N. 2 - Giugno 2010

Transcript

N. 2 - Giugno 2010
IL
G IO R NA L E
DEI
R AGA Z Z I
S
P
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C
IA
LE
Associazione AMICI DI YPSILON - Via Verdi, 2 - 85021 Avigliano (Pz) - www.amicidiypsilon.org - [email protected]
n. 3
Registrazione Tribunale di Potenza n. 245 del 18.11.97 -
Maggio 2010 - Anno XV
CO ST R UT TO R I
D I PAC E
Gli alunni della rete scolastica
federiciana raccontano le loro
esperienze per l’educazione alla
cittadinanza europea, ai diritti
umani, alla costituzione, alla pace
e alla solidarietà sul giornale
25 anni di impegno e di passione
per l’educazione alla PACE e alla SOLIDARIETA’
Giuseppe Coviello
Dirigente Istituto comprensivo “Tommaso Claps” - Lagopesole
Il numero speciale di YPSILON con la sintesi
di quanto gli alunni delle scuole “in rete” hanno
realizzato per il progetto di “Educazione
alla Cittadinanza europea, ai Diritti umani,
alla Costituzione, alla Pace e Solidarietà è in
stampa.
Ce l’abbiamo fatta! Non era facile e scontato
raggiungere tutti gli obiettivi che la rete di
scuole aveva ipotizzato e programmato nel
corso dell’anno. Possiamo essere soddisfatti.
Abbiamo unito le forze, abbiamo dato spazio
e voce ai nostri alunni; abbiamo realizzato
momenti di confronto e di riflessione sulle
tematiche del progetto educativo.
La realizzazione del giornale on-line “Foglio
su Foglio” era una novità e per certi versi
una scommessa con noi stessi, consapevoli
dell’inesperienza
e
delle
difficoltà
organizzative, che attività come queste
comportano.
Il giornale on-line, questo numero speciale
di Ypsilon, la tavola rotonda del 7 maggio e
la giornata conclusiva del progetto ripagano
tutti del lavoro compiuto all’interno delle
scuole con passione, secondo le rispettive
competenze.
Non è facile far passare, in questo momento,
sul filo della memoria 25 anni di attività
finalizzata all’educazione alla PACE e alla
SOLIDARIETA’, con l’obiettivo di realizzare
una scuola autenticamente formativa ed
in grado di suscitare interesse e offrire
motivazioni agli alunni per l’acquisizione dei
“saperi” e conferire “un senso” al proprio
progetto di vita.
Il progetto educativo nel corso degli anni
ha coinvolto tante scuole della Basilicata
e per due anni, anche scuole della Sicilia,
della Campania e del Molise, arricchendosi e
modificandosi, tenendo conto dell’esperienza
acquisita e delle diverse esigenze formative.
Quante emozioni! Quanta passione! Quanti
sogni e speranze delle migliaia di ragazzi e
centinaia di docenti che, ogni anno, hanno
dato luogo alla giornata conclusiva, con il
sogno e la speranza di una società fondata
sul reciproco rispetto, spirito di tolleranza e
sulla solidarietà.
Anno dopo anno, ininterrottamente, siamo
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giunti a questo 25° anno che rappresenta
un primo traguardo importante, con la
costituzione ed il consolidamento dell’accordo
di rete tra le scuole.
Questa è la strada che occorre percorrere
nel futuro: unire le forze e le poche risorse
finanziarie, ma, anche, valorizzare le risorse
umane e professionali, per dare ampio respiro
all’attività educativa e didattica delle scuole,
valorizzando le potenzialità dell’autonomia
scolastica.
Al termine di questo affascinante percorso
e della mia attività professionale esprimo
un sentito ringraziamento ai colleghi, ai
docenti-referenti delle scuole in rete, a
tutti i docenti che nel corso degli anni hanno
voluto condividere il progetto della Scuola
“Tommaso Claps”.
Un ringraziamento particolare esprimo al
direttore di Ypsilon, Lello Colangelo, per
quanto ha fatto per la nostra scuola nel corso
degli anni e per la disponibilità a condurre
per mano i ragazzi nella positiva esperienza
della tavola rotonda degli ultimi due anni e
per l’insostituibile attività professionale, che
ha reso possibile la pubblicazione di questo
numero speciale di Ypsilon.
Le scuole in rete
Direzione Didattica Avigliano
I.C. Avigliano
I.C. Bella
I.C. Filiano
I.C. Lagopesole
I.C. Oppido
I.C. Pescopagano / Rapone
I.C. Pietragalla
I.C. “Settimo” Potenza
S.M. “Granata” Rionero
I.C. Ruoti
I.C. San Fele
I.C. Tito
I.C. Vietri di Potenza
IPAA “G. Fortunato Lagopesole
ISIS “Pitagora” Montalbano Ionico
IPIAS “Giorgi” Potenza
ISIS “Fortunato” Rionero
ISIS “Levi” Rionero
fogliosufoglio
L’amicizia è un sentimento speciale, avere
tanti amici ci aiuta a stare meglio e a
vivere più sereni.Ci sono momenti in cui
occorre
farsi un po’
da parte,
senza però
voltare le
spalle se
ci viene
chiesto
aiuto.
I veri amici
sanno essere pazienti, non ci lasciano
soli nelle difficoltà e se li allontaniamo
sono sempre presenti e sanno trovare la
parola giusta al momento giusto.
Un vero amico è un bene prezioso perché
sa darci una mano quando ne abbiamo
bisogno e sa apprezzare le nostre
qualità.
Nell’amicizia è fondamentale l’aiuto
reciproco per stare bene insieme.
Tante volte un sorriso e una carezza
valgono più di mille parole.
“Chi trova un amico trova un tesoro con
cui condividere le proprie emozioni”
Classe IV B
LA DIVERSITÀ ... QUALCOSA DI BELLO
Per noi, la diversità è qualcosa che ci
distingue anche se, in fondo, siamo
tutti uguali.Si riconosce infatti
la persona di colore, l’emarginato,
l’ammalato che vediamo diverso per il
solo fatto che non ci rassomiglia. Se
noi considerassimo la diversità come
qualcosa di bello, a cui avvicinarsi
senza paura, potremmo avere tanti
amici, superando così la diffidenza nei
confronti di persone che sono diverse
da noi solo per le caratteristiche fisiche
e culturali ma, come tutti noi, cittadini
del mondo.
UN PRESEPE ECO-SOLIDALE
Come ogni anno, facendo riferimento alla
programmazione, si è dedicato ampio
spazio alla festa del Natale, per i valori
universali che lo stesso avvenimento
trasmette.
Le insegnanti e i bambini delle sette
sezioni della scuola dell’infanzia di
Avigliano hanno allestito il Presepe,
rappresentando la storia di Gesù a
partire dall’Annunciazione fino all’arrivo
Direzione Didattica Silvio Spaventa Filippi - Avigliano
UN SORRISO E UNA CAREZZA
VALGONO PIÙ DI MILLE PAROLE
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fogliosufoglio
Direzione Didattica Silvio Spaventa Filippi - Avigliano
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dei Re Magi.
Per la realizzazione sono stati privilegiati
materiali ecologici e poco costosi, come
stoffe, legumi, pasta, che diventano
divertenti e suggestivi oggetti decorativi
in grado di sviluppare nei bambini non
solo suggestioni e manualità ma anche la
UN’AMICA SPECIALE
loro globale sensorialità.
Per sensibilizzare la solidarietà, inoltre,
è stato allestito un mercatino di addobbi
natalizi creati dai bambini con l’aiuto delle
insegnanti; il ricavato sarà devoluto ai
bambini meno fortunati.
Scuola dell’ Infanzia
La storia della “Renna Marforia”
Il primo giorno di scuola abbiamo trovato
in classe, oltre alle nostre maestre, una
maestra nuova: la maestra Anna che ci
ha informato che quest’anno avremo
con noi una nuova compagna: Eleonora.
Eleonora, a causa dei suoi problemi
di salute, non avrebbe frequentato la
scuola, ma sarebbe venuta a trovarci solo
qualche volta mentre noi a gruppetti,
accompagnati dall’insegnante, saremmo
andati a casa sua. Il secondo giorno di
scuola Eleonora, accompagnata da sua
madre, è venuta a trovarci. Le emozioni
provate sono state tante: felicità, il timore
di spaventarla facendo rumore, l’allegria,
la tenerezza mentre le parlavamo e la
accarezzavamo. Al termine di questo
incontro ognuno di noi si è reso conto di
aver ricevuto un “dono speciale” e che
dobbiamo impegnarci per costruire e,
gradualmente consolidare questo legame
imparando con i fatti cosa significa
AMORE, AMICIZIA e SOLIDARIETA’.
L’insegnante di sostegno di Eleonora va
a casa sua ogni giorno e rappresenta il
nostro legame con lei, perché ci porta
notizie della nostra compagna e a lei
racconta di noi. Per Natale insieme alle
nostre insegnanti, abbiamo pensato di
realizzare per Eleonora un libro tattile e
abbiamo registrato la lettura del testo
con le nostre voci. La storia che abbiamo
scelto è quella della “Renna Marforia” e
tutti insieme abbiamo inventato il finale
della storia: Marforia era una renna
diversa dalle altre perché non aveva le
corna. Il suo desiderio più grande era
quello di trainare – insieme alle altre
renne – la slitta di Babbo Natale, ma a
causa della sua ‘diversità’, veniva sempre
esclusa. Un giorno però – quando le
altre renne si erano impigliate con le
corna tra i rami degli alberi, Marforia
risultò molto utile perché Babbo Natale,
grazie alla sua collaborazione, riuscì a
consegnare tutti i regali per tempo. Al
termine delle consegne Babbo Natale
voleva ricompensare la Renna Marforia
regalandole le corna ma lei rifiutò perché
si piaceva così e perché, salvando la festa
del Natale, aveva capito di avere anche
lei un grande valore. Prima delle vacanze
natalizie alcuni di noi sono andati a casa di
Eleonora a portarle questo nostro dono,
a farle gli auguri di Natale e a cantarle,
accompagnate dalla chitarra suonata da
una compagna di classe, canzoni natalizie.
Anche questo incontro è stato pieno
di emozioni che i compagni che hanno
vissuto direttamente hanno poi trasmesso
a quelli che erano rimasti in classe. La
conoscenza di Eleonora ci ha permesso di
capire che anche se siamo diversi, siamo
tutti preziosi perché ognuno ha da dare
qualcosa agli altri. Infatti, ogni volta che la
incontriamo, noi cerchiamo di comunicare
ad Eleonora il nostro affetto in vari modi e
lei ci regala emozioni e sensazioni che non
avevamo mai provato prima di conoscerla.
ClasseVA
fogliosufoglio
Ci piacerebbe un mondo senza tristezza e con molta felicità.
Per noi la pace è una cosa molto
importante perché se non ci fosse
avremmo un mondo pieno di guerre e di
confusione .
Purtroppo quotidianamente assistiamo a
violenze di ogni genere condizioni molto
lontane dalla convivenza pacifica. Ci
piacerebbe un mondo senza tristezza e
con molta felicità.
Siamo contro la violenza,le armi e i
vari tipi di droghe vorremmo anche
che i clandestini facciano una vita più
anquilla,come la nostra.
Vorremmo che la gente smettesse di
rubare e uccidere.
La pace serve ad aiutare alcune persone
che a causa della povertà sono costrette
a rubare.
La pace è un simbolo per fare amicizia e
conoscere nuove persone.
La COSTITUZIONE – Le Istituzioni –
Visita guidata alla Provincia di Potenza
Gandhi disse –Io ho fiducia nella
giustezza della nostra causa, e nella
durezza delle nostre armi…-.
La guerra si può combattere anche senza
armi, oggi moltissime guerre mietono
migliaia di vittime.
La pece consiste nell’ essere tutti uniti.
A volte i capi di governo non capiscono
i veri problemi della gente, con riforme
assurde cercano acquisire più potere
NAPOLI Politeama: L’ENEIDE
Alla ricerca delle nostre RADICI
senza salvaguardare il popolo;che non
riesce a far fronte alla sopravvivenza,per
questo ancora molti paesi vivono
condizioni precarie.
Molte associazioni,come i medici senza
frontiere e la croce rossa ,operano
per aiutare i popoli in difficoltà ,come
la striscia di Gaza e Haiti,rischiando
la propria vita. La pace è un concetto
difficile da realizzare ma se fosse
obiettivo comune, non impossibile.
Per noi le pace è molto importante perché
trasmette messaggi d’ amore e di gioia.
Tutti dovrebbero prendere l’ esempio di
Gandhi e Eistein.
I capi di stato dovrebbero riflettere
con scrupolosità per salvaguardare ad
ogni costo l’ incolumità e la sicurezza dei
popoli.
Se si sviluppasse una guerra odierna
moriremmo tutti.
Per evitare tutto questo bisognerebbe
pensare ognuno al prossimo futuro;
abolire le armi in tutto il mondo e
riciclare per produrre oggetti quotidiani.
La pace secondo noi è stata creata per
mantenere la tranquillità sulla terra .
Per realizzarla bisognerebbe che il mondo
la pensasse allo stesso modo ma non
sempre è così.
Scuola secondaria 1° grado
Classi 1^A e 1^B
Istituto Comprensivo – Bella
LA PACE È UN SIMBOLO PER FARE AMICIZIA
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fogliosufoglio
Istituto Comprensivo – Filiano
Il Parlamento dei Bambini
Un gioco per avvicinarsi alla politica
Il vostro pomeriggio è piuttosto
noioso perché fuori piove e avete
esaurito tutti i giochi possibili? C'è
un'opportunità da non perdere! Potete
provare l'emozione di diventare deputati
per un giorno e creare da voi una nuova
legge.
Andate sul sito HTTP://bambini.
camera.itgioco/index.HTML, datevi un
volto interessante, con un bel segno
particolare e partite per l'avventura!
Perché? Perché il vostro alter-ego è il
nuovo candidato alla Camera dei Deputati.
Dopo “normali” elezioni, il vostro avatar
raccoglierà in giro per l'Italia i bisogni
dei suoi concittadini, ne sceglierà uno
e formulerà la proposta di legge da
presentare al Presidente della Camera.
Il gioco non finisce qui! Dovete
superare ancora altri livelli: il lavoro
in commissione, la discussione nell'aula
di Montecitorio, la votazione degli
emendamenti.
Siete quasi giunti alla fine del gioco! Dopo
la votazione dei diversi emendamenti,
la legge verrà approvata dalla Camera,
dal Senato e infine controfirmata dal
Presidente della Repubblica.
Adesso, alla fine del viaggio, regalatevi
un po' di relax! Il gioco è finito: è vero!
Nel frattempo però, avete messo in
pratica gli articoli 70, 71, 72, 73 della
Costituzione italiana. Godetevi il meritato
BALLO FINALE!
Come nasce una legge
Il Parlamento dei Bambini è un gioco
interattivo che si trova sul sito della
Camera dei Deputati. E' facile da
scaricare sul vostro computer, basta
cliccare l'apposito link che trovate nella
Homepage del sito.
