruppo
di terroristi islamici hanno
tentato diucciderlo sparandogli contro una cinquantina di
colpi d’arma da fuoco. Allah
però lo ha protetto. E Gomaa
non demorde. Anzi, sostiene
che nemmeno Maometto
avrebbe approvato la fuga dal
proprio Paese e infatti, «non
ci fu immigrazione dopo l’annuncio dell’islam», aveva detto lo stesso ministro in occasione delle celebrazioni per il
nuovo anno islamico, in cui si
ricorda il viaggio del profeta
dalla Mecca a Medina.
Casomai è nei Paesi cosiddetti «d’accoglienza» che si fatica non poco a convincere le
autorità, civili e soprattutto religiose, che la formula «aiutiamoli a casa loro» non è il frutto di un’ideologia xenofoba,
ma l’unica strada efficace per
favorire concretamente lo sviluppo del Terzo Mondo.
ha ancora dato il permesso di edificare. Il Pontefice ha
ricordato poi, riferendosi alla teoria del gender, che
«oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio», sebbene «non con le armi, ma con le idee»,
avvertendo che esistono delle «colonizzazioni ideologiche» dalle quali bisogna «difendersi». [Lapresse]
Ci aveva provato perfino il
Dalai Lama, in giugno, a dare
qualche consiglio dibuon senso, suggerendo in un’intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung che dopo un po’ i
profughi dovrebbero tornare
a casa. «Moralmente», aveva
sottolineato il premio Nobel
per la Pace, dovrebbero «restare solo temporaneamente»,per poitornare nelloro Paesi e «aiutarli nella ricostruzione».
Lui stesso è un rifugiato che
le autorità comuniste di Pechino considerano uno dei loro
principali nemici. Fosse per
lui, sarebbe già in Tibet da decenni, ma la persecuzione
glielo impedisce. Quanto agli
altri, che se ne vanno di casa
in cerca di fortuna, la massima autorità spirituale dei buddisti ricordava che «se guardiamo i profughi in faccia, soprattutto le donne e i bambini, proviamo compassione».
Senza dubbio bisogna aiutarli, ma «d’altra parte, nel frattempo sono diventati troppi.
L’Europa e la Germania non
possono diventare arabe. La
Germania è la Germania».
Invece sono troppo pochi a
intraprendere il viaggio a ritroso. E magari solo per andare
ad arruolarsi nell’Isis, salvo
poi tornare per uccidere.
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Gli strani accordi con la Turchia
■■■ Al vertice Onu sui rifugiati del-
Erdogan si tiene i siriani colti e ci manda la feccia
la settimana scorsa si è parlato di
tutto e si sono fatte tante promesse,
ma si è scientemente evitato anche
solo di accennare a Erdogan che sta
utilizzando gli immigrati come merce di scambio per i suoi sporchi giochi di potere.
Giusto qualche ora prima dell’inizio dei lavori a New York le autorità
americane avevano denunciato il
caso di almeno un migliaio di rifugiati siriani la cui domanda di asilo
negli Stati Uniti era stata finalmente
accettata, ma che all’ultimo momento erano stati costretti a rimanere in Turchia: tutti trattenuti contro
la loro volontà in quanto in possesso di una laurea e quindi ritenuti
più utili alla «causa turca». La stessa
denuncia arriva anche dalla Germania dove si parla di decine di casi
solo nelle ultime settimane. Molti
erano già in possesso del biglietto
aereo ma all’ultimo momento è stato negato loro l'espatrio.
Un portavoce del ministero degli
Interni tedesco dice che «Ankara si
è rifiutata di indicare i motivi» ma
secondo lo Spiegel la Turchia starebbe facendo una cernita tra rifugiati
istruiti da trattenere e quelli più di-
speratie possibilmente anche malati da inviare in Europa e negli Stati
Uniti. «Crediamo che le persone
più vulnerabili abbiano bisogno di
essere aiutare prima degli altri», ha
detto un alto ufficiale interpellato
dal Guardian, ma è lecito nutrire
qualche dubbio sul fatto che la vulnerabilità possa essere stabilita in
base al livello di istruzione.
Di sicuro c’è che migliaia di immigrati vengono trattenuti in Turchia
contro la loro volontà e nonostante
abbiano già un permesso di soggiorno per altri Paesi. Una situazione
che ha spinto l’Onu a chiedere timidamente che non vengano fatte discriminazionisui rifugiati. Ma Ankara sembra non interessarsi troppo
delle reprimende, da qualunque
parti arrivino. E dire che la Confindustria tedesca aveva sollecitato l’apertura delle frontiere ai rifugiati siriani in quanto provenienti da classi
medie uraben e relativamente istruite; molto diverse dagli immigrati
balcanici o dai disperati africani.
Le Nazioni Unite oltretutto continuano a tacere a proposito dei milioni di rifugiati siriani in Turchia,
laureati o meno, ai quali non è concessa alcuna possibilità di lavoro,
così come richiesto dalla stessa Convenzione sui rifugiati del 1951. Per
quelli che non vogliono restare nei
campi in condizioni disumane l’unica possibilità di sopravvivenza è il
lavoro in nero, pagato anche meno
della metà di un lavoratore normale e con orari disumani. «È per questo che la gente preferisce attraversare il mare e rischiare di morire
piuttosto che vivere qui. Non abbiamo nessun diritto, siamo trattati come schiavi» racconta Fatima, 25 anni, una laurea in ingegneria, quattro
lingue parlate e un biglietto per Chicago in tasca. Ormai scaduto.
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ESTERI
__Domenica 2 ottobre 2016__
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::: EMERGENZA IMMIGRAZIONE
Nuove Brexit
L’Ungheria vota contro Europa e profughi
Oggi il referendum di Orban contro le quote rifugiati che Bruxelles vuole imporre. Ma il quorum è un’incognita
::: CATERINA MANIACI
LA RIVOLTA
■■■ Sul test decisivo per l’Eu-
ropa e la sua tenuta, il referendum ungherese «antiquote»
Ue sui profughi per il quale si
vota oggi, pende una spada di
Damocle.Ossia se gliungheresi avranno effettivamente voglia di andare a votare, quindi
se si potrà raggiungere il quorum e se sarà valido oppure
no.Secondo gli ultimi sondaggi pubblicati ieri, infatti, l’affluenza alle urne è prevista al
38-48%, quindi sotto la soglia
minima richiesta dalla legge
che è del 50% più uno.
L’istituto Median, il più autorevole per quanto riguarda
le elezioni, ha stimato un’affluenza intorno al 42%. La previsione suivoti validiè comunque di un 80-90% in favore del
«no» alle quote imposte dalla
Ue auspicato dal governo conservatore. Anche durante l’ultimo giorno di campagna referendaria, il premier Viktor Orban ha ripetuto in tv che il referendum è «un affare nazionale» e che andare a votare secondo l’indicazione del governo è un dovere patriottico. Il
quotidiano Magyar Idök ha
pubblicato un articolo in cui
Orban stesso chiede ai cittadini di votare: «Il referendum di
domenica deciderà quanto
forte sarà il Paese nelle lotte
per i suoi interessi. Un referendum forte significa una Ungheria forte. Uno debole, un
Paese debole». Il quesito a cui
rispondere è : «Volete o no
che la Ue decida quote di ripartizione di migranti tra i
suoi Stati membri, senza prima ascoltare governi e parlamenti a sovranità nazionale?»
SCHIAFFO A BRUXELLES
La consultazione è una oggettiva spina al fianco per
gran parte dell’establishment
di Bruxelles e dintorni. Perché
il tema al centro è molto «caldo» e sentito daglielettori e cittadini in ogni Paese. Molti osservatori la giudicano una prova certo non meno importante della Brexit. Una vittoria del
«no» sarebbe interpretata come una sconfitta politica per
Angela Merkel, Matteo Renzi,
François Hollande, per la
Commissione intera.
Quello che si teme, inoltre,
è l’effetto-domino del voto,
che potrebbe rappresentare
un precedente imitabile in
fretta da altri Paesi. Anche se il
referendum non avrà comunque conseguenze legali, poiché non ha il potere di annullare le decisioni prese nell’Ue.
Ma lo stesso Orban, nell’articolo citato, rovescia pesantiaccuse all’Unione e ai suoi «burocrati», per aver fatto arrivare
«il messaggio di un’Europa
aperta ad accogliere migliaia
di persone, facendo promesse
che non può mantenere. Trafficanti e politici naive hanno
ingannato e stanno ingannando centinaia di migliaia di per-
Il Texas dice no
ai siriani
presi da Obama
servatore,eletto già una seconda volta, (...) sostenuto da larga parte degli elettori. E la cosa naturalmente disturba la
cultura politica dominante
nell’Europa cosiddetta occidentale,creando palese nervosismo». E pensare che in Ungheria è stato creato l’Ufficio
per i cristiani perseguitati nel
mondo, un’iniziativa non «di
propaganda», ma qualcosa
che «non è nato dal nulla. È da
anni che l’Ungheria, senza fare chiasso, aiuta direttamente
i cristiani in Medio Oriente».
Il Texas come l’Ungheria: nessun rifugiato sul
suo territorio. Il braccio
di ferro tra Bruxelles e
Budapest ha un parallelo
negli Stati Uniti. Il governatore
repubblicano
Greg Abbott ha annunciato che dal 1˚ gennaio del
2017 il Texas si ritira ufficialmente dal programma federale di ricollocamento. La notizia era nell’aria, avendo il Texas,
già la scorsa settimana,
inviato una lettera all’Ufficio ricollocamento rifugiati (Orr) per comunicare la decisione. Ieri Abbott è stato chiaro su Facebook: «Come governatore, continuerò a dare la
priorità alla sicurezza di
tutti i texani e a sollecitare il governo federale di
rivedere questo sistema
fortemente sbagliato».
Proprio a settembre gli
Stati Uniti hanno annunciato la decisione di accogliere 110.000 rifugiati,
anziché 85.000. Il Texas
fin da subito, per motivi
di sicurezza, si è detto
contrario e già dallo scorso novembre Abbott ha
ordinato alle ong che li
accolgono di rifiutare
quelli provenienti dalla
Siria. Allora il no ai ricollocamenti era arrivato anche da altri tre stati
a guida repubblicana:
Arkansas, Michigan e
Alabama.
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ENRICA VENTURA
SACRI CONFINI
Victor Orban (nella fotografia a sinistra) sulla sicurezza
delle frontiere del suo Paese non scherza: il premier
ungherese, dopo aver alzato una recinzione per fermare i
flussi di clandestini, ha mandato i carri armati a
pattugliare i confini del Paese mitteleuropeo [LaPresse]
vuole sobbarcarsi questo peso», è l’accusa.
OSTILITÀ MEDIATICA
sone e ora i burocrati di Bruxelles sono costretti a guardare in faccia la realtà e stanno
tentando di farcipagare le conseguenze delle loro cattive decisioni», scrive senza mezze
misure, com’è nel suo stile, il
primo ministro. Bruxelles, di
fatto, sta tentando di «esiliare»
milioni di persone che arrivano in Europa «in posti in cui i
migranti non vogliono vivere,
e sta tentando di imporre la loro presenza a gente che non
Sono diverse le ragioni che
spiegano l’ostilità mediatica
quasi planetaria, anche di
molti media cattolici, come
sottolinea in un’ampia intervista rilasciata al vaticanista Giuseppe Rusconi nel sito www.
rossoporpora l’ambasciatore
ungherese presso la Santa Sede,Eduard Habsburg-Lothringen, secondo il quale «il governo Orban è un governo con-
Da un voto all’altro
Lezioni di democrazia da Berna e Budapest
L’Ue blatera di «razzismo». Ma è solo la voglia di Patria, con valori e tradizioni comuni. E ora tocca a noi
::: PAOLO BECCHI
■■■ Una settimana fa i ticinesi hanno
votato nel proprio Cantone approvando il referendum che prevede la promozione dell’occupazione nel rispetto
del principio di preferenza ai residenti.
Il referendum è stato promosso, lo si
ricordi, da quello che, al momento, è il
principale partito politico in Svizzera,
l’Unione Democratica di Centro
(UDC) - che ha vinto, nel 2015, le ultime elezioni federali, con il 29,4% dei
consensi -, dipinto in Italia come un
movimento «estremista» di destra, come una di quelle frange di minoranza
xenofoba e razzista che somigliano un
po’ troppo, nei racconti dei nostri giornali,agliimprobabili «nazisti dell’Illinois» di un celebre film.
Il risultato del referendum è stato
chiaro:con il 58% deivoti,i ticinesi han-
no approvato la proposta «Prima i nostri». Non si sono fatte attendere le reazioni da parte dall’Unione europea: si è
parlato di una ingiustificabile discriminazione, di un voto che confermerebbe il clima di razzismo e xenofobia che
ormai dilaga nel Cantone e, forse, nell’Europa assediata dagli immigrati. Si
tratta di una sciocchezza, di propaganda e dinient’altro che diquesto: i ticinesi, che razzisti non sono, hanno votato
per un principio che di razzista non ha
proprio nulla. Prima ci siamo noi, cittadini del Cantone, poi gli altri, se si tratta
di trovare lavoro. Prima viene l’identità
del Cantone, poi il resto. È razzismo? Io
la chiamerei «democrazia diretta», e
anche gli svizzeri la pensano così. L’Unione Europea la chiama invece “discriminazione”, e annuncia possibili
provvedimenti e complicazioni nei negoziati.Ma direiche ha soltanto ricevu-
to,dagli svizzeri, una lezione diautentica democrazia.
Un’altra le arriverà dall’Ungheria,
dove oggi il popolo vota su un referendum riguardante gliimmigrati.Il quesito è chiaro: «Volete o no che l’Ue possa
obbligarci ad accogliere in Ungheria,
senza l’autorizzazione del Parlamento
ungherese, il ricollocamento forzato di
cittadini non ungheresi?». Ed è probabile che passerà, con larga maggioranza il no. Dunque anche gli ungheresi
sono razzisti, perché sono contrari agli
immigrati- questa sarà la replica dell’Unione Europea, ed è questo l’allarme
che lanceranno tutti i giornaloni italianidomani. Ma davvero sta in piediquesto ragionamento? O forse qui nessuno vuole rendersi finalmente conto
che in Europa c’è di nuovo voglia di
Nazione, voglia di «piccole patrie»?
Questo non è razzismo, non c’entra
nulla con una «ideologia della razza» e
delsangue. Non sono razzisti gli svizzeri e non lo sono gli ungheresi. Si tratta
di una cosa totalmente diversa, di un
principio fondamentale dicui nell’epoca della globalizzazione sembravamo
esserci dimenticati: è il senso di appartenenza, il senso di essere un popolo,
una comunità, diavere valori e tradizioni condivisi, che fa di uno Stato, di un
sistema federale, persino di un Cantone, qualcosa di più che un «partner»
europeo, o uno spazio di mercato globale. Gli ungheresi vogliono essere ungheresi, prima che europei, o «cittadini» delmondo. I ticinesi,ticinesi. Quando toccherà, finalmente, agli italiani?
Quando anche gli italiani potranno
esprimersi su una moneta e su una
Unione che ci stanno lentamente distruggendo?
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ESTERI
__Domenica 2 ottobre 2016__
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Farage consulente del repubblicano
«In Usa decidono i bianchi
Trump può ancora farcela»
I sondaggisti di Yougov: «Le minoranze non saranno decisive. Negli Stati
determinanti Hillary è avanti ma di poco. Donald ha un percorso obbligato»
::: GABRIELE CARRER
■■■ Non c’è stato un vero vin-
citore del primo dibattito presidenziale negli Stati Uniti tra la
democratica Hillary Clinton e
il
repubblicano
Donald
Trump. Ma negli ultimi mesi il
magnate biondo ha iniziato a
rimontare nei sondaggi e per il
prossimo scontro (sabato 8) il
tycoon ha assunto un allenatore d’eccezione: Nigel Farage,
l’ex leader del referendum pro
Brexit. Potrebbero essere gli indecisi a far pendere l’ago della
bilancia a favore dell’uno o dell’altro. Abbiamo fatto il punto
con William Jordan, US election editor di YouGov.
Chi ha vinto il primo dibattito?
«Stando al sondaggio postdibattito di YouGov, secondo il
57% del pubblico ha vinto Hillary Clinton, secondo il 30% ha
vinto Donald Trump».
Trump è riuscito a convincere il suo elettorato?
«Ha convinto la base ma
non è ben chiaro se sia riuscito
ad ampliarla. Lui ha la necessità di coinvolgere di più gli elettori più istruiti e le donne».
Ma chi è l’elettore tipo di
Donald Trump?
«Sembra che Trump abbia
un sostegno insolitamente elevato tra i bianchi senza laurea,
in particolare uomini. D’altro
canto,però,è più debole rispetto al candidato repubblicano
del 2012, Mitt Romney, sui
bianchicon istruzione universitaria, un settore che ha votato
repubblicano per molti anni».
Saranno fondamentali le
minoranze per la vittoria finale?
«Il sostegno per Trump tra
gli afro-americani e i latinos è
molto basso ma si ritiene che
circa 7 elettori su 10 a novembre saranno bianchi. Di conseguenza, le minoranze non saranno necessariamente decisive».
Il fenomeno Trump ha modificato la geografia elettorale?
«Rispetto al 2012, cisono stati pochi cambiamenti negli Sta-
Donald Trump con la
figlia Ivanka sul palco
della convention
repubblicana di
Cleveland. Il candidato
repubblicano alla Casa
Bianca sta risalendo nei
sondaggi ma è sempre
indietro rispetto alla
democratica Hillary
Clinton. Il miliardario
non può più sbagliare:
deve assolutamente
convincere gli elettori di
Ohio, Florida e
Pennsylvania [Ansa]
ti che storicamente votano democratico (blu) o repubblicano (rossi). Negli Stati in bilico
qualcosa di inaspettato potrebbe accadere. Hillary va meglio
di quanto fece Obama in Colorado e Virginia, Stati con una
popolazione altamente istruita
e tasso di diversità razziale in
aumento. Invece Trump sembra avere più consenso rispetto a Romney in Stati come
Spagna/1
Iowa e Ohio, dove ci sono più
elettori bianchi senza laurea».
Come può Donald Trump
conquistare la Casa Bianca?
«Trump ha quasi un percorso obbligato. Deve assolutamente conquistare gli Stati tradizionalmente in bilico come
Florida e Ohio, ma anche Stati
come il Nevada che nelle ultime elezioni hanno votato democratico o come la Pennsyl-
vania, che dal 1988 non sostiene il candidato repubblicano».
Hillary Clinton ha un percorso più semplice per la vittoria?
«È attualmente davanti in abbastanza Stati per conquistare
i 270 grandi elettori di cui ha bisogno chi vuole conquistare la
Casa Bianca. Può permettersi
di perdere alcuni Stati solitamente in bilico fondamentali
Spagna/2
come Florida e Ohio e vincere
comunque. Ma questo è vero
almeno finché riuscirà a mantenere il suo vantaggio in Colorado, Virginia e New Hampshire».
Perché sono così importanti Ohio e Florida?
«Consegnano a chiliconquista un pacchetto numericamente importante di voti: 29 la
Florida, 18 l’Ohio. Come detto
c’è da guardare anche alla Pennsylvania, che mette in palio
20 grandi elettori: lìci sono moltielettori bianchi che potrebbero sostenere Trump».
Come è la situazione dei
sondaggi durante questa
campagna?
«Hillary Clinton ha mantenuto un vantaggio costante per
gran parte della campagna. Dopo la convention repubblicana, Donald Trump ha guidato
per breve tempo la media dei
sondaggi nazionali. Ma è importante sottolineare che entrambi i candidati non godono
di grandi simpatie: un gran numero di elettori potrebbero decidere chi votare a poche ore
dell’apertura dei seggi oppure
votare il candidato di uno dei
partiti minori. Sia Clinton che
Trump hanno buone possibilità di aumentare il loro consenso se riusciranno a convincere
gli indecisi».
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Ristrutturazione e rilancio
Partito socialista nel caos
Esplode una bombola di gas
Cacciato il segretario Sanchez 77 feriti in un caffè a Malaga
L’aeroporto di Bruxelles
rinasce dopo l’attacco Isis
■■■ Alla fine il segretario del Partito socialista spagnolo
■■■ Dopo gli attacchi terroristici del 22 marzo scorso, l’aeroporto Zaventem di Bruxelles rinasce. «Siamo scattati ritti in
piedi fin da subito», assicura Geert Sciot, Vice President Media Relations di Brussels Airlines. «Dopo i primi istanti di incredulità e disorientamento, il nostro obiettivo è stato mettere in sicurezza, nel minor tempo possibile, i dipendenti e
viaggiatori dello scalo», chiosa Frédéric Dechamps Vice President Sales Benelux, Europe & America del vettore.
Dopo un fisiologico stallo di qualche giorno dei voli, infatti,
sono stati indetti lavori di ristrutturazione completa dello scalo, il potenziamento delle infrastrutture e soprattutto dei controlli di sicurezza, estendendoli anche a tutte le entrate esterne, aumentando il numero di poliziotti e soldati.
(Psoe) Pedro Sanchez è stato battuto sulla mozione di tenere
un congresso straordinario e si è dimesso. La leadership del
Psoe, principale partito d’opposizione, è rimasta spaccata in
due dopo le dimissioni questa settimana di 17 membri della
dirigenza, che chiedevano le dimissioni del segretario per
sbloccare l’impasse. Sanchez infatti fino all’ultimo ha insistito
sulno a un voto di astensione dei deputati socialisti per consentire al leader dei popolari Mariano Rajoy di formare un governo di minoranza, ed è stato di fatto sfiduciato dai dirigenti del
suo partito: contro di lui si sono schierati infatti i vecchi leader
del Psoe, gli ex premier Felipe Gonzalez e Jose Luis Rodriguez
Zapatero. La sua posizione oltranzista stava portando la Spagna verso alle terze elezioni in in meno di un anno.
■■■ Una violenta esplosione ha interrotto ieri sera una
festa tradizionale a Velez-Malaga, un sobborgo a est di
Malaga, in Andalusia, nel sud della Spagna. In un caffè
del centro, La Boehmia, era scoppiata una bombola di
gas. Il bilancio provvisorio, comunicato da un portavoce
dell’unità di emergenza, dell’Andalusia è di almeno 77
feriti, di cui cinque gravi. «Pare che ci sia una fuga di gas
con surriscaldamento e fuoco»: queste le prime parole
del sindaco, Moreno Ferrer, alle autorità che sono immediatamente accorse sul posto insieme a numerose unità
mediche.A quanto pare sono stati alcuni addetti alla cucina del locale a notare del fuoco e ad allertare la polizia. Ieri
sera non era ancora chiaro se ci sono turisti stranieri tra le
vittime.
FABRIZIA MIRABELLA
__Domenica 2 ottobre 2016__
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ATTUALITÀ
__Domenica 2 ottobre 2016__
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::: LE DUE ITALIE
Milàn l’è un gran Milàn
::: segue dalla prima
SIMONA BERTUZZI
(...) di ringhiera e si attorciglia allo sky
line della torre Unicredit, non c’è modo di scovarla. Eppure ce n’era, dio
quanta ce n’era. Roba da sentirla nelle
ossa insieme al freddo di certe mattine al San Siro, che anche Vecchioni ci
aveva infarcito le sue note. Ed era una
delle ragioni per cui noi, milanesi di
nascita o d’importazione, venivamo
guardati con un misto di pietà e compatimento,la nebbia, le code e quell’aria cupa da travet. Non c’erano estati
a Milano, solo un’afa opprimente che
avvolgeva tutte le cose. E appena infilavi la testa in tangenziale, il catrame ti
inghiottiva e risucchiava.
Le periferie erano palazzoni sbiaditi,dormitori di gente per bene e operosa alternati a cunicoli di degrado e
spaccio. E il Naviglio un cumulo di
monnezza e insipienza perso nelricordo di un passato glorioso, quando c’erano le lavandaie che pulivano i panni, la chiesa di San Cristoforo e i tuffi
popolari. Oggi della povertà di allora è
rimasto un bel niente. Forse le code
agli sportelli ma anche quelle le hanno declinate in mille rivoli. Guardate
dunque la foto qui sopra, e dite se non
è vero che Milano l’è un gran Milàn. E
non saranno un’ondata di profughi e
due giunte pervicacemente di sinistra
a cambiare le cose. Semmai l’hanno
fatto due sindaci bravi e discreti (Albertini e Moratti), e i milanesi operosi
e diligenti, sempre di corsa, sempre di
fretta, tra il lavoro, la casa e le domeniche al Sempione.
I SUCCESSI
Dunque adesso ce la vediamo con
la giunta rossa dell’ex commissario
Expo Beppe Sala e una rivoluzione
che, a detta di tutti, è il nuovo rinascimento milanese. Come l’Expo più dell’Expo. Perché per l’Esposizione e per
evitare la figuraccia internazionale si è
mosso il mondo. Qui adesso si muove
solo Milano. Pochi fondi da Roma, neanche quelli per l’area di Rho-Pero.
Eppure il dado è tratto. Anche i numeri fanno impressione, 14esimo posto
nella classifica generale delle città che
Da Porta Nuova alla Darsena, la città vive un nuovo rinascimento
Con eventi tutto l’anno e servizi che funzionano alla perfezione
Merito dei milanesi, che sono sopravvissuti perfino alla sinistra
attraggono maggiori turisti,davanti alla Roma grillina e allo sbando della
Raggi. 128mila famiglie pronte a sbarcare in città nei prossimi 15 anni, mica profughi ma giovani con laurea desiderosi di metter su famiglia. E poi un
dato che pare un cavillo ma non lo è: il
51% della raccolta differenziata, roba
che l’hanno prossimo ci metteranno
bidoni intelligenti che segnalano da
soli quando sono pieni ed è l’ora di
finirla. Due dati su tutti: ogni giorno a
Milano si firma un brevetto, ogni giorno a Milano nasce una nuova start up.
Nel secondo semestre del 2016 le imprese dei giovani erano 874, il 15 % del
totale nazionale. Se non è questo indice di creatività poco ci manca.
La senti nell’aria la rivoluzione. La
scorgi negliangolilindi e tersi della galleria Vittorio Emanuele come nelle librerie di tendenza del Lambrate che,
cerca di liberarsi dagli insediamenti
rom, e apre le Libragioni ché di arte e
libri si può campare ma forse anche
ubriacare... Nei vecchietti incazzati
che scrutano i cantieri la mattina all’alba o nelle milanesi sciurette e stronze
che hanno il vizio di farsi trovare impeccabili anche la sera alle sette in un
vagone rovente del metrò. Anche le
code si sono moltiplicate. Ce ne è una
per la mostra di Leonardo. Una per
quella di Van Gogh (355mila visitatori). Una per pregare in Duomo. E
un’altra per guardarlo, e si paga pure
il biglietto. E poi la fila di chi ha fame
in viale Toscana e quella dei volontari
che li vanno a sfamare. Di chi sogna la
prima della Scala o fa la posta a Luini
solo per mangiare il panzerotto. Il biglietto a 2 euro di Brera ha aperto le
porte dell’accademia. E la notte delle
lanterne messa in campo da un buddista sapiente ha portato in Darsena
80mila persone.
Ma allora qual è il segreto. Per scoprirlo mi precipito in una notte di inizio autunno nella piazza Gae Aulenti.
Che è un po’ la fine e il principio di
tutto. Come la scala mobile che la divide dalla stazione Garibaldi. I locali sono affollati e la brezza insolente ti soffia in faccia l’acqua delle fontane. Chi
l’avrebbe mai detto che tra gli spruzzi
colorati,sotto torriche svettano impertinenti e assorte, i bambini potessero
giocare a bagnarsi come nel cortile di
campagna. Ci sono i ragazzi che parlottano, donne che camminano a passo lento senza la paura di essere molestate. Qualcuno legge sognando la biblioteca degli alberi annunciata dai
manifesti. Finché arriva il Bosco verticale col suo Ristoro agricolo a due passi dal portone e dal parcheggino radical chic che strabocca di bici, e pare
davvero il grattacielo più bello.
Possibile che la notte non faccia più
paura? E pensare che a due passi da
qua c’erano solo i rimasugli insolenti
di un ex lunapark che era diventato
regno del degrado e che chiamavano
le Varesine. E via Adda con la sua casa
perennemente occupata e stropicciata dagli autonomi, ché quando li
sgomberarono fu rivolta e guerriglia.
Piazza Aulenti sunto della trasformazione. Ed è incredibile come al confronto la Torre Velasca diventi piccola
e vecchia cosa, e l’Ago e ilfilo di Cadorna un puro esercizio di sartoria edilizia. L’uomo d’affari seduto al tavolino
della Feltrinelli Red, qui in piazza Aulenti, non ha dubbi: «Sono gli eventi».
TRIPUDIO DI EVENTI
Il salone del mobile, la Scala, e la
moda. Ognuno un mondo a sé e capace di moltiplicarsi in mille eventi. Solo
il salone l’anno scorso ha fatto 372 mila spettatori.«Non cisono eguali in Italia. Roma ha il Papa, noi abbiamo il
mondo». Basta fare un giro nei giorni
della Fiera deldesign, quando tutto diventa tendenza, anche le modelle e le
mamme colpasseggino.Oppure guardare le ragazze smilze nella settimana
della moda, instabili ed eteree sui
tram che le portano nel quartiere Tortona. La Prima della Scala è diventata
più soft, meno pellicce e più sobrietà
ma continua ad attrarre turisti da tutto il mondo. Adesso si è aggiunto il
Salone del libro che sarà il doppione
di quello di Torino, che non avrà finanziamenti e contributi dal governo,
Franceschini ha detto no, ma sarà cosa nobile e bella. Vedete, il governo
non batte colpo, perché Milano l’è un
gran Milàn e può fare tutto da sola.
