di Clint Eastwood - Salesiani Firenze
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di Clint Eastwood - Salesiani Firenze
SULLY di Clint Eastwood (Sully) REGIA: Clint Eastwood. SCENEGGIATURA: Todd Komarnicki, tratta dalla autobiografia "Highest Duty: My Search for What Really Matters" di Chesley Sullenberger e Jeffrey Zaslow. INTERPRETI: Tom Hanks, Aaron Eckhart, Laura Linney, Sam Huntington, Anna Gunn, Autumn Reeser, Jeff Kober, Chris Bauer, Holt McCallany, Valerie Mahaffey. FOTOGRAFIA: Tom Stern (Formato: Cinemascope/Colore). MUSICA: Christian Jacob e Tierney Sutton Band. PRODUZIONE: Flashlight Films, Kennedy/Marshall Company, Malpaso Productions. DISTRIBUZIONE: Warner Bros. GENERE: Drammatico. ORIGINE: USA. ANNO: 2016. DURATA: 96’. La vicenda è quella del capitano Chesley "Sully" Sullenberger, il pilota che nel 2009 è riuscito miracolosamente a far ammarare il proprio aereo sull'Hudson, salvando la vita ai passeggeri. Il 15 gennaio 2009, un Airbus A320-214 della US Airways, partito dall'aeroporto LaGuardia di New York, si scontra in fase di decollo con uno stormo di uccelli (probabilmente oche del Canada) riportando gravi danni al motore. L'aereoplano inizia a perdere quota rischiando di schiantarsi sui grattacieli di Manhattan. E' a questo punto che Sullenberger prende il comando delle operazioni (inizialmente nelle mani del primo ufficiale Jeffrey B. Skiles) immaginandosi un complicato ammaraggio sull'Hudson, a poche miglia dalla Statua delle Libertà. L'impresa gli riesce e il Capitano Sully si guadagna il titolo di "eroe nazionale"., ma non finisce qui…Ancora una questiona americana per Clint Eastwood dopo “American Sniper”. Raccontando l’eroe dietro al “miracolo dell’Hudson”, il regista firma con Sully uno dei suoi film più concisi e forse anche il suo risultato più ‘popolare’ per il pubblico americano. Ad Eastwood interessa l’uomo che sta dietro l’eroe, l’uomo che sta dietro la notizia, l’uomo vero dietro l’inchiesta. Ma, come quella di Chris Kyle di “American Sniper”, quella del Capitano "Sully" Sullenberger è una faccenda che riguarda innanzitutto una Nazione. Sully si inserisce nel filone del cinema di Clint Eastwood in cui l’autore di “Invictus” e altri memorabili film guarda alla storia passata o più o meno recente per raccontare la morale di un paese. Patriottico a modo suo, Eastwood lo è sempre stato. E anche se le sue posizioni politiche sono chiare, Eastwood spesso le ha quasi del tutto sovvertite e anche rese commoventi sul grande schermo (in questo “Gran Torino” è un manifesto e un punto di non ritorno). Sully è il ritratto di un eroe, prima osannato e poi travolto dai dubbi, i cui problemi a conti fatti nascono proprio dal rapporto interno con la sua Nazione. Gli ingredienti stanno tutti lì, dalla decisione di casting del sempreverde Tom Hanks (ottimo, senza dubbio), fino ai titoli di coda il film risulta tipicamente un film di Eastwood, ma quello che convince di più in Sully è il modo in cui alla fine Eastwood trova davvero il “fattore umano”. Con una costruzione per niente classica, ma fatta di giochi cronologici, ripetizioni, salti temporali e costruzione dell’attesa, il regista regala l’ennesima lezione di cinema della sua carriera. Perché anche se gioca con l’ordine degli eventi e con il tempo, Eastwood non forza mai il suo stile e anzi lo sfrutta per raccontare l’uomo Sully e il “miracolo dell’Hudson”, un incidente (e salvataggio) durato solo tra i 3 e 4 minuti. Sully, che salvò tutti i 155 passeggeri che il suo aereo stava trasportando, rappresenta l’uomo retto, giusto che, anche agendo d’istinto, sa che la manovra assurda che sta per fare è quella che va fatta. E nonostante questo la National Transportation Safety Board lo mette a dura prova e vuole fare chiarezza nel caso: perché non è tornato all’aereoporto LaGuardia anche se avrebbe potuto? Qui entra in gioco, appunto, il fattore umano. In poco più di 90 minuti, Eastwood ci regala un film secco, conciso e chiaro che si mostra come una solida lezione di cinema, ferma e sicura: basti citare tutte le scene che descrivono l’incidente da diversi punti di vista e che valgono da sole il prezzo del biglietto. * Storia partecipata e commovente di un uomo-eroe, Sully mostra in tutto il migliore spirito americano e si presenta come uno dei migliori film della stagione, sia per la forma solida del racconto, che per i contenuti che rappresentano un’onesta e magistrale meditazione sull’eroismo: un’altra prova di come Clint Eastwood sia ancora un bravissimo narratore.