itinerario 16
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itinerario 16
Gli itinerari dal 2 al 15 sono descritti nella Biciguida 2 S. Giovanni del Dosso 1 Moglia Fiu me Sec chi a Rolo Concordia Novi S. Possidonio Mirandola Medolla S. Felice Rovereto Cavezzo Rio Saliceto Correggio 16 S. Prospero Camposanto Carpi Sorbara Soliera Fiu me Sec chi a S. Martino in Rio Bomporto Bastiglia Crevalcore Ravarino Rubiera 3 Fiu me Pan aro Campogalliano MODENA Nonantola Castelfranco E. Itinerario n. 16 4 economica, il fiume costituiva in passato un mondo a sé stante, di cui oggi è difficile cogliere in pieno tutte le implicazioni. Nel corso dei secoli l’uomo ha lentamente trasformato il paesaggio fluviale adattandolo alle proprie esigenze: lo sfruttamento esasperato delle risorse, lo scarico di quantità crescenti di inquinanti e l’escavazione di ghiaie hanno stravolto e trasformato il corso d’acqua. Nella seconda metà del Novecento, l’ampiezza del greto del fiume si è molto ridotta; le acque oggi scavano gli strati Percorso Natura del fiume Secchia Il fiume Secchia, affluente di destra del Po, nasce nella conca glaciale tra il Monte Alto e l’Alpe di Succiso nell’Appennino Tosco Emiliano; ha una lunghezza di 127 chilometri e nel primo tratto, da Cerredolo a Rubiera, segna il confine tra le province di Modena e Reggio Emilia. Via di comunicazione, fonte di sostentamento e risorsa 12 argillosi, non più protetti dal materasso di detriti alluvionali, e si incanalano in solchi profondi. Restringimento e abbassamento dell’alveo hanno amplificato gli effetti degli eventi di piena, ridotto le capacità di depurazione associate alla presenza di sabbie e ghiaie, impoverito ed esaurito le falde idriche, prezioso serbatoio di acque depurate a disposizione dei centri urbani. La creazione di parchi fluviali urbani e di tracciati ciclo-pedonali come quello del Secchia, cercano di invertire questa tendenza e vanno nella direzione di un riassetto della fascia fluviale e di rinaturalizzazione delle sponde. Per sfatare comunque il luogo comune che “pianura” sia sinonimo di deserto naturalistico e che gli spazi per pedalare in tutta tranquillità siano pochi, basta intraprendere il cammino degli argini del fiume, solcati da strade sterrate e a tratti ghiaiate o asfaltate che garantiscono la fruibilità ciclistica del corso d’acqua creando un percorso suggestivo, panoramico e di grande interesse; sarà così possibile rivivere il fiume come un patrimonio prezioso da salvaguardare e rispettare, e riscoprire la pianura circostante in una dimensione fisica e mentale inaccessibile all’automobile. Trattandosi di un percorso in parte sterrato l’uso di una mountain-bike sarà particolarmente apprezzato. Il tracciato è stato diviso in due settori: il primo, realizzato fin dal 2002, si sviluppa sulla riva destra del fiume da Ponte Alto di Modena alla rupe del Pescale, per una lunghezza complessiva di circa 35 chilometri, interessando i comuni di Modena, Formigine e Sassuolo. Il secondo invece è lungo 70 chilometri e segue la sponda opposta del fiume (sinistra orografica) da Ponte Alto fino alla foce in Po, interessando i comuni di Soliera, Carpi, Rovereto e Novi di Modena per poi entrare nel mantovano. Questo lungo itinerario escursionistico, Il fiume Secchia nei pressi del Ponte dell’Uccellino (Archivio Provincia di Modena) ricalca in parte il percorso dell’ EuroVelo 7 che permette di raggiungere Mantova per poi continuare su ciclabile segnalata fino al lago di Garda attraverso Goito, Borghetto, Monzambano e Ponti sul Mincio. Prima parte: da Modena al Pescale Lunghezza: Km 34, 7 Tempo di percorrenza: ore 3 Difficoltà: facile-medio Partenza: Ponte Alto – Modena La cartina relativa a “Prima parte: da Modena al Pescale” è disponibile nell’opuscolo Biciguida 2. In località Ponte Alto, si imbocca l’argine destro del Secchia (cartello “via Metastasio” - catena) incontrando subito il cippo n. 41. Si inizia a risalire il corso del fiume accompagnati dal susseguirsi regolare e decrescente dei pilastrini in cemento e, giunti in prossi- 13 mità dei Tre Olmi e del cippo n. 19 (Km 4,5 – 20 min), si ignora sulla destra la sterrata che porta al nuovo ponte in ferro della Barchetta e si tira diritto su fondo ghiaiato. Tra pioppeti