Fosse solo la cultura poi.
CONTRADDIZIONI
Dice l’amica napoletana: «Ma voi vi
rendete conto della fortuna che avete
ad avere il tram che passa ogni tre minuti e pure il display sulla pensilina
che te lo segnala?». Io no, ma lei sì. Ha
ragione lei. I tram arrivano tutti, anche quello dei profughi (il famoso 9)
che percorre mezza circonvallazione,
che è intriso di aria condizionata e sudore acre di bivacchi ma corre svelto e
traghetta vite con la velocità di un
flash. E anche la metro, nelle sue versanti lilla, rossa, verde e gialla, vacilla
ogni tanto ma non si piega. Più forte
degli allagamenti della falda che ogni
tanto la fanno tribolare e anche dei
portoghesi che passano i tornelli facendosi beffe dei controllori e degli
onesti. Certo la M4 che si sta costruendo e che ha invaso la città con i suoi 51
cantieri è un bell’innesto di caos e disagi. Ma forse il prezzo val la candela
se il monitoraggio sarà scrupoloso e i
controlli affidatianche ai valorosi cittadini del quartiere. Che non li trovi degli italiani più incazzosi e attenti. Li inganni un giorno, ma quello dopo ti
chiedono subito il conto. E poi la sanità.Renzi non siaccorge che è la migliore d’Italia, che non ha debiti e non ha
confronti. Hanno appena aperto il
pronto soccorso dei malati oncologici
e la pediatria ha fatto passi da gigante.
A Palermo quando uno si ammala
non gli dicono «piglia questo e curati», racconta il palermitano in trasferta. «Gli dicono di prendersi un biglietto aereo per Milano». Hanno ringiovanito un rene di 83 anni, figurarsi se
non trovano un rimedio per il paziente di turno. E i pellegrini della sanità
sono diventati come i pendolari delle
Trenord, solo più pacati e fiduciosi.
Racconta la rivoluzione, dicono. E
allora ti fermi sui Navigli. La grande
Darsena. Andateci in una fredda giornata d’inverno o in una calda e torrida
d’estate. Vi sorprenderete a contare i
bambini che giocano con le papere, e
vi fermerete sui gradini di mattoncini
rossi a consumare un sushi al cartoccio o spaghetti al sugo ché Milano è
diventata anche questo, la capitale
dello street food. Puoi mangiare bio,
vegano o tradizionale ma incapperai
sempre in un baracchino davanti alla
Bocconi che al prezzo di 50 centesimi
ti fa la vera moka napoletana. Misteri
di Milano. Alcune volte sono dettagli.
Altre odori e rumori. Lo spazzino dell’Amsa, che inghiotte con la sua scopa
fino all’ultima cartaccia per terra e giustamente si indigna ora che vogliono
mettergli i profughi di fianco,è l’esempio nobile di questa città laboriosa.
Che poi d’accordo. Non tutto è perfetto. Ci sono i quartieri popolari degli
abusivi, c’è il Giambellino che ha perso il bar del Cerutti Gino e l’ha donato
ai cinesi e i centri sociali che la fanno
da padroni, come quel giorno prima
dell’Expo, devastarono tutto e ne uscirono indenni. E va detto: la sinistra fa
male a Milano, s’è visto bene con Pisapia.E la politica insipiente e chiacchierona dicerti assessori andrebbe buttata nel cestino. Come quel Majorino
(Servizi Sociali) che avrebbe voluto
trasformare la stazione in un campo
profughi poi la stazione si è ribellata e
pure la Mela del Pistoletto. Avevamo
un modello sicurezza e ce l’hanno portato via insieme al prefetto Tronca.
Ma tranquilli, Milano risorge sempre,
anche a dispetto di chi la governa. E se
ci aprono la moschea, faremo come
la Madonnina che svetta solitaria e altezzosa nei cieli sgombri di nebbia. E
se ne fotte dei minareti ché, signori, è
più forte lei di qualunque Allah.
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ATTUALITÀ
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::: LE DUE ITALIE
Tra crisi economica e gli errori di Orlando
Palermo è in rovina e la mafia fa festa
L’immigrazione ha portato anche le sanguinarie gang nigeriane. E molti siciliani difendono i criminali
::: segue dalla prima
FRANCO BECHIS
(...) via Roma, che parte dalla
stazione ferroviaria e arriva nel
cuore della città. Quel cartello «Polizia» - si riferisce al commissariato Oreto, uno dei più
importanti del capoluogo siciliano. Vigila su alcune delle zone più complicate del centro:
la Vucciria, il mercato di
Ballarò, quello del Capo. Nella
zona del commissariato ci sono oltre 420 persone sottoposte a misure di prevenzione:
qualcuno è agli arresti domiciliari, altri hanno l’obbligo di firma e ogni giorno debbono venire lì a siglare il registro. Ci sono mafiosi, stranieri arruolati
dalla delinquenza locale, anche semplici ladruncoli. Ma
quello di Oreto è un commissariato atipico. Sulla strada vedi il
cartello, ma all’ingresso è un
condominio come gli altri. C’è
un gabbiotto con un portiere di
mezza età. Indossa una canotta verde e legge un giornalino
con i piedi allungati su una seggiolina. Non ti guarda nemmeno, né ti chiede dove vai.Il giornaletto che ha fra le
mani lo prende troppo,e piuttosto che farsi gli affari altrui preferisce tirare l’ultima
boccata del mozzicone di sigaretta.
SPAZZATURA E CRIMINALITÀ
Quattro immagini del degrado attorno a via Roma,
nei pressi del commissariato Oreto, uno dei più importanti
del capoluogo siciliano, che deve confrontarsi con oltre
420 persone sottoposte a misure di prevenzione
SCIPPI
Entra un gruppo di
turisti americani: sono arrivati quella mattina in città, e già buona parte di loro è senza portafoglio, borsetta, zainetto: scippati
proprio lì nelle vie del
centro. Vogliono fare
denuncia. Il commissariato è su tre piani,
quello principale è al
primo. In mezzo ci sono due
piani del Maico. L’ascensore si
apre, e sembra affumicato. Lo
stesso colore che ha una scatola dei fili della luce in cima alla
«reception» del commissariato: hanno dato fuoco ad entrambi. Chi? Uno di quei 420 a
cui non andava giù il peso di
quella firma quotidiana. Nel
commissariato e dintorni ne
hanno combinate di ogni colore.Sventrato le poltroncine dell’attesa, rotto le sedie degli uffici senza farsi vedere, disattivato le telecamere di sorveglianza.Tutto resta così,ferito visibilmente perché la questura non
ha risorse finanziarie per riparare ilmalfatto.Non che quimanchino i poliziotti: ce ne sono
una settantina, e alcuni di loro
sono anche famosi. C’è uno
delgruppo che arrestò Totò Riina, ma non è gente da stare in
ufficio ore e ore. Lavora in giro,
partecipa ad indagini, è sempre di corsa perché ti chiamano da una parte all’altra della
zona.
Niente soldi, è solo uno dei
problemi. Il commissariato è
riuscito ad avere dalla questu-
to e poiilmagistrato dopo qualche giorno davanti alla sua insistenza nel negare la consapevolezza di quel trasporto, l’ha dovuto rilasciare. Le soffiate sono
buone, ma poi si giunge a poco.Come quella che ha consentito una perquisizione a uno
dei locali più noti per mangiare
il pane con la milza, specialità
locale. La polizia è arrivata, ha
aperto i cassetti sotto la cassa
del titolare e trovato
una sorta di arsenale:
tre mitragliette, pistole varie, caricatori,
munizioni. Il proprietario ha giurato che
non erano sue,diaverle solo tenute a un
amico di cui ovviamente non ha fatto il
nome. Non si è venuti
a capo di nulla, e l’unico provvedimento
che ha superato il vaglio della magistratura è stato la chiusura
del locale.
ziotto che se l’è cavata con una
piccola frattura alla spalla.Poteva accadere di peggio, e potrà
accadere ancora vista la fatiscenza dei principali posti della polizia in questa città, come
Oreto o il commissariato di
Mondello.
IL SINDACO E I B&B
ra i fondi necessari a sostituire
le telecamere disorveglianza all’esterno del commissariato.
Le volanti hanno un posto riservato all’angolo fra una viuzza e
via Roma. Qualcuno dei 420
che si incazzano a mettere
quella firma sul registro uscendo ha tagliato le gomme alle auto della polizia con un coltellino. Un altro è salito sul cofano
della volante e ha pisciato sui
vetri fra gli applausi di qualche
passante. Erano stati filmati in
un caso e nell’altro, ma erano
irriconoscibili: le telecamere
erano in funzione, ma antiquate e la risoluzione troppo bassa
per identificare i volti. Si sono
trovatii fondi,e ora ci sono telecamere nuove ad alta definizione.
Oreto è uno dei casi più clamorosi di come lo Stato proprio a Palermo dimentica i
suoiservitori,gli uomini simbolo dell’ordine e della sicurezza.
Non è purtroppo il solo. Quest’estate in un altro commissariato, quello Libertà, è crollato
il tetto di una stanza che fingeva da deposito armi. In quel
momento c’era dentro un poli-
La decadenza della sicurezza si accompagna a un precipizio visibile e palpabile dell’intera città. Negli ultimi due o tre
annila caduta sembra senza sosta. La crisi economica ha fatto
da detonatore, e l’illegalità anche minuta è divenuta la regola quotidiana. Per cercare di
tamponare la caduta della città
il sindaco Leoluca Orlando ha
concesso con i suoi assessorati
una raffica di licenze commerciali. In tutto il centro e nei
quartieri dei mercati storici sono nati come funghi B&B, che
sono divenuti un problema di
sicurezza in più. Le licenze ci
sono, ma al loro interno i contratti in nero sono la regola, e
non pochi esercizi sono divenuti la maschera presentabile
di traffici illeciti di non piccole
proporzioni. Anche attraverso
queste leve la città della Mafia è
divenuta la capitale internazionale delle Mafie.
È stato ben evidente in tribunale, quando recentemente si
è chiuso in primo grado il processo a tre nigeriani che vivevano ed operavano nelle viuzze
intorno al mercato di Ballarò.
Condanne pesanti, da 10 a 12
anni e mezzo di carcere, per
tentato omicidio, lesioni, spaccio di droga, estorsione. Tutte
con l’aggravante della associazione mafiosa. È l’ultima scoperta di Palermo: la mafia nigeriana, che controlla saldamente proprio la zona di Ballarò. Dicono che sia la più pericolosa e
violenta per la vita quotidiana,
usano ilmachete, non cipensano due volte a regolare i conti
mortalmente. È il frutto più evidente della immigrazione di
questianni: è proprio quella nigeriana l’etnia principale registrata negli sbarchi sulle coste
siciliane. Qualcuno se ne è andato via, molti sono restati a Palermo. E fra loro anche quelli
della Black Axe, l’ascia nera,nata negli anni ’70 in Nigeria. Una
sorta di confraternita all’origine religiosa nata all’interno
dell’Università di Benin City,
che poi ha assunto le caratteristiche più tipiche dell’organizzazione mafiosa, con ferrei riti
di affiliazione e grande violenza. Il gruppo si è saldato subito
con la mafia siciliana, che lo ha
arruolato per controllare i traffici in alcune zone di Palermo.
Anche le statistiche sulla città sono impressionanti: il reddito medio pro capite è uno dei
più bassi di Italia (9.500 euro),
e cala ogni anno del5-7%.Iltasso criminale aumenta invesramente ogni anno del 4%, nel
2014 gli scippi sono cresciuti
del 25%, i furti con destrezza
del 20%. Palermo sta in cima
alla classifica italiana degliomicidi, con Napoli e Bari. Ma ha il
primo posto nella classifica delle rapine in appartamento.
GIOVANI BENE
Quel tentativo di staccarsi dai
clichè di capitale del crimine e
proporsi come attrazione turistica di primo ordine è fallito
negli ultimi anni clamorosamente. E sembra di essere tornati indietro di decenni, con la
sola novità della criminalità immigrata che all’epoca non era
così consistente.
La polizia fa quello che può,
e ha ancora una buona rete di
informatori che consentono
qualche soffiata per controllare la città. Qualche tempo fa così hanno pizzicato su un motorino in via Archimede un uomo di 44 anni, Raffaele. La soffiata era giusta: nel vano sotto
la sella aveva una bomba a mano S.R.C.M. (Società Romana
Costruzioni Meccaniche) modello 35 con spoletta a percussione universale contenente
circa 50 grammi di tritolo e
schegge metalliche avente un
potere detonatore a raggio di
30 metri. Voleva fare una strage? Forse no: possibile servisse
solo come «avvertimento» a
qualcuno. Ma a Raffaele non
sono riusciti a cavare una sola
parola. È stato arrestato, ferma-
Sembrano trascorsi inutilmente decenni a vedere anche la Palermo
dei giovani bene, che ogni sera
affolla le vie della Movida alla
Vucciria,scintillante di locali alla moda e di musica. Una turista straniera questa estate è stata scippata lì, e ha chiamato la
polizia. È arrivata una volante,
e il ladro era quasi in trappola.
Ma i ragazzi della Palermo bene a quel punto si sono alzati
dai locali e hanno fatto muro
fra lo scippatore e i poliziotti,
consetendone la fuga mentre fischiavano e deridevano le forze dell’ordine. La primavera
precedente un episodio simile
era accaduto alla Kalsa, quando gli abitanti e commercianti
della zona avevano aiutato un
rapinatore a fuggire minacciando apertamente il poliziotto
che lo stava inseguendo. Per allontanare la folla di siciliani
che lo stava circondando, il poliziotto ha dovuto esplodere tre
colpiin aria,che lo hanno aiutato a scappare. Questa è Palermo oggi: lo Stato che scappa
dai suoi doveri, i poliziotti costretti a fuggire dalla gente che
vorrebbero proteggere...
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ATTUALITÀ
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L’iniziativa del Comune di Bologna: aboliti anche età e nome
Curriculum senza sesso: scoppia il caso donne
La promotrice: «Un modo per non avantaggiare gli uomini». Ma a opporsi è il Pd: «Così quote rosa a rischio»
::: ANDREA E. CAPPELLI
■■■ Curriculum senza no-
me, età, genere sessuale: in
occasione della selezione del
Comitato dei Garanti (col
compito
di
giudicare
l’ammissibilità o meno dei referendum consultivi) debutteranno a Bologna i «curriculum al buio», all’interno
dei quali figureranno solo titolo di studio, esperienze lavorative e incarichi di varia
natura conseguiti dai candidati.
Perché una risoluzione di
questo tipo, che livella e azzera di fatto tutte le specificità
legate alla diversità di genere, col rischio di togliere alla
persona in quanto tale una
componente importante e
preziosa della sua identità?
Per «favorire una scelta libera da pregiudizi sull’età o sul
sesso, visto che gli studi su
queste tematiche dimostrano che spesso - anche inconsciamente - si tende a preferire il candidato uomo a fronte
di curricula di pari valore», afferma la giovane consigliera
comunale di Bologna Emily
Clancy,promotrice della proposta messa ai voti il 28 settembre scorso durante la seduta della commissione Affari istituzionali (presieduta da
Lucia Borgonzoni, di Lega
Nord) e approvata pressoché all’unanimità. Unica
astenuta Raffaella Santi Casali (Pd), reticente perché con
questi criteri diventerebbe
più difficoltoso rispettare le
quote rosa (e con storture di
naso da parte deglialtrimembri del Pd, assicurano voci di
corridoio).
Un’ispirazione che arriva
da lontano: Clancy, italo-canadese nata a Bologna, si è
formata tra la città felsinea e
Londra, conseguendo la laurea in Giurisprudenza. È specializzata in diritti LGBTIQ e
anti-discriminazione, ambiti
in cui svolge il praticantato
come avvocato. Ad arricchire il suo background culturale e la sensibilità in materia, il
servizio come volontaria nei
sindacati dei lavoratori in Canada, dove «ho imparato per
la prima volta il vero significato di welfare», scrive nello
spazio biografico all’interno
del suo blog, #LavocediEmi-
ly.Eletta a giugno di quest’anno in consiglio comunale tra
le fila di Coalizione civica, ha
fatto tesoro delle sue esperienze pregresse. «In Inghilterra hanno adottato da tempo l’utilizzo dei curricula
“genderless” dai quali sono
assentifoto, nome ed età», dichiara all’agenzia Dire, «così
da ottenere valutazioni scevre da qualsiasi possibile discriminazione».
Con questo nuovo modus
operandi i gruppi consigliari
dovranno selezionare cinque nomi per il Comitato dei
Garanti su trentuno candidature.
Senza
conoscere
l’identità dei candidati, i consiglieri procederanno ad esaminarlie a selezionare i profili da loro ritenuti più qualificati per l’incarico in questione.A questo punto, però, sorge spontanea una domanda.
A porla la consigliera del Pd
::: LA SCHEDA
LA PROMOTRICE
Emily Clancy, 25enne consigliera comunale bolognese, è
la promotrice della proposta
dei “curriculum al buio” messa ai voti il 28 settembre scorso e approvata pressoché
all’unanimità.
SOLO IL PD CONTRARIO
La sola astensione registrata è
stata della consigliera piddina
Raffaella Santi Casali, reticente perché «con questi criteri diventerebbe maggiorrnente difficoltoso rispettare le quote rosa» e garantire la presenza
femminile.
ISPIRAZIONE LONDINESE
Un’ispirazione che arriva da
lontano: Clancy, italo-canadese è nata a Bologna e si è formata tra la città felsinea e Londra, conseguendo la laurea in
Giurisprudenza. E’ specializzata in diritti LGBTIQ e anti-discriminazione, ambiti in cui
svolge la pratica da avvocato.
Santi Casali: come rispettare
le quote rosa senza poter risalire al genere dei candidati
(se non dopo un loro eventuale successo?).In un secondo momento si dovrà formare una graduatoria più ampia e poi scorrerla, per garantire la rappresentanza di uomini e donne in maniera
equa.
A proposito di discriminazione, non è forse ingiusto
che un uomo (o una donna)
maggiormente qualificati di
altri siano costretti a lasciare
il posto a qualcuno meno
meritevole, soltanto perché
di genere diverso?, chiediamo alla Clancy. «In generale
sarei sempre per guardare alle competenze del singolo,
in termini assoluti non sono
a favore delle quote rosa»,
puntualizza, «è anche vero,
però, che in certi ambiti le
donne non riescono ancora
ad accedere per via di arcaici
pregiudizi, mentre in organi
di garanzia è importante avere anche il punto di vista femminile. A fronte di questo, ritengo che le quote rosa contribuiscano in parte a sensibilizzare l’opinione pubblica
sul tema della discriminazione femminile, che ancora dilaga all'interno dei contesti lavorativi e sociali più disparati».
La battaglia personale di
Clancy coincide con quella
della lista civica che l’ha candidata: «Noi di Coalizione civica abbiamo fatto di questi
diritti uno dei nodi centrali
delnostro programma elettorale, e durante il nostro percorso amministrativo continueremo ad impegnarci in
questo senso».
Per il momento, il primo
tassello è stato posto.
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ARRESTATO PER AVER DISTRUTTO LE STATUE
Preso il ghanese vandalo delle chiese di Roma
È stato fermato in via di Ripetta a Roma il 39enne ghanese ritenuto il responsabile del danneggiamento, tra venerdì e ieri mattina, di alcune statue di santi in quattro
chiese della Capitale. Alla prima segnalazione del parroco della chiesa di san Martino ai Monti, si sono aggiunte
quelle della Basilica di Santa Prassede (due statue danneggiate), della chiesa di San Vitale in via Nazionale e di
San Giovanni in piazza dell’Oro. Identica la descrizione
dei testimoni e per la volante non è stato difficile identificarlo. [Ansa]
Dopo otto anni di proposte
Telecamere negli asili e test a educatori e maestri: primo sì alla legge
■■■ Telecamere negli asili per evi-
tare abusi e violenze sui bambini, e
test psicoattitudinali per educatori,
maestrie assistenti ad anziani e handicappati : sono queste le importanti novità di una proposta di legge
che approda alla Camera dopo almeno una dozzina di proposte di
legge trasversali e dopo numerosi
interventi del Garante della privacy.
Secondo il nuovo testo, i tempi
delle indagini possono essere accorciati di molto: basterà che la magistratura possa visionare le immagini criptate quando c’è una denun-
cia da parte dei genitori o parenti di
un assistito. Saltando quindi tutta
quella fase in cui, dopo la denuncia
e la successiva installazione delle telecamere nascoste,sidebba aspettare mesi e osservare impotenti bambini o anziani subire violenze, fino a
quando le prove raccolte siano a sufficienza.
Secondo il disegno di legge, le immagini non potranno essere viste
da nessuno, neanche dal personale
della scuola. Vi avrà accesso solamente il magistrato, se ovviamente
avrà ricevuto la denuncia che abbia
dato il via a un’inchiesta. Per poter
installare il sistema di videosorveglianza, ci vorrà invece l’assenso dei
sindacati. Il Garante della privacy,
entro 60 giorni dall’adozione della
legge, dovrà precisare adempimenti e prescrizioni da applicare in relazione all’installazione dei sistemi.
La legge non prevede costi, ma in
commissione i deputati firmatari
chiederanno che ci sia un fondo di
almeno 5 milioni l’anno per tre anni per le spese iniziali.
La legge prevede anche la formazione del personale e test psico-atti-
tudinaliper insegnanti, operatori socio-sanitari, educatori, infermieri e
tutti quelli che hanno tra le mansioni l’assistenza a bambini, anziani e
disabili. Secondo la proposta, inoltre, tutti gli operatori che svolgono
queste mansioni di assistenza diretta dovranno possedere adeguati requisiti, da verificare al momento
dell’assunzione e successivamente
con cadenza periodica: «Anche in
relazione», si legge nel testo, «al progressivo logoramento psico-fisico
derivante dall’espletamento di
mansioni che richiedono la presta-
CAOS RYANAIR
Disabile costretta
a viaggiare in aereo
senza carrozzina
La storia di Elena Paolini sta diventando un caso. Elena è una studentessa di venti anni iscritta al Westminster College di Londra. Ed è qui
che sarebbe dovuta rientrare lo scorso 23 settembre. Insieme alla sua sedia a rotelle. Come del resto fa da tempo e con la
stessa compagnia: la
Ryanair. La stessa che il
giorno del suo rientro le
ha impedito si portare
abordo la carrozzina sul
volo Ancona-Londra. Indignata, Elena ha utilizzato Fb per 2vendicarsi”
del disservizio della compagnia low cost. «Dear so to speak - Ryanair...»
(Cara - si fa per dire,
Ryanair), inizia il suo sfogo che prosegue con il
racconto della surreale
vicenda: il personale che
al check- in si sofferma
sulla sua sedia a rotelle,
la esamina, fino a dire di
aver «appena chiamato
Dublino» e che «Ryanair
non accetta questa sedia
a bordo». Il motivo? La
carrozzina era dotata di
batteria con all’interno
dell’acido non idoneo. E
nulla è stato possibile di
fronte alle proteste di
Elena, la quale ha spiegato che con quelle batterie in gel si era imbarcata giò diverse volte. Ma
Ryanair ha detto no.
«Non lasciate valutare i
rischi da qualcuno che
non ne ha le competenze, che fraintenderà il tipo di batterie. Perché in
questo momento, ne sto
pagando il prezzo io. Sorpresona! I disabili viaggiano», ha scritto nella
lettera. «Alcuni di loro
scelgono di non farlo,
perché sono stati trattati
male e non vogliono ripetere l’elettrizzante esperienza».
zione di assistenza continuativa a
soggetti in condizioni di vulnerabilità».
Il passaggio successivo è che la
proposta di legge sia emendata in
commissione, per tornare in Aula il
13 ottobre prossimo per la discussione.
Su Change.org ci sono ben otto
petizioni sull’argomento, che in totale hanno raccolto 143.189 sostenitori che chiedono un intervento in
materia e presto. Dopo otto anni, almeno il primo passo è andato in
porto. I tempi si stanno accorciando anche grazie ai recenti e brutali
casi di cronaca di violenze in alcuni
asili.
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Intervista ad Andrea Berton
::: FRANCESCO RIGATELLI
■■■ È una stanga di cuoco Andrea
Berton. Esce dalla cucina del ristorante che si chiama come lui, in Porta
Nuova a Milano, ma sembra che arrivi da una stireria per com’è impeccabile la sua divisa. E, come un ufficiale
di marina, Berton passa in rassegna le
truppe dei suoi vascelli. Dopo il “Berton”, ha aperto il bistrot “Pisacco”, la
pizzeria con cocktail “Dry” e poche
settimane fa il ristorante dell’albergo
“Il Sereno” sul lago di Como.
Tra gli addetti ai lavori, lei viene
considerato il numero uno a Milano. Se ne rende conto?
«Un incentivo a lavorare. Milano è
la città più importante per il food in
Italia,è migliorata, siavvertono sviluppo e energia. Ci sono persone che ci
hanno creduto e hanno investito creando posti di lavoro. Pensi che dieci
anni fa al posto di questo palazzo c’era una discarica!».
Tre anni fa lei aprì in questa zona. Come è andata?
«Lavoravo da Trussardi, in piazza
della Scala, un ristorante che mi ha dato molto. Avevo delle offerte a Honk
Kong e Singapore, ma valutai di investire qui. Volevo ripartire da zero e
scelsi questo luogo senza Storia. Così
invece di comprarmi casa, acquistai
una cucina. Ho assunto 22 dipendenti e sto recuperando prima del previsto l’investimento col mio socio».
Friulano cresciuto a San Daniele, ma milanese d’adozione. Il primo contatto con la metropoli?
«A 19 anni, una città molto diversa
da ora che ne ho 46. Volevo partire dal
numero uno e mipresentai al ristorante di Gualtiero Marchesi in via Bonvesin de la Riva. Mi ricevette il suo chef
francese e mi face capire che non avevo esperienza».
Non sapeva cucinare?
«Avevo fatto la scuola e qualche stage, ma niente di più».
Non la presero per presuntuoso?
«No, mi chiesero il curriculum per
un’eventuale selezione futura. Risposi che non ci sarebbe stato scritto nulla e che volevo essere messo alla prova subito. Il francese la faceva complicata, finché a un certo punto passò
Marchesi e chiese chi fossi. Gliraccontai la mia storia e lui disse al francese
di lasciarmi tentare. Così chiamarono
Davide Oldani per farmi accompagnare nello spogliatoio. Iniziai così a
lavorare con colleghi come Cracco,
Crippa, Lemann, Lopriore e Knam».
Se oggi venisse uno come lei a
bussare alla sua porta?
«Lo ascolterei, perché dimostrerebbe spirito d’iniziativa».
È capitato?
«Mai successo».
La lezione più grande di Marchesi?
«Mi ha fatto capire che questo lavoro sarebbe cambiato e che gli chef
avrebbero acquisito maggiore importanza. Lui viveva con grande entusiasmo la sua professione, con rispetto
delle materie prime e attenzione a
non pasticciare i piatti».
Passò come l’importatore della
“nouvelle cuisine”…
«La sua esperienza francese inizialmente lo condizionò. Importò una
tecnica magistrale e una consapevolezza della cucina da noi poco diffuse,
in un secondo momento li riadattò all’Italia».
Ora che direzione ha preso la cucina italiana?
«Non è più quella della nonna, ma
un’arte. Il massimo esempio è Massimo Bottura, con cui ho lavorato da
Alain Ducasse a Montecarlo, e noi
«Marchesimiha inventato
Ora cucino in una discarica»
Ha ripensato il concetto di ristorante ed è lo chef principe di Milano
«Siamo sempre più vegetariani e io nel menù ho otto insalate speciali»
che stiamo dietro dobbiamo aiutarlo
e fare squadra. La cucina deve diventare sana, digeribile, di benessere. Sono per la semplificazione del luogo e
dell’ingrediente, per la leggerezza».
Cambia anche il ristorante?
«Che sia moderno o storico, va riadattato. Da anni ho tolto la tovaglia e
presento i piatti in modo diretto. Il ristorante di oggi deve creare un’esperienza e va privato degli orpelli».
E le vecchie care trattorie?
«Siamo ancorati alla classicità, ma
le cose cambiano. Anche le trattorie
devono attualizzarsi. Chi starà al passo coi tempi avrà successo. Nessuno
avrebbe investito un euro su un posto
che fa pizza, cocktail e gelato come il
“Dry”, ora lo copiano».
In carta, presenta otto insalate.
Qual è la più rappresentativa?
«La verde. Le persone lavorano e
hanno fretta.Ecco allora un piatto uni-
:::
co veloce e sano. Una selezione di riccia, rossa, erbe per insaporire, aceto
balsamico, limone candito, invidia
belga per l'effetto croccante, amaranto, cereali, guacamole e crema d'avocado. Poi ce ne sono altre col pollo, il
polpo, le carote, verdure e frutta».
Diventeremo tutti vegetariani?
«Sicuramente l’orientamento si sta
spostando sul vegetale. Anch’io ho ridotto la carne, perché sento che sto
meglio, ma non va tolta del tutto. Bisogna saper dosare e creare una dieta
personalizzata».
