Provincia di Massa Carrara
Transcript
Provincia di Massa Carrara
MASSA CARRARA e provincia PROVINCE OF Massa - Carrara Provincia di Massa Carrara Cotonificio Ligure - Forno GUIDA ALL’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE DELLA TOSCANA Ligure Cotton Mill Forno 194 The Forno spinning mill undoubtedly represents one of the most significant industrial episodes in the territory still in existence today. The location of a factory in this difficult area is probably due to the presence of the Polla del Frigido stream, one of the most important springs of the Apuane, which guaranteed an abundant and constant flow of water throughout the year. The construction of the mill took place in several stages and under different owners in a period between 1881 and 1890. The first structures built at the large Forno factory, designed by engineer Frimi, were the cotton mill and warehouse buildings, a building for offices, a workshop, home of the director and a housing complex for employees. The presence of the cotton mill, in later years, completely changed the fortunes of the small town of Forno, both economically and socially. In fact, its population doubled within 20 years, rising from 1031 inhabitants in 1881 to 1968 in 1901. In particular, above the plant a building was built called “Palazzo Assistenti”, where the foremen, technicians and clerks lived. For simple workers, a five-story apartment building was built along the new public road. The cotton mill was connected to the city by the steam tramway Massa-Forno, and in the city the railway line. Part of the factory was destroyed in 1944 by German troops and after the war the production of cotton was never resumed. After years of neglect, in 1983, the municipality of Massa purchased the estate and the following year started renovations to the main part. In 1996 the renovation of the rear buil- L a Filanda di Forno rappresenta senz’altro il più significativo episodio produttivo del territorio ancora esistente. La collocazione di uno stabilimento in questa zona impervia si deve probabilmente alla presenza della Polla del Frigido, una delle risorgenti più importanti delle Apuane, che garantiva un flusso d’acqua, abbondante e costante, durante tutto l’arco dell’anno. La sua costruzione, avvenne in diverse fasi e sotto diversi proprietari, in un periodo compreso tra il 1881 e il 1890. Nel 1881 era stata rilasciata, a Prospero Schiaffino di Genova, la concessione per la derivazione della Polla del Frigido, con una condotta di ben 550 metri di lunghezza, che avrebbe alimentato la turbina necessaria all’azionamento dei macchinari della filanda. Fu così che in località Forno fu avviata la costruzione del grande stabilimento, su progetto dell’ingegner Frimi, che era composto dagli edifici del cotonificio e del magazzino, da un corpo di fabbrica per gli uffici, dall’officina, dalla casa del direttore e da un complesso di abitazioni per i dipendenti. Tuttavia, nel 1889, la proprietà del costruendo stabilimento passò alla Società Anonima Cotonificio Italiano, nata dalla fusione di due grandi imprese cotoniere, quella ligure di Figari e quella piemontese dei fratelli Poma. Nel 1894 però i due soci si divisero, ed ai Figari andarono gli stabilimenti esistenti in Liguria e a Massa, con i quali crearono la Società Anonima Cotonificio Ligure. La presenza del Cotonificio, negli anni successivi, cambiò completamente le sorti del piccolo paese di Forno, sia dal punto di vista economico che da quello sociale. La sua popolazione infatti nel giro di 20 anni raddoppiò, passando dai dings was also begun, but subsequently halted due to failure of the contractor. Inside the building restored in 1984, in addition to the crankshaft, various machines and equipment are arranged to create a museum itinerary. This machinery mostly dates back to the 1950’s, when the cotton mill owners decided to re-use the turbine for the production of hydroelectric power. This ceased in the 1970’s due to the nationalization of electricity production. In 1996 the municipality of Massa decided to reactivate hydroelectric power