e vigne si sottopassa l’autostrada (Km 6,5) e si arriva all’inizio dello Stradello Cenna, nei pressi della trattoria La Piola (Km 6,8). Qui ci riportiamo sull’argine maestro svoltando a destra e, subito dopo, percorrendo una brevissima salita. Più avanti, superato il Canalazzo di Cittanova (ponticello con breve tratto in asfalto), si volta a destra in una breve discesa per seguire il percorso che si riavvicina al corso d’acqua ai margini di un boschetto dominato da pioppi, salici e ontani che fa parte della Riserva Naturale della Cassa di Espansione del Secchia. Attenzione: nelle stagioni piovose il terreno qui diventa particolarmente fangoso e al limite della percorribilità. Andando più avanti si può osservare sulla destra lo sbarramento in cemento armato, l’elemento principale dell’articolato sistema realizzato per regolare le piene del fiume. Proseguendo sull’argine giungiamo in prossimità di Marzaglia dove si sottopassa la linea ferroviaria e la S.S. n. 9 “via Emilia” (Km 13,2 – ore 1). Continuando si costeggia un frantoio e si entra in comune di Formigine (pannello “zona tutela ambientale del fiume Secchia”). Ancora poche pedalate e siamo all’ingresso dell’Oasi di Colombarone (zona umida tutelata) riconoscibile per il centro visite e il capanno di osservazione dell’avifauna (Km 18 – ore 1,20). Quattrocento metri più avanti superiamo il torrente Fossa e contorniamo il frantoio Cottafavi, delimitato da recinzione metallica. Oltrepassato l’ulteriore frantoio (Km 20,3) si costeggia il campo volo per aereomodelli e ci si immette sullo stradello ghiaiato che ci accompagna fino al sottopasso della “S.S. n. 467 di Scandiano”. Da qui in breve al campo calcio di Borgo Venezia (sulla sinistra). Dopo aver scavalcato il torrente Vallurbana su ponticello di legno, si arriva nei pressi di San Michele (Km 31,8 – ore 2.40 – sottopassaggio per il centro del paese), da cui in breve alla traversa di Castellarano (Km 32,8) che permette di portarsi sul lato opposto del fiume per una visita al centro storico del paese e per un eventuale anello ciclistico sulla pista ciclabile che percorre la sponda reggiana del fiume. Siamo ormai alla fine delle nostre fatiche: proseguendo in riva modenese si supera su ponticello il fosso Pescarolo (Km 34) arrivando infine alla base della rupe del Pescale. Risalendo un sentiero realizzato da poco, si raggiunge la sommità del pianoro dove opportuni cartelli raccontano la storia del sito archeologico, sede di un villaggio neolitico. Da qui si gode un ottimo panorama sul fiume e sulla sua valle (Km 34,7 – ore 3). Seconda parte: da Modena fino alla foce in Po Lunghezza: Km 70, 4 Tempo di percorrenza: ore 5 Difficoltà: medio Partenza: Ponte Alto – Modena Da Ponte Alto imbocchiamo l’argine sinistro del Secchia in direzione della foce (“stradello fiume”) incontrando subito un pannello metallico che segnala il Percorso Ciclovia Secchia (Destra Po Km 65 – Concordia sulla Secchia 40 Km). Dopo aver superato la strada diretta a Carpi – Campogalliano (Km 0,9), si costeggia un frutteto e si scende dall’argine per seguire poi sulla destra una larga strada sterrata. Si arriva così al sottopasso della linea ferroviaria Modena – Verona affiancata dal ponte in ferro della ciclabile per Villanova (Km 1,7 – 10 min), dopo di chè si risale sull’argine maestro (stante 37). Continuiamo a pedalare in direzione Nord, accompagnati da puntuali cippi distanziometrici con numerazione crescente che 14 chilometro 21,4 (ore 1.35): a destra per San Prospero, diritto invece con indicazioni EuroVelo 7 – Destra Po – Rovereto – Concordia sulla Secchia. Segue un bel tratto con pioppi nell’area golenale che ci accompagnano fino al Ponte Motta dove si incrocia la statale 468 (Km 24,9 – ore 2): a sinistra per Carpi, a destra per Cavezzo. Il nostro percorso come sempre è quello che continua diritto sull’ EuroVelo 7 con indicazioni “Rovereto – Concordia” (in alternativa è possibile svoltare a sinistra sulla statale per Carpi e poche centinaia di metri più avanti deviare a destra imboccando la “via Sott’argine” asfaltata per risalire sul percorso principale qualche chilometro più avanti). Procedendo sul nostro itinerario in direzione della foce, arriviamo quindi in prossimità del paese di Rovereto, con la