Giornale medie febbraio 2011 per Stampa.pmd
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Giornale medie febbraio 2011 per Stampa.pmd
Periodico della Scuola Media “Bertola” Rimini anno XVII Febbraio 2011 Alla Cortese attenzione della Redazione ‘’Il Bertolino” venerdì 14 Gennaio 2011 La festa di solidarietà in onore della dott.ssa Marilena Pesaresi Venerdì 14 Gennaio 2011 a scuola abbiamo festeggiato il ritorno da Mutoko della dottoressa Marilena Pesaresi. Lo spettacolo realizzato da noi studenti delle Bertola, con l’aiuto dei proff. Lanzetti e Bianchi, è cominciato circa alle ore 21:00. Per primo si è esibito il coro con la canzone “Aggiungi un posto a tavola”, poi si sono susseguite altre canzoni, intervallate dalla recita di alcune poesie. Una di queste, precisamente “La pallavolo” scritta da Lorenzo Altini della ex 3a I l’ho letta io e davanti a tutto quel pubblico……..che emozione!!!! In seguito hanno suonato i ragazzi del corso di tastiera, e tutti meritano un elogio sulla loro bravura. All’incirca a metà dello spettacolo la dottoressa Pesaresi ha preso la parola e ci ha spiegato la difficile situazione in cui si trova il suo ospedale, soprattutto la mancanza di fondi per realizzare i corsi di formazione degli infermieri. Bisogna anche ricordare che spesso gli infermieri, una volta diplomati, lavorano in condizioni critiche e sottopagati. Il finale dello spettacolo è stato dedicato ai 150 anni dell’unità d’Italia, infatti i ragazzi del coro hanno intonato l’Inno di Mameli, in versione integrale. Io spero che, vista la grande partecipazione da parte delle famiglie dei ragazzi, la dottoressa Marilena abbia potuto raccogliere i fondi necessari per un aiuto concreto alla sua importante missione. Spero, spero, spero, spero! SIMONA CENCI 1a H In occasione dell’incontro sono stati raccolti contributi che sommati a quelli ricavati da altre attività svolte durante l’anno, saranno devoluti alle opere delle dottoressa Pesaresi ed al suo ospedale di Mutoko in Zimbabwe AUSCHWITZ, AUSCHWITZ- BIRKENAU: UNA GRANDE EMOZIONE!!! Quest’anno con la nostra Preside Giuseppina Martinini e con le Professoresse Saura Sammarini ed Elsa Toni, abbiamo potuto visitare il famosissimo campo di concentramento Auschwitz. Appena arrivati alcuni addetti ci hanno dato cuffie e degli amplificatori di suono con cui abbiamo ascoltato la spiegazione della guida durante il tragitto. La prima tragica visione è stata la scritta “arbeit macht frei” che, tradotta in italiano, significa: “lavorare rende liberi”; da quel momento in poi ci siamo resi conto di quello che hanno veramente sofferto quelle povere persone. Subito dopo la guida ci ha portato nelle ex residenze dei detenuti ora adibite a musei. Nel primo edificio c’erano delle foto ingrandite di documenti autentici come per esempio quelli del sacerdote “Massimiliano Corbe” ch si è sacrificato al posto di un altro detenuto che doveva essere ucciso. Nelle altre sale c’erano i vestiti, le valige, le scarpe dei bambini (la cosa più commovente, secondo noi). In una sala ci hanno fatto vedere che i prigionieri venivano marchiati e cosa gli davano da mangiare per il giorno: alla mattina caffè (acqua sporca), per pranzo e cena un tozzo di pane ed una zuppa totalmente liquida (mangiavano una volta al giorno); la ciotola che gli veniva data per mangiare veniva usata anche per i loro bisogni fisiologici. Ci hanno fatto vedere anche i vestiti che dovevano usare tutti i giorni sia per lavorare che per dormire e dove dovevano ricamare dei triangoli colorati che coincidevano con i motivi del loro arresto e della permanenza nel campo. In un altro edificio c’erano tutti quegli oggetti che servivano alle persone disabili: protesi, busti, stampelle, ecc. queste persone venivano uccise appena entrate nel campo perché ritenute inabili al lavoro. Nell’ultimo edificio c’erano i documenti di un bambino italiano di nome Luigi del quale si racconta avesse voluto essere rinchiuso insieme alla nonna per poi essere ucciso. Luigi però si è salvato grazie all’aiuto di persone che nascondendolo gli hanno salvato la vita; si pensa anche che questa storia sia stata la base del film “la vita è bella” con Roberto Benigni. Poco prima dell’ultimo edificio la guida ci ha mostrato il muro della morte dove i condannati venivano ucciso a fucilate se disubbidivano. Subito dopo la guida ci ha portato a vedere i luoghi dov’erano rinchiusi i condannati, alcuni di questi erano così piccoli da non poterci stare seduti. Mentre uscivamo la guida ci ha fatto vedere che c’erano due ospedali: uno finto per i prigionieri ed un altro vero per i soldati e qui curavano veramente. La cosa più sconvolgente sono state le camere a gas con i forni crematoria, ci hanno spiegato come uccidevano gli ebrei: li mandavano in cameroni per farli spogliare per poi mandarli a fare “la doccia” cioè nelle camere a gas. Dentro le camere a gas, in alto, c’erano dei fori nei quali venivano versati dei sassolini di cianuro bagnati con acido solforico; a causa di una reazione chimica si sprigionava un gas letale, questo sistema era normalmente usato per uccidere i topi. Questa è la testimonianza di come venivano considerati i prigionieri: come animali! I corpi venivano poi messi nel forno crematorio e le ceneri sparse per i campi o usate per tracciare i confini delle case dei generali e dei soldati nazisti. Dopo essere andati via da Auschwitz 1 siamo partiti per Auschwitz 2 “Birkenau”. Appena entrati abbiamo potuto osservare le rotaie che finiscono proprio dentroL’ospedale il campo di concentramento, di Mutoko ci hanno fatto una grande impressione soprattutto perché le avevamo già viste nel film “la vita è bella”. Inizialmente abbiamo visitato dei dormitori dove c’erano dei letti a castello, nei quali dormivano fino a sei prigionieri; nei letti facevano anche i loro bisogni fisiologici che calavano addosso a quelli sotto. In questi dormitori c’erano delle latrine dove operava la “squadra di merda” (scusate il termine) che aveva come compito di spalare le feci a mani nude; i prigionieri avevano pochi per secondi per fare i loro bisogni ma, almeno erano al sicuro dai soldati che non andavano in quel luogo a causa della puzza e delle malattie. Nei dormitori c’erano anche delle stufe, le dovevano tenere per norma, ma erano sempre tenute spente. Infine la guida ci ha fatto vedere le lapidi di marmo nero che ci hanno profondamente colpito e ci ha spiegato che il giorno della memoria, ovvero il 27 Gennaio, molti capi di stato si riuniscono in questo luogo per commemorare le vittime del campo. Questa visita al campo è stata molto toccante per tutti e ci ha fatto riflettere sulla povera vita di questi uomini che ci rimarranno sempre impressi nella memoria, la loro unica colpa era quella di essere di razza diversa da quella ariana oppure di avere problemi mentali o fisici o essere omosessuali. Sembra incredibile che tanta crudeltà e violenza possa essere giustificata dal solo pensiero di creare una razza pura. Albini Andrea – Barrella Massimiliano – Gamberini Manuel – Mussoni Matteo III H Come vivo l’adolescenza Mi chiamo Sara, ho tredici anni e sono un tipo abbastanza solare a cui piace tanto stare in compagnia. Innanzitutto volevo farvi i miei più vivi complimenti per il vostro ‘’angolo di posta” e raccontarvi come vivo questo periodo della mia vita. L’adolescenza … periodo davvero strano, ve lo posso assicurare: il tuo corpo a poco a poco si trasforma, non sei più una bambina, ma nello stesso tempo neanche una donna e gli sbalzi d’umore la fanno da padrone; un momento ti sembra di toccare il cielo con un dito per la felicità o ti senti così forte e sicura da poter tenere il mondo in una mano; il minuto dopo, invece, quello stesso mondo sembra caderti addosso e l’insicurezza, i dubbi, lo smarrimento prendono il sopravvento. Gli amici diventano importantissimi, sostituiscono all’improvviso i ‘’preziosi” giochi che ti facevano vivere in un mondo di fiaba; ora sono riposti in ordine sulle mensole della camera e ‘’guardano stupiti” la tua ‘’trasformazione” … Ecco ciò che sto provando io in questo periodo: un giorno, l’idea di avere davanti a me mille orizzonti nuovi da scoprire mi riempie di gioia, di curiosità, entusiasmo; un altro, altrettanti interrogativi e ansie popolano la mia mente come ‘’Terza media … oddio l’esame … Terza media, scelta della scuola superiore ed io? Non ho ancora deciso! …”. Per molti ragazzi del mio nuovo mondo le mura di casa incominciano a ‘’stare strette” e gli scontri con i familiari o con gli adulti, che ‘’non possono capirti”, diventano sempre più frequenti. Penso che l’insoddisfazione e l’irrequietezza di tanti adolescenti sia dovuta proprio alla mancanza di dialogo con gli altri e a questa società che impone una vita frenetica o modelli di felicità sotto forma di motorino, cellulare ultimo modello … L’adolescenza è un’età felice e spensierata, dicono spesso gli adulti … è vero dovrebbe essere così per tutti, ma se s’innalzano certe barriere, ci si ritrova invece tristi, nervosi, soli; tutto diventa più difficile da affrontare. Ora mi ritrovo a parlare di adolescenza in veste di protagonista e non più da spettatrice; sono in grado di dire ciò che penso veramente e avere amici intorno a me che mi accettano per quella che sono: una ragazzina un po’ ‘’fuori dalle righe” a cui non importa essere alla moda, che non si vergogna di dire di aver passato due ore stupende leggendo un libro, ma soprattutto che non si nasconde dietro la ‘’maschera” di un sms perché non ha il coraggio di esprimere le sue emozioni. Ho imparato a guardare oltre l’apparenza e ho capito che vi sono dei valori capaci di annientare anche le più difficili barriere, valori capaci di farti vedere l’arcobaleno anche durante la tempesta. Non so quale sarà il mio futuro, tanto meno se le mie prossime scelte si riveleranno le più giuste per me, quello che vorrei però, è poter un domani ripensare a questo importante periodo della mia vita e … sorridere, felice di essere quella che sono. Questo è anche il messaggio di augurio che vorrei inviare a tutti i ragazzi della mia generazione! Un abbraccio e un ringraziamento speciale a tutta la redazione. Sara Colonnese 3^C TRE COLORI Tre colori per tanta gente; tre colori per la patria: verde come la speranza che i cittadini ne hanno sempre avuta tanta; bianco come la fede che ci unisce eternamente; rosso come il sangue dei caduti in battaglia per noi. E quando sventoliamo la bandiera con onore I nostri diventano un unico cuore. SARA BARROI III H NON PIÙ GUERRA La guerra Toglie le case alla gente Toglie la felicità. La guerra è sangue Terrore e paura. Molti bambini muoiono Per gli spari dei fucili. Ma io so che prima o poi Arriverà un angelo Che riuscirà a portare La pace nel mondo CHIARA SAPUCCI 3^H CONCORSO LETTERARIO Anche quest’anno la nostra scuola indice il concorso letterario riservato agli alunni della nostra scuola e a quelli di quinta elementare del nostro territorio. Il tema proposto è: “ CARO AMICO TI SCRIVO”. Il termine ultimo per la presentazione dell’elaborato è il 9 aprile. I vincitori saranno premiati durante la tradizionale festa di fine anno scolastico. BUON LAVORO A TUTTI ! La scuola ringrazia Chiamami Città, la Tipografia Garattoni di Rimini La Banca Popolare Valconca di Rimini La ditta Milo & Co di Viserba di Rimini Consiglio di Quartiere n. 6 Attività scolastiche Febbraio 2011 UN PONTE FRA IMPRESA E SCUOLA Grazie ad un interessante progetto scolastico, in collaborazione con il CNA, abbiamo avuto modo di “conoscere” più da vicino il mondo del lavoro e dell’impresa. Mercoledì 17 Novembre 2010, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare e intervistare un’imprenditrice che opera nel settore della stamperia manuale della tele, la signora Sabrina Luzzi, la quale ha risposto esaurientemente a tutte le nostre domande portandoci a conoscere un’interessante e particolare forma di artigianato. La signora Luzzi ci ha raccontato un po’ di sé e del suo “incontro” casuale con questo affascinante mondo dove tradizione, passione e creatività si uniscono dando vita ad oggetti che racchiudono, secondo me, un’estimabile valore ricchezza … quella di un passato che va assolutamente rivalutato e non dimenticato. La signora Luzzi è nata negli anni sessanta, quando le condizioni di vita erano diverse da quelle di oggi; avrebbe voluto frequentare il Liceo artistico, ma per motivi di lontananza non ha potuto. Le circostanze hanno voluto che si diplomasse come segretaria d’azienda, ma la convinzione di voler svolgere un lavoro che le piacesse veramente, l’ha portata poi a frequentare un corso sui tessuti stampati a ,mano e da lì ecco la decisione della sua vita: a diciannove anni ha aperto il suo laboratorio! Non ha mai smesso di tenersi informata però, legge tanto perché il sapere è importantissimo, ti aiuta ad affrontare ogni tipo di situazione senza sentirsi a disagio, ti dona sicurezza e dà la possibilità di potersi esprimere e confrontare con gli altri, fattore essenziale anche per il rapporto con i propri clienti. Il mio interesse è aumentato ancor più quando ci ha spiegato dettagliatamente in cosa consiste il suo lavoro e le particolarità che lo differenziano da quello svolto nelle serigrafie. La stampa manuale delle tele infatti avviene secondo preziosi metodi antichi: vi sono molte fasi di lavorazione e particolari scelte da effettuare prima di iniziare la produzione. Ad esempio è l’artigianato che decide quale legno utilizzare per gli stampi-matrici da incidere e ogni prodotto finisce per avere il suo tocco di originalità. Anche il colorante viene ricavato con sistemi naturali: quando si parla di stampe argine infatti, è proprio perché questo è l’ingrediente principale dell’inchiostro utilizzato. L’ossido di ferro viene cotto in “paioli” di rame insieme ad aceto puro il colore che ne esce non è mai uguale, varia da produzione a produzione. I blocchi di legno o matrici vengono inchiostrati e poi “battuti” con un grosso martello, il mazzuolo, sul tessuto lasciando l’impronta del disegno inciso sul legno. L’originalità di un prodotto stampato a mano, in particolare nei tessuti, rispetto a quello industriale, la si può riconoscere subito da diversi particolari: nelle tele stampate a mano si notano imperfezioni nella ripetizione del disegno o sfumature di colore nella stampa serigrafica no; sono proprio questi e tanti altri particolari che rendono prezioso questo prodotto. La signora Luzzi ha sempre contato infatti sulla qualità e non sulla quantità e, grazie a questa scelta, ha ottenuto nel tempo la soddisfazione più grande: l’apprezzamento dei suoi clienti. Forse per molti i prezzi di questi prodotti possono sembrare alti, ma se sapessero quanto lavoro e dedizione vi sono dietro ad ogni singolo oggetto, sono certa che cambierebbero idea. Ho trovato davvero interessante questo incontro perché ho capito quanto sia importante svolgere un’attività che ti piace e soprattutto mi ha dato modo di conoscere e capire la preziosità di un antico mestiere. SARA COLONNESE 3a C IL CORSO D’INGLESE Questa estate, l’ultima settimana di luglio, insieme a due miei compagni di classe, Sara e Nicolas, ho partecipato al corso di inglese che si svolge proprio nella scuola Bertola. Mi sono proprio divertita, inoltre avevo partecipato anche l’anno scorso con un’altra mia amica. Come insegnanti avevo due inglesi: Cookie e Mojo; sono due attori che lavorano in vari teatri in Inghilterra e non parlano italiano. Voi vi chiederete come abbiamo fatto a resistere così a lungo senza parlare la nostra lingua madre, ma è proprio questo il bello perché non solo si impara l’inglese, ma anche a creare rapporti con altre persone e in questo caso di nazionalità diverse. Consiglio a tutti di partecipare perché in questo concorso; non danno voti, non sgridano, ma si impara giocando, parlando e conoscendo nuovi amici in inglese. Sara Barroi 3a H Pag2 IL MAESTRO D’ASCIA Cari amici, vi vogliamo raccontare l’esperienza che abbiamo vissuto in classe con il “maestro d’ascia”, un progetto finanziato dal CNA al fine di conoscere e capire il mondo del lavoro . Le lezioni, in totale sette, sono state condotte da due esperti: il signor Manzi, maestro d’ascia, e proprietario di un cantie- re navale insieme al figlio Marco; il signor Volpe, un insegnante in pensione la cui passione è sempre stata il mare occupandosi nel tempo libero di nautica; entrambi vengono da Cesenatico. L’attività ha compreso momenti dialogati in cui il Maestro d’Ascia, ci ha affascinati con le sue storie personali e spiegato il significato di alcuni termini più utilizzati: in particolare siamo rimasti colpiti dai “NODI” come ad esempio “NODO GASSA D’AMANTE” che oltre a essere utilizzati sulle barche, può salvare la vita; il “NODO MARGHERITA” che accorcia la corda di canapa. Dopo aver chiacchierato sulla storia dei nodi, ci hanno invitati a realizzarne alcuni, con le nostre mani su tavolette di compensato. Ci siamo divertiti molto a costruire una barchetta ad albero, tipica del nostro mar ADRIATICO e a proposito vi vogliamo raccontare la storia della “SAVIOLINA”. Sapete di che si tratta? E’ una stupenda barchetta, costruita da Alfonso Manzi e suo figlio; inizialmente si chiamava Nino Bixio, che salpò in mare nel 1928, dopo 30 anni venne acquistata da Savioli; da lì prese il nome. Fu restaurata da Marco e Alfonso per il 70%, nell’ope- ra morta, impiegandoci 18 mesi e 2000 ore di lavoro. Oltre alla Saviolina, il signor Volpe ci ha mostrato un modellino di “Trabacolo” in dialetto “trabacul”, imbarcazione tipica di Riccione e Cattolica usata per la velocità di navigazione sul mare basso, grazie a un tipo di vela chiamata “vela al terzo”. Dimenticavamo di dirvi che ogni imbarcazione era contrassegnata dalla vela della propria famiglia, come ad esempio la famiglia Casali, nostro compagno di classe, il cui bisnonno detto “Sèndich”, possedeva due barchette; la sua vela era marrone, con una striscia obliqua rossa. Ed infine la nostra esperienza si è conclusa con la visita al Museo Della Marineria di Cesenatico, accompagnati da due esperti. E’ stato molto interessante e abbiamo potuto ammirare con i nostri occhi alcune imbarcazioni famose, tra le quali quelle di Cristoforo Colombo, Marco Polo … Cari amici, ora tocca a voi, convincere i vostri insegnanti a promuovere questo progetto bellissimo!!! SOFIA- OSCAR-ALESSANDRO I B “ LA GAZZETTA DI TERZA H” IL BULLISMO A SCUOLA All’inizio dell’anno abbiamo fatto un progetto con Mariachiara (o Maria Chiara!?) riguardo il mondo virtuale di internet, i social network e le pagine web. Durante il primo incontro abbiamo deciso di rimanere in classe e di utilizzare la lavagna interattiva, ma la connessione non funzionava . Così ci siamo solo presentati e abbiamo parlato di come si presenta una pagina web e come riconoscere quali sono le pagine scadenti e quelle più valide. Nella seconda lezione, dato che la connessione andava a salti come al solito, ci siamo recati nell’aula di informatica e abbiamo fatto un test sulla dipendenza da internet … Il nostro risultato era quasi del 50% in media perché c’era qualcuno (soprattutto qualche ragazza) che a quanto pare non ne poteva fare a meno. Durante il terzo giorno abbiamo creato il nostro blog di classe, chiamato “La gazzetta della 3 H “, un titolo che abbiamo scelto ad alzata di mano. Tutti, nei giorni seguenti , si sono impegnati ad abbellirlo e riempirlo di gadget. Inizialmente la prof. ci aveva consigliato di usarlo per scopi più didattici che altro…Ma poi è diventato più un divertimento : c’era l’I- pod con la musica, dei pesci colorati interattivi a cui si poteva dare da mangiare (le nostre mascotte), molti sondaggi sulle nostre preferenze riguardo a dove volevamo andare al liceo a tanti altri argomenti e anche foto buffe sulle gite e video di YouTube . La nostra gazzetta rimarrà sempre un modo per rimanere in contatto ed essere sempre amici. ELENA SANSONE 3a H Si inizia con delle prese in giro e delle intimidazioni; messaggi anonimi sul cellulare e su Facebok e alla fine la maggior parte delle volte si passa alle mani. Il bullismo è un fenomeno molto comune nelle scuole, ma in questi ultimi tempi le cose sono un po’ cambiate. Infatti questo fenomeno, che prima si manifestava soprattutto nelle scuole superiori e medie, sta iniziando ad esserci anche nelle scuole elementari; bimbi di soli quattro anni vengono aggrediti sia verbalmente che fisicamente da gruppi di tre - quattro coetanei. Un altro fatto era che il bullismo si manifestava tra gli adolescenti maschi, mentre adesso si manifesta anche tra le ragazze; ma seppure gli anni siano passati e il mondo della scuola sia cambiato alla fine il bullismo, maschile o femminile che sia, è sempre lo stesso. Vi pongo una domanda, ragazzi: ‘’Se voi vedeste un/a ragazzo/a che sta picchiando un altro coetaneo, voi che fareste? Rimarreste lì a guardare lo spettacolo o fareste qualcosa per aiutarlo? Vi verrebbe in mente il fatto che la stessa cosa potrebbe capitare a voi? Se foste vittima del bullismo o aveste visto un fenomeno simile, non abbiate paura di dirlo a qualcuno. Ditelo agli insegnanti, ai vostri genitori o agli amici; loro saranno sempre lì ad aiutarvi per qualsiasi cosa. IRENE RICCI 3a I ESPERIENZA A SANT’AQUILINA Ciao amico mio come stai? Oggi ti racconterò un’esperienza vissuta con la mia classe, a Sant’Aquilina per svolgere alcuni laboratori. Appena giunti nel posto, due persone ci hanno condotto in una grande sala. Quella di Sant’Aquilina è una struttura per persone diversamente abili e per gli anziani in difficoltà; per loro è un luogo di assistenza ed anche un punto di riferimento per trascorrere allegramente le giornate, svolgendo alcuni laboratori istruttivi. A me ha colpito subito il calore che trasmettono anche con un semplice ”buongiorno”, hanno voluto subito conoscerci e a loro volta, presentarsi. Mi hanno emozionato anche i loro sorrisi, sono persone molto meno fortunate di noi, senza tanti beni materiali, eppure riescono a divertirsi anche con poco. I due incontri sono stati soprattutto animati dalla presenza di Camelia, una compagna della nostra classe, sfortunatamente con dei problemi. Il progetto è nato per lei, che desidera conoscerci meglio, stare sempre più tempo con noi e perché ha il diritto di divertirsi come noi. All’interno della scuola, durante la mattina, non riesce a stare tanto con noi, tranne a ricreazione, il momento in cui resta in classe per la merenda. E’ felicissima perché le offriamo tutte le attenzioni che richiede. Nei tanti laboratori del centro di Sant’Aquilina, Camelia ha lavorato con il gruppo di “carta e stampi”, mentre io e alcuni miei compagni abbiamo abbellito con oggetti natalizi una decina di alberelli di compensato, con semplici legnetti colorati in altri laboratori. Il nostro istruttore, in primo luogo ci ha mostrato i lavoretti costruiti in passato e poi abbiamo iniziato il nostro lavoro di decorazione degli alberelli. Mi ha incuriosito la manodopera, ho riscoperto infatti le tradizioni di un tempo, dove non si utilizzavano i macchinari e tutto si svolgeva manualmente. Assai istruttivo! I nostri alberelli sono riusciti alla perfezione, noi ragazzi abbiamo vissuto delle profonde emozioni. I nostri lavoretti andranno venduti alle udienze generali venerdì e il ricavato andrà in beneficenza per il progetto della Dott. Marilena Pesaresi. Quella che ho vissuto è stata una splendida esperienza, è stato bellissimo lavorare insieme con Camelia, che è stata felice del tempo che le abbiamo dedicato. Ora, diario, vado ad abbellire insieme alla mia famiglia l’albero di Natale. Auguro a tutti un sereno Natale ricco di felicità. Il tuo Andrea ANDREA RICCI II G GRANDE ANTEPRIMA! Il giorno 24 Gennaio noi di 1°L abbiamo partecipato al SIGEP, salone internazionale del gelato e della pasticceria, nell’ambito del progetto “ Non congelateci il sorriso” di prevenzione al bullismo. Ma la cosa fantastica è che abbiamo registrato il: “GR1 RAGAZZI” con la radio di Rai1! Tutti i particolari e le foto nel prossimo numero!! CLASSE 1a L SIGEP la fiera del gelato Rimini 23/01/2011- La fiera del gelato è una delle fiere più importanti del mondo, comprende all’incirca dai 12 ai 14 capannoni. Al suo interno ci sono migliaia di bancarelle, alcune di loro hanno delle forme decisamente stravaganti, come dei trenini giganti o anche barattoli di marmellata. Altre ancora si distinguono per le loro insegne dalle misure più svariate ai colori più vivaci. In questa vengono assaggiati centinaia di gusti di gelato, dai più nuovi a quelli classici e vengono mostrati al pubblico nuovi modelli di coni e coppette più stravaganti, dalle forme più particolari. Durante il periodo della fiera si può ammirare il gelato più alto e pesante del mondo: esso misura 2,81 metri di altezza, per 70 kg di peso, ed è stato creato e ideato da una squadra guidata da Mirco della Vecchia. Tutto ciò sta a simboleggiare la grandezza dell’artigianato italiano! ELISA CASTIGLIONI I D Febbraio 2011 NEI PANNI DI “COSTANTINO NIGRA” Salve, sono Costantino Nigra, il segretario particolare del famoso Camillo Benso, Conte, di Cavour. I candidati a questa carica erano moltissimi e fummo accolti in uno dei taanti saloni del palazzo reale. Non sono mai stato tanto in ansia come quel giorno, ma tutto andò bene ed ottenni l’incarico. Dovete sapere che il nome completo del conte è Camillo Paolo Filippo Giulio Benso e che nacque a Torino il 10 Agosto del 1810; suo padre, Michele Benso (nobile piemontese) era un proprietario terriero e fu capo della Polizia di Torino fino al 1847. Sua madre, Adda de Sellon, apparteneva ad una ricca famiglia ginevrina. Il conte fu nominato ministro quando fu proclamato re Vittorio Emanuele II. Ricordo un giorno che il re ci convocò; i maggiordomi ci scortarono fino ad un salotto situato prima dello studio del sovrano. Cavour camminava a vanti ed indietro ed era molto nervoso; finalmente si aprì una porta intarsiata e ci trovammo davanti un uomo abbastanza alto e robusto con due splendidi baffoni all’insù, la barba ben curata e due occhi penetranti. I due dovevano discutere una cosa importantissima: Intorno a noi Pag.3 RIMINI E I MIEI LUOGHI DEL CUORE Spesso la gente mi chiede cos’è per me Rimini, e cosa vuoi che risponda? Rimini è la mia vita. È qui che sono nata tredici anni fa nell’ospedale Infermi, è qui che sono cresciuta. A me questa città è sempre piaciuta, particolarmente perché è adatta a tutti: grandi e piccini… Ci sono luna park, parchi acquatici e parchi a tema. Rimini per me non è una città qualsiasi, è la mia città del cuore. Il luogo della città che mi piace di più è il parchetto vicino a casa mia. Non è molto grande; uno scivolo, due altalene e un po’ di verde. Per me questo posto significa molto. La prima volta che ci sono andata è stata l’estate di un anno fa. Quel pomeriggio di Agosto era un caldo incredibile, non avevo niente da fare, allora decisi di andare a fare una passeggiata. Dopo un po’ di metri vidi degli alberi che non avevo mai notato prima, guardai oltre e scoprii questo parco. Mi sedetti sull’altalena e cominciai a dondolare dimenticandomi di tutto e di tutti. Dalla mia descrizione sembra un parchetto come gli altri invece no, quel parchetto è magico. Quando entri lì è come entrare in un posto fatato. Ora tutti voi vi chiederete qual’era il mio luogo del cuore prima di scoprire questo parco: semplice, il giardino sotto casa è stato il primo posto dove i miei genitori mi hanno portato appena nata. Si può dire che quando ero piccola la maggior parte del tempo la trascorrevo lì. Prima che mio nonno morisse mi costruì una piccola casetta di legno che volli mettere nel giardino così ogni volta che scendevo la vedevo. È li che andavo a giocare al gioco del dottore, cucinavo con le foglie che cadevano dagli alberi o a “mamma e figlio”. Mi ricordo ancora quelle lunghe giornate sull’altalena del mio giardino sfiorando con il piede i rami degli alberi, credendo di volare. Mi ricordo anche l’aria che penetrava sulla mia faccia o il brusio del vento mescolato al verso di un uccellino perso per strada. Bhè, avrei molte altre cose da scrivere, ma penso non siano molto importanti. Spero che in queste poche righe abbiate capito che amo Rimini e vorrei trascorrerci il resto della mia vita. Martina Massari III I IL PALACONGRESSI DI RIMINI Costantino Nigra la nostra partecipazione alla guerra in Crimea. Cavour voleva inviare 18.000 uomini in aiuto ai Francesi e Inglesi che combattevano là contro la Russia. Io, come Mazzini e molti altri, ero contrario, ma ho provato molto orgoglio quando i Bersaglieri si distinsero nell’assalto di Sebastopoli! La partecipazione alla guerra ci permise di sedere al tavolo della pace ed io non vedevo l’ora di andare a Parigi. In questa città, nel 1856, Cavour fece un discorso da grande oratore; ormai lo avevo imparato a memoria, per forza, lo ripeteva giorno e notte! Tutti vennero a sapere della tragica situazione in cui si trovava l’Italia! Ricordo quando nel 1858 ci fu l’attentato a Napoleone III da parte dell’anarchico Felice Orsini. Cavour, uomo di grande ingegno, sfruttò subito quest’occasione e convinse l’imperatore dei Francesi a firmare gli accordi segreti di Plombières: ci avrebbe aiutato contro gli Austriaci solo se questi ci avessero attaccati per primi. Cavour passò dei giorni in grande agitazione e spesso veniva convocato dal re. Un giorno, dalla porta lasciata socchiusa, sentii che avevano deciso di schierare le nostre truppe sul Ticino. Non avevamo grandi armamenti ma Cavour faceva spostare i cannoni da un posto all’altro come pure i soldati. L’Austria ci dichiarò guerra evviva tutto andava per il meglio ma quando alcuni Stati chiesero l’annessione al Piemonte, Napoleone III per paura che diventassimo troppo potenti ci abbandonò. Ricordo la discussione che ci fu tra il re e Cavour; il primo voleva l’armistizio, il secondo voleva continuare la guerra. Volarono parole forti! Il re, naturalmente, ebbe la meglio. Cercai, invano, di convincere Cavour a non dimettersi, ma non ci fu niente da fare. Accettando l’armistizio il Piemonte ottenne la ricca Lombardia. Cavour tornò alla guida del governo per offrire a Napoleone III Nizza e la Savoia a patto che non impedisse i plebisciti d’annessione nell’Italia centrale. Ma un altro problema da risolvere si presentava al mio “capo”: la spedizione dei Mille. Cavour era incontrollabile, non lo avevo mai visto così fuori di se; mi confidò una sera, mentre nel suo studio ci gustavamo un buon vino dei nostri colli, che temeva che tutti i suoi sforzi per un’Italia unita sotto i Savoia sarebbero stato inutili se Garibaldi, il generale che guidava la spedizione in Sicilia avesse proclamato la repubblica nelle terre eventualmente strappate ai Borboni, ma ciò non avvenne perchè a Teano Garibaldi disse, rivolto a Vittorio Emanuele: “Saluto il re d’Italia!”. Ricorderò sempre il 7 Marzo 1861 quando a Torino fu eletto il primo Parlamento Nazionale. Quel giorno vidi sul volto di Cavour la gioia e la speranza di un’Italia ancora più unita. C’è ancora tanta lavoro da fare; vi assicuro che ci impegneremo al massimo per Roma e per tutte quelle terre ancora sotto il dominio straniero. E, come si scriveva su tutti i muri delle città: “W Verdi” (W Vittorio E. Re d’Italia) Michela Fioretti III D Vicino a casa mia, dove c’era la vecchia Fiera, è stato costruito il PALACONGRESSI. Circa due anni fa quell’area era molto diversa: era occupata da capannoni azzurri con il telo in eternit, un materiale che è fatto con l’amianto. Infatti, quando sono iniziati i lavori di demolizione, noi della zona eravamo un po’ preoccupati per l’inquinamento di amianto che è molto pericoloso per la salute. Finiti i lavori di demolizione, sono iniziati quelli di costruzione e ho visto le ruspe scavare moltissimo, facendo un buco enorme che poi ho scoperto essere servito per fare dei parcheggi sotterranei per quasi mille auto. Ho letto che è il più grande d’Italia e a vederlo è gigantesco, ma a me piace la sua forma moderna anche perché c’è una parte che assomiglia ad un’astronave e mi ricorda un film di alieni atterrati qui, e se ci penso mi fa un po’ paura. Ma poi mi faccio forza e mi dico: “Venite se avete coraggio!!!!” Siamo pronti a ricevervi, non ci fate pau- ra!!!” La parte di questa zona che mi piace di più è il parco vicino al PALACONGRESSI con la pista ciclabile e per i pedoni che prima era interrotta dalla strada principale molto pericolosa da attraversare. Ora è stato costruito un grande ponte e sotto di esso c’è un laghetto e la pista per i pedoni e ciclabile che collega due parchi bellissimi; il parco Fabbri e il parco Peep. Infatti adesso dal parco Peep si può raggiungere il mare a piedi o in bicicletta attraversando tutta la città. Forte, vero? Purtroppo il PALACONGRESSI non è ancora utilizzabile perché ho sentito dire che i pilastri non rispettano le norme antisismiche. Per fortuna però abbiamo il nostro bellissimo parco, così posso raggiungere la scuola senza pericoli ed anche la casa di mia nonna. aspetti positivi e negativi: permette di tenersi in contatto con persone che non vedi da tempo e permette anche a persone sole e timide di avere degli amici. Può però rendere le comunicazioni più frivole e togliere le cose belle della comunicazione faccia a faccia come lo sguardo e la gestualità. Sono convinta che le persone usino queste forme di comunicazione alternative come una specie di maschera che cambia in base alla persona che ci troviamo davanti. Mi è capitato di conoscere una persona in chat che appariva estroversa, mentre quando ci siamo conosciute di persona era molto chiusa e timida. Queste forme di comunicazione non sostituiscono però i rapporti umani: i giovani non hanno comunque perso il gusto e il piacere di frequentarsi. Benedetta Barbieri 3a B SALVAGUARDARE L’AMBIENTE Mi chiamo Filippo, sono uno studente delle scuole medie ed ultimamente a scuola sto affrontando il serio problema dell’inquinamento. Affinché vengano comprese le mie preoccupazioni, racconterò ora della triste esperienza che ho vissuto domenica scorsa: con i miei parenti si è organizzata una gita in campagna nelle zone di Novafeltria, lungo le rive del Marecchia, ed eravamo veramente entusiasti di trascorrere una piacevole giornata in mezzo alla natura, arrivati vicino al letto del fiume però ci siamo accorti che era di un poco raccomandabile colore giallo intenso e ricco di schiuma verdastra attorno ai detriti ed ai massi più grossi. Ho accolto quindi con entusiasmo la richiesta di aiuto presentata da una rivista ambientalistica, ed ho deciso di organizzare una colletta per ripulire le acque del fiume: informerò tutta la scuola, ed i Cari lettori, del mio breve ma intenso soggiorno londinese voglio proprio raccontarvi la visita al “British Museum” perché è il regno di chi guarda il mondo con curiosità e stupore. Si viene accolti da un imponente porticato che circonda tutta la struttura sorretta da enormi colonne ioniche simili alle vestigia greche conservate all’interno. Appena entrati si è sopraffatti da una luce bianchissima proveniente dal tetto in vetro e acciaio a forma di rete della “Great Court” e questa luce si riflette sul marmo candido e lucido del pavimento. Mentre l’esterno risale alla metà dell’Ottocento, l’atrio è stato inaugurato nel 2000 e dedicato alla regina. Tutte le aree espositive creano insieme un percorso cronologico e tematico che richiederebbe almeno una settimana intera di visite accurate. Ecco perché abbiamo deciso di soffermarci “solo” sulle sezioni riguardanti i palazzi assiri, i resti egizi e le vestigia greche. Appena entrati nella prima stanza ci siamo trovati al cospetto della “Stele di Rosetta” (196 a. C. ) che fornì la chiave per decifrare gli antichi geroglifici egiziani e a questa civiltà risalgono le statue colossali soprattutto di Ramesse II, sarcofaghi di faraoni e sacerdoti, mummie riccamente composte e miseri resti conservati per puro caso. Questa area abbraccia un immenso periodo di storia fino a quando l’Impero Romano conquistò l’Egitto, partendo dalle origini di questa millenaria civiltà nata nel 3100 a. C. Di questa sezione mi ha impressionato l’imponenza delle statue, oltre al loro ottimo stato di conservazione. Nell’area dedicata agli Assiri e ai Babilonesi ho potuto vedere da vicino un Lamassù appartenente al palazzo di Assurbanipal II (865 a. C. ). I Lamassù, che ho studiato in arte quest’anno, sono delle statue che Assiri e Babilonesi posizionavano all’entrata di città e palazzi come simbolo di forza e maestosità. Infatti erano delle chimere con il corpo da leone, le ali e il volto da uomo. La loro particolarità è che hanno cinque zampe; le due davanti dovevano dare un’idea di stabilità e fierezza, le altre tre davano un’immagine di movimento. Ho potuto finalmente vedere delle originali tavole con incisi sopra numeri e caratteri cuneiformi e GIACOMO GNOLI 3a H Come è cambiata la comunicazione tra i giovani T.V.B: una