IdB 21 Disturbi del sonno
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IdB 21 Disturbi del sonno
ipa c e t r a p e gli altri Professionisti Sanitari non medici del Meyerz ! qui l a a cura della Sezione di Scienze delle Professioni Sanitarie del Dipartimento Foglio di informazione professionale per gli Infermieri di Pediatria dell’Università di Firenze e del Gruppo EBN del Meyer numero 21, Giugno 2007 I DISTURBI DEL SONNO NEI BAMBINI Tempo di lettura 7’ Lehmkuhl G, Fricke-Oerkermann L, Wiater A. Schlafstörungen in Kindesalter und ihre Behandlung. Kinderkrankenschwester 2007; 26: 254-257. Adattamento e traduzione a cura di Stella Neri, Sezione di Scienze delle Professioni Sanitarie, Università di Firenze I disturbi del sonno nei neonati e nei bambini sono più frequenti di quanto non si pensi. Dato che il sonno in queste fasi evolutive ha uno sviluppo variabile a seconda del bambino, nella valutazione dei disturbi del sonno devono sempre essere tenute presenti le variazioni fisiologiche legate all’età e la maturazione del ritmo sonno-veglia. Due studi condotti in Germania rivelano che il 21% dei lattanti di 5 mesi e dei bambini di 20 mesi ha dei problemi a dormire ininterrottamente durante la notte, mentre all’età di 5 anni il 13% dei bambini ancora si sveglia durante la notte. A 56 mesi il 12% dei bambini ha dei problemi ad addormentarsi, mentre un bambino di 4-5 anni su quattro dorme insieme nel letto con i genitori. Il sonnambulismo e gli attacchi di paura durante la notte invece vengono riportati dai genitori solo nel 14% dei casi. Quando è possibile parlare di disturbi del sonno? Nelle varie fasi evolutive il sonno ha le seguenti caratteristiche, il neonato dorme dalle 16 alle 18 ore e si sveglia ogni 3-4 ore. Solitamente ci vogliono da 3 a 6 mesi fino a che si instaura un ritmo sonno – veglia adattato al ciclo giorno-notte; a questa età il lattante dorme di media 6 ore di fila. Durante il primo anno di vita il tempo di sonno totale si riduce a 14-15 ore, al compimento di 1 anno solitamente il bambino dorme per tutta la notte e il ritmo sonno veglia è perlopiù consolidato riducendosi alle ore notturne e ad un riposo pomeridiano. Il sonnellino del pomeriggio viene sospeso intorno ai 3-4 anni e il sonno notturno si riduce ulteriormente fino a raggiungere nell’età prescolare e delle scuole elementari le 10-12 ore. Soprattutto nei primi anni di vita hanno un ruolo fondamentale quegli oggetti che permettono al bambino di tranquillizzarsi e di favorire il suo addormentarsi anche senza la presenza dei genitori o di altre persone di riferimento primario. Il 35% dei bambini in età prescolare e il 23% dei bambini in età scolare dorme in stanza con i genitori o addirittura assieme a loro nel loro letto. Quali sono i disturbi del sonno più frequenti? Le cause fisiche sono da considerare nei casi di disturbi alle vie respiratorie. L’apnea ostruttiva ad esempio può essere dovuta a tonsille molto grandi e frequenti infezioni che possono accentuare la sintomatologia. Le apnee dei neonati sono più frequenti nei pretermine e possono essere favorite dai movimenti della testa, da rigurgiti alimentari, da esposizione a nicotina e da una posizione prona o in decubito laterale. La percentuale di apnea ostruttiva nei bambini si aggira intorno al 2% e può accompagnare quadri comportamentali di iperattività motoria, difficoltà di concentrazione e impulsività. Le paure legate al sonno: spesso i bambini rimandano l’andare a dormire perché hanno paura del buio e/o della separazione dai genitori. In questi casi i genitori dovrebbero prendere seriamente le paure dei loro bambini e cercare assieme a loro delle soluzioni per ridurre