Per esporre i sistemi elettrici bisogna che prima venga analizzato il
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Per esporre i sistemi elettrici bisogna che prima venga analizzato il
Per esporre i sistemi elettrici bisogna che prima venga analizzato il sistema classico, onde poter evidenziare i limiti di questo e le potenzialità dei sistemi descritti di seguito. I sistemi di riscaldamento tradizionali sono realizzati principalmente usando il principio della convezione. Il sistema è composto da una caldaia che brucia generalmente a gas metano ad una temperatura intorno ai 1500 gradi centigradi. L’acqua a questo punto raggiunge una temperatura che, generalmente, si attesta sui 70 gradi. Da qui la pompa della caldaia spinge il liquido caldo verso il collettore (o i collettori nel caso di impianto a più zone), da dove vengono distribuite a stella le tubazioni di andata e ritorno sui vari ambienti. A questo punto nei locali si possono ottenere due soluzioni classiche: termosifoni (ghisa, alluminio o acciaio) o termoconvettori. Questi ultimi generalmente vengono adottati in caso di ambienti grandi, quindi difficilmente scaldabili se non con molti termosifoni tradizionali, che però “tappezzerebbero” letteralmente le pareti con risultati estetici non molto graditi. I termoconvettori sono dotati di ventole che accelerano il ricambio d’aria fredda con quella calda, a prezzo di una temperatura in uscita però maggiore, intorno agli 80 gradi. In entrambi i casi l’aria diventa il veicolo che ci consente di percepire il caldo. Un termosifone non raggiunge quasi mai i 70 gradi. Tra l’uscita della caldaia e il collettore già si ha una forte dispersione (che ricordo è sempre maggiore in relazione diretta con la temperatura, quindi maggiore è la temperatura di un corpo, maggiore è la sua capacità dispersiva), che aumenta con la distribuzione successiva verso i radiatori. Il termosifone nel migliore dei casi non raggiunge i 60 gradi, per scaldare l’aria che, però, essendo ora più leggera, tenderà a salire verso la parte alta della stanza. Insomma si scalda prima il soffitto, poi, man mano che l’aria fredda scende, si scalda a sua volta e risale, creando appunto il movimento convettivo. Gli ambienti hanno sempre punti più freddi o più caldi, e non sono mai confortevoli in modo uniforme; spesso sono troppo caldi e si ha l’impressione di non riuscire a respirare bene. In questo tipo di impianto anche parzializzando l’accensione non si raggiunge mai un buon compromesso risparmio confort. Ad una temperatura di 20 gradi, ipotizzando una casa in classe energetica B su una superficie calpestabile di 150 mq, consumeremmo circa 15 mc di gas al giorno; Se decidiamo di scaldarne la metà della superficie (chiudendo circuiti per un equivalente del 50% della metratura) il consumo per metro cubo si riduce di circa un 30% del precedente, poco meno di 10mc al giorno. Il perché è semplice: gran parte del consumo si ha semplicemente perché “la caldaia è accesa”, ed il circuito, fino al collettore, disperde parte dell’energia termica. Su questi sistemi si è detto di tutto e di più: che creano circolazione di polvere, che sono nocivi per chi soffre di asma e allergie, che sono poco efficienti ( 1.500 gradi celsius in combustione per avere si e no 19 gradi ambiente in effetti … ), rimane la cruda realtà che tutt’ora sono di gran lunga i più usati. E non certo per motivi di costo. Occorre anche analizzare la tipologia di installazione e di uso di questi sistemi. Come si sa, programmare l’accensione a singhiozzo durante le 24 ore, forse può permettere di risparmiare sulla bolletta, ma crea tutta una serie di conseguenze che raramente vengono analizzate con cura. Proverò a dare qualche esempio. Innanzi tutto la muratura (principalmente quella perimetrale) di una stanza scarsamente riscaldata essendo composta da laterizio e cemento, tenderà a raffreddarsi. Con l’accensione del riscaldamento inizialmente si comporterà “come una spugna” assorbendo il calore dall’aria, che circolerà fredda. La frase “sento l’aria fredda” dentro le case ormai è un classico. Tutti pensano