Ministero della Salute
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0011308-28/04/2016-DGPRE-COD_UO-P Ministero della Salute DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE SANITARIA UFFICIO 5 PREVENZIONE DELLE MALATTIE TRASMISSIBILI E PROFILASSI INTERNAZIONALE A ASSESSORATI ALLA SANITA' REGIONI STATUTO ORDINARIO E SPECIALE COMANDO CARABINIERI TUTELA DELLA SALUTE – NAS Sede Centrale ASSESSORATI ALLA SANITA' PROVINCE AUTONOME TRENTO E BOLZANO MINISTERO DELL’INTERNO DIPARTIMENTO P.S. DIREZIONE CENTRALE DI SANITA’ U.S.M.A.F. UFFICI DI SANITA’ MARITTIMA, AEREA E DI FRONTIERA DIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA UFFICIO VI C/O MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI DIREZIONE GENERALE SANITA’ ANIMALE E FARMACO VETERINARIO MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI UNITA’ DI CRISI MINISTERO DEI BENI CULTURALI E DEL TURISMO DIREZIONE GENERALE PER LE POLITICHE DEL TURISMO COMANDO GENERALE CAPITANERIE DI PORTO CENTRALE OPERATIVA CORPO DELLE ENAC DIREZIONE SVILUPPO TRASPORTO AEREO ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’ MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO MINISTERO DELLA DIFESA STATO MAGGIORE DELLA DIFESA ISPETTORATO GENERALE DELLA SANITA’ CROCE ROSSA ITALIANA REPARTO NAZIONALE DI SANITA’ PUBBLICA ISTITUTO NAZIONALE PER LE MALATTIE INFETTIVE – IRCCS “LAZZARO SPALLANZANI” MINISTERO DEI TRASPORTI AZIENDA OSPEDALIERA - POLO UNIVERSITARIO OSPEDALE LUIGI SACCO ISTITUTO NAZIONALE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE DELLE POPOLAZIONI MIGRANTI E PER IL CONTRASTO DELLE MALATTIE DELLA POVERTA’(INMP) OGGETTO: COLERA NELLA REPUBBLICA UNITA DI TANZANIA 22 aprile 2016 Il punto di contatto nazionale per il RSI della Repubblica Unita di Tanzania ha fornito all’OMS un aggiornamento sull’epidemia di colera in corso. Al 20 aprile 2016, sono stati segnalati in totale 24.108 casi a livello nazionale, di cui 378 decessi. La maggioranza dei casi è stata segnalata da 23 regioni nella Tanzania continentale (20.961 casi, di cui 329 decessi). L’andamento generale dei nuovi casi è stato variabile. Fra ottobre e dicembre 2015, si è avuta una drastica riduzione nel numero di nuovi casi segnalati in diverse regioni (Morogoro, Dar es Salaam, Tanga, Arusha e Singida). Dalla metà di dicembre 2015 alla fine di marzo 2016, il numero di nuovi casi segnalati ha iniziato ad aumentare nuovamente. Poi, dalla metà di marzo, si è assistito ad una significativa riduzione La presente nota viene inviata esclusivamente via mail ed è pubblicata sul sito www.salute.gov.it http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=813&area=Malattie infettive&menu=vuoto 1 dei casi segnalati nella parte continentale del paese. Per esempio, la media giornaliera di nuovi casi si è ridotta da circa 150, a marzo 2016, a meno di 30, a metà aprile 2016. Ad oggi, Zanzibar ha segnalato 3.057 casi, di cui 51 decessi, provenienti da cinque regioni. La maggioranza dei casi provengono dall’Isola di Unguja (1.818 casi, di cui 38 decessi) mentre l’Isola di Pemba ha segnalato un totale cumulativo di 1.239 casi, di cui 13 decessi. Le valutazioni condotte hanno dimostrato che i principali fattori associati con il diffondersi dell’infezione siano nella parte continentale della Tanzania che a Zanzibar consistono nel limitato accesso all’acqua potabile ed ai servizi igienici. Le istituzioni deputate alla fornitura dell’acqua non hanno la capacità di trattarla col cloro ed di effettuare il monitoraggio e la valutazione regolare della qualità dell’acqua. Anche i servizi igienici sono molto poco diffusi. Inoltre, sono state associate con l’epidemia pratiche di scarsa igiene perpetuate da miti e pregiudizi e la mancanza di servizi igienici nelle abitazioni più povere. Interventi di sanità pubblica Una task force nazionale multisettoriale sul colera (che include il Ministero della Salute, l’OMS, l’UNICEF, il Centro per il Controllo delle Malattie – CDC, la Croce Rossa e altri partner) sta fornendo la supervisione e il coordinamento della risposta all’epidemia. E’ stato varato il Piano di Risposta al Colera del Settore Sanitario Nazionale per guidare la risposta al colera. La task force, che è diretta congiuntamente dal Governo e dall’OMS, è formata da sei sub-comitati tecnici: (1) acqua, servizi igienici e igiene (WASH); (2) mobilitazione sociale; (3) sorveglianza; (4) laboratorio; (5) gestione dei casi; e (6) logistica e amministrazione. I sub-comitati si riuniscono giornalmente per fornire aggiornamenti sulle attività di risposta e sulla situazione nei loro rispettivi