annuario 2013
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annuario 2013
Annuario 2012/13 Istituto di Istruzione ‘Lorenzo Guetti’ TIONE DI TRENTO Via Durone, 53 Tel. 0465 321735 - Fax 0465 322811 [email protected] www.guetti.tn.it Si ringraziano tutti i docenti, studenti, personale amministrativo per la collaborazione. Editing: Claudio Pucci, Tiberio Salvaterra Fotografie classi: Biagio Caruso Impaginazione e stampa: Antolini Tipografia - Tione di Trento Liceo con indirizzi: Indirizzi Tecnici: Corsi serali: Scientifico Scientifico opzione Scienze Applicate Scientifico per le Professioni del Turismo di Montagna Linguistico Socio Psico Pedagogico - cl. IV e V Scienze Umane - cl. III Biennio Economico Indirizzo Giuridico Economico Aziendale (I.G.E.A.) - cl. IV e V Amministrazione, Finanza e Marketing - cl. III Turismo - cl. III Biennio Tecnologico Geometri - cl. IV e V Costruzioni, Ambiente e Territorio - cl. III Geometri Ragioneria Sommario Sommario Saluto della Dirigente scolastica _ ____________ 3 Saluto della Presidente C.d.I. _ ________________ 4 Esperienze Incontri Testimoni e Personaggi Non dimentichiamo mai _________________________ 6 A scuola si fa turismo! ____________________________ 8 Un tuffo nella legalità _____________________________ 10 Contatto riuscito ____________________________________ 12 La Giornata degasperiana ______________________ 13 Fede e politica in Degasperi _ __________________ 15 Il giorno del ricordo _______________________________ 17 Perdita, nostalgia, speranza ____________________ 19 Protagonisti della 25ª edizione dei giochi sportivi giovanili di dama ________________________ 21 Una vittoria che dà speranza _ ________________ 23 Alcune note _ __________________________________________ 25 Un premio per la pace ___________________________ 27 Mondiale ragazzi ____________________________________ 29 Persone Consiglio dell’Istituzione__________________________ 32 Staff_________________________________________________________ 33 Docenti___________________________________________________ 34 Personale A.T.A._____________________________________ 35 2 1a Scientifico A _______________________________________ 36 1a Scientifico B _______________________________________ 36 2a Scientifico A _______________________________________ 37 2a Scientifico B _______________________________________ 37 3a Scientifico A _______________________________________ 38 3a Scientifico B _______________________________________ 38 4a Scientifico A _______________________________________ 39 4a Scientifico B _______________________________________ 39 5a Scientifico A _______________________________________ 40 5a Scientifico B _______________________________________ 40 1a Scienze Applicate _______________________________ 41 2a Scienze Applicate _______________________________ 41 1a Scientifico Montagna __________________________ 42 2a Scientifico Montagna __________________________ 42 3a Scientifico Montagna __________________________ 43 4a Scientifico Montagna __________________________ 43 5a Scientifico Montagna __________________________ 44 1a Linguistico __________________________________________ 44 2a Linguistico __________________________________________ 45 3a Linguistico __________________________________________ 45 4a Linguistico __________________________________________ 46 5a Linguistico __________________________________________ 46 1a Scienze Umane A ______________________________ 47 1a Scienze Umane B _______________________________ 47 2a Scienze Umane __________________________________ 48 3a Scienze Umane __________________________________ 48 4a Socio Psico Pedagogico ______________________ 49 5a Socio Psico Pedagogico ______________________ 49 1a Economico A _____________________________________ 50 1a Economico B ______________________________________ 50 2a Economico A _____________________________________ 51 2a Economico B ______________________________________ 51 3a Amministrazione ________________________________ 52 3a Turismo ______________________________________________ 52 4a IGEA __________________________________________________ 53 5a IGEA __________________________________________________ 53 1a Tecnologico A ____________________________________ 54 1a Tecnologico B _____________________________________ 54 1a Tecnologico C _ ___________________________________ 55 2a Tecnologico A ____________________________________ 55 2a Tecnologico B _____________________________________ 56 3a Costruzioni A _ ___________________________________ 56 3a Costruzioni B _____________________________________ 57 4a Geometri A _ ______________________________________ 57 4a Geometri B ________________________________________ 58 5a Geometri ___________________________________________ 58 Serale _____________________________________________________ 59 Saluto scolastica Saluto delladella DirigenteDirigente scolastica Tiziana Gulli L’annuario del “Guetti”! Che bella iniziativa, ho pensato, leggendo i numeri degli anni precedenti. Quante cose avvengono in una scuola nel tempo di un anno scolastico! E quante di queste rimangono sommerse, ricordo di singoli o di pochi e non memoria comune da valorizzare e far conoscere che proprio l’annuario recupera e conserva! L’annuario scolastico di quest’anno 2012-2013 costituisce la naturale prosecuzione di un’iniziativa che è ormai patrimonio e tradizione del nostro Istituto. Scrivendo questo breve articolo mi tornano alla mente alcuni dei momenti significativi dell’anno scolastico, ciascuno singolarmente importante e tutti insieme indispensabili per sviluppare il senso di appartenenza all’Istituto e al suo territorio: il primo giorno di scuola, i successi in ambito sportivo, il concorso nazionale vinto da BIG, la banda di Istituto, e tutte le iniziative culturali e progettuali che hanno arricchito e sostanziato l’offerta formativa del nostro Istituto nell’anno scolastico appena trascorso tra le quali non va dimenticato l’avvio dell’indirizzo Turistico e l’approvazione del nuovo percorso Tecnologia del legno nelle costruzioni. Attività e progetti a cui i nostri ragazzi hanno partecipato con costanza e tenacia, prima col cuore e poi con la mente, sotto la guida attenta dei docenti. Il Collegio Docenti e il Consiglio dell’Isti- tuzione scolastica hanno lavorato sempre con responsabilità e attenzione al bene dell’Istituto. Tornano anche alla mente momenti difficili che gli studenti “Guettiani”, accompagnati dai loro docenti, e sostenuti dalle loro famiglie hanno saputo affrontare con coraggio senza perdere la fiducia nella positività della vita. Non va dimenticato tuttavia che la quotidianità della scuola non è meno importante e pregnante, per lo spirito dell’Istituto, delle attività speciali e delle partecipazioni degli studenti ad eventi sul territorio. Il fare scuola giorno dopo giorno consente di sviluppare il valore di far parte di una comunità, con la condivisione sia delle gioie sia dei momenti meno sereni. è quel “senso di scuola” che nasce e cresce in ogni studente con la consapevolezza del grande lavoro che viene svolto nel quotidiano ritrovarsi insieme, condividere le esperienze e conservarne il ricordo. Il primo anno al “Guetti” è stato per me intenso e ricco di emozioni. Un grazie va al mio predecessore prof. Severino Papaleoni e al suo collaboratore vicario prof. Erminio Rizzonelli, che si sono sempre resi disponibili nella delicata fase di passaggio; un altro grazie al collaboratore vicario, prof. Claudio Pucci, figura di riferimento per tutta la comunità scolastica sempre attento e disponibile. Un pensiero particolare lo rivolgo ai docenti e a tutto il personale della scuola che nei diversi ambiti e responsabilità, con il loro quotidiano lavoro aiutano a rendere il “Guetti” un luogo accogliente per tutti coloro che vivono qui parte della loro giornata, dove i ragazzi possono trovare un ambiente stimolante e favorevole al loro percorso di crescita. Un augurio a tutti per un futuro portatore di successo, di gioia e di soddisfazione. 3 Saluto Presidente Saluto delladella Presidente del C.d.I. Antonella Collini 4 Da quando i miei figli hanno cominciato a frequentare la scuola (dalla materna alle superiori) mi sono sempre resa disponibile, come molti di voi e insieme a voi, a collaborare con il “sistema scuola” e a portare il punto di vista della famiglia e degli studenti. Ora che i miei figli frequentano l’Istituto Guetti, voi genitori avete richiesto la mia presenza nel Consiglio dell’Istituzione votandomi all’inizio di questo anno scolastico. Spero quindi di potervi rappresentare al meglio e sono sicura che con il vostro aiuto e i vostri consigli saprò affrontare l’impegno di cui volentieri mi sono fatta carico. Penso che la famiglia debba essere sempre presente anche nel percorso scolastico dei figli per confrontarsi con la scuola e per “allearsi” nel compito educativo. Il momento dell’adolescenza che i nostri figli stanno vivendo è forse il periodo più impegnativo anche per noi genitori; fare rete, scambiarsi informazioni, confrontarsi e condividere esperienze potrebbe essere un valido aiuto per affrontare nel modo migliore questa loro delicata ed importante fase della vita. La L.P. 5 del 7.8.2006 prevede la partecipazione dei genitori nella scuola e ne stabilisce le modalità. Soprattutto però ha voluto riconoscere il ruolo della famiglia, l’importanza di un dialogo permanente e approfondito tra le varie componenti del sistema educativo, la rappresentanza appunto per il fine comune dell’educare e del formare i nostri figli che sono il nostro futuro. Le finalità della L.P. 5 si richiamano alla Costituzione riferendosi ai diritti inviolabili dell’uomo e all’uguaglianza, ai diritti e doveri dei genitori, all’obbligo di istruzione, alla libertà di insegnamento, alla piena realizzazione della persona, all’esercizio consapevole della cittadinanza e all’attenzione all’integrazione dei soggetti con bisogni educativi speciali. Ecco perché è importante la partecipazione di tutti, per quello che ognuno può, in modo che si formi una “comunità educante” che sia in grado di colloquiare e di interagire per trasmettere il sapere ma anche i valori della solidarietà e della cooperazione, dell’accoglienza e della tolleranza, dell’onestà e della trasparenza, della vivacità intellettuale. Il nostro Istituto, oltre a vari indirizzi di istruzione liceale e tecnica, offre anche molti validi progetti educativi a cui gli studenti possono accedere e che permettono di affrontare argomenti non curriculari ma oltremodo importanti quali la salute, la salvaguardia dell’ambiente, la conoscenza del territorio e della nostra storia, l’apertura verso realtà lontane, la peer-education, la promozione dell’attività sportiva, l’approfondimento della musica attraverso la Banda d’Istituto, l’orientamento, le certificazioni e tutte le attività rivolte all’apprendimento, al potenziamento e arricchimento didattico. Viene offerto veramente molto e anche per gli studenti è prevista dalla Legge la parteci- pazione agli organi collegiali riconoscendo in loro il “soggetto primario del sistema educativo”. Sollecito quindi gli studenti alla partecipazione attiva e diretta al sistema scuola e auguro a loro di trarre il più possibile dal percorso educativo e di fare proprio il sapere per essere da subito cittadini consapevoli. La nostra partecipazione è attenzione, interesse e tempo che investiamo per i nostri figli. Occuparsi del loro mondo e della scuola sottolinea ai loro occhi l’importanza di quello che stanno vivendo. Il nostro “tornaconto” è la loro educazione e crescita, le esperienze e il sapere che investiranno nel loro futuro. Cari genitori è per questo che credo sia necessario il massimo impegno e la partecipazione di tutti noi! Saluto tutti gli studenti e le loro famiglie augurando di cuore un futuro proficuo e sereno. Esperienze Incontri Testimoni e Personaggi Non dimentichiamo mai Non dimentichiamo mai Lucia Mazzocchi 6 Dal 19 al 25 gennaio insieme ad altri 700 ragazzi ho avuto la fortuna di partecipare al progetto “Treno della Memoria” promosso dall’associazione torinese “Terra del Fuoco” che ogni anno si impegna a sensibilizzare migliaia di giovani italiani riguardo lo sterminio avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale nei campi di concentramento nazisti. In particolare un team di giovani organizza un viaggio in treno in Polonia durante il quale i ragazzi coinvolti vanno a visitare i campi di Auschwitz e Birkenau e il Ghetto ebraico. Lo scopo del viaggio è quello di non dimenticare ciò che è accaduto affinché tutto ciò non si ripeta. Noi partecipanti abbiamo un importante compito di testimonianza infatti il viaggio non termina con il ritorno in Italia, esso è solo l’inizio di un cammino nel quale dobbiamo essere testimoni attivi di quello che abbiamo visto ed essere persone che hanno compreso che esiste solo una razza: quella umana. Prima della partenza alla volta di Cracovia abbiamo partecipato a quattro incontri formativi nei quali abbiamo potuto approfondire meglio la storia relativa a quegli anni. Durante un incontro ho potuto ascoltare una testimonianza di alcuni deportati nei campi che si sono salvati. Mi hanno colpito molto le loro parole dure e aspre, la loro sofferenza nel tentare di far emergere i ricordi. Soprattutto mi hanno sconvolto le parole di un deportato che ci ha detto di vergognarsi a raccontare quello che sono arrivati a fare per non morire di fame. A fronte di questa dichiarazione mi sorge spontanea una domanda: perché degli uomini innocenti con la semplice colpa di essere uomini non appartenenti alla razza ariana non possono cibarsi, sono privati della loro libertà e della loro identità? Prima di partire eravamo tutti carichi di paure e di ansie, ora che siamo tornati nel nostro cuore è presente un gomitolo di emozioni 7 incomprensibili e contrastanti. Sentiamo il desiderio di raccontare quello che abbiamo vissuto eppure ci risulta difficile parlare con gli altri di cos’è stata quest’esperienza con “Terra del Fuoco”. Se mi venisse chiesto qual è la cosa più importante di tutto il viaggio non saprei rispondere. Ho un miscuglio d’emozioni che cercano d’evadere, che s’attorcigliano tra cervello e stomaco: mi sento capovolta, sconvolta, felice e triste, ignorante, inutile eppure così preziosa. Sento la mancanza del ghiaccio sulle nostre giacche mentre percorriamo le strade del Ghetto accompagnati da sessantottomila voci che confluiscono