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Indagine sulle modalità d`impiego dell`impollinazione di
Indagine sulle modalità d’impiego dell’impollinazione di supporto in sospensione acquosa Daniele Demaria1, Fabrizio Vittone1, Giuseppe Monge1, Alessandro Bevilcqua1, Manuela Robasto1, Aldo Galliano1, Graziano Vittone1, Gugliemo Costa2 1 2 CReSO – Consorzio di Ricerca e Sperimentazione per l’Ortofrutticoltura piemontese. Dipartimento di Colture Arboree, Università degli Studi di Bologna. ___________________________________________________________________________ Riassunto breve Il progetto sperimentale relativo alla messa a punto di tecniche di impollinazione di supporto con mezzi meccanici ha mirato alla definizione di uno strumento utile a migliorare la qualità del prodotto utilizzando mezzi tecnici compatibili con la sicurezza alimentare. Dal 2001 al 2007 sono state condotte prove in campo per verificare la funzionalità di modelli di impollinatrici per la distribuzione del polline a secco ed in acqua. Innanzitutto sono state determinate le corrette epoche d’impiego con riferimento al fenogramma di fioritura delle piante femminili. Successivamente, con entrambe le modalità applicative indicate, sono stati valutati in chiave economica i risultati ottenuti con l’impiego di differenti dosaggi unitari di polline rapportati all’intensità di fioritura dei soggetti femminili in campo. I risultati acquisiti con l’impollinazione effettuata a secco ed in acqua, valutati con la determinazione della PLV unitaria al netto dei costi, sono risultati nella maggior parte dei casi positivi ed economicamente interessanti sebbene nel 2007 siano emersi alcuni dubbi sulla costanza del metodo di distribuzione in acqua. Il miglioramento della qualità dei frutti intesa come pezzatura e forma è risultata significativa ma dipendente dalla correttezza dell’esecuzione e dalla fase fenologica scelta per l’applicazione. ___________________________________________________________________________ Introduzione Nella coltivazione dell’actinidia una forma regolare e la pezzatura del frutto sono pre-requisiti commerciali indispensabili per qualificare produzioni di primo piano nel panorama frutticolo regionale. Trattandosi di una specie dioica, le caratteristiche morfologiche del frutto (forma e pezzatura) sono in gran parte dipendenti, oltre che dalle tecniche colturali convenzionali (potatura, diradamento ecc.), dall’andamento dell’impollinazione naturale, fortemente condizionata dall’evoluzione del clima nel periodo della fioritura. Fattori quali l’umidità relativa, la temperatura e le precipitazioni possono risultare determinanti nel creare condizioni ambientali favorevoli o sfavorevoli all’impollinazione naturale. Pertanto, in annate con condizioni climatiche non favorevoli, un numero elevato di frutti con pezzatura ridotta può essere riscontrato anche negli impianti dove il rapporto tra soggetti maschili e femminili è adeguato e le tecniche colturali sono state gestite in modo corretto. Il CReSO da quasi un decennio è impegnata nella ricerca di strumenti da offrire ai frutticoltori per esaltare la qualità delle produzioni utilizzando mezzi tecnici compatibili con la sicurezza alimentare e la tutela dell’ambiente. Esistono infatti alternative rappresentate dall’impiego di fitoregolatori di sintesi con i quali si cerca, interferendo sulla normale attività fisiologica dei soggetti, di esaltare la pezzatura dei frutti. Tale tecnica, oltre a non garantire risultati costanti ed a presentare alcune criticità a livello di conservazione del prodotto (per le quali è in corso presso il CReSO una specifica attività di ricerca), rischia di compromettere l’immagine salutistica di cui gode questo frutto presso i consumatori. L’intervento surrogatorio con l’impollinazione manuale praticato da anni su superfici limitate è risultato funzionale al miglioramento della pezzatura