Mercedes 300 SL “Ali di Gabbiano” 60 anni in gallery

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Mercedes 300 SL “Ali di Gabbiano” 60 anni in gallery
Bimestrale della Scuderia San Martino e Museo dell’Automobile
Scuderia
Scude ria
San Martino
1954-2014
Mercedes 300 SL “Ali di Gabbiano”
60 anni in gallery
In questo numero:
Scuderia San Martino e Museo dell’Automobile di San Martino in Rio - Via Barbieri 12 - 42018 San Martino in Rio (RE)
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L’anno che verrà
Nuono Anno, nuove aspettative
Marche scomparse: Matra
MMuuse
seooddeelll’lA’Auutotommoobbiliele
Rubriche:
L’angolo della tecnica
Attività 2014
N. 81 VI° bim. 2013
Gazzetta della
E D I TO R I A L E
di Roberto Vellani
L’anno che verrà
Un altro anno è andato e come solito occorre tracciare una riga su quel
che è stato e buttare un’occhio su quel che sarà col permesso delle
umane conoscenze.
Mentre scrivo sono rammaricato di non poter inviare gli auguri di Buon
Natale e Buon Anno perché il gestore della linea Adsl, che è sempre
lo stesso, per un cambio di potenza da 7 a 20Mega, mi tiene la linea
bloccata chissà fino a quando e son già passati 10 giorni.
I misteri della generazione di internet, dove per aver cambiare un dato
occorre una burocrazia ben più lenta della modifica stessa.
Per recuperare il tempo perso e l’occupazione di linea occorreranno
almeno 3 mesi, col senno di poi vale la pena chiedersi il perché della
richiesta di modifica. Le intenzioni ed i presupposti ci sono e ve li spiego in qualche riga.
Nel 2013 l’Asi è stata bravissima a scaricare sui club la compilazione
delle pratiche e la scuderia San Martino è stata bravissima a recepirlo.
Ora la squadra dei commissari può lavorare a distanza, ma in continuo
collegamento, grazie all’invio telematico delle pratiche.
Un commissario a Castelnovo Monti, uno a Sassuolo oltre che Modena
e la zona di Reggio coprono buona parte del territorio, consentendo ad
eventuali soci di far visionare la vettura direttamente in loco evitando
di muovere il mezzo se non dotato di assicurazione.
In quest’ottica abbiamo chiesto il potenziamento della linea Adsl per
avere a disposizione maggior banda per l’inoltro delle pratiche, soprattutto al Lunedì sera quando c’è una forte concentrazione di soci in
sede. L’idea è buona, ma la risposta del fornitore di Adsl no.
Leardo su MG TB del 1939
alle 5 Province 2013 in visita al Vittoriale degli italiani di Salò.
Ed ora i numeri:
837 sono i soci della Scuderia di cui 824 Asi,
sono state emessi 323 certificati di cui 176 ADS e 147 CRS
oltre a 22 Certificati d’Identità.
Il parco certificato consta di 168 vetture,
30 moto,
2 autocarri
e 3 unità abitative.
Non sono mancati nemmeno i FIVA ed i cambi di intestazione.
Questi dati, se visti nell’ottica di San Martino in Rio, paesino della bassa reggiana con 7000 abitanti fanno impressione, ma se visti nell’area
di influenza della Scuderia che comprende la bassa modenese, la bassa reggiana, la fascia confinante tra le province di Reggio e Modena,
oltre ad un buona presenza dell’alta reggiana e modenese vanno visti
in un ottica diversa, con possibilità di ulteriori sviluppi.
Statisticamente comprendiamo però soci da Trapani a Torino che visto
sulla cartina d’Italia ci fa dire di essere un club nazionale ed internazionale se includiamo l’enclave svizzera che da tempo ci segue ai raduni
ed alle cene.
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Credo che la formula di tale successo vada ricercata nei puntuali servizi che la Scuderia offre ai soci, servizi non necessariamente gratuiti, ma efficaci ed
efficienti e non è un caso se enti preposti quali assicurazioni e agenzie di pratiche auto ci contattino per risolvere i numerosi problemi che si presentano nel
mondo del veicolo storico.
