Origo AS120 - Etalon Acoustics Italia

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Origo AS120 - Etalon Acoustics Italia
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Amplificatore integrato
Etalon Origo
Paolo Di Marcoberardino
« L'ascolto evidenzia da subito proprio il senso di questo
oggetto, ed il preciso scopo del costruttore che ha voluto
costruire un amplificatore a stato solido assimilabile per
carattere sonico e peculiarità elettriche ad un ampli a tubi. »
Q
opo aver provato il modello Suprampli, ci accingiamo a
testare il fratello maggiore Origo, che la Casa ungherese produce
oramai da diversi anni, seppure oggetto di alcuni sviluppi nel tempo.
E' sempre molto interessante provare di un costruttore più elettroniche
presenti in listino, cosi da verificare sul campo se esiste o meno un
DNA musicale negli oggetti che produce, potendo riconoscere nei
risultati ottenuti il frutto di una vera e propria filosofia progettuale,
piuttosto che un mero risultato casuale. In effetti non è cosi difficile
imbattersi in prodotti, nel catalogo di alcuni marchi, che presentano
carattere sonico molto diverso od addirittura dove alla crescita di
prezzo non corrisponda un effettivo e tangibile (oltrechè dovuto)
miglioramento prestazionale. Per quanto mi riguarda preferisco sempre
marchi nei quali sia individuabile una ben definita filosofia d'ascolto,
frutto di lavoro e sviluppo meticolosi nel tempo, piuttosto che listini
dove sia presente un po' di tutto in ordine sparso.
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Nel caso in questione l'Origo costa più del doppio del Suprampli,
in un rapporto di prezzo che rispetta, a mio personale parere, la
regola che prevede un vero e proprio salto prestazionale al raddoppio del costo di un oggetto, tale che non si debba parlare di sfumature o vaghe sensazioni.
Con tutte le eccezioni del caso, ovviamente.
Ma in questa prova è stato oltremodo interessante verificare come
la filosofia sonica del marchio, ben nota e definita dal progettista e
fondatore László Sallay, sia stata preservata ed elevata a livelli musicali superiori, semplicemente innalzando tutti i parametri d'ascolto,
senza alcuna eccezione. Dal punto di vista dei dati di targa, nulla cambia
rispetto al Suprampli, a partire dalla potenza di uscita che rimane di
40 watt su un carico di 4 ohm, il che equivale, come già detto nell'articolo precedente, ad un livello grosso modo dimezzato sul canonico
di 8 ohm, valore poco vicino alla realtà ma da sempre utilizzato come
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«... è s t a t o o l t r e m o d o
riferimento tipo per dichiarare la potenza di
uscita di un amplificatore.
Differenze sostanziali sono invece dichiarate
sull'alimentazione, che in questa ultima versione
dell'Origo vede l'uso di diodi più veloci e valori
leggermente superiori della capacità di filtraggio (peraltro piuttosto bassa in assoluto),
nonché nel funzionamento in pura classe A dello
stadio finale. Su quest'ultimo aspetto nutro qualche dubbio, in quanto anche dopo ore di
utilizzo l'Origo evidenzia una temperatura di
funzionamento che non si approssima neanche al tiepido. Non voglio avanzare riserve
sulla serietà del costruttore, ma una delle
poche certezze dell'elettronica è che uno
stadio di amplificazione in classe A deve scaldare per forza, senza alcuna eccezione, anche
a basse potenze di uscita.Ricordate la temperatura d'esercizio del piccolo Musical Fidelity
A1? Comunque, dal punto di vista funzionale,
l'Origo presenta le medesime caratteristiche
del Suprampli, con una componentistica del
pannello posteriore migliore ed una totale ed
esclusiva telecomandabilità, essendo il frontale dell'elettronica completamente privo di
comandi.
La sezione pre è passiva, e dunque il potenziometro in ingresso pilota direttamente lo
stadio driver dei finali, giustamente sensibile
per permettere in siffatta configurazione di non
avere limiti nel livello di uscita. Non ho sbirciato all'interno dell'elettronica, ma l'impostazione progettuale è comunque aderente
al credo della essenzialità costruttiva, che
annovera tra le sue armi vincenti l'esiguo
numero di componenti attraversati dal segnale,
il che in assoluto è un gran bene purchè il
progetto se lo possa permettere in termini di
cura costruttiva ed attenzione alle caratteristiche tecniche dell'elettronica (leggasi bassa
distorsione, in primis).
Va ribadito che, per espressa dichiarazione
del costruttore e del distributore italiano,
questo amplificatore non gradisce carichi ostici
né diffusori poco efficienti, data la bassa
potenza in gioco; in realtà, considererei questo
Origo alla stregua di una piccola amplificazione
valvolare per quanto concerne gli abbinamenti, volgendo lo sguardo pertanto soprattutto a sistemi di altoparlanti ad alta efficienza.