Dicono sia la rovina di uno chef
quando apre troppi posti. Lei come
se la cava?
«Dicono male,perché bisogna organizzarsi per farli funzionare in modo
autonomo. Noi poi facciamo anche
eventi come la cena del tennista Djokovic & friends al Castello Sforzesco e
il matrimonio di Daniel Ek, padre di
Spotify, al Sereno».
Il testimone era Mark Zuckerberg di Facebook, l’ha conosciuto?
«Sì, mi è sembrato umile, equilibrato e consapevole di aver cambiato come comunicano le persone».
Poi gli ha chiesto l’amicizia su Facebook?
«Di persona uso solo Twitter, ma a
lui non l’ho detto. Mia moglie gestisce
l’Instagram del ristorante e la mia pr
Alessia Rizzetto la pagina Facebook.
Ho distribuito bene i compiti».
Il piatto che le piace cucinare?
«Mi guidano gli ingredienti».
E mangiare?
«Qualsiasi piatto fatto con passione. Le ostriche no, perché mi fanno
star male».
Ma è vero che è così difficile fare
gli spaghetti al pomodoro?
«No, tutto è difficile da fare bene.
Però è facile banalizzarli. Io faccio
un’insalata di spaghetti col pomodoro crudo e l’oliva liquida».
Qualche giovane su cui punta?
«Negli anni ho lavorato con molti
giovani in gamba, come Claudio Catino, Simone Sangiorgi e Domenico
Marotta».
“
MARK ZUCKERBERG
■ Ho cucinato per lui al
Sereno sul lago di Como
dove era testimone di
matrimonio. Un uomo
umile e consapevole
DAVIDE OLDANI
I giganti del vino crescono, l’Italia si dia una mossa
■■■ Piccolo è bello? Forse sì, ma
non rende se non si riesce a capire
che oggi il racconto e il marketing
contano almeno quanto la qualità
in bottiglia, forse qualcosa di più.
Nella guerra a volumi e numeri
l’Italia non potrà che arrancare
sempre di più. Il perché è presto
spiegato: Wine Industry Insight ha
pubblicato nei giorni scorsi la classifica dell’estensione delle superfici vitate sotto il controllo dei più
grandi produttori di vino del mondo. In testa c’è il gigante californiano Bronco Wine Co. che controlla
vigneti per un’estensione di ben
16.187 ettari (superficie più grande dell’intero Oltrepò Pavese). Al
secondo posto Treasury Wine
Estate, gruppo con sede a Victoria,
Andrea Berton, 46 anni,
cresce a San Daniele del
Friuli. Frequenta la
scuola alberghiera e
lavora da Gualtiero
Marchesi a Milano e
all’Enoteca Pinchiorri a
Firenze. Dopo un
passaggio a Montecarlo,
alla corte di Alan
Ducasse, torna da
Marchesi a Erbusco,
infine da Trussardi alla
Scala per poi fondare il
suo ristorante Berton.
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Spiritidivini
::: PIERANGELO BOATTI
UNA VITA
AI FORNELLI
in Australia,i cui vigneti si estendono per circa 12.117 ha tra Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti (California) e Italia (Toscana). Terzo
posto per Viña Concha y Toro,
che controlla 10.804 ettari di vigneto, estesi principalmente tra Cile,
Argentina e Stati Uniti. Constellation Brands controlla invece 8.400
ettari di vigneto tra Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Canada e
Italia. Al quinto posto, con 8.100
ettari di vigneto E&J Gallo, società
fondata nel 1933 dai fratelli Ernest
e Julio Gallo a Modesto, in California. Segue il gruppo Pernod Ricard che conta circa 6.500 ettari di
vigneto tra Francia, Australia e Argentina.
Questi nomi e questi numeri sono la rappresentazione plastica di
un fatto: per i piccoli produttori
che non fanno sinergia attorno a
poche e chiare denominazioni e
ad una strategia territoriale a medio-lungo termine non basterà
progressivamente nemmeno più
collocarsi sul mercato nella “fascia
di serie B”.
I giganti crescono e mietono
quote di mercato: sta succedendo
nel mondo dello sfuso ma progressivamente accadrà anche nel
mondo delle bottiglie. Ci vuole coraggio per lavorare insieme in agricoltura e fare rete d’impresa, ma
ormai il coraggio se uno non ce
l’ha se lo deve dare... Il mondo del
vino italiano deve allungare il proprio scaffale guardando all’estero,
senza auto cannibalizzarsi in casa,
badando a un racconto di sè che
non sia frastagliato e confuso.
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■ A 19 anni quando
riuscii a infilarmi nella
cucina di Gualtiero
Marchesi fu il primo
collega che incontrai
CARLO CRACCO
■ Un amico anche lui,
con me da Marchesi poi
dividemmo la cucina
dell’Enoteca Pinchiorri
di Firenze. Un grande
21
ATTUALITÀ
__Domenica 2 ottobre 2016__
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Natascia Brondino
abbraccia una ragazza
durante gli esperimenti
effettuati per strada
IL MELAFONINO
In vetro e acciaio
Ecco come sarà
il nuovo iPhone
::: FILIPPO CAVAZZA
■■■ «Ti abbraccio».Quante volte ci congediamo al telefono o nei messaggi di posta elettronica con questa
frase.Non è solo una formula, ma qualcosa di più concreto attraverso cui cerchiamo di costruire una relazione empatica con il nostro interlocutore.
IL GESTO
L’abbraccio, però, è realmente un gesto che può
avere effettibenefici sulla salute e sulla psiche delle persone. A crederlo, soprattutto da un punto divista scientifico, sono i ricercatori del
dipartimento di Scienze del
Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università
di Pavia.Guidati dalla giovane psichiatra Natascia Brondino, nell’ambito delle iniziative per la “Settimana della scienza” hanno fermato
per 4 giorni i passanti del centro di
Pavia per sottoporliad un esperimento a base di abbracci. La Brondino lavora con il professor Pierluigi Politi,
docente di psichiatria all’ateneo pavese e responsabile del laboratorio
autismo. Anche riguardo a
questa patologia i ricercatori stanno lavorando per
comprendere i nessi tra empatia e disturbi di stress e
ansia.
Gli esperimenti di una giovane psichiatra
LA SIGNORA DEGLI ABBRACCI
Ferma le persone per strada e le fa entrare in contatto
Poi studia gli effetti sulla salute: «È più facile guarire»
L’ESPERIMENTO
Munite di semplici sedie
e di un tavolino, e circondati dalle foto di alcuni bambiniche si abbracciano,iricercatoripavesi sisono posizionati tra piazza della Vittoria
e la Cupola Arnaboldi. A
questa scarna e innocua dotazione, hanno aggiunto alcuni strumenti di lavoro:
un tampone salivare e un
apparecchio dotato di sensori che, applicati alle dita
di una mano, rilevano la sudorazione.«L’obiettivo è valutare le implicazioni di
questi gesti sul nostro cervello e sugli ormoni», spiega la Brondino. Al termine
di dieci minuti di abbracci e
strette di mano, è stati infat-
ti prelevata alle «cavie»
umane la saliva da cui misurare l’ossitocina. Ed è proprio questo l’ormone chiave della ricerca. Un recente
studio dell’University of
Maryland School of Medicine, ha scoperto che a livello
“affettivo” quest’ormone
ha diversi lati positivi.
Attenua lo stress, per
esempio, accresce la fiducia in se stessi e negli altri, fa
aumentare l’empatia con il
prossimo e aiuta a socializzare. E non è poco. Tra le
altre virtù, questo agente
chimico ha anche quelle di
stemperare l’aggressività, e
rendere più empatici, favorendo una maggiore comprensione all’interno della
coppia. Una pubblicazione
di quest’anno del Journal of
Pain (Rivista del dolore) ha
dimostrato empiricamente
che i mariti che stringevano
le mani della moglie malata
riducevano drasticamente
il dolore in quest’ultima, rispetto alla situazione di nessuna stretta di mano o del
Imprenditore assolto in Spagna
::: LA SCHEDA
LO STUDIO
Gli esperimenti sugli effetti
che gli abbracci potrebbero
avere sulle persone sono stati
inserito nell’ambito della Settimana della Scienza dai ricercatori del dipartimento di Sienze
del Sistema Nervoso e Comportamento dell’Università di
Pavia.
IN PIAZZA
Guidati dalla giovane psichiatra Natascia Brondino, i ricercatori si son piazzati per quattro giorni al centro della città
di Pavia e hanno studiato gli
effetti degli abbracci con tanto
di strumenti del mestoere come i tamponi salivari per misurare il livello di ossitocina e
quelli per rilevare il livello di
sudorazione delle mani.
LE CONCLUSIONI
Il team di ricercatori è arrivato
alla conclusione che sono numerosi gli effetti benefici dell’abbraccio: attenua lo stress,
accresce la fiducia in se stessi
e negli altri, aumenta l’empatia con il prossimo, aiuta a socializzare e a stemperare
l’aggressività e a vivere bene
in coppia.
tocco di una persona sconosciuta.
GLI ALTRI STUDI
Altri studi americani hanno dimostrato che gli abbracci aumentano la memoria, riducono i battiti del
cuore e le preoccupazioni
su malattie o morte. Una ricerca dell’università canadese Mc Gill di Montreal e
della Emery di Atlanta,invece, partendo dai comportamenti animali aveva dimostrato che i bambini abbracciati e coccolati da piccoli
avevano minori probabilità, una volta diventati grandi, di essere stressati.
Un abbraccio ha effetti benefici anche sull’ossigenazione del sangue e sul ringiovanimento di una persona. Quando abbracciamo
una persona stimoliamo la
produzione di emoglobina,
che trasporta l’ossigeno ai
tessuti. Lo studio pavese
cerca ulteriori prove in questa direzione. «Se riuscire-
Nonno riconoscente
mo a dimostrare che un
coinvolgimento emotivo,
aiutato da gesti come un abbraccio, o anche il semplice
stare insieme può fare bene
- spiega la Brondino - allora
potremo pensare di applicare questa metodologia anche ad altri contesti: ad
esempio a quello sanitario,
prima di un intervento o di
un esame. O con i bambini,
per rafforzare la loro autostima.O ancora potrebbe rivelarsi utile contro la depressione. Le applicazioni potrebbero essere molte».
I CANI
Un’ultima curiosità. Se
gli abbracci fanno bene agli
essere umani, una ricerca
della British Columbia dimostrerebbe che ai cani
non piacerebbe riceverlidagli uomini. Quasi l’80% degli amici a 4 zampe proverebbe infatti fastidio e stress
di fronte a questo tipo di
coccole.
© riproduzione riservata
Per i dieci anni del “melafonino” la Apple starebbe progettando un
telefonino in vetro e acciaio. Stando alle anticipazioni di E Ming-Chi
Kuo, analista di KGI Securities che pare non
sbagli mai le anticipazioni del gruppo dalla
mela morsicata, la prossima generazione di
iPhone avrà i bordi in
acciaio inox e non in alluminio, probabilmente solo per le versioni
più costose del dispositivo (con memoria da
128 GB in su). Tutti i
modelli avranno la
scocca in vetro, senza
cornice. Altri “rumors”
parlano di un restyling
completo e la presenza
di schermi Oled, quelli
che non hanno bisogno
di dispositivi aggiuntivi
per illuminarsi e che
possono essere anche
piegati o arrotolati.
Un’ultima novità potrebbe arrivare dallo
scanner dell’iride. Sul
versante vendite dell’iPhone 7, sul mercato
da due settimane, il modello più venduto resta
il “jet black” con il 35%
delle vendite nonostante sia limitato ai modelli più costosi.
Intanto la Apple sbarca
in Cina dove è alle prese con la chiusura dei
servizi iBook e iTunes.
in ogni caso qui sorgerà
la prima struttura del
colosso di Cupertino da
45 milioni di dollari a
Pechino, nel Zhongguancun Science Park,
una sorta di “Silicon
Valley cinese”. Nel centro lavoreranno 500
persone impegnate a
sviluppare hardware,
tra cui computer e apparecchi audiovisivi. Il
centro servirà anche a
«rafforzare le partnership con partner locali
e università». La nuova
struttura Apple dovrebbe essere pronta entro
la fine dell’anno e andrà ad aggiungersi a
quelle dei colossi dell’hi-tech come Google a
Microsoft e a Intel.
Ragazza di 26 anni a Venezia
La segretaria lo accusa di stupro Salvano il nipote da un tumore Partorisce dopo un malore
Ma «il sesso era nel contratto»
Lui dona 800mila euro al Gaslini «Non sapeva di essere incinta»
■■■ Le prestazioni sessuali erano previste dal contratto accettato dalla segretaria personale e quindi non c’è stata violenza: lo ha sancito un tribunale di Alicante, in Spagna, che
ha assolto un imprenditore accusato dalla collaboratrice di
«violenza o intimidazione» sessuale. La corte, riferisce La
Vanguardia, ha ritenuto dimostrato che nell’accordo di lavoro inizialmente raggiunto fra l’uomo e la sua segretaria, per
uno stipendio mensile di 4mila euro, figurava il «requisito»
che i due mantenessero relazioni sessuali quando richiesto
dal datore di lavoro. Nel colloquio per l’assunzione l’imprenditore aveva indicato che il posto offerto, rileva il tribunale,
«era di segretaria personale e che le condizioni prevedevano
che mantenesse relazioni sessuali quando lui lo richiedeva,
condizioni accettate dalla denunciante».
■■■ Ha donato 800mila euro all’ospedale pediatrico Gaslini
■■■ Nasce all’insaputa della mamma. È successo in Italia lo
di Genova perché sono riusciti a salvare il nipote da un tumore
al cervello. Il bambino, che oggi frequenta felicemente la seconda elementare, aveva due anni quando gli fu diagnosticato un tumore cerebrale e ai genitori i medici dissero che non
c’era nulla da fare. Da qui l’idea di rivolgersi al Gaslini, che ha
preso in cura il piccolo. All’ospedale il nonno, un imprenditore di Verucchio (Rimini) di 72 anni, ha donato 500mila euro
per mettere in piedi una squadra di neuro-oncologia specializzata nel medulloblastoma, il tumore cerebrale maligno più
frequente nell’infanzia. Poi, qunado il nipote è guarito, altri
300mila euro. Soldi con cui l’ospedale ha assunto un chirurgo
oncologo,una neuroradiologa e una psicologa. «Non mi ritengo speciale. Spero solo che il mio gesto possa essere emulato».
scorso 7 settembre al San Bortolo di Vicenza dove è venuto alla
luce Mattia da una mamma che non sapeva di essere incinta.
Quella di Marilisa Scuccato, 26 anni, residente a Bressanvido, in
provincia di Vicenza, con il compagno 28enne, è stata una gravidanza fantasma. La donna, che fa la cuoca, al giornale dei Vicenza ha raccontato che la sera del 7 settembre, «finito di lavorare ho
accusato dolori. Con l’aumento del dolore mi sono fatta accompagnare in ospedale». Scioccante l’esito: «Ero alla quarantesima
settimana e il bimbo stava per nascere». E così è stato: poco dopo
è nato Mattia, 3,46 chilogrammi per 54 centimetri. «Non ho mai
avuto nessun sintomo» e «non sono rimasta stupita di non avere
avuto mestruazioni, perché soffro di ovaio policistico e per me è
normale un ciclo irregolare, anche con intervalli di sette mesi».
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__Domenica 2 ottobre 2016__
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A tu per tu
di MATTIAS MAINIERO
::: lelettere
[email protected]
Le lettere via e-mail vanno inviate sottolineando nell’oggetto: “lettere“. Via posta vanno indirizzate a: Libero - viale L. Majno 42 - 20129 Milano, via fax al n. 02.999.66.264.
RENZI/1
BANCHE
Il destino
del premier
Cari genitori,
vaccinate
i vostri figli
La comunità scientifica contesta la
proiezione del film “Vaxxed” che propone una relazione fra vaccinazioni
e autismo, film prodotto da un ex dottore radiato dall’albo per aver falsificato i dati.Prima osservazione: ha falsificato dati e l’hanno radiato. Seconda osservazione: quante persone scoperte a falsificare dati sono state radiate? Gli scienziati contrari a questa
tesi, che non so quanto sia valida, sostengono tutti che i vaccini sono indispensabili, però non ho notizie di inchieste approfondite che chiariscano che non c’è collegamento fra autismo e vaccini. La domanda è: per salvare cento milioni di bambini il fatto
che mille diventino autistici può essere considerato un danno collaterale
accettabile? I genitori che hanno questo tragico dubbio (ne conosco personalmente due) hanno diritto di avere
risposte inequivocabili.
Roberto Bellia
e.mail
***
Non se la prenda,
caro Bellia, ma il
suo discorso non
regge. Primo: la
scienza deve dimostrare le correlazioni, non l’assenza di
correlazioni. Se così non fosse, dovrebbe ricercare
un’infinita di legami inesistenti
per dire che non esistono, correlazioni tra le vaccinazioni e la schizofrenia, tanto per dire, i disturbi di
ansia, la depressione e forse pure
il mal di denti. Secondo: se un ricercatore pubblica lavori basati su
falsità, è giusta che venga radiato
dall’albo, che poi altri non siano
stati radiati pur falsificando i dati è
un altro discorso. Terzo: un farmaco, per essere immesso in commercio, deve superare molti test
che ne garantiscono l’efficacia e la
non pericolosità e che certificano
gli effetti collaterali. I vaccini in
commercio hanno superato questi test. Quarto: il vaccino contro il
morbillo, stando alla letteratura
medica mondiale, non provoca
l’autismo. E dunque, ai genitori
che hanno diritto ad una risposta
chiara e definitiva possiamo fornire una risposta chiara e definitiva:
vaccinate i vostri figli. Dopodiché,
se volete, vedetevi pure (ma non
so dirvi dove) “Vaxxed - Dall’insabbiamento alla catastrofe” di Andrew Wakefield, medico radiato
dall’albo. E’ un film. E se in un film
ci sono i marziani mica per questo
siamo autorizzati a credere che i
marziani esistano sul serio.
[email protected]
segui la rubrica anche su
www.
Così
non si risanano
Il presidente del Consiglio
Matteo Renzi abolirà Equitalia,finirà la Salerno-Reggio Calabria, diminuirà le tasse e farà
il Ponte sullo Stretto. Poi salirà
al cielo, siederà alla destra del
Padre e di nuovo verrà nella
gloria per giudicare i vivi e i
morti e il suo Regno non avrà
fine.
Leggo commenti in cui esperti
di economia (sic), ossequiosamente genuflessi, sostengono
il dogma che le banche abbiano il diritto di recuperare le
perdite addebitando i costi ai
client, come fa (secondo loro)
una qualsiasi azienda privata.
Possibile che nessuno abbia
spiegato loro che un’azienda
privata che perde non si sana
di certo aumentando i prezzi?
Sarebbe un suicidio, la concorrenza la cancellerebbe dal
mercato.Nessuna azienda privata gratifica i dirigenti che
hanno causato le perdite e li
lascia comodi sulla loro poltrona a causare altre perdite all’azienda ed alla sua clientela,
per un motivo molto semplice: fallirebbe. Ecco due punti
semplicisemplici su cui gli editorialisti economici potrebbero riflettere invece di continuare a prenderci per minorati
mentali con le loro giustificazioni delle malefatte del loro
datore di lavoro: la finanza.
Valentino Castriota
Trepuzzi (Lecce)
RENZI/2
Una cosa che Matteo
non ha fatto
Il presidente del Consiglio
(pro tempore) Matteo Renzi
ha fatto gli auguri a Berlusconi
per i suoi 80 anni. Come nel
suo stile, ha aggiunto: verrà ricordato per ciò che non ha fatto. Un cosa ha fatto di certo:
essere eletto dal popolo, più
volte, a governare il Paese. Cosa che Renzi non ha mai fatto,
e forse non farà mai.
Riccardo Bracco
e.mail
dendo la tv, miaccorgo che forse non ha tutti i torti. Leggo oggi che si vuole dare la pensione ai migranti dopo solo cinque anni di lavoro retribuito.
Se fosse vero, ogni commento
sarebbe inutile.
Visto che i politici non fanno
mai nulla per caso, non ci sono dubbi: Renzi tira fuori il
Ponte sullo Stretto nei gioni
dell’ottantesimo compleanno
di Berlusconi, che fece dell’opera un cavallo di battaglia.
Come dire: un regalo a Silvio.
I primati
di Marino
Ho letto con grande interesse
l’articolo di Mattias Mainiero
relativo all’ex sindaco di Roma Ignazio Marino. Sono rimasto sbigottito non tanto dalla richiesta di condanna dei
Pm ma dai record ottenuti dal
professore.Eccellenti e di grande prestigio da chirurgo, meno da sindaco. Impressionante l’essere venuto a conoscenza che il medico datosi alla politica sarebbe andato a cena il
26 dicembre (come pare sia
stato) dopo le tradizionali
mangiate di Natale e Vigilia.
Il governo ha siglato con i sindacati un accordo sulla riforma delle pensioni che sarà varata con la prossima legge di
Stabilità. Sono previsti interventi da mettere in atto nell’arco del triennio, tra cui l’anticipo pensionistico (Ape) che è
previsto a costo zero per alcune categorie di lavoratorie l’aumento della quattordicesima
per le pensioniminime. Auspico che venga risolto definitivamente anche il problema degli esodati che, grazie alla riforma Fornero, sono lavoratori rimasti senza lavoro e pensione.
REFERENDUM
La tentazione
di votare sì
La tentazione di votare sì c’è.
Tanto per smuovere le acque
e dimostrare che la Costituzione più bella del mondo può essere finalmente modificata e
aggiornata. Ma l’idea che votando sì si vota di fatto a favore
di Renzi (Premier di sinistra
che è retto da parlamentari
eletti dal centrodestra) trattiene e spinge a votare no. Si deve decidere. Resta il fatto che il
voto di questo referendum è
un voto drogato.
Angelo Ciarlo
e.mail
PENSIONI/2
Balzana idea
sui migranti
Antonio Massioni
Milano
Ho un amico che da sempre è
convinto che per cambiare l’Italia occorre una rivoluzione.
Gli ho sempre dato del matto
ma, leggendo i giornali e ve-
DIRETTORE
Vittorio Feltri
DIRETTORE RESPONSABILE
Pietro Senaldi
VICE DIRETTORI
Franco Bechis - Fausto Carioti - Giuliano Zulin
DIRETTORE GENERALE
Stefano Cecchetti
REDAZIONE MILANO e AMMINISTRAZIONE
Viale L. Majno, 42 - 20129
Telefono: 02.999.666 - Fax: 999.66.264
Antonietta Palamone
e.mail
IMMIGRATI
Italiani
e svizzeri
Gli immigrati rubano il lavoro
agli italiani, gli italiani insorgono al grido: prima gli italiani.
Gli italiani rubano il lavoro
agli svizzeri, gli svizzeri insorgono: prima gli svizzeri. Gli italiani sono gli immigrati della
Svizzera, e vogliono aver ragione?
Elio Cataldo
e.mail
Carlo Chievolti
e.mail
LOTTO
PONTE SULLO STRETTO
Estrazione dell’1/10/2016
E ora
gli esodati
Giacomo Mizzi
e.mail
A te che, nel maggio del 2004,
hai abbandonato chi sarebbe
diventato il nostro Oliver; a te
che lo avevi destinato a morte
certa; a te che hai compiuto
un atto crudele e disumano; a
te, paradossalmente, dico grazie. La tua scelta scellerata ha
permesso a me e alla mia famiglia di vivere una delle esperienze più belle della nostra vita con il nostro cane Oliver.
ROMA
PENSIONI/1
Il regalo
a Berlusconi
Il nostro
cane Oliver
Gianni Rossi
e.mail
Roberto Bellia
e.mail
RENZI/3
ANIMALI
BARI
63 26 54 11 50
CAGLIARI
21 13 89 86 66
FIRENZE
22 35 58 78
GENOVA
87 28 66 85 15
MILANO
23 59 90 46 82
NAPOLI
61 10 20 13 14
PALERMO
13 44 87 55 25
ROMA
18 44
TORINO
15 88 54 71 23
VENEZIA
27 43 55 11 73
NAZIONALE
23 26 30 88 20
2
Dopo Messina
la Libia?
Ponte sullo Stretto di Messina? Ma questi sono malati.
Non abbiamo neanche gli occhi per piangere e loro pensano a costruire il ponte. E allora
perché non un bel ponte che
colleghi Cap Bon, Tunisia,
con Pantelleria e Sicilia oppure ancora meglio dalla Libia in
Sicilia via Lampedusa? Così i
migranti arrivano più sicuri e
comodi.
4
80 55
Francesco Matarazzo
e.mail
10eLOTTO N. oro 63
10 13 15 18 21 22 23 26 27 28
TV
35 43 44 54 59 61 63 87 88 89
Qualche errore
di troppo
SUPERENALOTTO
La combinazione vincente
18 - 19 - 57 - 74 - 80 - 82
Numero jolly: 29
Numero SuperStar: 89
QUOTE SUPERENALOTTO
• Nessun ”6” (jackpot 149.382.908,63) •
Nessun ”5+1” • Ai 6 ”5” vanno € 43.482,16
• Ai 684 “4” vanno € 384,85 • Ai 28.822 ”3”
vanno € 27,66 • Ai 478.468 ”2” vanno € 5,19.
QUOTE SUPERSTAR
• Nessun “5 stella” • Ai 4 “4 stella” vanno
€ 38.485,00 • Ai 128 “3 stella” vanno
€ 2.766,00 • Ai 2.183 “2 stella” vanno €
100,00 • Ai 14.097 “1 stella” vanno € 10,00 •
Ai 29.132 “0 stella” vanno € 5,00.
• Montepremi: € 6.211.737,00
È mai possibile che ogni volta
che viene presentata in televisione una fiction su un personaggio o un periodo storico significativo si cada in errori
marchiani, come per esempio
l’elettrocardiogramma praticato alla moglie del prefetto Mori nel 1929 oppure un’improbabile fascia tricolore fatta indossare ad un Benito Mussolini ovviamente un po’ ridicolo?
REDAZIONE ROMA
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ISSN (Testo Stampato): 1591-0420
CERTIFICATO N. 8166
DEL 06/04/2016
ISSN 1591-0423
La tiratura di domenica 2 ottobre 2016
è di 108.597 copie
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Vi invitiamo a scrivere lettere brevi. La redazione si riserva il diritto di tagliare o sintetizzare i testi.
Posta prioritaria
DI FAUSTO CARIOTI
Verso il referendum, temendo un naufragio
scusa della mancata elezione di Amato al posto di Mattarella: è evidente che si tratta di una
bambinata. Le pare ragionevole che dopo 40
anni che si parla di riforme mai concretate di
un sistema vetusto, i “moderati” possano supportare l’azione dei vari Rodotà e Zagrebelsky,
del veterocomunista D’Alema e degli impresentabili fan di Grillo e del suo braccio destro
Travaglio? Non comprendo tanta miopia.
Luigi Troili - Roma
In vista del referendum Renzi schiaccia l’occhio alle destre. Non ascoltate il canto delle
sirene, Renzi è inviso alla maggioranza del popolo,a ragione. Da quando sono al governo
Renzi e Alfano l’Italia naufraga e non c’è un
mezzo di trasporto marino per salvarla. L’unico salvagente può essere il No al referendum.
Grazia Giaccardi - via mail
Pur presumendo che sussista una certa coartazione di Brunetta nei confronti del Cav, mi
sembra incomprensibile il No verso riforme
varate col suo apporto determinante con la
E meno male, cara Giaccardi e caro Troili,
che mancano ancora due mesi al giudizio
universale. Vero: l’Italia “naufraga” e non
c’è nessuno pronto a salvarla. Colpa di Renzi, ma non solo sua: la responsabilità del
premier è quella di non aver impresso al
Paese la svolta che aveva promesso, dimostrandosi un altro campione dello “zero virgola” (del Pil) come quelli che l'avevano
preceduto e che lui irrideva. Insomma, il
naufragio non è iniziato nel febbraio del
2014, ma molto prima. E visto che siamo
tra noi, diciamoci pure che l’attuale sistema istituzionale, creato nel dopoguerra
con lo scopo principale di tenere a bada
l’“uomo forte” al governo, è una delle cause del pantano italiano. Lo sa bene Berlusconi, il quale ha passato i suoi anni a Palazzo Chigi a lamentarsi perché Parlamento,
alleati di governo di dimensione bonsai,
Corte Costituzionale e altri organismi previsti dalla nostra meravigliosa Carta del
1948 gli mettevano in continuazione i bastoni tra le ruote. Aveva torto? Non credo.
Il brivido che potrà procurare la defenestrazione di Renzi, se mai ci sarà, rischia di
durare poco: quanto basta a capire che
non c’è nessun Winston Churchill pronto a
prendere il suo posto e che, chiunque arrivi, avrà davanti gli stessi ostacoli che hanno bloccato il cammino del Cavaliere e dell’ex sindaco di Firenze. Per quanto mi riguarda non voterò la riforma, ma solo perché la ritengo una grande occasione persa
per cambiare come si deve un sistema istituzionale che fa acqua da tutte le parti, e
non per le ragioni di Zagrebelsky e Rodotà.
Ne riparleremo. Buona domenica a tutti,
intanto.
Tralascio l’elenco di altre numerose sciocchezze.
spettatori presenti al dibattito
alla Cnn.
gate chi lo prende ma basta
con questo Ranocchia.