dei frutti ma non è praticabile su superfici significative da operatori professionali per i costi elevati ed i tempi di esecuzione necessari. La recente messa a punto di attrezzature in grado di effettuare meccanicamente l’impollinazione di supporto ha giustificato l’organizzazione di un progetto sperimentale finalizzato alla verifica sulla funzionalità in campo delle nuove macchine. Dal 2002 al 2007 sono state effettuate, nel comprensorio frutticolo del sud Piemonte, attività sperimentali per mettere a punto le metodologie 143 di applicazione meccanica del polline distribuito a secco oppure utilizzando l’acqua come vettore. I primi risultati positivi ottenuti nelle prove condotte nel triennio 2001-2004 con impollinatrici meccaniche e distribuzione a secco del polline, hanno spinto molti frutticoltori a scegliere questo metodo naturale per incrementare le pezzature. Le attività proposte nell’ultimo biennio hanno consentito di mettere a punto le tecniche e verificare la funzionalità di macchine per il prelievo del polline dalle piante impollinatrici presenti in campo ed avviare una nuova sperimentazione con impollinatrici che distribuiscono polline in soluzione acquosa. Queste nuove tecniche consentono di ridurre in modo significativo i costi ed offrirebbe la possibilità di aumentare nel periodo utile la superficie trattata. È riportato di seguito un riassunto dei risultati ottenuti a partire dal 2001 per quanto riguarda la tecnica di impollinazione meccanica a cui sono affiancati in particolare i risultati ottenuti nell’ultimo anno di sperimentazione col quale si è cercata una conferma della fattibilità e della convenienza della tecnica di impollinazione meccanica in acqua. __________________________________________________________________________ Materiali e metodi. Per le verifiche sperimentali del 2007 è stato utilizzato un actinidieto dell’azienda Maero A., ubicata nel comune di Lagnasco (CN). Negli anni precedenti le prove sono state effettuate in impianti del saluzzese (CN) a pergoletta doppia con caratteristiche agronomiche costanti (tipo di potatura e carico di gemme). In tutti gli impianti è stato effettuato in pre-fioritura il diradamento manuale degli organi fiorali deformi o portati lateralmente sul peduncolo. In alcune prove è stato effettuato il diradamento manuale dei frutti nella fase fenologica prevista. Le prove fino al 2006 sono state effettuate su 3-4 piante per ripetizione e con 3 ripetizioni per tesi dove i soggetti maschili erano collocati nella medesima posizione e frequenza sia per le tesi che per il controllo. Nel 2007 la prova è stata condotta a parcelloni. Nelle prove con distribuzione a secco, per ridurre la variabilità tra soggetti in campo, le tesi ed il controllo sono state realizzate sulla medesima pianta: un lato della pergoletta è stato trattato ed il lato contrapposto non trattato ha svolto le funzioni di controllo. Fenogramma di fioritura Per definire correttamente le epoche di applicazione del polline, annualmente è stato rilevato il fenogramma di fioritura. Sono stati monitorati per lo stato di fioritura 20 rami su piante femminili ed altrettanti su piante maschili. A partire dall’apertura dei primi fiori sia sui soggetti maschili che femminili sono stati effettuati giornalmente controlli sul numero di fiori aperti. I dati raccolti sono stati elaborati in forma percentuale ed espressi nel fenogramma di fioritura riferibile al contesto ambientale dove in seguito sono state effettuate le prove di impollinazione. Valutazione della PLV La valutazione dei risultati ottenuti è stata effettuata confrontando il Prodotto Lordo Vendibile (PLV) ad ettaro (ha) risultante dalle produzioni medie per pianta delle parcelle trattate e del controllo. L’analisi delle pezzature è stata condotta pesando ogni singolo frutto e raggruppando i valori nelle classi commerciali di riferimento previste dalle norme di qualità. Il