Giornale medie febbraio 2011 per Stampa.pmd

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Giornale medie febbraio 2011 per Stampa.pmd
Periodico della Scuola Media “Bertola” Rimini anno XVII Febbraio 2011
Alla Cortese attenzione della
Redazione ‘’Il Bertolino”
venerdì 14 Gennaio 2011
La festa di solidarietà in onore della dott.ssa
Marilena Pesaresi
Venerdì 14 Gennaio 2011 a scuola abbiamo festeggiato il ritorno da
Mutoko della dottoressa Marilena Pesaresi.
Lo spettacolo realizzato da noi studenti delle Bertola, con l’aiuto dei
proff. Lanzetti e Bianchi, è cominciato circa alle ore 21:00.
Per primo si è esibito il coro
con la canzone “Aggiungi un
posto a tavola”, poi si sono
susseguite altre canzoni, intervallate dalla recita di alcune poesie. Una di queste, precisamente “La pallavolo”
scritta da Lorenzo Altini della
ex 3a I l’ho letta io e davanti a
tutto quel pubblico……..che
emozione!!!! In
seguito hanno suonato i ragazzi del
corso di tastiera, e
tutti meritano un
elogio sulla loro
bravura.
All’incirca a metà
dello spettacolo la
dottoressa Pesaresi ha preso la parola e ci ha spiegato la difficile situazione in cui si trova il suo ospedale,
soprattutto la mancanza di fondi per realizzare i corsi di formazione
degli infermieri. Bisogna anche ricordare che spesso gli infermieri,
una volta diplomati, lavorano in condizioni critiche e sottopagati.
Il finale dello spettacolo è stato dedicato ai 150 anni dell’unità
d’Italia, infatti i ragazzi del coro hanno intonato l’Inno di Mameli, in
versione integrale. Io spero che, vista la grande partecipazione da
parte delle famiglie dei ragazzi, la dottoressa Marilena abbia potuto
raccogliere i fondi necessari per un aiuto concreto alla sua importante
missione. Spero, spero, spero, spero!
SIMONA CENCI 1a H
In occasione dell’incontro sono stati raccolti contributi che
sommati a quelli ricavati da altre attività svolte durante l’anno,
saranno devoluti alle opere delle dottoressa Pesaresi ed al suo
ospedale di Mutoko in Zimbabwe
AUSCHWITZ,
AUSCHWITZ- BIRKENAU: UNA GRANDE EMOZIONE!!!
Quest’anno con la nostra Preside Giuseppina Martinini e con le
Professoresse Saura Sammarini ed Elsa Toni, abbiamo potuto
visitare il famosissimo campo di concentramento Auschwitz. Appena arrivati alcuni addetti ci hanno dato cuffie e degli amplificatori
di suono con cui abbiamo ascoltato la spiegazione della guida
durante il tragitto. La prima tragica visione è stata la scritta “arbeit
macht frei” che, tradotta in italiano, significa: “lavorare rende
liberi”; da quel momento in poi ci siamo
resi conto di quello che hanno veramente
sofferto quelle povere persone. Subito dopo
la guida ci ha portato nelle ex residenze dei
detenuti ora adibite a musei. Nel primo
edificio c’erano delle foto ingrandite di
documenti autentici come per esempio
quelli del sacerdote “Massimiliano Corbe” ch si è sacrificato al
posto di un altro detenuto che doveva essere ucciso. Nelle altre sale
c’erano i vestiti, le valige, le scarpe dei bambini (la cosa più
commovente, secondo noi). In una sala ci hanno fatto vedere che i
prigionieri venivano marchiati e cosa gli davano da mangiare per il
giorno: alla mattina caffè (acqua sporca), per pranzo e cena un tozzo
di pane ed una zuppa totalmente liquida (mangiavano una volta al
giorno); la ciotola che gli veniva data per mangiare veniva usata
anche per i loro bisogni fisiologici. Ci hanno fatto vedere anche i
vestiti che dovevano usare tutti i giorni sia per lavorare che per
dormire e dove dovevano ricamare dei triangoli colorati che coincidevano con i motivi del loro arresto e della permanenza nel
campo. In un altro edificio c’erano tutti quegli oggetti che servivano
alle persone disabili: protesi, busti, stampelle, ecc. queste persone
venivano uccise appena entrate nel campo perché ritenute inabili al
lavoro. Nell’ultimo edificio c’erano i documenti di un bambino
italiano di nome Luigi del quale si racconta avesse voluto essere
rinchiuso insieme alla nonna per poi essere ucciso. Luigi però si è
salvato grazie all’aiuto di persone che nascondendolo gli hanno
salvato la vita; si pensa anche che questa storia sia stata la base del
film “la vita è bella” con Roberto Benigni. Poco prima dell’ultimo
edificio la guida ci ha mostrato il muro della morte dove i condannati venivano ucciso a fucilate se disubbidivano. Subito dopo la
guida ci ha portato a vedere i luoghi dov’erano rinchiusi i condannati, alcuni di questi erano così piccoli da non poterci stare seduti.
Mentre uscivamo la guida ci ha fatto vedere che c’erano due
ospedali: uno finto per i prigionieri ed un altro vero per i soldati e qui
curavano veramente. La cosa più sconvolgente sono state le camere
a gas con i forni crematoria, ci hanno spiegato come uccidevano gli
ebrei: li mandavano in cameroni per farli spogliare per poi mandarli
a fare “la doccia” cioè nelle camere a gas. Dentro le camere a gas,
in alto, c’erano dei fori nei quali venivano versati dei sassolini di
cianuro bagnati con acido solforico; a causa di una reazione chimica
si sprigionava un gas letale, questo sistema
era normalmente usato per uccidere i topi.
Questa è la testimonianza di come venivano considerati i prigionieri: come animali!
I corpi venivano poi messi nel forno crematorio e le ceneri sparse per i campi o
usate per tracciare i confini delle case dei
generali e dei soldati nazisti. Dopo essere
andati via da Auschwitz 1 siamo partiti per Auschwitz 2 “Birkenau”. Appena entrati abbiamo potuto osservare le rotaie che finiscono proprio dentroL’ospedale
il campo di concentramento,
di Mutoko ci hanno fatto una
grande impressione soprattutto perché le avevamo già viste nel film
“la vita è bella”. Inizialmente abbiamo visitato dei dormitori dove
c’erano dei letti a castello, nei quali dormivano fino a sei prigionieri;
nei letti facevano anche i loro bisogni fisiologici che calavano
addosso a quelli sotto. In questi dormitori c’erano delle latrine dove
operava la “squadra di merda” (scusate il termine) che aveva come
compito di spalare le feci a mani nude; i prigionieri avevano pochi
per secondi per fare i loro bisogni ma, almeno erano al sicuro dai
soldati che non andavano in quel luogo a causa della puzza e delle
malattie.
Nei dormitori c’erano
anche delle
stufe, le dovevano tenere per norma, ma erano sempre
tenute spente. Infine la
guida ci ha
fatto vedere
le lapidi di
marmo nero che ci hanno profondamente colpito e ci ha spiegato che
il giorno della memoria, ovvero il 27 Gennaio, molti capi di stato si
riuniscono in questo luogo per commemorare le vittime del campo.
Questa visita al campo è stata molto toccante per tutti e ci ha fatto
riflettere sulla povera vita di questi uomini che ci rimarranno sempre
impressi nella memoria, la loro unica colpa era quella di essere di
razza diversa da quella ariana oppure di avere problemi mentali o
fisici o essere omosessuali. Sembra incredibile che tanta crudeltà e
violenza possa essere giustificata dal solo pensiero di creare una
razza pura.
Albini Andrea – Barrella Massimiliano – Gamberini Manuel –
Mussoni Matteo III H
Come vivo l’adolescenza
Mi chiamo Sara, ho tredici anni e sono un tipo abbastanza solare a cui
piace tanto stare in compagnia. Innanzitutto volevo farvi i miei più
vivi complimenti per il vostro ‘’angolo di posta” e raccontarvi come
vivo questo periodo della mia vita. L’adolescenza … periodo davvero
strano, ve lo posso assicurare: il tuo corpo a poco a poco si trasforma,
non sei più una bambina, ma nello stesso tempo neanche una donna
e gli sbalzi d’umore la fanno da padrone; un momento ti sembra di
toccare il cielo con un dito per la felicità o ti senti così forte e sicura
da poter tenere il mondo in una mano; il minuto dopo, invece, quello
stesso mondo sembra caderti addosso e l’insicurezza, i dubbi, lo
smarrimento prendono il sopravvento. Gli amici diventano importantissimi, sostituiscono all’improvviso i ‘’preziosi” giochi che ti facevano vivere in un mondo di fiaba; ora sono riposti in ordine sulle
mensole della camera e ‘’guardano stupiti” la tua ‘’trasformazione”
… Ecco ciò che sto provando io in questo periodo: un giorno, l’idea
di avere davanti a me mille orizzonti nuovi da scoprire mi riempie di
gioia, di curiosità, entusiasmo; un altro, altrettanti interrogativi e
ansie popolano la mia mente come ‘’Terza media … oddio l’esame
… Terza media, scelta della scuola superiore ed io? Non ho ancora
deciso! …”. Per molti ragazzi del mio nuovo mondo le mura di casa
incominciano a ‘’stare strette” e gli scontri con i familiari o con gli
adulti, che ‘’non possono capirti”, diventano sempre più frequenti.
Penso che l’insoddisfazione e l’irrequietezza di tanti adolescenti sia
dovuta proprio alla mancanza di dialogo con gli altri e a questa società
che impone una vita frenetica o modelli di felicità sotto forma di
motorino, cellulare ultimo modello … L’adolescenza è un’età felice
e spensierata, dicono spesso gli adulti … è vero dovrebbe essere così
per tutti, ma se s’innalzano certe barriere, ci si ritrova invece tristi,
nervosi, soli; tutto diventa più difficile da affrontare. Ora mi ritrovo
a parlare di adolescenza in veste di protagonista e non più da
spettatrice; sono in grado di dire ciò che penso veramente e avere
amici intorno a me che mi accettano per quella che sono: una
ragazzina un po’ ‘’fuori dalle righe” a cui non importa essere alla
moda, che non si vergogna di dire di aver passato due ore stupende
leggendo un libro, ma soprattutto che non si nasconde dietro la
‘’maschera” di un sms perché non ha il coraggio di esprimere le sue
emozioni. Ho imparato a guardare oltre l’apparenza e ho capito che
vi sono dei valori capaci di annientare anche le più difficili barriere,
valori capaci di farti vedere l’arcobaleno anche durante la tempesta.
Non so quale sarà il mio futuro, tanto meno se le mie prossime scelte
si riveleranno le più giuste per me, quello che vorrei però, è poter un
domani ripensare a questo importante periodo della mia vita e …
sorridere, felice di essere quella che sono. Questo è anche il messaggio di augurio che vorrei inviare a tutti i ragazzi della mia generazione! Un abbraccio e un ringraziamento speciale a tutta la redazione.
Sara Colonnese 3^C
TRE COLORI
Tre colori per tanta gente;
tre colori per la patria:
verde come la speranza
che i cittadini ne hanno sempre avuta tanta;
bianco come la fede
che ci unisce eternamente;
rosso come il sangue
dei caduti in battaglia per noi.
E quando sventoliamo la bandiera con onore
I nostri diventano un unico cuore.
SARA BARROI III H
NON PIÙ GUERRA
La guerra
Toglie le case alla gente
Toglie la felicità.
La guerra è sangue
Terrore e paura.
Molti bambini muoiono
Per gli spari dei fucili.
Ma io so che prima o poi
Arriverà un angelo
Che riuscirà a portare
La pace nel mondo
CHIARA SAPUCCI 3^H
CONCORSO LETTERARIO
Anche quest’anno la nostra scuola indice il concorso letterario
riservato agli alunni della nostra scuola e a quelli di quinta
elementare del nostro territorio. Il tema proposto è:
“ CARO AMICO TI SCRIVO”.
Il termine ultimo per la presentazione dell’elaborato è il 9 aprile.
I vincitori saranno premiati durante la tradizionale festa di fine
anno scolastico.
BUON LAVORO A TUTTI !
La scuola ringrazia
Chiamami Città,
la Tipografia Garattoni di Rimini
La Banca Popolare Valconca di Rimini
La ditta Milo & Co di Viserba di Rimini
Consiglio di Quartiere n. 6
Attività scolastiche
Febbraio 2011
UN PONTE FRA
IMPRESA E SCUOLA
Grazie ad un interessante progetto scolastico, in
collaborazione con il CNA, abbiamo avuto modo di
“conoscere” più da vicino il mondo del lavoro e
dell’impresa. Mercoledì 17 Novembre 2010, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare e intervistare
un’imprenditrice che opera nel settore della stamperia manuale della tele, la signora Sabrina Luzzi,
la quale ha risposto esaurientemente a tutte le nostre
domande portandoci a conoscere un’interessante e
particolare forma di artigianato. La signora Luzzi ci
ha raccontato un po’ di sé e del suo “incontro”
casuale con questo affascinante mondo dove tradizione, passione e creatività si uniscono dando vita
ad oggetti che racchiudono, secondo me, un’estimabile valore ricchezza … quella di un passato che
va assolutamente rivalutato e non dimenticato. La
signora Luzzi è nata negli anni sessanta, quando le
condizioni di vita erano diverse da quelle di oggi;
avrebbe voluto frequentare il Liceo artistico, ma per
motivi di lontananza non ha potuto. Le circostanze
hanno voluto che si diplomasse come segretaria
d’azienda, ma la convinzione di voler svolgere un
lavoro che le piacesse veramente, l’ha portata poi a
frequentare un corso sui tessuti stampati a ,mano e
da lì ecco la
decisione della sua vita: a
diciannove
anni ha aperto
il suo laboratorio! Non ha
mai smesso di
tenersi informata però, legge tanto perché il sapere è
importantissimo, ti aiuta ad
affrontare
ogni tipo di situazione senza
sentirsi a disagio, ti dona sicurezza e dà la possibilità di potersi esprimere e
confrontare con gli altri, fattore essenziale anche
per il rapporto con i propri clienti. Il mio interesse
è aumentato ancor più quando ci ha spiegato dettagliatamente in cosa consiste il suo lavoro e le
particolarità che lo differenziano da quello svolto
nelle serigrafie. La stampa manuale delle tele infatti
avviene secondo preziosi metodi antichi: vi sono
molte fasi di lavorazione e particolari scelte da
effettuare prima di iniziare la produzione. Ad esempio è l’artigianato che decide quale legno utilizzare
per gli stampi-matrici da incidere e ogni prodotto
finisce per avere il suo tocco di originalità. Anche il
colorante viene ricavato con sistemi naturali: quando si parla di stampe argine infatti, è proprio perché
questo è l’ingrediente principale dell’inchiostro
utilizzato. L’ossido di ferro viene cotto in “paioli”
di rame insieme ad aceto puro il colore che ne esce
non è mai uguale, varia da produzione a produzione.
I blocchi di legno o matrici vengono inchiostrati e
poi “battuti” con un grosso martello, il mazzuolo,
sul tessuto lasciando l’impronta del disegno inciso
sul legno. L’originalità di un prodotto stampato a
mano, in particolare nei tessuti, rispetto a quello
industriale, la si può riconoscere subito da diversi
particolari: nelle tele stampate a mano si notano
imperfezioni nella ripetizione del disegno o sfumature di colore nella stampa serigrafica no; sono
proprio questi e tanti altri particolari che rendono
prezioso questo prodotto. La signora Luzzi ha sempre contato infatti sulla qualità e non sulla quantità
e, grazie a questa scelta, ha ottenuto nel tempo la
soddisfazione più grande: l’apprezzamento dei suoi
clienti. Forse per molti i prezzi di questi prodotti
possono sembrare alti, ma se sapessero quanto
lavoro e dedizione vi sono dietro ad ogni singolo
oggetto, sono certa che cambierebbero idea. Ho
trovato davvero interessante questo incontro perché
ho capito quanto sia importante svolgere un’attività
che ti piace e soprattutto mi ha dato modo di
conoscere e capire la preziosità di un antico mestiere.
SARA COLONNESE 3a C
IL CORSO D’INGLESE
Questa estate, l’ultima settimana di luglio, insieme a due miei compagni di classe, Sara e Nicolas, ho partecipato al corso di inglese che si
svolge proprio nella scuola Bertola. Mi sono
proprio divertita, inoltre avevo partecipato anche l’anno scorso con un’altra mia amica. Come
insegnanti avevo due inglesi: Cookie e Mojo;
sono due attori che lavorano in vari teatri in
Inghilterra e non parlano italiano. Voi vi chiederete come abbiamo fatto a resistere così a lungo
senza parlare la nostra lingua madre, ma è proprio questo il bello perché non solo si impara
l’inglese, ma anche a creare rapporti con altre
persone e in questo caso di nazionalità diverse.
Consiglio a tutti di partecipare perché in questo
concorso; non danno voti, non sgridano, ma si
impara giocando, parlando e conoscendo nuovi
amici in inglese.
Sara Barroi 3a H
Pag2
IL MAESTRO D’ASCIA
Cari amici,
vi vogliamo raccontare l’esperienza che abbiamo
vissuto in classe con il “maestro d’ascia”, un progetto finanziato dal CNA al fine di conoscere e
capire il mondo del lavoro . Le lezioni, in totale
sette, sono state condotte da due esperti: il signor
Manzi, maestro d’ascia, e proprietario di un cantie-
re navale insieme al figlio Marco; il signor Volpe,
un insegnante in pensione la cui passione è sempre
stata il mare occupandosi nel tempo libero di
nautica; entrambi vengono da Cesenatico. L’attività ha compreso momenti dialogati in cui il Maestro
d’Ascia, ci ha affascinati con le sue storie personali
e spiegato il significato di alcuni termini più utilizzati: in particolare siamo rimasti colpiti dai “NODI”
come ad esempio “NODO GASSA D’AMANTE”
che oltre a essere utilizzati sulle barche, può salvare
la vita; il “NODO MARGHERITA” che accorcia
la corda di canapa. Dopo aver chiacchierato sulla
storia dei nodi, ci hanno invitati a realizzarne
alcuni, con le nostre mani su tavolette di compensato. Ci siamo divertiti molto a costruire una barchetta ad albero, tipica del nostro mar ADRIATICO e a proposito vi vogliamo raccontare la storia
della “SAVIOLINA”. Sapete di che si tratta? E’
una stupenda barchetta, costruita da Alfonso Manzi e suo figlio; inizialmente si chiamava Nino
Bixio, che salpò in mare nel 1928, dopo 30 anni
venne acquistata da Savioli; da lì prese il nome. Fu
restaurata da Marco e Alfonso per il 70%, nell’ope-
ra morta, impiegandoci 18 mesi e 2000 ore di
lavoro. Oltre alla Saviolina, il signor Volpe ci ha
mostrato un modellino di “Trabacolo” in dialetto
“trabacul”, imbarcazione tipica di Riccione e Cattolica usata per la velocità di navigazione sul mare
basso, grazie a
un tipo di vela
chiamata “vela
al terzo”. Dimenticavamo
di dirvi che ogni
imbarcazione
era contrassegnata dalla vela
della propria famiglia, come ad
esempio la famiglia Casali,
nostro compagno di classe, il cui bisnonno detto
“Sèndich”, possedeva due barchette; la sua vela era
marrone, con una striscia obliqua rossa. Ed infine
la nostra esperienza si è conclusa con la visita al
Museo Della Marineria di Cesenatico, accompagnati da due esperti.
E’ stato molto interessante e abbiamo potuto ammirare con i nostri occhi alcune imbarcazioni famose, tra le quali quelle di Cristoforo Colombo,
Marco Polo … Cari amici, ora tocca a voi, convincere i vostri insegnanti a promuovere questo progetto bellissimo!!!