Patrizio Pesce
Livorno
Roberto Zanella
e.mail
Giordano Citterio
e.mail
USA/1
Ha vinto
Trump
Il primo duello lo ha vinto Donald Trump, basta avere il coraggio di andare a vedere i veri
sondaggi negli Stati Uniti. Il sito “Drudge Report”: l’82 per
cento ha preferito Trump
(hanno votato in 740mila),il sito “Cnbc”: il 67 per cento per
Trump,per ilsito “Time Magazine” Trump ha preso il 55 per
cento (hanno votato un milione e seicentomila). Va detto
che i primi due sono liberalconservatori e l’ultimo è vicino al Partito Democratico. La
Cnn dava già prima che finisse il dibattito il successo per la
Clinton e questo sondaggio è
diventato il risultato ufficiale.
Il solito giochetto dei mass media vicini ai Democrat a cui sono seguiti i gonzi della tv italiana, ma non solo. La realtà dei
numeri pare sia stata un’altra
rispetto a quella raccolta fra gli
USA/2
Sembrava fosse la fine del
mondo: Higuain via da Napoli. A conti fatti e visto l’incasso,
i tifosi dovrebbero ora ringraziare Higuain. C’è qualche altro grande campione che vuole andare via? Il Napoli vuole
vincere il campionato?.
Gennaro Gismondi
e.mail
Francesca Rago
e.mail
Non tutti i mali
vengono per nuocere
In Usa dilagano i sondaggi sulle presidenziali. Poi, come avviene puntualmente in Italia,
almomento delvoto chissà cosa accadrà, visto che i sondaggi vengono ogni volta smentiti. Questa è una malattia dell’epoca moderna, ogni cosa un
sondaggio, un’intervista, una
statistica. Stiamo esagerando.
Paolo Ponti
e.mail
Da interista non pentito sono
contento che in Europa League l’Inter si fermi perché la
squadra deve concentrarsi sul
campionato. Il secondo o terzo posto è il nostro obiettivo,
addirittura potrebbe essere il
primo! Forza ragazzi!
Gastone Bertuetti
e.mail
NAPOLI
Un grazie
a Higuain
INTER/1
Basta
con Ranocchia
Lo scorso campionato di calcio qualche spiritoso aveva innalzato uno striscione: «Ranocchia, se ti bacio poi diventi
un calciatore?». Per quanto mi
riguarda,da tifoso dell’Inter dico:basta, basta,basta con questo Ranocchia, regalatelo, pa-
Vi ricordate
di Rio?
Dedicato a chi critica il sindaco Virginia Raggi per la scelta
di dire no alle Olimpiadi a Roma nel 2024: da poco si sono
conclusi i Giochi olimpiaci di
Rio de Janeiro. C’è qualcuno
che ricorda qualcosa di queste
Olimpiadi? Sono trascorse solo poche settimane dai Giochi
e il ricordo si va indubbiamente sbiadendo. Immagino che
anche a livello turistico le cose
funzionino allo stesso modo,
anche perchè Rio non ha bisogno, turisticamente parlando,
di eventi sportivi per essere conosciuta nel mondo. Così l’intero Brasile, ricco di turisti indipendentemente dalle Olimpiadi. E allora a cosa servono
queste Olimpiadi se non a
spendere soldi e spesso a spenderli anche male, con il rischio
di costruttori, imprenditori, affaristi e anche politici che si
fanno ricchi sulle opere che
poi neppure servono veramente ai cittadini?
INTER/2
La malattia
dei sondaggi
OLIMPIADI
NORD: Cieli coperti su gran parte delle regioni con piogge e rovesci soprattutto sulle zone di Nord Est. Più asciutto ad Ovest. Meglio in Romagna con ampie schiarite.
CENTRO: Instabilità diffusa su gran parte delle regioni centrali. Piogge e
rovesci sparsi. Meglio su Umbria e Abruzzo. Soleggiato su Sardegna.
Temperature in diminuzione.
SUD: Prevalentemente instabilie su tutte le regioni con piogge e rovesci. Meglio su Sicilia con cieli sereni o parzialmente nuvolosi. Temperature in calo.
NORD: Al Nord Ovest nubi sparse con ampie schiarite in riviera ligure e
sulle Alpi centrali, sereno sulle pianure lombardo piemontesi. A Nord Est
instabile sulla Romagna con piogge e rovesci.
CENTRO: Ancora una giornata dominata dall’instabilità su tutte regioni
centrali con piogge e rovesci sparsi. Più asciutto su Abruzzo. Cieli sereni
su Sardegna.
SUD: Tempo in miglioramento nonostante ancora piogge e rovesci su
Campania, Siclia e Puglia settentrionale. Temperature senza grosse variazioni.
NORD: Al Nord Ovest cieli prevalentemente sereni o poco nuvolosi.
Al Nord Est nubi sparse con ampie schiarite in Romagna e sulle Dolomiti
sereno altrove.
CENTRO: Sul Tirreno nubi sparse con ampie schiarite sulla dorsale laziale,
sereno altrove. Sull'Adriatico nubi sparse con ampie schiarite sulla dorsale, coperto con pioggia moderata altrove.
SUD: Sul Tirreno nubi sparse con ampie schiarite sui litorali e sulla dorsale campana, sereno sulle pianure e sulle subappenniniche, coperto
con pioggia debole sulla dorsale calabra. Sull'Adriatico sereno.
Temperature previste oggi
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CAGLIARI
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ROMA FIUMICINO
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Grande Guerra, incontro a Milano sui rapporti con la Germania
Nobel Letteratura, l’annuncio slitta di una settimana
In occoasione delle commemorazioni della Grande Guerra, mercoledì prossimo, alle ore 18,
l’Associazione nazionale Volontari di guerra e L’Unione nazionale Ufficiali in congedo d’Italia organizzano a Milano (via Duccio di Boninsegna 21/23) un incontro su «1914-1916. Il
Regno d’Italia dalla neutralità alla guerra contro l’Impero Germanico», durante il quale il
giornalista Maurizio Cabona intervisterà lo storico Enesto Galli della Loggia.
Il vincitore del Nobel per la Letteratura 2016 sarà annunciato giovedì 13 ottobre a Stoccolma alle
13 in punto dai membri dell’Accademia Reale Svedese. L’ultima volta che il Nobel letterario fu
svelato la seconda settimana di ottobre e non la prima, come vuole in genere la tradizione, risale
al 2005. Sul nome del vincitore fioccano le scommesse. I pronostici danno favoriti il giapponese
Haruki Murakami (6/1), il poeta siriano Adonis (7/1) e l’americano Philip Roth (8/1).
PIERGIORGIO ODIFREDDI
«Allevati a storie, crediamo a ogni contastorie»
Nel suo caustico attacco alla stupidità umana, «il matematico impertinente» se la prende con la metafisica,
l’idealismo e le fantasticherie: «Sono il cibo quotidiano di chi legge o va al cinema: così si diventa psicotici»
::: MISKA RUGGERI
■■■ «Che stupidità che c’è
in giro. Ci sono persone che
non sanno nulla di scienza e
se ne vantano pure». Colpito!
Piergiorgio Odifreddi, «il
matematico impertinente»,
lo ripete spesso. E io, Liceo
Classico, laurea in Lettere
Classiche e poi in Filosofia
nel curriculum, orgoglioso di
non essere mairiuscito a risolvere un’equazione di secondo grado, mi sento un po’ a
disagio nell’intervistarlo sul
suo Dizionario della stupidità. Fenomenologia del
non-senso della vita (Rizzoli, pp. 382, euro 18). Meno
male che al mio fianco, idealmente (avverbio che certo
non piace al prof.), ci sono
Blake, Goethe, Dostoevskij,
Yeats, Nietzsche, Heidegger
ecc., tutti fatti a pezzi da Odifreddi. E meno male che, off
record, su tante altre “scienziaggini” da lui vituperate
(omeopatia, psicanalisi, teoria gender...), troviamo una
buona sintonia.
Professore, va bene che,
come diceva Einstein, la stupidità umana è infinita, ma
lei non risparmia niente e
nessuno...
«Non si è in assoluto stupidi o non stupidi. È una questione di sfumature, ognuno
ha una certa percentuale di
stupidità, che può anche essere temporale, apparire e sparire. E poi gli stupidi ci sono,
nella stessa percentuale, in
tutte le categorie, Nobel compresi. Insomma, nessuno è
immune dalla stupidità: è
sempre in agguato».
Da ateo doc, un suo bersaglio sono le religioni. Ma
mentre sul cristianesino ne
dice di tutti i colori (per
esempio: «È una stupida
truffa»), alla voce “Maometto” si limita a un innocuo
aneddoto sulla montagna.
Non è che lo fa perché ad
attaccare la Chiesa si ricevono applausi, mentre a prendersela con Allah si rischia
la pelle?
«Al contrario, mi sembra
che oggi sia di moda parlare
male dell’islam, visto che lo si
identifica automaticamente
con terroristi e immigrati,
quando invece persino Scalfari è diventato un fan di papa
Francesco. Se scrivo più della
Chiesa è solo perché, avendo
anche studiato dai preti, la conosco meglio. Ho provato a
leggere il Corano, ma è di una
noia terribile, una sorta di poetico flusso di coscienza, sembra letteratura esistenzialista... Inoltre, del cristianesimo midanno fastidio le pretese di spiegazioni cosmologiche, la Genesi con il Dio creatore e antropomorfo. Mi sembra più attaccabile dal punto
di vista scientifico, che è il
mio, rispetto al Dio più astratto dell’islam, più simile allo
Spirito Santo della Trinità o alle Leggi di Natura. Dal punto
di vista politico, ovviamente,
le cose cambiano. Anche se
secoli fa non mancavano certo i fondamentalisti cristiani».
Ma non è un po’ ridicolo
arrivare a scrivere -405 al
posto di 405 a.C.?
«Con le date le ho provate
tutte...È che Cristo non è neppure esistito, perché usarlo?
Come matematico, mi è venuto istintivo usare il segno
meno».
Perché critica Gentile e il
Liceo Classico, orgoglio della nostra civiltà, come peraltro riconoscono numerosi
suoi colleghi scienziati?
«Mi sembra vergognoso dividere la scuola tra istituti per
chi andrà a lavorare, e quindi
deve studiare cose utili, e licei
per chi andrà a comandare, e
quindi può studiare cose inutili, come il latino e il greco».
Beh, secondo me il ragionamento non fa una grinza…
«Io vengo da un ambiente
anglosassone, dove non ci sono queste differenze tra scuole. Il Classico produce prosopopea, e non rende automaticamente più intelligenti. Illatino insegna l’analisi logica? E
il russo o il tedesco, no? C’è
un assurdo gusto di studiare i
classici solo perché tali. Ma
anche loro hanno detto stupidaggini».
Si studiano, e si devono
studiare, perché sono la nostra identità.
«Vero che la nostra civiltà
deriva dalla Grecia, ma ilClassico, chissà perché, emargina
i migliori. Tanto Platone, tanta metafisica di Aristotele e
niente atomisti, niente Epicuro, niente Euclide».
Sostenere che la vera motivazione dello studio del latino è che lo parlano i preti,
mi scusi ma mi sembra una
cazzata. E magari fosse vero, forse una volta...
«Benedetto XVI si è dimesso annunciandolo in latino
per essere sicuro, così ha dichiarato di recente, di non fare errori, conoscendo meglio
il latino che l’italiano. Inoltre,
il Vaticano è l’unico posto al
mondo dove ancora si parla
latino. Quindi...».
Però lei stesso si occupa
di teologia, di Nuovo Testamento, di Lucrezio, di filosofia ecc.. Uno psicologo potrebbe parlare di complesso di inferiorità verso chi ha
alle spalle studi umanistici...
«Uno scienziato vero non
si chiude nel suo mondo, ma
si apre all’umanesimo, va al
cinema, ascolta musica ecc..
È l’umanista, piuttosto, che
ha una mentalità chiusa e magari si vanta di non aver mai
letto Newton. E inoltre la divulgazione scientifica si deve
spingere neicampi che più in-
teressano le persone comuni,
come la politica o la religione:
io faccio vedere come la scienza può intervenire su questi
argomenti e fare chiarezza.
Per quanto riguarda la teologia,poi, la Scolastica medievale ha usato la logica per tentare di spiegare - invano - l’esistenza di Dio. Perciò, quando
mioccupo diteologia, mi interesso della storia della mia
materia. E non ha senso dirmi, come ha fatto Messori,
che sono solo un geometra:
anche Francesco è un perito
chimico. Dopo le scuole, uno
si informa, legge libri, studia...».
Confessi, lei dà dell’«asino ignorante e presuntuoso» a Croce perché non le
vanno giù il cognome e le
celebri frasi «Non possiamo non dirci cristiani» e, a
proposito delle superstizioni, «Non è vero, ma ci credo».
«Ah, ah, allora anche per il
nome Benedetto! La frase sulla jella non la conoscevo, la
metterò nella seconda edizione del libro... Comunque, l’aspetto più ottuso di Croce è
l’ostilità alla logica, a Giuseppe Peano, l’ispiratore di Bertrand Russell, e alla sua scuola torinese, o al matematico
Federico Enriques, che addirittura irrideva».
Alla voce “Fantasy” stronca il meglio dell’umanità:
gli dei di Omero, le idee di
Platone, i regni dell’aldilà
di Dante...
«C’è troppo fantasy in giro,
ci accompagna dalla culla,
con Harry Potter, alla bara,
con l’aldilà. Anche le spezie o
il sale servono, ma in grande
quantità fanno male. E oggi le
fantasticherie sono il cibo
quotidiano di chi legge o va al
cinema, fanno pensare che il
mondo “vero” è quello che
non c’è. Così si diventa psicotici, si finisce per ritenere che
l’essenza della realtà sia un’al-
tra, illusoria. Se allevati a storie, si crederà ciecamente a
ogni conta-storie».
Alcuni suoi accostamenti
sono azzardati. Per esempio Carlo Giuliani-Federico
Aldovrandi. Il primo andava all’assalto con un estintore in mano, il secondo stava
rientrando a casa.
«Vero, anche se entrambi
vittime dei poliziotti, sono casi diversi. Su Giuliani, Andreotti avrebbe detto che se l’è
andata a cercare (anche se io
non la penso come lui). Ma
volevo soprattutto evidenziare le “deviazioni” delle forze
dell’ordine. Negli Usa, poi, la
situazione è drammatica:
non ci pensano un attimo a
sparare, soprattutto se sei un
nero».
Passiamo ad alcune cose
che condivido in toto del
suo libro. Come è possibile
dar retta a ciarlatani come
Davide Vannoni o ai grillini
che si schierano contro i
25
CULTURA
__Domenica 2 ottobre 2016__
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Diatriba cinico-stoica
«La curiosità fa male»
ed Edipo lo dimostra
Parola di Plutarco
Oggi la curiosità non è più considerata un
vizio o un comportamento poco lodevole.
Anzi, è incoraggiata dalla pedagogia e ritenuta la molla del pensiero speculativo e
scientifico: chi non è “curioso”, non possiede molti interessi e non ha sempre voglia
di nuove esperienze, non potrebbe mai fare, giusto un esempio tra tanti, il giornalista. «Non è l’affievolirsi della vista, dell’udito, della memoria, della libido che segna
l’avvento della vecchiaia e annunzia la
prossima fine; ma è, dall’oggi al domani,
la caduta della curiosità», scrive addirittura Gesualdo Bufalino in Bluff di parole
(1994).
Plutarco, invece, nel trattatello in 16 capitoli De curiositate, scritto sotto forma di
diatriba cinico-stoica dopo il 96 d.C. e ora
riproposto - a cura di Simona Marchetti da La Vita Felice (Sulla curiosità, pp. 152,
euro 10,50, testo greco a fonte), considera
la polypragmosyne (da tradurre comun-
que come «morbosa curiosità», «curiosaggine», «forte desiderio di conoscere i mali
altrui», «ficcanasaggine») un pathos dell’animo. E lo dimostra con exempla concreti sia di personaggi che non hanno saputo controllarla (Edipo, l’olimpionico
Dioxippo) sia di chi invece ci è riuscito
(Odisseo nell’Ade, ben diverso dall’Ulisse
di Dante; il commediografo Filippide; il re
persiano Ciro; Alessandro Magno).
M.S.K.
J.R.R. Tolkien
L’Anello a Bilbo come premio
Torna «Lo Hobbit» originario
Piergiorgio Odifreddi
maneggia «la formula
più bella del mondo»:
l’identità di Eulero,
cioè il caso particolare
della formula di Eulero
in cui la variabile
è uguale a pi greco
Ristampata in facsimile la prima edizione del capolavoro, diversa da quella poi
canonica. E per orientarsi nella Terra di Mezzo ecco un «Dizionario» aggiornato
::: MARCO RESPINTI
::: CHI È
LA CARRIERA
Nato a Cuneo nel 1950, studi in
seminario, poi laurea in Matematica a Torino e perfezionamento negli Usa e in Urss. Docente di Logica fino al 2007 a Torino e alla Cornell University di Ithaca (New
York), fiero polemista, collabora
con «Repubblica», «L’Espresso» e
«Le Scienze». Dal 2007 al 2009 ha
organizzato all’Auditorium di Roma il «Festival della Matematica».
I LIBRI
Saggi scientifici a parte, tra i suoi
libri ricordiamo: «Il Vangelo secondo la Scienza. Le religioni alla prova del nove» (1999), «C’era una
volta un paradosso. Storie di illusioni e verità rovesciate» (2001),
«Il diavolo in cattedra. La logica
matematica da Aristotele a Gödel»
(2003), «Le menzogne di Ulisse.
L’avventura della logica da Parmenide ad Amartya Sen» (2004), «Il
matematico impertinente» (2005),
«Incontri con menti straordinarie»
(2006), «In principio era Darwin.
La vita, il pensiero, il dibattito sull’evoluzionismo» (2009), «Hai vinto Galileo! La vita, il pensiero, il
dibattito su scienza e fede»
(2009), «Come stanno le cose. Il
mio Lucrezio, la mia Venere»
(2013), «Sulle spalle di un gigante.
E venne un uomo chiamato
Newton» (2014), «Il museo dei numeri. Da zero verso l’infinito, storie dal mondo della matematica»
(2014).
vaccini perché causerebbero l’autismo?
«Non so se è un problema
deipolitici -l’intero Parlamento si schierò dalla parte del
metodo Stamina - o della popolazione. Di sicuro c’è un’ignoranza che fa spavento, un
antiscientismo che è colpa
dell’idealista Croce: quando
si inizia a parlare di metafisica e di idee platoniche, poi
non ci si ferma più, e si arriva
a credere ai maghi, agli oroscopi...».
I custodi del politicamente corretto la sbraneranno
per aver scritto che esistono le razze e che le donne
sono inferiori come matematiche, scacchiste o compositrici...
«I biologi evitano di parlare
di razza perché è una parola
screditata, ma allora è ridicolo usarla per i cani e non per
gli uomini. O si usa sempre o
mai. Alcuni genetisti, come
Guido Barbujani, si arrampi-
cano sui vetri... È uno scandalo del nostro tempo che il politicamente corretto sia diventato scientificamente scorretto. Sulle donne, che dire? In
alcuni campi non riescono a
eccellere. È un dato incontrovertibile. Esistono brave esecutrici, ma non compositrici.
Clara Schumann ci ha provato invano... Madame Curie
ha vinto due Nobel a inizio
Novecento, ma per la prima
donna vincitrice di una Medaglia Fields abbiamo dovuto
aspettare il 2014. Non reggono le spiegazioni “femministe” che le donne sono state
emarginate o dirottate sulla famiglia... La verità è che l’intelligenza media femminile è superiore, ma i picchi appartengono agliuomini. Come l’autismo e la schizofrenia sono disturbi più maschili, così anche il genio matematico è roba da uomini. È un fatto genetico».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
■■■ L’editore londinese Ge-
orge Allen & Uwin Ltd. pubblicò Lo Hobbit di J.R.R.
Tolkien (1892-1973) il 21 settembre 1937 in 1.500 copie.
Battendo sul tempo ogni altro
possibile evento celebrativo,
la HarperCollins - l’editore
che oggi pubblica Tolkien dopo avere assorbito nel 1990 la
Unwyn Hyman, evoluzione
del ramo inglese della multinazionale Allen & Uwin - manda in libreria un elegante cofanetto col facsimile della prima
edizione di The Hobbit, or
There and Back Again con
lo stesso lettering e le stesse illustrazioni all’epoca preparate con cura dall’autore.
Sarebbe sbagliato gridare all’ennesimo gadget commerciale. Perché la prima edizione de Lo Hobbit è preziosa. La
versione canonica del racconto è la terza (riveduta) del
1966,corretta per rendere il testo sempre più armonico con
la logica sia de Il Signore degli
Anelli,nelfrattempo pubblicato (1954-1955), sia della fase
compositiva di allora di quei
«racconti perduti» che sarebbero stati dati alle stampe solo
postumi, in epitome come Il
Silmarillion (1977) e in dettaglio nei 12 volumi (1983-1996)
più uno di indici (2002) come
The History of Middle-earth a
cura del figlio Christopher.
Ma la prima sostanziale revisione era già avvenuta nella seconda edizione del 1951.
SCHEDA ENTUSIASTICA
Tolkien cominciò a scarabocchiare Lo Hobbit su pezzi
di carta raccogliticci all’inizio
degli anni Trenta, forse persino nel 1929. Nel 1932-1933 la
composizione era virtualmente conclusa. Il testo fu letto da
alcuni amici, tra cui C.S. Lewis
(1898-1963). Nel 1936 uno di
questi, cioè Elaine Griffiths
(1909-1996), lo fece giungere
a Stanley Unwin (1884-1968),
titolare dell’Allen & Uwin, che
a propria volta lo passò al figlio Rayner (1925-2000), di 10
anni, lettore di fantascienza e
fantasy,promettendogli la paghetta di uno scellino se ne
avesse redatto una scheda. La
recensione entusiastica fu il
ALLE ORIGINI
Gollum nel film «Lo
Hobbit - Un viaggio
inaspettato». Sopra, la
copertina della prima
edizione di «The Hobbit»
via libera a un imperituro successo mondiale. Davanti a
quell’exploit inaspettato, l’editore chiese a Tolkien di scrivere subito un seguito.
Il nostro lavorava già da anni al legendarium della Terra
di Mezzo, di Númenor e del
reame beato degli Elfi, ma con
questo Lo Hobbit non c’entrava.Era essenzialmente una fiaba per ragazzi, l’aveva pensata per i suoi figli e di per sé non
era neppure destinata alla
pubblicazione. Lo scrittore-filologo accettò però la proposta, ritenendola l’occasione
buona per pubblicare il legendarium, ma interpretò la fretta dell’editore a modo proprio. Scrisse tutt’altro che un
sequel e partorì 15 anni dopo
Il Signore degli Anelli (a cui
sperava di accompagnare le
corpose saghe delle epoche
precedenti) e a quel punto
aveva incorporato la trama de
Lo Hobbit negli eventi cruciali
degli ultimi anni della sua Terza Era, facendo dell’Unico
Anello il focus culminante della creazione. Solo che nel
1947 il rigore che lo ha sempre
contraddistinto gli impose di
rivedere una parte determinante de Lo Hobbit non più
confacente alla narrazione de
Il Signore degli Anelli.
Scrisse la nuova versione, la
mandò a Stanley Unwin e per
anni non ebbe risposta. Il 19
luglio 1951 se la trovò stampata su una delle 3.500 copie che
l’editore aveva mandato in distribuzione. La modifica maggiore riguardava il capitolo 5,
«Indovinelli nell’oscurità»,
quando Bilbo Baggins incontra Gollum nelle caverne delle
Montagne Nebbiose. Nella
versione del 1937 l’Anello è il
premio che Gollum gli dà per
avere vinto la gara d’indovinelli,nella seconda del1951 ilmonile passa nelle mani di Bilbo
con l’inganno. Tolkien cambiò la storia rendendosi conto
che la versione originaria non
avrebbe affatto retto agli sviluppi successivi; mai Gollum
avrebbe ceduto l’Anello spontaneamente.
Siccome però ilgioco narrativo di tutto questo legendarium si regge sull’idea che
Tolkien sia solo lo scopritore
di antichi manoscritti della
Terra di Mezzo che poi avrebbe tradotto in inglese, non era
affatto possibile cambiare un
testo facendo finta di nulla. E
fu così che Tolkien, per bocca
di Gandalf al Consiglio di
Elrond (ne Il Signore degli
Anelli), spiegò che la versione
1937 del capitolo 5 era solo il
racconto bugiardo che un Bilbo irretito dall’Anello voleva
accreditare (liberandosi pure
dalsospetto diessere un truffatore), ma che invece lo Stregone Grigio smascherò rendendo nota la versione 1951. Oggi
questo tassello, indispensabile per comprendere nel dettaglio la psicologia del legendarium, disponibile.
GUIDA AMPLIATA
Certo che, direte voi, districarsi in questo mare magnum non è semplice. Vero.
Per questo un sestante come
il Dizionario dell'Universo
di J.R.R. Tolkien, compilato
dalla Società Tolkieniana
Italiana e fresco di stampa da
Bompiani (pp. 448, euro
15), con un’introduzione di
Gianfranco de Turris, è indispensabile. Uscito per Rusconi nel 1999 e poi per Bompiani nel 2003, questa nuova edizione aggiornata e ampliata
introduce numerose voci di
luoghi e personaggi tenendo
conto delle opere tolkieniane
nel frattempo edite in italiano
e pure delle nuove acquisizionicritiche. Scrive bene De Turris che con Tolkien l’Immaginario esce finalmente dalghetto dell’ostracismo per salire
maestoso in Paradiso...
© RIPRODUZIONE RISERVATA
26
SPETTACOLI
__Domenica 2 ottobre 2016__
commenta
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@
In arrivo il remake
della soap Dinasty
Arriva il remake di Dinasty. Il network televisivo
Usa «The CW» pensa a riportare in tv un grande
classico delle soap opera
di prima serata prodotta
da Aaron Spelling. I creatori di «Gossip Girl» Josh
Schwartz e Stephanie Savage stanno lavorando
al progetto di una nuova
«Dynasty». La nuova Dynasty di The CW seguirà
le vite di due ricche famiglie americane i Carrington e i Colby in continua lotta tra loro tra soldi, figli e potere. La serie
originale è andata in onda dal 1981 al 1989 su
ABC e è diventata un fenomeno pop quando
nella seconda stagione è
entrata nel cast Joan Collins nei panni di Alexis
«CAFÉ SOCIETY»
Meno male che c’è Woody
Naomi Campbell
torna in una serie tv
Allen festeggia 50 anni di carriera ma i suoi film non invecchiano affatto
::: PINO FARINOTTI
■■■ Café Sociaty è l’ultima invenzione
che Woody Allen colloca nel magnifico,
simbolico, palazzo déco, e quisiamo negli anni trenta, il solito contenitore di
gran classe. Lo conosciamo quel palazzo, e lo visitiamo una volta l’anno, una
bella abitudine. Vedi il suo film e stai
meglio. So bene che il concetto non va
esteso proprio a tutti, chi ama Colorado
non ama Woody, ma il piccolo ebreo di
New York in cinquant’anni di attività ha
davvero fatto molto per noi. In questo
ultimo film c’è bellezza, eleganza, ricchezza, stile alto di tutto. Bobby, giovane ebreo di New York va a Los Angeles
perché lo zio è un pezzo grosso delcinema. Il ragazzo è rapito da Hollywood.
Lo zio lo guida «ecco la casa di Robert
Taylor, quella è di Joan Crawford... la
vedo stasera». E così via. E le storie si
innescano. Amori compresi.
OTTIMA COLONNA SONORA
Come sempre il racconto di Allen è
attraversato dalla più bella musica americana, una costante che tutto nobilita:
le note di Porter, Gershwin, Rogers. Ma
Woody non può stare lontano dalla sua
città, e così fa tornare il ragazzo a New
York. Le due Coste a confronto. Allen,
oltrepassati gli ottanta possiede ancora
tutta la sua energia, compresa quella
delle battute. È graffiante, persino cattivo, certo col sorriso, con la propria religione. Il padre e la madre di Bobby sono sempre in conflitto dialettico. L’uo-
mo: «Io prego, prego, prego, ma non c’è
mai una risposta». La moglie: «La risposta è nella non risposta». Lui: «Forse,
ma sono troppo ignorante per capirlo».
Bobby invita una ragazza a cena: «Niente cucina ebraica, tutto è sempre scotto
per via dei germi da eliminare». Sì, è
sempre lui. In mezzo secolo Allen si è
sempre proposto come un amico affidabile, come un garante di evasione. E ha
dettato quel surplus di buonumore, che
ha dato una mano a tutti noi. Non c’è
dubbio che abbia portato qualche punto alla felicità collettiva. Certo la sua filmografia presenta qualità diverse, alcuni titoli sono capolavori, altri non lo sono, ma proposte senza qualità, mai. La
sua azione e la sua curiosità sono talmente vaste che non è possibile contenerle nelle sintesi.
