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PUTIN. GUERRA ESTRATTO DELLA RELAZIONE DI BORIS NEMZOV Pagina 1 DOSSIER DEGLI AMICI DI NEMZOV SULLA PRESENZA MILITARE RUSSA IN UCRAINA “Boris non fece in tempo a scrivere il testo di questo dossier. Il 27 febbraio e stato assassinato /../ vicino ai muri del Cremlino. A completare questo lavoro sono stati gli amici, i compagni di lotta e le persone che lo consideravano importante. La base del dossier e costituita dai materiali preparati da Boris. CAPITOLO1. PERCHÉ A PUTIN SERVE QUESTA GUERRA A partire dall’autunno 2011 i consensi di Vladimir Putin hanno iniziato a calare notevolmente. Alla vigilia delle elezioni 2012 si e verificata la probabilita che non riuscisse a vincere al primo turno. Questo scenario dava luogo al rischio del forte indebolimento delle sue posizioni e alla minaccia alla sua legittimita. Le condizioni chiave della sua vittoria erano: non far partecipare alle elezioni i rivali reali pronti a combattere seriamente per la carica presidenziale e il totale controllo amministrativo su tutti i media di rilievo. Dopo essere tornato, come risultato delle elezioni, sulla poltrona di presidente, Putin prese una serie di decisioni di stile populista. Ma queste non aiutavano i consensi che continuavano a calare. Il Cremlino si preoccupo seriamente della tendenza negativa e inizio ad elaborare dei metodi radicalmente nuovi per rafforzare le posizioni elettorali di Putin. Lo scenario del “ritorno della Crimea nella Russia”, senza dubbio, fu pianificato e meticolosamente preparato dalle autorita russe in anticipo. Ancora prima dell’invasione della Crimea, i servizi segreti russi avevano arruolato generali, ufficiali dell’esercito ucraino, responsabili e collaboratori dei ministeri chiave, che, nel momento clou, hanno tradito il giuramento e si sono schierati con la Russia. Pagina 2 La rivoluzione di Kiev e la fuga dal paese del presidente Viktor Janukovich all’inizio del 2014 hanno indebolito per qualche tempo lo Stato ucraino e hanno creato le condizioni ideali per le azioni decise da parte del Cremlino per staccare la Crimea. Con il sostegno dell’esercito russo e dei servizi segreti (il che, un anno dopo, ha ammesso pure lo stesso Putin) sul territorio della penisola e stato organizzato il referendum, che e diventato il pretesto formale per la sua adesione alla Russia. L’annessione della Crimea alla Russia, sostenuta in maniera attiva dalla propaganda dello Stato, ha permesso a Putin di rafforzare drasticamente la propria legittimita. La sua popolarita ha raggiunto i livelli record. Ma la cosa non si e limitata alla Crimea e poco dopo sui territori delle regioni di Donetsk e Lugansk dell’Ucraina e scoppiata la guerra vera e propria. Il conflitto di guerra e stato provocato con lo scopo di creare una posizione di trattativa favorevole rispetto ai paesi occidentali. Il cessate-il-fuoco in Donbass che il Cremlino puo garantire, puo diventare la base per l’abolizione delle sanzioni economiche e politiche contro la Russia verificatesi, inevitabili, dopo l’annessione della Crimea. In piu, con la realizzazione di questo scenario, passa in sordina la questione sulla legittimita dell’inclusione della penisola nello stato russo, e i paesi occidentali riconosceranno la Crimea come territorio russo se non formalmente, almeno di fatto. CAPITOLO 2. MENZOGNE E PROPAGANDA Vladimir Putin non ha mai avuto una carriera politica, lui e una superstar della TV. Il ruolo ingigantito della TV nella comunicazione tra il potere e la societa si e formato gia negli anni di Boris Eltsin, ma proprio Vladimir Putin e riuscito a creare uno stato “telecentrico”, dove tutti gli organi Pagina 3 civili – dalla chiesa all’esercito – si sono trovati sostituiti dall’apposita immagine televisiva. /---/ ******dopo l’inizio dell’opposizione politica a Kiev alla fine del 2013 si e capito che la propaganda