alle finestre, ma se sono in buone condizioni il problema è derivato dal moto convettivo. Quindi per tempi che vanno dai pochi minuti a qualche ora con il gas si scaldano i muri, ed intanto si battono i denti …; Nella case vecchie a pietra questo succede praticamente sempre. Le pietre fanno da ponte termico “assorbendo” il calore ed il contenuto del portafogli del proprietario. In questo caso almeno, si recupera d’estate con la frescura (derivata dall’accumulo enorme di umidità durante il periodo invernale). Per il resto sono solo dolori. C’è poi il problema della condensa. Essendo la formazione di questa direttamente legata alla temperatura è ovvio che con un continuo saliscendi di questa si avrà formazione di condensa su muri e finestre, la cui diretta conseguenza è la formazione di muffa sopra gli infissi, che le signore si ostinano ad asportare con la varechina, che a sua volta però rovina la pittura …. e la pazienza dei mariti che durante le vacanze devono provvedere ….. Il tutto ovviamente pagando bollette in vertiginoso aumento. E stando al fresco. Negli ultimi 20 anni, progressivamente, si sono inseriti i sistemi sottopavimento. Qui ci sono altre considerazioni da fare: In un’abitazione questi sistemi sono di gran lunga i più confortevoli. Abbinati ad una caldaia a condensazione, lavorano a bassa temperatura e devono essere tenuti accesi sempre, 24 su 24, dall’autunno alla primavera. C’è anche chi per risparmiare tende a tenere le serpentine larghe (quindi con meno tubo) ma questo comporta un aumento della temperatura in caldaia con esponenziale aumento dei costi di gestione. Le serpentine devono essere quanto più strette possibile, in modo che la scarsa superficie dei tubi ( di solito non supera il 7% dell’ intera superficie ) riesca a scaldare più agevolmente il massetto. Economicamente sia i sistemi di riscaldamento a pavimento che a termosifone vengono quantificati in € a mq, però in questo costo non sono mai inclusi gli oneri di installazione che però sono pesanti, e precisamente: Caldaia, canne fumarie, impianto e tubazioni gas, impianto scarico per caldaia, impianto elettrico per allacciamento, punti termostato, punti elettrovalvole, allaccio al gas Metano ( quando va bene e non si deve ricorrere al GPL ), e non meno importanti i massetti termici ( almeno a che il sistema non sia a secco … ). Questi costi finiscono per far raddoppiare il preventivo. Il tutto sperando che Russia ed Ucraina si accordino (poi tra 20 anni amen, ma quest’ultimo concetto lo conosciamo bene, l’abbiamo sempre fatto!). Tra le varie opportunità che ci offrono le nuove tecnologie quella più promettente è certamente derivata dallo sviluppo dei sistemi elettrici, C’è prima però da fare un distinzione tra i vari modi di riscaldare elettricamente, altrimenti si rischia di fare una certa confusione. E’ opportuno non prendere neppure in considerazione le classiche stufette, quelle di varia forma e colore, che consumano energia a più non posso. Per scaldare un’ ambiente di 15 mq con 2000Watts si fa fatica. E neppure la gran parte delle Pompe di Calore (di seguito chiamate PDC), le quali, pur essendo concettualmente validissime, hanno evidenti limiti, che esporrò brevemente. Innanzitutto lo scambio di calore è efficace sino ad una certa temperatura esterna, e precisamente intorno ai 5–7 gradi centigradi, usata come riferimento per riportare i consumi elettrici. Sotto questa temperatura, (parliamo sempre di riscaldamento) nell’unità interna si attiva una banalissima resistenza elettrica (camuffata con il nome di “integrazione”) che consuma come le comuni stufette citate in precedenza, con costi di gestione superiori ai sistemi a GPL. In assenza di questa resistenza gli ambienti sono sempre freddi. Con le PDC con serpentina interrata o in un serbatoio di acqua, o meglio ancora geotermica, la resa migliora drasticamente, in quanto il calore è facilmente recuperabile con pochissima energia. Le limitazioni di questa soluzione sono però dovute all’impossibilità di realizzazione ( nel caso di assenza di aree predisposte all’alloggiamento della serpentina ), ed