Progetto - Protezione Civile

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Progetto - Protezione Civile
(Allegato 1)
SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN
SERVIZIO CIVILE IN ITALIA
ENTE
1) Ente proponente il progetto:
Dipartimento della Protezione Civile
2) Codice di accreditamento:
3) Albo e classe di iscrizione:
NZ02284
Nazionale
2
CARATTERISTICHE PROGETTO
4) Titolo del progetto:
L’empowerment degli operatori di protezione civile e delle persone da soccorrere in
maxi - emergenze
5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):
B - Protezione Civile
03 - Assistenza popolazioni colpite da catastrofi e calamità naturali
6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza
il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori
misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:
6.1 Il contesto settoriale
Nella realtà dell’emergenza la popolazione è esposta a pericoli che possono
compromettere l’integrità della vita stessa. Le categorie più esposte a questo rischio
sono i minori, gli anziani e i disabili, che non sempre hanno i “supporti strumentali”
adeguati alla propria salvaguardia fisica e psichica.
Quando si parla di “supporti strumentali” ci si riferisce all’insieme di capacità
emotive, cognitive e fisiche che permettono al soggetto di proteggersi e di affrontare
eventi anche critici che la vita propone (J. Bruner).
In caso di disastri, le persone con disabilità sono le più colpite, perché costrette a
sperimentare situazioni più complesse, quali la perdita di apparecchiature assistive,
di membri della famiglia o di assistenti.
Un intervento in emergenza che si deve occupare dell’integrità delle vittime, deve
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pertanto prevedere delle misure specifiche capaci di proteggere i soggetti più
“deboli”, e doverose per garantire una protezione ed una sicurezza, nel rispetto della
dignità individuale e del diritto alle pari opportunità nelle operazioni di salvataggio.
Per la pianificazione e implementazione delle attività standard di soccorso è
necessario il pieno coinvolgimento delle persone con disabilità, dei loro familiari e
delle organizzazioni che, a vario titolo, si trovano ad intervenire nell’assistenza di
tutta la popolazione.
La loro partecipazione attiva nella valutazione delle esperienze di soccorso
realizzate in emergenza, favorisce l’elaborazione e la pianificazione di un modello
sostenibile in termini di sicurezza, prevenzione e protezione delle persone non
autosufficienti.
L’intervento psicosociale, che si occupa di realizzare interventi capaci di accrescere
la resilienza del singolo individuo e dell’intera comunità, rientra tra le attività di
coordinamento del Dipartimento della protezione civile. Pertanto da alcuni anni
diverse attività, tra cui l’emanazione dei “Criteri di massima sugli interventi psicosociali da attuare nelle catastrofi”, sono state realizzate per accrescere le capacità di
risposta psicosociale. Il documento, emanato come Direttiva del Presidente del
consiglio dei Ministri il 13 giugno 2006, illustra una procedura d’intervento che può
essere utilizzata su tutto il territorio nazionale e capace d’integrare l’intervento
psicologico all’interno della catena dei soccorsi.
Per ottenere l’operatività dei Criteri di Massima si è cercato di testare questa
procedura in contesti esercitativi, come la SOT (Sicilia Orientale Terremoto) nel
2005, come la Valtellina 2006 e il Campo scuola nazionale di protezione civile degli
psicologi italiani dell'emergenza I, II e III edizione. Anche l’esperienza dei Grandi
eventi ha rappresentato un’importante prova di operatività, in cui sono state
realizzate procedure specifiche per l’assistenza alle persone con disabilità e per
l’assistenza psicosociale alla popolazione.
Nel novembre 2007 è stata redatta la Carta di Verona sul salvataggio alle persone
con disabilità in caso di disastri, per dare un contributo concreto all’impatto della
Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità. La Carta
non è stata concepita per identificare dei nuovi diritti con valenza legale, ma per
collegare le libertà fondamentali esistenti e la protezione civile e portarle
maggiormente a conoscenza dei cittadini e delle istituzioni.
La Carta getta le basi per una visione comune e universale riguardo delle attività
necessarie a garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in
situazioni di rischio, come i conflitti armati, le emergenze umanitarie e gli eventi di
disastri naturali e/o causati dall’uomo.
Nel febbraio 2009 il Parlamento Italiano ha ratificato la Convenzione
dell’Organizzazione delle Nazioni Unite sui Diritti delle persone con handicap.
A testimonianza dell’interesse del Dipartimento della Protezione Civile al tema della
disabilità, sono stati organizzati alcuni seminari ed esercitazioni pratiche.
Nel 2008 è stato elaborato il progetto di Servizio Civile “Monitoraggio dei sistemi
di allertamento e di soccorso in emergenza per le persone con disabilità”, che ha
visto il coinvolgimento di quattro volontari per la somministrazione ed elaborazione
dati di un questionario rivolto alle Sedi Provinciali di Protezione Civile, e a alcune
Associazioni di Volontariato e ad un campione di persone diversamente abili.
I questionari, inviati tramite e-mail e fax, erano composti da circa 15 domande,
differenziate sulla base di tre tipologie di destinatari finali.
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Dai dati è emerso che l’81% delle 111 Province contattate non era a conoscenza
dell’esistenza di una pianificazione specifica per il soccorso delle persone con
disabilità. Un altro dato significativo riguardava la conoscenza, da parte delle
persone con disabilità, dei sistemi di allertamento e soccorso dedicati, ben il 72%
dichiarava di non esserne a conoscenza.
Con lo stesso titolo, nel dicembre 2008 è stato promosso un Seminario a Roma,
rivolto ai referenti Regionali di Protezione Civile, alle Associazioni di Volontariato
di categoria ed a singole persone con disabilità. Nello stesso anno, uno scenario
esercitativo per il soccorso specifico di persone con disabilità in caso d’incendio, è
stato messo a punto presso la Sede del Dipartimento della Protezione Civile a Roma,
che ha permesso di testare le capacità dei soccorritori.
Il contesto territoriale
IL SISTEMA DI INFORMAZIONE STATISTICA SULLA DISABILITA'
La disponibilità di informazioni statistiche sulla disabilità rappresenta un
presupposto fondamentale per la corretta attuazione delle normative, e per
l’assegnazione di risorse adeguate. Tuttavia, in Italia come nella maggior parte degli
altri Paesi, non si è ancora giunti ad un insieme organico e completo di dati sui
diversi aspetti della disabilità. Ne consegue che non si è in grado di dire con
precisione quante siano le persone con disabilità in Italia, il tipo di disabilità, il loro
livello di integrazione sociale, e i bisogni, anche dei loro familiari.
Su sollecitazione della Legge n.162/98 (art. 41 bis), all’inizio del 2000, l'allora
Dipartimento per gli Affari Sociali della Presidenza del Consiglio ha assegnato
all’ISTAT il compito di costituire il “Sistema di Informazione Statistica sulla
Disabilità”, accessibile alle persone con disabilità nel sito "Disabilitaincifre", quale
insieme coordinato ed integrato di fonti statistiche sulla disabilità, per consentire di
fare programmazione sulla base di dati completi ed affidabili.
In base alle stime ottenute dall’indagine sulla Condizioni di salute e il ricorso ai
servizi sanitari del 2004-2005, emerge che in Italia le persone con disabilità sono
2milioni 600mila, pari al 4,8% circa della popolazione dai 6 anni in su che vive in
famiglia. Considerando anche le 190.134 persone residenti nei presidi socio-sanitari
si giunge ad una stima complessiva di quasi di 2 milioni 800mila persone con
disabilità (fonte www.disabiliincifre.it).
L’esperienza in Abruzzo
La prova più impegnativa per il Dipartimento della Protezione Civile, sull’assistenza
psico-sociale e sul soccorso alle persone con disabilità, è arrivata con il terremoto
del 6 aprile, che ha causato 1.500 feriti e 300 morti e ha colpito una intera città. In
tale realtà le fasce più deboli della popolazione, quali anziani, disabili e bambini,
sono state le prime a subire la violenza della tragedia, proprio a causa della loro
vulnerabilità fisica e psichica.
La complessità dei soccorsi ha richiesto uno sforzo particolare anche perché
l’ospedale, che è la prima risorsa per una risposta d’urgenza sanitaria, è stato
lesionato dalle scosse del terremoto.
La struttura ospedaliera ha riportato danni che hanno costretto all’evacuazione totale
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di 250 ricoverati verso altri presidi delle Regioni Abruzzo, Lazio e Marche. E’
inoltre stata evacuata una Residenza Sanitaria Assistita (RSA) a Monteleone e i 59
ospiti sono stati trasferiti in altra struttura.
