Consuntivo del Progetto “Che piacere…”

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Consuntivo del Progetto “Che piacere…”
Consuntivo del
Progetto “Che piacere…”
realizzato nell’annata rotariana 2006/7 dal
Rotary Club Padova
educazione alla salute e prevenzione selettiva del consumo precoce di alcolici
negli adolescenti e nei pre-adolescenti (gruppi a rischio)
Padova – Distretto 2060
Padova, giugno 2007
1
INDICE
Introduzione ...................................................................................................................p. 3
Parte prima- Aspetti teorici ...........................................................................................p. 4
1 Epidemiologia e contesto ambientale
2 Premesse metodologiche
Presentazione del progetto .........................................................................................p. 10
1
2
3
4
5
Obiettivi
Popolazione target
Strumenti
Metodologia
Tempi di attuazione del progetto
Parte seconda- Fasi operative ....................................................................................p. 16
1
2
Aspetti organizzativi
Attuazione dell’intervento
Parte terza-Risultati .....................................................................................................p. 28
1
2
3
4
Elaborazione dei dati iniziali relativi al consumo di alcolici degli adolescenti
Atteggiamento dei genitori sul consumo di alcol nei figli adolescenti
Modificazioni dei comportamenti e delle opinioni
Note conclusive
Il Convegno “Adolescenti da bere…” ........................................................................p. 43
Bibliografia................................................................................................................... p. 45
Appendici ed Allegati ..................................................................................................p. 48
2
INTRODUZIONE
Il Rotary Club Padova, allarmato da quanto sta avvenendo nel mondo adolescenziale e
preadolescenziale relativamente al consumo precoce di alcol, ha deciso di dedicare il
Service per l’annata rotariana 2006-2007 a questo problema, elaborando il Progetto “Che
piacere…”. Obiettivo finale del Progetto è stato quello di cercare di ritardare il primo
contatto che i giovani ed i giovanissimi hanno con il mondo degli alcolici.
Il progetto è andato articolandosi in tre momenti principali:
1. il primo momento ha riguardato l’elaborazione del protocollo del progetto. Esso
doveva essere dotato di quella scientificità indispensabile per permettere ai
ricercatori di dimostrare il grado di efficacia del progetto stesso, ma anche di
individuarne i limiti in modo da consentire, nella realizzazione prevista per il
prossimo anno, di poterlo migliorare con il coinvolgimento di un certo numero di
studenti delle scuole Medie superiori ed inferiori della Provincia di Padova.
2. il secondo momento ha riguardato l’organizzazione di un premio per le due classi
di studenti, una media superiore ed una inferiore, per l’elaborazione di uno spot
pubblicitario che invogli a piaceri alternativi al consumo di alcol o sostanze
psicoattive. Tale momento ha comportato anche l’istituzione di una Commissione
giudicatrice cui è stato affidato il compito di valutare gli elaborati presentati e
selezionare le migliori proposte.
3. il terzo momento è consistito nell’organizzazione del convegno intitolato
“Adolescenti da bere…”, al quale abbiamo attribuito un significato di
sensibilizzazione e di prevenzione. Nel corso del convegno, oggetto di questa
pubblicazione, sono stati illustrati ai partecipanti al progetto ed alla popolazione
generale le problematiche inerenti al consumo di alcol nei giovani ed i risultati
conseguiti dal progetto stesso. Nel corso del convegno sono state inoltre premiate
le due classi vincitrici.
Quanto fin qui detto rappresenta in sintesi estrema la descrizione del progetto “Che
piacere…”. Qui di seguito si procederà ad una descrizione sistematica e molto puntuale di
tutte le fasi che hanno caratterizzato l’elaborazione e la realizzazione del progetto stesso,
riportando anche i principali risultati conseguiti.
3
PARTE PRIMA – ASPETTI TEORICI
1
Epidemiologia e contesto ambientale
Le fonte di dati più validate a tutt’oggi disponibili sono rappresentate dalle ricerche ESPAD
(European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs) del 2003 e del 2004, e
dallo studio HBSC (Health Behaviour in School-aged Children) commissionato
dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità nel 2001-2.
Figura 1: consumo all’età di 11 anni di almeno un alcolico nell’ultima settimana; studio
HBSC
Tutti i dati disponibili evidenziano che il consumo di alcol fra gli adolescenti italiani è
consistente. In particolare gli undicenni italiani registrano la maggiore prevalenza di
4
consumo di alcol (circa un quinto dei ragazzi, un decimo delle ragazze; figura 1), i consumi
alcolici si mantengono elevati nel tempo, in particolare per bevande non superalcoliche (a
differenza degli adolescenti nord-europei) e per i c.d. “soft-drink”. L’età di esordio del
consumo di alcol si colloca, in media, a tredici anni; la prima ubriacatura a quattordici. Le
azioni di prevenzione devono quindi tenere conto di questa precocità di consumo.
Circa due quinti dei sedicenni italiani riferisce uno o più episodi di ebbrezza alcolica
nell’anno precedente (quindi come quindicenne), senza differenze rilevanti fra maschi e
femmine.
Il quadro regionale che emerge da tali ricerche o da specifici studi locali, evidenzia che la
situazione veneta non si discosta da quanto sopra rilevato. Il consumo alcolico
problematico cresce in modo proporzionale all’età fra i 13 ed i 17 anni, in modo più
accentuato nei ragazzi rispetto alle ragazze.
In una ricerca condotta dal comune di Spinea (“Ra-ganze e ra-ganzi; come vivono, cosa
pensano e cosa vogliono gli adolescenti a Spinea”, 2005), quasi il 20% dei maschi fra 15 e
17 anni riferiva un consumo di 5 o più unità alcoliche nel corso del sabato sera precedente
l’inchiesta, a fronte di un consumo simile nell’1.9% dei tredicenni maschi e del 5.5% delle
femmine fra 15 e 17 anni (Città di Spinea, 2005).
Nel contesto italiano si deve considerare che tutti gli adolescenti sono potenzialmente
esposti ad un inizio precoce del consumo alcolico
La situazione Padova vive infine il riflesso della crescita del consumo dei c.d. “spritz”,
intesi come consumo di alcol impropriamente “soft”, alla moda, fortemente condizionato
5
dalla pressione ambientale e proposto come identificazione di appartenenza ad un gruppo
(il “popolo” dello spritz, appunto).
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2
Premesse metodologiche
Nella fase di elaborazione del nostro progetto abbiamo tenuto conto delle seguenti
fondamentali evidenze:
-
La proposta dell’OMS di ritardare il più possibile il primo contatto fra
adolescenti ed alcolici; in particolare tale istituzione ha ritenuto di fondamentale
importanza intraprendere ogni sforzo per far sì che i minori di 16 anni evitino
l’assunzione anche della più piccola quantità di bevande alcoliche e che almeno
essi non vengano incoraggiati a farlo.
-
Il modello transteorico del cambiamento intenzionale dei comportamenti
disadattivi (Prochaska e DiClemente), secondo il quale il ruolo di una corretta
informazione è essenziale ma non sufficiente modificare i comportamenti; bisogna
sollecitare un feed-back da parte dei destinatari dell’informazione, in particolare
cercando di promuovere in loro una attivazione emotiva.
A titolo di esempio vorremmo far notare come le campagne pubblicitarie a favore
dell’alcol non chiedano esplicitamente ai destinatari di bere, ma sollecitino emozioni
positive nei confronti del consumo di alcol. Smontare tale meccanismo non richiede
(solo) spiegare razionalmente i danni che derivano dal consumo di alcol, quanto
sollecitare emozioni positive verso lo stato di sobrietà.
-
I più recenti ed accreditati modelli di prevenzione, dove viene attribuita
importanza a:
o L’atteggiamento ed i messaggi che gli adulti di riferimento trasmettono
costantemente ai loro adolescenti
Nel nostro contesto sociale la gran parte degli adulti consuma alcol; in molte
fasce sociali non suscita allarme, anzi è talora sollecitato, il consumo di alcol
da parte di minorenni. Anche fra gli adulti più consapevoli esiste un certo
disorientamento su quale messaggio proporre ai ragazzi: non bere, bere
moderatamente, bere solo alcolici a bassa gradazione… Le cose si
complicano ancor di più quando i genitori si trovano di fronte al fatto
compiuto: il figlio adolescente che beve alcolici davanti a loro, che propone di
comprare un po’ di birra per la festa con gli amici, che torna a casa per la
prima volta un po’ troppo “allegro”.
Una azione di promozione della salute sull’uso dell’alcol negli adolescenti
richiede il coinvolgimento ed il consenso sui messaggi da trasmettere da
parte degli adulti significativi per i ragazzi e le ragazze in crescita. Fra questi
assumono particolare rilevanza i genitori, gli insegnanti, gli animatori dei
gruppi giovanili.
o L’atteggiamento ed i messaggi dei propri pari.
Un messaggio di prevenzione assume particolare valore se è trasmesso da
una persona vicina al giovane. Molte azioni di educazione sulla salute sono
oggi veicolate tramite l’educazione “fra pari”: “il mio compagno / la mia
compagna di classe, la mia amica / il mio amico dei giochi…” Queste azioni
richiedono in generale l’identificazione ed il coinvolgimento attivo di alcune
figure “leader” che successivamente svolgano una ruolo moltiplicatore nella
trasmissione del messaggio ai propri compagni.
7
Alcuni studi hanno anche evidenziato il ruolo di persone sufficientemente
vicine, anche se non pari, come modello di imitazione: si tratterebbe di figure
a metà strada fra l’adolescente ed il mondo degli adulti, una sorta di “fratello
o sorella maggiore” che possa mediare le prescrizioni degli adulti nel
linguaggio e nella pratica degli adolescenti, conservando una sufficiente
autorevolezza ma con una minore distanza ed una maggiore accessibilità al
dialogo.
o Il ruolo attivo dei soggetti oggetto dell’intervento preventivo. Anche la peer
education, modalità già avanzata di prevenzione rispetto al desueto modello
informativo, è stata recentemente sottoposta a critiche sia metodologiche
che di risultato. Si è difatti evidenziato che l’utilizzo di “pari” per la mera
trasmissione di conoscenze incontra i medesimi limiti delle strategie basate
sull’informazione. Ciò appare in grado di introdurre un cambiamento reale di
atteggiamenti quindi di valorizzare la trasmissione di esperienze fra pari, che
sollecitino una reazione emotiva di fronte a comportamenti a rischio (come il
precoce consumo di alcolici) e l’elaborazione comune di strategie di
fronteggiamento delle occasioni di tentazione e di potenziamento
dell’autoefficacia. Si tende quindi attualmente a valorizzare la peer
activation piuttosto che la semplice peer education.
Le persone cambiano i propri comportamenti (o evitano di assumere
comportamenti a rischio) in modo più convincente e duraturo nel tempo se
trovano autonomamente le proprie motivazioni.
D’altra parte anche rendere coscienti i soggetti dei tentativi di manipolazione
sui loro comportamenti può, per reazione, portare ad un cambiamento. Ad
esempio gli insegnanti possono discutere criticamente un messaggio
pubblicitario che fa vedere dei giovani che si divertono bevendo birra e
sollecitare una discussione su quale messaggio la pubblicità proponga e
quali effetti voglia ottenere sui ragazzi.
o Il coinvolgimento, oltre che degli adolescenti, anche degli adulti significativi e
del contesto sociale di riferimento. Spesso le figure educative adulte
sottovalutano il loro ruolo educativo rispetto agli adolescenti. Le evidenze a
nostra disposizione sottolineano come gli adolescenti siano ancora molto
legati sia ai loro referenti affettivi primari, i genitori, sia a figure significative
esterne alla famiglia, fra cui gli insegnanti. Inoltre gli adulti, con il loro dire o
non dire, possono scoraggiare od avallare un comportamento a rischio,
quale il bere in età precoce: bisogna quindi evitare sia di incoraggiare
attivamente il consumo di alcol negli adolescenti, sia l’approvare tacitamente
che questo avvenga o addirittura il trovare “divertenti” i comportamenti di
ragazzi in stato di ebbrezza.
Ogni azione di prevenzione ed educazione alla salute deve essere validata
scientificamente, misurando gli effetti possibilmente rispetto ad un gruppo di controllo.
Non si può più pensare che, nel campo della prevenzione ed educazione alla salute, “tutto
va bene”. Alcune azioni si rivelano inefficaci, e sono quindi assolutamente sconvenienti in
termini di costo/benefici. Altre sortiscono effetti paradossali, rivelandosi controproducenti.
Nella elaborazione di questo progetto si è tenuto ampiamente conto delle linee guida
proposte dal NIDA (nazional Insitute of Drug Abuse), riassunte nei sedici principi base per
le azione di prevenzione (cfr. Preventing Drug Use among Children and Adolescents, A
8
Research-Based Guide for Parents, Educators, and Community Leaders, Second Edition,
National Institute on Drug Abuse, 2003).