Il gioco spiega l'iter di formazione di
un legge: da quando nasce a quando
viene approvata. Questo però non è il
suo unico scopo. In modo divertente
infatti, i ragazzi scoprono la funzione
di importanti istituzioni italiane ed
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“entrano dentro” la Costituzione: negli
articoli 70, 71, 72 e 73, quelli che parlano
del “cammino della legge all'interno
del Parlamento”. Il gioco ha lo scopo di
avvicinare i giovani alle istituzioni italiane
per renderli consapevoli e partecipi della
vita democratica del nostro paese.
Ragazzi! Giocate al Parlamento dei
Bambini perché è divertente, è semplice
e perché vi avvicinerete al mondo della
politica: un mondo solo in apparenza
lontano dalla nostra quotidianità.
fogliosufoglio
Cara Amica Mia del Kosovo,
mi chiamo Angelica, vivo in Italia, in un
piccolo paese della Basilicata, in provincia
di Potenza. La mia è una terra in cui regna
la Pace…
Io mi ritengo fortunata: ho tutti i diritti
salvaguardati, acqua, cibo ed energia in
quantità. Anch’io sono stata in un paese
povero con dei bei posti per i turisti ma
per la gente normale c’era poca acqua,
denaro ed energia.
Non trovo giusto che bambini come te
vedano la guerra. La Pace è un diritto di
tutti, nessuno escluso. La Pace “Porta
Amore Con Emozione” e non deve essere
trascurata. E’ la cosa più bella che ci
possa essere. La guerra è una cosa inutile
per i deboli.
La Pace è nel cuore di tutti ed è giusto
che nel cuore di tutti regni.
Saluti cari.
Aprile 2010
Angelica, classe IV A Scuola Primaria
VIVA LA SOLIDARIETA’!
Ciao, sono Donato, ho nove anni e abito
nella provincia di Potenza.
Io sono fortunato perché ho la
televisione, le mia camera e tante altre
cose… So che tu sei sfortunato e io posso
solo fare qualcosa per te: aiutarti a
venire in Italia, così starai bene, troverai
tanti amici, andrai a scuola, imparerai
tante cose e potrai diventare il migliore!
Vieni a trovarmi!
Donato, classe IV A Scuola Primaria
Istituto Comprensivo – Lagopesole
LETTERE A BAMBINI CHE HANNO VISSUTO LA GUERRA
PACE E SOLIDARIETÀ
Se c’è solidarietà
L’amore non mancherà.
Se c’è disagio e dolore
Ci vuole un po’ di amore.
I bambini sfruttati
non sono fortunati.
I diritti vanno rispettati
E salvaguardati.
Se c’è solidarietà
La Pace trionferà
E la Guerra più non ci sarà.
Alunni Classi IV A IV B Scuola Primaria
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fogliosufoglio
Istituto Comprensivo – Lagopesole
I DIRITTI VENGONO DA LONTANO ...
I diritti! Cosa c’è di più bello? Fin
dall’antichità i popoli aspiravano ad
avere diritti inalienabili tanto che in
Mesopotamia, 2000 anni a.c. vennero
redatti i primi codici che ne parlavano.
Sempre anticamente l’uomo si chiedeva
se esistesse un diritto ‘naturale’; i filosofi
greci come Aristotele affermarono non
solo che esso esistesse ma che fosse
anche regolato da leggi naturali. Il vero
passo in avanti si fece nel 1948, quando
l’ONU, scossa dalle barbarie della
Seconda Guerra Mondiale, promulgò
la ‘dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo’ che, pur non essendo una
convenzione indicava agli stati l’urgenza
di promuovere i diritti poiché, come disse
Eleanor Roosvelt, ‘ Se non si rispetta il
proprio vicino non si potrà mai rispettare
un estraneo ’ noi aggiungiamo soprattutto
se questi ha cultura, religione ed etnia
diverse. Ciò che ci sta più a cuore è
parlare di Amnesty International e
ammirare l’impegno che profonde per la
salvaguardia dei diritti e in particolare
per lottare contro la pena di morte.
Infatti in molti paesi a tuttora il diritto
alla vita viene violato, anche nei paesi
cosiddetti ‘più sviluppati ’ basti ricordare
che dove avvengono più esecuzioni
è la Cina, con circa 3500 uccisioni
annue. Stavamo parlando di Amnesty
International; questa è un’ organizzazione
non governativa senza fini di lucro che
ha lo scopo di promuovere il rispetto
dei diritti umani. E’ stata fondata il 28
maggio 1961 e ad oggi vi hanno aderito più
di 2.000.000 di persone. A. I. chiede a
tutti i governi di rispettare la sovranità
della legge e di attuare gli atti sulla
protezione dei diritti, svolge attività nel
campo dell’educazione ai diritti umani,
incoraggia altre organizzazioni simili e i
singoli individui a rispettare e sostenere
i diritti umani. Anche l’Italia ha aderito
a questa organizzazione; nata intorno
agli anni 70 ed oggi in forte crescita
annovera più di 90.000 iscritti. Infine
vorremo esporre un nostro pensiero:
per rispettare i diritti di ogni individuo
basterebbe accorgersi del fatto che la
libertà di ognuno si arresta quando viola
quella altrui.
Piero Lucia, Federico Possidente,
Francesco Coviello
2^A Scuola secondaria
Tutti
i bambini
hanno
diritto
ad avere
una
famiglia
Scuola dell’infanzia
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fogliosufoglio
Noi, come Martin Luther King, vorremmo un mondo dove ci sia posto solo per “uomini”
La parola pace richiama tristemente
quella di guerra. La guerra è una
situazione di conflitto armato tra due
o più Stati. La guerra però non è solo
questo, è anche un dramma che colpisce
l’animo della persone. Molte volte queste
vi partecipano, rischiando la vita, e
finiscono divise tra la speranza di un
futuro di pace e le realtà negative che
vanno a contraddire questa speranza.
Noi siamo fortunati, la guerra non la
conosciamo. I nostri nonni invece la
ricordano bene. Ricordano il tempo
in cui ogni minima cosa poteva essere
trasformata in un oggetto indispensabile
per la vita, ad esempio i paracaduti
usati come vestiti e le oscure grotte
trasformate in rifugio dalle bombe.
Questa guerra è per noi un racconto
ma che cosa succederebbe se i tanti
conflitti sparsi per il mondo divenissero
uno scontro totale? Milioni di feriti si
riverserebbero per le strade facendo
impallidire le peggiori pestilenze del
passato.
La parola pace richiama troppo spesso
quella di utopia e il suo senso di
irrealizzabilità. Noi pensiamo ad un
uomo come Gandhi e crediamo che oggi
il suo messaggio non debba essere
considerato utopistico bensì solo difficile
da realizzare perché la violenza ha preso
le redini del mondo.
Oggi ci sono “uomini agnello” e
“uomini leone” che ogni giorno sono in
contrapposizione e non trovano pace; noi,
come Martin Luther King, vorremmo un
mondo dove ci sia posto solo per “uomini”.
Uomini coraggiosi, capaci di far tremare
Imperi e razzismi. Capaci di lottare e
morire ma anche in grado di dire:”Com’è
bella la vita!”
Per noi queste parole vogliono dire
cogliere gli aspetti positivi lasciando da
parte quelli oscuri, vogliono dire che si
può partire perfino da una guerra per
costruire la pace.
Classe 3^ A Scuola secondaria
Istituto Comprensivo – Lagopesole
WE HAVE A DREAM FOR THE PEACE…
IL CRUCIVERBA DELLA COSTITUZIONE
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fogliosufoglio
Istituto Comprensivo – Lagopesole
DIRITTO ALL'ISTRUZIONE E RUOLO DELL'UNICEF
Noi ragazzi di I A abbiamo analizzato
gli articoli della Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani (art. 26)
e della Costituzione Italiana ( art. 3334) riguardanti il diritto all'istruzione
ed abbiamo constatato che ci sono
molti disagi nel mondo e non sempre i
diritti sono rispettati.
Nel mondo ci sono 125 milioni di bambini
che non sono istruiti, soffrono la fame,
la povertà, vivono in condizione di
sottosviluppo. Ci sono molti bambini e
ragazzi che hanno una grande voglia
di andare a scuola ma non possono a
causa delle gravi problematiche sociali
dei loro paesi. Ci chiediamo perchè i
potenti del mondo dicono che faranno
di tutto per aiutarli e poi fanno poco o
niente.
Se i paesi ricchi aiutassero le persone
e i bambini in difficoltà il loro stato
potrebbe progredire e migliorerebbe
la situazione di tutti. L'art 1 della
Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani e l'art.3 della Costituzione
Italiana affermano infatti, che tutti i
cittadini sono uguali in dignità e diritti
senza distinzione di razza, sesso,
religione cultura o altro. E' necessario
quindi che tutti i bambini abbiano le
stesse opportunità:, giocare, essere
curati, avere una famiglia, vivere in
condizioni di vita adatte, andare a
scuola.. E'.necessario peciò, aiutare
e sostenere le agenzie ed associazioni
internazionali dell'ONu, che cercano di
risolvere alcune situazioni di emergenza
con interventi specifici. . L'Unicef,
ad esempio, interviene per aiutare i
bambini dei paesi sottosviluppati o in
situazioni di emergenza , fornendo
libri, maestri, sovvenzionando
scuole,fornendo medicinali, sostenendo
campagne di vaccinazioni,intervenen
do in situazioni di calamità naturali,
portando elementi essenziali alla
sopravvivenza.
1^ A Scuola secondaria
LA SOLIDARIETÀ: se ci guardiamo intorno...
Molti bambini non possono andare a scuola
e non imparano a scrivere neanche una parola.
Non possono divertirsi a giocare
perchè devono lavorare.
Fanno fatica a trovare da mangiare
perchè il cibo continua a scarseggiare.
Così se ci guardiamo intorno
vediamo un mondo da aiutare.
E allora molti bambini
potranno mangiare e giocare.
Un mondo migliore costruiremo
se una mano ci daremo.
Aiutando una persona in difficoltà
dai una mano alla solidarietà.
5^A Scuola primaria
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fogliosufoglio
Noi alunni della classe I B della scuola
secondaria di I grado “T. Claps” di
Lagopesole, abbiamo realizzato come
contributo alla “dimensione” della pace,
un articolo dedicato alla correlazione
che intercorre tra le parole:
STRANIERO-MULTICULTURALISMOTOLLERANZA-PACE, di profonda
attualità nelle società odierne.
Lo straniero che noi chiamiamo
extracomunitario, è il cittadino che
vive in un paese diverso dal proprio.
Sin dall’epoca dei Greci e dei Romani
esistevano gli stranieri; lom straniero
veniva chiamato BARBARO: questo
termine indicava appunto la persona
rozza e violenta non appartenente alla
lora civiltà.
Tutta la storia dell’umanità si è
evoluta grazie ai continui spostamenti
di alcune popolazioni provenienti da
zone diverse. L’esistenza di molteplici
gruppi e culture su uno stesso
territorio si identifica con la parola:
MULTICULTURALISMO.
Sin dall’antichità esistevano regni ed
imperi multiculturali ( ne è un esempio
l’ Impero Romano); poi con il passare
del tempo, il multiculturalismo si è
diffuso sempre più; oggi infatti esso
YPSILON il giornale dei ragazzi
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Lello COLANGELO
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è una realtà che riguarda il mondo
intero.
In tutte le epoche il rapporto
tra i diversi popoli, sono stati
costantemente interessati dalla
DISCRIMINAZIONE che si esplica
quando il popolo che domina, considera
DIVERSI e INFERIORI gli altri gruppi
e li EMARGINA.
Il mondo di oggi chiede a tutti di
essere protagonisti nel tentativo di
costruire una società multiculturale in
cui bisogna imparare a comprendere
la DIVERSITA’, basarsi sul rispetto
reciproco e dunque sulla TOLLERANZA
che come tale, si pone come una
disposizione dell’animo per cui si
accettano e si rispettano idee, opinioni,
religioni diverse dalle proprie.
Anche la nostra Costituzione con
l’art. 10 stabilisce che tutti i cittadini
hanno pari dignità sociale e sono uguali
davanti alla legge, e precisa i diritti
fondamentali nei quali si concretizza
questa uguaglianza. Pone così le basi
per una società tollerante e rispettosa
delle diversità, che favorisce e
promuove lo sviluppo della persona
umana, affinché ciascuno concorra al
“progresso materiale e spirituale della
società”. Ancora oggi però molti stati
non conoscono la parola tolleranza per
cui dimostrano di non essere in grado
di applicarla; in essi infatti, dominano
prepotentemente i conflitti, simbolo
per antonomasia di intolleranza. Noi
Italiani dobbiamo dunque ritenerci
privilegiati se riusciamo a convivere
in una comunità multietnica in cui
l’intolleranza c’è ma non si impone
ancora con prepotenza.
I B Scuola secondaria
Istituto Comprensivo – Lagopesole
DALLO STRANIERO... ALLA PACE
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fogliosufoglio
Istituto Comprensivo - Oppido Lucano
TUTTE LE ATTIVITÀ PORTANO A…
CITTADINANZA E COSTITUZIONE
Giornata della memoria
27 gennaio 2010
I bambini delle classi quinte, attraverso
ricerche personali, lettura di quotidiani,
raccolta di poesie, lettura di alcune
pagine del Diario di Anna Frank e di
brani tratti dal libro “Se questo è un
uomo” di Primo Levi, nonché la visione
del film La vita è bella, hanno riflettuto
sugli orrori della guerra e di quanti
l’hanno vissuta sulla propria pelle. Tra le
numerose iniziative nazionali dedicate
al Giorno della memoria, gli alunni si
sono soffermati sulla manifestazione
svoltasi nella stazione centrale di Milano.
Al binario 21, da dove il 6 Dicembre
1943 partirono 15 treni carichi di ebrei,
diretti ad Auschwitz, è stata posta la
prima pietra del Memoriale della Shoah.
Per ricordare i dieci anni del Giorno
della memoria, è stato scelto un simbolo
davvero particolare: una recinzione di
filo spinato su cui fiorisce un ramoscello
di ulivo…
…gli alunni l’hanno immaginato così:
Paura
E vidi,
vidi una goccia di rugiada
sulle gote di un bambino.
L’assaggiai
e la sentii salata.
Gli occhi divennero
sorgente di terrore,
di tristezza,
di paura.
Aveva guardato gente
rasa al suolo.
Salvaguardia dei beni
artistico - culturali
Aver ammirato il quadro
dell’Annunciazione nella omonima chiesa
rupestre in Oppido Lucano, visitato
il Museo Nazionale Archeologico
D. Adamesteanu ed apprezzato la
maestosità della Reggia di Caserta,
è servito a capire il valore che i beni
artistici rappresentano e l’importanza
della loro salvaguardia in quanto memoria
storica dei popoli.
