OS_Rivista_Marzo_06 - Obiettivo Sicurezza
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OS_Rivista_Marzo_06 - Obiettivo Sicurezza
INTERVISTA E S C L U S I VA Pompeo Pindozzi i Combustibili del Futuro Intervista a Rinaldo Rinolfi “papà” del motore diesel common rail Rinaldo Rinolfi, Executive Vicepresident Fiat powertrain research & technology Rinaldo Rinolfi, entrato al centro ricerche Fiat nel 1971, dopo la laurea in Fisica all’università di Torino, ha partecipato a numerosi progetti nel settore dell’iniezione elettronica benzina e dei motori diesel ad iniezione diretta. Nel 1984 viene nominato Direttore della ricerca motori e nel 1987 trasferisce alla produzione di serie il motore 1.9 Turbo Diesel iniezione diretta della Croma, il primo motore diesel iniezione diretta per vettura al mondo. Nel 1993, sotto la sua guida il centro ricerche Fiat completa lo sviluppo del sistema iniezione Diesel “UNI JET” che oggi, comunemente noto come Common Rail, rappresenta lo stato dell’arte della tecnologia ed è universalmente applicato sui motori diesel iniezione diretta. Poco dopo, nel 1997, la Fiat in collaborazione con Bosch, mise in produzione il motore Alfa Romeo 156 1.9 JTD, il primo motore Diesel Common Rail al mondo. Negli anni successivi Rinolfi ed il suo gruppo proseguirono nell’ulteriore sviluppo dell’ancor giovane tecnologia Common Rail che portò all’introduzione delle multiple iniezione (Multijet) ed allo sviluppo del più piccolo motore Diesel iniezione diretta da vettura mai realizzato: il motore Fiat 1.3 Multijet. Nel 2002 ha vinto il premio dell’Economist per rinnovazione nel settore dell’energia e dell’ambiente, a riconoscimento dell’impatto economico ed industriale del suo lavoro di ricerca e sviluppo. A che punto siamo con lo studio di combustibili alternativi? I paesi maggiormente industrializzati stanno oggi affrontando una serie multipla di sfide energeticheambientali per : assicurare la costanza delle forniture energetiche (oggi in gran parte dipendenti dal petrolio); contenere le emissioni dei gasserra con lo scopo di adempiere al protocollo di Kyoto; proteggere l’ambiente e migliorare la qualità dell’aria nelle zone urbane. Un ruolo significativo nel rispondere a queste sfide può, e deve, essere giocato dall’introduzione non marginale nel settore dei trasporti dei combustibili alternativi, intendendo con il termine “alternativi” i prodotti potenzialmente sostitutivi della benzina e del gasolio e non di diretta derivazione petrolifera (pertanto un combustibile assai noto in Italia quale il GPL - gas di petrolio liquefatto - non può essere considerato alternativo in quanto derivato direttamente dal petrolio). In linea di principio i combustibili alternativi più promettenti ed interessanti sono quelli che possono essere utilizzati nei motori di attuale produzione senza pesanti modifiche invasive e che possono essere distribuiti mediante l’attuale rete delle stazioni di rifornimento. In questa categoria potrebbero rientrare fin da subito i combustibili producibili da biomassa, quali il bioetanolo e il biodiesel (metil5 obiettivo sicurezza INTERVISTA i Combustibili del Futuro estere di acidi grassi). Altri, primo fra tutti il gas naturale, potrebbero essere sfruttati su più larga scala fin da subito anche se necessitano di una rete di distribuzione specifica. Altri ancora, come i combustibili di sintesi, sono ancora allo stadio di sviluppo o in fase di inizio produzione industriale e necessitano di ulteriori sforzi di ricerca o investimenti industriali prima che la loro disponibilità sul mercato diventi una realtà su larga scala. E per quanto riguarda l’utilizzo dei biocombustibili cosa ci può dire? L’utilizzo dei biocombustibili (biodiesel e bioetanolo) in for ma integrale o ad elevate concentrazioni in miscela con il combustibile di derivazione petrolifera desta non poche preoccupazioni per quanto riguarda la compatibilità con i materiali di comune impiego nei motori a combustione interna, la loro stabilità all’ossidazione e in generale la costanza qualitativa della composizione alla pompa. La legislazione attuale ammette una percentuale massima del 5% di etanolo nella benzina o di biodiesel nel