al notevole ingombro della pompa di calore che con le sue due unità, interna ed esterna, richiede grandi spazi e locali appositi (tanto il metro quadrato in edilizia non costa nulla, o no?!? …. ). Non dimentichiamo che nei sistemi cosi detti idronici (caldaie a condensazione e PDC ), per far girare questa immensa mole d’acqua, si utilizzano dei circolatori elettrici, ( i quali consumi non vengono mai considerati nel calcolo della resa), ed oltre a disperdere calore durante il trasporto, hanno anche alcuni inconvenienti, costano di più d’installazione e gestione ( anche se i costi a pari ore di funzionamento sono minori, lavorano più ore, e di conseguenza …), ed i circuiti tendono a creare depositi calcarei, nonostante gli additivi forniti dalle aziende produttrici, ( che peggiorano la situazione deteriorando il tubo stesso ). In caso di un assenza prolungata, conviene tenere l’impianto acceso, in quanto al ritorno passerebbe una giornata intera prima che la casa si sia riscaldata e l’energia dispersa per questa operazione sarebbe quasi equivalente a quella risparmiata per lo spegnimento. Ci sono poi bollettini annuali della provincia, abbonamento per il controllo fumi, pulizia scambiatori, manutenzione, e dulcis in fundo, se si rovina una guarnizione ( €.0,1 ) si ferma tutto; Generalmente succede il Sabato pomeriggio ….., per la gioia del utente, ma soprattutto per quella del manutentore che nemmeno nei week end può rilassarsi, ( per esperienza personale, quando sono a fare snowboard con il mio amico manutentore, passa più tempo al telefono con i suoi operai, che sulla neve …) Di buono, Questi sistemi hanno che generalmente non creano una convezione tale da impensierire per polveri, pollini ed acari, ma bisogna fare comunque attenzione nel non superare temperature di mandata troppo alte, che oltre ad non sfruttare appieno la condensazione, possono causare problemi circolatori ( vene varicose ). Ma i nuovi (si fa per dire, girano in Italia da almeno 10 anni …) sistemi sono decisamente più performanti, ed è di questi che noi trattiamo: si tratta di pannelli o membrane con elementi conduttori che, all’attraversare della corrente, ( per effetto Joule ), o tramite materiali amorfi si scaldano in modo uniforme e, senza l’uso di ventilatori, irradiano il calore in modo diretto sotto forma di raggi infrarossi (ricordo che tutti i corpi caldi emettono infrarosso, ma solo alcuni utilizzano la banda FIR ), il riscaldamento basato sulla tecnologia FIR, utilizza lo stesso principio dei raggi solari, emette onde nel range 6 ~14 micron, che si intona perfettamente con gli spettri di assorbimento FIR da parte della nostra pelle; nel campo della fisica prende il nome di luce della vita e luce calda fisiologica! 1. Maggiore livello di ossigenazione del sangue. 2. Migliore respirazione della pelle. 3. Promuove la più rapida crescita di cellule sane. 4. Migliora il sistema immunitario. 5. Allevia i dolori muscolari ed articolari. 6. Velocizza il recupero in seguito a traumi e chirurgia. 7. Riduce lo sviluppo di batteri. 8. Stimola la guarigione e rigenerazione della pelle . 9. Può prevenire lo sviluppo di tossine nei muscoli. 11. Riduce la costituzione degli acidi grassi nei tessuti. 12. Riduce la crescita di batteri. 13. Riduce gli odori. 14. Assiste l'eliminazione di rifiuti e tossine. 15. Attiva le molecole d'acqua nel corpo. 16. Contribuisce a migliorare il flusso sanguigno. 17. Fa bene per il gonfiore e dolore. 18. Riduce il costo energetico 19. Può essere utilizzato continuativamente. (Fonte: University of Tokushima, Japan) La gamma dell’infrarosso di maggior ampiezza nello spettro è definita FIR (FarInfrared Radiation), quando tocca la nostra pelle determina l’oscillazione delle molecole rilasciando energia, percepita come calore. La radiazione FIR ha effetto benefico, molto positivo sugli esseri viventi. L’irraggiamento per i pannelli radianti avviene sia in modo lineare, che per rifrazione delle pareti, è comunque sempre meglio che non vi siano ostacoli davanti ai pannelli. hanno misure di varia grandezza per consentirne un alloggiamento