nelle testimonianze di tre vite. Gelo: avevo freddo, ma non ci pensavo, non più di tanto. Abbiamo anche riso, ci siamo ritagliati pure dei momenti di divertimento e abbiamo vissuto situazioni veramente fraterne e memorabili. Credo che il concetto fondamentale di questo percorso fosse l’umanità (che puoi trovare oppure no). Ho conosciuto persone bellissime, che mi mancano, ragazzi con cui ho condiviso pensieri tristi e belle sensazioni. Entrare nei recinti di Auschwitz non mi ha creato l’emozione che credevo. Non so spiegare quello che ho provato all’interno. So solo che ho fatto una gran fatica a capire e ad immedesimarmi. Ho sentito un gran senso di solitudine, eppure il campo era pieno di gente. Mi sono sentita impotente, incapace di fare qualsiasi cosa. Poi ad un tratto ho sentito un gran dolore e tanta tristezza. Tristezza che poi però si è trasformata in indifferenza, penso una difesa naturale di fronte al male assoluto. Mi ha colpito la disumanizzazione mostrata dalla quantità di oggetti personali, suddivisi e classificati: c’erano beni personali di uomini, donne e persino di bambini. Mi sentivo derubata pure io: nuda e vuota. Lì venivano raccolti i “diversi” e resi uguali tra loro. Inizialmente era solo una toppa sulla manica, poi un tatuaggio finché non diventarono omologati persino nella morte. Erano resi tutti uguali e credo che sia questa la cosa che mi ha toccato maggiormente. Anche nel campo di Birkenau ho sentito la solitudine. Era talmente grande e dispersiva che mi sentivo una nullità. Ho ancora ora, impresso nel cuore il freddo e il vento che ti aggrediscono all’ingresso di Birkenau. Mentre percorrevo la strada per uscire dai campi ho pensato ai milioni di persone che hanno potuto solo entrare e non uscire da quelle prigioni, ho sentito un gran sollievo nel potermi allontanare e ho sentito nel cuore il desiderio di rispondere a questo male seminando amore e solidarietà. Questo percorso è stato organizzato con arte e realtà, tra recite e nozioni. Un equilibrio perfetto tra storie di giusto e di sbagliato. Credevo che sarebbe stata un’ottima lezione di storia e invece è stato un insegnamento di vita. AA scuola scuola si fa Turismo! si fa Turismo! Guido Giacomuzzi e Cristina Maturi 8 Nell’anno scolastico 2012/2013 la proposta formativa del nostro Istituto si è arricchita di un nuovo indirizzo di studio: la specializzazione Turismo nell’ambito del triennio del settore tecnico-economico. Il nuovo indirizzo si affianca ad Amministrazione Finanza e Marketing, con il quale ha in comune il biennio, durante il quale gli studenti consolidano la preparazione di base e acquisiscono le competenze necessarie per poter affrontare il triennio, posticipando in tal modo a 16 anni la scelta ed essere così accompagnati in un percorso di orientamento più consapevole. L’avvio di un nuovo indirizzo, come già sperimentato nel nostro Istituto in altri casi, ha richiesto un particolare impegno a tutti i docenti coinvolti, che hanno però intrapreso questa nuova “avventura” con entusiasmo e desiderio di realizzare idee e progetti innovativi. Ciò ha consentito già in parte, e consentirà ancora di più in futuro, di costruire, insieme agli studenti, un indirizzo con un’identità propria, aperto a nuovi stimoli, ma partendo dal bagaglio sicuro di esperienze e preparazione dei docenti coinvolti. Come sempre (nella scuola e nella vita!) le difficoltà non mancheranno, ma si supereranno con l’impegno e la volontà di offrire alle famiglie e al territorio nuove opportunità per i nostri giovani. L’indirizzo Turismo consente una buona preparazione culturale in campo umanistico, che spazia anche nell’ambito artistico e geografico, e sviluppa capacità legate sia all’aspetto comunicativo delle lingue straniere (inglese e tedesco, cui si affianca lo spagnolo), sia a quello tecnico-professionale inerente la gestione delle aziende del turismo, non solo nell’amministrazione ma anche nella promozione. Per imparare a conoscere le bellezze di un luogo, imparare a farle apprezzare agli altri, imparare a considerarle risorse da proteggere, valorizzare e gestire, anche economicamente, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile, è necessario prima di tutto fare esercizio sui luoghi che ci sono più vicini. Per questo è stata realizzata un’interessante attività di simulazione di guida turistica nei paesi delle nostre Giudicarie, che ha permesso ai ragazzi della “prima” classe terza di conoscere ed apprezzare angoli più o meno noti dei paesi in cui vivono. Ogni ragazzo della classe ha dovuto docu- 9 mentarsi a fondo su un itinerario turistico a scelta, si è cimentato nella produzione di una brochure e, infine, ha dovuto mettersi alla prova come “guida turistica”, illustrando ai compagni, nel corso di una visita guidata sul territorio, il percorso scelto. A molti studenti questa attività ha permesso di scoprire che attorno a noi, nelle nostre Giudicarie, ci sono meraviglie nascoste: castelli dalle stupende architetture, chiese ricche di preziose opere d’arte, luoghi di incantevole bellezza naturalistica e … strutture ricettive di ottima qualità, gestite con passione ed intelligenza. Lo sviluppo del settore turistico richiede un tempo di formazione intenso e ricco di giusti stimoli, che tenga conto delle istanze del mondo reale e del territorio, ma che offra la possibilità di rendere concreti i sogni per un futuro sereno dei nostri ragazzi. Nella scuola, in tutti gli indirizzi consolidati o nuovi, siamo tutti impegnati per questo avvincente obiettivo. Un tuffo nella legalità Un tuffo nella legalità Nicola Spada e gli studenti della classe 3ª AFM 10 Durante l’anno scolastico 2012/2013 gli studenti della classe 3° dell’indirizzo Tecnico, Amministrazione Finanza e Marketing dell’Istituto “L. Guetti“ di Tione, hanno avuto la possibilità di partecipare ad un concorso promosso dal Consiglio Provinciale di Trento sul tema della legalità. Questo progetto ha suscitato in tutti noi una forte curiosità riguardo al tema e agli aspetti storico/giuridici del nostro territorio. Ha inoltre impegnato (dietro anche la perseveranza dei proff. Zanelli e Spada) l’intera classe per buona parte dell’anno scolastico richiedendo impegno e costanza, ampiamente ripagate dal risultato ottenuto. Il lavoro è stato diviso in due diversi momenti: il primo ha permesso di capire e studiare la storia trentina e principalmente l’autonomia del nostro territorio; ciò seguito da una fase più “pratica” con cui, attraverso alcuni questionari sottoposti a nostri compaesani, si è potuta realizzare una sorta di indagine il cui obiettivo consisteva nell’individuare l’idea della gente comune sul tema della legalità. Da questa è risultato che i cittadini sono consapevoli dell’importanza che ricoprono sul nostro territorio il rispetto delle persone, la solidarietà e la particolare attenzione a non discriminare le numerose minoranze che caratterizzano il nostro territorio. Questo progetto si è concluso con l’incontro che ha avuto luogo nell’Aula storica Depero lo scorso 23 maggio 2013, in cui si è celebrata la “Giornata della Legalità” con l’intervento del Presidente del Consiglio Provinciale Bruno Dorigatti, del Dott. Pasquale Profiti (Magistrato nella giurisdizione di Trento e Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati sez. Trento), del Dott. Camillo Lutteri (Dirigente del Servizio legislativo) e della rappresentante del Consiglio dei Giovani Cecilia Bighelli. Attraverso l’intervento di queste importanti figure della nostra provincia abbiamo avuto modo di assegnare un preciso significato alla parola “legalità”. Legalità è rispettare le leggi con la consapevolezza che non sono state create per limitare la nostra libertà, bensì per consentire la formazione di una convivenza civile e pacifica all’interno della società. Questo concorso è stato vissuto da tutti noi della 3° AFM come una vera e propria sfida che si è conclusa nel migliore dei modi: abbiamo vinto! Il premio aggiudicato al migliore lavoro consiste in un prezioso contributo (euro 2.000) per un viaggio in visita alle istituzioni del Parlamento Nazionale o Europeo. Il progetto è stato vissuto con grande interesse, entusiasmo e impegno, con la consapevolezza che la legalità non è un concetto astratto, ma bensì una realtà che tutti noi incontriamo ogni giorno nella nostra vita. L’elaborato proposto: Tutela delle minoranze come presidio della legalità Studiando gli eventi storici che hanno portato all’accordo De Gasperi – Gruber abbiamo compreso l’importanza profonda del rispetto che quell’accordo ha garantito alle persone e alla loro storia. Questo rispetto il popolo trentino lo ha nel tempo interiorizzato, non solo per quel che riguarda l’aspetto specificamente linguistico, ma verso qualunque forma di minoranza. Nei questionari proposti, alla domanda: “se le cito la parola legalità, mi dice in breve cosa pensa?” molti rispondono “il rispetto delle persone”. Affrontando l’argomento della legalità, ci siamo resi conto che questo riguarda innanzi tutto il rapporto individuale tra il cittadino e la legge, tra il cittadino e ciò che egli considera Stato (il ministro, il Comune, il vigile urbano, ecc). Il rispetto delle persone invece riguarda la giustizia, la dignità, la libertà, cioè il rapporto tra cittadino e cittadino, e non quello tra cittadino e Stato. La Speciale autonomia trentina ha favorito la cultura del cittadino, del cittadino nella comunità, del rispetto relazionale anche in un contesto istituzionale apparentemente poco decentrato. Indicazione di quanto individuato sono le risposte combinate alle domande del questionario: la percezione degli intervistati è che il livello di illegalità nelle nostre zone è nella media delle regioni a noi limitrofe, ma pochissime di queste persone associano i casi di illegalità alla generalizzazione della presenza dello “straniero o extracomunitario”. 11 Questo dato, in dissonanza con ciò che si propaganda in Veneto o in Lombardia, testimonia nella nostre comunità l’attenzione non discriminatoria alla persona più che al vestito che indossa o al colore della pelle. Quando il cittadino constata la benevolenza dei suoi simili, di persone che frequenta giornalmente, difficilmente oltrepassa il confine della legalità: la solidarietà, la dignità sono valori che producono comportamenti molto solidi sul piano del bene comune. Quando noi ragazzi proponevamo il questionario, abbiamo individuato in molti una iniziale diffidenza preconcetta riguardo all’argomento proposto, ma, quando ai nostri interlocutori spiegavamo che volevamo approfondire l’argomento dell’Autonomia trentina e della legalità, la disponibilità diveniva totale. Molti nostri concittadini non conoscono i fatti storici e giuridici che hanno prodotto la nostra autonomia, ma sono comunque convinti che in qualche modo abbia limitato il dilagare dei fenomeni di illegalità. È un peccato constatare questa ignoranza! Certo, come osserva il nostro professore, pochissimi italiani hanno letto la Costituzione, ciò non vuol dire che gli italiani siano cattivi cittadini; questo perché le leggi hanno proprio la funzione di regolare i rapporti tra cittadini, ma nel medio-lungo periodo producono anche cambiamenti culturali. Dalle interviste rileviamo però anche fenomeni degenerativi, soprattutto quelli che coinvolgono noi ragazzi come la droga, il bullismo e l’alcolismo. La domanda è: perché l’impianto autonomistico ha saputo preservare, come dicevamo prima, le generazioni precedenti e non produce effetti positivi nei contesti attuali? L’interrogativo è molto insidioso, le risposte però devono essere dello stesso tenore delle tesi finora proposte: c’è bisogno di una revisione dello Statuto? In quale direzione e per ottenere che cosa? E noi ragazzi saremo interpellati? Intanto avanziamo una proposta: perché non elaborare un percorso scolastico che ci faccia conoscere la nostra specificità istituzionale, accompagnata da esperienze concrete come quelle realizzate con questo nostro progetto. Forse diventeremo cittadini più responsabili, capaci di capire meglio quello che voleva dire nostro nonno: Alcide De Gasperi. Il testo dell’encomio “... per l’originalità della presentazione, per il rilievo e la somministrazione dei questionari sulla legalità e l’elaborazione sintetica dei risultati nell’ambito di un percorso articolato che ha visto coinvolti studenti, professori e cittadini della comunità...”