Per l’assistenza alla popolazione sono stati attivati, già nelle prime ore dall’evento,
16 PMA, un ospedale da campo, 43 ambulanze ad integrazione del servizio sanitario
locale.
In uno scenario così complesso, due criticità hanno interessato l’assistenza delle
persone con disabilità: il trasporto dalle aree critiche alle aree di accoglienza, il
ricongiungimento con i familiari, il personale che provvede all’assistenza sanitaria,
anche domiciliare.
Per l’identificazione delle salme da parte dei parenti, da subito è stata evidenziata la
necessità di istituire un team psicosociale che ha operato già dalle prime ore per
svolgere il necessario supporto psicologico.
Nella fase a medio termine dell’intervento post terremoto, un filo ha un unito
l’attività psicosociale a quella di assistenza alle persone con disabilità: il contesto
della vita nella tendopoli. Luogo in cui tutti si sono dovuti confrontare con le proprie
difficoltà fisiche e psichiche e con quelle oggettive della vita nel campo: l’accesso ai
servizi, l’escursione termica tra il giorno e la notte, le difficoltà di spostamento con
le carrozzine, le problematiche psichiche (la paura del terremoto, la convivenza,
l’elaborazione della perdita della qualità di vita pre-sisma).
In questa realtà, l’attività dei team psico-sociali di volontari e degli operatori sanitari
di territorio (SSR, Servizi Sociali) ha avuto un’attenzione particolare per le fasce
“deboli” della popolazione . Il numero di psicologi coinvolti alla realizzazione delle
attività di supporto psicologico è aumentato, dalla presenza di 20 psicologi nella
prima settimana si è passati ad un totale di 90 unità su tutto il territorio.
In uno dei campi tende più grandi de L’Aquila è stata allestita una tenda per
accogliere 50 pazienti (20 con disturbi psichiatrici e 30 con disabilità mentale) al
fine di supplire all’inagibilità del Centro di Salute Mentale de L'Aquila.
Per rispondere ai bisogni della popolazione sfollata sono state attivate delle azioni
mirate a:
• garantire processi di identificazione attiva dei bisogni
• mettere in atto iniziative di supporto psicologico in modo coordinato con le
altre azioni previste
• incentivare i processi di autodeterminazione
• supportare la decodifica delle differenze e delle specificità culturali dei
destinatari
• distribuire le informazioni utili ad attivare comportamenti auto protettivi
• facilitare la comprensione e l’utilizzo delle informazioni
• proporre soluzioni abitative confacenti alle difficoltà legate a specifiche
disabilità fisiche e psichiche
• attivare interventi di assistenza mirata e specifica per l’assistenza delle
persone con disabilità
Sulla base dell’esperienza terremoto, nell’ottobre 2009 è stato anche organizzato a
L’Aquila il Seminario “Disabilità e terremoto: contributi e testimonianze per un
nuovo modello d’intervento”, con la partecipazione dei soccorritori e dei soccorsi. .
La proposta, emersa durante l’incontro, è stata quella di condividere un metodo di
lavoro adattato alle diverse emergenze ed esigenze, basato sul censimento degli
associati presenti sul territorio e sul coordinamento, a livello regionale, dei soggetti
impegnati nell’identificazione ed applicazione di soluzioni concrete ed efficaci, nel
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rispetto delle diversità e dalla dignità delle persone.
Destinatari e beneficiari del progetto
I destinatari del progetto sono le associazioni di volontariato, le cooperative, le
aziende sanitarie locali per quanto riguarda il soccorso alle persone con disabilità
durante le emergenze.
Per quanto riguarda l’area della assistenza psico-sociale, i destinatari del progetto
sono le regioni che coordinano queste attività attraverso il sistema sanitario.
I beneficiari del progetto sono le fasce più “deboli” (anziani, persone con disabilità,
bambini) durante un’emergenza, locale o nazionale.
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7) Obiettivi del progetto:
Il problema
Dall’esperienza recentemente vissuta in Abruzzo il Dipartimento della Protezione
Civile ha riscontrato una certa difficoltà di coordinamento di realtà locali fortemente
radicate e specializzate.
Spesso le Associazioni di Volontariato locale non hanno direttive univoche da
seguire o non dialogano tra loro e verso l’esterno; questa “chiusura” in emergenza
non consente loro di mettere a sistema le proprie forze e qualità.
Se la Protezione Civile ha fatto molti passi in avanti per il coordinamento dei
soccorsi e nel settore della logistica, quello dell’assistenza psico sociale è ancora un
settore in crescita.
Il momento in cui è possibile porre le basi per uno sviluppo dell’assistenza
psicologica della popolazione e del soccorso alle persone con disabilità, è senz’altro
il tempo di pace, soprattutto a seguito dei “banchi di prova” del terremoto in
Abruzzo del 6 aprile 2009.
OBIETTIVI GENERALI
Con questo progetto, in cui vengono coinvolte 4 volontari in servizio civile, il
Dipartimento intende:
• miglioramento della risposta psicosociale in emergenza a livello nazionale,
regionale e comunale.
• miglioramento delle capacità di risposta al soccorso alle persone con
disabilità.
OBIETTIVI SPECIFICI
1. promozione della costituzione dell’EPE (Équipe Psicosociale in Emergenza)
all’interno delle regioni ed implementazione il numero delle EPE sull’intero
territorio nazionale
2. Implementazione l’attività di triage psicologico in emergenza.
3. promozione della costituzione di un Gruppo di lavoro per l’elaborazione di
“Criteri di massima per il soccorso alle persone con disabilità”
INDICATORI
• n. 21 Equipe psicosociali in emergenza costituite
• n. schede triage perfezionate
• n. 4 incontri organizzati sul soccorso alle persone con disabilità
• - bozza di documento dei “Criteri di massima per il soccorso alle
persone con disabilità”
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8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le
attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in
servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo
che quantitativo:
8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
I 4 volontari verranno suddivisi nelle due aree previste dal progetto:
• assistenza psico-sociale in emergenza: 2 persone
• soccorso alle persone con disabilità in emergenza: 2 persone
Si riportano di seguito le attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
prefissati che i volontari, inseriti nel Servizio Rischio Sanitario del Dipartimento,
in collaborazione con la cooperativa Europe Consulting, svolgeranno insieme agli
incaricati Olp del progetto.
AREA ASSISTENZA PSICO SOCIALE IN EMERGENZA
Obiettivo: promuovere la costituzione dell’EPE (Equipe Psicosociale in Emergenza)
all’interno delle Regioni e implementarne il numero delle EPE sull’intero territorio
nazionale
Per raggiungere tale obiettivo è necessario:
PIANO DI ATTUAZIONE 1) favorire la comunicazione tra Assessorato alla Sanità
ed Assessorato alla Protezione Civile Regionali.
AZIONE 1: informazione sull’organizzazione dell’EPE agli Assessorati competenti
delle Regioni
Attività:
1. individuazione di esempi virtuosi in Italia
2. realizzazione di un manuale sulle competenze delle EPE (Equipe Psicosociali
per l’Emergenza).
3. divulgazione del manuale ai referenti regionali (individuati dal DPC nel 2008)
PIANO DI ATTUAZIONE 2) migliorare la scheda di triage psicologico proposta
dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2006 “Criteri di massima
sugli interventi psicosociali da attuare nelle catastrofi”.
AZIONE 1): verifica delle schede di triage
Attività:
1. analisi dei dati raccolti con le schede di triage durante il terremoto in Abruzzo
2. confronto dei dati raccolti dal Dipartimento durante l’emergenza Abruzzo con
quelli raccolti dal Dipartimento di Psichiatria dell’Università dell’Aquila.
3. valutazione dell’efficacia della scheda di triage utilizzata
4. modifiche alla scheda di triage da sottoporre al vaglio della Conferenza Stato
Regioni.
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PIANO DI ATTUAZIONE 3): incoraggiare l’integrazione dell’EPE nel sistema
regionale dei soccorsi, in particolare con il 118 locale e con le Associazioni di
volontariato di protezione civile per l’intervento psicosociale.
AZIONE 1: definizione delle caratteristiche dell’EPE all’interno della catena dei
soccorsi
Attività:
1. formulazione di una scheda per la raccolta dei dati relativi all’organizzazione e
alle risorse di protezione civile a livello regionale sull’assistenza psicosociale
2. diffusione della scheda all’Assessorato di protezione civile regionale per la
compilazione
3. raccolta delle schede
4. divulgazione delle informazioni raccolte agli Assessorati della Sanità regionali
PIANO DI ATTUAZIONE 4) verificare, nella fase finale del progetto (negli ultimi 2
mesi) l’incremento dell’EPE nelle diverse realtà regionali.