la comparsa di paure prima di andare a dormire, come ad esempio: 1) trasmettere al bambino sicurezza anche durante il giorno; 2) installare una luce per la notte che il bambino può accendere e spegnere da solo; 3) leggere al bambino una storia che tratta di un bambino che ha paura di addormentarsi di modo che il bambino si può confrontare con un'altra persona e provare le soluzioni proposte nei racconti (vedere la colonna a lato). Problemi ad addormentarsi e a dormire per tutta la notte senza svegliarsi: spesso i disturbi del sonno compaiono in presenza di un evento scatenante come ad esempio l’inizio della scuola o dell’asilo, un trasloco, conflitti con i coetanei o esperienze di separazione. In uno studio è stato dimostrato come la luce, il rumore e la disposizione fisica, come ad esempio un infezione, siano spesso legati a problemi quali il prendere sonno, il dormire senza svegliarsi durante la notte, la stanchezza durante il giorno, e anche a incubi ed episodi di paura notturna. Una variabile da non sottovalutare in questo contesto è lo stress familiare. I disturbi del sonno solitamente non scompaiono con il risolversi o la riduzione della causa, ma necessitano di misure specifiche. Soprattutto è Il Mangiasogni Nel paese di Sonnonia, dormire bene è la cosa piú importante che ci sia. La principessa Pisolina, però, ha un grosso problema: ha paura di andare a letto perché spesso fa brutti sogni e nessuno sa come curarla. Cosí al re non resta che andare in giro per il mondo alla ricerca di un rimedio contro gli incubi della figlia. La soluzione la offre il Mangiasogni, un buffo ometto con la pelle color della luna, gli occhi sfavillanti come le stelle, una bocca straordinariamente grande e soprattutto una predilezione per i brutti sogni, che lo strano personaggio adora mangiare con forchetta e coltello tutte le volte che viene invitato con una formula magica. Ti piacerebbe collaborare a questo Foglio ? Hai dei quesiti riguardanti la pratica professionale che vorresti fossero approfonditi ? Contattaci ! email: [email protected] oppure tel. 2577 importante che vi sia un ritmo sonno-veglia regolare stabilito con il bambino che preveda l’inclusione di regole e rituali. Sono soprattutto importanti orari regolari per l’andare a letto e la sensazione di sicurezza. Se ai risvegli notturni i genitori rispondono con troppe attenzioni, il bambino può imparare che “ se mi sveglio la notte, la mamma e il papà mi stanno più vicino che di giorno; mi conviene svegliarmi la notte!” I bambini che durante il giorno ricevono sufficiente affetto dai genitori tendono a svegliarsi meno la notte per richiamare l’attenzione. Incubi, sonnambulismo e paura notturna: questi disturbi del sonno compaiono nel quadro dello sviluppo normale e nella maggioranza dei casi non sono situazioni patologiche. Se compaiono raramente e non portano a complicazioni non devono quindi essere motivo di preoccupazione. La paura notturna (pavor nocturnus) è caratterizzata da uno o più episodi di forte paura, movimenti corporei, tachipnea e sudorazione profusa. Al mattino il bambino come per il sonnambulismo non ricorderà nulla. Gli incubi invece non avvengono durante il sonno profondo, ma nella fase REM, solitamente dopo la mezzanotte. I bambini si svegliano in seguito a sogni paurosi e minacciosi. Farsi raccontare il sogno e consolare il bambino lo aiutano molto. E’ possibile aiutare i bambini con incubi frequenti 1) trasmettendo loro un senso di sicurezza anche durante il giorno; 2) controllando se il bambino ha visto programmi alla televisione o letto fumetti che possono mettere paura; 3) installando una luce notturna di modo che il bambino quando si sveglia