Consuntivo del Progetto “Che piacere…”
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Consuntivo del Progetto “Che piacere…”
Consuntivo del Progetto “Che piacere…” realizzato nell’annata rotariana 2006/7 dal Rotary Club Padova educazione alla salute e prevenzione selettiva del consumo precoce di alcolici negli adolescenti e nei pre-adolescenti (gruppi a rischio) Padova – Distretto 2060 Padova, giugno 2007 1 INDICE Introduzione ...................................................................................................................p. 3 Parte prima- Aspetti teorici ...........................................................................................p. 4 1 Epidemiologia e contesto ambientale 2 Premesse metodologiche Presentazione del progetto .........................................................................................p. 10 1 2 3 4 5 Obiettivi Popolazione target Strumenti Metodologia Tempi di attuazione del progetto Parte seconda- Fasi operative ....................................................................................p. 16 1 2 Aspetti organizzativi Attuazione dell’intervento Parte terza-Risultati .....................................................................................................p. 28 1 2 3 4 Elaborazione dei dati iniziali relativi al consumo di alcolici degli adolescenti Atteggiamento dei genitori sul consumo di alcol nei figli adolescenti Modificazioni dei comportamenti e delle opinioni Note conclusive Il Convegno “Adolescenti da bere…” ........................................................................p. 43 Bibliografia................................................................................................................... p. 45 Appendici ed Allegati ..................................................................................................p. 48 2 INTRODUZIONE Il Rotary Club Padova, allarmato da quanto sta avvenendo nel mondo adolescenziale e preadolescenziale relativamente al consumo precoce di alcol, ha deciso di dedicare il Service per l’annata rotariana 2006-2007 a questo problema, elaborando il Progetto “Che piacere…”. Obiettivo finale del Progetto è stato quello di cercare di ritardare il primo contatto che i giovani ed i giovanissimi hanno con il mondo degli alcolici. Il progetto è andato articolandosi in tre momenti principali: 1. il primo momento ha riguardato l’elaborazione del protocollo del progetto. Esso doveva essere dotato di quella scientificità indispensabile per permettere ai ricercatori di dimostrare il grado di efficacia del progetto stesso, ma anche di individuarne i limiti in modo da consentire, nella realizzazione prevista per il prossimo anno, di poterlo migliorare con il coinvolgimento di un certo numero di studenti delle scuole Medie superiori ed inferiori della Provincia di Padova. 2. il secondo momento ha riguardato l’organizzazione di un premio per le due classi di studenti, una media superiore ed una inferiore, per l’elaborazione di uno spot pubblicitario che invogli a piaceri alternativi al consumo di alcol o sostanze psicoattive. Tale momento ha comportato anche l’istituzione di una Commissione giudicatrice cui è stato affidato il compito di valutare gli elaborati presentati e selezionare le migliori proposte. 3. il terzo momento è consistito nell’organizzazione del convegno intitolato “Adolescenti da bere…”, al quale abbiamo attribuito un significato di sensibilizzazione e di prevenzione. Nel corso del convegno, oggetto di questa pubblicazione, sono stati illustrati ai partecipanti al progetto ed alla popolazione generale le problematiche inerenti al consumo di alcol nei giovani ed i risultati conseguiti dal progetto stesso. Nel corso del convegno sono state inoltre premiate le due classi vincitrici. Quanto fin qui detto rappresenta in sintesi estrema la descrizione del progetto “Che piacere…”. Qui di seguito si procederà ad una descrizione sistematica e molto puntuale di tutte le fasi che hanno caratterizzato l’elaborazione e la realizzazione del progetto stesso, riportando anche i principali risultati conseguiti. 3 PARTE PRIMA – ASPETTI TEORICI 1 Epidemiologia e contesto ambientale Le fonte di dati più validate a tutt’oggi disponibili sono rappresentate dalle ricerche ESPAD (European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs) del 2003 e del 2004, e dallo studio HBSC (Health Behaviour in School-aged Children) commissionato dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità nel 2001-2. Figura 1: consumo all’età di 11 anni di almeno un alcolico nell’ultima settimana; studio HBSC Tutti i dati disponibili evidenziano che il consumo di alcol fra gli adolescenti italiani è consistente. In particolare gli undicenni italiani registrano la maggiore prevalenza di 4 consumo di alcol (circa un quinto dei ragazzi, un decimo delle ragazze; figura 1), i consumi alcolici si mantengono elevati nel tempo, in particolare per bevande non superalcoliche (a differenza degli adolescenti nord-europei) e per i c.d. “soft-drink”. L’età di esordio del consumo di alcol si colloca, in media, a tredici anni; la prima ubriacatura a quattordici. Le azioni di prevenzione devono quindi tenere conto di questa precocità di consumo. Circa due quinti dei sedicenni italiani riferisce uno o più episodi di ebbrezza alcolica nell’anno precedente (quindi come quindicenne), senza differenze rilevanti fra maschi e femmine. Il quadro regionale che emerge da tali ricerche o da specifici studi locali, evidenzia che la situazione veneta non si discosta da quanto sopra rilevato. Il consumo alcolico problematico cresce in modo proporzionale all’età fra i 13 ed i 17 anni, in modo più accentuato nei ragazzi rispetto alle ragazze. In una ricerca condotta dal comune di Spinea (“Ra-ganze e ra-ganzi; come vivono, cosa pensano e cosa vogliono gli adolescenti a Spinea”, 2005), quasi il 20% dei maschi fra 15 e 17 anni riferiva un consumo di 5 o più unità alcoliche nel corso del sabato sera precedente l’inchiesta, a fronte di un consumo simile nell’1.9% dei tredicenni maschi e del 5.5% delle femmine fra 15 e 17 anni (Città di Spinea, 2005). Nel contesto italiano si deve considerare che tutti gli adolescenti sono potenzialmente esposti ad un inizio precoce del consumo alcolico La situazione Padova vive infine il riflesso della crescita del consumo dei c.d. “spritz”, intesi come consumo di alcol impropriamente “soft”, alla moda, fortemente condizionato 5 dalla pressione ambientale e proposto come identificazione di appartenenza ad un gruppo (il “popolo” dello spritz, appunto). 6 2 Premesse metodologiche Nella fase di elaborazione del nostro progetto abbiamo tenuto conto delle seguenti fondamentali evidenze: - La proposta dell’OMS di ritardare il più possibile il primo contatto fra adolescenti ed alcolici; in particolare tale istituzione ha ritenuto di fondamentale importanza intraprendere ogni sforzo per far sì che i minori di 16 anni evitino l’assunzione anche della più piccola quantità di bevande alcoliche e che almeno essi non vengano incoraggiati a farlo. - Il modello transteorico del cambiamento intenzionale dei comportamenti disadattivi (Prochaska e DiClemente), secondo il quale il ruolo di una corretta informazione è essenziale ma non sufficiente modificare i comportamenti; bisogna sollecitare un feed-back da parte dei destinatari dell’informazione, in particolare cercando di promuovere in loro una attivazione emotiva. A titolo di esempio vorremmo far notare come le campagne pubblicitarie a favore dell’alcol non chiedano esplicitamente ai destinatari di bere, ma sollecitino emozioni positive nei confronti del consumo di alcol. Smontare tale meccanismo non richiede (solo) spiegare razionalmente i danni che derivano dal consumo di alcol, quanto sollecitare emozioni positive verso lo stato di sobrietà. - I più recenti ed accreditati modelli di prevenzione, dove viene attribuita importanza a: o L’atteggiamento ed i messaggi che gli adulti di riferimento trasmettono costantemente ai loro adolescenti Nel nostro contesto sociale la gran parte degli adulti consuma alcol; in molte fasce sociali non suscita allarme, anzi è talora sollecitato, il consumo di alcol da parte di minorenni. Anche fra gli adulti più consapevoli esiste un certo disorientamento su quale messaggio proporre ai ragazzi: non bere, bere moderatamente, bere solo alcolici a bassa gradazione… Le cose si complicano ancor di più quando i genitori si trovano di fronte al fatto compiuto: il figlio adolescente che beve alcolici davanti a loro, che propone di comprare un po’ di birra per la festa con gli amici, che torna a casa per la prima volta un po’ troppo “allegro”. Una azione di promozione della salute sull’uso dell’alcol negli adolescenti richiede il coinvolgimento ed il consenso sui messaggi da trasmettere da parte degli adulti significativi per i ragazzi e le ragazze in crescita. Fra questi assumono particolare rilevanza i genitori, gli insegnanti, gli animatori dei gruppi giovanili. o L’atteggiamento ed i messaggi dei propri pari. Un messaggio di prevenzione assume particolare valore se è trasmesso da una persona vicina al giovane. Molte azioni di educazione sulla salute sono oggi veicolate tramite l’educazione “fra pari”: “il mio compagno / la mia compagna di classe, la mia amica / il mio amico dei giochi…” Queste azioni richiedono in generale l’identificazione ed il coinvolgimento attivo di alcune figure “leader” che successivamente svolgano una ruolo moltiplicatore nella trasmissione del messaggio ai propri compagni. 7 Alcuni studi hanno anche evidenziato il ruolo di persone sufficientemente vicine, anche se non pari, come modello di imitazione: si tratterebbe di figure a metà strada fra l’adolescente ed il mondo degli adulti, una sorta di “fratello o sorella maggiore” che possa mediare le prescrizioni degli adulti nel linguaggio e nella pratica degli adolescenti, conservando una sufficiente autorevolezza ma con una minore distanza ed una maggiore accessibilità al dialogo. o Il ruolo attivo dei soggetti oggetto dell’intervento preventivo. Anche la peer education, modalità già avanzata di prevenzione rispetto al desueto modello informativo, è stata recentemente sottoposta a critiche sia metodologiche che di risultato. Si è difatti evidenziato che l’utilizzo di “pari” per la mera trasmissione di conoscenze incontra i medesimi limiti delle strategie basate sull’informazione. Ciò appare in grado di introdurre un cambiamento reale di atteggiamenti quindi di valorizzare la trasmissione di esperienze fra pari, che sollecitino una reazione emotiva di fronte a comportamenti a rischio (come il precoce consumo di alcolici) e l’elaborazione comune di strategie di fronteggiamento delle occasioni di tentazione e di potenziamento dell’autoefficacia. Si tende quindi attualmente a valorizzare la peer activation piuttosto che la semplice peer education. Le persone cambiano i propri comportamenti (o evitano di assumere comportamenti a rischio) in modo più convincente e duraturo nel tempo se trovano autonomamente le proprie motivazioni. D’altra parte anche rendere coscienti i soggetti dei tentativi di manipolazione sui loro comportamenti può, per reazione, portare ad un cambiamento. Ad esempio gli insegnanti possono discutere criticamente un messaggio pubblicitario che fa vedere dei giovani che si divertono bevendo birra e sollecitare una discussione su quale messaggio la pubblicità proponga e quali effetti voglia ottenere sui ragazzi. o Il coinvolgimento, oltre che degli adolescenti, anche degli adulti significativi e del contesto sociale di riferimento. Spesso le figure educative adulte sottovalutano il loro ruolo educativo rispetto agli adolescenti. Le evidenze a nostra disposizione sottolineano come gli adolescenti siano ancora molto legati sia ai loro referenti affettivi primari, i genitori, sia a figure significative esterne alla famiglia, fra cui gli insegnanti. Inoltre gli