Prova sul campo
L'ascolto evidenzia da subito proprio il senso
di questo oggetto, ed il preciso scopo del
costruttore che ha voluto costruire un amplificatore a stato solido assimilabile per carattere sonico e peculiarità elettriche ad un ampli
a tubi.
Ovviamente non ho neanche cercato di pilotarci le mie Martin Logan SL3, con le quali il
Suprampli era appena riuscito a produrre un
sottofondo musicale (peraltro piacevolissimo),
ma ho provveduto anche in tale prova ad
inserire nel mio ambiente due Klipsch Heresy
III, perfette sotto tutti i punti di vista.
Il resto dell'impianto era costituito da
sorgente digitale Naim CD5X e alimentatore
Flatcap 2X mentre non ho utilizzato quella
analogica in quanto il cambio testina (una
Denon DL-S1) mi ha costretto ad una riconsiderazione del setup, che ancora non ritengo
ottimale.
L'Origo ha fatto letteralmente volare le
Heresy, senza alcun dubbio, ricordandomi non
poco la performance che ottenni, in una prova
per un'altra rivista, con il Leben CS 600, ed
aggiungo scusate se è poco. Una semplice
ottimizzazione del cavo di potenza, un Cardas
al posto del solito Mit 750 Shotgun che utilizzo
con i pannelli americani, e la magia è apparsa.
Quella specie di voglia che hai di mettere
un disco dietro l'altro, passare dalla classica
al jazz, fino a qualche disco rock che magari
non ascoltavi da un po' di tempo, senza nessun
accenno di fatica d'ascolto, nonostante le
Klipsch in talune configurazioni poco indovinate siano tutt'altro che velluto per le orecchie.
interessante verificare
come la filosofia sonica
del marchio, ben nota
e definita dal
progettista e fondatore
László Sallay, sia
stata preservata ed
elevata a livelli
musicali superiori,
semplicemente
innalzando tutti
i parametri d'ascolto,
senza alcuna
eccezione... »
In effetti, sembra proprio di ascoltare un
push pull di EL 34, con un basso robusto ed
appena morbido, comunque sufficientemente
articolato ma dotato di quel calore che il
woofer delle Heresy chiede sempre all'amplificazione che le pilota; in alcuni frangenti la
gamma bassa sembra venire avanti, come
quando in alcuni dischi jazz il contrabbasso
suona l'assolo, diventando ancora più protagonista del solito.
Tutti sanno che il basso delle Heresy a volte
può apparire secco e poco profondo, come
spesso avviene in diffusori ad alta efficienza
di dimensioni normali (seppure la sezione
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BASI PER ELETTRONICHE
bassa di questi diffusori non sia caricata a
tromba), ma qui acquista un giusto tenore
di matericità e calore, che forse con un diffusore diverso potrebbe risultare eccessivo. Mi
accorgo molto bene di questa caratteristica
ascoltando Five Mingus, nel quale spesso il
bassista americano duetta con la sezione a
fiati per poi trascinarsi in assoli memorabili,
occasioni nelle quali lo strumento sembra
lievitare leggermente. Il resto della gamma
si avvantaggia di un medio di ottimo livello,
per corpo e fluidità, che ritengo le due caratteristiche peculiari e maggiormente qualificanti di questo bell'integrato ungherese.
Anche qui tornano in mente le migliori
realizzazioni a tubi, che in gamma media
riescono sempre a raggiungere livelli di gradevolezza e mancanza di fastidio d'ascolto di
grande apprezzamento; l'Origo dimostra di
possedere una ricca tavolozza armonica, che
facilmente consente all'ascoltatore di ottenere
una illusione di verosimiglianza con l'evento
dal vivo, essendo i soggetti sonori vivi e
dotati di sfumature armoniche che ce li
rendono concreti.
Il dettaglio è di buon livello, ma l'obiettivo
della elettronica è quello di dare matericità
allo strumento, più che cesello e fine rappresentazione dei particolari più minuti.
Nulla comunque viene nascosto od omesso
all'ascolto, ma la ricerca dell'amalgama è
certamente preminente sulla descrizione del
singolo strumento, come molti amplificatori
a stato solido invece fanno. Di ciò è anche
responsabile in senso positivo una gamma alta
mai avanzata e vistosa, che costituisce il
normale completamento di un medio alto
corretto e giustamente controllato; anche la
grana è decisamente fine e priva delle seppur
piccole indecisioni che il modello inferiore
Suprampli talvolta esibiva.
