Fisioterapia, per11 neodottori lavoro alle porte
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Fisioterapia, per11 neodottori lavoro alle porte
UNIVERSITÀ Cerimonia per i diplomati Fisioterapia, per 11 neodottori lavoro alle porte (F.Capp.) Fisioterapisti di freschissimo alloro. E il regalo di laurea più prezioso è che troveranno lavoro subito, o quasi. Perchè la loro è una professione richiestissima. Nelle case di riposo e nelle strutture sanitarie private, soprattutto. Sabato si sono conclusi gli esami di laurea degli studenti del terzo anno del corso di laurea in Fisioterapia dell'Università di Padova, con la proclamazione dei neo dottori in un'affollatissima aula Morgagni del Policlinico. Gli esami di laurea si sono svolti in tre fasi: le prime due, test pratico e dissertazione della tesi, si sono tenute nelle quattro sedi del corso di laurea, presso l'Università/Azienda ospedaliera di Padova, l'associazione La Nostra Famiglia di Conegliano, l'Ulss 12 di Venezia e l'Ulss 4 Alto Vicentino-Santorso. La terza, la cerimonia di proclamazione appunto: 77 i laureati, una sala gremita da oltre duemila familiari e amici. Alla cerimonia, sotto la regia del presidente del corso di laurea in Fisioterapia Raffaele De Caro, cerimoniere Antonio Quinci in qualità di direttore didattico e coordinatore generale del corso, erano presenti anche i componenti e i referenti delle sedi delle sedi parallele di Venezia (Chiara Colombini), Conegliano (Riccardo Verza) e Santorso (Silvana Pavan). «Il fisioterapista ricordano De Caro e Quinci - è un operatore sanitario che svolge, in autonomia o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori e di quelle viscerali, conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita o acquisita. Elabora in équipe multidisciplinare il programma di riabilitazione volto all'individuazione e al superamento del bisogno di salute del disabile». I neo laureati potranno ora inserirsi, con relativa facilità, nel mondo del lavoro. UNIVERSITÀ Foto ricordo per i neodiplomati ULSS 15 E SANITA' LOCALE ISTITUZIONALE A.ULSS N. 4 Pag. 1 L'INCONTRO. Il ministro dello Sviluppo economico è stato ospite in seminario, dove ha parlato di lavoro e sviluppo «Troppi professionisti della politica» Zanonato: «Ilnumero è eccessivo Ma un sindaco guadagna poco» Paolo Mutterle La finanza di progetto? «Non va demonizzata». L'eccesso di cementificazione? «L'ambiente non è una divinità: le infrastrutture vanno realizzate, altrimenti le aziende si spostano». Infine, l'attacco alla Casta: «Bisogna ridurre il numero di persone che vivono di politica, non tanto gli stipendi. Un sindaco come il vostro prende anche troppo poco». Così parlò il ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato al pubblico vicentino della scuola del lunedì, momento formativo della diocesi berica aperto a religiosi e laici. Sguardi smarriti in sala. «Ma non era comunista?». Lo è stato, una vita fa. Consigliere comunale del Pei nel 1975, prima di diventare sindaco di Padova nel '93 (per 15 anni non consecutivi, tra Pds, Ds e Pd); molto prima delle larghe intese che lo hanno portatonel governo Letta, come titolare del dicastero occupato fino ad aprile da Corrado Passera. LACRISLZanonato è stato invitato dalla Commissione permanente della formazione del clero retta da mons. Luciano Bordignon a tenere una lezione su "Il lavoro, piaga sociale". «Una delle cause della crisi ha spiegato nella prolusione è l'arrivo sul mercato globale di Paesi con un'alta capacità produttiva ma una bassa qualità di vita. L'Europa, che produce il 25 per cento della ricchezza mondiale, consuma il 50 per cento di quello che chiamiamo Stato sociale: scuola, pensioni, sussidi, costi che le nazioni emergenti non han- no. L'unica soluzione è che l'altra parte del mondo cresca anche nei diritti e si metta in equilibrio con il nostro mondo. Non deve essere un confronto al ribasso, ma alla pari». Zanonato ha poi spiegato le ricette del governo italiano per uscire dalla crisi. «Abbiamo dato ossigeno all'economia pagando 14 miliardi di euro ai creditori della Pubblica Amministrazione, che diventeranno 80/90 miliardi nel 2014; potenziato il fondo di garanzia per le imprese; dimezzato il costo del denaro per gli investimenti come l'acquisto di macchinari; facilitato le nuove assunzioni con sgravi fiscali alle imprese che assumono; semplificato l'accesso al credito per le startup innovative. Ora puntiamo a rimettere in moto la macchina economica e l'occupazione. I dazi? Non sono una soluzione, perché esportiamo più di quanto importiamo». PROJECT. PERCHÉ NO? Stimolato da una domanda di Giancarlo Albera (Coordinamento dei comitati) sull'ospedale di Santorso, Zanonato ha poi sosostenuto che «il project financing di per sé non è negativo. È una tecnica di finanziamento che può essere usata bene o male, ma non è dissimile da quanto fatto 50 anni fa da Comuni, province, Camere di commercio e banche per costruire l'autostrada Brescia - Padova». L'eterno conflitto tra pubblico e privato? Il ministro lo affronta da liberista. «Tutti vorrebbero lavorare nelle aziende pubbliche, perché i rapporti sono più sereni e i contratti vantaggiosi. Ma a volte il privato è più efficiente e al cittadino interes- sa pagare il costo più basso». Salvo poiriscoprirsi statalista su Alitalia. «Va salvata - ha tagliato corto Zanonato - per le 14 mila persone che vi lavorano e perché non è solo una compagnia aerea, ma un asset nazionale strategico». TANGENZIALE E TAV. Molto meno tranchant le risposte sulle infrastrutture che interessano il Vicentino. «La tangenziale nordest è fondamentale per Vicenza, ma la questione la sta seguendo il ministro Lupi. L'Alta capacità ferroviaria Milano - Venezia? È strategica, trasferire persone e merci dalla gomma al ferro è una delle priorità. La Valdastico Nord? Su tutte le opere viarie sono le regioni a designare le priorità, non questo governo e nemmeno quelli passati. Se sta bene a Venezia, Roma è favorevole».» Immigrazione «NEL 2050 PIÙ FIGLI DI STRANIERI CHE ITALIANI» All'incontro di ieri Zanonato ha parlato anche di immigrazione. «La società sta invecchiando e in Italia non si fanno più bambini. Secondo uno studio nel 2050 ci saranno più figli di immigrati che di italiani. Non so se questo farà bene al nostro Paese». Prima di diventare "sindaco sceriffo" della città del Santo, Zanonato era stato direttore del settore immigrazione ed emigrazione del Pei.* P.MUT. © RIPRODUZIONERISERVATA SANITÀ VENETO ISTITUZIONALE A.ULSS N. 4 Pag. 2 Il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato assieme a mons. Luciano Bordignon COLORFOTO SANITÀ VENETO ISTITUZIONALE A.ULSS N. 4 Pag. 3 IL FATTO. Incidente ieri mattina lungo la provinciale "349"fra la rotatoria del"Cristo"e il semaforo di via Pastorelle Investita sulle strisce, è grave Infindi vita un'anziana di 90 anni travolta da un'auto mentre stava attraversando via Vittorio Veneto La conducente abbagliata dal sole Alessandra Dall'lgna Stava attraversando sulle strisce pedonali di via Vittorio Veneto quando un'auto l'ha investita sbalzandola in aria e facendola cadere nella corsia opposta, dove si è incastrata sotto una vettura che si era fermata per farla passare. È ricoverata in gravissime condizioni all'ospedale di Santorso Catterina Pasin, 90 anni, vittima ieri mattina del terribile incidente avvenuto in città lungo la trafficata provinciale 349, all'altezza dell'asilo nido Aquilone, in via V. Vieneto. L'investimento è avvenuto intorno alle 9: la donna, che risiede nel quartiere dei Cappuccini in via Pasubio, a poche centinaia di metri dal luogo della tragedia, pro- Dopo essere stata caricata sul cofano la donna quindi inevitabile e così violento che Catterina Pasin è stata sbalzata in aria ed è poi ricaduta rovinosamente sull'asfalto nella corsia opposta, scivolanbabilmente si stava recando do sotto la Rover condotta dal in centro storico dove ieri si è pensionato thienese S.C. Forsvolto il mercato settimanale. tunatamente, il guidatore delArrivata all'attraversamento la Rover si era già fermato sulpedonale che conduce in via le strisce pedonali, perché arriPio XXII, fra la rotonda del Cri- vando dalla direzione contrasto e il semaforo di via Pasto- ria si era accorto dell'anziana relle, l'anziana non ha nemme- intenta ad attraversare la strano avuto il tempo di mettere il da. Immediatamente è stato piede sulle strisce che è stata allertato il Suem che, giunto travolta dalla Mercedes Classe sul posto, ha impiegato del A condotta da una donna thie- tempo per poter estrarre la nese, M.T., 44 anni. Secondo donna da sotto la vettura e prequanto riferito agli agenti del- starle così le prime cure. L'anla polizia locale, l'automobili- ziana è stata quindi trasportasta, che stava percorrendo la ta all'ospedale in condizioni diprovinciale con direzione sta- sperate. Per i rilievi è intervenuta la zione ferroviaria, non si sarebbe nemmeno accorta della pre- polizia locale che ha raccolto senza dell'anziana sul ciglio tutti gli elementi necessari per della strada perchè accecata verificare l'esatta dinamica dalla luce del sole, particolar- del sinistro e per accertare mente forte a quell'ora del eventuali violazioni al codice mattino. L'imDatto è stato della strada.