station and the contract was awarded to Hydrowatt, a company specializing in the production of hydroelectric energy from renewable sources. GUIDA ALL’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE DELLA TOSCANA Archivio Aydrowatt Spa Archivio Aydrowatt Spa 1031 abitanti del 1881, ai 1968 del 1901. L’enorme afflusso di persone portò alla realizzazione di nuovi edifici, ed i proprietari stessi del cotonificio realizzarono una sorta di villaggio operaio. In particolare a monte dello stabilimento fu costruito un edificio denominato “Palazzo Assistenti”, in cui furono alloggiati i capi reparto, i tecnici e gli impiegati, mentre per gli operai semplici, fu realizzato, lungo la nuova strada comunale, un palazzo con tipologia a ballatoio di cinque piani. Il cotonificio, era collegato alla città dalla tramvia a vapore Massa-Forno, e in città poteva contare sull’allacciamento alla linea ferroviaria. L’articolazione architettonica dei vari piani della filanda corrispondeva alla loro diversa destinazione d’uso; infatti nei seminterrati avveniva il lavaggio e la battitura del cotone, nei locali del primo e secondo piano vi erano i telai Brother, di fabbricazione inglese, e nell’ultimo piano le attrezzature per lavorazioni particolari. La lavorazione del cotone seguiva un procedimento diviso in sei fasi: bagnatura, battitura, stiratura, cardatura, banchi intermedi e filatura. Nel 1893 il cotonificio era alimentato da tre caldaie a vapore, un motore a vapore da 500 cavalli e la famosa turbina idraulica da 750 cavalli, e vi lavoravano al suo interno ben 798 operai. L’attività continuò poi a crescere fino agli anni Trenta, quando al pari di altre aziende, anche il cotonificio di Forno fu colpito dalla crisi economica, acutizzata anche dalla dismissione della tranvia, che rendeva quindi più difficoltosi i trasporti, e dalle dure lotte sindacali che portarono a ripetuti scioperi. Alla vigilia del conflitto mondiale si arrivò quindi alla cessazione della produzione ed alla trasformazione dello stabilimento in magazzino della Marina militare. Una parte dell’opificio fu poi distrutta nel 1944 dalle truppe tedesche e la produzione di cotone, 195 GUIDA ALL’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE DELLA TOSCANA MASSA CARRARA e provincia 196 The new engine room of the generating plant was built on the second basement level about 35 feet below grade, next to the old turbine. Recently, the municipality of Massa has allocated new funds for the renovation and construction of a multimedia museum of industrial archaeology within this structure. Until the museum is inaugurated the complex is visible from the outside or inside on request by contacting: Comune di Massa Ufficio della Memoria Tel 0585 490463 ufficiodellamemoria@comune. massa.ms.it dopo la guerra, non fu mai più riattivata. Dopo lunghi anni di abbandono, nel 1983, il Comune di Massa ha acquistato il complesso e l’anno successivo ha avviato alcuni lavori di restauro alla parte principale, mentre nel 1996 è stata intrapresa la ristrutturazione anche dei corpi posteriori, poi interrotti a causa del fallimento della ditta appaltatrice. All’interno dello stabile restaurato nel 1984, oltre all’albero motore, sono conservati diversi macchinari, sistemati in modo da creare una sorta di percorso museale. Questi apparati risalgono prevalentemente agli anni Cinquanta, quando i proprietari del cotonificio decisero di riutilizzare la turbina, per la produzione di energia idroelettrica, fino agli anni Settanta, quando cessò a causa della nazionalizzazione della produzione di energia elettrica. Nel 1996 il Comune di Massa decise di riattivare nuovamente la centrale idroelettrica, i cui lavori furono affidati alla Hydrowatt, una società per azioni specializzata nella produzione di energia idroelettrica da fonti rinnovabili. La nuova sala macchine della centrale è stata realizzata al secondo piano seminterrato a circa 35 metri di profondità, di fianco alla vecchia turbina. Recentemente per questo complesso il comune di Massa ha stanziato nuovi fondi, per la sua ristrutturazione e per la