Educazione stradale
“Stradamica”
Con la collaborazione del Comune di
Oppido Lucano e l’intervento di un
vigile urbano, gli alunni della scuola
primaria hanno affrontato le tematiche
dell’”Educazione stradale”. Gli
stessi hanno approfondito regole di
comportamento nella strada e scoperto
alcuni segnali d’indicazione. Alla
giornata conclusiva che si terrà alla fine
dell’anno scolastico parteciperà anche la
Federazione ciclistica di Basilicata.
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fogliosufoglio
Nell’ambito dell’”Educazione alla
Legalità” il 24 marzo 2010, gli alunni
delle classi quinte hanno effettuato
una visita alla Compagnia dei Carabinieri
di Acerenza.
L’iniziativa portata avanti dal
comandante della Stazione dei
Carabinieri di Oppido Lucano,
Maresciallo C. D’Amico, ha consentito ai
ragazzi di conoscere l’organizzazione
dell’Arma dei Carabinieri e l’importante
ruolo che la stessa svolge nella società.
Il Maresciallo capo G. Congedo è
riuscito a far capire ai ragazzi che il
carabiniere non è il nemico, ma l’amico
della gente. Ha inoltre, con linguaggio
semplice, evidenziato l’importanza del
rispetto delle leggi da parte di tutti i
cittadini, bambini compresi.
Lo sapevate che…
…in Italia la bandiera europea compare
con il tricolore su tutti gli edifici
pubblici dal 1998?
…dal 1985 l’inno ufficiale dell’Unione
europea è “L’inno alla gioia” di Ludwig
Van Beethoven?
…la festa dell’Europa si celebra il 9
maggio?
Allenarci alla solidarietà
non può farci che bene
Molte sono state le attività didattiche
che hanno coinvolto gli alunni dell’I.C.
F. Giannone di Oppido Lucano. I ragazzi
della Scuola secondaria di primo grado
hanno partecipato ai Giochi Sportivi
Studenteschi, Coppa Speranza FIAT
e Gioco-sport del CONI, ottenendo
lusinghieri risultati nel rispetto
dell’amicizia, delle regole, della convivenza
e del confronto.
E adesso… Musica!
L’I.C. di Oppido Lucano, ad indirizzo
musicale, vedrà i ragazzi impegnati in
varie manifestazioni. Saranno infatti
presenti al: IV Concorso musicale
nazionale “Le note” ad Acri;
VIII Concorso musicale regionale
“Ludwig Van Beethoven” a Montesano
sulla Marcellana;
II Rassegna Musicale Nazionale
“Armonizziamoci in note di PACE” a
Sant’Arcangelo.
Istituto Comprensivo - Oppido Lucano
Giornata della legalità
5^A e 5^B Scuola primaria
SOLIDARIETA’
Girotondo dei bambini del mondo
I bambini
salutano il mondo
vedo un grande tondo
che ruota intorno al mondo.
Vedo da un lato la notte
e i bambini che dormono e sognano
dall’altro lato il giorno.
Vedo le terre fertili con prati e fiori
e terre aride con fame e morte
vedo i bambini che giocano felici
li saluto tutti
perché sono miei amici.
Classi 5^A e 5^B di Oppido Lucano
Classi III A e III B
13
fogliosufoglio
Istituto Comprensivo - Oppido Lucano
La fata del sorriso
Nel mondo c’è una fata che regala sorrisi:
compriamone uno e doniamolo a tutti!
Invece di uno compriamone tanti
e regaliamoli a tutti quanti
ACROSTICO
SOLIDARIETA’ DEI BAMBINI
SE
OLTRAGGIAMO
LE
IDEE
DEGLI
ALTRI
RENDIAMO
INEVITABILMENTE
EMARGINATI
TANTI
ADOLESCENTI
DISTRUGGIAMO
ED
INABISSIAMO
Guardando la TV
Guardando la TV
Mi sono resa conto che esisti anche tu.
Guardavi il tuo piatto col sorriso
Ma dentro c’era solo riso.
Tendevi la mano verso qualcuno
Volevo aiutarti ma non trovavo nessuno.
Ho visto un arcobaleno lassù
E gli ho detto: aiutala tu.
BRUTTURE
ANGOSCE
MALVAGITA’
BUGIE
I NCULCANDO
NUOVI
INSEGNAMENTI
Classi quinte Sez. A-B Oppido Lucano
GRAZIE
Gli alunni delle classi Terze e Quinte
dell’I. C. di Oppido Lucano ringraziano il
Dirigente scolastico Gilio Demasi e le insegnati
per aver offerto la possibilità di partecipare
al progetto “Educazione alla Cittadinanza
europea, ai Diritti umani, alla Costituzione,
Pace e Solidarietà”e per aver loro insegnato
a dire no al bullismo, all’emarginazione, alla
violenza, alla discriminazione, all’intolleranza,
alle diversità e alla brutalità della guerra.
14
Classi III A e III B Oppido Lucano
UN UOVO PER LA SOLIDARIETA’
Al fine di sensibilizzare le giovani
generazioni ai valori della convivenza
civile, tra cui la solidarietà, nell’Istituto
Comprensivo di Oppido Lucano è stato
ragguardevole il contributo dato alla
ricerca con l’acquisto delle uova pasquali.
fogliosufoglio
LETTERA APERTA
Mi chiamo Oprisan Adrian Laurentiu,
frequento la classe 5° dell’istituto
Comprensivo di Pietragalla.
Sono nato a Medgidia in Romania 11 anni
fa.
Ho vissuto per otto anni in Romania, poi
per motivi di lavoro la mia famiglia si è
trasferita in Italia e ci siamo stabiliti a
Pietragalla.
Non vi nascondo che per me trovarmi in
un paese nuovo di cui non conoscevo la
lingua e le persone è stato un momento
molto difficile.
Ritrovarmi tra i banchi con bambini che
non conoscevo e di cui non mi fidavo mi
faceva sentire un “pesce fuor d’acqua”.
Sembrava che tutti guardassero me e
che mi prendessero in giro mi sentivo
diverso pur non essendolo, avevo timore
di sbagliare qualunque cosa facessi mi
sembrava di non essere un bambino
come loro spesso piangevo, mi sentivo
escluso dai loro giochi e dal loro mondo.
Un episodio non dimenticherò
facilmente: nei primi giorni di scuola
durante l’ora di religione la mia
compagna di banco volutamente mi
ha fatto sbagliare e tutta la classe è
scoppiata a ridere, io con le guance in
fiamme mi sono messo a piangere.
Col passare dei giorni ha cominciato a
fare amicizia, a dire le prime parole in
italiano e a sentirmi più a mio agio.
Vedevo che intorno a me in effetti non
c’era indifferenza e rancore e che tutti
cercavano di essermi d’aiuto.
Cominciavo ad apprezzare un sorriso,
una parola gentile, un gesto amichevole
e ho capito che nessuno mi emarginava.
Oggi posso dire che è come se fossi
nato qua e che non mi sento più
straniero e ho capito che quando c’è
Istituto Comprensivo - Pietragalla
UGUALI E DIVERSI
amore, solidarietà, e tolleranza non
esistono differenze di lingua, religione
e razza. Ho capito che accettarsi
vuol dire vedere nell’altro se stesso e
pensare che nel cuore di tutti ci sono
gli stessi sentimenti, gli stessi sogni, le
stesse esperienze.
Io spero che tutti coloro che sono
costretti a lasciare il loro paese
possono trovare la stessa accoglienza
che ho trovato io, purtroppo sento
che ci sono ancora tante persone che
provano odio verso chi proviene da un
altro paese o che ha un altro colore di
pelle e che il grande sogno di Luther
King, è ancora lontano da avverarsi.
Classe V Pietragalla Centro
15
fogliosufoglio
Istituto Comprensivo Potenza 7°
16
Più leggi ci sono più si vive in armonia
Noi speriamo che prima o poi l’uomo si renda conto dell’importanza delle regole
Per vivere in una società civile e
democratica è necessario rispettare delle
regole molto precise: vale a dire possedere
una giusta educazione civica.
L’uomo è un animale socievole, dotato
di ragione, e perciò si distingue dagli
animali. E poichè dotato di ragione si può
organizzare, cosi ha creato le regole dette
“norme”.
In una comunità più leggi ci sono più si vive
in armonia. Prima le società primitive e
quelle non civilizzate erano soggette alla
cosiddetta “legge del più forte”.
Grazie alle norme che sono alla base
della convivenza tra gli uomini, non si è
più esposti alla “legge del più forte”. Per
fortuna l’uomo pensò bene che solo avendo
delle regole valide per tutti avrebbe potuto
migliorare la vita delle persone rendendo
possibile la convivenza.
Oggi possiamo cosi vivere una giornata
serena e normale:la mattina ci svegliamo,ci
laviamo,facciamo colazione, i ragazzi vanno
a scuola mentre gli adulti a lavoro, poi
stanchi dopo una lunga giornata riposiamo.
Questo è l’esempio di una giornata
tranquilla e normale che possiamo svolgere
ogni giorno senza aver problemi.
Durante la giornata rispettiamo alcuni
semplici regole.
Se non esistessero le regole in una
classe ogni alunno farebbe tutto quello
che gli salta per la testa: si alzerebbe,
picchierebbe, uscirebbe fuori dalla classe,
non si farebbe lezione e non si imparerebbe
nulla.
Meno male che non è cosi.
Noi ragazzi dobbiamo cercare di seguire
sempre le regole perché rappresentiamo
il futuro e dobbiamo contribuire a
costruire un mondo sempre più pacifico
che rispetti l’ambiente in cui viviamo, ma
soprattutto in cui vivranno anche i nostri
figli. Molte persone però non capiscono
l’importanza delle regole e si divertono
ad infrangerle perché non sanno che se
tutti rispettassero le regole ci sarebbe
un mondo migliore, più bello, dove non c’è
violenza, non si ruba, non si abusa delle
persone.
Noi speriamo che prima o poi l’uomo si
renda conto dell’importanza delle regole,e
che le rispetti.
I B Scuola secondaria “F. Torraca”
I bambini
I bambini devono giocare:
studiare, ridere e scherzare.
I bambini devono essere felici
e così essere tutti amici.
I bambini adorano il mare
senza abbandonare il loro amato cane.
Con i fiori in mano
guardano nel cielo e pensano,
cosa faranno nel loro futuro
con occhi e cuore puro.
Sarà bello rimanere piccoli per sempre,
con quell’ innocenza che duri per sempre?
Classe IV Scuola Primaria
fogliosufoglio
ESPERIENZE DIRETTE REALIZZATE DALLA CLASSE III B “F. TORRACA”
Nel mese di febbraio abbiamo visitato la mostra:”Un grande si alla vita”
(dallo stupore all’ accoglienza della vita:la dignità della persona umana fin dal
concepimento) ideata e realizzata dal CAV (Centro aiuto alla vita) presso il palazzo di
Città di Potenza.
Dopo la visione della mostra,composta da 28 pannelli e del filmato ”Felicità è…creare
felicità” ecco alcune delle nostre riflessioni sul bisogno innato dell’ uomo di far felici
gli altri
“
… Il nostro vero primo amore non è
quello per il sesso opposto, ma quello
verso la propria madre, quando ci
accoglie nel suo corpo per donarci la vita. E’
un gesto incommensurabile, che ci lega per
sempre al genitore. Basti solo pensare che
il suo organismo non ha sviluppato anticorpi
per eliminare quella nuova vita che si
andava a creare al suo interno. Il motivo è
ovvio: non eravamo un corpo estraneo, ma
il frutto del suo amore! Una volta nati, i
primi occhi radiosi che vediamo sono quelli
della nostra mamma e, per quanto per
gli altri possano essere banali o brutti,
noi ne veniamo incantati. E quella prima
carezza che amorevolmente ci acquieta ,
rapisce il nostro cuore. In quel momento
anche la madre percepisce una sensazione
fantastica, mai provata prime:un amore
immenso per la sua creatura. Anche se non
hai mai parlato a quell’esserino roseo che
stringe tra le braccia,per lui donerebbe la
vita…”
“…La vita è un dono meraviglioso, un dono
che ricevono tutti. Essa è frutto di un
amore, un amore profondo. Talmente
profondo che decide di unirsi per creare
un nuovo essere. Un essere unico che
rimarrà tale per sempre. Mai nessuno potrà
prendere il suo posto. Neanche unendo
migliaia di DNA. Lui è lui, oppure non sarà
mai. Non riuscirà mai ad emettere il primo
vagito. Non riuscirà mai a correre a piedi
nudi, incontro al mare, non farà mai il
suo primo giro in bicicletta, accarezzato
dolcemente dal vento. Non piangerà mai.
Non sorriderà mai. Non nascerà mai. Non
sarà mia nulla… resterà solo un ricordo.
L’amaro ricordo di uno sbaglio. La “causa”
di un gioco pericoloso chiamato AMORE.
Lo stesso amore che lo ha concepito per
errore. Un errore che costerà la vita di un
innocente che non può ribellarsi, che non
può difendersi. Come può essere giusta una
cosa del genere?
Come si può diventare artefici o anche
complici di un tale misfatto?
Vigliacchi…Così vi definiamo… Vigliacchi…
Non avete il coraggio di assumervi le
vostre responsabilità… Avete solo pensato
a soddisfare l’umano piacere e non avete
pensato alle conseguenze delle vostre
azioni…Incolpate il vostro bambino di
essere nato. Lui non ha colpe… Lui è nato
perché voi lo avete fatto nascere… Vivete
tranquilli perché non lo definite ancora
un “vero bambino” ma solo una bozza,
che si può cancellare. Vi sbagliate… Se lo
sopprimete significa che era nato. Nulla può
morire se non esiste.
Siamo consapevoli del fatto di essere
giovani, in erba, forse potremmo apparire
arroganti in un certo senso… Ma la nostra
non è affatto arroganza… è soltanto voglia
di cambiamento, voglia di più tutela della
vita. Basta con gli aborti. Basta con queste
crudeltà. Diciamo insieme: SI alla vita…”
Istituto Comprensivo Potenza 7°
SÌ ALLA VITA
“
…La felicità è il bisogno più profondo e
radicato nell’uomo.
La felicità è… “un’epidemia” di sorrisi, di
risate, di “ti voglio bene” e di beatitudini,
che si riesce a trasmettere con poco.
Quando si è felici il mondo ci appare
più bello, più vivibile e ciò solo perché
ci sentiamo completi; così è naturale e
immediata la voglia di trasmettere questi
sentimenti. Ci sono bambini che a cinque
anni già hanno capito come funzioni questo
sistema e riescono a ridere, a sentirsi bene
17
fogliosufoglio
Istituto Comprensivo Potenza 7°
18
solo guardando il sole, il mare, le montagne,
perché si accorgono di quanto il mondo
sia meraviglioso e strabiliante. Non solo:
riescono anche a trasmettere la felicità ai
passanti che li guardano sorridere e ridono
con loro.
Ci sono persone che riescono a essere
felici con il proprio compagno fino alla
vecchiaia e oltre; così, quando si guardano
negli occhi, provano le stesse emozioni di
cinquant’anni prima e si sorridono beati, con
l’irrefrenabile voglia di reciprocità.