AZIONE 1: monitoraggio costituzione EPE
AZIONE 4: “verifica”attività EPE sul territorio
1. scelta dello strumento di controllo (questionario; osservazione partecipata)
2. somministrazione verifica
3. raccolta ed elaborazione dati
Di seguito si riporta il diagramma di Gantt dell’area 1), riguardante solo i 12 mesi che
vedranno coinvolti i volontari (escluse le fasi di ideazione):
ATTIVITÀ
Mesi
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Formazione generale
Formazione specifica
Favorire la comunicazione tra
Assessorato alla Sanità ed
Assessorato alla Protezione Civile
Regionali
Migliorare la scheda di triage
psicologico
Incoraggiare l’integrazione
dell’EPE nel sistema regionale dei
soccorsi
Verificare l’incremento dell’EPE
nelle diverse realtà regionali.
AREA IL SOCCORSO A PERSONE CON DISABILITA’ IN EMERGENZA
L’obiettivo del progetto è quello di promuovere la costituzione di un Gruppo di lavoro
per l’elaborazione di “Criteri di massima per il soccorso alle persone con disabilità”
8
Per raggiungere tale obiettivo è necessario:
PIANO DI ATTUAZIONE 1) stimolare punti di partenza per iniziative
sull’argomento della disabilità (motoria, sensoriale e psichica).
AZIONE 1) conoscere le diverse disabilità
Attività:
1. studio degli atti dei seminari “Disabilità e terremoto: contributi e
testimonianze per un nuovo modello d’intervento” , “Monitoraggio dei sistemi
di allertamento e di soccorso in emergenza per le persone con disabilità” e
della Carta di Verona;
2. incontri con persone affette da disabilità
AZIONE 2) delineare le diverse difficoltà che i disabili possono incontrare in
emergenza
AZIONE 3) definire gruppi di lavoro sull’argomento
Attività:
1. incontrare il personale del Dipartimento della Protezione Civile con diversa
specializzazione
2. incontrare personale della Cooperativa Europe Consulting e di altre
Associazioni di Volontariato di categoria
3. definire il programma del lavoro e degli incontri
PIANO DI ATTUAZIONE 2) sensibilizzare al pieno rispetto della dignità umana ed
al diritto al soccorso.
AZIONE 1: creare occasioni di confronto e dibattito fra Istituzioni ed Associazioni di
Volontariato, basate su esperienze dirette,
Attività:
1. monitorare la stampa e il web su iniziative e incontri sul tema
2. partecipare alle diverse iniziative
3. creare una mailing-list di soggetti potenzialmente interessati
4. creare una rete di referenti nazionali
5. realizzare uno spazio di incontro virtuale informale (blog; pagina su social
network)
AZIONE 2: organizzare incontri con esperti di settore
Attività:
1. individuare buone pratiche in Italia nel soccorso alle persone con disabilità
2. confrontare le buone pratiche coinvolgendo anche delle persone con diverse
disabilità
3. collaborare con gli esperti di settore nella divulgazione delle conoscenze sulle
diverse tipologie di handicap e sulle metodologie d’approccio per un corretto
soccorso alle persone con disabilità.
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PIANO DI ATTUAZIONE 3) elaborare una bozza di documento per la stesura dei
“Criteri di massima per il soccorso delle persone con disabilità nelle maxiemergenze”
Attività:
1. studiare la documentazione e le carte internazionali esistenti sul tema
2. organizzare dibattiti fra le persone diversamente abili
3. stimolare il confronto fra gli operatori dei soccorsi in emergenza
4. predisporre una bozza di norme da rispettare nel soccorso alle persone con
disabilità in emergenza
5. elaborare un documento finale
PIANO DI ATTUAZIONE 4) creare una rete di contatti con i referenti delle
Protezioni Civili Regionali, delle Associazioni di Volontariato Nazionali orientate al
supporto delle persone con disabilità, degli esperti nel settore.
Attività:
1. contattare i referenti dei diversi soggetti coinvolti
2. organizzare incontri tra i diversi soggetti
3. valutare periodicamente l’esperienza formativa
4. condividere protocolli di intervento
Di seguito si riporta il diagramma di Gantt dell’area 1), riguardante solo i 12 mesi che
vedranno coinvolti i volontari (escluse le fasi di ideazione):
ATTIVITÀ
Mesi
1 2 3 4 5 6 7 8
9
10 11
12
Formazione generale
Formazione specifica
stimolare punti di partenza per
iniziative sull’argomento della
disabilità
sensibilizzare al pieno rispetto
della dignità umana ed al diritto al
soccorso
Organizzare incontri con esperti di
settore
Elaborare una bozza di documento
per la stesura dei “Criteri di
massima per il soccorso delle
persone con disabilità nelle
maxiemergenze”
creare una rete di contatti
8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste,
con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette
attività
- La psicologa, in carico al Servizio Rischi Sanitario del Dipartimento della
Protezione Civile, dovrà promuovere un’attività di monitoraggio ed implementazione
dell’EPE e quindi facilitare la comunicazione tra la Protezione Civile e la Sanità
10
Regionale al fine di promuovere la designazione del personale dell’EPE. La stessa
lavorerà alla verifica e alla messa a punto della scheda di triage psicologico presente
nella Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2006 “Criteri di massima
sugli interventi psicosociali da attuare nelle catastrofi”.
- L’Assistente Sanitaria, in carico al Servizio Rischio Sanitario del Dipartimento della
Protezione Civile, avrà il compito di mantenere i contatti con i Referenti Regionali di
Protezione Civile e le Associazioni Nazionali di Volontariato per il supporto alle
persone con disabilità, al fine di promuovere la stesura delle linee guida per gli
interventi di soccorso alle persone con disabilità in maxi-emergenza. La stessa si
occuperà di garantire la distribuzione delle informazioni raccolte durante i vari
incontri ed elaborate, dai vari attori, in documenti condivisi.
8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:
•
Area di attività inerenti l’intervento psicosociale in emergenza
Due volontari, con una formazione ad orientamento psicologico, saranno
incaricati di:
- informare i referenti regionali dell’assistenza psico-sociale in emergenza, già
designati nel 2008, delle Associazioni di protezione civile (psico-sociali, o
sanitarie al cui interno è presente l’equipe psico-sociale) presenti sul territorio.
- predisporre un manuale per l’organizzazione tecnica dell’EPE che dovrà
contenere indicazioni su: delibera per la nomina dell’EPE, bisogni formativi del
personale EPE; integrazione del EPE nel personale di soccorso; equipaggiamento
tecnico e supporto logistico per l’EPE.
- divulgare il manuale ai referenti regionali dell’intervento psico-sociale.
- promuovere la compilazione di una scheda informativa sull’attività di
protezione civile regionale, con informazioni relative al funzionamento del
sistema dei soccorsi e alle realtà dedicate all’emergenza con particolare
attenzione all’area sanitaria (118 e Associazioni di volontariato di protezione
civile regionale per l’attività psicosociale).
- divulgare la scheda informativa dell’attività psicosociale ai referenti regionali.
- mettere in contatto i 118 con le Associazioni di volontariato psicosociale di
protezione civile regionale.
- verificare la significatività statistica degli items della scheda di triage (analisi
fattoriale delle 500 schede raccolte durante l’emergenza Abruzzo) e individuare
nuovi items attendibili in termini di predittività.
- confrontare le analisi statistiche realizzate dal Dipartimento di psichiatria
dell’Università de l’Aquila.
- implementare la scheda di triage.
•
Area di attività inerenti l’intervento di soccorso alle persone con disabilità
Due volontari, con competenze in protezione civile e/o sociologia e/o scienze
statistiche e/o scienze infermieristiche, saranno incaricati di:
- partecipare alla costituzione di un tavolo di lavoro per l’elaborazione di “Criteri
di massima per il soccorso alle persone con disabilità in maxi-emergenza”.
- tenere i contatti con le Associazioni Nazionali di Volontariato di categoria, per
una partecipazione attiva, nell’ottica di “empowerment” delle stesse.
- raccogliere le informazioni e le raccomandazioni elaborate dalle varie
11
Associazioni di Volontariato sui bisogni delle persone con disabilità, per la
standardizzazione degli interventi di soccorso.
- mantenere i contatti con le Protezioni Civili Regionali e con le Istituzioni, per la
creazione di una rete informativa tematica sulla “disabilità”.
- favorire la divulgazione delle conoscenze degli interventi diversificati, da
attuare in rapporto alle varie tipologie di disabilità.