realizzazione, al suo interno, di un museo di archeologia industriale multimediale. Fino a che la struttura museale non sarà inaugurata il complesso è visibile dall’esterno o internamente, su richiesta, contattando: Comune di Massa - Ufficio della Memoria - Tel 0585 490463 - [email protected] Cotonificio Ligure Via del Commercio - 54033 (Ms) Coordinate 44.086575,10.18337 Tel 0585490463 [email protected] Le cave del marmo di Carrara The marble quarries of Carrara The first indications about the quarrying of marble in the area of Carrara date back to the first century BC during the time of Roman rule, when these quarries were used for the construction of numerous public buildings and villas. The marble was shipped from the port of Luni and therefore was called “marmor Lunense”. After a long period without information, there are then indications of a resurgence of quarrying activities Carrara area at the end of the thirteenth century that would subsequently increase, especially in the sixteenth century because of the work of Cibo Malatesta. Quarrying techniques would remain almost unchanged until the eighteenth century. Finally in 1889 at the International Exposition in Paris, a new extraction technique was presented which involved the use of a helical wire and penetrating pulley system that made it possible to cut blocks directly on the mountain. The blocks of marble, once the squared in the quarry, were then slid down the valley on flows of GUIDA ALL’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE DELLA TOSCANA Le notizie relative alle prime estrazioni di marmo, nella zona di Carrara, risalgono al I sec. a.C. all’epoca della dominazione romana, quando queste cave furono sfruttate per la realizzazione dei numerosi edifici pubblici e ville patrizie. Il marmo partiva dal porto di Luni, e per questo prese il nome di “marmor Lunense”. A questo periodo risalgono diverse tagliate marmifere, come dimostra il ritrovamento di antichi utensili utilizzati nell’estrazione, come i cunei di legno di fico, che venivano inseriti nelle spaccature naturali della roccia, poi riempite d’acqua fino a far ingrossare il legno, che di conseguenza spaccava la pietra. Dopo un lungo periodo di oblio, si avranno nuove notizie di prelievo del marmo alla fine del Duecento, quando si ha una rinascita delle attività estrattive, nella zona di Carrara, che si intensificherà soprattutto nel XVI secolo. Tuttavia la tecnica estrattiva rimase quasi immutata fino al Settecento, in quanto nel frattempo si era passati alla tecnica della “formella” consistente nella creazione di una scanalatura di 15-20 cm nel marmo, nella quale venivano, questa volta inseriti e percossi dei cunei di ferro, fino ad ottenere il distacco del blocco di marmo. Il successivo uso della polvere da sparo non diede risultati soddisfacenti, in quanto produceva un’alta quantità di scarti e pezzi di marmo frantumati, tecnica che però si raffinò con l’introduzione della “varata”. Questo nuovo sistema prevedeva infatti la preventiva creazione di lunghi fori fatti a mano, in cui veniva inserito dell’acido cloridrico che, corrodendo il marmo, creava una camera sufficiente a contenere la quantità di esplosivo necessaria, la cui esplosione produceva il distacco di grossi blocchi, con tuttavia ancora una parte di prezioso materiale che veniva reso inservibile. Nel 1889, finalmen- 197 MASSA CARRARA e provincia GUIDA ALL’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE DELLA TOSCANA marble debris called “ravaneti”. The main marble quarries are located in four basins of the area, above of Carrara, the Boccanaglia basin, the Torano basin, the Miseglia basin and the Colonnata basin. Ninety percent of the quarries located in these four basins are open along mountainsides or ridges, with the remaining ten percent underground. The excavation is done from top to bottom in a stair step fashion. The height and depth of the cuts 198 te, all’Esposizione Internazionale di Parigi, fu presentata una nuova tecnica estrattiva, che prevedeva l’utilizzo del un filo elicoidale, e della puleggia penetrante, permettendo