semplice parola abbreviata che al giorno d’oggi noi ragazzi non possiamo più fare a meno di scrivere. Questo è solo uno dei tanti esempi di parole che usiamo attraverso sms, mail e chatroom. Questo tipo di comunicazione, che sta prendendo il posto di quella verbale, è, fra gli adolescenti, la più usata. L’sms, la prima libertà di comunicazione segreta, è usato per indicare un breve messaggio di testo mentre se si vuole avere una “conversazione” più ampia basta usare la chat. Essa è un luogo virtuale dove potersi incontrare e parlare visto che non è sempre possibile uscire con gli amici. Attraverso la chat si avviano dei dialoghi in tempo reale. L’ultimo traguardo della comunicazione usato in tutto il mondo è facebook. Facebook è un social network dove le persone si scrivono, possono dialogare tra loro, caricare e condividere foto, farsi, nuovi amici e trovare quelli dell’infanzia. Esso ha Visita al “British Museum” generosi volontari potranno versare pochi soldi per una grande impresa. Gli animali, noi uomini compresi, risentono dell’urbanizzazione e delle industrie con i loro scarichi nocivi, che, senza considerazione, vengono versato nei torrenti: desidero salvaguardare l’ecosistema dei nostri territori e far capire ad ognuno come, anche nel nostro piccolo, possiamo aiutare il mondo. Intanto vi terrò informati sui progressi del mio progetto e vi spedirò altre lettere come questa con inserite le foto della zona da bonificare … Vi ringrazio per l’attenzione e per avere letto questo mio messaggio, un appello a tutti i “mali ambientali” della nostra terra, e vi prego di prendere a cuore questo problema. Cari saluti. FILIPPO VERNOCCHI 3a C delle tavolette racchiuse in un mattone delle fondamenta di un edificio dell’epoca. Il mondo greco antico occupa una parte considerevole del British Museum. I primi reperti risalgono al IV millennio a. C. e testimoniano la nascita di una cultura originale delle isole Cicladi dove semplici figurine di marmo simboleggiavano il mito della fertilità o semplici amuleti; da qui il centro della civilizzazione egea si spostò verso sud a Creta, isola del leggendario re Minasse. Di questo periodo colpiscono i delicati gioielli dalle forme ancora attuali. Mi ha molto impressionato pensare che alcuni vasi micenei risalenti al XII se. A. C. hanno la stessa età dell’epica omerica che sarà trascritta solo molti secoli dopo. Tutto il museo ruota attorno alle sculture provenienti dal frontone e dalle metope del Partendone, dette marmi di Elgin dal nome del lord che le portò in Inghilterra nel XIX sec.. A tal proposito penso che togliere tutte quelle meravigliose statue di Fidia da una struttura ancora esistente come il Partendone sia stata una scelta incivile, o forse vicina a una sensibilità ormai superata che voleva sempre mettere in risalto chi trovava le opere piuttosto che la cultura che le aveva prodotte. Addirittura il monumento alle Nereidi ( che è un vero e proprio tempio) è stato tagliato a blocchi e portato nel museo. Quando la prof. Mornati mi ha assegnato il “ Mausoleo di Alicarnasso” da disegnare, ricordo che non trovavo nemmeno un’immagine. Mi ha molto sorpreso scoprire che i resti di questa meraviglia del mondo antico ( originariamente in Turchia a Bodrum ) si trovano in gran parte qui: un ritratto colossale e uno dei quattro cavalli che tiravano il cocchio… stavo fresco io a cercarli su Internet in Turchia!!! Comunque devo proprio ammettere che mi ha molto sorpreso che tutte queste opere dell’antichità possano essere viste, toccate da tutti senza pagare una lira. Siccome un modo per finanziare il British Museum è utilizzarne i servizi io e la mia famiglia abbiamo deciso di mangiare nel ristorante che ritrova al suo interno. Mi sono proprio sentito a mio agio in questo museo creato 250 anni fa non solo per studiosi, ma anche per semplici curiosi, proprio come me. LEONARDO LAVOSI II D Poesie... racconti... recensioni Febbraio 2011 L’AUTUNNO L’autunno è una stagione magica e misteriosa: le foglie diventano di tutti i colori, fluttuano e danzano in aria, perché staccate dall’albero dal freddo e dal potente vento. Danzano e roteano per poi posarsi in un tappeto fragrante che sotto i miei piedi scricchiola incessantemente. Il vento si fa’ più vivo e gira per la città formando questi mucchi multicolori. Le foglie si trasformano: cambiano colore e da verdi, diventano rosse, gialle, marroni e di altre tonalità. Gli alberi sono spogli e mostrano il loro tronco ruvido ed imponente. La corteccia diventa rag- UN PRANZO IN FAMIGLIA! LE STAGIONI L’autunno è il freddo nelle case i giubbotti tirati fuori dall’armadio le foglie che cadono dagli alberi e i rami che si spogliano . L’inverno è la neve sopra i monti le piste da sci piene di sciatori il santo Natale e il nuovo anno che verrà . La primavera è il sole che scioglie la neve i fiori che sbocciano nei prati gli alberi che si rivestono i primi frutti nascono . L’estate è divertimento il caldo infernale senza la scuola il mare è la nostra salvezza . L’estate è amicizia . LA LUCE Che cos’è la luce… Forse un piccolo spazio di sole… O forse un posto dove tutti sono uguali… Magari è quel luogo che permette A tutti di vedere il mondo Anche a chi lo vede piccolo e scuro… Per le persone fredde È solo un leggero e inutile raggio di sole Penetrato per colpa delle tapparelle Aperte, Per chi ha un cuore è un raggio di sole Voci di anime che urlano alla gioia. Ma per tutti la luce è comunque un grande Mistero. Perché ogni persona la vede diversa. MASSIMILIANO BARRELLA 3a H ARIANNA NERI 1a H LA NEVE grinzita a causa della miriade di gocce che scendono dalle nuvole grigie e rattristate. La nebbia inizia a coprire tutto e la pioggia a farsi sentire con mille ticchettii. I sempreverdi diventano invidiosi perché perchè gli altri alberi hanno uno scialle di foglie che ricopre le radici, infreddolite. Tutto mi sembra colorato ma triste. Il sole scompare dietro a nuvoloni di forme inimmaginabili, portatori, forse di qualche tuono. L’alba non ha più quelle allegre sfumature e tutto preannuncia l’arrivo dell’inverno. I campi da calcio son vuoti, così come il cuore dei bambini che volevano fare un’ultima partitina. A me l’autunno non piace, mi mette malinconia; rammento tutto quello che ho fatto con i miei amici l’estate precedente: corse, risate, scherzi, nuotate e con lo sguardo rivolto verso il cielo, aspetto che tutto, intorno a me, ritorni ad essere vivo. BERTOLINO E’ UN GIORNALE Bertolino è un giornale Entusiasmante, Ricco di notizie, Testimonianze Opinioni interessanti. Lesto e agile Interviene Nelle nostre vite altrimenti Orribili L’autunno sembra una stagione triste, ma ad osservare attentamente ci si accorge che non è poi così triste, anzi, fa di tutto per renderci allegri con i suoi mille colori. Qualche giorno fa sono andato nel parco vicino alla mia scuola ed era una distesa di colori. Sugli alberi,tra alcune foglie ancora verdi e altre marroni, ne spiccavano molte rosse e gialle. Certe di quelle rosse avevano un colore spento, ma altre erano vivacissime con sfumature viola. Quelle gialle sembravano d’oro; molte avevano le vena- ture ancora verdi, tante altre avevano le punte arricciate che cominciavano a diventare marrone. Si vedevano qua e la anche foglie arancione, bellissime, ma rare; la maggior parte erano completamente marrone più chiaro o scuro, tinta unita o con sfumature verdi o gialle. Il prato era ricoperto di foglie secche e umide, ma ogni tanto si vedeva un po’ d’erba verde. I tronchi scuri, rivestiti di muschio a causa dell’umidità, creavano un piacevole contrasto con le foglie degli alberi e col tappeto di foglie bagnate e luccicanti per la pioggia caduta nei giorni prima e che cominciava a cadere nuovamente. Il cielo era grigio e biancastro con qualche nuvolone minaccioso, contrastava con i colori caldi del bosco: sembrava volesse renderlo triste perché invidioso di tanta bellezza. Di fronte a questo spettacolo ero felice e sentivo dentro di me un sentimento di pace e di serenità. SIMONE PESARESI 1a B Aspetto tranquilla la sveglia che squilla, voglio uscire all’aperto con la neve giocherò di certo! A. BRANCALEONI I F- G. BIANCHI I E Bertola JACOPO RAPPOSELLI 2a F I COLORI DELLE FOGLIE Cade bianca e leggera la neve di sera, scendendo docili tanti piccoli fiocchi. ALISA CASTIGLIONI 1a D L’ALBERO DELLA PACE La pace è un albero con tanti rami. su un ramo c’è voglia di non fare la guerra, su un ramo c’è il bocciolo della libertà, su un ramo ci sono i bambini che giocano liberi, su un ramo cresce il cibo per tutti i popoli della terra, su un ramo ci sono gli uomini che vivono senza litigare. Quando un giorno tutti questi rami fioriranno ci sarà la FELICITA’ . La Bertola è la nostra scuola, qui davvero il tempo vola! In questa scuola molte persone si son trovate bene, e dicono che qui venir conviene. Ci son ragazzi che vengono, ragazzi che vanno, c’è un gran “via vai” tutto l’anno. Qui son passate tante generazioni, che hanno ricevuto sempre nuove emozioni. C’è la palestra e il giardino, che è bello anche se piccolino!!! Le aule pulite e ordinate, quasi sembrano appena nate. I compagni e i professori, per farci ridere ne dicon di tutti i colori!!! Insomma …. la Bertola è la miglior scuola!!! SIMONA CENCI 1^H Mattia Germondari 1H FILASTROCCA SULLA PIOGGIA La pioggia scende e va, scorre nelle strade della città. La gente cammina con ombrelli neri e volano via tutti i pensieri, tranne uno: quello dell’estate, con castelli di sabbia e formine colorate. I bambini alla finestra scrutano il cielo tutto in tempesta, pensano ai bagni fatti nel mare e alla lunga spiaggia dove giocare. Altri con verdi stivali saltano sulle pozzanghere delle strisce pedonali. Il cielo si apre, ritorna sereno, un arco si accende: è l’arcobaleno! I bambini lo guardano con volto stupito mentre lo indicano con un dito. Purtroppo so che durerà poco Allora decido di scattargli una foto. SILVIA CIUFFOLOTTI 1a H SERA D’AUTUNNO O sera, come una mamma affettuosa, abbraccio ogni cosa e la natura riposa. Il bosco scherza con le foglie gialle benché il freddo senta già alle spalle. Gli uccelli sono ormai in volo qualcuno rimane solo. Ogni soffiare di vento odor di autunno sento. L’ACQUA “Andiamo a prendere un panino al Mc’”?; a pranzo, a cena, a merenda per tutti i giorni della settimana questa domanda abbonda sulla bocca di ognuno o, meglio, di coloro che ritengono conveniente (spesso anche per motivi di lavoro) “prendere” una porzione di patatine o un hamburger come surrogato di un pasto: è il boom dei fast food. C’è chi, tuttavia, predilige ancora quel magico momento trascorso con i famigliari in pace, armonia e tranquillità: sì, sto parlando della classica scena in cui il marito, stanco e spossato da ore ed ore di lavoro, torna finalmente a casa dalla sua amata moglie, chioccia affettuosa, che attende il suo ritorno, magari insieme ad i suoi adorati bambini. È giusto pensare infatti a questa situazione quasi come fosse un diritto poter vivere, quello che, come affermano gli scienziati o i dietologi o i medici, è un ottimo momento per rafforzare i legami con i figli ma che, talvolta, diventa anche occasione per gustare del buon cibo di qualità. È scientificamente dimostrato che le pietanze preconfezionate, riscaldate e ricongelate troppo spesso, sono nocive alla salute di chi le mangia se ingerite tutti i giorni, ripetutamente: lo stesso vale anche per i cibi disponibili al fast food che, al contrario di come si dicono le invitanti pubblicità, non sono affatto preparati con ingredienti scelti e salutari, anzi…! Spesso infatti, come si dice in un italiano forse non tanto raffinato, “si tira a far legna”, ovvero si cerca di massimizzare la quantità dei prodotti con un minimo di denaro, a discapito però della qualità: non c’è da meravigliarsi quindi se gli animali da condurre al macello vengono sfamati con mangimi artificiali e tossici (come nel caso del mangime alla diossina che ha inquinato le uova delle galline che lo mangiavano, in Germania), oppure se la “verdura” viene concimata con veleni o, peggio, se le salse nei panini ed il pane stesso contengono una dose spropositata di aromi, naturali e non, di conservanti, di emulsionanti, di coloranti, etc. Meglio non parlare poi dell’uso incosciente di oli (spesso di palma e di cocco), che talvolta tendono ad assomigliare a catrame piuttosto che allo sperato olio extravergine di oliva: se poi si miscela il tutto con dosi abbondanti di sale, dannoso ai reni ed alla povera pressione, e con la scarsa igiene in cucina, allora si ottiene un prodotto finale che ha tutti i requisiti di una vera e propria arma distruttrice: un atroce concentrato di impurità rassomigliante ad una mini-bomba atomica! Non è un caso infatti che i dati mostrino che chi fa uso troppo frequentemente di fast food abbia una vita media di circa 15-20 anni inferiori alla media, motivo per non lamentarsi dei piatti, non sempre di sapore ottimo ma sicuri, cucinati dalle madri. A rafforzare poi la tesi che mangiare in casa è meglio che consumare pasti nei fast food, compaiono anche i giudizi degli esperti: secondo altre statistiche, pranzare assieme alla famiglia migliorerebbe i rapporti con quest’ultimi diminuendo, nel caso si parli di una giovane coppia, le probabilità di divorzio, cosa ormai frequentissima. FILIPPO VERNOCCHI 3a C L’acqua non va sprecata , ma solo bevuta, è un bene prezioso , ma non tutti ne fanno un buon uso. Molta gente acqua non ha , e altra la spreca, essa è preziosa come una rosa. GIANLUCA BONCIUCCI 3a H LA NOTTE DI HALLOWEEN Notte nera, lunga buia… Ad illuminarti ci sono solo il sorriso dei bambini e tante fiammelle Pipistrelli , ragnatele , streghe , maghi e fattucchiere … Questa notte è tutta loro!!! Canti , balli e stregonerie , ma che meravigliosa notte piena di magie. “Dolcetto o scherzetto?” Chiede ridendo il Diavoletto ad ogni casa che va a visitare. La paura va esorcizzata, perché in questa magica notte i morti fanno una bella rimpatriata! GUIA DELUCCA 3a H MATTIA GERMONDARI 1a H Pag4 LASSÙ NEL CIELO Vi siete mai chiesti quante stelle ci sono nell’Universo che, in confronto al nostro Sole, possono essere molto più grandi? Ebbene, ne esistono tantissime! Tutte hanno nomi un po’ strani e colori molto vari: dal rosso all’arancione, dall’arancione al giallo, dal giallo al bianco e dal bianco all’azzurro. Questo perché hanno temperature diverse e quelle con il colore più chiaro sono più “calde”. Esiste una stella talmente grande che per percorrere tutta la sua circonferenza, con un aereo di linea, ad una velocità di 900 km/h, ci vorrebbero circa 1100 anni per ritornare nello stesso punto! È una cosa impressionante! Se dovessimo disegnare questa stella e la nostra Terra, questa ultima non si vedrebbe nemmeno! Insomma, nell’universo ci sono così tante stelle che noi, paragonati a questa Ipergigante, siamo insignificanti. Io trovo che l’Universo sia bellissimo e pieno di misteri…e chissà, magari da qualche parte, lassù, c’è qualcuno che come noi, sta cercando un altro pianeta vivente. SARA BARROI 3a H Poesie... racconti... recensioni Febbraio 2011 “ CONTROLLORE, C’E’ UNA PECORA IN TRENO! ” …Storie strane di viaggiatori bizzarri e tecniche incredibili per non pagare il biglietto Il capotreno riminese, Moreno Babboni racconta in questo libro le sue incredibili avventure, avvenute nei trentacinque anni di servizio per le Ferrovie dello Stato. Gli episodi più divertenti riguardano i mirabolanti stratagemmi per non pagare il biglietto e viaggiare a scrocco: ad esempio, l’albanese che monta a cavalcioni del respingente all’esterno del treno e percorre così il tragitto Rimini - Bologna, come un cavaliere da rodeo. All’arrivo, i poliziotti dovettero faticare non poco per togliergli le mani dalla presa, perché si era irrigidito come un morto(abituato ai 60 km \ h dei treni del suo paese, mentre da noi viaggiano ai 160). Un altro caso stravagante riguarda una graziosa signorina che nascose il biglietto nel calzino, fetido e grondante di sudore, sicura che nessun controllore avrebbe osato prenderlo in mano per controllarlo. Un personaggio molto strano, che si aggira tuttora nei treni e per le strade, è “il fantasma baciatore”; questo, sempre vestito di bianco dalla testa ai piedi, tanto che sembra un operatore della Nasa; chiede l’elemosina con un bicchierino (bianco), sparando raffiche di baci a destra e a manca, e anche il povero controllore non viene risparmiato. Quando gli si chiede il biglietto, lui scappa immediatamente via, a gambe levate, dileguandosi appunto come un fantasma. A proposito, il titolo del libro si basa su un fatto realmente accaduto:gli emigrati meridionali, spostandosi a Nord in cerca di fortuna, portavano con loro anche polli e galline, a volte persino ovini. Sono orgoglioso di comunicare che lo scrittore è mio padre. ELIA BABBONI I M GIRO GIRO TONDO PER PULIRE IL MONDO È arrivato il Natale !!! Nell’aria si respira un profumo di festa. Per le vie ci sono tante luminarie diverse che illuminano la città;i negozi sono tutti addobbati con bellissime decorazioni natalizie e alla televisione si sentono già le pubblicità dei pandori e dei panettoni. Noi tutti stiamo già andando a comprare i primi regali per i nostri parenti e per i nostri amici. In giro c’è una gran confusione di gente che compra, spende, guarda, corre …. Ognuno di noi, però, si dovrebbe chiedere qual è il vero senso del Natale e come va vissuto: c’è gente che vive il Natale come una festa qualsiasi, mangiando in abbondanza e spendendo tanti soldi ma, per fortuna c’è gente che lo vive pensando a Gesù che è nato, aprendo (la mattina di Natale) i regali insieme alla propria famiglia in un clima raccolto e stare con i parenti non solo per mangiare ma per stare insieme. Il Natale è una festa che va vissuta con felicità e serenità. A Natale si è tutti più buoni e ci si deve aiutare gli uni con gli altri come dice la pubblicità di un noto panettone “E’ Natale, è Natale si può fare di più”. A me piace il Natale perché è una festa in cui si può stare tutti insieme e uniti. VANESSA VENZA 3a H Gettando rifiuti di ogni tipo In mezzo al mare. Ancor più attenti Di ogni altra cosa, per sentir cinguettare gli uccellini e veder volare le farfalle possiamo usare un po’ la bici al posto delle macchine motrici. Incendi nei boschi non vogliamo Più vedere Per colpa di qualcuno che Non fa il suo dovere Gettando sigarette ancora accese Che provocano incendi in tutto il paese. Forse tutto questo non