praticamente ovunque. L’emissione in FIR consente di avere un consistente effetto deumidificatore. Nei bagni e cucine anche dopo aver fatto la doccia o scolato la pasta l’umidità sui vetri sparisce in poco tempo (generalmente un’ora) e non si hanno più fenomeni di condensa e muffa. Quando nevica ho notato che questo modello mi permette di evitare l’apertura della finestra a seguito di più docce consecutive, riuscendo a deumidificare l’ambiente completamente in poco più di due ore. Ovvio che l’aerazione serve sempre, ma si può fare nelle ore centrali della giornata, quando la temperatura esterna è maggiore. Grazie alla loro versatilità questi modelli possono essere installato su un pilastro, o a soffitto, quindi in posizione centrale di ambienti grandi. Con i modelli più piccoli è possibile riscaldare tranquillamente un ambiente di 8 -10mq, e percepire l’irraggiamento chiaramente da 4 metri di distanza. I pannelli emettono raggi infrarossi in tutte le direzioni, “saturando” l’ambiente che assume una temperatura uniforme anche in altezza. I termostati possono essere installati a 50 cm come a 2 metri ma leggono la medesima temperatura. Per ambienti alti sono eccellenti. Le signore gradiscono la sensazione di calore alle gambe, che spesso nel gentil sesso sono fredde, proprio grazie alla “saturazione” degli ambienti. Questa tecnologia non scalda l’aria. L’effetto è quello del Sole in una giornata invernale. L’aria è fredda ma al Sole si sta bene. Il nostro corpo con l’aria calda ha malessere (vedi l’estate); è del calore da irraggiamento che abbiamo bisogno, non dell’aria calda. Sono due cose diverse. Senza scaldare l’aria la dispersione degli ambienti crolla drasticamente. Stanze mal coibentate possono arrivare a ridurre i consumi oltre il 50%. Qualcuno dice anche più (basti pensare ai capannoni industriali, Chiese, negozi ed uffici con grosse vetrate). La tormalina è un minerale della famiglia dei ciclosilicati, è piroelettrica e piezoelettrica, unico minerale che emette ioni negativi e raggi infrarossi FIR grazie al riscaldamento per contatto. La generazione di ioni negativi indotta dalla tormalina determina la purificazione dell’aria e l’abbattimento di molecole caricate positivamente, polveri e muffe, fornendo contemporaneamente benessere psico-fisico. L’effetto equivalente è percepito in seguito al temporale, al bosco fitto e nella prossimità di cascate. Disporre di sistemi scaldanti in grado di generare ioni negativi durante il funzionamento rappresenta una soluzione non disponibile da parte di altri generatori di calore, offrendo agli abitanti delle aree urbane molto inquinate un ottimo metodo di purificazione. Esistono anche versioni più rifinite. Ad esempio con l’aggiunta di una barra cromata, si trasformano in scalda salviette ( che uso regolarmente nel mio bagno. Potenza 300W, con termostato incluso. Mi asciuga l’ambiente e riscalda efficacemente fino a 6 mq ). Un’ulteriore funzione di questi scalda salviette è data dalla possibilità di programmare lo spegnimento, così che, in caso di necessità, è possibile asciugare (anche biancheria, specie l’intimo) e spegnersi successivamente senza sprechi di energia elettrica. Sono eccellenti come integrazione ai sistemi sottopavimento, che spesso sono sottodimensionati nei bagni a causa dell’impronta di vasche e docce che diminuiscono la superficie radiante, proprio nel locale che più necessita di calore, anche se progettiamo sempre l’aumento di superficie radiante, utilizzando le pareti del box doccia, in modo da percepire più calore proprio dove necessita maggiormente. In aggiunta ai modelli esterni abbiamo le membrane sottopavimento Denominate Carpet Line. ( sopra citate ).Queste sono veramente un prodotto eccellente. Robustissime, non teme forature, pratiche e sottili. La guaina a dimensioni di 1 mm, lunghezza variabili fino a 30 metri e può coprire circa il 80% della superficie. Una volta alimentata (a tensioni di 25 V dc ) riesce a riscaldare facilmente qualunque tipo di ambiente. Alto rendimento e basso spessore; E’ con queste due caratteristiche che potremmo sintetizzare un innovativo