- collaborare alla stesura di linee guida per gli interventi di Protezione Civile, in
risposta ai bisogni delle persone con disabilità in maxi-emergenza.
9)
Numero dei volontari da impiegare nel progetto:
4
10) Numero posti con vitto e alloggio:
0
11) Numero posti senza vitto e alloggio:
4
12) Numero posti con solo vitto:
0
13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:
1.400
14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :
5
15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:
Flessibilità di orario, disponibilità alla presenza nei giorni festivi in caso di
emergenza.
I volontari potranno essere inoltre coinvolti, sulla base delle attività previste, in
attività fuori sede presso le strutture che aderiranno alle iniziative, per un totale di
massimo 30 giorni.
12
16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato:
N.
1
Sede di
attuazione del
progetto
SERVIZIO
RISCHIO
SANITARIO
Comune
Roma
Indirizzo
Via Vitorchiano, 4
Cod.
ident.
sede
80495
N. vol.
per sede
Nominativi degli Operatori Locali di
Progetto
Cognome e
nome
Data di
nascita
C.F.
Maria Rosa
Casagrande
08.02.1953
CSGMRS53B4
8I927H
Nominativi dei Responsabili Locali di
Ente Accreditato
Cognome
e nome
Data
di
nascita
C.F.
4
Giulia Marino 15/09/1974
MRNGLI
74P55H501F
13
17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:
Il progetto verrà pubblicizzato mediante l’attivazione di più reti comunicative sia in
ambito istituzionale che in ambito più strettamente giornalistico.
Nel primo caso, saranno attivate a livello nazionale tutte le associazioni di
volontariato di protezione civile (circa 20 organizzazioni) e le università e corsi
di laurea potenzialmente interessati dal progetto. A livello regionale saranno
informati tutti gli uffici di protezione civile delle Regioni e della Province
Autonome di Trento e Bolzano. Al livello locale, sarà interessata la rete degli
Informagiovani e di altri luoghi di aggregazione giovanile come ad esempio i
gruppi di protezione civile (2.500 in tutta Italia) e il mondo dello scoutismo.
Nel secondo caso, il progetto verrà pubblicizzato sui siti web di protezione civile, a
partire dal sito internet del Dipartimento della Protezione Civile
www.protezionecivile.it, dove è presente una sottosezione dedicata. Verranno
quindi realizzati manifesti e depliant per una campagna informativa presso le
facoltà universitarie, gli Informagiovani e altri luoghi di aggregazione giovanile.
Verranno poi redatti comunicati e articoli da pubblicare su giornali e riviste
specializzate del mondo giovanile e del volontariato oltre che su quotidiani locali e
nazionali.
Il progetto sarà infine pubblicizzato con inserti redazionali su quotidiani free press.
Ore di lavoro da sviluppare:
ƒ Produzione materiale informativo e di comunicazione, n.° ore 16;
ƒ Attivazione reti istituzionali e del volontariato, n.° ore 16;
ƒ Diffusione del materiale, n.° ore 8;
ƒ Organizzazione di una campagna informativa, n.° ore 8.
Totale: 48 ore
18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:
a)
Metodologia e tecniche utilizzate.
Reclutamento. L’approccio sarà quello di raggiungere il maggior numero di
candidati possibili e di improntare il procedimento di selezione degli stessi alla
massima trasparenza. Pertanto sarà data grande visibilità ai progetti approvati
ed inseriti nei bandi sul sito internet del Dipartimento della Protezione civile,
con banner scorrevoli sulla Home page ed attrezzato un apposito Helpdesk per
aiutare i candidati a presentare nel modo più completo possibile le domande per
la selezione. Sempre sul sito del Dipartimento saranno rese disponibili tutte le
informazioni relative alle materie del colloquio orale, ovvero indicati i siti ove
reperirle. Le date di convocazione e le località di svolgimento delle prove di
preselezione relative alla lingua straniera (per i soli progetti all’estero e per
quelli in Italia ove richiesta) e per i colloqui saranno rese note ai candidati
mediante il sito internet del Dipartimento, oltre che comunicate per posta ad
ogni singolo candidato. Le esclusioni dalle selezioni per qualsiasi motivo ed in
qualsiasi momento del procedimento di selezione saranno comunicate per posta
ai singoli candidati. Le graduatorie finali saranno affisse nei luoghi di
14
espletamento delle prove e pubblicate sul sito internet del Dipartimento.
Selezione. La selezione dei candidati avverrà per titoli, test e colloqui. A tal fine
è stata predisposta una scala di valutazione in 100°, di cui:
• 40 punti attribuibili in base ai titoli posseduti;
• 10 punti attribuibili in base ai risultati di un test di natura psicologica;
• 50 punti attribuibili in base ai risultati di un colloquio.
I 40 punti attribuibili in base ai titoli posseduti sono ripartiti al loro
volta in 20 punti attribuibili in base alle esperienze lavorative e di volontariato
possedute e 20 punti attribuibili sulla base dei titoli di studio e di formazione
prodotti.
Per i soli progetti all’estero e per quelli in Italia che per le loro
caratteristiche richiedono la conoscenza di una lingua straniera, è previsto un
colloquio preselettivo per accedere alle selezioni vere e proprie.
b)
Strumenti utilizzati (in caso di impiego di test o di traccia di interviste colloqui allegare i relativi elaborati)
Reclutamento. Sito internet del Dipartimento, Helpdesk e comunicazioni scritte
inviate a mezzo posta.
Selezione. I criteri per la selezione dei candidati sono riportati nell’allegato al
presente sistema, al quale si rimanda per gli opportuni approfondimenti tecnici.
In questa sede preme sottolineare la logica che sottende i criteri di selezione
prescelti ed effettuare alcune precisazioni. Innanzitutto occorre sottolineare che
si è scelto uno strumento di selezione veloce e allo stesso tempo capace di dare
un quadro abbastanza preciso dei singoli candidati sotto il profilo delle
conoscenze, delle esperienze e gli comportamentali. Inoltre è stata scelta una
scala in 100° al fine di facilitare i calcoli e dare la maggiore trasparenza
possibile graduatorie facilmente comprensibili.
Valutazione titoli. Nella valutazione dei titoli si è data lo stesso valore
all’esperienza e ai titoli di studio posseduti ponendo praticamente sullo stesso
piano il fare ed il sapere. Nell’ambito delle esperienze sono state valorizzate
maggiormente quelle attinenti alle aree di intervento dei progetti e quelle
effettuate presso enti o strutture di protezione civile. Lo stesso criterio è stato
utilizzato per quanto riguarda la valutazione dei titoli di studio.
Test attitudinale. Il test attitudinale consiste nell’organizzazione di un gioco di
ruolo nell’ambito del quale è possibile osservare il comportamento dei
candidati in diverse situazioni: eventi improvvisi, situazioni di stress, fenomeni
complessi, attività ripetitive, ecc. Il test sarà organizzato e condotto da un
psicologo iscritto all’albo dei psicologi ed esperto nell’analisi
comportamentale.
Colloquio. Il colloquio verterà sulle seguenti materie:
1.Servizio civile nazionale;
2.Protezione civile;
3.Progetto prescelto e area/aree di intervento prevista/e;
4.Informatica;
5.Conoscenze generali e linguistiche
Colloquio preselettivo di lingua straniera europea. Il colloquio ha natura
preselettiva e mira ad accertare la conoscenza da parte dei candidati della
lingua straniera europea richiesta dal progetto. Il mancato superamento del
colloquio impedisce l’accesso alle prove selettive vere e proprie. Il predetto
15
colloquio è obbligatorio per i soli candidati che scelgono i progetti all’estero,
ovvero i progetti che, pur realizzandosi in Italia, per le loro caratteristiche
richiedono la conoscenza della lingua straniera. Il livello di conoscenza
richiesto è individuato nella capacità di sostenere una normale conversazione
nella lingua straniera richiesta. Quest’ultima può variare da progetto a progetto
in relazione al Paese estero dove è previsto l’intervento.
c)
Variabili che si intendono misurare e relativi indicatori:
1.il background dei candidati mediante la valorizzazione delle esperienze
lavorative e di volontariato degli stessi;
2.il livello delle conoscenze possedute tramite la valutazione dei titoli di studio e
delle altre esperienze formative;
3.la capacità di relazionarsi con gli altri, di lavorare in équipe, di esprimersi e di
porsi come leader in particolari situazioni (leadership situazionale) mediante
test;
4.livello delle conoscenze relative al Servizio civile nazionale, alla Protezione
civile, all’area di intervento prevista dal progetto, al progetto per il quale è stata
inoltrata la domanda di selezione, all’informatica, alle lingue straniere (per i
soli progetti all’estero e per quelli in Italia che, per le loro caratteristiche,
richiedono la conoscenza di una lingua straniera) da accertare mediante
colloquio.
d)
Indicazioni delle soglie minime di accesso previste dal sistema.