russa presentata alla societa fino ad ora, non era ancora così terribile. D’altronde, gli stessi propagandisti non nascondevano che nei tempi pacifici loro lavorano non a tutta potenza. Ad esempio, nel 2011 la responsabile del canale statale Russia Today Margarita Simonyan ha spiegato con sincerita il senso dell’esistenza della sua testata: “Quando la guerra non c’e, in effetti, sembra che non servisse tanto. Ma, cavolo, quando la guerra invece c’e, e proprio indispensabile. Pero non ci si puo mettere a creare un esercito a una settimana dall’inizio della guerra”. “La guerra” per il Cremlino e iniziata sul Maidan di Kiev alla fine dell’autunno del 2013. Nella versione dei media russi ufficiali, l’opposizione nella capitale ucraina appariva in modo come se a favore dell’integrazione con l’EU (e all’epoca si trattava solo di questo) fossero solo gli eredi del collaborazionisti della Seconda Guerra Mondiale e nazionalisti radicali pronti, quasi quasi, per le pulizie etniche. Per un periodo i media russi menzionavano l’organizzazione nazionalista ucraina “Pravyj sektor” molto piu spesso del partito di Putin “Jedinaja Rossiya”, e ricordiamo che “Pravyj sektor” ha preso alle elezioni ucraine meno del 2% dei voti. Dopo la fuga di Viktor Janukovich i telecanali russi hanno iniziato a chiamare le nuove autorita ucraine esclusivamente come “Giunta di Kiev” e l’operazione contro i separatisti all’est dell’Ucraina “operazione punitiva”. Un conduttore televisivo, Dmitrij Kisselev, conduce la propria guerra contro l’Ucraina e annuncia pubblicamente la prontezza della Russia di trasformare gli USA “in cenere radioattiva”. Il suo collega Vladimir Soloviev sta un po’ dietro a Kisselev che e gia entrato negli elenchi delle sanzioni dell’Occidente. Si puo capire: Soloviev possiede una casa in Italia, quindi, far parte degli elenchi delle sanzioni non e nei suoi progetti, anche se i suoi programmi sono comunque colmi dell’atmosfera dell’odio. Pagina 4 CAPITOLO 3. COME HANNO TOLTO LA CRIMEA Il 4 marzo 2014 Vladimir Putin, rispondendo alla domanda del corrispondente dell’agenzia Bloomberg, chi erano gli uomini in divisa militare simile a quella russa, che hanno bloccato i reparti militari in Crimea, disse: “Erano le locali forze di autodifesa”. E spiego come potessero avere la divisa russa: “Guardate lo spazio post-sovietico. E pieno di divise che sono simili…Entrate in un negozio qui da noi, e comprerete le divise di qualsiasi tipo”. Pero, un mese e mezzo dopo, il 17 aprile 2014, durante la “linea diretta con il popolo”, lo stesso Vladimir Putin ha aperto un po’ le porte di quel “negozio” dal quale sono usciti quei ben equipaggiati e armati come forze speciali “omini verdi”: “Io non ho mai nascosto (in verita, fino a questo momento invece sì, - red.) che il nostro scopo stava nel garantire agli abitanti della Crimea le condizioni per la libera espressione del voto…Per questo dietro alle forze della difesa della Crimea, c’erano, senz’altro, i nostri militari”. Pagina 5 Riguardo a chi si e messo “dietro le spalle” della liberta del voto della gente crimeana e da quando, lo hanno raccontato nell’intervista al sito “Medusa” gli stessi militari russi. La menzogna statale sull’annessione della Crimea era rimasta così circa per un anno. Il sipario sul “segreto militare” ha iniziato ad alzarsi dal gennaio 2015, a mano a mano che si avvicinavano le feste per l’anniversario del “volontario ritorno della Crimea in Russia”. Nell’intervista per il documentario “Crimea. La strada per la casa”, mostrato dal telecanale statale “Rossiya 1”, il presidente russo ha ammesso apertamente di aver diretto le azioni dell’esercito russo in Crimea. Ecco tre citazioni clou di Putin: “Era la notte dal 22 al 23 febbraio, abbiamo finito (la riunione) circa alle 7 di mattina…/…/ E prima che tutti fossero andati via, dissi ai miei quattro colleghi che la situazione