* è finita sotto unaseconda macchina Un'altra immagine dell'incidente accaduto ieri mattina in città SANITÀ VENETO ISTITUZIONALE A.ULSS N. 4 Pag. 4 Un agente del consorzio Nordest vicentino indica il punto dove è avvenuto l'investimento, ADI. SANITÀ VENETO ISTITUZIONALE A.ULSS N. 4 Pag. 5 CALDOGNO/3. Avviati accertamenti sui rifiuti depositati a partire dal 1971. Ieri un sopralluogo della polizia locale «Era la discarica della città» Dalle testimonianze non vi sarebbero scarti pericolosi, ma si trattava dell'immondizia domestica prodotta a Vicenza Diego Neri L'indagine al momento è conoscitiva, anche perchè i reati, se sono stati commessi, sono con ogni probabilità già prescritti. Quello che emerge dagli accertamenti avviati in questi giorni sia dalla polizia locale del consorzio Nordest di Thiene sia dal corpo forestale è però inquietante: quelle aree agricole di Caldogno e Villaverla, all'inizio degli anni Settanta, sono state utilizzate come discarica di Vicenza. I rifiuti domestici prodotti in città sono stati sepolti in campagna, a qualche chilometro di distanza. Ma emerge anche, con altrettanta chiarezza, che non si sarebbe trattato di quelli che oggi vengono definiti scarti pericolosi. Anche per questo il bacino di laminazione di Caldogno non dovrebbe comportare rischi per l'inquinamento; ma si tratta, con ogni evidenza, di ipotesi. Nella giornata di ieri gli agenti del comandante Giovanni Scarpellini hanno compiuto un sopralluogo nelle campagne fra Caldogno e Villaverla, accertando come l'area del bacino sia in parte diversarispetto a quella che era stata utilizzata per i rifiuti (a Villaverla), e come quella di Caldogno non sia la medesima in cui è previsto uno scavo per la realizzazione della cassa di espansione. La questione rifiuti era stata sollevata nei giorni scorsi dal professor Galdino Pendin, 72 anni, di Novoledo di Villaverla, già assessore comunale, che nei giorni scorsi è stato interrogato come testimone dalla polizia. «Nel biennio 1971-72 ho iniziato a vedere centinaia di camion al giorno, anche di notte - ha spiegato agli inquirenti -, che scaricavano materiale, presumo rifiuti, in due aree vicino a casa mia. Precisamente in una zona nel Comune di Caldogno e l'altra nel territorio di Villaverla. All'epoca era opinione comune che tali rifiuti giungessero da tutto il territorio, soprattutto dalla città di Vicenza, e che contenessero materiale proveniente dagli ospedali sia del capoluogo che di Thiene». In realtà, da quanto emerso si sarebbe trattato dei rifiuti domestici dei vicentini. Il prof. Pendin fa parte di un comitato che sostiene che la costruzione del bacino di Caldogno potrebbe favorire l'inquinamento delle falde. Va ricordato come a Novoledo i contrari al bacino vedano fra le loro fila anche il parroco. «Questi depositi di rifiuti - aveva detto l'ex assessore ai vigili - andavano a compensare il vuoto creato nel terreno dall'asportazione dell'argilla che serviva per il funzionamento delle fornaci della zona. I rifiuti venivano poi coperti da circa 70 centimetri di terreno agricolo». I conferimenti erano durati un anno, fra il 1971 e il 1972. Il sindaco di Villaverla, Ruggero Gonzo, si è occupato personalmente del problema, ricevendo risposte rassicuranti; maha chiesto un contributo alla polizia locale. Va ricordato come negli anni Settanta - lo ha precisato da queste pagine l'allora pretore Tonino De Silvestri - non esisteva in Italia una normativa di protezione dell'ambiente contro l'inquinamento. Oggi, però, che l'attenzione su queste tematiche è decisamente più elevata, e non solo da parte della magistratura, l'obiettivo è fare chiarezza su quelle discariche. Anche perchè 40 anni potrebbero non essere sufficienti per smaltire naturalmente determinate tipologie di rifiuti. Nei prossimi giorni la polizia locale acquisirà altre testimonianze. Poi sarà eventualmente la procura a stabilire se disporre un controllo o incaricare un consulente. • SANITÀ VENETO ISTITUZIONALE A.ULSS N. 4 Pag. 6 Una delle aree di Caldogno dove sarebbero stati sotterrati i rifiuti negli anni 70. FOTO D'ARCHIVIO SANITÀ VENETO ISTITUZIONALE A.ULSS N. 4 Pag. 7 Ospedale, dalla Bei 350 milioni La Banca europea offre un prestito al tasso fisso del 2% LA SANITÀ » NEL VENETO Ospedale dì Padova, 350 milioni dalla Bei Il prestito venticinquennale della Banca europea d'investimenti è all'esame della Regione: coprirebbe metà della spesa di Filippo Tosatto • VENEZIA Per realizzare il nuovo polo ospedaliero di Padova occorrono investimenti stimati intorno ai 650 milioni di euro. «Bazzecole a fronte dei 18 miliardi che ogni anno il Veneto versa a Roma», commenta Luca Zaia, persuaso che un elementare principio di equità dovrebbe indurre il Governo a finanziare un'opera strategica per l'intera regione. Ma in tempi di crisi e di conti in rosso, indulgere all'ottimismo è sconsigliabile. Così il governatore prepara un piano B, il cui primo passo consiste nel dotare il progetto di risorse certe. A tal fine è stato avviato un negoziato con la Banca Europea per gli investimenti, il braccio finanziario dell'Unione che ha sede in Lussemburgo e la cui mission consiste nel sostenere gli obiettivi di lungo termine dei Paesi membri. Esaminati i bilanci di Palazzo Balbi e valutata l'attendibilità del suo rating, la direzione Area mediterranea della Bei ha espresso la disponibilità ad erogare all'amministrazione veneta un prestito di 350 milioni di euro su base venticinquennale ad un tasso fisso del 2%. Condizioni decisamente favorevoli rispetto agli standard del credito privato. L'offerta, delineata nei suoi contorni a conclusione di una serie di colloqui tecnici negli uffici di rappresentanza romani dell'istituto, è ora all'esame degli esperti finanziari della Regione. L'impressione è che sarà accolta, sancendo così il decollo dell'operazione. L'8 ottobre scorso, inaugurando la palazzina della Psichiatria all'ospedale Sant'Antonio, Zaia ha dettato i tempi del progetto Padova - dichiarazione di pubblica utilità entro la primavera 2014, cantieri avviati subito dopo - e in merito alla copertura finanziaria ha ipotizzato una soluzione «bilanciata» tra mutui bancari, project financing e contributi di Stato per l'edilizia sanitaria. L'opzione Bei, se sarà accolta, garantirà oltre la metà delle risorse necessarie, rendendo meno onerose le altre combinazioni. Non è tutto: la Banca europea si è dichiarata disponibile a rimodulare nel tempo l'entità del prestito, qualora dal ministero della Salute giungessero fondi superiori alle previsioni. Il budget individuato, oscil- lante tra i 6 e i 700 milioni, risponde all'esigenza di allestire a Padova una vera e propria "cittadella della salute" capace di integrare attività ospedaliere e universitarie, senza escludere in via definitiva la creazione di un campus accademico. Ciò spiega i costi largamente superiori rispetto a recenti realizzazioni quali l'«Angelo» di Mestre (254 milioni) o il Polo unico ospedaliero dell'Alto Vicentino (157). Tant'è. Formule finanziarie mutevoli e fisionomia definita senza equivoci, concepita com'è per servire non soltanto la città patavina e la sua provincia ma per fungere da polo regionale in sinergia con Verona, candidandosi ad accogliere pazienti provenienti da molte regioni italiane e anche dall'estero in vista della liberalizzazione dell'accesso alla sanità europea che - a partire dal primo gennaio prossimo - consentirà ai cittadini dell'Unione di scegliere dove curarsi usufruendo del rimborso da parte dei Paesi di residenza. Una circostanza che sta alimentando già la concorrenza e spinge i soggetti pubblici e privati a investire sulla qualità dell'offerta medica. ULSS 15 E SANITA' LOCALE ISTITUZIONALE A.ULSS N. 4 Pag. 8 ULSS 15 E SANITA' LOCALE ISTITUZIONALE A.ULSS N. 4 Pag. 9 MONTECCHIO. 11 sindaco aderisce alla carta d'intenti promossa da Anci Violenza sulle donne La città dice no 365 volte Il Comune si impegna a sostenere case rifugio e progetti informativi Antonella Fadda Montecchio dice 365 volte no alla violenza sulle donne. In occasione della Giornata internazionale contro la violenza femminile il Comune ha aderito alla carta d'intenti "Campagna 365 Giorni No", promossa dall'Anci, promuovendo una campagna di sensibilizzazione con messaggi visibili sui totem posizionati in varie parti del territorio. Montecchio così si impegna a appoggiare la nascita di centri antiviolenza e case rifugio, favorire iniziative di informazione nelle scuole e sostenere progetti per il recupero degli uomini maltrattanti, per incoraggiarli ad adottare comportamenti non violenti. «Siamo già impegnati in alcuni di que- ln un anno 167 vittime nell'Ulss 5 Uno sportello antiviolenze aperto da 5 mesi in via San Pio X sti punti - sottolinea il sindaco Milena Cecchetto -. Ad esempio lo sportello informativo antiviolenza aperto in collaborazione con l'Ulss 5 in via San Pio X. È l'unico del genere in tutto l'Ovest vicentino. Siamo anche parte attiva nell'organizzazione di serate informative sulla violenza insieme alle forze dell'ordine e di corsi per autodifesa». «Con lo sportello, Comune, Ulss 5, associazioni e forze dell'ordine - prosegue l'assessore al sociale, Livio Merlo - hanno siglato un patto per aiutare le donne, ma anche i minori e gli anziani in difficoltà». Stando ai dati dell'azienda sanitaria, lo scorso anno sono state 167 le donne, vittime di violenza domestica