gasolio. Percentuali più elevate comportano interventi al propulsore. L’impiego dei biocombustibili è comunemente considerato a “bilancio nullo” di C0 2 e quindi non pericoloso ai fini dell’effetto serra: questo non vuol dire che il loro impiego non comporti emissioni di C0 2 , ma solamente che la C0 2 prodotta durante la combustione è riutilizzata dalla fotosintesi per produrre, in un tempo successivo e in località diversa, altre colture vegetali nuovamente utilizzabili per produrre biocombustibili (bilancio totale dalla sorgente all’utilizzo). Però tale vantaggio dipende dal tipo di biomassa (girasole, barbabietola, ravizzone, canna da zucchero...) 6 obiettivo sicurezza utilizzata come materia prima: infatti bisogna tenere conto che anche il processo di coltivazione (aratura dei campi, irrigazione degli stessi, distribuzione dei fertilizzanti) è sorgente di gas-serra. Anche il successivo procedimento di trasformazione in biocombustibile genera gas ad effetto serra. Quindi, il potenziale beneficio teorico, ottenibile dalla sostituzione dei combustibili fossili con i “bio”, non solo non può mai essere raggiunto, ma difficilmente supera il 30-40% del massimo teorico. Da un punto di vista energetico la produzione dei biocombustibili porta pressoché sempre a bilanci negativi, cioè è necessaria più energia per la loro produzione di quanto se ne possa ottenere utilizzandoli come combustibili nei motori a combustione interna. E per quanto riguarda il gas naturale? Il gas naturale è, al giorno d’oggi, il combustibile alter nativo di maggior interesse. Essendo di origine fossile non è considerato una sorgente di energia rinnovabile, ma la distribuzione delle sue fonti è molto più diffusa nel mondo di quelle del petrolio, oltre a non essere necessariamente associate a queste ultime. Il costituente principale del gas naturale è il metano che, a seconda delle fonti, può variare dal 85 al 99%. I motori a gas naturale rappresentano lo stato dell’arte dei motori a basso impatto ambientale sia per applicazioni su vetture passeggeri che per impieghi commerciali e trasporti pubblici. Le offerte commerciali di veicoli CNG (compressed natural gas) sono una realtà in continua crescita anche se, per il momento, le possibilità di scelta del veicolo/modello sono ancora talvolta limitate. Autobus e carri raccolta rifiuti a CNG sono presenti significativamente in parecchie città europee. Le emissioni di C02 dei veicoli a gas di ultima generazione (iniezione di gas multipoint a controllo elettronico, catalizzatori a tre vie...) possono essere inferiori a quelle dei veicoli diesel equivalenti, anche in funzione del minor contenuto di carbonio nella molecola del metano rispetto a quello nel gasolio. Dal punto di vista del bilancio globale della C0 2 (produzione, trasporto, utilizzo) qualche penalizzazione dovuta al trasporto da località lontane deve essere tenuta in considerazione. In particolare possono essere estremamente basse, se si impiegano tecnologie motoristiche avanzate, le emissioni allo scarico di prodotti dannosi per la salute umana e per l’ambiente: infatti gli idrocarburi emessi sono costituiti essenzialmente da metano (gas inerte considerato non tossico e che non contribuisce alla formazione di smog fotochimico), le emissioni di Nox e prodotti ossigenati sono inferiori a quelle riscontrate con altre tipologie di motori, il particolato è pressoché assente come anche l’emissione di prodotti acidi (dannosi per la flora ed i monumenti storici). Il maggior ostacolo ad uso sempre più generalizzato del gas naturale è rappresentato dalla mancanza di una rete di distribuzione sufficientemente diffusa ed estesa. Va peraltro ricordato che sono in atto pesanti sforzi da parte sia delle autorità pubbliche che delle industrie petrolifere ed organizzazioni private per sopperire a tale mancanza. Che cosa sono i combustibili sintetici? Una delle famiglie più promettenti INTERVISTA i Combustibili del Futuro di combustibili alternativi liquidi per impiego sui motori diesel è costituita dai cosiddetti combustibili sintetici derivati dalle biomasse (BTL-Biomass To Liquid), dal gas naturale (GTL-gas to liquidi) e dal carbone (CTL-coal to