in Ucraina si era evoluta in modo che noi eravamo costretti ad iniziare il lavoro per far tornare la Crimea in Russia”. “Per bloccare e disarmare 20 mila persone ben armare, serve una certa organizzazione dell’esercito, non solo quantitativamente, ma anche qualitativamente. Servivano gli specialisti che lo sapevano fare. Per questo ho dato il compito al Ministero della difesa, non lo sto nascondendo, di inviare lì, con il pretesto di rafforzare la sicurezza dei nostri siti militari in Crimea, le truppe speciali del dipartimento superiore dei servizi segreti, le forze della marina, e i paracadutisti”. “Il nostro vantaggio sapete in cosa consisteva? Nel fatto che io me ne occupavo personalmente. Non perche facessi tutte le cose giuste, ma perche quando a impegnarsi sono le prime cariche dello stato, gli esecutori diretti sono facilitati nei loro lavoro”. Con questa dichiarazione, Putin praticamente ha confermato l’annessione della Crimea e ha segnato la sua personale responsabilita in questo evento. Pagina 6 E’ Importante sottolineare che, dopo aver condotto l’operazione militare speciale in Crimea e annesso la penisola alla Russia, le autorita russe hanno premeditatamente violato tre accordi internazionali firmati in passato dalla Russia: 1.“Il memorandum di Budapest” del 5 dicembre 1994, uno degli articoli del quale dice: "4.1. La Federazione Russa, Il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e gli Stati Uniti d’America confermano all’Ucraina il loro impegno, in accordo con i principi dell’Atto conclusivo della CSCE di rispettare l’indipendenza, la sovranita e i confini esistenti dell’Ucraina”. 2. "Atto sull’amicizia, collaborazione e partnerariato tra la Federazione Russa e l’Ucraina”, firmato a Kiev il 31 maggio 1997: "Articolo 2. Le Alti Parti, in accordo con lo Statuto dell’ONU e impegni secondo l’Atto Conclusivo del Consiglio di sicurezza e collaborazione in Europa rispettano l’integrita territoriale reciproca e confermano l’inviolabilita dei confini esistenti tra loro”. 3. "Atto tra la Federazione Russa e l’ucraina sulla frontiera statale russaucraina” firmato a Kiev il 28 gennaio 2003, secondo il quale la Crimea era e rimaneva parte integrante dell’Ucraina. CAPITOLO 4. MILITARI RUSSI SULL’EST DELL’UCRAINA "Non c’e nessun tipo di suddivisione militare o istruttori militari nel sud-est ucraino, non c’era e non c’e. Gli americani mentono. Noi non abbiamo mai destabilizzato la situazione in Ucraina e non lo facciamo adesso” – ha dichiarato, tra l’altro, il presidente della Federazione Russa in intervista al canale francese TF1 4 luglio 2014. Il portavoce del presidente russo, Dmitrij Peskov, durante la tavola rotonda all’agenzia TASS del 31 marzo 2015 ha detto che la parte russa “smentisce decisamente” la presenza dei militari russi nella zona del conflitto ucraino. Pero quaeste parole dei funzionari russi sono smentite dalle numerose testimonianze sulla presenza dei soldati e degli ufficiali dell’esercito russo sul territorio dell’est dell’Ucraina. Le prime prove di questo arrivano l’estate del 2014. Pagina 7 Da giugno le forze armate Ucraine hanno eseguito un’offensiva di successo sulle posizioni separatiste. I territori delle repubbliche autoproclamate DNR e LNR dall’inizio dei combattimenti si erano ridotti per tre quarti. Pero il 19-20 agosto c’e stato un brusco cambiamento e l’offensiva ucraina si e fermata. Questo e stato reso possibile grazie a rinforzi massici, inclusi mezzi militari e divisioni dell’esercito. Il 15 agosto 2014 il premier-ministro della repubblica autoproclamata di DNR Aleksandr Zacharchenko ha pubblicamente annunciato che il ruolo cruciale, nella controffensiva, lo hanno giocato i rinforzi arrivati dalla Russia: “150 veicoli da combattimento, di questi circa 30 carri armati, e anche 1200 uomini preventivamente addestrati sul territorio della Russia”. “Li hanno fatto entrare