basterà Ma almeno un po’ più Di gioia a noi tutti darà. GIACOMO DELLAROSA 3a H HAIKU Profuma come l’aria in primavera la rosa del giardino . AURORA SAMMARINI 1a E I sogni sono i tuoi desideri che accompagnano la notte raccontando i tuoi pensieri; che si aprono e quando, come i girasoli al calar del sole, si chiudono le palpebre e finiscon le parole. I sogni sono le tue paure le più lievi le più brutte, ci sono proprio tutte. Sono come spade nel cuore ma poi per fortuna ritorna il buon umore quando desto ti accorgi che era solo un sogno brutto e felice ti scordi di tutto. I sogni non sono altro che desideri o paure repressi che la mente cerca di mostrarti anche se non vorresti. GIOVANNI GHIZZONI I 1a E Un gelato vorrei dolce come l’amore di mia mamma . SARA BERNARDI 1a E La mia sorellona non perde mai tempo E ad internet si collega in un momento Per tutto il giorno continua a chattare E con me non ha più tempo per giocare Vicino sta il nonno, artista in pensione, che scrive, dipinge e suona il trombone è un po’ smemorato, sarà per l’età ma coi suoi racconti sorrider ci fa. Infine sta a me, furbetta e piccina Chiudere in coda la cartolina. SILVIA CIUFFOLOTTI 1a H Luna splendente brilla in ogni cuore immensamente I BROCCOIDI DEL PIANETA VERDUR calante ispira l’animo brillantemente SOLEDAD LANCI 1a H Caro papà La mattina nebbiosa ricorda una luna offuscata . Papà tu sai sempre come rendermi felice, papà tu mi aiuti in ogni momento, papà tu sai tutto di me, papà tu mi sai amare come nessun altro. GIOVANNI GHIZZONI 1 a E Tu papà sei semplice ma allo stesso tempo Complicato, tu papà sei la mia strada e io ti percorrerò, tu papà sai sempre dove sono, tu papà anche se sei lontano io ti sentirò vicino. Nuvole Eterne Viaggiano Esili. Case Va Estivo Nelle Terre Orientali. Rugiada Presto Iniziano Orrende Gocce Gelide In Aria. Già Ha Imbiancato Anche Campi Invadendo Ogni luogo. Brilla Indurita Nell’ Aria. BRANCALEONI I F CENCI I H Filastrocca sulla famiglia Intanto la mamma vicino ai fornelli Cucina cantando dei ritornelli Espande nell’aria profumo di torte Ascoltando la musica del pianoforte romantica illumina le acque elegantemente In spiaggia mi avvolge il vento arrabbiato . L’Italia, l’Italia che con la sua bandiera tricolore verde, bianca e rossa dona a tutti noi quel senso di: Verde come la speranza che abbiamo ogni giorno Di vivere la nostra vita nel modo migliore Bianca come il desiderio di pace e serenità per tutti noi Rossa come la forza per andare avanti, l’ottimismo per un’Italia migliore. L’amore per la nostra Italia che non dobbiamo perdere mai. GIACOMO DELLA ROSA 3a H Mentre si rade barba e baffetti Il babbo fischietta allegri motivetti; la sua passione sono i pesci di mare che si diverte ad allevare. lei misteriosa luccica i confini allegramente MARCO CESARINI 1a E I COLORI DELLA VITA In famiglia siamo un quintetto Ve ne dipingo un bel quadretto. UNA LUNA ARGENTATA ACROSTICI DELL’INVERNO Viola,viola la legge suonando la sua viola tra le viole del suo giardino. Venti venti spazzano via le leggere foglie e invogliano Viola a leggere un libro su i principi dei principi di Spagna. Un piccolo kiwi ruba il kiwi di Viola mentre è assorta nella lettura, ma Viola veloce con la sua penna stacca una penna dal kiwi e lo cattura. Portandolo al mercato vende il kiwi per uno scudo. Ma mentre fa ritorno inciampa sullo scudo del soldato e chiede perdono ma si perdono in chiacchiere. Viola scopre che ha corso un grave pericolo a distrarre il soldato; infatti un corso, di corsa è entrato nel villaggio e lancia una lancia contro un pescatore che pesca mangiando una pesca. Nulla più succede e tutto tace; Viola ritorna a suonare la sua viola viola tra le viole del suo giaradino. Gabriel Giannini 1°D I SOGNI ELENA SANSONE 3a H BARBIANI LUCA 1a H GIOCHIAMO CON LE PAROLE OMOGRAFE LA MIA MIGLIORE AMICA La mia migliore amica è quella con cui condivido tutto; le risate, i segreti, i vestiti e, a volte, anche i litigi. È quell’amica che ancora prende l”happy meal” al McDonald che ti fa uscire di testa. Ma è anche quell’amica che non ti abbandona mai Qualsiasi scelta tu fai e, se le chiedi aiuto non ti dirà “mi rifiuto” E’ quell’amica che fa cose strane Tipo chiamarti alle 9 di sera e parlarti per un quarto d’ora solo di rane, ma la cosa più importante è che la nostra amicizia rimanga sempre costante. Giro giro tondo Ricicla tutto il mondo Se aria ancora buona Vogliamo respirare Allora tutti attenti Noi dobbiamo stare. Innanzi tutto a non sporcare Ti cambia in silenzio quatto , quatto il tempo . E’ NATALE!!! Pag5 EMANUELE MICALE 1aH COME UNO SCRIGNO DI PERLE L’amicizia è come uno scrigno di perle: il tuo cuore è lo scrigno, mentre i tuoi amici sono le perle. La cosa che tiene le perle chiuse nello scrigno è L’amicizia solida e indistruttibile come un lucchetto di quelli più sicuri. Ma può succedere che una perla esca dallo scrigno e si rompa in mille minuscoli pezzi. Questo accade per via di piccoli errori che Possono incrinare un’amicizia sino a romperla del tutto. Uno di questi è la gelosia: un po’ fa bene, ma troppa può trasformarsi persino in: cattiveria. E’la gentilezza che non deve mai mancare ma ancor di più l’amore; solo così il tuo scrigno sarà un tesoro prezioso. Elisa Castiglioni I D Sono esseri piccoli con una testa molto grande a forma di broccolo giallo e verde. Emanano un fetore tremendo che fa svenire chiunque gli stia vicino. Il corpo e gli arti sono eccessivamente piccoli rispetto alla testa al punto tale che non sembrano presenti. Quando si muovono sbandano da una parte all’altra causa il grande peso del capo il quale all’interno è cavo e non presenta forme di cervello. Hanno un linguaggio indecifrabile che presenta suoni gutturali e primitivi. I VENUSIANI DEL PIANETA KNAAF Sono esseri mostruosi con tre teste e due mani per braccio. Non hanno capelli né peli, ma piedi esageratamente grandi. Il corpo è ricoperto di cera rosa e scivolosa. Hanno un’indole attaccabrighe ma se si diventa loro amico ti saranno sempre fedeli. Hanno imparato ad utilizzare la cera presente su di essi per costruire palline che usano nei loro tornei di Calcio Venusiano: il loro campione è un mastodontico tricefalo di nome Venusianovich. I TRIMPIDI DEL PIANETA PENTARO Sono esseri gommosi formati da un corpo vermiforme e da un unico grande occhio che permette loro di vedere fino a 1000 km di distanza. Hanno braccia lunghissime con mani ad imbuto e piedi piccolissimi attaccati al tronco. Nel muoversi tremolano e si piegano in tutte le direzioni. Vivono in crateri e vulcani spenti cibandosi di ceneri e lapilli che trovano veramente appetitosi. LA REDAZIONE DEL BERTOLINO Io e. l’Arte Febbraio 2011 Pag6 Il Romanticismo Il Romanticismo è un importante movimento artistico sviluppatosi tra la fine del XVII sec. e la prima metà del XIX sec. L’arte romantica interpreta l’esigenza di libertà dei popoli ed esalta i valori religiosi ed il sentimento individuale, rifacendosi da questo punto di vista all’arte medievale. In questi secoli si diffondono il sentimento del pittoresco, cioè la bellezza più spontanea e naturale, e C.D: Friedrich, Viandante sul mare di nebbia 1818 - Amburgo, Kunsthalle l’idea del sublime, che esprime l’immensità della natura nei confronti dell’essere umano. Il più grande pittore romantico è stato certamente Caspar David Friedrich che rappresentava spesso persone davanti ad un paesaggio meraviglioso e mozzafiato, esprimendo l’idea del sublime. Alcuni di noi hanno rappresentato la grandezza della natura dal punto di vista di Friedrich. Quindi abbiamo l’onore di presentare…… LA SUBLIME 3I Le vagliatrici di grano In questo dipinto si vedono due donne ed un bambino.La donna a sinistra sembra stanca: sta scegliendo i chicchi di grano; quella al centro sta vagliando il grano, sta usando cioè quello strumento per scegliere il grano della stessa grandezza. Il bambino sta guardando dentro una madia, il mobile in cui si teneva il pane.La donna al centro è considerata la “protagonista” del quadro. E’ l’equilibrio perché ha le braccia distese in avanti. La luce diffusa crea dei chiaroscuri e delle ombre, per esempio nel telo steso per terra, nelle pieghe dei vestiti delle donne, nel bambino, nei sacchi di grano. Dovunque. Il quadro ha una composizione simmetrica. Il “peso” della donna di sinistra più i sacchi è simmetrico a quello del bambino più la madia. Lo strumento che sta usando la donna con Le vagliatrici di grano Gustave Courbet, 1854 – Nantes, Musée des Beaux-Arts vestita bene, non si direbbe sia povera. La scena si svolge in un luogo chiuso. Sullo sfondo si vedono dei sacchi di grano, per terra un telo, delle ciotole e dei cesti. Il dipinto è’ stato realizzato con la tecnica dell’olio su tela. Il colore che si nota subito e che risalta è il rosso dell’abito della donna al centro. Si vedono inoltre diverse tonalità di verde nella donna a sinistra e nel bambino. Lo sfondo è realizzato con diverse tonalità di giallo (i colori usati sono tutti colori caldi). La donna al centro ha dei gesti che ricordano i movimenti di una ballerina di danza contemporanea: è molto elegante e la sua posizione è simmetrica. Porta indietro la schiena sbilanciandosi, ma mantiene l’abito rosso è il centro del quadro. La donna è idealmente contenuta in una piramide, che dà un senso di stabilità e di equilibrio. In questo quadro si vede la profondità dello spazio perchè viene usata la prospettiva. L’autore mostra la realtà del lavoro, la fatica. Il lavoro è un diritto. Il lavoro è quindi rappresentato come una attività dignitosa. Era svolto dai poveri, che qui vengono mostrati come se fossero dei nobili, in atteggiamenti eleganti e composti. Nel quadro la donna al centro viene dipinta come una regina, con l’abito rosso e in una posa da ballerina di danza contemporanea, quasi. Claudia Russo 3I Febbraio 2011 ALTRI TRE ANNI SONO PASSATI… Come passa il tempo! Mi ricordo quando andavo alle elementari: una bambina spensierata che pensava a giocare e a divertirsi e basta! Ora è cambiato tutto: si ha paura del giudizio altrui, si sta male per i ragazzi, bisogna essere più responsabili, saper fare delle scelte e molte volte arrangiarsi da soli. Bè che dire, è cambiato tutto, siamo diventati grandi ma questi tre anni di scuola sono stati meravigliosi, devo dire che non mi aspettavo che le medie fossero così. Ho fatto tantissime nuove conoscenze, nuovi amici, nuovi nemici, nuovi amori, nuovi professori…Mi dispiace molto il fatto di cambiare scuola perché so che mi mancherà tutto delle medie, la mia fantastica classe e le tantissime persone che mi hanno accompagnato in questo “cammino di crescita”. Ma non voglio pensarci, quest’ultimo anno di “relax” me lo voglio godere perché so che alle superiori cambierà tutto, e sarà tutto più difficile. In questi tre anni mi sono divertita da morire, tanto che preferisco venire a scuola che stare a casa, perché lì mi diverto, è lì che ho incontrato i veri amici, quelli con cui sto davvero bene, quelli che ricorderò per sempre, anche se ci divideremo alle superiori. Un grazie speciale lo voglio dare a Chiara, Angela ed Elena, le mie migliori amiche, che ci sono sempre state per me, in qualunque momento brutto o bello che sia, sono sempre state lì a consolarmi quando c’era da piangere facendomi ritornare il sorriso. Loro probabilmente andranno al liceo scientifico e non si divideranno, mentre io andrò al liceo linguistico e dovrò separarmi da loro, però so che non sarà più tutto come adesso, purtroppo. L’ultimo giorno di scuola me lo immagino già, sarà un incubo: salutare tutti, alcuni forse non li rivedrò più, altri sì, altri qualche volta ma cambierà tutto, tutti i rapporti cambieranno, ma non mi dimenticherò mai di voi. Grazie ragazzi! DEBORA PERAZZINI 3a H CIAO, CIAO 2010! Quest’anno è passato davvero veloce… me ne sono accorta la mattina di Natale, mi sono alzata e mi è venuto in mente come, un mese prima non vedessi l’ora che arrivassero le vacanze natalizie, che questo benedetto anno terminasse per buttarsi tutti i dispiaceri alle spalle e, con il nuovo anno, voltare pagina per scriverne nuove storie basate sui ricordi di quelle vecchie su una bianca, sperando che siano migliori di quelle passate. Ho pensato a come il tempo scivola via così freneticamente e come è passato quest’anno. Mentre osservavo le luci brillanti e colorate dell’allegro albero di Natale, ho fatto un riassunto ancora più breve delle cose straordinarie che mi sono accadute in questo 2010.Perchè, veramente, quest’anno è stato intenso e straordinario e ha travolto la mia vita in maniera radicale, anche se è passato come un alito di vento. Nuovi amici, amori, scoperte, scelte, ostacoli, lezioni di vita, responsabilità e tanti importanti avvenimenti che saranno per sempre ricordi indelebili nella mia mente. La scelta del liceo è sempre più vicina e mi sembra che solo due minuti fa pensavo che avevo ancora molto tempo per questo passo importante, tutto il tempo che mi serviva per rifletterci, ma , evidentemente, mi sono sbagliata. Mi chiedo come ho fatto a non accorgermi di ogni secondo che scivola, di ogni momento che diventa “passato” nell’arco di tempo che impiego per fare un singolo respiro. Come ho fatto a non accorgermi che ogni giornata che passo non tornerà più? Che ogni cosa ha una fine? Io sono sempre stata sbadata, ma non credevo di tralasciare un dettaglio così importante fino ad ora, fino a quando questo tanto atteso Capodanno non mi ha svegliata, è arrivato senza preavviso come un tuono e mi ha fatta sussultare.. Cosa mi aspetto dal prossimo anno? A dire il vero non lo so neppure io. . certamente qualcosa di buono, un sogno che si avvera, magari. Anche se ho sempre pensato che sognare cose impossibili a volte è da bambini. Poco male… sono fiera di essere una bambina, allora. Il 2011 già bussa alle porte e tutti aspettano il giorno di Capodanno per festeggiare insieme quest’importante avvenimento. Cenoni, vistose decorazioni e cose varie. Ma non ho ancora capito perché la gente festeggia la fine di un anno che passa. Non capisco cosa c’è di lieto nell’accorgersi che un anno è andato via per sempre come tanti altri. Forse perché qualcuno spera sempre nell’anno che viene? Forse perché dopotutto il tempo passa e bisogna vivere in pieno le proprie giornate? Non ho mai avuto le risposte alle mie strane domande dire la verità …non so se penso cose semplicemente assurde o se quello che sto dicendo potrebbe far riflettere la gente. Per questo a volte non ho voglia di ritirare fuori certi discorsi apparentemente insensati, per non farci la figura della scema. Essendo sincera non voglio che il 2010 finisca ora… devo terminare delle “faccende in sospeso” che non voglio trascinare nell’anno nuovo e vorrei che il tempo si frenasse solo un attimo per darmi il tempo di prendere fiato e fermarmi giusto un momentino in questa corsa. Sto trattenendo ogni mia giornata con le unghie per evitare che passi ma mi scivola dalle mani come l’acqua ed io, piccola e impotente, non riesco a fermarla. E il “gigante” tempo mi impone questa vita frenetica. Ora quello che vorrei dall’anno nuovo è qualcosa di buono… che mi faccia distogliere dal pensiero di questo tempo che passa ferocemente e che mi faccia sorridere e dimenticare tutte le cose brutte. Sperando in questo, voglio dire addio a questo anno che rimarrà solo nei ricordi e voltarmi per scorgerne uno nuovo. Auguro tutta la felicità del mondo a chi mi vuole bene per quello che sono, ma anche a tutta la scuola e alla redazione! E quindi, per concludere: “ Buona notte e miglior inizio a tutti!” SARA CIUFFOLOTTI III H Io... Io... e Pag7 Riflessioni sul tempo e l’età 13 ANNI PERIODO DI TRANSITO I MIEI 13 ANNI Quante volte alla mia età ci si sente dire “Sei ancora troppo piccolo per capire” oppure “Non hai ancora esperienza su questo argomento”… E in effetti, anche se non mi piace dover dare ragione a queste dicerie, che a volte sembrano vogliano rinfacciarmi i miei tredici anni come se essere giovani fosse una colpa, la situazione è proprio questa: non ho ancora superato la cosiddetta “età verde”, quella immatura, che mi impone ancora il giudizio di “bambino” agli occhi degli adulti. Quindi non ho vissuto, per ora, l’esperienza del primo amore o del primo rifiuto, l’esperienza di andare al cinema in motorino il sabato, le grosse delusioni: prendere “tre” in una verifica alle superiori, fare una litigata grossa con gli amici, oppure essere partecipe degli epici tradimenti tra compagni (spesso proprio a causa di una ragazza) che si vedono nei film di liceali. La mia infatti è un’età di mezzo, un po’ strana, forse, ma passeggera: sono ora nella zona di transito tra tutto quello che ho appena elencato ed i momenti da bambino, quando si riesce sempre ad ottenere tutto facendo semplicemente gli occhi dolci e abbozzando un sorriso; momenti indubbiamente felici, sereni, perché si ha tutto quello che si desiderava di più. Ovviamente non sto parlando di avere un drago in camera, né super poteri, né un serpente in salotto, tutte utopie, e nemmeno una camera colma di giocattoli o giornate in cui gli adulti non sgridano mai: i miei genitori non hanno rinunciato a cercare di insegnarmi la buona educazione, anche se questo ha voluto dire per loro tredici anni di pianti isterici; grosso modo, tuttavia non mi hanno mai imposto divieti eccessivi ed inutili e per questo li ringrazio, perché mi posso vantare ora di avere il privilegio di dire “No, nella mia vita non ho mai ricevuto grosse delusioni”. Ammetto però che sono in parte contento di lasciarmi alle spalle l’infanzia per andare incontro al liceo, che molti giudicano “il periodo più bello della loro vita”. Crescere può risultare emozionante e, a volte, anche gratificante, perché sinceramente sono ansioso di sfogliare, un giorno, quando di delusioni ne avrò già avute parecchie, l’album fotografico di famiglia e di riscoprire anche dentro me stesso, dentro al mio cuore, il mio lato bambino. E’ anche vero che con gli anni si acquisiscono atteggiamenti diversi, diversi modi di vedere la vita: riguardando i film “Happy day” o “Grease”, mi accorgo di come un liceale la pensi diversamente da me, ma soprattutto di come la società influenzi e modifichi costantemente il modo di pensare e di agire della gente. Ora come ora, infatti, non sono d’accordo con le “strategie per farsi notare” (come ad esempio l’utilizzo di quantità assurde di gel nei capelli) dei ragazzi dei film, perché si deve piacere così come si è