Certo i capisaldi ci sono, le città per
esempio. A cominciare da New York. In
Manhattan si pronuncia in una appassionata dichiarazione d’amore verso la
sua città. Nel testo fuori campo, incipit
del film, connotando il protagonista,
cioè se stesso, dopo alcuni tentativi con
didascalie complicate e astratte, trova la
giusta formula: «Era di New York e lo
sarebbe sempre stato». New York «è»
dunque Woody, che poi nel tempo ha
viaggiato, esplorando altre città. E ciascuna la faceva sua. Ha assunto Parigi
perché là c’è tutto, il passato e il presente, l’arte e la cultura in un sortilegio
esclusivo; Londra per il sarcasmo e per
il thriller; Barcellona per l’amore ultralibero e i colori che tutto omologano; Venezia per la sintesi di tutto e per quel
IL REGISTA E LE SUE MUSE
A destra, Woody Allen. Sopra,
da sinistra Blake Lively e
Kristen Stewart, protagoniste
di «Café Society»
magico set naturale. Roma l’ha visitata,
esplorata, ma non è riuscito ad assumerla. La rappresenta in codici classici.
Ma le vicende e i caratteri potrebbero
essere collocate negli scenari delle altre
città di Allen. Non ha colto la romanità.
Poi c’è il modo di vivere del newyorkese, le sue allergie, i tic, le angosce. Sappiamo. Ma le indicazioni che arrivano
da lui non sono mai banali, non è detto
che debbano essere acquisite - sempre
di talento matto trattasi - ma certo meritano attenzione.
LA LISTA DI MANHATTAN
Come quando, sempre in Manhattan fa la lista di ciò per cui vale la pena
di vivere. «Be’, devo essere ottimista. Va
bene, dunque, perché vale la pena di
vivere? Ok. Per me... io direi... il buon
vecchio Groucho Marx tanto per dirne
una,e Joe DiMaggio e...il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l’incisione Potato Head
Blues...i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert...
Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle
incredibili... mele e pere dipinte da Cézanne, i granchi da Sam Wo, il viso di
Tracy».
C’è molta roba americana ma anche
molta universale.E poi Allen come deterrente, che è un aspetto decisamente
importante. Alludo ai due schermi,
grande e piccolo, portatori, molto spesso, di pensiero debole anzi debolissimo, di degrado, di noia. E poi di angosce che è legittimo rappresentare, ma
vivaddio, che ci venga lasciato, qua e là,
qualche spazio franco. Ed è lìche si inserisce l’autore ebreo.
Rispetto alla sua immensa opera ho
fatto una scelta di getto, una sola. È il
finale di Tutti dicono I Love You, del
1996. Woody è sulla sponda della Senna, con Goldie Hawn. Sono stati sposati
e ricordano quel periodo. Lei comincia
a cantare I’m Through With Love (quella di Marilyn in A qualcuno piace caldo) poi è il momento del ballo, surreale,
con lei che vola in alto, volteggia e scende fra le braccia, che non sono quelle di
Nureyev, ma dell’ex marito. Infine, col
fiume che riverbera le lucidi Parigi, concludono: Goldie: «Bella la vita...». Woody: «È sbalorditiva... sbalorditiva». Che
belpromemoria e...meno male che Woody c’è.
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L’accusa dell’autore delle Iene, da stasera su Italia 1
■■■ Anche Le Iene hanno un cuore:
Davide Parenti. Inventore del programma, in onda stasera alle 21.10 su
Italia 1. E di nuovo martedì. Stesso posto, stessa ora.
Si riparte con Ilary Blasi, Frank
Matano e Giampaolo Morelli. Perché loro tre?
«Ilary torna a casa. Matano e Morelli perché volevamo cambiare».
Si era parlato di un ritorno di Teo
Mammuccari: è sfumato?
«Congelato. Magari tornerà più
avanti».
Il martedì invece?
«Le Iene presentano Le Iene: Nadia
Toffa,Andrea Agresti,Giulio Golia, Paolo Calabresi e Matteo Viviani si alterneranno dietro al bancone».
Che cosa è successo con Enrico
Lucci?
«È come se Totti fosse andato via
dalla Roma,per giocare nella Fiorentina. Che senso ha? Enrico ci aveva manifestato un desiderio di cambiamento. Quando arriva un divorzio dopo
20 anni d’amore, non c’è rancore, ci si
chiede solo perché».
Se volesse tornare?
«Le porte sono sempre aperte. Abbiamo anche provato a convincere
Alessandro Sortino a tornare da noi».
Sortino, come Lucci e altri ex autori de Le Iene, lavorerà a Nemo su
Raidue. Sarà un programma fotocopia?
«Forse. Guardo il lato positivo, vuol
dire che sappiamo lavorare e che formiamo bene i nostri ragazzi».
Ma è vero che voleva andare via
da Mediaset?
«C’è stata una crisi, superata brillantemente. Sono felice di essere ancora
Scelto il cast
dell’Orient Expreess
Torna sullo schermo il
romanzo di Agatha Christie «Assassinio sull’Orient Express. Dopo la
versione diretta da Sidney Lumet nel 1974 è stato definito il cast del remake. La pellicola diretta e interpretata da Kenneth Branagh avrà come
attori il meglio di Hollywood. Sul treno, saliranno Michelle Pfeiffer,
Daisy Ridley e Johnny
Depp, al suo ennesimo
tentativo di rilancio.
Davide Parenti è l’autore delle
«Iene», il programma simbolo
di Italia 1. Nella nuova edizione
domenicale torna Ilary Blasi
Davide Parenti: «La Rai ci copia con Lucci e Sortino»
::: ANTONELLA LUPPOLI
Naomi Campbell torna
ad essere attrice nella serie TV «Star» (dove recita anche Lenny Kravitz).
Naomi sarà ricorrente
nella nuova serie di Lee
Daniels e Tom Donaghy,
creatori di «Empire»,
prodotta da 20th Century Fox. La Campbell, che
ha preso parte anche ad
«Empire», sarà Rose
Spencer, madre di
Alexandra (Ryan Destiny), originaria di Londra. Nel cast entra anche
Amiyah Scott. La serie,
che avrà come guest star
Lenny Kravitz, sarà ambientata ad Atlanta e racconterà la storia di tre
giovani cantanti in ascesa (Jude Demorest,
Ryan Destiny e Brittany
O’ Grady) entrate da poco nel caotico mondo
dello spettacolo.
qui».
Quest’anno che cosa vedremo?
«Un pezzo girato in Bosnia, in un
mercato di armi. Ci si rifornisce l’Isis.
Luigi Pelazza ha incontrato venditori
e compratori, gli hanno raccontato da
dove arrivano quelle armi e dove sono dirette. Come vengono portate in
Europa e dove le nascondono».
Le Iene hanno un pubblico giovane che vi segue anche sui social con
un record di 4.5 milioni di like su
Facebook: è un valore aggiunto?
«Certamente per i contenuti della
trasmissione, forse meno per gli ascolti. Meriteremmo qualcosa di più? Può
darsi, ma siamo una delle trasmissioni simbolo della rete: non ci sono Le
Iene senza Italia1 e non c’è Italia1 senza Le Iene».
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27
SPETTACOLI
__Domenica 2 ottobre 2016__
commenta
su www.liberoquotidiano.it
@
Intervista a Urbano Cairo
LA7 FA SERVIZIO PUBBLICO
«In prima serata ci battono solo Rai uno e Canale 5. Meritiamo parte del canone»
cente sta nella qualità dei programmi
offerti, nella ponderatezza delle scelte
fatte e nella voglia matta di crescere
sempre e comunque. Anche quando
la concorrenza prova a fermare la fase
dello sviluppo togliendoti proteine e vitamine. Non si fa così. Certo, non tutta
la mercanzia dell’emittente di Cairo
merita di essere comprata, sarebbe
davvero troppo. Però va sempre comparata con quella degli altri. Anche solo per vedere l'effetto che fa quando lo
share fa boom e gli altri fanno flop.
Sempre più spesso di questi tempi...
Semprini che noi battiamo
sempre, soprattutto perché
abbiamo dato fiducia a Floris che era partito al 3%. Mediaset ha Del Debbio e Belpietro che battiamo. Noi andiamo un po’ fiacchi con Paragone, è vero, che se nota,
non è più garibaldino, s’è
messo la giacca blu, e la gente ha bisogno di metabolizzarlo. Però siamo di certo
servizio pubblico, e vedremo di riuscire ad ottenere
una parte del canone, mi pare giusto».
Ma, scusi, non c’è anche
Sky che tratta l’informazione come voi, se vogliamo esser pignoli?
«Sì, ma Sky la paghi. Noi
siamo gratis, se permette...»
Torniamo all’approfondimento politico. Noto
che la figura di Renzi, specie nella dinamica del
“duello” torna a fare ascolti. Vi siete chiesti il motivo,
nelle analisi delle curve
d’ascolto?
«Banalmente, non è più
come nel 2014 quando era
uno schiacciasassi, quasi noioso nell’invincibilità. Ora,
più s’avvicina il referendum,
più regna l’incertezza, e la
gente vuole informarsi».
Ci saranno sinergie tra
La7 e la nuova proprietà
del «Corriere della sera»,
cioè sempre lei?
«Ci stiamo lavorando. Ora
sto vagliando tutte le inefficienze. Il Corriere è un ambiente altamente parcellizzato. Mi sto inoltrando personalmente in un ginepraio di
clienti, fornitori, fatture. Sto
controllando personalmente tutte le fatture, una ad
una, e sono più di 4000 al
mese. Se esclude un paio di
giorni a Roma o in Spagna,
gli ultimi due mesi mi sono
piazzato in Rcs, e, di solito,
non mi scollo prima di mezzanotte. Un lavoro folle, mi
creda».
Le credo. E mi dicono
che a Rcs i manager con
lei stanno impazzendo...
«Bè, giusto, no? È bene
che abbiano il senso della
drammaticità che avvolge
questa azienda. Non è che
mi diverta a spulciare i conti,
ma se faccio uscire Rcs dalla
palude non è un bene solo
per me ma, credo, per tutta
l’editoria italiana. Per ora
l’approccio con i dipendenti
è molto positivo: molti di loro sono tornati apposta dalle ferie per incontrarmi, molti le hanno rimandate (un’altra versione è che siano stati
“fortemente richiesti” al ritorno per lavorare d’estate.
Pare che un noto direttore
sia stato richiamato dalle
Olimpiadi col biglietto giò in
mano, ma con Cairo le leggende sono facili al florilegio...ndr).
Come li vede i suoi prossimi mesi, Presidente?
«Che domanda. Al lavoro,
no?...»
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::: segue dalla prima
FRANCESCO SPECCHIA
(...) spingendo l’Italia dello
scontro politico nella notte,
la sua La7 tocca il record di
ascolto medio nel prime time col 7,62% diventando la
terza rete italiana dopo Raiuno e Canale5.
Presidente Cairo, al telefono percepisco una sua
malcelata euforia. Merito
di Mentana? (essendo
multitasking, anche il sabato Cairo bascula allegramente tra famiglia, Torino, Corriere della sera,
La7. Prende fiato e
parte in modulazione televisiva)
«Il duello RenziZagrebelsky è andato benissimo, con
questi faccia a faccia Mentana si sta
scaldando.Ma quello che mi rallegra sono i numeri:non solo la rete è aumentata del 3,4% rispetto
a settembre dell’anno scorso, ed è sopra lo 0,7% rispetto al 2014, ma ha superato
l’ascolto del 2012/2013,
quando io non c’ero e si erano spesi 113milioni in più. E
tenga conto che allora la tv
era meno competitiva, non
era esploso il digitale e non
c’erano, per dire, Tv8 o La9
che fanno poco, ma qualcosina rosicchiano. E questo
perché io ho insistito fortemente nel connotare i programmi d’informazione, a
dispetto di chi mi diceva che
avrei saturato il palinsesto»
Glielo dicevo io, su «Libero», Presidente...
«Appunto, ma si può sbagliare, per carità. Oggi Lilli
Gruber fa cose meravigliose
col 6,49% di share, DiMartedì il 6,26% e di fatto ha costretto Ballarò alla chiusura,
Piazzapulita il 5/6%. Abbiamo un acces time tra il 7% e
il 9% e un mattino sempre
formidabile. Anche La7D
cresce dello 0,5% senza metterci la testa. Le confermo: si
può sbagliare...».
È vero, però io dicevo anche che lei si sarebbe ingolfato se rimaneva Michele
Santoro. Il quale andandosene, diciamo la verità, le
ha tolto un bel peso economico e d’ascolto, oltre a dare respiro a Formigli...
«Sì, è vero. L’ultimo Santoro era in fase calante. Ma la
verità è una: ormai chi vuole
vedere programmi d’informazione e approfondimenti deve andare su La7. Dev’essere sempre la nostra
mission. Io stesso, le confesso, lo faccio in automatico.
La notte del dibattito Trump/
Clinton ho finito in Rizzoli all’una di notte. Rientrato a casa, sdraiato sul divano ho
messo su La7 per gustarmi
lo scontro in diretta fra i
due»
Ma, scusi, non c’era nessuna diretta su La7...
::: BIOGRAFIA
LE CARICHE
Urbano Roberto Cairo è presidente di Cairo Communication, RCS MediaGroup (di cui
è anche amministratore delegato) e del Torino calcio.
GLI INIZI
Tra le esperienze precedenti, è
stato assistente di Silvio Berlusconi. Ha fatto poi carriera in
Publitalia ’80, come direttore
commerciale e vice direttore
generale e, infine, è stato amministratore delegato, dal
1991 al 1995, all’Arnoldo
Mondadori Editore pubblicità.
:::
ASCOLTI DA «PRIME TIME»
Nella foto grande, Matteo Renzi, Enrico Mentana e
Gustavo Zagrebelsky. A sinistra, Urbano Cairo. Sopra,
Giovanni Floris e Lilli Gruber [LaP-Ansa]
«Appunto, dico, non c’era. Allora, un tantino indispettito, ho mandato un
sms a Mentana alle tre di
notte: “Enrico ma perché
non abbiamo la diretta con
gli Usa?” All’inizio non mi
ha risposto».
Forse dormiva.
«Infatti. Mi ha poi risposto
alle 6 dicendo che non ne valeva la pena perché era troppo tardi. Invece secondo me
serve, come con la Brexit, o
le elezioni o il terremoto:l’informazione è il nostro asset.
Dalla prossima volta faremo
le dirette»
In tema di maestri dell’informazione: quando
arriva Giovanni Minoli?
Gli avete trovato collocazione adeguata?
«Io credo che i famosi faccia-a-faccia di Minoli (che
lui fa anche su Radio24, ndr)
andranno benissimo la domenica sera. La gente in questo momento ha fame di approfondimento soprattutto
politico».
Il talk è morto, il talk è
risorto. Di fatto, quindi,
voi fate servizio pubblico?
«Di fatto sì. Se toglie i tg,
alla Rai è rimasto solo Vespa, e, fuori Porro, questo
Commento
Ecco i segreti che hanno portato al sorpasso su Rete 4
::: ENRICO PAOLI
■■■ Siamo onesti, alla grande bufala
della Rai come «servizio pubblico»
non crede più nessuno. La stessa legge
che regola la materia è anacronistica e
fuori da ogni logica. Giusto mettere a
confronto le offerte oppure ripartire il
canone. A viale Mazzini di servizio non
è rimasto nemmeno quello d’argento,
sparito in chissà quale anfratto. E di
pubblico c’è solo la facciata, buona per
giustificare il canone in bolletta. La Rai
è solo e soltanto una televisione con
tanti canali, tantissimi direttori, un
enormità di dirigenti, pochissime idee
ma carissime.
Ma non è questa la ragione per la
quale La7, l’emittente di Urbano Cairo
e Enrico Mentana (slegarli ormai è
sempre più difficile, senza nulla togliere alle altre star della rete), nel giro di
pochi anni da crisalide è diventata farfalla, apprestandosi a diventare un uccello rapace, al punto da mettere in difficoltà anche Mediaset, superando Rete 4 in prima serata. Se non altro il colosso di Cologno Monzese rischia in
proprio, non a spese del contribuente.
Il motivo di fondo che rende La7 vin-
28
PALINSESTI
__Domenica 2ottobre2016__
RAI UNO
RAI DUE
RAI TRE
CANALE 5
ITALIA UNO
RETE QUATTRO
LA 7
6.30
8.15
9.40
8.05
10.10
10.40
10.45
7.55
8.00
9.10
9.40
8.10
8.25
7.55
8.20
10.15
10.55
12.05
13.30
14.00
16.00
17.00
17.05
18.45
20.00
20.30
21.15
23.40
0.45
UnoMattina in famiglia
Baku: Santa Messa di
Papa Francesco in occasione del viaggio
apostolico in Georgia
ed Azerbaijan
A sua immagine
Petrolio “Scandalo al
sole: paradisi all’italiana”
Nuova edizione Linea
verde Domenica “In
agricoltura l’unione fa
la forza: Il distretto
delle mele del Trentino-Alto Adige”
TG1
Automobilismo, Mondiale Formula 1 GP
Malesia: gara (Differita)
L’Arena “Speciale Protagonisti”. Condotto
da Massimo Giletti
TG1 - Che tempo fa
Nuova edizione Domenica In “Prima puntata”. Condotto da
Pippo Baudo, Chiara
Francini
Nuova edizione L’eredità “Prima puntata
stagione 2016/2017”.
Condotto da Fabrizio
Frizzi
TG1
Dal Teatro delle Vittorie Affari tuoi. Condotto da Flavio Insinna
Don Matteo 9 “Vecchi
ricordi” “Addio Natalina!” con Terence Hill
Prix Italia 2016
TG1 Notte - Che
tempo fa
11.00
13.00
13.30
13.40
13.45
15.30
17.00
18.00
19.00
19.05
20.30
21.05
21.45
22.40
0.30
1.00
Prima tv Heartland
Cara Viola (Sentimentale, 2014) con Jefferson Brown, Kellie
Martin, Robinne Fanfair. Regia di Laurie
Lynd.
Mezzogiorno in famiglia. Condotto da
Massimiliano Ossini,
Manila Nazzaro, Sergio Friscia. Con la partecipazione di Paolo
Fox
TG2
TG2 Motori
Meteo 2
Quelli che aspettano
Quelli che il calcio.
Condotto da Nicola
Savino. Con la partecipazione della Gialappa’s Band, Max Giusti,
Paolo Casarin, Sarah
Castellana
90° Minuto - Zona
mista
Rai Sport 90° Minuto
TG2 Flash L.I.S.
Sunday Tabloid. Condotto da Annalisa Bruchi. In studio Mario
Sechi, Aldo Cazzullo e
Dario Vergassola
TG2 - 20.30
Prima tv N.C.I.S.
“Farsa” con Mark Harmon
Prima tv N.C.I.S.: New
Orleans “Convergenze” con Scott Bakula
La Domenica Sportiva
Sorgente di vita
Appuntamento al cinema
11.15
12.00
12.25
12.50
12.55
14.00
14.15
14.30
15.05
15.30
16.20
18.50
18.55
19.30
20.00
21.30
22.50
23.45
0.10
Domenica Geo
Sembra ieri
Fuocoablob
Speciale Camera con
vista “Radio Days”
I Magnifici Sette “Penitenza”
TG3 - TG3 Fuori lineaTG3 persone - Meteo
3
FuoriRoma
Fuocoablob
Radici - L’altra faccia
dell’immigrazione
TG Regione - Meteo
TG3
In 1/2 h
TGR Prix Italia
Kilimangiaro - Il
grande viaggio
Nuova edizione Kilimangiaro - Tutte le
facce del mondo
Fuocoablob
Meteo 3 - TG3
TG Regione - Meteo
Che tempo che fa.
Condotto da Fabio
Fazio con Filippa Lagerback e Luciana Littizzetto
Che Fuori Tempo Che
Fa “I due “gemelli del
judo”" Al tavolo del 2
ottobre si troveranno i
due “gemelli del
judo”. Condotto da
Fabio Fazio con Filippa
Lagerback e Massimo
Gramellini
Novità La Casa Bianca
“Prima puntata”. Condotto da Iman Sabbah
TG3 Mondo - Meteo
3
TG Regione
10.00
11.00
12.00
13.00
13.40
14.00
18.45
19.55
20.00
20.40
21.15
23.30
23.50
0.00
0.30
1.15
1.55
4.05
4.35
5.00
Traffico - Meteo.it
TG5 Mattina
Nuova edizione Le
frontiere dello spirito
Il primo dei primi
Le storie di Melaverde
Melaverde
TG5 - Meteo.it
L’arca di Noè
Domenica Live. Condotto da Barbara
d’Urso
Caduta
libera smile
TG5 Prima
Pagina
TG5 - Meteo.it
Nuova edizione Paperissima Sprint “Prima
puntata”. Condotto da
Juliana Moreira con il
Gabibbo
Prima tv Il segreto
Grande Fratello VIP.
Condotto da Ilary Blasi
Grande Fratello Vip
Live
X-Style “Speciale dedicato alle donne”
TG5 Notte - Meteo.it
Paperissima Sprint.
Condotto da Juliana
Moreira con il Gabibbo
(Repl.)
Agents secrets (Thriller, 2003) con Vincent
Cassel, Monica Bellucci, André Dussollier.
Regia di Frédéric Schoendoerffer.
TGCom - Meteo.it (all’interno)
TG5 Meteo.it
CentoVetrine
Media shopping
SPORT
19.20 Respiro
Con Valeria Golino SCU
19.20 The November Man
Con Pierce Brosnan SCH
SC1
19.25 Inside Out
19.30 Fungus Seconda parte
Con Jimmy Akingbola SCF
20.30 Radio Rebel
DY
Con Debby Ryan
21.00 The Twilight Saga:
Eclipse
Con Kristen Stewart SCF
21.00 Crazy on the Outside Ricomincio da zero
SCC
Con Tim Allen
21.00 Il giro del mondo in
80 giorni
Con Steve Coogan SCM
21.00 Prima tv La giustizia di
una madre
SCP
Con Josie Bissett
21.00 Studio 54
Con Ryan Phillippe SCU
21.15 Scusate se esisto!
Con Paola Cortellesi SCH
21.15 La maschera di ferro
Con Leonardo
SC1
Di Caprio
22.35 La donna perfetta
Con Nicole Kidman SCP
22.40 Fuga in tacchi a spillo
Con Reese
SCC
Witherspoon
22.40 Il discorso del Re
SCU
Con Colin Firth
23.00 Ci vediamo
a casa
Con Ambra Angiolini SCH
23.05 Cold in July
Con Michael C. Hall SCM
23.10 Shaun, vita da
SCF
pecora - Il film
23.30 Barely Lethal
SC1
Con Jaime King
LEGENDA
8.55
11.55
12.50
13.00
15.05
15.05
15.30
17.20
17.50
18.00
19.00
20.35
0.15
HD
C - CN Cult - Cartoon Network
SKM Sky Mondiali HD
D
Discovery Chan. HD
ES
Eurosport HD
DY Disney Channel
Mondiale F1 GP MaleSP1-SF1
sia: gara (D)
Basket, Serie A Kia BrinSP1
disi - Trento (D)
Calcio, Premier League
Manchester United Stoke City (Diretta) SP3
Mondiale Superbike GP
Francia: Gara 2 (D) ES
Calcio, Premier League
Tottenham - MancheSP1
ster City (Diretta)
Calcio, Premier League
Leicester City - Southampton (Diretta) SP3
Ciclismo, Eurometropole
ES
4a tappa (Diretta)
Premier League Burnley
SP3
- Arsenal (D)
Calcio, Serie A Milan SP1
Sassuolo (Diretta)
Ryder Cup 2016 3a giorSP2
nata (Diretta)
Calcio, Major League Soccer Orlando City SC Montreal Impact (D) ES
Calcio, Serie A Roma SP1
Inter (Diretta)
Golf, Ryder Cup Cerimonia di chiusura (D) SP2
12.25
12.40
14.00
14.15
16.40
18.30
19.00
19.20
21.20
0.00
14.00
15.00
16.10
18.55
19.35
19.55
21.15
23.15
1.45
2.10
TELEFILM
Rai 4
Rai 5
21.00 Poirot “Il mistero del
FC
treno azzurro”
21.00 Rizzoli & Isles “La beFL
stia che è in me”
21.15 I Borgia - La serie “Il
giorno delle ceneri” SKA
NCK
21.20 Game Shakers
NCK
21.45 Big Time Rush
21.50 Rizzoli & Isles “Quando
la pistola fa bum bum” FL
DY
21.55 Life Bites
NCK
22.10 Big Time Rush
22.10 I Borgia - La serie
“L’assedio di Forlì” SKA
22.40 Sabrina vita da
DY
strega
22.45 The X-Files 2016 “La
F
lucertola mannara”
22.50 Candice Renoir “Candice contro Antoine” FC
NCK
23.00 Big Time Rush
DY
23.05 Fiore e Tinelli
SKA
23.05 Aquarius “I Will”
NCK
23.25 Big Time Rush
DY
23.25 Doggywood
23.35 Wayward Pines 2
“Ogni anno, per duemila
F
anni”
DY
23.40 The Avatars
21.10 Pechino Express - Le civiltà
perdute “Terza puntata”.
Condotto da Costantino
della Gherardesca
23.45 Un weekend con il nonno
21.15
22.05
23.00
23.30
DOCUMENTARI
RAGAZZI
20.55 Stupidi al
NGC
quadrato
D
21.00 Come è Fatto
21.00 I 7 segni
THC
dell’Apocalisse
SKU
21.15 Ink Master
21.25 Stupidi al
NGC
quadrato
D
21.30 Come è Fatto
21.55 Storia segreta degli
NGC
UFO
21.55 Prima tv Come
D
è Fatto
19.40
20.00
20.05
20.30
20.55
21.00
21.20
21.25
21.45
NEXO Knights
I Griffin
Ninjago
I Griffin
Adventure Time
I Simpson
Adventure Time
I Simpson
DC Super Hero
Girls
21.50 I Simpson
22.10 Batman: The Brave
and the Bold
CN
F
CN
F
CN
F
CN
F
CN
F
CN
Canale disponibile anche in alta definizione
F
Fox HD FC-FL Fox Crime HD Fox Life
SKA Sky Atlantic
MGM Metro Goldwyn Mayer
NCK Nickelodeon
10.30
9.20
10.00
10.50
11.30
12.00
Media shopping
Terra!. Condotto da
Toni Capuozzo (Repl.)
Hidden Kingdoms
S. Messa
Hidden Kingdoms
TG4 - Meteo.it
Brutti di notte (Commedia, 1968) con
Franco Franchi, Ciccio
Ingrassia, Gabriella
Giorgelli. Regia di
Gianni Grimaldi.
Donnavventura
Lucky Luke
Indianapolis pista infernale (Drammatico,
1969) con Paul Newman, Joanne Woodward, Robert Wagner.
Regia di James Goldstone.
TG4
Dentro la Notizia Meteo.it
Tempesta d’amore
Più forte ragazzi! (Avventura, 1972) con Terence Hill, Bud
Spencer, Reinhard Kolldehoff. Regia di Giuseppe Colizzi.
Prima tv free Perez.
(Drammatico, 2014)
con Luca Zingaretti,
Marco D‚Amore, Simona Tabasco. Regia
di Edoardo De Angelis.
TG4 Night News
Eros (Drammatico,
2004) con Con Christopher Buchholz.
Regia di Michelangelo
Antonioni, Steven Soderbergh, Wong Karwai.
NGC National Geo.HD
SC1 - SCU Cinema 1 HD - Cult
SCC Cinema Comedy HD
SCF Cinema Family HD
SCH - SCM Cinema Hits HD-Max HD
SF1 Sky Formula 1 HD
SCP Cinema Passion HD
SP1-2-3 Sky Sport 1-2-3 HD
SKU Sky Uno
THC The History Channel
Rai Storia
20.50 Rai Cultura - Il tempo e la
Storia
21.15 Bloody Sunday (Drammatico, 2002) con James Nesbitt. Regia di Paul
Greengrass.
23.00 Rai Cultura - Il tempo e la
Storia
Rai Movie
21.10 Rush (Drammatico, 2013)
con Chris Hemsworth.
Regia di Ron Howard.
23.20 La parte degli angeli
(Comm., 2012) con P. Brannigan. Regia di K. Loach.
Prima tv Wild Japan
I segreti del sottosuolo
Giubileo, l’altro sguardo
Beyond (Drammatico,
2010) con Noomi Rapace.
Regia di Pernilla August.
Cielo
21.10 Hong Kong colpo su colpo
(Avventura, 1998) con
Jean-Claude Van Damme.
Regia di Hark Tsui.
22.50 Metropolsex
Iris
21.00 The Words (Drammatico,
2012) con B. Cooper. Regia
di B. Klugman, L. Sternthal.
23.05 Le strade dell’emozione
23.10 Il nemico alle porte
(Guerra, 2001) con Joseph
Fiennes. Regia di Jean-Jacques Annaud.
ontro
laCsc
multleiprosi
la
10.40
11.30
13.30
14.00
14.20
16.15
18.00
20.00
20.35
21.20
23.30
1.45
Omnibus - Dibattito
(Dir.)
L’aria che tira - Il Diario. Condotto da Myrta
Merlino
Otto e mezzo. Condotto da Lilli Gruber
(Repl.)
A viso aperto (Western, 1973) con Rock
Hudson, Dean Martin,
Susan Clark. Regia di
George Seaton.
TG La7
TG La7 Cronache.
Condotto da Bianca
Caterina Bizzarri
Il Commissario Cordier
“Un amore impossibile”
Joséphine, ange gardien “Il colore dell’amore”
Joséphine, ange gardien “Pronto Soccorso”
TG La7
Crozza nel paese delle
meraviglie “Best of”.
Condotto da Maurizio
Crozza
Una donna in carriera
(Commedia, 1988) con
Harrison Ford, Sigourney Weaver, Melanie
Griffith. Regia di Mike
Nichols.