sistema per il riscaldamento delle superfici interne ed esterne. Si chiama Carpet Line ed è realizzato con un polimero autoregolante che si riscalda al passaggio della corrente elettrica. Grazie all’elettricità, infatti, il sistema rende confortevole un ambiente in totale autonomia, posizionato sottopavimento, sottointonaco, a parete e a soffitto. Carpet Line si collega ad un alimentatore elettronico con bassissima dispersione che può essere alimentato al 25 volt, ma può essere sostenuto anche da energia solare o eolica. Il polimero in questione, che costituisce il suo elemento termo radiante, contiene nano particelle distribuite in maniera omogenea. Queste, a contatto l’una con l’altra, permettono alla corrente elettrica di passare, grazie alla loro natura di semiconduttori. Nel caso la temperatura dell’ambiente aumenti, la morfologia del polimero viene a modificarsi, con un conseguente allontanamento delle nano particelle e una riduzione dei loro punti di contatto, cosa che comporta una riduzione del passaggio di corrente e la diminuzione dell’emissione di calore. Viceversa, quando la temperatura si abbassa, le nano particelle si avvicinano e permettono un passaggio maggiore di corrente elettrica, che porta all’incremento del calore emesso. Il sistema si dimostra “intelligente” anche grazie alla sua capacità di riconoscere oggetti e mobili appoggiati sulla superficie sotto la quale viene installato. Il mancato scambio termico nei punti di contatto di questi con la superficie lo porta ad autoregolarsi, riducendo gli sprechi., e modulando fino ad un 60%. L’elemento scaldante è collocato più vicino alla superficie del pavimento, di qualsiasi altro sistema di riscaldamento. Grazie alla minore massa da riscaldare il sistema reagisce più rapidamente alle eventuali variazioni di temperatura. La diffusione uniforme del calore elimina correnti d’aria e assicura un piacevole comfort a una temperatura minore. Il mantenimento in continuo di una temperatura uniforme garantisce una maggiore efficienza rispetto a un sistema con cicli di accensione e spegnimento. Gli elementi auto modulanti consumano solo il quantitativo di energia necessario a mantenere la temperatura a un livello ideale. Il dimensionamento in base alle necessità di riscaldamento dei singoli locali non solo aumenta il comfort, ma è anche molto conveniente dal punto di vista economico ( aspetto non trascurabile è anche quello delle detrazioni fiscali del 3655% ). Non solo, se ad esempio si raffrontano le sue caratteristiche con quelle di un impianto a pavimento scaldato con acqua calda, si nota come la durata sia di almeno tre volte superiore, e non venga richiesta nessuna manutenzione annuale e l’installazione richieda tempi più brevi, con un netto risparmio a partire dalla manodopera. L’impiego di Carpet Line comporta ulteriori vantaggi per la salute e l’ambiente. Il sistema non brucia né mette in circolazione polvere, evitando pertanto di aggravare allergie e patologie come l’asma. Tutti i materiali impiegati per la sua produzione, sono compatibili con l’ambiente, in quanto non genera gas pericolosi. Non solo, è anche biodegradabile quando esposto per lunghi periodi alla luce solare uv. Sempre dal punto di vista ambientale va rilevato che i valori del campo magnetico lavorando in bassa tensione e in corrente continua, sono quasi nulli, Le possibilità di impiego sono molteplici, indifferentemente dalle superfici da coprire. Oltre ad essere efficace nei normali appartamenti, questo sistema risulta assolutamente idoneo all’interno delle realtà costruttive destinate ad un grande afflusso di persone non costante, grazie alla proprietà modulante. Da tener presente è anche il fatto che in esterno Snow Carpet Line può rappresentare la soluzione ideale per evitare il permanere di neve o ghiaccio nelle zone antistanti gli edifici o sui tetti delle abitazioni. Nella versione Snow Carpet line, l’impianto elettrico è composto da linee dirette al quadro elettrico (che assume a questo punto un’importanza vitale e viene realizzato seguendo scrupolosamente tutte le normative di sicurezza