Problemi quasi mai uguali e spesso generati da altri enti (vedi motorizzazioni) che non hanno un comportamento univoco nel trattare i temi.
La presenza di tanti altri club Asi sul territorio (da Parma a Modena sono 5 oltre all’Amams di Borgoforte che è appena al di là del Po) ci fa capire di essere
nel giusto “modus operandi”.
Potete leggere nel articolo specifico le manifestazioni previste per quest’anno, ma mi preme sottolineare che nel 2014 saremo la 5° provincia del Circuito
delle 5 Province in collaborazione con MWVCC-Brescia, CACEC Cremona, CPAE Piacenza e Ruote a Raggi Parma ed ovviamente Scuderia San Martino (Europa) per vetture ante 1940.
Ultima chicca per il 2014 è l’accordo col Club
Matra che porterà altri soci per l’espletamento
delle pratiche Asi.
Per dar loro il ben venuto leggete a parte la
storia di questa marca ormai scomparsa.
Vi auguro ora un Buon 2014 a Voi ed alle Vostre Famiglie e soprattutto alle Vostra Sbaracchine.
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Nuovo anno
nuove aspettative
di Alessandro Turini
La passione per i nostri mezzi d’epoca difficilmente è in vetta alla lista dei desideri primari per
l’anno appena iniziato.
Le priorità di ognuno di noi sono sempre più legate al quotidiano e spesso non ci consentono di
dedicarci al piacere e all’emozione per il nostro
hobby preferito.
Su questo, credo, siamo tutti d’accordo.
Poi, con una buona dose di bravura e fortuna e
se il “quotidiano” non riserva sorprese, ciò che
in prima analisi è secondario risale la lista delle
nostre aspettative per il nuovo anno.
Ampliando questa analisi è interessante fare il
parallelo con l’acronimo che utilizzano gli esperti di marketing internazionale per identificare gli
obiettivi.
Non importa che si tratti di obiettivi aziendali o
personali, sempre di obiettivi si tratta.
Per i “guru” della comunicazione gli obiettivi devono essere S.M.A.R.T.
Cioè, Specifici (SPECIFIC), Misurabili (MEASURABLE), Realizzabili (ACHIEVABLE), Realistici (REALISTIC) ed avere una scadenza Temporale (TIME
BASED).
Tutto questo come può essere rielaborato nel
mondo del motorismo storico?
Proviamo ad ipotizzare una nostra chiave di lettura modellata per noi come un vestito sartoriale.
Prendendo spunto dalla bella immagine di copertina della Gazzetta, prendiamo in esame la casa
automobilistica Mercedes.
Ha poco senso sognare e crearsi aspettative per
una 300 SL “Ali di Gabbiano” la cui valutazione
in taluni casi può raggiunge la cifra tonda di un
milione di euro.
Ciò che è fondamentale è stabilire obiettivi Specifici, nel nostro caso…Mercedes; Misurabili e
Realizzabili…cioè accessibili alle proprie finanze;
che abbiano una scadenza Temporale…diciamo
entro l’anno.
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BMW 507 Roadster - 1955
Realizzata dal conte Albrecht von Goertz, già autore della linea della 503.
Venne presentata al Salone di Franconforte del 1953, restando in produzione fino al
1960. In cinque anni ne vennero prodotti 252 esemplari, spinti da un 8 cilindri a V di 90°
di 3200 cc, capace di erogare 150 cv a 5.000 giri/min.
BMW Z3 Roadster - 1996 B
Prodotta ra il 1996 e il 2002, disponibile in versione coupé o roadster.
Un’auto che è riuscita a conquistare negli anni gli appassionati di auto sportive, per la
sua linea filante, il peso ridotto e la tenuta di strada, caratteristiche che fanno della Z3
un’ottima sportiva entry level.
é l’auto utilizzata da James Bond nel film 007 Golden EYE!