chiesa e il campanile posti a ridosso del fiume, dove il fondo diventa asfaltato (Km 28,6). Giusto il tempo di rilassarsi un attimo e poi si riprende su sterrato (Km 30,6) arrivando successivamente al ponte di San Lorenzo della Pioppa (Km 32,4 – ore 2.15). Nel tratto successivo si percorrono infine alcuni chilometri su fondo erboso arrivando in prossimità del ponte costruito nel 1884 che collega Concordia con San Giovanni (cippo 230 Km – Km 41 – ore 3). Si continua diritto su traccia erbosa ma for- scandiscono il tracciato (cartelli metallici dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po – AIPo Modena), si arriva in breve a sottopassare le culle in cemento della linea ferroviaria alta velocità (Km 5,2 – 25 min). Alle colture intensive e ai frutteti iniziano ad affiancarsi filari di viti, ricordandoci che stiamo per entrare nella terra dei famosi lambruschi di Sorbara: superato infatti il cippo 59 si arriva al Ponte dell’Uccellino (Km 6,6 – 30 min). Già segnalato nella carta dei Balugola del XVI sec., il “Ponte Baso” è quello di presenza più antica sul Secchia a Nord della via Emilia: in periodo romano e altomedioevale era certamente in legno, mentre molti lo ricordano fino a pochi anni orsono fatto di barche. Oggi un semplice ponte di ferro collega la S.S 12 con Soliera. Si continua diritto (cartello “pista ciclabile”) sempre su fondo ghiaiato ed in breve si giunge in prossimità di Sozzigalli al Ponte del Bacchello (Km 13,4 – ore 1) che viene superato in tutta sicurezza (sottopasso): pannello metallico “Mantova 75 Km” e “Biciclette a fiumi – progetto per lo sviluppo del cicloturismo nelle zone terremotate dell’Emilia Romagna”. Ancora e sempre diritto in direzione Nord: l’argine continua a presentare il fondo compatto e si procede spediti. In breve al Ponte di San Martino che si raggiunge al (foto R. Ori) 15 Argine Secchia (R. Zanni) che siamo sul percorso dell’ EuroVelo 7 – Ponte Secchia a 8,6 chilometri. Dopo aver superato l’impianto idrovoro della Bonifica Parmigiana – Moglia (Km 66,6 – ore 4.45) si giunge infine ad incrociare la strada che collega San Benedetto Po con Quingentole, nei pressi di San Siro (Km 67,4). Attraversiamo con molta prudenza per proseguire su strada bianca: cartelli “destra Po – EuroVelo 8 – San Benedetto Po – Bardelle”. Superata l’Azienda faunistico venatoria “Argine vecchio”, arriviamo infine nei pressi del ristorante “Vecchio Cornione” lambito dalle Bacchelliane acque “piene, agitate e maestose” del grande Po (Km 70,4 – ore 5). Proseguendo diritto sull’argine asfaltato dopo le frazioni di Brede e Bardelle si giunge al ponte sul Po (Km 75 – ore 5.20). La prosecuzione per Mantova prevede di risalire su quest’ultimo e superare il grande fiume, percorrendo la trafficatissima statale n. 413. A questo punto si segue il percorso EuroVelo 7 che, attraverso gli abitati di Serraiolo e Correggio Micheli, si porta sull’argine destro del Mincio nei pressi di Governolo. Da qui sul percorso dell’ EuroVelo 7 fino alla città di Mantova. n tunatamente il fondo è ben compatto; in questa frazione le acque del Secchia escono dal Modenese ed entrano in territorio Mantovano: superato infatti il cippo 253 la numerazione riparte dal numero 1. Più avanti incontriamo la prima indicazione del Parco Golena Foce Secchia (Km 45,3 – ore 3.20), seguita da una ulteriore pannello metallico con indicazioni “Sinistra Secchia – EuroVelo 7 – Ponte Secchia-Moglia”. Da questo punto in avanti l’argine è solcato da una comoda e larga strada asfaltata che ci accompagna all’impianto idrovoro Mondine e quindi a Bondanello (Km 49, 6 – ore 3.45). Qui è indispensabile scendere dall’argine per scavalcare il canale di bonifica salvo poi risalire subito tenendo la destra (freccia metallica con simbolo “bicicletta”). Superato anche il ponte della strada provinciale per Poggiorusco si continua sulla “via Argine Secchia-Bondanello” sempre su fondo asfaltato, seguendo il corso d’acqua che ha ormai esaurito la sua spinta e senza più fretta si dilunga in estenuanti meandri. Superata la linea ferroviaria si prosegue su “strada Gualanda” raggiungendo il ponte che porta a Quistello (Km 58,8 – ore 4.15). Sempre diritto su asfalto (“strada argine Secchia”) mentre i cartelli metallici confermano 16