vigenti) differenziando anche qui, zona x zona, sezionate da magneto termici differenziali per ogni zona. Consigliamo anche l’uso di cavi schermati, in quanto guaine e pannelli hanno emissioni elettromagnetiche ampiamente sotto i limiti di legge, ed altrettanto è opportuno fare per le linee di alimentazione. Con i sistemi elettrici, spariscono caldaie, collettori, valvole di zona, canne fumarie, impianti a gas con le relative incombenze annuali quali bollettini alla Provicia ed abbonamenti per la verifica dei fumi. Per non parlare dei rischi (ormai purtroppo metabolizzati) derivati dall’avere in casa un gas esplosivo. Gli incidenti relativi sono ormai all’ordine del giorno. Il dimensionamento si effettua in base all’ambiente di installazione. Sovradimensionamenti o sottodimensionamenti portano agli stessi effetti dei sistemi tradizionali. Nel caso dei sottodimensionamenti il sistema, non riuscendo a raggiungere la temperatura impostata sui termostati, tende a rimanere sempre acceso. Il risultato è un costo di impianto inferiore ma consumi più alti uniti ad ambienti freddi. Nel caso l’impianto venga sovradimensionato il costo di installazione ovviamente aumenta, ma, per contro, i tempi di risposta per il riscaldamento degli ambienti sono molto contenuti. Ovviamente le tabelle utilizzate per i calcoli termici della legge ex 10/91 fornite da proffesionisti termotecnici sono essenziali, ma rispettando una buona copertura della superficie da scaldare, ci mettono al sicuro da giornate estremamente fredde ed anomale, e gestioni inoculate. Nel caso dei sottopavimento lo spessore dei massetti gioca un ruolo cruciale: massetti più spessi comportano un tempo di risposta maggiore, bilanciato da un’inerzia termica a circuito spento più lunga (effetto simile ai radiatori in ghisa). Un massetto più sottile o incollando Carpet Line direttamente alla superficie calpestabile, comporta le condizioni opposte: pronta risposta e riscaldamento più veloce, e raffreddamento altrettanto veloce (ma sempre in relazione alla coibentazione degli ambienti). la seconda ipotesi è da preferirsi, unita a cappotti esterni e vetri multicamera (minimo 3 vetri con Argon), in quanto il peso del massetto incide nel calcolo statico pesantemente, oltre a complicare la vita per l’altezza dei locali ai fini dell’abitabilità, ed appesantire i tramezzi tra un piano e l’altro. Contrariamente ai sistemi a gas è possibile prevedere i costi anticipatamente. I kw non sono eleatori come i mc di gas.( che da diverse analisi effettuate è ben lontano dai valori calorifici dichiarati ) Se un’abitazione scarsamente coibentata richiede 6 kw/h per il riscaldamento, in una città con temperatura di progetto -5, avrà presubilmente un consumo annuo intorno ai 6.000 – 6.500kWh. Se il kWh costa €0,20 iva inclusa ( nel mercato libero si arriva a costi decisamente più bassi ) il costo annuo di riscaldamento non supererà i 1.200 €, notte e giorno per 5 mesi abbondanti. Questi dati sono stati ricavati dallo Domoteca, sulla base delle installazioni effettuate come case campioni e sono assolutamente affidabili. Seguendo anche direttamente gli istalla tori, habbiamo notato che preferiscono ragionare con il metodo di S. Tommaso, affidandosi poco a calcoli generici su rendimenti, C.O.P. ecc, e più alla reale resa di ogni componente che installano. Per questo che si può dire sbagliando di poco che la potenza di riferimento è 50W/mq, e che un soggiorno male isolato di 36 mq con vetrate con forte dispersione lo scorso inverno si scaldava agevolmente con 2.000W. con temperatura esterna di – 2° e 10 -12 ore di funzionamento giornaliere effettive nei due mesi più freddi e 4 – 5 ore giornaliere negli altri mesi. Il tutto con accensione impianto su tutta la giornata. Considerazioni: Inutile dire che usando i sistemi di riscaldamento elettrico i consumi si sposterebbero dal gas all’elettricità. Tuttavia questa si può generare, mentre il gas no. Inoltre i pericoli derivanti dall’elettricità sono enormemente inferiori al gas. Nel periodo di maggior utilizzo vi è una parziale compensazione con l’aumento di produttività