. Il Presidente della Commissione dott. Camillo Lutteri. Ludovina Valerio, Omar Chafouk, Loris Iori, Claudia Gioffrè, Federico Brena, Daniela Quarta, Alberto Vender, Jessica Cimarolli, Nicola Bertini, Eleonora Esposito, Elena Fantoma, Daniel Iori, Alessia Nicolussi, Guido Franchi, Giada Bazzani, Chiara Maestri, Sonia Ballardini, Lara Antolini, Alessia Dado, Simona Isoppi. Da sinistra dietro ai nostri studenti: il dott. Camillo Lutteri, Dirigente del Servizio legislativo del Consiglio provinciale, Cecilia Bighelli rappresentante del Consiglio dei giovani, dott. Pasquale Prof iti, Pubblico Ministero e presidente dell’Associazione nazionale magistrati sezione di Trento, Bruno Dorigatti presidente del Consiglio Provinciale di Trento, prof.ssa Giuseppina Zanelli, dott.ssa Tiziana Gulli, Dirigente dell’Istituto di Istruzione L. Guetti di Tione e prof. Nicola Spada. Nell’annuario dello scorso anno 2011/2012 a pag. 12 si riportava l’articolo “A volte basta credere in noi stessi…”. Per un refuso di stampa l’articolo è stato attribuito ad Eleonora Cominotti anziché a Jasmine Cozzio, entrambe studentesse ora della IV Ragioneria sez. A: ci scusiamo con entrambe. Contatto riuscito Contatto riuscito Operatori e Volontari del Servizio Civile della Cooperativa Sociale “Il Bucaneve” 12 Al mercato settimanale di Ponte Caffaro, la Cooperativa sociale “Il Bucaneve” è presente con una bancarella di prodotti del suo artigianato. Si avvicina una signora e dice: “Mio figlio frequenta le superiori a Tione. è un ragazzo con la testa per aria: però l’altro giorno è tornato da scuola raccontando di essere stato particolarmente colpito dall’esperienza che un ospite della Bucaneve ha voluto presentare alla sua classe”. Al termine della presentazione alla classe dei due centri che la Bucaneve gestisce in Val del Chiese una professoressa, che l’aveva seguita con attenzione, ringrazia perché per la prima volta è venuta a conoscere il mondo della disabilità psichica e chiede l’indirizzo del sito della Bucaneve per saperne di più. Stiamo raccontando di due piccoli episodi, avvenuti nel corso della settimana, che ha visto la Cooperativa Sociale “Il Bucaneve” presentare a 14 classi dell’Istituto di Istruzione “Lorenzo Guetti” il suo lavoro nel mondo dell’Handicap fisico e psichico. Mesi prima la proposta era stata presentata alla Direzione dell’Istituto che l’aveva accolta bene e si era resa disponibile ad attuarla. Questa proposta è nata da un progetto di Bucaneve che ha coinvolto quattro ragazzi e ragazze del Servizio Civile della P.A.T. intitolato “CONTATTO“. Il “contatto“ che si voleva realizzare era quello tra il mondo della disabilità, così stigmatizzato, e gli studenti delle superiori, con l’obiettivo di farlo conoscere e mostrarne contenuti e valori. E perché no? Magari far nascere nei giovani la voglia di spendersi per queste realtà anche tramite l’esperienza del Servizio Civile. La proposta presentata ha raccolto l’adesione di 14 classi, tra le seconde e le quarte dell’Istituto, che hanno messo a disposizione le proprie ore di assemblea di classe. Due equipe della Bucaneve, composte da operatori dei Centri e volontari del Servizio Civile, hanno presentato alle Classi la loro esperienza ed il lavoro che stanno realizzando. In alcune delle classi un utente del Centro di Storo ha voluto portare personalmente la sua esperienza. Che dire? Abbiamo trovato molta attenzione da parte delle classi che, in alcuni casi, hanno anche interagito con domande e osservazioni davvero significative. È parso subito evidente che il racconto veniva accolto con curiosità e che produceva negli uditori alcune riflessioni. Per noi operatori e giovani del Servizio Civile è stato particolarmente impegnativo, perché ci siamo trovati alle prese con un’esperienza tutta nuova e magari anche con qualche timore nei confronti di un mondo, come quello della scuola, da noi alquanto distante. Ma certamente ci ha colpito l’accoglienza degli studenti che hanno smentito qualche pregiudizio corrente: i giovani sanno ancora accogliere con interesse proposte ed esperienze anche del tutto nuove per loro. Contatto riuscito? Obiettivo raggiunto? Cer- tamente abbiamo mosso i primi passi che ci confortano nel proseguire. I questionari raccolti tra le varie classi hanno mostrato riscontri positivi. Alla luce di questo La Cooperativa Sociale “Il Bucaneve” ha intenzione di riproporre anche per quest’anno l’esperienza ad altre classi dell’Istituto ed estenderla anche agli altri istituti superiori di Tione: ENAIP e U.P.T. Non ci rimane che ringraziare la Direzione dell’Istituto, i docenti che ci hanno sostenuto in questo percorso, i tecnici, i ragazzi e le ragazze delle 14 classi che ci hanno permesso di raccontarci. Contatto riuscito? SÌ! 13 La Giornata degasperiana La Giornata degasperiana Giovanna Binelli “Qualcuno ha detto che la federazione europea è un mito… È vero… E se volete che un mito ci sia, ditemi un po’ quale mito dobbiamo dare alla nostra gioventù per quanto riguarda i rapporti tra Stato e Stato, l’avvenire della nostra Europa, l’avvenire del mondo, la sicurezza, la pace, se non questo sforzo verso l’unione?” Alcide De Gasperi, 15 novembre 1950 è stata giudicariese la “Giornata degasperiana” di quest’anno. Un onore per questo territorio avere in casa questa bella manifestazione dal sapore trentino e italiano al tempo stesso. La giornata, non a caso, si è tenuta il 12 del mese di aprile: De Gasperi nacque a Pieve Tesino il 3 aprile del lontano 1881. Il legame tra De Gasperi e le Giudicarie è forte da sempre: dai tempi della sua militanza politica sotto l’Austria, convinto che la politica non potesse mai perdere il suo tratto popolare e con questo il rapporto diretto con chi abita in valle, in più occasioni si occupò proprio della comunità giudicariese: ad esempio quando c’era da radicare sul territorio il neonato partito popolare trentino, oppure, argomento quanto mai attuale pensando al progetto di Metroland, ci si doveva misurare con la possibile costruzione di una tramvia che unisse Trento con Tione. Quest’anno il Direttore della Fondazione “Alcide De Gasperi” Beppe Zorzi ha scelto le Giudicarie per riflettere sul rapporto tra l’impegno politico dell’ultimo De Gasperi a livello locale, nazionale e europeo e le nuove modalità di politica e cittadinanza che stanno emergendo, “senza scorciatoie e strumentalizzazioni ideologiche o partitiche, convinti che De Gasperi possa dire molto ancora oggi, specie alle nuove generazioni”. L’evento all’insegna della partecipazione civile si è aperto all’Istituto di Istruzione “Lorenzo Guetti”. Davanti ad un nutrito e orgoglioso parterre - più di 200 gli studenti presenti - si è tenuto un incontro dal titolo “Il Diritto ad avere diritti”. Le storie e le forme della cittadinanza” al quale sono intervenuti il presidente della Fondazione Trentina “Alcide De Gasperi”, Giuseppe Tognon e Gracy Pelacani, dottoranda all’Università degli Studi di Trento. Dopo una brillante e vivace presentazione da parte della dott.ssa Pelacani sul “senso di avere dei diritti”, sull’”importanza di godere di diritti”, il presidente Tognon ha ripercorso, in una lezione dal grande spessore intellettuale, la storia dei diritti dell’uomo, dal mondo greco fino all’Unione a 28 Paesi Membri, per poi passare a delineare alcuni tratti specifici dell’uomo e politico De Gasperi. Uomo di tanta ambizione e poco orgoglio, riteneva la politica “arte del reale, del raggiungibile” e per questo si rivolse prima di tutto al “popolo dalla scarpa grossa”, ha esordito il Presidente Tognon. La storia politica di Alcide De Gasperi è stata quella di un leader europeo, di partito e di popolo; ma anche quella di un politico per molti versi “solo”, come lo ha definito la figlia Maria Romana. Convinto che la politica dovesse sfociare in qualcosa di concreto, supportato però dalle idee, riteneva che colui che desiderava dedicarsi all’amministrazione del bene comune dovesse possedere tre caratteristiche, ha infine chiosato il Presidente Tognon: competenza (attenzione che non divenga tecnicismo); senso della strategia (attenzione a non scivolare nella tattica); onestà. Ad uno studente che dal palco gli chiedeva Giornata degasperiana 2013 venerdì 12 aprile In Giudicarie l’appuntamento annuale organizzato dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, per approfondire un tema caro allo statista trentino: tre momenti di confronto aperto per discutere di cittadinanza e di Europa PROGRAMMA 10.50 Istituto di istruzione Lorenzo Guetti, Tione “Il diritto ad avere diritti”. La storia e le forme della cittadinanza Incontro con gli studenti Intervengono Giuseppe Tognon, presidente della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi Gracy Pelacani, dottoranda presso l'Università degli Studi di Trento 14.00 Sala Consiglio del Comune di Carisolo La politica di De Gasperi, la politica oggi Incontro rivolto ai giovani Per iscrizioni: Giovanna Binelli ([email protected]) e Arturo Povinelli ([email protected]) Modera don Ivan Maffeis 20.30 Casa della Comunità delle Giudicarie, Sala Sette Pievi, Tione Uscire dall’euro? Uscire dall’Europa? I pro e i contro: possibili scenari futuri e conseguenze nella vita di ognuno di noi Incontro pubblico Apertura lavori Patrizia Ballardini, presidente Comunità delle Giudicarie Intervengono Gianni Bonvicini, vicepresidente Vicario Istituto Affari Internazionali, Roma Marco Brunazzo, direttore Centro Jean Monnet, Università di Trento Modera Beppe Zorzi, direttore Fondazione Trentina Alcide De Gasperi Istituto di Istruzione Lorenzo Guetti “Non basta avere delle idee, bisogna anche agitarle!” Alcide De Gasperi, 10 novembre 1902 Per informazioni: Fondazione Trentina Alcide De Gasperi T + 39 0461 314247 | C + 39 366 6341678 [email protected] www.degasperitn.it La Giornata degasperiana quale fosse stato il legame di De Gasperi con l’Europa, il prof. Tognon rispondeva che De Gasperi era convinto che il processo verso l’integrazione economica e l’unificazione politica dell’Europa fosse da considerarsi “non un lusso, ma una necessità urgente” per guadagnarsi due condizioni preziose: la pace e la democrazia. De Gasperi definì la pace come il nuovo “mito” da consegnare alle future generazioni insieme all’amor di patria, quale mito ideale e morale dell’unità collettiva, al di sopra dei partiti. Per quanto riguarda poi la democrazia, essa non vale solo come forma di governo, ma sottintende anche un’idea della persona umana nella società, nonché un insieme di costumi e comportamenti responsabili e solidali. La giornata è poi proseguita alle 14 nella Sala Consiliare del municipio di Carisolo dove i giovani del paese e della Rendena hanno incontrato i relatori della mattina sul tema “La politica di De Gasperi, la politica oggi”: a moderare l’incontro il direttore della Fondazione, prof. Beppe Zorzi. “Anche nel campo della formazione civica fare memoria è fondamentale per trovare un senso e dare una prospettiva al nostro essere cittadini trentini, italiani e europei”, spiega Zorzi. “Per non cadere però nella semplice commemorazione, bisogna chiedersi continuamente cosa possa dire De Gasperi ad un giovane di 16-17 anni oggi. Potrebbe ad esempio anche dire di amare la propria terra, 14 sentendosi responsabili del suo destino e di tenere sempre insieme tre cose che oggi molti adulti impegnati in politica sembrano quasi vivere separatamente: la competenza, che non può prescindere dalla capacità di analisi e dalla concretezza del risultato; la visione strategica del futuro, che significa non guardare semplicemente alle prossime elezioni ma a chi verrà dopo di noi; infine l’onestà, che della buona politica è prerequisito fondamentale ma che non basta per fare un buon politico, così come non è sufficiente essere onesti per essere buoni ingegneri”. Nella Casa della Comunità di Valle a Tione Gianni Bonvicini, vicepresidente Vicario dell’Istituto Affari Internazionali di Roma e Marco Brunazzo, direttore del Centro “Jean Monnet”, dell’Università di Trento, assieme alla Presidente della Comunità Patrizia Ballardini, hanno concluso questa “Giornata degasperiana” con una conferenza dal titolo “Uscire dall’euro? Uscire dall’Europa? I pro e i contro: possibili scenari futuri e conseguenze nella vita di ognuno di noi”. Il prof. Zorzi ha tratteggiato in maniera assai efficace ed incisivo la personalità di De Gasperi e del suo tempo: dopo aver frequentato l’università a Vienna, nella città capitale dell’Impero, De Gasperi sedette sui banchi del Parlamento in rappresentanza del Trentino per poi trasferirsi a Roma, dove svolse l’attività di parlamentare dopo la I Guerra mondiale; la sua opposizione ferma al totalitarismo fasci- sta gli costò il carcere e l’isolamento, che lo tennero lontano per un periodo dalla scena politica ma non gli impedirono di contribuire ad organizzare, prima clandestinamente, poi pubblicamente, la rinascita democratica del nostro paese nel secondo dopoguerra, quando svolse i suoi incarichi di governo nel periodo della ricostruzione e promosse i primi e lungimiranti progetti di integrazione europea, di “un’Europa unita nella pace”, “allo scopo di salvaguardare e promuovere gli ideali ed i principi che sono loro patrimonio comune e di favorirne il progresso economico e sociale”. Quindi grazie al prof. Gianni Bonvicini, vicepresidente vicario dell’Istituto Affari Internazionali di Roma, al prof. Marco Brunazzo dell’Università di Trento e direttore del Centro Jean Monnet è nato un intenso dialogo, in un alternato colloquio sull’Europa e sul suo essere al centro della vita di tutti gli Stati che la costituiscono come unità economica, ma ancora priva della sua più che necessaria unità politica. Una visione di oltre mezzo secolo che ha spaziato dettagliatamente in quegli elementi che dovrebbero costituire l’assetto portante dei comuni intenti di intere popolazioni e di intere nazioni, ma minati da incertezze e titubanze - sia al centro che in ogni singolo Stato - che stanno impedendo di raggiungere le alte finalità sociali che sono e restano alla base dell’unificazione percepita ed attuata da personalità come De Gasperi, Adenauer e Shumann. I relatori, per rispondere alla domanda insita nel titolo della conferenza, si sono detti convinti che uscire dall’euro sarebbe un dramma internazionale, non solo europeo, si andrebbe infatti incontro ad una crisi del mondo occidentale. Il trattato di Lisbona non prevede che uno stato membro possa uscire dall’euro, ma prevede che possa uscire dall’Unione europea. L’uscita di uno stato creerebbe dei contenziosi tra chi esce e chi rimane, significherebbe grandi perdite di operatori economici che hanno investito in titoli di quel paese. La moneta verrebbe svalutata fortemente creando seri problemi a chi deve pagare in euro e renderebbe molto oneroso l’approvvigionamento di materie prime... Insomma, un incubo da evitare. Una “lezione” approfondita, esposta con rara franchezza e duttile comunicativa che ha arricchito il pubblico presente in sala e aiutato a capire la non facile situazione della crisi economica e politica che stiamo attraversando. Si è chiusa così la Giornata degasperiana 2013 in Giudicarie. File rouge dei tre significativi e intensi incontri quell’Alcide De Gasperi da molti ricordato come il più grande statista italiano del Novecento, da altri anzitutto come un cristiano incredibile, dalla figlia Maria Romana le due cose insieme, riunite nella personalità unica di “un europeo venuto dal futuro”. Fede e politica in De Gasperi Fede e politica in De Gasperi Beppe Zorzi Cosa significa per De Gasperi affermare che la fede deve essere all’origine del politico? Certo non si tratta di risolvere il politico nello spirituale. Ma nemmeno il contrario. La fede deve piuttosto in-formare la dimensione politica, ovvero darle un orizzonte di senso stabilendo delle priorità, la prima delle quali è che la politica serve l’uomo, anzitutto quello più debole. La fede non detta l’agenda della politica fornendole i contenuti e le strategie, che andranno piuttosto, di volta in volta, individuati e costruiti nel rispetto della relativa autonomia della stessa politica. D’altra parte, proprio perché la fede dà comunque un senso all’azione politica, è altrettanto evidente che non tutti i contenuti e le azioni della politica potranno essere giustificati. È anzitutto l’incoerenza tra il dire e il fare di molti uomini di fede impegnati in politica ad “uccidere” la politica. Soprattutto se alla fine si pensa anche di essere insostituibili. Non può però essere