fisica e psicologica, le quali hanno deciso di chiedere aiuto rivolgendosi ai consultori familiari di zona. Proprio per mettere l'accento sul fenomeno, le sue implicazioni e soprattutto i passi da intraprendere, a settembre uno psichiatra dell'Ulss5, Valerio Vivenza, ha inviato insieme ad altri nove colleghi una lettera aperta ai deputati in vista della votazione sul decreto legge riguardante la violenza dome- Scarpe rosse contro la violenza stica. Spiega: «La legge approvata contiene alcuni passaggi che avevamo indicato. In particolare prevedere non solo misure restrittive ma anche percorsi educativi da intraprendere e un maggiore coinvolgimento dei consultori familiari». «Spesso le donne, a meno che non si tratti di casi eclatanti, non parlano volentieri di ciò che accade fra le mura domestiche - osserva Vivenza hanno la tendenza ad isolarsi hanno paura di esser giudicate dagli altri o, peggio, non credute». • © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ VENETO ISTITUZIONALE A.ULSS N. 5 Pag. 10 MALO. Il Comune investe sulla tutela degli atleti per evitare casi come quello mortale senese Dieci defibrillatori per lo sport Claudia Ruggiero A volte pochi secondi possono fare la differenza e salvare una vita. Lo sanno bene gli amministratori comunali di Malo che, nei giorni scorsi, hanno acquistato dieci defibrillatori da destinare alle strutture sportive e organizzato dei corsi di formazione per il loro utilizzo. I macchinari sono stati collocati nella palestra di via Loggia, nei quattro campi da calcio del paese e nei campi da tennis, nel palazzetto dello sport di via Deledda alle Case e alla scuola primaria "Rigotti", strutture che ospitano la maggioranza delle 43 associazioni sportive maladensi. «Abbiamo deciso di fare un ulteriore salto di qualità per quanto riguarda il settore sportivo locale - spiegal'asses- sore allo sport, Matteo Stalliate - e così, dopo i corsi proposti in passato, si è pensato di puntare sulla prevenzione sanitaria dotando le strutture sportive comunali di defibrillatori e procedendo ad una corretta formazione del personale che frequenta gli impianti». Per comprare i dispositivi, cosiddette macchine salvavita, il Comune ha speso 11 mila euro; per promuovere le lezioni di formazione, che hanno coinvolto una settantina di persone tra personale, dirigenti e allenatori, ne ha sborsati altri 6 mila 800 per un investimento totale di quasi 18 mila euro: una cifra non trascurabile vista la critica situazione in cui versano le casse comunali. «Con la dotazione di necessarie apparecchiature e un'adeguata preparazione che dà la possibilità di intervenire in modo puntuale e tempestivo continua Stalliate - si possono prevenire ed evitare drammi in casi di emergenza». Riflessioni più che mai attuali alla luce della tragica morte di Matteo Roghi, 14enne di Arezzo, che l'atro ieri durante una partita di calcio è stato colto da un malore e si è accasciato senza più svegliarsi. Il giovane atleta, che disputava la partita nel campo da calcio di Abbadia San Salvatore (Siena), è stramazzato a terra un paio di minuti dopo aver segnato il goal del pareggio. Il defibrillatore, in questo caso, è stato impiegato ma solo all'arrivo di medico e ambulanza, cinque minuti dopo l'allarme. La procura di Siena ha aperto un'inchiesta per capire se la sua morte si poteva evitare.* Esercitazione col defibrillatore SANITÀ VENETO CRONACA A.ULSS VICENTINE Pag. 11 SANITÀ. Presentata all'Ulss l'attività dell'associazione onlus per l'assistenza ai bimbi nati con malformazioni congenite Abam, una donazione lunga 34 anni Dal 1979 regalate al San Bortolo apparecchiature d'avanguardia Franco Pepe Una lunga storia di aiuti in nome dei bambini più sfortunati. È dal lontano 1979 che l'Abam, associazione per l'assistenza ai piccoli che nascono con malformazioni congenite, affianca e sostiene la sanità vicentina con donazioni sempre più consistenti. Dal 1979 al 1992 650 milioni di lire; dal 1992 al 1999 1 miliardo e 200 milioni; dal 2000 al 2004 750 mila euro. Dal 2005 ad oggi altri 380 mila euro, nonostante la crisi si sia fatta sentire pure sull'entità dei fondi che l'Abam raccoglie grazie a elargizioni liberali, al 5 per mille e a una cena sociale annuale. In 34 anni qualcosa come 1 milione 600 mila euro, per una serie infinita di progetti salva-vita che hanno privilegiato il San Bortolo e i reparti più direttamente coinvolti dall'azione dell'Abam: pediatria, chirurgia pediatrica, chirurgia maxillo-facciale. Il dg Ermanno Angonese non conosceva questa "perla" del volontariato vicentino che continua ad operare con lo stesso entusiasmo degli inizi, quando a dirigere la chirurgia pediatrica nel vecchio chiostro c'era Giampietro Belloli, affiancato dall'allievo Luciano Musi che ne sarebbe stato il suo successore fino a un paio di anni fa. Per questo, dunque, ieri mattina al San Bortolo la presentazione ufficiale dell'Abam ma anche un report di attività che si proiettano nel futuro nel solco della frase di John Donne diventata simbolo di questa associazione che nel 1999 si è trasformata in onlus : «Nessun uomo è un'iso- la a sé stante. Ognuno è parte sempre. Per reparti che, con le casse povere delPUlss, farebbedi un continente». Davanti ad Angonese il presi- ro fatica ad avere subito strudente Gianni Muffarotto e al- menti all'avanguardia.* cuni componenti di un consiglio che con l'Abam combatte Cure ai bambini una battaglia quotidiana per il bene di tanti bambini nati con tare pesanti e per le loro LA CENA SOLIDALE famiglie, specie le meno abAncora tante adesioni bienti. Assieme a loro i tre priall'iniziati dell'onlus mari Massimo Bellettato, Fadiretta da Gianni bio Chiarenza, Ugo Baciliero. Muffarotto. Affluenza Nel 2000 l'acquisto di un'atsuper alla cena di trezzatura che ha richiesto in beneficenza nella sede assoluto il maggior sforzo ecodella Fondazione Bisazza nomico: un respiratore autodi Montecchio con matico per la pediatria costal'Associazione per to all'epoca 70 milioni di lire. l'assistenza ai bambini Dal 2005 al 2009 altri 262 miaffetti da malformazioni la euro spesi per comprare congenite. Tre medici a macchinari con cui potenziatestimoniare il nobile re l'assistenza chirurgica e inlavoro di volontariato in tensiva del neonato ma anche 34 anni dall'Abam: per migliorare spazi e arredi. Alessandro Frigiola, Poi, nel 2010, le apparecchiatuprimario cardiochirurgo al re destinate all'ostetricia delpoliclinico di San Donato l'ospedale di Noventa per la Milanese e presidente diagnosi delle malformazioni dell'Associazione bambini cardiache del feto. Nel 2011 un cardiopatici nel mondo, autentico gioiellino per la neoMassimo Bellettato natologia del San Bortolo: lo primario di pediatria del shuttle associato alla culla terSan Bortolo e Ugo mostatica che consente di spoBaciliero primario di stare dovunque il prematuro chirurgia maxillo-facciale mantenendone intatte le funsempre dell'ospedale zioni vitali. Grazie all'Abam l'ocittadino. «Con orgoglio spedale di Vicenza è stato il priha detto il presidente mo in Italia a dotarsi di questo Muffarotto - abbiamo pionieristico supporto. Nel potuto accontentare le 2012 e quest'anno un pacchetrichieste di pediatria del S. to di donazioni anche per la paBortolo e dell'associazione tologia neonatale, per la chiguidata dal dott. Frigiola rurgia pediatrica, per la maxilanche in quest'anno lo-facciale, per l'associazione diffìcile. Grazie alla fiducia Lps che si occupa dilabiopaladi soci e aziende siamo toschisi, per il nido della sala riusciti ad acquistare parto, mentre avanzano già le numerosi macchinari per richieste per il 2014. Sono temaiutare piccole vite».* pi difficili, ma l'Abam - garantisce Muffarotto - risponde © RI PRODUZIONE RI SERVATA SANITÀ VENETO CRONACA A.ULSS VICENTINE Pag. 12 Un neonato nella nursery di ostetricia e ginecologia del S. Bortolo SANITÀ VENETO CRONACA A.ULSS VICENTINE Pag. 13 PROCESSO. Pediatra vicentino vince la causa alla Corte dei conti Il medico fu corretto Zero danni all'erario La procura contabile aveva proposto ricorso per quei farmaci prescritti per pazienti non suoi Il dottor Giuseppe Grillone si era comportato con correttezza. E lo ha dimostrato non solo in sede penale, ma anche in quella erariale. Sì, perchè nei giorni scorsi la prima sezione d'Appello della Corte dei conti gli ha dato ragione, respingendo il ricorso che era stato presentato dalla procura contabile che pretendeva di battere cassa nei suoi confronti. Grillone, noto e stimato pediatra con ambulatorio in città, era stato denunciato penalmente per truffa dall'Ulss 6 di Vicenza, che aveva segnalato la sua posizione in procura ancora nel 2008. Il pubblico ministero, acquisite le deduzioni fatte dall'interessato alla stessaUlss, ne aveva chiesto e ottenuto l'archiviazione, che era stata firmata dal giudice. L'Ulss aveva segnalato di essere stata caricata dal pediatra di una spesa superiore del 340 per cento rispetto alla media dei suoi colleghi, a causa anche di prescrizioni farmaceutiche a pazienti di altri medici ai quali venivano fatti pagare solo in parte i farmaci. L'azienda sanitaria ipotizzava un giro da 115 mila euro. In realtà, il pediatra, che dispone di un proprio ambulatorio convenzionato, oltre a visitare i propri Un medico firma una ricetta. Il pediatra è stato corretto, ARCHIVIO