Anche il riferimento a modelli di prevenzione risultati validi può del resto non portare agli
effetti aspettati in contesti differenti: è il caso di alcune azioni calibrate in contesti
anglosassoni e trasposte nei paesi latini. In ogni caso è preferibile che le azioni di
prevenzione e promozione della salute siano misurate nella loro efficacia sia in termini di
processo che di risultato atteso, possibilmente nel confronto con un gruppo di controllo.
Nell’elaborazione di questo progetto si è tenuto conto di alcune analoghe esperienze di
prevenzione in ambiente allargato (specificamente scolastico), ritenute “buona prassi” e
modelli convalidati secondo il SAMHSA (Substance Abuse and Mental Health Services
Administration). Si è in particolare studiato il progetto Northland: un programma
multilivello che coinvolge genitori, scuola e contesto sociale, elaborato dalla University of
Minnesota School of Public Health; tale progetto è focalizzato sul consumo precoce di
alcol, ma si è dimostrato efficace anche sul contatto con nicotina e THC (cfr.
http://modelprograms.samhsa.gov).
Uno fra i più attuali filoni di prevenzione dell’alcol negli adolescenti punta sul dare ai
ragazzi gli strumenti per poter “smontare” i messaggi pubblicitari che si propongono di
spingerli all’uso di alcol. Una serie di risorse al riguardo può essere ritrovata sul sito
http://medialit.med.sc.edu/alcoholads.htm, che offre anche una serie di rimandi ad altri siti
sull’argomento.
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PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
1
Obiettivi
Gli obiettivi principali del progetto sono due.
Il primo riguarda adolescenti e preadolescenti e mira a:
o Aumentare la percezione del rischio del consumo di bevande alcoliche
o Ridurre gli indici di prossimità all’alcol
o Ridurre il consumo di alcolici, soprattutto ritardando l’inizio del consumo
-
Il secondo riguarda gli adulti (genitori ed altre figure educative) e mira a:
o Sollecitare maggiore attenzione sul consumo di alcolici degli adolescenti e
dei preadolescenti
10
2
Popolazione target
L’intervento è stato rivolto a 540 adolescenti così suddivisi:
o Scuole superiori: 316 studenti di cui 263 frequentanti il IV anno in istituti di vario
indirizzo (12 classi) più 2 classi del II anno di un liceo classico1 con 53 alunni.
o Scuole medie inferiori: 224 studenti frequentanti il II anno (10 classi).
Parallelamente, in occasione della prima somministrazione del questionario, abbiamo
coinvolto anche i genitori, sia degli alunni delle scuole medie inferiori che superiori, tramite
un questionario di rilevazione delle opinioni. In questo caso abbiamo ottenuto risposta in
circa il 70% dei questionari per quanto riguarda le scuole inferiori e del 40% per le scuole
superiori.
1
La classe del 2° anno di un liceo classico è stata coinvolta a seguito della richiesta diretta dell’insegnante di riferimento,
che segnalava la presenza di situazioni a rischio.
11
3
Strumenti
Questionari
In appendice sono riportati i questionari utilizzati.
Il questionario per i ragazzi è stato costruito con una modalità fumettistica, che invitasse
ad essere letto prima ancora che compilato. Al suo interno si possono distinguere due
parti.
La prima è il racconto di quello che il ragazzo o la ragazza ha fatto nel corso dell’ultimo
sabato sera. Con chi era, dove era, cosa stava facendo, a che ora è rincasato e cosa ha
consumato per bere. Circa il bere, non si è chiesto solo del consumo di alcol (quasi dando
per scontato che sia l’unica bevanda disponibile): si è invece proposto di scegliere fra
acqua, bevande analcoliche, birra, vino e superalcolici, proponendo per ognuno una
definizione di quantità del consumo (da 1 a 5 bicchieri od unità specifica per i diversi tipi di
bevanda).
La seconda parte chiedeva di esprimere l’opinione su quanto l’alcol sia utilizzato da amici,
insegnanti, genitori ed anche dalla persona stessa; quanto l’alcol sia ritenuto pericoloso e
quanto la persona lo intendesse utilizzare nei successivi 7 e 30 giorni. Analoghe domande
erano proposte rispetto al fumo di sigaretta, utilizzato come sostanza di controllo. In
questo caso si è preferita una modalità analogica, chiedendo al soggetto di porre una
crocetta più o meno vicina al centro del diagramma a seconda della sua opinione.
Il questionario per i genitori richiedeva opinioni degli stessi su quanto si ritenessero
disponibili a parlare con i figli dell’alcol, quanta fiducia avessero di modificare i
comportamenti del figlio, quanto ritenessero l’alcol pericoloso per il figlio e per sé. Si è
utilizzata una scala da 0 a 10.
Un modello modificato di tale scala è stato somministrato anche agli insegnanti coinvolti.
La numerosità e la diversità di contesti non rende i dati raccolti di particolare significato: in
futuro sarà utile cercare di ottenere le opinioni di tutti gli insegnanti degli istituti coinvolti.
Manuale per gli insegnanti
Sia per spiegare in dettaglio la metodologia del progetto, che per stimolare gli insegnanti a
partecipare all’intervento, è stato curato un breve opuscolo illustrativo, con la descrizione
di alcune pubblicità per gli alcolici e delle schede di analisi del linguaggio pubblicitario.
Anche questo manuale è riportato in appendice.
Spot pubblicitari dell’alcol
Abbiamo selezionato una serie di spot facilmente reperibili e visionabili da internet, che
sono stati proposti agli insegnanti delle classi coinvolte. Per alcuni di questi spot abbiamo
compiuto una analisi più approfondita, che è stata riportata nel manuale per gli insegnanti.
Di fatto le classi superiori coinvolte in questo primo anno del progetto hanno visionato lo
spot “Peel away”, della agenzia Mother Ltd, 2006; regia U. Johansson. Tale spot non è
attualmente in circolazione in Italia ed è sembrato significativo per i contenuti proposti.
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4
Metodologia
Sono stati raccolti dati relativi al consumo di alcol ed alle opinioni circa l’entità di tale
consumo nei ragazzi partecipanti al progetto stesso, sia prima che dopo lo svolgimento
degli interventi previsti. I dati sono stati raccolti in modo anonimo, chiedendo ai ragazzi di
assegnare una sigla arbitraria al questionario in modo da poter appaiare i dati in fase di
elaborazione.
Nella rilevazione iniziale si sono inoltre raccolti i dati relativi alle opinioni dei genitori
sull’utilità e l’efficacia di parlare con i propri figli dell’alcol.
Nel complesso abbiamo rilevato i dati all’ingresso di 214 studenti delle II medie inferiori (12
anni circa), di cui 202 hanno risposto anche al questionario di uscita (102 nel gruppo
sperimentale, 100 in quello di controllo); hanno inoltre risposto al relativo questionario 318
genitori di questi ragazzi.
Nelle IV classi delle scuole superiori (17 anni circa), hanno risposto al questionario iniziale
235 studenti; tutti hanno effettuato anche il test di uscita (113 nel gruppo sperimentale,
122 in quello di controllo); sono inoltre stati raccolti i dati di 336 loro genitori.
Intervento sugli alunni
•
GRUPPO SPERIMENTALE ISTITUTI SUPERIORI
(Campione: 132 delle IV superiori e 29 della II superiore, per complessivi 161 alunni)
Coinvolgimento attivo
•
GRUPPO DI CONTROLLO ISTITUTI SUPERIORI
(Campione: 131 delle IV superiori e 24 della II superiore, per complessivi 155 alunni)
Lezione informativa frontale
•
GRUPPO SPERIMENTALE ISTITUTI INFERIORI
(Campione: 114 alunni)
Coinvolgimento attivo
•
GRUPPO DI CONTROLLO ISTITUTI INFERIORI
(Campione: 114 alunni)
Lezione informativa frontale
Intervento sui genitori
Coinvolgimento attivo tramite incontri con i rappresentanti e diffusione di materiale
informativo educativo. Vedi Appendice (opuscolo e gli adulti stanno a guardare)
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5
Tempi di attuazione del progetto
SVILUPPO TEMPORALE DEL PROGETTO
Fasi del Progetto
Tempi di realizzazione
Obiettivi intermedi
Fase 1: incontri preliminari 4 mesi
con le scuole coinvolte
Condivisione del progetto e
definizione delle modalità di
attuazione nei singoli istituti
Fase 2: somministrazione 1 settimana
del questionario
Consegna a tutti gli studenti
e tutti i loro genitori (gruppo
sperimentale e gruppo di
controllo)
Fase 3: smontaggio
pubblicità e stesura della
pubblicità alternativa
1 mese
Alunni
scuole
superiori
sperimentali
Æ
analisi
critica
e
proposta
messaggio alternativo
Fase 4: diffusione fra pari
1 mese
Incontri degli alunni delle
scuole superiori con gruppi
di propri pari (scuole medie)
Fase 5:
diffusione
elaborazione
e 2 settimane
Elaborazione
dei
dati
raccolti
Premiazione
Convegno per la diffusione
14
SCHEMA DEL PROGETTO
Gruppo sperimentale
Almeno una classe IV (17 anni)
per 5 istituti superiori di differente orientamento
Ë
Genitori
È
Un
incontro
per
la
presentazione del progetto
(1-2 ore)
Gruppo di controllo
Almeno una classe IV (17
anni) per gli stessi istituti
superiori
Ì
Alunni
È
Un incontro di carattere
informativo sull’alcol (2 ore)
È
Formazione di un gruppo di
due rappresentanti per
classe
È
Un
incontro
con
i Lavoro in classe di
rappresentanti per illustrare “smontaggio”della
un opuscolo su alcol e pubblicità di una birra e
giovani rivolto ai genitori
produzione dell’elaborato.
È
Ç
Lavoro nel gruppo per
presentare lo “smontaggio”
agli alunni delle scuole
medie inferiori
È
Un
incontro
per
la Incontro con gli alunni delle
presentazione del progetto scuole medie inferiori per
(1-2 ore)
presentare lo “smontaggio”
Ç
Ç
Genitori
Alunni
É Ê
Almeno una classe II per 5 scuole medie inferiori
Alunni
È
Un incontro di carattere
informativo sull’alcol (1 ora)
È
Un incontro di carattere
informativo sull’alcol (2 ore)
Ç
Alunni
Almeno una classe II per le
stesse scuole medie inferiori
I lavori svolti dagli alunni delle scuole medie superiori ed inferiori sono stati utilizzati
nell’ambito del concorso proposto nel Service (e relativa premiazione)
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PARTE SECONDA – FASI OPERATIVE
16
ASPETTI ORGANIZZATIVI
1
Gruppi di lavoro
I gruppi di lavoro che hanno lavorato alla realizzazione del progetto sono stati tre. Il primo
ha svolto funzioni prevalentemente di tipo organizzativo ed ha fatto riferimento alla
Segreteria del Rotary Club Padova nonché ad alcuni soci del Club ed alla Fondazione
Hepatos Lionello Forin. Il secondo, ha fatto riferimento al mondo della Scuola nella
persona di Andrea Bergamo, Preside della Scuola Media Todesco. Il terzo, di tipo
operativo, coordinato dalla Tossicologia delle Farmacodipendenze dell’Azienda Ospedale
Università che ha organizzato la realizzazione pratica del progetto (contatti con scuole,
genitori ecc). Al progetto ha inoltre collaborato la ULSS 16 nella segnalazione alle scuole
del progetto, nell’individuazione delle scuole partecipanti e nel collegamento con le scuole
stesse, nel reperimento dei fondi necessari alla realizzazione.
o
Il Rotary Club Padova
Angelo GATTA, Emanuele COZZI,Guido VISENTIN, Mario TRIVELLATO, Nicola
BORTOLOZZO, Massimo PEGORARO
Il Rotaract Club Padova Centro
Franceso VIGNAGA o suo sostituto
La Fondazione Hepatos
Michele FORIN
o
La Direzione Ufficio Scolastico Regionale
Gianna Miola, Giovanni BERGAMO
o
L’Azienda Ospedaliera – Tossicologia Clinica Farmacodipendenze
Luigi GALLIMBERTI, Giovanni FORZA, Sonia Chindamo, Laura Galasso, Elisa
Rohr, Chiara Gozzi.