prezzo unitario indicativo applicato alle classi commerciali è stato desunto dalle medie di mercato riferite per l’anno 2001 nel comprensorio frutticolo del sud Piemonte ed è stato mantenuto invariato per tutto l’arco del progetto (<70g:0€ - 70/75g:0,27€ - 75/80g:0,31€ - 80/85g:0,34€ - 85/95g:0,39€ - 95/105g:0,44€ - 105/115g: 0,51€ - 115/125g:0.56€ - >125g:0,61€). Per la determinazione dei costi dell’impollinazione di supporto sono stati assunti i prezzi unitari di mercato del polline confezionato, delle sostanze aggiuntive ed i costi unitari calcolati per l’impiego delle macchine utilizzate per la trazione e la distribuzione del polline. Il valore del polline ricavato dagli impianti aziendali è stato calcolato avendo come riferimento i costi unitari delle macchine impiegate e della mano d’opera utilizzata. Impollinazione manuale Sono stati allestiti blocchi randomizzati con 7-8 ripetizioni/tesi applicando il metodo, risultato funzionale, adottato nelle precedenti verifiche sperimentali per ridurre le variabili determinate dalla eventuale non omogeneità delle piante in campo. Ogni ripetizione era costituita da una pianta dove 144 ½ veniva trattata e la restante parte contrapposta costituiva il controllo. Per evitare variabili dovute alla esposizione solare ed alla incidenza di eventuali danni meteorici, nelle ripetizioni il trattato è stato alternato sulla parte est e sulla parte ovest. La prova è stata ripetuta in due realtà aziendali (impianto O. e impianto D.). La distribuzione della miscela di 5gr di polline acquistato neozelandese, 15ml di attivatore e 5 gr di marcante è stata effettuata con una pompa a spalle modello Hozelok distribuendo 193 L ad ettaro della miscela, il che equivale a 965 gr di polline ad ettaro, 2,15 a pianta. Si evidenzia che per l’applicazione manuale sono state applicate le modalità (tempi di distribuzione e volumi d’acqua) già sperimentate ed applicate da anni dagli operatori aziendali. Impollinazione a secco con o senza pre-umidificazione Prove di impollinazione a secco sono state effettuate con le impollinatici Dall’Agata (Dall’Agata s.r.l. modello Spider, Faenza), dotata di umidificatore, e Bovo (Az. Agr. F.lli Bovo, Verona), senza umidificatore, utilizzando la miscela di polline (45%) e licopodio (55%). La velocità di avanzamento della trattrice è di 3-4 km\h. L’impollinazione di supporto è stata sempre effettuata in una unica applicazione al raggiungimento del 95% di fiori femminili aperti. Solamente in una prova del 2003 sono state messe a confronto l’applicazione nella fase fenologica standard (95% fiori aperti) con una applicazione ritardata di 48h. I costi per l’impollinazione a secco sono stati definiti comprendendo l’acquisto della miscela polline/licopodio e la distribuzione: Miscela standard (polline 200 g + licopodio 250 g) 400€ (80%) Liquido per la pre-umifidicazione (1,5L/ha) 18€ (4%) Costi per la trazione (1,30’ h /ha) 42€ (8%) Costi della macchina impollinatrice (1,30’ h /ha) 39€ (8%) Impollinazione con polline sospeso in acqua Dal 2005 sono state effettuate verifiche in campo utilizzando l’impollinatrice Gerbaudo (Villafalletto, CN). Tale macchina, portata anteriormente dal trattore con una velocità di avanzamento pari a circa 2,0 km/ora, utilizza ugelli Airget Fogger con foro calibro 0,51 mm e distribuisce un volume d’acqua di 0,51 litri/ora/ha ad una pressione di esercizio pari a 1,1 bar. L’impollinazione di supporto è stata effettuata al raggiungimento del 95% dei fiori femminili aperti e con unica applicazione. La sospensione in acqua demineralizzata era costituita da 5 g/litro di polline, 15 ml/litro di attivatore biologico e dal 5 ml/litro di marcante naturale. Il polline utilizzato è stato in alcuni casi ricavato dagli impianti aziendali, in altri acquistato. È stato distribuito impiegando volumi d’acqua pari a 50 litri/ha distribuiti entro 2 h dalla preparazione nel caso di