SOFIA- OSCAR-ALESSANDRO I B
“ LA GAZZETTA DI
TERZA H”
IL BULLISMO A
SCUOLA
All’inizio dell’anno abbiamo fatto un progetto con
Mariachiara (o Maria Chiara!?) riguardo il mondo
virtuale di internet, i social network e le pagine
web. Durante il primo incontro abbiamo deciso di
rimanere in classe e di utilizzare la lavagna interattiva, ma la connessione non funzionava . Così ci
siamo solo presentati e abbiamo parlato di come si
presenta una pagina web e come riconoscere quali
sono le pagine
scadenti
e
quelle più valide. Nella seconda lezione,
dato che la
connessione
andava a salti
come al solito,
ci siamo recati
nell’aula di informatica e abbiamo fatto un
test sulla dipendenza da internet … Il nostro risultato era quasi del 50% in media perché c’era
qualcuno (soprattutto qualche ragazza) che a quanto pare non ne poteva fare a meno. Durante il terzo
giorno abbiamo creato il nostro blog di classe,
chiamato “La gazzetta della 3 H “, un titolo che
abbiamo scelto ad alzata di mano. Tutti, nei giorni
seguenti , si sono impegnati ad abbellirlo e riempirlo di gadget. Inizialmente la prof. ci aveva consigliato di usarlo per scopi più didattici che altro…Ma
poi è diventato più un divertimento : c’era l’I- pod
con la musica, dei pesci colorati interattivi a cui si
poteva dare da mangiare (le nostre mascotte), molti
sondaggi sulle nostre preferenze riguardo a dove
volevamo andare al liceo a tanti altri argomenti e
anche foto buffe sulle gite e video di YouTube . La
nostra gazzetta rimarrà sempre un modo per rimanere in contatto ed essere sempre amici.
ELENA SANSONE 3a H
Si inizia con delle prese in giro e delle intimidazioni; messaggi anonimi sul cellulare e su Facebok e
alla fine la maggior parte delle volte si passa alle
mani.
Il bullismo è un
fenomeno molto
comune nelle
scuole, ma in
questi ultimi
tempi le cose
sono un po’ cambiate. Infatti
questo fenomeno, che prima si
manifestava soprattutto nelle
scuole superiori
e medie, sta iniziando ad esserci anche nelle scuole elementari; bimbi di soli
quattro anni vengono aggrediti sia verbalmente
che fisicamente da gruppi di tre - quattro coetanei.
Un altro fatto era che il bullismo si manifestava tra
gli adolescenti maschi, mentre adesso si manifesta anche tra le ragazze; ma seppure gli anni siano
passati e il mondo della scuola sia cambiato alla
fine il bullismo, maschile o femminile che sia, è
sempre lo stesso.
Vi pongo una domanda, ragazzi: ‘’Se voi vedeste
un/a ragazzo/a che sta picchiando un altro coetaneo, voi che fareste? Rimarreste lì a guardare lo
spettacolo o fareste qualcosa per aiutarlo? Vi
verrebbe in mente il fatto che la stessa cosa
potrebbe capitare a voi? Se foste vittima del
bullismo o aveste visto un fenomeno simile, non
abbiate paura di dirlo a qualcuno.
Ditelo agli insegnanti, ai vostri genitori o agli
amici; loro saranno sempre lì ad aiutarvi per
qualsiasi cosa.
IRENE RICCI 3a I
ESPERIENZA A
SANT’AQUILINA
Ciao amico mio come stai?
Oggi ti racconterò un’esperienza vissuta con la mia
classe, a Sant’Aquilina per svolgere alcuni laboratori. Appena giunti nel posto, due persone ci hanno
condotto in una grande sala. Quella di Sant’Aquilina è una struttura per persone diversamente abili
e per gli anziani in difficoltà; per loro è un luogo di
assistenza ed anche un punto di riferimento per
trascorrere allegramente le giornate, svolgendo
alcuni laboratori istruttivi. A me ha colpito subito
il calore che trasmettono anche con un semplice
”buongiorno”, hanno voluto subito conoscerci e a
loro volta, presentarsi. Mi hanno emozionato anche i loro sorrisi, sono persone molto meno fortunate di noi, senza tanti beni materiali, eppure
riescono a divertirsi anche con poco. I due incontri
sono stati soprattutto animati dalla presenza di
Camelia, una compagna della nostra classe, sfortunatamente con dei problemi. Il progetto è nato per
lei, che desidera conoscerci meglio, stare sempre
più tempo con noi e perché ha il diritto di divertirsi
come noi. All’interno della scuola, durante la mattina, non riesce a stare tanto con noi, tranne a
ricreazione, il momento in cui resta in classe per la
merenda. E’ felicissima perché le offriamo tutte le
attenzioni che richiede. Nei tanti laboratori del
centro di Sant’Aquilina, Camelia ha lavorato con
il gruppo di “carta e stampi”, mentre io e alcuni
miei compagni abbiamo abbellito con oggetti natalizi una decina di alberelli di compensato, con
semplici legnetti colorati in altri laboratori. Il nostro istruttore, in primo luogo ci ha mostrato i
lavoretti costruiti in passato e poi abbiamo iniziato
il nostro lavoro di decorazione degli alberelli.
Mi ha incuriosito la manodopera, ho riscoperto
infatti le tradizioni di un tempo, dove non si utilizzavano i macchinari e tutto si svolgeva manualmente. Assai istruttivo! I nostri alberelli sono riusciti alla perfezione, noi ragazzi abbiamo vissuto
delle profonde emozioni. I nostri lavoretti andranno venduti alle udienze generali venerdì e il ricavato andrà in beneficenza per il progetto della Dott.
Marilena Pesaresi. Quella che ho vissuto è stata
una splendida esperienza, è stato bellissimo lavorare insieme con Camelia, che è stata felice del
tempo che le abbiamo dedicato. Ora, diario, vado
ad abbellire insieme alla mia famiglia l’albero di
Natale. Auguro a tutti un sereno Natale ricco di
felicità.
Il tuo Andrea
ANDREA RICCI II G
GRANDE
ANTEPRIMA!
Il giorno 24 Gennaio noi di 1°L abbiamo partecipato al SIGEP, salone internazionale del gelato e della pasticceria, nell’ambito del progetto “
Non congelateci il sorriso” di prevenzione al
bullismo. Ma la cosa fantastica è che abbiamo
registrato il:
“GR1 RAGAZZI” con la radio di Rai1!
Tutti i particolari e le foto nel prossimo numero!!
CLASSE 1a L
SIGEP
la fiera del gelato
Rimini 23/01/2011- La fiera del gelato è una delle
fiere più importanti del mondo, comprende all’incirca dai 12 ai 14 capannoni. Al suo interno
ci sono migliaia di
bancarelle, alcune di
loro hanno delle forme decisamente stravaganti, come dei trenini giganti o anche
barattoli di marmellata. Altre ancora si
distinguono per le
loro insegne dalle misure più svariate ai
colori più vivaci.
In questa vengono assaggiati centinaia di
gusti di gelato, dai più
nuovi a quelli classici e vengono mostrati
al pubblico nuovi
modelli di coni e coppette più stravaganti, dalle
forme più particolari.
Durante il periodo della fiera si può ammirare il
gelato più alto e pesante del mondo: esso misura
2,81 metri di altezza, per 70 kg
di peso, ed è stato creato e ideato da una squadra
guidata da Mirco della Vecchia. Tutto ciò sta a
simboleggiare la grandezza dell’artigianato italiano!
ELISA CASTIGLIONI I D
Febbraio 2011
NEI PANNI DI
“COSTANTINO
NIGRA”
Salve,
sono Costantino Nigra, il segretario particolare del
famoso Camillo Benso, Conte, di Cavour. I candidati a questa carica erano moltissimi e fummo
accolti in uno dei taanti saloni del palazzo reale.
Non sono mai stato tanto in ansia come quel giorno,
ma tutto andò bene ed ottenni l’incarico. Dovete
sapere che il nome completo del conte è Camillo
Paolo Filippo Giulio Benso e che nacque a Torino
il 10 Agosto del 1810; suo padre, Michele Benso
(nobile piemontese) era un proprietario terriero e fu
capo della Polizia di Torino fino al 1847. Sua
madre, Adda de Sellon, apparteneva ad una ricca
famiglia ginevrina. Il conte fu nominato ministro
quando fu proclamato re Vittorio Emanuele II.
Ricordo un giorno che il re ci convocò; i maggiordomi ci scortarono fino ad un salotto situato prima
dello studio del sovrano. Cavour camminava a vanti
ed indietro ed era molto nervoso; finalmente si aprì
una porta intarsiata e ci trovammo davanti un uomo
abbastanza alto e robusto con due splendidi baffoni
all’insù, la barba ben curata e due occhi penetranti.
I due dovevano discutere una cosa importantissima:
Intorno a noi
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RIMINI E I MIEI LUOGHI DEL CUORE
Spesso la gente mi chiede cos’è per me Rimini, e
cosa vuoi che risponda?
Rimini è la mia vita. È qui che sono nata tredici anni
fa nell’ospedale Infermi, è qui che sono cresciuta.
A me questa città è sempre piaciuta, particolarmente perché è adatta a tutti: grandi e piccini…
Ci sono luna park, parchi acquatici e parchi a
tema. Rimini per me
non è una città qualsiasi, è la mia città del
cuore. Il luogo della città che mi piace di più è
il parchetto vicino a
casa mia. Non è molto
grande; uno scivolo,
due altalene e un po’ di
verde. Per me questo
posto significa molto.
La prima volta che ci
sono andata è stata
l’estate di un anno fa. Quel pomeriggio di Agosto
era un caldo incredibile, non avevo niente da fare,
allora decisi di andare a fare una passeggiata. Dopo
un po’ di metri vidi degli alberi che non avevo mai
notato prima, guardai oltre e scoprii questo parco.
Mi sedetti sull’altalena e cominciai a dondolare
dimenticandomi di tutto e di tutti. Dalla mia descrizione sembra un parchetto come gli altri invece no,
quel parchetto è magico. Quando entri lì è come
entrare in un posto fatato. Ora tutti voi vi chiederete
qual’era il mio luogo del cuore prima di scoprire
questo parco: semplice, il giardino sotto casa è
stato il primo posto dove i miei genitori mi hanno
portato appena nata. Si può dire che quando ero
piccola la maggior parte
del tempo la trascorrevo
lì. Prima che mio nonno
morisse mi costruì una
piccola casetta di legno
che volli mettere nel giardino così ogni volta che
scendevo la vedevo. È li
che andavo a giocare al
gioco del dottore, cucinavo con le foglie che cadevano dagli alberi o a
“mamma e figlio”. Mi ricordo ancora quelle lunghe giornate sull’altalena del mio giardino sfiorando con il piede i rami
degli alberi, credendo di volare. Mi ricordo anche
l’aria che penetrava sulla mia faccia o il brusio del
vento mescolato al verso di un uccellino perso per
strada. Bhè, avrei molte altre cose da scrivere, ma
penso non siano molto importanti. Spero che in
queste poche righe abbiate capito che amo Rimini
e vorrei trascorrerci il resto della mia vita.
Martina Massari III I
IL PALACONGRESSI DI RIMINI
Costantino Nigra
la nostra partecipazione alla guerra in Crimea.
Cavour voleva inviare 18.000 uomini in aiuto ai
Francesi e Inglesi che combattevano là contro la
Russia. Io, come Mazzini e molti altri, ero contrario,
ma ho provato molto orgoglio quando i Bersaglieri
si distinsero nell’assalto di Sebastopoli! La partecipazione alla guerra ci permise di sedere al tavolo
della pace ed io non vedevo l’ora di andare a Parigi.
In questa città, nel 1856, Cavour fece un discorso da
grande oratore; ormai lo avevo imparato a memoria,
per forza, lo ripeteva giorno e notte! Tutti vennero
a sapere della tragica situazione in cui si trovava
l’Italia! Ricordo quando nel 1858 ci fu l’attentato a
Napoleone III da parte dell’anarchico Felice Orsini.
Cavour, uomo di grande ingegno, sfruttò subito
quest’occasione e convinse l’imperatore dei Francesi a firmare gli accordi segreti di Plombières: ci
avrebbe aiutato contro gli Austriaci solo se questi ci
avessero attaccati per primi. Cavour passò dei giorni in grande agitazione e spesso veniva convocato
dal re. Un giorno, dalla porta lasciata socchiusa,
sentii che avevano deciso di schierare le nostre
truppe sul Ticino. Non avevamo grandi armamenti
ma Cavour faceva spostare i cannoni da un posto
all’altro come pure i soldati. L’Austria ci dichiarò
guerra evviva tutto andava per il meglio ma quando
alcuni Stati chiesero l’annessione al Piemonte,
Napoleone III per paura che diventassimo troppo
potenti ci abbandonò. Ricordo la discussione che ci
fu tra il re e Cavour; il primo voleva l’armistizio, il
secondo voleva continuare la guerra. Volarono
parole forti! Il re, naturalmente, ebbe la meglio.
Cercai, invano, di convincere Cavour a non dimettersi, ma non ci fu niente da fare. Accettando
l’armistizio il Piemonte ottenne la ricca Lombardia.
Cavour tornò alla guida del governo per offrire a
Napoleone III Nizza e la Savoia a patto che non
impedisse i plebisciti d’annessione nell’Italia centrale. Ma un altro problema da risolvere si presentava al mio “capo”: la spedizione dei Mille. Cavour
era incontrollabile, non lo avevo mai visto così fuori
di se; mi confidò una sera, mentre nel suo studio ci
gustavamo un buon vino dei nostri colli, che temeva
che tutti i suoi sforzi per un’Italia unita sotto i
Savoia sarebbero stato inutili se Garibaldi, il generale che guidava la spedizione in Sicilia avesse
proclamato la repubblica nelle terre eventualmente
strappate ai Borboni, ma ciò non avvenne perchè a
Teano Garibaldi disse, rivolto a Vittorio Emanuele:
“Saluto il re d’Italia!”. Ricorderò sempre il 7 Marzo
1861 quando a Torino fu eletto il primo Parlamento
Nazionale. Quel giorno vidi sul volto di Cavour la
gioia e la speranza di un’Italia ancora più unita. C’è
ancora tanta lavoro da fare; vi assicuro che ci
impegneremo al massimo per Roma e per tutte
quelle terre ancora sotto il dominio straniero. E,
come si scriveva su tutti i muri delle città:
“W Verdi”
(W Vittorio E. Re d’Italia)
Michela Fioretti III D
Vicino a casa mia, dove c’era la vecchia Fiera, è
stato costruito il PALACONGRESSI.
Circa due anni fa quell’area era molto diversa: era
occupata da capannoni azzurri con il telo in eternit,
un materiale che è fatto con l’amianto. Infatti,
quando sono iniziati i lavori di demolizione, noi
della zona eravamo un
po’ preoccupati per l’inquinamento di amianto
che è molto pericoloso
per la salute. Finiti i lavori di demolizione,
sono iniziati quelli di
costruzione e ho visto le
ruspe scavare moltissimo, facendo un buco
enorme che poi ho scoperto essere servito per
fare dei parcheggi sotterranei per quasi mille
auto. Ho letto che è il
più grande d’Italia e a
vederlo è gigantesco, ma
a me piace la sua forma
moderna anche perché c’è una parte che assomiglia
ad un’astronave e mi ricorda un film di alieni
atterrati qui, e se ci penso mi fa un po’ paura. Ma poi
mi faccio forza e mi dico: “Venite se avete coraggio!!!!” Siamo pronti a ricevervi, non ci fate pau-
ra!!!” La parte di questa zona che mi piace di più è
il parco vicino al PALACONGRESSI con la pista
ciclabile e per i pedoni che prima era interrotta
dalla strada principale molto pericolosa da attraversare. Ora è stato costruito un grande ponte e
sotto di esso c’è un laghetto e la pista per i pedoni
e ciclabile che collega due parchi
bellissimi; il parco Fabbri e il parco Peep. Infatti
adesso dal parco
Peep si può raggiungere il mare a
piedi o in bicicletta attraversando
tutta la città. Forte, vero? Purtroppo il PALACONGRESSI non è ancora utilizzabile
perché ho sentito
dire che i pilastri
non rispettano le
norme antisismiche. Per fortuna però abbiamo il
nostro bellissimo parco, così posso raggiungere la
scuola senza pericoli ed anche la casa di mia nonna.
aspetti positivi e negativi: permette di tenersi in
contatto con persone che non vedi da tempo e
permette anche a persone sole e timide di avere
degli amici.
Può però rendere le comunicazioni più frivole e
togliere le cose belle della comunicazione faccia a
faccia come lo sguardo e la gestualità. Sono convinta che le persone usino queste forme di comunicazione alternative come una specie di maschera
che cambia in base alla persona che ci troviamo
davanti. Mi è capitato di conoscere una persona in
chat che appariva estroversa, mentre quando ci
siamo conosciute di persona era molto chiusa e
timida. Queste forme di comunicazione non sostituiscono però i rapporti umani: i giovani non hanno
comunque perso il gusto e il piacere di frequentarsi.
Benedetta Barbieri 3a B
SALVAGUARDARE L’AMBIENTE
Mi chiamo Filippo, sono uno studente delle scuole
medie ed ultimamente a scuola sto affrontando il
serio problema dell’inquinamento. Affinché vengano comprese le mie preoccupazioni, racconterò
ora della triste esperienza che ho vissuto domenica
scorsa: con i miei parenti si è organizzata una gita
in campagna nelle zone di Novafeltria, lungo le
rive del Marecchia, ed eravamo veramente entusiasti di trascorrere una piacevole giornata in mezzo
alla natura, arrivati vicino al letto del fiume però ci
siamo accorti che era di un poco raccomandabile
colore giallo intenso e ricco di schiuma verdastra
attorno ai detriti ed ai massi più grossi.
Ho accolto quindi con entusiasmo la richiesta di
aiuto presentata da una rivista ambientalistica, ed
ho deciso di organizzare una colletta per ripulire le
acque del fiume: informerò tutta la scuola, ed i
Cari lettori,
del mio breve ma intenso soggiorno londinese
voglio proprio raccontarvi la visita al “British
Museum” perché è il regno di chi guarda il mondo
con curiosità e stupore. Si viene accolti da un
imponente porticato che circonda tutta la struttura
sorretta da enormi colonne ioniche simili alle vestigia greche conservate all’interno. Appena entrati si
è sopraffatti da una luce bianchissima proveniente
dal tetto in vetro e acciaio a forma di rete della
“Great Court” e questa luce si riflette sul marmo
candido e lucido del pavimento. Mentre l’esterno
risale alla metà dell’Ottocento, l’atrio è stato inaugurato nel 2000 e dedicato alla regina. Tutte le aree
espositive creano insieme un percorso cronologico
e tematico che richiederebbe almeno una settimana
intera di visite accurate. Ecco perché abbiamo deciso di soffermarci “solo” sulle sezioni riguardanti i
palazzi assiri, i resti egizi e le vestigia greche. Appena entrati nella prima stanza ci siamo trovati al
cospetto della “Stele di Rosetta” (196 a. C. ) che
fornì la chiave per decifrare gli antichi geroglifici
egiziani e a questa civiltà risalgono le statue colossali soprattutto di Ramesse II, sarcofaghi di faraoni
e sacerdoti, mummie riccamente composte e miseri resti conservati per puro caso. Questa area abbraccia un immenso periodo di storia fino a quando
l’Impero Romano conquistò l’Egitto, partendo dalle
origini di questa millenaria civiltà nata nel 3100 a.
C. Di questa sezione mi ha impressionato l’imponenza delle statue, oltre al loro ottimo stato di
conservazione. Nell’area dedicata agli Assiri e ai
Babilonesi ho potuto vedere da vicino un Lamassù
appartenente al palazzo di Assurbanipal II (865 a.
C. ). I Lamassù, che ho studiato in arte quest’anno,
sono delle statue che Assiri e Babilonesi posizionavano all’entrata di città e palazzi come simbolo di
forza e maestosità. Infatti erano delle chimere con
il corpo da leone, le ali e il volto da uomo. La loro
particolarità è che hanno cinque zampe; le due
davanti dovevano dare un’idea di stabilità e fierezza, le altre tre davano un’immagine di movimento.
Ho potuto finalmente vedere delle originali tavole
con incisi sopra numeri e caratteri cuneiformi e
GIACOMO GNOLI 3a H
Come è cambiata la comunicazione tra i giovani
T.V.B: una semplice parola abbreviata che al giorno d’oggi noi ragazzi non possiamo più fare a meno
di scrivere. Questo è solo uno dei tanti esempi di
parole che usiamo attraverso sms, mail e chatroom.
Questo tipo di comunicazione, che sta prendendo il
posto di quella verbale, è, fra gli adolescenti, la più
usata. L’sms, la prima libertà di comunicazione
segreta, è usato per indicare un breve messaggio di
testo mentre se si vuole avere una “conversazione”
più ampia basta usare la chat. Essa è un luogo
virtuale dove potersi incontrare e parlare visto che
non è sempre possibile uscire con gli amici. Attraverso la chat si avviano dei dialoghi in tempo reale.