di effettuare i tagli di blocchi direttamente sulla montagna. I blocchi, quindi, una volta riquadrati in cava, venivano fatti scendere a valle fra colate di detriti marmorei chiamati “ravaneti”. Il primo rudimentale metodo di trasporto si chiamava “abbrivio”, consistente nel fare rotolare il masso giù dalle pendici, senza alcun controllo, fino a farlo fermare su un letto di detriti più fini. Il metodo, estremamente pericoloso, fu poi sostituito dalla “lizzatura”. Quest’ultimo sistema praticato fino ai primi decenni del XX secolo, consisteva nel fissare saldamente il blocco di marmo su di una slitta di legno, trattenuta a monte da un sistema di funi scorrevoli. La slitta veniva poi gradualmente calata lungo il pendio da una squadra di dodici uomini, che allentava le funi e controllava il percorso della slitta. Davanti si poneva il capo lizza, generalmente il più esperto della squadra, che aveva il compito di disporre i “parati”, robuste assi di legno di ciliegio insapo- Studio Triscornia Via Carriona, Loc. San Martino - 54033 (Ms) Coordinate 44.075223,10.090744 MICHELANGELO E LE CAVE DI CARRARA La presenza di Michelangelo a Carrara, è attestata la prima volta intorno al 1496, quando vi venne a scegliere i marmi per eseguire la celebre Pietà. Tornò nuovamente nella città apuana, nel 1505, subito dopo che Papa Giulio II gli aveva assegnato l’incarico di scolpire il gruppo di statue per quello che avrebbe dovuto essere la sua tomba. Un’altra concreta traccia della presenza di Michelangelo in Carrara, è del 1525, quando lascia l’iscrizione incisa sul noto bassorilievo dei Fantiscritti dove, fra le tante firme, si legge appunto sotto tale data, anche quella del Buonarroti. Tra le storie sul celebre scultore, vi è anche quella che avesse accarezzato l’idea di scolpire direttamente in sito, sul monte, un gigante con la fiaccola in mano, che fosse visibile anche dal mare. depend on the type and size of the marble quarry. Around the quarries there also developed a whole series of spin-off activities, including that of the cowherds with their valuable and numerous oxen that were housed in the numerous stables in the area, or that of rope-makers, who produced the necessary ropes, used to tie the blocks of marble to the sledges for transport. There were also many marble sawmills especially long Via Carriona where it is still possible to see many of the structures, especially the workshops where the marble is worked, such as those of sculptors whose studios are open in Carrara. Among the most noted were the Triscornia in Carrara, whose famous workshop, built in the second half of the nineteenth century at the foot of the villa, and designed by Henry Bonanni, is still visible today on via Carriona, in San Martino. MICHELANGELO AND THE QUARRIES OF CARRARA The presence of Michelangelo in Carrara, was documented for the first time around 1496, when he came to select the marble that would be used to sculpt the famous Pieta. He returned there again, in 1505, shortly after Pope Julius II had assigned him the task of sculpting the statues for what would be his tomb. Another concrete sign of the presence of Michelangelo in Carrara dates from 1525, when he left an inscribed his name on the noted Fantiscritti bas-relief. Among other signatures under that date can also be read that of Buonarroti. Among the stories about the famous sculptor, there is also the one that tells of him considering the idea of sculpting directly on mount, a giant with the torch in his hand which would have been visible from the sea. GUIDA ALL’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE DELLA TOSCANA nate, sul terreno davanti alla lizza, e dava il segnale, ai “mollatori”, di allentare o stringere i cavi al momento giusto. L’operazione di lizzatura era estremamente delicata e pericolosa, soggetta a causare gravi incidenti, che si concludeva solo quando il carico giungeva al “poggio”, dove i blocchi di marmo venivano liberati dalle corde e caricati sui carri trainati dai buoi che avevano il compito di trasportare il marmo ai laboratori, alle segherie o al vicino Porto