adulti, con il loro dire o non dire, possono scoraggiare od avallare un comportamento a rischio, quale il bere in età precoce: bisogna quindi evitare sia di incoraggiare attivamente il consumo di alcol negli adolescenti, sia l’approvare tacitamente che questo avvenga o addirittura il trovare “divertenti” i comportamenti di ragazzi in stato di ebbrezza. Ogni azione di prevenzione ed educazione alla salute deve essere validata scientificamente, misurando gli effetti possibilmente rispetto ad un gruppo di controllo. Non si può più pensare che, nel campo della prevenzione ed educazione alla salute, “tutto va bene”. Alcune azioni si rivelano inefficaci, e sono quindi assolutamente sconvenienti in termini di costo/benefici. Altre sortiscono effetti paradossali, rivelandosi controproducenti. Nella elaborazione di questo progetto si è tenuto ampiamente conto delle linee guida proposte dal NIDA (nazional Insitute of Drug Abuse), riassunte nei sedici principi base per le azione di prevenzione (cfr. Preventing Drug Use among Children and Adolescents, A 8 Research-Based Guide for Parents, Educators, and Community Leaders, Second Edition, National Institute on Drug Abuse, 2003). Anche il riferimento a modelli di prevenzione risultati validi può del resto non portare agli effetti aspettati in contesti differenti: è il caso di alcune azioni calibrate in contesti anglosassoni e trasposte nei paesi latini. In ogni caso è preferibile che le azioni di prevenzione e promozione della salute siano misurate nella loro efficacia sia in termini di processo che di risultato atteso, possibilmente nel confronto con un gruppo di controllo. Nell’elaborazione di questo progetto si è tenuto conto di alcune analoghe esperienze di prevenzione in ambiente allargato (specificamente scolastico), ritenute “buona prassi” e modelli convalidati secondo il SAMHSA (Substance Abuse and Mental Health Services Administration). Si è in particolare studiato il progetto Northland: un programma multilivello che coinvolge genitori, scuola e contesto sociale, elaborato dalla University of Minnesota School of Public Health; tale progetto è focalizzato sul consumo precoce di alcol, ma si è dimostrato efficace anche sul contatto con nicotina e THC (cfr. http://modelprograms.samhsa.gov). Uno fra i più attuali filoni di prevenzione dell’alcol negli adolescenti punta sul dare ai ragazzi gli strumenti per poter “smontare” i messaggi pubblicitari che si propongono di spingerli all’uso di alcol. Una serie di risorse al riguardo può essere ritrovata sul sito http://medialit.med.sc.edu/alcoholads.htm, che offre anche una serie di rimandi ad altri siti sull’argomento. 9 PRESENTAZIONE DEL PROGETTO 1 Obiettivi Gli obiettivi principali del progetto sono due. Il primo riguarda adolescenti e preadolescenti e mira a: o Aumentare la percezione del rischio del consumo di bevande alcoliche o Ridurre gli indici di prossimità all’alcol o Ridurre il consumo di alcolici, soprattutto ritardando l’inizio del consumo - Il secondo riguarda gli adulti (genitori ed altre figure educative) e mira a: o Sollecitare maggiore attenzione sul consumo di alcolici degli adolescenti e dei preadolescenti 10 2 Popolazione target L’intervento è stato rivolto a 540 adolescenti così suddivisi: o Scuole superiori: 316 studenti di cui 263 frequentanti il IV anno in istituti di vario indirizzo (12 classi) più 2 classi del II anno di un liceo classico1 con 53 alunni. o Scuole medie inferiori: 224 studenti frequentanti il II anno (10 classi). Parallelamente, in occasione della prima somministrazione del questionario, abbiamo coinvolto anche i genitori, sia degli alunni delle scuole medie inferiori che superiori, tramite un questionario di rilevazione delle opinioni. In questo caso abbiamo ottenuto risposta in circa il 70% dei questionari per quanto riguarda le scuole inferiori e del 40% per le scuole superiori. 1 La classe del 2° anno di un liceo classico è stata coinvolta a seguito della richiesta diretta dell’insegnante di riferimento, che segnalava la presenza di situazioni a rischio. 11 3 Strumenti Questionari In appendice sono riportati i questionari utilizzati. Il questionario per i ragazzi è stato costruito con una modalità fumettistica, che invitasse ad essere letto prima ancora che compilato. Al suo interno si possono distinguere due parti. La prima è il racconto di quello che il ragazzo o la ragazza ha fatto nel corso dell’ultimo sabato sera. Con chi era, dove era, cosa stava facendo, a che ora è rincasato e cosa ha consumato per bere. Circa il bere, non si è chiesto solo del consumo di alcol (quasi dando per scontato che sia l’unica bevanda disponibile): si è invece proposto di scegliere fra acqua, bevande analcoliche, birra, vino e superalcolici, proponendo per ognuno una definizione di quantità del consumo (da 1 a 5 bicchieri od unità specifica per i diversi tipi di bevanda). La seconda parte chiedeva di esprimere l’opinione su quanto l’alcol sia utilizzato da amici, insegnanti, genitori ed anche dalla persona stessa; quanto l’alcol sia ritenuto pericoloso e quanto la persona lo intendesse utilizzare nei successivi 7 e 30 giorni. Analoghe domande erano proposte rispetto al fumo di sigaretta, utilizzato come sostanza di controllo. In questo caso si è preferita una modalità analogica, chiedendo al soggetto di porre una crocetta più o meno vicina al centro del diagramma a seconda della sua opinione. Il questionario per i genitori richiedeva opinioni degli stessi su quanto si ritenessero disponibili a parlare con i figli dell’alcol, quanta fiducia avessero di modificare i comportamenti del figlio, quanto ritenessero l’alcol pericoloso per il figlio e per sé. Si è utilizzata una scala da 0 a 10. Un modello modificato di tale scala è stato somministrato anche agli insegnanti coinvolti. La numerosità e la diversità di contesti non rende i dati raccolti di particolare significato: in futuro sarà utile cercare di ottenere le opinioni di tutti gli insegnanti degli istituti coinvolti. Manuale per gli insegnanti Sia per spiegare in dettaglio la metodologia del progetto, che per stimolare gli insegnanti a partecipare all’intervento, è stato curato un breve opuscolo illustrativo, con la descrizione di alcune pubblicità per gli alcolici e delle schede di analisi del linguaggio pubblicitario. Anche questo manuale è riportato in appendice. Spot pubblicitari dell’alcol Abbiamo selezionato una serie di spot facilmente reperibili e visionabili da internet, che sono stati proposti agli insegnanti delle classi coinvolte. Per alcuni di questi spot abbiamo compiuto una analisi più approfondita, che è stata riportata nel manuale per gli insegnanti. Di fatto le classi superiori coinvolte in questo primo anno del progetto hanno visionato lo spot “Peel away”, della agenzia Mother Ltd, 2006; regia U. Johansson. Tale spot non è attualmente in circolazione in Italia ed è sembrato significativo per i contenuti proposti. 12 4 Metodologia Sono stati raccolti dati relativi al consumo di alcol ed alle opinioni circa l’entità di tale consumo nei ragazzi partecipanti al progetto stesso, sia prima che dopo lo svolgimento degli interventi previsti. I dati sono stati raccolti in modo anonimo, chiedendo ai ragazzi di assegnare una sigla arbitraria al questionario in modo da poter appaiare i dati in fase di elaborazione. Nella rilevazione iniziale si sono inoltre raccolti i dati relativi alle opinioni dei genitori sull’utilità e l’efficacia di parlare con i propri figli dell’alcol. Nel complesso abbiamo rilevato i dati all’ingresso di 214 studenti delle II medie inferiori (12 anni circa), di cui 202 hanno risposto anche al questionario di uscita (102 nel gruppo sperimentale, 100 in quello di controllo); hanno inoltre risposto al relativo questionario 318 genitori di questi ragazzi. Nelle IV classi delle scuole superiori (17 anni circa), hanno risposto al questionario iniziale 235 studenti; tutti hanno effettuato anche il test di uscita (113 nel gruppo sperimentale, 122 in quello di controllo); sono inoltre stati raccolti i dati di 336 loro genitori. Intervento sugli alunni • GRUPPO SPERIMENTALE ISTITUTI SUPERIORI (Campione: 132 delle IV superiori e 29 della II superiore, per complessivi 161 alunni) Coinvolgimento attivo • GRUPPO DI CONTROLLO ISTITUTI SUPERIORI (Campione: 131 delle IV superiori e 24 della II superiore, per complessivi 155 alunni) Lezione informativa frontale • GRUPPO SPERIMENTALE ISTITUTI INFERIORI (Campione: 114 alunni) Coinvolgimento attivo • GRUPPO DI CONTROLLO ISTITUTI INFERIORI (Campione: 114 alunni) Lezione informativa frontale Intervento sui genitori Coinvolgimento attivo tramite incontri con i rappresentanti e diffusione di materiale informativo educativo. Vedi Appendice (opuscolo e gli adulti stanno a guardare) 13 5 Tempi di attuazione del progetto SVILUPPO TEMPORALE DEL PROGETTO Fasi del Progetto Tempi di realizzazione Obiettivi intermedi Fase 1: incontri preliminari 4 mesi con le scuole coinvolte Condivisione del progetto e definizione delle modalità di attuazione nei singoli istituti Fase 2: somministrazione 1 settimana del questionario Consegna a tutti gli studenti e tutti i loro genitori (gruppo sperimentale e gruppo di controllo) Fase 3: smontaggio pubblicità e stesura della pubblicità alternativa 1 mese Alunni scuole superiori sperimentali Æ analisi critica e proposta messaggio alternativo Fase 4: diffusione fra pari 1 mese Incontri degli alunni delle scuole superiori con gruppi di propri pari (scuole medie) Fase 5: diffusione elaborazione e 2 settimane Elaborazione dei dati raccolti Premiazione Convegno per la diffusione 14 SCHEMA DEL PROGETTO Gruppo sperimentale Almeno una classe IV (17 anni) per 5 istituti superiori di differente orientamento Ë Genitori È Un incontro per la presentazione del progetto (1-2 ore) Gruppo di controllo Almeno una classe IV (17 anni) per gli stessi istituti superiori Ì Alunni È Un incontro di carattere informativo sull’alcol (2 ore) È Formazione di un gruppo di due rappresentanti per classe È Un incontro con i Lavoro in classe di rappresentanti per illustrare “smontaggio”della un opuscolo su alcol e pubblicità di una birra e giovani rivolto ai genitori produzione dell’elaborato. È Ç Lavoro nel gruppo per presentare lo “smontaggio” agli alunni delle scuole medie inferiori È Un incontro per la Incontro con gli alunni delle presentazione del progetto scuole medie inferiori per (1-2 ore) presentare lo “smontaggio” Ç Ç Genitori Alunni É Ê Almeno una classe II per 5 scuole medie inferiori Alunni È Un incontro di carattere informativo sull’alcol (1 ora) È Un incontro di carattere informativo sull’alcol (2 ore) Ç Alunni Almeno una classe II per le stesse scuole medie inferiori I lavori svolti dagli alunni delle scuole medie superiori ed inferiori sono stati utilizzati nell’ambito del concorso proposto nel Service (e relativa premiazione) 15 PARTE SECONDA – FASI OPERATIVE 16 ASPETTI ORGANIZZATIVI 1 Gruppi di lavoro I gruppi di lavoro che hanno lavorato alla realizzazione del progetto sono stati tre. Il primo ha svolto funzioni prevalentemente di tipo organizzativo ed ha fatto riferimento alla Segreteria del Rotary Club Padova nonché ad alcuni soci del Club ed alla Fondazione Hepatos Lionello Forin. Il secondo, ha fatto riferimento al mondo della Scuola nella persona di Andrea Bergamo, Preside della Scuola Media Todesco. Il terzo, di tipo operativo, coordinato dalla Tossicologia delle Farmacodipendenze dell’Azienda Ospedale Università che ha organizzato la realizzazione pratica del progetto (contatti con scuole, genitori ecc). Al progetto ha inoltre collaborato la ULSS 16 nella segnalazione alle scuole del progetto, nell’individuazione delle scuole partecipanti e nel collegamento con le scuole stesse, nel reperimento dei fondi necessari alla realizzazione. o Il Rotary Club Padova Angelo GATTA, Emanuele COZZI,Guido VISENTIN, Mario TRIVELLATO, Nicola BORTOLOZZO, Massimo PEGORARO Il Rotaract Club Padova Centro Franceso VIGNAGA o suo sostituto La Fondazione Hepatos Michele FORIN o La Direzione Ufficio Scolastico Regionale Gianna Miola, Giovanni BERGAMO o L’Azienda Ospedaliera – Tossicologia Clinica Farmacodipendenze Luigi GALLIMBERTI, Giovanni FORZA, Sonia Chindamo, Laura Galasso, Elisa Rohr, Chiara Gozzi. ULSS 16- Direzione Generale e Neuropsichiatria infantile Fortunato Rao, Antonio Condini, Michela Gatta, Drssa Forcella Per la realizzazione del progetto si sono utilizzati fondi derivati da finanziamenti di Enti pubblici e privati e da donazioni di soci del Rotary Club di Padova. Le risorse finanziarie reperite sono state spese come indicato nell’allegato A. Va sottolineato come l’attività dei soci del Rotary Club Padova e l’effettuazione di una serie di prestazioni intellettuali e operative a titolo gratuito da parte dei partecipanti e di esterni abbia consentito l’effettuazione del progetto con un costo limitato che può essere valutato di almeno la metà rispetto a quello reale. Il primo gruppo di lavoro ha curato le seguenti attività logistico-organizzative: 17 1) LAVORO DI PUBBLICHE RELAZIONI o Ricerca e definizione di patrocinio e collaborazioni con istituzioni, enti ed imprese per la raccolta di fondi o Sensibilizzazioni interna al club per coinvolgere il maggior numero di soci per mettere a fattore comune le competenze e le risorse. o Comunicazione del progetto alle scuole, tramite la Direzione dell’Ufficio Scolastico Regionale, per il coinvolgimento attivo degli alunni di n. 5 classi del II anno medie inferiori e n. 7 classi del IV anno delle scuole superiori, di altrettante classi per i gruppi di controllo, dei relativi insegnanti e genitori. In totale coinvolti 2.500 ragazzi, 1200 genitori, 150 insegnanti. 