L’ultimo traguardo della comunicazione usato in
tutto il mondo è facebook. Facebook è un social
network dove le persone si scrivono, possono dialogare tra loro, caricare e condividere foto, farsi,
nuovi amici e trovare quelli dell’infanzia. Esso ha
Visita al
“British Museum”
generosi volontari potranno versare pochi soldi per
una grande impresa. Gli animali, noi uomini compresi, risentono dell’urbanizzazione e delle industrie con i loro scarichi nocivi, che, senza considerazione, vengono versato nei torrenti: desidero
salvaguardare l’ecosistema dei nostri territori e far
capire ad ognuno come, anche nel nostro piccolo,
possiamo aiutare il mondo. Intanto vi terrò informati sui progressi del mio progetto e vi spedirò altre
lettere come questa con inserite le foto della zona
da bonificare … Vi ringrazio per l’attenzione e per
avere letto questo mio messaggio, un appello a tutti
i “mali ambientali” della nostra terra, e vi prego di
prendere a cuore questo problema. Cari saluti.
FILIPPO VERNOCCHI 3a C
delle tavolette racchiuse in un mattone delle fondamenta di un edificio dell’epoca.
Il mondo greco antico occupa una parte considerevole del British Museum. I primi reperti risalgono
al IV millennio a. C. e testimoniano la nascita di
una cultura originale delle isole Cicladi dove semplici figurine di marmo simboleggiavano il mito
della fertilità o semplici amuleti; da qui il centro
della civilizzazione egea si spostò verso sud a
Creta, isola del leggendario re Minasse. Di questo
periodo colpiscono i delicati gioielli dalle forme
ancora attuali. Mi ha molto impressionato pensare
che alcuni vasi micenei risalenti al XII se. A. C.
hanno la stessa età dell’epica omerica che sarà
trascritta solo molti secoli dopo. Tutto il museo
ruota attorno alle sculture provenienti dal frontone
e dalle metope del Partendone, dette marmi di
Elgin dal nome del lord che le portò in Inghilterra
nel XIX sec.. A tal proposito penso che togliere
tutte quelle meravigliose statue di Fidia da una
struttura ancora esistente come il Partendone sia
stata una scelta incivile, o forse vicina a una sensibilità ormai superata che voleva sempre mettere in
risalto chi trovava le opere piuttosto che la cultura
che le aveva prodotte. Addirittura il monumento
alle Nereidi ( che è un vero e proprio tempio) è stato
tagliato a blocchi e portato nel museo. Quando la
prof. Mornati mi ha assegnato il “ Mausoleo di
Alicarnasso” da disegnare, ricordo che non trovavo nemmeno un’immagine. Mi ha molto sorpreso
scoprire che i resti di questa meraviglia del mondo
antico ( originariamente in Turchia a Bodrum ) si
trovano in gran parte qui: un ritratto colossale e uno
dei quattro cavalli che tiravano il cocchio… stavo
fresco io a cercarli su Internet in Turchia!!! Comunque devo proprio ammettere che mi ha molto
sorpreso che tutte queste opere dell’antichità possano essere viste, toccate da tutti senza pagare una
lira. Siccome un modo per finanziare il British
Museum è utilizzarne i servizi io e la mia famiglia
abbiamo deciso di mangiare nel ristorante che
ritrova al suo interno. Mi sono proprio sentito a mio
agio in questo museo creato 250 anni fa non solo
per studiosi, ma anche per semplici curiosi, proprio
come me.
LEONARDO LAVOSI II D
Poesie... racconti... recensioni
Febbraio 2011
L’AUTUNNO
L’autunno è una stagione magica e misteriosa:
le foglie diventano di tutti i colori, fluttuano e
danzano in aria, perché staccate dall’albero dal
freddo e dal potente vento. Danzano e roteano
per poi posarsi in un tappeto fragrante che sotto
i miei piedi scricchiola incessantemente. Il vento si fa’ più vivo e gira per la città formando
questi mucchi multicolori. Le foglie si trasformano: cambiano colore e da verdi, diventano
rosse, gialle, marroni e di altre tonalità.
Gli alberi sono spogli e mostrano il loro tronco
ruvido ed imponente. La corteccia diventa rag-
UN PRANZO
IN FAMIGLIA!
LE STAGIONI
L’autunno è il freddo nelle case
i giubbotti tirati fuori dall’armadio
le foglie che cadono dagli alberi
e i rami che si spogliano .
L’inverno è la neve sopra i monti
le piste da sci piene di sciatori
il santo Natale
e il nuovo anno che verrà .
La primavera è il sole che scioglie la neve
i fiori che sbocciano nei prati
gli alberi che si rivestono
i primi frutti nascono .
L’estate è divertimento
il caldo infernale senza la scuola
il mare è la nostra salvezza .
L’estate è amicizia .
LA LUCE
Che cos’è la luce…
Forse un piccolo spazio di sole…
O forse un posto dove tutti sono uguali…
Magari è quel luogo che permette
A tutti di vedere il mondo
Anche a chi lo vede piccolo e scuro…
Per le persone fredde
È solo un leggero e inutile raggio di sole
Penetrato per colpa delle tapparelle
Aperte,
Per chi ha un cuore è un raggio di sole
Voci di anime che urlano alla gioia.
Ma per tutti la luce è comunque un grande
Mistero.
Perché ogni persona la vede diversa.
MASSIMILIANO BARRELLA 3a H
ARIANNA NERI 1a H
LA NEVE
grinzita a causa della miriade di gocce che
scendono dalle nuvole grigie e rattristate. La
nebbia inizia a coprire tutto e la pioggia a farsi
sentire con mille ticchettii. I sempreverdi diventano invidiosi perché perchè gli altri alberi hanno uno scialle di foglie che ricopre le radici,
infreddolite.
Tutto mi sembra colorato ma triste. Il sole scompare dietro a nuvoloni di forme inimmaginabili,
portatori, forse di qualche tuono. L’alba non ha
più quelle allegre sfumature e tutto preannuncia
l’arrivo dell’inverno.
I campi da calcio son vuoti, così come il cuore
dei bambini che volevano fare un’ultima partitina. A me l’autunno non piace, mi mette malinconia; rammento tutto quello che ho fatto con i
miei amici l’estate precedente: corse, risate,
scherzi, nuotate e con lo sguardo rivolto verso
il cielo, aspetto che tutto, intorno a me, ritorni ad
essere vivo.
BERTOLINO E’
UN GIORNALE
Bertolino è un giornale
Entusiasmante,
Ricco di notizie,
Testimonianze
Opinioni interessanti.
Lesto e agile
Interviene
Nelle nostre vite altrimenti
Orribili
L’autunno sembra una stagione triste, ma ad osservare attentamente ci si accorge che non è poi così
triste, anzi, fa di tutto per renderci allegri con i suoi
mille colori. Qualche giorno fa sono andato nel
parco vicino alla mia scuola ed era una distesa di
colori. Sugli alberi,tra alcune foglie ancora verdi e
altre marroni, ne spiccavano molte rosse e gialle.
Certe di quelle rosse avevano un colore spento, ma
altre erano vivacissime con sfumature viola. Quelle gialle sembravano d’oro; molte avevano le vena-
ture ancora verdi, tante altre avevano le punte
arricciate che cominciavano a diventare marrone.
Si vedevano qua e la anche foglie arancione, bellissime, ma rare; la maggior parte erano completamente marrone più chiaro o scuro, tinta unita o con
sfumature verdi o gialle. Il prato era ricoperto di
foglie secche e umide, ma ogni tanto si vedeva un
po’ d’erba verde. I tronchi scuri, rivestiti di muschio a causa dell’umidità, creavano un piacevole
contrasto con le foglie degli alberi e col tappeto di
foglie bagnate e luccicanti per la pioggia caduta nei
giorni prima e che cominciava a cadere nuovamente. Il cielo era grigio e biancastro con qualche
nuvolone minaccioso, contrastava con i colori caldi del bosco: sembrava volesse renderlo triste
perché invidioso di tanta bellezza. Di fronte a
questo spettacolo ero felice e sentivo dentro di me
un sentimento di pace e di serenità.
SIMONE PESARESI 1a B
Aspetto tranquilla
la sveglia che squilla,
voglio uscire all’aperto
con la neve giocherò di certo!
A. BRANCALEONI I F- G. BIANCHI I E
Bertola
JACOPO RAPPOSELLI 2a F
I COLORI
DELLE FOGLIE
Cade bianca e leggera
la neve di sera,
scendendo docili
tanti piccoli fiocchi.
ALISA CASTIGLIONI 1a D
L’ALBERO
DELLA PACE
La pace è un albero con tanti rami.
su un ramo c’è voglia di non fare la guerra,
su un ramo c’è il bocciolo della libertà,
su un ramo ci sono i bambini
che giocano liberi,
su un ramo cresce il cibo
per tutti i popoli della terra,
su un ramo ci sono gli uomini
che vivono senza litigare.
Quando un giorno tutti questi rami fioriranno
ci sarà la FELICITA’ .
La Bertola è la nostra scuola,
qui davvero il tempo vola!
In questa scuola molte persone si son trovate bene,
e dicono che qui venir conviene.
Ci son ragazzi che vengono, ragazzi che vanno,
c’è un gran “via vai” tutto l’anno.
Qui son passate tante generazioni,
che hanno ricevuto sempre nuove emozioni.
C’è la palestra e il giardino,
che è bello anche se piccolino!!!
Le aule pulite e ordinate,
quasi sembrano appena nate.
I compagni e i professori,
per farci ridere ne dicon di tutti i colori!!!
Insomma …. la Bertola
è la miglior scuola!!!
SIMONA CENCI 1^H
Mattia Germondari 1H
FILASTROCCA
SULLA PIOGGIA
La pioggia scende e va,
scorre nelle strade della città.
La gente cammina con ombrelli neri
e volano via tutti i pensieri,
tranne uno: quello dell’estate,
con castelli di sabbia e formine colorate.
I bambini alla finestra
scrutano il cielo tutto in tempesta,
pensano ai bagni fatti nel mare
e alla lunga spiaggia dove giocare.
Altri con verdi stivali
saltano sulle pozzanghere delle strisce pedonali.
Il cielo si apre, ritorna sereno,
un arco si accende: è l’arcobaleno!
I bambini lo guardano con volto stupito
mentre lo indicano con un dito.
Purtroppo so che durerà poco
Allora decido di scattargli una foto.
SILVIA CIUFFOLOTTI 1a H
SERA D’AUTUNNO
O sera, come una mamma affettuosa,
abbraccio ogni cosa e
la natura riposa.
Il bosco scherza con le foglie gialle
benché il freddo senta già alle spalle.
Gli uccelli sono ormai in volo
qualcuno rimane solo.
Ogni soffiare di vento
odor di autunno sento.
L’ACQUA
“Andiamo a prendere un panino al Mc’”?; a pranzo, a cena, a merenda per tutti i giorni della
settimana questa domanda abbonda sulla bocca di
ognuno o, meglio, di coloro che ritengono conveniente (spesso anche per motivi di lavoro) “prendere” una porzione di patatine o un hamburger come
surrogato di un pasto: è il boom dei fast food.
C’è chi, tuttavia, predilige ancora quel magico
momento trascorso con i famigliari in pace, armonia e tranquillità: sì, sto parlando della classica
scena in cui il marito, stanco e spossato da ore ed
ore di lavoro, torna finalmente a casa dalla sua
amata moglie, chioccia affettuosa, che attende il
suo ritorno, magari insieme ad i suoi adorati bambini. È giusto pensare infatti a questa situazione
quasi come fosse un diritto poter vivere, quello
che, come affermano gli scienziati o i dietologi o i
medici, è un ottimo momento per rafforzare i
legami con i figli ma che, talvolta, diventa anche
occasione per gustare del buon cibo di qualità.
È scientificamente dimostrato che le pietanze preconfezionate, riscaldate e ricongelate troppo
spesso, sono nocive alla salute
di chi le mangia
se ingerite tutti i
giorni, ripetutamente: lo stesso
vale anche per i
cibi disponibili
al fast food che,
al contrario di
come si dicono
le invitanti pubblicità, non sono affatto preparati
con ingredienti scelti e salutari, anzi…! Spesso
infatti, come si dice in un italiano forse non tanto
raffinato, “si tira a far legna”, ovvero si cerca di
massimizzare la quantità dei prodotti con un minimo di denaro, a discapito però della qualità: non c’è
da meravigliarsi quindi se gli animali da condurre
al macello vengono sfamati con mangimi artificiali e tossici (come nel caso del mangime alla diossina che ha inquinato le uova delle galline che lo
mangiavano, in Germania), oppure se la “verdura”
viene concimata con veleni o, peggio, se le salse
nei panini ed il pane stesso contengono una dose
spropositata di aromi, naturali e non, di conservanti, di emulsionanti, di coloranti, etc.
Meglio non parlare poi dell’uso incosciente di oli
(spesso di palma e di cocco), che talvolta tendono
ad assomigliare a catrame piuttosto che allo sperato olio extravergine di oliva: se poi si miscela il
tutto con dosi abbondanti di sale, dannoso ai reni ed
alla povera pressione, e con la scarsa igiene in
cucina, allora si ottiene un prodotto finale che ha
tutti i requisiti di una vera e propria arma distruttrice: un atroce concentrato di impurità rassomigliante ad una mini-bomba atomica!
Non è un caso infatti che i dati mostrino che chi fa
uso troppo frequentemente di fast food abbia una
vita media di circa 15-20 anni inferiori alla media,
motivo per non lamentarsi dei piatti, non sempre di
sapore ottimo ma sicuri, cucinati dalle madri. A
rafforzare poi la tesi che mangiare in casa è meglio
che consumare pasti nei fast food, compaiono
anche i giudizi degli esperti: secondo altre statistiche, pranzare assieme alla famiglia migliorerebbe
i rapporti con quest’ultimi diminuendo, nel caso si
parli di una giovane coppia, le probabilità di divorzio, cosa ormai frequentissima.
FILIPPO VERNOCCHI 3a C
L’acqua non va sprecata ,
ma solo bevuta,
è un bene prezioso ,
ma non tutti ne fanno un buon uso.
Molta gente acqua non ha ,
e altra la spreca,
essa è preziosa come una rosa.
GIANLUCA BONCIUCCI 3a H
LA NOTTE DI
HALLOWEEN
Notte nera, lunga buia…
Ad illuminarti ci sono solo il sorriso dei bambini e
tante fiammelle
Pipistrelli , ragnatele , streghe , maghi e fattucchiere …
Questa notte è tutta loro!!!
Canti , balli e stregonerie ,
ma che meravigliosa notte piena di magie.
“Dolcetto o scherzetto?”
Chiede ridendo il Diavoletto ad ogni casa che va a
visitare.
La paura va esorcizzata,
perché in questa magica notte i morti fanno una
bella rimpatriata!
GUIA DELUCCA 3a H
MATTIA GERMONDARI 1a H
Pag4
LASSÙ NEL CIELO
Vi siete mai chiesti quante stelle ci sono nell’Universo che, in confronto al nostro Sole, possono
essere molto più grandi? Ebbene, ne esistono tantissime! Tutte hanno nomi un po’ strani e colori
molto vari: dal rosso all’arancione, dall’arancione
al giallo, dal giallo al bianco e dal bianco all’azzurro. Questo
perché hanno
temperature
diverse e
quelle con il
colore più
chiaro sono
più “calde”.
Esiste una
stella talmente grande che
per percorrere tutta la sua circonferenza, con un
aereo di linea, ad una velocità di 900 km/h, ci
vorrebbero circa 1100 anni per ritornare nello
stesso punto!
È una cosa impressionante! Se dovessimo disegnare questa stella e la nostra Terra, questa ultima non
si vedrebbe nemmeno! Insomma, nell’universo ci
sono così tante stelle che noi, paragonati a questa
Ipergigante, siamo insignificanti. Io trovo che l’Universo sia bellissimo e pieno di misteri…e chissà,
magari da qualche parte, lassù, c’è qualcuno che
come noi, sta cercando un altro pianeta vivente.
SARA BARROI 3a H
Poesie... racconti... recensioni
Febbraio 2011
“ CONTROLLORE,
C’E’ UNA PECORA
IN TRENO! ”
…Storie strane di viaggiatori bizzarri e tecniche
incredibili per non pagare il biglietto
Il capotreno riminese, Moreno Babboni racconta in
questo libro le sue incredibili avventure, avvenute
nei trentacinque anni di servizio per le Ferrovie
dello Stato.
Gli episodi più divertenti riguardano i mirabolanti
stratagemmi per non pagare il biglietto e viaggiare
a scrocco: ad esempio, l’albanese che monta a
cavalcioni del respingente all’esterno del treno e
percorre così il tragitto Rimini - Bologna, come un
cavaliere da
rodeo. All’arrivo, i poliziotti dovettero faticare
non
poco per togliergli le
mani dalla
presa, perché
si era irrigidito come un
morto(abituato
ai 60 km \ h
dei treni del suo paese, mentre da noi viaggiano ai
160).
Un altro caso stravagante riguarda una graziosa
signorina che nascose il biglietto nel calzino, fetido
e grondante di sudore, sicura che nessun controllore avrebbe osato prenderlo in mano per controllarlo.
Un personaggio molto strano, che si aggira tuttora
nei treni e per le strade, è “il fantasma baciatore”;
questo, sempre vestito di bianco dalla testa ai piedi,
tanto che sembra un operatore della Nasa; chiede
l’elemosina con un bicchierino (bianco), sparando
raffiche di baci a destra e a manca, e anche il povero
controllore non viene risparmiato. Quando gli si
chiede il biglietto, lui scappa immediatamente via,
a gambe levate, dileguandosi appunto come un
fantasma.
A proposito, il titolo del libro si basa su un fatto
realmente accaduto:gli emigrati meridionali, spostandosi a Nord in cerca di fortuna, portavano con
loro anche polli e galline, a volte persino ovini.
Sono orgoglioso di comunicare che lo scrittore è
mio padre.
ELIA BABBONI I M
GIRO GIRO TONDO
PER PULIRE
IL MONDO
È arrivato il Natale !!!
Nell’aria si respira un profumo di festa. Per le vie
ci sono tante luminarie diverse che illuminano la
città;i negozi sono tutti addobbati con bellissime
decorazioni natalizie e alla televisione si sentono
già le pubblicità dei pandori e dei panettoni. Noi
tutti stiamo già andando a comprare i primi regali
per i nostri parenti e per i nostri amici. In giro c’è
una gran confusione di gente che compra, spende,
guarda, corre …. Ognuno di noi, però, si dovrebbe
chiedere qual è il vero senso del Natale e come va
vissuto: c’è gente che vive il Natale come una festa
qualsiasi, mangiando in abbondanza e spendendo
tanti soldi ma, per fortuna c’è gente che lo vive
pensando a Gesù che è nato, aprendo (la mattina di
Natale) i regali insieme alla propria famiglia in un
clima raccolto e stare con i parenti non solo per
mangiare ma per stare insieme. Il Natale è una festa
che va vissuta con felicità e serenità. A Natale si è
tutti più buoni e ci si deve aiutare gli uni con gli altri
come dice la pubblicità di un noto panettone “E’
Natale, è Natale si può fare di più”. A me piace il
Natale perché è una festa in cui si può stare tutti
insieme e uniti.
VANESSA VENZA 3a H
Gettando rifiuti di ogni tipo
In mezzo al mare.
Ancor più attenti
Di ogni altra cosa,
per sentir cinguettare gli uccellini
e veder volare le farfalle
possiamo usare un po’ la bici
al posto delle macchine motrici.
Incendi nei boschi non vogliamo
Più vedere
Per colpa di qualcuno che
Non fa il suo dovere
Gettando sigarette ancora accese
Che provocano incendi in tutto il paese.
Forse tutto questo non basterà
Ma almeno un po’ più
Di gioia a noi tutti darà.
GIACOMO DELLAROSA 3a H
HAIKU
Profuma
come l’aria in primavera
la rosa del giardino .
AURORA SAMMARINI 1a E
I sogni sono i tuoi desideri
che accompagnano la notte raccontando i tuoi
pensieri;
che si aprono e quando, come i girasoli al calar del
sole,
si chiudono le palpebre e finiscon le parole.
I sogni sono le tue paure le più lievi le più brutte,
ci sono proprio tutte.
Sono come spade nel cuore
ma poi per fortuna ritorna il buon umore
quando desto ti accorgi che era solo un sogno brutto
e felice ti scordi di tutto.
I sogni non sono altro che desideri o paure repressi
che la mente cerca di mostrarti anche se non
vorresti.
GIOVANNI GHIZZONI I 1a E
Un gelato vorrei
dolce come l’amore di mia mamma .