un’alternativa un certo giovanilismo di maniera che fa coincidere le capacità politiche con i dati anagrafici. Ma allora, per un cristiano che fa politica, dove è il confine tra un giusto impegno per le proprie idee, vissuto fatalmente attraverso vittorie e sconfitte, e l’atteggiamento tutto proiettato su di sé di chi, comunque, la “sedia”, spontaneamente, non la mollerà mai? Rispondere a questa domanda significa interrogarsi sul senso stesso della politica. Una cer- ta mentalità corrente la concepisce come un campo di guerra in cui bisogna rimanere il più lungo possibile in piedi. In questa prospettiva la dimensione spirituale della fede verrebbe, per così dire, ad “aggiungersi” più tardi, dal di fuori, anzitutto con finalità consolatorie, dopo che ogni cosa,“quaggiù”, nei limiti del possibile, è stata messa sotto controllo. Questo obbliga ovviamente il politico a districarsi nelle cose del mondo con una chiave di lettura, per così dire, dalla doppia verità: il mondo è fondamentalmente un “mondaccio” che chiede alla politica di imporsi con la forza e l’astuzia, ma in alcuni momenti o passaggi della nostra vita, anche in prospettiva finale, è bene lasciar entrare il buon Dio, senza il quale la storia stessa diverrebbe un inferno. C’è però un’altra modalità di intendere la politica. Essa non è appannaggio dei cristiani, perché già prima di Cristo ci sono stati filosofi e intellettuali che hanno pensato che la concezione appena descritta facesse torto alle possibilità positive e creative dell’uomo. La possiamo riassumere in due lezioni: la prima – a completamento di quanto detto poc’anzi – ci insegna che la dimensione spirituale, rispetto alla politica, non si aggiunge ad essa ma la permea tutta sin dalla radice nella misura in cui alla buona politica appartengono insieme, strutturalmente, almeno tre cose: competenza, senso strategico e rispetto per la persona, anzitutto per coloro che, per vari motivi, si trovano nell’impossibilità di condurre una vita dignitosa. Cosa significa rispetto per la persona, fuori da ogni retorica? Significa volontà e capacità di mettersi gratuitamente al servizio dell’uomo “intero” e della comunità concreta in cui si vive. In questo senso, è proprio la gratuità la cifra più profonda del servizio, anche in politica. La seconda lezione ci ricorda che è irragionevole quanto alla lunga pericoloso per sé e per gli altri ritenersi “eterni”, come se al politico non dovessero mai toccare in sorte malattia, vecchiaia e morte o, più semplicemente, non dovesse mai arrivare il tempo di un ricambio generazionale. Perché dunque un politico dovrebbe privilegiare la categoria del “servizio”? Perché operando con competenza in relativa autonomia (poiché non basta un contadino buono a formare un buon contadino!), promuovendo una certa visione di futuro, anche a medio-lungo periodo, infine lavorando per un mondo che sia sempre più a misura d’uomo, sia pure nella precarietà del tempo storico, si procurano benefici per l’intera comunità, non solo per sé e pochi eletti. è evidente che in una simile prospettiva il moralismo non ha vita facile. Si deve essere onesti, anche in politica, semplicemente per il rispetto che si deve avere verso se stessi e una certa idea qualificata di uomo. Proprio la storia umana ci dice che altre priorità, altri criteri, soprattutto in talune circostanze drammatiche, alla lunga “tengono” poco. 15 Cortesia Fondazione Trentina Alcide De Gasperi © Fede e politica in De Gasperi Che poi tutto questo non valga come assicurazione personale contro i soprusi e le ingiustizie non è affatto una smentita della validità della via, a mio avviso, da privilegiare, ma semplicemente la conferma che, se la storia è sempre “lotta, mai fatale andare”, come direbbe il nostro Alcide, a maggior ragione l’onestà in politica non è un auspicio ma una fondamentale forma di responsabilità verso se stessi e gli altri per costruire un mondo migliore. Dove sta allora la specificità del cristiano 16 impegnato in politica? Certo non nel fatto che questi possa rinunciare a servire l’uomo, quanto piuttosto nel fatto che per lui il modello di uomo, dunque il baricentro della sua vita, è anzitutto Cristo. Una Speranza, questa, alla quale affidarsi totalmente, “riformando” anzitutto se stessi, nonostante tutto, sia pure all’interno di un campo di tensioni dove convivono e interagiscono passaggi misteriosi e l’incessante sforzo critico della nostra piccola mente. In ogni caso, Cristo non potrà mai essere Realtà che possa fungere da tappabuchi per giustificare quanto non fatto nell’esercizio delle nostre umane responsabilità, anche in politica, e nemmeno per allontanare sofferenze, delle quali, semmai, andrà reinterpretato quotidianamente il senso. Può essere a questo punto illuminante l’esperienza interiore che traspare da un passo della lettera che Alcide De Gasperi, dalla cella di Regina Coeli, scriveva alla moglie Francesca, il 18 giugno 1928, quando aveva già compiuto 47 anni: “godetti di una solitudine così completa e di un silenzio così profondo che mi potei dedicare tutto alla vita interiore e ad un lavoro d’introspezione. Come le nostre bambine tutte accucciate ed intente stanno a vedere per la prima volta la trottola che gira, così me ne stavo io ad osservare l’anima mia, come si divincolava, barcollava, si struggeva e poi si rimetteva, fino a trovare il nuovo equilibrio”. Insomma, come spiegava lui stesso, : “… dapprima il centro ero io e tutto il resto si trovava sulla circonferenza: Dio, la famiglia, gli amici … Poi, lentamente, faticosamente, gemendo e sospirando sotto la pressura dell’esperienza, il centro si spostò: al centro stava ora Dio ed io mi trovavo sulla periferia, col resto del mondo, un pulviscolo in un vortice inesplorabile. Mi provai allora a spiegare gli avvenimenti dal Suo punto di vista”. In fondo, non era che l’anticipazione di quanto avrebbe detto poche ore prima di morire il 19 agosto 1954 alla figlia Maria Romana: “Ho fatto tutto ciò che potevo, la mia coscienza è in pace. Vedi, il Signore ti fa lavorare, ti permette di fare progetti, ti dà energia e vita, poi quando credi di essere necessario, indispensabile al tuo lavoro, ti toglie tutto improvvisamente. Ti fa capire che sei soltanto utile, ti dice ora basta puoi andare. E tu non vuoi, vorresti presentarti al di là col tuo compito ben finito e preciso. La nostra piccola mente umana ha bisogno delle cose finite e non si rassegna a lasciare a altri l’oggetto della propria passione incompiuta”. 17 IlIl Giorno Giorno del ricordo del ricordo Giovanna Binelli “Che cos’è, dov’è l’Istria? Fino a poco tempo fa bastava uscire dai conf ini di Trieste perché nessuno lo sapesse, o quasi. Al più, l’Istria, piuttosto che a una dimensione fisica, geografica e storica, a una terra, come tutte le terre del mondo, fatta di case e di cose, di uomini e donne, di contadini e marinai, di campanili (a punta) e cimiteri, di Storia e storie, di poesie e leggende, di miti e riti, di tradizione e magari anche superstizioni, di odori e sapori, era stata ridotta alla miseria di un’unica dimensione: quella politica. Era un po’ come se tutti si fossero trovati sdraiati sul lettino di uno psicanalista: “Se dico Istria, lei a cosa pensa?” e il paziente, se era di sinistra, era subito pronto a rispondere “fascismo, fascisti”, se invece era di destra “persecuzioni e stragi comuniste, foibe, esodo forzato di italiani innocenti”. Da Nata in Istria, di Anna Maria Mori, BUR, 2007, p. 9 Oggi la Repubblica riconosce quanto avvenne agli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia tra il 1943 e il 1947. Ma per quasi cinquant’anni la morte nelle foibe di 10-12.000, ma anche il dramma di 350.000 italiani che furono costretti ad abbandonare quelle terre, è rimasto un tabù. Dal 2004 una legge dello Stato ha istituto il 10 febbraio come data per ricordare quella vicenda spaventosa. Una cascata di emozioni. Questo è stato l’incontro di Anna Maria Crasti Fragiacomo con gli studenti del Guetti mercoledì 20 febbraio. Una testimonianza intensa e commovente che ha lasciato attoniti. Tutti. Il documentario “Volti di un esodo: racconti e testimonianze degli esuli istriani, giuliani e dalmati in Trentino-Alto Adige nel secondo dopoguerra” ha introdotto la mattinata, a seguire le parole della signora. Ci accoglie con un sorriso sulla bocca ma tanta tensione dentro il cuore. Il marito Claudio le è vicino, quasi a voler supportare e sostenere l’ansia che Anna Maria ha dentro di sé. “Mi chiamo Annamaria Crasti. Sono nata ad Orsera, in Istria, il 20 aprile del 1941. Sono fuggita una prima volta dalla mia città natale nel marzo del 1947 con la mia mamma per poi tornare lì nell’estate del 1947 e rimanervi f ino al 1948 quando siamo partiti def initivamente per l’Italia. A Trieste mi sono sposata con Claudio e per motivi di lavoro ci siamo trasferiti a Milano con i nostri due f igli. Oggi sono una nonna in pensione, ma anche un pezzo di Storia vivente”. Parole semplici. Una biografia stringata, quasi a voler ridimensionare l’incubo che nasconde tra le pieghe della mente. Una lacrima le riga il volto e l’aula magna piomba in un silenzio ancestrale. Anna Maria continua. “Le esperienze terribili dei campi profughi a me e alla mia famiglia sono state risparmiate perché il mio papà è riuscito a scappare, a comperare un appartamento a Trieste e ad evitare a me e alla mia famiglia tante atrocità. Il mio papà era un Crasti, famiglia profondamente italiana, mai fascista, benestante; mamma in- vece era una Quarantotto, nota ed antica casata istriana, fascisti; mentre ai famigliari di mamma non venne mai torto un capello, papà e i suoi soffrirono molto. Papà era un commerciante, possedevamo un negozio di alimentari sotto la nostra abitazione. Nel 1947 venne portato via dagli slavi assieme allo zio e vennero messi i sigilli al negozio; fortunatamente, dopo 40 giorni di torture, sputi, percosse e malvagità, papà e zio fecero ritorno a casa. Vennero poi avvisati da una persona – papà non volle mai rivelare il nome – di scappare. E così fecero. La famiglia aveva una ditta di autotrasporti; preso un camion, papà e zio arrivarono al conf ine con Trieste, qui corruppero le guardie dando una borsa di soldi e riuscirono ad entrare a Trieste. Ad Orsera rimanemmo io, la mamma incinta, mia sorella, le mie nonne… Un giorno la mamma mi disse: “Domani, Anna Maria, scappiamo te ed io”. Lo ricordo lucidamente: era notte, avevo 6 anni, siamo salite su una barca a remi con altri disgraziati e siamo partite verso Trieste. Ricordo il mare – che amo tantissimo – e la paura che mi incuteva durante la traversata (onde alte, buio, scossoni..). Siamo arrivate a Trieste, mio papà era felice di vederci ma non sapeva dove metterci; alla f ine riuscimmo ad acquistare un appartamento. Dopo una serie di rocamboleschi accadimenti la famiglia nel 1949 riuscì a ricongiungersi. Perché si scappava? Sostanzialmente per raggiungere l’Italia, in quanto non potevamo più sopportare le situazioni politiche che si erano Il Giorno del ricordo venute a creare nel nostro territorio: gli slavi terrorizzavano gli italiani. In tanti hanno vissuto il serio dilemma se rimanere lì e cancellare completamente la propria italianità, oppure arrivare in Italia e cercare di ricostruire una vita fondata su quelli che erano i diritti fondamentali, in modo particolare quelli della libertà. E quando dico libertà intendo la libertà di espressione, di pensiero, fondata soprattutto sul rispetto dell’altro. Questo non perché appartenevamo ad una certa corrente politica, ma soltanto per il desiderio di poter godere dei diritti fondamentali. Ed in modo particolare di essere rispettati per l’essere italiani (molti simboli italiani erano stati tolti, come le bandiere, e volevano pure che parlassimo un’altra lingua…). È in questi giorni successivi all’Armistizio del 1943 che vennero infoibate centinaia di persone, il numero vero non si saprà mai. Venivano portati via benestanti italiani – i cui nomi venivano segnalati dagli stessi italiani dei paesi in cui si viveva -, persone del CLN che combattevano i fascisti e poi tantissime persone semplicemente per invidia o per rancore, di norma erano persone economicamente abbienti. In famiglia uno zio di papà venne portato via e poi ucciso: era il fattore di una facoltosa famiglia di Parenzo. Andava a lavorare nelle “stanzie” (= fattorie), nell’aprile del ’45 venne trovato con delle pallottole in testa (aveva tentato di scappare ma non ce l’ha fatta!). I profughi Dalmato-Istriani furono accolti malissimo in tutta l’Italia, non capivano che scappavamo per rivendicare il nostro sentirci 18 italiani. Venivamo additati come fascisti: quando gli esuli arrivarono, vennero accolti da f ischi e bandiere rosse; per non parlare di Bologna dove le crocerossine che volevano sfamare i bambini furono bloccate e pane e latte vennero buttati sui binari del treno piuttosto che dare loro da mangiare. Io stessa fui per un lungo periodo di tempo considerata diversa. Non italiana. E ancora oggi i miei amici mi danno della “fascista”. Dopo 65 anni sono tornata a Orsera. Sul Comune sventolavano la bandiera croata e quella di Orsera, la bandiera dell’U.E. e… quella italiana. Orsera però è “un’isola felice”: i comuni istriani hanno libertà di scelta, in base all’italianità possono esporre o meno la bandiera italiana”. Anna Maria riserva poi un pensiero a colei che ritiene “il simbolo” del Giorno del Ricordo: Norma Corsetto. “Era nata a Santa Domenica di Visinada, il 17 maggio 1920. Aveva 23 anni e stava per laurearsi in Lettere e f ilosof ia a Padova. Le piaceva andare in bicicletta e amava la sua terra rossa. Il 25 settembre del 1943 un gruppo di partigiani irruppe in casa sua, e la portarono via. Urlava, terrorizzata e impotente, “mamma” e “acqua”. I suoi predatori, dopo averla violentata, la gettarono ad Antignana, nella foiba di Villa Surani, insieme ad altri innocenti, una maestra, un farmacista, gente della vicina Parenzo. Il giorno dopo il padre, andato a cercarla con un parente, cadde in un’imboscata e venne fatto precipitare a sua volta in una foiba, a Castellier. Oggi il sorriso di Norma viene ricordato a Trie- ste in una via che le è stata dedicata; a Pisino dove un centro culturale porta il suo nome ma soprattutto nel cuore di quanti, memori della sua storia, ricordano una donna alla quale è stata tolta nel f iore degli anni la libertà e l’integrità del suo corpo di donna”. In Anna Maria il ricordo di quei