qui proprio nel momento quando c’era piu bisogno”, - ha sottolineato Zacharchenko. Pagina 8 Il ruolo decisivo dei rinforzi, arrivati dalla Russia, e stato confermato anche dall’ex-ministro di DNR Igor Girkin (Strelkov) nella sua intervista al giornale “Zavtra”. L’appiattimento della linea del fronte e, in particolare, l’offensiva su Mariupol, sono stati eseguiti, a suo dire, “principalmente dai vacanzieri e da alcune divisioni degli insorti, comandati da loro”. I “vacanzieri”, secondo la terminologia di Girkin, sono i militari russi, arrivati con le armi sul territorio ucraino dove pero formalmente si trovavano in vacanza. E importante sottolineare che ai militari che sono in servizio con le forze militari russe, e espressamente vietato partecipare a combattimenti durante le vacanze. CAPITOLO 5. VOLONTARI O MERCENARI? Le divisioni regolari dell’esercito russo hanno, in larga misura predeterminato i successi bellici dei separatisti all’est dell’Ucraina. Ma un ruolo visibile nelle forze armate della DNR e della LNR lo hanno avuto anche i rinforzi composti dai cosiddetti “volontari” che arrivano regolarmente nella zona del conflitto dalla Russia. Tra questi belligeranti si sono trovati molti ex-collaboratori dei servizi segreti russi e militari regolari, anche con esperienza di guerra in zone calde del mondo oppure con un passato criminale alle spalle. Spesso questi individui sono diventati figure clou nell’esercito dei separatisti, come, ad esempio, l’ex ufficiale dei servizi segreti Igor Girkin, il veterano della guerra cecena Arsenij Pavlov (meglio noto come Motorola) o anche Aleksandr Mozhaev (meglio noto come Babaj) accusato dalla procura di Krasnodar di tentato omicidio. L’arruolamento, l’armamento, il rifornimento e il trasferimento dei “volontari” russi sul territorio ucraino spesso e stato organizzato con la diretta partecipazione delle autorita russe. Pagina 9 Come testimoniano gli stessi “volontari”, spesso gli uffici per l’arruolamento militare nelle citta russe si prestano come punti di raduno per i futuri belligeranti. Una testimonianza importante e stata fornita dall’arruolatore dei “volontari” di Ekaterinburg, dirigente del Fondo dei veterani delle forze speciale nella oblast Sverdlovska, Vladimir Efimov. Lui ha confermato che i “volontari” russi che partecipano ai combattimenti in Donbass, vengono retribuiti. “Ci sono norme sullo stipendio: 60-90 mila rubli al mese per un soldato, 120-150 mila per i superiori. Ora, dicono, lo stipendio e salito a 240 mila”, - ha dichiarato Efimov. Lui ha anche detto che “in media un soldato fra l’equipaggiamento e lo stipendio costa 350 mila rubli al mese”. Inoltre, Efimov ha confermato che uno dei modi di trasferimento dei belligeranti russi sul territorio ucraino sono i cosiddetti “convogli umanitari”. Di fatto, l’invasione viene eseguita con la copertura dei rifornimenti umanitari. “La prima volta siamo andati come Croce Rossa. Abbiamo ricevuto dalla filiale locale le carte attestanti il nostro ruolo di accompagnamento. Poi, una volta arrivati, le persone sono rimaste. A loro sono state distribuite le armi e spiegati gli scopi di combattimento. Adesso carichiamo i ragazzi nella macchina assieme agli aiuti umanitari e li spediamo nello stesso modo”, ha raccontato Efimov. UOMINI DI KADYROV Un ruolo visibile nelle forze armate dei separatisti lo hanno anche i rinforzi arrivati sul territorio ucraino dalla Repubblica Cecena della Russia. Loro si Pagina 10 identificano come sostenitori del presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov e spesso hanno lavorato nelle forze statali controllate da lui. I primi gruppi di “uomini di Kadyrov”, arrivati nella zona del conflitto, sono entrati a far parte del battaglione separatista “Vostok”. Il suo comandante, Aleksandr Khodorkovskij, il 1 giugno 2012 ha confermato che in primavera nel suo battaglione combattevano contro