2) LAVORO DI SEGRETERIA o Gestione amministrativa o Gestione rapporti con il Distretto Rotary ed i Club della Provincia (es. partecipazione al premio per iniziative esemplari del Rotary Int.) o Gestione delle consulenze (es. consulenza legale per l’utilizzo di marchi per l’attività psico-educativa) o Gestione fornitori - rapporti con la tipografia - realizzazione premi per i partecipanti n. 600 Magliette personalizzate n. 250 Tessere spesa Feltrinelli n. 50 Apple iPod o Stampa dei questionari per l’attività psico-educativa - n. 1500 per gli alunni - n. 1500 per i genitori o Realizzazione e stampa di uno strumento informativo per le famiglie sui comportamenti a rischio o Istituzione del premio per il miglior progetto di prevenzione preparato dagli studenti coinvolti nel progetto e definizione del regolamento del concorso o Organizzazione degli eventi: conferenze stampa partecipazione alla Fiera ExpoScuole 2006, dall’allestimento dello stand alla organizzazione delle presenze per il periodo della manifestazione istituzione del premio organizzazione del convegno finale “Adolescenti da bere...” 18 3) LAVORO DI COMUNICAZIONE ALL’ESTERNO - Realizzazione del messaggio di comunicazione ed identificazione degli strumenti, grazie alla collaborazione della Scuola Italiana di Design Realizzazione dello Stand “Barcollando...” in occasione della Fiera ExpoScuole, organizzata nel novembre 2006 presso l’Ente PadovaFiere Realizzazione degli strumenti di comunicazione per la presentazione del service n. 5.000 pieghevoli A4 n. 2.000 manifesti 30x60 n. 2.000 manifesti 31x44 per la promozione del convegno n. 2.500 pieghevoli A4 (arancioni) n. 10.000 pieghevoli A4 (verdi) - Realizzazione comunicati stampa e materiale per le conferenze stampa - Partecipazione a trasmissioni televisive organizzate da “Canale Italia” e “7 Gold” - Inserimento nel palinsesto video trasmesso nei monitor Lcd installati in n. 70 autobus in circolazione nella città della promozione del convegno, grazie alla disponibilità di APS advertising - Realizzazione del Convegno “ADOLESCENTI DA BERE” del 18.5.07 presso la Fiera di Padova ALL’INTERNO - Comunicazione con Istituzioni e Scuole per la realizzazione della attività Comunicazione incontri del gruppo di lavoro Verbali delle riunioni Realizzazione rassegne stampe e comunicazioni per gli sponsor Il secondo gruppo ha identificato le scuole che sarebbero state oggetto del nostro intervento nell’ambito del progetto “Che piacere…” . A questo proposito sono state selezionate le scuole medie Superiori ed Inferiori sotto riportate. Il terzo gruppo ha provveduto a contattare le varie scuole e a recarsi presso ciascuna di loro per effettuare l’intervento in ogni sua fase come descritto. Qui di seguito una tabella riassuntiva delle scuole interessate con dettaglio delle classi coinvolte e i rispettivi referenti. 19 Scuola Ins. ref. salute SMS Mameli Distilo Sms Todesco Ferrara Sms Zanella Saetti Ist. ComprenCadoneghe Norbiato Ist. ComprenAbano Terme F.Meggiolaro ITC Calvi Tognon Liceo Curiel Borgato Liceo Marchesi Galati ITAS Scarcerle Pennè Ist. Da Vinci Giannone Ins. ref. cl. sperimentale (N. alunni) Distilo 2B (24) Ferrara 2C (25) Saetti 2F (21) Norbiato 2D (24) Meggiolaro 2C (20) Sensales 4B/E (23) Borgato 4A (25) Galati 5 (29) Zappalà 4 H (19) Fiorentino 4 A (25) Giannone 4 s/d (18) Franchi 4 s/d (22) Ins. ref. cl. controllo (N. alunni) Curti 2A (24) 2F (25) Saetti 2N (21) Marchetti 2C (24) Dello Vicario 2A (20) Cavasin 4°A/E (22) Borgato 4B (24) Galati 5 (24) Garotti 4G (22) Lago 4 E (19) Giannone 4 o/c (18) 4 o/b (26) 20 Attuazione dell’intervento 1 Fase sperimentale Istituti Superiori 1° incontro: Durata dell’interventoÆ 2 ore o Breve introduzione sullo svolgimento delle varie fasi da sviluppare nel corso degli incontri: o Visione dello spot pubblicitario o Smontaggio o Discussione sull’alcol o Brainstorming o Ideazione di spot alternativo o Visione dello spot pubblicitario “peel away”. visioni dello spot per intero Æ raccolta delle prime impressioni sulla pubblicità senza alcun suggerimento da parte nostra. Una sola visione non è mai stata sufficiente, le prime impressioni sono state quasi le stesse per tutte e sette le classi (la pubblicità funziona nella misura esatta in cui riesce a far filtrare lo stesso messaggio a persone differenti, appartenenti alla stessa fascia d’età in contesti diversi). Visione dello spot a sequenza e (smontaggio) Æ analisi dei personaggi in ordine di comparsa: protagonista, capo, vigilessa, …; analisi di luci, colori, musica, inquadrature. Riflessione guidata su quelli che sono gli stereotipi utilizzati in questo messaggio: il protagonista è stato riconosciuto dai più come “sfigato” e segue una sua evoluzione arrivando ad uno status di accettazione da parte del gruppo che lo accoglie (nella penultima immagine) offrendogli la bibita; figure autoritarie legate al non rispetto delle regole; Parallelismi tra gli stati dell’ebbrezza e immagini dello spot (ad esempio l’ignorare le conseguenze dei propri atti). 1. osservare 2. valutare l’estetica del messaggio pubblicitario 3. determinare gli scopi del messaggio pubblicitario 4. determinare gli assunti di base del messaggio pubblicitario. (Si veda appendice 1) o Discussione: L’attenzione è stata rivolta soprattutto a concetti chiave che avessero una valenza emotiva chiedendo ai ragazzi di portarci delle loro esperienze dirette, raccontarci aneddoti. Attivando così una discussione tra compagni di classe, i ragazzi si sono messi in discussione confrontandosi sulle differenti posizioni sull’uso dell’alcol (Peer education). Introdotti dai ragazzi stessi abbiamo affrontato argomenti la perdita di controllo e l’incapacità di valutare correttamente un rischio puntando sul sentimento 21 della vergogna tutto ciò che li facesse sentire a disagio del bere. Abbiamo, inoltre chiesto loro se si beve sempre perché se ne ha voglia. È voglia? E’ abitudine? E’ conformismo? Molti di loro non si sono mai posti la questione. Insieme a questi aspetti emotivi si è potuti accedere ad informazioni di tipo più fisiologico. o Con domande dirette: “Cosa vi succede quando bevete?” è stato possibile discutere, anche dal punto di vista più formale su quali siano gli effetti fisici (riflessi, vista, muscoli, equilibrio, vomito) e su quelli che sono gli effetti comportamentali: (euforia, disinibizione, perdita del controllo seguiti poi da sonnolenza, incapacità motoria, coma etilico) 2° incontro Durata dell’interventoÆ 2-4 ore o Riassunto del lavoro di analisi effettuato nell’incontro precedente. o “brainstorming” 2 Spunti utilizzati: 1 Dose e quantità, tutto ciò che è bello ed emozionante perché in piccola dose e quantità (lavoro di classe). 2 Amore (costituzione di gruppi spontanei all’interno del gruppo classe). 3 Riconoscere, se negli altri luoghi, abbigliamento, linguaggio (costituzione di gruppi misti). o Ideazione dello spot alternativo Dal primo e dal terzo brainstorming i ragazzi hanno estratto le parole, i concetti che più preferivano dalle quali sono arrivati a scrivere sceneggiature e storyboard. 2 è una tecnica di creatività di gruppo per far emergere idee volte alla risoluzione di un problema. Il risultato principale di una sessione di brainstorming può essere una completa soluzione del problema, una lista di idee per un approccio a una soluzione successiva, o una lista di idee che si trasformano nella stesura di un programma di lavoro per trovare in seguito una soluzione, nel nostro caso per avere elementi per costruire un messaggio pubblicitario alternativo al divertimento scollegato all’uso d’alcol. Il metodo del brainstorming iniziò a diffondersi nel 1957, grazie al libro "Applied Imagination" di Alex Faickney Osborn, un dirigente pubblicitario. 22 2 Fase sperimentale Scuole Medie: Peer Education La metodologia della peer education, sia fra adulti che fra adolescenti, è stata sottoposta a pressante verifica negli ultimi anni. Molti ricercatori hanno giustamente rilevato come l’utilizzare strumentalmente i “pari” per azioni di semplice informazione comporti una minima efficacia, pari ad analoghe azioni di mera trasmissione di conoscenze. Si tende attualmente a differenziare la peer education dalla peer activation, intesa come metodologia di promozione attiva della educazione alla salute attraverso la partecipazione attiva dei soggetti coinvolti e la facilitazione da parte di soggetti sentiti vicini dagli interlocutori finali, appunto “pari”. L’azione qui proposta si pone quindi come formazione di soggetti che sappiano successivamente coinvolgere rispettivamente genitori ed alunni nella formulazione attiva di una auto-promozione della salute sul consumo di alcol, piuttosto che in una mera trasmissione di conoscenze. Ad esempio, condividendo proprie esperienze rispetto al consumo di alcol negli adolescenti e sollecitando autonomi modi per affrontare tentazioni ed occasioni di rischio. 