Diapositiva 1 - Facoltà di Medicina e Chirurgia
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Diapositiva 1 - Facoltà di Medicina e Chirurgia
Testi consigliati CdL Medicina e Chirurgia AA 15-16 • G. DE LEO , E. GINELLI , S. FASANO - Biologia e genetica. (III ed EdiSES) • G. KARP – Biologia Cellulare e molecolare. ( IV o V ed. EdiSES) • W.M. BECKER, L.J. KLEINSMITH, J. HARDIN – Il mondo della cellula. (VIIII ed. Pearson) • A. FANTONI, S. BOZZARO, G. DEL SAL, S. FERRARI, M. TRIPODI – Biologia Cellulare e Genetica. (Piccin Ed.) • R. ALBERTS, A. JOHNSON, J. LEWIS, M. RAFF, K. ROBERTS, P. WALTER- L’essenziale di Biologia molecolare della cellula. (III ed. Zanichelli) La biologia è lo studio scientifico della vita e delle diverse forme viventi Negli ultimi decenni enorme sviluppo di questa disciplina Forte impatto sulla cultura e su vita quotidiana Ricadute su medicina, alimentazione, religione, agricoltura e processi economici, rapporti sociali, psicologia, scienze forensi, etc Metodo scientifico Ipotesi basata su osservazioni e conoscenze precedenti Esperimenti controllati e riproducibili (in vitro-in vivo- in silico) Analisi e interpretazione dati risultati Verifica o smentita dell’ipotesi Con verifiche successive HP può divenire/essere accettata come TEORIA Proprietà fondamentali dei viventi. Organismi ed ambiente. Principi di ecologia, organizzazione della materia vivente. CHIMICA: Chimica base della vita (legami chimici e molecole) CITOLOGIA: Organizzazione cellulare. procariotI e eucarioti. Compartimenti cellulari eucariotici. Sistemi di trasporto attraverso le membrane. BIOCHIMICA: molecole biologiche ed enzimi. metabolismi energetici. respirazione cellulare e fotosintesi. BIOLOGIA CELLULARE E FISIOLOGIA CELLULARE comunicazione intercellulare. meccanismi di trasduzione del segnale intercellulare. forma e motilità cellulare; smistamento delle molecole; riproduzione e ciclo cellulare. Differenziamento e morte cellulare. Cancro. GENETICA-BIOLOGIA MOLECOLARE Flusso di informazione genetica nelle cellule Trasmissione dei caratteri. Malgrado l’enorme biodiversità, esistono proprietà comuni a tutti gli esseri viventi • • • • • • • • Ordine (esistenza di strutture ordinate) Regolazione/omeostasi (dell’ambiente interno) Capacità di riprodursi Crescita e sviluppo (ogni organismo segue un modello caratteristico della propria specie); Uso/assunzione di energia e materia Risposta all’ambiente (o “irritabilità”) “Progetto” interno/archivio informazioni Evoluzione Gli esseri viventi si riproducono Gli esseri viventi reagiscono agli stimoli Progetto interno: I sistemi viventi contengono le istruzioni chimiche che controllano la loro struttura e funzione Il DNA contiene l’informazione genetica per costruire le molecole che costituiscono cellule ed organismi. L’informazione è replicata e trasmessa da una generazione alla successiva. Il DNA si trova in tutte le cellule e l’informazione genetica è codificata nello stesso modo in tutti gli organismi. I viventi sono impegnati in attività metaboliche grazie al metabolismo ottengono energia dall’ambiente e la usano per crescere, riprodursi, sintetizzare molecole, mantenere ordine interno, ecc. Le cellule sono il livello base dell’organizzazione della vita e possono organizzarsi in sistemi uni- o pluri-cellulari. Le cellule sono le unità strutturali e funzionali di cui sono costituiti i viventi. La cellula è l’unità fondamentale della vita. È infatti la struttura più semplice in grado di compiere tutte le attività richieste per la vita/dotata di tutte le proprietà caratterizanti gli esseri viventi. I sistemi viventi hanno un’organizzazione gerarchica in cui ogni livello strutturale ha come base quello sottostante –La gerarchia parte dalle molecole per arrivare agli ecosistemi e alla biosfera. Gli organismi e i loro ambienti formano reti interconnesse CO2 O2 CO2 Ogni organismo interagisce con l’ambiente in cui vive formando una rete complessa di relazioni che collegano tra loro gli esseri viventi ed il loro ambiente. ECOSISTEMA= insieme di fattori biotici e abiotici. H2O fattori biotici : organismi che costituiscono la comunità di specie che occupano una determinata zona. fattori abiotici : temperatura, clima, precipitazioni, forme di energia, gas, sostanze