di Marina di Carrara. Le principali cave di marmo sono dislocate in quattro bacini del territorio, a monte di Carrara, il Bacino di Boccanaglia, il Bacino di Torano, il Bacino di Miseglia ed il Bacino di Colonnata. Il novanta per cento delle cave dei quattro bacini è a cielo aperto, lungo il versante o sui crinali, mentre per il restante dieci per cento è sotterraneo. L’escavazione avviene dall’alto verso il basso per abbattimento di gradini successivi, la cui altezza ed estensione dipendono molto dal tipo di marmo e dalle dimensioni della cava. Attorno alle cave nacquero anche tutta una serie di lavori di indotto, tra cui in primo luogo quello dei bovari, con i loro preziosi e numerosi buoi che venivano ricoverati nelle numerose stalle della zona, oppure quello dei canapai, che fabbricavano le indispensabili corde, utilizzate sia nella lizzatura, che per legare i blocchi di marmo. Numerose furono poi anche le segherie di marmo di cui, soprattutto lunga la via Carriona, si possono ancora osservare molte strutture, e soprattutto i laboratori dove il marmo veniva direttamente trasformato, come quelli degli scultori che a Carrara aprirono i loro atelier. Tra i più famosi vi erano i carraresi Triscornia, il cui famoso laboratorio, sorto nella seconda metà dell’Ottocento ai piedi di una villa, su progetto dall’architetto Enrico Bonanni, è ancora oggi visibile sulla via Carriona, in località San Martino. 199 MASSA CARRARA e provincia The FANTISCRITTI VALLEY The valley takes its name from a famous bas-relief, carved directly on the wall of a Roman Luni marble quarry in the Grand Canal Basin that represented Hercules, Jupiter and Bacchus. The tabernacle, dated between 203 and 213 AD, was detached from its original location in 1864 and is still at the Academy of Fine Arts in Carrara. The name derives from the fact that around the bas-relief over the centuries had accumulated numerous writings, mostly names and dates engraved by visitors, some of which are exceedingly famous such as Michelangelo, Canova and Giambologna. The miners who worked in these mountains had interpreted the mythological figures such as those of three children. Since, in the local dialect children are called “fanti” (as infants), the name Fantiscritti was derived. LA VALLATA DEI FANTISCRITTI La valle prende il nome da un celebre bassorilievo, scolpito direttamente sulla parete di una cava lunense di epoca romana, nel Bacino di Canal Grande, raffigurante Ercole, Giove e Bacco. L’edicola datata tra il 203 e il 213 d.C., fu staccata dalla sua sede nel 1864 ed è tutt’ora custodita presso l’ Accademia di Belle Arti di Carrara. Il nome di Fantiscritti deriva dal fatto che intorno al bassorilievo nei secoli si erano accumulate numerose scritte, prevalentemente nomi e date incisi dai visitatori, alcuni dei quali illustri come Michelangelo, il Canova ed il Giambologna. I cavatori che lavoravano in questi monti avevano interpretato le figure mitologiche come quelle di tre bambini e quindi, dato che nel dialetto carrarese i bambini vengono chiamati “fanti” (da infanti), ne derivò il nome di Fantiscritti. Il trasporto del marmo e la Ferrovia marmifera GUIDA ALL’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE DELLA TOSCANA The Transportation Of Marble and the Marble Railway 200 Besides the complex operation that took place in the quarries, there is the equally complex task of transporting the heavy blocks of marble to the city from where these would be shipped to their final destinations. Formerly the transport of marble from the quarry to the port of Avenza was by oxen-pulled wagon along the Via Carriona, which runs along the right bank of the Carrione stream. At the port, at the time of the Romans, the marble would be loaded onto ships called Alle pur complesse operazioni che si svolgevano nelle cave, se ne affiancavano altre derivanti dal trasporto dei pesantissimi blocchi di marmo, verso la città, da dove poi venivano smistate alle destinazioni finali. Anticamente il trasporto del marmo, dalle cava alla marina dell’Avenza, veniva effettuato su carri trainati da