23 3 Intervento sui genitori Tale Intervento si è rivolto solo ai genitori del gruppo sperimentale. Superiori: Si è tentato contestualmente di contattare e coinvolgere i genitori delle classi in cui sono stati attuati gli interventi, anche se abbiamo incontrato notevoli resistenze da parte loro ad aderire al progetto stesso, soprattutto per quanto riguarda i genitori delle scuole superiori. A titolo esemplificativo a fronte di un invito scritto fatto pervenire secondo le modalità previste dall’ordinamento scolastico a 300 genitori delle scuole superiori solo in 7 hanno aderito all’invito. Medie: Incontro con i rappresentanti ed elaborazione di schema di rassunto dei dati rilevati emotivamente coinvolgente ed una serie di indicazioni sintetiche per facilitare il dialogo con i figli sull’alcol (Vedi Appendice 6) 24 4 Fase di controllo: Istituti Superiori e Scuole Medie L’intervento nelle classi di controllo ha richiesto circa un’ora all’interno della quale metà è stata dedicata all’informazione scientifica degli effetti dell’alcol e il tempo restante ad una discussione e chiarimenti alle domande poste dai ragazzi. Parte informativa L’esposizione si è concentrata sugli effetti fisici e comportamentali che l’assunzione di alcol comporta in modo immediato più un accenno al fenomeno dell’alcolismo, tralasciando il resto delle conseguenze a lungo termine. In particolare i punti toccati sono stati: -perché l’alcol può essere considerato una droga: potere psicoattivo, assuefazione, dipendenza psicofisica -farmacocinetica dell’alcol: assorbimento, metabolismo e distribuzione nell’organismo -farmacodinamica: concetto di recettore-ligando -effetti fisici: riflessi, vista, muscoli, equilibrio, vomito -effetti comportamentali: l'andamento bifasico degli effetti alcolici (euforia, disinibizione, perdita del controllo seguiti poi da sonnolenza, incapacità motoria, coma etilico) -alcolismo: definizione, l'origine subdola del problema, le caratteristiche della dipendenza e della crisi di astinenza -legislazione: le leggi che vietano il consumo prima dei 16 anni e il limite imposto per la guida dei veicoli Il lavoro aveva il compito di comunicare in modo veloce e diretto il messaggio in modo da essere coinvolgente, per questo motivo si è scelto un linguaggio semplice mantenendo comunque una impostazione scientifica e una presentazione che parlasse per immagini tramite proiezioni power point. Contenuto dell'intervento: allegato Discussione La seconda parte dell' intervento è servito per chiarire e discutere i punti richiesti dai ragazzi. In generale è emersa una più chiara conoscenza degli effetti dell'alcol negli adolescenti delle superiori, anche per una maggiore esperienza diretta. Meno informati invece i ragazzi delle medie inferiori, specialmente sugli effetti della pesante ubriachezza, che hanno reagito con maggiore curiosità. In quasi tutte le classi invece è sorta una discussione riguardo alla legge che vieta la vendita e la mescita di alcolici ai minori di 16 anni, ed in particolare sul perché questa legge non viene in molti casi rispettata e sui comportamenti che andrebbero adottati per renderla efficace. Ne è emerso un certo disorientamento per la mancanza di coerenza e di presa di posizione degli adulti di fronte a questo divieto e anche una certa convinzione che ci vorrebbero imposizioni esterne (da parte di genitori e istituzioni) più severe, nonché la scarsa fiducia di poter iniziare a rispettare la legge partendo dal comportamento personale. Al centro dell'attenzione anche le disposizioni di legge negli altri Paesi. Altro tema di discussione è stato anche l'atteggiamento da adottare nei confronti di un amico sulla via dell' ubriachezza o del continuato comportamento alcolico. Anche in questo caso emerge una certa sensibilità al problema ma anche la tendenza a proiettare l'eventualità sempre al di fuori di sè. Sono stati inoltre richiesti chiarimenti riguardo alle "indicazioni mediche" che suggeriscono il consumo moderato di vino rosso per aiutare il cuore, all' utilità degli alcolici per scaldarsi e i correlati rischi di assideramento, alla veridicità delle leggende 25 metropolitane che consigliano come smaltire la sbornia. Infine in alcuni casi i ragazzi hanno messo a confronto la capacità di indurre dipendenza dell'alcol e del caffè. In conclusione si può dire che c'è stato un ampio interesse al tema (in modo spiccato nelle medie inferiori), ma anche una difficoltà di immedesimazione nei fenomeni alcol-correlati descritti. 26 PARTE TERZA - RISULTATI 27 1 Elaborazione dei dati iniziali relativi al consumo di alcolici degli adolescenti Iniziamo a vedere i risultati relativi al consumo di alcolici nel sabato sera precedente la rilevazione (13 gennaio 2007). Hanno consumato almeno un alcolico un ragazzo su otto nelle scuole medie, due su tre nelle scuole superiori. In questa diapositiva viene inoltre distinta la quantità consumata; a 17 anni circa un ragazzo su dieci ha bevuto cinque o più unità alcoliche nel corso della stessa serata. Hanno bevuto alcol sabato sera… 100 80 5 o più UA 3-4 UA 1-2 UA Non bevuto 60 40 20 0 II media 12,1% IV superiore 63,4% 28 In questa diapositiva, gli stessi risultati sono rappresentati rispetto ad una classe tipo di 24 alunni. Un modo per far riflettere i genitori è presentare questa immagine e chiedere: “sapresti dire in quale banco è seduto tuo figlio?”. Cioè: è fra chi non ha bevuto, o è fra chi ha bevuto “tanto”? Tema in classe: sabato sera ho bevuto . In che banco è seduto tuo figlio? …e dove sarà seduto fra 5 anni? Seconda media (12 anni) Quarta superiore (17 anni) Sabato sera ha bevuto alcol Sabato sera ha bevuto tanto Sabato sera ha bevuto 1-2 bicchieri Sabato sera non ha bevuto Sabato sera non ha bevuto 29 Gli stessi dati di prima riportati in forma grafica. Nella prima colonna sono riportate le percentuali di consumo di tutti i ragazzi delle scuole superiori, nelle colonne successive i dati riferiti a chi ha frequentato il bar e la discoteca nella sera del 13 gennaio. Determinanti contestuali a 17 anni: locali frequentati 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 5 o più UA 3-4 UA 1-2 UA Non bevuto % intero campione bar disco 30 Stessi dati riferiti a chi è rientrato a casa entro mezzanotte e dopo. Si vede la netta differenza di comportamento sul consumo di alcolici. In particolare tutti i bevitori di 5 o più bicchieri di alcolico nella stessa sera sono rientrati a casa dopo mezzanotte. Determinanti contestuali a 17 anni: ritorno a casa 100 80 60 40 5 o più UA 3-4 UA 1-2 UA Non bevuto 20 0 entro mezzanotte dopo mezzanotte 31 Gli stessi dati riportati in forma grafica: come si vede aumenta notevolmente la percezione di vicinanza all’alcol degli amici e propria, e contemporaneamente aumenta l’intenzione di assumere alcolici nella settimana successiva. La percezione rispetto a genitori ed insegnanti, come anche la pericolosità percepita nel consumo di alcolici, rimane sostanzialmente stabile. Vicinanza all’alcol 80 70 60 50 40 30 20 10 0 gi or Pe ni ric ol o Io 7 a Us o G en ito In ri se gn an ti Am ic i 12 anni 17 anni 32 In questa diapositiva si riportano le correlazioni statisticamente significative fra le variabili precedentemente esaminate. Lo spessore delle frecce è proporzionale alla forza della correlazione (coefficiente r di Pearson). Qui sono esaminati i ragazzi di 12 anni: percezione di vicinanza all’alcol di genitori ed amici sono di pari intensità nel correlarsi alla vicinanza all’alcol percepita per sé stesso. Questa ultima si correla fortemente con l’intenzione di consumare alcol nella settimana successiva. La freccia del pericolo è rossa in quanto si correla negativamente: più percepisco l’alcol come pericoloso, meno mi sento propenso a considerarlo vicino a me stesso. Correlazioni fra le determinanti all’uso di alcol a 12 anni Genitori Uso Io Pericolo Amici Stesso discorso per i ragazzi delle superiori. Si vede come decresce la correlazione rispetto ai genitori, ma anche rispetto agli amici. Il consumo di alcol si correla più fortemente alla propria percezione di vicinanza, e quindi si autonomizza da quello che fanno gli altri. Genitori ed amici rimangono però sullo sfondo, come un contesto che può o meno facilitare la mia decisione di consumare alcolici Correlazioni fra le determinanti all’uso di alcol a 17 anni Genitori Uso Io Pericolo Amici . 33 2 Atteggiamento dei genitori sul consumo di alcol nei figli adolescenti Nei genitori dei ragazzi delle superiori, rispetto ai genitori dei ragazzi delle medie, diminuisce la fiducia del padre o della madre di poter realmente influenzare il comportamento dei figli. Parallelamente il consumo di alcol viene visto in modo meno pericoloso. Atteggiamento dei genitori 100 90 80 70 12 anni 17 anni 60 fig lio Pe ric ol o Fi du ci a 50 34 3 Modificazioni dei comportamenti e delle opinioni rispetto all’alcol negli adolescenti del gruppo sperimentale e del gruppo di controllo Nel confronto fra prima e dopo, il consumo di alcol diminuisce nel gruppo sperimentale delle scuole superiori, mentre rimane invariato nel gruppo di controllo. Nell’ultimo sabato sera i bevitori del gruppo sperimentale sono il 48.7%, rispetto al 63.7% iniziale; quelli del gruppo controllo sono il 54.9% rispetto al 54.1% iniziale. % consumatori ultimo sabato scuole superiori 70 60 50 40 Sperimentale Controllo 30 20 10 0 Pre Post McNemar; gruppo sperimentale: p=0.009 gruppo controllo: n.s. 35 Non vi sono differenze fra prima e dopo nelle opinioni del gruppo sperimentale delle scuole superiori: essi percepiscono il rapporto loro e dei loro amici come invariato rispetto a prima. Superiori, gruppo sperimentale 80 60 40 pre post 20 gi o 7 a o U so Pe ric ol rn i Io A m ic i 0 36 Mentre i ragazzi del gruppo di controllo si percepiscono, leggermente, meno vicini all’alcol (ma non pensano che i loro amici siano differenti da prima). Superiori, gruppo controllo 80 * 60 40 pre post 20 gi o 7 a o U so Pe ric ol rn i Io A m ic i 0 * t-test; p<0.05 37 Scuole medie. Il gruppo sperimentale rimane invariato fra prima e dopo: 11.8% e 10.8% rispettivamente. Il gruppo controllo passa invece dal 10.0 al 16.0%: il dato, pur non Il consumo di alcol nell’ultimo sabato sera non è diverso (statisticamente) nei ragazzi delle essendo statisticamente significativo, evidenzia la variabilità del consumo nel corso di questa classe di età (12 anni) % consumatori ultimo sabato scuole medie 18 16 14 12 10 Sperimentale Controllo 8 6 4 2 0 Pre Post McNemar; gruppo sperimentale: n.s. gruppo controllo: n.s. Il gruppo sperimentale migliora il suo profilo in tutte le variabili di vicinanza all’alcol. I ragazzi si ritengono meno prossimi all’alcol e ritengono che anche i loro amici lo siano. 38 Medie, gruppo sperimentale * 80 60 * * * 40 20 pre post o ric ol gi o 7 a U so Pe rn i Io A m ic i 0 * t-test; p<0.05 39 Il dato sugli amici non è invece presente nel gruppo di controllo, che non ha ricevuto l’intervento di educazione fra pari. Medie, gruppo controllo * 80 60 * * 40 20 pre post gi o 7 a o U so Pe ric ol rn i Io A m ic i 0 * t-test; p<0.05 40 4 Note conclusive Il progetto “Che piacere…” è partito dal presupposto che un cambiamento di comportamento può essere ottenuto solo se al contenuto informativo si associano processi di attivazione emotiva dei soggetti che partecipano all’intervento preventivo, meglio se a questo si associa anche una serie di relazioni di aiuto implicite nell’azione fra pari (per una analisi dei processi del cambiamento si veda: DiClemente C, 1998). I risultati ottenuti utilizzando la metodica di coinvolgimento attivo rispetto alla semplice informazione scientifica convalidano l’ipotesi iniziale. L’intervento di coinvolgimento attivo nei ragazzi delle scuole superiori ha ottenuto un cambiamento di comportamento nel consumare o meno alcolici nell’ultimo sabato sera prima della rilevazione; tale cambiamento non si è correlato ad un cambiamento cosciente delle proprie opinioni rispetto alla vicinanza all’alcol. Una maggiore consapevolezza è ottenuta dopo gli interventi informativi sul rischio degli alcolici, che però non sembra essersi correlata ad un cambiamento significativo del comportamento. Nel gruppo delle scuole medie il consumo è stabile nel gruppo con coinvolgimento attivo (educazione fra pari); è invece in aumento nel gruppo di controllo. I due gruppi hanno sviluppato una maggiore coscienza sulla problematicità del consumo di alcol, con una percezione di minore vicinanza all’alcol che solo nel caso del gruppo sperimentale si è esteso anche ai propri amici, presumibilmente come effetto dell’educazione fra pari. Gli interventi di coinvolgimento attivo degli adolescenti hanno conseguito risultati più incisivi sul comportamento di assunzione di alcol rispetto agli interventi puramente incentrati sull’informazione del rischio. Si dovranno approfondire numerosi altri aspetti affrontati dal progetto, tramite l’analisi complessiva degli altri dati a nostra disposizione, e si dovrà verificare la tenuta nel tempo delle modificazioni osservate. Dato che è già previsto la replicazione del progetto nel prossimo anno scolastico, sarà opportuno rimodulare l’impostazione del progetto stesso sulla base dei risultati raggiunti come anche degli aspetti critici evidenziati, in particolare circa il coinvolgimento dei genitori e degli insegnanti. 