pazienti si era reso sempre disponibile sia a sostituire i colleghi sia ad accogliere i pazienti che si rivolgevano al suo studio per consulenze e prestazioni di carattere urgente. In questa maniera secondo llJlss avrebbe provocato un danno economico, tanto che la direzione aveva deciso di denunciarlo. Ma Grillone non aveva commesso alcun reato. Su quegli stessi presupposti, era stata avviata un'indagine anche da parte della Corte dei conti del Veneto; ma il pediatra era stato prosciolto il 14 feb- braio di due anni fa da ogni ipotesi a suo carico, perchè non aveva causato alcun danno erariale. Semplicemente, i farmaci che aveva prescritto lui li avrebbero prescritti altri medici. La procura contabile non se n'era data ragione, ed aveva proposto ricorso in Appello. Ma anche i giudici erariali di secondo grado hanno dato ragione al pediatra (assistito dagli aw. Miazzi, Rossi e Di Mattia): nessuna prova di danno erariale. «D.N. © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ VENETO CRONACA A.ULSS VICENTINE Pag. 14 SANITÀ. Ma tra partiti è polemica sulle cifre Ospedali, esami di sera cresciuti: ora si farà anche la radioterapia VENEZIA Ospedali aperti a tarda ora e nel week end per esami e diagnosi: i numeri crescono. Dall'inizio della sperimentazione voluta dalla Giunta Zaia, in estate, negli ospedali veneti sono state registrate 10 mila prestazioni diagnostiche strumentali, salite poi a 15 mila a ottobre e a 20 mila nelle sole prime tre settimane di novembre. I primi dati sul quadrimestre della sperimentazione (settembre-dicembre) sono stati forniti dal segretario regionale Domenico Mantoan alla commissione "Sanità" guidata da Leonardo Padrin (FI). Su un totale complessivo di circa 4 milioni di prestazioni diagnostiche strumentali erogate ogni anno dalle Ulss venete, quelle serali e nei fine settimana rappresentano 11%. Mantoan ha confermato che la Giunta vuole rilanciare: superato il primo test di prova, si procederà a nuove assunzioni per stabilizzare il servizio. E «da dicembre, oltre a Tkc, risonanze, ecografie e mammografie, sarà possibile usufruire in orario serale e nei weekend anche di prestazioni di radioterapia e di medicina nucleare». Ha anche assicurato che sinora si è rimasti dentro il budget, con le risorse previste per la libera professione dei medici e l'acquisto di prestazioni da esterni (25 milioni l'anno). In commissione ieri c'è stata comunque maretta. I consiglieri di minoranza (Pd, Idv, Fp, Vn) lamentano la reticenza della Giunta nel dare altri dati: «Vogliamo capire se la sperimentazione ha davvero incrementato l'accesso alle strutture diagnostiche della sanità pubblica, ridotto le liste di attesa e aumentato la produttività dei macchinari, consentendo il pieno utilizzo».* SANITÀ VENETO CRONACA A.ULSS VICENTINE Pag. 15 GIUNTA. Esaminate ieri le bozze del bilancio con le cifre per il 2014 Regione, tornano le "nuove opere" Pronti 200 milioni Dopo due anni di digiuno totale sugli investimenti c'è una possibilità per strade, sanità, scuole e argini Piero Erte VENEZIA Sorpresa: grazie al diverso modo di "indicare" alcune cifre nel bilancio, per la Regione Veneto dopo due anni di digiuno assoluto si apre la possibilità di tornare a fare investimenti nel 2014. A tutto vantaggio dell'economia e delle imprese venete. È la novità che emerge dalla seduta della Giunta convocata ieri pomeriggio. La bozza di bilancio per il 2014, l'ultimo anno "intero" per la squadra del governatore Luca Zaia, è stata solo vista in cosiddetta "prima lettura". La votazione e adozione vera e propria del documento da inviare a palazzo Ferro Fini sarà fatta probabilmente la settimana prossima. Per questo l'assessore al bilancio Roberto Ciambetti non vuole fornire numeri, se non per assicurare che «più o meno siamo riusciti a confermare le stesse cifre messe a disposizione l'anno scorso Der i vari settori». L'assessore conferma però le voci circolate nel pomeriggio sulla novità che più balza agli occhi dal punto di vista politico: la voce "investimenti". «È vero, si è aperta una possibilità». È dovuta al fatto che quest'anno la cifra dei trasporti pubblici locali, che come noto viene interamente passata al Veneto dallo Stato, viene iscritta in bilancio tra i contributi e trasferimenti da Uè o Stato, e non più tra i fondi vincolati. Questo sblocca per la Regione la possibilità di riaprire il libro "nuove opere", una delle piaghe più grandi per l'era Zaia che si è trovata stretta tra le rate di maxi-investimenti già fatti in Regione in passato e i tagli sempre maggiori aibilanci attuali dovuti allo Stato e alla crisi economica: nel 2011 la Regione era riuscita a investire un centinaio di milioni, mentre l'anno scorso e quest'anno aveva dovuto di fatto digerire la scritta "zero". Ora si liberano «più di 200 milioni di euro», conferma Ciambetti. In pratica, l'anno prossimo la Regione potrà ricorrere di nuovo a mutui per questa cifra. Dove potranno essere spesi? In parte per la viabilità e le infrastrutture, portando almeno per qualche capitolo a tradursi in fatti quel Piano triennale dei lavori pubblici che da tempo sembrava solo un libro dei sogni. Altri fondi andranno per l'edilizia scolastica e per esigenze dei Comuni, e poi per interventi edili e strutturali delle Ulss che attendono di essere completati, e per il fondo di rotazione istituito due anni fa dalla Regione per le strutture che ospitino servizi sociali e socio-sanitari. Ma soprattutto la Regione potrà investire 50 milioni - senza doverli strappare alla spesa corrente, come si è dovuto fare l'anno scorso - per sistemare argini e altre opere che proteggano il territorio veneto dal rischio di altre alluvioni.* SANITÀ VENETO CRONACA A.ULSS VICENTINE Pag. 16 £kJ I banchi della Giunta e della presidenza del Consiglio regionale SANITÀ VENETO CRONACA A.ULSS VICENTINE Pag. 17 MORÌ IN CAMPO Morosini: chiesto rinvio a giudizio per tre medici Piermario Morosini PESCARA Il mancato uso del defibrillatore, le fasi del soccorso e le responsabilità medico-legali: ruota intorno alle risposte a questi tre quesiti la decisione del pm di chiedere il rinvio a giudizio di tre medici coinvolti nel caso di Piermario Morosini, il calciatore del Livorno morto sul campo a Pescara il 14 aprile 2012.1 periti «in merito alla incongrua, caotica assistenza sanitaria fornita» al calciatore, ritengono di poter «concludere che vi sono com- portamenti sanitari che hanno avuto rilevanza causale», nella morte. Toccherà quindi al gup stabilire se i tre medici (quello del Livorno, quello del Pescara e il medico del 118 allo stadio) debbano rispondere di omicidio colposo. L'udienza sarà il 20 febbraio 2014. • SANITÀ VENETO CRONACA A.ULSS VICENTINE Pag. 18 Sanità Diffusi i dati, opposizioni scettiche Il conto delle visite di notte 45 mila nei primi tre mesi guite di notte» annuncia il direttore generale della sanità Domenico Mantoan, vale a dire una su cento. I dati so- VENEZIA — E il primo conto dopo tre mesi di avvio. «Già 45miMe visite ese- no stati resi noti ieri davanti alla quinta commissione del consiglio. Le opposizioni sono critiche. «Non ci è stato spiegato se questo dato è afrontedi una diminuzione degli esami di giorno» sostengono i democrat. Sanità II segretario regionale Mantoan presenta i primi dati, ma c'è chi resta critico Aumentano le visite di notte «Ma le riducete di giorno?» Il manager: «Già 45mila in 3 mesi». I dubbi delle opposizioni VENEZIA Quanto valgono VENEZIA—Quanto valgono gri gli esami di notte e neifine fine settimana? Per ora, appena I'i% del totale delle prestazioni erogate dagli ospedali del Veneto. n dato è ufficiale. I primi numeri certificati della sperimentazione, per quanto ancora sintetici, sono stati resi noti ieri dal top manager della sanità regionale, Domenico Mantoan, davanti alla quinta commissione del consiglio regionale. Nel dettaglio: io mila prestazioni diagnostiche a settembre, quando l'orario dilatato è stato introdotto a livello generale; 15 mila a ottobre; 20 mila nelle prime tre settimane di novembre. Totale, 45 mila Come si vede, il trend è decisamente in crescita ma, su un monte di quasi 4 milioni di prestazioni annue, parliamo di una zolla che adesso vale, per l'appunto, I'i% (ma parliamo di tre mesi, su base annua si sale a un tendenziale 4,5%). «Sono dati positivi - ha assicurato Mantoan -, poiché ci dimostrano il gradimento da parte dell'utenza e la capacità . * - * • di organizzazione delle aziende sanitarie sanitarie ee del delpersonale personale sanità sanitàrio». «Solo I'i% dei veneti che aveva bisogno di un esame strumentale - Io ha rintuzzato Antonino Pipitone, medico e consigliere regionale dellldv ha prenotato in orario serale oppure il sabato 0 la domenica: mi sembra un risultato davvero modesto». Le cifre sono destinate a essere incrementate, oltre che dalla progressiva abitudine dell'utenza a prenotare in orari 0 giorni finora inaccessibili, anche dall'ampliamento del ventaglio di prestazioni da parte degli ospedali. Fino a oggi, infatti, gli esami che si potevano eseguire in turno serale oppure nel week end erano Tac, risonanze magnetiche, ecografie e mammografie. «Da dicembre - ha annunciato Mantoan - allargheremo anche a radioterapia e medicina nucleare. Inoltre, una volta superato il primo test di prova, procederemo a nuove assunzioni per stabilizzare il servizio». Quanto alla voce «cofi y~^ . C s*. I • • - . I '-«.