nutritive e altri composti chimici. Nell’ambito di un ecosistema ogni specie ha una propria nicchia ecologica: cioè un suo ruolo nell’uso complessivo delle risorse abiotiche e biotiche. Specie diverse hanno “conquistato” nicchie diverse la nicchia ecologica è definita spesso come il”lavoro” di una specie! A. insolitus si apposta sui rami ombrosi. A. ricordii A. insolitus A. aliniger A. distichus A. distichus si apposta su superfici assolate. A. christophei A. cybotes A. etheridgei Da “L’Essenziale di Biologia. Campbell et al., Pearson Ed.” Gli ecosistemi cono caratterizzati da: -Riciclo di materia: trasferimento delle sostanze nutritive chimiche dall’atmosfera e dal suolo, ai produttori, ai consumatori, ai decompositori e indietro all’ambiente. -Flusso di energia: gli ecosistemi ricevono energia dal sole (*) e la trasformano in energia chimica; fluisce attraverso il sistema trasformandosi in attività cellulari; parte di essa è dispersa nell’ambiente come calore (flusso a senso unico e aumento di entropia globale). In un ecosistema le sostanze chimiche vengono continuamente riciclate passando dalla materia organica alle riserve abiotiche e viceversa I cicli biogeochimici descrivono i flussi e le trasformazioni delle sostanze nutritive che sono riciclate e continuamente trasferite dagli organismi ai serbatoi abiotici. •Cicli gassosi (riserva abiotica principale nell’atmosfera) cicli globali; •cicli sedimentari (riserva abiotica nel suolo) cicli locali 3 Consumatori 2 Produttori 1 Detritivori Sostanze nutritive disponibili per i produttori 4 Serbatoio abiotico Livello trofico La catena alimentare illustra il flusso di energia e nutrienti attraverso i vari organismi di un ecosistema suddivisi in livelli trofici Consumatori quaternari Poiana • • La materia fluisce dai produttori ai consumatori primari, ai consumatori secondari e di livello superiore. I decompositori (animali saprofagi, funghi e procarioti) chiudono il ciclo: decompongono i materiali di scarto e riciclano le sostanze nutritive negli ecosistemi (atto finale che lega tutti gli organismi in un ciclo) . Orca Consumatori terziari Serpente Tonno Consumatori secondari Topo Aringhe Consumatori primari Cavalletta Zooplancton Produttori Pianta Catena alimentare terrestre Da “L’Essenziale di Biologia. Campbell et al., Pearson Ed.” Fitoplancton Catena alimentare marina In un ecosistema le catene alimentari si intersecano complesse reti alimentari Consumatori quaternari, terziari, e secondari Consumatori terziari e secondari Consumatori secondari e primari Consumatori primari Produttori (piante) La disponibilità di energia limita la lunghezza delle catene alimentari, poiché ad ogni livello si ha perdita di energia e quindi minore produzione di biomassa, le catene alimentari possono essere rappresentate come strutture piramidali, con i produttori alla base e i livelli trofici superiori al vertice piramide di produttività mostra il flusso di energia dai produttori ai consumatori dei vari livelli trofici. Consumatori terziari Consumatori secondari Consumatori primari 10 kcal 100 kcal 1000 kcal Produttori 10 000 kcal 1 000 000 kcal di energia luminosa Da “L’Essenziale di Biologia. Campbell et al., Pearson Ed.” piramide numerica mostra i rapporti numerici di tra le popolazioni dei vari livelli trofici. La piramide della produttività spiega perché il consumo di carne può essere considerato un lusso in un mondo con 7 miliardi abitanti I produttori potrebbero «sostenere» molte più persone se uomo si comportasse come consumatore primario (dieta prevalentemen. veg) e non come consumatore secondario (dieta prev. carnivora). Livello trofico Consumatori secondari Consumatori primari Individui a dieta carnivora Bestiame Individui a dieta vegetariana Mais Produttori Da “L’Essenziale di Biologia. Campbell et al., Pearson Ed.” Mais CLASSIFICAZIONE DEI VIVENTI Tutti i viventi sono classificati in categorie (o taxa) secondo un preciso ordine gerarchico (Tassonomia= studio della diversità e della classificazione dei viventi in categorie dette taxa.) Felis catus Specie (gatto domestico) Genere Seguendo il sistema ideato da Linneo (nomenclatura binomia) ogni specie vivente è identificata da un nome latino composto da due parti :primo nome= genere (che, di