polline autoprodotto. Per la prova 2007 è stato utilizzato polline neozelandese fornito dalla Società AgriValleBronda distributrice ufficiale del prodotto per il Piemonte. Nel laboratorio del centro sperimentale CReSO di Manta è stata valutata la germinabilità del polline all’uscita della macchina distributrice per verificare che non fosse inferiore all’80%, condizione essenziale affinché la prova possa considerarsi valida. Analisi sulla qualità Le analisi sulla qualità della produzione sono state effettuate ogni anno su almeno 4 piante per tesi scelte per omogeneità di massa vegetativa e carico di gemme. Alla raccolta l’intera produzione dei soggetti indicati è stata portata in laboratorio per il controllo sulla qualità (definizione della produzione commerciale e classi di pezzatura). __________________________________________________________________________ Risultati Impollinazione manuale In figura 1 e 2 sono riportati i risultati in termini di classi di peso delle prove di impollinazione manuale condotte in due aziende diverse nell’anno 2004. Impollinazione con distribuzione del polline a secco Sebbene le prove di impollinazione a secco siano state effettuate dal 2001 al 2004 vengono qui riportati i soli risultati delle prove condotte nel 2003. I primi anni infatti si riferiscono a prove di messa a punto della tecnica, oltre che a indagini sulle modalità di manipolazione del polline, 145 preliminari alle verifiche vere e proprie. Nel 2003 sono state messe in campo diverse prove alle quali si fa qui riferimento. I risultati dell’anno successivo, qui non riportati, confermano i risultati che sono qui presentati. In tabella 1 sono riportati pertanto i risultati delle diverse prove del 2003 tutte effettuate con applicazione unica al superamento del 95% di fiori aperti. Rispetto alla dose media di miscela prevista per unità di superficie (450-500 g/ha), si sono registrate variazioni dovute alle difficoltà di movimentazione della macchina legate ai diversi sesti d’impianto. I risultati economici ottenuti sono stati definiti indicando l’incremento della PLV unitaria sul trattato, al netto dei costi per l’impollinazione, rispetto al controllo. Le prove 1, 2 e 4 sono state trattate nella fase fenologica prevista. Nella ripetizione 3 sono state messe a confronto tesi dove l’applicazione è stata effettuata nella fase fenologica prevista rispetto alla applicazione ritardata di 48 ore. In figura 3, a fianco della rappresentazione grafica della produzione media per pianta ricavata nella prova 1 senza il diradamento manuale, viene graficamente messa a confronto la distribuzione dei frutti per classi di pezzatura tra trattato e controllo sia per l’impollinazione con pre-umificazione (fig. 3A e B) che senza pre-umificazione (fig. 3C e D). Allo stesso modo, nella figura 4 viene rappresentata la produzione unitaria per pianta e la distribuzione dei frutti per classi di pezzature rilevata nella prova 2 dove è stato praticato il diradamento manuale (fig. 4A e B con umidificazione, C e D senza umifidicazione). Nella figura 5 vengono poste graficamente a confronto la produzione media per pianta e la distribuzione per pezzatura ottenuta nella tesi dove l’impollinazione è stata effettuata nella fase fenologica standard (95% di fiori aperti) e dove invece è stata ritardata di 48 ore. Si tratta della prova 3, dove è stata effettuata la pre-umidificazione dei fiori ed il diradamento manuale dei frutti. Infine, nella figura 6 riferita alla prova 4 dove era presente un’intensità di fioritura inferiore alla norma, sono rappresentate le produzioni unitarie e la distribuzione per classi di pezzature ottenute nelle tesi trattati con pre-umidificazione degli organi fiorali (fig. 6A e B) e senza (fig. 6C e D) rispetto ai rispettivi controlli. Impollinazione con distribuzione del polline in acqua Sebbene prove con questa modalità di distribuzione siano state condotte anche