senza dover modificare aspetto e tanto meno carattere: ma se è vero che l’amore è cieco, tra qualche anno forse non la penserò più così, e allora conterà solo non ricevere una delusione!!! Caro diario, questo è proprio un periodo strano. E’ un passo, una caduta, un groviglio di tunnel, un ponte traballante. Ora ho tutto: sicurezze, punti fissi, tranquillità. Poi questo ponte. Un brivido. E’ così vicino il ponte, e così vicina al ponte la possibilità di cadere. Non so più niente. Come quando fa freddo, e la terra è coperta di bianco: metti un piede sulla neve perché hai paura di scivolare sul ghiaccio, ma sai che sulla neve non accade, la neve non ti fa cadere. Invece cadi lo stesso. E il grande specchio in cui era riflessa la tua immagine si frantuma. Chi sei? Un uomo senza ombra e senza immagine. Un lupo scheletrico e stanco che va avanti senza meta. Sei solo una parte del puzzle, e non sai nemmeno quale mai sia il tuo posto. Il petalo di un fiore, forse, che al primo soffio di vento volerà via. O forse no. Un vecchio giradischi suona, guardo la notte, cerco la luna e non la trovo. Caro diario, ho tredici anni. E ho paura, e non ho ancora imparato a vivere. Sono troppo stupida ed orgogliosa per vivere. So scrivere. So leggere lo spagnolo e l’inglese. So persino fare due piroette sulle punte. Ma non so vivere. La settimana scorsa mi sono svegliata con in testa l’incubo più terribile che abbia mai fatto. Erano appena finite le medie, tutto qui. Sono rimasta nel letto, raggomitolata e chiusa, a pensare che andrò al liceo, mi diplomerò, poi prenderò una laurea con un bel voto scritto in grande e sarò un’adulta, ma non sarò niente. Voglio essere utile a qualcuno. Sì, sono egoista nelle piccole cose, ma in realtà voglio aiutare tutto il mondo. Ecco: già comincio a vivere. Voglio imparare a mangiare con la bocca degli altri, ad aiutare i cuori che non sanno ridere e sciogliere il ghiaccio che chiude troppe menti. Profonda, sensibile, delicata. Debole. Non ho voglia di essere come sono. Sono debole. Sono presuntuosa. E’ bello sentirsi superiori, grandi, intelligenti. No. Fa schifo. Diario mio, domani mi sveglierò. E come tutti i giorni andrò a scuola, a danza, a casa, e tornerò nel mio letto. Anche l’anno prossimo sarà così, credo. Ma in un’altra scuola, con altre persone. In quale scuola? Non lo so. Però voglio scegliere da sola. Devo scegliere da sola, per saper vivere. Posso scegliere io, e finché posso devo farlo. Perché qualcuno, ieri mi ha tagliato i fili e ora posso muovermi come voglio. Nel tagliarli mi ha fatto precipitare a lungo e sbattere contro un suolo troppo duro, e capire che è così e che è giusto così. Ora non ho più fili, ma un via. C’è poca luce: non vedo dove sia questa strada. L’importante è sapere che c’è e che la troverò, perché in fondo io so da sempre chi sono e che cosa devo fare, solo non so ammetterlo. Alla fine devi solo capire se preferisci vivere o volare, e devi conoscere bene entrambi, perché non è una scelta facile. La tua Serena FILIPPO VERNOCCHI 3a C LE RAGAZZE…E L’ ADOLESCENZA Caro diario, sono sconvolta, perplessa, disorientata, sono diversa sento che sto cambiando. C’è qualcosa dentro me che cresce sempre di più. Non so cosa sia ma scombussola tutta me stessa. Ogni giorno sembra che si innalzi sempre di più un muro tra me e mia mamma. Tutto ciò mi preoccupa, un momento sembra tutto perfetto e subito dopo si rovina tutto, non sono stabile, cauta, come una volta, sono diventata frenetica, non ragiono più su quel che faccio, magari ogni tanto compio un’azione che inizialmente mi rende felicissima, ma solo dopo capisco le brutte conseguenze, solo quando è troppo tardi. Bisticciare con mia mamma è una delle cose che odio di più, ma ultimamente non faccio altro che questo, litigi su litigi. Però ci sono sempre le mie amiche che mi rincuorano, ma non posso colmare il mio senso di disprezzo da parte di mia mamma. Dicendo questo penso sempre che quando ero piccola le cose che mi facevano più male erano le ginocchia sbucciate, eppure no, ho capito che ci sono cose peggiori che possono deludere la mamma. Lei dice che mi ha curato per tanti anni, lei che continua a farlo, lei che mi ama come nessuno al mondo, lei che mi da tutti i consigli per star bene, lei che cerca di aiutarmi in tutti i modi…eppure, da stupida che sono, invece di fare tesoro dei suoi consigli, faccio di testa mia. Deludendola ogni giorno di più! Oh diario mio! Come faccio a migliorare me stessa? Perchè sono diventata così? Forse perché sto crescendo? Forse questa forza dentro di me causa tutto questo? Non lo so! 07\11\2010 Eccomi, caro Diario, ho capito perché mi sento così sotto sopra, sto crescendo, sto diventando ragazza; è una sensazione strana, ma la posso affrontare, è un periodo della mia vita ci saranno alti e bassi, dei momenti belli e dei momenti brutti, ma con il tempo tutto si sistemerà, dicono tutti che sia il periodo più bello della vita, per adesso non sembra proprio così! 09\11\2010 Diario caro, sono felicissima, è bellissimo essere adolescenti, sono grande, ho capito come devo comportarmi con mia mamma, riesco a controllarmi, sono molto più responsabile, non so né come né quando, ma piano piano ho migliorato me stes- SERENA CECCHINI 3a G L’ADOLESCENZA e i buoni maestri Passano gli anni, tutto cambia, ma le difficoltà dell’adolescenza sono sempre le stesse. I ragazzi della mia età si stanno accorgendo di cambiare. Soli pochi anni fa , tutto era semplice, esisteva solo il gioco e gli unici punti di riferimento erano mamma e papà . Oggi, le idee sono molto più confuse e i punti di riferimento sono diventati motivo di scontro e di conflitto. Per noi adolescenti l’importante è apparire, i nostri problemi sono altro che esistenziali, d’immagine, dobbiamo vestirci, atteggiarci e perfino parlare in modo da essere accettati dai nostri coetanei e soprattutto vogliamo attirare l’attenzione dei più grandi. L’adolescenza è un periodo della vita nel quale ci troviamo costretti a fare scelte che saranno il binario della nostra vita, come ad esempio la scelta della scuola superiore. Gli esempi che ci vengono presentati dal mondo degli adulti a volte non sono particolarmente edificanti. Lo stesso mondo televisivo spesso ci propone dei personaggi privi di cultura, ma inseguono il successo senza avere nessuna competenza, ma solamente una grande capacità nel proporre la propria immagine. Tutto questo su di noi non ha un impatto positivo, perché molti di noi sono portati a pensare che si possa arrivare al successo senza alcun reale impegno. Senza fatica sia nello studio che nel lavoro si ottiene solo una popolarità effimera destinata a finire presto. E’ giusto invece pensare il contrario come ci insegnano i nostri genitori e professori, dobbiamo studiare tanto per avere un reale futuro, solo così potremo lasciare qualcosa di concreto ai nostri figli, ma tutto questo per noi adolescenti è difficile da capire dobbiamo solo sperare di trovare persone che ci insegnino e ci preparino a fare meno errori possibili. Nicola Hoffer 3aB sa. Ho trovato l’equilibrio giusto con mia mamma, dicendole tutta la verità ed ascoltando i suoi consigli come se fosse la mia migliore amica. Per controllarmi ho deciso che, prima di ogni decisione, ho giurato che conterò fino a dieci per riflettere su quello che faccio. Ma la cosa che mi rende più felice è che posso uscire con le mie amiche e divertirmi con loro. Ultimamente un ragazzo mi fa l’occhiolino, proprio ieri mi ha dato un bigliettino con scritto che ero carina. Sono strafelicissima, nessuno ha provato tanto interesse per me, sono diventata tutta rossa in faccia leggendo quel che mi aveva scritto. È stato il momento più bello di tutti, se anche questo fa parte dell’adolescenza, mi sa che questo sarà davvero il periodo più bello della mia vita! 04/12/2010 Angela Marga 3a H Io... Io... e Febbraio 2011 UN GIORNO DA DIMENTICARE Era Venerdì 19 Novembre, quando mia mamma è andata a prendere mio fratello a scuola alle 14.30 perché quel giorno aveva la convocazione al campo del Rivazzurra alle 16.00 per andare a S. Lorenzo a fare una partita di calcio. Non l’avesse mai fatto. A me sarebbe piaciuto molto andare a vedere la partita di mio fratello ma non sono potuto andare perché avevo l’allenamento. Mi è dispiaciuto di non esserci stato anche perché lui alle mie partite la Domenica mattina è sempre venuto. In quella partita mio fratello Filippo ha giocato il primo e il terzo tempo. Era quasi la fine del terzo tempo, quando Filippo ne scarta uno, ne scarta un altro, per trovarsi davanti al portiere a fare goal e proprio quando stava per tirare, un giocatore del S. Lorenzo gli entra sulle gambe, facendogli un fallo cattivissimo. Filippo non si è fatto male dove quel bambino l’aveva colpito, ma si è ferito al gomito, cadendo. Mia mamma ha detto che urlava dal male che aveva, non si faceva toccare da nessuno. Il Mister per non far gonfiare il gomito, gli ha messo del ghiaccio. All’inizio sembrava che gli fosse uscita la spalla perché, oltre al gomito, non la riusciva a muovere. Appena si è calmato un po’, mia mamma l’ha portato negli spogliatoi e l’ha cambiato, dopodiché l’ha portato a casa. La sera i miei genitori sono andati al Pronto Soccorso per fare una lastra, per vedere se si era rotto qualcosa. Io non sono voluto andare perché l’ospedale mi fa senso, soprattutto il Pronto Soccorso perché al mio babbo gli era uscita una spalla. Quella sera, il telefono ha continuato a squillare come non mai, perché hanno telefonato tutti i suoi compagni di calcio che, preoccupati, chiedevano come stava Filippo, compresi i suoi due allenatori e io davo sempre la stessa risposta, cioè che erano al Pronto Soccorso. Sono tornati a casa che era mezzanotte, io a quell’ora ero già andato a dormire perché il giorno dopo sarei dovuto andare a scuola. La mattina seguente, appena sveglio, ho visto che Filippo aveva il braccio ingessato: deve tenerlo 25 giorni. Oggi è l’8 Dicembre e fra sei giorni, finalmente, lo toglierà. Spero che vada tutto bene perché ultimamente mio fratello era molto triste, perché non poteva giocare a calcio e voleva che la mamma lo portasse al campetto da calcio a vedere i suoi compagni di squadra che facevano l’allenamento. Filippo è un vero appassionato di calcio ed è davvero bravo, è stato persino premiato in un Torneo a Marciano come miglior giocatore e gli hanno dato persino un trofeo che tiene gelosamente sulla scrivania vicino al suo letto. Questo 19 Novembre sicuramente è un pomeriggio da dimenticare, ma ormai è andata così e allora l’unica cosa che posso dire è che poteva andare peggio, nel senso che si poteva rompere qualcos’altro. Nonostante ciò non dimenticherò mai l’affetto che tutti i suoi compagni di squadra hanno dimostrato verso i suoi confronti,questo sta a significare che sono dei veri amici. I GIOVANI E LA TIVU’ ENRICO GOLINUCCI 3a B UN MONDO IN CHAT Gianmarco Barella I H COMPITI… CHE NOIA! Cari amici, non vi è mai capitato per avere per il giorno seguente, 5 materie e di finire alle undici di sera, sommersi da 7 libri, 11 quaderni, 6 album da disegno, 4 astucci 9 penne tra rosse, blu, nere, verdi ecc…? A me è capitato più di 4 volte (o forse anche di più), perciò vorrei dire a tutti alcuni consigli utili che ho imparato e scoperto, tutti a mie spese, parola di Elisa Castiglioni! PER I PIGRI: Appena avete tempo cominciate il prima possibile a fare almeno qualcosa, altrimenti potreste arrivare alle dieci o alle undici di sera coi compiti non terminati! PER I GOLOSONI DI DOLCI E PICCOLE DELIZIE: Per la vostra categoria conosco un metodo infallibile; cercate in ogni scaffale che c’è nella vostra cucina un dolcetto, poi mettendolo davanti a voi e, mentre fate i compiti, pensate che quando avrete finito lo mangerete…, state pur certi che finirete i compiti in un lampo! PER TUTTI GLI AMANTI DELLO SPORT: Dovete sapere che per voi ogni momento della giornata è utile per cominciare i compiti, cercate di avvantaggiarvi quando potete (soprattutto nei fine settimana)provate sempre a pianificare al meglio la giornata di studio in ogni piccolo particolare. In questo modo i vostri compiti saranno finiti appena in tempo! PER I DORMIGLIONI: Se per caso vi dimenticate di fare una materia oppure avete fatto “teoria” invece che disegno, non pensate nemmeno a farvi una camomilla, altrimenti dormirete sui libri. Un rimedio pratico esiste: fatevi un bel te bollente, se la materia è lunga bevete un po’ di caffè lasciato dai vostri genitori! PER I CURIOSONI: Non mettetevi a cercare qualunque cosa vi interessi sapere su quella materia, soprattutto se avete molti compiti, altrimenti alle 11 di sera non avrete ancora concluso niente! P.S. Bere l’acqua stimola il cervello a lavorare meglio. ELISA CASTIGLIONI I D MOZART SCONFIGGE IL CRIMINE PER UN PAIO DI BACCHETTE Ormai è risaputo che la musica, in particolare quella classica, provoca effetti benefici a chi l’ascolta. Gli studi scientifici infatti hanno dimostrato che i bambini crescono di più, inoltre le mucche producono più latte. Ora a confermare gli effetti della melodia, in particolare quella mozartiana, ci sono i rapporti della Polizia sulla sicurezza nelle strade. Infatti la polizia di Christchurch, terza città della E’ da quando ero piccolo che volevo suonare la batteria, anche se non l’ ho mai detto a nessuno. E’ cominciato tutto quando mia mamma mi comprò un videogioco: Guitar Hero. In questo gioco si può suonare virtualmente vari strumenti come la chitarra e la batteria, appunto. Si può benissimo capire che ci giocavo dalla mattina alla sera, esercitandomi in ogni tipo di genere musicale. Cominciò la mia passione per la musica e, soprattutto, per l’ heavymetal. I miei gruppi preferiti erano e sono i “Metallica”, i “Muse” e i “Children of Botom”. Dopo qualche mese, però, forse per un colpo suonato troppo forte, la mia batteria si ruppe; per me fu un vero choc perché, per imparare canzoni difficili, me le riascoltavo tutti i giorni nei CD o al computer. Quindi dovetti abbandonare il mio sogno per un po’. Non potendo più sfogarmi con la batteria, le mie dita escogitarono un piano: aiutate anche dal fatto che avevo appena finito un corso di percussioni a scuola, tamburellavano ovunque da sole e senza control- VIVA QUELLO CHE MI PARE GIULIA ROSSI, II G Messenger Per noi giovani è fondamentale non prendere catMessenger è uno degli strumenti moderni che, a noi tivi spunti dalla televisione, computer o ragazzi, permette di chattare (parlare) con gli amici playstation.Vedere tutti i giorni cose violente o fare o fare nuove amicizie. Per iscriversi basta creare un dei giochi di questo tipo non fa tanto bene; una serie nickname (nome) come ad esempio: di giochi per playstation e xbox mi ha lasciato un [email protected] e poi inviare gli inviti ad altri po’ perplesso … La serie “Grand theft auto” è un contatti per farli diventare tuoi amici. videogioco in cui sei un criminale e fai missioni in Se desideri, puoi mettere anche una foto del tuo cui nella maggior parte dei casi devi ammazzare personaggio oppure puoi scattare una tua immagiqualcuno e “nel tempo libero” vai in giro per la città con un bazooka a “braccetto” ad uccidere altra gente innocente. Se un adolescente tutti i giorni gioca a queste cose prima o poi gli verrà voglia di provare anche lui a fare come CJ (il protagonista di una delle saghe) anche se ovviamente non è uguale. In questo gioco però giocare normalmente non è all’ordine del giorno anzi si sono inventati anche dei trucchi che sono visibili tranquillamente nel web: se per esempio ti butti da un grattacielo non muori, ma nella realtà non funziona proprio così. Il trucco ti permette di non essere mai ricercato dalla polizia e quindi non si viene mai arrestati nonostante i tuoi gesti. Se l’intero globo si ispirasse a questa tipologia la popolazioneLa nonfirma sarebbe di 6 Costituziomiliardi della e nel 2050 non saremone in 11 miliardi, ma poche Italiana centinaia di persone. Anche io ho provato a giocare a questo gioco ed è come una malattia; ti da un senso di libertà ineguagliabile e se appena finito di ne con la webcam; questa però, come dice mio giocare vai in strada bisogna stare attenti perché CJ babbo carabiniere, per noi ragazzi/e sarebbe mesi rialza e volendo può anche ammazzare quello glio non inserire. Con Messenger puoi mandare che lo ha preso sotto, ma nella realtà si è orizzontali messaggi, anche “colorati” con le tante emoticon sul cemento con le vene che non trasmettono più il (faccine divertenti) J puoi giocare on line insieme sangue. Consiglio quindi a tutti di guardarsi da al tuo contatto oppure puoi decidere di vederti con queste cose e mai imitarle e se si è tentati di provare bisogna accendere la tele e guardare il telegiornale i tuoi amici attivando la webcam. I messaggi vene rendersi conto del gesto che si stava per compiere. gono scritti generalmente in modo abbreviato (es. Io ho comprato il gioco di Sant Andreas e l’ho tt per tutto, oppure tvb per ti voglio bene ecc.) ed il anche finito. Devo dire che sono rimasto deluso, un bello di questo è che nessuno ti corregge, però basta mio amico me lo aveva consigliato e quindi sono non abituarsi per non sbagliare poi a scuola. Da corso al Game Shop per acquistarlo. A mia sorprequando ho scoperto questo mondo, nei momenti sa la confezione era argento con su scritto in grande liberi da compiti e dagli allenamenti, passo molto DISCO DI PLATINUM e sotto “solo i dischi più tempo a chattare con i miei amici, specialmente con venduti entrano nella collezione” voleva dire che a quelli con cui non parlo quasi mai. Infatti Messenmolta gente piace massacrarne altre, ma comunque ger ti permette di essere vicino ai tuoi amici, con le meglio virtualmente che realmente. Certamente chiamate vocali e i video e, a volte, fare bene a non mi immagino la vita della persona che ha molte persone timide per farsi nuovi amici. inventato il gioco. Consiglio comunque di fare Messenger per i ragazzi è stata una delle più grandi esperienza con questo gioco sia per sfogarsi sia per invenzioni del 21° secolo. capire quale strada non si dovrebbe fare da adulti. GIACOMO DELLAROSA 3H viva lo sport , perché ti lascia libera di sognare viva le amiche, perché ti consigliano e ti stanno sempre vicino viva il gioco, perchè anche se gli anni passano puoi tornare indietro anche pur solo per un momento viva il tempo che ti fa vedere il mondo con altri occhi viva il mare, perché sciacqua tutto quello che non riesci a