SARA BERNARDI 1a E
La mia sorellona non perde mai tempo
E ad internet si collega in un momento
Per tutto il giorno continua a chattare
E con me non ha più tempo per giocare
Vicino sta il nonno, artista in pensione,
che scrive, dipinge e suona il trombone
è un po’ smemorato, sarà per l’età
ma coi suoi racconti sorrider ci fa.
Infine sta a me, furbetta e piccina
Chiudere in coda la cartolina.
SILVIA CIUFFOLOTTI 1a H
Luna splendente
brilla in ogni cuore
immensamente
I BROCCOIDI DEL
PIANETA VERDUR
calante
ispira l’animo
brillantemente
SOLEDAD LANCI
1a H
Caro papà
La mattina nebbiosa
ricorda
una luna offuscata .
Papà tu sai sempre come rendermi felice,
papà tu mi aiuti in ogni momento,
papà tu sai tutto di me,
papà tu mi sai amare come nessun altro.
GIOVANNI GHIZZONI 1 a E
Tu papà sei semplice ma allo stesso tempo
Complicato,
tu papà sei la mia strada e io ti percorrerò,
tu papà sai sempre dove sono,
tu papà anche se sei lontano io ti sentirò vicino.
Nuvole
Eterne
Viaggiano
Esili.
Case
Va
Estivo
Nelle
Terre
Orientali.
Rugiada
Presto
Iniziano
Orrende
Gocce
Gelide
In
Aria.
Già
Ha
Imbiancato
Anche
Campi
Invadendo
Ogni luogo.
Brilla
Indurita
Nell’
Aria.
BRANCALEONI I F CENCI I H
Filastrocca
sulla famiglia
Intanto la mamma vicino ai fornelli
Cucina cantando dei ritornelli
Espande nell’aria profumo di torte
Ascoltando la musica del pianoforte
romantica
illumina le acque
elegantemente
In spiaggia
mi avvolge
il vento arrabbiato .
L’Italia,
l’Italia che con la sua bandiera tricolore
verde, bianca e rossa
dona a tutti noi quel senso di:
Verde come la speranza che abbiamo ogni giorno
Di vivere la nostra vita nel modo migliore
Bianca come il desiderio di pace e serenità per tutti noi
Rossa come la forza per andare avanti,
l’ottimismo per un’Italia migliore.
L’amore per la nostra Italia che non dobbiamo
perdere mai.
GIACOMO DELLA ROSA 3a H
Mentre si rade barba e baffetti
Il babbo fischietta allegri motivetti;
la sua passione sono i pesci di mare
che si diverte ad allevare.
lei misteriosa
luccica i confini
allegramente
MARCO CESARINI 1a E
I COLORI
DELLA
VITA
In famiglia siamo un quintetto
Ve ne dipingo un bel quadretto.
UNA LUNA
ARGENTATA
ACROSTICI
DELL’INVERNO
Viola,viola la legge suonando la sua viola tra le
viole del suo giardino.
Venti venti spazzano via le leggere foglie e invogliano Viola a leggere un libro su i principi dei
principi di Spagna. Un piccolo kiwi ruba il kiwi di
Viola mentre è assorta nella lettura, ma Viola
veloce con la sua penna stacca una penna dal kiwi
e lo cattura. Portandolo al mercato vende il kiwi per
uno scudo. Ma mentre fa ritorno inciampa sullo
scudo del soldato e chiede perdono ma si perdono
in chiacchiere. Viola scopre che ha corso un grave
pericolo a distrarre il soldato; infatti un corso, di
corsa è entrato nel villaggio e lancia una lancia
contro un pescatore che pesca mangiando una
pesca. Nulla più succede e tutto tace; Viola ritorna
a suonare la sua viola viola tra le viole del suo
giaradino.
Gabriel Giannini 1°D
I SOGNI
ELENA SANSONE 3a H
BARBIANI LUCA 1a H
GIOCHIAMO CON LE
PAROLE OMOGRAFE
LA MIA MIGLIORE
AMICA
La mia migliore amica è quella con cui
condivido tutto;
le risate, i segreti, i vestiti e, a volte,
anche i litigi.
È quell’amica che ancora prende l”happy meal”
al McDonald
che ti fa uscire di testa.
Ma è anche quell’amica che non ti abbandona mai
Qualsiasi scelta tu fai
e, se le chiedi aiuto
non ti dirà “mi rifiuto”
E’ quell’amica che fa cose strane
Tipo chiamarti alle 9 di sera e
parlarti per un quarto d’ora solo di rane,
ma la cosa più importante è che la nostra amicizia
rimanga sempre costante.
Giro giro tondo
Ricicla tutto il mondo
Se aria ancora buona
Vogliamo respirare
Allora tutti attenti
Noi dobbiamo stare.
Innanzi tutto a non sporcare
Ti cambia
in silenzio
quatto , quatto
il tempo .
E’ NATALE!!!
Pag5
EMANUELE MICALE 1aH
COME UNO SCRIGNO
DI PERLE
L’amicizia è come uno scrigno di perle: il tuo cuore
è lo scrigno,
mentre i tuoi amici sono le perle.
La cosa che tiene le perle chiuse nello scrigno è
L’amicizia solida e indistruttibile come un
lucchetto di quelli più sicuri.
Ma può succedere che una perla esca dallo scrigno
e si rompa in mille minuscoli pezzi.
Questo accade per via di piccoli errori che
Possono incrinare un’amicizia sino a
romperla del tutto.
Uno di questi è la gelosia: un po’ fa bene,
ma troppa può trasformarsi persino in:
cattiveria.
E’la gentilezza che non deve mai mancare
ma ancor di più l’amore;
solo così il tuo scrigno sarà un tesoro prezioso.
Elisa Castiglioni I D
Sono esseri piccoli con una testa molto grande a
forma di broccolo giallo e verde.
Emanano un fetore tremendo che fa svenire chiunque gli stia vicino.
Il corpo e gli arti sono eccessivamente piccoli
rispetto alla testa al punto tale che non sembrano
presenti.
Quando si muovono sbandano da una parte all’altra
causa il grande peso del capo il quale all’interno è
cavo e non presenta forme di cervello.
Hanno un linguaggio indecifrabile che presenta
suoni gutturali e primitivi.
I VENUSIANI DEL
PIANETA KNAAF
Sono esseri mostruosi con tre teste e due mani per
braccio.
Non hanno capelli
né peli, ma piedi
esageratamente
grandi.
Il corpo è ricoperto
di cera rosa e scivolosa.
Hanno un’indole
attaccabrighe ma
se si diventa loro
amico ti saranno
sempre fedeli.
Hanno imparato ad
utilizzare la cera
presente su di essi
per costruire palline che usano nei
loro tornei di Calcio Venusiano: il loro campione è
un mastodontico tricefalo di nome Venusianovich.
I TRIMPIDI DEL PIANETA
PENTARO
Sono esseri gommosi formati da un corpo vermiforme e da un unico grande occhio che permette loro di
vedere fino a 1000 km di distanza.
Hanno braccia lunghissime con mani ad imbuto e
piedi piccolissimi attaccati al tronco.
Nel muoversi tremolano e si piegano in tutte le
direzioni.
Vivono in crateri e vulcani spenti cibandosi di
ceneri e lapilli che trovano veramente appetitosi.
LA REDAZIONE DEL BERTOLINO
Io e. l’Arte
Febbraio 2011
Pag6
Il Romanticismo
Il Romanticismo è
un importante movimento artistico
sviluppatosi tra la
fine del XVII sec.
e la prima metà del
XIX sec. L’arte romantica interpreta l’esigenza di libertà dei popoli ed
esalta i valori religiosi ed il sentimento individuale, rifacendosi da
questo punto di vista all’arte medievale.
In questi secoli si
diffondono il sentimento del pittoresco, cioè la bellezza più spontanea e naturale, e
C.D: Friedrich,
Viandante sul mare di nebbia
1818 - Amburgo, Kunsthalle
l’idea del sublime,
che esprime l’immensità della natura
nei confronti dell’essere umano.
Il più grande pittore
romantico è stato
certamente Caspar
David Friedrich che
rappresentava spesso persone davanti
ad un paesaggio meraviglioso e mozzafiato, esprimendo
l’idea del sublime.
Alcuni di noi hanno
rappresentato la
grandezza della natura dal punto di vista di Friedrich.
Quindi abbiamo
l’onore di presentare……
LA SUBLIME 3I
Le vagliatrici di grano
In questo dipinto si vedono due donne ed un
bambino.La donna a sinistra sembra stanca: sta
scegliendo i chicchi di grano; quella al centro sta
vagliando il grano, sta usando cioè quello strumento per scegliere il grano della stessa grandezza. Il bambino sta guardando dentro una madia, il
mobile in cui si teneva il pane.La donna al centro
è considerata la “protagonista” del quadro. E’
l’equilibrio perché ha le braccia distese in avanti.
La luce diffusa crea dei chiaroscuri e delle ombre,
per esempio nel telo steso per terra, nelle pieghe
dei vestiti delle donne, nel bambino, nei sacchi di
grano. Dovunque. Il quadro ha una composizione
simmetrica. Il “peso” della donna di sinistra più i
sacchi è simmetrico a quello del bambino più la
madia. Lo strumento che sta usando la donna con
Le vagliatrici di grano
Gustave Courbet, 1854 – Nantes, Musée des Beaux-Arts
vestita bene, non si direbbe sia povera. La scena
si svolge in un luogo chiuso. Sullo sfondo si
vedono dei sacchi di grano, per terra un telo, delle
ciotole e dei cesti. Il dipinto è’ stato realizzato con
la tecnica dell’olio su tela. Il colore che si nota
subito e che risalta è il rosso dell’abito della donna
al centro. Si vedono inoltre diverse tonalità di
verde nella donna a sinistra e nel bambino. Lo
sfondo è realizzato con diverse tonalità di giallo (i
colori usati sono tutti colori caldi). La donna al
centro ha dei gesti che ricordano i movimenti di
una ballerina di danza contemporanea: è molto
elegante e la sua posizione è simmetrica. Porta
indietro la schiena sbilanciandosi, ma mantiene
l’abito rosso è il centro del quadro. La donna è
idealmente contenuta in una piramide, che dà un
senso di stabilità e di equilibrio. In questo quadro
si vede la profondità dello spazio perchè viene
usata la prospettiva. L’autore mostra la realtà del
lavoro, la fatica. Il lavoro è un diritto. Il lavoro è
quindi rappresentato come una attività dignitosa.
Era svolto dai poveri, che qui vengono mostrati
come se fossero dei nobili, in atteggiamenti eleganti e composti. Nel quadro la donna al centro
viene dipinta come una regina, con l’abito rosso e
in una posa da ballerina di danza contemporanea,
quasi.
Claudia Russo 3I
Febbraio 2011
ALTRI TRE ANNI
SONO PASSATI…
Come passa il tempo! Mi ricordo quando andavo
alle elementari: una bambina spensierata che pensava a giocare e a divertirsi e basta! Ora è cambiato
tutto: si ha paura del giudizio altrui, si sta male per
i ragazzi, bisogna essere più responsabili, saper
fare delle scelte e molte volte arrangiarsi da soli. Bè
che dire, è cambiato tutto, siamo diventati grandi
ma questi tre anni di scuola sono stati meravigliosi,
devo dire che non mi aspettavo che le medie fossero
così. Ho fatto tantissime nuove conoscenze, nuovi
amici, nuovi nemici, nuovi amori, nuovi
professori…Mi dispiace molto il fatto di cambiare
scuola perché so che mi mancherà tutto delle medie, la mia fantastica classe e le tantissime persone
che mi hanno accompagnato in questo “cammino
di crescita”. Ma non voglio pensarci, quest’ultimo
anno di “relax” me lo voglio godere perché so che
alle superiori cambierà tutto, e sarà tutto più difficile. In questi tre anni mi sono divertita da morire,
tanto che preferisco venire a scuola che stare a casa,
perché lì mi diverto, è lì che ho incontrato i veri
amici, quelli con cui sto davvero bene, quelli che
ricorderò per sempre, anche se ci divideremo alle
superiori. Un grazie speciale lo voglio dare a Chiara, Angela ed Elena, le mie migliori amiche, che ci
sono sempre state per me, in qualunque momento
brutto o bello che sia, sono sempre state lì a consolarmi quando c’era da piangere facendomi ritornare il sorriso. Loro probabilmente andranno al liceo
scientifico e non si divideranno, mentre io andrò al
liceo linguistico e dovrò separarmi da loro, però so
che non sarà più tutto come adesso, purtroppo.
L’ultimo giorno di scuola me lo immagino già, sarà
un incubo: salutare tutti, alcuni forse non li rivedrò
più, altri sì, altri qualche volta ma cambierà tutto,
tutti i rapporti cambieranno, ma non mi dimenticherò mai di voi. Grazie ragazzi!
DEBORA PERAZZINI 3a H
CIAO, CIAO 2010!
Quest’anno è passato davvero veloce… me ne sono
accorta la mattina di Natale, mi sono alzata e mi è
venuto in mente come, un mese prima non vedessi
l’ora che arrivassero le vacanze natalizie, che questo
benedetto anno terminasse per buttarsi tutti i dispiaceri
alle spalle e, con il nuovo anno, voltare pagina per
scriverne nuove storie basate sui ricordi di quelle
vecchie su una bianca, sperando che siano migliori di
quelle passate. Ho pensato a come il tempo scivola via
così freneticamente e come è passato quest’anno.
Mentre osservavo le luci brillanti e colorate dell’allegro albero di Natale, ho fatto un riassunto ancora più
breve delle cose straordinarie che mi sono accadute in
questo 2010.Perchè, veramente, quest’anno è stato
intenso e straordinario e ha travolto la mia vita in
maniera radicale, anche se è passato come un alito di
vento. Nuovi amici, amori, scoperte, scelte, ostacoli,
lezioni di vita, responsabilità e tanti importanti avvenimenti che saranno per sempre ricordi indelebili nella
mia mente. La scelta del liceo è sempre più vicina e mi
sembra che solo due minuti fa pensavo che avevo
ancora molto tempo per questo passo importante, tutto
il tempo che mi serviva per rifletterci, ma , evidentemente, mi sono sbagliata. Mi chiedo come ho fatto a
non accorgermi di ogni secondo che scivola, di ogni
momento che diventa “passato” nell’arco di tempo che
impiego per fare un singolo respiro. Come ho fatto a
non accorgermi che ogni giornata che passo non
tornerà più? Che ogni cosa ha una fine? Io sono sempre
stata sbadata, ma non credevo di tralasciare un dettaglio così importante fino ad ora, fino a quando questo
tanto atteso Capodanno non mi ha svegliata, è arrivato
senza preavviso come un tuono e mi ha fatta sussultare.. Cosa mi aspetto dal prossimo anno? A dire il vero
non lo so neppure io. . certamente qualcosa di buono,
un sogno che si avvera, magari. Anche se ho sempre
pensato che sognare cose impossibili a volte è da
bambini. Poco male… sono fiera di essere una bambina, allora. Il 2011 già bussa alle porte e tutti aspettano
il giorno di Capodanno per festeggiare insieme quest’importante avvenimento. Cenoni, vistose decorazioni e cose varie. Ma non ho ancora capito perché la
gente festeggia la fine di un anno che passa. Non
capisco cosa c’è di lieto nell’accorgersi che un anno è
andato via per sempre come tanti altri. Forse perché
qualcuno spera sempre nell’anno che viene? Forse
perché dopotutto il tempo passa e bisogna vivere in
pieno le proprie giornate? Non ho mai avuto le risposte
alle mie strane domande dire la verità …non so se
penso cose semplicemente assurde o se quello che sto
dicendo potrebbe far riflettere la gente. Per questo a
volte non ho voglia di ritirare fuori certi discorsi
apparentemente insensati, per non farci la figura della
scema. Essendo sincera non voglio che il 2010 finisca
ora… devo terminare delle “faccende in sospeso” che
non voglio trascinare nell’anno nuovo e vorrei che il
tempo si frenasse solo un attimo per darmi il tempo di
prendere fiato e fermarmi giusto un momentino in
questa corsa. Sto trattenendo ogni mia giornata con le
unghie per evitare che passi ma mi scivola dalle mani
come l’acqua ed io, piccola e impotente, non riesco a
fermarla. E il “gigante” tempo mi impone questa vita
frenetica. Ora quello che vorrei dall’anno nuovo è
qualcosa di buono… che mi faccia distogliere dal
pensiero di questo tempo che passa ferocemente e che
mi faccia sorridere e dimenticare tutte le cose brutte.
Sperando in questo, voglio dire addio a questo anno
che rimarrà solo nei ricordi e voltarmi per scorgerne
uno nuovo. Auguro tutta la felicità del mondo a chi mi
vuole bene per quello che sono, ma anche a tutta la
scuola e alla redazione! E quindi, per concludere: “
Buona notte e miglior inizio a tutti!”
SARA CIUFFOLOTTI III H
Io... Io... e
Pag7
Riflessioni sul tempo e l’età
13 ANNI
PERIODO DI TRANSITO
I MIEI
13 ANNI
Quante volte alla mia età ci si sente dire “Sei ancora
troppo piccolo per capire” oppure “Non hai ancora
esperienza su questo argomento”…
E in effetti, anche se non mi piace dover dare ragione
a queste dicerie, che a volte sembrano vogliano
rinfacciarmi i miei tredici anni come se essere
giovani fosse una colpa, la situazione è proprio
questa: non ho ancora superato la cosiddetta “età
verde”, quella immatura, che mi impone ancora il
giudizio di “bambino” agli occhi degli adulti.
Quindi non ho vissuto, per ora, l’esperienza del
primo amore o del primo rifiuto, l’esperienza di andare al cinema
in motorino il sabato,
le grosse delusioni:
prendere “tre” in una
verifica alle superiori, fare una litigata
grossa con gli amici,
oppure essere partecipe degli epici tradimenti tra compagni
(spesso proprio a causa di una ragazza) che
si vedono nei film di
liceali.
La mia infatti è un’età
di mezzo, un po’ strana, forse, ma passeggera: sono ora nella
zona di transito tra
tutto quello che ho appena elencato ed i
momenti da bambino,
quando si riesce sempre ad ottenere tutto
facendo semplicemente gli occhi dolci
e abbozzando un sorriso; momenti indubbiamente
felici, sereni, perché si ha tutto quello che si desiderava di più.
Ovviamente non sto parlando di avere un drago in
camera, né super poteri, né un serpente in salotto,
tutte utopie, e nemmeno una camera colma di giocattoli o giornate in cui gli adulti non sgridano mai:
i miei genitori non hanno rinunciato a cercare di
insegnarmi la buona educazione, anche se questo ha
voluto dire per loro tredici anni di pianti isterici;
grosso modo, tuttavia non mi hanno mai imposto
divieti eccessivi ed inutili e per questo li ringrazio,
perché mi posso vantare ora di avere il privilegio di
dire “No, nella mia vita non ho mai ricevuto grosse
delusioni”.
Ammetto però che sono in parte contento di lasciarmi alle spalle l’infanzia per andare incontro al liceo,
che molti giudicano “il periodo più bello della loro
vita”. Crescere può risultare emozionante e, a volte,
anche gratificante, perché sinceramente sono ansioso di sfogliare, un giorno, quando di delusioni ne
avrò già avute parecchie, l’album fotografico di
famiglia e di riscoprire anche dentro me stesso,
dentro al mio cuore, il mio lato bambino.
E’ anche vero che con gli anni si acquisiscono
atteggiamenti diversi, diversi modi di vedere la vita:
riguardando i film “Happy day” o “Grease”, mi
accorgo di come un liceale la pensi diversamente da
me, ma soprattutto di come la società influenzi e
modifichi costantemente il modo di pensare e di
agire della gente. Ora come ora, infatti, non sono
d’accordo con le “strategie per farsi notare” (come
ad esempio l’utilizzo di quantità assurde di gel nei
capelli) dei ragazzi dei film, perché si deve piacere
così come si è senza dover modificare aspetto e
tanto meno carattere: ma se è vero che l’amore è
cieco, tra qualche anno forse non la penserò più così,
e allora conterà solo non ricevere una delusione!!!
Caro diario,
questo è proprio un periodo strano. E’ un passo,
una caduta, un groviglio di tunnel, un ponte traballante. Ora ho tutto: sicurezze, punti fissi, tranquillità. Poi questo ponte. Un brivido. E’ così vicino
il ponte, e così vicina al ponte la possibilità di
cadere. Non so più niente. Come quando fa freddo, e la terra è coperta di bianco: metti un piede
sulla neve perché hai paura di scivolare sul ghiaccio, ma sai che sulla neve non accade, la neve non
ti fa cadere. Invece cadi
lo stesso.