1. Ottenere 30/50 al colloquio.
2. Superamento della prova orale in lingua straniera europea per i progetti
all’estero o per i progetti in Italia, ove prevista. La predetta prova ha un
carattere preselettivo, per cui il mancato superamento non permette di accedere
alle selezioni vere e proprie.
Per il resto non esistono soglie minime di accesso, in quanto i candidati saranno
collocati nella graduatoria in relazione al punteggio conseguito e dichiarati
idonei selezionati in base ai posti previsti dal progetto.
16
CRITERI DI SELEZIONE
Punteggio max 40
punti
Precedenti esperienze lavorative o di tirocinio nelle aree Max 10 punti
di intervento del progetto
(1 punto per ogni
mese o frazione
superiore a 15
giorni)
ESPERIENZE DI VOLONTARIATO IN ASSOCIAZIONI OPERANTI NEL
SETTORE DI PROTEZIONE CIVILE (si valuta solo l’esperienza più
elevata)
oltre 8 mesi
5 punti
da 4 a 8 mesi
3 punti
inferiori a 4 mesi
2 punti
Corsi di specializzazione o formazione attinente al Max 3 punti
progetto con esame finale
(0,5 punti per ogni
titolo)
Precedenti esperienze di volontariato in aree di Max 5 punti
intervento differenti da quelle indicate nel progetto
(0,5 punti per ogni
mese o frazione
superiore a 15
giorni)
TITOLO DI STUDIO (si valuta solo il titolo di studio superiore)
Titolo di laurea specialistica o vecchio ordinamento 7 punti
attinente al progetto
Titolo di laurea specialistica o vecchio ordinamento non 6 punti
attinente al progetto
Titolo di laurea triennale attinente al progetto
5 punti
Titolo di laurea triennale non attinente al progetto
3 punti
Diploma di scuola superiore
1 punto
Valutazione titoli di studio ed esperienze maturati*
A
B
C
D
E
F
G
Altre lauree, master post universitari, corsi di alto Max 4 punti
perfezionamento universitario, corsi di specializzazione
post laurea.
(1 punto per ogni
titolo)
Esperienze di studio all’estero
Max 6 punti
(0,50 punti per
ogni
mese
o
frazione superiore
a 15 giorni)
In sede di presentazione della domanda i titoli valutabili possono essere
dichiarati sotto forma di autocertificazione. I soli candidati idonei selezionati
da avviare al servizio dovranno produrre, su richiesta del Dipartimento, idonea
17
documentazione relativa ai titoli dichiarati prima dell’approvazione definitiva
della graduatoria da parte dell’UNSC.
Test psico-attitudinale
Gioco di ruolo
Punteggio max 10
punti
Colloquio
Servizio civile nazionale
Protezione civile
Progetto prescelto e area/aree di intervento prevista/e
Informatica
Conoscenze generali e linguistiche
Punteggio max 50
punti
-----------------TOTALE
(MAX 100 PUNTI)
19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale
indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
NO
20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del
progetto:
In proprio.
a) Metodologia e strumenti utilizzati.
Dalla combinazione delle disposizioni dell’articolo 6, comma 6, del decreto
legislativo 5 aprile 2002, n.77 e successive modificazioni ed integrazioni, della
Circolare del 17 giugno 2009 relativa alle norme sull’accreditamento degli enti di
servizio civile nazionale e del "Prontuario contenente le caratteristiche e le
modalità per la redazione e la presentazione dei progetti di Servizio Civile
Nazionale da realizzare in Italia e all'estero, nonché i criteri per la selezione e
l'approvazione degli stessi", approvato con DPCM del 4 Novembre 2009, risulta
che il monitoraggio dei progetti di servizio civile nazionale deve essere
incentrato sulla verifica dell’attuazione degli stessi. Pertanto qualsiasi
metodologia si adotti, questa non può che partire dalla struttura dei progetti di
servizio civile nazionale ed in particolare dalla scheda dell’elaborato progettuale
allegata al citato “Prontuario”.
I progetti di servizio civile nazionale sono ripartiti in tre dimensioni:
18
1. caratteristiche del progetto, che comprende gli obiettivi e la attività
rivolte verso l’esterno;
2. caratteristiche organizzative che comprendono le risorse necessarie
alla realizzazione del progetto;
3. caratteristiche delle conoscenze acquisibili che comprendono tutti i
tipi di vantaggi derivanti ai giovani dalla partecipazione alla
realizzazione dei progetti di servizio civile nazionale.
Il monitoraggio di questo tipo di progetto per risultare esaustivo deve
considerare come proprio oggetto sia la dimensione descritta al precedente punto
1), sia quella descritta al precedente punto 3).
La dimensione di cui al precedente punto 2) rappresenta, invece, la cartina di
tornasole delle altre due sia in termini di efficienza, che in termini di efficacia.
Essa rappresenta quindi l’elemento decisivo in relazione alla fattibilità ed al
successo del progetto. Inoltre, per capire il perché di un insuccesso e dove si
collocano i punti critici che lo hanno determinato, non basta analizzare la
dimensione organizzativa secondo la dicotomia esiste/non esiste quella
determinata risorsa, ma necessita di andare ad analizzare la congruità delle
risorse investite rispetto agli obiettivi fissati sia sotto l’aspetto quantitativo, che
qualitativo. Solo l’accurata analisi di questi fattori è capace di evidenziare gli
errori di progettazione, di attività o di stima quali-quantitativa dei fattori
coinvolti nel progetto.
Rispetto a quanto innanzi argomentato ne deriva che il monitoraggio dei progetti
di servizio civile nazionale ha come oggetto la realizzazione degli stessi così
come sono stati approvati dall’Ufficio nazionale per il servizio civile.
A tal fine necessita verificare:
1. il raggiungimento degli obiettivi fissati, visti come risultati attesi;
2. l’esecuzione delle attività previste mirate al raggiungimento degli
obiettivi fissati;
3. l’effettuazione della formazione generale e specifica e la fruizione da
parte dei volontari degli altri benefit previsti dai singoli progetti, visti
nella dimensione della crescita culturale e sociale dei volontari, nonché
nell’ottica della spendibilità all’esterno dei benefit e delle conoscenze
acquisite;
4. il livello di soddisfazione dei volontari rispetto al complesso del progetto
(clima organizzativo, attività, conoscenze acquisite);
5. il livello di soddisfazione dei fruitori finali del progetto.
Per effettuare le predette verifiche necessita di coinvolgere nel piano di
rilevazione tutte le figure coinvolte nella realizzazione dei progetti ai vari livelli
di responsabilità, utilizzando strumenti diversi di rilevazione a seconda di cosa si
vuole misurare e tarando gli stessi in modo differente rispetto agli interlocutori e
alla loro entità. Pertanto:
1. per verificare il raggiungimento degli obiettivi fissati, visti come risultati
attesi saranno coinvolti nella rilevazione i RLEA, il Responsabile del
servizio civile nazionale dell’ente con due interviste semestrali, gli OLP
con interviste quadrimestrali ed i volontari impegnati nella realizzazione
dei singoli progetti con un questionario da somministrare ogni quattro
mesi;
2. l’esecuzione delle attività previste mirate al raggiungimento degli
obiettivi fissati; RLEA, con due interviste semestrali, gli OLP con
19
interviste trimestrali ed i volontari impegnati nella realizzazione dei
singoli progetti con un questionario da somministrare ogni quattro mesi;
3. l’effettuazione della formazione generale e specifica ed altri benefit
previsti dai singoli progetti visti nella dimensione della crescita culturale
e sociale dei volontari, nonché nell’ottica della spendibilità all’esterno
dei benefit e delle conoscenze acquisite con interviste ai formatori e
questionari ai volontari. Per gli aspetti di carattere qualitativo del
monitoraggio sulla formazione si rimanda al sistema di formazione;
4. il livello di soddisfazione dei volontari rispetto al complesso del progetto
(clima organizzativo, attività, conoscenze acquisite) con un questionario
ai volontari da somministrare a fine servizio;
5. livello di soddisfazione dei fruitori finali del progetto con una intervista
telefonica ad un campione statisticamente significativo dei fruitori finali.
Qualora questi siano rappresentati da altri enti o istituzioni, l’intervista
sarà effettuata sull’intero universo.
