fInalmente amo dIpIùIlmIoCorpo

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fInalmente amo dIpIùIlmIoCorpo
dynasty
“fInalmente amo
dI pIù Il mIo Corpo”
I paparazzi, le sfilate, la moda. Soprattutto, due genitori
strafamosi che adora (papà Johnny e mamma Vanessa
paradis). e qualche problema con se stessa. Che lily-rose
depp ha superato grazie anche a una certa Isadora (duncan)
diAnna Maria Speroni, foto diThomas Laisné
H
Lily-Rose Depp, 17 anni,
è la figlia di Johnny Depp
e Vanessa Paradis.
Modella e attrice,
in autunno la vedremo
nel film The Dancer.
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anno ragione mamma e papà: lily-rose è
una ragazza con la testa
sulle spalle. a 17 anni ha
girato quattro film, è
un volto della maison Chanel, ha partecipato a una campagna contro le etichette in materia sessuale dichiarando
«non sono etero al 100 per cento» per
poi precisare su Istagram: intendevo
soltanto dire che il mio orientamento
sessuale non deve interessare a nessuno, non che io non sia etero. Sempre
su Istagram (l’unico suo social ufficiale, avverte) non ha esitato a difendere
il padre dalle accuse di maltrattamenti che gli ha rivolto la ormai ex moglie
amber Heard: «È la persona più dolce
che ci sia, è sempre stato meraviglioso
sia con mio fratello, sia con me e chiunque lo conosca direbbe la stessa cosa».
Insomma, la ragazza sa come muoversi.
Vedremo come andrà: se sarà un meteora
come altri figli famosi o se davvero farà
del cinema il suo mestiere. Sottile, diafana, bionda, mescolate sul viso le bellezze
non canoniche di sua madre Vanessa paradis e di suo padre Johnny depp (si sono
lasciati nel 2012 dopo 14 anni insieme e
due figli), lily ha in più una certa grazia
tutta sua: probabilmente a quella deve il
ruolo di una giovanissima e ancora sconosciuta Isadora duncan, una delle ballerine più originali di tutti i tempi, nel
film The Dancer di Stephanie di Giusto
al cinema in autunno: la protagonista è
loïe fuller (interpretata da Soko), pioniera della danza contemporanea nei
primi anni del novecento, ma the dancer è lily-Isadora, di cui loïe si innamora non solo artisticamente. Grazia?
«Ho ottenuto la parte perché Stephanie
è un’amica di famiglia» scherza lei con
una risata.
Una famiglia piuttosto impegnativa, la
sua: la paparazzano da quando è nata.
Sarà attrezzata più di altri ad affrontare il lato sgradevole dello showbizz.
no, sono solo più abituata. non c’è niente che ti prepari e a volte può essere veramente dura, ma se scegli questo lavoro
lo sai che è così.
io donna – 23 luglio 2016
Contour/ Getty Images
io donna –23 luglio 2016
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Recitare è davvero liberatorio:
per qualche settimana sei a servizio
della parte e puoi dimenticare
la tua vita, i tuoi problemi, i tuoi
sentimenti. Vivere attraverso
gli occhi di un altro è utile per te
stesso, non solo per il film
Ha scelto da sola? O segue i consigli dei
suoi genitori?
Li ammiro, ed è inevitabe parlare di lavoro con loro. Però sono molto indipendente e sto cercando di fare esperienze il
più possibile da sola: l’arte è una questione così personale che può venire soltanto
da te stesso.
Così la pensava anche Isadora Duncan.
Per lei la danza era espressione di quello che hai dentro. I movimenti, le coreografie, tutto doveva essere il più naturale
possibile: a differenza di Loïe non credeva nella fatica degli allenamenti, né nello
spingersi sempre più avanti per superare
i propri limiti.
Aveva mai danzato prima?
Ho studiato un po’ di danza a 6 anni: è
passato del tempo... No, posso dire di
non avere mai danzato.
Quindi avrà preso lezioni per il film.
Sì, poi ho studiato con un coreografo per
imparareamuoverminellescenediballoin
gruppo e a essere “naturale”, appunto. Per
le scene più difficili c’era una controfigura.
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Lily-Rose Depp e,
in nero, Soko in una scena
di The Dancer. Soko
è la protagonista del film
Loïe Fuller, ballerina
e coreografa.
Isadora aveva un ottimo rapporto con
il suo corpo, Loïe Fuller molto meno. Il
suo com’è?
In passato ho lottato parecchio sia con il
mio corpo che con la mia immagine (alcuni media a volte hanno sottolineato la
sua magrezza, ndr). Adesso sono molto
più a mio agio: l’ambiente di lavoro è stato salvifico. Come un porto sicuro. Isadora aveva un bel fisico, agile, aggraziato e decise di usarlo per la danza come
fosse la sua destinazione naturale. Ho
tenuto a mente la lezione. D’altra parte
dato il ruolo non potevo permettermi di
fare storie.
In autunno uscirà anche un altro suo
film, Planetarium, di Rebecca Zlotowski: lei e Nathalie Portman siete due
sorelle degli anni Trenta con interessi
per il soprannaturale e i fantasmi.
Uno degli aspetti che più mi piace del
mio mestiere è passare da un ruolo all’altro: in Planetarium ho dovuto anche lavorare sul mio accento francese, dato che
nel film sono un’americana che lo parla
in modo pessimo: ho cercato di renderlo il più autenticamente brutto possibile. In Yoga Hosers, una commedia horror
in cui recitava anche mio padre e che ho
girato appena prima di The Dancer, ero
una tredicenne, quasi una bambina, senza niente della malizia e della capacità di
manipolazione di Isadora. Recitare è talmente liberatorio: per qualche settimana sei a completo servizio della parte e
puoi dimenticare la tua vita, i tuoi problemi, i tuoi sentimenti. Vivere una storia attraverso gli occhi di un altro è utile
anche per te stesso, non solo per il film.
Oggi molti attori giovani sperimentano
anche altre forme artistiche. Sua madre
stessa, per esempio, è anche una cantante.
A lei piacerebbe?
No, mi concentro sulla recitazione.
Con la quale arriveranno anche audizioni, e con le audizioni anche i no. È
pronta ad affrontarli?
Devi esserlo. Così come devi essere
pronta a gestire l’attenzione dei media.
Comunque spero di poter accettare solo
progetti che mi appassionano, non qualunque film solo per il gusto di esserci:
così la gente non si annoia di te, e tu non
ti annoi del cinema.
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io donna – 23 luglio 2016