lunghi giorni è più che mai vivido e lucido. Chiude il suo incontro con la lettura di una poesia di Bepi Nider, No dimentichemo, mentre gli occhi, di un azzurro cristallino, si bagnano ancora nel rammentare quel dolore che è stato sì di un popolo, ma anche e soprattutto di una bambina violata nell’infanzia. Nonostante l’età non si sottrae però al compito di portare ogni anno la sua personale testimonianza agli studenti delle Scuole del Milanese. Ma anche un messaggio, che è di “pace e libertà”. No dimentichemo Va per el ciel, de qua e de là girando, un tochetin de luna e, tra le frasche, f is’ceta un rusignol ‘na serenada. S’colto in silenzio e guardo, posà sula f inestra, le stele lusigar nel scuro mar de la note e col pensier ghe mando al tochetin de luna ‘na preghiera: “Quando doman, in viagio, ti rivarà sul mio paese, carezime, te prego, la cesa, el campanil, la mia caseta. Fermite un momentin, solo un momento, sora le tombe del vecio cimitero e basa una per una le lapide e le crose e dighe ai Morti, dighe luna, te prego, che no dimentichemo”. Perdita, nostalgia, Perdita, nostalgia, speranza speranza Anna Maria Crasti Fragiacomo Talvolta, andando indietro negli anni, tanti anni, e, ricordando, mi chiedo: ma sarà vero o non sarà vero? Ma le ciliegie di Orsera erano davvero così dolci, coloratissime le rosse, le bianche della Villetta di un giallo pallido, quasi trasparente, meravigliosamente croccanti? Ma i fichi di quell’enorme albero del nostro orto che, da bambina, mi era precluso dalla cattiveria di chi abitava con noi, nella nostra casa, nostri ospiti, quei fichi erano così zuccherini, quasi mielosi? Ma l’uva spina - ua graspina - , il ribes - ua de San Giovani - erano sì un po’ aciduli e così morbidamente dolci, da non poter dire quanto? Ma il tappeto di nosele – nocciole - messe a seccare, tante da diventare quasi un marciapiede su entrambi i lati dei Pianisei, profumava così intensamente? Ma le violette della collina di Brustolade erano così viola o così bianche, profumate e tante, tante, tante? Ma l’uva, la Malvasia di Boveda, della Finida, della Villa era così trasparente ed il nero Refosco blu? Ma l’albero di giuggiole - sisole -, sopra la cisterna di casa nostra, era tanto grande, i suoi frutti più dolci del rosolio? Ma il pesce, dai colori dell’arcobaleno: i blu degli sgombri e dei sardoni, i rosa-azzurro dei riboni, gli argenti sfumanti quasi nell’oro dei branzini e delle orate, quei pesci che, a casa mia, se pescati al mattino non si mangiavano alla sera perchè non freschi; ma erano davvero così sapidi e così buoni? È forse la perdita della Patria, del paese, dei morti, di tutto quello che più amavamo che rende il ricordo vibrante di emozione? Rende ogni luogo, persona, oggetto e persino la frutta, cioè tutto ciò che abbiamo abbandonato, li rende così incantevoli ed ineguagliabili? Siamo forse noi, sono forse io che, presi dall’angoscia del tutto perduto, diventiamo tanto vulnerabili? Ma quegli orecchini, color rubino, stupendi, due ciliegie, erano i più belli? Questo è uno dei ricordi, pochi, che ho di Orsera; pochi ricordi di una bambina piccola, di sei sette anni, che tengo stretti, chiusi nella mente, nell’anima, quasi con affanno, per paura di dimenticare. Perchè hanno rubato a me, a Mario, a Marinella, a Sergio i ricordi di bambini diventati più grandi, di adolescenti, di giovani, dei primi amori, degli sguardi furtivi, dell’essere donne, uomini, vecchi. Dell’Orsera del “dopo” il mio primo ritorno è con Claudio; di nascosto da mamma. Volevo mostrargli la mia casa: “Ecco, questa è casa mia!”, il mio mare verde, blu, cristallino, il mio paese, i miei scoi, la nostra Chiesa, le nostre Chiese. La seconda volta, dopo tanti anni, volevo far conoscere Orsera ai miei figli: siamo scappati via, subito; spaventata, inorridita com’ero da quel paese agostano, strapieno di sconosciuti, venuti da tutta Europa, rumoroso, caotico. Il mare, quello cristallino, in quel momento non c’era più, volgarmente sporcato da tanta gente, gommoni, barche, quasi violato. A quasi settant’anni sono ritornata di nuovo, in una fredda, bellissima giornata di gennaio ed ecco: il nostro Cimitero, come la prua di una nave adagiata nel mare, poi il paese, la chiesa, il panorama. Quell’incantevole sguardo da sopra Montracher, sotto quell’albero là da sempre, da quando c’eravamo tutti quanti, andati e rimasti, quasi un faro a sorvegliare il mare, ad illuminare il nostro ritorno. Ogni volta che sono là, sotto quell’albero, lo amo sempre di più e lo invidio. È nato là, è sempre là, le sue radici diventano sempre più profonde, sempre allo stesso posto: “Vorrei essere un albero che sa dove nasce e dove morirà”. Questi i versi, commoventi, di Sergio Endrigo in “1947”, che esprimono in maniera maledattamente vera il mio sentire. C’è, poi, la nuova vita. “Com’è stata, signora, la sua vita da esule?”. È questa la bella, intelligente domanda che mi ha fatto un gruppo di ragazzi dell’Istituto Guetti di Tione, quando sono andata a portare la mia testimonianza di Istriana in occasione del Giorno del Ricordo. Com’è stata la mia vita, la vita di tutti noi profughi, esuli in Italia, nel nostro Paese? La mia risposta è stata: di bambina felice; di figlia capita, coccolata, molto responsabilizzata; 19 Perdita, nostalgia, speranza di giovane donna cercata e corteggiata; di moglie innamorata, realizzata, tanto gratificata; di madre molto sollecita (mia suocera mi definiva “troppo affettuosa”). Una vita piena di amici, con cui ho condiviso tante allegrissime cene, ma anche gioie e, purtroppo, dolori. Una vita di sorella partecipe, amata. Ho, insomma, avuto una normale vita felice. Ma c’è stata, anche, una vita parallela, come avvolta in una leggera nebbia: ovattata, mai rifiutata, anzi sempre tenacemente vissuta. Con un’espressione non pensata da me, ho sempre avuto “l’anima altrove”. La mente sempre, anche inconsapevolmente, presa dal ricordo delle nostre strade, le nostre case, la nostra gente. Sempre cercando, con chiunque, parenti, amici, sconosciuti, di parlare dell’Istria, del nostro dramma, appena si presentava, si presenta, un appiglio. “Annamaria parla sempre dell’Istria, dell’Esodo” commentano sorridendo gli amici. La vita di esule istriana: “È nata in Istria? L’Istria in Serbia, in Yugoslavia, in Kossovo, persino in Libia!”. Una vita, questa, avvolta nell’indifferenza quasi generale, accompagnata dall’ignoranza di chi non sapeva, ma faceva ben poco per sapere; talvolta mal vissuta “Sporchi de esuli”, ci chiamavano a Trieste, anche se avevi la tua casa e non avevi mai chiesto nulla ad alcuno, anche se ne avevi diritto. Una vita sempre condizionata da un se: “E se fossimo rimasti?”. Nonostante tutto: terrore, 20 persecuzioni, prigione, maltrattamenti, l’OZNA... “Papà, forse, sarebbe ancora vivo?”. Una vita dubbiosa: quanti parenti, amici a me sconosciuti, ho? Dove sono? Chi saranno? Ed ecco, la sorpresa: Davide Rossi, il prof.Davide Rossi, il bravissimo docente universitario, storico e ricercatore, prezioso per quanto fa per ricordare la nostra storia, è mio parente. Sapendo che è di origine orserese e che da parte materna è un Boico, ho fatto le mie ricerche: mia nonna (nonna Checca) e sua bisnonna erano sorelle, mia mamma e sua nonna Ulma erano prime cugine L’ho incontrato ad una conferenza ed era un estraneo, dopo un po’ ho scoperto che siamo parenti. Quanti casi simili a questo ci saranno riguardanti me e tantissimi esuli? Una vita piena di nostalgia, nel significato più vero di questa parola: il dolore del non ritorno. Perchè, anche se torni ad Orsera, vai a casa tua, o, meglio, quella che era la tua casa ma che senti ancora tua, sai che sei nel tuo paese, dove sei nata, dove sono le tue radici che, poi, sono i tuoi morti, capisci, purtroppo, che sei un’estranea, anche se spesso accolta affettuosamente, ma un’estranea che non conosce chi incontra, che non sa il vecchio nome delle strade - l’attuale Via Casanova, prima Via Tito, prima ancora (quando c’eravamo tutti) Via Roma -. Un’estranea che non ha saputo riconoscere la Salita de San Martin, che da piccola, sei anni, mi sembrava ripidissima, tanto che i muli di zio Piero la facevano lenti, a fatica. Un’estranea che, quando l’ho rivista, ho dovuto chiedere: “Ma dov’è la Salita de San Martin?”. “Quella che è davanti a lei, signora!” mi hanno risposto. Ed ecco, allora, nel cuore ti “scoppia” il rimpianto. Non abbiamo più la nostra identità: siamo triestini, toscani, lombardi, friulani, laziali, campani, americani, australiani. Non siamo quasi più capaci di parlare nel nostro dialetto orserese, i nostri dialetti istriani: quando lo parliamo è un ibrido, mescoliamo la nostra parlata con i vocaboli dei luoghi dove viviamo. Se lo parliamo, il nostro dialetto ha inflessioni romane, napoletane, piemontesi, americane. Ci siamo dimenticati il nostro lessico. Tutti ricordano il significato di “strafanici”? Abbiamo dimenticato il nostro modo di coniugare i verbi “el xe vegnù” o “el xe vegnudo”? Chi usa ancora il “duto” (tutto)? “Te ga i oci de bilfo”, cosa significa? Stiamo dimenticando i visi, i sorrisi, gli sguardi delle persone che ci erano care, vicine; stiamo perdendo la memoria di una vita dolce, piena di affetti, piena “de comari e de compari”; stiamo perdendo la memoria di quella che allora ci sembrava la noiosa normalità, la monotona quotidianità, ma che erano così belle e, purtroppo, irripetibili. Ed allora, sempre ed oggi, in occasione del Giorno del Ricordo, con la memoria, che non voglio sia piena di rancore, cerco di tenere a mente la meraviglia dei nostri paesi, lo splendore dei paesaggi, la pace dei nostri cimiteri, tutti i volti amati, i piccoli compagni di giochi che ancora ricordo. Tento di pensare che la maggior parte di quelli che oggi vivono nei nostri paesi, nelle nostre case, non hanno nessuna colpa. Voglio pensare e ricordare che, nel giorno della Commemorazione dei defunti, c’è un “qualcuno”, di cui, purtroppo, non conosco il nome, che porta, sempre, sulla nostra tomba un bellissimo vaso di crisantemi gialli e tantissimi lumini, tante piccole luci che illuminano il nostro indimenticato passato. Tutto questo, però, non riesce a farmi scrollare dal cuore, dall’anima, la pesantezza del dolore, del tanto dolore che non passa mai. Protagonisti edizione Protagonisti della 25ªdella edizione25ª dei giochi sportivi giovanili di dama Gabriele Salvaterra, Michele Salvaterra, Giorgio Spada L’avventura nasce una domenica, esattamente il 21 aprile 2013, quando alcuni volenterosi genitori ci accompagnano a San Zenone degli Ezzelini in provincia di Treviso per partecipare al Torneo di Dama a squadre del Triveneto, utile alle qualificazioni nazionali dei giochi sportivi giovanili di dama italiana e internazionale. La mattina è piovosa, ma noi studenti del Guetti siamo animati da spirito di avventura e, quindi, il tempo non ci fa paura! Una mattina piena di tanti incontri, ragazzi che avevamo già conosciuto lo scorso anno, tanti saluti e cordialità. Ma quando arriva il momento della gara siamo tutti concentrati, il leale agonismo è più forte dell’amicizia, non ci ferma nessuno! Dopo un pomeriggio passato alle damiere, le tre squadre partecipanti del nostro Istituto si qualificano alla finale romana. Tutti entusiasti e commossi i genitori, si fa quindi ritorno alle case con la vittoria in tasca. Il 16 maggio partenza alle sei da Tione per Trento, da qui tutti in treno alla conquista della Capitale! Si è svolta a Roma, presso le strutture della Fraterna Domus, la venticinquesima edizione della Finale Nazionale dei Giochi Sportivi Giovanili di dama, che dal 16 al 19 maggio ha visto circa duecento studenti, provenienti da tutt’Italia, darsi battaglia a “colpi di pedine”, alla conquista degli otto titoli italiani in palio nelle due differenti specialità (dama italiana e dama internazionale) e nelle diverse categorie della scuola primaria e di I e II grado (Elementari, Medie, Superiori-Allievi e Superiori-Juniores, cioè biennio e triennio). Immersi nell’infinito verde del Parco di Veio, al confine nord della Capitale, ben 57 squadre, provenienti dalle sette semifinali nazionali che avevano visto coinvolto oltre quattrocento compagini e migliaia di studenti (degli oltre cinquantamila che ogni anno praticano lo “Sport della mente” su banchi di scuola), si sono date appuntamento per misurarsi e incontrarsi, tra vecchi e nuovi sguardi, e l’ennesima avventura all’insegna del gioco della dama. Ad arricchire le celebrazioni del “primo giubileo dei Giochi Giovanili”, nel ventesimo anno dal riconoscimento della Federazione Italiana Dama da parte del CONI, si è aggiunto il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, che ha voluto sancire – dopo due anni di stand-by – la piena appartenenza della dama e di tutti gli sport della mente all’interno dei Giochi Sportivi Studenteschi del CONI, all’interno dei quali, con ben due decreti ministeriali, cosa mai avvenuta prima, è stata inclusa la finale nazionale stessa organizzata dalla FID ed a cui oltre al MIUR ed al CONI, si è aggiunto il patrocinio della Regione Lazio e della Città di Roma Capitale. La sera dell’arrivo, giovedì 16 maggio, è caratterizzata dalla cerimonia di saluto a tutti i gruppi, giunti numerosi ed in particolare alle comitive giunte dalla Valle d’Aosta, dalla Calabria, dal Lazio, dalla Basilicata, dalla Lombardia, dalla Sardegna, dal Veneto dal Friuli-Venezia Giulia, dalla Sicilia, dalla Liguria e dal Trentino, in un tripudio di cori festosi da parte dei ragazzi. Venerdì 17 maggio è il primo giorno di gioco, l’ambiente e caratterizzato da grande attesa mista a tensione, ci sono i consigli dell’ultima ora e gli accompagnatori emozionati a fare la spola su e giù in attesa del risultato. Gli istruttori avanti e indietro per il corridoio 21 Protagonisti della 25ª edizione predisposto per permettere loro di seguire da vicino i loro allievi, sotto gli occhi vigili dello staff arbitrale, diretto e composto in gran parte da giovanissimi. Sabato 18 inizia tra fremiti e sussulti per la posta in palio; giornata segnata da grande equilibrio tecnico da parte delle squadre in vetta alla classifica, con risultati e classifiche che turno dopo turno prendono forma, con qualche immancabile arrivo al fotofinish ed il gradino più alto del podio affidato all’ultima partita ed all’ultimo quoziente. Nel pomeriggio tutti o quasi, in giro per la Capitale, coccolati dal sole e affascinati dalla storia di una città sempre tutta