solito, comprende più specie) secondo nome = specie. Carnivora (carnivori) Ordine Phylum Regno Dominio Da “L’Essenziale di Biologia. Campbell et al., Pearson Ed.” Felidae (felidi) Famiglia Classe Felis Mammalia (mammiferi) Chordata (cordati) Animalia (animali) Eukarya Concetto di “specie” Specie = unità di base per la classificazione degli organismi viventi. Definizione: insieme di esseri viventi con caratteristiche simili in grado di accoppiarsi e generare prole feconda ("interfecondità"). NB: questa definizione di “specie” si basa sulla capacità di procreazione (interfecondità) ma non è sempre applicabile (ad es. i batteri, che si riproducono con modalità diverse) definizione basata su analisi di similitudini nell'anatomia, ecologia e/o nel DNA. Le forme di vita si possono classificare in 3 domini tre grandi categorie tassonomiche : SEM 3250 •Eubacteria (eubatteri) procarioti •Archeabacteria (archebatteri o archei); •Eukarya, il dominio degli eucarioti, suddiviso nei 4 regni dei protisti,funghi, piante animali. Protista Fungi SEM 25 000 Eubacteria Archebacteria Plantae Animalia Cellule procariotiche e cellule eucariotiche Tratti comuni: DNA come materiale genetico, citoplasma racchiuso da membrana, metabolismi simili Differenze: dimensioni, grado complessità strutturale, presenza nucleo, organelli e compartimentazione interna, modalità divisione cellulare,… L’ambiente intracellulare è acquoso (citosol) I compartimenti membranosi consentono separazione funzionale delle varie attività metaboliche/cellulari TH endosimbiosi, 2 miliardi anni fa comparsa eucarioti 1) Cell procariotica più antica: tracce fossili anteriori (2,7 miliardi anni) 2) Identità genetiche e metaboliche tra pro ed eu Eucarioti derivano da procarioti, evoluzione non indipendente Gli eucarioti sono evoluti in 2 direzioni diverse Unicellulari complessi (protisti) Pluricellulari cellule differenziate (metazoi, piante) Analisi comparativa della struttura di molecole informazionali (es rRNA, fingerprint prima, analisi seq poi) come orologio evolutivo: Maggiore differenza incidenza accumulo mutazioni maggiore lasso tempo maggiore distanza evolutiva permette ricostruire alberi filogenetici (relazioni parentela tra varie specie) Procarioti, eucarioti, pur mostrando notevole differenza di complessità strutturale, condividono le stesse basi molecolari: entrambi usano il DNA come materiale chimico per costituire i geni, le unità discrete dell’informazione ereditaria. A C T A T A C Solo in alcuni virus il materiale genetico è l’RNA C G T A G T A I virus sono parassiti cellulari •Organizzazione semplice: acido nucleico (DNA o RNA)+ rivestimento proteico •Sopravvivenza e riproduzione dipendono dalle cellule infettate non sono “veri” organismi viventi Testa Coda Virus batterico a DNA DNA Fibre della coda Proteine RNA Involucro esterno RNA Rivestimento proteico Estroflessione glicoproteica Virus vegetale a RNA Virus animale ad RNA Unità e diversità in biologia le forme viventi sono molto diverse, ma esiste una sorprendente unità soprattutto nei livelli gerarchici più bassi dell’organizzazione biologica (es DNA e codice genetico, sistemi biochimici, etc). In tutte cellule viventi l’informazione genetica fluisce da DNA all’RNA, dall’RNA alle proteine L’identità nella chimica di base consente lo studio di fenomeni complessi in «organismi modello» Proteine di organismi diversissimi, ma con funzione corrispondente, sono molto simili Es proteina di controllo del ciclo cellulare di lievito e umana Geni quasi identici controllano le stesse caratteristiche Es mutazione su gene kit macchia bianca sulla fronte L’unitarietà dei fenomeni biologici-corrispondenze a livello molecolarecellulare- alla base del concetto di organismo modello rappresentativi e vantaggiosi sistemi di studio L’evoluzione è il concetto che unisce tutti campi della biologia Unità e diversità si spiegano con l’evoluzione: la vita evolve di continuo e tutti gli organismi sono imparentati tra loro LUCA: last universal common ancestor osservazioni fatte da C. Darwin durante un viaggio a bordo del Beagle fondamentali per lo sviluppo della sua teoria evolutiva Premesse/osservazioni: 1) Risorse limitate rispetto alle potenzialità riproduttive dei viventi 2) Variabilità all’interno di una