E il grande specchio in
cui era riflessa la tua
immagine si frantuma.
Chi sei? Un uomo senza ombra e senza immagine. Un lupo scheletrico e stanco che va
avanti senza meta. Sei
solo una parte del puzzle, e non sai nemmeno
quale mai sia il tuo posto. Il petalo di un fiore, forse, che al primo
soffio di vento volerà
via. O forse no. Un vecchio giradischi suona,
guardo la notte, cerco
la luna e non la trovo.
Caro diario, ho tredici
anni. E ho paura, e non
ho ancora imparato a
vivere. Sono troppo
stupida ed orgogliosa
per vivere. So scrivere.
So leggere lo spagnolo
e l’inglese. So persino
fare due piroette sulle
punte. Ma non so vivere. La settimana scorsa mi
sono svegliata con in testa l’incubo più terribile
che abbia mai fatto.
Erano appena finite le medie, tutto qui. Sono
rimasta nel letto, raggomitolata e chiusa, a pensare che andrò al liceo, mi diplomerò, poi prenderò
una laurea con un bel voto scritto in grande e sarò
un’adulta, ma non sarò niente.
Voglio essere utile a qualcuno. Sì, sono egoista
nelle piccole cose, ma in realtà voglio aiutare tutto
il mondo. Ecco: già comincio a vivere. Voglio
imparare a mangiare con la bocca degli altri, ad
aiutare i cuori che non sanno ridere e sciogliere il
ghiaccio che chiude troppe menti. Profonda, sensibile, delicata. Debole. Non ho voglia di essere
come sono. Sono debole. Sono presuntuosa. E’
bello sentirsi superiori, grandi, intelligenti. No. Fa
schifo. Diario mio, domani mi sveglierò. E come
tutti i giorni andrò a scuola, a danza, a casa, e
tornerò nel mio letto. Anche l’anno prossimo sarà
così, credo. Ma in un’altra scuola, con altre persone. In quale scuola? Non lo so. Però voglio scegliere da sola.
Devo scegliere da sola, per saper vivere. Posso
scegliere io, e finché posso devo farlo. Perché
qualcuno, ieri mi ha tagliato i fili e ora posso
muovermi come voglio. Nel tagliarli mi ha fatto
precipitare a lungo e sbattere contro un suolo
troppo duro, e capire che è così e che è giusto così.
Ora non ho più fili, ma un via. C’è poca luce: non
vedo dove sia questa strada. L’importante è sapere che c’è e che la troverò, perché in fondo io so da
sempre chi sono e che cosa devo fare, solo non so
ammetterlo. Alla fine devi solo capire se preferisci vivere o volare, e devi conoscere bene entrambi, perché non è una scelta facile.
La tua Serena
FILIPPO VERNOCCHI 3a C
LE RAGAZZE…E
L’ ADOLESCENZA
Caro diario,
sono sconvolta, perplessa, disorientata, sono
diversa sento che sto cambiando.
C’è qualcosa dentro me che cresce sempre di
più. Non so cosa sia ma scombussola tutta me
stessa. Ogni giorno sembra che si innalzi sempre di più un muro tra me e mia mamma.
Tutto ciò mi preoccupa, un momento sembra
tutto perfetto e subito dopo si rovina tutto, non
sono stabile, cauta, come una volta, sono diventata frenetica, non ragiono più su quel che
faccio, magari ogni tanto compio un’azione che
inizialmente mi rende felicissima, ma solo dopo
capisco le brutte conseguenze, solo quando è
troppo tardi. Bisticciare con mia mamma è una
delle cose che odio di più, ma ultimamente non
faccio altro che questo, litigi su litigi. Però ci
sono sempre le mie amiche che mi rincuorano,
ma non posso colmare il mio senso di disprezzo
da parte di mia mamma.
Dicendo questo penso sempre che quando ero
piccola le cose che mi facevano più male erano
le ginocchia sbucciate, eppure no, ho capito che
ci sono cose peggiori che possono deludere la
mamma. Lei dice che mi ha curato per tanti anni,
lei che continua a farlo, lei che mi ama come
nessuno al mondo, lei che mi da tutti i consigli
per star bene, lei che cerca di aiutarmi in tutti i
modi…eppure, da stupida che sono, invece di
fare tesoro dei suoi consigli, faccio di testa mia.
Deludendola ogni giorno di più! Oh diario mio!
Come faccio a migliorare me stessa? Perchè
sono diventata così? Forse perché sto crescendo? Forse questa forza dentro di me causa tutto
questo? Non lo so!
07\11\2010
Eccomi, caro Diario,
ho capito perché mi sento così sotto sopra, sto
crescendo, sto diventando ragazza; è una sensazione strana, ma la posso affrontare, è un periodo della mia vita ci saranno alti e bassi, dei
momenti belli e dei momenti brutti, ma con il
tempo tutto si sistemerà, dicono tutti che sia il
periodo più bello della vita, per adesso non
sembra proprio così!
09\11\2010
Diario caro,
sono felicissima, è bellissimo essere adolescenti, sono grande, ho capito come devo comportarmi con mia mamma, riesco a controllarmi, sono
molto più responsabile, non so né come né
quando, ma piano piano ho migliorato me stes-
SERENA CECCHINI 3a G
L’ADOLESCENZA e i buoni maestri
Passano gli anni, tutto cambia, ma le difficoltà
dell’adolescenza sono sempre le stesse. I ragazzi
della mia età si stanno accorgendo di cambiare.
Soli pochi anni fa , tutto era semplice, esisteva solo
il gioco e gli unici punti di riferimento erano
mamma e papà . Oggi, le idee sono
molto più confuse e i punti di riferimento sono diventati motivo di
scontro e di conflitto. Per noi adolescenti l’importante è apparire, i
nostri problemi sono altro che esistenziali, d’immagine, dobbiamo
vestirci, atteggiarci e perfino parlare in modo da essere accettati dai
nostri coetanei e soprattutto vogliamo attirare l’attenzione dei più grandi. L’adolescenza è un periodo della vita nel quale ci troviamo costretti a fare
scelte che saranno il binario della nostra vita, come
ad esempio la scelta della scuola superiore. Gli
esempi che ci vengono presentati dal mondo degli
adulti a volte non sono particolarmente edificanti.
Lo stesso mondo televisivo spesso ci propone dei
personaggi privi di cultura, ma inseguono il
successo senza avere nessuna competenza, ma
solamente una grande capacità nel proporre la
propria immagine. Tutto questo su di noi non ha
un impatto positivo, perché molti
di noi sono portati a pensare che
si possa arrivare al successo senza alcun reale impegno. Senza
fatica sia nello studio che nel
lavoro si ottiene solo una popolarità effimera destinata a finire
presto. E’ giusto invece pensare
il contrario come ci insegnano i
nostri genitori e professori, dobbiamo studiare
tanto per avere un reale futuro, solo così potremo
lasciare qualcosa di concreto ai nostri figli, ma
tutto questo per noi adolescenti è difficile da
capire dobbiamo solo sperare di trovare persone
che ci insegnino e ci preparino a fare meno errori
possibili.
Nicola Hoffer 3aB
sa.
Ho trovato l’equilibrio giusto con mia mamma,
dicendole tutta la verità ed ascoltando i suoi
consigli come se fosse la mia migliore amica.
Per controllarmi ho deciso che, prima di ogni
decisione, ho giurato che conterò fino a dieci per
riflettere su quello che faccio. Ma la cosa che mi
rende più felice è che posso uscire con le mie
amiche e divertirmi con loro.
Ultimamente un ragazzo mi fa l’occhiolino,
proprio ieri mi ha dato un bigliettino con scritto
che ero carina. Sono strafelicissima, nessuno ha
provato tanto interesse per me, sono diventata
tutta rossa in faccia leggendo quel che mi aveva
scritto. È stato il momento più bello di tutti, se
anche questo fa parte dell’adolescenza, mi sa
che questo sarà davvero il periodo più bello
della mia vita!
04/12/2010
Angela Marga 3a H
Io... Io... e
Febbraio 2011
UN GIORNO
DA DIMENTICARE
Era Venerdì 19 Novembre, quando mia mamma è
andata a prendere mio fratello a scuola alle 14.30
perché quel giorno aveva la convocazione al campo del Rivazzurra alle 16.00 per andare a S. Lorenzo a fare una partita di calcio. Non l’avesse mai
fatto. A me sarebbe piaciuto molto andare a vedere
la partita di mio fratello ma non sono potuto andare
perché avevo l’allenamento. Mi è dispiaciuto di
non esserci stato anche perché lui alle mie partite la
Domenica mattina è sempre venuto. In quella partita mio fratello Filippo ha giocato il primo e il terzo
tempo. Era quasi la fine del terzo tempo, quando
Filippo ne scarta uno, ne scarta un altro, per trovarsi
davanti al portiere a fare goal e proprio quando
stava per tirare, un giocatore del S. Lorenzo gli
entra sulle gambe, facendogli un fallo cattivissimo.
Filippo non si è fatto male dove quel bambino
l’aveva colpito, ma si è ferito al gomito, cadendo.
Mia mamma ha detto che urlava dal male che
aveva, non si faceva toccare da nessuno. Il Mister
per non far gonfiare il gomito, gli ha messo del
ghiaccio. All’inizio sembrava che gli fosse uscita
la spalla perché, oltre al gomito, non la riusciva a
muovere. Appena si è calmato un po’, mia mamma
l’ha portato negli spogliatoi e l’ha cambiato, dopodiché l’ha portato a casa. La sera i miei genitori
sono andati al Pronto Soccorso per fare una lastra,
per vedere se si era rotto qualcosa. Io non sono
voluto andare perché l’ospedale mi fa senso, soprattutto il Pronto Soccorso perché al mio babbo gli
era uscita una spalla. Quella sera, il telefono ha
continuato a squillare come non mai, perché hanno
telefonato tutti i suoi compagni di calcio che,
preoccupati, chiedevano come stava Filippo, compresi i suoi due allenatori e io davo sempre la stessa
risposta, cioè che erano al Pronto Soccorso. Sono
tornati a casa che era mezzanotte, io a quell’ora ero
già andato a dormire perché il giorno dopo sarei
dovuto andare a scuola. La mattina seguente, appena sveglio, ho visto che Filippo aveva il braccio
ingessato: deve tenerlo 25 giorni. Oggi è l’8 Dicembre e fra sei giorni, finalmente, lo toglierà.
Spero che vada tutto bene perché ultimamente mio
fratello era molto triste, perché non poteva giocare
a calcio e voleva che la mamma lo portasse al
campetto da calcio a vedere i suoi compagni di
squadra che facevano l’allenamento. Filippo è un
vero appassionato di calcio ed è davvero bravo, è
stato persino premiato in un Torneo a Marciano
come miglior giocatore e gli hanno dato persino un
trofeo che tiene gelosamente sulla scrivania vicino
al suo letto. Questo 19 Novembre sicuramente è un
pomeriggio da dimenticare, ma ormai è andata così
e allora l’unica cosa che posso dire è che poteva
andare peggio, nel senso che si poteva rompere
qualcos’altro. Nonostante ciò non dimenticherò
mai l’affetto che tutti i suoi compagni di squadra
hanno dimostrato verso i suoi confronti,questo sta
a significare che sono dei veri amici.
I GIOVANI
E LA TIVU’
ENRICO GOLINUCCI 3a B
UN MONDO IN CHAT
Gianmarco Barella I H
COMPITI…
CHE NOIA!
Cari amici, non vi è mai capitato per avere per il
giorno seguente, 5 materie e di finire alle undici di
sera, sommersi da 7 libri, 11 quaderni, 6 album da
disegno, 4 astucci 9 penne tra rosse, blu, nere, verdi
ecc…? A me è capitato più di 4 volte (o forse anche
di più), perciò vorrei dire a tutti alcuni consigli utili
che ho imparato e scoperto, tutti a mie spese, parola
di Elisa Castiglioni!
PER I PIGRI: Appena avete tempo cominciate il
prima possibile a fare almeno qualcosa, altrimenti
potreste arrivare alle dieci o alle undici di sera coi
compiti non terminati!
PER I GOLOSONI DI DOLCI E PICCOLE DELIZIE: Per la vostra categoria conosco un metodo
infallibile; cercate in ogni scaffale che c’è nella
vostra cucina un dolcetto, poi mettendolo davanti
a voi e, mentre fate i compiti, pensate che quando
avrete finito lo mangerete…, state pur certi che
finirete i compiti in un lampo!
PER TUTTI GLI AMANTI DELLO SPORT:
Dovete sapere che per voi ogni momento della
giornata è utile per cominciare i compiti, cercate di
avvantaggiarvi quando potete (soprattutto nei fine
settimana)provate
sempre a pianificare al meglio
la giornata di studio in ogni piccolo particolare.
In questo modo i
vostri compiti
saranno finiti
appena in tempo!
PER I DORMIGLIONI: Se per
caso vi dimenticate di fare una materia oppure avete fatto “teoria”
invece che disegno, non pensate nemmeno a farvi
una camomilla, altrimenti dormirete sui libri. Un
rimedio pratico esiste: fatevi un bel te bollente, se
la materia è lunga bevete un po’ di caffè lasciato dai
vostri genitori!
PER I CURIOSONI: Non mettetevi a cercare qualunque cosa vi interessi sapere su quella materia,
soprattutto se avete molti compiti, altrimenti alle
11 di sera non avrete ancora concluso niente!
P.S. Bere l’acqua stimola il cervello a lavorare
meglio.
ELISA CASTIGLIONI I D
MOZART SCONFIGGE
IL CRIMINE
PER UN PAIO DI
BACCHETTE
Ormai è risaputo che la musica, in particolare
quella classica, provoca effetti benefici a chi l’ascolta. Gli studi scientifici infatti hanno dimostrato che
i bambini crescono di più, inoltre le mucche producono più latte. Ora a confermare gli effetti della
melodia, in particolare quella mozartiana, ci sono
i rapporti della Polizia sulla sicurezza nelle strade.
Infatti la polizia di Christchurch, terza città della
E’ da quando ero piccolo che volevo suonare la
batteria, anche se non l’ ho mai detto a nessuno.
E’ cominciato tutto quando mia mamma mi comprò
un videogioco: Guitar Hero. In questo gioco si può
suonare virtualmente vari strumenti come la chitarra e la batteria, appunto. Si può benissimo capire
che ci giocavo dalla mattina alla sera, esercitandomi
in ogni tipo di genere musicale. Cominciò la mia
passione per la musica e, soprattutto, per l’ heavymetal.
I miei gruppi preferiti erano e sono i “Metallica”, i
“Muse” e i “Children of Botom”. Dopo qualche
mese, però, forse per un colpo suonato troppo forte,
la mia batteria si ruppe; per me fu un vero choc
perché, per imparare canzoni difficili, me le riascoltavo tutti i giorni nei CD o al computer. Quindi
dovetti abbandonare il mio sogno per un po’. Non
potendo più sfogarmi con la batteria, le mie dita
escogitarono un piano: aiutate anche dal fatto che
avevo appena finito un corso di percussioni a scuola, tamburellavano ovunque da sole e senza control-
VIVA QUELLO CHE MI
PARE
GIULIA ROSSI, II G
Messenger
Per noi giovani è fondamentale non prendere catMessenger è uno degli strumenti moderni che, a noi
tivi spunti dalla televisione, computer o
ragazzi, permette di chattare (parlare) con gli amici
playstation.Vedere tutti i giorni cose violente o fare
o fare nuove amicizie. Per iscriversi basta creare un
dei giochi di questo tipo non fa tanto bene; una serie
nickname (nome) come ad esempio:
di giochi per playstation e xbox mi ha lasciato un
[email protected] e poi inviare gli inviti ad altri
po’ perplesso … La serie “Grand theft auto” è un
contatti per farli diventare tuoi amici.
videogioco in cui sei un criminale e fai missioni in
Se desideri, puoi mettere anche una foto del tuo
cui nella maggior parte dei casi devi ammazzare
personaggio oppure puoi scattare una tua immagiqualcuno e “nel tempo libero” vai in giro per la città
con un bazooka a “braccetto” ad uccidere altra
gente innocente. Se un adolescente tutti i giorni
gioca a queste cose prima o poi gli verrà voglia di
provare anche lui a fare come CJ (il protagonista di
una delle saghe) anche se ovviamente non è uguale.
In questo gioco però giocare normalmente non è
all’ordine del giorno anzi si sono inventati anche
dei trucchi che sono visibili tranquillamente nel
web: se per esempio ti butti da un grattacielo non
muori, ma nella realtà non funziona proprio così. Il
trucco ti permette di non essere mai ricercato dalla
polizia e quindi non si viene mai arrestati nonostante i tuoi gesti. Se l’intero globo si ispirasse a questa
tipologia la popolazioneLa
nonfirma
sarebbe
di 6 Costituziomiliardi
della
e nel 2050 non saremone
in 11
miliardi, ma poche
Italiana
centinaia di persone. Anche io ho provato a giocare
a questo gioco ed è come una malattia; ti da un
senso di libertà ineguagliabile e se appena finito di
ne con la webcam; questa però, come dice mio
giocare vai in strada bisogna stare attenti perché CJ
babbo carabiniere, per noi ragazzi/e sarebbe mesi rialza e volendo può anche ammazzare quello
glio non inserire. Con Messenger puoi mandare
che lo ha preso sotto, ma nella realtà si è orizzontali
messaggi, anche “colorati” con le tante emoticon
sul cemento con le vene che non trasmettono più il
(faccine divertenti) J puoi giocare on line insieme
sangue. Consiglio quindi a tutti di guardarsi da
al tuo contatto oppure puoi decidere di vederti con
queste cose e mai imitarle e se si è tentati di provare
bisogna accendere la tele e guardare il telegiornale
i tuoi amici attivando la webcam. I messaggi vene rendersi conto del gesto che si stava per compiere.
gono scritti generalmente in modo abbreviato (es.
Io ho comprato il gioco di Sant Andreas e l’ho
tt per tutto, oppure tvb per ti voglio bene ecc.) ed il
anche finito. Devo dire che sono rimasto deluso, un
bello di questo è che nessuno ti corregge, però basta
mio amico me lo aveva consigliato e quindi sono
non abituarsi per non sbagliare poi a scuola. Da
corso al Game Shop per acquistarlo. A mia sorprequando ho scoperto questo mondo, nei momenti
sa la confezione era argento con su scritto in grande
liberi da compiti e dagli allenamenti, passo molto
DISCO DI PLATINUM e sotto “solo i dischi più
tempo a chattare con i miei amici, specialmente con
venduti entrano nella collezione” voleva dire che a
quelli con cui non parlo quasi mai. Infatti Messenmolta gente piace massacrarne altre, ma comunque
ger ti permette di essere vicino ai tuoi amici, con le
meglio virtualmente che realmente. Certamente
chiamate vocali e i video e, a volte, fare bene a
non mi immagino la vita della persona che ha
molte persone timide per farsi nuovi amici.
inventato il gioco. Consiglio comunque di fare
Messenger per i ragazzi è stata una delle più grandi
esperienza con questo gioco sia per sfogarsi sia per
invenzioni del 21° secolo.
capire quale strada non si dovrebbe fare da adulti.
GIACOMO DELLAROSA 3H
viva lo sport , perché ti lascia libera di sognare
viva le amiche, perché ti consigliano e ti stanno
sempre vicino
viva il gioco, perchè anche se gli anni passano
puoi tornare indietro anche pur solo per un
momento
viva il tempo che ti fa vedere il mondo con altri
occhi
viva il mare, perché sciacqua tutto quello che
non riesci a dimenticare
viva il silenzio, per
ricordare il passato
viva il divertimento, per non dimenticare mai di quel
ragazzo che sei e
che resterai
viva il sorriso,che
è il biglietto da visita per qualsiasi
cosa
viva la notte, perchè copre anche le cicatrici più
profonde
viva tutto quello a cui gli adulti avrebbero detto
no.
Lo so, sono ancora come una bambina, ma non
me ne faccio un problema. Diventando più
grandi, gli adulti potrebbero limitare i nostri
sogni, vietandoci di dire come noi bambini
VIVA QUELLO CHE MI PARE !