da scoprire, con qualche perspicace accompagnatore che con il suo gruppo ha deciso di godersi anche qualche sprazzo della primavera romana. Domenica 19 è la giornata finale, quella delle premiazioni e degli addii, della tradizionale messa per i damisti e le loro famiglie. Vorremo ringraziare per questo risultato i genitori e gli insegnanti che ci hanno sempre sostenuto, la Dirigente scolastica dott.ssa Tiziana Gulli (che sappiamo ha prontamente sostenuto i nostri sforzi ed ha voluto complimentarsi con ciascuno di noi), ma il più grosso grazie va alla prof.ssa Laura Giordani che in maniera sempre discreta, serena e dolce, ci ha accompagnati in questa nostra bella esperienza romana. (Parte del presente articolo e le foto sono state estratte dal sito della F.I.D.) 22 Classifiche: Dama Italiana Classifiche: Dama Internazionale Juniores 1° Guetti-Tione (Gabriele Salvaterra, Giorgio Spada, Michele Salvaterra) p. 6.16; 2° Satta-Nuoro (Nicola Gallo, Simone Cancellu, Andrea Careddu) p. 6.15; 3° L.S. Campanella -Reggio Calabria 11 (Emily Cammera, Claudia Cutrupi, Daniele Romeo) p. 5; 4° IISS E.Medi p. 3,12; 5° L.S. Campanella -Reggio Calabria 10 - Reggio Calabria 10 p. 0. Allievi 1° Leonardo Da Vinci-Reggio Calabria (Natale Laganà, Giuseppe Matalone, Joussef Kamel) p. 9; 2° Guetti-Tione (Alessandro Masè, Damiano Leonardi, Martino Bomprezzi) p. 7; 3° VallauriVelletri (Filippo Catesi, Francesco Pro, Enrico Romano) p. 5; 4° IC 16 agosto 1860 Corleto Perticara (PZ) p. 2. Juniores 1° Guetti-Tione (Stefano Valentini, Simone Maffei, Luca Riccadonna) p. 9.23; 2° Liceo Majorana-Latina (Hu Youy, Zheng Haohao, Federico Casciero) p. 7.23; 3° IT Ferraris-Reggio Calabria (Gabriele Morabito, Antonio Izzo, Antonio Caracciolo) p. 3. Miglior Giocatore: Stefano Valentini (Guetti-Tione TN) 11/12 in prima damiera. Una vittoria che dà speranza Una vittoria che dà speranza Mariachiara Rizzonelli Sabato 1 dicembre a Roma i Campionati Studenteschi di calcio a cinque, organizzati da CONI e MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca) in collaborazione con il Settore Giovanile e Scolastico e la Divisione calcio a cinque della Federcalcio, si sono conclusi con la vittoria per 6-0 da parte delle ragazze dell’Istituto “Lorenzo Guetti” sulla squadra femminile dell’Istituto Itcg “Enrico Fermi” di Pontedera (PI) Dopo aver infatti vinto le selezioni provinciali e quelle regionali (con un risultato secco di 11-0 sulla formazione dell’Alto Adige), le studentesse del Guetti sono riuscite ad imporsi sulle squadre del proprio girone con una serie di risultati bulgari: 8-0 con il Molise, 9-2 con il Lazio, 10-0 con la Liguria, 5-3 con l’Emilia e 7-2 con la pur ostica Lombardia. Per la cronaca tra le ragazze figurano Martina Brunello, Greta Brunello, Giorgia Zanetti, Arianna Bonenti, Beatrice Todesco, Annalisa Zulberti, Cecilia Greggio, Jiullieth Quintero Villa, Silvia Ferrari e Alessia Periotto. Afferma l’allenatore e professore di Educazione Fisica dell’Istituto Guetti Raffaele Berretti a proposito della vittoria raggiunta: “Sono progetti partiti oramai quattro anni fa e che hanno visto nel tempo le squadre allenate nel nostro istituto passare le selezioni provinciali e spesso anche quelle regionali; l’anno scorso per esempio la squadra maschile è arrivata seconda perdendo solo ai rigori”. Berretti parla con la passione caratteristica di chi proviene da quella regione di lavoratori che è l’Emilia Romagna, ma anche con tanta umiltà, visto il suo passato da calciatore professionista, riserva della prima squadra di quel Cesena che negli anni Ottanta giocava in serie A: “Quell’anno lì il Cesena fece un grande risultato arrivando addirittura in Coppa Uefa” – ricorda soddisfatto. Berretti però è anche persona capace di cominciare dal basso. L’ha dimostrato quando una decina di anni fa è stato chiamato in Rendena per fondare assieme ad altri come direttore sportivo da più squadre giovanili locali, come il Javrè, lo Spiazzo, il Pinzolo, il Madonna di Campiglio e altre ancora, la ‘Società Sportiva Val Rendena’, un obiettivo centrato di cui va ancora fiero. Come lui al calcio giovanile tiene anche il primo “Pallone d’oro” italiano nel ‘69 Gianni Rivera, che come presidente del Settore Giovanile e Scolastico FIGC, assieme a Fabrizio Tonelli, Presidente della Divisione calcio a cinque, e Roberto Menichelli, CT Nazionale calcio a cinque reduce dal 3° posto nell’ultimo Mondiale di Thailandia 2012, ha partecipato alle premiazioni di Roma sabato scorso. Rivera deve aver saputo parlare loro in maniera coinvolgente se è vero che “i ragazzi l’hanno applaudito molto e più volte”, come riporta l’allenatore del Guetti. “Cosa insegna questa bella esperienza sportiva a livello educativo alle ragazze e agli studenti del Guetti?”, chiediamo all’insegnante Berretti. 23 Una vittoria che dà speranza Risponde quasi di getto: ”Il calcio come tutto lo sport è educativo. È quasi inutile parlare ai giovani dei rischi dell’alcol, del fumo e della droga se non si indicano loro strade alternative e lo sport è una di queste. E occorre insegnare loro sì a vincere, ma vincere con i propri mezzi, con l’impegno, il sacrificio, non con l’inganno, la violenza e la sopraffazione”. Nello sport, continua, si può infatti migliorare se stessi attraverso la conoscenza di se stessi, e, nel caso di uno sport di squadra come il calcio che, anche attraverso la conoscenza degli altri mi stanno attorno: si deve imparare a dare loro rinforzo e fiducia, a non dire certe cose, o a saperle dire al momento giusto. Così si arriva ad avere rapporti reciproci buoni e belli. Si gioca tutto lì”. È ciò che cerca di fare quest’insegnante con le sue ragazze ei suoi ragazzi. I ragazzi trentini, fa notare Berretti, sono 24 sempre impauriti quando devono uscire dalla loro provincia per giocare con altri a calcio perché il Trentino non ha tradizioni di un certo livello: “Quando i ragazzi vanno fuori con lo sci o con l’arrampicata sono gli altri a temerli; il calcio è invece una cosa di ultima generazione rispetto alle grandi città come Milano, Torino, Roma o Napoli. Ma io ho cercato di dimostrare loro che se sono uniti, se sono forti, se hanno davvero un sogno da realizzare, nessuno a priori può loro toglierlo; solo il campo e le loro scelte di impegno qui e nella vita. E dico loro di fare una vita sana, di qualità, con dei valori, degli obiettivi e degna di essere vissuta”. Sembra che la ricetta funzioni, se i risultati sono la vittoria a livello nazionale. E la prospettiva di poter accedere ai campionati studenteschi mondiali che si terranno prossimamente. 25 Alcune Alcune note note Silvano Bonomi L’anno scolastico 2012-13 è stato il ventunesimo anno di attività della BIG (Banda Istituto Guetti). L’obiettivo è stato quello di rinsaldare ed amalgamare il nuovo gruppo costituito da quasi trentaquattro musicisti, di cui 2 provenienti dalla scuola professionale attraverso il consolidamento del linguaggio musicale bandistico. Le prove hanno avuto cadenza settimanale con uno o due incontri, a seconda delle esigenze, cercando di ottenere importanti sviluppi dal punto di vista sia musicale che sociale. Tra le varie attività effettuate dalla Banda dell’Istituto di Istruzione “L. Guetti” vogliamo ricordare l’organizzazione della “Giornata della Gioventù Musicale Giudicariese” realizzata a Tione il 27 aprile 2013. L’evento ha coinvolto più di cento giovani musicisti provenienti da tutte le bande del comprensorio, che hanno avuto l’occasione di incontrasi e confrontarsi in un momento di socializzazione musicale. Ma l’evento più significativo dell’anno è stato sicuramente la partecipazione al Concorso Nazionale “Indicibili Incanti” avvenuta in giugno nel cortile della Minerva presso il Palazzo del Ministero dell’Istruzione a Roma. La nostra banda si è esibita in tre brani (Inno al Guetti di Franco Puliafito, Montanas del fuego di Markus Gotz e Joyance di Bruce Pearson) che le hanno fatto ottenere il riconoscimento del prestigioso primo premio in un concorso che ha visto competere ben settanta gruppi musicali provenienti da altrettante scuole di tutta Italia. Il premio è stato consegnato dal Presidente del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della Musica Luigi Berlinguer e dal Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza che si sono complimentati con i nostri ragazzi e con il loro Maestro Sara Maganzini per l’ottimo livello musicale raggiunto. La Settimana nazionale della musica a scuola Ogni anno scolastico migliaia di scuole realizzano attività musicali che trovano nella “Settimana Nazionale della musica”, ai primi di maggio, un momento importante di interazione con il territorio. Il Concerto nel Cortile della Minerva del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, diventato ormai un appuntamento consolidato a conclusione dell’anno scolastico, porta Alcune note quella stessa interazione a diretto contatto – a contatto “fisico”, si può ben dire – con il centro dell’Amministrazione. Esso costituisce il segno tangibile dell’azione con la quale il MIUR, attraverso la collaborazione e il supporto scientifico del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della Musica, intende introdurre gradualmente l’educazione e la pratica musicale nei curricoli di tutti i cicli e di tutti gli indirizzi in vista di una stabile collocazione ordinamentale. In tale contesto il Concerto è la festa di quelle punte di qualità che emergono in particolare nella pratica 26 e musicale d’insieme che, dallo scorso anno, Indicibili (in)canti, attraverso il concorso han no modo di rivelarsi pienamente, a seguito di una selezione che mette in luce le straor dinarie esperienze musicali studenti. Le degli due manifestazioni, la “Settimana Nazionale della musica”e il Concerto, rappresentano sia momenti di esibizione di rilevanti espres sioni delle attività musicali delle scuole, sia occasioni importanti di bilancio e di stimolo ulteriore. È vero, infatti, che il DM 8/2011 è in fase di attuazione grazie all’impegno e alla professionalità di migliaia di protagonisti, tra dirigenti e insegnanti, della scuola primaria, per cui è possibile guardare con sempre mag giore realismo a nuove e concrete modalità edella d’introduzione dell’educazione pratica musicale in questo grado di scuola. Il MIUR ha avviato ormai un percorso, né breve né facile, ma che, con il sostegno necessario più delle vivaci energie intellettuali del paese, sollecita il raggiungimento dell’obiettivo da tempo proposto dal Comitato con lo slogan “Fare musica tutti”: l’obiettivo, cioè, di rendere la pratica musicale, così radicata nella storia culturale italiana, un momento essenziale di studente. del curricolo ciascuno In questo modo si potrà garantire la crescita equilibrata della persona attraverso la valorizzazione delle diverse capacità della mente umana. Luigi Berlinguer, Presidente del Comitato Nazio nale per l’apprendimento pratico della Musica. http://archivio.pubblica.istruzione.it/comitato_musica_new/ 27 Un premio per la pace Un premio per la pace Ilaria Pedrini Un concorso letterario promosso dal Rotary Club di Madonna di Campiglio, ha messo in gara gli studenti dell’Istituto Lorenzo Guetti. Alessia Pelanda, giovane studentessa di Brione al 3° anno del corso Costruzioni Ambiente e Territorio, ha convinto appieno la giuria dopo la lettura delle 27 composizioni arrivate dagli studenti dell’Istituto “Lorenzo Guetti” che hanno accettato la sfida del concorso letterario promosso dal Rotary Club di Madonna di Campiglio a cimentarsi con il pensiero del Dalai Lama: “La pace nel mondo può passare soltanto attraverso la Pace dello spirito e la Pace dello spirito solo attraverso la presa di coscienza che tutti gli esseri umani sono come membri della stessa famiglia, nonostante la differenza di fedi, di ideologie, di sistemi politici ed economici”. Ad Alessia infatti è andato il primo premio e l’applauso dei rotariani e dei familiari presenti alla serata conclusiva, tenutasi presso Villa Lutti, a Campo Lomaso, lo scorso 24 maggio. Nel suo incipit dimostra da subito carattere e conoscenze, quando afferma: Riflettendo sulla frase proposta nel titolo mi è venuto alla mente un altro pensiero pronunciato da Papa Pio XI durante il discorso del 24 dicembre 1930: “Non può esserci vera pace esterna tra gli uomini e tra i popoli ove non è pace interna, ove cioè lo spirito di pace non possiede le intelligenze e i cuori…”. Due citazioni fatte da persone vissute in periodi diversi, in ambienti socio-culturali diversi, con religioni diverse ma con le stesse idee, gli stessi principi: la pace, il rispetto, l’amore… Un tema, per certi versi vecchio come il mondo ma sempre attualissimo in ogni dove. Sua Santità Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama, premio Nobel per la Pace 1989, è un leader buddista che trasmette di sé, un’immagine positiva, di persona solidale, saggia, riconosciuta come guida spirituale. Proprio in questi giorni si trova qui in Trentino Alto Adige per parlare di felicità e speranza in tempo di crisi. La felicità nasce dal prenderci cura gli uni degli altri, è una questione che dobbiamo coltivare innanzitutto in noi stessi per poi farne partecipi gli altri. Nasce da un cuore nuovo. È l’uomo che uccide e non la sua spada per cui la volontà e il cuore umano sono alla base della pace. Certamente non bisogna dimenticare le passioni che sviano il cuore umano e lo spingono alla guerra, le frustrazioni degli individui e dei popoli, l’ingiustizia, che è una grave mancanza alimentatrice delle varie divergenze, i sistemi socio-politici ed ideologici che sono pur essi opera dello spirito umano; infine la sregolatezza della coscienza umana che chiama bene o male ciò che intende scegliere in base ai suoi interessi materiali. Per la formazione di un cuore nuovo c’è bisogno di aprire questo nostro cuore e saper comprendere Un premio per la pace e riconciliarci con tutti gli uomini. Ci deve essere quindi una nuova conversione del cuore che comporta anche un rinnovamento sociale in rapporti di ogni dimensione ispirati a giustizia e ad amore fraterno. “Le questioni tra popoli non si risolvono con i missili - ha detto la guida spirituale dei tibetani - vanno invece risolti con il perdono, la compassione e l’amore”. È nella capacità di relazionarci con gli altri che possiamo raggiungere la felicità perché “la mia felicità è anche la tua felicità”. Quindi prosegue argomentando la sua tesi, destreggiandosi con convinzione non comune