Il problema del mondo attuale è che
viene diffuso sempre di più il bisogno di
possedere beni materiali e meno il bisogno
di essere felici….
” Più si vuole possedere,più sorgono
problemi.
E’ bello quando il sole splende e trasmette
calore che riesce a riscaldarmi perfino il
cuore che, a sua volta, diffonde il calore
ricevuto a tutti.
E’ meraviglioso quando riesco a vincere
una battaglia nella quale ho dato tutta me
stessa, e felice contagio chi ha combattuto
con me e per me.
E’ cosi bello rendere felici,amare ed essere
amati e creare felicità.
Non sempre ci riesco e spesso mi
arrendo. Poi, però, trovo un po’ di forza
perfino guardando un cane che scodinzola
soddisfatto e adorante il suo padrone
e riesco a tornare felice e a diffondere
questo mio grande senso di benessere.
Chi riesce a creare e a diffondere felicità
è veramente colui che si sente ed è felice,
perché riuscire ad aiutare gli altri è la
sola e la vera ricetta per trovare una pace
interiore, una beatitudine che delizia e
un senso di benessere insuperabile ed
infrangibile.
INTERCULTURA
Quest’anno abbiamo avuto il piacere di
accogliere nella nostra classe Tania, una
ragazza ucraina. Ecco cosa pensiamo a
questo proposito dell’integrazione dei
migranti. L’integrazione degli stranieri in
Italia è un grosso problema. Essi infatti
trovano difficoltà a inserirsi nella società
a causa della lingua, della loro cultura,
dei nostri pregiudizi. Il giorno in cui la
abbiamo conosciuta la nostra compagna non
capiva niente d’italiano e aveva difficoltà
a comunicare con noi anche con i gesti.
Poi, noi ragazzi le abbiamo dato una mano
sia a scuola per farle comprendere la
lingua,che nell’ambiente extrascolastico,
dove ha iniziato a far sue le abitudini di
noi italiani e la nostra cultura. Tania ora
si è perfettamente integrata e vive da
italiana, anche grazie al suo impegno e
alla sua buona volontà nello studio, che
le ha permesso di imparare velocemente
la nostra lingua e di avere anche ottimi
risultati a scuola. Lei, però, in fondo ha
un po’ nostalgia del suo paese. Il che è
comprensibile, visto che è venuta in Italia
per volere dei genitori che cercavano
lavoro ma, se dipendesse da lei, penso che
ritornerebbe nel suo Paese, anche se ormai
ha ottimi rapporti con quasi tutti noi.
Ritengo che la sua esperienza in Italia
sia molto positiva, anche se ogni tanto ha
litigato con qualcuno che la prendeva in
giro, ma per fortuna sono stati solo piccoli
episodi che si sono risolti. Siamo felici che
grazie a noi la sua integrazione e il suo
approccio con l’Italia siano stati fin qui
ottimi. Ma sfortunatamente questo non
succede per tutti, infatti i migranti sono
vittime di noi italiani che molto spesso ci
facciamo condizionare dalle televisioni che
fanno credere che gli stranieri siano solo
capaci di rubare o uccidere, ma se si impara
a conoscerli ci accorgiamo che non sono
peggiori di noi. Lo Stato italiano dovrebbe
promuovere l’insegnamento della cultura,
dell’integrazione e cercare di non far
apparire gli stranieri diversi.
Crediamo che queste esperienze
didattiche siano enormemente formative
per noi alunni. Desidereremmo che tutte
le scuole le vivessero.
fogliosufoglio
Gli UOMINI che hanno scritto la Carta entrata in vigore il 1° gennaio 1948
possedevano qualità, ma erano soprattutto animati, pur nella diversità delle
rispettive tradizioni politiche e culturali, da tre spiriti: Spirito della libertà, Spirito
della cultura, Spirito del coraggio…
L’Assemblea Costituente è nata da una base
semplice. C’è stata la dittatura, durata più di
vent’anni, ha portato la guerra, lo sterminio.
Dopo queste tragedie volevano instaurare
la democrazia e la pace.. Noi ragazzi lo
vogliamo ancora, nel loro nome…
[ ]
Sul vigore ritornato
Sul pericolo svanito
Sull’immemore speranza
Scrivo il tuo nome
E in virtù di una parola
Ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per richiamarti
Libertà
Paul Eluard
Nella Costituzione c’è il nostro passato, i
nostri pianti, le nostre sciagure, le nostre
gioie. Per ogni articolo
ci sono giovani caduti combattendo, fucilati,
impiccati, torturati, straziati nei campi
di concentramento, dando la vita perché
libertà e giustizia potessero essere scritte
su questa Carta.
La Costituzione è la somma delle norme
fondamentali del vivere civile che assicura
a tutti i cittadini indistintamente libertà ,
giustizia e pace.
La Costituzione è la legge fondamentale
dello Stato e disciplina diritti e doveri, la
distribuzione dei poteri e le forme del loro
esercizio.
In particolare la nostra COSTITUZIONE
è anche una COSTITUZIONE aperta nel
senso che non indica quali valori debbano
prevalere, ma quelli che non possono essere
sacrificati, lasciando alle leggi successive il
compito di stabilire il loro giusto equilibro.
Ciò le conferisce una notevole adattabilità
ed una continua attualità, nonostante i suoi
sessant’anni. La Costituzione italiana è
difficile da demolire perché non è scritta
sulla sabbia. I suoi principi fondamentali
sono incisi sulla roccia di un patto giurato
fra uomini liberi che volontari si adunarono
per dignità, non per odio, decisi a riscattare
la vergogna ed il terrore del mondo contro
l’abiezione delle leggi razziali, affermò
Calamandrei, uno dei padri fondatori
del nostro testo costituzionale, perciò
i costituenti assunsero l’ eguaglianza e
l’universalità dei diritti dell’ uomo come
fondamento dell’ordinamento.
Proprio perché si basa su tali principi, la
nostra Costituzione privilegia il pluralismo
e la distribuzione del potere, rende
impossibile la dittatura della maggioranza di
qualunque maggioranza. In tal modo essa è
la garanzia delle nostre libertà che vengono
assicurate a tutti, anche alle minoranze.
Ragazzo mio…
non vivere su questa terra come un inquilino,
o come un villeggiante stagionale.
Ricorda, in questo mondo devi vivere saldo,
vivere come nella casa paterna.
Istituto Comprensivo - San Fele
ATTUALITÀ DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
(Nazim Hikmet)
C
onstitution comes from the Latin word
costitutio and means a system of
laws and principles according to which a
State is governed.
The Constitution of the Italian Republic
was enacted by the Constituent Assembly
on 22nd December 1947. The Constituent
Assembly was enacted by universal
19
fogliosufoglio
Istituto Comprensivo - San Fele
suffrage on June 2nd 1946, at the same
time as a referendum on the abolition of
the monarchy. the Constitution came into
force on January 1948,one century after
the Statuto Albertino was enacted.
Although the latter remained in force
after the Benito Mussolini’s March on
Rome in 1922, it had become devoid
of substantive value. The Constitution
previously forbade the male descendants
of the former royal family, the House
of Savoy, from entering the territory of
the Republic, however this provision was
repealed in 2002.
Scriveva Meuccio Ruini in un articolo nel
1947 quando la Costituzione non era stata
ancora promulgata:
“Questa Costituzione che stiamo per
darci è, essa stessa, un inno di speranza
e di fede. Infondato è ogni timore che
sarà facilmente sommersa e che sparirà
presto. Noi abbiamo la certezza che
durerà a lungo e forse non
finirà mai, ma si verrà completando e
adattando alle esigenze dell’esperienza
storica […]. …Noi stessi e i nostri figli
rimedieremo alle lacune e ai difetti che
esistono e sono inevitabili.
Nessuna Costituzione è perfetta, tutte le
volte che se n’è fatta una, sono risuonati
lamenti e deprecazioni tra i
Costituenti. Ciò è avvenuto anche, subito
dopo, che a Filadelfia, fu votata, un
secolo e mezzo fa, la Costituzione
nord-americana, che ora è giudicata la
migliore di tutte. …Difetti ve ne sono, vi
sono lacune e più ancora esuberanze; vi
sono incertezze in dati punti, ma mi
giungono voci di grandi competenti
dall’estero, che riconoscono che questa
Carta merita di essere favorevolmente
apprezzata, e ha un buon posto, forse
il primo fra le Costituzioni dell’attuale
dopoguerra”.
(da: “Atti Parlamentari-Roma”)
The Constitution is composed of 139
articles and arranged into three main
parts: Fundamental Principles, Rights and
Duties of citizens, Organisation of the
Republic, followed by 18 Transitory and
Final Provisions.
Power is divided among the executive,
the legislative and judicial branche,; the
20
Constitution establishes the balancing and
interaction of these branches, rather
their rigid separation.
A Better World is Possibile...There are
people in the world who want to help
create a better world, people deeply
concerned about widespread suffering, en
vironmentalLdestruction,escalating materialism and the loss of our sense of community.There is a deep and growing hunger for wiser and
more loving society.
If we really want
to create a wise
and loving world,
we must first become wise and loving ourselves.With
a vision of a society governed by
love and the common good, we have
a powerful antidote
to the violence,
distrust and division of today’s politics of
fear.Practising non-violent way of living let’s join in exploring and building this
new future.
Uno dei fattori più inquietanti del contesto
culturale del nostro tempo è dato dal
fatto che noi viviamo confinati in un eterno
presente come se non avessimo un passato
e come se non dovessimo preoccuparci
del nostro futuro. Invece, “noi – come ha
avvertito Benedetto Croce- siamo prodotti
del passato e viviamo immersi nel passato”.
E c’è da aggiungere che possiamo costruire
un futuro solo se manteniamo il rapporto di
intelligenza morale con il passato che ci ha
prodotti.
fogliosufoglio
Quest’ anno abbiamo affrontato molti
argomenti interessanti nell’ambito dello
studio di “Cittadinanza e Costituzione”, una
disciplina che ci ha aiutato ad avere una
visione più chiara e più approfondita della
realtà del nostro paese. In teoria viviamo in
uno stato che “dovrebbe” garantire a tutti
l’uguaglianza e i diritti umani fondamentali.
Purtroppo, spesso non viene rispettato ciò
che è scritto nella Costituzione, nelle Carte
e nelle Dichiarazioni. La realtà è ben diversa
e, non solo nei paesi più poveri, ma anche
nelle società del benessere, a volte vengono
negati proprio i diritti più elementari, come
avere una casa, un lavoro, un’ istruzione,
un’alimentazione sufficiente. Non sempre
viene rispettato il diritto di esprimere
liberamente le proprie opinioni, di godere di
un’infanzia libera e felice. Riguardo a questo
tema infatti, abbiamo visto un bellissimo
film intitolato “Rosso come il cielo”.
Nel 1971 Mirco, un bambino toscano di 10
anni, in seguito ad un incidente perde la
vista. I genitori sono costretti a fargli
frequentare un istituto per non vedenti
a Genova. Lì il bambino trova un vecchio
registratore e riesce a costruire delle
favole fatte solo di rumori. Lì conosce anche
Francesca, la figlia della portinaia della casa
lì accanto; tra loro sboccia anche l’amore.
Mirco coinvolgerà sempre di più tutti gli
altri bambini ciechi facendogli capire il
loro valore e la loro normalità. Il genere è
drammatico, ma la storia narrata, riesce a
coinvolgere tutti.
Durante la discussione seguita alla visione
del film siamo arrivati alla conclusione
che, negare la scuola a questi bambini
è una violazione dei loro diritti. Curare,
organizzare e diffondere la formazione
culturale e civile di un popolo significa
garantire la qualità della democrazia. Ecco
perché la nostra Costituzione impone allo
Stato il compito di istituire scuole di ogni
tipo, ordine e grado, in modo da assicurare
a tutti – anche e soprattutto a chi non
potrebbe permettersi di frequentare un
istituto a pagamento – la possibilità di
godere di un’istruzione scolastica libera
e adeguata. L’articolo 34 della nostra
Costituzione afferma infatti che “La scuola
è aperta a tutti” prevedendo un sistema
di istruzione obbligatoria e gratuita che
incentiva, anche con aiuti economici, il
proseguimento degli studi. Fino a poco
tempo fa infatti la scuola era considerata
un “lusso” che potevano permettersi
solo i figli delle famiglie più abbienti. La
maggioranza degli altri bambini infatti, figli
di contadini, abbandonavano gli studi all’età
media di 10-12 anni. Questo avveniva perché
per mantenere le famiglie, a quel tempo
molto numerose, anche i bambini più piccoli
erano costretti ad aiutare i genitori come
potevano. Alle ragazze spettava il compito
di accudire i fratelli minori, mentre i figli
maschi andavano a lavorare nei campi.
Nonostante ciò i ragazzi di oggi non si
rendono conto dell’importanza del diritto
allo studio. A volte preferiscono addirittura
iniziare a lavorare in età precoce pur di
non frequentare le scuole. Ma molti di
questi ragazzi arrivati in età adulta si
pentono della loro scelta e rimpiangono il
fatto di non disporre di una minima cultura
personale.
Classe III A
Istituto Comprensivo - Vietri di Potenza
L’IMPORTANZA
DEL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE
21
fogliosufoglio
Istituto Comprensivo - Tito
LA VILLETTA COMUNALE
a
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Uno spazio sociale
da rispettare
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l
e
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e
Diario delle emozioni dei bambini della II sezione
R. Il giubbino era “ingarvugliato”nello
scivolo , ma papà lo ha tolto.
A. Ho conosciuto una bambina, E. che
era piccola, nel passeggino .La nonna ci
ha fatto giocare insieme sullo scivolo.
L. Mi ricordo un litigio con A. mentre
giocavamo alle famiglie, ma poi abbiamo
fatto pace.
E. Quando era carnevale, c’erano tante
famiglie , noi bambini abbiamo ballato in
cerchio.
C. Mentre ero in villetta con mamma
e papà, un ragazzo ha attraversato la
strada mentre arrivava una macchina.
Per fortuna non è successo niente, c’era
anche il vigile.
No alla mafia con “Pensa” di Fabrizio Moro
Questa canzone ci fa capire che la mafia
non è un vanto ma una piaga che non ci fa
onore nel mondo.
Mafia non è solo ricattare, spacciare,
uccidere, ma è anche il semplice bullismo
nelle scuole, o nei nostri paesi dove vige
la legge del più forte.
Bisogna avere il coraggio di non stare
in silenzio come tutti ed esprimere la
propria opinione senza paura.
22
La mafia fa paura, ma non è invincibile...
bisogna solo avere il coraggio di
combatterla.
Classe II Scuola secondaria
fogliosufoglio
Americani l’Italia è stata salvata.
La monarchia con un referendum fu
cacciata,
la Repubblica in vigore è entrata.
Nel ’48 la Costituzione s’è approvata:
la madre delle Leggi è nata.
Democrazia, uguaglianza, libertà, giustizia
e solidarietà
questi sono i principi fondamentali che la
Costituzione ha.
Dai nostri diritti e doveri è formata,
su 139 articoli è fondata.