Quindi, rimaniamo in tema, e coltiviamo le nostre
aspettative per una Mercedes della più recente
serie SL, diciamo degli anni 70/80/90, ovviamente con una prospettiva temporale di rivalutazione
del mezzo non immediata.
Il parallelo tra l’auto “blasonata” e la sua “pronipote”, possiamo ritrovarlo in molte case automobilistiche…pensiamo all’affascinante BMW 507
costruita del 1956 al 1959 raffrontata con l’intrigante BMW Z3 della metà degli anni novanta.
Ovvio che raffrontiamo mezzi che hanno un valore totalmente differente.
Di questo ne siamo consapevoli, ma siamo altrettanto consapevoli che alcune autovetture, poco
dopo il loro lancio sul mercato sono considerate delle “instant classic”, cioè autovettura che
“oggi” hanno un futuro garantito di Auto Classiche del “domani”.
Con un po’ di fiuto e immaginazione possiamo
ricercare similitudini anche per altre case automobilistiche Italiane e non.
Detto questo, miei cari appassionati d’annata,
neo iscritti o aspiranti collezionisti, siate SMART,
non lasciatevi scappare occasioni che oggi offre
il mercato; occhio vigile e visione a medio lungo
termine.
Non esistono solo le blasonate, il mercato propone le pronipoti delle blasonate, adatte alle tasche
dei più, che il legislatore considera già oggi, mezzi d’epoca.
Rimanendo nella terminologia Anglosassone anziché “instant classic” io adotterei una nuova terminologia che identifichi questi mezzi: “ Classic
soon”, cioè ben presto veri e propri mezzi d’epoca.
Se poi dopo l’acquisto dell’automezzo oggetto del vs. desiderio, sarete bravi ad accudirlo e
a coccolarlo potreste scoprire tra una manciata
d’anni, di ritrovarvi nel garage di casa un’auto da
collezione considerata, col senno di poi, un ponderato e soddisfacente investimento…. il ché…
non guasta affatto!
Presumo, che il mio personale punto di vista, non
sia esattamente in linea con gli investimenti proposti dal promotore finanziario di vostra fiducia.
Il compito del vs. consulente è di salvaguardare
i vostri interessi nella ricerca di minimizzare i rischi (quando possibile) e massimizzarne la rendita (quando il mercato finanziario lo consente),
con gli strumenti finanziari a disposizione; ipotizziamo per semplificare, una ponderata gestione
patrimoniale.
Quando il termometro del vostro investimento
(estratti conti periodici), avranno segno positivo,
il vostro grado di soddisfazione sarà alle stelle.
Poi mi chiedo… ma questa è la nostra massima aspettativa o ci è consentito sognare ciò che
maggiormente ci appaga?
…. Che dire di quella infantile e sana euforia che
si prova quando, terminata la stagione invernale,
spalanchiamo il portone del garage, con un giro
di chiave avviamo la spider d’annata e, con la
capotte ripiegata su se stessa, assaporiamo sul
volto la prima brezza primaverile scorrazzando
per le colline degli appennini!
Non è mia intenzione distogliere la vostra attenzione da ciò che vi rende più felici e nemmeno
inimicarmi il vostro promotore finanziario…chiedo scusa ad entrambe, ma anche io sono un promotore… promotore di…. Motorismo Storico !!!
Buon Anno a tutti
Alessandro Turini
Presidente Scuderia San Martino
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Marche scomparse:
MATRA
di Roberto Vellani
La Matra (acronimo di Mecanique-Aviation-TRAction) nasce nel 1942 con Marcel Chassagny come
titolare.
Solo nella seconda metà degli anni ’50 comincia
ad essere conosciuta come società aerospaziale
e dalle sue officine escono piccoli aereo con soluzioni originali. Solo nel 1964 inizia l’attività automobilistica sportiva grazie a Philippe Guedon ed
il costruttore di vetturette da corsa Renè Bonnet.
Il sogno è quello di riportare i fasti dell’automobilismo sportivo in Francia da un’idea di Lagardere,
uomo di stato gollista.
Matra inizia subito a vincere nelle formule minori
e presenta pure una vetturetta sportiva stradale,
la Djet con ancora il nome Matra-Bonnet.