Sex Crimes - Giochi
Pericolosi (Thriller,
1998) con Kevin
Bacon, Matt Dillon,
Theresa Russell. Regia
di John McNaughton.
Commissario Navarro
“Fuoco nel quartiere
arabo”
CLASS TV
Class Cnbc
(Canale 507 di Sky)
16.50
17.15
20.00
20.30
Design&Living
My Tech
Ride&Drive
Top Lot
Class Horse
(Canale 221 di Sky)
20.35 Special Class: Furusyyia
FEI Nations Cup Jumping
Final 2016
20.50 Longines GCT 2016 Settimo appuntamento della
stagione 2016 di Longines
Global Champions Tour
Class TV Moda
(Canale 180 di Sky)
18.15 Full Fashion Designer
21.00 Breakout
22.00 Full Fashion
Designer
23.30 Fashion Dream
CANALI PREMIUM DIGITALE TERRESTRE
Joi
Action
Premium Stories
20.25 Hart of Dixie “Serata speciale” con Rachel Bilson
21.15 The Big Bang Theory “La
permutazione dell’isolamento” “La diffusione
dell’ornitofobia” con Johnny Galecki
22.05 The Middle “Trova i miei
Heck!” con Patricia Heaton
20.25 Believe “Un’altra occasione” con Jake McLaughlin
21.15 Prima tv The 100 “Hakeldama” con Eliza Taylor
22.05 Prima tv The 100 “Raccolto amaro” con Eliza
Taylor
22.50 Containment “Rabbia e
impotenza”
20.20 Harry’s Law “Il marchio
indelebile” con Kathy
Bates
21.15 Chasing Life “Una bottiglia di segreti” con Italia
Ricci
22.05 Chasing Life “In prima
persona” con Italia Ricci
23.00 Chicago Med “L’incidente”
Premium Cinema
Studio Universal
Premium Sport
21.15 Sole a catinelle (Commedia, 2013) con Checco
Zalone, Aurore Erguy, Miriam Dalmazio. Regia di
Gennaro Nunziante.
22.50 La tempesta perfetta (Avventura, 2000) con Diane
Lane, Karen Allen, George Clooney. Regia di
Wolfgang Petersen.
21.15 A.I. Intelligenza
Artificiale (Fantascienza,
2001) con Haley Joel
Osment, Jude Law, Frances O’Connor.
Regia di Steven
Spielberg.
23.45 I Muppets venuti dallo
spazio (Animazione,
1999) Regia di Tim Hill.
15.00 Calcio, Diretta Premium
Serie A (Diretta)
17.00 Serie A Live
18.00 Calcio, Diretta Premium
Serie A (Diretta)
20.00 Serie A Live
20.45 Calcio, Serie A Roma Inter (Posticipo 7a giornata) (Diretta)
22.40 Serie A Live
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I pinguini di Madagascar
Mr. Bean “Mr. Bean”
con Rowan Atkinson
Ed - Un campione per
amico (Commedia,
1996) con M. LeBlanc.
Regia di Bill Couturié.
Studio Aperto Meteo.it
Motociclismo, Mondiale Superbike 2016
Da Magny-Cours GP
Francia: Gara 2 (D)
Grande Fratello VIP.
Condotto da Ilary Blasi
Stargate (Fantascienza,
1994) con Kurt Russell. Regia di Roland
Emmerich.
Piccola peste si innamora (Commedia,
1995) con William
Katt. Regia di Greg
Beeman.
Studio Aperto Meteo.it
Grande Fratello VIP
Johnny English - La rinascita (Commedia,
2011) con Rowan Atkinson, Gillian Anderson, Dominic West.
Regia di Oliver Parker.
Le Iene Show 2016
“Prima puntata”. Condotto da Ilary Blasi con
Gianpaolo Morelli e
Frank Matano
Superhero - Il più dotato fra i supereroi
(Commedia, 2008) con
Drake Bell, Sara Paxton, Christopher
McDonald. Regia di
Craig Mazin.
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SPECIALI
29
QUOTIDIANO
__Domenica 2 ottobre 2016__
Secondo una ricerca appena pubblicata su Clinical and Translational Gastroenterology Una campagna nazionale con il sostegno di Roche
Arriva in aiuto dei ‘forti bevitori’
un lactobacillo contro l’alcolismo
ANDREA SERMONTI
Alcol, una ‘piaga’ forse
più per altri paesi che per l’Italia – stando ai dati dei confronti internazionali con altre
realtà, tipo quelle nord europee – ma stress, problemi sociali e difficoltà stanno lentamente accorciando il ‘gap’. Arriva oggi una ricerca, condotta
da un equipe di 16 studiosi
provenienti da diverse Università italiane e straniere col
supporto incondizionato di
Bromatech S.r.l e pubblicata
sulla rivista ‘Clinical and Translation Gastroenterology’ che
dimostra la capacità del batterio intestinale Lactobacillo
Fermentum di ridurre l’entità
del danno da infiammazione
provocato dall’abuso d’alcol e
i danni al tessuto epatico. «La
scelta sperimentale di valutare
il ruolo del microbiota e in
particolare del Lactobacillo
Fermentum nei danni da alcol
è stata fatta per due motivi spiega il direttore dell’Istituto
Paolo Sotgiu per la Ricerca
Quantitativa e Quantistica in
Psichiatria e Cardiologia, LUdeS Foundation Higher Education Institution, Malta e Lugano e presso l’Università degli Studi di Bologna Massimo
Cocchi - innanzitutto perché
l’alcol è l’espressione del massimo danno possibile a livello
cellulare, in quanto capace di
modificare la mobilità delle
membrane i cui effetti possono manifestarsi soprattutto
con disordini dell’umore.
Quindi, secondo aspetto importante, la consapevolezza
che è possibile grazie al microbiota intestinale ridurre le
sostanze pro infiammatorie e
stimolare un aumento della
compattezza dell’epitelio intestinale e di conseguenza una
riduzione del rischio di steatosi epatica alcolica». I risultati
confermano l’efficacia dell’utilizzo del Lactobacillo Fermentum nel controllo del rischio di steatosi epatica alcolica, conseguente alla cascata
infiammatoria che parte dall’intestino. Nelle cavie trattate
Sono tanti gli ostacoli
dei 150 mila italiani
che vivono col linfoma
EUGENIA SERMONTI
quotidianamente con etanolo
e con il probiotico sono stati
evidenziati limitati danni
morfo-funzionali a carico del
cervello e del fegato derivanti
dall’abuso di sostanze alcoliche, rispetto al gruppo di cavie
che ha assunto solo etanolo.
Non solo. I ricercatori hanno
registrato nell’intestino delle
cavie che hanno assunto probiotici a base di Lactobacillo
Fermentum una minore presenza di citochine, cioè di sostanze infiammatorie e di
conseguenza una maggiore
capacità di difesa del fegato
dai danni da alcol.
Una vita ad ostacoli,
anche dopo la guarigione, perché il linfoma porta più di 1
paziente italiano su 4 a smettere di lavorare e provoca un
significativo peggioramento
del proprio stile di vita in più
di 1 caso su 3. Disturbi che
continuano a insidiare i pazienti anche dopo la guarigione, come segnalato in più di 1
caso su 2. È il quadro che
emerge dall’indagine ‘Oltre il
linfoma’, realizzata e diffusa
dall’Associazione nazionale
Linfovita onlus in occasione
della Giornata Mondiale per la
Consapevolezza sul Linfoma
celebrata recentemente in tutto il mondo per informare la
popolazione sui linfomi: tumori del sangue che, solo in Italia,
colpiscono 15.400 persone
ogni anno e con cui oggi convivono oltre 150 mila italiani.
E ha preso il via anche la campagna nazionale ‘Non bruciare
il tempo, mettilo a fuoco - Uno
scatto contro il linfoma’ pro-
mossa dall’Istituto Italiano di
Fotografia e Roche, coinvolgendo i Centri ematologici italiani in un contest per trasformare il valore del tempo di chi
vive da vicino l’esperienza di
un tumore del sangue (pazienti, famigliari, amici, medici e
personale sanitario) in immagini d’autore e foto amatoriali.
Pazienti, famigliari, amici, medici e personale sanitario possono inviare tramite Whatsapp
(al numero 331.16.34.628), entro il 31 dicembre 2016, una
frase o una fotografia sul tema
del valore del tempo, che racconti - tramite parole o immagine - quello che si farebbe se
si scoprisse inaspettatamente
di avere 3 ore di tempo in più.
Una giuria selezionerà 5 frasi
vincitrici che saranno trasformate in immagini d’autore dai
professionisti dell’Istituto Italiano di Fotografia: questi scatti, insieme alle più belle foto
amatoriali partecipanti al contest, abbelliranno le sale dei
Centri ematologici partecipanti all’iniziativa.
Campagna voluta da LEO Pharma
Presentato dal Forum Ambrosetti
Appelllo dei pazienti riuniti
Presieduto da Giuseppe De Mauro
Attenti al troppo sole
per i tumori della pelle
Celgene sulla ricerca
c’è un position paper
Tumori: si vive di più
ma il governo dov’è?
Caserta. 28° Congresso
dei pediatri della SIPPS
Si è svolto a Roma il Forum ‘Il Futuro è la
ricerca clinica - Un’opportunità per il paziente,
il SSN e il Paese’, organizzato da The European
House-Ambrosetti in occasione della celebrazione dei 10 anni di Celgene in Italia, con la partecipazione di autorevoli rappresentanti della ricerca nazionale. L’evento è stato l’occasione per
confrontarsi sullo stato attuale e le prospettive
future della ricerca clinica in Italia e per presentare
un Position Paper realizzato da The European
House-Ambrosetti per Celgene. «Celgene, decisamente in controtendenza rispetto al panorama
generale dell’industria farmaceutica, investe a livello globale in Ricerca e Sviluppo circa il 30% del
suo fatturato - afferma Pasquale Frega, AD di Celgene Italia - Lo straordinario successo della ricerca
Celgene in Italia e il piano strategico di sviluppo consentono di prevedere anche per
i prossimi anni un aumento degli investimenti: tra
questi figura l’ambizione
di creare un centro che coordini le attività di ricerca clinica condotte nel nostro Paese». Pasquale Frega
Un fondo per i farmaci innovativi oncologici anche attraverso tasse di scopo sul fumo e
altre attività potenzialmente cancerogene; indicatori di performance per le strutture sanitarie e
sanzioni per le Regioni che non assicurano prestazioni adeguate; esenzione dal ticket per gli esami strumentali per le donne risultate positive al
test sui geni BRCA 1 e BRCA 2 e quindi a rischio
cancro al seno o alle ovaie; test biomolecolari ai
pazienti affetti da cancro
per assicurare l’appropriatezza terapeutica. Sono alcuni degli impegni che il
Governo si appresta ad assumere per garantire un’assistenza omogenea sul territorio per i pazienti oncologici, limitare la migrazione sanitaria e trovare
nuove risorse per far fronte alle rivoluzioni terapeutiche in corso, grazie alle iniziative, mozioni
e interpellanze, promosse in Parlamento dall’Intergruppo parlamentare ‘Insieme per un impegno
contro il cancro’ costituto su iniziativa di Salute
Donna onlus e altre dodici associazioni di pazienti
oncologici nell’ambito del progetto ‘La salute: un
bene da difendere, un diritto da promuovere’.
La Società Italiana di
Pediatria Preventiva e Sociale ha scelto quest’anno la
Reggia di Caserta per il
XXVIII Congresso Nazionale:
il tema di quest’anno è stato
‘Radici profonde per l’adulto
di domani’, concetto che rimanda alla mission della
SIPPS, cioè essere accanto ai
pediatri ed alle famiglie nel percorso di crescitadel
bambino, affinché diventi un adulto solido, con
radici profonde. «Sono entusiasta di aver portato
tutti questi grandi pediatri nella meravigliosa Reggia di Caserta, luogo unico che tutto il mondo ci
invidia - dichiara il Dott. Giuseppe Di Mauro, Presidente SIPPS. -È un traguardo che rappresenta
l’ennesimo tassello dell’attenzione costante che
la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale
rivolge alle problematiche di prevenzione dell’età
evolutiva. È con grandissima abnegazione che
siamo quotidianamente impegnati nell’offrire ai
genitori e agli educatori strumenti utili per affrontare il difficile compito di far crescere i bimbi in
salute ed equilibrio psicofisico».
Vivere o lavorare sotto al sole aumenta
il rischio di sviluppare tumori della pelle: tutta
la popolazione, e in particolare le persone
maggiormente esposte al sole per motivi professionali, deve essere sensibilizzata sui rischi
dei raggi ultravioletti e sull’importanza di sottoporsi con regolarità a visite dermatologiche.
A confermarlo i risultati della campagna nazionale di prevenzione ‘L’amore per il mare è
nella nostra pelle’ nell’ambito della quale è stata condotta un’attività di screening dermatologico che ha coinvolto 921 tra donne e uomini
della Marina Militare con un risultato di 217
casi riscontrati di cheratosi attiniche, pari al
23,5% del campione esaminato. La campagna
è stata promossa dalla Società Italiana di Dermatologia Allergologica Professionale e Ambientale (SIDAPA) come progetto pilota in Puglia, ed è proseguita a livello nazionale grazie
alla Società Italiana di Dermatologia (SIDeMaST), in entrambi i casi insieme alla Marina
Militare e con il sostegno incondizionato di
LEO Pharma, azienda multinazionale leader
in Dermatologia. (W. C.)
Convegno presieduto dal direttore del Dipartimento di Scienze del Farmaco di Novara, Pier Luigi Canonico
Università del Piemonte Orientale. «Questo è il ruolo chiave delle politerapie»
Confrontarsi per identificare strategie sostenibili’ che garantiscano il benessere del paziente
ma, al tempo stesso, la sostenibilità
del sistema. È questo l’obiettivo del
convegno interdisciplinare ‘Combinazioni e sequenze in terapia:
aspetti clinico-metodologici e farmaco-economici’ che ha visto
coinvolti i massimi esperti in sanità
in Italia, sotto l’egida di numerose
Società scientifiche e dell’Università del Piemonte Orientale. «Le
politerapie avranno in futuro un
ruolo sempre più significativo
nell’armamentario terapeutico del
medico, soprattutto in considerazione degli indubbi vantaggi nelle
prospettive e nella qualità di vita
del paziente». Ha spiegato il professor Pier Luigi Canonico, direttore del Dipartimento di Scienze
del Farmaco, Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro”, Novara e Responsabile Scientifico del
Convegno. «Il Convegno di oggi
nasce dall’idea di analizzare e di-
scutere il problema da un molteplice punto di vista e con un approccio multidisciplinare (dagli
aspetti regolatori, a quelli dell’accesso del paziente alle terapie, alle
problematiche farmaco-economiche e, soprattutto, alla rilevanza di
ciò nella pratica clinica)».
Redazione: [email protected]
Inghilterra, spunta Mancini come ct
Serie B, volano Cittadella e Verona
Ciclismo, a Chavez il Giro di Lombardia
La Federazione inglese, alla ricerca del ct dopo lo scandalo-Allardyce, è in forte pressing su Roberto Mancini, apprezzato
anche per il suo passato Oltremanica. Per l’Inghilterra si tratterebbe del terzo tecnico straniero, dopo Eriksson e Capello.
Non cambia nulla in vetta con le vittorie di Cittadella (a Trapani), Verona (a Terni) e Benevento (con il Novara); ancora in
crisi il Vicenza, penultimo, che crolla in casa dell’Entella. Colpi di Spal (con la Salernitana) e Perugia (a Frosinone).
Il colombiano Esteban Chavez si è aggiudicato il Giro di Lombardia, precedendo in volata Rosa e Uran. I migliori non hanno aspettato le ultime ascese per i fuochi d’artificio e big come
Aru e Valverde sono stati tagliati fuori dalla lotta per la vittoria.
:::
Ilpallone diLuciano
Altro «scoop» su Moratti:
con lui torna il fido Filucchi
::: LUCIANO MOGGI
■■■ Ilcalcio regala immagine, è una macchina da sfruttare, le notizie che lo riguardano
fanno il giro del mondo con la velocità del
fulmine e rimbombano come tuoni. I media
cercano primizie da prima pagina per venderle come propri scoop, non fa niente se siano
già state rivelate da altri: è il caso della Gazzetta, che ieri ha dato per sua la news su Massimo Moratti, voluto di nuovo in sella all’Inter
dai cinesi di Suning. Noi l’avevamo anticipato
il24 settembre ma senza la pretesa didire “siamo i primi a scriverlo”, come fa la rosea. Sul
podio che conta ci siamo noi stavolta, la Gazzetta, buona seconda, ha comunque ottenuto un onorevole piazzamento.
Ad abundantiam potremmo anche precisare che il dottor Stefano Filucchi, nel caso,
tornerebbe a Milano dal Cagliari per riprendere il posto di braccio destro di Massimo. Forse
sbagliamo a non sbandierare il nostro modo
di lavorare però ogni tanto la fortuna ci bacia
e ci fa dare notizie che poi vengono confermate. Avevamo scritto ancor prima della Champions che secondo noi uno dei problemi da
risolvere nella Juve attuale era la posizione
troppo bassa e decentrata di Dybala rispetto a
quella di Higuain. E dopo il poker a Zagabria
(quasi un allenamento), Gonzalo tocca proprio il problema che Allegri dovrà risolvere:
«Vorrei che Dybala giocasse più vicino a me».
Nella settimana del calcio in Europa bene
Napoli e Juve in Champions. I partenopei,
sommerso il Benfica, saranno ospiti dell’Atalanta di Gasperini che ha salvato la poltrona
andando a vincere a Crotone. Per Sarri non
sarà facile ma, vista la forma attuale, i campani possono portar via punti. I bianconeri fanno visita all’Empoli e la “carta” suggerisce Juve. Meno bene invece l’E-League: due vittorie
contro “nessuno” e purtroppo due ko. Vince
ma non convince la Fiorentina contro il Qarabag (chi?) e oggi sarà dura in casa del Toro di
Mihajlovic, che la scorsa settimana ha rimandato a casa la Roma con tre golnelsacco.Quaterna dei giallorossi ai dilettanti dell’Astra
Giurgiu, ma c’è poco da ridere: la bufera si
addensa sul povero Spalletti che, da quando è
scoppiato il ciclone Totti, sembra volersi nascondere rispondendo per monosillabi ai cronisti. Arriva all’Olimpico l’Inter di Frank De
Boer, l’uomo che dichiara prima di ogni partita «in questo momento pensiamo solo alla
Coppa... o al campionato» a seconda dell’impegno:lo disse in E-League prima di incontrare gli israeliani, l’ha detto prima dello Sparta,
lo disse prima delBologna. L’olandese dà l’impressione di saper caricare i giocatori ma poi
accade il contrario. Occorre carisma e credibilità (doti che evidentemente i giocatori non
riconoscono in lui), per mandare in campo
una squadra carica anche in occasione dipartite ritenute all’apparenza facili. È in questo
approccio che l’Inter sta dimostrando carenze: adrenalinica con la Juve, molle col Bologna, magari con la Roma tornerà “a mille”?
Un buon mister deve essere anche un po’ psicologo, forse De Boer non lo è; ne dovrebbe
parlare magari con Fabio Capello, che in materia è professore.
Peccato per il ko del Sassuolo contro il
Genk, ma ci poteva stare. Gli emiliani faranno
visita alMilan e potremo capire se per Di Francesco è stato solo un incidente di percorso,
mentre i rossoneri dovranno dimostrare di essere in ripresa non prendendo gol come succede ormai da tre partite a questa parte.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il big match all’Olimpico alle 20.45
Non passa lo straniero
Roma-Inter è Pallotta contro Thohir (e i cinesi). Conti risistemati e tanti progetti,
ma adesso servono risultati: senza la Champions, la Juve è sempre più lontana
::: MATTEO SPAZIANTE
■■■ Così simili, così diversi. Uno
statunitense, l’altro indonesiano
(ma ora con le spalle coperte dai
cinesi). James Pallotta ed Erick
Thohir hanno avuto un destino
spesso condiviso, tra problemi,
esterofobia e critiche. Anche dal
punto di vista economico, con Roma e Inter uniche (finora) in Italia
ad essere punite per il Fair Play
Finanziario. Ora che il peggio pare alle spalle nei bilanci, il compito più difficile: tornare a fare risultati. Cioè, visto che per lo scudetto
pare quasi ci sia un’unica pretendente,tornare in Champions League.
Per colmare il gap con la Juventusserve tornare con costanza nell’Europa che conta. Le due avventure dei giallorossi in Champions
non sono bastate, anche perché
nel frattempo le forche caudine
dell’Uefa non permettevano spese fuori portata. Ma Pallotta e il
suo staff sono riusciti ad aumentare i ricavi, portandoli fino a oltre
quota 200 e diventando il secondo club per fatturato in Italia, avvicinandosi molto ai paletti per ilFair Play per la stagione 2015/16.
Discorso simile a quello dell’Inter, nonostante il punto di partenza ben differente. La situazione in
casa nerazzurra, infatti, era ben
più grave,Thohir pare l’abbia indirizzata sui binari giusti (da -140 ad
un passivo di -50/-60 nel bilancio
chiuso al 30 giugno scorso, rispettando però i parametri imposti
per il FPF), ora la finalizzazione
del percorso tocca a Suning, che
deve riportare definitivamente l’equilibrio anche dopo le spese estive.
Insomma,fin qui entrambi i patron hanno fatto quello dovevano
fare in società, ora arriva il difficile: tornare a fare risultati. Non è
detto che per l’ultimo passo ci
mettano la faccia: in fondo Thohir
è in uscita dall’Inter, e le voci che
vorrebbero cinesi interessati alla
posizione di Pallotta si sono fatte
sempre più insistenti. Sta di fatto
che il difficile, come detto, arriva
ora, e tutto passa dalla Champions League. Un motivo in più
per caricare di attese la sfida di stasera all’Olimpico.
La Roma arriva con fiducia, dopo il successo in Europa League e
dopo essersi messa alle spalle il
compleanno (con miriade dipolemiche annesse) di capitan Totti.
«L’Inter è forte, come noi, e prima
o poi farà vedere tutto il suo valore
e quindi c’è da stare all’erta - ha
detto Spalletti - Totti? Ci vuole
equilibrio nei giudizi». L’Inter invece deve ritrovarsi, perché il ko
di Praga ha lasciato qualche scoria nell’ambiente.Tornano i titolari, e De Boer spera di rivedere la
squadra che solo una settimana
fa batteva la Juve. «Non voglio vedere un atteggiamento come quello di Praga, ilproblema è solo questo», le parole dell’olandese in
conferenza. Torna Joao Mario,
che dovrebbe partire dal 1’ insieme ad Ansaldi, mentre ancora
fuoridai convocati Brozovic: «I social sono molto importanti - punge De Boer - ma pericolosi, in questo momento forse non era giusto
utilizzarli».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gli anticipi: battute in trasferta Udinese e Pescara
Fate largo alle terze, Lazio e Chievo volano
■■■ Chievo e Lazio trovano altri 3 punti e salgono a
braccetto al 3˚posto in classifica. I clivensi espugnano l’Adriatico di Pescara per 2-0 grazie alle reti di
Meggiorini e Inglese, lasciando in fondo gli uomini
di Oddo. La prima occasione è sui piedi di Castro:
errore di Biraghi, il centrocampista davanti a Bizzarri non riesce a colpire. Il Pescara risponde grazie all’ex Inter Manaj che scarica una fiondata sul primo
palo trovando l’ottima opposizione di Sorrentino. A
sbloccare il risultato è Meggiorini: Birsa pennella il
lancio e l’attaccante, con freddezza, salta Bizzarri e
deposita il pallone in rete. Il Pescara ci prova ma un
pallone recuperato da Meggiorini dà illà al2-0 firmato da Inglese su ottima assistenza diCastro. Nel recupero gol annullato al Pescara: il risultato non cam-
bia, per Oddo terza sconfitta stagionale.
Vince anche la Lazio che viola la Dacia Arena di
Udine 3-0 grazie a Immobile (doppietta) e Keita. Dopo la prima mezz’ora di quasi nulla, è l’ex Torino a
sbloccare la situazione con un colpo di testa su calcio d’angolo. Prima dell’intervallo ci provano De
Paul (destro di poco a lato) e Badu (azione personale con tiro ribattuto in angolo) ma l’Udinese non
riesce a sfondare. Nella ripresa ci pensano Keita
(conclusione precisa da dentro l’area, imbeccato da
Felipe Anderson) e ancora Immobile con un destro
da posizione defilata. Nel finale il palo di Lombardi
non cambia la storia: l’Udinese è annientata.
CARLO MARIA AUDINO
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31
SPORT
__Domenica 2 ottobre 2016__
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@
I «fratelli minori» del pallone
Basket e pallavolo al via
Cercasi spettatori
e talenti da nazionale
■■■ Due mondi diversi ma con lo stesso desti-
no, quello di essere «fratelli minori» del dio calcio. Basket e volley si presentano ai nastri di partenza in maniera dicotomica: esaltante per la
pallavolo che vola sull’entusiasmo dell’argento
di Rio, deprimente per la pallacanestro dopo la
mancata qualificazione all’Olimpiade. «L’estate
non è stata fallimentare, anzi vedere 15mila persone tifare per l’Italia a Torino è un successo»,
dice il presidente della Fip Gianni Petrucci. Pur-
troppo però l’unica vetrina di spicco per gli “altri
sport” sono proprio i Giochi olimpici, e il basket
azzurro non c’era: appena 4.000 spettatori dimedia ( Milano con i suoi 9.000 alza la quota), sulla
carta sembra essere ancora un monologo proprio dell’Olimpia dopo la campagna acquisti
stellare (Raduljica, Dragic e Hickman), ma la
Reggio dei pochi nazionali rimasti in Italia, capitanati da Aradori, guida il plotone delle sfidanti
che riaccolgono una piazza storica come Bre-
scia, pur avendo in A2 la bellezza di 31 scudetti
(tra le due Bologna, Treviso, Roma e Siena). Ben
diversa la realtà del volley, almeno per il capitolo
italiani: Zaytsev lascia la Dinamo Mosca per tornare nella «sua» Perugia e così si riuniranno in
serie A i 12 eroi di Rio. Tutti dietro Modena e il
suo entusiasmo ma la concorrenza è più che agguerrita:Trento, Civitanova ma soprattutto Perugia per un’annata quanto mai imprevedibile.
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QUALIFICAZIONI MONDIALI
Ventura non osa: Italia usato sicuro
No a Balo e Insigne per il match chiave con la Spagna. Zaza a casa, ma c’è il caso West Ham
::: DANIELE DELL’ORCO
■■■ Niente esperimenti, cambi
Juventus
Napoli
Chievo**
Lazio**
Inter
Roma
Milan
Bologna
Sassuolo
Genoa*
Fiorentina*
Torino
Udinese**
Cagliari
Pescara**
Atalanta
Sampdoria
Palermo
Empoli
Crotone
0-2
0-3
15
14
13
13
11
10
10
10
9
8
8
8
7
7
6
6
6
5
4
1
di rotta improvvisi o idee innovative,almeno per ora. L’Italia di Ventura non cambia volto, non osa,
anzi, per le gare di qualificazione
al mondiale che gli azzurri disputeranno giovedì allo Juventus Stadium contro la Spagna (20.45) e
domenica a Skopje contro la Macedonia sono stati convocati 22
giocatori su 26 identici a quelli
chiamati per le prime uscite del
neo ct contro Francia e Israele.
Troppo importante dare continuità e puntare sull’usato sicuro, specie perché nello scontro diretto
con le Furie Rosse (eliminate agli
ottavi dall’Italia di Conte all’Europeo, stavolta però non ci sarà
Chiellini, squalificato) sarà già vietato sbagliare, per non perdere subito la testa del girone, unico piazzamento in grado di garantire il
pass diretto per Russia 2018.
Gli unici volti nuovi da stasera a
Coverciano sono quelli di Nicola
Sansone (già 4 gol in 9 presenze
col Villareal), Mattia Perin (che
torna dopo l’infortunio al ginocchio), Mimmo Criscito e Matteo
Darmian (fuori Pavoletti, Rugani,
Antonelli e Marchetti). Niente da
fare per la fantasia
e
l’imprevedibilità, non c’è spazio
per il ritorno dei vari Balotelli, Insigne, El Shaarawy e Zaza (che al
West Ham fatica e rischia di non
essere impiegato più fino a gennaio per non far scattare l’obbligo di
riscatto dopo 10 presenze; al momento è a 4) ma nemmeno per la
suggestione Borriello, anche perché comunque Immobile ieri ha
infilato una doppietta all’Udinese.
Nomiquesti che potrebbero tornare buoni per quando sarà il vero momento di fare esperimenti,
ossia durante gli stage che il presidente della Figc Tavecchio ha ottenuto confrontandosi con i club di
Serie A: previsti tre raduni (21-22
novembre, 6-7 febbraio e 1-2 maggio) durante i quali non solo verranno inseriti gradualmente gli
under 23 di cui parlava Ventura
(Masina, Verdi, Benassi, Berardi
etc) ma anche reinseriti in una sorta di «Nazionale B» alcuni dei grossi nomi citati che al momento non
trovano spazio in azzurro.
Questa la lista dei convocati.