popolazione lotta per la sopravvivenza: successo riproduttivo diseguale: individui con caratteristiche più favorevoli riescono a riprodursi di più Il naturalista inglese Charles Darwin pubblicò uno dei libri più importanti e controversi mai scritti (L’origine delle specie per selezione naturale) in cui propose la teoria della selezione naturale. La selezione naturale è un meccanismo di «rielaborazione» che si verifica quando le popolazioni o gli organismi, con variazioni ereditabili, vengono esposti a fattori ambientali che favoriscono il processo riproduttivo di alcuni individui rispetto ad altri. (1) Popolazione con varie caratteristiche ereditarie 1 (2) Eliminazione degli individui con certe caratteristiche 2 (3) Riproduzione degli organismi sopravvissuti 3 Evoluzione biologica (Darwin e Wallace) 1) Gli organismi viventi danno origine a molti discendenti 2) Le variazioni ereditabili fanno sì che alcuni individui competano con più successo per cibo, spazio e accoppiamento 3) Gli individui di successo (fitness) trasmettono i loro tratti alla generazione successiva 4) I tratti “di successo” diventano più comuni, quelli sfavorevoli meno comuni popolazione in continuo cambiamento BIODIVERSITA’ L’evoluzione dipende dalla variabilità del DNA (mutazioni, rimescolamento genetico) il melanismo industriale : esempio di selezione naturale: Nella popolazione esistono varianti sia bianche che scure: l’ambiente seleziona le une o le altre •In ambiente inquinato le farfalle nere meno predate maggiore fitness •In ambiente non inquinato le farfalle chiare maggiore fitness NB: la variazione è già presente nella popolazione: l’ambiente non induce la variazione bensì seleziona! Prove a favore dell’evoluzione •Reperti fossili: si trovano fossili di forme di vita estinte che sono molto simili a specie viventi o anelli di congiunzione tra specie estinte e specie viventi •Biogeografia: lo studio della distribuzione geografica delle specie conferma ipotesi di isolamento e/o di diffusione e diversificazione a partire da una certa area •Anatomia comparata: omologia nelle strutture anatomiche tra specie imparentate Strutture simili con origine simile •Embriologia comparata: stadi di sviluppo embrionale e strutture embrionali simili tra specie diverse •Biologia molecolare: confronto a livello di sequenza nucleotidica (DNA) o aminoacidica (proteine) il numero di aminoacidi diversi nella sequenza dell’emoglobina è proporzionale alla distanza filogenetica Tutti gli organismi mostrano adattamenti, cioè caratteristiche che si sono evolute mediate la selezione naturale. Orca Pangolino Forma e struttura del becco degli uccelli riflettono l’adattamento ad uno specifico tipo di alimentazione Esiste anche la “selezione artificiale”! Selezione artificiale: l’azione dell’uomo ha creato nuove specie a partire da ancestrali forme selvatiche La base chimica della vita La vita richiede circa 25 elementi chimici (su un totale di 92 in natura) che possono combinarsi tra loro per formare composti Ossigeno, carbonio, idrogeno, e azoto sono i 4 elementi fondamentali per costruire la maggior parte della materia vivente . Gli elementi in tracce (oligoelementi) sono essenziali almeno per alcuni organismi, ma in minime quantità. Certi oligoelementi, come il Fe, sono indispensabili per tutte le forme di vita, mentre altri lo sono solo per alcune specie. Abbondanza relativa degli elementi nei tessuti animali e nella crosta terrestre % rispetto al N tot di atomi Carenze alimentari in alcuni oligoelementi possono causare diverse condizioni patologiche. Il fluoro sottoforma di fluoruro, aiuta a prevenire la carie interagendo con i batteri che la causano. Una carenza di iodio altera la fisiologia della tiroide, provocandone l’ingrossamento (gozzo). Gli elementi chimici possono combinarsi insieme per formare i composti. Un composto è una sostanza costituita da più elementi combinati secondo un rapporto fisso. Sodio Na Cloro Cl Cloruro di sodio NaCl L’atomo (dal greco àtomos: «indivisibile») è la più piccola unità di materia che conserva le proprietà di un elemento Un atomo è costituito da protoni e neutroni situati in un nucleo centrale. Il nucleo è circondato da elettroni organizzati in gusci elettronici. – – + + 2e– + + Nuvola elettronica Nucleo 