Ma i successi arrivano dallo sport con J.P.Beltoise
che inizia a vincere in F2 con motori Ford preparati in Inghilterra.
Il sogno di Lagardere di una vettura tutta francese
crolla quando prende atto che la Regie Renault
non vuole concorrenti per la sua Alpine motorizzata Renault-Gordini.
Le vittorie però arrivano e presto si decide il grande passo in F1.
La galassia Matra nel frattempo riduce l’attività
aerospaziale e si riducono probabilmente anche i
fondi disponibili.
Tra il ’64-’65 Matra realizza un telaio monoscocca da formula che verrà utilizzato da tutte le sue
monoposto fino al 1969 e grazie alla tecnologia
aeronautica applicata risulterà eccellente sotto
tanti punti di vista, dalla leggerezza alla rigidità.
La squadra si compone di ottimi piloti da
J.P.Beltoise a Guy Ligier (diventerà poi
un famoso costruttore di F1 prelevando
il materiale Matra), Eric Offenstadt e Jo
Schlesser, che perirà sotto l’acqua al GP
di Francia nel 1968, lo stesso giorno in
cui il mago della pioggia Jackie Ickx su
Ferrari dominerà la gara in un anno particolarmente nero per Ferrari.
Sempre nel 1968 debutta il nuovo motore
a 12 cilindri a V, gioiello della tecnologia,
ma che non da i risultati sperati e pure
Jackie Stewart preferisce tornare al collaudato Ford-Cosworth.
In compenso nel 1969 c’è l’apoteosi Matra, Jackie Stewart diventa campione del
mondo su quella vettura azzurro-Francia.
Nel frattempo Matra segue anche le corse di endurance e soprattutto la 24 ore di
LeMans.
Oltre a piloti del calibro di H.Pescarolo e
J.Servoz-Gavin continua ad utilizzare il
motore 12 cilindro, preferito per la potenza, ma soprattutto perché francese.
I risultati però non arrivano.
La Matra tenta nel frattempo altre costose strade come la F1 a 4 ruote motrici ed
un nuovo motore a 12 cilindri a sogliola,
come quello della Ferrari a dimostrazione
di una certa vivacità aziendale.
Passò qualche anno buio, ma poi negli
Prestigiose auto da collezione
dagli anni ‘30 agli anni ‘70.
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anni ’72-’73 e ’74 la Matra si prese
una bella rivincita vincendo per tre volte
consecutive la 24 ore di LeMans sempre con Henry Pescarolo.
Negli anni successivi il nome Matra non
era mai solo, già aveva iniziato ad essere associato al marchio Simca, poi alla
Talbot ed infine, nelle corse, come fornitore di motori della Ligier.
Tra le vetture stradali, dopo la Djet arrivò
la M530 con motore Ford.
A seguire i due modelli che forse hanno
portato il nome Matra a conoscenza del
grande pubblico, la Baghera e la Murena, filanti coupè a tre posti affiancati
(versione moderna del famoso “posto
della suocera”?), fino al Ranch, un Urban Suv ante litteram.
Nei suoi stabilimenti sono stati prodotti modelli Renault come l’Espace e la
Avantime, moderni monovolume con
carrozzerie originali, ma ormai la Matra,
avendo ormai perso ogni autonomia era
destinata all’oblio.
Vive ancora nel cuore di tanti appassionati per le sue originali costruzioni.
Roberto Vellani
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L’ANGOLO DELLA TECNICA
di Roberto Vellani
LA CARROZZERIA
Il termine “carrozzeria” deriva ovviamente da
carrozza, la parte abitativa del carro.
E carro è una parola che etimologicamente sopravvive in alcuni paesi di lingua neolatina a
significare proprio l’auto o l’autocarro.
In italiano resiste in parole composte ed in ambienti agricoli.
Carrozzeria ha mantenuto il significato originale di parte esterna della meccanica.
Quella parte che ospita i passeggeri e copre il
motore.