buoi, lungo la via Carriona, che corre sulla sponda destra del torrente Carrione, e da qui caricato, al tempo dei romani, sulle “naves lapidariae”, per il trasporto via mare. Lungo questa strada, partendo dal ponte della Bugia, così chiamato perché anticamente illuminato da lumi ad olio detti appunto “bugie”, sorsero i laboratori dove operavano i maestri del marmo, che ancora oggi si possono riconoscere per i loro portoni di grandi dimensioni. Da notare l’assonanza del toponimo di questa strada, o dell’idronimo del torrente, con quello stesso della città, a sottolineare quali fossero le sue origini, del resto evidenziate dalla presenza di una ruota di carro nel suo stemma, e rimarcate dal motto: “Fortitudo mea in rota”. Il rinnovato interesse attorno alle cave carraresi, ed il conseguente aumento di produttività, che si registrò nel corso dell’Ottocento, MUSEO CIVICO DEL MARMO visione di filmati inerenti il proprio patrimonio collezionistico. Orario: dalle ore 09:00 alle ore 12:30 e dalle ore 14:30 alle ore 17:00. Chiusura: la domenica e i festivi ll Museo Civico del Marmo, sorto nel 1982 su iniziativa del Comune di Carrara, raccoglie e documenta la cultura del marmo, con lo scopo di conservarla e valorizzarla. È articolato in sei sezioni interne, oltre ad un’area esterna che, attraverso un approccio interdisciplinare, guidano il visitatore in un percorso che va dall’Archeologia romana, con preziosi reperti storici rinvenuti in cava, all’Archeologia industriale, con macchinari e strumenti per l’estrazione e lavorazione del marmo. Vi sono esposte anche numerose “Applicazioni tecniche” con esempi di art design, calchi in gesso e le riproduzioni di icone marmoree per il restauro sostituivo, oltre ad esempi di scultura moderna. La struttura museale è altresì dotata di una biblioteca, ricca di testi riguardanti il marmo e la storia locale, ed una postazione multimediale per la Museo Civico del Marmo Viale XX Settembre, 84 - 54033 (Ms) Coord. 44.065502,10.074076 Tel 0585845746 Fax 0585 845746 urano.isti.cnr. it:8880/museo Ingresso a pagamento The Civic Marble Museum, built in 1982 by the Municipality of Carrara, collects and documents the culture of marble, with the objective of preserving and enhancing the culture of marble. It is divided into six internal sections and has an external area that, through an interdisciplinary approach, leads the visitor on an itinerary that goes from Roman Archaeology, with valuable historical artifacts discovered in the quarry, to Industrial Archaeology, with machinery and tools for the extraction and processing of marble. On display are also numerous “Technical Applications” with examples of art design, plaster casts and reproductions of marble icons for substitution with the originals, as well as examples of modern sculpture. The museum is also equipped with a library containing many of books on local history and marble, and a multimedia center for watching movies related to the collection of the museum. Hours: from 09:00 to 12:30 and from 14:30 to 17:00. Closed: Sundays and Holidays Admission fee Viale XX Settembre, 84 [email protected] Tel 0585 845746 Fax 0585 845746 http://urano.isti.cnr. it:8880/museo GUIDA ALL’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE DELLA TOSCANA The CIVIC MARBLE MUSEUM 201 GUIDA ALL’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE DELLA TOSCANA MASSA CARRARA e provincia 202 “naves lapidariae” for transport by sea. Along this road, beginning at the bridge at Bugia, so called because originally lit by oil lamps known as the “bugie”, there were workshops were where master craftsmen of marble worked, and which still can be identified by their large doors. The renewed interest in the Carrara quarries, and the resulting increase in productivity, was seen in the nineteenth century. This led to the need to create an easier way of transporting marble from the quarries to the coast. For this reason, by the middle of the century, there was the first failed attempt by the Carrara nobleman Carlo del Medico, to build a railway from Carrara to Torano. The first project for