ULSS 16- Direzione Generale e Neuropsichiatria infantile
Fortunato Rao, Antonio Condini, Michela Gatta, Drssa Forcella
Per la realizzazione del progetto si sono utilizzati fondi derivati da finanziamenti di
Enti pubblici e privati e da donazioni di soci del Rotary Club di Padova. Le risorse
finanziarie reperite sono state spese come indicato nell’allegato A. Va sottolineato
come l’attività dei soci del Rotary Club Padova e l’effettuazione di una serie di
prestazioni intellettuali e operative a titolo gratuito da parte dei partecipanti e di
esterni abbia consentito l’effettuazione del progetto con un costo limitato che può
essere valutato di almeno la metà rispetto a quello reale.
Il primo gruppo di lavoro ha curato le seguenti attività logistico-organizzative:
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1) LAVORO DI PUBBLICHE RELAZIONI
o Ricerca e definizione di patrocinio e collaborazioni con istituzioni, enti ed imprese
per la raccolta di fondi
o Sensibilizzazioni interna al club per coinvolgere il maggior numero di soci per
mettere a fattore comune le competenze e le risorse.
o Comunicazione del progetto alle scuole, tramite la Direzione dell’Ufficio Scolastico
Regionale, per il coinvolgimento attivo degli alunni di n. 5 classi del II anno medie
inferiori e n. 7 classi del IV anno delle scuole superiori, di altrettante classi per i
gruppi
di
controllo,
dei
relativi
insegnanti
e
genitori.
In totale coinvolti 2.500 ragazzi, 1200 genitori, 150 insegnanti.
2) LAVORO DI SEGRETERIA
o Gestione amministrativa
o Gestione rapporti con il Distretto Rotary ed i Club della Provincia (es.
partecipazione al premio per iniziative esemplari del Rotary Int.)
o Gestione delle consulenze (es. consulenza legale per l’utilizzo di marchi per l’attività
psico-educativa)
o Gestione fornitori
- rapporti con la tipografia
- realizzazione premi per i partecipanti
n. 600 Magliette personalizzate
n. 250 Tessere spesa Feltrinelli
n. 50 Apple iPod
o Stampa dei questionari per l’attività psico-educativa
- n. 1500 per gli alunni
- n. 1500 per i genitori
o Realizzazione e stampa di uno strumento informativo per le famiglie sui
comportamenti a rischio
o Istituzione del premio per il miglior progetto di prevenzione preparato dagli studenti
coinvolti nel progetto e definizione del regolamento del concorso
o Organizzazione degli eventi:
ƒ conferenze stampa
ƒ partecipazione alla Fiera ExpoScuole 2006, dall’allestimento dello stand alla
organizzazione delle presenze per il periodo della manifestazione
ƒ istituzione del premio
ƒ organizzazione del convegno finale “Adolescenti da bere...”
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3) LAVORO DI COMUNICAZIONE
ALL’ESTERNO
-
Realizzazione del messaggio di comunicazione ed identificazione degli strumenti,
grazie alla collaborazione della Scuola Italiana di Design
Realizzazione dello Stand “Barcollando...” in occasione della Fiera ExpoScuole,
organizzata nel novembre 2006 presso l’Ente PadovaFiere
Realizzazione degli strumenti di comunicazione
per la presentazione del service
n. 5.000 pieghevoli A4
n. 2.000 manifesti 30x60
n. 2.000 manifesti 31x44
per la promozione del convegno
n. 2.500 pieghevoli A4 (arancioni)
n. 10.000 pieghevoli A4 (verdi)
- Realizzazione comunicati stampa e materiale per le conferenze stampa
- Partecipazione a trasmissioni televisive organizzate da “Canale Italia” e “7 Gold”
- Inserimento nel palinsesto video trasmesso nei monitor Lcd installati in n. 70 autobus in
circolazione nella città della promozione del convegno, grazie alla disponibilità di APS
advertising
- Realizzazione del Convegno “ADOLESCENTI DA BERE” del 18.5.07 presso la Fiera di
Padova
ALL’INTERNO
-
Comunicazione con Istituzioni e Scuole per la realizzazione della attività
Comunicazione incontri del gruppo di lavoro
Verbali delle riunioni
Realizzazione rassegne stampe e comunicazioni per gli sponsor
Il secondo gruppo ha identificato le scuole che sarebbero state oggetto del nostro
intervento nell’ambito del progetto “Che piacere…” . A questo proposito sono state
selezionate le scuole medie Superiori ed Inferiori sotto riportate.
Il terzo gruppo ha provveduto a contattare le varie scuole e a recarsi presso ciascuna di
loro per effettuare l’intervento in ogni sua fase come descritto. Qui di seguito una tabella
riassuntiva delle scuole interessate con dettaglio delle classi coinvolte e i rispettivi
referenti.
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Scuola
Ins. ref.
salute
SMS Mameli
Distilo
Sms Todesco
Ferrara
Sms Zanella
Saetti
Ist. ComprenCadoneghe
Norbiato
Ist. ComprenAbano Terme
F.Meggiolaro
ITC Calvi
Tognon
Liceo Curiel
Borgato
Liceo Marchesi
Galati
ITAS Scarcerle
Pennè
Ist. Da Vinci
Giannone
Ins. ref. cl.
sperimentale
(N. alunni)
Distilo
2B
(24)
Ferrara
2C
(25)
Saetti
2F
(21)
Norbiato
2D
(24)
Meggiolaro
2C
(20)
Sensales
4B/E
(23)
Borgato
4A
(25)
Galati
5
(29)
Zappalà 4 H
(19)
Fiorentino 4 A
(25)
Giannone 4
s/d (18)
Franchi 4 s/d
(22)
Ins. ref. cl.
controllo
(N. alunni)
Curti
2A
(24)
2F
(25)
Saetti
2N
(21)
Marchetti
2C
(24)
Dello Vicario
2A
(20)
Cavasin
4°A/E
(22)
Borgato
4B
(24)
Galati
5
(24)
Garotti 4G
(22)
Lago 4 E
(19)
Giannone
4 o/c (18)
4 o/b (26)
20
Attuazione dell’intervento
1 Fase sperimentale Istituti Superiori
1° incontro:
Durata dell’interventoÆ 2 ore
o Breve introduzione sullo svolgimento delle varie fasi da sviluppare nel corso degli
incontri:
o Visione dello spot pubblicitario
o Smontaggio
o Discussione sull’alcol
o Brainstorming
o Ideazione di spot alternativo
o Visione dello spot pubblicitario “peel away”.
visioni dello spot per intero Æ raccolta delle prime impressioni sulla pubblicità
senza alcun suggerimento da parte nostra. Una sola visione non è mai stata
sufficiente, le prime impressioni sono state quasi le stesse per tutte e sette le classi
(la pubblicità funziona nella misura esatta in cui riesce a far filtrare lo stesso
messaggio a persone differenti, appartenenti alla stessa fascia d’età in contesti
diversi).
Visione dello spot a sequenza e (smontaggio) Æ analisi dei personaggi in ordine di
comparsa: protagonista, capo, vigilessa, …; analisi di luci, colori, musica,
inquadrature.
Riflessione guidata su quelli che sono gli stereotipi utilizzati in questo messaggio: il
protagonista è stato riconosciuto dai più come “sfigato” e segue una sua evoluzione
arrivando ad uno status di accettazione da parte del gruppo che lo accoglie (nella
penultima immagine) offrendogli la bibita; figure autoritarie legate al non rispetto
delle regole;
Parallelismi tra gli stati dell’ebbrezza e immagini dello spot (ad esempio l’ignorare le
conseguenze dei propri atti).
1. osservare
2. valutare l’estetica del messaggio pubblicitario
3. determinare gli scopi del messaggio pubblicitario
4. determinare gli assunti di base del messaggio pubblicitario.
(Si veda appendice 1)
o Discussione:
L’attenzione è stata rivolta soprattutto a concetti chiave che avessero una valenza
emotiva chiedendo ai ragazzi di portarci delle loro esperienze dirette, raccontarci
aneddoti. Attivando così una discussione tra compagni di classe, i ragazzi si sono
messi in discussione confrontandosi sulle differenti posizioni sull’uso dell’alcol (Peer
education). Introdotti dai ragazzi stessi abbiamo affrontato argomenti la perdita di
controllo e l’incapacità di valutare correttamente un rischio puntando sul sentimento
21
della vergogna tutto ciò che li facesse sentire a disagio del bere. Abbiamo, inoltre
chiesto loro se si beve sempre perché se ne ha voglia. È voglia? E’ abitudine? E’
conformismo? Molti di loro non si sono mai posti la questione.
Insieme a questi aspetti emotivi si è potuti accedere ad informazioni di tipo più
fisiologico.
o Con domande dirette: “Cosa vi succede quando bevete?” è stato possibile
discutere, anche dal punto di vista più formale su quali siano gli effetti fisici (riflessi,
vista, muscoli, equilibrio, vomito) e su quelli che sono gli effetti comportamentali:
(euforia, disinibizione, perdita del controllo seguiti poi da sonnolenza, incapacità
motoria, coma etilico)
2° incontro
Durata dell’interventoÆ 2-4 ore
o Riassunto del lavoro di analisi effettuato nell’incontro precedente.
o “brainstorming” 2
Spunti utilizzati:
1 Dose e quantità, tutto ciò che è bello ed emozionante perché in piccola
dose e quantità (lavoro di classe).
2 Amore (costituzione di gruppi spontanei all’interno del gruppo classe).
3 Riconoscere, se negli altri luoghi, abbigliamento, linguaggio (costituzione
di gruppi misti).
o Ideazione dello spot alternativo Dal primo e dal terzo brainstorming i ragazzi
hanno estratto le parole, i concetti che più preferivano dalle quali sono arrivati a
scrivere sceneggiature e storyboard.
2
è una tecnica di creatività di gruppo per far emergere idee volte alla risoluzione di un problema. Il risultato
principale di una sessione di brainstorming può essere una completa soluzione del problema, una lista di
idee per un approccio a una soluzione successiva, o una lista di idee che si trasformano nella stesura di un
programma di lavoro per trovare in seguito una soluzione, nel nostro caso per avere elementi per costruire
un messaggio pubblicitario alternativo al divertimento scollegato all’uso d’alcol.
Il metodo del brainstorming iniziò a diffondersi nel 1957, grazie al libro "Applied Imagination" di Alex
Faickney Osborn, un dirigente pubblicitario.
22
2
Fase sperimentale Scuole Medie: Peer Education
La metodologia della peer education, sia fra adulti che fra adolescenti, è stata sottoposta a
pressante verifica negli ultimi anni. Molti ricercatori hanno giustamente rilevato come
l’utilizzare strumentalmente i “pari” per azioni di semplice informazione comporti una
minima efficacia, pari ad analoghe azioni di mera trasmissione di conoscenze. Si tende
attualmente a differenziare la peer education dalla peer activation, intesa come
metodologia di promozione attiva della educazione alla salute attraverso la partecipazione
attiva dei soggetti coinvolti e la facilitazione da parte di soggetti sentiti vicini dagli
interlocutori finali, appunto “pari”.
L’azione qui proposta si pone quindi come formazione di soggetti che sappiano
successivamente coinvolgere rispettivamente genitori ed alunni nella formulazione attiva di
una auto-promozione della salute sul consumo di alcol, piuttosto che in una mera
trasmissione di conoscenze. Ad esempio, condividendo proprie esperienze rispetto al
consumo di alcol negli adolescenti e sollecitando autonomi modi per affrontare tentazioni
ed occasioni di rischio.
23
3 Intervento sui genitori
Tale Intervento si è rivolto solo ai genitori del gruppo sperimentale.
Superiori: Si è tentato contestualmente di contattare e coinvolgere i genitori delle classi in
cui sono stati attuati gli interventi, anche se abbiamo incontrato notevoli resistenze da
parte loro ad aderire al progetto stesso, soprattutto per quanto riguarda i genitori delle
scuole superiori.
A titolo esemplificativo a fronte di un invito scritto fatto pervenire secondo le modalità
previste dall’ordinamento scolastico a 300 genitori delle scuole superiori solo in 7 hanno
aderito all’invito.
Medie: Incontro con i rappresentanti ed elaborazione di schema di rassunto dei dati
rilevati emotivamente coinvolgente ed una serie di indicazioni sintetiche per facilitare il
dialogo con i figli sull’alcol (Vedi Appendice 6)
24
4 Fase di controllo: Istituti Superiori e Scuole Medie
L’intervento nelle classi di controllo ha richiesto circa un’ora all’interno della quale metà è
stata dedicata all’informazione scientifica degli effetti dell’alcol e il tempo restante ad una
discussione e chiarimenti alle domande poste dai ragazzi.
Parte informativa
L’esposizione si è concentrata sugli effetti fisici e comportamentali che l’assunzione di
alcol comporta in modo immediato più un accenno al fenomeno dell’alcolismo,
tralasciando il resto delle conseguenze a lungo termine.