2 + Protoni 2 Nuvola elettronica 6e– ++ Numero di massa = 4 Neutroni 2 – Elettroni Gli atomi di ciascun elemento sono caratterizzati da uno specifico numero di protoni, che rappresenta il numero atomico. Nucleo 6 + Protoni 6 Neutroni 6 – Elettroni Numero di massa = 12 Isotopi – Il numero di neutroni in un atomo può variare. – Alcuni elementi presentano forme diverse di atomi dette isotopi. – Alcuni isotopi sono radioattivi (nucleo instabile emette energia) In biologia spesso si usano traccianti radioattivi per seguire le trasformazioni chimiche subite dalle molecole negli organismi. Spesso usati nella diagnostica medica in combinazione con sofisticate strumentazioni per la realizzare immagini. • La configurazione elettronica di un atomo ne determina le proprietà chimiche •Gli elettroni in un atomo si dispongono in gusci elettronici che possono contenere numeri diversi di elettroni. Guscio elettronico più esterno (può contenere fino a 8 elettroni) Guscio elettronico più interno (può contenere fino a 2 elettroni) Elettrone Idrogeno (H) Numero atomico = 1 Carbonio (C) Numero atomico = 6 Azoto (N) Numero atomico = 7 Ossigeno (O) Numero atomico = 8 – Quando 2 atomi con un guscio elettronico incompleto reagiscono, ciascuno di essi mette in comune (cede oppure riceve) elettroni, in modo da occuparlo completamente. – Queste interazioni solitamente fanno sì che gli atomi vengano tenuti insieme da forze di attrazione chiamate legami chimici. 2 tipi fondamentali di legame chimico Il legame ionico è l’interazione che si stabilisce tra ioni di carica opposta Quando gli atomi cedono o ricevono elettroni si creano atomi carichi cioè ioni. – Trasferimento di elettroni – + Na Cl Na Atomo di sodio Cl Atomo di cloro – Na Cl Cl– Ione cloro Na+ Ione sodio Cloruro di sodio (NaCl) Si forma un solido con struttura cristallina Na+ Cl– Nel legame covalente due atomi mettono in comune una o più coppie di elettroni poste sui livelli energetici più esterni, formando molecole. Le molecole possono essere rappresentate in molti modi. 2 H2 O2 2 H2O Nella cellula sono molto importanti le interazioni intermolecolari-non covalenti Es. molecole grandi, come le proteine, possono interagire /legarsi grazie a complementarità di carica superficiale. Serie di legami non covalenti che, sommati, rendono forte l’attrazione • Attrazioni elettrostatiche/ioniche, • idrogeno, • van der Waals (fluttuazioni di carica) L’acqua è fondamentale per la vita. le caratteristiche chimiche dell’H2O alla base di fenomeni biologicamente importanti (–) (–) •La molecola dell’acqua è polare O (una molecola è non polare quando i suoi atomi legati da legame covalente condividono gli elettroni equamente). legame covalente polare →condivisione degli elettroni tra gli atomi è asimmetrica → si crea una molecola polare •La polarità della molecola dell’acqua consente la formazione del legame idrogeno H (+) Legame (–) idrogeno (+) H (+) O (–) (–) (+) H (+ ) (–) H (+) L’H2O è meno densa allo stato solido Struttura reticolare via via più ordinata, rigida e stabile Il ghiaccio galleggia, proteggendo laghi e oceani dal congelamento Polarità e presenza di legami idrogeno determinano: •Coesione→trasporto radici-foglie •Tensione superficiale elevata •Elevata capacità termica (H2O immagazzina e rilascia elevate quantità di calore, con minime variazioni di T) perché è necessaria grossa quantità di calore-energia per rompere legami H •Funzione stabilizzante temperatura → mitigatrice di oceani e acque superficiali e resistenza a cambiamenti termici →sudorazione come mecc. di raffreddamento L’acqua è un ottimo solvente di ioni e/o molecole polari o cariche. Poiché le molecole di acqua sono piccole e polari, esse rivestono e penetrano ioni e molecole polari solvatazione o idratazione soluti polari o carichi si sciolgono quando le molecole d’acqua li circondano, formando soluzioni acquose. Tutte le cellule contengono soluzioni acquose Molecole “idrofile”: solubili in acqua Molecole idrofobiche/idrofobe: insolubili in acqua perchè apolari e prive di carica - sono escluse dal legame con l’acqua e quindi “costrette” ad associazioni apolari tra loro L’acqua si dissocia H2O H+ + OH- •Un composto che cede ioni H+ a una soluzione è un acido. •Un composto che accetta ioni H+ rimuovendoli da una soluzione è una base. •L’acqua è anfotera L’acidità è misurata sulla scala del pH che va da 0 (massima acidità) a 14 (massima basicità). pH= -log10 [H+] scala LOG: ogni unità di pH corrisponde ad un cambiamento di dieci volte nella concentrazione di ioni H+ Il pH della maggior parte delle cellule è tenuto vicino a 7 (neutro) da sistemi tampone che contrastano i cambiamenti di pH (es sistema tampone carbonato-ac carbonico del plasma) L’acqua è essenziale per la vita alcune forme di vita bloccano attività metaboliche e sopravvivono anche disidratate Le cellule sono formate da acqua e da molecole organiche cioè contenenti CARBONIO Formula di struttura Modello a sferette e bastoncini H H H C Modello a spazio pieno H H Metano C H H H I quattro legami semplici del carbonio determinano i vertici di un tetraedro Un atomo di C può formare 4 legami covalenti. Questi legami gli permettono di formare composti organici con scheletri carboniosi vari per lunghezza e ramificazione (grandi molecole, molto diverse tra loro). In questi composti C lega C, H, O , N , P, S. Il C puo’ essere asimmetrico: centro chirale Ogni molecola può avere 2n stereoisomeri per n atomi di C asimettrici PROPRIETA’ CHE RENDONO UNICO IL CARBONIO -valenza 4 4 legami covalenti stabili con C e altri atomi - varietà molecole generabili (saturazione, lineari, circolari,..) - potenziale stereisomeria ulteriore varietà I gruppi funzionali determinano le caratteristiche chimiche dei composti organici In una molecola organica, i gruppi funzionali sono gruppi di atomi che partecipano alle reazioni chimiche e che conferiscono proprietà particolari Molte molecole organiche sono polimeri = unione di monomeri Nella cellula esistono 4 famiglie di molecole organiche «piccole» che polimerizzano per dare componenti base Sintesi di polimeri per condensazione di monomeri Degradazione di polimeri per idrolisi molecole di acqua rompono legami tra monomeri Criteri chimico-strutturali delle biomolecole/strutture cellulari 1. semplicità chimica: maggior parte di molecole cellulari formate a partire da circa 30 subunità (20 aa, 3 monosaccaridi, 5 basi azotate, 2 lipidi) 1. gerarchia assemblaggio 4 classi principali di molecole biologiche 1. carboidrati 2. lipidi 3. proteine 4. acidi nucleici Carboidrati molecole polari con funzione energetica (combustibile e riserva) e/o strutturale (parete, membrane). I monomeri costituenti i carboidrati sono i monosaccaridi o carboidrati semplici H O H C H O H H C OH HO C H H C OH H C O H H C OH H C OH H C O H Miele= miscela di 2 zuccheri semplic:i Glu e Fru Glucosio H O Fruttosio H formule grezze = multipli di CH2O C C H OH C O C H H •gruppi funzionali ossidrilici (-OH) che conferiscono allo zucchero caratteristiche alcoliche; •un gruppo carbonilico (-C=O) che, a seconda di dove è posizionato, conferisce caratteristiche aldeidiche o chetoniche poliidrossialdeidi o poliidrossichetoni Tutti gli zuccheri semplici possono fornire energia ma devono prima esere convertiti in Glu I monosaccaridi possono anche presentarsi sotto forma di strutture ad anello (più stabili) Glu = aldoesososo punto di partenza comune per metabolismo energetico Disaccaridi •Maltosio (Glu-Glu) (semi in germinazione) •Saccarosio (Glu-Fru) (floema piante, zucchero da cucina) •Lattosio (Glu-Gal) (nel latte) •Unione di poche unità monosaccaridiche OLIGOSACCARIDI (associati a proteine o lipidi) •Unione in catene + o – ramificate di molti monosaccaridi POLISACCARIDI Funzione di riserva energia: glicogeno, amido (amilosio e amilopectine) Funzione strutturale: cellulosa, chitina Sono tutti polimeri del Glu! Polisaccaridi formati da monosaccaridi identici ma con proprietà chimico-strutturali molto diverse Glicogeno Amido Cellulosa Lipidi ampia categoria di molecole con struttura e funzione varie, accomunati dal carattere idrofobico -Lipidi neutri: trigliceridi (grassi ed oli - deposito energia) -Fosfolipidi (componenti membrana) -Steroidi (4 anelli fusi, componenti membrana e ormoni) -Isoprenoidi (carotenoidi e clorofille) -Cere (rivestimenti resistenti all’acqua, in vegetali e animali) Trigliceride o triacilglicerolo Saturi o insaturi in base a presenza di doppi legami •Oli (grassi veg) liquidi a T ambiente (prevalgono ac. insaturi) •Grassi