Pag 8
Nuova Zelanda per numero di abitanti, ha reso note
le statistiche su crimini minori commessi nel City
Mall, quartiere commerciale che dal 2009 è allietato dalla musica di Mozart. Sembra incredibile, ma
si è registrato un notevole calo della microcriminalità. Infatti solo nell’ ottobre 2008 gli agenti municipali della zona avevano rilevato 77 crimini a
settimana, diventati soltanto 2 nello stesso periodo
di quest’anno. Sono anche scomparsi gli incidenti
legati al consumo di droghe e alcool: ne erano stati
rilevati 16 nel 2008, non ce n’è stato alcuno quest’anno. E’ tutto merito di Mozart, della sua musica
serena ed armoniosa, per cui non si verificano più
molti crimini e incidenti in Nuova Zelanda. Tutto
questo si è ottenuto installando degli altoparlanti
nelle vie commerciali dei quartieri e tutti ringraziano Mozart poiché le sue opere sono di ritmo calmo
e tutti ascoltandole si rilassano. Mentre sto scrivendo mi è venuto in mente proprio il film “AMADEUS” che il nostro prof. di musica, Bianchi ci ha
fatto vedere poco tempo fa e che mi è piaciuto
molto. Proporrei di diffondere la musica di Mozart
come sottofondo a scuola come antistress e per
rilassare gli alunni e i professori. Buona sinfonia a
tutti.
GIACOMO GNOLI 3A H
lo; per la verità, continuano anche adesso e non c’è
verso di fermarle nemmeno a scuola durante le
lezioni.
Bisognava intervenire al più presto, dovevo trovarmi qualcosa da fare. E che cosa c’è di meglio di una
iscrizione alla scuola di batteria migliore di Rimini?
Dopo quella notizia scoppiai di gioia e, se prima mi
piaceva, adesso vivo per la musica; mio cugino mi
ha anche regalato una batteria muta per allenarmi
quando voglio e un amico di mia mamma mi ha dato
le sue bacchette di quando suonava in un famoso
gruppo. Ora spero solo che tutto questo serva a
farmi diventare un bravo batterista, magari come il
mio idol: il grande Lars Ulrich, batterista dei Metallica.
Yuma Rascionato III I
Pizzotta
C’era una volta un pizzaiolo di nome Andrew che
era il miglior pizzaiolo d’Italia, ma era sempre solo
perché era davvero molto scontroso.
Allora un giorno prese un po’ di un miscuglio che
aveva trovato in cantina che doveva far animare gli
oggetti e lo versò nell’impasto di una piccola pizza
al pomodoro.
Dopo averla cotta, la pizza prese vita e la chiamò
Pizzotta.
Lui e Pizzotta diventarono grandi amici e la pizza
si accorse di
quanto Andrew
fosse gentile e
premuroso nei
suoi confronti e
decise
che
l’avrebbe aiutato
a fidanzarsi con
la cameriera che
gli piaceva da
quando aveva
iniziato a lavorare alla magnifica
pizzeria “The Climb”, Margherita.
Pizzota, che grazie a Andrew era diventata un’ottima pizza pizzaiola, fece una buonissima torta al
pomodoro a forma di cuore che mise in una scatola
a cui attaccò un biglietto sempre a forma di cuore
con scritto:
“Cara Margherita,
ho scoperto che sei e sarai la mia vita e hai il nome
della mia pizza preferita.
Ti amo!”
Da Andrew.
Dopo aver finito il pacchetto lo prese e lo mise sotto
al giacchetto di Margherita. Circa un quarto d’ora
dopo Margherita prese il giacchetto e ci trovò sotto
il pacchetto. Lo prese in mano e lesse il biglietto…
poi aprì la scatola e le diventarono gli occhi a forma
di cuore.
Poco dopo uscì dalla cucina di Andrew e, appena lo
vide, Margherita gli corse incontro e gli diede un
grossissimo bacio!
Ormai sono passati dieci anni da allora e adesso ci
siete anche voi 3: Jessica, Martina, Alessandra.
Sono cambiate molte cose in tutti questi anni, ma
non ci siamo mai lasciati noi tre e tutti abbiamo
avuto quello che volevamo…una famiglia…adesso
siamo una famiglia numerosa: io, voi tre, Andrew
e Margherita…una famiglia davvero speciale >>.
Finì di raccontare Pizzotta.
SILVIA MARESI – EMMA BUFFADINI 3a H
Io... Io... e l’amicizia
Febbraio 2011
LETTERA
A MIO PADRE
Caro papà,
lo sai che da quasi sei mesi che non ci vediamo?
Penso a te ogni giorno perché mi manchi , mi
manchi da morire.
Attendo sempre con ansia le poche settimane in cui
torni per stare in famiglia, perché? Perchè ti voglio
bene papà.
E anche se quando ero piccola tu ti arrabbiavi
spesso con me e alla fine mi sgridavi o schiaffeggiavi non importa , è anche grazie a te che sono la
persona che sono oggi, una persona forte che
davanti alle proprie paure non scappa , ma le
affronta.
E nonostante tu non sia il padre migliore del mondo
(in effetti manco sai che voti prendo a scuola), io
ti vorrò bene per sempre , perché sei il mio adorato
papà; magari con gli anni invecchierai , ma, di
sicuro, continuerai ad ascoltare la solita musica di
cent’anni fa , la tua cucina rimarrà ottima e di certo
la tua panciona non scomparirà perché non te lo
permetterò , mi piace troppo picchiarti lì.
Ti prego papà , torna presto , naturalmente con
qualche souvenir dalla Cina.
Giulia Ye 3a H
L’AMORE
All’inizio della nostra vita, l’amore può sembrare
un gioco, la possibilità di stare accanto al nostro
amichetto preferito e scherzare, baciarlo sulla guancia dirgli “ti voglio bene”, può sembrare un gioco.
Essere emozionata all’idea di stargli accanto e di
poter correre insieme a lui nel verde dei prati,
arrossire se ingenuamente ti accarezza e raccoglie
una bellissima rosa per te, può sembrare un gioco.
Quando si è piccoli si pensa che sia tutto una
favola, è per questo che i bambini non soffrono mai
e hanno sempre un delicato sorriso sulle labbra. Poi
però tutto all’improvviso cambia, arriva il momento di assaporare la vita in tutti i suoi aspetti belli o
brutti che siano; tra questi aspetti c’è anche l’amore, un rifugio del genere umano, un modo per fare
vedere chi siamo. Solo che a volte non è tutto rose
e fiori come si vuole. Tutto quello in cui abbiamo
creduto e condiviso con chi amavamo, è svanito e
il nostro cuore è diventato solo uno scrigno di
ricordi ormai passati….
“Amore è desiderio diventato saggezza, l’amore
non vuole possedere nulla vuole solo amare” (H.
Hesse).
ANGELA MARGA III H
Gli Scout
al reparto Mistral
Io sono Camilla e ho 12 anni. Ho i capelli castani
e gli occhi marroni.
Sono abbastanza magra e alta. Ho un carattere
dolce e simpatico, ma sono molto permalosa.
L’ultima volta che sono andata agli Scout tra me e
una mia “amica” è scoppiata una grossa e lunga
lite. Jessica ha 17 anni, i capelli biondi e gli occhi
marroni. È una ragazza simpatica e solare, o almeno credevo. Da quando sono iniziati gli Scout io e
lei ci siamo sempre comportate da buone amiche,
ma quel giorno qualcosa mi ha fatto cambiare idea
sul nostro rapporto. Nel mio gruppo Scout siamo
divisi in sei squadriglie tre maschili: cioè Grifoni,
Orsi e Corvi e tre femminili: Volpi (di cui io faccio
parte), Ricci e Lupi. Unendo questi gruppi si dà
origine al reparto MISTRAL. Tutto è iniziato sabato pomeriggio quando io e i miei amici Scout
dovevamo pulire la sede per squadriglie e quel
sabato toccava proprio a noi, alle volpi.
Così si avvicina a me e comincia a urlarmi: “Camilla corri a prendere la
scopa e comincia a
pulire! E sbrigati!” Io
ho cominciato a protestare sbraitando ed
esprimendo ogni pensiero orrendo che mi
passava per la testa.
Allora Jessica, arrabbiatissima con la sua
voce squillante chiama le altre ragazze della squadriglia. Ovviamente
loro erano dalla mia parte, ma cosa potevamo fare
contro una ragazza molto più grande di noi? Se
chiedevamo aiuto ai capi Scout facevamo la figura
della fifone.
Allora tutte insieme, esclusa Jessica, cominciamo
a pulire mentre lei si divertiva a guardarci faticare.
Eravamo tristi! E io mi sentivo piccola e indifesa.
Ma soprattutto delusa dal suo comportamento.
Avevamo un’aula piena di schifezze da pulire.
Jessica, seduta su una sedia a messaggiare con il
cellulare ogni tanto ci guardava e sghignazzava e io
ero sempre più arrabbiata.
Mentre la guardavo prendersi gioco di noi, grande
era il desiderio di vendetta, ma non ho ceduto e ho
pulito tutto dimostrandole che la più grande forse
ero proprio io.
Prima di andare via mi sono fermata davanti a lei e
le ho detto chiaramente che non avrei più accettato
suoi ordini…in quel momento è stata lei a sentirsi
piccola! …
Camilla Tonelli 2a E
Pag 9
LA MIA FAMIGLIA
NUOVE AMICIZIE…
Al giorno d’oggi essere in grado di rapportarsi con
gli altri è essenziale: trovo impensabile praticare
uno sport, andare a scuola, vivere senza amicizie:
in fondo, tutti sanno che “chi trova un amico trova
un tesoro”. Un tesoro di cui non si può fare a meno,
prezioso come la vita stessa, ma tuttavia non così
difficile da scovare: ogni
tanto, da una semplice frase come una di queste, può
nascere un’amicizia. Almeno una volta nella vita
questo “magico incontro”
capita a tutti, e a molti
anche più di uno: io sono
tra questi fortunati, perché
posso vantare ottimi compagni a basket (che è uno
sport di gruppo, ovvero
dove prima della bravura
viene il legame tra compagni), a scuola, a catechismo e nella parrocchia in generale; è bello incontrare per strada persone conosciute e salutarle con
un caloroso, vitale “CIAO!”. Mi ricordo la mia
emozione in prima media nel varcare il cancello
della scuola Bertola, la sensazione di spaesamento che provavo allora: non conoscevo nessuno, e
nessuno mi salutava… I miei amici entravano tutti
da un ingresso diverso dal mio e quindi ero solo,
senza riferimenti. Ma quel giorno mi sono promesso che d’ora in poi mi impegnerò a parlare e a
rapportarmi con gli altri cercando di stringere
amicizie sempre nuove, qualunque situazione mi si
pari davanti! Un caso analogo a quello di anni fa lo
sto vivendo in questo periodo, perché sono entrato
da poco a far parte di un nuovo gruppo parrocchiale
e i miei primi incontri con i compagni sono stati
come un bagno nell’acqua gelata: ho avvertito
necessità di un
cambiamento, di
interrompere i rapporti quasi glaciali
con i membri del
nuovo gruppo per
iniziare da capo,
questa volta con un
approccio più caldo, più vigoroso.
Mi diverte pensare che avrò ancora
occasione di provare questa sensazione, di avvertire
questo gelo e di volerlo tramutare in calore: tra
breve, in fondo, sarò alle superiori, e anche lì mi
ritroverò in un ambiente completamente sconosciuto; sarà un po’ come spostare un pesce dal suo
ecosistema e ricollocarlo nel deserto! Allora penserò solo a cercare la mia oasi in cui nuotare e forse
anche un pesce femmina con cui condividere i miei
sentimenti, perché per “sguazzare” nell’acqua gelata c’è bisogno di qualcuno che prima di tutto ti
riscaldi il cuore.
FILIPPO VERNOCCHI 3a C
IL MIO AMICO VINCENZO
L’estate scorsa ho aggiunto su MSN un nuovo
contatto del quale non conoscevo il padrone.
Subito si presentò in un modo che mi sorprese
molto, ai giorni nostri non siamo abituati ai gentiluomini di una volta, ma lui era
proprio così e si è presentato
così educatamente che non potei fare a meno di scoppiare a
ridere e pensare “ ma allora la
cavalleria non è morta del tutto”. Ora conoscendolo sono sicura di poter affermare che è un
ragazzo davvero speciale. In
questi mesi abbiamo potuto conoscerci meglio e adesso so che
abita in un paesino vicino a
Napoli, ha un anno di più di me
e abbiamo un modo di pensare
molto simile e anche molte passioni in comune.
A differenza di molti ragazzi della nostra età
Vincenzo ha ancora i neuroni tutti integri, questo
è uno dei motivi per cui mi confido volentieri con
lui, gli parlo delle mie paure, dei miei problemi, di
come va la scuola e persino di come si è svolta la
mia giornata e lui si confida con me, ormai è come
un fratello maggiore per me il quale mi dà consigli
e lezioni di vita.
Molti di voi potranno pensare che non è molto prudente
dire i fatti miei a un perfetto
sconosciuto e concordo con
voi anche perché non sono il
tipo da farlo, ma non è così,
io non lo considero uno sconosciuto solo perché non l’ho
mai visto dal vivo, io gli voglio bene anche se non ci
siamo mai incontrati, perché
per voler bene a qualcuno
basta conoscerlo e posso affermare di conoscerlo abbastanza bene dopo tutto quello
che mi ha raccontato e sinceramente mi fido più di
lui di certa gentaglia che vedo ogni giorno a scuola.
Vince ti voglio bene e Sara ed Elena concordano
con me.
GIULIA YE 3a H
Debbi ti voglio bene
È da poco iniziata la scuola, ma non c’è un giorno
in cui io non pensi a quando sarà finita. Al solo
pensiero mi vengono le lacrime, pensare che sarà
tutto finito, pensare che niente sarà più come
prima. C’è una dedica che dice: “il tempo passa,
vengono le prime rughe in viso, ma una grande
amicizia non finirà mai”. Io vorrei tanto crederci;
ma non è così, perché io sono convinta che avendo
impegni diversi, altre compagnie, poi non si ha
neppure il tempo per incontrarsi. La mia migliore
amica sin dal tempo delle elementari è sempre
stata Debora, una persona speciale che trova sempre il modo di rendermi felice. Probabilmente io
sceglierò il liceo scientifico e lei il linguistico,
perciò tra meno di un anno, le nostre strade si
divideranno. In questo momento, vorrei essere un
scienziata, creare una macchina del tempo e tornare indietro a quando eravamo alle elementari, che
di certo non avevamo questi problemi. “Debbi non
so se tu stia leggendo oppure no, ma volevo dirti
che, per me, sei veramente speciale e che ti prometto che non ci divideremo mai, anche se dovessi
attraversare i monti e l’oceano lo farei comunque
perché nessuno, dico nessuno, riuscirà mai, nemmeno lontanamente a rimpiazzarti … ti voglio
bene”.
Chiara Sapucci 3a H
LA BICICLETTA
“Ma le piste ciclabili ci sono?”
La bicicletta è stata un’invenzione geniale e di gran
successo, soprattutto in passato, ma potrebbe esserlo ancora di più nel presente.
Senza troppa fatica si possono
percorrere decine di chilometri
in un giorno, ci si mantiene in
forma e non si diventa matti per
cercare un parcheggio.
La bici offre numerosi vantaggi
rispetto all’auto soprattutto in
città con traffico elevato infatti,
qui, spesso, ci si mette meno
tempo a spostarsi in bici che
con l’auto. La bici, quindi, ci dà
la possibilità di evitare traffico
e code, non ci fa spendere in
parcheggi, pedaggi o ticket, non consuma, ci fa
risparmiare carburante e altre spese che si hanno
normalmente con un auto ed ha un costo iniziale
notevolmente più basso. L’utilizzo della bici riduce anche l’inquinamento atmosferico e migliora il
rapporto con la gente, consente di fermarsi spesso
e quindi di fare due chiacchiere piacevoli. Usare la
bici ci dà inoltre la possibilità di fare un sano
esercizio fisico (risparmiando
i soldi della palestra) e di mantenerci in forma. Ma perché
allora se la bici è tanto vantaggiosa, sono così pochi gli italiani che la usano? I motivi
possono essere tanti: pigrizia,
freddo in inverno, distanze,
ecc …, ma il principale è l’assenza di una vera rete di piste
ciclabili collegate tra loro, ben
separate dal resto del traffico,
segnalate e sicure che permettano di spostarsi da un punto
all’altro della città in assoluta sicurezza e utilizzabili anche dai più piccoli.
Forse converrebbe investire un po’ di più in questo
settore per migliorare la qualità della nostra vita e
l’ambiente!
ANDREA ALBINI 3a H
In famiglia siamo in quattro: mia sorella, mia
mamma, mio babbo ed io.
Mio padre si chiama Roberto e ha quarantasei anni.
E’ ancora un bambino dentro perché ride, scherza,
gioca e fa un sacco di facce buffe per farmi ridere.
Roberto è calvo, porta gli occhiali solo quando
legge, è simpatico, alcune volte è un po’ severo
ama molto i pesci e infatti abbiamo due acquari:
uno nello studio e uno qui a casa. E’ bravo a
cucinare e i miei piatti preferiti fatti da lui sono: il
cuore di bue, i sardoncini e la pasta in bianco. Io al
mio babbo voglio tanto bene quanto lui ne vuole a
me. Secondo me, è il padre migliore dell’universo
e insieme ci divertiamo tanto. Mi stavo dimenticando che gli piace anche ballare il tango con mia
mamma e oltre a questo gli piace anche praticare
kung-fu e tai-chi. Mia mamma si chiama Milena e
ha quarantaquattro anni. E’ simpatica, bella, i suoi
occhi sono verdi, i suoi capelli sono nocciola con
meches biondo dorato, si fa le fisime dicendo di
avere le rughe; alcune volte è anche lei un po’
severa e i suoi piatti speciali sono gli gnocchi alla
romana e gli gnocchi alla zucca, ma soprattutto le
ciambelle con le gocce di cioccolato. Anche a lei
piace ballare il tango, praticare kung-fu e tai-chi.
Mia sorella si chiama Sara e ha tredici anni. E’
gentile, simpatica, amichevole, impaziente e le
piace suonare il pianoforte. Le piace stare con le
sue amiche e chattare su Facebok. E’ alta 1.65 m,
ha i capelli castano ramato, ha un ciuffo che alcune
volte lo tiene o tutto a destra oppure tutto tirato
indietro con una spilla. Ci piace guardare il cartone
dei Simpson , Mr. Bean , Timmy Turner, eccetera.
Mi presento: mi chiamo Silvia, sono alta 1.47 m ho
undici anni, ho i capelli castano chiaro, per gli altri
sono simpatica, gentile, timida e impaziente. Mi
piace molto guardare la televisione e mangiare le
cose che piacciono solamente a me, ma alla fine
mangio anche le cose che non mi piacciono, per
esempio il minestrone!
SILVIA CIUFFOLOTTI 1a H
GITA CON
GLI SCOUT
Sabato 2 e domenica 3 ottobre ho partecipato ad
una uscita degli scout.
Con un pulmino siamo andati a Monte Colombo,
dove si trova una casa - scout. Quando siamo
arrivati, abbiamo scaricato il pulmino ed abbiamo
montato le tende e dentro abbiamo sistemato le
nostre cose, divisi
per squadriglia.
Sono un grizzly e
anche il mio capo.
La squadriglia degli
orsi si era dimenticata la tenda. Hanno dovuto tornare a
Rimini a prenderla.
L’hanno montata di
notte mentre noi già
dormivamo. I capi
hanno cotto gli spaghetti con aglio olio e peperoncino e tutti li abbiamo mangiati dentro le nostre gavette. Era la prima
volta che dormivo in tenda e non ho dormito molto
perché ero scomodo. Domenica mattina abbiamo
smontato la tenda e poi abbiamo acceso il fuoco
per cuocere le salsicce.
Ognuno di noi aveva infilato le salsicce nei bastoni
e le ha cotte sul fuoco. Le salsicce erano grosse ma
tutte piene di cenere e prima di mangiarle ho
dovuto pulirle.
Domenica pomeriggio è stato il momento più
importante perché ho preso la promessa; sono
molto contento perché sono diventato un vero
scout!
LUCA CASTELLANI II B
LA MIA SCUOLA ELEMENTARE
Ogni tanto penso alla mia scuola elementare. Che
belle avventure ho passato insieme a lei!!! Abbiamo imparato e scoperto tante cose, fatte molte gite,
conosciuto nuovi amici. Le nostre maestre e i nostri
maestri ci hanno aiutato a crescere e a prepararci
alla scuola media. Ci sono stati periodi belli e
brutti, ma nonostante questo non ci siamo arresi.