In particolare i punti toccati sono stati:
-perché l’alcol può essere considerato una droga: potere psicoattivo, assuefazione,
dipendenza psicofisica
-farmacocinetica dell’alcol: assorbimento, metabolismo e distribuzione nell’organismo
-farmacodinamica: concetto di recettore-ligando
-effetti fisici: riflessi, vista, muscoli, equilibrio, vomito
-effetti comportamentali: l'andamento bifasico degli effetti alcolici (euforia, disinibizione,
perdita del controllo seguiti poi da sonnolenza, incapacità motoria, coma etilico)
-alcolismo: definizione, l'origine subdola del problema, le caratteristiche della dipendenza
e della crisi di astinenza
-legislazione: le leggi che vietano il consumo prima dei 16 anni e il limite imposto per la
guida dei veicoli
Il lavoro aveva il compito di comunicare in modo veloce e diretto il messaggio in modo da
essere coinvolgente, per questo motivo si è scelto un linguaggio semplice mantenendo
comunque una impostazione scientifica e una presentazione che parlasse per immagini
tramite proiezioni power point.
Contenuto dell'intervento: allegato
Discussione
La seconda parte dell' intervento è servito per chiarire e discutere i punti richiesti dai
ragazzi. In generale è emersa una più chiara conoscenza degli effetti dell'alcol negli
adolescenti delle superiori, anche per una maggiore esperienza diretta. Meno informati
invece i ragazzi delle medie inferiori, specialmente sugli effetti della pesante ubriachezza,
che hanno reagito con maggiore curiosità. In quasi tutte le classi invece è sorta una
discussione riguardo alla legge che vieta la vendita e la mescita di alcolici ai minori di 16
anni, ed in particolare sul perché questa legge non viene in molti casi rispettata e sui
comportamenti che andrebbero adottati per renderla efficace. Ne è emerso un certo
disorientamento per la mancanza di coerenza e di presa di posizione degli adulti di fronte
a questo divieto e anche una certa convinzione che ci vorrebbero imposizioni esterne (da
parte di genitori e istituzioni) più severe, nonché la scarsa fiducia di poter iniziare a
rispettare la legge partendo dal comportamento personale.
Al centro dell'attenzione anche le disposizioni di legge negli altri Paesi. Altro tema di
discussione è stato anche l'atteggiamento da adottare nei confronti di un amico sulla via
dell' ubriachezza o del continuato comportamento alcolico. Anche in questo caso emerge
una certa sensibilità al problema ma anche la tendenza a proiettare l'eventualità sempre al
di fuori di sè. Sono stati inoltre richiesti chiarimenti riguardo alle "indicazioni mediche" che
suggeriscono il consumo moderato di vino rosso per aiutare il cuore, all' utilità degli alcolici
per scaldarsi e i correlati rischi di assideramento, alla veridicità delle leggende
25
metropolitane che consigliano come smaltire la sbornia. Infine in alcuni casi i ragazzi
hanno messo a confronto la capacità di indurre dipendenza dell'alcol e del caffè.
In conclusione si può dire che c'è stato un ampio interesse al tema (in modo spiccato nelle
medie inferiori), ma anche una difficoltà di immedesimazione nei fenomeni alcol-correlati
descritti.
26
PARTE TERZA - RISULTATI
27
1 Elaborazione dei dati iniziali relativi al consumo di alcolici degli adolescenti
Iniziamo a vedere i risultati relativi al consumo di alcolici nel sabato sera precedente la
rilevazione (13 gennaio 2007). Hanno consumato almeno un alcolico un ragazzo su otto
nelle scuole medie, due su tre nelle scuole superiori. In questa diapositiva viene inoltre
distinta la quantità consumata; a 17 anni circa un ragazzo su dieci ha bevuto cinque o più
unità alcoliche nel corso della stessa serata.
Hanno bevuto alcol sabato
sera…
100
80
5 o più UA
3-4 UA
1-2 UA
Non bevuto
60
40
20
0
II media
12,1%
IV superiore
63,4%
28
In questa diapositiva, gli stessi risultati sono rappresentati rispetto ad una classe tipo di 24
alunni. Un modo per far riflettere i genitori è presentare questa immagine e chiedere:
“sapresti dire in quale banco è seduto tuo figlio?”. Cioè: è fra chi non ha bevuto, o è fra chi
ha bevuto “tanto”?
Tema in classe: sabato sera ho bevuto .
In che banco è seduto tuo figlio?
…e dove sarà seduto fra 5 anni?
Seconda media (12 anni)
Quarta superiore (17 anni)
Sabato sera ha bevuto alcol
Sabato sera ha bevuto tanto
Sabato sera ha bevuto 1-2 bicchieri
Sabato sera non ha bevuto
Sabato sera non ha bevuto
29
Gli stessi dati di prima riportati in forma grafica. Nella prima colonna sono riportate le
percentuali di consumo di tutti i ragazzi delle scuole superiori, nelle colonne successive i
dati riferiti a chi ha frequentato il bar e la discoteca nella sera del 13 gennaio.
Determinanti contestuali a 17
anni:
locali frequentati
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
5 o più UA
3-4 UA
1-2 UA
Non bevuto
% intero
campione
bar
disco
30
Stessi dati riferiti a chi è rientrato a casa entro mezzanotte e dopo. Si vede la netta
differenza di comportamento sul consumo di alcolici. In particolare tutti i bevitori di 5 o più
bicchieri di alcolico nella stessa sera sono rientrati a casa dopo mezzanotte.
Determinanti contestuali a 17
anni:
ritorno a casa
100
80
60
40
5 o più UA
3-4 UA
1-2 UA
Non bevuto
20
0
entro mezzanotte
dopo mezzanotte
31
Gli stessi dati riportati in forma grafica: come si vede aumenta notevolmente la percezione
di vicinanza all’alcol degli amici e propria, e contemporaneamente aumenta l’intenzione di
assumere alcolici nella settimana successiva. La percezione rispetto a genitori ed
insegnanti, come anche la pericolosità percepita nel consumo di alcolici, rimane
sostanzialmente stabile.
Vicinanza all’alcol
80
70
60
50
40
30
20
10
0
gi
or
Pe ni
ric
ol
o
Io
7
a
Us
o
G
en
ito
In
ri
se
gn
an
ti
Am
ic
i
12 anni
17 anni
32
In questa diapositiva si riportano le correlazioni statisticamente significative fra le variabili
precedentemente esaminate. Lo spessore delle frecce è proporzionale alla forza della
correlazione (coefficiente r di Pearson). Qui sono esaminati i ragazzi di 12 anni:
percezione di vicinanza all’alcol di genitori ed amici sono di pari intensità nel correlarsi alla
vicinanza all’alcol percepita per sé stesso. Questa ultima si correla fortemente con
l’intenzione di consumare alcol nella settimana successiva. La freccia del pericolo è rossa
in quanto si correla negativamente: più percepisco l’alcol come pericoloso, meno mi sento
propenso a considerarlo vicino a me stesso.
Correlazioni fra le determinanti
all’uso di alcol a 12 anni
Genitori
Uso
Io
Pericolo
Amici
Stesso discorso per i ragazzi delle superiori. Si vede come decresce la correlazione
rispetto ai genitori, ma anche rispetto agli amici. Il consumo di alcol si correla più
fortemente alla propria percezione di vicinanza, e quindi si autonomizza da quello che
fanno gli altri. Genitori ed amici rimangono però sullo sfondo, come un contesto che può o
meno facilitare la mia decisione di consumare alcolici
Correlazioni fra le determinanti
all’uso di alcol a 17 anni
Genitori
Uso
Io
Pericolo
Amici
.
33
2 Atteggiamento dei genitori sul consumo di alcol nei figli adolescenti
Nei genitori dei ragazzi delle superiori, rispetto ai genitori dei ragazzi delle medie,
diminuisce la fiducia del padre o della madre di poter realmente influenzare il
comportamento dei figli. Parallelamente il consumo di alcol viene visto in modo meno
pericoloso.
Atteggiamento dei genitori
100
90
80
70
12 anni
17 anni
60
fig
lio
Pe
ric
ol
o
Fi
du
ci
a
50
34
3 Modificazioni dei comportamenti e delle opinioni rispetto all’alcol negli
adolescenti del gruppo sperimentale e del gruppo di controllo
Nel confronto fra prima e dopo, il consumo di alcol diminuisce nel gruppo sperimentale
delle scuole superiori, mentre rimane invariato nel gruppo di controllo. Nell’ultimo sabato
sera i bevitori del gruppo sperimentale sono il 48.7%, rispetto al 63.7% iniziale; quelli del
gruppo controllo sono il 54.9% rispetto al 54.1% iniziale.
% consumatori ultimo sabato
scuole superiori
70
60
50
40
Sperimentale
Controllo
30
20
10
0
Pre
Post
McNemar; gruppo sperimentale: p=0.009
gruppo controllo: n.s.
35
Non vi sono differenze fra prima e dopo nelle opinioni del gruppo sperimentale delle
scuole superiori: essi percepiscono il rapporto loro e dei loro amici come invariato rispetto
a prima.
Superiori, gruppo
sperimentale
80
60
40
pre
post
20
gi
o
7
a
o
U
so
Pe
ric
ol
rn
i
Io
A
m
ic
i
0
36
Mentre i ragazzi del gruppo di controllo si percepiscono, leggermente, meno vicini all’alcol
(ma non pensano che i loro amici siano differenti da prima).
Superiori, gruppo controllo
80
*
60
40
pre
post
20
gi
o
7
a
o
U
so
Pe
ric
ol
rn
i
Io
A
m
ic
i
0
* t-test; p<0.05
37
Scuole medie. Il gruppo sperimentale rimane invariato fra prima e dopo: 11.8% e 10.8%
rispettivamente. Il gruppo controllo passa invece dal 10.0 al 16.0%: il dato, pur non Il
consumo di alcol nell’ultimo sabato sera non è diverso (statisticamente) nei ragazzi delle
essendo statisticamente significativo, evidenzia la variabilità del consumo nel corso di
questa classe di età (12 anni)
% consumatori ultimo sabato
scuole medie
18
16
14
12
10
Sperimentale
Controllo
8
6
4
2
0
Pre
Post
McNemar; gruppo sperimentale: n.s.
gruppo controllo: n.s.
Il gruppo sperimentale migliora il suo profilo in tutte le variabili di vicinanza all’alcol. I
ragazzi si ritengono meno prossimi all’alcol e ritengono che anche i loro amici lo siano.
38
Medie, gruppo sperimentale
*
80
60
*
* *
40
20
pre
post
o
ric
ol
gi
o
7
a
U
so
Pe
rn
i
Io
A
m
ic
i
0
* t-test; p<0.05
39
Il dato sugli amici non è invece presente nel gruppo di controllo, che non ha ricevuto
l’intervento di educazione fra pari.
Medie, gruppo controllo
*
80
60
* *
40
20
pre
post
gi
o
7
a
o
U
so
Pe
ric
ol
rn
i
Io
A
m
ic
i
0
* t-test; p<0.05
40
4 Note conclusive
Il progetto “Che piacere…” è partito dal presupposto che un cambiamento di
comportamento può essere ottenuto solo se al contenuto informativo si associano
processi di attivazione emotiva dei soggetti che partecipano all’intervento preventivo,
meglio se a questo si associa anche una serie di relazioni di aiuto implicite nell’azione fra
pari (per una analisi dei processi del cambiamento si veda: DiClemente C, 1998).
I risultati ottenuti utilizzando la metodica di coinvolgimento attivo rispetto alla semplice
informazione scientifica convalidano l’ipotesi iniziale.
L’intervento di coinvolgimento attivo nei ragazzi delle scuole superiori ha ottenuto un
cambiamento di comportamento nel consumare o meno alcolici nell’ultimo sabato sera
prima della rilevazione; tale cambiamento non si è correlato ad un cambiamento cosciente
delle proprie opinioni rispetto alla vicinanza all’alcol. Una maggiore consapevolezza è
ottenuta dopo gli interventi informativi sul rischio degli alcolici, che però non sembra
essersi correlata ad un cambiamento significativo del comportamento.
Nel gruppo delle scuole medie il consumo è stabile nel gruppo con coinvolgimento attivo
(educazione fra pari); è invece in aumento nel gruppo di controllo. I due gruppi hanno
sviluppato una maggiore coscienza sulla problematicità del consumo di alcol, con una
percezione di minore vicinanza all’alcol che solo nel caso del gruppo sperimentale si è
esteso anche ai propri amici, presumibilmente come effetto dell’educazione fra pari.
Gli interventi di coinvolgimento attivo degli adolescenti hanno conseguito risultati più
incisivi sul comportamento di assunzione di alcol rispetto agli interventi puramente
incentrati sull’informazione del rischio.