41 CONVEGNO “ADOLESCENTI DA BERE…” 42 Il Convegno “Adolescenti da bere”- Ragazzi, adulti e massmedia di fronte al consumo precoce di alcolici- tenutosi il 18 maggio 2007 alla Fiera di Padova è stato parte integrante del progetto. Esso non ha avuto solo lo scopo di divulgare il progetto e i risultati ottenuti e di sensibilizzare al problema, ma ha rappresentato anche l’occasione per discutere fra esperti le cause sociali e psicologiche del comportamento degli adolescenti e le migliori modalità di comunicazione con i ragazzi, anche da parte delle Istituzioni. I relatori del Convegno sono stati studiosi ed esperti di livello nazionale. Gli studenti che hanno partecipato al progetto erano presenti al Convegno a testimonianza che essi sono stati i veri protagonisti. Durante il Convegno è avvenuta la premiazione per i migliori progetti pubblicitari presentati dai ragazzi e i rappresentati dei mezzi di comunicazione, alcuni dei quali hanno partecipato attivamente al Convegno con il loro contributo di esperienza sul campo, sono poi stati cassa di risonanza e strumento di sensibilizzazione della popolazione al rilevante problema dellabuso di alcol negli adolescenti. Inoltre, la partecipazione congiunta di vari Enti e di tante professionalità sono stati stimolo alle Istituzioni presenti a farsi carico in maniera efficace di questo problema sociale. Gli atti del Convegno sono stati poi raccolti in un volume (Allegato B), distribuito ai rappresentanti delle Istituzioni e agli insegnanti. 43 Riferimenti bibliografici essenziali Agostinelli G. and Grube J.W., Alcohol Counter-Advertising and the Media A Review of Recent Research, NIAAA, Alcohol Research and Health, 26 (1): 15-21, 2002. American Academy Of Pediatrics Committee On Substance Abuse, Alcohol Use And Abuse: A Pediatric Concern, Pediatrics Vol. 108 No. 1 July 2001 Bangert-Drowns, R.L. The effects of school-based substance abuse education: A metaanalysis. Journal of Drug Education 18:243–264, 1988. Barnes, G.M.; Reifman, A.S.; Farrell, M.P.; and Dintcheff, B.A. The effects of parenting on the development of adolescent alcohol misuse: A six-wave latent growth model. 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Alcohol Health & Research World 22(2):107–116, 1998. 45 WILLIAMS, C.L.; PERRY, C.L.; FARBAKHSH, K.; and VEBLEN-MORTENSON, S. Project Northland: Comprehensive alcohol use prevention for young adolescents, their parents, schools, peers, and communities. Journal of Studies on Alcohol 13(Suppl.): 112–124, 1999. Zucker, R.A., and Noll, R.B. The interaction of child and environment in the early development of drug involvement: A far-ranging review and a planned very early intervention. Drugs and Society 2:57–97, 1987. Zucker, R.A.; Fitzgerald, H.E.; and Moses, H.D. Emergence of alcohol problems and the several alcoholisms: A developmental perspective on etiologic theory and life course trajectory. In: Cicchetti, D., and Cohen, D.J., eds. Developmental Psychopathology, Volume 2: Risk, Disorder and Adaptation. New York: John Wiley & Sons, 1995. pp. 677– 711. 46 APPENDICI E ALLEGATI Appendice 1 Linee guida per lo smontaggio dello spot pubblicitario Appendice 2 Intervento informativo di base per i ragazzi del gruppo di controllo Appendice 3 Pubblicità sull’alcol proposta agli studenti del gruppo sperimentale Appendice 4 Opuscolo sul controllo del consumo di alcol negli adolescenti da parte dei genitori e degli insegnanti Appendice 5 Questionario per rilevare l’attitudine dei genitori a parlare con i propri figli dell’alcol Appendice 6 Questionario per rilevare prossimità, attitudini ed effettivo consumo di alcol (più tabacco come sostanza di controllo Allegato A Consuntivo delle spese sostenute per la realizzazione del progetto Allegato B Atti del convegno “Adolescenti da bere…” del 18.7.2007 47 Appendice 1 Linee guida per lo smontaggio dello spot pubblicitario 48 Progetto “Che piacere…” LINEA GUIDA PER LO SMONTAGGIO DELLO SPOT PUBBLICITARIO 1. OSSERVARE: • Pensa a 5 aggettivi che descrivono lo spot 2. VALUTARE L’ESTETICA DEL MESSAGGIO PUBBLICITARIO: • Quale tipo di alcolico viene pubblicizzato (vino, birra liquore)? Come appare? Al prodotto viene associato qualche caratteristica umana (ad esempio una birra che parla o una bottiglia a forma di corpo di donna)? • Dove viene collocato il prodotto pubblicizzato? • Qual è la marca del prodotto? Essa appare durante la pubblicità? Quante volte e dove? • Il prodotto reclamizzato ha uno slogan che già conosci? Dov’è collocato nello spot? Quante volte lo puoi vedere? • Ci sono persone nello spot? A che genere sessuale appartengono? Queste persone sono giovani, vecchie, sensuali,…? Cosa stanno facendo? Che ruolo ha l’alcolico pubblicizzato in ciò che stanno facendo? Osservando la loro espressione, quale emozione pensi stiano provando? • Cosa dice lo spot? Quale tono viene utilizzato (divertente, sarcastico, serio…)? Ciò che viene detto è in linea con lo scenario presentato? Se così non fosse, cosa pensi a riguardo? • Com’è l’inquadratura utilizzata? Considera l’angolazione: in che relazione è rispetto ai personaggi (vicina, lontana, davanti, di spalle…)? • Poni attenzione all’illuminazione; essa appare naturale o artificiale? Vi sono alcune parti più luminose di altre? Se si, cosa ne pensi? • Quali colori vengono utilizzati? Quale effetto producono? 49 • Viene utilizzata una musica come colonna sonora? A che genere musicale appartiene? Riconosci la canzone? Ti piace? Che sensazione evoca questa musica? Perché credi che abbiano scelto proprio questa musica? 3. DETERMINARE GLI SCOPI DEL MESSAGGIO PUBBLICITARIO: • Quale prodotto alcolico pubblicizzato si vuole vendere? • Trovi il prodotto interessante? Perchè? • A chi è rivolto tale prodotto, ai soli adulti o anche ai ragazzi? • Il prodotto pubblicizzato viene proposto ad uno specifico target di acquirenti? Per esempio, il target della birra è il giovane, del vino la classe media etc. E perché viene scelto proprio quel target? • Quali sentimenti o emozioni vengono associate al prodotto? Per esempio, fare festa e il divertimento sono associati alla birra. Secondo te tale associazione è efficace? Perché? 4. DETERMINARE GLI ASSUNTI DI BASE DEL MESSAGGIO PUBBLICITARIO: • Quali presupposti sul bere considera lo spot? Per esempio, si afferma che bere è un piacere per tutti. Questo è sempre vero? Per chi potrebbe non essere vero? • Quale messaggio riguardo al bere viene dato? Noti qualche contraddizione tra il messaggio dato e la realtà del bere? Per esempio, lo spot potrebbe suggerire che bere possa aiutarti sessualmente, mentre nella realtà il bere è associato a disfunzioni sessuali... • Qual è l’assunto dello spot pubblicitario circa ciò che vogliamo e desideriamo? Noi desideriamo davvero quel che il messaggio ci propone? E tu? Il messaggio pubblicitario suggerisce che se acquistiamo il prodotto avremo qualcosa che desideriamo molto; cosa? Ed è sempre vero? • Qual è l’assunto dello spot pubblicitario circa la sessualità? Per esempio: “Le coppie sono sempre eterosessuali, Gli uomini sono interessati al sesso mentre la donna al matrimonio”. Questi assunti sono realistici? Perché? Lo 50 spot pubblicitario rinforza gli stereotipi sulla sessualità e sui comportamenti associati al genere sessuale? 51 Scheda dello spot ed alcuni spunti di discussione Titolo Peel away (“Sbucciare”) Autori Mother Ltd, 2006; regia U. Johansson Riassunto Un giovane ha la capacità di accartocciare le cose reali come se fossero di carta. Dapprima il suo capo lo richiama mentre sta uscendo dal lavoro ed inizia a rimproverarlo aspramente; il giovane lo strappa a pezzi di carta e lo butta via. Fuori dall’ufficio piega una vigilessa, sino a ridurla alle dimensioni di un foglio da mettere sul parabrezza dell’auto che veniva multata, ed il guidatore lo ringrazia. In metropolitana scorge una bella ragazza ma il treno gli occlude la visuale e così lui lo scolla per poter salutare la tipa. Sulla via per arrivare al party aiuta un gatto che è messo all’angolo da un cane sempre accartocciando il cane stesso, ed elimina una macchina cui è scattato l’allarme antifurto nella stessa maniera. Infine, sull’ascensore, si strappa i vestiti da lavoro per rimanere con quelli adatti alla festa, unendosi al divertimento e bevendo subito una birra oggetto della pubblicità. Estetica Che ruolo ha la colonna sonora? E la velocità progressiva con cui il protagonista accartoccia i suoi “ostacoli”? Che colori vengono utilizzati? Poniamo attenzione alle caratteristiche fisiche ed al modo di vestire dei protagonisti (ad esempio: capo ufficio demodè…) Sono proposte situazioni relistiche? Ed il modo di risolverle del protagonista è realistico? Messaggio Vivi le cose in modo facile, elimina ciò che ti infastidisce. Alla fine compare uno slogan: “take it easy”. Cosa significa? Riuscire ad “eliminare” con facilità i piccoli e grandi ostacoli della vita è una caratteristica positiva. La birra (gli alcolici) ti possono aiutare ad eliminare le difficoltà. Si “vestono” panni differenti a seconda della situazione in cui ci si trova. L’alcol ti aiuta a “vestirti” nel modo giusto per divertirti. Le regole imposte dalla società possono essere facilmente aggirate. Assunti di base Internet http://www.visit4info.com/details.cfm?adid=35232 52 53 54 55 56 57 Appendice 2 Intervento informativo di base per i ragazzi del gruppo di controllo 58 CHE COSA E’ L’ALCOL? Costa poco, è reperibile ovunque, in qualsiasi momento, è socialmente accettato ed è una sostanza legale. Esiste una legge, spesso non rispettata, che vieta di poter vendere od offrire alcolici ai minori di 16 anni. In generale l'alcol si può considerare la droga più utilizzata. Droga è una parola pesante, spesso associata a sostanze apparentemente più pericolose come eroina e cocaina. L’ALCOL PUO’ ESSERE CONSIDERATO UNA DROGA? L’OMS riconosce come droga una sostanza che possiede tre caratteristiche: 1 Potere psicoattivo (effetti sul sistema nervoso) 2 Capacità di indurre assuefazione (adattamento, abitudine da parte del corpo umano perché la somministrazione continua ne diminuisce gli effetti) 3 Capacità di indurre dipendenza: psichica (desiderio continuo di assumere la sostanza), fisica (malessere se non si assume la sostanza) L’alcol possiede queste caratteristiche e quindi può essere considerato una droga. (L’alcol è una droga solo per una parte di bevitori. L’alcol ha minore capacità di indurre dipendenza rispetto all’eroina, ma paradossalmente è più pericolosa perché è più diffusa, perciò può indurre dipendenza in un maggior numero di persone.) Una volta bevuto, l’alcol viene assorbito dallo stomaco e dall’intestino e giunge così nel sangue dove viene trasportato in tutto l’organismo. Il processo di assorbimento viene rallentato dall’ assunzione contemporanea di cibo che si comporta come una sorta di spugna, e invece velocizzato dalla contemporanea assunzione di bevande gassate poiché le bollicine aumentano la superficie di assorbimento. L’alcol che viaggia nel sangue viene digerito da piccole unità di lavoro chiamate enzimi, sostanze presenti nel fegato. Gli enzimi si possono considerare come degli operai che smantellano, digeriscono e metabolizzano l'alcol all'interno della "fabbrica" fegato. Queste unità sono però presenti in numero limitato per cui “una birra in più” non può essere smaltita. Ognuno ha una capacità individuale nel digerire o metabolizzare l’alcol e in genere questa è minore nelle donne, nei giovani e in chi non è abituato a bere. L’alcol che va sopra il proprio limite di metabolizzazione giunge con il sangue al cervello… che fine farà? Immaginiamo una chiave ed una serratura: le due si incastrano esattamente l’una con l’altra ed è quello che succede nel cervello. L’alcol è la chiave che viene accolta nella serratura chiamata recettore. Il risultato di questa interazione è una serie di effetti, sia fisici, che psicocomportamentali. 