Mi ricordo quando, con la mia maestra, abbiamo
costruito il metro quadrato oppure quando, col
nostro maestro, cantavamo le canzoni in dialetto
romagnolo.
Che bei momenti erano quelli!!!
I banchi della scuola elementare sono stati per noi
luogo di incontro, chiacchiere ed emozioni. Ci
siamo divertiti imparando.
Ora sono alle medie; è vero, c’è molto da studiare,
ma per me la disciplina non è difficilissima. Nel
mio cuore rimarrà, per sempre, un bellissimo ricordo delle elementari e spero che rimanga anche nelle
medie.
LUCA BARBIANI 1a H
Amici Animali
Tempo libero
Febbraio 2011
FESTA!
Caro “vecchio” 2010
Ogni anno a Sant’Agata Feltria tutte le domeniche
di Ottobre si festeggia la “Sagra del Tartufo”. Ci
sono tantissime bancarelle, dove si vendono cose
fabbricate nelle industrie, ma soprattutto oggetti
artigianali. Ci sono anche giostre e bruchi, che
fanno il giro della mela, per i più piccoli e pesche
di cigni galleggianti per quelli un po’ più grandi …
insomma c’è un po’ di tutto! Io do una mano ad una
persona che conoscono mio babbo e mia mamma
che vende candele e, quando vado, faccio delle
piccole candeline profumate, che regaliamo alle
persone che si fermano a guardare o comprano
qualcosa. Sono bellissime quelle candele! Ci sono
anche quelle galleggianti! Io mi diverto sempre
tantissimo, chissà se oltre a me c’è qualcun altro a
cui piace così tanto! Spero il prossimo anno di
incontrare qualche mio amico e che la festa rimanga così bella!
Quante cose sono accadute in questi “tuoi” 365
giorni…
Si era appena aperto l’anno e ad Haiti un terribile
terremoto ha causato 100.000 vittime (12 Gennaio).
A Febbraio seguiamo i ventunesimi giochi olimpici
invernali, evento di pace per tutto il mondo. Il 20
Aprile esplode un pozzo di petrolio della BP (British
Petrolium) al largo della Louisiana: la marea nera si
estenderà fino a 2.000 kilometri, provocando danni
gravissimi all’ecosistema. Ad Aprile/Maggio il vulcano dal nome impronunciabile, Eyjafjallajokull,
copre di cenere l’Islanda e i cieli europei; costringe
alla chiusura numerosi aeroporti. Questo evento
recherà danni irreparabili in futuro per tutto il piane-
SIMONA CENCI I H
FINE DEL MONDO?
Negli ultimi anni e soprattutto negli ultimi mesi
si sono verificati molteplici catastrofi ambientali a partire dal terremoto in Abruzzo, a L’Aquila,
il 6 Aprile 2009. Si sono susseguiti vari avvenimenti come il terremoto ad Haiti che ha causato
un numero elevatissimo di morti, l’eruzione del
vulcano in Islanda che ha provocato la cancellazione di tantissimi voli aerei, il disastro ambientale della piattaforma petrolifera nel Golfo del
Messico, gli tsunami, le frane e gli smottamenti,
tifoni, straripamenti dei fiumi ecc…La fine del
mondo si sta avvicinando? Ormai ci viene da
pensare che l’idiozia sul 21 dicembre 2012, cioè
l’Apocalisse, la fine del mondo, non possa essere così fantastica … Tutte queste catastrofi
fanno pensare che forse i Maya avevano ragione. Ci sono persone che ci credono e non poco.
Con tutto il rispetto per loro, secondo me, tutto
questo è solo una grande trovata per mettere
timore e forse anche per scopi finanziari (ad
esempio il film uscito lo scorso anno “2012” e
vari libri pubblicati a riguardo). Il fatto che i
Maya avessero scritto il loro calendario fino al
21 dicembre 2012 può essere vero, ma nessuno
ci può garantire che tutto quello che si è creato
intorno non sia un’enorme messa in scena. Mancano poco più di due anni al giorno fatale, quindi
il tempo per rifletterci non ci manca! Staremo a
vedere quello che succederà!
ta. A Maggio l’Inter vince la Champions League
titolo che non conquistava da quarant’anni, si aggiudica il Campionato e persino il Mondiale per club (e
per tutti i milanisti come me questo è un evento
terribile!). La Spagna, a Luglio, vince il suo primo
Mondiale dopo tanti anni di delusione; l’Italia e la
Francia, ovvero le favorite, sono state eliminate ai
gironi di qualificazione. Il 5 Agosto 33 minatori, in
Cile, rimangono bloccati a 700 metri di profondità
in una miniera e verranno tratti in salvo solo il 12
Ottobre. Il 23 Agosto, in Cina, si formano 100
kilometri di coda sull’autostrada che da Pechino va
in Tibet. Sempre in Agosto, in Pakistan, 5 milioni di
persone rimangono senza casa vittime della grande
alluvione che ha colpito il Nord-Est del Paese. Il 7
Novembre, a Barcellona, è stata consacrata la Sagrada Famiglia dal Papa Benedetto XVI; questa
opera monumentale, incominciata nel 1882, non è
ancora completata. In Autunno scoppia la rabbia
degli studenti universitari in tutte le piazze italiane.
Questo è anche l’anno in cui due ragazzine, più o
meno della nostra età, sono tragicamente scomparse. E ancora nel 2010 sono in corso più di venti
conflitti nel mondo…
Caro “vecchio” 2010, certo che ne hai combinate…
che ne dici di passare il testimone a un anno di
serenità, comprensione, gioia, felicità, fratellanza,
amore, libertà e tanta, tanta, tanta PACE!!!
Con speranza
MATTEO MUSSONI 3a H
LO SPETTACOLO
DELL’ECLISSI
Il 4 Gennaio 2011 nella mattinata, si è verificata la
prima eclissi parziale di sole del 2011.
Fin dalle prime ore dell’alba è stato possibile
ammirare il fenomeno della luna che ha coperto in
modo parziale il sole. L’eclissi parziale di sole è
durata, dall’inizio alla fine, circa tre ore, ma purtroppo non tutti sono stati in grado di poterla
ammirare a causa delle nubi che in molte parti
d’Italia hanno impedito la visuale. Per osservare il
sole è necessario proteggersi gli occhi con delle
lenti scure oppure semplicemente, con le classiche
“radiografie”. Guardare il sole ad “occhio nudo”
può causare dei danni irreversibili agli occhi. Ma
cos’è un’eclissi? La luna si è frapposta tra la Terra
e il Sole, e proietta il suo cono d’ombra sulla Terra.
Quindi, in tutti i punti della superficie terrestre
Elena Muratori 3a H
L’UOMO
CHE SUSSURRA AI CANI
Emigrato dal Messico agli U.S.A. Cesar Millan è
unico al mondo dato che “parla” il linguaggio dei
cani! Non è una pazzia, Cesar parla il linguaggio
del corpo (ovvero si muove esattamente come
farebbe un capobranco).
Con questo linguaggio si fa obbedire dai cani e ciò
lo rende il miglior dog-trainer degli Stati Uniti.
Cesar ha un’energia calma che viene percepita dai
cani. Dovete sapere che Cesar conduce un centro di
riabilitazione per cani dove essi convivono come in
branco dove Cesar è il capobranco:i cani hanno un
grande spirito d’imitazione, così i soggetti ribelli
vedendo gli altri che obbediscono e ne traggono
vantaggio imitano i loro comportamenti esemplari.
Sono in molti a criticare Cesar e il suo metodo poco
ortodosso ma secondo me è anche molto efficace.
investiti dall’ombra lunare il sole si oscura. L’eclissi
può essere: totale, quando la luna oscura completamente il sole (il fenomeno dura solo pochi minuti),
parziale, quando il sole è oscurato solo in minima
parte, oppure anulare, quando l’ombra della luna
oscura la parte centrale del Sole e resta visibile un
anello luminoso. Nell’antichità le eclissi erano
considerate un presagio di sventura e venivano
esorcizzate con rituali e sacrifici, fino a quando non
si è compreso che avvenivano con una certa regolarità e non c’era nulla da temere. In alcune popolazioni, tra cui babilonesi e cinesi, le eclissi venivano addirittura predette ed osservate. Oggi, nell’osservare questo fenomeno, possiamo apprezzarne
l’aspetto spettacolare e l’emozione che può dare ad
ognuno di noi. Per osservare una nuova eclissi
parziale di Sole in Italia dovremo aspettare il 20
Marzo 2015 e, per assistere all’eclisse totale (nel
Nord Italia), il 13 Luglio 2075.
Quindi: arrivederci a tutti al prossimo spettacolo!!!
Gabriel Giannini 1a D
EMANUELE MICALE I H
CALIMERO:IL PINGUINO NERO
Un classico da sempre “indossato” dai pinguini è
stato rifiutato da uno di loro che ha preferito un
“look total black”.
Andrei Evans, celebre fotografo della rivista di
National Geographic è riuscito a immortalare un
pinguino imperatore totalmente nero, che è stato
avvistato a South Georgia, in Antartide.
Ebbene sì, l’animale
che con i suoi colori
ha ispirato il celebre
nemico
di
Barman,”The Penguin” scorrazza con
un “vestito” nero:
chissà se il super cattivo è al corrente del
cambiamento!
I biologi ipotizzano che i geni del nostro amico
“Calimero” siano i responsabili di questa variazione del colore: hanno prodotto eccessiva melanina
che ha dipinto l’intero piumaggio.
Penso che non sia stato escluso dalla sua colonia
solo perché è diverso, come invece spesso accade
nella nostra civiltà dove incute spesso diffidenza.
Gabriel Giannini I D
IL MIO CAGNOLINO
“LUCKY”
Io ho un cane di nome Lucky.
Lucky è un meticcio di colore bianco con qualche
macchia nera. Ha la coda arricciata e pelosa che si
muove continuamente e ha due orecchie marroni
color caffè che ondeggiano quando cammina.
È piccolo e magro; il suo nasino è tondo come un
bottone nero e ha due occhi grandi che ti guardano
vivacemente o dolcemente quando vuole qualcosa.
È bello e gioca sempre con me, soprattutto ci
divertiamo a nascondino: io mi nascondo in qualche posto della casa, aspetto in silenzio e dopo un
po’ lui mi viene a cercare e quando mi trova
scodinzola e abbaia gioioso. Gli piacciono molto le
verdure, soprattutto le carote e i cetrioli e quando
vede il babbo e la mamma che li cucinano diventa
pazzo iniziando ad abbaiare e a saltare. A volte sale
sul divano e si stende sopra, appisolato, anche se
mia mamma non vuole: infatti appena la vede
sbucare e arrivare corre come un razzo subito giù e
si accuccia silenzioso sul pavimento. È un cane
vispo e vivace, che ha sempre voglia di correre, ma
quando è stanco si addormenta volentieri nella sua
cuccia, che è il suo posto preferito.
Gli piacciono molto le carezze e le coccole, soprattutto quelle dei bambini.
Io voglio molto bene al mio cane perché oltre a
giocare con me, quando sono triste mi consola.
Luca Barbiani I H
IL CANE PIU’
VIZIATO DI JESI
Oliver, il cane di mio zio, è il più viziato di Jesi . E’
uno “Spaniel Cavalier King” Charles ed è molto
delicato perché, se lo vuoi prendere in braccio, devi
sollevarlo in modo particolare . Sembra un bambino da come lo tratta mio zio: lo tiene sempre in
braccio, gli dà i bacini, quando pranziamo gli dà
sempre un pezzettino di pane con un po’ di sughetto
o un pezzettino di ciccia. Secondo me è meglio la vita di uno Spaniel Cavalier perché ti
viziano, ti coccolano,
ti fanno sentire un Re e
ti riempiono di pupazzetti per giocare . Invece la vita di un umano
secondo me è complicata, perché devi lavorare , devi mantenere i
figli e la casa. Nella
vita di un cane invece
non devi fare tutto questo perché ci pensa la
tua padroncina. Questa è la mia opinione , per altri
può darsi che la vita sia bellissima. Ora torniamo ad
Oliver. Mia sorella lo chiama sempre “ Formaggino” perché adora il formaggio, oppure “Fragolino”, non perché gli piacciono le fragole, ma lo
chiama così perché gli dona ... mi dimenticavo: lo
chiama anche “Cipollino” o “Puzzetto” per via
dell’alito pesante. Oliver è: dolce, snello, nel torace
(chiamato da me polletto) è pieno di riccioli, ha due
occhioni che non finiscono più e , quando mangio,
mi insegue , mi guarda fisso e gli occhi diventano
tutti neri; tu gli dici di no, ma alla fine gli dai il
bocconcino perché ti fa tenerezza . Secondo me
Charles è il cane più adorabile dell’universo. Lo
Spaniel è molto complicato da tenere , perché vuole
tutta la tua attenzione e lo devi curare come un
bambino .
Ciuffolotti Silvia I H
Pag.10
Pag.9
LA GATTA PIU’ BELLA DEL MONDO
CIPRIA
La mia gatta si chiama Cipria e per me è la più bella
del mondo!
Ha 4 anni, il pelo è un po’ lungo, bianco e grigio e
ha una simpatica zampetta color “cipria”.Vive solo
in casa e ogni momento vuole mangiare, infatti
quando mi vede mi guarda con quegli occhietti
azzurri (come il gatto di Sherek) finchè non la
seguo e lei corre velocemente alla sua ciotola e io
l’accontento. A volte le piace stare all’aperto sul
terrazzo e si mette nell’unico vaso di fiori della mia
mamma che ormai si è rassegnata a doverlo dividere con il gatto! È un po’ dispettosa, già da piccola
aveva cominciato a farci delle birichinate. Un
giorno non riuscivamo a trovarla, abbiamo cercato
io e i miei fratelli dappertutto: in tutta la casa, per
le scale, suonando a tutti i vicini, nel giardino e
anche nel parco! Alla fine sapete dov’era? Si era
rannicchiata dentro una poltrona della sala! Una
cosa che le piace è cacciare le mosche o ogni insetto
che si muove e, quando ne vede uno, inizia l’inseguimento fino a vedere la preda immobile! Mi fa
ridere molto, perché a volte non riesce a catturarla
e salta di qua e di là. Però è anche una gatta molto
coccolona, perché si fa accarezzare e, quando torno
a casa da scuola, mi viene incontro sul pianerottolo
e mi fa le fusa! È davvero una gatta speciale e per
me è la più bella del mondo!
Mariamarta Benvenuti I H
IL MIO COMPAGNO
DI GIOCHI
Il mio compagno di giochi si chiama Dago. E’ uno
dei miei due cani di razza Sprinter Spaniel. E’ di
media grandezza, il suo corpo è tutto bianco con
una grande macchia scura, la testa è marrone con
una macchia bianca punteggiata da macchioline. Il
muso è molto bello, spaventoso quando abbaia agli
estranei, ma molto dolce e buono anche quando lo
rimprovero per qualche marachella.
Ha due occhietti a mandorla marroni con i quali mi
segue senza voltare il capo.
Il pelo di Dago è lungo, liscio, un po’ ispido e sulla
testa è riccio, tanto che sembra che porti una
parrucca. La sua coda è piccola e quasi sempre
scodinzolante. Dago è un cane allegro che ha
sempre voglia di giocare. Quando si sente un po’
solo, mi guarda con occhi dolci, per farmi capire
che vuole giocare, perciò prendo una pallina, gliela
tiro e lui me la riporta felicemente. Però a volte io
non posso giocare con lui, quindi si consola facendo rotolare con le sue zampe una pigna sul marciapiede. Pur di divertirsi farebbe di tutto: ricordo il
giorno che è andato nel garage ed ha iniziato a
mordicchiare con i denti il campanello della mia
bicicletta! Ha un modo di fare molto buffo e un po’
particolare: per esempio non dorme nella cuccia
come fanno gli altri cani, ma nella siepe di pungitopo del mio giardino (e assicuro che non è un
fachiro….) oppure riposa sdraiato sui tetti delle
cucce. Quando mi sento un po’sola, giocare con lui
è la migliore cura e, credetemi, è il miglior compagno a quattro zampe che esista.
BINOTTI FRANCESCA I H
DUE GATTINI FORTUNATI
Circa un anno fa, mia cugina ha trovato due gattini
in una scatola davanti al bidone della spazzatura.
Lei che come me ama molto gli animali, subito li ha
soccorsi perché erano in gravi condizioni e mal
nutriti. Li ha portati
dal veterinario che ha
dato loro delle cure
da fare a casa. Mia
cugina, pazientemente, li ha curati per cinque mesi, però non
potendoli tenere in
casa li ha affidati a
una signora che abita in campagna. All’inizio erano
un po’ impauriti perché per loro era un ambiente
nuovo, ma adesso vivono liberi in mezzo alla
natura insieme ad altri gatti. Mia cugina li va a
trovare due volte alla settimana , portandogli da
mangiare. Loro,quando la vedono , le corrono
dietro ricordandosi sempre di lei e fanno le fusa per
farsi coccolare. Io penso che ciò che ha fatto mia
cugina dovremmo farlo tutti ogni volta che troviamo un animale in difficoltà perché anche loro fanno
parte di questo mondo e hanno bisogno di affetto.
Isone Kevin III H
Tempo libero
Febbraio 2011
LA TARTARUGA
Possiedo molti animali, ma sono affezionata alla
mia tartaruga che si chiama Tarty. L’ha trovata la
mia mamma al parco della “Cava”, ora si trova a
casa mia, dentro un’ampia vaschetta con una spiaggetta di plastica. La sua pelle è coriacea, squamosa
e striata di verde e bianco. Il suo musetto è appuntito come la prua di una barca. Le sue guance hanno
una macchia rossa. Gli occhi sono piccoli e neri, la
sua bocca è minuscola è sottile. Ha un collo lungo
che muove così velocemente che ho paura che mi
morda mentre le do da mangiare. Ha il carapace
ruvido, mentre il piastrone è così liscio che quando
l’accarezzo mi sembra di toccare un cubetto di
ghiaccio. Le sue zampe sono minute, ma la fanno
nuotare velocissima come un sommergibile. Tarty
è molto vivace e, quando mi vede oppure sente la
mia voce, nuota verso di me come se mi riconoscesse. A volte sale su un piedistallo per uscire dall’acqua dove, forse, si sente prigioniera; per accontentarla la metto sul tavolo e Tarty cammina verso di
me libera e felice e si fa accarezzare la testolina.
Sono davvero orgoglioso di avere questo nuovo
amico a casa mia.
Mattia Germondari I H
IL MIO NUOVO AMICO
Appena l’ho guardato
me ne sono innamorato
fra tutti era il più vivace
e ho subito pensato: “E’ lui, mi piace”.
E’ color miele, dolce e carino,
è il mio nuovo cagnolino.
E’ un tipo un po’ burlone
ma è un tenerone.
I suoi occhi son furbetti,
speriamo non gli piaccia far dispetti.
Normalmente è calmo il piccolino
ma quando ci si mette ha un bel caratterino.
Della sua mamma ha nostalgia,
non vuol star solo, ama la compagnia.
E’ un cucciolo che fa tenerezza,
ti passa accanto e ti ruba una carezza.
Ora che ce l’ho non posso più farne a meno,
è il mio nuovo cane, è il mio amico NEMO
ALBINI ANDREA 3a H
IL MIO CANE PLUTO
Nella mia famiglia ci sono alcuni animali, uno di
questi è il mio cane Pluto. E’ un cane di razza
Bearle; ha una corporatura robusta e una coda dritta
come l’antenna di un’automobile. E’ di diversi
colori: marrone, bianco e nero. Il suo carattere è
vivace e allegro, ma è
un cane tranquillo che
mi fa molta compagnia.
Ha sempre voglia di correre e giocare con tutti;
qualunque cosa va bene
per giocare: una pallina, una corda, una bottiglia, ma anche un pezzo di stoffa. Sono molto contento di avere un cane
così affettuoso e giocoso perché con lui ogni giornata è una giornata di sole, anche quando fuori c’è
la nebbia o piove.
Mattia Germondari I H
IL GATTO
Chissà cosa passa per la tua testa,
quando guardi fuori dalla finestra?
Per ore ed ore scruti tutti
Guardi i belli e anche i brutti.
Quando torno con la spesa,
per te è sempre una gran sorpresa,
giri intorno ai miei sacchetti,
e mi guardi di sottecchi
poi ti lancio un pesciolino,
lo prendi e scappi nel giardino.
Forse a parlar del gatto
posso sembrare un po’ matto
ma senza lui accanto
sarei triste non sai quanto.