Si dovranno approfondire numerosi altri aspetti affrontati dal progetto, tramite l’analisi
complessiva degli altri dati a nostra disposizione, e si dovrà verificare la tenuta nel tempo
delle modificazioni osservate. Dato che è già previsto la replicazione del progetto nel
prossimo anno scolastico, sarà opportuno rimodulare l’impostazione del progetto stesso
sulla base dei risultati raggiunti come anche degli aspetti critici evidenziati, in particolare
circa il coinvolgimento dei genitori e degli insegnanti.
41
CONVEGNO “ADOLESCENTI DA BERE…”
42
Il Convegno “Adolescenti da bere”- Ragazzi, adulti e massmedia di fronte al consumo
precoce di alcolici- tenutosi il 18 maggio 2007 alla Fiera di Padova è stato parte integrante
del progetto.
Esso non ha avuto solo lo scopo di divulgare il progetto e i risultati ottenuti e di
sensibilizzare al problema, ma ha rappresentato anche l’occasione per discutere fra
esperti le cause sociali e psicologiche del comportamento degli adolescenti e le migliori
modalità di comunicazione con i ragazzi, anche da parte delle Istituzioni. I relatori del
Convegno sono stati studiosi ed esperti di livello nazionale. Gli studenti che hanno
partecipato al progetto erano presenti al Convegno a testimonianza che essi sono stati i
veri protagonisti.
Durante il Convegno è avvenuta la premiazione per i migliori progetti pubblicitari presentati
dai ragazzi e i rappresentati dei mezzi di comunicazione, alcuni dei quali hanno
partecipato attivamente al Convegno con il loro contributo di esperienza sul campo, sono
poi stati cassa di risonanza e strumento di sensibilizzazione della popolazione al rilevante
problema dellabuso di alcol negli adolescenti.
Inoltre, la partecipazione congiunta di vari Enti e di tante professionalità sono stati stimolo
alle Istituzioni presenti a farsi carico in maniera efficace di questo problema sociale.
Gli atti del Convegno sono stati poi raccolti in un volume (Allegato B), distribuito ai
rappresentanti delle Istituzioni e agli insegnanti.
43
Riferimenti bibliografici essenziali
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711.
46
APPENDICI E ALLEGATI
Appendice 1
Linee guida per lo smontaggio dello spot pubblicitario
Appendice 2
Intervento informativo di base per i ragazzi del gruppo di controllo
Appendice 3
Pubblicità sull’alcol proposta agli studenti del gruppo sperimentale
Appendice 4
Opuscolo sul controllo del consumo di alcol negli adolescenti da parte dei genitori e
degli insegnanti
Appendice 5
Questionario per rilevare l’attitudine dei genitori a parlare con i propri figli dell’alcol
Appendice 6
Questionario per rilevare prossimità, attitudini ed effettivo consumo di alcol (più
tabacco come sostanza di controllo
Allegato A
Consuntivo delle spese sostenute per la realizzazione del progetto
Allegato B
Atti del convegno “Adolescenti da bere…” del 18.7.2007
47
Appendice 1
Linee guida per lo smontaggio dello spot pubblicitario
48
Progetto
“Che piacere…”
LINEA GUIDA PER LO SMONTAGGIO DELLO SPOT
PUBBLICITARIO
1. OSSERVARE:
•
Pensa a 5 aggettivi che descrivono lo spot
2. VALUTARE L’ESTETICA DEL MESSAGGIO PUBBLICITARIO:
•
Quale tipo di alcolico viene pubblicizzato (vino, birra liquore)? Come appare?
Al prodotto viene associato qualche caratteristica umana (ad esempio una
birra che parla o una bottiglia a forma di corpo di donna)?
•
Dove viene collocato il prodotto pubblicizzato?
•
Qual è la marca del prodotto? Essa appare durante la pubblicità? Quante
volte e dove?
•
Il prodotto reclamizzato ha uno slogan che già conosci? Dov’è collocato nello
spot? Quante volte lo puoi vedere?
•
Ci sono persone nello spot? A che genere sessuale appartengono? Queste
persone sono giovani, vecchie, sensuali,…? Cosa stanno facendo? Che
ruolo ha l’alcolico pubblicizzato in ciò che stanno facendo? Osservando la
loro espressione, quale emozione pensi stiano provando?
•
Cosa dice lo spot? Quale tono viene utilizzato (divertente, sarcastico,
serio…)? Ciò che viene detto è in linea con lo scenario presentato? Se così
non fosse, cosa pensi a riguardo?
•
Com’è l’inquadratura utilizzata? Considera l’angolazione: in che relazione è
rispetto ai personaggi (vicina, lontana, davanti, di spalle…)?
•
Poni attenzione all’illuminazione; essa appare naturale o artificiale? Vi sono
alcune parti più luminose di altre? Se si, cosa ne pensi?
•
Quali colori vengono utilizzati? Quale effetto producono?
49
•
Viene utilizzata una musica come colonna sonora? A che genere musicale
appartiene? Riconosci la canzone? Ti piace? Che sensazione evoca questa
musica? Perché credi che abbiano scelto proprio questa musica?
3. DETERMINARE GLI SCOPI DEL MESSAGGIO PUBBLICITARIO:
•
Quale prodotto alcolico pubblicizzato si vuole vendere?
•
Trovi il prodotto interessante? Perchè?
•
A chi è rivolto tale prodotto, ai soli adulti o anche ai ragazzi?
•
Il prodotto pubblicizzato viene proposto ad uno specifico target di acquirenti?
Per esempio, il target della birra è il giovane, del vino la classe media etc. E
perché viene scelto proprio quel target?
•
Quali sentimenti o emozioni vengono associate al prodotto? Per esempio,
fare festa e il divertimento sono associati alla birra. Secondo te tale
associazione è efficace? Perché?
4. DETERMINARE GLI ASSUNTI DI BASE DEL MESSAGGIO PUBBLICITARIO:
•
Quali presupposti sul bere considera lo spot? Per esempio, si afferma che
bere è un piacere per tutti. Questo è sempre vero? Per chi potrebbe non
essere vero?
•
Quale messaggio riguardo al bere viene dato? Noti qualche contraddizione
tra il messaggio dato e la realtà del bere? Per esempio, lo spot potrebbe
suggerire che bere possa aiutarti sessualmente, mentre nella realtà il bere è
associato a disfunzioni sessuali...
•
Qual è l’assunto dello spot pubblicitario circa ciò che vogliamo e
desideriamo? Noi desideriamo davvero quel che il messaggio ci propone? E
tu? Il messaggio pubblicitario suggerisce che se acquistiamo il prodotto
avremo qualcosa che desideriamo molto; cosa? Ed è sempre vero?
•
Qual è l’assunto dello spot pubblicitario circa la sessualità? Per esempio: “Le
coppie sono sempre eterosessuali, Gli uomini sono interessati al sesso
mentre la donna al matrimonio”. Questi assunti sono realistici? Perché? Lo
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spot pubblicitario rinforza gli stereotipi sulla sessualità e sui comportamenti
associati al genere sessuale?
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Scheda dello spot ed alcuni spunti di discussione
Titolo
Peel away (“Sbucciare”)
Autori
Mother Ltd, 2006; regia U. Johansson
Riassunto
Un giovane ha la capacità di accartocciare le cose reali come se fossero
di carta. Dapprima il suo capo lo richiama mentre sta uscendo dal lavoro
ed inizia a rimproverarlo aspramente; il giovane lo strappa a pezzi di
carta e lo butta via. Fuori dall’ufficio piega una vigilessa, sino a ridurla
alle dimensioni di un foglio da mettere sul parabrezza dell’auto che
veniva multata, ed il guidatore lo ringrazia. In metropolitana scorge una
bella ragazza ma il treno gli occlude la visuale e così lui lo scolla per
poter salutare la tipa. Sulla via per arrivare al party aiuta un gatto che è
messo all’angolo da un cane sempre accartocciando il cane stesso, ed
elimina una macchina cui è scattato l’allarme antifurto nella stessa
maniera. Infine, sull’ascensore, si strappa i vestiti da lavoro per rimanere
con quelli adatti alla festa, unendosi al divertimento e bevendo subito
una birra oggetto della pubblicità.
Estetica
Che ruolo ha la colonna sonora?
E la velocità progressiva con cui il protagonista accartoccia i suoi
“ostacoli”?
Che colori vengono utilizzati?
Poniamo attenzione alle caratteristiche fisiche ed al modo di vestire dei
protagonisti (ad esempio: capo ufficio demodè…)
Sono proposte situazioni relistiche? Ed il modo di risolverle del
protagonista è realistico?
Messaggio
Vivi le cose in modo facile, elimina ciò che ti infastidisce.
Alla fine compare uno slogan: “take it easy”. Cosa significa?
Riuscire ad “eliminare” con facilità i piccoli e grandi ostacoli della vita è
una caratteristica positiva.
La birra (gli alcolici) ti possono aiutare ad eliminare le difficoltà.
Si “vestono” panni differenti a seconda della situazione in cui ci si trova.
L’alcol ti aiuta a “vestirti” nel modo giusto per divertirti.
Le regole imposte dalla società possono essere facilmente aggirate.
Assunti di base
Internet
http://www.visit4info.com/details.cfm?adid=35232
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Appendice 2
Intervento informativo di base per i ragazzi del gruppo di controllo
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CHE COSA E’ L’ALCOL?
Costa poco, è reperibile ovunque, in qualsiasi momento, è socialmente accettato ed è una
sostanza legale. Esiste una legge, spesso non rispettata, che vieta di poter vendere od
offrire alcolici ai minori di 16 anni. In generale l'alcol si può considerare la droga più
utilizzata. Droga è una parola pesante, spesso associata a sostanze apparentemente più
pericolose come eroina e cocaina.
L’ALCOL PUO’ ESSERE CONSIDERATO UNA DROGA?
L’OMS riconosce come droga una sostanza che possiede tre caratteristiche:
1 Potere psicoattivo (effetti sul sistema nervoso)
2 Capacità di indurre assuefazione (adattamento, abitudine da parte del corpo umano
perché la somministrazione continua ne diminuisce gli effetti)
3 Capacità di indurre dipendenza: psichica (desiderio continuo di assumere la
sostanza), fisica (malessere se non si assume la sostanza)
L’alcol possiede queste caratteristiche e quindi può essere considerato una droga.
(L’alcol è una droga solo per una parte di bevitori. L’alcol ha minore capacità di indurre
dipendenza rispetto all’eroina, ma paradossalmente è più pericolosa perché è più diffusa,
perciò può indurre dipendenza in un maggior numero di persone.)
Una volta bevuto, l’alcol viene assorbito dallo stomaco e dall’intestino e giunge così nel
sangue dove viene trasportato in tutto l’organismo. Il processo di assorbimento viene
rallentato dall’ assunzione contemporanea di cibo che si comporta come una sorta di
spugna, e invece velocizzato dalla contemporanea assunzione di bevande gassate poiché
le bollicine aumentano la superficie di assorbimento.
L’alcol che viaggia nel sangue viene digerito da piccole unità di lavoro chiamate enzimi,
sostanze presenti nel fegato. Gli enzimi si possono considerare come degli operai che
smantellano, digeriscono e metabolizzano l'alcol all'interno della "fabbrica" fegato. Queste
unità sono però presenti in numero limitato per cui “una birra in più” non può essere
smaltita.
Ognuno ha una capacità individuale nel digerire o metabolizzare l’alcol e in genere questa
è minore nelle donne, nei giovani e in chi non è abituato a bere. L’alcol che va sopra il
proprio limite di metabolizzazione giunge con il sangue al cervello… che fine farà?
Immaginiamo una chiave ed una serratura: le due si incastrano esattamente l’una con
l’altra ed è quello che succede nel cervello. L’alcol è la chiave che viene accolta nella
serratura chiamata recettore. Il risultato di questa interazione è una serie di effetti, sia
fisici, che psicocomportamentali.
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EFFETTI FISICI
In generale si vede un’alterazione globale dei riflessi. Cosa sono i riflessi? Una reazione
immediata agli stimoli (non passano dalla corteccia) che viene rallentata. I riflessi ci
permenttono di agire quando non c'è il tempo per pensare, in alcuni casi sono una sorta di
salvavita che ci fanno reagire quando non abbiamo il tempo di elaborare e renderci conto
di quello che sta succedendo. L'alcol rallenta i riflessi in tutto l'organismo.
Vista. Alterazione della percezione delle immagini, vista offuscata, restrizione campo
visivo specialmente laterale ed effetto tunnel, rallentamento dell' interpretazione del
segnale visivo…Proprio il campo visivo laterale è quello dove i riflessi sono più necessari.