animali solidi a T ambiente (prevalgono ac. saturi) I doppi legami inseriscono “piegature” che aumentano la fluidità molecolare Trigliceridi immagazzinati in tessuto adiposo come riserva energetica trasportati nel sangue in complessi lipoproetici (HDL, LDL, …) Lipidi complessi polari: Glicerofosfolipidi o fosfolipidi Glicerolo+ 2 ac grassi+ gruppo P e residuo polare Molecole anfipatiche che in acqua tendono ad organizzarsi in doppi strati base strutturale delle membrane biologiche bilayer micella liposoma I detergenti sono acidi grassi particolari Da un lato interagiscono con lo sporco (grasso) dall’altro con l’acqua. Negli sfingolipidi c’è sfingosina al posto del glicerolo: stesse proprietà anfipatiche Steroidi Ossatura ciclica a 4 anelli - debole polarità Colesterolo: regolatore della fluidità di membrane e precursore di ormoni steroidei (molecole segnale) Lipidi sintetizzati a partire da unità di isoprene •Pigmenti vegetali •Componenti oli essenziali •Vitamina A •Dolicol fosfato: trasporto di zuccheri attivati nella sintesi su membrna di glicoproteine Proteine: polimeri lineari di amminoacidi elevata complessità strutturale Funzioni molto varie: •Ruolo catalitico: enzimi •p. strutturali (es cheratina, fibroina, collagene, tubulina…) •p. motrici (miosine, dineine, chinesine) •p. deposito-riserva (es albumina) •p. trasporto (es Hb, trasferrina, lipoproteine, trasporto di membrana) •di difesa (anticorpi) – •Messaggi chimici e regolatori (ormoni - fattori di crescita) •Recettori (recettori ormonali e di LDL) •Regolatori: fattori trascrizionali •Tossine (es bungarotossina) Le proteine sono coinvolte in quasi tutte le attività di una cellula! Le proteine sono costituite solo da 20 tipi diversi di amminoacidi •Ogni amminoacido contiene: – un gruppo amminico; – un gruppo carbossilico; – un gruppo R, regione variabile che determina le proprietà specifiche di ciascuno dei 20 diversi amminoacidi. H O H N C H C OH R Gruppo amminico Gruppo (acido) carbossilico Il Cα è centro chirale (in quanto lega 4 gruppi diversi) L-aa usati in natura per sintesi ribosomale di proteine (D –aa solo in alcuni peeptidi batterici (sintesi non ribosomale) e in alcuni tessuti animali) •Ogni amminoacido ha proprietà specifiche basate sulla propria struttura: caratteri chimici del gruppo R •aa idrofobici •e aa idrofilici (carichi e non carichi) H H H O N H C CH2 CH CH3 H C O N OH H C H C N OH H Idrofobico C C OH H CH2 CH2 OH C CH3 Leucina (Leu) O OH Serina (Ser) O Acido aspartico (Asp) Idrofilico gli amminoacidi si legano tra loro mediante condensazione e formazione di legami peptidici, organizzandosi in catene polipeptidiche I 4 atomi del legame peptidico giacciono sullo stesso piano Le proteine hanno 4 livelli di complessità strutturale Struttura primaria sequenza di amminoacidi Polarità strutturale (N e C terminale) Sono possibili infinite combinazioni lineari di AA, quindi infinite sequenze polipeptidiche. La sequenza di AA definisce la struttura di una proteina e quindi la sua funzione. Struttura secondaria: ripiegamento regolare, stabile e localizzato Proteine fibrose (es cheratine, fibroine, collagene) hanno estese strutture secondarie α- elica filamento β Legami H inter- o intra-catena stabilizzano le strutture Nei foglietti β i filamenti scorrono paralleli o antiparalleli con i gruppi R proiettati sopra e sotto il piano del foglio Struttura terziaria ripiegamento 3D complessivo Struttura flessibile basata su interazioni tra catene laterali (R) Le parti di catena non αelica e β-sheet, possono dare anse, giri o estensioni flessibili spesso associate a specifiche attività biologiche. Oltre ai legami covalenti disolfuro, le interazioni non covalenti sono alla base della struttura proteica nelle proteine globulari gli elementi di strutt. secondaria si ripiegano a gomitolo in modo specifico p. fibrose ruolo strutturale spesso extracellulare p. globulari vari ruoli, intracellulari Struttura quaternaria Associazione di più catene polipetidiche La catena si ripiega spontaneamente per dare struttura 3D finale Se proteina solubile espone sulla superficie gruppi idrofilici e richiude all’interno gruppi apolari-idrofobici In alcuni casi ripiegamento agevolato dalle chaperonine Ripiegamento non corretto delle proteine associato