59 EFFETTI FISICI In generale si vede un’alterazione globale dei riflessi. Cosa sono i riflessi? Una reazione immediata agli stimoli (non passano dalla corteccia) che viene rallentata. I riflessi ci permenttono di agire quando non c'è il tempo per pensare, in alcuni casi sono una sorta di salvavita che ci fanno reagire quando non abbiamo il tempo di elaborare e renderci conto di quello che sta succedendo. L'alcol rallenta i riflessi in tutto l'organismo. Vista. Alterazione della percezione delle immagini, vista offuscata, restrizione campo visivo specialmente laterale ed effetto tunnel, rallentamento dell' interpretazione del segnale visivo…Proprio il campo visivo laterale è quello dove i riflessi sono più necessari. Infatti ciò che si trova in posizione frontale è facilmente controllabile, mentre tutto quello che capita lateralmente attiva l'intervento dei riflessi che permettono ad esempio di evitare oggetti che invadono improvvisamente lo spazio laterale.Conseguenze? La mancanza di riflessi, congiuntamente al restringimento del campo visivo, dà problemi nella guida. Per questo motivo esistono limiti previsti dalla legge che sono 0,5 grammi/litro per poter guidare,pari a due tre bicchieri di vino. Questa quentità è calcolata per una persona adulta sana e di sesso maschile, requisiti che non troviamo nella maggior parte degli adolescenti che spesso hanno corporatura inferiore (specialmente le ragazze) e non hanno completato la maturazione. Perchè questa legge viene applicata con gli stessi lamiti anche alle persone che sono abituate a bere? Perchè anche negli esperti bevitori non c’è tolleranza ai riflessi che sono comunque rallentati anche se ci si sente “sani”. Tatto. Rallentamento e analgesia.L’alcol è un anestetico e c’è un rallentamento del riflesso conseguente alla stimolazione tattile. Muscoli ed equilibrio. Incoordinazione e cadute. Anche in questo caso il rallentamento dei riflessi fa sì che ci si accorga in ritardo che il corpo sta uscendo dal proprio asse. Altrettanto rallentata è la risposta compensativa motoria per cui la risultante sono cadute e giramenti di testa. Vomito. L'alcol è una sostanza tossica per cui, se si beve davvero troppo, l'organismo si difende cercando di allontanare l’alcol ingerito con il vomito. Alcune persone dopo una ubriacatura possono soffrire di diarrea e spesso forte mal di testa che dura parecchie ore e a volte si può avere una esagerata produzione di saliva. EFFETTI COMPORTAMENTALI Perché bere alcol è piacevole e ci fa sentire più “leggeri”? L' alcol, contenuto in diverse quantità in varie bevande come il vino, la birra, i liquori, gli amari, gli aperitivi (chi non conosce gli spritz?) è una sostanza farmacologica, in quanto all'interno del cervello si comporta come una "chiave" che è riconosciuta da una "serratura" o recettore, dando il via a una serie si eventi. Lo possiamo considerare una sorta di password che attiva un programma, cioè degli effetti nel sistema nervoso centrale che lo fanno funzionare in maniera alterata. Gli scienziati definiscono l' alcol come una sostanza appartenete alla categoria di quelle sedativo-ipnotiche, cioè calmanti e che fanno venire sonno. L' alcol quindi è un deprimente di tutte le attività del cervello, cioè rallenta e riduce. Ma allora perchè appena si beve si ha invece la sensazione di essere euforici, pieni di 60 energia, abbiamo la “parlantina”? Sembra che l'alcol sia invece uno stimolante! Come mai? Ogni persona è dotata di una carattere, definito dalla personalità e dal comportamento, all'interno del quale ci sono delle variabili positive come l'entusiasmo, la gioia, l'ottimismo, e delle variabili negative come la timidezza, la paura e l' ansia. Entrambe queste componenti sono necessarie, anche quelle negative, che ci permettono di mantenere un comportamento adeguato e ordinato nella società. L'alcol è giustamente una sostanza deprimente, ma per prima cosa diminuisce le nostre inibizioni. Infatti riduce la paura, ci sentiamo meno timidi, calma l' ansia. Ci si sente leggeri, rilassati, a proprio agio. Non abbiamo paura di dire tutto quello che ci viene in mente e di comportarci come ci pare. Non ci preoccupiamo di fare o dire cose sbagliate ed a quali conseguenze, sotto l’effetto dell’alcol, potremmo andare incontro. La nostra capacità di autocritica si riduce. Ci si sente euforici, la lingua si “scioglie”; la perdita dell'autocontrollo e delle inibizioni portano spesso ad assumere comportamenti aggressivi, ad essere più predisposti alla violenza, a dire parolacce, fare azioni che ilo girono dopo non ci si ricorda nemmeno di aver fatto e che normalmente non si vorrebbero mai aver fatto. Essendo l'alcol una sostanza frequentemente consumata in compagnia, spesso si instaurano meccanismi di sfida nei riguardi dei propri limiti e dalle regole imposte dai genitori, dalla società e dalla legge. Proprio da qui nascono i fenomeni di teppismo e le bravate di gruppo. In caso di pesante ubriachezza si comincia a balbettare ed a barcollare, si diventa particolarmente loquaci o si parla da soli. Se l’ubriachezza è eccessiva essa può condurre a uno stato di disperazione, poichè non si riesce più a parlare e cessano di funzionare i nervi motori, situazione che può spaventare la persona che si sente male e non riesce a comunicarlo, anche per la difficoltà a muoversi. Si spegne progressivamente la coscienza e incombe la minaccia di un’intossicazione con conseguenze letali ( coma, morte). Infatti quando si continua a bere ben presto compaiono gli effetti sedativi. Perchè si raggiunge questo stato se gli effetti ricercati nell'alcol riguardano solo la parte euforica? Quando si è ubriachi non ci si rende subito conto del proprio stato, è troppo tardi per tornare indietro. Anzi piu’ si beve e piu’ si vorrebbe bere! Infatti la sensazione di essere “brilli” piace e proprio per aumentare questo effetto piacevole si beve di più, ottenendo in realtà l’effetto opposto in quanto si raggiungono i dosaggi sedativi dell'alcol. Ci si disinibisce così con alcol… Per quale scopo? L’effetto alcol mi piace tanto da poterlo ripetere… mi e’ utile l’alcol? E’ giusto rifarlo? Alcune persone imparano a servirsi dell'alcol per superare alcune di quelle variabili negative che normalmente inibiscono tale consumo. Quando l’uso dell’alcol diventa intenzionale o addirittura programmato, esso finisce per divenire uno strumento che aiuta a superare determinate difficoltà si ripresentano nella vita di tutti i giorni. Questo effetto conduce, a lungo andare, a parlare di alcolismo. L' alcolismo non deve essere identificato con l'ubriacone buttato per strada. E' una condizione che si fa strada lentamente e subdolamente, iniziando in alcuni ragazzi a 61 strutturarsi già durante l'adolescenza, con un inizio subdolo. Infatti non è facilmente identificabile questo stato in fase precoce; la persona interessata non ha alcuna percezione di avere qualche problema con la sostanza. E' più facile invece che siano gli amici ad accorgersi che il loro coetaneo coglie ogni occasione per utilizzare dell'alcol, cioè brindare e festeggiare per gli eventi positivi e "berci su" e consolarsi per gli avvenimenti negativi (le occasioni possono essere anche banali, dal passare il compito in classe, ad essere lasciati dal ragazzo o dalla ragazza, a perdere la partita a calcetto e così via) Per alcolismo si intende la condizione in cui l’alcol ha determinato alterazioni funzionali permanenti ed irreversibili del SNC e, di conseguenza, un sovvertimento dello stile di vita dell’individuo. Possiamo individuare una componente psicologia in tale malattia. La persona divenuta dipendente dall’alcol prova un desiderio angosciante di assumere questa sostanza, così angosciante che il momento dell’assunzione rappresenta un momento fondamentale attorno al quale tutta la giornata e tutta la vita finiscono per ruotare attorno. Ma esiste anche una importante condizione fisica: la mancata assunzione di alcol in questo stadio provoca quella che noi chiamiamo crisi di astinenza, per cui la persona sta male e potrebbe arrivare a stare così male che, se non intervengono medici esperti a curarlo, potrebbe anche morire. 62 Appendice 3 Pubblicità sull’alcol proposta agli studenti del gruppo sperimentale 63 Spot: “Peel away”, agenzia Mother Ltd, 2006; regia U. Johansson (durata: 60”) (http://www.visit4info.com/details.cfm?adid=35232), 64 Appendice 4 Opuscolo sul controllo del consumo di alcol negli adolescenti da parte dei genitori e degli insegnanti E GLI ADULTI STANNO A GUARDARE…3 3 Tratto da: L. Gallimberti, “Il bere oscuro”, Rizzoli, Milano 2005; appendice a cura di L. Gallimberti e G. Forza, pag. 329-338. Il modello di tale opuscolo è tratto da “Make a difference: talk to your child about alcohol”, pubblicazione NH 00 4314 del NIAAA (Istituto per l’alcol e l’abuso alcolico, degli NIH statunitensi), rivisto ed adattato alla situazione italiana 65 CAMBIAMO IL FUTURO Mentre ci apprestiamo a leggere queste righe, fermiamoci un attimo, chiudiamo gli occhi e proviamo a ricordare chi ci ha detto per la prima volta, quando eravamo adolescenti, che bere vino o altri alcolici può essere rischioso. Ai bambini di solito si dice di non prendere caramelle dagli sconosciuti. Potrebbero contenere «droga». I genitori si dichiarano spesso preoccupati che i loro ragazzi usino «droga», e questi ultimi lo sanno. Cosa capita per l’alcol o per le sigarette? I ragazzi pensano che i loro genitori siano preoccupati per questo? Eppure le droghe non si dividono in legali e illegali, pesanti o leggere, pericolose e non pericolose. Alcune caratteristiche sono comuni a tutte: piacciono e sono rischiose per la salute e, negli adolescenti, per il loro sviluppo psichico e fisico. Non si nasce consumatori di droghe: lo si diventa. E quali sono le prime sostanze che incontra nostro figlio o nostra figlia, in grado di influire sul cervello? Siamo pronti a scommettere che la prima in assoluto sarà il vino e gli alcolici in generale. Torniamo alla nostra infanzia: ricordiamo gli adulti che sorseggiano un prosecco, i nostri genitori che offrono un bicchiere di quello buono a qualche amico, o che stappano lo spumante dolce a Natale. La nostra curiosità: che cosa è quella roba? Ne posso avere un po’ anch’io? Magari qualcuno di noi ha bevuto sin dall’infanzia del vino allungato con l’acqua! È questa la cultura in cui siamo «immersi», talvolta al punto di non trovarci nulla di strano. Siamo forse un po’ più critici nei confronti delle sigarette: molti genitori fumatori non vorrebbero che il proprio figlio o la propria figlia cominciassero a fumare. Intorno all’alcol e al tabacco si fondano le prime e principali esperienze che tutti noi abbiamo sulle droghe. Perché, diciamolo chiaramente, vino, birra, aperitivi, «spritz», sigarette, pipe e sigari sono droghe, senza virgolette, anche se socialmente accettate. L’alcol modifica il nostro umore, e qualche volta molti di noi pensano che questo sia utile: ma se la cosa si ripete non sapremo più riequilibrare la nostra emotività con le nostre esperienze positive. «Sono triste e ne parlo con mio marito, o mia moglie, o con un amico... No, non basta: è meglio che mi faccia un bicchierino!». Il cervello dei ragazzi non è pienamente sviluppato come quello degli adulti: crescere a contatto con una droga rende la persona più vulnerabile, la abitua ad affrontare stress ed emozioni appoggiandosi alla sostanza. 