Infatti ciò che si trova in posizione frontale è facilmente controllabile, mentre tutto quello
che capita lateralmente attiva l'intervento dei riflessi che permettono ad esempio di evitare
oggetti che invadono improvvisamente lo spazio laterale.Conseguenze? La mancanza di
riflessi, congiuntamente al restringimento del campo visivo, dà problemi nella guida. Per
questo motivo esistono limiti previsti dalla legge che sono 0,5 grammi/litro per poter
guidare,pari a due tre bicchieri di vino. Questa quentità è calcolata per una persona adulta
sana e di sesso maschile, requisiti che non troviamo nella maggior parte degli adolescenti
che spesso hanno corporatura inferiore (specialmente le ragazze) e non hanno completato
la maturazione. Perchè questa legge viene applicata con gli stessi lamiti anche alle
persone che sono abituate a bere? Perchè anche negli esperti bevitori non c’è tolleranza
ai riflessi che sono comunque rallentati anche se ci si sente “sani”.
Tatto. Rallentamento e analgesia.L’alcol è un anestetico e c’è un rallentamento del
riflesso conseguente alla stimolazione tattile.
Muscoli ed equilibrio. Incoordinazione e cadute. Anche in questo caso il rallentamento
dei riflessi fa sì che ci si accorga in ritardo che il corpo sta uscendo dal proprio asse.
Altrettanto rallentata è la risposta compensativa motoria per cui la risultante sono cadute e
giramenti di testa.
Vomito. L'alcol è una sostanza tossica per cui, se si beve davvero troppo, l'organismo si
difende cercando di allontanare l’alcol ingerito con il vomito. Alcune persone dopo una
ubriacatura possono soffrire di diarrea e spesso forte mal di testa che dura parecchie ore e
a volte si può avere una esagerata produzione di saliva.
EFFETTI COMPORTAMENTALI
Perché
bere
alcol
è
piacevole
e
ci
fa
sentire
più
“leggeri”?
L' alcol, contenuto in diverse quantità in varie bevande come il vino, la birra, i liquori, gli
amari, gli aperitivi (chi non conosce gli spritz?) è una sostanza farmacologica, in quanto
all'interno del cervello si comporta come una "chiave" che è riconosciuta da una
"serratura" o recettore, dando il via a una serie si eventi. Lo possiamo considerare una
sorta di password che attiva un programma, cioè degli effetti nel sistema nervoso centrale
che lo fanno funzionare in maniera alterata.
Gli scienziati definiscono l' alcol come una sostanza appartenete alla categoria di quelle
sedativo-ipnotiche, cioè calmanti e che fanno venire sonno. L' alcol quindi è un
deprimente di tutte le attività del cervello, cioè rallenta e riduce.
Ma allora perchè appena si beve si ha invece la sensazione di essere euforici, pieni di
60
energia, abbiamo la “parlantina”? Sembra che l'alcol sia invece uno stimolante! Come
mai?
Ogni persona è dotata di una carattere, definito dalla personalità e dal comportamento,
all'interno del quale ci sono delle variabili positive come l'entusiasmo, la gioia, l'ottimismo,
e delle variabili negative come la timidezza, la paura e l' ansia. Entrambe queste
componenti sono necessarie, anche quelle negative, che ci permettono di mantenere un
comportamento adeguato e ordinato nella società. L'alcol è giustamente una sostanza
deprimente, ma per prima cosa diminuisce le nostre inibizioni. Infatti riduce la paura, ci
sentiamo meno timidi, calma l' ansia. Ci si sente leggeri, rilassati, a proprio agio. Non
abbiamo paura di dire tutto quello che ci viene in mente e di comportarci come ci pare.
Non ci preoccupiamo di fare o dire cose sbagliate ed a quali conseguenze, sotto l’effetto
dell’alcol, potremmo andare incontro. La nostra capacità di autocritica si riduce. Ci si
sente euforici, la lingua si “scioglie”; la perdita dell'autocontrollo e delle inibizioni portano
spesso ad assumere comportamenti aggressivi, ad essere più predisposti alla violenza, a
dire parolacce, fare azioni che ilo girono dopo non ci si ricorda nemmeno di aver fatto e
che normalmente non si vorrebbero mai aver fatto.
Essendo l'alcol una sostanza frequentemente consumata in compagnia, spesso si
instaurano meccanismi di sfida nei riguardi dei propri limiti e dalle regole imposte dai
genitori, dalla società e dalla legge. Proprio da qui nascono i fenomeni di teppismo e le
bravate di gruppo. In caso di pesante ubriachezza si comincia a balbettare ed a barcollare,
si diventa particolarmente loquaci o si parla da soli. Se l’ubriachezza è eccessiva essa può
condurre a uno stato di disperazione, poichè non si riesce più a parlare e cessano di
funzionare i nervi motori, situazione che può spaventare la persona che si sente male e
non riesce a comunicarlo, anche per la difficoltà a muoversi. Si spegne progressivamente
la coscienza e incombe la minaccia di un’intossicazione con conseguenze letali ( coma,
morte). Infatti quando si continua a bere ben presto compaiono gli effetti sedativi.
Perchè si raggiunge questo stato se gli effetti ricercati nell'alcol riguardano solo la parte
euforica?
Quando si è ubriachi non ci si rende subito conto del proprio stato, è troppo tardi per
tornare indietro. Anzi piu’ si beve e piu’ si vorrebbe bere! Infatti la sensazione di essere
“brilli” piace e proprio per aumentare questo effetto piacevole si beve di più, ottenendo in
realtà l’effetto opposto in quanto si raggiungono i dosaggi sedativi dell'alcol.
Ci si disinibisce così con alcol… Per quale scopo? L’effetto alcol mi piace tanto da poterlo
ripetere… mi e’ utile l’alcol? E’ giusto rifarlo?
Alcune persone imparano a servirsi dell'alcol per superare alcune di quelle variabili
negative che normalmente inibiscono tale consumo. Quando l’uso dell’alcol diventa
intenzionale o addirittura programmato, esso finisce per divenire uno strumento che aiuta
a superare determinate difficoltà si ripresentano nella vita di tutti i giorni.
Questo effetto conduce, a lungo andare, a parlare di alcolismo.
L' alcolismo non deve essere identificato con l'ubriacone buttato per strada. E' una
condizione che si fa strada lentamente e subdolamente, iniziando in alcuni ragazzi a
61
strutturarsi già durante l'adolescenza, con un inizio subdolo. Infatti non è facilmente
identificabile questo stato in fase precoce; la persona interessata non ha alcuna
percezione di avere qualche problema con la sostanza. E' più facile invece che siano gli
amici ad accorgersi che il loro coetaneo coglie ogni occasione per utilizzare dell'alcol, cioè
brindare e festeggiare per gli eventi positivi e "berci su" e consolarsi per gli avvenimenti
negativi (le occasioni possono essere anche banali, dal passare il compito in classe, ad
essere lasciati dal ragazzo o dalla ragazza, a perdere la partita a calcetto e così via)
Per alcolismo si intende la condizione in cui l’alcol ha determinato alterazioni funzionali
permanenti ed irreversibili del SNC e, di conseguenza, un sovvertimento dello stile di vita
dell’individuo. Possiamo individuare una componente psicologia in tale malattia. La
persona divenuta dipendente dall’alcol prova un desiderio angosciante di assumere
questa sostanza, così angosciante che il momento dell’assunzione rappresenta un
momento fondamentale attorno al quale tutta la giornata e tutta la vita finiscono per
ruotare attorno. Ma esiste anche una importante condizione fisica: la mancata assunzione
di alcol in questo stadio provoca quella che noi chiamiamo crisi di astinenza, per cui la
persona sta male e potrebbe arrivare a stare così male che, se non intervengono medici
esperti a curarlo, potrebbe anche morire.
62
Appendice 3
Pubblicità sull’alcol proposta agli studenti del gruppo sperimentale
63
Spot: “Peel away”, agenzia Mother Ltd, 2006; regia U. Johansson (durata: 60”)
(http://www.visit4info.com/details.cfm?adid=35232),
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Appendice 4
Opuscolo sul controllo del consumo di alcol negli adolescenti da parte dei genitori e degli
insegnanti
E GLI ADULTI STANNO A GUARDARE…3
3
Tratto da: L. Gallimberti, “Il bere oscuro”, Rizzoli, Milano 2005; appendice a cura di L. Gallimberti e G.
Forza, pag. 329-338.
Il modello di tale opuscolo è tratto da “Make a difference: talk to your child about alcohol”, pubblicazione NH
00 4314 del NIAAA (Istituto per l’alcol e l’abuso alcolico, degli NIH statunitensi), rivisto ed adattato alla
situazione italiana
65
CAMBIAMO IL FUTURO
Mentre ci apprestiamo a leggere queste righe, fermiamoci un attimo, chiudiamo gli occhi e
proviamo a ricordare chi ci ha detto per la prima volta, quando eravamo adolescenti, che
bere vino o altri alcolici può essere rischioso.
Ai bambini di solito si dice di non prendere caramelle dagli sconosciuti. Potrebbero
contenere «droga». I genitori si dichiarano spesso preoccupati che i loro ragazzi usino
«droga», e questi ultimi lo sanno. Cosa capita per l’alcol o per le sigarette? I ragazzi
pensano che i loro genitori siano preoccupati per questo?
Eppure le droghe non si dividono in legali e illegali, pesanti o leggere, pericolose e non
pericolose. Alcune caratteristiche sono comuni a tutte: piacciono e sono rischiose per la
salute e, negli adolescenti, per il loro sviluppo psichico e fisico.
Non si nasce consumatori di droghe: lo si diventa. E quali sono le prime sostanze che
incontra nostro figlio o nostra figlia, in grado di influire sul cervello? Siamo pronti a
scommettere che la prima in assoluto sarà il vino e gli alcolici in generale.
Torniamo alla nostra infanzia: ricordiamo gli adulti che sorseggiano un prosecco, i nostri
genitori che offrono un bicchiere di quello buono a qualche amico, o che stappano lo
spumante dolce a Natale. La nostra curiosità: che cosa è quella roba? Ne posso avere un
po’ anch’io? Magari qualcuno di noi ha bevuto sin dall’infanzia del vino allungato con
l’acqua! È questa la cultura in cui siamo «immersi», talvolta al punto di non trovarci nulla di
strano.
Siamo forse un po’ più critici nei confronti delle sigarette: molti genitori fumatori non
vorrebbero che il proprio figlio o la propria figlia cominciassero a fumare.
Intorno all’alcol e al tabacco si fondano le prime e principali esperienze che tutti noi
abbiamo sulle droghe. Perché, diciamolo chiaramente, vino, birra, aperitivi, «spritz»,
sigarette, pipe e sigari sono droghe, senza virgolette, anche se socialmente accettate.
L’alcol modifica il nostro umore, e qualche volta molti di noi pensano che questo sia utile:
ma se la cosa si ripete non sapremo più riequilibrare la nostra emotività con le nostre
esperienze positive. «Sono triste e ne parlo con mio marito, o mia moglie, o con un
amico... No, non basta: è meglio che mi faccia un bicchierino!».
Il cervello dei ragazzi non è pienamente sviluppato come quello degli adulti: crescere a
contatto con una droga rende la persona più vulnerabile, la abitua ad affrontare stress ed
emozioni appoggiandosi alla sostanza.
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Sappiamo anche che, se si comincia ad assumere alcol a un’età precoce (intendiamo
sotto i sedici anni), il consumo sarà più intenso e sarà più difficile staccarsene da adulti. E
si avranno maggiori rischi di sperimentare altre droghe: spinelli, pastiglie, cocaina...
Non vogliamo creare angoscia: è ovvio che solo una piccola parte dei ragazzi e delle
ragazze svilupperà problemi. Non vogliamo però neanche tranquillizzare eccessivamente.
Ci capita ogni tanto di incontrare una mamma che ci dice: «Sa, in fondo sono tranquilla: è
vero che il mio ragazzo ogni tanto esagera con l’alcol, ma almeno non è un drogato...».
Oggi l’uso di alcol negli adolescenti presenta caratteristiche diverse da quelle che
ricordiamo nelle nostre esperienze giovanili. Si beve, e tanto, nel fine settimana; si
mescolano diversi alcolici, come ad esempio in discoteca; assieme all’alcol si associano a
volte altre droghe, potenziandone la pericolosità; si beve prima di guidare l’auto o il
motorino; si beve, talvolta in gara con gli altri, per essere accettati dagli amici.
Noi siamo gli adulti: quali messaggi sappiamo trasmettere a un ragazzo o a una ragazza
che sta decidendo se cominciare a bere vino o alcolici? Quali a chi si pone dei dubbi sul
suo bere? Quali a chi già beve in modo pericoloso?
