La fotografia di moda - Facoltà di Lettere e Filosofia
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La fotografia di moda - Facoltà di Lettere e Filosofia
La finzione credibile, il desiderio possibile. La fotografia di moda, la moda della fotografia. Il potere dell’analogon conferisce credibilità al sogno. Indicalità e simulazione, presentazione e rappresentazione, elementi costitutivi ed inscindibili della fotografia tout-court, si esaltano e si estremizzano nella fotografia di moda dove la ri-presentazione dell’oggetto all’interno di un sistema di codici, quali la rivista di moda o l’evento multimediale della sfilata, fanno scattare il desiderio ed il sogno. La defunzionalizzazione descrittiva è l’elemento cardine intorno quale la fotografia di moda ruota, declinando di volta in volta le rappresentazioni del sogno: dalla mannequin al corpo polisemico della top-model, dal pittorialismo alle avanguardie artistiche, dalla divisione in generi all’entrata in scena del corpo maschile, al marchio di fabbrica sul corpo nudo. Programma «Quel che conta nella moda è solo il cambiamento» scriveva Simmel nel suo saggio, la moda non è l’abito, ma un regime di cambiamento del gusto e quest’ultimo ha a che fare con un insieme di fattori di carattere storico e sociale di cui i mass media sono elementi inscindibili. La fotografia di moda nasce con essi e con essi si sviluppa. Tesa più che ad una descrizione di ciò che l’industria produce, essa si concentra sul corpo, sulla sua costrizione, sulla sua libertà, sulla sua imprescrutabilità fino, negli ultimi anni, a privarlo totalmente di qualsialsi elemento estraneo, sfacciatamente segnando la sua nudità con un marchio di fabbrica. Gli argomenti in programma prevedono quindi: Una introduzione sui meccanismi che hanno regolato e continuano a regolare il rapporto tra fotografia e moda, sulla rappresentazione che si sostituisce al referente, sulla dualità tra opera e comportamento e sulla polisemicità del corpo fotografato. La individuazione delle origini della fotografia di moda in relazione allo sviluppo dei mass media ed alla possibilità di dar vita al sogno collettivo. L’analisi delle figure più significative dell’ultimo scorcio di ‘800. La nascita ed il superamento della mannequin. Gli approcci diversificati tra l’impostazione di De Meyer e quella successiva di Steichen, la nascita di Vogue e di Harper’s Bazaar. Il modernismo ed il rapporto con le avanguardie artistiche L’eredità di Adolf De Meyer in Cecil Beaton La spinta verso un mondo possibile di Munkacsi. Gli anni ’50 di Penn e Avedon. Gli anni ’60: tra Pop ed Optical art. Gli anni ’70: il passaggio dal “corpo vestito” al “vestito corporeizzato” Gli anni ’80: la figura maschile al centro della scena. Dagli anni ’90 ad oggi: il bordello senza mura. Bibliografia essenziale Testo di riferimento: Claudio Marra, Nelle ombre di un sogno, Storia e idee della fotografia di moda, Bruno Mondadori, Milano 2004 W. Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Einaudi, Torino 1966 G. Simmel, La moda, Editori riuniti, Roma 1985. R. Barthes, Sistema della moda, Einaudi, Torino 1970.