negli anni precendenti, vengono qui riportati solamente i risultati ottenuti a partire dal 2006 in quanto si tratta delle prime prove gestite con modalità operative e protocolli considerati definitivi per questo tipo di applicazione. I risultati ottenuti nel 2006 fanno riferimento a due impianti aventi caratteristiche agronomiche differenti e livelli diversi di intensità di fioritura. Si sottolinea che le condizioni fenologiche della stagione 2006 sono state favorevoli per l’impollinazione dell’actinidia per quanto riguarda l’epoca di fioritura dei soggetti maschili e femminili. Al contrario la temperatura e l’umidità relativa non erano ottimali. Inoltre si sono registrati nel periodo della fioritura movimenti ventosi molto forti che di fatto hanno ridotto la vitalità del polline e reso l’impollinazione più problematica. La dose di polline impiegata (600 g/ha) rappresenta il punto di convergenza rispetto alle precedenti esperienze effettuate con dosi inferiori (400 g/ha) e superiori (800 g/ha) risultate entrambe non economicamente convenienti, la prima per effetto insufficiente, la seconda per un costo eccessivo del polline. Le verifiche dell’anno 2006 sono state effettate utilizzando polline estratto dai maschi presenti negli impianti aziendali. Nella determinazione dei costi complessivi per l’impollinazione in acqua (tab. 2), sono stati considerati in modo differenziato il valore d’acquisto del polline reperito sul mercato rispetto al costo di approvvigionamento del polline aziendale. Come per le esperienze di impollinazione a secco, i risultati economici ottenuti sono stati evidenziati indicando l’incremento di PLV unitaria del trattato, al netto dei costi di impollinazione, rispetto al controllo (tab. 3). Nella figura 7 vengono rappresentate le rese unitarie complessive realizzate nei due impianti raffrontate ai rispettivi controlli e la scomposizione delle produzioni unitarie nelle classi di pezzature commerciali dei frutti. Risulta evidente che, a parità di dose di polline impiegato, nella prova 1 (fig. 7A e B), caratterizzata da una intensità di fioritura valutata nella norma, il risultato se pur positivo è di diversa rilevanza economica rispetto a quanto accertato nella ripetizione 2 (fig. 7C e D) dove l’intensità di fioritura è stata giudicata superiore alla norma. 146 Nel 2007 i risultati non sono altrettanto positivi. Come può essere visto in figura 8 si è ottenuta una produzione superiore nel controllo non trattato (Fig. 8A). Ciò probabilmente origina dalla maggiore pezzatura dei frutti medio-piccoli nelle piante non trattate più che da un maggior carico produttivo. Si vede come l’impollinazione ha avuto efficacia solamente nelle classi di pezzatura più elevate, in misura tuttavia non sufficiente per determinare una vantaggio economico. Di seguito vengono discussi questi risultati. Si precisa che in tutte le prove descritte, e pertanto anche nella prova 2007, è stata valutata la germinabilità del polline all’uscita dagli ugelli della macchina distributrice che è risultata superiore all’80%. Questo per accertare che il polline che giunge sui fiori sia vitale ed evitare che anomalie nella macchina o sbagli nella conservazione del polline ne compromettano la capacità germinativa. __________________________________________________________________________ Conclusioni Impollinazione manuale Questa tecnica, da anni utilizzata su piccole superfici, permette di ottenere risultati evidenti soprattutto grazie alla possibilità di distribuire il polline direttamente sui fiori evitando dispersioni inutili di questo costoso prodotto. Tuttavia l’organizzazione aziendale prevalente sul territorio non sempre consente l’impiego di questa operazione a causa dei costi di manodopera. Da questo è nata l’esigenza di meccanizzare le operazione prima con una distribuzione a secco e in seguito con una distribuzione a mezzo acqua. Impollinazione con