L’Italia è una Repubblica fondata sul
lavoro
e queste son parole d’oro.
La nostra bandiera è il tricolore
come l’articolo 12 vuole.
Antonio Notarfrancesco
Classe IV Tito scalo
Istituto Comprensivo - Tito
Garibaldi l’Italia unita ha voluto,
e per farlo con i mille ha combattuto.
I Savoia regnavan sul trono
lo Statuto Albertino ci fu dato in dono.
Mussolini dittatore d’Italia diventò
e nella guerra ci portò.
Cinque anni è durata finchè dagli
W la dichiarazione dei diritti del fanciullo
Per i bambini del mondo
Nessuno sa…
Vorrei il sorriso di ogni bambino
che sia grandicello o piccolino
Vorrei uguaglianza,
senza differenza di razza.
Vorrei un mondo senza bambini
sfruttati,
e che non sia un sogno nel cassetto.
Vorrei un mondo senza bambini soldato,
ma un mondo pieno d’affetto,
malati, abbandonati e non rispettati.
nessuno sa
che io
devo essere amato
nutrito, protetto,
curato e rispettato.
Nessuno sa
che non sono
un bimbo soldato
Nessuno sa
che ho il diritto
di stringermi in tondo,
perché solo tenendoci
per mano
formiamo un mondo,
di pace,
fratellanza,
giustizia
e soprattutto
un mondo d’amore.
Alunni classe IV C
BISOGNOSI
ABBANDONATI
MALTRATTATI
BAMBINI
INDIFESI
NON
IMPORTA
DOVE
ESSI
LOTTINO
MA
OVUNQUE
NESSUNO
DEVE
OFFENDERLI
23
fogliosufoglio
Liceo Scientifico “Pitagora” - Montalbano Jonico
24
UN DECALOGO PER LA LEGALITA’
In una società libera e democratica,
caratterizzata da una multiculturalità
senza confini, l’educazione alla legalità e alla
convivenza democratica diventa necessaria
e indispensabile per le future generazioni.
Da questa palese considerazione prende
il via il progetto “Educazione alla legalità
e alla convivenza civile”, avviato durante
l’anno scolastico 2009/2010 e riproposto
nel corrente con successo.
L’Istituto d’Istruzione Superiore
“Pitagora”, nelle persone della prof.ssa
Anna Martino e prof.ssa Rosanna Camardi,
si è fatto portabandiera di questa nuova
sfida educativa che coinvolge in prima linea
gli alunni delle classi quarte.
Le docenti referenti evidenziano la
necessità d’informare i giovani e di
avvicinarli alle Istituzioni, abbattendo il
topico disinteresse di questi nei confronti
di un sistema che vedono sempre troppo
distante e complicato. Conoscere è il primo
passo da fare per abbattere gli ostacoli
che impediscono l’inserimento costruttivo
nella vita civile dello Stato.
Perseguendo questo obiettivo, è
stato seguito un percorso di crescita
molto variegato in cui hanno giocato
un ruolo fondamentale i meeting di
studio organizzati periodicamente:
momenti di ricerca, dibattito, confronto,
apprendimento, che sicuramente hanno
aiutato i ragazzi a nutrirsi di legalità.
Concordemente agli obiettivi prefissati,
il progetto è anche stato arricchito dalle
visite ai luoghi istituzionali e dall’incontro
con personaggi in vista nel panorama
giuridico e sociale.
Particolarmente efficace è stato il breve
soggiorno romano, in cui gli alunni hanno
avuto modo di partecipare all’iniziativa
“Senatori per un giorno”. Accompagnati
dalle loro insegnanti, hanno trascorso in
Senato un’intera giornata, nel corso della
quale sono entrati in contatto diretto con
i vari aspetti dell’attività istituzionale,
visitando i Palazzi e incontrando
esponenti politici e rappresentanti
dell’Amministrazione.
A conclusione della visita, hanno avuto
la possibilità di mettere in pratica i
meccanismi del processo legislativo
attraverso la discussione del testo di un
disegno di legge da loro stessi redatto. Tre
giorno proficui, dunque, che hanno reso più
tangibili ai
ragazzi quegli aspetti che sono abituati a
leggere solo sfogliando i libri di scuola o
seguendo i telegiornali.
Nell’ambito del micro percorso “Legalità e
giustizia”, la
visita al tribunale dei minori di Potenza ha
sicuramente costituito l’epicentro di una
viva riflessione sui diritti e sui doveri del
cittadino, nonché sugli strumenti punitivi in
mano alla Giustizia.
Per ragazzi prossimi alla maggiore età, ha
avuto un particolare significato affacciarsi
ad una realtà in cui il trattamento del
minore è assai differente da quello di
chi ha già compiuto i diciotto anni. Sono
stati guidati in questa “full immersion”
nell’apparato giudiziario dal giudice Emiliano
Mistrulli ed alla dottoressa Antonella
Sprovera, responsabile della struttura
potentina e esperta in giustizia minorile.
Un’altra figura fondamentale del nostro
percorso è stata quella di don Marcello
Cozzi, leader lucano dell’associazione
“Libera”, che è stata la guida di due
importanti lezioni di legalità, tenutesi
rispettivamente presso l’aula magna
dell’Istituto “Pitagora” e in occasione di
una manifestazione antiracket a Scanzano
Jonico.
Temi scottanti hanno animato i due
appuntamenti, impreziositi da sonanti
fogliosufoglio
progetto hanno lavorato sulla legislatura
in materia ambientale impegnandosi ad
intervistare le personalità promotrici del
progetto della raccolta differenziata:
l’ex sindaco prof. Leonardo Giordano, l’ex
assessore all’ambiente Riccardo Fattorini
e l’ex assessore all’ambiente della regione
Basilicata Vincenzo Santochirico.
Il tema del rispetto del patrimonio storicoambientale è stato alla base della visita
presso l’Ente Parco della Murgia Materna,
sede di un ricco tesoro culturale costituito
dalle pitture rupestri.
I ragazzi coinvolti hanno anche partecipato
ad un seminario presieduto da esponenti
del Consiglio Regionale. Dopo la visione
del dvd “La nascita del Parlamento. Dalla
liberazione alla Costituzione” che ha
ripercorso le tappe salienti della storia
d’Italia, dall’Assemblea Costituente alla
promulgazione della Carta, l’attenzione si è
spostata sui ragazzi, veri e propri animatori
di un dibattito sul tema delle politiche
regionali.
In chiusura, l’intero percorso di studio ha
portato alla formazione del “Decalogo della
Legalità”:
1. La Costituzione non è un dato di fatto
acquisito una volta per tutte, ma un
progetto da realizzare attraverso la
conoscenza e l’osservazione dei limiti e
delle regole imposte.
2. Conoscere per scegliere il valore delle
istituzioni.
3. Dove la Democrazia non domina c’è
l’Anarchia.
4. Senza regole il mondo seguirebbe la
legge del più forte.
5. La libertà per lo sviluppo della
responsabilità.
6. La salvaguardia dell’ambiente è dovere
di ogni cittadino.
7. Per contenere la criminalità è
necessaria la prevenzione.
8. “Pagare significa dare forza ai mafiosi,
e io non lo farò!” (Libero Grassi)
9. Vivere onestamente, rifiutare la
violenza e rivalutare l’amicizia.
10. Il mondo che vorrei…
Liceo Scientifico “Pitagora” - Montalbano Jonico
testimonianze delle vittime della criminalità
organizzata, tra le quali ricordiamo quella
del signor Gallipoli di Montescaglioso,
tormentato per mesi dagli usurai.
Per parlare di legalità non è stato
possibile trascurare un aspetto di cui
quotidianamente ciascuno di noi fa
esperienza: il rispetto per l’ambiente.
Rifacendosi al primato di Montalbano
Jonico quale “paese riciclane”, i ragazzi del
Educare ed educarsi alla legalità significa
essere parte, ogni giorno, della vita civile,
protagonisti del presente ma soprattutto
del futuro, tutto da costruire e tutto da
plasmare.
Un progetto, dunque, che ha avuto, è
che sicuramente avrà anche in futuro, il
merito di guidare la crescita dei cittadini
e di aiutarli a sviluppare consapevolezza
e responsabilità, diritti, ma anche doveri,
a cui ciascuno di noi è chiamato in quanto
parte della società.
Iolanda CORDASCO, classe 5^ A
DS prof.ssa Maria AMORIGI.
25
fogliosufoglio
Liceo Scientifico “G. Fortunato” - Rionero
IL RAGAZZO CHE CATTURO’ IL VENTO
Viviamo in un Paese "ricco" dove
godiamo di tante libertà e diritti:
abbiamo il diritto alla vita, alla libertà
individuale, all'istruzione, al giusto
processo, all’assistenza sanitaria, alla
libertà di opinione e religiosa...,ma
nonostante ciò, nonostante millenni
di storia alle spalle, non possiamo
ancora dire di vivere in una società
in cui i diritti fondamentali di ogni
persona siano garantiti e rispettati.
E’ vero molti passi importanti sono
stati fatti, ma ancora in molti
Paesi cosiddetti "civili" esiste la
pena di morte...ancora ci sono
malattie che fanno paura...ancora
c’è emarginazione, ancora le donne
vengono umiliate, ma cosa ancora più
grave, c’è ancora chi non ha il diritto
alla vita!
Un bambino, ogni 3 secondi, nel
mondo muore di fame o di malattia,
molte persone muoiono perché si
sparano gli uni contro gli altri in uno
dei tanti conflitti senza senso, che
insanguinano la Terra...Caino e Abele
non sono solo un lontano ricordo
purtroppo! E che dire di donne e
bambini ancora maltrattati?
Se pensiamo a questo ci rendiamo
conto che siamo lontani ancora anni
luce da una società "giusta", che non
si potrà realizzare finché il nostro
egoismo, l’ignoranza e la pretesa di
giudicare gli altri in base a pregiudizi
prevarranno sulla giustizia e sulle
ragioni del cuore.
Purtroppo, nella storia, ci sono state
e ci sono tante "menti folli"che in
26
nome della religione, in nome della
fame di potere politico hanno portato
alla morte e all’annientamento delle
libertà individuali...non bisogna
andare troppo lontano, basti
ricordare la strage di milioni di
ebrei in nome della superiorità
della razza ariana, basti pensare
alla condizione delle donne afgane
umiliate nel profondo del loro essere
e così via. Finché permetteremo a
queste "idee distruttive” di avere il
sopravvento, non ci sarà spazio per
un mondo migliore. La responsabilità
è di tutti noi! Nei nostri Paesi “civili”
parliamo tanto di missioni umanitarie,
di centri di assistenza profughi,
di missionari, di medici senza
frontiere e poi produciamo armi con
cui ci arricchiamo a spese di altri
popoli che si fanno guerra fra loro
provocando morte, fame e malattie.
Le potenze mondiali parlano di pace
e poi posseggono armi da poter
distruggere l’intero pianeta! Viviamo
in un mondo ipocrita, e ipocriti siamo
un po' tutti noi che spesso fingiamo
di non vedere e contribuiamo con la
nostra indifferenza a generare altro
male.
Quante volte ci sarà capitato un
extracomunitario che ci chiede un
euro al semaforo per pulirci il vetro
della macchina o per venderci dei
fazzoletti? Spesso queste persone
vengono guardate con indifferenza,
o peggio con disprezzo, quando in
realtà loro sono dovute fuggire da
un paese dove si muore di fame o di
guerra, e pur di tenersi in vita sono
costretti a condurre una vita che è
fogliosufoglio
minuscolo, in condizioni igieniche
pietose, o peggio ancora per strada.
Questa è le violazione dei diritti
umani che vediamo con i nostri occhi,
nella civilissima Italia, non c’è bisogno
di andare nei paesi sottosviluppati
per vedere quanto i diritti umani non
siano ancora rispettati.
Purtroppo, un po' più lontano da
noi, c’è una vita che è esattamente
l’opposto della nostra, fame, povertà,
umiliazione, guerra, mancanza
di istruzione, miseria, eppure a
condurre quella vita sono proprio
persone come noi, persone a cui è
negato tutto, anche il diritto alla
vita. Ci sono tanti ragazzi e ragazze
come noi che non sanno cosa vuol dire
andare a scuola, ma che hanno tante
potenzialità.
A tal proposito, è esemplare la storia
di un ragazzo africano, del Malawi,
il cui nome è William Kemkwamba.
A questo ragazzo è stata negata
l'istruzione, ma grazie alla sua volontà
e, direi, anche testardaggine, oggi
studia nell'università più prestigiosa
e impostante dell'Africa. La sua
famiglia non aveva sufficiente denaro
per fargli proseguire gli studi in
una scuola secondaria. Il ragazzo,
convinto di poter ritornare a scuola
un giorno, per non restare indietro
rispetto ai compagni, trascorreva
alcune ore della sua giornata in
biblioteca cercando di studiare
qualcosa. Era attratto sempre più dai
libri scientifici, in cui, anche se non
sapeva leggere l'inglese, cercava di
studiare attraverso le immagini. Ed
ecco la sua fortuna. Da un'immagine
presa da un libro è nata la sua
ispirazione: costruire una pala eolica.
Liceo Scientifico “G. Fortunato” - Rionero
lontanissima dagli agi a cui noi siamo
abituati. E ci dimentichiamo spesso
che anche i nostri nonni hanno dovuto
lasciare l’Italia un po' di anni fa a
cercare “fortuna” in Paesi più ricchi.
Questi extracomunitari sono proprio
come i nostri nonni o bisnonni,
persone come noi che per sfuggire a
stenti e sofferenza cercano rifugio
in paesi più ricchi. Invece non li
accogliamo come dovremmo, svolgono
i lavori più umili e la cosa più grave
è che sono sfruttati e sottopagati,
tanto da non riuscire a permettersi
una casa dignitosa con acqua
calda e corrente. Quante volte al
telegiornale sentiamo di persone che
vivono in 10-15 in un appartamento
27
fogliosufoglio
Liceo Scientifico “G. Fortunato” - Rionero
28
È riuscito a costruire un perfetto
generatore elettrico solo guardando
un' immagine. I suoi compaesani
credevano fosse impazzito ed erano
un po'scettici all'inizio, quando lo
vedevano fare la spola tra le diverse
discariche per recuperare i pezzi
necessari per realizzare il suo
sogno. E così William costruisce
da solo la sua pala con dinamo di
biciclette, pezzi di trattore usati e
tubi fognari appiattiti con il ferro
da stiro. Si tratta di una vera e
propria invenzione, perché William
non aveva mai visto una pala eolica, se
non nella foto. Oggi la pala costruita
da energia a tutto il suo paese, e i
suoi abitanti possono irrigare i campi
ed avere raccolti più abbondanti e
frequenti. Oggi la sua storia è scritta
nel libro del giornalista americano
Bryan Mealer, con il titolo "Il ragazzo
che catturò il vento".