fra l’evoluzione delle società multiculturali e le caratteristiche di un ascolto autentico, per concludere con un racconto che propone ai 28 lettori della composizione come chiave del suo pensiero: Una bambola di sale viaggiò sulla Terra per migliaia di miglia, finché giunse finalmente al mare. Rimase affascinata da quella strana massa in movimento, completamente diversa da tutto ciò che aveva visto in vita sua. “Chi sei?” chiese la bambola di sale al mare. Il mare, sorridendo, rispose “Entra e vedrai”. Così la bambola s’inoltrò nel mare. E più camminava nel mare, più si scioglieva, finché rimase ben poco di lei. Prima che quell’ultimo pezzetto si sciogliesse, la bambola esclamò stupita: “Ora so chi sono!” non trascurando di commentare lucidamente: “... ancora una volta il riconoscimento di Chi siamo scaturisce dall’incontro con un Altro che non conosciamo”. Applausi e premi anche per Monica Tonezzer di Tione e per Jasmine Cozzio di Spiazzo. A Oscar Frizzi di Montagne è andato invece un premio speciale, per la originalità del testo poetico proposto: “Tu, nuvola”. Alla cerimonia di premiazione il presidente del Rotary Club Madonna di Campiglio, Mario Beltrami, ha affermato: “Questi giovani, hanno interpretato in maniera fantastica il motivo della nostra annata “la Pace attraverso il servizio”. Commentando e interpretando il contenuto del tema proposto, loro ci hanno dimostrato che anche nelle nostre valli il valore della cultura e del rispetto reciproco sono fortemente radicati”. Nel salutare i premiati e i loro professori Mario Beltrami ha poi concluso: “Questa serata è dedicata ai ragazzi, ai loro meriti e al messaggio di Pace contenuto nei loro componimenti”. Accanto ai membri della giuria, erano presenti alla premiazione i familiari dei ragazzi, la signora Tiziana Gulli – Dirigente Scolastico dell’Istituto Guetti – e gli insegnanti Giuseppina Zanelli, Cristina Carraro ed Ezio Salvaterra. Tiziana Gulli, ha plaudito all’iniziativa ed ha ringraziato il Rotary di Madonna di Campiglio per l’opportunità offerta agli studenti, auspicando la continuazione del Concorso. Del resto un simile concorso letterario è apparso quanto mai azzeccato e coerente con lo spirito formativo della scuola, che da anni porta avanti al suo interno un “Progetto Pace e solidarietà” come palestra di apertura verso le questioni più attuali poste dall’incontro fra i popoli e le culture. Il progetto prevede una finalità generale di educazione ai valori attraverso la pratica di attività di servizio in contesti locali e internazionali. Ogni anno un viaggio umanitario li porta a conoscere realtà toccate dalle guerre o da particolari contesti di crisi: Bosnia, Kosovo, Moldavia, per citare i più recenti. Nell’anno scolastico 2011-12, proprio grazie al “progetto Pace” e ad uno straordinario impegno di fund raising, è stato possibile far sì che una intera classe partisse per il Cameroun e riuscisse a realizzare un sogno a lungo accarezzato: visitare l’orfanotrofio che tre anni prima era stato “adottato a distanza”, per stringere con i piccoli ospiti della struttura un legame ancora più forte e continuativo. Per questo motivo il contatto fra il Rotary Club di Madonna di Campiglio e la scuola ha rivestito significati che vanno al di là dell’evento di Villa Lutti: ad essere premiati sono stati sì – e meritatamente – i 4 primi classificati al concorso, ma anche tutti i partecipanti e, in un senso ampio, tutti gli 850 studenti del Guetti per la speranza che sprigiona dalle loro esperienze di solidarietà internazionale e in definitiva per l’idealità condivisa di un mondo più fraterno. Mondiale Mondiale ragazzi!ragazzi! Antonella Moratelli Serata in ricordo di Mauro Giovanazzi, organizzata dagli studenti del Liceo Scientifico per le Professioni del Turismo di Montagna Quando una tragedia ti colpisce, è quasi naturale reagire con un impeto di vita. La nostra mente e il nostro cuore non potrebbero reggere di fronte al dolore che assale, all’incapacità di trovare una ragione per ciò che è successo, alla sensazione, anche fisica, dell’assenza di qualcuno a cui abbiamo voluto bene. E allora mente e cuore reagiscono: trovano, in non so quale “magazzino”, forza, coraggio e soprattutto speranza per far sì che la tragedia che ha colpito con tale durezza si trasformi in vita, in spirito propositivo. La tragedia è entrata nelle nostre vite in modo subdolo, da traditrice; chi poteva pensare che una giornata di sole, di neve, di lavoro, ma anche di divertimento celasse invece la morte. Quando si parte per un’uscita sulla neve valuti i rischi, stai attento, ma non pensi mai che la natura possa riservarti un’insidia, perché il mondo è lì per te, per vivere e gioire, per scendere dal versante ripido della montagna facendoti accarezzare dal vento e dal sole e affondando gli sci nella neve farinosa. Paesaggio idilliaco, direbbero i poeti. Paesaggio di morte, invece, quel 1° aprile 2013; all’improvviso il mondo si è rovesciato, il vento non accarezzava più i visi, ma si era trasformato in tempesta, la neve non era più una coltre candida, ma era dappertutto e correva via veloce, travolgendo tutto, natura e vita: quella di Mauro. Ho visto la morte, la paura e il dolore negli occhi dei miei studenti e non si poteva pensare di aspettare che il tempo curasse le ferite. Bisognava fare qualcosa: Mondiale ragazzi è nato così, il giorno dopo la morte di Mauro, quando ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso che bisognava far vincere la vita e la speranza e bisognava ributtare la morte lontano da noi. La scrittura è un’ottima benda curativa; scrivere fa pensare, fa capire, tenta di dare una spiegazione a ciò che è successo. Da qui è partito il desiderio di parlare di Mauro, di scrivere di lui, di raccontarlo ripercorrendo i momenti trascorsi insieme, in montagna e sulla neve, tenendo presenti i suoi insegnamenti, ricordando le sue passioni e ripetendo le sue frasi piene di entusiasmo: MONDIALE RAGAZZI! era un modo, tutto suo, di trasmettere passione, gioia, vita, insomma! E di vita lo spettacolo si è riempito. E di vita sono stati pieni i giorni trascorsi nell’allestimento del video che ha coinvolto molti studenti del Liceo della Montagna che hanno contribuito, in maniera fattiva, con foto, filmati, ricordi, musica a far sì che uscisse da quelle immagini, legate insieme dalle note e dalle parole, un ritratto di Mauro che trasmettesse speranza. A te, Mauro, il nostro ricordo, allora: cammina tranquillo, i tuoi ragazzi hanno imparato molto da te, soprattutto ad amare la vita! 29 Persone Consiglio dell’Istituzione Consiglio dell’Istituzione Consiglio dell’Istituzione Dirigente scolastico 32 Tiziana Gulli Genitori Antonella Collini - Presidente Sara Appoloni Sergio Salizzoni Flavio Zanetti Docenti Iole Armani Luciano Bugna Michele Calce Maria Leonello Susanna Mittempergher Claudio Pucci Nicola Spada Giuseppina Zanelli Personale A.T.A. Studenti Studenti Consulta provinciale Achille Pasi Jacopo Bomprezzi Francesca Bonazza Camilla Perotti Luca Riccadonna Damiano Bugna Paolo Prem 33 Dirigente scolastico Docente collaboratore vicario Docenti collaboratori Docenti collaboratori sicurezza Staff Staff Staff Tiziana Gulli Claudio Pucci Innocentino Antoniolli Luciano Bugna Lorena Giacobazzi Cristina Maturi Tiberio Salvaterra Roberto Strangis Silvano Bonomi Alberto Tomasi Coordinatori di Indirizzo Liceo Scientifico Liceo Scientifico Montagna Liceo Scientifico opz. Scienze Applicate Liceo Linguistico Liceo Scienze Umane Tecnico Settore Economico Tecnico Settore Tecnologico Corsi serali Coordinatori di Dipartimento Area Umanistica Area Linguistica Area Scientifica Area Tecnica Area Giuridico-Economica-Aziendale Funzioni strumentali Processi di valutazione e autovalutazione BES, attenzione al biennio Innovazione Tecnologica Scuola e Territorio Tiberio Salvaterra Luciano Bugna Roberto Strangis Maria Carla Girardini Laura Rossi Giuliana Salvaterra Alberto Tomasi Anna Litta Susanna Mittempergher, Antonella Moratelli Iole Armani, Lorena Nabacino Alessandra Boroni, Tiberio Salvaterra Carlo Carè Cristina Maturi Caterina Buganza, Alessandra Macinati Liliana Gallazzini Lorenzo Cazzolli Giovanna Binelli Docenti Docenti Docenti 34 Anna Alamia Cristina Alberti Addolorata Liana Algeri Giulia Andina Armida Antolini Paola Antolini Innocentino Antoniolli Iole Armani Mariapina Attardi Silvia Barbuto Stefano Bazzanella Sergio Berardini Raffaele Berretti Mirella Bertolini Giovanna Binelli Paola Binelli Jeanette Bizzotto Francesco Bondioli Silvano Bonomi Antonio Bonvecchio Alessandra Boroni Marco Bosetti Massimo Bosetti Caterina Buganza Luciano Bugna Franco Buratti Geronima Caffarena Michele Calce Attilio Caldera Maria Caola Carlo Carè Paolo Caresia Nicola Caridi Cristina Carraro Biagio Caruso Marzia Cassa Lorenzo Cazzolli Armida Ceranelli Lucia Ceschinelli Alessandro Ceso Primo Cimarolli Luciana Coffano Romeo Collini Ennio Colò Marzia Comini Enrico Cucca Laura Da Rugna Elena Di Francesco Paolo Dolzan Marco Donatoni Andrea Faioni Carmelo Faraci Tiziana Fedrizzi Paola Ferrari Liliana Gallazzini Elisabetta Gasperi Roberto Gentile Lorena Giacobazzi Guido Giacomuzzi Laura Giordani Mauro Girardi Maria Carla Girardini Alberto Gosetti Concetta Iacuzzo Francesco Innelli Alessia Leone Maria Leonello Anna Litta Veronica Luzzi Luca Maccabelli Alessandra Macinati Michele Marini Francesca Chiara Massimano Guido Mattina Cristina Maturi Luisa Meroni Paola Mezzi Susanna Mittempergher Francesco Monteleone Antonella Moratelli Ilaria Morini Maria Mustaccioli Matilde Mustaccioli Lorena Nabacino Simona Nardi Edda Nella Ilaria Nobile Sabrina Pano Renato Paoli Iris Parisi Marta Pavellich Ilaria Pedrini Paolo Piccoli Shamanta Pirrera Helma Fonti-Pirringher Vanessa Poli Sylviane Polin Claudia Polla Ausilia Puleo Laura Rossi Stefania Rossi Andrea Rossini Barbara Russo Ezio Salvaterra Giuliana Salvaterra Tiberio Salvaterra Andrea Santini Paola Scarpari Alessandro Sonnati Nicola Spada Tamara Spadaccino Mariella Speranza Roberto Strangis Maria Tinè Annalisa Titta Alberto Tomasi Georgia Tsagris Michele Zambotti Giuseppina Zanelli Fabiola Zini Tiziana Zoanetti Personale Personale A.T.A. A.T.A. Funzionario Amministrativo Scolastico Pierluigi Salvaterra Amministrativi Marta Bagozzi Elena Cominelli Iris Cosi Amedea Degiuliani Silvia Franchini Erica Gottardi Mafalda Maestri Luigi Pagliaro Germana Pellizzari Maurizia Rigotti Mara Stanchina Vanda Viviani Assistenti di laboratorio scolastico Denis Bonetti Gabriele Carnevale Virginia D’Auria Ugo Longhi Giuseppe Mussi Gionny Preti Collaboratori scolastici Elena Armani Luisa Bertini Mariassunta Bertini Maura Bertini Maria Grazia Bonapace Raffaella Bugna Pierangela Bugna Manuel Cosi Nicola De Feo Laura Longhi Caterina Mezzi Achille Pasi Adriano Passardi Carla Salvadori Vittorio Salvaterra Fabio Valentini Personale A.T.A. 35 1 Classi e foto 1 36 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 a Scientifico B ALBERTINI DANIELE BOLDRINI GLORIA BUSELLI CAMILLA MAFFEI ENRICO MASÈ ALEARDO MASÈ ENDALE MAZZOCCHI MICHELA MEDICINA CHIARA MONTO IAN MICHEL PANELATTI LORENZO PARASCAN BOGDAN NICOLAE ROSA ALESSANDRA 13 14 15 16 SALVI ELISA STRANGIS SILVIA ZANETTI CRISTIANA ZOANETTI LORENZO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 a Scientifico A BASSETTI GIAN MARCO BRUGNONI GIULIA BULLA DORELDA BULLO MARTINA DUCOLI VALENTINA FERCHICHI IMEN GIACOMETTI VALENTINA MANZONI STEFANO MARIOTTI FRANCESCO 10 11 12 13 14 15 16 MAZZOCCHI MARTA MOSCA GIULIA MUSSI MATTIA PARISI GIORGIA RICCADONNA SARA SCHÖNSBERG CHRISTIAN ZANETTI KATIA 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 a Scientifico B ALLEGRA CHANTAL BOSETTI LETIZIA BUGNA MATTIA CHIODEGA VANESSA FOSTINI DANIELE GASPERI STEFANO GRAZZI ENRICO MARCHESI LORENZO PAOLI CARLOTTA PIZZINI LISA QUINTERO VILLA JOAN JULLIETH 12 13 14 15 16 SALVATERRA FRANCO SECCAMANI ANGELO VALENTI ALESSIA VETTORI FABIANO ZULBERTI ANNALISA 1 2 3 4 5 6 7 8 Scientifico A BAZZOLI BENEDETTA BAZZOLI LAURA CAMPIDELLI LUCA FRIZZI LORENZO GELPI TOBIA GOTTARDI ELISA LEONARDI MASSIMILIANO MAESTRI ILARIA 9 10 11 12 13 14 15 MARINI ILARIA SALVADORI INGRID SCALFI SAMUELE TISI INES VAGLIA NICOLÒ VANZO EMILIA CHIARA VISCONTI MINTHA 37 Classi e foto 2 a 3 Classi e foto 3 38 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 a Scientifico B ANTOLINI MONICA CANETTI CHIARA CAOLA CATERINA COZZINI VALERIA DEI CAS ELISA DEMADONNA GIULIA DONINI GLORIA DONINI LUISA FERRARI LAURA LEFROUNI IBTISSAM 11 12 13 14 15 PEDERZOLLI GIOVANAZZI GIULIA POULI DILETTA RIGOTTI LORENZO SALVATERRA ANNA VIDI CHIARA 1 2 3 4 5 6 7 8 a Scientifico A ABATTI SIMONE ALBERTI ELISA ARICOCCHI TERESA ASSON FRANCESCA BELLA ANDREA BONAPACE MICHELE BONTEMPI JESSICA CASULA MARCO 9 10 11 12 13 14 CRESCINI CAROLINA DEI CAS NICOLA GASHI SARA GIACOMINI NICOLE GIRARDINI STEFANO RIDOLFI NICOLÒ 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 4 1 2 3 4 5 6 7 8 a AZZOLINI LORENZO BONAZZA ANGELO BONENTI ARIANNA BRUNORI GRETA DONATI FEDERICO DUCOLI SAMUELE ECCLI MIRELLA FEDRIZZI UMBERTO Scientifico B 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 FERRETTI PATRICH FRANCHINI CATERINA GALANTE ANDREA GNUTTI ALESSANDRO GREGGIO CECILIA LORENZI ILARIA MUSSI ALAIN PALETTI ISABELLA PAOLI FEDERICA PARIS ELIA PIZZINI THOMAS POLLA ALESSANDRO TOMASINI MICHELE Scientifico A BACHENBERG JEFFREY BAGOZZI ALBERTO BELTRAMI VIRGINIA BONOMI SARA CALCE ROBERTA PIA CANDIOLI MASSIMO CUNACCIA FEDERICO DEI CAS MATTIA GIOVANELLI ALBERTO MATURI ALESSANDRO MATURI ANDREA PESENTI ALESSANDRO 13 14 15 16 17 QUINTERO VILLA CRISTIAN CAMILO ROMANI LORENZO SAGHIR FATIMA ZAHRA SALIZZONI ANNALISA SALVATERRA GABRIELE 39 Classi e foto 4 a 5 Classi e foto 5 40 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 a Scientifico B ALBERTINI CHIARA BERASI VIRGINIA BOMPREZZI JACOPO BONAZZA FRANCESCA BUGNA DAMIANO BUGNA GIULIA DALBON ELEONORA FRANCHINI PAOLO GASPERI ILARIA LEONARDI MICHELE LONGHI ALESSANDRA LUCHESA GIULIA MASÈ YLENIA MAZZOCCHI LUCIA PANELATTI ELENA PREM PAOLO 17 18 19 20 21 22 RICCADONNA LUCA ROCCA JACOPO ROSA LEONARDO ROSA MIRIANA SALVINI ARIANNA SANSONI ELISA 1 2 3 4 5 6 a Scientifico A ANTOLINI BRUNO ARTINI CARLA BELTRAMI TOMMASO BOSETTI LILIANA COZZIO OLIVER CRESPI FILIPPO 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 FERRARI ANNA LAVAGNINO GRETA LEVORATO VANIA MARINI ELEONORA MUSSI DAVIDE OLIANA ARIANNA PEROTTI CAMILLA ZAMBALDI NICOLA ZAMBONI LEONARDO ZAMBOTTI LETIZIA FABIANA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 