Portieri: Buffon, Donnarumma,
Perin; Difensori: Astori, Barzagli,
Bonucci, Chiellini, Ogbonna, Romagnoli; Centrocampisti: Bernardeschi, Bonaventura, Candreva, Criscito, Darmian, De Rossi,
De Sciglio, Florenzi, Montolivo,
Parolo,Verratti; Attaccanti: Belotti, Eder, Gabbiadini, Immobile,
Pellè, Sansone. Classifica gruppo
G: Spagna, Italia, Albania 3, Macedonia, Israele, Liechtenstein 0.
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MILAN-SASSUOLO ALLE 18
L’anno da fenomeno di Donnarumma
che torna a casa in macchina con papà
Parlavano di un predestinato i suoi coetanei milanesi, un anno fa.
Ragazzini di 16 anni, impegnati sui campi di provincia ogni finesettimana mentre lui era regolarmente convocato con la prima
squadra del Milan. La voce si diffuse prima tra i banchi di scuola
che sui giornali: un classe ’99 stava per essere lanciato come titolare da Mihajlovic. Al Milan. Perché Diego Lopez era insicuro, mentre sicuro lo è sempre stato Gianluigi Donnarumma, il portiere
16enne, il predestinato di cui tutti parlavano. Era il 25 ottobre
2015 quando Sinisa lesse il suo nome tra i titolari nella sfida al
Sassuolo: 16 anni e 8 mesi. Oggi, dopo 340 giorni, Gigio incontrerà
di nuovo i neroverdi (San Siro ore 18) orfani di quel Berardi che
lo beffò su punizione. Da quella sera Donnarumma ha subito 37
reti in 37 presenze, mantenendo però l’imbattibilità in 14 occasioni ed effettuando in media 2,58 salvataggi a partita. Un anno da
fenomeno, vissuto tra le abitudini di sempre: dal pullman che
tutti i giorni lo porta a Milanello ai passaggi di papà Alfredo, che
una settimana fa, dopo Fiorentina-Milan, è andato a prenderlo al
Franchi per portarlo a casa in nottata, a Castellammare, dove
Gigio è rimasto con la famiglia a godersi due giorni di riposo.
È la quotidianità che permette a Donnarumma (foto LaPresse) di
accogliere il futuro senza paura, dal contratto quinquennale a 2
milioni l’anno da firmare una volta compiuti i 18 anni (confezionato dal suo agente Raiola) fino alla seconda chiamata in nazionale del ct Ventura, per un passaggio di consegne con Buffon che è
già cominciato un mese fa con l’esordio tra i pali (più giovane di
sempre) contro la Francia. Magari da Gigi a Gigio il passo sarà
breve, perché tale è la distanza tra i predestinati.
F1, il GP alle 9
Ferrari a rilento
La Mercedes
ipoteca Sepang
CLAUDIO SAVELLI
■■■ Le Mercedes confermano il loro strapotere e
mettono le mani sul Gp
di Malesia già dalle qualifiche: Hamilton straccia il
record della pista seguito
dal compagon di squadra Rosberg. Le Ferrari,
positive nelle libere, crollano clamorosamente
con Vettel 5˚e Raikkonen
6˚ e lasciano tutta la seconda fila alle Red Bull
con Verstappen che precede Ricciardo. Grande risultato di Jenson Button
che festeggia il suo 300˚
Gp in carriera portando
la McLaren al Q3 conquistando il 9˚ posto in griglia. Domani alle 9 italiane il via (diretta Sky Sport,
differita Rai2 alle 14), con
l’incognità pioggia, prevista a intermittenza proprio durante la gara.
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__Domenica 2 ottobre 2016__
ASSALTO AI NEGOZI
La banda del tombino
colpisce a Porta Venezia
servizio a pagina 37
COMO
I NUMERI DI IERI
::: 20 Borseggi
::: 19 Scippi
::: 12 Rapine
::: 7 Truffe
Travolge un poliziotto
Ricercato marocchino
::: 22 Furti in appartamenti e negozi
::: 14 Furti di autovetture
::: 19 Furti a bordo di autovetture
::: 30 Arresti
servizio a pagina 39
Redazione cronaca: viale Majno 42, 20129 Milano; telefono 02.999666; fax 02.99966227; email: [email protected]. Pubblicità: SpeeD Società pubblicità editoriale e Digitale, Viale Milanofiori Strada 3, Palazzo B10 - 20090 Assago (Milano); tel. 02.57577.605/640
:::
Già rifiutato in vita
L’ambroginoaCaprotti
sarebbeunostupro
allasuamemoria
::: RENATO BESANA
■■■ Nel 2011 la giunta Pisapia propose di
assegnare l’Ambrogino d’oro al fondatore e
proprietario di Esselunga, che affidò il proprio diniego a un’impersonale nota del gruppo: Bernardo Caprotti ringrazia di cuore,
«ma non è sua abitudine accettare questo
tipo di riconoscimenti». Era vero: nel 2007 la
Lega aveva già avanzato la sua candidatura
con eguale fortuna. La riservatezza, per lui,
era un’irrinunciabile clausola di stile.
Ieri il sindaco Sala è stato interpellato sulla
questione, tornata purtroppo d’attualità: «Ci
devo ragionare», ha risposto con inappuntabile prudenza, «la materia spetta al Consiglio comunale e ne parleremo in quella sede». Né sì né no: speriamo soltanto che l’onorificenza, dopo inutile dibattito, non sia
conferita a chi non la può nuovamente rifiutare. Sarebbe uno sgarbo postumo, un insulto alla memoria, un’assoluta mancanza di
rispetto.
Caprotti era amatissimo dai milanesi, che
non si limitavano a stimarlo; è raro che accada a un imprenditore di successo. Per molti
era un modello, un mito. Il cordoglio, alla
notizia della sua scomparsa, s’è insinuato in
città come un tempo accadeva con la scighera, cioè la nebbia. Nei negozi, nei bar e sui
mezzi pubblici non siparlava d’altro. Gli unici a detestarlo erano i vertici delle Coop, che
gli fecero causa, vincendola, perché nel suo
libro Falce e carrello, uscito nel 2007, aveva
raccontato le nequizie subite nella rossa
Emilia Romagna: concorrenza sleale con la
complicità della politica. Eppure, a Milano,
anche tutti i Limonta in circolazione quella
busta gialla con la esse in rosso l’hanno di
certo maneggiata, soddisfatti degli acquisti.
Per ricordarlo come merita, non serve
l’Ambrogino che in vita non volle. Il meglio
sarebbe intitolargli viale Regina Giovanna,
dove aprì il suo primo punto vendita. Purtroppo è impossibile, i cambi di toponomastica procurano guai infiniti ai residenti, costretti ad aggiornare loro malgrado ogni tipo
di documento. Una via o una piazza nuova
che porti il suo nome si può e si deve trovare,
per esempio nel nuovo complesso di CityLife: visionario e innovatore com’è, si adatterebbe bene a conservare il ricordo del personaggio che ha cambiato il nostro modo di
fare la spesa.
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Trappola da un milione di sanzioni in due anni
Il giudice cancella l’autovelox
Irregolari le multe sul Ghisallo
Il cavalcavia non è una «strada urbana»: automobilista vince il ricorso contro il Comune
IL SUO LIBRO LO CONFERMA: CINZIA SASSO ERA IL VERO SINDACO
Pisapia ha lasciato per liberarsi della moglie
■■■ Piuttosto che rinunciare alle multe, il Comune di
Milano fa appello al tribunale civile. È quanto capitato a
C. F., cittadino milanese che
a gennaio ha contestato la
multa presa per eccesso di velocità sul cavalcavia del Ghisallo (andava a 97 con il limite a 70), in direzione di Lecco.
Secondo l’automobilista il
tratto di strada in questione,
classificato dal Comune come «strada urbana di scorrimento», non ne ha i requisiti.
Il giudice di Pace gli ha dato
ragione, ma il Comune non
ci sta e si è costituito in giudizio.
CLAUDIA OSMETTI a pagina 35
CRISI PROFONDA
Fondi dei privati
per l’Ortomercato
di MASSIMO SANVITO
::: FABIO RUBINI
■■■ S’intitola «Moglie» (ma sarebbe stato meglio
«Il sindaco di Milano ero io»), ed è l’ultimo libro di
Cinzia Sasso. Nelle intenzioni dell’autrice il volu-
metto (Utet, pp. 144, euro 14) dovrebbe raccontare
i cinque anni da «first sciùra» al fianco di Giuliano
Pisapia. In realtà svela, chissà quanto inconsciamente, parte delle motivazioni (...)
segue a pagina 37
■■■ «Senza la partecipazione dei privati è difficile immaginare un futuro positivo per
l’ortomercato». Così il sindaco Beppe Sala sulla riqualifica del polo commerciale.
a pagina 35
Strigliata ai dipendenti comunali: parlatelo meglio. Ma i primi bocciati sono i politici
Se Sala vuole l’inglese lo insegni ai consiglieri Pd
■■■ Nella città della Madonnina la conoscenza dell’inglese è d’obbligo. Lo sa bene il
sindaco Sala, che ieri ha tirato le orecchie ai
dipendenti perchè, a quanto pare, non masticano abbastanza bene la lingua della Regina. «Se vogliamo una città aperta, sull’ingle-
se dobbiamo fare uno sforzo in più», ha ribadito Sala. Lo sforzo però non dovrebbe farlo
solo chi sta dietro gli sportelli, ma anche chi
delibera a Palazzo Marino. Già, durante la
precedente amministrazione Libero si era
premurato di verificare la preparazione dei
Cinque giorni di passerelle
La Rinascente si fa la sua settimana della moda
::: MASSIMO DE ANGELIS
■■■ Nel grande magazzino milanese sbarcano le sfilate di celebri maison. Primo nel continente europeo, il Gruppo La Rinascente ha deciso di organizzare,
nel mega store di piazza Duomo,una fashion week per portare i defilé all’interno del suo spazio. L’evento, fissato da martedì
11 a sabato 15 ottobre, coinvolgerà nomi importanti del made
Italy: dalla Diesel di Renzo Rosso a Giuseppe Zanotti, da Alessandro Dell’Acqua a Francesco
Scognamiglio, da Antonio Marras agli accessori griffati Kartell,
senza dimenticare uno show
inaugurale dedicato ai talenti
del futuro. Due sono le novità di
questo inedito appuntamento,
a cominciare dalla possibilità di
acquistare subito dopo lo show
gli abiti visti in passerella. Inoltre
le sfilate, normalmente riservate
a un parterre di giornalisti, sono
in questo caso aperte alla clientela finale, con l’ulteriore privilegio di incontrare gli stilisti autori
delle collezioni. Il pubblico potrà partecipare agli eventi accreditandosi online, oppure seguirli sugli account ufficiali della Rinascente su Facebook, Twitter e
Instagram,dove sipotranno scoprire, giorno dopo giorno, curiosità e relative iniziative.
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consiglieri. Allora le pagelle erano disastrose: promosso solo un consigliere su cinque.
Oggi, la situazione non è migliorata di molto.
L’amministrazione continua a rasentare la
sufficienza.
ALESSANDRA PARLA a pagina 34
34
CRONACA
__Domenica 2 ottobre 2016__
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Il sindaco: test e corsi per i lavoratori
CONVERSIONE
Sala vuole l’inglese in Comune
Prima lo insegni ai consiglieri
Strigliata ai dipendenti: parlatelo meglio. Ma tra i politici è record di bocciati
::: ALESSANDRA PARLA
■■■ Milano sempre più Bri-
tish. Sarà l’influenza di Expo,
sarà che questa storia dei “city
manager” sta sfuggendo un
po’ di mano, ma sta di fatto
che ormai nella città della Madonnina la conoscenza dell’inglese è diventata un requisito
fondamentale.
A dirlo non sono i piani alti
delle aziende
che sfogliano i
curriculum
dei giovani freschi di laurea,
ma il sindaco Beppe Sala, che
ieri ha tirato le orecchie ai dipendenti perché, a quanto pare, non masticano abbastanza la lingua della Regina. Interpellato a margine del suo discorso alla Camera del Lavoro
in occasione dei 110 anni della Cgil, il primo cittadino si è
espresso categorico: «In una
città internazionale come Milano, anche noi che lavoriamo in Comune, quantomeno
chi si confronta con il pubblico, sull’inglese dobbiamo fare
uno sforzo in più».Poi, intervenendo alla celebrazione, ha ribadito il concetto: «Se vogliamo una città aperta, che voglia confrontarsi con il turismo, dobbiamo trovare una
formula per cui la componente dell’amministrazione comunale che si confronta con il
visitatore un po’ di inglese lo
deve parlare». A questo punto
diventa doveroso soffermarsi
sull’analisi letterale della dichiarazioni, perché quel
“quantomeno” lascia giusto
un po’ perplessi. Vero è che
Milano è una città che deve
proiettarsi verso una dimensione sempre più internazionale e a misura di turista. Vero
è che, nonostante l’Inghilterra
abbia salutato l’Europa, la sua
lingua rimane sempre e comunque il motore turbo della
globalizzazione. Ma è ancor
più vero che lo sforzo dovrebbe farlo non solo chi sta dietro
glisportelli e si confronta direttamente con i turisti, ma anche chi delibera a Palazzo Marino in un’ottica “aperta al
mondo” e siede in rappresentanza dei milanesi. Ecco che
allora arriva la precisazione
del sindaco: «Chiederò di fare
una valutazione su chi esattamente deve sapere la lingua e
che livello di inglese deve raggiungere».
Già durante la precedente
amministrazione Libero aveva vestito i pannidi english teacher e si era premurata di verificare la preparazione di alcuni consiglieri comunali sottoponendoli a una versione ridotta del “Cambridge English” test. Le pagelle non erano state brillanti:promosso solo un consigliere su cinque.
L’occasione è ghiotta per riproporre la verifica,questa vol-
Nella foto il sindaco
Sala che,
approfittando
dell’eredità
internazionale di
Expo, sogna una
Milano “aperta al
mondo”. Per questo la
conoscenza della
lingua inglese è
d’obbligo
sono più a contatto con i turisti». A tal proposito Sala ha
chiosato che «le casse del comune sono quelle che sono»,
quindi «è necessario che i dipendenti del comune imparino meglio l’inglese, è anche
necessario trovare qualche formula di partnership con le
scuole di inglese». Del resto, si
prospetta una partecipazione
numerosa.
In attesa dello sblocco
delle assunzioni alla Polizia Locale, il sindaco Sala rilancia al governo la
richiesta di avere a Milano più militare. Una decisione che trova l’appoggio anche della Camera
del Lavoro, purchè «la sostituzione dei vigili in militare sia temporanea»,
ha precisato Massimo
Bonini, segretario metropolitano della Camera
del Lavoro, a margine
della celebrazione per i
110 anni della Cgil. E poi
aggiunge: «il tema della
sicurezza per noi è importante e deve stare al
centro perchè si connette con il problema delle
preferenze. I militari se
sono temporanei vanno
bene, dopodiché deve essere il corpo municipale
a prendere in mano la situazione». Un passaggio
di testimone che non
convince proprio tutti.
«Quindi, secondo Bonino, dovremmo impiegare i soldati per qualche
giorno e poi passare le
consegne ad altri. Divertente», ironizza Riccardo De Corato, capogruppo di Fdl-An in Regione
Lombardia. «Eppure da
sempre il centrosinistra
ha preferito la festa dei
popoli ai militari sulle
strade. È stata infatti una
decisione dell’amministrazione Moratti quella
di impiegare i soldati in
città per la difesa dei cittadini».
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::: IL CASO
LEZIONI
Il sindaco Sala ieri ha tirato le
orecchie ai dipendenti perchè, a
quanto pare, non masticano abbastanza l’inglese. «In una città
internazionalecome Milano, anche noi che lavoriamo in Comune sull’inglese dobbiamo
fare uno sforzo in più», ha
detto il sindaco
IL TEST
Inoltre il Comune ha precisato che farà una valutazione su chi esattamente deve sapere la lingua e
che livello di inglese deve raggiungere
LE PAGELLE
Già durante la precedente amministrazione Libero aveva verificato la preparazione di alcuni
consiglieri. Le pagelle allora
non erano state brillanti. Promosso solo un consigliere su
cinque. Ancora oggi si arriva appena alla sufficienza.
ta facendo fede alla sincerità
di tre consiglieri e un delegato
delsindaco che si sono cimentati in una semplice autovalutazione.Ilrisultato è che passano gli anni e le amministrazioni, ma si continua a rasentare
la sufficienza. Mirko Mazzali,
delegato alle periferie, sulla
questione della conoscenza
dell’inglese sostiene che Sala
«ha ragione», ammette di sapere solo il francese e ironiz-
za:«Ho a che fare con le periferie dove si parla perlopiù il milanese, ma se dovessero fare
dei corsi io sarei ben felice di
partecipare, purché paghi
lui». Il consigliere Franco d’Alfonso della lista NoiMilano, invece, non vuole fare “il ganassa” ma confessa di masticare
bene l’inglese anche «per ragioni professionali». È comunque convinto che «la preparazione complessiva dei dipen-
denti comunali sia molto bassa anche per questionianagrafiche, dato che l’età media risulta altissima - 48/50 anni».
Dicono di cavarsela anche il
consigliere Pd Carlo Monguzzi, che lo «parlicchia» a livello
base e lo perfezionerebbe volentieri, e l’azzurro Fabrizio
De Pasquale, che polemizza:
«Non si può pensare di formare 13.000 dipendenti, bisogna
dare priorità alle categorie che
Ora anche la Cgil
chiede i militari
per le strade
Tre colpi in pochi giorni
La banda del tombino di Porta Venezia
Un gruppo di ladri extracomunitari assalta le vetrine dei negozi con pietre e masselli. I negozianti: serve più sicurezza
::: DINO BONDAVALLI
■■■ Due vetrine pesantemente dan-
neggiate nel giro di pochi giorni a colpi
di pietre e masselli stradali. E un negozio di abbigliamento derubato della
cassa e di una parte della merce dopo
che la vetrina blindata aveva ceduto
sotto i colpi dati con il coperchio di un
tombino. Dopo i furti negli appartamenti, le risse notturne, i profughi accampati nelle aiuole e sui marciapiedi,
il nuovo incubo dei commercianti di
Porta Venezia è una banda di ladri che
assalta le vetrine dei negozi con oggetti
pesanti recuperati dalla strada. Se l’ultimo colpo tentato, quello ai danni di un
negozio di abbigliamento all’angolo
con via Spallanzani, è andato a segno,
in precedenza i ladri avevano provato
con meno fortuna a sfondare le vetrine
di un negozio di piante e fiori e di un
altro di articoli per animaliin viale Tunisia. Tre diversi tentativi per un unico
modus operandi. Che ha spinto i negozianti della zona a supporre l’esistenza
di un’unica banda di ladri extracomunitari, almeno stando alle riprese fatte
dall’impianto di videosorveglianza di
una delle attività colpite, che agiscono
pressoché indisturbati tra le prime ore
della mattina e l’alba. In un caso, addi-
ESERCENTI ESASPERATI
A sinistra la vetrina rotta di un negozio di
pianti e fiori, sopra quella di un altro negozio
danneggiato dalla «banda del tombino» che
sta terrorizzando i commerciate di via
Spallanzani e viale Tunisia [Bondavalli]
rittura, il tentativo di effrazione a colpi
di grosse pietre è avvenuto intorno alle
7, un orario in cui la città è già sveglia e
la zona è già parecchio frequentata. Un
dettaglio che ha contribuito ad esasperare gli animi dei commercianti, che
nonostante le promesse delsindaco Sala di una maggiore presenza delle forze
dell’ordine sul territorio si sentono ab-
bandonati al proprio destino. «Qui si
parla di vigili e di militari per strada, ma
la verità è che i ladri agiscono indisturbati», protesta Luca Longo, presidente
di AssComm Porta Venezia. «I commercianti sono innanzitutto dei cittadini,e chiedono semplicemente che venga rispettato illoro diritto a poter svolgere tranquillamente il proprio lavoro.
Possibile che, nonostante le numerose
denunce non si sia trovato il modo di
garantire un minimo di sicurezza a chi
vive e lavora qui?», prosegue Longo.
Sempre più vittime di furti rinunciano
a denunciare. «Siamo al punto che ormai la denuncia la fa solamente chi ha
l’assicurazione», spiega Longo.
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CRONACA
__Domenica 2 ottobre 2016__
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Trappola da un milione di sanzioni in due anni
Irregolari le multe autovelox sul Ghisallo
Il cavalcavia non è una «strada urbana di scorrimento»: automobilista vince il ricorso contro Palazzo Marino
::: CLAUDIA OSMETTI
PIRELLONE
■■■ Il giudice di Pace demo-
lisce l’autovelox del Ghisallo:
segnaletica sbagliata e strada
extraurbana classificata come
urbana. Da una sentenza che
dà ragione a un automobilista, torna in bilico la valanga
di sanzioni sulla bretella che
dalla A4 porta verso il centro:
un milione negli ultimi due
anni.
Certo, piuttosto che rinunciare alla multa, la giunta fa
appello al tribunale civile. Ma
il primo round va al’automobilista stangato. Ne sa qualcosa C. F., il cittadino che a gennaio ha contestato il verbale
che gli era arrivato a casa: sul
cavalcavia del Ghisallo, proprio sopra viale Certosa, in direzione di Lecco, lui andava a
97 chilometri all’ora (in realtà
l’autovelox ha rilevato una velocità di 103) e il limite, stando
a Palazzo Marino, doveva essere di 70.
C. F. non era però di questa
idea e ha sostenuto davanti al
giudice di Pace che quell’accertamento doveva intendersi nullo perchè il tratto di strada in questione «viene classificato dal Comune come “strada urbana di scorrimento”
senza averne i requisiti».
E niente, il giudice gli ha dato ragione, ma per piazza Scala quella sentenza «è errata e
merita di essere riformata».
Sissignori, di chiudere lì la faccenda proprio non se ne parla, non sia mai che le casse comunali rinuncino a qualche
multa.
«Il Comune di Milano si è
costituito regolamente in giudizio dimostrando, anche documentalmente con materiale fotografico, l’infondatezza
del motivo del ricorso» promosso da F. C.,si legge testualmente nella delibera della
giunta Sala che venerdì 23 settembre ha deciso l’appello davanti al tribunale civile di via
Freguglia.
Tuto ruota intorno alla classificazione di quel tratto stradale: assimilabile a un’autostrada secondo il giudice di
Pace milanese, tratto urbano
da percorrere al massimo a
70 all’ora per Palazzo Marino.
Il verdetto del giudice di pace
renderebbe nulle tutte le sanzioni che gli automobilisti impugneranno da qui in avanti.
Una montagna. Non è neanche la prima volta che quelle
telecamere finiscono al centro della polemica giuridica e
anche politica. A giugno dell’anno scorso, per esempio, il
Comune è stato condannato
a pagare 200 euro di spese
processuali «per vizi inerenti
alla segnaletica e la visibilità»
dell’autovelox in questione.
Insomma, per via Corridoni quei cartelli erano già «contraddittori e poco visibili»
qualche mese fa. E senza contare le multe che l’amministrazione era stata costretta
ad annullare anche prima per
aver superato il limite dei 90
giorni in materia di notifica
dei verbali. Passati i mesi, arri-
Il convegno
in Regione
sui vaccini
ri sul Ghisallo: «In appena
due anni», aveva denunciato
il leader del Carroccio, «su
quel cavalcavia è scattata la
milionesima multa».
Non proprio numeri contenuti, ecco. Ad alcuni automobilisti hanno addirittura ritirato la patente. Anche in quell’occasione, manco a dirlo,
Salvini aveva invitato imilanesi a fare ricorso.
S’intitola «Vaccinazioni in Lombardia tra
scienza e fantascienza», il convegno che si
terrà domani dalle
12,30 a Palazzo Pirelli
(via Fabio Filzi 22) per
parlare, appunto, dell’annoso problema delle vaccinazioni. La giornata, organizzata dal leghista Fabio Rolfi e dalla Commissione III Sanità e Politiche sociali,
mira a raccogliere l’appello dell’Ordine dei
Medici,
preoccupati
dall’avanzare del fronte che si pone contro le
vaccinazioni obbligatorie.
Il dibattito tiene banco
da tempo anche in Regione Lombardia, per
questo Rolfi ha più volte spiegato che «occorre contrastare la disinformazione e le false
convinzioni sulla pericolosità dei vaccini,
non suffragate scientificamente, per favorire
la massima copertura
possibile».
All’incontro parteciperà, tra i relatori, anche
l’assessore al Welfare
Giulio Gallera.
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Il cavalcavia del Ghisallo: gli autovelox sono piazzati prima della curva, entrando a Milano [Ft]
va l’ennesima bocciatura, nostante il Comune sostenga di
essere nel giusto e aver migliorato la segnaletica.
«La vicenda del Ghisallo si
trascina da almeno tre anni»,
sbotta il consigliere azzurro di
Palazzo Marino Fabrizio De
Pasquale. «IlComune dovrebbe essere la casa trasparente
dei Milanesi, ma dimostra di
essere tutto fuorchè questo.
Prima ha gabbato i cittadini
con l’invio delle cartelle oltre
il tempo consentito dalla legge, poi ha disatteso le segnalazioni della Prefettura e dei numerosi giudici di Pace che si
sono espressi sulla questione.
É solo l’ennesima conferma
che l’amministrazione Sala
continua sulla strada del suo
predecessore - continua l’azzurro De Pasquale - e usa gli
autovelox non come una misura per chiedere il rispetto
delCodice della strada ma come una vera e propria tassa
da far pagare agli automobilisti. Stiamo assistendo molti
cittadini spiegando loro come fare materialmente ricorso di fronte a queste situazioni di palese ingiustizia amministrativa». Anche perchè a
inizio settembre era stato proprio il neo consigliere comunale della Lega nord, Matteo
Salvini, ad accendere i rifletto-
Il polo commerciale in crisi
Il Comune dà l’Ortomercato ai privati
Il sindaco: «I fondi pubblici non bastano, nuova gestione insieme a chi vuole investire». Piano di rilancio entro sei mesi
PALAZZO MARINO
Riscatto delle case
per 6mila famiglie
Circa seimila famiglie milanesi diventeranno proprietarie a tutti gli effetti delle loro case. Si risolve, così,
una vicenda iniziata nel 2014, quando il Comune di Milano propose a
questi inquilini di comprare gli appartamenti costruiti molti anni prima in edilizia convenzionata. Gli interessati avrebbero avuto cinque anni di tempo per avviare le pratiche
del riscatto, ma nel febbraio scorso
la Corte dei Conti sezione Autonomie ha invalidato il metodo proposto dal Comune, giudicando troppo
basse le cifre richieste per il riscatto.
Il pronunciamento della Corte, però,
non ha valore retroattivo e non può
quindi applicarsi alle proposte di acquisizione avanzate dal Comune fino al gennaio scorso. «Il buonsenso
ha vinto sulla burocrazia. Finalmente potremo accontentare tante famiglie», ha commentato Pierfrancesco
Maran, assessore all’Urbanistica.
::: MASSIMO SANVITO
■■■ Da anni, ormai, l’ortomercato di via Lombroso vive in uno stato di abbandono, incuria, scarsa sicurezza e scarse condizioni igienico-sanitari. Non il massimo per il
più grande polo commerciale d’Italia, un’area di un milione di metri quadrati. Nel gennaio scorso,
l’ex sindaco arancione di Milano,
Giuliano Pisapia, bocciò il piano di
riqualificazione dell’ortomercato
presentato dall’allora amministratore unico di Sogemi, Nicolò Dubini. Un progetto certamente importante dal punto di vista economico
(circa mezzo miliardo di euro), ma
che puntava a realizzare un hub
strategico per l’intera filiera ortofrutticola italiana. Inoltre, come
specificò Dubini, si trattava di «un
modello di partneriato pubblicoprivato». Troppo per le casse di Palazzo Marino, e Dubini se ne andò
sbattendo la porta. Oggi, i problemi sono sempre gli stessi. L’ortomercato necessita di un rilancio.
«L’amministrazione non si tira indietro, ma senza la partecipazione
dei privati è difficile immaginare
un futuro positivo», ha detto ieri il
L’Ortomercato di via Lombroso è in crisi da anni [Fotogramma]
sindaco Beppe Sala, affidando al
nuovo presidente di Sogemi, Cesare Ferrero, il compito di trovare
una formula per coinvolgere i privati. «Aspetto un piano entro sei
mesi», ha poi ribadito il sindaco.
Rispetto ad un’eventuale vendita
di parte dell’ortomercato, Sala ha
spiegato che «il tema è trovare una
prospettiva di lungo termine. Io
guardo alla cosa con estrema apertura, però tutto deve essere funzionale a un nuovo progetto di rilancio, che è fondamentale». Pronto il
commento del capogruppo di FdI
in Regione, Riccardo De Corato:
«Chissà che gioia per Rifondazione Comunista e la sinistra radicale,
che hanno sostenuto Sala al ballottaggio, a proposito del coinvolgimento di investitori e capitaliprivati. Peccato che il sindaco non faccia neppure un accenno al piano
Dubini. Dato che costò 500 mila
euro, o resta valido, e allora bisogna studiarlo, oppure i milanesi devono aver diritto a riavere i quattrini spesi. Ma siamo sicuri che Sala
ne sia al corrente?».
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CRONACA
__Domenica 2 ottobre 2016__
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Il libro dell’ex «first sciura»
ENTE IN ROSSO
Abiti, discorsi e salotti
La moglie di Pisapia
era il vero sindaco
Città Metropolitana
Rinnovo di tre mesi
per i 41 precari
prima della Scala non si fanno
vestire da Armani e che per incentivare il made in Italy non
vanno a comprare le borsette
da Prada (ma solo nel negozio
in Galleria se no non vale...).