l’esercito ucraino i ceceni arrivati dalla Russia. CAPITOLO 6. CARICO-200 Le prime testimonianze sui militari russi morti, sul territorio dell’Ucraina, sono state pubblicate dal deputato di Pskov Lev Schossberg. Lui ha informato che il 25 agosto 2014 vicino a Pskov, nel cimitero di Vybyty sono stati sepolti due militari: Leonid Kichatkin (30.09.1984 - 19.08.2014) e Aleksandr Osipov (15.12.1993 - 20.08.2014). Pagina 11 Alla vigilia dei funerali del marito Leonid Kichatkin sua moglie Oksana ha rivelato la sua morte nel social network “VKontakte”: “La vita si e fermata! Leonid e morto, i funerali lunedì alle 10 a Vybyty…” Ma presto questi messaggi sono stati cancellati e al posto loro e apparsa la scritta che doveva testimoniare che Kichatkin fosse vivo: “Mio marito e vivo e sano e ora festeggiamo il battesimo della figlia”. Quello veritiero si e rivelato essere il primo messaggio, come confermano le tombe dei para, Leonid Kichatkin e Aleksandr Osipov apparse a Vybyty. Dopo la pubblicazione di questi materiali, Lev Schossberg e stato picchiato selvaggiamente dagli ignoti. CAPITOLO 7. IL “NEGOZIO MILITARE” DI VLADIMIR PUTIN Oggi i cosiddetti “insorti del Dondass” hanno a disposizione una vasta gamma di armamenti, inclusi carri armati, pezzi di artiglieria mobile, sistemi di fuoco di sbarramento e armi da tiro di vario tipo. Le autorita ufficiali russe negano il fatto dei rifornimenti militari per il Donbass. I leader dei separatisti dicono che gli armamenti e i veicoli militari dei cosiddetti “insorti” sono quelli di trofeo, presi durante dei combattimenti all’esercito ucraino. Pero le testimonianze raccolte smentiscono queste dichiarazioni. Nel protocollo degli Accordi di Minsk del 19 settembre 2014, firmato dai membri del gruppo di contatto di cui parte faceva l’ambasciatore Pagina 12 russo a Kiev Mikhail Zurabov, c’e il seguente requisito: “allontanare fino alla distanza del loro massimo tiro dalla linea di contatto delle parti i sistemi di artiglieria del calibro superiore ai 100 mm, in particolare:… "Tornado-G" 40 km, "Тornado-U" - 70 km, "Tornado-С" - 120 km". Firmando questi documenti, i rappresentati dello stato russo di fatto hanno riconosciuto ufficialmente l’avvenuto trasferimento dei sistemi militari in Ucraina. Il fatto sta, che il sistema di sbarramento “Tornado” e stato costruito in Russia e non e mai stato esportato in nessuno stato estero. E provata anche la presenza in Donbass dei carri armati Т-72BZ che e l'ultimo, modernizzato modello del tank abbastanza vecchio che e stato completato in Russia nel 2013 e non e mai stato esportato. Un’altra prova della presenza dei sistemi militari sul territorio dell’Ucraina e il video registrato a Luhansk che si trova sotto controllo dei separatisti. A meta febbraio 2013 il videoregistratore ha registrato sulla via Oboronnaja il movimento del complesso di missili e cannoni “Panzyr-C1”. Questo complesso e stato progettato dall’industria militare russa e viene esportato Pagina 13 in alcuni paesi. Pero, a parte la Russia, nessuno dei paesi aventi “Panzyr-C1”, confina con l’Ucraina. CAPITOLO 8. CHI HA ABBATTUTO IL BOEING I media russi, fin dall’inizio dei combattimenti in Donbass, pubblicavano regolarmente le notizie che i separatisti abbattono con successo gli aerei e gli elicotteri dell’esercito ucraino. In totale dal maggio fino al 17 luglio sono stati abbattuti: 4 elicotteri (2 e 5 maggio – Mi-24, 29 maggio – Mi-8, 24 giugno – Mi-8) e 3 aerei (6 giugno – An-30, 14 giugno – Il-76, 14 luglio – An26). Il 17 luglio, nel giorno della catastrofe del Boeing 777, le agenzie d’informazione statali ITAR-TASS e RIA-Novosti hanno annunciato che gli “insorti” hanno abbattuto l’aereo An-26 vicino alla citta di Torez. Il ministro della difesa della repubblica autoproclamata di DNR Igor Girkin (Strelkov) la sera dello stesso giorno annuncia nei social network che gli “insorti” hanno