dimenticare viva il silenzio, per ricordare il passato viva il divertimento, per non dimenticare mai di quel ragazzo che sei e che resterai viva il sorriso,che è il biglietto da visita per qualsiasi cosa viva la notte, perchè copre anche le cicatrici più profonde viva tutto quello a cui gli adulti avrebbero detto no. Lo so, sono ancora come una bambina, ma non me ne faccio un problema. Diventando più grandi, gli adulti potrebbero limitare i nostri sogni, vietandoci di dire come noi bambini VIVA QUELLO CHE MI PARE ! Pag 8 Nuova Zelanda per numero di abitanti, ha reso note le statistiche su crimini minori commessi nel City Mall, quartiere commerciale che dal 2009 è allietato dalla musica di Mozart. Sembra incredibile, ma si è registrato un notevole calo della microcriminalità. Infatti solo nell’ ottobre 2008 gli agenti municipali della zona avevano rilevato 77 crimini a settimana, diventati soltanto 2 nello stesso periodo di quest’anno. Sono anche scomparsi gli incidenti legati al consumo di droghe e alcool: ne erano stati rilevati 16 nel 2008, non ce n’è stato alcuno quest’anno. E’ tutto merito di Mozart, della sua musica serena ed armoniosa, per cui non si verificano più molti crimini e incidenti in Nuova Zelanda. Tutto questo si è ottenuto installando degli altoparlanti nelle vie commerciali dei quartieri e tutti ringraziano Mozart poiché le sue opere sono di ritmo calmo e tutti ascoltandole si rilassano. Mentre sto scrivendo mi è venuto in mente proprio il film “AMADEUS” che il nostro prof. di musica, Bianchi ci ha fatto vedere poco tempo fa e che mi è piaciuto molto. Proporrei di diffondere la musica di Mozart come sottofondo a scuola come antistress e per rilassare gli alunni e i professori. Buona sinfonia a tutti. GIACOMO GNOLI 3A H lo; per la verità, continuano anche adesso e non c’è verso di fermarle nemmeno a scuola durante le lezioni. Bisognava intervenire al più presto, dovevo trovarmi qualcosa da fare. E che cosa c’è di meglio di una iscrizione alla scuola di batteria migliore di Rimini? Dopo quella notizia scoppiai di gioia e, se prima mi piaceva, adesso vivo per la musica; mio cugino mi ha anche regalato una batteria muta per allenarmi quando voglio e un amico di mia mamma mi ha dato le sue bacchette di quando suonava in un famoso gruppo. Ora spero solo che tutto questo serva a farmi diventare un bravo batterista, magari come il mio idol: il grande Lars Ulrich, batterista dei Metallica. Yuma Rascionato III I Pizzotta C’era una volta un pizzaiolo di nome Andrew che era il miglior pizzaiolo d’Italia, ma era sempre solo perché era davvero molto scontroso. Allora un giorno prese un po’ di un miscuglio che aveva trovato in cantina che doveva far animare gli oggetti e lo versò nell’impasto di una piccola pizza al pomodoro. Dopo averla cotta, la pizza prese vita e la chiamò Pizzotta. Lui e Pizzotta diventarono grandi amici e la pizza si accorse di quanto Andrew fosse gentile e premuroso nei suoi confronti e decise che l’avrebbe aiutato a fidanzarsi con la cameriera che gli piaceva da quando aveva iniziato a lavorare alla magnifica pizzeria “The Climb”, Margherita. Pizzota, che grazie a Andrew era diventata un’ottima pizza pizzaiola, fece una buonissima torta al pomodoro a forma di cuore che mise in una scatola a cui attaccò un biglietto sempre a forma di cuore con scritto: “Cara Margherita, ho scoperto che sei e sarai la mia vita e hai il nome della mia pizza preferita. Ti amo!” Da Andrew. Dopo aver finito il pacchetto lo prese e lo mise sotto al giacchetto di Margherita. Circa un quarto d’ora dopo Margherita prese il giacchetto e ci trovò sotto il pacchetto. Lo prese in mano e lesse il biglietto… poi aprì la scatola e le diventarono gli occhi a forma di cuore. Poco dopo uscì dalla cucina di Andrew e, appena lo vide, Margherita gli corse incontro e gli diede un grossissimo bacio! Ormai sono passati dieci anni da allora e adesso ci siete anche voi 3: Jessica, Martina, Alessandra. Sono cambiate molte cose in tutti questi anni, ma non ci siamo mai lasciati noi tre e tutti abbiamo avuto quello che volevamo…una famiglia…adesso siamo una famiglia numerosa: io, voi tre, Andrew e Margherita…una famiglia davvero speciale >>. Finì di raccontare Pizzotta. SILVIA MARESI – EMMA BUFFADINI 3a H Io... Io... e l’amicizia Febbraio 2011 LETTERA A MIO PADRE Caro papà, lo sai che da quasi sei mesi che non ci vediamo? Penso a te ogni giorno perché mi manchi , mi manchi da morire. Attendo sempre con ansia le poche settimane in cui torni per stare in famiglia, perché? Perchè ti voglio bene papà. E anche se quando ero piccola tu ti arrabbiavi spesso con me e alla fine mi sgridavi o schiaffeggiavi non importa , è anche grazie a te che sono la persona che sono oggi, una persona forte che davanti alle proprie paure non scappa , ma le affronta. E nonostante tu non sia il padre migliore del mondo (in effetti manco sai che voti prendo a scuola), io ti vorrò bene per sempre , perché sei il mio adorato papà; magari con gli anni invecchierai , ma, di sicuro, continuerai ad ascoltare la solita musica di cent’anni fa , la tua cucina rimarrà ottima e di certo la tua panciona non scomparirà perché non te lo permetterò , mi piace troppo picchiarti lì. Ti prego papà , torna presto , naturalmente con qualche souvenir dalla Cina. Giulia Ye 3a H L’AMORE All’inizio della nostra vita, l’amore può sembrare un gioco, la possibilità di stare accanto al nostro amichetto preferito e scherzare, baciarlo sulla guancia dirgli “ti voglio bene”, può sembrare un gioco. Essere emozionata all’idea di stargli accanto e di poter correre insieme a lui nel verde dei prati, arrossire se ingenuamente ti accarezza e raccoglie una bellissima rosa per te, può sembrare un gioco. Quando si è piccoli si pensa che sia tutto una favola, è per questo che i bambini non soffrono mai e hanno sempre un delicato sorriso sulle labbra. Poi però tutto all’improvviso cambia, arriva il momento di assaporare la vita in tutti i suoi aspetti belli o brutti che siano; tra questi aspetti c’è anche l’amore, un rifugio del genere umano, un modo per fare vedere chi siamo. Solo che a volte non è tutto rose e fiori come si vuole. Tutto quello in cui abbiamo creduto e condiviso con chi amavamo, è svanito e il nostro cuore è diventato solo uno scrigno di ricordi ormai passati…. “Amore è desiderio diventato saggezza, l’amore non vuole possedere nulla vuole solo amare” (H. Hesse). ANGELA MARGA III H Gli Scout al reparto Mistral Io sono Camilla e ho 12 anni. Ho i capelli castani e gli occhi marroni. Sono abbastanza magra e alta. Ho un carattere dolce e simpatico, ma sono molto permalosa. L’ultima volta che sono andata agli Scout tra me e una mia “amica” è scoppiata una grossa e lunga lite. Jessica ha 17 anni, i capelli biondi e gli occhi marroni. È una ragazza simpatica e solare, o almeno credevo. Da quando sono iniziati gli Scout io e lei ci siamo sempre comportate da buone amiche, ma quel giorno qualcosa mi ha fatto cambiare idea sul nostro rapporto. Nel mio gruppo Scout siamo divisi in sei squadriglie tre maschili: cioè Grifoni, Orsi e Corvi e tre femminili: Volpi (di cui io faccio parte), Ricci e Lupi. Unendo questi gruppi si dà origine al reparto MISTRAL. Tutto è iniziato sabato pomeriggio quando io e i miei amici Scout dovevamo pulire la sede per squadriglie e quel sabato toccava proprio a noi, alle volpi. Così si avvicina a me e comincia a urlarmi: “Camilla corri a prendere la scopa e comincia a pulire! E sbrigati!” Io ho cominciato a protestare sbraitando ed esprimendo ogni pensiero orrendo che mi passava per la testa. Allora Jessica, arrabbiatissima con la sua voce squillante chiama le altre ragazze della squadriglia. Ovviamente loro erano dalla mia parte, ma cosa potevamo fare contro una ragazza molto più grande di noi? Se chiedevamo aiuto ai capi Scout facevamo la figura della fifone. Allora tutte insieme, esclusa Jessica, cominciamo a pulire mentre lei si divertiva a guardarci faticare. Eravamo tristi! E io mi sentivo piccola e indifesa. Ma soprattutto delusa dal suo comportamento. Avevamo un’aula piena di schifezze da pulire. Jessica, seduta su una sedia a messaggiare con il cellulare ogni tanto ci guardava e sghignazzava e io ero sempre più arrabbiata. Mentre la guardavo prendersi gioco di noi, grande era il desiderio di vendetta, ma non ho ceduto e ho pulito tutto dimostrandole che la più grande forse ero proprio io. Prima di andare via mi sono fermata davanti a lei e le ho detto chiaramente che non avrei più accettato suoi ordini…in quel momento è stata lei a sentirsi piccola! … Camilla Tonelli 2a E Pag 9 LA MIA FAMIGLIA NUOVE AMICIZIE… Al giorno d’oggi essere in grado di rapportarsi con gli altri è essenziale: trovo impensabile praticare uno sport, andare a scuola, vivere senza amicizie: in fondo, tutti sanno che “chi trova un amico trova un tesoro”. Un tesoro di cui non si può fare a meno, prezioso come la vita stessa, ma tuttavia non così difficile da scovare: ogni tanto, da una semplice frase come una di queste, può nascere un’amicizia. Almeno una volta nella vita questo “magico incontro” capita a tutti, e a molti anche più di uno: io sono tra questi fortunati, perché posso vantare ottimi compagni a basket (che è uno sport di gruppo, ovvero dove prima della bravura viene il legame tra compagni), a scuola, a catechismo e nella parrocchia in generale; è bello incontrare per strada persone conosciute e salutarle con un caloroso, vitale “CIAO!”. Mi ricordo la mia emozione in prima media nel varcare il cancello della scuola Bertola, la sensazione di spaesamento che provavo allora: non conoscevo nessuno, e nessuno mi salutava… I miei amici entravano tutti da un ingresso diverso dal mio e quindi ero solo, senza riferimenti. Ma quel giorno mi sono promesso che d’ora in poi mi impegnerò a parlare e a rapportarmi con gli altri cercando di stringere amicizie sempre nuove, qualunque situazione mi si pari davanti! Un caso analogo a quello di anni fa lo sto vivendo in questo periodo, perché sono entrato da poco a far parte di un nuovo gruppo parrocchiale e i miei primi incontri con i compagni sono stati come un bagno nell’acqua gelata: ho avvertito necessità di un cambiamento, di interrompere i rapporti quasi glaciali con i membri del nuovo gruppo per iniziare da capo, questa volta con un approccio più caldo, più vigoroso. Mi diverte pensare che avrò ancora occasione di provare questa sensazione, di avvertire questo gelo e di volerlo tramutare in calore: tra breve, in fondo, sarò alle superiori, e anche lì mi ritroverò in un ambiente completamente sconosciuto; sarà un po’ come spostare un pesce dal suo ecosistema e ricollocarlo nel deserto! Allora penserò solo a cercare la mia oasi in cui nuotare e forse anche un pesce femmina con cui condividere i miei sentimenti, perché per “sguazzare” nell’acqua gelata c’è bisogno di qualcuno che prima di tutto ti riscaldi il cuore. FILIPPO VERNOCCHI 3a C IL MIO AMICO VINCENZO L’estate scorsa ho aggiunto su MSN un nuovo contatto del quale non conoscevo il padrone. Subito si presentò in un modo che mi sorprese molto, ai giorni nostri non siamo abituati ai gentiluomini di una volta, ma lui era proprio così e si è presentato così educatamente che non potei fare a meno di scoppiare a ridere e pensare “ ma allora la cavalleria non è morta del tutto”. Ora conoscendolo sono sicura di poter affermare che è un ragazzo davvero speciale. In questi mesi abbiamo potuto conoscerci meglio e adesso so che abita in un paesino vicino a Napoli, ha un anno di più di me e abbiamo un modo di pensare molto simile e anche molte passioni in comune. A differenza di molti ragazzi della nostra età Vincenzo ha ancora i neuroni tutti integri, questo è uno dei motivi per cui mi confido volentieri con lui, gli parlo delle mie paure, dei miei problemi, di come va la scuola e persino di come si è svolta la mia giornata e lui si confida con me, ormai è come un fratello maggiore per me il quale mi dà consigli e lezioni di vita. Molti di voi potranno pensare che non è molto prudente dire i fatti miei a un perfetto sconosciuto e concordo con voi anche perché non sono il tipo da farlo, ma non è così, io non lo considero uno sconosciuto solo perché non l’ho mai visto dal vivo, io gli voglio bene anche se non ci siamo mai incontrati, perché per voler bene a qualcuno basta conoscerlo e posso affermare di conoscerlo abbastanza bene dopo tutto quello che mi ha raccontato e sinceramente mi fido più di lui di certa gentaglia che vedo ogni giorno a scuola. Vince ti voglio bene e Sara ed Elena concordano con me. GIULIA YE 3a H Debbi ti voglio bene È da poco iniziata la scuola, ma non c’è un giorno in cui io non pensi a quando sarà finita. Al solo pensiero mi vengono le lacrime, pensare che sarà tutto finito, pensare che niente sarà più come prima. C’è una dedica che dice: “il tempo passa, vengono le prime rughe in viso, ma una grande amicizia non finirà mai”. Io vorrei tanto crederci; ma non è così, perché io sono convinta che avendo impegni diversi, altre compagnie, poi non si ha neppure il tempo per incontrarsi. La mia migliore amica sin dal tempo delle elementari è sempre stata Debora, una persona speciale che trova sempre il modo di rendermi felice. Probabilmente io sceglierò il liceo scientifico e lei il linguistico, perciò tra meno di un anno, le nostre strade si divideranno. In questo momento, vorrei essere un scienziata, creare una macchina del tempo e tornare indietro a quando eravamo alle elementari, che di certo non avevamo questi problemi. “Debbi non so se tu stia leggendo oppure no, ma volevo dirti che, per me, sei veramente speciale e che ti prometto che non ci divideremo mai, anche se dovessi attraversare i monti e l’oceano lo farei comunque perché nessuno, dico nessuno, riuscirà mai, nemmeno lontanamente a rimpiazzarti … ti voglio bene”. Chiara Sapucci 3a H LA BICICLETTA “Ma le piste ciclabili ci sono?” La bicicletta è stata un’invenzione geniale e di gran successo, soprattutto in passato, ma potrebbe esserlo ancora di più nel presente. Senza troppa fatica si possono percorrere decine di chilometri in un giorno, ci si mantiene in forma e non si diventa matti per cercare un parcheggio. La bici offre numerosi vantaggi rispetto all’auto soprattutto in città con traffico elevato infatti, qui, spesso, ci si mette meno tempo a spostarsi in bici che con l’auto. La bici, quindi, ci dà la possibilità di evitare traffico e code, non ci fa spendere in parcheggi, pedaggi o ticket, non consuma, ci fa risparmiare carburante e altre spese che si hanno normalmente con un auto ed ha un costo iniziale notevolmente più basso. L’utilizzo della bici riduce anche l’inquinamento atmosferico e migliora il rapporto con la gente, consente di fermarsi spesso e quindi di fare due chiacchiere piacevoli. Usare la bici ci dà inoltre la possibilità di fare un sano esercizio fisico (risparmiando i soldi della palestra) e di mantenerci in forma. Ma perché allora se la bici è tanto vantaggiosa, sono così pochi gli italiani che la usano? I motivi possono essere tanti: pigrizia, freddo in inverno, distanze, ecc …, ma il principale è l’assenza di una vera rete di piste ciclabili collegate tra loro, ben separate dal resto del traffico, segnalate e sicure che permettano di spostarsi da un punto all’altro della città in assoluta sicurezza e utilizzabili anche dai più piccoli. Forse converrebbe investire un po’ di più in questo settore per migliorare la qualità della nostra vita e l’ambiente! ANDREA ALBINI 3a H In famiglia siamo in quattro: mia sorella, mia mamma, mio babbo ed io. Mio padre si chiama Roberto e ha quarantasei anni. E’ ancora un bambino dentro perché ride, scherza, gioca e fa un sacco di facce buffe per farmi ridere. Roberto è calvo, porta gli occhiali solo quando legge, è simpatico, alcune volte è un po’ severo ama molto i pesci e infatti abbiamo due acquari: uno nello studio e uno qui a casa. E’ bravo a cucinare e i miei piatti preferiti fatti da lui sono: il cuore di bue, i sardoncini e la pasta in bianco. Io al mio babbo voglio tanto bene quanto lui ne vuole a me. Secondo me, è il padre migliore dell’universo e insieme ci divertiamo tanto. Mi stavo dimenticando che gli piace anche ballare il tango con mia mamma e oltre a questo gli piace anche praticare kung-fu e tai-chi. Mia mamma si chiama Milena e ha quarantaquattro anni. E’ simpatica, bella, i suoi occhi sono verdi, i suoi capelli sono nocciola con meches biondo dorato, si fa le fisime dicendo di avere le rughe; alcune volte è anche lei un po’ severa e i suoi piatti speciali sono gli gnocchi alla romana e gli gnocchi alla zucca, ma soprattutto le ciambelle con le gocce di cioccolato. Anche a lei piace ballare il tango, praticare kung-fu e tai-chi. Mia sorella si chiama Sara e ha tredici anni. E’ gentile, simpatica, amichevole, impaziente e le piace suonare il pianoforte. Le piace stare con le sue amiche e chattare su Facebok. E’ alta 1.65 m, ha i capelli castano ramato, ha un ciuffo che alcune volte lo tiene o tutto a destra oppure tutto tirato indietro con una spilla. Ci piace guardare il cartone dei Simpson , Mr. Bean , Timmy Turner, eccetera. Mi presento: mi chiamo Silvia, sono alta 1.47 m ho undici anni, ho i capelli castano chiaro, per gli altri sono simpatica, gentile, timida e impaziente. Mi piace molto guardare la televisione e mangiare le cose che piacciono solamente a me, ma alla fine mangio anche le cose che non mi piacciono, per esempio il minestrone! SILVIA CIUFFOLOTTI 1a H GITA CON GLI SCOUT Sabato 2 e domenica 3 ottobre ho partecipato ad una uscita degli scout. Con un pulmino siamo andati a Monte Colombo, dove si trova una casa - scout. Quando siamo arrivati, abbiamo scaricato il pulmino ed abbiamo montato le tende e dentro abbiamo sistemato le nostre cose, divisi per squadriglia. Sono un grizzly e anche il mio capo. La squadriglia degli orsi si era dimenticata la tenda. Hanno dovuto tornare a Rimini a prenderla. L’hanno montata di notte mentre noi già dormivamo. I capi hanno cotto gli spaghetti con aglio olio e peperoncino e tutti li abbiamo mangiati dentro le nostre gavette. Era la prima volta che dormivo in tenda e non ho dormito molto perché ero scomodo. Domenica mattina abbiamo smontato la tenda e poi abbiamo acceso il fuoco per cuocere le salsicce. Ognuno di noi aveva infilato le salsicce nei bastoni e le ha cotte sul fuoco. Le salsicce erano grosse ma tutte piene di cenere e prima di mangiarle ho dovuto pulirle. Domenica pomeriggio è stato il