Non è possibile in questa sede allegare i questionari e le tracce di intervista, in
quanto queste variano da progetto a progetto a seconda degli ambiti di intervento
dei singoli progetti, delle variabili scelte che si vogliono misurare e dei relativi
indicatori individuati.
b) Variabili ed indicatori utilizzati per la misurazione dell’efficienza e
dell’efficacia delle attività previste dal progetto.
Considerato l’elevato numero di aree di intervento nelle quali è possibile
prevedere interventi di Servizio civile nazionale (attualmente dall’allegato 3 al
“Prontuario” innanzi citato, approvato con il DPCM del 4 novembre 2009, si
rilevano 70 aree di intervento), non è possibile individuare a priori le variabili da
misurare ed i relativi indicatori per tutte le predette aree, senza considerare che
ogni progetto, anche appartenente alla stessa area, può prevedere interventi di
natura diversa anche sulla stessa realtà osservata. E’ possibile tuttavia adottare
un criterio metodologico, in verità già inserito nel “Prontuario”, concernente
l’adozione delle stesse variabili e degli stessi indicatori per le voci 6), 7) e 8)
della scheda progetti per l’Italia (lo stesso criterio vale per i progetti all’estero
relativamente alle voci 7), 8) e 9)) in modo che i dati iniziali (situazione di
partenza) e quelli finali (situazione di arrivo) siano confrontabili, ed individuare
per le macroaree più comuni i seguenti indicatori:
a) per i progetti aventi ad aggetto l’assistenza alle persone: numero dei
fruitori;
b) per i progetti aventi ad oggetto l’informazione su materie comunque
rientranti nelle finalità dell’art.1 della legge 6 marzo 2001, n.64:
numero di clienti o di contatti registrati nel corso della vigenza del
progetto;
c) per progetti aventi ad oggetto protezione civile (ad esclusione
dell’assistenza alle popolazioni colpite da catastrofi e calamità
naturali) e monitoraggio ed interventi ambientali: numero degli
interventi previsti e se del caso area sorvegliata o monitorata;
d) per progetti aventi ad oggetto interventi nell’ambito dei settori
patrimonio artistico e culturale ed educazione e promozione culturale,
a seconda della natura dei progetti potranno essere utilizzati
indicatori riferiti al numero degli interventi, oppure al numero dei
fruitori finali. E’ possibile riferire la stessa situazione anche per i
20
progetti all’estero.
Per quanto concerne gli indicatori di efficienza, definita quale rapporto tra
risorse impegnate e risultati che si vogliono raggiungere e loro livello di
congruità e di economicità, vale quanto innanzi argomentato in merito alla
relazione esistente tra la dimensione organizzativa del progetto e le restanti due.
Pertanto saranno messi in relazione il valore numerario delle risorse impiegate
con il valore dei risultati ottenuti con la realizzazione dei progetti.
Per la misurazione dell’efficacia, definita come il rapporto tra la situazione di
partenza e quella ipotizzata al termine dello svolgimento del progetto, vale
quanto innanzi detto in relazione all’utilizzo delle stesse variabili e degli stessi
indicatori nella descrizione della voci fondamentali del progetto.
I livelli di soddisfazione dei volontari e dei fruitori finali rappresentano più delle
percezioni, delle opinioni, nelle quali giocano un ruolo rilevante le interferenze
soggettive (livello di istruzione, esperienze vissute, percezione della realtà,
modelli culturali, ecc…), che l’oggettività dei fenomeni registrati, ma non per
questo sono meno importanti, in quanto sono questi ultimi ad esprimere il
giudizio difficilmente controvertibile sul successo o meno dei singoli progetti e
sul Servizio civile nazionale in generale.
c) Tempistica e numero delle rilevazioni.
1. Monitoraggio obiettivi ed attività: Responsabile del servizio civile
nazionale dell’ente (per i soli obiettivi), RLEA e OLP: tre interviste con
cadenza quadrimestrale. Volontari: somministrazione di tre questionari con
cadenza quadrimestrale. I questionari e le interviste saranno calibrati sui
singoli progetti e conterranno le rilevazioni sia degli obiettivi, che delle
attività.
2. Monitoraggio della formazione generale e specifica ed altri benefit:
Formatori 2 interviste di cui una al 6° mese e una al 10° mese. Volontari
somministrazione di tre questionari di cui uno al termine della formazione
generale, uno all’8° mese e l’ultimo al 12° mese.
3. Rilevazione del livello di soddisfazione dei volontari: un questionario al
12° mese.
4. Rilevazione del livello di soddisfazione dei fruitori finali: una intervista
telefonica al termine del progetto.
d) Tecniche statistiche di elaborazione dei dati rilevati con particolare riferimento
agli indicatori individuati alla precedente lett.b) ed alla misura degli
scostamenti delle attività rilevate da quelle previste dal progetto.
Distribuzioni di frequenze, semplici e cumulate con relative rappresentazioni
grafiche, tabelle di contingenza, tassi di incremento/decremento, media, moda e
mediana, indici di base 100 e indici costruiti in relazione alle attività del
progetto, range, patty analisys, chi quadro, scostamenti semplici, scarto
quadratico medio, media mobile, rette di regressione lineare, indici di
correlazione multipla e parziale. Le tecniche statistiche innanzi elencate non
saranno utilizzate tutte per tutti i progetti, ma si sceglieranno le tecniche di
trattamento ritenute più opportune, in grado cioè di evidenziare con maggiore
chiarezza i risultati delle rilevazioni, le loro implicazioni, tenendo conto della
natura dei dati rilevati.
21
21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale
indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
NO
22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli
richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:
Non sono richiesti requisiti specifici.
Il progetto è comunque particolarmente rivolto a:
-
23)
studenti o laureati negli ambiti: protezione civile e/o
sociologia e/o scienze statistiche e/o scienze infermieristiche;
psicologia.
giovani con esperienza di volontariato
Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla
realizzazione del progetto:
Piano di finanziamento
Progetto Protezione civile: L’empowerment degli operatori di
protezione civile e delle persone da soccorrere in maxi - emergenze
Voce di spesa
Unità
Formatore specifico
Costo
Unitario
80,00
Ore
Giorni/Uomo
25,00
Costo
Totale
2.000,00
Sussidi didattici
4,00
30,00
120,00
Materiale cancelleria
Risorse strumentali (Pc, stampanti,
software, Internet, ecc.)
4,00
50,00
200,00
4,00
50,00
200,00
Missioni sul campo
4,00
143,00
Viaggi
Pubblicizzazione e promozione
progetto
TOTALE
4,00
60,00
240,00
1,00
1.000,00
6.620,00
1.000,00
5,00
2.860,00
Assegno Annuo Volontari: € 20.823
25% dell’Assegno: € 5.205
22
24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):
LA COOPERATIVA SOCIALE EUROPE CONSULTING ONLUS
La Europe Consulting è una cooperativa sociale che conta circa 23 soci, diversi
collaboratori e alcuni volontari. Opera nei campi dell’inserimento lavorativo di
soggetti svantaggiati, dell’accoglienza, dell’orientamento, dell’inclusione sociale,
dell’immigrazione, della comunicazione e dell’informatica orientata a servizi sociali
o culturali. Rispettando i termini della legge 381/91, più del 30% dei soci lavoratori
della cooperativa sono svantaggiati.
La mission della cooperativa è sviluppare una “solidarietà organizzata”, non solo in
quanto elemento necessario per la costruzione di una società più a misura d’uomo,
ma al tempo stesso come anello essenziale per assicurare al mondo un’autentica
evoluzione: umana, morale e relazionale.
Dal novembre del 2004, la Europe Consulting è presente all’interno del
Dipartimento della Protezione Civile con ABILI a PROTEGGERE, un progetto
di ricerca e di inserimento lavorativo di persone disabili, presso l’Ufficio Stampa del
Capo Dipartimento e che ha collaborato in alcuni progetti del Servizio
comunicazione, sviluppo conoscenze e gestione dei rapporti con il servizio civile.
Sempre nel campo della disabilità, ha gestito progetti culturali, in collaborazione con
“Ladri di Carrozzelle” (formazione nelle scuole) e Coop. La Stelletta e Comune di
Roma, itinerari accessibili e guida “Cammina Cammina”.
Nel campo dell’inclusione sociale, la Europe Consulting gestisce, presso la Stazione
di Roma Termini, lo sportello di orientamento sociale Help Center e del Centro per
persone senza dimora “Binario 95”. In partenariato con le Ferrovie dello Stato e
l’ANCI, coordina la segreteria nazionale dell’ONDS - Osservatorio Nazionale sul
Disagio e la Solidarietà nelle Stazioni italiane (www.onds.it) - per la quale cura
anche le relazioni con la rete europea di imprese ferroviarie “Gare Européenne et
solidarité”.