abbattuto un aereo. Sia i belligeranti che i media russi menzionano il luogo del disastro (zona della citta di Torez, regione di Donetsk) e l’orario della caduta dell’aereo (circa le 16.00 ora locale) che coincidono esattamente con il luogo e l’orario della catastrofe del Boeing malese 777. Tutti loro pero identificano il velivolo come l’ucraino An-26. Ma verso sera, quando emerge il quadro reale dell’accaduto, le dichiarazioni del genere cessano. Poco prima della catastrofe dell’aereo i media del Cremlino – canali NTV, “Rossiya 24” e altri hanno informato il pubblico russo che i belligeranti del Donbass hanno ricevuto in possesso i complessi missilistici “Buk”. Uno dei leader dei separatisti, Aleksandr Khodakovskij, ne ha parlato, in particolare, nell’intervista all’agenzia “Reuters”. Il giorno dopo Khodakovskij ha detto Pagina 14 di non aver pronunciato queste parole. La “Reuters” e stata costretta a pubblicare l’audio che ha confermato la dichiarazione del separatista: i belligeranti del Donbass hanno veramente a disposizione i complessi “Buk”. Il 30 marzo 2015 Il Gruppo Investigativo internazionale, composto dagli esperti australiani, belgi, malesi, olandesi e ucraini, che svolge un’indagine giuridico-criminologa sul volo MH17 abbattuto il 17 luglio 2014, ha reso nota la sua dichiarazione nella quale sosteneva che l’ipotesi piu verosimile e quella del Boeing colpito dal complesso missilistico “Buk” arrivato dalla Russia e controllato dai separatisti. CAPITOLO 9. CHI GOVERNA IL DONBASS Nell’aprile del 2014 le “repubbliche popolari” di Donetsk e Luhansk hanno proclamato la propria indipendenza e la cessazione della dipendenza dalle autorita ucraine. Ma la sovranita proclamata non e che una dichiarazione. Di fatto DNR e LNR si trovano sotto il governo esterno, quello di Mosca, e le loro decisioni chiave dipendono dai funzionari e tecnologi politici russi. Tuttavia il Cremlino non ha mai riconosciuto la sovranita delle repubbliche autoproclamate e ancora oggi considera il loro territorio come una parte dell’Ucraina. Dopo il referendum sulla sovranita della DNR a maggio 2014, lì sono state formate le strutture del potere. Il ruolo cruciale tra le autorita della “Repubblica di Donetsk” e stato preso dal cittadino russo, moscovita Aleksandr Borodaj, diventato dirigente del Consiglio dei ministri di DNR. L’incarico analogo in LNR ha occupato un altro cittadino russo, Marat Bashirov, tecnologo politico, collaboratore del governo russo. Con tutto questo, Boroudaj non nascondeva i suoi viaggi regolari per Mosca e la coordinazione della sua attivita sul territorio dell’Ucraina con i funzionati russi. Il 16 giugno 2014 lui ha dichiarato apertamente: “Conosco da tanto tempo e stimo molto Vladislav Surkov, aiutante del presidente russo, che da alla DNR un sostegno serio. Si puo dire senza esagerazioni, che Surkov e il nostro uomo al Cremlino”. Pagina 15 Testimonianze importanti sul ruolo del Cremlino nelle decisioni riguardanti la scelta del personale della DNR e della LNR sono state fornite da Igor Girkin che tra maggio e agosto 2014 faceva il ministro della difesa della cosiddetta “Repubblica di Donetsk”. Lui dice apertamente di aver lasciato l’incarico a seguito della pressione dal Cremlino. “Non posso dire di essermi licenziato volontariamente, mi hanno minacciato di interrompere le forniture dalla Russia, e senza le forniture e impossibile combattere”, - ha dichiarato Girkin a gennaio 2015. Non si possono nascondere i fatti del diretto indirizzamento della politica di queste “repubbliche” presumibilmente “indipendenti”. Di fatto si tratta della creazione, nell’est Ucraina, di pseudo-stati governati da Mosca che non sono nient’altro che un meccanismo di pressione sulla Kiev ufficiale. CAPITOLO 10. CATASTROFE UMANITARIA Donbass negli anni 2014 e 1015 vuol dire omicidi non puniti, centinaia di migliaia di profughi, infrastrutture