Sul piano della velocità e della dinamica,
l'Origo si dimostra un buon esecutore ma
nel rispetto di un equilibrio globale nel quale
non prevale nessuna dote particolare, se non
un indovinatissimo mix il cui risultato globale
convince sempre per gradevolezza d'ascolto
e puro piacere emotivo.
La velocità d'esecuzione dei singoli impulsi
può in alcuni casi difettare, soprattutto nei
fronti di salita dove il perdurare della nota
sembra maggiore del dovuto, mentre la
macrodinamica viene rappresentata con un
buon piglio, fino ai limiti di erogazione dello
stadio finale, e senza aggiungere compressioni evidenti a quelle già presenti nell'incisione. Devo dire che questo è il parametro,
unito ad una maggiore raffinatezza timbrica
e più marcata fluidità in gamma media, dove
l'Origo si dimostra marcatamente superiore
al Suprampli, giustificando a mio parere in
pieno il maggiore esborso necessario per
l'acquisto.
Sul fronte dell'immagine, elemento molto
importante, a mio parere, nell'ascolto della
musica classica per poter ricostruire con
credibilità un palcoscenico immaginario,
questa elettronica si dimostra molto performante sul piano della profondità, mentre in
quello dell'ampiezza fa fatica a superare i
limiti fisici dei diffusori, la cui emissione non
risulta mai lateralizzata, ma sempre proveniente dallo spazio tra essi. I vari piani sonori
sono comunque ricostruiti con precisione ed
accuratezza, seppure sempre contornati da
un lieve alone di indefinita ‘materia musicale’ che ne arricchisce la figura, in maniera
tale da non renderli mai asettici ed artificiali.
Devo dire che un primo ascolto di questo
Origo potrebbe non colpire, risultando meno
dotato rispetto ad alcuni concorrenti, mentre
invece la tavolozza cromatica unita alla fluidità di emissione costituiscono un grande
valore acustico in grado di convincere l'ascoltatore attento alla Musica, più che alla prestazione.
Credo sia questo il motivo per il quale l'importatore italiano, con rara intelligenza, offre
al cliente la possibilità di provare in casa le
sue elettroniche per un certo periodo di
tempo, in quanto sono convinto che solo un
certo uso possa dare la possibilità all'Origo
AUDIOPHILE SOUND NUMERO 120 2012
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di svelare se stesso e vincolare l'ascoltatore
al suo modo decisamente piacevole di riprodurre Musica.
Conclusioni
Se avete letto la recensione del Suprampli, non vi potrà sfuggire che i termini utilizzati per definire il carattere di questi due
prodotti sono molto simili, per non dire i
medesimi.
In effetti, l'Origo rappresenta la giusta
evoluzione del suono Etalon a prezzi ancora
possibili (dopo ci sono i prodotti della linea
State of the art, decisamente impegnativa),
migliorando tutti i parametri del modello
minore, il quale pur rimanendo un eccellente
best buy è indubitabilmente un prodotto di
categoria inferiore.
L'obiettivo di László Sallay nel proporre un
amplificatore a stato solido idoneo nel pilotare diffusori ad alta efficienza è pienamente
riuscito, costituendo l'Origo una valida alternativa a realizzazioni a tubi di pari potenza
e prezzo. Qualcuno potrebbe obiettare, non
a torto, che se voglio un ampli a stato solido
che suoni come un valvolare compro un valvolare, ma è indubitabile che molti appassio-
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« Devo dire che un primo ascolto di questo Origo
potrebbe non colpire, risultando meno
dotato rispetto ad alcuni concorrenti, mentre
invece la tavolozza cromatica unita alla fluidità di
emissione costituiscono un grande valore
acustico in grado di convincere l'ascoltatore
attento alla Musica, più che
alla prestazione. »
nati hanno remore rispetto ai tubi termoionici, più che altro di ordine pratico, che questo
Origo
ovviamente
non
presenta.
Esso può essere visto come una via di
mezzo tra un raffinato monotriodo, del quale
non possiede le migliori doti ma certamente
offre maggiore grinta e spinta soprattutto
sulle basse frequenze (a meno di non andare
su monotriodi di costo iperbolico), e un buon
push pull a pentodi, che talvolta appaiono meno
equilibrati dell'Origo in termini di giusto mix
tra dettaglio e calore, che questo amplificatore possiede in maniera del tutto personale
ed apprezzabile.
Un plauso al costruttore ed all'importatore
per l'originalità dell'oggetto ed al modo di
presentarlo al mercato, non poi cosi ricco di
amplificatori integrati del genere.
Distributore:
Etalon Acoustics Italia
www.etalonacoustics.it
tel: 393-9363743
Amplificatore integrato
Etalon Origo
Prezzo: 4300,00 Euro