66 Sappiamo anche che, se si comincia ad assumere alcol a un’età precoce (intendiamo sotto i sedici anni), il consumo sarà più intenso e sarà più difficile staccarsene da adulti. E si avranno maggiori rischi di sperimentare altre droghe: spinelli, pastiglie, cocaina... Non vogliamo creare angoscia: è ovvio che solo una piccola parte dei ragazzi e delle ragazze svilupperà problemi. Non vogliamo però neanche tranquillizzare eccessivamente. Ci capita ogni tanto di incontrare una mamma che ci dice: «Sa, in fondo sono tranquilla: è vero che il mio ragazzo ogni tanto esagera con l’alcol, ma almeno non è un drogato...». Oggi l’uso di alcol negli adolescenti presenta caratteristiche diverse da quelle che ricordiamo nelle nostre esperienze giovanili. Si beve, e tanto, nel fine settimana; si mescolano diversi alcolici, come ad esempio in discoteca; assieme all’alcol si associano a volte altre droghe, potenziandone la pericolosità; si beve prima di guidare l’auto o il motorino; si beve, talvolta in gara con gli altri, per essere accettati dagli amici. Noi siamo gli adulti: quali messaggi sappiamo trasmettere a un ragazzo o a una ragazza che sta decidendo se cominciare a bere vino o alcolici? Quali a chi si pone dei dubbi sul suo bere? Quali a chi già beve in modo pericoloso? Partiamo da due indicazioni che ci danno gli esperti. La prima viene dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità, ed è molto drastica: nessun ragazzo dovrebbe toccare alcol prima dei sedici anni. L’organizzazione vuole conseguire questo obiettivo entro il 2010. La seconda è che ragazzi e ragazze attribuiscono molta importanza, anche se non lo riconoscono esplicitamente, a quello che i loro genitori dicono e fanno per la loro educazione. Spesso pensiamo di non contare molto nell’educazione dei nostri figli, che i mass media e i loro coetanei siano più importanti. Non è così. LE FONDAMENTA: UNA FORTE RELAZIONE FRA GENITORI E FIGLI La via migliore per aiutare i figli a evitare l’alcol è mantenere una relazione forte e carica di fiducia con loro. Le ricerche dimostrano che i ragazzi cominciano a bere più tardi quando sentono di avere un legame saldo e pieno di affetto con i loro genitori. Inoltre, quando i figli dovessero cominciare a bere, una buona relazione con i genitori contribuirà a proteggerli dallo sviluppare problemi alcolcorrelati. – Stabiliamo una comunicazione aperta. Rendiamo facile ai nostri ragazzi parlare francamente con noi. – Dimostriamo di tenerci. Anche se i giovani non sempre lo dimostrano, è per loro ancora essenziale sapere che sono importanti per i loro genitori. Prendiamo l’impegno di 67 trascorrere con regolarità del tempo faccia a faccia con i nostri figli – tempo in cui dedicare loro un’attenzione e un affetto esclusivi. – Fissiamo i paletti. Poniamoci aspettative chiare e realistiche sui loro comportamenti. Stabiliamo assieme ai nostri figli sanzioni commisurate per le trasgressioni delle regole. Una volta che avvenga una trasgressione, mettiamo in atto le sanzioni stabilite con coerenza. – Offriamo accettazione. I nostri ragazzi devono sentire che apprezziamo i loro sforzi e i loro successi. Verifichiamo che ciò avvenga. Ed evitiamo di ferirli o criticarli. – Comprendiamo che i nostri figli stanno crescendo. Questo non significa un’attitudine a non interferire. Ma nel momento in cui guidiamo il comportamento dei nostri figli, facciamo anche uno sforzo per rispettare la loro crescita e il loro bisogno di indipendenza e riservatezza. PARLIAMO AI NOSTRI RAGAZZI DELL’ALCOL Per diversi genitori affrontare il tema dell’alcol non è semplice. I ragazzi possono tentare di evitare la discussione, e i genitori stessi possono sentirsi insicuri su come procedere. Per aumentare le possibilità di un dialogo efficace, è opportuno prendersi preventivamente del tempo per pensare agli argomenti di cui si intende discutere con il ragazzo/la ragazza prima di parlarne con lui/lei. Sarebbe opportuno pensare a come potrebbe reagire e al modo in cui poter rispondere alle sue domande e alla manifestazione dei suoi sentimenti. Quindi scegliete il momento in cui parlarne, quando da entrambe le parti ci sia del tempo davanti e una disponibilità d’animo rilassata. Va tenuto presente, inoltre, che non si deve esaurire tutto l’argomento in una volta. Infatti è più probabile ottenere risultati più efficaci attraverso una serie di conversazioni sull’uso dell’alcol per tutto il periodo della sua adolescenza. Si dovrebbe intendere la prima discussione con nostro figlio su questo argomento come «la prima puntata» di una conversazione sempre aperta. E ricordiamo che si tratta di un dialogo e non di una lezione! Ecco alcuni spunti per la discussione: – Il punto di vista di nostro figlio sull’alcol. Chiediamogli che cosa sa dell’alcol e cosa pensa dei ragazzi che bevono. Chiediamogli per quale motivo, secondo lui, i ragazzi bevono. Ascoltiamolo con attenzione senza interromperlo. Questo approccio non solo servirà a farlo sentire ascoltato e rispettato, ma può anche rappresentare un inizio più spontaneo per la discussione. 68 – Dati di fatto importanti sull’alcol. Sebbene diversi ragazzi credano di conoscere già tutto sull’alcol, abbondano miti e disinformazione. Ecco alcuni importanti dati di fatto da condividere con i nostri figli: a) L’alcol è una potente droga che indebolisce il corpo e la mente. Rende i movimenti scoordinati, rallenta i tempi di reazione, diminuisce le capacità visive, come anche la chiarezza di pensiero e di giudizio. b) Vino e birra non sono più sicuri dei superalcolici (liquori, cocktail...) e dei long drink alla moda. Un boccale di birra da un terzo di litro, un bicchiere di vino da pasto, un bicchierino di un superalcolico, un bicchiere di long drink, contengono grosso modo la stessa quantità di alcol e hanno gli stessi effetti sul corpo e sulla mente. c) In media il corpo impiega dalle 2 alle 3 ore per smaltire questa quantità di alcol. Niente può rendere più veloce questo processo: non il caffè, né le docce fredde, né il camminare. d) La gente tende a non valutare correttamente quanto l’alcol li stia condizionando. Questo significa che molte persone che si mettono alla guida dopo aver bevuto pensano di poter controllare l’auto, ma, di fatto, non sono in grado di guidare. e) Chiunque può sviluppare un grave problema con l’alcol, compreso un adolescente. (Benché probabilmente si senta immune, invincibile…) f) Il mito della «pozione magica». L’immagine attraente che i media danno dell’alcol incoraggia diversi ragazzi a credere che bere li possa rendere simpatici, attraenti, felici e alla moda. Le ricerche mostrano che gli adolescenti che si aspettano un tale effetto positivo dall’alcol, tendono a iniziarne l’uso molto precocemente. In ogni caso si può aiutare a contrastare queste «false credenze» rimanendo accanto ai figli mentre guardano film o programmi televisivi e discutendo con loro su come viene presentato, in quei contesti, l’uso di alcol. Per esempio: la pubblicità di birra alla tv spesso mostra giovani che se la spassano, dando per scontato che l’alcol possa tenerti su di umore. Vedere alla televisione o al cinema un «consiglio per gli acquisti» di questo tenore con i propri figli può offrire l’opportunità di discutere i diversi modi con cui l’alcol appare in grado di influenzare le persone – in alcuni casi provocando sentimenti di tristezza o rabbia piuttosto che di spensierata allegria. g) Come affrontare la pressione dei coetanei. Non basta dire ai nostri ragazzi che devono evitare l’alcol: bisogna anche aiutarli a immaginare come farlo. Cosa può dire una figlia quando va a una festa e un amico le offre da bere? O cosa dovrebbe fare un figlio se si trovasse in una casa dove gli altri ragazzi stanno facendo girare una bottiglia di vino e non c’è alcuna sorveglianza da parte dei genitori? Quale dovrebbe essere la loro risposta se gli 69 fosse offerto un passaggio a casa in auto da un amico più grande che avesse bevuto per tutta la sera? Fermiamoci a pensare con i ragazzi sui modi con cui potrebbero affrontare queste e altre situazioni difficili, e chiariamo in che modo intendiamo dare loro un supporto. Ad esempio: «Se tu ti trovi in una casa in cui gli altri ragazzi stanno bevendo, chiamami e io ti vengo a prendere e non ci saranno né rimproveri né punizioni». Più preparati saranno i nostri figli, meglio sapranno gestire le situazioni in cui vi sia una forte pressione dei loro coetanei al bere. h) «Mamma, papà: ma voi bevevate quando eravate ragazzi?» Questa è una domanda che parecchi genitori temono, eppure è molto probabile che venga fuori in qualsiasi discussione sull’alcol in famiglia. La realtà è che molti genitori di fatto bevevano prima di avere l’età legale per poterlo fare. Quindi come può una persona essere franca con un ragazzo senza che le sue parole suonino ipocrite quando dice: «Segui le mie parole, ma non le mie azioni»? Questa è una decisione da prendere. Se crediamo che la nostra storia di uso di sostanze e alcol non dovrebbe far parte della discussione, possiamo semplicemente dire ai ragazzi che non intendiamo condividerla con loro. Un altro approccio è quello di ammettere di aver bevuto qualcosa da ragazzi, ma che è stato un errore – e possiamo raccontare loro di alcune situazioni imbarazzanti o dolorose che ci sono capitate a causa del bere. Questo approccio può aiutarli a comprendere meglio che l’uso giovanile di alcol ha veramente conseguenze negative. AGIRE: STRATEGIE DI PREVENZIONE PER GENITORI Parlare non è sufficiente: dobbiamo anche agire concretamente per aiutare i nostri figli a resistere all’alcol. Tutte le ricerche condotte nel mondo occidentale evidenziano come i ragazzi pensino che le bevande alcoliche siano di facile accessibilità. Il messaggio è chiaro: i giovani necessitano ancora di una piena supervisione da parte degli adulti. Alcuni modi di offrirla: – Controlliamo l’uso di alcolici in casa. Se teniamo dell’alcol in casa, dobbiamo sorvegliarne l’andamento. Diciamo esplicitamente ai nostri ragazzi che non sono loro permesse feste o altri incontri di adolescenti in casa nostra senza la possibilità di controllare. Se possibile, comunque, incoraggiamoli a invitare gli amici quando siamo in casa. – Prendiamo contatto con gli altri genitori. Conoscere i genitori degli amici o altre figure di riferimento adulte di nostro figlio ci aiuta a tenerlo più strettamente d’occhio. 70 Probabilmente ci renderemo conto di non essere i soli adulti che cercano di prevenire l’uso di alcol nei loro figli: molti altri genitori condividono le nostre preoccupazioni. – Conosciamo le attività dei nostri figli. Dobbiamo essere coscienti dei piani, dei tempi, dei luoghi dei nostri ragazzi. Generalmente un figlio sarà più disponibile alla nostra supervisione se sentirà che lo si tiene d’occhio perché ci si sta prendendo cura di lui e non perché non ci si fidi di lui. – Stabiliamo regole familiari sul bere degli adolescenti. Quando i genitori stabiliscono chiaramente regole e aspettative sul non bere, i figli hanno meno probabilità di cominciare a bere. Alcune regole di carattere generale possono essere: 1. I ragazzi non toccano alcol prima dei sedici anni. 2. I fratelli maggiori non devono incoraggiare i più piccoli a bere e non devono offrire loro alcol. 3. I ragazzi non devono salire in macchina se l’autista ha consumato alcolici. 4. I ragazzi non devono frequentare feste di adolescenti dove giri alcol. Una volta stabilite le regole per la nostra famiglia, dobbiamo anche stabilire quali sarebbero le conseguenze se queste regole venissero trasgredite. Dobbiamo essere sicuri di scegliere una punizione che siamo poi in grado di applicare. Inoltre, non rendiamo le conseguenze così pesanti da farle diventare una barriera a una franca e aperta comunicazione fra noi e i nostri ragazzi. L’idea di fondo è di rendere la punizione dura quel tanto che basta perché i ragazzi ci pensino due volte prima di infrangere la regola. Una possibile punizione potrebbe essere restringere per un certo periodo la possibilità che ha nostro figlio di frequentare altri ragazzi. Infine, dobbiamo essere preparati ad attuare efficacemente le conseguenze che avete stabilito. Se i nostri figli sanno che perderanno alcuni privilegi in ogni circostanza in cui trasgrediscono la regola di non usare alcol, è più probabile che terranno fede agli accordi. – Diamo il buon esempio. Genitori ed educatori sono importanti modelli per i loro figli. Gli studi indicano che se un genitore usa alcol, anche suo figlio lo userà con maggiore probabilità. Ma anche se noi usiamo alcol, ci sono diversi modi per diminuire la probabilità che nostro figlio beva. Alcuni suggerimenti: a) Usiamo l’alcol con moderazione. b) Non trasmettiamo a nostro figlio l’idea che l’alcol sia un buon modo per affrontare i problemi. Per esempio non torniamo a casa dal lavoro dicendo: «Ho avuto una giornataccia, devo proprio bere qualcosa!». 