L' opulento mondo occidentale sta
cercando di migliorare le condizioni
di vita degli abitanti dei paesi più
poveri, ma è giusta la linea in cui
ci si sta muovendo? È davvero ciò
di cui hanno bisogno quello che si
sta offrendo loro? Il ragazzo che
catturò il vento disapprova. Dice che
la maggior parte degli aiuti materiali,
dagli elettrodomestici ai vestiti,
valgono così poco che dopo un paio
di mesi si rompono, e, non essendoci
nessuno in grado di aggiustarli,
diventano rottami inutili, che vengono
accantonati in una delle tante
discariche. dice che anche gli oggetti
di tecnologia sono anch'essi inutili: i
computer inviati sono così antiquati
che anche loro si vergognano
addirittura di farsi vedere con un
simile pezzo da museo. In realtà
dovremmo intervenire in tutt'altro
modo per aiutare gli sfortunati
abitanti di questi paesi, e in primis
l'Africa, continente da sempre
sfruttato per le risorse umane, sin
da quando venivano deportati uomini
e donne per essere sfruttati come
schiavi in America. Noi europei siamo
i colpevoli del loro sottosviluppo,
siamo in debito con loro, perché
abbiamo sottratto le loro ricchezze,
abbiamo distrutto la loro civiltà e le
economie locali e li abbiamo tenuti
isolati dalla cultura per molto tempo,
sfruttandoli e sfruttando la loro
ignoranza.
Non possiamo illuderci di riuscire
a trovare, in un batter d’occhi, la
soluzione ai problemi del mondo,
c’è ancora da fare un lunghissimo
percorso, ma ognuno di noi, nel
suo piccolo, ha l’obbligo morale di
migliorare la situazione attuale,
almeno cercando di diffondere un
nuovo modo di vedere, quello della
voce del cuore, che afferma che
indipendentemente dalla razza,dal
sesso, dall’età, dalla religione siamo
tutti uguali con gli stessi diritti
e doveri. Per questo noi ragazzi
e ragazze dovremmo impegnarci
sin da ora con l’aiuto delle nostre
famiglie, e soprattutto della
scuola, a contribuire a migliorare il
mondo diventando, in futuro, adulti
migliori dei nostri predecessori con
una mentalità più aperta verso le
apparenti diversità, per imparare a
riconoscerle come ricchezza per tutti
in modo tale da considerare il nostro
vicino alla stessa maniera di come
consideriamo noi stessi.
Giuseppe Zaccardi
classe I E
fogliosufoglio
Il cammino dei “diritti” nella storia. L'Oceano Atlantico, via di
collegamento tra America ed Europa.
La storia dei diritti umani affonda
le radici nel settecento quando in
America e in Francia si svilupparono
dei movimenti di pensiero che diedero
vita a due documenti fondamentali: la
“Dichiarazione d’indipendenza americana”
e la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e
del cittadino francese”.
La Dichiarazione d’indipendenza
Americana fu ratificata a Filadelfia il 4
luglio 1776 a causa dei continui conflitti
delle colonie contro il governo inglese,
e includeva anche una dichiarazione
dei diritti dell’uomo che rivendicava in
particolare il diritto alla vita, alla libertà
e alla ricerca della felicità, nonché il
diritto alla libertà di parola, di stampa,
di religione e di riunione. Un movimento per la rivendicazione dei diritti
fondamentali si sviluppò anche in Francia
dove il governo si impegnò in una serie di
guerre che danneggiarono fortemente
l’economia, impoverendo ed affamando i
ceti più poveri della popolazione. Questo
malessere sociale ed economico indusse
i cittadini ad una ribellione di massa che
sfociò nella Rivoluzione francese del
1789.
Il 26 agosto dello stesso anno, ispirandosi
alla dichiarazione americana, i deputati
francesi approvarono, dopo lunghi dibattiti, la prima Dichiarazione dei diritti
dell’uomo e del cittadino composta da un
preambolo e 17 articoli.
Vennero sanciti diritti fondamentali
come l’uguaglianza degli uomini davanti
alla legge, la presunzione di innocenza, la
libertà di stampa, pensiero e religione ed
il diritto alla proprietà privata.
Questi due importanti precedenti
diedero avvio ad un fenomeno che
coinvolse tutto il mondo occidentale,
infatti molti stati, per loro costituzioni, si
ispirarono a questi documenti e nel 1948
venne redatta la Dichiarazione Universale
dei Diritti umani, sottoscritta da 58
paesi.
Sono dunque il frutto di una lenta
evoluzione storica e morale degli uomini,
ma nonostante questo i diritti di milioni
di persone vengono violati ancora oggi.
Purtroppo il detto di Rousseau “l’uomo
è nato libero ma dovunque è in catene”
sfortunatamente è ancora attuale.
Mario Policastro 2^B
Istituto Professionale Agricoltura e Ambiente “G. Fortunato” - Lagopesole
LE ORIGINI DEI DIRITTI UMANI
29
fogliosufoglio
Istituto Professionale Agricoltura e Ambiente “G. Fortunato” - Lagopesole
30
I DIRITTI UMANI
La Dichiarazione universale dei diritti, più di 60 anni di vicende. Le attese nel mondo.
Subito dopo la fine della Seconda Guerra
Mondiale, politici, diplomatici, giornarnalisti,
attivisti e soprattutto la gente comune
volle evitare che una guerra simile potesse
nuovamente colpire, il che significava
affrontarne le cause e allo stesso tempo le
conseguenze. Erano determinati a impedire
che si verificasse un altro Olocausto nel
mondo e a garantire a ognuno specialmente
ai poveri, agli affamati, ai profughi e ai
marginalizzati un sistema in grado di
sostenerli, e un quadro legale internazionale
capace di proteggerli. Nel fruttuoso
periodo della fine degli anni ’40 presero vita
molti dei più rilevanti strumenti giuridici
e furono create istituzioni internaziona-
li, tra cui le stesse Nazioni Unite; ma la
Dichiarazione Universale occupa un posto
davvero speciale.Per la prima volta tutti
i diritti umani civili, culturali, economici,
politici e sociali vennero riconosciuti come
appartenenti intrinsecamente a tutto
il genere umano, piuttosto che venire
considerati come un dono conferito loro
in modo magnanimo, o al contrario negato,
dal destino, dal fato o dal capriccio del
regime al potere.Il suo approccio visionario,
ma anche totalmente fondamentale, puo’
essere meglio illustrato utilizzando le
stesse parole della Dichiarazione: “Tutti
gli esseri nascono liberi ed uguali in dignità
e diritti…ogni individuo ha diritto alla vita,
alla libertà ed alla sicurezza della propria
persona… Tutti sono uguali davanti alla
legge.” La Dichiarazione elenca poi una
serie di diritti specifici, che spaziono dal
diritto a non subire torture, alla diritto di
liberta’ di opinione, espressione e religione,
fino a diritti sociali, economici, culturali
chiave come l’educazione, la salute, il diritto
di eguale salario per eguale lavoro.Ad
ogni individuo, sancisce la Dichiarazione,
spettano tali diritti “senza distinzione
alcuna per ragioni di razza, colore, sesso,
lingua, religione, opinione politica o di altro
genere…”Oggi, i principi presenti nella
Dichiarazione Universale sono richiamati
nelle Costituzioni e nelle leggi di piu’ di 90
paesi. Meccanismi internazionali, regionali
e nazionali appositi, tra cui l’Ufficio
dell’Alto Commissario per i Diritti Umani
e il Consiglio per i Diritti Umani con i suoi
esperti indipendenti, sono stati creati
per monitorare, promuovere, proteggere
e sviluppare ulteriormente i diritti umani.
Dappertutto, un numero sempre crescente
di giornalisti, ONG e altri attori della
società civile vigilano sui propri governi
affinchè ci sia un rispetto sempre
crescente dei diritti umani. Con l’avvento
di internet, la violazione e gli abusi segreti
dei diritti dei cittadini sono diventati
sempre più difficle e coloro che decidono di
denunciare abusi di questo tipo hanno nelle
loro mani strumenti sempre più efficaci.
Nonostante ciò, per troppe persone la
Dichiarazione Universale rimane una
promessa non mantenuta, dal momento che
la volontà politica degli Stati di adempiere
alle proprie obbligazioni è in forte ritardo
rispetto agli impegni assunti. Esiste il
rischio particolare che, con il prodursi
degli effetti dell’attuale crisi finanziaria, si
verifichi un inasprimento delle condizioni già
disagevoli dei più poveri e dei marginalizzati
del mondo. La povertà è al tempo stesso
causa e risultato della violazione dei diritti
umani ed è nostro dovere vigilare nei mesi
a venire sull’attuazione dei programmi di
sviluppo e affinchè la rete di sicurezza
sociale sia messa in atto o potenziata, onde
evitare che la crisi diventi una tragedia.
Ma non possiamo fermarci qui. Sessanta
anni dopo, siamo ancora molto lontani
dal raggiungimento degli obiettivi inclusi
nella Dichiarazione. Più di dieci milioni di
persone nel mondo non hanno ancora la
consapevolezza dei propri diritti, e del
fatto che i governi sono garanti di questi
diritti e di una copiosa serie di organismi
che se ne occupano, fondati sia sul diritto
nazionale sia su quello internazionale.
Domenico D'Andrea 2^ B
fogliosufoglio
L'esperienza e il ricordo di una settimana di solidarietà
In questi giorni, tra un'attività scolastica e l'altra,
stiamo continuando a discutere di Pace, di Diritti,
di Solidarietà. Io insieme ad alcuni mei amici,
facciamo parte di un gruppo della Protezione
Civile, a Filiano e l'anno scorso dopo il tragico
terremoto che ha colpito l'Abruzzo siamo stati a
l'Aquila per una settimana, per prestare soccorso.
A distanza di un anno l'esperienza vissuta presso
il Casello autostradale l'Aquila Ovest è ancora
ben impressa …
Al termine del primo giorno, dopo aver trascorso
una notte insonne per il viaggio abbiamo iniziato
a lavorare dopo che il gruppo precedente ci
ha lasciato una montagna d’informazioni, e
così facendo abbiamo potuto soddisfare molte
richieste a noi presentate dagli ospiti durante il
giorno. Inizia a piovere, la pioggia è persistente
impregna le tende e penetra negli interni, è tutto
umido molti chiedono di essere spostati in altre
tende, altri si arrabbiano perchè lo spostamento
da noi promesso è nei fatti impedito in quanto
le tende individuate erano già state occupate.
Nel giorno seguente arrivano altre persone che,
chiedono ospitalità nel nostro campo ma i posti
sono improvvisamente finiti: alcuni dei nostri
ospiti si moltiplicano, arrivano in due, il giorno
dopo in quattro, fino ad occupare più di due tende,
mentre signori anziani e malati dividono la tenda
con persone che nella loro vita sicuramente non
avrebbero mai scelto di frequentare. La fila alla
mensa aumenta ogni giorno sempre di più, qualcuno
invita gli amici a pranzare come al ristorante,
tutti i giorni si metteva su faticosamente un
menù preparando in una cucina mobile, inadeguata
per il numero degli ospiti presenti nel campo.
Qualcuno si lamenta del cibo, il COORDINATORE
del campo allora, dopo aver ascoltato il comitato
opta per un “menù alternativo” viene colto da un
lampo di genio e ordina per il prossimo pranzo
dei pasti precotti dalla Croce Rossa. Nonostante
tutte le difficoltà, noi del GRUPPO LUCANO
imitando l’esempio degli altri, ci siamo spesi
e non poco, per consentire a tutti di ricevere
un pasto caldo, un genere di conforto, una
coperta, un oggetto qualsiasi, attenzioni che che
venivano ricambiate con un grazie che ripagava
più di qualsiasi altra ricchezza. Gli sgurdi dei
terremotati erano persi nel vuoto, nel tentativo
di cancellare quel pensiero fisso: il tremore
della terra, che ha portato via beni, e purtroppo
anche diverse persone. E intanto piove… piove
sulle nostre teste, sulle tende del nostro Campo
“EX ITATEL 1” situato nei pressi del casello autostradale di L’Aquila Ovest, mentre continuiamo
ad osservare l’arrivo ad ogni ora del giorno e della
notte di Tir, Autotreni, Camion Militari, Furgoni,
carichi di ogni genere di primaria necessità per
quella popolazione cosi tristemente e duramente
provata. Mentre tutto questo accade, la terra
trema sotto i nostri piedi, la paura travolge anche
i più tenaci, i più forti, ma il desiderio di andare
avanti, di darsi da fare, quello c'è ed è sempre
forte, vivo, intenso in ciascuno di noi venuto
qui, solo per dare un aiuto concreto a chi ne ha
veramente bisogno. Un esperienza gratificante
sotto tutti gli aspetti che, ci ha insegnato come
si può essere grandi nei piccoli gesti. Un piccolo
aiuto, quello dato da noi tutti VOLONTARI
DELLA PROTEZIONE CIVILE ai nostri Amici
dell’Abruzzo, ai Cittadini dell’Aquila, in un momento
così buio della loro vita. Cosa ci resta di questa
esperienza? Una grande emozione, un forte senso
di rispetto verso chi e per chi, in pochi minuti
ha visto morire i propri cari e si è ritrovato
senza una casa, senza il cibo, senza neanche un
indumento, ma solo con la forza ed il coraggio di
rialzarsi per guardare al futuro con la speranza
e la preghiera, che immani tragedie come queste,
non abbiamo mai più a ripetersi. In questi, come
in altri casi il senso del VOLONTARIATO assume
una significativa ed imprescindibile valenza e ci invia ad una riflessione, a capire, quanto sia davvero
importante che ciascuno di noi si prodighi per il
bene altrui. Fieri ed orgogliosi di aver fatto la
nostra modestissima parte, quelli come noi della
cosidetta “terza settimana ” si accingono a far
posto ai colleghi “della quarta” che arrivano per
darci il cambio e cosi tutto si è protratto per
quattro lunghi ed intensi mesi, dove lo spirito
di operare per portare il bene e del sollievo a
chi ne aveva bisogno, è sempre prevalso, sulla
stanchezza… su tutto!
Domenico Carriero 2^ B
Istituto Professionale Agricoltura e Ambiente “G. Fortunato” - Lagopesole
IL TERREMOTO D'ABRUZZO.
31
fogliosufoglio
Istituto Comprensivo “M. Carlucci” - Ruoti
32
GIOVANNI PALATUCCI, “UN GIUSTO TRA GLI INGIUSTI”
Manifestazione commemorativa per il centenario della nascita.
Il 24 Ottobre 2009, presso il Centro Sportivo
Polivalente di Ruoti (PZ), in occasione della
ricorrenza del Centenario della nascita, si
è svolta felicemente, in una folta cornice di
pubblico, la manifestazione commemorativa
in onore di Giovanni Palatucci, difensore
dei diritti dei deboli e degli oppressi e, per
questo, eroe e martire per la causa della
giustizia.