momento più importante perché ho preso la promessa; sono molto contento perché sono diventato un vero scout! LUCA CASTELLANI II B LA MIA SCUOLA ELEMENTARE Ogni tanto penso alla mia scuola elementare. Che belle avventure ho passato insieme a lei!!! Abbiamo imparato e scoperto tante cose, fatte molte gite, conosciuto nuovi amici. Le nostre maestre e i nostri maestri ci hanno aiutato a crescere e a prepararci alla scuola media. Ci sono stati periodi belli e brutti, ma nonostante questo non ci siamo arresi. Mi ricordo quando, con la mia maestra, abbiamo costruito il metro quadrato oppure quando, col nostro maestro, cantavamo le canzoni in dialetto romagnolo. Che bei momenti erano quelli!!! I banchi della scuola elementare sono stati per noi luogo di incontro, chiacchiere ed emozioni. Ci siamo divertiti imparando. Ora sono alle medie; è vero, c’è molto da studiare, ma per me la disciplina non è difficilissima. Nel mio cuore rimarrà, per sempre, un bellissimo ricordo delle elementari e spero che rimanga anche nelle medie. LUCA BARBIANI 1a H Amici Animali Tempo libero Febbraio 2011 FESTA! Caro “vecchio” 2010 Ogni anno a Sant’Agata Feltria tutte le domeniche di Ottobre si festeggia la “Sagra del Tartufo”. Ci sono tantissime bancarelle, dove si vendono cose fabbricate nelle industrie, ma soprattutto oggetti artigianali. Ci sono anche giostre e bruchi, che fanno il giro della mela, per i più piccoli e pesche di cigni galleggianti per quelli un po’ più grandi … insomma c’è un po’ di tutto! Io do una mano ad una persona che conoscono mio babbo e mia mamma che vende candele e, quando vado, faccio delle piccole candeline profumate, che regaliamo alle persone che si fermano a guardare o comprano qualcosa. Sono bellissime quelle candele! Ci sono anche quelle galleggianti! Io mi diverto sempre tantissimo, chissà se oltre a me c’è qualcun altro a cui piace così tanto! Spero il prossimo anno di incontrare qualche mio amico e che la festa rimanga così bella! Quante cose sono accadute in questi “tuoi” 365 giorni… Si era appena aperto l’anno e ad Haiti un terribile terremoto ha causato 100.000 vittime (12 Gennaio). A Febbraio seguiamo i ventunesimi giochi olimpici invernali, evento di pace per tutto il mondo. Il 20 Aprile esplode un pozzo di petrolio della BP (British Petrolium) al largo della Louisiana: la marea nera si estenderà fino a 2.000 kilometri, provocando danni gravissimi all’ecosistema. Ad Aprile/Maggio il vulcano dal nome impronunciabile, Eyjafjallajokull, copre di cenere l’Islanda e i cieli europei; costringe alla chiusura numerosi aeroporti. Questo evento recherà danni irreparabili in futuro per tutto il piane- SIMONA CENCI I H FINE DEL MONDO? Negli ultimi anni e soprattutto negli ultimi mesi si sono verificati molteplici catastrofi ambientali a partire dal terremoto in Abruzzo, a L’Aquila, il 6 Aprile 2009. Si sono susseguiti vari avvenimenti come il terremoto ad Haiti che ha causato un numero elevatissimo di morti, l’eruzione del vulcano in Islanda che ha provocato la cancellazione di tantissimi voli aerei, il disastro ambientale della piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico, gli tsunami, le frane e gli smottamenti, tifoni, straripamenti dei fiumi ecc…La fine del mondo si sta avvicinando? Ormai ci viene da pensare che l’idiozia sul 21 dicembre 2012, cioè l’Apocalisse, la fine del mondo, non possa essere così fantastica … Tutte queste catastrofi fanno pensare che forse i Maya avevano ragione. Ci sono persone che ci credono e non poco. Con tutto il rispetto per loro, secondo me, tutto questo è solo una grande trovata per mettere timore e forse anche per scopi finanziari (ad esempio il film uscito lo scorso anno “2012” e vari libri pubblicati a riguardo). Il fatto che i Maya avessero scritto il loro calendario fino al 21 dicembre 2012 può essere vero, ma nessuno ci può garantire che tutto quello che si è creato intorno non sia un’enorme messa in scena. Mancano poco più di due anni al giorno fatale, quindi il tempo per rifletterci non ci manca! Staremo a vedere quello che succederà! ta. A Maggio l’Inter vince la Champions League titolo che non conquistava da quarant’anni, si aggiudica il Campionato e persino il Mondiale per club (e per tutti i milanisti come me questo è un evento terribile!). La Spagna, a Luglio, vince il suo primo Mondiale dopo tanti anni di delusione; l’Italia e la Francia, ovvero le favorite, sono state eliminate ai gironi di qualificazione. Il 5 Agosto 33 minatori, in Cile, rimangono bloccati a 700 metri di profondità in una miniera e verranno tratti in salvo solo il 12 Ottobre. Il 23 Agosto, in Cina, si formano 100 kilometri di coda sull’autostrada che da Pechino va in Tibet. Sempre in Agosto, in Pakistan, 5 milioni di persone rimangono senza casa vittime della grande alluvione che ha colpito il Nord-Est del Paese. Il 7 Novembre, a Barcellona, è stata consacrata la Sagrada Famiglia dal Papa Benedetto XVI; questa opera monumentale, incominciata nel 1882, non è ancora completata. In Autunno scoppia la rabbia degli studenti universitari in tutte le piazze italiane. Questo è anche l’anno in cui due ragazzine, più o meno della nostra età, sono tragicamente scomparse. E ancora nel 2010 sono in corso più di venti conflitti nel mondo… Caro “vecchio” 2010, certo che ne hai combinate… che ne dici di passare il testimone a un anno di serenità, comprensione, gioia, felicità, fratellanza, amore, libertà e tanta, tanta, tanta PACE!!! Con speranza MATTEO MUSSONI 3a H LO SPETTACOLO DELL’ECLISSI Il 4 Gennaio 2011 nella mattinata, si è verificata la prima eclissi parziale di sole del 2011. Fin dalle prime ore dell’alba è stato possibile ammirare il fenomeno della luna che ha coperto in modo parziale il sole. L’eclissi parziale di sole è durata, dall’inizio alla fine, circa tre ore, ma purtroppo non tutti sono stati in grado di poterla ammirare a causa delle nubi che in molte parti d’Italia hanno impedito la visuale. Per osservare il sole è necessario proteggersi gli occhi con delle lenti scure oppure semplicemente, con le classiche “radiografie”. Guardare il sole ad “occhio nudo” può causare dei danni irreversibili agli occhi. Ma cos’è un’eclissi? La luna si è frapposta tra la Terra e il Sole, e proietta il suo cono d’ombra sulla Terra. Quindi, in tutti i punti della superficie terrestre Elena Muratori 3a H L’UOMO CHE SUSSURRA AI CANI Emigrato dal Messico agli U.S.A. Cesar Millan è unico al mondo dato che “parla” il linguaggio dei cani! Non è una pazzia, Cesar parla il linguaggio del corpo (ovvero si muove esattamente come farebbe un capobranco). Con questo linguaggio si fa obbedire dai cani e ciò lo rende il miglior dog-trainer degli Stati Uniti. Cesar ha un’energia calma che viene percepita dai cani. Dovete sapere che Cesar conduce un centro di riabilitazione per cani dove essi convivono come in branco dove Cesar è il capobranco:i cani hanno un grande spirito d’imitazione, così i soggetti ribelli vedendo gli altri che obbediscono e ne traggono vantaggio imitano i loro comportamenti esemplari. Sono in molti a criticare Cesar e il suo metodo poco ortodosso ma secondo me è anche molto efficace. investiti dall’ombra lunare il sole si oscura. L’eclissi può essere: totale, quando la luna oscura completamente il sole (il fenomeno dura solo pochi minuti), parziale, quando il sole è oscurato solo in minima parte, oppure anulare, quando l’ombra della luna oscura la parte centrale del Sole e resta visibile un anello luminoso. Nell’antichità le eclissi erano considerate un presagio di sventura e venivano esorcizzate con rituali e sacrifici, fino a quando non si è compreso che avvenivano con una certa regolarità e non c’era nulla da temere. In alcune popolazioni, tra cui babilonesi e cinesi, le eclissi venivano addirittura predette ed osservate. Oggi, nell’osservare questo fenomeno, possiamo apprezzarne l’aspetto spettacolare e l’emozione che può dare ad ognuno di noi. Per osservare una nuova eclissi parziale di Sole in Italia dovremo aspettare il 20 Marzo 2015 e, per assistere all’eclisse totale (nel Nord Italia), il 13 Luglio 2075. Quindi: arrivederci a tutti al prossimo spettacolo!!! Gabriel Giannini 1a D EMANUELE MICALE I H CALIMERO:IL PINGUINO NERO Un classico da sempre “indossato” dai pinguini è stato rifiutato da uno di loro che ha preferito un “look total black”. Andrei Evans, celebre fotografo della rivista di National Geographic è riuscito a immortalare un pinguino imperatore totalmente nero, che è stato avvistato a South Georgia, in Antartide. Ebbene sì, l’animale che con i suoi colori ha ispirato il celebre nemico di Barman,”The Penguin” scorrazza con un “vestito” nero: chissà se il super cattivo è al corrente del cambiamento! I biologi ipotizzano che i geni del nostro amico “Calimero” siano i responsabili di questa variazione del colore: hanno prodotto eccessiva melanina che ha dipinto l’intero piumaggio. Penso che non sia stato escluso dalla sua colonia solo perché è diverso, come invece spesso accade nella nostra civiltà dove incute spesso diffidenza. Gabriel Giannini I D IL MIO CAGNOLINO “LUCKY” Io ho un cane di nome Lucky. Lucky è un meticcio di colore bianco con qualche macchia nera. Ha la coda arricciata e pelosa che si muove continuamente e ha due orecchie marroni color caffè che ondeggiano quando cammina. È piccolo e magro; il suo nasino è tondo come un bottone nero e ha due occhi grandi che ti guardano vivacemente o dolcemente quando vuole qualcosa. È bello e gioca sempre con me, soprattutto ci divertiamo a nascondino: io mi nascondo in qualche posto della casa, aspetto in silenzio e dopo un po’ lui mi viene a cercare e quando mi trova scodinzola e abbaia gioioso. Gli piacciono molto le verdure, soprattutto le carote e i cetrioli e quando vede il babbo e la mamma che li cucinano diventa pazzo iniziando ad abbaiare e a saltare. A volte sale sul divano e si stende sopra, appisolato, anche se mia mamma non vuole: infatti appena la vede sbucare e arrivare corre come un razzo subito giù e si accuccia silenzioso sul pavimento. È un cane vispo e vivace, che ha sempre voglia di correre, ma quando è stanco si addormenta volentieri nella sua cuccia, che è il suo posto preferito. Gli piacciono molto le carezze e le coccole, soprattutto quelle dei bambini. Io voglio molto bene al mio cane perché oltre a giocare con me, quando sono triste mi consola. Luca Barbiani I H IL CANE PIU’ VIZIATO DI JESI Oliver, il cane di mio zio, è il più viziato di Jesi . E’ uno “Spaniel Cavalier King” Charles ed è molto delicato perché, se lo vuoi prendere in braccio, devi sollevarlo in modo particolare . Sembra un bambino da come lo tratta mio zio: lo tiene sempre in braccio, gli dà i bacini, quando pranziamo gli dà sempre un pezzettino di pane con un po’ di sughetto o un pezzettino di ciccia. Secondo me è meglio la vita di uno Spaniel Cavalier perché ti viziano, ti coccolano, ti fanno sentire un Re e ti riempiono di pupazzetti per giocare . Invece la vita di un umano secondo me è complicata, perché devi lavorare , devi mantenere i figli e la casa. Nella vita di un cane invece non devi fare tutto questo perché ci pensa la tua padroncina. Questa è la mia opinione , per altri può darsi che la vita sia bellissima. Ora torniamo ad Oliver. Mia sorella lo chiama sempre “ Formaggino” perché adora il formaggio, oppure “Fragolino”, non perché gli piacciono le fragole, ma lo chiama così perché gli dona ... mi dimenticavo: lo chiama anche “Cipollino” o “Puzzetto” per via dell’alito pesante. Oliver è: dolce, snello, nel torace (chiamato da me polletto) è pieno di riccioli, ha due occhioni che non finiscono più e , quando mangio, mi insegue , mi guarda fisso e gli occhi diventano tutti neri; tu gli dici di no, ma alla fine gli dai il bocconcino perché ti fa tenerezza . Secondo me Charles è il cane più adorabile dell’universo. Lo Spaniel è molto complicato da tenere , perché vuole tutta la tua attenzione e lo devi curare come un bambino . Ciuffolotti Silvia I H Pag.10 Pag.9 LA GATTA PIU’ BELLA DEL MONDO CIPRIA La mia gatta si chiama Cipria e per me è la più bella del mondo! Ha 4 anni, il pelo è un po’ lungo, bianco e grigio e ha una simpatica zampetta color “cipria”.Vive solo in casa e ogni momento vuole mangiare, infatti quando mi vede mi guarda con quegli occhietti azzurri (come il gatto di Sherek) finchè non la seguo e lei corre velocemente alla sua ciotola e io l’accontento. A volte le piace stare all’aperto sul terrazzo e si mette nell’unico vaso di fiori della mia mamma che ormai si è rassegnata a doverlo dividere con il gatto! È un po’ dispettosa, già da piccola aveva cominciato a farci delle birichinate. Un giorno non riuscivamo a trovarla, abbiamo cercato io e i miei fratelli dappertutto: in tutta la casa, per le scale, suonando a tutti i vicini, nel giardino e anche nel parco! Alla fine sapete dov’era? Si era rannicchiata dentro una poltrona della sala! Una cosa che le piace è cacciare le mosche o ogni insetto che si muove e, quando ne vede uno, inizia l’inseguimento fino a vedere la preda immobile! Mi fa ridere molto, perché a volte non riesce a catturarla e salta di qua e di là. Però è anche una gatta molto coccolona, perché si fa accarezzare e, quando torno a casa da scuola, mi viene incontro sul pianerottolo e mi fa le fusa! È davvero una gatta speciale e per me è la più bella del mondo! Mariamarta Benvenuti I H IL MIO COMPAGNO DI GIOCHI Il mio compagno di giochi si chiama Dago. E’ uno dei miei due cani di razza Sprinter Spaniel. E’ di media grandezza, il suo corpo è tutto bianco con una grande macchia scura, la testa è marrone con una macchia bianca punteggiata da macchioline. Il muso è molto bello, spaventoso quando abbaia agli estranei, ma molto dolce e buono anche quando lo rimprovero per qualche marachella. Ha due occhietti a mandorla marroni con i quali mi segue senza voltare il capo. Il pelo di Dago è lungo, liscio, un po’ ispido e sulla testa è riccio, tanto che sembra che porti una parrucca. La sua coda è piccola e quasi sempre scodinzolante. Dago è un cane allegro che ha sempre voglia di giocare. Quando si sente un po’ solo, mi guarda con occhi dolci, per farmi capire che vuole giocare, perciò prendo una pallina, gliela tiro e lui me la riporta felicemente. Però a volte io non posso giocare con lui, quindi si consola facendo rotolare con le sue zampe una pigna sul marciapiede. Pur di divertirsi farebbe di tutto: ricordo il giorno che è andato nel garage ed ha iniziato a mordicchiare con i denti il campanello della mia bicicletta! Ha un modo di fare molto buffo e un po’ particolare: per esempio non dorme nella cuccia come fanno gli altri cani, ma nella siepe di pungitopo del mio giardino (e assicuro che non è un fachiro….) oppure riposa sdraiato sui tetti delle cucce. Quando mi sento un po’sola, giocare con lui è la migliore cura e, credetemi, è il miglior compagno a quattro zampe che esista. BINOTTI FRANCESCA I H DUE GATTINI FORTUNATI Circa un anno fa, mia cugina ha trovato due gattini in una scatola davanti al bidone della spazzatura. Lei che come me ama molto gli animali, subito li ha soccorsi perché erano in gravi condizioni e mal nutriti. Li ha portati dal veterinario che ha dato loro delle cure da fare a casa. Mia cugina, pazientemente, li ha curati per cinque mesi, però non potendoli tenere in casa li ha affidati a una signora che abita in campagna. All’inizio erano un po’ impauriti perché per loro era un ambiente nuovo, ma adesso vivono liberi in mezzo alla natura insieme ad altri gatti. Mia cugina li va a trovare due volte alla settimana , portandogli da mangiare. Loro,quando la vedono , le corrono dietro ricordandosi sempre di lei e fanno le fusa per farsi coccolare. Io penso che ciò che ha fatto mia cugina dovremmo farlo tutti ogni volta che troviamo un animale in difficoltà perché anche loro fanno parte di questo mondo e hanno bisogno di affetto. Isone Kevin III H Tempo libero Febbraio 2011 LA TARTARUGA Possiedo molti animali, ma sono affezionata alla mia tartaruga che si chiama Tarty. L’ha trovata la mia mamma al parco della “Cava”, ora si trova a casa mia, dentro un’ampia vaschetta con una spiaggetta di plastica. La sua pelle è coriacea, squamosa e striata di verde e bianco. Il suo musetto è appuntito come la prua di una barca. Le sue guance hanno una macchia rossa. Gli occhi sono piccoli e neri, la sua bocca è minuscola è sottile. Ha un collo lungo che muove così velocemente che ho paura che mi morda mentre le do da mangiare. Ha il carapace ruvido, mentre il piastrone è così liscio che quando l’accarezzo mi sembra di toccare un cubetto di ghiaccio. Le sue zampe sono minute, ma la fanno nuotare velocissima come un sommergibile. Tarty è molto vivace e, quando mi vede oppure sente la mia voce, nuota verso di me come se mi riconoscesse. A volte sale su un piedistallo per uscire dall’acqua dove, forse, si sente prigioniera; per accontentarla la metto sul tavolo e Tarty cammina verso di me libera e felice e si fa accarezzare la testolina. Sono davvero orgoglioso di avere questo nuovo amico a casa mia. Mattia Germondari I H IL MIO NUOVO AMICO Appena l’ho guardato me ne sono innamorato fra tutti era il più vivace e ho subito pensato: “E’ lui, mi piace”. E’ color miele, dolce e carino, è il mio nuovo cagnolino. E’ un tipo un po’ burlone ma è un tenerone. I suoi occhi son furbetti, speriamo non gli piaccia far dispetti. Normalmente è calmo il piccolino ma quando ci si mette ha un bel caratterino. Della sua mamma ha nostalgia, non vuol star solo, ama la compagnia. E’ un cucciolo che fa tenerezza, ti passa accanto e ti ruba una carezza. Ora che ce l’ho non posso più farne a meno, è il mio nuovo cane, è il mio amico NEMO ALBINI ANDREA 3a H IL MIO CANE PLUTO Nella mia famiglia ci sono alcuni animali, uno di questi è il mio cane Pluto. E’ un cane di razza Bearle; ha una corporatura robusta e una coda dritta come l’antenna di un’automobile. E’ di diversi colori: marrone, bianco e nero. Il suo carattere è vivace e allegro, ma è un cane tranquillo che mi fa molta compagnia. Ha sempre voglia di correre e giocare con tutti; qualunque cosa va bene per giocare: una pallina, una corda, una bottiglia, ma anche un pezzo di stoffa. Sono molto contento di avere un cane così affettuoso e giocoso perché con lui ogni giornata è una giornata di sole, anche quando fuori c’è la nebbia o piove. Mattia Germondari I H IL GATTO Chissà cosa passa per la tua testa, quando guardi fuori dalla finestra? Per ore ed ore scruti tutti Guardi i