Qualche curiosità
sulla regina
del pop latino
ShakIra ovvero Isabel Mebarak Ripoll nasce il 2
febbraio in Colombia. La madre accorgendosi del
talento della figlia la iscrive al collegio La Enseñanza, dove viene esclusa dal coro per la sua
voce tropo forte. La sua carriera inizia con la prima
canzone ad otto anni. A tredici anni firma il suo
primo contratto
con la Sony Music Colombia,
con cui pubblica il suo primo
album “Magia”.
Ormai Shakira è
l’unica cantante con un timbro di voce diverso dalle altre
che spopolano
in America Latina. È proprio
l ’ a l b u m
“Objection”ad
introdurre il
successo della
cantante in Europa, insomma! Shakira in poco tempo è riuscita a
conquistare tutto il mondo!!! Nel 2009 esce l’amato singolo Wolf.
Sicuramente conoscerete il tormentone dell’estate
2010, l’inno dei mondiali: Waka Waka che con il
suo ritmo coinvolgente e movimentato ha fato
ballare anche i sassi!!!
Anche se uscito da soli pochi mesi, l’album contente il singolo Loca e già il più venduto tra quelli degli
altri cantanti. La giovane colombiana è una cantante a tutti gli effetti per la sua voce e la sua forza di
volontà senza escludere il suo inconfondibile stile.
In questi anni di carriera Shakira è diventata la
“REGINA DEL POP LATINO”.
FEDERICA SAPIGNOLI- CHIARA FANCIARESIFRANCESCA LAMI 1a M
SOGNO STRANO
O REALTA’
Tutti voi penserete: oh, sai che roba un sogno
strano, capita sempre, insomma tutti i sogni sono
strani. Il mio, però, era stranamente strano; ora vi
racconto: eravamo io, un mio compagno e la
bidella tutti e tre nella mia classe. Fuori si sentivano urli, risate, insomma un mix. Non riuscivo a
capire la situazione, poi la bidella ci disse che
avevamo lanciato una bomba nel giardino della
scuola, La bomba emanava un gas che faceva
tossire fino al soffocamento. Io piangevo, il mio
compagno rideva e tossiva, mentre la bidella segnava in un foglietto TUTTE le parole che dicevamo. Dopo qualche ora, il cielo era sereno e non
tossivamo più, perché il gas si era esaurito. Provo
ad aprire la finestra e mi arriva dritto nel naso un
odore di acetone per unghie, che mi spinge a
chiuderla immediatamente. Di seguito la bidella ci
porta fuori e ci accompagna ognuno a casa propria.
Varcata la porta di casa, vidi la mia famiglia che
pranzava con tutte le luci, un albero di Natale e un
buffet a base di dolci. Pensai che bello è finito
questo incubo… ma ad un tratto tutto scomparve e
della mia casa rimase solo il segno del fuoco, dopo
averla arsa. Ecco in quel momento, quella notte mi
sentii come quei bambini che tutti i giorni, loro
malgrado, fanno i conti con una guerra.
ARIANNA NERI 1a H
Lilla è il cane bassotto di mia zia, è nata l’11 Luglio
2007 e ha 3 anni. E’ di colore marroncino chiaro e
ha il pelo molto liscio e minuto. Le sue zampette
sono di color bianco e i suoi occhi sono di color
marrone chiaro. Le piace andare a passeggiare, ma
soprattutto andare in cerca di lucertole. Lei litiga
sempre con i gatti perché vuole essere sempre lei ad
essere coccolata. Adora soprattutto i wurstel, quando vede mia zia che apre il frigo, lei è sempre lì ad
aspettarla. Quando la portavo a spasso, lei voleva
sempre andare dalla parte opposta e un giorno,
quando sentì uno sparo, corse via; si spaventò; io no
perché sapevo che era aperta la caccia ai conigli
selvatici. Lei è amante soprattutto delle cose che
non si possono fare; comunque lilla è speciale ed
anche se è testarda e cocciuta le voglio tanto
bene!!!
RITA DI PUMPO 1a H
MARTINA BENACCI II H
Lilla
UN LIBRO IMPORTANTE
Storia di Iqbal
Caro amico,
so che è strano, ma ti ho scritto questa lettera per
parlarti di un libro che mi è piaciuto molto a che
penso amerai anche tu : “Storia di Iqbal”. Si lo
so dal titolo non sembra tutta sta bellezza,
anch’io lo pensavo la
prima volta che l’ ho
visto, però poi ho capito che in un libro
non contano
il titolo, la
copertina o
altre cose
ma il contenuto e il sentimento che
vuol fare
provare.
La storia
parla di un ragazzo, Iqbal, costretto
alla schiavitù insieme ad altri bambini
in una fabbrica di tappeti e come,
grazie alla sua forza di volontà, riesce
a scappare dai suoi padroni e ad abbattere quasi completamente la schiavitù
dei bambini. Purtroppo il protagonista
cioè Iqbal muore alla fine del libro e la
morte di un bambino (tra l’altro protagonista) lascia sempre un po’ di vuoto.
Il fatto che mi ha più colpito e stato
quando Iqbal, una volta terminato il
suo tappeto, che era uno dei più difficili, lo strappa facendo arrabbiare il suo padrone
che lo manda nella “ tomba”, un posto buio e
stretto in cui puniva i ragazzi che disubbidivano
facendoli stare tre o quattro giorni senza mangiare o bere. In questa storia non c’è un vero
protagonista perchè tutti i bambini che lottano
per la libertà sono i protagonisti. Io non ci avrei
creduto, all’inizio, che dei bambini poveri potessero essere i protagonisti di un libro! Invece,
già dopo il primo capitolo, ho capito che i
protagonisti non erano uomini ricchi, belli, potenti con dei poteri sovrannaturali, ma coloro
che erano belli e forti dentro; uno come il
padrone di Iqbal non potrà mai essere un protagonista, mentre uno come Iqbal sì. I temi importanti che si affrontano nel libro sono l’amore,
quello che prova Fatima, una bambina mussulmana, per Iqbal; la pace, quella che vuole Iqbal
e il gruppo che lo salva; l’amicizia che tutti i
bambini “schiavi” hanno tra di loro e il rispetto.
Da questo libro ho imparato che bisogna difendere i più deboli ed accettare gli altri. Spero di
non averti annoiato e spero che leggerai anche tu
la “ Storia di Iqbal”.
Saluti cari
MARCO SARTI III I
RICORDI DI UN CAMPEGGIO BELLISSIMO
Questa volta ti voglio raccontare l’ultima sera del
campeggio… stupendooo!!
È oggi è oggi urlano tutti è oggi è oggi evvivaaa!!
Ti chiederai cosa è oggi giusto? Devi sapere che
tutti gli anni in capeggio c’è “il ballo dell’ultima
sera” è quello che si aspetta da tutta la settimana!
Infatti è da lunedì che chiediamo agli animatori :
con chi sono? Con chi sono? Ma loro come al
solito non possono rispondere!!
Segreto militare!! JJ
Ecco perché tutti urlano è oggi è
oggi perché è il momento più
atteso di tutto il campeggio…
Abbiamo appena finito di pranzare e ci hanno dato un po’ di
tempo libero.
Noi femmine ci organizziamo
per stasera … “Allora” dico io
in camera: “chiediamo alla Marshy se stasera ci pettina per bene”
tutte approvano la mia idea e
così andiamo giù di sotto dalla Marshy a chiedere
se ci pettina e ci acconcia per bene per stasera.. Lei
dice subito ok e noi tutte felici torniamo su per
preparare i vestiti per stasera. Ok ora è tutto pronto
diciamo in coro e neanche due secondi dopo siamo
di sotto perché ci avevano chiamato e ci avevano
detto di portare giù la maglietta bianca da colorare,
da sporcare, da strappare e tutto il possibile! Infatti
appena siamo arrivate di sotto ci hanno spiegato a
cosa serviva la maglietta.
Serviva perché visto che il tema di quest’anno era
katoren un mondo completamente medievale noi
femmine dovevamo farci un vestito medievale. E
in testa dovevamo avere una specie di coroncina.
E lo stesso i maschi, loro però avevano la maglia
con la spada e senza la treccina! J
Io avevo una maglia e una treccina stupende che
avevo fatto con un piccolo aiutino della Marshy…
era venuta una cosa stupenda!!! E ce l’ho ancora di là
in camera!! È davvero bellissimaaa!!! J
Appena finito di costruire i
vestiti siamo corsi tutti di
sopra per farci la doccia e
lavarci i capelli.
Per la sera dovevamo essere
perfette!! Così dopo esserci
vestite ci volatilizziamo di
sotto e subito iniziano a dire
le coppie della sera! Tutti
avevamo paura, ma alla fine a me è andata peggio
di come pensavo!! Sono stata con una femmina -.UFFI non è giusto!! volevo stare con un maschio!!
VABBE’!!!!!!!! KL Abbiamo ballato e mangiato.
Tutto tranquillo per una sera! Visto che la sera
prima c’era stato il gioco horror!!
Anche se sono stata un po’ sfortunata questa è stata
una delle più belle sere del campeggio!!
MIRIANA MONTI IIG
LA NUTELLA
Vi sarete certo chiesti più volte qual è l’ingrediente
segreto della NUTELLA, quella dolce crema di
nocciole a cui nessuno
può resistere. Certi pensano che sia grasso di
balena, un burro particolare o addirittura pelle
di maiale. Certo è che
nessuno è riuscito a imitarla. Sono tante le ditte
che da anni ci provano,
ma il loro lavoro è risultato vano. La nutella
sembra avere una formula speciale, come
quella che usava Antonio Stradivari nei suoi
violini. Io mi sono chiesta -Ma se fosse vero che la nutella è fatta di grasso
di balena, io continuerei a mangiarla? Alcuni ecologisti direbbero - povere balene!- Comunque non
credo che gli amanti del cioccolato riuscirebbero a
fare a meno di quella golosissima mousse, che
dopo qualsiasi attività fisica: una partita di calcio o
di pallavolo, una corsetta nel parco ti sa ridare le
forze necessarie per affrontare gli altri impegni
della giornata .
MANUEL GAMBERINI III H
Pag.11
LO ZOO INTERPLANETARIO
Gli elefanti – farfalla.
Queste creature, provenienti dal pianeta di Arfic,
sono veramente spettacolari. Possiedono infatti
delle graziose ali da farfalla sul dorso, nonostante
le loro enormi dimensioni.
Riescono così a volare grazie al fatto che, oltre ad
avere ossa cave come gli uccelli, sono interamente
costituite di un particolare materiale organico dal
peso simile al polistirolo, ma molto più resistente.
Pur essendo in tutto e per tutto simili agli elefanti
non possiedono grandi orecchie perché creerebbero un grande attrito con l’aria, ma hanno una
proboscide specialmente sviluppata. Infatti durante il volo questi animali la tengono tutta protesa in
avanti a mò di presa d’aria, trasformandosi al
bisogno in veri e propri bolidi aerei.
Altroché i soliti elefanti rugosi! La loro pelle al
tatto è liscia e polposa come un budino.
La loro leggerissima presenza è tradita solo da un
sibilo che sarebbe esasperante se non fosse per il
fatto che sono sempre sorridenti e felici.
Oltre al loro carattere questi animali sono acclamatissimi dai bambini per via delle loro fantastiche
ali, tutte meravigliosamente colorate e tutte diverse, spesso anche quelle di uno stesso esemplare.
La ranatra.
Avete presente un’anatra? Ecco, dimenticatevi il
placido animale che nuota tranquillamente sui laghi delle fiabe. L’aspetto può ingannare soprattutto
se ti trovi sil pianeta Quackrak. Anche se corpo e
becco si presentano “come da regolamento” ricoperto di piume variopinte il primo e di un giallo
proverbiale il secondo, seppure vedendole nuotare
si direbbero animali normalissimi, una volta giunte
sulla terra ferma saltano come delle vere e proprie
molle. Infatti questi esseri possiedono delle zampe
identiche a quelle terrestri.I pochi fortunati che
hanno avuto la possibilità di toccarle riferiscono
che le loro piume sono di gran lunga molto più
soffici di qualsiasi altro uccello conosciuto e sono
proprio queste piume a produrre fischi armoniosi
quando vengono colpite dal vento.Purtroppo il
professor Hugo non li ha potuti mostrare a Parigi,
poiché questi animali hanno sviluppato una particolare idiosincrasia con il popolo francese… chissà perché! Dotate di grandi capacità imitative,
sanno intonare i brani più in voga sul pianeta
ospitante in segno di riconoscenza dopo aver ricevuto qualche manciata di pop-corn.
Spettatori, munitevi!
LA REDAZIONE DEL BERTOLINO
Febbraio 2011
DANZA E’…
Danza è…
Un impegno da rispettare
e una passione da amare.
Danza è…
Un sogno infinito
per seguire un mito.
Danza è…
Un linguaggio del corpo
che dal cuore porto,
che non tutti possono parlare,
alcuni nemmeno decifrare.
Danza è…
Uno scrigno misterioso
che ti può dare ogni segno estroso.
Danza è…
Un’arte da imparare,
e un regalo da donare.
SPOR
T § SPOR
T
SPORT
SPORT
SPORT DI CUI FORSE
NON AVETE MAI
SENTITO PARLARE
Di solito sentiamo parlare dei soliti sport (calcio,
basket, motociclismo, pattinaggio….) ma al mondo esistono altri sport veramente bizzarri. L’Hockey subacqueo è stato inventato negli anni cinquanta da un inglese ed è arrivato successivamente
in Italia.
È uno sport che si pratica in apnea sul fondo di una
piscina fra due squadre di 6 giocatori.
Ognuno è dotato di equipaggiamento di base, vale
a dire: pinne, maschera e aeratore.
L’obiettivo del gioco è quello di spingere un disco
di piombo nella porta della squadra avversaria,
utilizzando una mazza da hockey subacqueo. Proprio per polmoni d’acciaio!
Un altro sport particolare è il “lancio del formaggio”, popolare da noi nell’ Appennino modenese.
Gioco antichissimo, praticato di origine dai pastori
con forme di pecorino stagionato, poi sostituite dal
“ruzzolone”, un disco di legno di un paio di chili di
peso e lanciato con una robusta fettuccia di canapa,
Danza è…
La cosa più fantastica che c’è!!!
ARIANNA BRANCALEONI I F
la “cordella”, molto resistente, lunga m. 3.5 e larga
cm. 2, alla cui estremità c’è un anello per infilarvi
il braccio. Si dice che sia stato inventato addirittura
dagli Etruschi!
Infine vi voglio parlare del Tchoukball; ricorda la
pallamano (per peso e misura del pallone), ma ha
caratteristiche differenti, a cominciare dalla porta
che in questo caso è un pannello di rimbalzo.
Un giocatore segna un punto a favore della propria
squadra se il pallone, dopo il rimbalzo sul pannello,
cade nel terreno di gioco (esclusa la “zona vietata”,
ovvero un semicerchio di tre metri di raggio davanti al pannello stesso). Non si può interferire nel
gioco avversario, ma solo anticiparlo, schierandosi
in difesa per ricevere il rimbalzo dal pannello. Può
essere giocato a squadre miste.
NICOLAS CENNI 3a H
IL CALCIO
Il calcio è inseguire un pallone
e per noi bambini è una vera passione.
Il calcio è gonfiare la rete
ma il bello è stare insieme.
Il calcio è scartare un avversario
e sentirsi pieno di energia.
Il calcio è divertirsi insieme agli amici
restando insieme felici.
Grazie calcio per avermi insegnato
il più bel gioco che abbiano inventato.
LA VIOLENZA
NEGLI STADI
La violenza negli stadi deve finire,
la gente deve capire,
che non è giusto morire
durante un evento sportivo che dovrebbe divertire,
tutto ciò deve…finire.
GIANMARCO BARRELLA 1a H
LA CORSA
Se vuoi
Facciamo una corsa,
non lunga
non corta:
una corsa giusta
paesaggio allegro
paesaggio d’amore
con gli amici del cuore.
Una corsa che non sia solo un gioco
una festa simpatica
una corsa: la vita che si affronta
passo per passo
CATERINA ZANFRAMUNDO 2a G
ITALIA vs SERBIA (Autunno 2010)
Ivan Bogdanus, soprannominato “IL TERRIBILE” ,durante la partita ITALIA-SERBIA,
vinta a tavolino per 3 a 0 dall’ITALIA, a parlare di
sé, incitando i tifosi serbi alla violenza,distruggendo
vetrate,reti,seggiolini del reparto ospiti dello stadio genovese Marassi,
impedendo così alla partita di proseguire.
ROMA vs LAZIO (coppa Italia 19/1/11)
Il derby di Roma è, come sempre, molto sentito tra
i tifosi, che hanno pensato bene di menarsi;
purtroppo un tifoso è stato ferito da una coltellata.
Questi sono solo gli ultimi due degli eventi
brutali legati al gioco del calcio che testimoniano la
stupidità dell’essere umano.
ENRICO V. PESCE – LUCA FACONDINI 1a M
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LE MIE PASSIONI
Voglio diventare un’artista, perché amo danza e
canto. Tutto è cominciato quando avevo 4 anni:
chiesi a mia mamma se potevo cominciare un
corso di danza classica; così,
insieme, abbiamo cercato
una scuola valida. Quando
abbiamo scelto l’Arabesque
Dance Center in Vicolo S.
Giovanni ho “ seminato” la
mia passione. Ho fatto due
anni con una maestra, due
con un’altra e due con un’altra ancora. Manuela e Sabrina, le prime due, erano
più che gentili ma io e le
mio gruppo ci siamo affezionate particolarmente a
Sandra. Quest’estate, purtroppo, Sandra (per noi
Sandy) è andata via, non
sappiamo dove, senza nemmeno avvisarci; ce l’hanno
comunicato solo a settembre e non è stato possibile
neanche dirle “addio”. Ora
siamo con Roberta (Roby)
che ci insegna meglio le
basi, ma la nostra Sandy non la rivedremo mai più
Dovete sapere che l’attuale grado 5 è un gruppo
molto unito, e vi voglio anche raccontare del
regalo che abbiamo fatto alla fine dell’anno scor-
so a Sandy: io ho stampato e rilegato in cartoleria
una ventina di pagine sulla danza tratte da Wikipedia e le mie compagne hanno disegnato, colorato
scritto dediche. Il risultato? Un
fantastico libro personalizzato
e firmato dal gruppo migliore
dell’Arabesque!!
Io frequento da quattro anni
anche un corso di danza contemporanea. Il primo anno
come insegnante avevamo
Sandy, il secondo e il terzo
Roby e ora Marco, il marito di
Roby. Ora, con il settimo anno
di danza classica, è “sbocciato
il fiore” e spero che duri a
lungo …
Mi piacerebbe studiare canto,
perché dicono che ho un talento naturale, ereditato da mio
babbo, ma non ho il tempo e la
forza di seguire un altro corso,
oltre alle 6 ora di danza settimanali. Amo cantare perché
mi sento libera mentre lo faccio. Adoro Laura Pausini, Giorgia, Elisa e tutte le loro meravigliose canzoni!
Comunque amerò la danza ed il canto per sempre!!
ARIANNA BRANCALEONI 1a F
TAEKWONDO “LA TUA FORZA INTERIORE”
Il taekwondo è un’arte marziale coreana nata più di
duemila anni fa. La parola tae kwon do significa
“l’arte dei calci in volo”.
È uno sport per tutte le età,da
quattro anni in su. Non è soltanto combattimento, ma una disciplina vincente e formativa
perché insegna a prendere coscienza del proprio corpo, dello
spazio,sviluppando
l’equilibrio,la reattività e i riflessi. Oltre al combattimento
ci sono le forme,che sono movimenti a vuoto contro un avversario immaginario. Il tae kwon do è anche un modo
di vivere, forma il carattere di chi lo pratica e,se
ben fatto,è fonte di un solido benessere psicofisico. Nel 2000 è diventata una disciplina
olimpica,grazie anche a i valori che
sostiene:il rigore, la disciplina,la
pazienza,la perseveranza il controllo di sé,l a modestia ed il rispetto. Il
tae kwon do è quindi forza del corpo
e della mente, ma senza violenza. Io
lo pratico da due anni, in una palestra a Misano. A me piace il tae
kwon do perché mi ha fatto imparare il rispetto verso il mio maestro e
a non perdere la calma. Vorrei che
tanti ragazzi lo conoscessero perché ha degli ottimi valori e può aiutare a stare
insieme in amicizia.
EMANUELE MICALE 1a H