a Scienze Applicate BATTAIA MATTEO BELTRAMOLLI KEVIN BERASI SIMONE BERTINI FABIO BOMPREZZI MARTINO CIMAROLLI MARIO DUCHI VALERIO DUCOLI TOBIA FACCINI DAVIDE FALANGA MARCO FRIZZI OSCAR GHEZZI DANIELE GIACOMETTI GIULIO 14 15 16 17 18 19 20 21 22 OLIVIERI ANDREA PEDRETTI SILVIO ROSSI ALESSANDRO SIMONI THOMAS SUCCETTI VALERIO TISI MARIA SOFIA UBALDI SIMONE ZOANETTI DAMIANO ZOANETTI MARTINO Scienze Applicate ABDEL KADER OMAR AMISTADI ENRICO BERTAGNOLLI ARIANNA BERTELLI GIOVANNI COCCHINI FEDERICO DALL’ERA AARON DI FUSCO PATRICK DONATI SOFIA DONINI GAIA DONINI LEILA FRIZZI GIANLUCA IORI MICHELLE LEONARDI DAMIANO 14 15 16 17 18 19 20 21 MAESTRANZI CINZIA MAFFEI ALESSIO PAOLI GIANPIERO PEDERZOLLI GIOVANAZZI DAVIDE SAMAC SARA SCALFI STEFANO TOSI VALENTINA VATISH SAMPDA 41 Classi e foto 1 a 1 Classi e foto 2 42 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 a Scientifico Montagna ALBERTI MICHELE ALOISI IACOPO ARTINI FRANCESCA BONAPACE MATTEO BRUNELLO GRETA BRUNELLO MARTINA CORNELLA TOMASO DALBON MARTA FERRARI OMAR FLAIM COSTANZA FRANCHI FRANCESCA 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 GRAZIOLA ALESSANDRO IAGHER LORENZO LEONARDI GABRIELE NELLA FRANCESCA NEMEC LUKAS PEDERZOLLI SARA PIZZINI LORENZO ROSITANI ALESSANDRO SCALET MARCO SCURI GIANLUCA TODESCO BEATRICE ZASA ANDREA ZENI ALICE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 a Scientifico Montagna BERTOLINI MICHELE BISESTI LUCA CAOLA GIOVANNI CAVALLAR DEBORAH CHIOCCHETTI EMMA CUNACCIA MARCO CUSINI CLARISSA DELPERO FILIPPO DONATI LUCA 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 FUSARI CHIARA GIOVANNINI SARA LUCARELLI BENEDETTA MASÈ FRANCESCO OLIVETTI CESARE PARISI CHIARA ROAT GIORGIO SIMONI FILIPPO STENICO DAVIDE VILLA VALERIO VIVIANI MATTIA 4 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 a Scientifico Montagna BERNARDI ELIA BOSETTI ZENO BUCELLA ADRIANO CAOLA MATTEO CAOLA VALENTINA CASTAGNA NICOLA FEDRIZZI MATTIA FORESTI MICHELA GOTTARDI FEDERICO LONGO MARCO 11 12 13 14 15 16 17 18 LORENZETTI AMANDA MORANDI DANIEL PARISI ELISA PELLEGRINI STEFANO PRESTINI ANSELMO PRESTINI TOMMASO VILLOTTI CHIARA ZANROSSO FEDERICA PIA 1 2 3 4 5 6 7 8 Scientifico Montagna ADAMI NICOLA BATTOCCHI RICCARDO BERTI ALESSANDRO BOMBARDA WILLIAM PIETRO BORONI ROBERTO BRANDI ALESSANDRO COLLINI ENRICO FILOSI MICHELE 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 FLORIANI FULVIO HAAS AXEL JEZEK FILIPPO MARCHI ANDREA MORESI ENRICO MUSSI ESTER NELLA DANIEL JAMES OLIVIERI RICCARDO PEDRETTI GUIDO RIGHI MANUEL SCOPEL ROBERTO VALERIO ALESSIA ZANETTI GIORGIA 43 Classi e foto 3 a 5 Classi e foto 1 44 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 a AMORTH DESIREÈ BAJRAKTARI PATRICIA CHISTÈ SAMANTHA COMINOTTI ISABELLA COZZATTI ILENIA DONINI ARIANNA GATTI CHIARA LADINI ANTONELLA MALACARNE DANIELA OLIVIERI ELENOIRE Linguistico 11 12 13 14 15 PIZZINI MARTINA PRANDINI ALESSANDRA ROMITI MARTA SEBASTIANI MARTINA ZANROSSO ILARIA PAOLA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 a Scientifico Montagna ALBASINI IACOPO BERTOLINI VANIA BONAPACE DANIELA BOSISIO MADDALENA BRUNELLI MATTEO CARÈ MICHELE CINCELLI SAMUEL COMPOSTELLA ARIANNA D’ACQUISTO LUCA 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 DALLA SANTA ELISA DUCHI LORENZO FRANCESCHETTI GIORGIO FUSTINI SILVIA GROSSI LINDA MONSORNO MATTIA MORELLI ENRICO ONGARI SARA PATERNOSTER DENISE PELLIZZARI ELEONORA TOSI NICOLÒ 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 a BAZZOLI MICHELLE BELTRAMI GIANLUCA BINELLI MADDALENA BONAPACE ELISA BONETTI CARMEN CHIODEGA CAROLINA DIDOUH NESAYBA DORNA LUCIA GOSETTI VALENTINA LEONARDI GIULIA MAFFEI DAVIDE Linguistico 12 13 14 15 16 17 18 MALFER CHIARA MARGONARI YLENIA MATURI FILIPPO NARDELLI GIULIA OLIVIERI VALENTINA PATERNOSTER MARTINA PORCELLI PIETRO 1 2 3 4 5 Linguistico ABDEL KADER SARA BOTTI GRETA BUGNA ANNARITA DUSINA LISA NAYA LIA FILOSI AURORA 6 7 8 9 10 11 12 13 14 GARGIULO ALESSANDRO GEORGIEVA VIKTORIYA ANRI MARINI SOPHIA MOLINARI ELENA PANELATTI SILVIA PIROVANO LAURA QUARTA ALLISON ANDREINA RADOANI MADDALENA ZANETTI JLENIA 45 Classi e foto 2 a 4 Classi e foto 5 46 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 a Linguistico BELLIBONI SARA BONAPACE ERIKA BONUCCELLI DENISE BRUNELLI PATRIZIA CAMPAGNOLI ILARIA FRANCHI MARTINA GHEZZI DEBORA GIACOMETTI MICHELE GIONGO PETRA LORENZI MARIAVITTORIA MONEGHINI SILVIA NICOLINI DANIELA 13 14 15 16 17 18 19 20 21 ODORIZZI SILVIA PELLIZZARI SAMANTHA ROTA MADDALENA SANSONI ZAIRA SEBASTIANI GIULIA TERZI CAMILLA TROGGIO CLAUDIA TUDA VESILDA ZENI ALESSANDRA 1 2 3 4 5 6 7 8 a Linguistico BAZZOLI NICOLE BELTRAMI JESSICA BRUNELLO ALESSIA CATTONI CHIARA CIMAROLLI ILARIA CROSINA ALESSIA FOSTINI LUCREZIA HECHENBLAIKNER ELISA 9 10 11 12 13 14 15 16 17 LAVEZZARI NADIA OSS SARA PLATZER ALESSIA SANSONI GAIA SERAFINI DEBORA TURRI ISABEL VALENTI GAIA VIVIANI ALESSIA ZULBERTI VERONICA 1 2 3 4 5 6 7 8 1 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 a Scienze Umane B ANDREOLLI NICOLE BROCHETTI ELISA COLLINI ANNA FERRARI SARA FURLINI ELISA FUSI ELISA FUSI ROBERTA GIOVANELLI VALENTINA MYLONAS ELENI THEODORA NEGRU DIANA OTILIA 11 12 13 14 15 16 POLETTI MARCO RICCADONNA ALESSIA SAI VALENTINA SCALMAZZI SARA SEBASTIANI ELISA SOTTOVIA ARIANNA Scienze Umane A ANDREATTA CHIARA BINELLI FEDERICA BUGNA VIRGINIA COCCO NICOLA ERCULIANI BUSI YATZIL MARIOLINA FERRARI MARTINA FILOSI EMI GHEZZI ALESSIA 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 GIACOMINI DEBORAH MAFFEI GIORGIA MARCHETTI FRANCESCA PAOLI MARIAELENA PEDRETTI ELISA POULI LUCIA SUSINI ANNA TISI VITTORIA ZENI AGATA ZENI BEATRICE 47 Classi e foto 1 a 2 Classi e foto 3 48 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 a Scienze Umane ARMANINI SARA BAZZOLI ERIKA BELLOTTI GIULIA BONAZZA MANUELA BONAZZA SERENA FESTI VANESSA MAFFEI BEATRICE MERLI SARA PELLIZZARI NICOLE PUCCI ANNA 11 12 13 14 SALIZZONI ALESSANDRA SEMBINELLI YLENIA SOTTOVIA TERESA TUTOLO DEBORAH 1 2 3 4 5 6 7 a Scienze Umane BERTELLI CATERINA BINELLI CHIARA BORZAGHINI CHIARA CHIAPPANI ALESSIA FERREMI ALESSIA GROSSI SILVIA LAVEZZARI ANNA 8 9 10 11 12 13 14 LEVORATO ANTONELLA MARCHIORI LORENZA PAROLARI SILVIA RODINI KARIN SIMONI MARTINA SIMONI ORIANA TRENTI LUISA 5 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 a Socio Psico Pedagogico ANTOLINI AMANDA BAZZOLI JASMINE BAZZOLI MARIA BONAZZA MARA BOSETTI LAURA BULLA MEGI BURATTI FEDERICA CARÈ TANIA CAZZOLLI NICOLE DALPRÀ VALENTINA FACCHINI ALESSIA FRUNER KATIA GIOVANELLI ELENA GRAZZI MICHELA LATTARUOLO CAROLINA LORENZI FABIOLA 17 18 19 20 21 22 23 24 MARASCALCHI ANNA MARGONARI ANNA MUSSI SILVIA PAROLARI SARA SALVATERRA ALESSANDRA SCALFI MARIA VALENTINI ALESSANDRO ZONTINI ILARIA 1 2 3 4 5 6 Socio Psico Pedagogico ARTINI KATIA BAZZANELLA ANDREA BUTCHIEWIETZ VALENTINA CARLI MARTA CASTELLANI ELENA CROSINA GIADA 7 8 9 10 11 12 13 14 IORI ELENA LADINI ARIANNA LUZZI FRANCESCA ROSSARO BARBARA SCORTA ASAHAR SERAFINI LIA TONEZZER MONICA TONINI VALENTINA 49 Classi e foto 4 a 1 1 2 3 4 5 6 7 8 Classi e foto 1 50 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 a Economico B ALBERTINI FEDERICA ARSLANI EMSEL BENINI DANIELE BONOMINI BEATRICE BUSELLI ANDREA COLLINI DEBORA DALLA TORRE ERIKA DOSI LORETA FERRERO LAURA FERRETTI DAPHNE GRAZZI DAMIANA MAFFEI MARIA MALACARNE MONICA MASSERDONI CLAUDIA PASI ANGELICA 16 17 18 19 20 21 22 23 24 PATERLINI GIULIA PERI FEDERICA PLEBANI SARA REVERSI DAMIANO ROSSATO ELISA RUBINELLI LUCA SALIZZONI LUCA SALVATERRA CAMILLA SIMONI JESSICA a Economico A BINELLI GINEVRA BUGNA ANDREA COSI ILENIA DELAIDOTTI SOROKIN VLADYSLAV DIDOUH IDRIS GARA NICOLA GJONI MARINA LEVER STELLA 9 LUZZI GIOVANNI 10 MANGO PASQUALE 11 MANNI MATTEO 12 MAZARA ROSALBA 13 NICOLLI LIA 14 OLIVIERI FEDERICO 15 PELANDA ROBERTA 16 PERIOTTO ALESSIA 17 REINA PENAFIEL ASHLY JULIANA 18 RIZZONELLI LORENA 19 SALVADORI KARIN 20 ZAMBOTTI SAMUEL GIACOMO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 a Economico B ALDRIGHETTI GIULIA ASANI URMETKA BAGATTINI ENRICO BALLARDINI ELENA CHIAPPANI LORENZO DUKIC ALMA FILOSI GLORIA MAFFEI ISABELLA MURACE ILARIA PASI ANDREA 11 12 13 14 15 16 17 18 PELLIZZARI SARA RICCADONNA GAIA RIZZI ELENA SIMONI ELISA SPERANDIO MICHELA TERZI RAMONA VALENTI SERENA ZANAGLIO NICOLA Economico A BAZZOLI AMBRA BELTRAMI RAMON DANIEL BONAZZA MATTEO BOSETTI ALESSIO CALABRÒ ALESSANDRO EJUPI EDINA ESPOSITO DOMIZIANA FERRARI SILVIA GOTTARDI VANESSA GRAD ANCUTA CATALINA 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 IORI MICHELE MAESTRANZI EMILY MARGONARI CHIARA MATURI ALESSANDRA MAZARA ELISA MORELLI DANIELA ORLANDO ELISA PANELLI ILARIA PIZZINI NICOLETTA ROCCA ANNA SOTTOVIA DENISE TISI ARIANNA ZANELLA BRYAN ZANONI DANIEL 51 Classi e foto 2 a 3 Classi e foto 3 52 1 2 3 4 5 6 7 8 9 ARMANINI GLORIA BAZZOLI MICHELA BELTRAMI LARA BONENTI ERICA BONETTI ANGELA DOSI ANISA FESTA ANDREA GROTTI DAVIDE MARNICCO VALENTINA a Turismo 10 11 12 13 OBEROSLER LISA RIZZONELLI MARTINA SALETTI SIMONE SCAIA DEBORA 1 2 3 4 5 6 a Amministrazione ANTOLINI LARA BALLARDINI SONIA BAZZANI GIADA BERTINI NICOLA BRENA FEDERICO CHAFOUK OMAR 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 CIMAROLLI JESSICA DADO ALESSIA ESPOSITO ELEONORA FANTOMA ELENA FRANCHI GUIDO GIOFRÈ CLAUDIA IORI DANIEL IORI LORIS ISOPPI SIMONA MAESTRI CHIARA NICOLUSSI ALESSIA QUARTA DANIELA VALERIO LUDOVINA VENDER ALBERTO 5 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 BAGATTINI ANNA BONENTI ILARIA BULLA SUELA DUKIC SELMA FERRARI NICOLE GIOVANNINI ALICE LEONARDI BIANCA MALACARNE KARIN MOSCA ARIANNA PAVLOSKA NATASHA PIZZINI DENISE a IGEA 12 13 14 15 16 RIZZONELLI LAURA SARTORI PAMELA SIMONI FRANCESCA TOMASINI VERONICA ZANETTI JESSICA 1 2 3 4 5 6 7 8 IGEA ARSLANI ADEL BELLAGAMBA LEONARDO BONAZZA GIULIA BORDIN VALENTINA BOSETTI MARIKA COMINOTTI ELEONORA COZZIO JASMINE DIGIOVANNI JESSICA 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 FERRARI EVELYN GELMINI DANIEL GRIGORENCO ANGELA ISOPPI SERENA KLIMENT OSCAR LOMBARDI SILVIA LORENZI EDOARDO LUCCHINI DANIELE MOJSOSKI GOCE MOSCA ALESSANDRO NICOLUSSI SIMONE OLIANA MONICA ONORATI MONICA QUINTERO VILLA MICHEL RICCA MICHELA SANTORUM CHIARA SPADA GIORGIO TOMASINA MATTEO 53 Classi e foto 4 a 1 Classi e foto 1 54 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 a Tecnologico B ANDREOLI DAVIDE BAZZOLI THOMAS BUGNA MARTINO CAMERA MANUEL CANTONATI MICHAEL CIMAROLLI PATRICK MAZZOCCHI ANDREA MAZZOCCHI NICOLA NICOLUSSI FEDERICO PARIS DAVIDE 11 12 13 14 15 PERIOTTO RICCARDO POVINELLI ALEXANDRO SCARAZZINI FRANCESCO SERAFINI ANDREA VIVIANI NICOLÒ 1 2 3 4 5 6 7 8 9 a Tecnologico A BELLA FEDERICO BRISAGHELLA GIADA BRUNELLI DAMIANO BUGNA GIOVANNI CERANA GIULIA COLLINI LEONARDO COLLINI NICOLÒ DELL’EVA FABIOLA ESPOSITO CARLOTTA 10 11 12 13 14 15 16 17 18 FLORI GIACOMO MAESTRANZI ROSA MASÈ MICHAEL PAOLI ALBERTO PIZZINI EMANUELE POLLA FEDERICO RICCIONI ANDREA SAGHIR AYOUB SAIDI IHAB 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 a Tecnologico A AMADELLI GABRIELE BALDRACCHI SILVIA BATTOCCHI FRANCESCO BONAZZA STEFANO BRENA MARTINO BRUGNONI ALESSANDRA BUISIC LUKA CAOLA OMAR COMAI NICOLÒ CVETANOSKI BOBAN DAPREDA WILLIAM FAILONI DAVIDE FAUSTINI GIANNI FERRETTI GIANLUCA 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 FRUNER THOMAS GASPERI LORENZO MOSCA MATTIA NICOLINI MATTIA PANELATTI VANESSA PELANDA FABIA PELLIZZARI VERONICA SCALVINI MIRCO VALERIO PATRICK ZANETTI ANDREA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Tecnologico C BERTOLINI MARCO BONAZZA MATTIA BONAZZA SIMONE CAOLA AARON CERANA FEDERICO CHIARANI NICOLE CIMAROLLI JASMINE ESSABRI MOHAMMED FERRARI MATTEO 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 GIOVI ENRICO GUALDI CRISTIAN HMAIDOUCH ABDELLAH LORENZI VIGILIO MAFFEI SIMONE MARCHIORI LUCA MATURI SAMUELE MONFREDINI AURORA TERZI FILIPPO VACCARI MIRKO ZUCCHETTI ERIKA 55 Classi e foto 1 a 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Classi e foto 3 56 1 2 3 4 5 6 7 8 9 a Costruzioni A BAZZOLI LUCA BOMÈ PIETRO BUGNA ALAN BUGNA VITTORIO BUTTERINI MICHELE CAOLA FRANCESCO DONNA CHIARA FESTA DAVIDE FRANCESCHETTI MATTIA 10 11 12 13 14 15 16 17 LORENZETTI STEFANO MARINI FRANCESCA MATURI IACOPO PAROLARI CHRISTIAN PAVLOSKI CVETE PELANDA ALESSIA TISI IESSE VALENTINI DAMIANO a Tecnologico B ALDRIGHETTI DAMIANO BAZZOLI LUCA BODIO ALBERTO BONAZZA ALDO CALIARI MARCO CHAFOUK YOUNES CIMAROLLI SAMUELE COCCHINI FRANCESCO COLLINI SIMONE COZZINI MATTIA FAILONI MIRKO 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 GALVAGNI ERIK GIOFRÈ PIER GIOVANELLI DAVIDE GRAD ADRIAN LITTERINI MICHELE MAFFEI MARCO MUSSI MICHELE PAISOLI LUCA SALVATERRA MICHELE SALVATERRA NICOLÒ SANTORO LUCA TROGGIO DAVIDE VANZO RICCARDO VIVIANI NICOLA 4 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 a Geometri A BERTOLINI FILIPPO CAOLA JESSICA CLINAZ LUANA FERRARI ALESSANDRO FILOSI MARCO MATURI ANNA PIZZINI THOMAS RICCADONNA SAMUELE ROSA FRANCESCO ROUHAIM OUALIDE 11 12 13 14 SCURI NICOLA VALCANOVER SIMONE VALENTI PAOLO VULTAGGIO ALBERTO 1 2 3 4 5 6 7 8 Costruzioni B AMISTADI ANDREA BONAFINI TOMMASO DALBON MICHAEL GIOVANELLI MANUEL GIOVI GIOVANNI HOXHA RUBIN LITTERINI SIMONE MARCHIORI NICOLA 9 10 11 12 13 14 MAZZOCCHI AMEDEO MOLINARI STEFANO NICOLUSSI VALENTINO POLANA SABRINA SALVATERRA SARA ZOCCHI IRENE 57 Classi e foto 3 a 4 Classi e foto 5 58 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 ALDRIGHETTI FABIO ANTONIOLLI CLAUDIO COCCO SIMONE COZZINI DAVIDE FILOSI MARIO MAFFEI CHIARA MASCHERI GLENDA MORELLI MARTINO PASSARDI DANIELE TAMBURINI MANUELA TOMASINI EMILIO a Geometri 1 2 3 4 5 6 7 8 a Geometri B ALICANTI DANIELA AMISTADI FEDERICA BOSETTI PATRICK BOTTERI DAVIDE BOYCHUK VIKTOR BUSELLI ALBERTO BUSELLI ALESSANDRO FEDRIZZI STEFANO 9 10 11 12 13 14 ISEPPI ATTILIO LEONARDI JACOPO LEONARDI MICHELE MELZANI MIRKO MERLI GABRIELE OLIVIERI MARTINO Classi e foto Serale 59 4 a Geometri 1 ASZTALOS PETER 2 BAZZOLI NORMAN 3 BONAZZA GIACOMO 4 FERRETTI NICOLA 5 POLETTI DARIS 6 RODIGARI MICHEL 7serafini jessica 8valentini stefano 5 a Geometri 9 10 11 12 13 14 15 16 17 ANTOLINI FLAVIO APPOLONI VALENTINA CANTONI MARCO CAPPELLO OMAR DAINESE ANDREA PEDRETTI RICCARDO POLANA ROBERTO RAVMANI EDI TIRADO CARRASCO GABRIELA ALEXANDRA 4 a Ragioneria 18berti valentina 19faccini matilde 20franceschetti ilaria 21gentili melissa 22maestranzi giuliano 23maffei michele 24munoz morocho samara michelle 25rodigari samuel 26sommario alessandro 5 a Ragioneria 27bomè fabio 28gritti sabrina 29levoni isabella 30 maestri carla 31valenti marzia