L’evento, non a caso denominato “Un giusto
tra gli ingiusti”, è stato organizzato e
realizzato grazie alla convinta e meritoria
iniziativa del Responsabile Provinciale
dell’Associazione Nazionale “G. Palatucci”,
dott. Antonio PAGANO, il quale è riuscito
a sensibilizzare e catalizzare, intorno alla
sua interessante proposta, le convergenti
energie dell’Amm.ne Comunale di Ruoti, nella
persona del suo Primo Cittadino, dott. Angelo
SALINARDI, prima, e, subito dopo, i bambini
e i ragazzi del locale Istituto Comprensivo
“M. Carlucci”, attraverso il suo Dirigente
Scolastico, prof. Gesualdo SCAPICCHIO, col
coinvolgimento di tutto il Personale Docente e
ATA in esso operante. Il ‘Progetto Palatucci’
ha preso vita, nello scorso mese di Maggio
2009, in seguito all’incontro che il dott. Pagano
ha richiesto e organizzato, presso la scuola di
Ruoti, con il Sindaco e il Dirigente Scolastico,
nel corso della quale è stata lanciata l’idea
di bandire un Concorso a premi tra gli alunni
intitolato, appunto, “Un giusto tra gli ingiusti”,
coinvolgendo tutti i bambini della 5^ classe della
Scuola Elementare e tutti i ragazzi delle tre
classi di Scuola Media.
Lo stesso dott. Pagano ha voluto incontrare,
alcuni giorni dopo, separatamente, prima i
bambini della Scuola Elementare e, subito dopo,
i ragazzi della Scuola Media, per illustrare loro,
sinteticamente, gli aspetti salienti della vita e
dell’opera del Commissario Palatucci, “l’ultimo
Questore di Fiume italiana”, inquadrandoli nel
periodo storico di riferimento. Il 29 Maggio
2009, giorno di ricorrenza del centenario,
concordemente con i docenti interessati, è
stato, pertanto, dedicato allo svolgimento del
suddetto Concorso a premi, al quale hanno
partecipato circa un centinaio di alunni,
producendo liberamente composizioni scritte,
poesie e illustrazioni grafiche.
Dato il delicato periodo conclusivo dell’anno
scolastico che avrebbe impegnato per tutto il
mese di Giugno i Docenti tra scrutini finali ed
Esami di Conclusione del
Primo Ciclo di Istruzione
(ora si chiamano così),
è stata costituita una
ristretta Commissione
di insegnanti per la
valutazione preliminare
e selettiva degli
elaborati da sottoporre,
per l’assegnazione dei premi, al giudizio
insindacabile della Giuria del Concorso,
composta dal dott. Pagano, dal dott. Salinardi,
dal prof. Scapicchio e dalle docenti Giuseppina
Creddo e Antonina Visconte.
Chiusi tutti gli impegni e gli adempimenti di
Giugno, le vacanze estive sono sopraggiunte
come un irrinunciabile appuntamento necessario
per concedersi una sana pausa di riposo,
ritemprarsi fisicamente e spiritualmente e
recuperare le energie perdute, per cui la
seconda fase del ‘Progetto Palatucci’ è stata
‘aggiornata’ all’inizio del successivo anno
scolastico.
Detto fatto, nello scorso mese di Settembre,
dopo una decina di giorni dall’inizio delle
lezioni, puntualmente il dott. Pagano ha
ripreso i contatti con il sindaco di Ruoti e
col Dirigente Scolastico per concordare le
modalità di svolgimento delle premiazioni
relative al Concorso svolto e avviare così anche
l’organizzazione della fase conclusiva del nostro
‘Progetto Palatucci’.
Ed eccoci così giunti alla serata del 24 Ottobre
2009, giornata concordemente decisa per
lo svolgimento della manifestazione finale
e della consegna dei premi; data del resto
anche preannunciata e consegnata con largo
anticipo alla trepidante attesa degli alunni,
considerato che nulla era trapelato da parte
dei componenti della Giuria in merito ai lavori e
agli alunni premiati. Alla presenza delle Autorità
intervenute, la felice realizzazione della
serata in onore di G. Palatucci, confortata dalla
partecipazione
di un numeroso
e interessato
pubblico, ha
potuto contare
sulla generosa
e solidale
partecipazione,
a titolo
completamente
fogliosufoglio
quali hanno potuto conoscere la drammatica
ed eroica storia del Commissario Giovanni
Palatucci, “ultimo Questore di Fiume italiana”, un
funzionario dello Stato che, per non rinunciare
ai principi e ai dettati della propria coscienza di
uomo, ha sacrificato la propria vita per salvare
migliaia di innocenti destinati a sicura, ingiusta
e inumana sorte.
Ringraziando tutti coloro che con il loro
personale interessamento e il fervente
impegno nel promuovere e diffondere, anche
nelle scuole, l’esemplare vita di Palatucci, e il
Sindaco di Ruoti, dott. Angelo Salinardi per
aver generosamente accolto e patrocinato
l’iniziativa rendendone possibile l’attuazione,
ci diamo appuntamento alle prossime occasioni
celebrative per continuare a rendere omaggio
al giovane “Questore giusto tra gli ingiusti”
e onorarne sempre degnamente la esemplare
memoria.
ACROSTICO
Ivan e Miriana Berardi, Luigi Bianchi, Federica
Caivano, Daniele Di Nicola, Angelo Sileo, Maria
Grazia Raimondi, Valentina Maitilasso, Rosaria
Mancino, Antonella Scavone, Francesca Scavone,
Laura Scavone, Donatella Palese, Riccardo
Scavone, Rocco Scavone, Irene Sinisgalli, Sara
Spadola, Felice e Vito Spadola, Hamed e Jusef
Trabelsi, Gerardo Troiano, Gianluca Troiano,
Luca Troiano, Vincenzo Troiano, suoi compagni
e compagne delle classi 2^A e 2^B non sono
stati da meno, recitando e rappresentando
dei simpatici quadretti ispirati ad alcuni noti
personaggi comici della ormai nota e molto
seguita trasmissione televisiva e cabarettistica
“COLORADO”.
Al termine della bella manifestazione sono state
anche consegnate le meritate targhe-ricordo
a quanti hanno consentito la realizzazione
di un evento che ha riscosso ampi e meritati
apprezzamenti da parte di quanti hanno avuto
l’occasione di parteciparvi e soprattutto
da parte dei genitori e degli stessi alunni, i
Istituto Comprensivo “M. Carlucci” - Ruoti
gratuito, del “Coro Gospel dell’Associazione
Musicale S.Cecilia” diretto dal M° Gianfranco
GIAMPERSIO, dell’artista-cantante LUISITO
e del Mago Prestidigitatore e Illusionista
Giuseppe LATRONICO, alias MAGIC MAN, che
ne ha anche brillantemente curato la conduzione
e la presentazione.
Nel corso della serata sono stati premiati
20 elaborati, secondo la Sezione Concorso
di riferimento (Composizioni scritte - Poesia
– Disegni e rappresentazioni grafiche) e i loro
rispettivi piccoli autori.
A tutti gli alunni partecipanti è stato comunque
rilasciato un attestato di merito per l’impegno
profuso nella partecipazione al Concorso.
L’occasione ha consentito anche l’esibizione
di alcuni ‘talenti artistici’ della nostra scuola,
come l’organettista folk Luca Faraone, della
classe 2^A, che ha saputo dimostrare la sua non
comune padronanza dell’organetto, suonandolo
nei modi più diversi e disparati e a velocità
sempre crescenti.
Giovane eroe
Impegnato a salvare
Ogni
Vita innocente
A un destino crudele e
Non umano,
Nuovo esempio d’amore per tutti
I giovani
Pronto
A rischiare
La propria vita per
Aiutarne
Tante altre con
Umiltà,
Con
Coraggio e
Infinita compassione
Valentina Maitilasso - Classe 2^ sez. A
Scuola secondaria di 1° grado
33
fogliosufoglio
Istituto Comprensivo “M. Carlucci” - Ruoti
34
Essere giusti è…
Essere giusti è aiutare gli altri …
Essere giusti è ascoltare il prossimo…
Essere giusti è servire gli umiliati…
Essere giusti è consumare la vita per amore…
Essere giusti è soccorrere i deboli…
Essere giusti è dare solidarietà ai perseguitati…
Essere giusti è non dimenticare gli errori della storia…
Essere giusti è non aver paura di combattere contro/
l’ingiustizia…
Essere giusti è dare a tutti le stesse opportunità…
Essere giusti è non discriminare nessuno…
Essere giusti è imparare dai propri errori…
Essere giusti è rispettare sempre gli altri…
Essere giusti è portare armonia e gioia nell’esistenza…
Essere giusti è insegnare le felicità agli altri…
Essere giusti è far nascere la gioia di vivere negli altri…
Essere giusti è sostituire la guerra con la pace…
Essere giusti è non sprecare la propria vita…
Essere giusti è educare i giovani con l’esempio…
Essere giusti è avere il coraggio di fare del bene…
Essere giusti è guardarsi intorno e capire…
…che il mondo ha bisogno di NOI.
Miriana Berardi - Classe 2^ sez. A
Scuola Secondaria di 1° grado
AVERE DIRITTI E’
NOSTRO DIRITTO
“Tutti gli esseri umani, indipendentemente
dalla nascita, dalla religione o dalla condizione
sociale, sono dotati di alcuni diritti fondamentali
e inalienabili”. Questa affermazione contenuta
nella <<Dichiarazione dei diritti dell’uomo
e del cittadino>>, approvata nel corso della
Rivoluzione Francese nel 1789, è stata in seguito
ribadita nei documenti programmatici di molti
organismi nazionali e internazionali (come,
per esempio, nello Statuto dell’ONU e nella
Costituzione italiana). Ancora oggi non possiamo
considerare realizzati ovunque i diritti umani,
date le violazioni che tante persone subiscono
quotidianamente non soltanto in ogni parte del
mondo, ma anche in luoghi molto vicini a noi.
Parlare di diritti vuol dire innanzitutto
definirli e comprenderli, per cui siamo partiti
dall’inserire questo termine nel contesto storico
e concettuale in cui è sorto e si è sviluppato.
In una società in cui ognuno pensa unicamente
a se stesso e ai propri interessi i diritti umani
possono costituire un punto di riferimento
essenziale per muoversi nel mondo complesso
della globalizzazione. Essi sono stati conquiste
del pensiero e della lotta per la dignità di
ogni persona e i risultati raggiunti non sono
irreversibili. Se sopportiamo senza reagire le
violazioni dei diritti che avvengono vicino a noi,
arriveremo fatalmente a sviluppare una specie
di assuefazione che ci impedirà di reagire
quando ci capiterà di esserne noi le vittime. Non
bisogna stancarsi di essere indignati quando
viene ignorata e calpestata la dignità umana
negli altri, è un modo per tenere allenata la
nostra sensibilità.
Le violazioni non riguardano solo le guerre, i
genocidi, le deportazioni, ma anche le piccole
prepotenze e sopraffazioni sui più deboli,
sui più disarmati, sui più emarginati. Queste
aggressioni, spesso solo verbali, si verificano
anche negli ambienti che frequentiamo, perfino
a scuola. Sono manifestazioni di “bullismo”, che
spesso vengono tollerate, magari con fastidio,
per conformismo, per un malinteso senso di
solidarietà di gruppo o, semplicemente per
voglia di quieto vivere. Intervenire in queste
circostanze non è mai facile, costringe a
esporsi, ma se non lo facciamo, ci rendiamo in
qualche modo complici dei loro aggressori.
La realizzazione dei diritti umani è
responsabilità di tutti e di ciascuno, dobbiamo
avere la capacità e il desiderio non solo di
difendere i nostri diritti ma di batterci anche
per l’affermazione di quelli degli altri.
Prima vennero per gli ebrei
“Prima vennero per gli ebrei
e io non dissi nulla perché
non ero ebreo.
Poi vennero per i comunisti
e io non dissi nulla perché
non ero comunista.
Poi vennero per i sindacalisti
e io non dissi nulla perché
non ero sindacalista.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto più nessuno
che potesse dire qualcosa.”
Martin Niemoeller
Pastore evangelico deportato a Dachau
Questo progetto è stato un’occasione per
lavorare insieme, per riflettere, per formarci
come “cittadini”. Abbiamo anche realizzato
una ‘nostra’ presentazione in powerpoint:
“Avere diritti è un diritto inviolabile per tutti”,
utilizzando libri di testo, materiale on-line,
articoli di giornale, CD- rom, documenti storici e
pagine storiografiche, foto locali e personali.
Classi 2^A e 2^B
Scuola Secondaria I grado
fogliosufoglio
Vivi la vita
La vita è un’opportunità, coglila….
Le droit à la vie
Le droit à la santé
La vita è una sfida, affrontala….
Le droit à l’éducation
La vita è un dovere, compilo.
Le droit à la famille
La vita è preziosa, abbine cura.
Le droit à la protection contre le racisme
Le droit à l’expression
La vita è una ricchezza, conservala.
Le droit à la protection contre la maltraitance
La vita è amore, godine….
Le droit à la protection contre l’exploitation dans
le travail
La vita è tristezza, superala.
Le droit à la protection contre la guerre et la
privation de liberté
La vita è un inno, cantalo.
Le droit à la culture et la liberté de pratiquer la
religion
La vita è una lotta, combattila….
La vita è un’avventura, corrila.
La vita è felicità, meritala.
LA VITA è LA VITA, DIFENDILA.
MADRE TERESA DI CALCUTTA
Convenzione relativa
ai diritti dei «minori»
Articolo 6
Tu hai diritto alla vita e allo sviluppo.
1) Come ogni fanciullo tu hai diritto alla vita.
Istituto Comprensivo San Fele - Sede staccata di Ruvo del Monte
Les 10 droits fondamentaux
des enfants.
2) Lo Stato deve assicurare la tua sopravvivenza
e il tuo sviluppo.
35
DALLA TAVOLA ROTONDA
AL PALCO DELLA PACE
36
La testimonianza
della maestra
Maria Marcello
Maria Marcello, maestra di 48 anni, in
servizio in una scuola elementare di Barra,
quartiere alla periferia est di Napoli, agli
inizi di maggio, è stata protagonista di
una storia che più di tante parole aiuta a
capire come si vive la solidarietà, come si
costruisce la pace.
Interviene per impedire una rissa tra
ragazzini, ma uno di loro, di appena dieci
anni, si ribella
e con un calcio le spappola la milza. La
maestra viene sottoposta a intervento
chirurgico per asportarle l’organo ferito. Al
risveglio dall’operazione chiede di vedere
il piccolo che l’aveva mandato in ospedale.
Vuole perdonarlo. Un gesto non comune,
vero? La prima reazione, in questi casi,
è quella di vendicarsi, o comunque farla
pagare a chi ci ha fatto del male. E, invece,
la maestra Maria gli dice: “Ti perdono”. Il
bambino le spedisce una lettera di scuse,
un mazzo di fiori e il vangelo della sua prima
comunione.
Perdonare è un verbo scomodo; più
semplice vendicarsi. Il primo aiuta la pace
e la solidarietà, anche se ci fa apparire
degli sconfitti, per non dire degli scemi;
il secondo ti fa apparire”vincitore”, ma
in realtà sei uno sconfitto. L’occhio per
occhio, dente per dente dente non tiene
conto delle regole, che, se osservate,
aiutano a costruire situazioni di pace
prima di tutto nella propria famiglia, e poi
in classe, nella scuola, nel quartiere, nel
paese...