Carrozzeria è anche il luogo dove si fabbricano
le carrozze. Ad essere puristi, la giusta dizione
sarebbe “carrozza”, ma dire “carrozza portan-
te” o “ carrozza aereodinamica” suona troppo
antico.
Sulle prime auto del XIX° secolo le carrozzerie non esistevano proprio perché la scarsa
potenza e soprattutto l’aspetto di vecchi tricicli a pedale non necessitavano di proteggere i
passeggeri dalle intemperie e soprattutto non
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si poteva ulteriormente aggravare il peso su
quei mezzi la cui velocità massima era inferiore a quella dell’uomo a piedi e nemmeno tanto
atletico.
In seguito la carrozzeria fu aggiunta, spesso fornita dal lavoro dei carrozzieri che convertivano
l’attività per servire non più ippo-mobilisti, ma
proprietari di auto-mobili.
La tecnica costruttiva iniziale era formata da un
telaio che comprendeva tutti gli organi mecca-
nici (chiamato chassis dal francese) e la carrozzeria veniva sovrapposta.
Questa tecnica permetteva ai costruttori di auto
di non investire sulla carrozza ed ai nuovi proprietari di costruirsi la carrozzeria a proprio piacimento.
Poco prima del 1910 negli Usa vennero costruite
vetture già dotate di carrozzeria standard, ma
sempre con la tecnica del telaio, in modo da poter comunque personalizzare successivamente
la parte passeggeri.
Il manuale dell’ing.Pedretti nel 1911 indica i
seguenti tipi di carrozzeria: tipo Corsa, tipo Spider, Tonneau, Phaeton, Charrette, Landaulet o
Limousine che potevano essere Cab se aperte
e dotate solo di una copertura da calesse, senza chiusure. Tutte parole di derivazione francese perché la Francia fu all’epoca il paese dove
maggiore fu lo sviluppo automobilistico.
Non a caso Torino divenne capitale dell’industria
automobilistica italiana, perché a Torino
c’erano i Savoia con grandi interessi oltr’alpe e Torino era la città più prossima a
tale ricco mercato.
Il tipo Corsa non erano altro che 2 sedili
più o meno imbottiti ed un sottile foglio di
lamiera sopra il motore, parafanghi solo
alla bisogna.
Il tipo spider la stessa cosa con un minimo di carrozzeria laterale, gli altri modelli
avevano minime differenze che col tempo sparirono.
Fin quando Vincenzo Lancia non iniziò a
costruire con carrozzeria portante, le auto
si assomigliavano tutte perché dovevano
rispondere ai medesimi requisiti, coprire
un telaio con organi meccanici messi per
lopiù nella stessa posizione da quasi tutti
i costruttori, motore anteriore, trazione
posteriore e telaio a longheroni.
Curioso come nel 1934 una rivista fece
uno dei primi sondaggi di massa sugli
utilizzatori di automobili elogiando le
qualità della scienza aerodinamica che
prevedeva parabrezza inclinati per
fendere meglio l’aria, ma la risposta del pubblico fu disarmante, l’ 85%
preferì il parabrezza diritto perché quello inclinato dava senso di oppressione e fu così che le case si adeguarono costruendo berline a vetro eretto e
delegando le forme aerodinamiche alle veloci vetture da corsa.
Tra i tipi di carrozzeria ai quali sono legato c’è il tipo Weimann, si tratta di
tela rinforzata e trattata da montare su una struttura in legno. In pratica la
stessa utilizzata dai primi aeroplani.
Essa fornisce un’ottimo riparo, ma rimane al tempo stesso leggera ed economica.
Una simile carrozzeria era su un Fiat 509 che arrivò a San Martino intorno
al 1955 e la stessa vettura, tutt’ora esistente, l’ho incontrata a Forli all’expo
del 2103; una carrozzeria che, a dirla come il Vic, cedeva alla pressione di
un dito!
Fino agli anni ’30 le carrozzerie erano formate da strutture in legno ricoperte da leggeri strati di metallo, fu l’introduzione della carrozzeria portante,
ossia una struttura unica con funzioni di carrozzeria e telaio.