a patologie neurodegenerative La proteina prionica PrPsc produce aggregati insolubili intracellulari CJD Il peptide Aβ forma aggregati fibrillari extracellulari (placche amiloidi) AD Nelle proteine stretto legame tra STRUTTURA FUNZIONE Una proteina è costituita da una o più catene polipeptidiche ripiegate secondo una particolare configurazione che determina la funzione della proteina. Scanalatura Scanalatura Se la proteina perde FORMA mediante DENATURAZIONE perde la sua FUNZIONE. Denaturazione delle proteine Fisici: calore, radiazioni Agenti denaturanti Chimici: pH estremi, detergenti, sali, urea, guanidina ecc. •Lasciano intatta solo la struttura primaria •modificano proprietà chimico-fisiche •perdita attività biologica •in molte proteine si può avere rinaturazione Confronto tra strutture di proteine diverse possiedono regioni strutturalmente simili cui corrisponde funzione simile: DOMINI= unità organizzative, tratti di catena polipeptidica capaci di ripiegarsi in struttura 3D compatta e stabile porzioni distinguibili nella struttura 3D, spesso unite da zone “cerniera” Es dominio di legame al DNA (elica giroelica); dominio di legame nucleotidico Le proteine hanno organizazzione modulare: sembra che si siano evolute mediante assemblaggio di domini esistenti in nuove combinazioni Proteina CAP (regolatore trascrizionale) composta da 2 domini distinti: Legame al cAMP Legame al DNA Le proteine possono associarsi in strutture complesse Le associazioni di proteine generano filamenti, tubi cavi, involucri sferici Proteine coniugate associate a molecole non proteiche o gruppi prostetici Le proteine possono legarsi a: Lipidi lipoproteine Glucidi glicoproteine Acidi nucleici nucleoproteine Metalli metalloproteine ……. La mioglobina lega il gruppo prostetico eme Acidi nucleici polimeri con ruolo “informazionale” •Gli acidi nucleici sono POLINUCLEOTIDI •2 tipi di acidi nucleici: l’acido ribonucleico (RNA) e l’acido deossiribonucleico (DNA) •Il DNA ha funzione di deposito dell’informazione genetica •l’RNA permette l’espressione dell’informazione Insieme controllano vita e funzioni cellulari Struttura di un nucleotide i nucleotidi svolgono anche altre funzioni cellulari: trasportatori di energia, coenzimi, messaggeri intracellulari I nucleotidi si organizzano in catene lineari: polinucleotidi Il gruppo fosfato di un nucleotide si lega allo zucchero del nucleotide successivo andando a costituire uno scheletro zucchero-fosfato (ponti fosfodiesterici) con le basi azotate collocate all’esterno di questa impalcatura. A T Polarità nel filamento 5’ (P) 3’ (OH) C G T Scheletro zucchero-fosfato Il DNA ha la forma di un’elica a doppio filamento •Nel 1953 James Watson e Francis Crick determinarono la struttura tridimensionale del DNA, basandosi anche sul lavoro di Rosalind Franklin. •modello strutturale coerente con funzione di deposito informazione Torsione Il DNA è formato da 2 polinucleotidi avvolti uno sull’altro in senso destrorso, dando una doppia elica. Le basi rivolte vs interno si appaiano in modo specifico mediante legami H (deboli singolarmente ma con effetto cumulativo) A-T (2 legami H) C-G (3 legami H) C A C C T G G A T C G A T T A Coppia di basi G T A A T A C T I 2 filamenti del DNA sono antiparalleli e “complementari” • Informazione determinata dalla sequenza di basi azotate •Complementarità fa si che possa funzionare da stampo ( nei passaggi di informazione) Nel DNA si trovano i geni: specifici tratti contenenti istruzioni per la sintesi di un polipeptide Il materiale genetico, cioè l’insieme delle informazioni che definiscono un organismo vivente, è contenuto in gigantesche molecole di DNA sotto forma di un codice molecolare (codice genetico). I genomi hanno organizzazione e dimensione diverse Differenze dell’ RNA rispetto al DNA - filamento polinucleotidico singolo - ribosio invece di deossiribosio - Uracile invece di Timina RNA: maggiore instabilità, ruolo di vettore di informazione (transitorio) non deposito stabile Molteplici funzioni Localizzato nel nucleo e nel citoplasma Strutture 3D complesse Tanti tipi rRNA, tRNA, mRNA, piccoli RNA (scRNA, snRNA, sno RNA) e micro RNA, siRNA con funzioni regolative e catalitiche (spliceosomi, telomerasi) L’RNA si può ripiegare per dare strutture secondarie