liquid) attraverso un processo chimico noto come fisher-tropsch che utilizza come materia prima la biomassa gassificata, il carbone gassificato o il gas naturale. I BTL, seconda generazione dei biocombustibili, utilizzano come base di partenza una biomassa a basso valore intrinseco quale il residuo organico della lavorazione del legno e della carta, il legname di scarto, scarti biologici... e non prodotti di possibile uso alimentare come nel caso dei biocombustibili di prima generazione (biodiesel, bioetenolo). I combustibili che si ottengono sono di ottima qualità ed, essendo “costruiti” per sintesi, per alcuni aspetti sono anche migliori dei prodotti di origine minerale. Sono pertanto utilizzabili sia in miscela con i combustibili tradizionali che allo stato puro. Però la loro produzione non è ancora effettuabile su larga scala ma è ancora a livello di impianti pilota. I combustibili GTL presentano gli stessi livelli qualitativi dei BTL con il vantaggio di non necessitare del processo iniziale di gassificazione. Sono particolarmente interessanti per sfruttare giacimenti di gas localizzati in regioni remote in quanto la sua trasformazione in combustibile liquido rende molto più agevole il trasporto nelle zone di utilizzo. Peraltro gli impianti produttivi devono essere vicino alla fonte. Una certa percentuale di questi prodotti è già presente in gasoli commerciali. Le stesse considerazioni valgono anche per i CTL, salvo il fatto che la loro eventuale produzione industriale richiede ancora notevoli sforzi di sviluppo e che generalmente i processi produttivi generano quantità di anidr ide carbonica non trascurabili. Idrogeno: soluzione energetica a lungo termine Dottor Rinolfi, si parla tanto di idrogeno: a che punto siamo? L’idrogeno è indicato da tutti come la soluzione ai problemi energetici ed ambientali ma è decisamente una opzione a lungo termine. Esso può essere utilizzato sia come combustibile nei motori a combustione interna che, come vettore energetico, per generare elettricità tramite pile a combustibile per un motore elettrico di trazione. Comunque, qualunque sia il suo impiego, rimane il problema di come produrlo in modo efficiente e non inquinante. Al giorno d’oggi il processo maggiormente consolidato rimane quello dell’elettrolisi dell’acqua con energia elettrica. Ma perché la sua produzione sia non inquinante (in caso contrario il fenomeno dell’inquinamento si sposterebbe dall’utilizzo alla produzione con vantaggi molto ...ma per ora rimane una straordinaria promessa quali 1’eolica, l’idrica e la solare con tutte le ben note problematiche che esse comportano. Qualora poi l’idrogeno fosse disponibile bisognerebbe successivamente distribuirlo per l’utilizzazione e stoccarlo a bordo veicolo: cosa che comporta nuovi problemi tecnologici. In conclusione la prima generazione di biocombustibili non rappresenta sicuramente l’unica risposta alle presenti preoccupazioni concementi la sicurezza degli approvvigionamenti energetici e delle emissioni di gas-serra. Il loro contributo alla riduzione delle emissioni di inquinanti tradizionali (idrocarburi, ossidi di azoto, polveri) è piuttosto limitato ed il loro utilizzo estensivo pone comunque problematiche non trascurabili per quanto riguarda la conser vazione del suolo e delle acque. II gas naturale è peraltro la soluzione a breve più competitiva e percorribile sia per quanto riguarda la riduzione delle emissioni inquinanti che quelle di anidride carbonica. Inoltre le riser ve accertate sono significativamente superiori a quelle petrolifere e la distribuzione geopolitica delle fonti è sufficientemente differenziata. I combustibili sintetici, specialmente quelli di derivazione da biomassa, sono sicuramente molto promettenti nel medio termine e devono essere attivamente sviluppati con sforzi adeguati. La tecnologia dell’idrogeno sarà probabilmente la vera soluzione a minimo impatto ambientale per i trasporti ma solo quando tutte le problematiche tecnologiche produttive e logistiche avranno trovato soluzione pratica. Fino ad allora sarà una straordinaria promessa, ma sempre una promessa. relativi) si dovrebbe produrre elettricità da energie rinnovabili 7 obiettivo sicurezza