Partiamo da due indicazioni che ci danno gli esperti. La prima viene dall’Organizzazione
Mondiale per la Sanità, ed è molto drastica: nessun ragazzo dovrebbe toccare alcol prima
dei sedici anni. L’organizzazione vuole conseguire questo obiettivo entro il 2010.
La seconda è che ragazzi e ragazze attribuiscono molta importanza, anche se non lo
riconoscono esplicitamente, a quello che i loro genitori dicono e fanno per la loro
educazione. Spesso pensiamo di non contare molto nell’educazione dei nostri figli, che i
mass media e i loro coetanei siano più importanti. Non è così.
LE FONDAMENTA: UNA FORTE RELAZIONE FRA GENITORI E FIGLI
La via migliore per aiutare i figli a evitare l’alcol è mantenere una relazione forte e carica di
fiducia con loro.
Le ricerche dimostrano che i ragazzi cominciano a bere più tardi quando sentono di avere
un legame saldo e pieno di affetto con i loro genitori. Inoltre, quando i figli dovessero
cominciare a bere, una buona relazione con i genitori contribuirà a proteggerli dallo
sviluppare problemi alcolcorrelati.
– Stabiliamo una comunicazione aperta. Rendiamo facile ai nostri ragazzi parlare
francamente con noi.
– Dimostriamo di tenerci. Anche se i giovani non sempre lo dimostrano, è per loro ancora
essenziale sapere che sono importanti per i loro genitori. Prendiamo l’impegno di
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trascorrere con regolarità del tempo faccia a faccia con i nostri figli – tempo in cui dedicare
loro un’attenzione e un affetto esclusivi.
– Fissiamo i paletti. Poniamoci aspettative chiare e realistiche sui loro comportamenti.
Stabiliamo assieme ai nostri figli sanzioni commisurate per le trasgressioni delle regole.
Una volta che avvenga una trasgressione, mettiamo in atto le sanzioni stabilite con
coerenza.
– Offriamo accettazione. I nostri ragazzi devono sentire che apprezziamo i loro sforzi e i
loro successi. Verifichiamo che ciò avvenga. Ed evitiamo di ferirli o criticarli.
– Comprendiamo che i nostri figli stanno crescendo. Questo non significa un’attitudine a
non interferire. Ma nel momento in cui guidiamo il comportamento dei nostri figli, facciamo
anche uno sforzo per rispettare la loro crescita e il loro bisogno di indipendenza e
riservatezza.
PARLIAMO AI NOSTRI RAGAZZI DELL’ALCOL
Per diversi genitori affrontare il tema dell’alcol non è semplice. I ragazzi possono tentare di
evitare la discussione, e i genitori stessi possono sentirsi insicuri su come procedere. Per
aumentare le possibilità di un dialogo efficace, è opportuno prendersi preventivamente del
tempo per pensare agli argomenti di cui si intende discutere con il ragazzo/la ragazza
prima di parlarne con lui/lei. Sarebbe opportuno pensare a come potrebbe reagire e al
modo in cui poter rispondere alle sue domande e alla manifestazione dei suoi sentimenti.
Quindi scegliete il momento in cui parlarne, quando da entrambe le parti ci sia del tempo
davanti e una disponibilità d’animo rilassata.
Va tenuto presente, inoltre, che non si deve esaurire tutto l’argomento in una volta. Infatti è
più probabile ottenere risultati più efficaci attraverso una serie di conversazioni sull’uso
dell’alcol per tutto il periodo della sua adolescenza. Si dovrebbe intendere la prima
discussione con nostro figlio su questo argomento come «la prima puntata» di una
conversazione sempre aperta.
E ricordiamo che si tratta di un dialogo e non di una lezione! Ecco alcuni spunti per la
discussione:
– Il punto di vista di nostro figlio sull’alcol. Chiediamogli che cosa sa dell’alcol e cosa
pensa dei ragazzi che bevono. Chiediamogli per quale motivo, secondo lui, i ragazzi
bevono. Ascoltiamolo con attenzione senza interromperlo. Questo approccio non solo
servirà a farlo sentire ascoltato e rispettato, ma può anche rappresentare un inizio più
spontaneo per la discussione.
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– Dati di fatto importanti sull’alcol. Sebbene diversi ragazzi credano di conoscere già tutto
sull’alcol, abbondano miti e disinformazione. Ecco alcuni importanti dati di fatto da
condividere con i nostri figli:
a) L’alcol è una potente droga che indebolisce il corpo e la mente. Rende i movimenti
scoordinati, rallenta i tempi di reazione, diminuisce le capacità visive, come anche la
chiarezza di pensiero e di giudizio.
b) Vino e birra non sono più sicuri dei superalcolici (liquori, cocktail...) e dei long drink alla
moda. Un boccale di birra da un terzo di litro, un bicchiere di vino da pasto, un bicchierino
di un superalcolico, un bicchiere di long drink, contengono grosso modo la stessa quantità
di alcol e hanno gli stessi effetti sul corpo e sulla mente.
c) In media il corpo impiega dalle 2 alle 3 ore per smaltire questa quantità di alcol. Niente
può rendere più veloce questo processo: non il caffè, né le docce fredde, né il camminare.
d) La gente tende a non valutare correttamente quanto l’alcol li stia condizionando. Questo
significa che molte persone che si mettono alla guida dopo aver bevuto pensano di poter
controllare l’auto, ma, di fatto, non sono in grado di guidare.
e) Chiunque può sviluppare un grave problema con l’alcol, compreso un adolescente.
(Benché probabilmente si senta immune, invincibile…)
f) Il mito della «pozione magica». L’immagine attraente che i media danno dell’alcol
incoraggia diversi ragazzi a credere che bere li possa rendere simpatici, attraenti, felici e
alla moda. Le ricerche mostrano che gli adolescenti che si aspettano un tale effetto
positivo dall’alcol, tendono a iniziarne l’uso molto precocemente. In ogni caso si può
aiutare a contrastare queste «false credenze» rimanendo accanto ai figli mentre guardano
film o programmi televisivi e discutendo con loro su come viene presentato, in quei
contesti, l’uso di alcol. Per esempio: la pubblicità di birra alla tv spesso mostra giovani che
se la spassano, dando per scontato che l’alcol possa tenerti su di umore. Vedere alla
televisione o al cinema un «consiglio per gli acquisti» di questo tenore con i propri figli può
offrire l’opportunità di discutere i diversi modi con cui l’alcol appare in grado di influenzare
le persone – in alcuni casi provocando sentimenti di tristezza o rabbia piuttosto che di
spensierata allegria.
g) Come affrontare la pressione dei coetanei. Non basta dire ai nostri ragazzi che devono
evitare l’alcol: bisogna anche aiutarli a immaginare come farlo. Cosa può dire una figlia
quando va a una festa e un amico le offre da bere? O cosa dovrebbe fare un figlio se si
trovasse in una casa dove gli altri ragazzi stanno facendo girare una bottiglia di vino e non
c’è alcuna sorveglianza da parte dei genitori? Quale dovrebbe essere la loro risposta se gli
69
fosse offerto un passaggio a casa in auto da un amico più grande che avesse bevuto per
tutta la sera? Fermiamoci a pensare con i ragazzi sui modi con cui potrebbero affrontare
queste e altre situazioni difficili, e chiariamo in che modo intendiamo dare loro un
supporto. Ad esempio: «Se tu ti trovi in una casa in cui gli altri ragazzi stanno bevendo,
chiamami e io ti vengo a prendere e non ci saranno né rimproveri né punizioni». Più
preparati saranno i nostri figli, meglio sapranno gestire le situazioni in cui vi sia una forte
pressione dei loro coetanei al bere.
h) «Mamma, papà: ma voi bevevate quando eravate ragazzi?» Questa è una domanda
che parecchi genitori temono, eppure è molto probabile che venga fuori in qualsiasi
discussione sull’alcol in famiglia. La realtà è che molti genitori di fatto bevevano prima di
avere l’età legale per poterlo fare. Quindi come può una persona essere franca con un
ragazzo senza che le sue parole suonino ipocrite quando dice: «Segui le mie parole, ma
non le mie azioni»? Questa è una decisione da prendere. Se crediamo che la nostra storia
di uso di sostanze e alcol non dovrebbe far parte della discussione, possiamo
semplicemente dire ai ragazzi che non intendiamo condividerla con loro. Un altro
approccio è quello di ammettere di aver bevuto qualcosa da ragazzi, ma che è stato un
errore – e possiamo raccontare loro di alcune situazioni imbarazzanti o dolorose che ci
sono capitate a causa del bere. Questo approccio può aiutarli a comprendere meglio che
l’uso giovanile di alcol ha veramente conseguenze negative.
AGIRE: STRATEGIE DI PREVENZIONE PER GENITORI
Parlare non è sufficiente: dobbiamo anche agire concretamente per aiutare i nostri figli a
resistere all’alcol.
Tutte le ricerche condotte nel mondo occidentale evidenziano come i ragazzi pensino che
le bevande alcoliche siano di facile accessibilità. Il messaggio è chiaro: i giovani
necessitano ancora di una piena supervisione da parte degli adulti. Alcuni modi di offrirla:
– Controlliamo l’uso di alcolici in casa. Se teniamo dell’alcol in casa, dobbiamo
sorvegliarne l’andamento. Diciamo esplicitamente ai nostri ragazzi che non sono loro
permesse feste o altri incontri di adolescenti in casa nostra senza la possibilità di
controllare. Se possibile, comunque, incoraggiamoli a invitare gli amici quando siamo in
casa.
– Prendiamo contatto con gli altri genitori. Conoscere i genitori degli amici o altre figure di
riferimento adulte di nostro figlio ci aiuta a tenerlo più strettamente d’occhio.
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Probabilmente ci renderemo conto di non essere i soli adulti che cercano di prevenire l’uso
di alcol nei loro figli: molti altri genitori condividono le nostre preoccupazioni.
– Conosciamo le attività dei nostri figli. Dobbiamo essere coscienti dei piani, dei tempi, dei
luoghi dei nostri ragazzi. Generalmente un figlio sarà più disponibile alla nostra
supervisione se sentirà che lo si tiene d’occhio perché ci si sta prendendo cura di lui e non
perché non ci si fidi di lui.
– Stabiliamo regole familiari sul bere degli adolescenti. Quando i genitori stabiliscono
chiaramente regole e aspettative sul non bere, i figli hanno meno probabilità di cominciare
a bere. Alcune regole di carattere generale possono essere:
1. I ragazzi non toccano alcol prima dei sedici anni.
2. I fratelli maggiori non devono incoraggiare i più piccoli a bere e non devono offrire loro
alcol.
3. I ragazzi non devono salire in macchina se l’autista ha consumato alcolici.
4. I ragazzi non devono frequentare feste di adolescenti dove giri alcol.
Una volta stabilite le regole per la nostra famiglia, dobbiamo anche stabilire quali
sarebbero le conseguenze se queste regole venissero trasgredite. Dobbiamo essere sicuri
di scegliere una punizione che siamo poi in grado di applicare. Inoltre, non rendiamo le
conseguenze così pesanti da farle diventare una barriera a una franca e aperta
comunicazione fra noi e i nostri ragazzi. L’idea di fondo è di rendere la punizione dura quel
tanto che basta perché i ragazzi ci pensino due volte prima di infrangere la regola. Una
possibile punizione potrebbe essere restringere per un certo periodo la possibilità che ha
nostro figlio di frequentare altri ragazzi. Infine, dobbiamo essere preparati ad attuare
efficacemente le conseguenze che avete stabilito. Se i nostri figli sanno che perderanno
alcuni privilegi in ogni circostanza in cui trasgrediscono la regola di non usare alcol, è più
probabile che terranno fede agli accordi.
– Diamo il buon esempio. Genitori ed educatori sono importanti modelli per i loro figli. Gli
studi indicano che se un genitore usa alcol, anche suo figlio lo userà con maggiore
probabilità. Ma anche se noi usiamo alcol, ci sono diversi modi per diminuire la probabilità
che nostro figlio beva. Alcuni suggerimenti:
a) Usiamo l’alcol con moderazione.
b) Non trasmettiamo a nostro figlio l’idea che l’alcol sia un buon modo per affrontare i
problemi. Per esempio non torniamo a casa dal lavoro dicendo: «Ho avuto una
giornataccia, devo proprio bere qualcosa!».
71
1. Invece, facciamo in modo che nostro figlio veda che abbiamo altre maniere più sane per
affrontare lo stress, come l’esercizio fisico, ascoltare musica, o parlarne con l’amico o
l’amica del cuore o con altri amici.
2. Non raccontiamo a nostro figlio episodi che riguardano alcune nostre bevute in modo da
non dargli l’impressione che usare alcol sia divertente o alla moda.