-. . /-levi . r,\r. ^ 1 ! .-.!-. ,-> sti», il massimo dirigente della sanità sanitàha haassicurato assicuratoiiconsiglieconsiglieri che la Regione è rimasta «all'interno del budget della spesa storica», grazie alle risorse già previste per la libera professione dei medici e per l'acquisto di prestazioni da esterni (25 milioni di euro l'anno). « n U n I n T I n n>£ A-vi n X fi -.-^^ ,-. s-.-i- ,-. —.1 Rimane un questione cruciale, che i consiglieri di opposizione non hanno mancato di sollevare durante il dibattito in commissione: le prestazioni serali e festive sono effettivamente in aggiunta, e quindi contribuiscono allo smaltimento delle liste d'attesa e all'aumento della produttività dei macchinari diagnostici, oppure gli ospedali hanno semplicemente spostato dopo cena (0 nei week end) un certo numero di esami (e di utenti) che, prima, venivano eseguiti in orario canonico? «Questo non ci è stato detto sottolineano i democrat Claudio Sinigaglia e Giampietro Marchese -, con una reticenza da parte della giunta regionale a diffondere i dati dettagliati che rappresenta una brutta pagina ginaper perlalapolitica politicaveneta». veneta».InInsinua Diego Bottacin (gruppo misto): «Le cifre fornite sono soltanto dati parziali e sintetici, sorge il dubbio che la Giunta non voglia essere più trasparente con l'opinione pubblica per addomesticare i risultati a proprio uso e consumo». Domanda secca di Raffaele Grazia (Futuro popolare): «È vero che continuano a esserci macchinari sottoutilizzati perché manca il personale? Ci sono aziende più virtuose di altre? Sarebbe tempo di saperlo». Mantoan, spalleggiato dal consigliere di maggioranza Carlo Alberto Tesserin (Pdl), ha abbozzato, promettendo nel giro di un mese dati ragionati e più dettagliati. Ma, ha garantito sin d'ora, tra i benefici sicuri apportati dall'apertura serale e festiva degli ospedali, c'è Io snellimento dei tempi di attesa nei pronto soccorso, grazie alla maggiore disponibilità dei macchinari diagnostici in orario diurno. R.P. m m i r l H l A l l ' A D •>. H" - ì A l 1-1 IAT11TMAA SANITÀ VENETO CRONACA A.ULSS VICENTINE Pag. 19 99 99 Diego Bottacin Le cifre fornite sono solo parziali, forse non vogliono essere più trasparenti Domenico Mantoan Da dicembre allargheremo anche a radioterapia e medicina nucleare E' la percentuale delle visite di notte sul totale visite di un anno, ma salirebbe al 4,5% sul totale dei tre mesi Di notte Appena l'uno per cento delle prestazioni erogate in Veneto avvengono di notte o nei fine settimana SANITÀ VENETO CRONACA A.ULSS VICENTINE Pag. 20 Venerdì il ritorno in Italia Cartolato, équipe di medici parte per la Cina PADOVA - La missione cinese può finalmente decollare. Un volo di Stato partirà oggi alla volta di Shanghai, con a bordo un'equipe di medici neurochirurghi dell'ospedale di Padova, per poi far rientro entro venerdì. Così sarà riportato in Italia David Cariolaro, il professore padovano ricoverato in stato di coma, conseguente a un grave incidente stradale, in un ospedale a un centinaio di chilometri dalla grande città cinese. L'impresa non è esente da rischi. Cariolaro, infatti, ha riportato nell'incidente un politrauma cranio-encefalo midollare e toracico e deve essere sottoposto a un delicato intervento al cervello, che i sanitari cinesi non intendono eseguire. L'operazione sarà effettuata nella neurochirurgia dell'Azienda ospedaliera padovana, al rientro del volo di Stato da Shanghai dopo un viaggio che dovrebbe durare poco meno di 20 ore. Per il rimpatrio di Cariolaro si è mobilitata la Regione Veneto, che ha messo a disposizione l'equipe medica e si è attivata per organizzare il viaggio. © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ VENETO CRONACA A.ULSS VICENTINE Pag. 21 ASSISTENZA Problemi psichici, in aumento i trattamenti sanitari obbligatori (AI.Rod.) Sempre più padovani devono fare i conti con problemi psichici. I dati forniti dalla Polizia municipale parlano chiaro: nel 2013 si sta registrando un'impennata dei Tso. Per trattamento sanitario obbligatorio si intendono quelle procedure sanitarie normate e con specifiche tutele di legge, che possono essere applicate in caso di motivata necessità e urgenza clinica, conseguenti al rifiuto al trattamento della persona che soffra di una grave patologia psichiatrica o infettiva non altrimenti gestibile, a tutela della sua salute e sicurezza e-o della salute pubblica. Una procedura che quasi sempre si conclude con qualche giorno di ricovero. L'anno scorso i vigili hanno effettuato dal primo gennaio al 31 dicembre 126 Tso, quest'anno da gennaio alla fine di ottobre siamo già arrivati a quota 127. Il che fa presumere che entro la fine dell'anno si supereranno tranquillamente i 130 interventi. Secondo la Polizia municipale, nella maggior parte dei casi, destinatari di questi provvedimenti sono soprattutto gli over 50, con una lieve prevalenza delle donne rispetto agli uomini. L'aumento dei Tso non sarebbe però legato alla crisi economica. A monte di queste situazioni (molto spesso drammatiche) ci sarebbero invece esperienze di vita difficili e complicate storie familiari. Sempre secondo i vigili, la maggior parte di questi interventi, che devono essere autorizzati dal sindaco o da un suo delegato, si verificano durante il periodo estivo. ULSS 15 E SANITA' LOCALE PIANO E SERV. SANIT REG.VEN. Pag. 22 .'iniziativa Un calendario con 24 big per aiutare i bambini I grandi del rugby per i più piccoli. Ci sono i Bergamasco, Sbaraglini, Semenzato, Zanni, ecc., in tutto 24 rugbysti protagonisti del «Big Child Calendar» 2014, iniziativa lanciata da Rugby For Life per raccogliere fondi a favore deirAnticito che promuove l'informazione sulla cura del citomegalovirus e la Pediatria dell'ospedale di Conegliano. Manuel Novello ha immortalato i campioni per il calendario presentato in Provincia, alla presenza degli assessori Speranzon e Villanova, di Michielan del Comune, del presidente di Rugby For Life, Manuel Dallan, della referente di Anticito, Giada Benetton, del responsabile Pediatria dell'Ulss 7 Chiaffoni, di Favaro (Area Treviso di Veneto Banca) e del presidente di Ascotrade, Busolin. «Siamo riusciti a far squadra tra enti, privati e Rugby for Life - ha detto Villanova per aiutare i più piccoli». Il calendario sarà venduto al prezzo di 15 euro, il ricavato devoluto totalmente a favore dei bambini. PIANO E SERV. SANIT REG.VEN. Pag. 23 CAMPOSAMPIERO Elogi al reparto di Urologia Rammarico per i pochi letti » CAMPOSAMPIERO «Voglio ringraziare tutto il personale del reparto di Urologia dell'ospedale "Pietro Cosma": sono stata sottoposta a un intervento chirurgico e ho trovato grande professionalità, competenza e umanità in tutti. È giusto sottolineare anche quando la sanità funziona bene». Maria Vanin, maestra in pensione, è stata operata alle vie urinarie con il rischio di perdere un rene: «Avevo firmato l'autorizzazione all'eventuale asportazione se necessario ma, grazie alla precisione e competenza dello staff gui- dato dal primario Lucio Laurini, ho ancora il mio rene». La testimonianza di Maria Vanin conferma l'eccellenza del reparto di Urologia a Camposampiero, nato oltre quarant'anni fa grazie al professor Bruno Perissinotto, la cui scuola è stata portata avanti da Dino Lavelli e oggi dal suo delfino Lucio Laurini. «L'unico appunto che mi sento di fare alla direzione è sul numero di posti letto: 20 sono troppo pochi per un reparto così efficiente» conclude l'ex maestra Vanin. Un effetto dei tagli regionali, che dai 39 posti letto del 2010 li ha portati oggi a 23 ufficiali. (fra.z.) ULSS 15 E SANITA' LOCALE PIANO E SERV. SANIT REG.VEN. Pag. 24 DA OGGI A VENERDÌ Tra spending e casa seduta-fiume del Consiglio veneto » VENEZIA Piano casa, liberalizzazione degli accrediti per le strutture della sanità privata, semplificazione e spending review nelle società regionali sono i temi caldi della lunga seduta ordinaria del Consiglio del Veneto da oggi a giovedì con una ulteriore appendice venerdì per il dibattito straordinario sulla crisi Electrolux e del comparto elettrodomestici che vedrà la partecipazione anche di europarlamentari, del Ministero per lo sviluppo economico e dei rappresentanti del mondo imprenditoriale. ULSS 15 E SANITA' LOCALE PIANO E SERV. SANIT REG.VEN. Pag. 25 ALL'OSPEDALE UNICO DELLA BASSA I lavoratori dei servizi conserveranno il posto? » MONSELICE "Quali garanzie per i lavoratori dei servizi in appalto?". È l'allarme lanciato da Adi Cobas: in gioco ci sono 200 posti di lavoro, con il passaggio al nuovo ospedale unico. I dipendenti del settore servizi chiedono ora di incontrare la dirigenza dell'Usi 17. «In una assemblea pubblica svoltasi in marzo nell'aula magna dell'ospedale di Monselice» ricorda l'Adi Cobas «alla richiesta di informazioni sul destino dei lavoratori delle ditte fornitrici dei servizi in appalto il direttore generale Giovanni Pavesi ha replicato confermando la continuità dei servizi, che dovranno necessa- riamente essere forniti, ma non ha dato alcuna certezza al personale sulla garanzia di una loro continuità lavorativa nel nuovo Ospedale unico. Il concessionario che si è aggiudicato l'appalto per la realizzazione del nuovo ospedale, la Euganea Sanità Spa, e le imprese che