in rovina e il crollo del sistema sociale. Le autorita ucraine e russe e anche i rappresentanti della comunita internazionale sempre piu spesso descrivono la situazione nel Donbass come una catastrofe umanitaria. Secondo le statistiche ufficiali del dipartimento delle migrazioni della Federazione Russa, tra l’aprile 2014 e il gennaio 2015 piu di 800 mila cittadini ucraini si sono trasferiti in Russia. Oltre 900 mila abitanti del Donbass sono stati costretti a fuggire dalle sparatorie e dalla fame sui territori sicuri dell’Ucraina, stando ai dati delle autorita locali. Molti profughi non possono piu tornare per via delle distruzioni che hanno subito le citta e i paesi nella zona del conflitto. Pagina 16 Circa 104 mila abitanti della regione di Donetsk sono rimasti senza alloggio, acqua, gas ed energia elettrica. Regolarmente arrivano le notizie sulla morte degli operai attivi nel ripristino delle infrastrutture sui territori occupati dai separatisti. I separatisti nell’est ucraino molto spesso aprono il fuoco dai rioni densamente popolati e dalle case abitate. Posizionando le postazioni di fuoco nei condomini abitati, i separatisti provocano il fuoco di risposta, nella direzioni dei civili. Le testimonianze di queste azioni sono apparse anche sui canali russi. Ad esempio, il 1 ottobre 2014 sul “Pervyj kanal” e uscito il reportage, nel quale un combattente della DNR apre il fuoco dalla finestra di un condominio a tanti piani nella direzioni delle postazioni dell’esercito ucraino. Dopo, il giornalista chiede a una anziana sulle scale dello stesso condominio, se non ha paura di viverci. Sotto il fuoco dei belligeranti vengono colpiti anche i mezzi pubblici. Così, il 13 gennaio 2015 ci sono stati degli spari verso il posto di blocco all’ingresso della citta di Volnovakha dalla parte di Donetsk. Il fuoco era condotto dal territorio controllato dai separatisti dai sistemi di artiglieria “Grad”. Sotto questi spari e finito un autobus di linea con civili dentro, 12 persone hanno perso la vita. CONCLUSIONE Mettiamo i puntini sopra le i. La “guerra ibrida” condotta da Putin e: “La doppiezza del pensiero”. Noi non sembriamo di essere in guerra con l’Ucraina, e tutti lo capiscono. Sul territorio russo funzionano i campi di addestramento per i belligeranti, verso la frontiera con l’Ucraina si dirigono le colonne di carri armati, i leader dei separatisti accordano le loro azioni con il Cremlino. Pero non sembra che siamo in guerra. Putin fa un sicuro Pagina 17 cenno di no con la testa, Churkin nel Consiglio di sicurezza dell’ONU nega con fervore tutte le accuse nei confronti del Cremlino. Le menzogne. In Ucraina hanno catturato dei para russi? Mah, si sono semplicemente persi. Avete le prove che i separatisti usano le armi russe? Le avranno comprate al negozio militare. Le postazioni ucraine subiscono il fuoco dal territorio russo? Ma lo fanno loro da soli. Sono resi noti i nomi dei soldati russi morti nell’est ucraino? Ohi. Vigliaccheria. Ne Putin ne i suoi generali hanno avuto il coraggio per riconoscere il fatto dell’aggressione militare contro l’Ucraina. Le menzogne codarde e l’ipocrisia vengono presentate come una grande saggezza politica. La vigliacca e vile guerra, fatta scoppiare da Putin, costera caro al nostro paese. Noi pagheremo per questo imbroglio con le vite dei nostri soldati, con la crisi economica e con l’isolamento politico. Pagheremo con l’antagonismo con i nostri alleati di vecchia data. Nel mondo non c’e una nazione piu vicina e fraterna per i russi che quella ucraina. Loro sono i nostri fratelli e si puo dire senza alcun patos che la guerra tra i russi e gli ucraini nel Donbass si puo definire esclusivamente come fratricida. Questa guerra e la vergogna del nostro paese. Questo problema non scompare da solo. Putin va fermato. E lo puo fare solo il popolo russo. Fermiamo questa guerra insieme. Pagina 18