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SPAGNA
Spagna, indirizzo
sconosciuto
Gli anni folli della bolla immobiliare hanno
lasciato solo macerie, appartamenti vuoti e
allarme sfratti. L’emergenza-casa irrompe nel
dibattito politico e riempie le strade di proteste.
E ora l’Andalusia ricorre agli espropri.
D
alla bolla immobiliare all’emergenza
abitativa, in questi dieci anni vissuti
pericolosamente, la casa è diventata il
simbolo della Spagna in recessione e della protesta. Dal 2000 all’esplosione della crisi, qui è
stato costruito il 30% delle abitazioni di tutta
Z Membri della
Plataforma de
Afectados por la
Hipoteca (PAH), la
piattaforma vittime
dell’ipoteca. In questi
anni il movimento ha
manifestato quasi
quotidianamente per
le strade e davanti alle
banche e ha garantito
un’assistenza legale
a chi non poteva
permettersela.
REUTERS\CONTRASTO
di Giulia Sbarigia
l’Unione Europea, era prima del 2008, sembra
un secolo fa. Il Paese che cementificava a ritmo
vertiginoso, grazie a deduzioni e agevolazioni
fiscali, il Paese del benessere, delle case comprate con mutui facili, oggi non abita più qui.
Di quell’Eldorado della crescita, dal governo
Aznar all’era Zapatero, restano solo macerie e
resort fantasma, un luna park decadente del
Real estate che oggi fa da sfondo al malcontento popolare esasperato dal tasso di disoccupazione che si avvicina pericolosamente a
quello della Grecia.
L’Andalusia, la più povera fra tutte le comunità autonome, che per anni si è piegata alla
dittatura del turismo sol y playa e nel pieno
della sbornia del cemento si è mangiata una
media di 13 ettari di suolo al giorno, è lo spec-
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chio desolante di questa parabola e del tentativo disperato di venirne fuori. È il paesaggio
della costa a offrire gli esempi più spiazzanti
di questa urbanistica impazzita, si chiamano
El Olivar de los Monteros, mille tra appartamenti e attici di lusso costruiti vicino Marbella
con la garanzia della Deutsche Bank e lasciati
a metà o La Duquesa, nei pressi di Malaga, un
tripudio di alberghi e piscine dove non nuota
più nessuno. In tutta la regione, secondo il censimento dell’Instituto Nacional de Estadística
(INE), sono 198.426 le persone iscritte al registro municipale perché senza un tetto, a fronte
di 637.221 appartamenti disabitati, di cui la
metà di proprietà di istituti finanziari e società
immobiliari. Il governo locale aggiunge che dal
2007 a oggi ci sono stati 86mila pignoramenti,
con un ritmo di 46 famiglie cacciate dalle proprie abitazioni ogni giorno.
Una situazione che ha spinto la giunta rossa
andalusa (Socialisti e Izquierda Unida) a inventarsi un decreto legge da brividi che introduce l’esproprio, per un periodo massimo di
tre anni, delle case sottoposte a sfratto ipotecario da una banca o da un’agenzia immobiliare, nel caso di famiglie a rischio di esclusione sociale. In cambio il governo locale
pagherà annualmente il 2% del valore dell’immobile all’ente proprietario. Sono inoltre previste multe per chi mantiene gli edifici sfitti.
Un piano azzardato, ammonisce la Commissione Europea che intravede un pericolo
per la stabilità delle banche e la ripresa economica. Eppure l’Europa non sembra insensibile al problema. A marzo scorso il Tribunale
di giustizia dell’UE ha condannato Madrid per
la legge sugli sfratti, i desahucios li chiamano
qui, che non protegge i consumatori dalle clausole capestro dei contratti ipotecari, contrariamente a quanto impongono le regole comunitarie. Secondo la legge ipotecaria spagnola,
datata 1909, il cittadino che sottoscrive un mutuo con un istituto di credito e non riesce più
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REUTERS\CONTRASTO
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a onorarlo, può essere espropriato e buttato
immediatamente fuori di casa, senza che sia
avvenuta la verifica di eventuali irregolarità o
contenziosi tra le parti. Una norma, resa durissima dalla recessione, che ha catalizzato la
protesta e dato impulso alla Plataforma de
Afectados por la Hipoteca (PAH), la piattaforma vittime dell’ipoteca. In questi anni il
movimento, premiato dal Parlamento Europeo
per la sua lotta in difesa dei diritti, ha fatto
molto rumore: ha manifestato quasi quotidiaeast european crossroads
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SPAGNA
\ Le storie di famiglie
che non riescono più a
pagare il mutuo, o
l’affitto, con l’ufficiale
giudiziario alla porta
riempiono le cronache,
ma il paradosso è che
di questo dramma
sociale non sembrano
esistere dati ufficiali.
namente per le strade e davanti alle banche,
ha garantito assistenza legale a chi non poteva
permettersela riuscendo a risolvere almeno
700 casi a rischio e si è fatto promotore di una
legge di iniziativa popolare che prevede il
blocco immediato degli sfratti e l’introduzione
della dación en pago retroattiva (la possibilità
di restituire il bene per estinguere il debito, altrimenti chi perde la casa è anche costretto a
pagare il mutuo restante). L’iniziativa, che ha
raccolto 1,5 milioni di firme, è stata però boc-
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ciata dal Partido Popular. Piuttosto che mettere mano alla legge,
il governo si è limitato a stilare
un codice etico per garantire le
famiglie meno abbienti. La reazione degli attivisti non si è fatta
attendere, fino all’estremizzazione degli escraches, i picchetti
organizzati sotto casa dei parlamentari colpevoli di aver affossato la proposta di legge. Una caccia al deputato che ha ricevuto
molte critiche e che è stata poi
abbandonata.
Le storie di famiglie che non
riescono più a pagare il mutuo, o
l’affitto, con l’ufficiale giudiziario
alla porta riempiono le cronache,
ma il paradosso è che di questo
dramma sociale non sembrano
esistere dati ufficiali. Secondo alcune stime il 2012 è stato un
anno record, in negativo. Uno
studio del catasto spagnolo, il Colegio de Registradores de la Propiedad, Bienes Muebles y Mercantiles, fissa a 38.778 le esecuzioni
ipotecarie, più di 30mila relative
all’abitazione primaria con una
media di oltre 100 requisizioni
di immobili al giorno. Si tratta comunque di un calcolo parziale
perché solo l’85% delle sedi del Registro, distribuite su territorio nazionale, ha risposto al
questionario. Il bollettino statistico del Consejo
General del Poder Judicial (CGPJ), il nostro
Consiglio Superiore della Magistratura, riferisce invece di 43.853 sfratti per inadempienza
del mutuo e di 54.718 per affitti mancati, ma
nel computo sono inseriti anche locali, rustici,
garage. La necessità di quantificare con criteri
omogenei questa emergenza, oggi è l’unica certezza che mette tutti d’accordo.
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