Tale sistema costruttivo rivoluzionò il modus operandi dei carrozzieri che si
trovarono esclusi dal mercato.
Molti chiusero, ma altri collaborarono con le case costruttrici per disegnare
i modelli prima della loro messa in opera e non dopo.
Il problema si invertì, occorreva disegnare prima la linea, ma tenendo già
conto dello spazio occupato dalla meccanica.
Ciò ha comportato notevoli risparmi sui costi di produzione, ma una certa
rigidità nelle forme e l’obbligo di costruire un pur minimo numero di vetture
tutte uguali.
Altra curiosa evoluzione è il nome Coupè, oggi conosciuto come vettura a 2
porte dalla linea sportiva, mentre all’epoca erano così chiamati tutti i veicoli
a carrozzeria chiusa.
Come pure il nome Spider, di origine inglese che significa ragno.
Oggi lo associamo ad una vettura a due posti apribile, ma l’origine del nome
viene dal fatto che un esile telaio con motore, dotato di 4 protuberanze che
erano i 4 semiassi con all’estremità 4 grandi ruote per lo più raggiate e l’insieme, visto dall’alto lo faceva sembrare un aracnide pronto ad avanzare.
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I concetti aerodinamici modificarono successivamente le forme con i loro
periodi d’influenza, chi non ricorda i “gobboni” dell’Alfa Romeo 2500 degli
anni ’40 e le coeve Bugatti.
La stessa Aprilia e l’Ardea ne prendevano le forme, ma anche Maserati e
Ferrari adottarono questa forma per rastremare la coda ed avere maggior
penetrazione.
Le vetture da corsa fino al 1970 puntavano ad avere la “coda lunga” soprattutto per gare veloci come la 24 ore di LeMans, salvo poi accorgersi
che in pista è meglio cercare di tenere la vettura incollata al suolo e così
partì la ricerca dell’effetto suolo, tecnica controproducente nelle basse velocità del traffico odierno e coi limiti attuali di velocità, eppure per un certo
periodo le case si sbizzarrivano a proporre vistosi alettoni posteriori fissi.
Alcuni costruttori complicarono ulteriormente le carrozzerie montando
alettoni mobili inseribili automaticamente ad una certa velocità.
Oggi guardiamo più alla “linea” dando ad essa un valore assoluto e tralasciando il contenuto, ossia motore e meccanica.
La carrozzeria ormai è la vettura stessa ed ad essa sono lasciati i compiti di ospitare comodamente i passeggeri (abitacolo), ospitare gli organi
meccanici, deformarsi gentilmente in caso di urto, supportare le piccole
toccatine di parcheggio, dare una bella linea, mantenere basso il cx aerodinamico, fornire ampie aperture per l’accesso dei passeggeri e l’introduzione di merci: decisamente la carrozzeria è la vettura.
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Attività 2014
Eventi in calendario
30 Marzo
Domenica in amicizia: Riso e...Risate
Ritrovo e partenza alle ore 9.00 presso la sede della Scuderia. Destinazione: ISOLA DELLA SCALA
Per info: Fedozzi Roberto cell. 349.2257630
13 Aprile Perdono di canossa - 28° edizione
Destinazione: CASTELNOVO NE’ MONTI
Per info: Robby/ Betta
8 Giugno Domenica in amicizia: anteprima
Percorso sugli appenini Tosco-Emiliani
e pranzo con prelibata “fiorentina” d.o.c. presso Agriturismo Badia di Moscheta - Firenzuola.
Il programma della Domenica in amicizia è aperta a tutti i soci della Scuderia.
Per coloro che parteciperanno allo Swiss Rally il pranzo è offerta dagli organizzatori.
30 Giugno /
4 Luglio
13 Luglio Le cinque province
20 Luglio Domenica in amicizia: Sotto le frasche …al fresco
15 Agosto Ferragosto in amicizia
7 Settembre Cento miglia
12 Ottobre Domenica in amicizia: Quattro passi d’autunno
13 Dicembre Cena degli auguri
30 giugno - 4 Luglio 2014
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All’iscrizione entro e non oltre il 15.02.2014
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