Così Agnese Renzi è descritta
alla stregua di una sciacquetta
spaesata nella grande Milano,
la moglie di Maroni mal vestita
a teatro, la sindaca di Parigi (la
socialista Hidalgo) algida.
Il libro, comunque, è gradevole, silegge in una mezza giornata ed è molto istruttivo per
capire veramente la sinistra radical chic. Solo un’ultima cosa:
la Sasso nel 2011 non ha rinunciato a un lavoro. Semplicemente ne ha scelto un altro.
Prorogati di altri tre
mesi i contratti dei lavoratori precari della
Città Metropolitana di
Milano, ente in rosso
cronico che per chiudere il proprio bilancio invoca l’ennesimo stanziamento del governo
nelle prossime settimane.
Il rinnovo è stato firmato martedì scorso dal
sindaco metropolitano
Beppe Sala: «I lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato sono assegnati ad
aree che gestiscono servizi pubblici essenziali», si legge nell’atto di
Palazzo Isimbardi, che
salva così per altri 90
giorni I 41 lavoratori a
tempo dell’ente. Negli
ultimi anni l’ex Provincia ha ridotto l’organico cercando faticosamente di rientrare nei
parametri imposti dalla legge Delrio (che impone un taglio del 30%
all’organico). Grazie a
trasferimenti e prepensionamenti, l’organico
dell’ente che ha sostituito la Provincia è sceso
da 1.593 unità a 1.101
unità in servizio al primo settembre 2016.
Per quanto riguarda i
precari, se ne riparla alla fine dell’anno.
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La Sasso racconta di aver mollato la carriera per stare accanto a Giuliano
Ma poi, tra casa e palazzo, si descrive come protagonista dell’era arancione
::: segue dalla prima
FABIO RUBINI
(...) per le quali il marito ha rinunciato al mandato bis: niente liti col Pd o tensioni in maggioranza; il poverino non ce la
faceva più ad essere ostaggio
della moglie che lo angustiava
da mane a sera. Roba che in
confronto noi di Libero, che
non gliene abbiamo perdonata una, eravamo dei dilettanti e
non lo sapevamo.
Non dubitiamo della buona
fede e dei sentimenti puri messi nero su bianco dalla Sasso, ci
mancherebbe, ma l’impressione che se ne trae da un’attenta
lettura, è quella di un ritratto
un po’ troppo romanzato. L’idea della Sasso sarebbe quella
di autodescriversi come una
geisha,remissiva, che per amore del marito ha interrotto la
carriera e che «la sera, qualunque sia l’ora, sono lì, in casa, ad
aspettarlo.Gliapro la porta, sorrido e preparo il suo cocktail
preferito, il Negroni. So che è
stata una giornata pesante, mi
piace che qui, dentro le mura
di casa nostra, trovi finalmente
la pace». Ma si capisce che
quel personaggio è posticcio e
infatti, pagina dopo pagina,
esce la vera natura di Cinzia
Sasso che è quella della moglie
che vorrebbe essere al posto
del marito, che fa capire che in
casa i pantaloni li porta lei e
che i successi del Pisapia politico portano il suo marchio.
Quando era deputato e in gran
segreto andò in Kenia a «salvare» il leader curdo Abdullah
Ochalan i due (sottinteso lei, la
moglie) s’inventarono un codice perché «avevamo i telefoni
sotto controllo», così «Ogni nu-
mero corrispondeva al nome
di una città. L’8 corrispondeva
a Nairobi. Quando, nella notte,
al telefono, mi ha detto “otto”
ho potuto capire». E quando
Giuliano diventa sindaco è lei
che lo porta in Galles ad imparare l’inglese, che studia per lui
i discorsi dei grandi oratori del
passato, che le fa da ghostwriter nelle occasioni importanti
come con la visita di Benedetto
XVI («Le parole di quel discorso erano state pesate una ad
una. A me era toccato di leggere un sacco di libri, tutti quelli
scritti dal Papa oppure sul Papa») e che si sacrifica perché
«ogni incontro va preparato e
più cose sai (...) più l’incontro è
produttivo». Che tradotto suona così: io ho studiato e ho riferito al Pisa, che intanto sull’aereo mandava gli sms per far
spargere il sale nelle strade di
Milano. E via di questo passo
tra incontri internazionali e salotti vip dove la protagonista è
sempre lei.Per dire,quando descrive il matrimonio, lei si va a
comprare un vestito nuovo,
«bianco, corto, con un volant
sulla schiena», mentre a Giulia-
La giornalista Cinzia Sasso ha sposato Pisapia nel 2011 [Ftg]
no «va perfetto un abito blu
che ha già nel guardaroba». Il
libro è tutto così: lei è la donna
che tiene l’agenda e sceglie i vestiti («Dalle calze alla cravatta.
Scorro i suoiimpegnidella giornata e mi lascio ispirare»), lui il
marito ubbidiente e rassegnato che ha solo idee geniali (naturalmente ispirate da lei).
La Sasso, poi, descrive anche i numerosi incontri fatti
nei cinque anni da first sciùra.
E quila mannaia cala senza pietà (e buon gusto) dividendo il
campo in due: gli amici dei salotti sono tutti fighi, intelligenti,
spiritosi e grondanti ammirazione per la coppia reale. Poi ci
sono quelli che non prendono
il caffè a Palazzo Reale, che alla
38
CRONACA
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::: le lettere
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Chiusura al traffico: Via Lorenteggio:
fra Via Tito Vignoli e Via Leone
Tolstoi strada chiusa al traffico causa
cantieri in direzione Centro Città Lavori M4 Termine lavori previsto: 31
dicembre 2016 . Corso Plebisciti:
strada chiusa al traffico causa cantieri
- Lavori M4 - Termine previsto: 31
dicembre 2017. Via Brera: fra Via del
Carmine e Via Melone strada chiusa
al traffico causa cantieri. Via Foppa:
fra Piazza Simone Bolivar e Via
Giorgio Washington: strada chiusa al
traffico causa cantieri: Termine lavori:
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12.10-14.35-16.55-19.25-21.50
13.20-16.10-19.00-21.50
13.05-16.05-19.05-22.05
12.40-14.55-17.10
19.20
21.55
13.50-16.30
13.10-15.35-18.00-21.00
12.40-15.10-17.40
20.05-22.20
19.45-22.25
Alla ricerca di Dory
I magnifici 7
Bridget Jones’s Baby
Bridget Jones’s Baby
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PALESTRINA
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22.30
15.00-17.30-20.00
22.30
14.50-16.45-18.40-20.35
22.30
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Le ultime cose
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L’effetto acquatico - Un colpo di fulmine a prima svista 17.50-22.30
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15.00-17.10-19.15-21.30
15.00-17.15-19.30
21.30
16.00
19.00-21.30
The Assassin
PLINIUS MULTISALA
15.15-17.15-19.15-21.15
VIALE ABRUZZI, 28/30 - TEL. 0229531103
Bridget Jones’s Baby
15.30-17.50-20.10-22.30
Ben-Hur
15.00-17.30-20.00-22.30
Alla ricerca di Dory
15.10-17.20-19.30
The Beatles: Eight Days a Week - The Touring Years 18.00-21.30
Café Society
15.30-17.50-20.10-22.30
I magnifici 7
21.30
Indivisibili
15.00-17.30-20.00-22.30
UCI CINEMAS BICOCCA
VIALE SARCA, 336 - TEL. 892960
L’era glaciale: In rotta di collisione
10.55-17.25
Trafficanti
14.40-19.50-22.25
Alla ricerca di Dory
10.50-14.45-17.10-19.50-22.20
Alla ricerca di Dory
11.30
Ben-Hur
16.45-19.40-22.35
L’era glaciale: In rotta di collisione
14.30
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11.15-14.20
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16.30-19.30-22.30
Ben-Hur
11.10-14.20
Independence Day: rigenerazione
17.10-19.50-22.35
Indivisibili
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Abel - Il figlio del vento
11.05
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14.50-17.25
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20.10
Abel - Il figlio del vento
12.15-14.40-17.05-19.30
Io prima di te
22.00
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14.40-17.00-19.20-21.40
Blair Witch
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Bridget Jones’s Baby
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Bridget Jones’s Baby
14.15-17.00-19.45-21.30-22.30
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Ben-Hur (3D)
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Alla ricerca di Dory
Café Society
I magnifici 7
Abel - Il figlio del vento
Al posto tuo
Ben-Hur
Alla ricerca di Dory
Ben-Hur
Al posto tuo
Ben-Hur
Abel - Il figlio del vento
Café Society
Alla ricerca di Dory
Bridget Jones’s Baby
Café Society
Trafficanti
Blair Witch
I magnifici 7
Independence Day: rigenerazione
11.00-17.00
14.50
19.40-22.30
11.10
17.15-22.30
14.30-19.35
11.30-15.00-17.20-19.50-22.20
22.30
14.40-20.00
17.00
11.30-14.45-17.15
19.40-22.20
14.30
14.15-17.10-19.45-22.30
17.20
20.00-22.40
22.40
14.15-17.10
19.50
SPAZIO OBERDAN CINETECA ITALIA
VIALE VITTORIO VENETO 2 - TEL. 0277406300
Sacrificio
Masaan
Heart of a dog
Athos
14.30
17.15
19.15
21.00
CINEWANTED
VIA TERTULLIANO, 68 - TEL. 334 6763643
Riposo
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ASSAGO
■ CENTRO v. Fiori Oscuri, 13; v. Visconti di Modrone, 1; c.so di Porta
Ticinese, 50. ■ NORD v. Pascarella, 22; v. Bodoni, 19; v. Candiani, 122;
v. P. Lambertenghi, 25; v. Airolo, 36.. ■ SUD v.le Bligny, 47; v. Monte
Palombino, 9; v. Meda, 37; v. San Paolino, 18. ■ EST v. Malpighi, 12; p.le
Loreto, 7; v. Iglesias, 48; v.le Abruzzi, 23; v. Grossich, 15; c.so Concordia, 16; v.
Compagnoni, 24; p.za Insubria, 11, v.le Ungheria, 13. ■ OVEST v.le Coni
Zugna, 43; v. Primaticcio, 96; v. delle Forze Armate, 4; v. delle Betulle, 36/c;
v. Rasori, 2; p.za Monte Falterona, 3; v. Ugo Betti, 42/b; v. S. Galdino, 11.
Turno notturno
(dalle ore 21 alle ore 8,30)
p.za Clotilde, 1; p.za Cinque Giornate, 6; c.so S. Gottardo, 1; v.le Zara, 38;
v. R. Di Lauria, 22.
Aperte 24h: Via Boccaccio, 26; V.le Famagosta, 36; Stazione Garibaldi (P.za S,
Freud); p.le Stazione Porta Genova 5/3 ang. via Vigevano 45; v.le Lucania,
6; Corso Magenta, 96; v.le Testi, 90
Il padiglione Expo
diventa campetto
EVENTO Oggi 2 ottobre il
Consiglio regionale celebra la «Festa dei Nonni»
con un’apertura straordinaria di Palazzo Pirelli e
delsuo Belvedere al31˚piano, per una giornata ricca
di momenti di animazione
e di intrattenimento dedicati appositamente a nonnie bambini. Per festeggiare l’evento sono previstianche spettacoli e giochi (alle
15,30 al Pirellone i bambini troveranno il classico
carretto che si incontra in
fiere e sagre).Non mancherà uno spazio digitale, dove i nipoti potranno passare ai nonni tutto il loro sapere suimodellicomunicativi oggi in uso. Alle 11,30 è
previsto l’arrivo di Renato
Pozzetto, che il sondaggio
lanciato in rete dal Consiglio regionale ha eletto come «Nonno dell’anno
2016».
Oggi, dalle 11,30
Ingresso libero
Sono una residente del quartiere San Siro. Una delle poche regolari rimaste in
questa zona di Milano che ormai di legale ha ben poco. Il problema delle occupazioni abusive è noto da anni, ma nell’ultimo periodo siamo arrivati ad episodi di
follia. Egiziani, romeni, ma anche italiani
che occupano servendosi di minori per
non essere sfrattati. Spesso occupano anche case già abitate da gente regolare che
si assenta da casa per motivi personali.
Ma in Italia che leggi abbiamo? Com’è
possibile permettere uno scempio simile? Senza considerare il fatto che se una
famiglia con figli viene sfrattata, il Comune deve provvedere a trovarle una nuova
sistemazione. E chi, invece, per arrivare a
fine mese e pagare l’affitto fa due lavori, è
uno stupido? C’è veramente da indignarsi. Per non parlare di comitati per la casa
vari e centri sociali sempre sul piede di
guerra quando ci sono gli sgomberi di occupanti abusivi. Ormai con le varie amministrazione rosso-arancioni milanesi
ho perso le speranze. Continuerò a pagare le tasse anche per chi se ne frega delle
basilari regole di convivenza. Sono stufa
di lottare per una battaglia persa.
Antonia N.
e.mail
MILANO
fine 2017. Via Vincenzo Foppa fra
Via Montevideo e Viale Coni Zugna:
lavori fino alle 20:00 del 31 dicembre
2016 Via Ascanio Sforza: fra Via
Scoglio di Quarto e Via Conchetta
divieto di transito fino alle 03:00 del
31 ottobre 2016.
Traffico difficoltoso in: Viale Bianca
Maria: fra Via Mayr Giovanni e Via
Vincenzo Bellini restringimento di carreggiata causa cantieri in direzione
Piazza 5 Giornate. Termine: 20
Ottobre 2016. Via Antonio Sant'Elia
Altezza.
Festa dei nonni
a Palazzo Pirelli
L’emergenza occupazioni
In via Caracciolo, a Milano, prima c’erano i militari al servizio della sicurezza
deicittadini. Parlo al passato perché, ahimè,oggi nonostante le proteste dei cittadini del quartiere, la sinistra ha deciso
che i militari vengano trasferiti altrove e
che la caserma debba accogliere 300
presunti «profughi» che rimarranno in
attesa di una non ben definita sorte. Perché pensare che siano tutti profughi è
davvero da buonisti. Intanto quella sicurezza di cui si occupavano i nostri cari
militari, viene ancora una volta pesantemente minata. Sulla pelle dei cittadini.
Turno diurno
(dalle ore 8,30 alle ore 21,00)
::: appuntamenti
Le lettere via e-mail vanno inviate a: [email protected]
Via posta vanno indirizzate a: LiberoMilano - viale L. Majno 42, 20129 Milano.
CASERMA DI VIA CARACCIOLO
Farmacie
UCI CINEMAS MILANOFIORI
VIALE MILANOFIORI - TEL. 892960
Trafficanti
11.20-14.50-17.25-20.00-22.35
Al posto tuo
11.30-14.05-18.30-20.30-22.30
Alla ricerca di Dory
16.10
Café Society
11.20-15.00-17.25-20.00-22.15
Abel - Il figlio del vento
11.10-15.00-17.35
Se permetti non parlarmi di bambini!
20.00-22.20
Ben-Hur
11.10-14.25-17.10-19.50-22.35
Orti terapeutici
nel cuore di Brera
SPORT Domani 3 ottobre
alle 11 presso Parco Robinson, in zona Famagosta, si
svolgerà l’inaugurazione
del primo campo da
basket pubblico coperto
della città di Milano, un
evento organizzato da Coca-Cola e Comune di Milano. Si tratta della struttura
nata come padiglione di
Coca-Cola ad Expo che
poi l’azienda ha donato al
Comune e che rappresenta un successo della collaborazione pubblico-privato. Il Padiglione Coca-Cola
è stato premiato come una
tra le strutture dell’esposizione universale sviluppate con l’obiettivo distimolare l’adozione di soluzioni
in ottica sostenibilità. All’inaugurazione saranno presenti anche rappresentanti
istituzionali e gli atletiStefano Tempesti, Luca Dotto e
Carlotta Ferlito.
Domani, ore 11
Ingresso libero
Alllaa ricerca di Dory
11.40
Bridget Jones’s Baby
19.50-22.35
I magnifici 7
14.10-17.00
Alla ricerca di Dory
14.30-17.00-19.40
I magnifici 7
11.10-22.20
Blair Witch
22.40
Bridget Jones’s Baby
11.10-14.20-17.05
I magnifici 7
19.50
Blair Witch
17.35
Independence Day: rigenerazione
19.50-22.35
L’era glaciale: In rotta di collisione
11.30-15.20
Alla ricerca di Dory
11.10-15.10-17.40-20.10-22.35
BELLINZAGO LOMBARDO
C.C. LA CORTE LOMBARDA - TEL. 02954164445
ARCADIA
I magnifici 7
15.20-18.10-21.00
Bridget Jones’s Baby
14.20-17.00-19.50-22.30
Al posto tuo
15.15-17.35-20.40-22.40
Alla ricerca di Dory
14.40-16.00-17.10-18.20-20.00-21.10
Ben-Hur
15.00-17.40-20.30-22.20
Café Society
14.50-17.20-20.20-22.35
Abel - Il figlio del vento
15.10-17.30-20.10
Trafficanti
15.15-17.45-21.20
Independence Day: rigenerazione
20.50
Blair Witch
22.25
L’era glaciale: In rotta di collisione
15.30-17.50
CERRO MAGGIORE THE SPACE CERRO MAGGIORE
NATURA Missione Sogni
Onlus, associazione non
profitpresieduta da Antonella Camerana che si occupa di realizzare orti terapeutici presso le pediatrie degli ospedali, è lieta
dipresentare,con la collaborazione di «Fondazione Riccardo Catella» e
della Pinacoteca di Brera,
la grande iniziativa Orto
in Festa che avrà luogo
oggi 2 ottobre dalle 10 alle 18 all’Orto Botanico
Brera dell’Università degli Studi di Milano di via
F.lli Gabba 10. Orto in Festa nasce dalla comunione di obiettivi d’azione di
Missione Sogni e Orto Botanico di Brera, entrambi
impegnatinelpromuovere la diffusione di una cultura più attenta alla natura, attraverso un percorso educativo dei più piccoli.
Oggi, dalle 10 alle 18
Ingresso libero
Inddivisibbili
Alla ricerca di Dory
11.00-15.20-17.50-20.20-22.45
11.30-16.20-18.30-20.40-22.50
PIOLTELLO
UCI CINEMAS PIOLTELLO
VIA SAN FRANCESCO, 33 - TEL. 892960
Blair Witch
22.20
Io prima di te
11.10-14.25-17.05-19.40
Trafficanti
11.00-14.20-17.00-19.40-22.20
Bridget Jones’s Baby
11.10-14.10-17.00-19.45-22.30
I magnifici 7 | Imax
11.15-15.30-18.30-21.30
Ben-Hur
11.00-14.10-17.00-19.50-22.40
Café Society
11.05-14.30-17.10-19.40-22.10
Alla ricerca di Dory
11.00-14.40-17.15-19.45-22.15
I magnifici 7
19.30-22.30
L’era glaciale: In rotta di collisione
11.00-14.40-17.00
Alla ricerca di Dory
15.00-17.30-20.00
Independence Day: rigenerazione
11.10-22.30
L’estate addosso
19.20
Alla ricerca di Dory (3D)
11.00-14.00-16.30
Ben-Hur (3D)
21.50
Al posto tuo
11.10-14.00-16.10-18.20-20.30-22.40
Abel - Il figlio del vento
11.10-14.45-17.10-19.40
Bridget Jones’s Baby
22.00
Se permetti non parlarmi di bambini!
11.10-14.30-17.15-19.45-22.10
Indivisibili
11.10-14.30-17.15-19.45-22.10
ROZZANO
THE SPACE CINEMA ROZZANO
VIA TURATI, 62 - TEL. 892111
C.SO PERTINI, 20 - TEL. 892111
Alla ricerca di Dory
11.30-14.00-16.35-19.10-21.45
Alla ricerca di Dory
14.25-17.00-19.40
Blair Witch
22.15
Alla ricerca di Dory
14.15-16.45-19.15
Ben-Hur (3D)
21.10
Se permetti non parlarmi di bambini!
12.00-14.45-17.15-19.45-22.20
I magnifici 7
11.45-15.00-18.10-21.20
Bridget Jones’s Baby
12.15-15.15-18.15-21.15
Al posto tuo
11.50-14.10-16.25-18.40-20.55
Alla ricerca di Dory
12.50-16.00-18.35
Trafficanti
21.10
Café Society
11.40-14.20-16.50-19.20-21.55
Ben-Hur
15.05-18.05-21.00
Abel - Il figlio del vento
14.35-17.05-19.35-22.05
Ben-Hur
15.30-18.25-21.20
Bridget Jones’s Baby
16.05-18.55-21.45
Alla ricerca di Dory
15.10-17.30-20.00
Ben-Hur (3D)
22.30
Indivisibili
14.10-16.35-19.10-21.55
Café Society
14.05-16.25-18.50-21.15
Independence Day: rigenerazione
16.40-19.35-22.20
Se permetti non parlarmi di bambini!
14.50-17.20-19.40-22.00
Abel - Il figlio del vento
13.55-16.15-18.45-21.10
Alla ricerca di Dory
14.30-16.00-17.00-19.30-21.00
Blair Witch
22.10
Alla ricerca di Dory
14.00-16.30-18.30-19.00
Trafficanti
21.40
Al posto tuo
15.00-17.10-19.20-21.30
I magnifici 7
16.10-19.05-22.15
L’era glaciale: In rotta di collisione
14.20
MELZO
ARCADIA MULTIPLEX
Café Society
Ben-Hur
Al posto tuo
I magnifici 7
Bridget Jones’s Baby
Alla ricerca di Dory | Atmos
Alla ricerca di Dory
15.20-17.40-20.10-22.30
15.00-17.30-20.00-22.10
17.00-20.20-22.20
15.10-22.15
17.20-19.50-22.25
14.50-17.10
19.50
VIA MARTIRI DELLA LIBERTA` - TEL. 0295416444
PADERNO DUGNANO
VIA BRASILE, 4 - TEL. 0291084250
LE GIRAFFE
I magnifici 7
11.00-15.40-18.20-21.00
L’era glaciale: In rotta di collisione
10.50-15.00-17.00-19.10
Independence Day: rigenerazione
21.10
Bridget Jones’s Baby
10.50-15.20-17.50-20.20-22.50
Trafficanti
10.40-14.20-16.40-18.50-21.00
Café Society
11.00-15.50-18.00-20.30-22.30
Ben-Hur
10.50-15.30-18.00-21.15
Abel - Il figlio del vento
10.40-15.30-18.00-20.30
Man in the Dark
22.40
Alla ricerca di Dory
10.40-14.50-17.00-19.10-21.20
Blair Witch
11.30-14.30-16.30-18.30-20.30-22.40
Io prima di te
11.00-14.15-16.40-19.00-21.15
Bridget Jones’s Baby
13.50-16.20-18.50-21.20
SAN GIULIANO MILANESE
MOVIE PLANET
S.S. 9 VIA EMILIA, ANGOLO VIA TOLSTOJ - TEL. 899 552578 (PREN.)
Bridget Jones’s Baby
Alla ricerca di Dory
Al posto tuo
Ben-Hur
Trafficanti
I magnifici 7
SESTO SAN GIOVANNI
C/O CENTRO SARCA - TEL. 0224860547
14,40-17,00-19,40-22,10
14,55-17,10-19,50-22,10
14,55-17,10-20,00-22,10
14,15-16,30-19,10-22,10
17,00-19,40
14,25-22,10
SKYLINE MULTIPLEX
Al posto tuo
11.15-14.00-16.10-18.15-20.15-22.15
Indivisibili
14.00-16.05-18.10-20.25-22.30
Abel - Il figlio del vento
11.15-14.00-16.00-18.10-20.20
Trafficanti
22.30
Alla ricerca di Dory
11.15-15.30-17.50-20.00-22.15
Alla ricerca di Dory
14.30-16.30-19.00
Bridget Jones’s Baby
11.15-15.00-17.30-20.00-22.30
Ben-Hur
13.00-16.00-19.00-21.15-22.00
Café Society
11.15-14.00-16.00-18.10-20.15-22.30
L’era glaciale: In rotta di collisione
11.15-14.00-16.05-18.10
Independence Day: rigenerazione
20.15
Blair Witch
22.40
I magnifici 7 | Imax
11.15-14.30-17.10-20.00-22.35
CRONACA
__Domenica 2 ottobre 2016__
39
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Lui muore ustionato
FONDI DAL GOVERNO
Albanese di 45 anni
sfugge al marito
che vuole darle fuoco
Stanziati 8 milioni
contro la ludopatia
Il governo ha destinato
8,2 milioni di euro alla
Lombardia per fronteggiare la piaga della ludopatia. «Il gioco d’azzardo
distrugge migliaia di famiglie», ha detto l’assessore regionale lombardo
al Territorio Viviana Beccalossi. «Il nostro pressing sul governo ha funzionato»
■■■ Ha avuto fortuna la 45enne albanese
Durante un’operazione antidroga
Investe e trascina poliziotto
Marocchino ricercato a Como
In fin di vita l’agente travolto al posto di blocco: caccia al nordafricano scappato su una Seat Ibiza
::: GIUSEPPE SPATOLA
■■■ Caccia aperta in tutta la Lom-
bardia allo spacciatore marocchino che a Mariano Comense, per evitare l’arresto, ha investito e ridotto
in fin di vita un poliziotto di 33 anni
della Mobile di Lecco. L’agente è
stato ricoverato al Sant’Anna di Como in condizioni disperate ed è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. L’episodio si è verificato venerdì durante una normale operazione di contrasto allo spaccio tra Lecco e Como. L’investigatore della Mobile è stato travolto vo-
lontariamente dalla persona che
stava pedinando e che avrebbe dovuto fermare da lì a poco per l’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare. Arrivato con l’auto civetta a Mariano Comense, in via
Donati, il poliziotto ha «agganciato» il giovane straniero che era al
volante di una Seat Ibiza. Bloccata
la strada dal senso opposto, l’agente della Mobile ha aperto la portiera
dal lato del passeggero intimando
l’alt al marocchino che, invece di
fermarsi, ha proseguito la corsa.
Questione di attimi e il fuggitivo,
non trovando altre vie di fuga, ha
inserito la retromarcia travolgendo
con lo sportello ancora aperto l’agente. Il poliziotto è stato trascinato
sull’asfalto per diversi metri prima
dirimanere privo di sensi a terra dopo essere stato sbattuto sulle auto
parcheggiate. Il poliziotto è rimasto
a terra con un grave trauma cranico, che gli ha prodotto un vasto
ematoma, oltre ad alcune fratture.
È stato trasportato in ospedale in elisoccorso, dove dopo il ricovero le
sue condizioni sono apparse più
gravi di quanto sembrato in un primo momento. Il poliziotto, infatti, è
ricoverato in Rianimazione in pro-
gnosi riservata. Poche ore dopo la
macchina del fuggiasco è stata ritrovata abbandonata. Del nordafricano - Soufiane Moustapha Anime,
19 anni - più nulla. Tramite web sono state diffuse alcune sue foto segnaletiche, dato che si tratterebbe
diun ricercato già noto aglioperatori delle forze dell’ordine. Secondo
quanto ipotizzato dalla Questura di
Lecco e Como probabilmente l’uomo ha trovato un rifugio momentaneo a casa di qualche connazionale,in qualche campo nomadioppure nell’hinterland milanese.
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che venerdì sera è stata cosparsa di benzina
dal marito, connazionale di 52 anni. La pietra
focaia dell’accendino era troppo bagnata per
prendere fuoco ai primi tentativi di accensione; così, la donna è riuscita a scappare e a
calarsi dal balcone del loro appartamento al
primo piano. Il marito, invece, ha avuto la
pegggio e ha perso la vita ieri.
Arriva da Gorgonzola, nell’hinterland milanese, l’ultimo tentato femminicidio. L’uomo,
incensurato, verso le 18,30 circa si presenta a
casa con una tanica di benzina. Approfittando dell’assenza dei loro tre figli (di 14, 22 e 24
anni), il 52enne ha chiuso a chiave la porta di
casa e ha inondato di benzina prima se stesso
e poi la moglie, tentando di uccidere la moglie
e uccidersi. L’accendino troppo bagnato però
ha bloccato il suo piano. La donna, quindi,
approfittandone, ha prima cercato di convincere il marito a desistere. Poi, non riuscendoci, ha raggiunto la portafinestra della cucina e
si è calata dal balcone del loro appartamento.
La donna è rimasta illesa: la caduta di pochi
metri è stata frenata da una tettoia al piano
terra dello stabile.
L’albanese, invece, dopo vari tentativi, è riuscito ad appiccare il fuoco e, avvolto dalle
fiamme, ha raggiunto la moglie in strada, dove si è accasciato a terra. Nonostante il tempestivo intervento dei soccorritori del 118 e le
ore in terapia intensiva all’ospedale Niguarda, l’uomo è deceduto ieri pomeriggio a causa delle gravi ustioni riportate sul 97% del corpo.
Dalle prime ricostruzioni pare che la coppia, da tempo separata in casa, stesse aspettando la fine di una causa di divorzio avviata
in Albania. In più, la donna, nei giorni scorsi
aveva comunicato all’ex marito l’intenzione
dimandarlo via di casa. Proprio questo avrebbe scatenato la terribile vendetta dell’uomo.
G. VEN.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
__Domenica 2 ottobre 2016__