the construction of the railway was developed in 1869 by engineers Pietro Ganzoni Peter and Carlo Willy, who later were joined by engineer Giuseppe Turchi. The first two sections of the railway, linking the port of Marina di Carrara with Piastra and Carrara with Avenza were inaugurated in 1876. A subsequent expansion of the network to the Gioia, Ravaccione-Polvaccio and Colonnata quarries was made by the “Società Veneta di imprese e Costruzioni”, and the engineers of Sartorio and Leoni. Work be- portò alla necessità di creare un più agevole sistema di trasporto del marmo, dalle cave fino al litorale. E’ in questa logica che, già a metà del secolo, ci furono i primi tentativi, poi falliti, da parte del conte carrarese Carlo del Medico, di costruire un tronco ferroviario da Carrara a Torano. Lo stesso tentativo fu fatto, nel 1866, da una società formata dall’imprenditore fiorentino Giuseppe Troyse-Barba, dal segretario comunale di Carrara Giuseppe Fossati e dall’ingegnere del Comune di Carrara, che ne ricevettero la concessione per la costruzione per realizzare i tratti di Carrara-Torano e AvenzaMarina. Tuttavia per vederne la concretizzazione bisognò attendere il 1871, quando, dopo la morte di Troyse-Barba, la concessione fu MARMO TOUR MARBLE TOUR Una suggestiva escursione è rappresenta dalla visita di una cava interna alla montagna, accessibile da un vecchio tunnel della “Marmifera”. La visita ha una durata di circa 30 minuti; il primo tratto di 600 metri si svolge a bordo di un minibus, mentre una volta arrivati all’interno della cava si viene guidati in un per- Marmo Tour Piazzale Fantiscritti, 84, Loc. Miseglia - 54033 (Ms) Coordinate 44.090737,10.13303 Tel 3397657470 www.marmotour.com - [email protected] Orari: aprile -settembre - ottobre: dalle ore 11,00 alle 17,00 maggio - giugno - luglio - agosto: dalle ore 11,00 alle 18,30 sabato e festivi: dalle ore 11,00 alle 18,30 Visita a Pagamento GUIDA ALL’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE DELLA TOSCANA corso stabilito, agibile a tutti (anche disabili), dove si possono osservare i macchinari con l’illustrazione del metodo di taglio ed estrazione del blocco di marmo. La cava è attualmente attiva; infatti di mattina avviene ancora l’estrazione di blocchi mentre, nel pomeriggio vengono effettuate le visite guidate. A fascinating excursion is the visit to a quarry inside the mountain, accessible by an old tunnel of the “Marmifera”. The visit lasts about 30 minutes. The first distance of about 600 meters is travelled by minibus. Once inside the cave visitors are taken on a set route, accessible to everyone (including disabled), where it is possible to see the machinery used and an explanation of the method of cutting and extraction the marble blocks. The quarry is currently active. Quarry work is done in the mornings and the tours are made in the afternoon. Admission fee Hours: april-september-october: from 11.00 to 17.00 may - june - july-august: from 11.00 to 18.30 saturdays and holidays: from 11.00 to 18.30 Piazzale Fantiscritti, 84 Miseglia, Carrara (MS)) Tel 339.7657470 [email protected] www.marmotour.com 203 GUIDA ALL’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE DELLA TOSCANA MASSA CARRARA e provincia 204 gan in 1887 and the railway was inaugurated in 1890. The construction of the entire route was a great engineering feat. With its 22 km length, maximum gradient of 6 per cent and an altitude change of 450 meters it was necessary to create a large number of bridges and tunnels. After the war the main routes were rebuilt, but the competition of road transport gradually diminished its importance, up to finally ceasing activity in 1964. Most of the railway was dismantled, though some sections were made into roads. Railroad steam locomotives built in Germany by Krauss, Henschel and Hanomag were initially used on the marble railway. These were later replaced with models manufactured by the Ansaldo and Breda plants. In the late 1950’s, in an attempt to modernize the line, even some Ranzi RI 100 diesel locomotives were purchased and worked in the last