stanno realizzando la nuova struttura, si occuperanno dell'affidamento alle ditte della gestione dei servizi nel nuovo ospedale. Ma il contratto pare non contempli il riassorbimento del personale». Il rischio è che vengano espulse persone che anche da 20 anni lavorano in pulizie, ristorazione, ambulanze, lavanderia o al Cup. (f.se.) ULSS 15 E SANITA' LOCALE PIANO E SERV. SANIT REG.VEN. Pag. 26 Boom di vaccini Ambulatori pieni Dopo settimane di calma piatta, è stato sufficiente il primo freddo perché i padovani si ricordassero dell'annuale appuntamento con la vaccinazione antinfluenzale. Da circa una settimana centinaia di utenti hanno preso d'assalto gli ambulatori dei medici di medicina generale incaricati dall'Usi 16 di somministrare il vaccino (a disposizione anche nelle sede distrettuali). C'è tempo fino a Natale per vaccinarsi, perché il primo picco è previsto per gennaio. ULSS 15 E SANITA' LOCALE PIANO E SERV. SANIT REG.VEN. Pag. 27 L'ASSESSORE PRESENTA IL BILANCIO 2014 ALLA GIUNTA Tesoretto di 200 milioni dal cilindro di Gambetti I VENEZIA Per una volta, a Roberto Ciambetti, il «mago delle cifre» deiramministrazione veneta, non è spettato l'ingrato di compito di annunciare tagli di spesa e riduzione dei budget ai colleghi di giunta. Nel tardo pomeriggio, presentando in prima lettura le linee del bilancio regionale 2014, l'assessore leghista ha esordito con una buona notizia: «Rispetto allo scorso anno, abbiamo 200 milioni di euro in più da investire, nulla di esagerato ma una boccata d'ossigeno che ci consentirà di operare interventi mirati nei settori più sensibili». I grandi numeri della manovra sono già assestati: 11,5 miliardi a bilancio dei quali ben 8,5 riservati alla sanità (au- tentica calamita delle risorse pubbliche), 1,5 per mutui e stipendi e i restanti assorbiti da capitoli vincolati. Com'è stato possibile racimolare il tesoretto? «Ci siamo impegnati in una minuziosa opera di pulizia dei residui passivi», replica Gambetti «e abbiamo usufruito della "sterilizzazione" del fondo unico trasporti nel calcolo della capacità d'indebitamento, una misura tecnica fortemente sollecitata dalle Regioni e autorizzata infine dal Governo». Ma come saranno impiegati questi quattrini insperati? La discussione in giunta non ha indicato destinazioni specifiche ma ha individuato, con la benedizione del governatore Luca Zaia, le priorità di investimento: infrastrutture e viabili- «Li investiremo in viabilità, edilizia scolastica, salvaguardia idraulica del suolo, fondo di assistenza sociale» tà; lavori pubblici con particolare attenzione all'edilizia scolastica; garanzia dei 50 milioni stanziati per la salvaguardia idraulica e idrogeologica; integrazione dell'edilizia ospedaliera e del fondo di rotazione per l'assistenza sociale. La messa a punto del nuovo bilancio procederà nelle prossime settimane con il confronto politico nella maggioranza e in seno alla giunta. Con una novità rispetto al passato, perché ai tradizionali partner Lega e Pdl si aggiunge ora un terzo alleato, Forza Italia, parte integrante della coalizione sia nell'assemblea regionale (dove conta quattro consiglieri guidati dal capogruppo Leonardo Padrin) che nell'esecutivo, attraverso l'assessore Remo Sernagiotto. (f.tos.) Boccata d'ossigeno dopoanniditagli La manovra complessiva di Palazzo Balbi si aggirerà su 11,5 miliardi UtSAMITA »HELVENETO Ospedale di Padova, 350 milioni dalla Bei I - -, ;p n - " Icson-ttodi200milioniK >;ì| cilindro di Ciamhetq " Y * L'assessore Roberto Ciambetti 0 ULSS 15 E SANITA' LOCALE PIANO E SERV. SANIT REG.VEN. Pag. 28 IN COMMISSIONE REGIONALE L'OPPOSIZIONE INCALZA MANTOAN Esami diagnostici di notte: è già scontro » VENEZIA Diecimila a settembre, 15 mila a ottobre, 20 mila nelle prime tre settimane di novembre: tante sono le prestazioni diagnostiche strumentali erogate dagli ospedali veneti negli orari serali e nei fine-settimana, dall'entrata in vigore della sperimentazione voluta dalla giunta Zaia. I dati sono stati forniti dal segretario regionale per la Sanità Domenico Mantoan alla commissione presieduta da Leonardo Padrin. Su un totale di circa 4 milioni di prestazioni diagnostiche strumentali erogate ogni anno dalle Ulss venete, quelle serali e nei fine settimana rappresentano l'l%. «Da dicembre, oltre a Tac, risonanze, ecografie e mammografie, sarà possibile usufruire in orario serale e nei weekend anche di prestazioni di radioterapia e di medicina nucleare», ha annunciato Mantoan, precisando che i costi sono rimasti «all' interno del budget della spesa storica», grazie alle risorse già previste per la libera professione dei medici e per l'acquisto di prestazioni da esterni (25 milioni di euro l'anno). Insoddisfatta l'opposizione. «Vogliamo capire se la sperimentazione ha effettivamente incrementato l'accesso alla diagnostica, ridotto le liste di attesa e aumentato la produttività dei macchinari, con- sentendone il pieno utilizzo», affermano Claudio Sinigaglia e Gimapietro Marchese del Pd «c'è stato un effettivo aumento del numero di prestazioni erogate o solo un trasferimento degli utenti dagli orari diurni a quelli serali?». «Le cifre fornite sono solo parziali e sintetiche, sorge il dubbio che la Giunta voglia addomesticare i risultati a proprio uso e consumo», ha incalzato Diego Bottacin (Gruppo misto). «L'l'% di utenti mi sembra un risultato davvero modesto», il commento di Antonino Pipitene dell'Idv. Infine Mantoan, spalleggiato da Carlo Alberto Tesserin (Pdl), ha promesso nel giro di un mese dati ragionati e più dettagliati. ULSS 15 E SANITA' LOCALE PIANO E SERV. SANIT REG.VEN. Pag. 29 ANCORA POLEMICHE SUI RIDIMENSIONAMENTI: GIOVEDÌ ASSEMBLEA PUBBLICA DEL PD «Ma quelle schede ospedaliere non ci assicurano nulla» » VITTORIO VENETO Le schede ospedaliere della Regione non hanno ancora chiuso il capitolo della sanità vitto riese. «Abbiamo stoppato il tentativo di ridimensionare la chirurgia, con la chiusura nei fine settimana dei servizi di urgenza», puntualizza Giuseppe Costa, capogruppo del Pd, «ma non sappiamo ancora quanti posti letto avrà la terapia intensiva e dalla documentazione dell'Usi manca l'intero capitolo della territorializzazione». Un brutto termine che sta per i servizi di psichiatria decentrato, la dimensione e la gestione dei distretti, l'attività ambulatoriale da portare più vicina alla gente. È per questo motivo che il Pd ha convocato un'assemblea pubblica, adAnzano, per giovedì sera, in cui sarà il consigliere regionale Niero a fare il punto della situazione. Protesta ancora Costa: «La direzione dell'azienda sociosanitaria sta imparando il vizietto dell'amministrazione comunale: segnala i docu- menti, ma non li carica di contenuti». Il Pd lamenta che non sono stati forniti gli allegati, ad esempio quelli che esplicitano come l'azienda intenda muoversi nel territorio, applicando appunto gli orientamenti delle schede ospedaliere. A Vittorio Veneto sono state raccolte 15 mila firme a sostegno della dignità dell'ospedale. «Intendiamo farle valere per tutte le direzioni della nostra sanità», afferma Adriano Botteon, segretario del circolo del Pd. (f. d. m.) L'ospedale di Vittorio Veneto SANITÀ VENETO PIANO E SERV. SANIT REG.VEN. Pag. 30 NAPOLI Responsabilità dei medici Arrivano da Napoli le proposte di riforma della Legge Balduzzi (189/12) in tema di responsabilità professionale del personale sanitario. La XII Commissione Affari sociali della Camera ha infatti ascoltato in audizione tecnica 1 Associazione per la tutela dei diritti umani «Valore uomo». Tra le proposte fatte, l'adozione di un Testo unico per armonizzare tutte le leggi in materia e la stipula obbligatoria di coperture assicurative da parte delle Aziende sanitarie per medici e infermieri. SEGRETERIA GEN & PERSONALE Pag. 31 Medicina Studio di dieci anni pubblicato sul Lancet e firmato Umberto Veronesi: nei casi iniziali tutta la cura in sala operatoria Tumore al seno, una sola radioterapia per guarire Tumore al seno, diagnosi precoce, intervento di asportazione minima, test del linfonodo sentinella, radioterapia intraoperatoria prima di richiudere. E ritorno alla vita quotidiana, guarite con danni quasi nulli. Ecco il nuovo percorso chirurgico che oggi si può applicare quando un cancro aggredisce il simbolo più importante della femminilità: il seno. L'ultima novità è la consacrazione scientifica della radioterapia intraoperatoria. Quanto lontani gli anni '80, quando il percorso chirurgico era devastante: asportazione totale del seno e dei muscoli sottostanti, via tutti i linfonodi del braccio dalla parte del tumore, cicli di chemioterapia e di radioterapia, basse probabilità di successo (si salvava meno del 40% delle pazienti). La sfera psicofisica della donna più che mutilata. Lo stesso tumore oggi colpisce di più (30 mila nuovi casi ogni anno), ma la guarigione tocca l'85% e senza mutilazioni sembra una malattia come un'altra. La radioterapia intraoperatoria è l'ultima carta vincente. A giocarla, ancora una volta nella storia della medicina, è stato Umberto Veronesi. E una pubblicazione sull'autorevole Lancet lo ha consacrato. Il direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) ha dichiarato guerra totale al cancro nel 1952, quando scelse la specialità meno gratificante all'epoca per un giovane medico: l'oncologia. Consapevole, fin