3. Non mettiamoci alla guida dopo aver bevuto; e neppure saliamo in auto con un
guidatore che abbia bevuto.
4. Quando ci incontriamo con altri adulti mettiamo a disposizione, oltre agli alcolici, anche
un certo numero di bevande analcoliche.
– Non siamo compiacenti con il bere degli adolescenti. Le nostre abitudini e i nostri
comportamenti rispetto al bere degli adolescenti influenzeranno sicuramente quelle di
nostro figlio. Evitiamo di fare battute che riguardino ubriacature o forti bevute di alcolici
relative ad adolescenti. E ricordiamo che da molti anni in Italia è in vigore una legge che
vieta la vendita e la somministrazione di alcolici ai minori di sedici anni. Siamo coerenti ed
evitiamo quindi qualsiasi atteggiamento che possa far credere che siamo compiacenti con
l’uso di alcol prima di quella età ed evitiamo di offrirne agli amici di nostro figlio se hanno
meno di sedici anni.
– Aiutiamo i nostri figli a costruire amicizie sane. Se gli amici di nostro figlio usano alcol,
sarà più facile che anche nostro figlio impari a berne. Quindi cerchiamo di incoraggiarlo a
sviluppare amicizie con ragazzi che non bevono, conoscendo i suoi amici e aiutiamolo a
scegliere quelli che riteniamo possano essere buoni per lui. Parliamo apertamente con i
nostri ragazzi sulle qualità che dovrebbe avere un vero amico: la lealtà, l’affidabilità, la
gentilezza, ma anche, e soprattutto, la capacità di pensare con la propria testa, senza
lasciarsi influenzare dalle mode o da pressioni pubblicitarie di vario genere. Nel caso
accada che uno dei suoi amici non ci convinca, evitiamo atteggiamenti ambigui e incerti;
diciamoglielo con franchezza e anche se non potremo fisicamente impedirgli di
frequentarlo è molto importante che lui sappia come la pensiamo.
72
Appendice 5
Questionario per rilevare l’attitudine dei genitori a parlare con i propri figli dell’alcol.
73
Questionario per i genitori
Cari genitori,
troverete nel depliant allegato una descrizione del progetto “Che piacere…”, che si
propone di prevenire il consumo precoce di vino e di alcolici negli adolescenti. Vi
chiediamo di collaborare a questo progetto e di rispondere ad alcune domande. Per ogni
quesito vi preghiamo di esprimere un punteggio da 0 (per niente) a 10 (moltissimo).
Il questionario è anonimo: ai soli fini dell’elaborazione dei dati abbiamo chiesto ai vostri
figli di scegliere una sigla (o un soprannome) per appaiare le risposte dei figli con i
rispettivi genitori. La corrispondenza fra tale sigla ed il nominativo della persona sarà nota
solo alla vostra famiglia.
Vi ringraziamo per la vostra disponibilità!
Sigla / soprannome dell’alunno: ________________________________________
Padre [ ]
Madre [ ]
_____ anni (compiuti)
Oggi come oggi, quanto ti senti disponibile a parlare con tuo figlio (o tua figlia) del
consumo di bevande alcoliche (vino, birra, superalcolici)?
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Quanto ti senti fiducioso di poter incidere sull’eventuale consumo di bevande alcoliche da
parte di tuo figlio (o tua figlia)?
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Quanto ritieni che sia pericoloso il fatto che tuo figlio (o tua figlia) consumi (o possa
consumare) bevande alcoliche?
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Quanto ritieni che sia pericoloso il fatto che tu consumi bevande alcoliche?
[ ] non consumo vino od altri alcolici
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
74
Appendice 6
Questionario per rilevare prossimità, attitudini ed effettivo consumo di alcol (più tabacco
come sostanza di controllo).
75
Progetto
“Che piacere…”
Istruzioni per l’uso: come compilare questo questionario ed uscirne vivi...
Non ci sono risposte giuste o sbagliate a questo questionario. Rispondi semplicemente nel modo che
ritieni più sincero. Troverai delle caselle illustrate, che puoi scegliere semplicemente con una crocetta.
In fondo a questa pagina trovi il tachimetro di una moto; dicci a che velocità vai nel tuo tempo libero!
Segnalo come se fosse la freccia della velocità, da 0 a 100 km/ora.
Nella pagina successiva ti chiediamo invece come hai trascorso il tuo ultimo sabato sera: segna tutte le
crocette che vuoi.
Nelle due pagine finali ti chiediamo di definire quanto insegnanti, genitori, amici e tu stesso facciate (o
meno) uso di bevande alcoliche e tabacco (sigarette). Segna per ogni settore una crocetta: più la
collochi al centro del cerchio, più pensi che se ne faccia uso. Metti la crocetta nel punto che ritieni più
giusto.
Tutto quello che scriverai resterà anonimo, e non influirà in alcun modo nel tuo rapporto con la scuola che frequenti. Ti
preghiamo solamente di scegliere una sigla o un soprannome da ricordare, in modo da poter confrontare quanto ci dirai
oggi con una rivalutazione che ti chiederemo fra qualche mese. Riporta la stessa sigla anche sul questionario che ti
chiediamo di far compilare ai tuoi genitori.
Grazie per la tua collaborazione!
Sigla
/
soprannome: ________________________________________ (segnala da
qualche parte!)
Sesso
Et à
_____
anni (compiuti)
Nel l e m i e t a sch e ogn i set t i m a n a gi r a n o. . .
Nel mio tempo libero mi sento a...
(segna con una freccia a che velocità ti senti)
76
Sa b a t o ser a
i o er o...
(segna quante caselle vuoi)
I n ca sa
Al b ar
Da sol o
I n d i scot eca
Con a m i ci
A l ci n em a
Con m or osa / o
In u n
a l t r o l oca l e
Con ch i c’ er a
I n gi r o. ..
t
(s
o! )
a t or o
gn a v
p eo o l
Imu d i
A v ed er e
u n film
A sen t i r e
m u si ca
A
l egger e
A par lar e
A far e
sp or t
A b a l l a r e A gi oca r e
Ad
a m or eggi a r e
A fa r e
n u lla
Al
com p u t er
Fa t t i
m i ei !
Son o t or n a t o a ca sa a l l e … 21 22 23 24 1 2 3 4 5 6 7 ...
Du r a n t e l a ser a t a h o b ev u t o…
(indica con una x le bevande usate e specifica la quantità)
A cq u a
A n a l col i ci
Bi r r a
Vin o
Cock t a i l , l i q u or i
77
Quanto le consumano i
tuoi genitori ?
Quanto le
consumano i tuoi
amici ?
Le sigarette
Quanto sono
pericolose
secondo te ?
Quanto le usano i tuoi
insegnanti ?
Quanto le usi tu ?
Hai intenzione di usarle nei prossimi….?
7
giorni
1
mese
78
Quanto lo usano
i tuoi amici ?
Quanto lo
consumano i tuoi
genitori ?
L’alcol
Quanto lo usano i
tuoi insegnanti ?
Quanto è
pericoloso
secondo te?
Quanto lo usi tu ?
Hai intenzione di usarlo nei prossimi………..?
7
giorni
1
mese
79
80
Parliamo d’alcol con i nostri figli…
Non è una lezione e non deve esaurirsi in una volta sola, ma deve divenire un dialogo a tappe.
Cerchiamo di trovare un po’ di tempo da passare tranquillamente con i nostri figli per parlare con
loro.
Il punto di vista di nostro figlio sull’alcol
Æ
chiediamogli cosa conosce dell’alcol, cosa pensa dei ragazzi che bevono e quali sono, a parere suo, i
motivi che li spingono a bere;
Dati di fatto importanti che anche nostro figlio deve sapere:
1. l’alcol è una sostanza che,soprattutto usato da un ragazzo indebolisce il corpo e danneggia
la mente;
2. vino e birra non sono più sicuri dei superalcolici e dei long drink;
3. il corpo impiega 2-3 ore a smaltire una dose di alcol;
4. chi beve non valuta correttamente quanto l’alcol lo stia condizionando;
5. anche un adolescente può avere problemi con l’alcol;
6. chi beve pensa di essere più disinibito ed attraente: spesso questo è falso;
7. talvolta è difficile resistere alla pressione di amici e compagni;
8. anche gli adulti che bevono possono avere problemi con l’alcol.
Strategie di prevenzione per genitori
2. controlliamo l’uso di alcolici in casa. Chiediamo che le feste siano “analcoliche” e
possibilmente incoraggiamo i nostri figli ad invitare gli amici quando noi siamo in casa.
3. prendiamo contatto con gli altri genitori degli amici di nostro figlio
4. conosciamo le attività dei nostri figli, comunicando loro che è un modo per prenderci cura
e non per controllare;
5. stabiliamo delle regole familiari sul bere degli adolescenti; ad esempio:
i. i ragazzi non toccano alcol prima dei 16 anni;
ii. fratelli maggiori, cugini, etc. non devono incoraggiare i più piccoli a bere;
iii. i ragazzi non devono salire in macchina se l’autista ha bevuto;
iv. non si frequentano feste dove girino alcolici.
6. stabiliamo delle sanzioni credibili se le regole sono trasgredite
7. diamo il buon esempio:
i. usiamo l’alcol con moderazione;
ii. non diamo l’idea che l’alcol sia un modo per affrontare i problemi(ad es. mai dire
“ho avuto una giornataccia mi merito proprio un bicchierino”);
iii. non mettiamoci alla guida dopo aver bevuto;
iv. quando ci incontriamo con gli amici consumiamo anche bevande analcoliche.
8. non siamo compiacenti con il bere degli adolescenti:
i. non offriamo da bere a nostro figlio ed ai suoi amici;
ii. evitiamo battute divertenti su come si ubriacano e bevono gli adolescenti.
9. offriamo il nostro aiuto e il nostro sostegno se nostro figlio ci dice di essere preoccupato
per un amico che beve.
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ALLEGATO A
RENDICONTO SERVICE "CHE PIACERE…"
ANNO ROTARIANO 2006-2007
USCITE
data pag.to
importo
Uscite già effettuate:
Tipografia Zampieron Ft. 378/06
(stampa n. 500 schede alunni)
S.I.D. - Arroyo
Studio Lbs di Nalin
(organizzazione conferenza stampa
22/11/2006)
Centro Copie Berchet S.a.s.
(banner con stecche)
Tipografia Zampieron Ft. 23/07
(stampa n. 800 pieghevoli alunni, n. 1.500 schede
genitori)
Psicologi dott.ssa Chindamo, dott.ssa Galasso
(colloqui prima fase)
Trattoria Ai Porteghi (cena 17/5/2007)
Acquisto n. 25 I-POD 1 GB e n. 25 I-POD
2GB
premi per le due classi vincitrici (tramite dott.
Cozzi)
Carlo Bertante
(materiali comunicazione convegno
18/5/2007)
Altre USCITE :
Psicologi dott.ssa Chindamo, dott.ssa Galasso (colloqui
seconda fase)
Tipografia Zampieron (stampa n. 5.300 pieghevoli, n. 300
locandine, n. 760 poster)
15/11/2006
15/11/2006
€
€
2.040,00
1.500,00
09/01/2007
€
612,00
09/01/2007
€
579,60
22/03/2007
€
714,00
20/04/2007
25/05/2007
€
€
4.000,00
480,00
25/05/2007
€
4.624,00
31/05/2007
€
700,00
€ 4.591,30
2.380,00
Padova Fiere S.p.A. (convegno 18/5/2007)
€ 434,40
Dueffe Sport S.a.s. (n. 40 targhe personalizzate)
€ 1.200,00
Centro Copie Berchet (stampe)
€ 129,60
Spese varie (anticipate dott. Cozzi)
€ 428,40
Luciana Bilotti Sabi Work S.r.l. (organizzazione convegno
18/5/2007: spedizioni, buste, bar, personale, agenzia,
fascicoli, fiori)
€ 3.111,05
82
Telecom (audioconferenza 14/5/2007)
Libreria Feltrinelli (n. 300 premi a tutti i partecipanti (€ 20
cad.-sconto concesso))
Acquisto I-POD (per dott.ssa Penne)
Altre spese varie già previste (forfait)
TOTALE USCITE
circa € 100,00
€ 3.944,00
circa € 70,00
€ 247,75
€ 31.886,10
Per la realizzazione del progetto si sono utilizzati fondi derivati da finanziamenti di Enti
pubblici e privati e da donazioni di soci del Rotary Club di Padova.
Va sottolineato come l’attività dei soci del Rotary Club Padova e l’effettuazione di una
serie di prestazioni intellettuali e operative a titolo gratuito da parte dei partecipanti e di
esterni abbia consentito l’effettuazione del progetto con un costo limitato che può essere
valutato di almeno la metà rispetto a quello reale.
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