distribuzione del polline a secco L’impollinazione a secco è la tecnica che è risultata di più agevole applicazione sotto l’aspetto operativo. Entrambe le macchine impiegate sono risultate funzionali e di facile manovrabilità. In particolare il modello Dall’Agata ha mostrato una ottima adattabilità alla pergoletta doppia che è la forma di allevamento più praticata nell’area di riferimento. Inoltre, grazie alla pre-umidificazione degli organi fiorali, offre la possibilità di dilatare i tempi di impiego andando oltre le prime ore del mattino in cui più elevata è l’umidità relativa ambientale. In sintesi, l’attività sperimentale ha evidenziato che: - i migliori risultati sotto il profilo economico si ottengono con l’impollinazione effettuata non prima che lo stadio fenologico in campo abbia raggiunto il 95% dei fiori femminili aperti. Precedenti esperienze avevano dimostrato come interventi con meno dell’80% di fiori aperti non portavano a miglioramenti sensibili. Viceversa la prova 3 (tab. 1, Fig. 5) ha mostrato come l’intervento 48h dopo il 95% di fiori aperti sia non sufficientemente migliorativo della pezzatura; - l’intensità di fioritura è la variabile agronomica che da sola può giustificare la convenienza economica ad effettuare l’impollinazione di supporto; - il diradamento dei boccioli fiorali deformi e dei fiori portati lateralmente al peduncolo fiorale stesso, effettuato prima della applicazione, è risultata operazione conveniente per ottimizzare l’impiego del polline concentrandolo sugli organi fiorali che daranno frutti non deformi e con possibilità di raggiungere le classi di pezzatura più elevate. La convenienza ad effettuare successivamente il diradamento manuale dei frutti deve essere valutata in funzione dell’intensità di fioritura che caratterizza l’impianto. Gli svantaggi di questa tecnica risiedono nello stretto margine di tempo all’interno del quale è possibile effettuare l’intervento (prime ore del giorno) e nella dipendenza dalle condizioni ambientali (umidità soprattutto), fatti che limitano l’applicazione della metodologia in realtà aziendali con ampie superfici. Impollinazione con distribuzione del polline in acqua Il passaggio da distribuzioni effettuate in acqua manualmente ad applicazioni con apparecchiature montate su trattrici, in grado di effettuare meccanicamente la distribuzione del polline è operazione di grande interesse ma di evidente complessità. Si deve infatti innanzitutto tenere conto della pregiudiziale chiave rappresentata dal rischio di perdita di vitalità del polline se sospeso in acqua per tempi relativamente lunghi e dalle difficoltà di ottenere una sospensione adatta alla distribuzione 147 meccanica. Il modello di impollinatrice impiegato ha mostrato una buona funzionalità sia per la movimentazione lungo i filari sia per la distribuzione omogenea del polline sui fiori portati sotto la volta della pergoletta doppia. Per evitare danni al polline, nelle verifiche in campo è sempre stato preparato un volume d’acqua che potesse essere applicata entro le 2 ore dalla preparazione. Nel complesso, l’impollinazione di supporto con polline sospeso in acqua risulta operazione che richiede conoscenze e professionalità specifiche sia nella fase di preparazione della sospensione che nella taratura della macchina. L’interesse ad impiegare questa tecnologia è rappresentato dal fatto che vengono di molto dilatati i tempi operativi utili per l’impollinazione con possibilità di incrementare in modo significativo le superfici trattabili. Il perfezionamento della tecnologia dovrebbe portare a ridurre la dispersione ambientale della sospensione con conseguente riduzione dei dosaggi unitari di polline e contenimento dei costi. A fronte di queste valutazione positive occorre tuttavia considerare che il dosaggio di polline impiegato per unità di superficie è elevato rispetto a quanto impiegato normalmente nella