ambiti di responsabilità e per operare in stretto contatto con i distretti che implementano le misure. Queste strutture di coordinamento della risposta al colera sono replicate a livello regionale e distrettuale. Il settore sanitario si è focalizzato sui seguenti interventi: mobilizzare le comunità per promuovere l’igiene personale, l’uso di acqua potabile e buone pratiche igieniche; distribuire cloro per il trattamento dell’acqua a livello familiare e la conservazione dell’acqua in maniera sicura, condurre di routine il campionamento e l’analisi di laboratorio dell’acqua per evidenziare eventuali contaminazioni, e rafforzare la gestione dei casi nei centri clinici e la gestione del rischio durante il seppellimento dei pazienti colerici deceduti. In diverse regioni si tengono riunioni dei Comitati di assistenza sanitaria primaria con la partecipazione dei commissari regionali, dei commissari distrettuali, di altri stakeholders importanti e di altri leader locali come pure delle autorità e degli operatori sanitari. Squadre di risposta rapida sono utilizzate per fornire supporto nelle attività di campo alle regioni e ai distretti più colpiti per specifiche iniziative di controllo mirate nelle rispettive aree. L’OMS coordina i partner, fornisce indicazioni tecniche sulla sorveglianza e la gestione dei casi così come sul monitoraggio della qualità dell’acqua. L’Organizzazione ha sinora mobilizzato oltre 25 esperti internazionali di sanità pubblica per sostenere il governo in varie attività di risposta (promozione dell’uso sicuro di acqua, servizi igienici e misure di igiene, mobilitazione sociale, gestione e monitoraggio dei casi, fornitura di farmaci e attrezzature, ecc.). Con il sostegno dell’OMS e del CDC, è stato attivato un centro operativo d’emergenza in sanità pubblica (PHEOC) per sostenere il coordinamento degli interventi di risposta. L’ufficio nazionale sta inoltre sostenendo la costruzione di latrine ventilate migliorate e di pozzi muniti di pompe a mano in villaggi selezionati. A novembre 2015, l’OMS ha classificato l’epidemia come un’emergenza di livello 2, della scala graduata della Struttura di Risposta alle Emergenze (ERF) – che ha tre livelli. A febbraio 2016, è stato nominato un direttore dell’emergenza che ha fornito supporto alla risposta sia sul terreno che nelle aree remote. L’Ufficio Regionale sta mettendo a disposizione ulteriori esperti per supportare le attività di sorveglianza a livello subnazionale nei distretti ad alto rischio per assicurare un impatto sostenibile. La presente nota viene inviata esclusivamente via mail ed è pubblicata sul sito www.salute.gov.it http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=813&area=Malattie infettive&menu=vuoto 2 Valutazione del rischio dell’OMS Sebbene recentemente si sia assistito ad un apparente significativo declino nel numero dei nuovi casi di colera segnalati, il rischio di diffusione continua ad esistere nel paese a causa di (i) vasta distribuzione geografica dei casi, (ii) persistenza di fattori causali concomitanti, quali scarso accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, (iii) sorveglianza e capacità di laboratorio sub-ottimale in certi distretti, (iv) mobilità geografica degli individui sintomatici e asintomatici. Inoltre, il fenomeno El-Niño può aver giocato un ruolo nel perpetuare l’epidemia. La potenzialità di diffusione internazionale di questa epidemia oltre i confini della Tanzania esiste. I paesi confinanti Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Malawi, Mozambico, Zambia sono anch’essi stati impegnati a fronteggiare epidemie di colera. Inoltre in Tanzania esistono porti ed aeroporti internazionali molto affollati che connettono il paese con molti altri paesi indenni. L’OMS continua a monitorare la situazione epidemiologica e a condurre la valutazione del rischio sulla base delle più recenti informazioni disponibili. Raccomandazioni dell’OMS L’OMS non raccomanda alcuna restrizione dei viaggio o del commercio con la Repubblica Unita della Tanzania in base alle informazioni attualmente disponibili. Per ulteriori informazioni consultare: http://www.who.int/csr/don/22-april-2016-cholera-tanzania/en/ http://www.who.int/cholera/en/ Patrizia Parodi IL DIRETTORE DELL’UFFICIO V * F.to Francesco Maraglino *“firma autografa sostituita a mezzo stampa, ai sensi dell’art. 3, comma 2, del d. Lgs. N. 39/1993” La presente nota viene inviata esclusivamente via mail ed è pubblicata sul sito www.salute.gov.it http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=813&area=Malattie infettive&menu=vuoto 3