La cooperativa collabora, a livello europeo, a diversi progetti di ricerca nel campo
dell’immigrazione (www.europelandofasylum.net), dell’inclusione sociale con
fio.PSD e FEANTSA e dell’inserimento lavorativo di persone disabili. Dal 2010
sarà referente per l’Italia del progetto “Hope in Station”, con la francese ANSA –
Agence Nouvelle des Solidarités Actives, sugli strumenti di facilitazione
dell’accesso delle persone senza dimora ai servizi sociali.
Nell’ambito di questo progetto la Europe Consulting parteciperà alle attività previste
nei piani di attuazione 1), 2), 3) del piano di attuazione dell’AREA IL SOCCORSO
A PERSONE CON DISABILITA’ IN EMERGENZA.
23
25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:
Gli uffici del Dipartimento saranno completamente attrezzati per accogliere i
volontari in servizio con postazioni internet, scrivanie, fax, telefono, sala riunioni
per ogni sede di realizzazione del progetto. Inoltre, l’operatore locale di progetto
agevolerà l’inserimento dei candidati attraverso la predisposizione di spazi di lavoro
nei propri uffici anche preparando o mettendo a disposizione materiale
documentario dell’ufficio, materiale di cancelleria, modulistica necessaria,
programmi informatici e contatti utili a raggiungere gli obiettivi prefissati.
Per l’attività che coinvolgono soggetti esterni al Dipartimento sarà possibile
consultare gli archivi informatici di competenza dell’ufficio, al fine di reperire le
informazioni utili alle attività previste.
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
26) Eventuali crediti formativi riconosciuti:
Nessuno
27) Eventuali tirocini riconosciuti :
Nessuno
28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del
servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:
Il progetto assicura ai volontari il raggiungimento di competenze specifiche e
trasversali: per quanto riguarda le specifiche si fa riferimento alla capacità di lavoro
nel settore della Protezione Civile; per quanto riguarda le competenze trasversali si
fa riferimento all’opportunità di inserimento, anche temporaneo, in un grande ente.
Le conoscenze aggiuntive che si intendono sviluppare, si possono individuare le
seguenti:
• Progettazione e valutazione di interventi sociali;
• Monitoraggio e valutazione di interventi;
• Tecniche e metodologie della ricerca sociale;
• Organizzazione e gestione di eventi pubblici;
• Relazioni pubbliche e istituzionali;
• Rapporti con le organizzazioni del mondo del volontariato e della
cittadinanza attiva.
Le competenze e le professionalità acquisite dai volontari saranno certificate dal
Dipartimento della Protezione Civile quale soggetto proponente il progetto e dalla
Europe Consulting in quanto ente partner del progetto.
24
Formazione generale dei volontari
29) Sede di realizzazione:
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento della Protezione civile
Via Ulpiano, 11
00193 Roma
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento della Protezione civile
Via Vitorchiano, 4
00189 Roma
Eventuali partecipazioni a convegni, seminari, conferenze ecc., anche organizzate
dal Dipartimento della Protezione civile, con sede all’interno del comune di Roma
dai contenuti attinenti ai moduli formativi previsti dalla formazione generale
potranno essere utilizzati come approfondimento ai temi formativi.
30) Modalità di attuazione:
In proprio. Potranno essere coinvolti esperti formatori di altri enti di servizio civile o
di associazioni di volontariato, o ancora di organizzazioni umanitarie per lo
svolgimento di alcuni moduli.
1) Risorse tecniche impiegate:
Per la realizzazione delle attività di formazione, il Dipartimento dispone di una
struttura interna che si occupa della gestione delle sale, delle attrezzature e del
personale impiegato.
In particolare, all’interno del Dipartimento sono a disposizione diversi spazi,
dislocati su entrambe le sedi, presso le quali è possibile realizzare le giornate di
formazione, quali:
ƒ
ƒ
ƒ
1 auditorium da circa 100 posti
2 sale riunioni da circa 30 posti ognuna
2 salette per la formazione da circa 20 posti ognuna
Relativamente alle attrezzature, ogni sala è dotata di apposita strumentazione tecnica
(computer con masterizzatore audio e video, proiettore video, impianto di
registrazione); il Dipartimento mette inoltre a disposizione sia dei formatori (interni
ed esterni) che dei partecipanti il materiale audio e video ed eventuale materiale
cartaceo necessario per la trattazione di specifiche tematiche.
Al termine del periodo di formazione, per ciascun volontario viene realizzato un cd
multimediale al cui interno viene raccolto tutto il materiale utilizzato durante le
giornate di formazione (leggi, dispense, foto e filmati, presentazioni, ecc..): in
questo modo ogni volontario ha a disposizione uno strumento di formazione che gli
permette di approfondire in maniera costante le tematiche trattate.
2) Progetto formativo dei Volontari costituito dai seguenti elementi obbligatori:
25
‰
Metodologia.
Lezioni frontali tenute dai formatori del Dipartimento ed integrate da
interventi di esperti di volta in volta individuati e dinamiche non formali
incentrate sulle esperienze (learning by doing). In questo campo il
Dipartimento ha sviluppato negli anni un percorso didattico-pedagogico,
basato su dinamiche di gruppo ed individuali volte al problem setting e al
problem solving, all’integrazione multiculturale e alla formazione di
competenze strategiche (role playing, giochi, esercizi, riflessioni meta
cognitive, tecniche della relazione interpersonale e della mediazione,
simulazione in laboratorio assistite anche da strumenti audiovisivi ed
informatici e case study).
‰
Contenuti.
Per i contenuti della formazione il Dipartimento recepisce integralmente
tutti i moduli formativi previsti dall’allegato alle linee guida della
formazione approvate con la determina del Direttore generale
dell’Ufficio nazionale per il servizio civile del 4 aprile 2006.
In particolare la formazione generale dei volontari verterà sui seguenti
argomenti, ciascuno componente un modulo formativo:
o identità del gruppo in formazione;
o dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale:
evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà;
o il dovere di difesa della Patria: il paradigma del servizio civile
nazionale;
o la difesa civile non armata e non violenta;
o la protezione civile;
o la solidarietà e le forme di cittadinanza;
o servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato;
o la normativa primaria e secondaria vigente e la carta di impegno
etico;
o diritti e doveri del volontario del servizio civile nazionale;
o presentazione dell’ente: il Dipartimento della Protezione civile
della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il sistema della
Protezione civile in Italia;
o lavorare per progetti.
Per ulteriori approfondimenti dei moduli innanzi illustrati si rimanda alle
citate linee guida di formazione approvate dall’Ufficio nazionale per il
servizio civile.
‰
Numero ore di formazione previste: 45 ore per la formazione generale
e 75 ore per quella specifica.
‰
Numero verifiche previste e relativi strumenti utilizzati anche per la
misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti.
Per quanto concerne il monitoraggio della formazione dei volontari il
Dipartimento si atterrà a tutte le disposizioni emanate in merito
dall’Ufficio nazionale per il servizio civile con la circolare 24 maggio
2007, prot. UNSC/21346/II.5 concernente: “Monitoraggio sulla
formazione generale dei volontari in servizio civile nazionale”. Nel corso
dei 12 mesi del progetto saranno effettuate:
26
1.
tre verifiche mediante somministrazioni di questionari strutturati
mirati a rilevare il livello di ritenzione delle conoscenze
somministrate durante il corso di formazione. Una prima verifica sarà
effettuata al termine del corso di formazione in modo da misurare il
livello di apprendimento. Una seconda verifica sarà effettuata alla
fine dell’8° mese del progetto. Questa sarà mirata non solo a valutare
quanto “rimasto” del corso in termini cognitivi, ma soprattutto a
scoprire se l’azione della formazione non formale sia riuscita a
ricondurre le azioni concrete svolte dai volontari per la realizzazione
del progetto al concetto di difesa civile della Patria. L’ultima verifica
sarà effettuata al 12° mese ed avrà lo scopo di una valutazione
complessiva dell’esperienza formativa effettuata lungo tutto il
periodo del servizio con particolare riferimento alla relazione tra le
concrete attività svolte per la realizzazione del progetto e la difesa
civile della Patria con azioni non armate e non violente intesa come
conservazione e preservazione della Comunità nazionale e di come
ciò in scala minore si applichi alla tenuta dei legami e della coesione
delle comunità locali di fronte alle profonde trasformazioni imposte
dal processo di globalizzazione;
2. incontri con i formatori e le altre figure coinvolte nella realizzazione
del progetto al 6° e al 10° mese per identificare il senso delle attività
concrete svolte nell’ambito dei progetti in relazione ai contenuti della
formazione erogata.