nella sua stanza riesce ad orientarsi meglio; 4) un peluche può aiutare il bambino a sentirsi meno solo e più sicuro durante la notte. Se vi sono sogni ricorrenti è molto utile chiedere al bambino di disegnare il sogno e cercare di riconoscere possibili “soluzioni”. Ripetendo questo procedimento lo svolgimento del sogno si modifica e con il tempo l’incubo scompare. Atteggiamenti di rifiuto: non di rado durante lo sviluppo si presentano conflitti e lotte per l’andare a letto. I bambini si rifiutano di andare a dormire e vorrebbero rimanere ancora svegli o giocare. Più i bambini si rifiutano e più i genitori si arrabbiano fino a perdere la pazienza, diventare aggressivi o non saper più che fare. Si crea un vero e proprio circolo vizioso che si ripete tutte le sere e che porta ad un atmosfera di tensione nella quale il bambino si addormenta solo dopo estenuanti lotte. Per uscirne sono di aiuto delle regole appropriate e dei rinforzi positivi. È possibile aiutare il bambino con disturbi del sonno adottando le seguenti facili misure: ♣ Tenete un diario delle ore che il bambino dorme; questo vi faciliterà nel tenere il conto delle ore dormite complessivamente nelle 24 ore e nel rispettare gli orari di riposo prestabiliti. ♣ Per fare si che il bambino arrivi all’ora di dormire serale abbastanza stanco, il pisolino del pomeriggio dovrebbe essere fatto prima delle 15:00 ♣ Seguire un rituale prima di addormentarsi è una premessa importante per un buon sonno, ma non dovrebbe durare più di 30 minuti e non dovrebbe prevedere attività eccitanti. Possono essere d’aiuto tecniche di rilassamento. ♣ È importante che la giornata termini in modo sereno e che ci sia tempo sufficiente per il rituale dell’andare a letto. Può essere utile parlare degli avvenimenti della giornata anche di quelli negativi e degli eventuali conflitti affinché il bambino si addormenti più tranquillo. ♣ La stanza dove il bambino dorme dovrebbe essere situata in modo da poter escludere fonti di luce, rumore, fumo di sigaretta,… ♣ Una buona igiene del sonno prevede delle giornate ben strutturate all’interno delle quali l’andare a letto ha un suo significato speciale. Rispondi al quesito e vinci un libro Tra tutti coloro che invieranno entro il 12.7.06 la risposta corretta all’indirizzo: [email protected] verrà estratta a sorte una copia di Farmaci e Infermiere - McGraw-Hill ed. Un bambino viene ricoverato al Reparto ustioni con un’ustione da immersione alla gamba destra. Come lo posizionate ? a) supino b) con la gamba destra più in basso rispetto al resto del corpo c) sul fianco sinistro d) con la gamba destra in scarico Child Health Nursing Reviews & Rationales, pag.236 Il quesito di maggio: “In un bambino con diagnosi di infezione urinaria quale deve essere la priorità dell’infermiere?” 1) assicurare un apporto nutritivo adeguato per prevenire la disidratazione 2) prevenire l’enuresi 3) somministrare l’antibiotico terapia prescritta 4) ridurre l’apporto di liquidi per far riposare i reni La risposta esatta è la 3: le infezioni urinarie sono di natura ascendente; un’infezione urinaria non trattata può avere conseguenze renali. Una diagnosi precoce e una immediata terapia antibiotica prevengono o riducono un danno renale permanente. Hanno risposto 79 colleghi, con 73 risposte esatte e 6 non corrette. Tra i colleghi che hanno dato risposta esatta è stata sorteggiata la collega Marta Sieni della Chirurgia 2 che vince un IPod. Visita il sito Intranet di “IdB” http:\\azienda.meyer.it -> cliccare su Gli Infermieri dei bambini. a cura di Stella Neri e Filippo Festini Università di Firenze, Dipartimento di Pediatria, Sezione di Scienze delle Professioni Sanitarie