Commentando questa storia il giornalista
Massimo Gramellini ha scritto: “Il perdono
è l’arma disarmante. Non puoi farci nulla:
ti vince, ti conquista, ti redime. E’ una
medicina che alleggerisce il cuore di chi
lo riceve, ma ancor più quello di chi lo
offre” (La Stampa,15 maggio 2010) .
Cari ragazzi, sul vostro giornale della
“rete scolastica federiciana” e durante la
tavola rotonda avete “scritto e parlato”
tanto di solidarietà e di pace...Mentre
parlavate e sullo schermo scorrevano le
immagini dei lavori realizzati a scuola, io
pensavo...E’ da 25 anni che, per iniziativa
dell’Istituto comprensivo “Tommaso
Claps” di Lagopesole, un numero sempre
maggiore di ragazzi e scuole della regione
sono coinvolte nel “Progetto di educazione
alla pace e alla solidarietà tra i popoli”...
Pensavo: molti dei ragazzi e delle ragazze
che dal 1986 sono stati protagonisti di
questa iniziativa, tanto cara al preside
Peppino Coviello, oggi sono adulti e forse
hanno messo su famiglia. E mi chiedevo:
sono diventati testimoni di pace e di
solidarietà nella vita di tutti i giorni?...
E m’è venuta un’idea: perché non invitarli
a raccontare come e se oggi le belle parole
e i buoni propositi di allora sono diventati
gesti quotidiani di pace e solidarietà?
Lello Colangelo
37
“La mia scuola per…”
Nel pomeriggio di venerdì 7 maggio scorso, a
Lagopesole si è svolta la “TAVOLA ROTONDA”,
un evento molto particolare, che vede come
protagonisti i ragazzi, e in cui si parla di un
tema specifico, che quest’anno è stato: “LA
MIA SCUOLA PER…”
A partecipare sono stati 16 ragazzi, provenienti
da quasi tutta la Basilicata e, il “conduttore” di
questo avvenimento è stato Lello Colangelo.
Per iniziare, il preside di Lagopesole, ci ha
parlato un po’ del concetto di Europa UNITA,
quindi delle regole che noi dobbiamo rispettare,
regole fondamentali non solo per mantenere
unita la nostra Europa, ma soprattutto per
mantenere unito il Nostro Mondo, il Pianeta in
cui viviamo.
Per fare tutto questo dobbiamo essere educati,
al sapere, alla voglia di conoscere e pretendere
sempre di più dalla cultura, e la scuola serve
proprio a questo: - La scuola ci rende migliori,
proprio per costruire UNA SOCIETA’
MIGLIORE!
Al tema proposto dalla Tavola rotonda, i ragazzi
rispondono: LA MIA SCUOLA PER………
…….un mondo migliore, un mondo che rispetti
i nostri diritti e ci faccia rispettare i nostri
doveri, un mondo per il quale siamo tutti uguali,
un mondo dove tutti noi possiamo sia sentirci
che essere liberi, liberi di spiccare il volo verso
ogni tipo di orizzonte che la vita ci offre, o
meglio che il sapere ci riserva.
Quindi la mia scuola per…… aiutarmi a costruire
il “domani”, un giorno colmo di positività, un
giorno PIENO, ricco di sogni, perché la scuola ci
insegna a sognare e a realizzare quel progetto
di vita che guida verso la libertà di poter aprire
la porta al sapere infinito!
Lo scopo della Tavola rotonda è stato dunque
far capire ad ognuno di noi il vero significato di
scuola, che spesso e volentieri trascuriamo…
Perciò cari ragazzi diamoci da fare e iniziamo
già da adesso a costruire il nostro domani!
Maria Gaia Stolfi
Istituto Comprensivo Carducci-Morlino Avigliano
La pace è fatta di piccole cose
Un tema verso la pace per stare meglio
Dall’ esperienza del 7 maggio abbiamo capito
che la pace è fatta di piccole cose e che
anche noi possiamo contribuire, nel nostro
piccolo, a migliorare il mondo. Ad esempio il
bullismo è una cosa che non va tenuta dentro,
ma va combattuta senza però imitarne i
comportamenti. Per questo ci ha colpito
soprattutto un breve filmato che narra una
situazione di bullismo di alcune ragazze che ogni
giorno tormentavano una ragazza, chiedendole
soldi e facendole tante altre cose sgradevoli .
Ad un certo punto però, la ragazza si ribella, ma
alla fine è disposta a fare pace perché non vuole
comportarsi come loro, cioè far soffrire gli
altri. Poi il moderatore della tavola rotonda ci ha
fatto dire piccole cose che possiamo fare per la
pace (ad esempio: non litigare con propri fratelli
38
e sorelle, non fare arrabbiare i propri genitori
ecc.) cose che, come abbiamo visto attraverso le
esperienze raccontate, hanno molto significato
e possono far cambiare il mondo . Noi abbiamo
presentato le nostre varie interviste agli
anziani del paese, facendo capire un altro
messaggio, cioè che la scuola non si deve vedere
dal punto di vista di chi è costretto ad andarci
perché essa non è solo una struttura in cui
si studia e si impara, ma è un’opportunità che
attraverso la conoscenza apre le porte ad un
futuro diverso per i nostri figli... In conclusione
insieme abbiamo imparato molte cose! Speriamo
d’ impararne ancora molte altre e di avere
occasioni che non solo ci aiutino a conoscere
nuove persone ma soprattutto a confrontarci
con altra gente.
Gina Lozzi - 1 B Vietri di Potenza
Educazione alla cittadinanza:
i contributi delle scuole della “rete federiciana”
E’ stato un giorno particolare quello del 7
maggio 2010 a Lagopesole. Nella sala della
scuola elementare, alla presenza di noti
personaggi dell’istruzione e della cultura,
i veri protagonisti siamo stati noi ragazzi,
provenienti dalle scuole dei diversi comuni
della regione. Il tema, quanto mai attuale, si
è rivelato semplice, ma denso di significato. Il
contributo delle varie scuole è stato prezioso
e forse, per la prima volta, tra i cattivi giochi
dell’emozione e la spontaneità del parlare,
noi ragazzi ci siamo sentiti veramente
coinvolti in un progetto educativo complesso e
completo. Striscioni, lavori digitali, relazioni,
appunti di varia natura hanno avuto come
argomenti caldi della discussione, parole
magnificamente interessanti e sorprendenti:
diritto, Costituzione, cittadinanza, senso civico,
rispetto dei doveri. In una fitta carrellata
d’immagini, di fumetti, di suoni, di colori,
durata quasi due ore, noi ragazzi abbiamo
mantenuto vivo l’interesse dei partecipanti, i
cui occhi, per tutta la serata sono stati puntati
esclusivamente sul tavolo della discussione .
Gli applausi non sono mancati e, anche quando
sembrava che l’emozione prendesse la mano,
siamo riusciti a strappare qualche applauso
d’incoraggiamento e di solidarietà : non è forse
anche questo “educazione alla cittadinanza”?.
Sono convinto che oggi essere cittadino
significa essere capace non solo di rispettare
le regole, ma anche di saperle vivere in un
contesto che va al di là della propria regione, in
una prospettiva nazionale e mondiale. Più volte
infatti, nelle relazioni dei ragazzi, si è sentito
il termine “cosmopolitismo” e noi dobbiamo
imparare ad essere cittadini del mondo capaci
di “vedere oltre il proprio naso” per arricchirci
di esperienze più vere e più concrete, per vivere
senza catene in sintonia con tutto il mondo.
Questo, penso, sia stato l’obiettivo della tavola
rotonda, un obiettivo su cui tutte le scuole
hanno speso tanti mesi di lavoro insieme ai
loro insegnanti che, pur nella difficoltà della
gestione del tempo scolastico, li hanno guidati
con professionalità e dedizione in attività di
confronto, di dialogo e schematizzazione. Il
primo ringraziamento va dunque alla scuola che
ci ha ospitato e che ha promosso l’incontro tra
gli alunni, poi a tutti coloro, alunni e docenti, che
si sono impegnati affinché il progetto andasse a
buon fine ed ottenesse i risultati sperati.
Pierdonato Magrino
classe IB - Scuola Media di Vietri di Potenza
39
fogliosufoglio
IL PARADIGMA PEDAGOGICO DEL TRONO D’ARIA
LA
LAVORO
MIA SCUOLA PER…
A.S.
2009/2010
PPT- PRESENTATO IN OCCASIONE DELLA TAVOLA
LAGOPESOLE NELL’AMBITO DEL PROGETTO IN RETE: EDUCARE ALLA
CITTADIDANZA, ALL’EUROPA, ALLA PACE
A SUPPORTO DEL
ROTONDA A
A CURA DI
TERESA BENEVENTI (FUNZIONE STRUMENTALE AREA SOSTEGNO AGLI
ALUNNI) E
MARIANGELA TRIPALDI (FUNZIONE STRUMENTALE AREA DOCENTI)
Pablo Neruda:
“io voglio fare con te quello che la primavera fa con i
ciliegi”.
Istituto Comprensivo “Carducci “Avigliano
ISTITUTO COMPRENSIVO “CARDUCCI “AVIGLIANO
Insegniamo all’istituto comprensivo G. Carducci- T. Morlino di Avigliano e
precisamente nella classe II C – scuola secondaria di primo grado- costituita da
26 alunni.
Qualche mese fa abbiamo scelto come tema da sviluppare il disagio dei giovani.
Lo abbiamo trattato nei suoi diversi aspetti partendo proprio dal loro disagio.
Fra le indicazioni che fornivano i ragazzi, ne abbiamo trovata una decisamente
interessante: sosteneva che se i ragazzi sbagliano è perché spesso è colpa degli
adulti. “… gli adulti: genitori, docenti, educatori, bidelli, vicini di casa… come
tanti re e regine siedono su troni… d’aria e da quella posizione annunciano ogni
giorno come tanti condottieri sbuffanti principi e regole per noi ragazzi, senza
mai porsi il problema. Ci interesserà?”.
Una metafora quella dei troni d’aria forte, pungente ed originale che non
poteva essere lasciata lì.
L’alunna che l’aveva coniata, aveva centrato il bersaglio del problema. Allora
abbiamo continuato a lavorare su questa riflessione, cercando di trovare
risposte al tema proprio tra i ragazzi. Chi più di loro sa descrivere e quindi
41
individuare le origini del malessere che li colpisce?
Nei loro vividi pensieri veniva fuori la certezza che la scuola rappresenta
ancora un valore ma deve fare di più, ascoltare le loro esigenze, fornire lezioni
più attive e motivanti, chiedevano meno nozioni, meno docenti in cattedra e più
concretezza. Una scuola, insomma non in “trono d’aria” ma fattiva, più
rispondente all’essenzialità del ragazzo che si appresta a divenire uomo.
Se una delle cause del malessere giovanile sono gli adulti, allora siamo andati ad
approfondire, a documentarci ed a verificare la validità dell’ipotesi.
Abbiamo fornito agli alunni diverse piste di lettura, tra cui Edgar Morin, con il
suo testo I sette saperi. Il sociologo, infatti prova a rispondere ad alcuni
interrogativi pregnanti quali: Come considerare il mondo nuovo che ci travolge?
Su quali concetti essenziali dobbiamo fondare la comprensione del futuro?
Il lavoro di approfondimento corre lungo i sette saperi necessari:
- potenziare nell’insegnamento lo studio delle caratteristiche (cerebrali,
mentali, culturali) della conoscenza;
- Promuovere una conoscenza in grado di cogliere i problemi globali e
fondamentali, evitare la supremazia di una conoscenza frammentata nelle
diverse discipline per fa spazio ad un nuovo modo di conoscere capace di
cogliere gli oggetti nei loro contesti, nei loro complessi, nei loro insiemi;
- Insegnare cosa significa essere umano;
- Insegnare il destino planetario del genere umano ed il riconoscimento
dell’identità terrestre e che tutti gli uomini del pianete, ormai messi a
confronto con le stesse problematiche di vita e di morte, vivano una stessa
comunità di destino;
- Insegnare le incertezze e le strategie per affrontare l’incerto, l’imprevisto,
il rischio;
- Insegnare la comprensione fra gli uomini;
- Realizzare la cittadinanza terrestre.
Il lavoro: “La mia scuola per”
Il power point “La mia Scuola per” si compone di n° 8 diapositive. Ognuna di
esse mette a fuoco un concetto.
Slide n. 1 Si parte dalla funzione primaria della scuola,(naturalmente per i
ragazzi): fornire saperi o meglio conoscenze. Approfondisce il significato
valoriale della parola SAPERE, analizza alcune risposte date da uomini antichi:
Socrate, Dante.
Slide n. 2 : capire l’universo alunno: un invito a conoscere il discente, i suoi
bisogni, i suoi stili, le sue passioni la sua meraviglia, la sua unicità;
Slide n. 3: insegnare il pensiero divergente, cogliere la diversità come risorsa
e considerare l’Errore e l’illusione come oggetti preziosi
del percorso
CRESCERE
42
Slide n. 4 e 5: approfondiscono il ruolo guida dell’adulto. Un ritorno al
significato etimologico del termine educare: ex-ducere: accompagnare, portare
fuori il meglio dell’altro. Valorizza il CON TE che si trasforma in NOI. Momento
centrale della relazione duale alunno-docente
Slide n.6: forte e chiara sottolinea 4 parole chiave: PERCHE’ /RICERCA;
SOGNO; LIBERTA’; AUTONOMIA. Riassume in una magica sintesi tutto il
processo pedagogico di insegnamento e apprendimento
Slide n. 7: la finalità : un mondo migliore.
Le immagini utilizzate sono la chiara traduzione della strategia comunicativa
pensata. Nulla è affidato al caso. I colori, gli sfondi, i primi piani, le figure
scelte, rimandano a significati precisi che completano la struttura narrativa
che commenta il prodotto.
Le alunne Valeria Caputo e Maria Gaia Stolfi hanno saputo lavorare in sinergia
producendo un lavoro di sintesi eccellente e dal forte impatto comunicativo.
Possiamo concludere che
prendersi cura dei ragazzi sperimentare
continuamente nuove modalità didattiche, riuscire a riaccendere il motore della
passione per la scuola al fine di ripristinare la Meraviglia, sono gli obiettivi che
ci prefiggiamo da sempre. Già, La meraviglia perché essa è il sentimento
essenziale, l’unico che riesce a diventare apprendimento significativo. La
meraviglia è già negli occhi dei nostri ragazzi.
Il nostro obiettivo, pertanto, non è fornire pacchetti di risposte preconfezionate ma trasformare l’aula il più possibile in laboratorio mettendo al
centro del percorso i nostri alunni, il loro vissuto, le loro attese, le loro
difficoltà ed anche i loro preziosi errori.
Un grazie alla II C per aver saputo meravigliare anche noi docenti!
Le prof.sse Teresa Beneventi e Mariangela Tripaldi.
LA MIA SCUOLA PER UN MONDO MIGLIORE
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