dal primo istante, che la salvaguardia dell'unità psicofisica dell'individuo è il quid vincente. Controcorrente in anni nei quali il dogma era «tagliare, tagliare, tagliare», e senza garanzie sul risultato. Il suo primo passo controcorrente, nel 1981, quando il mondo scopre la quadrantectomia (l'asportazione di un solo quadrante del seno): lo sconosciuto chirurgo italiano occupa la prima pagina del New York Times con ben otto colonne, dopo la pubblicazione sulla rivista scientifica New England Journal 0/ Medicine. Oggi, 32 anni dopo, un secondo passo chiave: la chiusura del cerchio in sala operatoria. Un tumore al seno diagnosticato in tempo (i controlli sono alla portata di tutti e non farli è un vero autogol) si risolve in sala operatoria Onpeta unita p l'antnrpvnlp Lancet, insieme a Lancet Oncology, a pubblicare due studi, uno dello Ieo di Milano e l'altro dell'University Colìege London, che confermano l'efficacia della radioterapia effettuata in sala operatoria, prima di ricucire l'opera del bisturi. L'idea di Veronesi risale al 2000, quando un gruppo di ingegneri e fisici romani riesce ad assemblare un macchinario per la radioterapia così piccolo e mobile da poterlo portare in sala chirurgica. Subito Veronesi ne intuisce i vantaggi: evitare alle pazienti di tornare in ospedale ogni giorno per 6 settimane per fare le sedute di radioterapia esterna, ridurre il campo dell'irradiazione del seno al solo quadrante che è sede del tumore, limitare al minimo la dose radiante alle zone vicine (con danni e nessun beneficio). E allo Ieo parte la sperimentazione. Si usa il metodo Eliot(Electron intra operative therapy): un acceleratore lineare con un braccio mobile che concentra il fascio di elettroni direttamente sull'area da irradiare per 3 minuti, subito dopo la rimozione della parte malata della ghiandola mammaria. Sono state selezionate 1.305 pazienti con tumore iniziale, can- Le donne dello studio Ieo Operate con la quadrantectomia, metà trattate con radioterapia intraoperatoria e metà con la radio classica: stessi risultati dopo 10 anni didate alla quadrantectomia: metà delle donne è stata trattata con Eliot durante l'intervento, l'altra metà con radioterapia esterna tradizionale. A10 anni i due gruppi hanno mostrato un'identica sopravvivenza, intorno al 95%, anche se la percentuale di recidive è risultata lievemente più alta (2.5% rispetto a 0.4%) nel gruppo sottoposto a Eliot. Il lavoro dello Ieo è firmato da Umberto Veronesi e da Roberto Orecchia, direttore della Radioterapia. E ora? Le donne di nuovo si devono mobilitare. A livello internazionale. Perché? Bastano i numeri italiani per capire: solo 41 centri sono attrezzati per la radioterapia intraoperatoria e sono principalmente al Nord. Calabria, Campania e Puglia ne hanno uno solo. La Sardegna nessuno e da un'isola è difficile spostarsi. Basta per mobilitarsi. Mario Pappagallo ^0 @Mariopaps Mila nuovi casi all'anno E' l'incidenza del tumore al seno. Sempre alta, ma oggi si guarisce nell'85% dei casi. Quarant'anni fa si salvava meno della metà delle malate r MEDICINA & FARMACOLOGIA Pag. 32 No alle cure con stamina per Noemi La piccola Noemi non potrà sottoporsi a cure con il metodo Stamina. Lo ha deciso il giudice del lavoro dell'Aquila, Annamaria Tracanna, che lo scorso 18 novembre aveva ricevuto un ricorso d'urgenza da parte dei genitori della bambina di Guardiagrele (Chieti). Noemi, 18 mesi, ricevuta nelle scorse settimane in udienza privata da Papa Francesco, è affetta da atrofia muscolare spinale (Sma 1). I suoi genitori avevano chiesto che potesse curarsi presso l'azienda ospedaliera Spedali civili di Brescia dove viene praticata la cura. Dopo il rigetto dei giudici di Chieti, dunque, anche il giudice del lavoro dell'Aquila ha detto no. «Una brutta notizia, è disarmante. Di fronte a una situazione del genere chi sta decidendo per lei deve capire che si stava rischiando di perderla», ha spiegato Andrea Sciarretta, il papà della bimba che da ieri è in ospedale a causa di una grave crisi. «Ci stava lasciando, aveva già perso i sensi, l'abbiamo praticamente salvata a casa con l'ossigeno — prosegue l'uomo —. Oggi sta un po' meglio ma la stanno comunque tenendo sotto controllo. MEDICINA & FARMACOLOGIA Se non ci fosse più, oggi sarebbero corsi tutti a dire che ci sono vicini. Noi abbiamo chiesto che a nostrafigliasia garantito il diritto a curarsi, solo questo. Ormai tutti conoscono la sua storia, grazie al Papa. Cosa ha fatto di male per meritare questa indifferenza?». Pag. 33 Stamina, a Roma l'ira dei malati "Decidiamo noi come curarci" Ma l'esperto: "Su di voi una speculazione degna di Wanna Marchi" IL MINISTRO «Si pubblichi il metodo Occorre fare chiarezza, non marketing» ANDREA MALAGUTI A rturo Folgore, del comitato «Civico 117a», agguanta il microfono. Grida. «L'avete voluto voi. Ora non ci possiamo più fermare. Questo sangue ricadrà sulla vostra coscienza». Qualcuno, nella tenda dietro di lui, in piazza Montecitorio, accende uno stereo. La cavalcata delle Valchirie. Per terra tre fotografie. Sono quelle del ministro della salute, Beatrice Lorenzin, del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e del primo ministro Enrico Letta. E l'ora di pranzo. Le strade del centro sono bloccate da una serie di manifestazioni gemelle a quella che si svolge alla Camera. Via del Tritone. Via del Corso. Piazza Venezia. Traffico in tilt. Centinaia di persone con cartelli che dicono: «Il corpo è mio. La malattia ce l'ho io. Voglio decidere io come curarmi. Sì a Stamina». Un uomo calvo, in preda a una rabbia poco improvvisa, prende a calci le foto. «Schifosi. Pezzi di merda». Applausi. Anche da una pattuglia di ultras della Salernitana, arrivati a Roma per offrire il proprio appoggio al santone Davide Vannoni, il laureato in filosofia che giura di essere in grado di restituire la speranza ai malati di Sia o di atrofia muscolare spinale. Ci crede davvero o è una Wanna Marchi 2.0. di quelle che ormai sono spuntate ovunque? «Questa vicenda è assai peggiore di quella di Wanna Marchi. Qui si specula su persone deboli, malate, usate strumentalmente, sottoposte a trattamenti pericolosi. È una colossale mistificazione a fini commerciali, in Italia come altrove nel mondo», dice il professor Paolo Bianco, uno dei più importanti esperti italiani di cellule staminali mesenchimali. Rumore. Urla. Qualche braccio teso. In piazza Montecitorio ci sono anche militanti del Fronte Nazionale. Ma che ci fanno in mezzo ai malati? Alle carrozzine? A mamme che mostrano disperate i propri bambini incapaci di muovere le braccia, le gambe, di guardarli negli occhi? Che cosa vogliono? Qualcuno rimette le foto al loro posto. Poi un gruppo di una cinquantina di persone si stringe attorno a Folgore. «E' il momento. Non ci hanno voluto ricevere. Ora vedranno». Indossano magliette nere con la scritta: «non ho più voglia di morire». C'è la polizia. Ci sono i carabinieri. Le ambulanze. Gli infermieri con le barelle. Le telecamere. E tutto molto teatrale. E lo spettacolo annunciato è il suicidio. Due uomini su una sedia a rotelle, Sandro Biviano e Roberto Meloni, ammalati di distrofia muscolare (una forma degenerativa, ma non letale), prendono il centro della scena. Marco Biviano, in carrozzina anche lui, guarda il fratello. «Non lo fare», sussurra. Ha lo sguardo vitreo. La voce gli trema. La tensione sale assieme alla musica. Sandro e Roberto prendono una siringa e se la ficcano in un braccio. Succhiano sangue. E poi lo lasciano colare sulle foto. «Da qui ci portano via con una bara. Per noi non ci sono cure. Perché ci vietano questa?». Gli infermieri sono pronti a intervenire. Li ferma prima una telefonata che arriva da Palazzo Chigi. «Ci ricevono, ci ricevono», MEDICINA & FARMACOLOGIA assicura Folgore. E tutto assurdo. Vannoni replica alle agenzie un concetto già espresso in radio da Fiorello. «Queste persone stanno morendo. Non si possono prendere per il culo. Evidentemente basta dissanguarsi per farsi ricevere da un politico». Chi è che gioca con la vita degli altri? E perché Fiorello, dopo Celentano, rilancia la sua causa? Decine di ragazzi in carrozzina pendono dalle sue labbra. E il loro pifferaio magico. La loro guida. Michele, che ha 23 anni, e in carrozzina ci è finito appena nato per colpa di un errore medico, ha uno di quei sorrisi veloci che non ti lasciano più andare. «Perché non ascoltano Vannoni?», chiede. «Non hai paura che ti sfrutti?», gli risponde una signora in lacrime. «Perché gli altri che fanno?», replica lui. L'incontro con la Lorenzin salta. Lei è a Trieste. E gli esperti di Palazzo Chigi, disposti a incontrare i malati , si rifiutano di vedere Vannoni. «Qui la speranza e la compassione non c'entrano niente. Praticare trattamenti pericolosi non è né dare speranza né avere compassione. I tumulti di piazza per forzare regole che proteggono i pazienti servono a promuovere interessi ben diversi. Migliaia di malati ne sono consapevoli»», aggiunge il professor Bianco. «E mi dispiace, ma le star del mondo dello spettacolo non hanno titolo a parlare di malattie e terapie. E grave che lo facciano. Smettano di farlo». Da Trieste il ministro Lorenzin dice: «Si pubblichi il metodo Stamina. Su questa vicenda è necessario fare chiarezza scientifica. Non marketing». Un centinaio di manifestanti