distribuzione a secco. Ciò spiega la caduta di redditività quando l’incremento qualitativo e produttivo ottenuto nel trattato deve sostenere le spese di approvvigionamento del polline all’esterno dell’azienda. Inoltre mentre i risultati del 2006 sono del tutto soddisfacenti, i risultati del 2007, secondo anno di sperimentazione con modalità operative e protocolli considerati definitivi per questo tipo di applicazione, hanno purtroppo evidenziato come la qualità ottenibile con la distribuzione in acqua possa mancare di fornire risultati pur in presenza di condizioni agronomiche ed ambientali favorevoli. Volendo analizzare questo dato possiamo innanzitutto affermare che sebbene le piante non trattate sembrino fornire una produzione migliore questo non significa che l’impollinazione sia peggiorativa, soprattutto in quanto il polline non è stato prelevato in azienda, bensì è di origine commerciale. Nel peggiore dei casi l’impollinazione non sortisce alcun effetto ma non può peggiorare la produzione. Per giustificare il pessimo risultato del 2007 si può ipotizzare che l’intervento sia stato fatto in uno stadio fenologico non recettivo. Sebbene sia stata monitorata la fioritura mediante un fenogramma aggiornato quotidianamente il momento dell’applicazione può non essere stato ottimale a causa di una variabile non nota ma che ha fatto sì che i fiori non fossero pronti all’impollinazione. Dalle verifiche condotte sul polline si esclude la mancata capacità germinativa del polline che è risultata essere ottimale. Infine è da notare come, utilizzando gli stessi dosaggi di polline dell’impollinazione manuale nella distribuzione meccanica, vi sia maggiore dispersione di polline in quanto esso non è diretto solamente sui fiori ma è distribuito a caso su tutta la superficie inferiore della vegetazione. Questo potrebbe spiegare gli scarsi risultati ed in futuro sarà necessario lavorare sulla possibilità di incremento della concentrazione di polline nei limiti della convenienza economica. In estrema sintesi le verifiche sperimentali condotte hanno evidenziato come l’impollinazione meccanica di supporto su actinidia risulti operazione tecnicamente realizzabile ed economicamente conveniente se effettuata nel rispetto delle modalità applicative indicate. Occorre ricordare che questa operazione non può porre rimedio a deficienze strutturali degli impianti o surrogare carenze nella effettuazione di tecniche colturali quali la potatura, il diradamento ecc. L’attività sperimentale ha evidenziato come i risultati economicamente più vantaggiosi vengono ottenuti in impianti con forme di allevamento razionali, condotti con tecniche colturali corrette. Risultati più costanti si ottengono un l’impollinazione manuale e con l’impollinazione a secco, tecnica probabilmente più solida rispetto all’impollinazione in acqua che all’evidenza dei fatti si presenta meno versatile e con variabili al momento ancora da elucidare. Viceversa l’impollinazione manuale presenta svantaggi in ordine di fattibilità economica e l’impollinazione a secco ha problemi di versatilità nella distribuzione. Si evidenzia comunque il fatto che in generale con l’impollinazione di supporto è possibile migliorare la qualità delle produzioni, incrementando la pezzatura dei frutti, con una pratica colturale che usa mezzi naturali compatibili con l’immagine salutistica della coltura. 148 Ringraziamenti Si ringraziano per le collaborazioni le aziende agricole Borretta V. (Manta, CN), Maero A. (Lagnasco, CN), Diale L. (Manta, CN) ed Odasso (Manta, CN), le ditte dall’Agata (Faenza), Rattalino e Gerbaudo (Villafalletto, CN), la Soc. AgriValleBronda di Capitini e C. (Pagno CN). Figura 1: Impollinazione manuale, anno 2004, prova az. O. Kg di produzione per classe di peso. In rosso la tesi impollinata, in bianco la tesi non impollinata. Figura 2: Impollinazione manuale, anno 2004, prova az. D. Kg di produzione per classe di peso. In rosso la tesi impollinata, in bianco la tesi non impollinata. 