belli e anche i brutti. Quando torno con la spesa, per te è sempre una gran sorpresa, giri intorno ai miei sacchetti, e mi guardi di sottecchi poi ti lancio un pesciolino, lo prendi e scappi nel giardino. Forse a parlar del gatto posso sembrare un po’ matto ma senza lui accanto sarei triste non sai quanto. Qualche curiosità sulla regina del pop latino ShakIra ovvero Isabel Mebarak Ripoll nasce il 2 febbraio in Colombia. La madre accorgendosi del talento della figlia la iscrive al collegio La Enseñanza, dove viene esclusa dal coro per la sua voce tropo forte. La sua carriera inizia con la prima canzone ad otto anni. A tredici anni firma il suo primo contratto con la Sony Music Colombia, con cui pubblica il suo primo album “Magia”. Ormai Shakira è l’unica cantante con un timbro di voce diverso dalle altre che spopolano in America Latina. È proprio l ’ a l b u m “Objection”ad introdurre il successo della cantante in Europa, insomma! Shakira in poco tempo è riuscita a conquistare tutto il mondo!!! Nel 2009 esce l’amato singolo Wolf. Sicuramente conoscerete il tormentone dell’estate 2010, l’inno dei mondiali: Waka Waka che con il suo ritmo coinvolgente e movimentato ha fato ballare anche i sassi!!! Anche se uscito da soli pochi mesi, l’album contente il singolo Loca e già il più venduto tra quelli degli altri cantanti. La giovane colombiana è una cantante a tutti gli effetti per la sua voce e la sua forza di volontà senza escludere il suo inconfondibile stile. In questi anni di carriera Shakira è diventata la “REGINA DEL POP LATINO”. FEDERICA SAPIGNOLI- CHIARA FANCIARESIFRANCESCA LAMI 1a M SOGNO STRANO O REALTA’ Tutti voi penserete: oh, sai che roba un sogno strano, capita sempre, insomma tutti i sogni sono strani. Il mio, però, era stranamente strano; ora vi racconto: eravamo io, un mio compagno e la bidella tutti e tre nella mia classe. Fuori si sentivano urli, risate, insomma un mix. Non riuscivo a capire la situazione, poi la bidella ci disse che avevamo lanciato una bomba nel giardino della scuola, La bomba emanava un gas che faceva tossire fino al soffocamento. Io piangevo, il mio compagno rideva e tossiva, mentre la bidella segnava in un foglietto TUTTE le parole che dicevamo. Dopo qualche ora, il cielo era sereno e non tossivamo più, perché il gas si era esaurito. Provo ad aprire la finestra e mi arriva dritto nel naso un odore di acetone per unghie, che mi spinge a chiuderla immediatamente. Di seguito la bidella ci porta fuori e ci accompagna ognuno a casa propria. Varcata la porta di casa, vidi la mia famiglia che pranzava con tutte le luci, un albero di Natale e un buffet a base di dolci. Pensai che bello è finito questo incubo… ma ad un tratto tutto scomparve e della mia casa rimase solo il segno del fuoco, dopo averla arsa. Ecco in quel momento, quella notte mi sentii come quei bambini che tutti i giorni, loro malgrado, fanno i conti con una guerra. ARIANNA NERI 1a H Lilla è il cane bassotto di mia zia, è nata l’11 Luglio 2007 e ha 3 anni. E’ di colore marroncino chiaro e ha il pelo molto liscio e minuto. Le sue zampette sono di color bianco e i suoi occhi sono di color marrone chiaro. Le piace andare a passeggiare, ma soprattutto andare in cerca di lucertole. Lei litiga sempre con i gatti perché vuole essere sempre lei ad essere coccolata. Adora soprattutto i wurstel, quando vede mia zia che apre il frigo, lei è sempre lì ad aspettarla. Quando la portavo a spasso, lei voleva sempre andare dalla parte opposta e un giorno, quando sentì uno sparo, corse via; si spaventò; io no perché sapevo che era aperta la caccia ai conigli selvatici. Lei è amante soprattutto delle cose che non si possono fare; comunque lilla è speciale ed anche se è testarda e cocciuta le voglio tanto bene!!! RITA DI PUMPO 1a H MARTINA BENACCI II H Lilla UN LIBRO IMPORTANTE Storia di Iqbal Caro amico, so che è strano, ma ti ho scritto questa lettera per parlarti di un libro che mi è piaciuto molto a che penso amerai anche tu : “Storia di Iqbal”. Si lo so dal titolo non sembra tutta sta bellezza, anch’io lo pensavo la prima volta che l’ ho visto, però poi ho capito che in un libro non contano il titolo, la copertina o altre cose ma il contenuto e il sentimento che vuol fare provare. La storia parla di un ragazzo, Iqbal, costretto alla schiavitù insieme ad altri bambini in una fabbrica di tappeti e come, grazie alla sua forza di volontà, riesce a scappare dai suoi padroni e ad abbattere quasi completamente la schiavitù dei bambini. Purtroppo il protagonista cioè Iqbal muore alla fine del libro e la morte di un bambino (tra l’altro protagonista) lascia sempre un po’ di vuoto. Il fatto che mi ha più colpito e stato quando Iqbal, una volta terminato il suo tappeto, che era uno dei più difficili, lo strappa facendo arrabbiare il suo padrone che lo manda nella “ tomba”, un posto buio e stretto in cui puniva i ragazzi che disubbidivano facendoli stare tre o quattro giorni senza mangiare o bere. In questa storia non c’è un vero protagonista perchè tutti i bambini che lottano per la libertà sono i protagonisti. Io non ci avrei creduto, all’inizio, che dei bambini poveri potessero essere i protagonisti di un libro! Invece, già dopo il primo capitolo, ho capito che i protagonisti non erano uomini ricchi, belli, potenti con dei poteri sovrannaturali, ma coloro che erano belli e forti dentro; uno come il padrone di Iqbal non potrà mai essere un protagonista, mentre uno come Iqbal sì. I temi importanti che si affrontano nel libro sono l’amore, quello che prova Fatima, una bambina mussulmana, per Iqbal; la pace, quella che vuole Iqbal e il gruppo che lo salva; l’amicizia che tutti i bambini “schiavi” hanno tra di loro e il rispetto. Da questo libro ho imparato che bisogna difendere i più deboli ed accettare gli altri. Spero di non averti annoiato e spero che leggerai anche tu la “ Storia di Iqbal”. Saluti cari MARCO SARTI III I RICORDI DI UN CAMPEGGIO BELLISSIMO Questa volta ti voglio raccontare l’ultima sera del campeggio… stupendooo!! È oggi è oggi urlano tutti è oggi è oggi evvivaaa!! Ti chiederai cosa è oggi giusto? Devi sapere che tutti gli anni in capeggio c’è “il ballo dell’ultima sera” è quello che si aspetta da tutta la settimana! Infatti è da lunedì che chiediamo agli animatori : con chi sono? Con chi sono? Ma loro come al solito non possono rispondere!! Segreto militare!! JJ Ecco perché tutti urlano è oggi è oggi perché è il momento più atteso di tutto il campeggio… Abbiamo appena finito di pranzare e ci hanno dato un po’ di tempo libero. Noi femmine ci organizziamo per stasera … “Allora” dico io in camera: “chiediamo alla Marshy se stasera ci pettina per bene” tutte approvano la mia idea e così andiamo giù di sotto dalla Marshy a chiedere se ci pettina e ci acconcia per bene per stasera.. Lei dice subito ok e noi tutte felici torniamo su per preparare i vestiti per stasera. Ok ora è tutto pronto diciamo in coro e neanche due secondi dopo siamo di sotto perché ci avevano chiamato e ci avevano detto di portare giù la maglietta bianca da colorare, da sporcare, da strappare e tutto il possibile! Infatti appena siamo arrivate di sotto ci hanno spiegato a cosa serviva la maglietta. Serviva perché visto che il tema di quest’anno era katoren un mondo completamente medievale noi femmine dovevamo farci un vestito medievale. E in testa dovevamo avere una specie di coroncina. E lo stesso i maschi, loro però avevano la maglia con la spada e senza la treccina! J Io avevo una maglia e una treccina stupende che avevo fatto con un piccolo aiutino della Marshy… era venuta una cosa stupenda!!! E ce l’ho ancora di là in camera!! È davvero bellissimaaa!!! J Appena finito di costruire i vestiti siamo corsi tutti di sopra per farci la doccia e lavarci i capelli. Per la sera dovevamo essere perfette!! Così dopo esserci vestite ci volatilizziamo di sotto e subito iniziano a dire le coppie della sera! Tutti avevamo paura, ma alla fine a me è andata peggio di come pensavo!! Sono stata con una femmina -.UFFI non è giusto!! volevo stare con un maschio!! VABBE’!!!!!!!! KL Abbiamo ballato e mangiato. Tutto tranquillo per una sera! Visto che la sera prima c’era stato il gioco horror!! Anche se sono stata un po’ sfortunata questa è stata una delle più belle sere del campeggio!! MIRIANA MONTI IIG LA NUTELLA Vi sarete certo chiesti più volte qual è l’ingrediente segreto della NUTELLA, quella dolce crema di nocciole a cui nessuno può resistere. Certi pensano che sia grasso di balena, un burro particolare o addirittura pelle di maiale. Certo è che nessuno è riuscito a imitarla. Sono tante le ditte che da anni ci provano, ma il loro lavoro è risultato vano. La nutella sembra avere una formula speciale, come quella che usava Antonio Stradivari nei suoi violini. Io mi sono chiesta -Ma se fosse vero che la nutella è fatta di grasso di balena, io continuerei a mangiarla? Alcuni ecologisti direbbero - povere balene!- Comunque non credo che gli amanti del cioccolato riuscirebbero a fare a meno di quella golosissima mousse, che dopo qualsiasi attività fisica: una partita di calcio o di pallavolo, una corsetta nel parco ti sa ridare le forze necessarie per affrontare gli altri impegni della giornata . MANUEL GAMBERINI III H Pag.11 LO ZOO INTERPLANETARIO Gli elefanti – farfalla. Queste creature, provenienti dal pianeta di Arfic, sono veramente spettacolari. Possiedono infatti delle graziose ali da farfalla sul dorso, nonostante le loro enormi dimensioni. Riescono così a volare grazie al fatto che, oltre ad avere ossa cave come gli uccelli, sono interamente costituite di un particolare materiale organico dal peso simile al polistirolo, ma molto più resistente. Pur essendo in tutto e per tutto simili agli elefanti non possiedono grandi orecchie perché creerebbero un grande attrito con l’aria, ma hanno una proboscide specialmente sviluppata. Infatti durante il volo questi animali la tengono tutta protesa in avanti a mò di presa d’aria, trasformandosi al bisogno in veri e propri bolidi aerei. Altroché i soliti elefanti rugosi! La loro pelle al tatto è liscia e polposa come un budino. La loro leggerissima presenza è tradita solo da un sibilo che sarebbe esasperante se non fosse per il fatto che sono sempre sorridenti e felici. Oltre al loro carattere questi animali sono acclamatissimi dai bambini per via delle loro fantastiche ali, tutte meravigliosamente colorate e tutte diverse, spesso anche quelle di uno stesso esemplare. La ranatra. Avete presente un’anatra? Ecco, dimenticatevi il placido animale che nuota tranquillamente sui laghi delle fiabe. L’aspetto può ingannare soprattutto se ti trovi sil pianeta Quackrak. Anche se corpo e becco si presentano “come da regolamento” ricoperto di piume variopinte il primo e di un giallo proverbiale il secondo, seppure vedendole nuotare si direbbero animali normalissimi, una volta giunte sulla terra ferma saltano come delle vere e proprie molle. Infatti questi esseri possiedono delle zampe identiche a quelle terrestri.I pochi fortunati che hanno avuto la possibilità di toccarle riferiscono che le loro piume sono di gran lunga molto più soffici di qualsiasi altro uccello conosciuto e sono proprio queste piume a produrre fischi armoniosi quando vengono colpite dal vento.Purtroppo il professor Hugo non li ha potuti mostrare a Parigi, poiché questi animali hanno sviluppato una particolare idiosincrasia con il popolo francese… chissà perché! Dotate di grandi capacità imitative, sanno intonare i brani più in voga sul pianeta ospitante in segno di riconoscenza dopo aver ricevuto qualche manciata di pop-corn. Spettatori, munitevi! LA REDAZIONE DEL BERTOLINO Febbraio 2011 DANZA E’… Danza è… Un impegno da rispettare e una passione da amare. Danza è… Un sogno infinito per seguire un mito. Danza è… Un linguaggio del corpo che dal cuore porto, che non tutti possono parlare, alcuni nemmeno decifrare. Danza è… Uno scrigno misterioso che ti può dare ogni segno estroso. Danza è… Un’arte da imparare, e un regalo da donare. SPOR T § SPOR T SPORT SPORT SPORT DI CUI FORSE NON AVETE MAI SENTITO PARLARE Di solito sentiamo parlare dei soliti sport (calcio, basket, motociclismo, pattinaggio….) ma al mondo esistono altri sport veramente bizzarri. L’Hockey subacqueo è stato inventato negli anni cinquanta da un inglese ed è arrivato successivamente in Italia. È uno sport che si pratica in apnea sul fondo di una piscina fra due squadre di 6 giocatori. Ognuno è dotato di equipaggiamento di base, vale a dire: pinne, maschera e aeratore. L’obiettivo del gioco è quello di spingere un disco di piombo nella porta della squadra avversaria, utilizzando una mazza da hockey subacqueo. Proprio per polmoni d’acciaio! Un altro sport particolare è il “lancio del formaggio”, popolare da noi nell’ Appennino modenese. Gioco antichissimo, praticato di origine dai pastori con forme di pecorino stagionato, poi sostituite dal “ruzzolone”, un disco di legno di un paio di chili di peso e lanciato con una robusta fettuccia di canapa, Danza è… La cosa più fantastica che c’è!!! ARIANNA BRANCALEONI I F la “cordella”, molto resistente, lunga m. 3.5 e larga cm. 2, alla cui estremità c’è un anello per infilarvi il braccio. Si dice che sia stato inventato addirittura dagli Etruschi! Infine vi voglio parlare del Tchoukball; ricorda la pallamano (per peso e misura del pallone), ma ha caratteristiche differenti, a cominciare dalla porta che in questo caso è un pannello di rimbalzo. Un giocatore segna un punto a favore della propria squadra se il pallone, dopo il rimbalzo sul pannello, cade nel terreno di gioco (esclusa la “zona vietata”, ovvero un semicerchio di tre metri di raggio davanti al pannello stesso). Non si può interferire nel gioco avversario, ma solo anticiparlo, schierandosi in difesa per ricevere il rimbalzo dal pannello. Può essere giocato a squadre miste. NICOLAS CENNI 3a H IL CALCIO Il calcio è inseguire un pallone e per noi bambini è una vera passione. Il calcio è gonfiare la rete ma il bello è stare insieme. Il calcio è scartare un avversario e sentirsi pieno di energia. Il calcio è divertirsi insieme agli amici restando insieme felici. Grazie calcio per avermi insegnato il più bel gioco che abbiano inventato. LA VIOLENZA NEGLI STADI La violenza negli stadi deve finire, la gente deve capire, che non è giusto morire durante un evento sportivo che dovrebbe divertire, tutto ciò deve…finire. GIANMARCO BARRELLA 1a H LA CORSA Se vuoi Facciamo una corsa, non lunga non corta: una corsa giusta paesaggio allegro paesaggio d’amore con gli amici del cuore. Una corsa che non sia solo un gioco una festa simpatica una corsa: la vita che si affronta passo per passo CATERINA ZANFRAMUNDO 2a G ITALIA vs SERBIA (Autunno 2010) Ivan Bogdanus, soprannominato “IL TERRIBILE” ,durante la partita ITALIA-SERBIA, vinta a tavolino per 3 a 0 dall’ITALIA, a parlare di sé, incitando i tifosi serbi alla violenza,distruggendo vetrate,reti,seggiolini del reparto ospiti dello stadio genovese Marassi, impedendo così alla partita di proseguire. ROMA vs LAZIO (coppa Italia 19/1/11) Il derby di Roma è, come sempre, molto sentito tra i tifosi, che hanno pensato bene di menarsi; purtroppo un tifoso è stato ferito da una coltellata. Questi sono solo gli ultimi due degli eventi brutali legati al gioco del calcio che testimoniano la stupidità dell’essere umano. ENRICO V. PESCE – LUCA FACONDINI 1a M Pag.12 LE MIE PASSIONI Voglio diventare un’artista, perché amo danza e canto. Tutto è cominciato quando avevo 4 anni: chiesi a mia mamma se potevo cominciare un corso di danza classica; così, insieme, abbiamo cercato una scuola valida. Quando abbiamo scelto l’Arabesque Dance Center in Vicolo S. Giovanni ho “ seminato” la mia passione. Ho fatto due anni con una maestra, due con un’altra e due con un’altra ancora. Manuela e Sabrina, le prime due, erano più che gentili ma io e le mio gruppo ci siamo affezionate particolarmente a Sandra. Quest’estate, purtroppo, Sandra (per noi Sandy) è andata via, non sappiamo dove, senza nemmeno avvisarci; ce l’hanno comunicato solo a settembre e non è stato possibile neanche dirle “addio”. Ora siamo con Roberta (Roby) che ci insegna meglio le basi, ma la nostra Sandy non la rivedremo mai più Dovete sapere che l’attuale grado 5 è un gruppo molto unito, e vi voglio anche raccontare del regalo che abbiamo fatto alla fine dell’anno scor- so a Sandy: io ho stampato e rilegato in cartoleria una ventina di pagine sulla danza tratte da Wikipedia e le mie compagne hanno disegnato, colorato scritto dediche. Il risultato? Un fantastico libro personalizzato e firmato dal gruppo migliore dell’Arabesque!! Io frequento da quattro anni anche un corso di danza contemporanea. Il primo anno come insegnante avevamo Sandy, il secondo e il terzo Roby e ora Marco, il marito di Roby. Ora, con il settimo anno di danza classica, è “sbocciato il fiore” e spero che duri a lungo … Mi piacerebbe studiare canto, perché dicono che ho un talento naturale, ereditato da mio babbo, ma non ho il tempo e la forza di seguire un altro corso, oltre alle 6 ora di danza settimanali. Amo cantare perché mi sento libera mentre lo faccio. Adoro Laura Pausini, Giorgia, Elisa e tutte le loro meravigliose canzoni! Comunque amerò la danza ed il canto per sempre!! ARIANNA BRANCALEONI 1a F TAEKWONDO “LA TUA FORZA INTERIORE” Il taekwondo è un’arte marziale coreana nata più di duemila anni fa. La parola tae kwon do significa “l’arte dei calci in volo”. È uno sport per tutte le età,da quattro anni in su. Non è soltanto combattimento, ma una disciplina vincente e formativa perché insegna a prendere coscienza del proprio corpo, dello spazio,sviluppando l’equilibrio,la reattività e i riflessi. Oltre al combattimento ci sono le forme,che sono movimenti a vuoto contro un avversario immaginario. Il tae kwon do è anche un modo di vivere, forma il carattere di chi lo pratica e,se ben fatto,è fonte di un solido benessere psicofisico. Nel 2000 è diventata una disciplina olimpica,grazie anche a i valori che sostiene:il rigore, la disciplina,la pazienza,la perseveranza il controllo di sé,l a modestia ed il rispetto. Il tae kwon do è quindi forza del corpo e della mente, ma senza violenza. Io lo pratico da due anni, in una palestra a Misano. A me piace il tae kwon do perché mi ha fatto imparare il rispetto verso il mio maestro e a non perdere la calma. Vorrei che tanti ragazzi lo conoscessero perché ha degli ottimi valori e può aiutare a stare insieme in amicizia. EMANUELE MICALE 1a H