prova a sfondare il cordone di sicurezza schierato all'ingresso della Camera. Qualcuno riempie l'aria con la musica dei Doors. «This is the end my beautiful friend». Questa è la fine amico mio meraviglioso. Buio. I cortei si sciolgono. Chi lo ferma questo disastro? Pag. 34 Ma altre associazioni di malati non ci stanno: Vannoni si rifiuta di far provare la metodica B asta malati in piazza. Basta strumentalizzazioni. A chiederlo sono le stesse associazioni di malati che non si identificano con questi metodi di protesta. Famiglie Sma vive da mesi la difficoltà di continui attacchi da parte di Stamina. E ha tenuto una posizione di rispetto e difesa prima di tutto dei malati e delle famiglie. Moltissimi dei bambini mostrati nelle immagini dei video sono malati di sma 1, la forma più grave. Daniela Lauro è senza parole per quanto successo ieri: «Cercare di forzare la coscienza politica con questi gesti estremi per un metodo che tutta la scienza ha bocciato lascia senza parole dice -. I malati dovrebbero manifestare contro Vannoni che non ha dato loro la reale possibilità di provare il metodo non contro il resto della società civile». Interviene anche Mario Melazzini, malato, assessore in Regione Lombardia e presidente dell'agenzia di ricerca sulla Sia Ansia: «Manifestazioni durissime come quelle che si sono verificate in piazza Montecitorio mettono solo a rischio la vita dei malati». E aggiunge: «È fondamentale la spe- ranza per i malati, ma deve essere alimentata seguendo un percorso di ricerca svolto in maniera serio e corretto, per arrivare a soluzioni efficaci. Ci sono criteri, metodi, indicatori che mettono in evidenza l'efficacia o meno di un protocollo di cura ed è pertanto necessario che ogni passo compiuto sia fedele a quanto stabilito dalla comunità scientifica nazionale e internazionale, nonché aderente alla legislazione e ai protocolli vigenti nel rispetto anzitutto della sicurezza dei soggetti coinvolti, oltre che degli operatori e delle strutture sanitarie». Franco Bomprezzi presidente di Ledha è categorico: «Questa vicenda è stata gestita malissimo dall'inizio anche da chi ha responsabilità politiche pubbliche, avallando un dubbio che non doveva esserci fin dall'inizio. La manifestazione di ieri è il punto più basso di una vicenda che dovrebbe concludersi con provvedimenti molto duri a tutela soprattutto delle persone in buona fede. La ricerca è un'altra cosa». Francesca Tiizito Famiglie Sma:forzare la coscienza politica così lascia interdetti.Arisla: simili eventi mettono solo a rischio i malati. Ledha: è il punto più basso MEDICINA & FARMACOLOGIA Pag. 35 Salute La prima vittima, un commercialista che pesava 87 chili e voleva rimettersi in forma Due morti per le pillole dimagranti Indagati Nas, farmacisti e funzionari Il pm: omessi controlli su una sostanza considerata tossica ROMA — Due vittime provocate dalla pillola per dimagrire a base di fendimetrazina preparata nei laboratori delle farmacie. Ora per i decessi avvenuti tra il 2009 e il 2011 la Procura chiede il conto al capitano dei carabinieri Marco Darti, responsabile dei Nas fino allo scorso settembre. Il pm Francesco Dall'Olio ha chiuso le indagini sulle responsabilità legate alle morte di Luigi Marzulli e Ombretta Rubeghi. Nella lista degli indagati — rispondono di omissione in atti d'ufficio — oltre al militare dell'Arma figurano cinque funzionari del ministero della Salute, un dirigente della Asl e quattro farmacisti. Secondo l'accusa, Datti avrebbe dovuto organizzare controlli periodici nelle farmacie per impedire che i titolari preparassero composti galenici. Di conseguenza, l'allora capo dei Nas sarebbe responsabile di aver permesso che i farmacisti Anna Lucia Ricci, Franco Donati, Marica Siciliano e Emanuele Coli sviluppassero nei retro- bottega delle loro attività commerciali le pillole poi vendute alle vittime. In cima alla catena dei colpevoli, secondo il magistrato, figurano però i funzionari del ministero della Salute impiegati nella Direzione generale dei dispositivi medici e dei servizi farmaceutici. Si tratta di Marcella Marletta e Giuseppe Ruocco, che hanno ricoperto il ruolo di direttori generali, mentre Germana Apuzzo, Paola D'Alessandro e Diego Petriccione sono stati a capo dell'Ufficio VTII stupefacenti, una sotto-sezione del medesimo comparto del dicastero: il loro compito sarebbe stata la predisposizione delle direttive generali da impartire al Nas affinché i carabinieri operassero i controlli sul territorio in modo efficace. «L'accusa non considera che una serie di decreti ministeriali è stata sospesa e poi del tutto abrogata dal Tar», sostiene l'avvocato Michele Gentiloni Silver]', difensore della Marletta. «Inoltre alla mia assistita si imputa di non aver preso nessuna decisione: al contrario, è proprio lei che nel 2011 ha inserito la fendimetrazina nella lista delle sostanze stupefacenti». Tra gli indagati, anche Paola Cocito, responsabile della Vigilanza Farmacie della Asl\A di Roma. La prima vittima degli omessi controlli previsti dalla legge è Marzulli, commercialista. Nel maggio 2008 pesa 87 chili e cosi decide che è arrivato il momento di rimettersi in forma. Con la prescrizione del medico si reca nelle farmacie della Ricci e di Donati, che gli preparano le pillole a base di fendimetrazina indicate dal dottore. In tre mesi perde undici chili ma, nel contempo, avverte una forte tachicardia. Sceglie di sospendere la curafinoa novembre e quando sente che i malesseri sono svaniti, riprende la dieta. Ma il 7 febbraio del 2009 muore. La storia di Ombretta Rubeghi, 37 anni, libera professionista, è simile. La donna, una parruc- Negli anni Novanta I composti negli anni 90 dovevano essere inseriti tra gli stupefacenti e nel '99 venne chiesto il ritiro A ottobre La disposizione che vietava la produzione in Farmacia è stata annullata a ottobre GIURISPRUDENZA chiera, è obesa. Pesa 120 chili. Comincia la dieta a marzo del 2011 e in pochi mesi dimagrisce di 40 chili. Anche lei va comprare le pillole che gli sono preparate dalla Siciliano e da Coli. La donna muore nell'agosto del 2011. Per comprendere le ragioni dell'accusa bisogna fare un salto agli anni go, quando si stabilisce che la fendimetrazina deve essere inserita nella tabella uno degli stupefacenti. Il disposto legislativo rimane però di fatto inapplicato. Nel 1999 l'Ema (l'agenzia europea dei farmaci) stabilisce il ritiro dal commercio dei medicinali che contengono fendimetrazina. Nel 2000 il ministero della Salute si adegua con un decreto che vieta ai farmacisti di preparare i composti galenici. Il provvedimento viene annullato dal Tar a ottobre scorso. Ma intanto dal 2 agosto 2011 la fendimetrazina compariva tra le sostanze stupefacenti «con forte potere tossicomanigeno e suscettibili di abuso». Giulio De Santis Pag. 36 Le leggi Il divieto Negli anni Novanta si stabilisce che la fendimetrazina deve essere inserita tra gli stupefacenti: ma il dispositivo rimane inapplicato. Nel 1999 l'Agenzia europea dei farmaci stabilisce il ritiro dal commercio dei farmaci che contengono la sostanza. Nel 2000 un decreto vieta ai farmacisti la preparazione. Solo dall'agosto 2011 appare però tra le sostanze stupefacenti L'annullamento Mail provvedimento è stato annullato dal Tar a ottobre GIURISPRUDENZA Pag. 37 RISARCITA CON 72MILA EURO Seno asportato per sbaglio: paga l'ospedale Milano Le hanno asportato un seno e lei da anni convive con un complesso che la mette in difficoltà. Ma il tumore non e' era e l'intervento subito si è rivelato inutile. Questa la storia di Nadia P., operata nel dicembre del 2000 all'Humanitas di Rozzano, in provincia di Milano. Dopo tredici anni, il Tribunale di Milano ha decretato l'inutilità di quell'operazione (e soprattutto di quell'asportazione), tanto che il giudice AndreaBorrelliha accolto l'istanza della donna e ha stabilito un risarcimento di 72.509 euro a carico dell'ospedale. Alla cifra si devono aggiungere gli interessi maturati in questi anni e le spese di giudizio, fissate in 6.500 euro. Ma si tratta pur sempre di meno di 80mila euro per riparare a un danno che Nadia si porterà appresso per tutta la vita. Il tribunale riconosce l'errore medico e, in parte, la ferita psicologica. Dal canto suo, la direzione sanitaria dell'Humanitas, ricostruisce il percorso medico che ha portato all'asportazione del quadrante destro del seno della paziente e parla di «forti sospetti di malignità». Insostanza,lanaturadellalesione non era apparsa chiara dagli esami diagnostici pre operatori. Per questo i medici programmaronouninterventochirurgico per rimuovere la lesione sospetta ed escluderne la malignità. Tuttavia l'esame GIURISPRUDENZA istologico, effettuato come sempre sul materiale organico asportato in sala operatoria, non confermò il tumore maligno. Confermò tuttavia la presenza di una lesione «con una potenziale aggressività». In questo caso si parla di tumori desmoidi, che da un momento all'altro, insomma, potrebbero trasformarsi dabenigniinmaligni. La decisione di intervenire quindi non fu campata per aria ma venne presa come estrema precauzione per salvaguardare la salute della donna. E se da un lato fu bello sentir escludere la diagnosi di un cancro, dall' altro fu unabottaincredibile pensare di aver deturpato il proprio corpoper sempre. Eper niente. Mas Pag. 38