years of the railroad. Many of the civil engineering works built for the construction of the railway still exist: especially the tunnel between Fantiscritti and Ravaccione quarries, the Vara bridges, the iron bridges at Ravaccione and Vezzala and the Miseglia viaducts. acquisita dall’impresa Nordant-Righi, che fondò Società Ferrovia Marmifera Privata di Carrara. Il primo progetto per la costruzione della ferrovia era stato elaborato nel 1869 dagli ingegneri Pietro Ganzoni e Carlo Willy, a cui in seguito si aggiunse anche l’ingegnere Giuseppe Turchi. Fu così che i primi due tronchi della ferrovia, che collegavano il porto di Marina di Carrara con Piastra e Carrara con Avenza furono inaugurati nel 1876. Un successivo ampliamento della rete verso le cave di Gioia, Ravaccione-Polvaccio e Colonnata fu realizzato invece dalla Società Veneta di imprese e Costruzioni, su progetto degli ingegneri Sartorio e Leoni. I lavori iniziarono nel 1887 e finirono nel 1890. La costruzione dell’intero tracciato rappresentò una notevole impresa ingegneristica: con i suoi 22 km di lunghezza ed una pendenza massima del 6 per cento, fu necessario realizzare un gran numero di ponti e gallerie. La ferrovia si affermò rapidamente e, a parte una breve flessione dovuta alle requisizioni di mezzi durante la Prima Guerra Mondiale, essa continuò a espandere il proprio fatturato fino alla fine degli anni Venti, quando gli effetti della crisi economica del 1929 contrassero considerevolmente il mercato del marmo. Con la Seconda Guerra Mondiale la linea subì pesanti danni a causa dei bombardamenti e dei sabotaggi, portandola quasi al fallimento. Nel dopoguerra i tracciati principali furono ricostruiti, ma la concorrenza del trasporto su gomma a poco a poco ne diminuì l’importanza, fino ad arrivare alla definitiva cessazione del traffico nel 1964, quando gran parte del suo tracciato venne smantellato, mentre alcuni tratti furono trasformati in strade. Sulla ferrovia marmifera inizialmente circolarono locomotive a vapore costruite in Germania dagli stabilimenti di Krauss, Henschel e Hanomag, successivamente sostituite da modelli fabbricati dagli stabilimenti Ansaldo e Breda. Dalla fine degli anni ‘50, nel tentativo di ammodernare la linea, furono acquistate anche alcune locomotive diesel modello Ranzi RI 100, che operarono negli ultimi anni di attività della ferrovia. Molte delle opere di ingegneria civile che furono realizzate per la costruzione della ferrovia sono ancora oggi esistenti; tra queste si segnalano la galleria tra Fantiscritti e Ravaccione, i ponti di Vara, i ponti in ferro di Vezzala e Ravaccione ed i viadotti di Miseglia. Ponte di ferro Via del Cavatore - 54033 (Ms) Coordinate 44.081682,10.107481 Ponti di Vara Via Miseglia Fantiscritti, Loc. Ponti di Vara - 54033 (Ms) Coordinate 44.086013,10.126604 MASSA CARRARA e provincia Filattiera Bagnone fiume Taveron e 4 ra fiume Mag Mulazzo Villafranca in Lunigiana Comano Licciana Nardi Tresana Fivizzano Aulla fiume Aulella GUIDA ALL’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE DELLA TOSCANA A15 208 Casola in Lunigiana Fosdinovo Piastra Gragnana Sorgnano CARRARA 2 3 1 4 3 1 Colonnata Forno 2 Guadine Casette Fossola 1 S.Luca Canevara MASSA Montignoso Marina di Massa Strettoia A12 1 2 3 4 1 Cotonificio Ligure - Forno 2 Le cave del marmo di Carrara 3 Ponte di ferro 4 Ponti di Vara 1 Museo Civico del Marmo Fiorella Marmo Souvenir Cava Museo Marmo Tour Il Molino del Tempo Perduto SITI PRODUTTIVI PRODUCTION SITES MUSEI / PERCORSI VISITA MUSEUMS / TOURS ATTIVITA’ RICETTIVE / COMMERCIALI ACCOMMODATIONS / TRADE SITI DI PARTICOLARE CURIOSITà PARTICULARLY INTERESTING SITES Giuncugnano Piazza al Serchio fiu me Camporgiano Se rch io Villa Collemandina Castiglione di Garfagnana Filicaia Vagli Sotto Antisciana Pieve Fosciana Fosciandora Castelnuovo di Garfagnana Molazzana Gallicano Barga Coreglia Antelminelli Lucignana Fabbiano Granaiola Pruno Motrone Seravezza Mulina Gallena Stazzema GUIDA ALL’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE DELLA TOSCANA S.Romano in Garfagnana Focchia Fabbriche di Vallico 209