31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale
indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:
NO
32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
Lezioni frontali tenute dai formatori del Dipartimento ed integrate da interventi di
esperti individuati e dinamiche non formali incentrate sulle esperienze (learning by
doing). In questo campo il Dipartimento ha sviluppato negli anni un percorso
didattico-pedagogico, basato su dinamiche di gruppo ed individuali volte al
problem setting e al problem solving, all’integrazione multiculturale e alla
formazione di competenze strategiche (role playing, giochi, esercizi, riflessioni
meta cognitive, tecniche della relazione interpersonale e della mediazione,
simulazione in laboratorio assistite anche da strumenti audiovisivi ed informatici e
case study).
33) Contenuti della formazione:
Per i contenuti della formazione il Dipartimento recepisce integralmente tutti i
moduli formativi previsti dall’allegato alle linee guida della formazione
approvate con la determina del Direttore generale dell’Ufficio nazionale per il
servizio civile del 4 aprile 2006.
In particolare la formazione generale dei volontari verterà sui seguenti argomenti,
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ciascuno componente un modulo formativo:
o identità del gruppo in formazione;
o dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale:
evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà;
o il dovere di difesa della Patria: il paradigma del servizio civile
nazionale;
o la difesa civile non armata e non violenta;
o la protezione civile;
o la solidarietà e le forme di cittadinanza;
o servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato;
o la normativa primaria e secondaria vigente e la carta di impegno
etico;
o diritti e doveri del volontario del servizio civile nazionale;
o presentazione dell’ente: il Dipartimento della Protezione civile
della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il sistema della
Protezione civile in Italia;
o lavorare per progetti.
34) Durata:
45 ore
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari
35) Sede di realizzazione:
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento della Protezione Civile
Via Ulpiano, 11
00193 Roma
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento della Protezione Civile
Via Vitorchiano, 4
00189 Roma
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento della Protezione Civile
Archivio – Via Affile 142
00131 Roma
Eventuali partecipazioni a convegni, seminari, conferenze ecc., anche organizzate
dal Dipartimento della Protezione Civile, con sede all’interno del comune di Roma o
fuori dai contenuti attinenti ai moduli formativi previsti dalla formazione specifica
potranno essere utilizzati come approfondimento ai temi formativi.
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36) Modalità di attuazione:
La formazione sarà effettuata presso il Dipartimento o in località e strutture esterne,
utilizzando formatori, tecnici ed esperti dell’Ente.
Le attività si svolgeranno con lezioni frontali (in aula), briefing su programmi e
progetti, nel corso delle esercitazioni sul campo e delle missioni esterne.
37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:
Barbara Altomonte, (Como, 15/8/1964)
Giovanni Bastianini, (Torino, 24/06/1949)
Elvezio Galanti, (Firenze, 11/5/1950)
Fabio Palombi, (Roma, 21/06/1961)
Stefano Ciolli, (Roma, 22/01/1970)
Andrea Duro, (Catania, 28/03/1969)
Marco Leonardi, (Milano, 21/02/1965)
Gianni Petiti, (Chivasso, 10/09/1973)
38) Competenze specifiche del/i formatore/i:
1. Barbara Altomonte, esperta di comunicazione pubblica e istituzionale
2. Giovanni Bastianini, esperto di servizio civile;
3. Attilio D’Annibale, esperto dei sistemi di archiviazione e documentazione
4. Roberto Forina, esperto di ufficio stampa e relazioni con i media
5. Elvezio Galanti, esperto sismologo e di pianificazione di protezione civile
6. Fabio Palombi, esperto di formazione
7. Stefano Ciolli, geologo, esperto nel rischio vulcanico
8. Andrea Duro, geologo, esperto nel rischio idrogeologico
9. Marco Leonardi, esperto in rischio sanitario
10. Gianni Petiti, esperto di progettazione e servizi assistenziali
39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
La formazione specifica si svolge, oltre che in aula, in situazioni di apprendimento
sul campo in cui i volontari si misurano concretamente con la realtà dei problemi e
della organizzazione del lavoro. La metodologia didattica in questo caso si fonda per
lo più su una dimensione pratica caratterizzata dalla analisi e dalla interpretazione di
esperienze, di fenomeni osservati e di eventi.
I contenuti della formazione vengono trattati utilizzando le seguenti tecniche:
- lezione frontale in aula;
- studi di caso;
- esercitazioni problem-solving;
- simulazioni;
- lavoro di gruppo;
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-
role-play.
Gli argomenti delle lezioni sono accompagnati da sussidi e dispense didattici con la
sintesi dei temi trattati, anche su supporti informatici come DVD e CD.
40) Contenuti della formazione:
La prima fase della formazione specifica riguarderà i temi contenuti nel progetto e,
più in generale, le attività di tutti i Servizi dell’Ufficio.
1.
Modulo Istituzionale
a. Il sistema nazionale di protezione civile (normativa di riferimento, i
livelli operativi, la ripartizione delle competenze, la gestione delle
emergenze, struttura del Dipartimento della Protezione civile, le
risorse a disposizione del sistema)
b. Il Dipartimento della Protezione civile (la sua organizzazione, le
attività, le procedure, gli output comunicativi)
c. La protezione civile nella dimensione internazionale (cooperazione,
assistenza umanitaria, ecc.)
2. Modulo Formazione Civica
a. Elementi di primo soccorso
b. Igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro
3. Modulo Formazione Sociale
a. Il ruolo dei cittadini nelle emergenze nazionali e internazionali (storia
e caratteristiche)
b. Il volontariato di protezione civile (storia e caratteristiche)
4. Modulo Formazione Culturale
a. Il metodo Augustus
b. La mappa dei rischi in Italia (sismico, idrogeologico, industriale,
vulcanico, boschivo, ecc.)
La seconda fase della formazione dei volontari relativa al seguente Progetto, invece,
verrà eseguita attraverso tematiche inerenti le attività di assistenza e rischio
sanitario:
3. Modulo Formazione Professionale (30 ore)
• Il modello ICF (International Classification of Functioning, Disability and
Health)
• Criteri di massima per l'organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi G.U. n. 109 del 2001
• Direttiva del Presidente del consiglio dei ministri “Criteri di massima sugli
interventi psicosociali da attuare nelle catastrofi” - G.U. n. 200 del 29 agosto
2006.
• Esercitazioni, grandi eventi e emergenze in cui è stata realizzata l’assistenza
psicosociale e l’assistenza ai disabili.
• Direttive, linee guida e procedure europee sull’assistenza psicosociale e
l’assistenza ai disabili in emergenza
41) Durata:
La durata complessiva della formazione specifica è di 75 ore.
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Altri elementi della formazione
42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:
Per quanto concerne il monitoraggio della formazione dei volontari il Dipartimento
si atterrà a tutte le disposizioni emanate in merito dall’Ufficio nazionale per il
servizio civile con la circolare 24 maggio 2007, prot. UNSC/21346/II.5 concernente:
“Monitoraggio sulla formazione generale dei volontari in servizio civile nazionale”.
Nel corso dei 12 mesi del progetto saranno effettuate:
1. tre verifiche mediante somministrazioni di questionari strutturati mirati a
rilevare il livello delle conoscenze acquisite durante il corso di formazione. Una
prima verifica sarà effettuata al termine del corso di formazione in modo da
misurare il livello di apprendimento. Una seconda verifica sarà effettuata alla fine
dell’8° mese del progetto. Questa sarà mirata non solo a valutare quanto
“rimasto” del corso in termini cognitivi, ma soprattutto a scoprire se l’azione
della formazione non formale sia riuscita a ricondurre le azioni concrete svolte
dai volontari per la realizzazione del progetto al concetto di difesa civile della
Patria. L’ultima verifica sarà effettuata al 12° mese ed avrà lo scopo di una
valutazione complessiva dell’esperienza formativa, con particolare riferimento
alla relazione tra le concrete attività svolte per la realizzazione del progetto e la
difesa civile della Patria intesa come conservazione e preservazione della
Comunità nazionale e di come ciò in scala minore si applichi alla tenuta dei
legami e della coesione delle comunità locali di fronte alle profonde
trasformazioni imposte dal processo di globalizzazione;
2. incontri con i formatori e le altre figure coinvolte nella realizzazione del
progetto al 6° e al 10° mese per identificare il senso delle attività concrete svolte
nell’ambito dei progetti in relazione ai contenuti della formazione a cura del
Dipartimento.
Data, 4 marzo 2010
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