149 Prova 1 Intensità di fioritura superiore alla norma 2 normale 3 normale 4 inferiore alla norma Modalità di impollinazione (diradato o non diradato) senza umidificatore (n.d.) con umidificatore (n.d.) senza umidificatore (d.) con umidificatore (d.) con umidificatore (d.) con umidificatore (d.+48h) senza umidificatore (n.d.) con umidificatore (n.d.) Dosi miscela Incrementi di PLV sul g/ha controllo €/ha 543 +1 608.73 574 + 5 466.14 505 + 1 015.55 534 + 1 284.74 581 + 5 403.97 685 + 506.51 640 452 + 487.40 + 227.72 Tabella 1: Risultati delle applicazioni a secco con unico passaggio effettuate nell’anno 2003. Polline NZ Prezzi unitari Costo /ha € 3,30 /g € 1.980,00 Voce di costo Polline aziendale Prezzi unitari Costo /ha € 0,50 € 300,00 € 18,50 € 0,37 Polline (dose 600 g/ha) Liquido per la sospensione € 0,37 /l € 18,50 (acqua demineralizzata l 50/ha) Attivatore e marcante (l 1,5/ha) € 40,00/l € 60,00 € 40,00 Costi per la trazione (1 h 45’ /ha) € 28,20/h € 49,35 € 28,20 Costi della impollinatrice (1 h 45’/ha) € 39,00/h € 68,25 € 39,00/h Totale € 2.176,00 Tabella 2: Riferimenti per il calcolo dei costi unitari nell’impollinazione in acqua. Densità Rapporto Ripetizione ♂/ ♀ (anno impianto) p/ha 1 (1985) 2 (2003) € 60,00 € 49,35 € 68,25 € 496,00 Intensità Diradamento Incrementi di Dosi polline di manuale PLV sul controllo g/ha fioritura dei frutti €/ha nella 600 non diradato + 542,00 norma (aziendale) superiore 600 520 alla diradato + 1.406,00 1/5 (aziendale) norma Tabella 3: Risultati nelle prove con applicazione del polline aziendale in acqua distribuito con unico passaggio nell’anno 2006. 544 1/4 150 Figura 3: Risultati delle prove nella ripetizione aziendale 1 dell’anno 2003 dove, senza l’esecuzione del diradamento manuale, in un caso è stato impiegato il modello di impollinatrice con umidificatore (risultati in A e B) e nell’altro no (C e D). A,C: produzione media per pianta in Kg. B,D: produzione media per pianta in Kg ripartita per classi di pezzatura commerciale. Figura 4: Risultati delle prove nella ripetizione aziendale 2 dell’anno 2003 dove, con l’esecuzione del diradamento manuale, in un caso è stato impiegato il modello di impollinatrice con umidificatore (risultati in A e B) e nell’altro no (C e D). A,C: produzione media per pianta in Kg. B,D: produzione media per pianta in Kg ripartita per classi di pezzatura commerciale. 151 Figura 5: Risultati delle prove nella ripetizione aziendale 3 dell’anno 2003 dove, con l’esecuzione del diradamento manuale e l’impiego dell’umidificatore, in un caso il polline è stato distribuito al 95% di fiori aperti (risultati in A e B) e nell’altro la distribuzione del polline è stata effettuata 48 ore dopo il 95% dei fiori aperti (C e D). A,C: produzione media per pianta in Kg. B,D: produzione media per pianta in Kg ripartita per classi di pezzatura commerciale. Figura 6: Risultati delle prove nella ripetizione aziendale 4 dell’anno 2003 dove, senza l’esecuzione del diradamento manuale, in un caso è stato impiegato il modello di impollinatrice con umidificatore (risultati in A e B) e nell’altro no (C e D). A,C: produzione media per pianta in Kg. B,D: produzione media per pianta in Kg ripartita per classi di pezzatura commerciale. 152 Figura 7: Risultati delle prove dell’anno 2006 dove in un caso si è operato su soggetti messi a dimora nell’anno 1985 senza effettuare il diradamento manuale (risultati in A e B) mentre nell’altro i soggetti erano stati messia dimora nel 2003 ed è stato effettuato il diradamento manuale (C e D). A,C: produzione media per pianta in Kg. B,D: produzione media per pianta in Kg ripartita per classi di pezzatura commerciale. Figura 8: Risultati delle prove dell’anno 2007. A: produzione media per pianta in Kg. B: produzione media per pianta in Kg ripartita per classi di pezzatura commerciale. 153