dell’idroelettrico (che ormai è attestato oltre il 20% della fabbisogno elettrico nazionale), che ha ancora ampi margini di potenziamento mediante la tecnologia degli impianti ad acqua fluente. Nelle annate nere (come nell’inverno 2006 – 2007, denominato l’anno senza inverno), la produzione idroelettrica ha comunque mantenuto un rispettabile 12% dovuto allo stop anticipato degli impianti, ma quell’anno il fabbisogno per riscaldamento è stato notevolmente inferiore per lo stesso motivo. Nel mini idro, il potenziale di sviluppo è largamente superiore alle aspettative. Nel periodo estivo chi dispone di un impianto fotovoltaico può contribuire a compensare il calo idroelettrico per soddisfare le esigenze di condizionamento, garantendo una continuità della disponibilità elettrica ed accumulando gran parte dei kw necessari nel periodo invernale per riscaldare casa. L’energia necessaria ad un’abitazione di 100 mq medi per una stagione si attesta sui 6.000 kw annui, per coprire i quali occorre un impianto fotovoltaico ben orientato di 4,5 kWp. La generazione di energia elettrica a livello nazionale o mondiale rimane comunque l’unico obbiettivo imperativo se non si vuol rischiare tra 20 anni una corsa indiscriminata verso pallet o legna (in prossimità del picco del metano) che creerebbe un inquinamento da CO2 consistente, cosa che sta già avvenendo (immaginarsi 60 milioni di italiani che si scaldano a pallet o legna ….). E’ inutile discriminare il carbone e poi scaldarsi con pallet e stufe ( questi sistemi sfruttano comunque la ventilazione per scaldare, per cui i problemi che abbiamo citato all’ inizio …. ) Le soluzioni sono ampie e variegate ma non sono argomento di questa relazione; quotidianamente vengono studiati sistemi per poter mantenere e potenziare la produzione elettrica con dibattiti anche accesi. Inoltre come si fa a paragonare la sicurezza di un impianto di riscaldamento elettrico con uno a gas! la differenza è a dir poco abissale. Tubazioni del gas che girano per casa, caldaia potenzialmente pericolosa (ecco il perché delle visite obbligatorie e delle innumerevoli leggi in merito), fumi tossici che vengono espulsi, altro pericolo, possibili perdite di acqua e allagamenti; questo è quanto può succedere ad un impianto tradizionale. Per quello elettrico, esclusa la possibilità remota che si incendi, visto che i materiali con i quali sono costruiti sono tutti autoestinguenti e le temperature di lavoro sono di molto ad di sotto di quelle di innesco, non crediamo ve ne siano altri. Il paragone è presto fatto. Concludo solo sottolineando che i sistemi riscaldanti a basso consumo hanno un potenziale di sviluppo che è enorme, mentre i sistemi a Gas sono ormai giunti al termine, come una macchina da formula 1 vecchia di 4 anni. Inutile spendere ancora tempo per sistemi obsoleti e dal futuro assai limitato. Meglio investire in sistemi più efficaci, sicuri e con un ampio margine di sviluppo. E per gli amanti del COP potrei aggiungere che progettando la propria casa con sistemi elettrici, garantendone l’approvvigionamento da fornitori di sola energia alternativa ( se non prodotta direttamente in loco ), raggiungiamo al primario un coefficiente altissimo, utile per la classificazione energetica della casa, e quindi aumento il suo effettivo valore Ora bisogna solo scegliere che macchina guidare per non restare indietro e non sprecare risorse ormai al limite. Gestione dell’ impianto Domotico, scambiatori d’ aria, coibentazione, energie rinnovabili, piastre per cucinare ad induzione, solare termico, sono davvero tanti gli argomenti da approfondire per rendersi conto che stiamo davvero sprecando a man bassa, se dovessi fare un paragone, noi per la nostra casa siamo come i parlamentari al governo; dobbiamo renderci conto che in entrambi i casi siamo sempre noi a pagare, se non limitiamo gli sprechi, non riceveremo mai “un servizio “adeguato al costo sostenuto … Un nostro consiglio, prima di Climatizzare i nostri ambienti, pensiamo a come evitare che ciò vada disperso, produrre calore o climatizzare è quasi inutile se non evitiamo dispersioni.