71 1. Invece, facciamo in modo che nostro figlio veda che abbiamo altre maniere più sane per affrontare lo stress, come l’esercizio fisico, ascoltare musica, o parlarne con l’amico o l’amica del cuore o con altri amici. 2. Non raccontiamo a nostro figlio episodi che riguardano alcune nostre bevute in modo da non dargli l’impressione che usare alcol sia divertente o alla moda. 3. Non mettiamoci alla guida dopo aver bevuto; e neppure saliamo in auto con un guidatore che abbia bevuto. 4. Quando ci incontriamo con altri adulti mettiamo a disposizione, oltre agli alcolici, anche un certo numero di bevande analcoliche. – Non siamo compiacenti con il bere degli adolescenti. Le nostre abitudini e i nostri comportamenti rispetto al bere degli adolescenti influenzeranno sicuramente quelle di nostro figlio. Evitiamo di fare battute che riguardino ubriacature o forti bevute di alcolici relative ad adolescenti. E ricordiamo che da molti anni in Italia è in vigore una legge che vieta la vendita e la somministrazione di alcolici ai minori di sedici anni. Siamo coerenti ed evitiamo quindi qualsiasi atteggiamento che possa far credere che siamo compiacenti con l’uso di alcol prima di quella età ed evitiamo di offrirne agli amici di nostro figlio se hanno meno di sedici anni. – Aiutiamo i nostri figli a costruire amicizie sane. Se gli amici di nostro figlio usano alcol, sarà più facile che anche nostro figlio impari a berne. Quindi cerchiamo di incoraggiarlo a sviluppare amicizie con ragazzi che non bevono, conoscendo i suoi amici e aiutiamolo a scegliere quelli che riteniamo possano essere buoni per lui. Parliamo apertamente con i nostri ragazzi sulle qualità che dovrebbe avere un vero amico: la lealtà, l’affidabilità, la gentilezza, ma anche, e soprattutto, la capacità di pensare con la propria testa, senza lasciarsi influenzare dalle mode o da pressioni pubblicitarie di vario genere. Nel caso accada che uno dei suoi amici non ci convinca, evitiamo atteggiamenti ambigui e incerti; diciamoglielo con franchezza e anche se non potremo fisicamente impedirgli di frequentarlo è molto importante che lui sappia come la pensiamo. 72 Appendice 5 Questionario per rilevare l’attitudine dei genitori a parlare con i propri figli dell’alcol. 73 Questionario per i genitori Cari genitori, troverete nel depliant allegato una descrizione del progetto “Che piacere…”, che si propone di prevenire il consumo precoce di vino e di alcolici negli adolescenti. Vi chiediamo di collaborare a questo progetto e di rispondere ad alcune domande. Per ogni quesito vi preghiamo di esprimere un punteggio da 0 (per niente) a 10 (moltissimo). Il questionario è anonimo: ai soli fini dell’elaborazione dei dati abbiamo chiesto ai vostri figli di scegliere una sigla (o un soprannome) per appaiare le risposte dei figli con i rispettivi genitori. La corrispondenza fra tale sigla ed il nominativo della persona sarà nota solo alla vostra famiglia. Vi ringraziamo per la vostra disponibilità! Sigla / soprannome dell’alunno: ________________________________________ Padre [ ] Madre [ ] _____ anni (compiuti) Oggi come oggi, quanto ti senti disponibile a parlare con tuo figlio (o tua figlia) del consumo di bevande alcoliche (vino, birra, superalcolici)? 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Quanto ti senti fiducioso di poter incidere sull’eventuale consumo di bevande alcoliche da parte di tuo figlio (o tua figlia)? 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Quanto ritieni che sia pericoloso il fatto che tuo figlio (o tua figlia) consumi (o possa consumare) bevande alcoliche? 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Quanto ritieni che sia pericoloso il fatto che tu consumi bevande alcoliche? [ ] non consumo vino od altri alcolici 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 74 Appendice 6 Questionario per rilevare prossimità, attitudini ed effettivo consumo di alcol (più tabacco come sostanza di controllo). 75 Progetto “Che piacere…” Istruzioni per l’uso: come compilare questo questionario ed uscirne vivi... Non ci sono risposte giuste o sbagliate a questo questionario. Rispondi semplicemente nel modo che ritieni più sincero. Troverai delle caselle illustrate, che puoi scegliere semplicemente con una crocetta. In fondo a questa pagina trovi il tachimetro di una moto; dicci a che velocità vai nel tuo tempo libero! Segnalo come se fosse la freccia della velocità, da 0 a 100 km/ora. Nella pagina successiva ti chiediamo invece come hai trascorso il tuo ultimo sabato sera: segna tutte le crocette che vuoi. Nelle due pagine finali ti chiediamo di definire quanto insegnanti, genitori, amici e tu stesso facciate (o meno) uso di bevande alcoliche e tabacco (sigarette). Segna per ogni settore una crocetta: più la collochi al centro del cerchio, più pensi che se ne faccia uso. Metti la crocetta nel punto che ritieni più giusto. Tutto quello che scriverai resterà anonimo, e non influirà in alcun modo nel tuo rapporto con la scuola che frequenti. Ti preghiamo solamente di scegliere una sigla o un soprannome da ricordare, in modo da poter confrontare quanto ci dirai oggi con una rivalutazione che ti chiederemo fra qualche mese. Riporta la stessa sigla anche sul questionario che ti chiediamo di far compilare ai tuoi genitori. Grazie per la tua collaborazione! Sigla / soprannome: ________________________________________ (segnala da qualche parte!) Sesso Et à _____ anni (compiuti) Nel l e m i e t a sch e ogn i set t i m a n a gi r a n o. . . Nel mio tempo libero mi sento a... (segna con una freccia a che velocità ti senti) 76 Sa b a t o ser a i o er o... (segna quante caselle vuoi) I n ca sa Al b ar Da sol o I n d i scot eca Con a m i ci A l ci n em a Con m or osa / o In u n a l t r o l oca l e Con ch i c’ er a I n gi r o. .. t (s o! ) a t or o gn a v p eo o l Imu d i A v ed er e u n film A sen t i r e m u si ca A l egger e A par lar e A far e sp or t A b a l l a r e A gi oca r e Ad a m or eggi a r e A fa r e n u lla Al com p u t er Fa t t i m i ei ! Son o t or n a t o a ca sa a l l e … 21 22 23 24 1 2 3 4 5 6 7 ... Du r a n t e l a ser a t a h o b ev u t o… (indica con una x le bevande usate e specifica la quantità) A cq u a A n a l col i ci Bi r r a Vin o Cock t a i l , l i q u or i 77 Quanto le consumano i tuoi genitori ? Quanto le consumano i tuoi amici ? Le sigarette Quanto sono pericolose secondo te ? Quanto le usano i tuoi insegnanti ? Quanto le usi tu ? Hai intenzione di usarle nei prossimi….? 7 giorni 1 mese 78 Quanto lo usano i tuoi amici ? Quanto lo consumano i tuoi genitori ? L’alcol Quanto lo usano i tuoi insegnanti ? Quanto è pericoloso secondo te? Quanto lo usi tu ? Hai intenzione di usarlo nei prossimi………..? 7 giorni 1 mese 79 80 Parliamo d’alcol con i nostri figli… Non è una lezione e non deve esaurirsi in una volta sola, ma deve divenire un dialogo a tappe. Cerchiamo di trovare un po’ di tempo da passare tranquillamente con i nostri figli per parlare con loro. Il punto di vista di nostro figlio sull’alcol Æ chiediamogli cosa conosce dell’alcol, cosa pensa dei ragazzi che bevono e quali sono, a parere suo, i motivi che li spingono a bere; Dati di fatto importanti che anche nostro figlio deve sapere: 1. l’alcol è una sostanza che,soprattutto usato da un ragazzo indebolisce il corpo e danneggia la mente; 2. vino e birra non sono più sicuri dei superalcolici e dei long drink; 3. il corpo impiega 2-3 ore a smaltire una dose di alcol; 4. chi beve non valuta correttamente quanto l’alcol lo stia condizionando; 5. anche un adolescente può avere problemi con l’alcol; 6. chi beve pensa di essere più disinibito ed attraente: spesso questo è falso; 7. talvolta è difficile resistere alla pressione di amici e compagni; 8. anche gli adulti che bevono possono avere problemi con l’alcol. Strategie di prevenzione per genitori 2. controlliamo l’uso di alcolici in casa. Chiediamo che le feste siano “analcoliche” e possibilmente incoraggiamo i nostri figli ad invitare gli amici quando noi siamo in casa. 3. prendiamo contatto con gli altri genitori degli amici di nostro figlio 4. conosciamo le attività dei nostri figli, comunicando loro che è un modo per prenderci cura e non per controllare; 5. stabiliamo delle regole familiari sul bere degli adolescenti; ad esempio: i. i ragazzi non toccano alcol prima dei 16 anni; ii. fratelli maggiori, cugini, etc. non devono incoraggiare i più piccoli a bere; iii. i ragazzi non devono salire in macchina se l’autista ha bevuto; iv. non si frequentano feste dove girino alcolici. 6. stabiliamo delle sanzioni credibili se le regole sono trasgredite 7. diamo il buon esempio: i. usiamo l’alcol con moderazione; ii. non diamo l’idea che l’alcol sia un modo per affrontare i problemi(ad es. mai dire “ho avuto una giornataccia mi merito proprio un bicchierino”); iii. non mettiamoci alla guida dopo aver bevuto; iv. quando ci incontriamo con gli amici consumiamo anche bevande analcoliche. 8. non siamo compiacenti con il bere degli adolescenti: i. non offriamo da bere a nostro figlio ed ai suoi amici; ii. evitiamo battute divertenti su come si ubriacano e bevono gli adolescenti. 9. offriamo il nostro aiuto e il nostro sostegno se nostro figlio ci dice di essere preoccupato per un amico che beve. 81 ALLEGATO A RENDICONTO SERVICE "CHE PIACERE…" ANNO ROTARIANO 2006-2007 USCITE data pag.to importo Uscite già effettuate: Tipografia Zampieron Ft. 378/06 (stampa n. 500 schede alunni) S.I.D. - Arroyo Studio Lbs di Nalin (organizzazione conferenza stampa 22/11/2006) Centro Copie Berchet S.a.s. (banner con stecche) Tipografia Zampieron Ft. 23/07 (stampa n. 800 pieghevoli alunni, n. 1.500 schede genitori) Psicologi dott.ssa Chindamo, dott.ssa Galasso (colloqui prima fase) Trattoria Ai Porteghi (cena 17/5/2007) Acquisto n. 25 I-POD 1 GB e n. 25 I-POD 2GB premi per le due classi vincitrici (tramite dott. Cozzi) Carlo Bertante (materiali comunicazione convegno 18/5/2007) Altre USCITE : Psicologi dott.ssa Chindamo, dott.ssa Galasso (colloqui seconda fase) Tipografia Zampieron (stampa n. 5.300 pieghevoli, n. 300 locandine, n. 760 poster) 15/11/2006 15/11/2006 € € 2.040,00 1.500,00 09/01/2007 € 612,00 09/01/2007 € 579,60 22/03/2007 € 714,00 20/04/2007 25/05/2007 € € 4.000,00 480,00 25/05/2007 € 4.624,00 31/05/2007 € 700,00 € 4.591,30 2.380,00 Padova Fiere S.p.A. (convegno 18/5/2007) € 434,40 Dueffe Sport S.a.s. (n. 40 targhe personalizzate) € 1.200,00 Centro Copie Berchet (stampe) € 129,60 Spese varie (anticipate dott. Cozzi) € 428,40 Luciana Bilotti Sabi Work S.r.l. (organizzazione convegno 18/5/2007: spedizioni, buste, bar, personale, agenzia, fascicoli, fiori) € 3.111,05 82 Telecom (audioconferenza 14/5/2007) Libreria Feltrinelli (n. 300 premi a tutti i partecipanti (€ 20 cad.-sconto concesso)) Acquisto I-POD (per dott.ssa Penne) Altre spese varie già previste (forfait) TOTALE USCITE circa € 100,00 € 3.944,00 circa € 70,00 € 247,75 € 31.886,10 Per la realizzazione del progetto si sono utilizzati fondi derivati da finanziamenti di Enti pubblici e privati e da donazioni di soci del Rotary Club di Padova. Va sottolineato come l’attività dei soci del Rotary Club Padova e l’effettuazione di una serie di prestazioni intellettuali e operative a titolo gratuito da parte dei partecipanti e di esterni abbia consentito l’effettuazione del progetto con un costo limitato che può essere valutato di almeno la metà rispetto a quello reale. 83