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American Dreamscape
American dreamscape
0.0 M O D E L L O D O U G H N U T E S O G N O S U B - U R B A N O
Nella realtà urbana statunitense sono individuabili
1
Questa
schematizzazione
di
tendenze
sembra
alcune tendenze di sviluppo in corso. È possibile e-
possibile anche per il fatto che generalmente la regio-
strapolare alcuni schematici modelli di trasformazione
ne urbana americana viene scomposta in parti distinte
2
che le principali metropoli degli Stati Uniti sembrano
con una propria chiara identità secondo un modello
seguire, facendo ricorso principalmente ai dati offerti
essenzialmente concentrico, composto da Central Bu-
dai periodici rilevamenti statistici condotti dal Bureau
siness District, inner suburbs, exurban areas, fringes;
of the Census e ai commenti di alcuni istituti di ricer-
questa schematizzazione in categorie rende relativa-
3
ca .
4
mente facile seguire l’evoluzione in corso.
Il modello di trasformazione più frequente e da
più
1
Negli Stati Uniti ci sono delle macro-regioni che si distinguono per processi evolutivi diversi (si veda per esempio il testo
di Joel Garreau, Nine Nations of North America, Boston, Houghton Mifflin 1981 o quello di Carl Abbott, The new urban
America, growth and politics in sunbelt cities, The University
Of North Carolina Press, Chapel hill, 1981), ma il modello di
evoluzione urbana si ripropone molto simile. Alla tendenza
allo svuotamento delle core city si uniscono le ondate di migrazioni da una macro-regione all’altra che influiscono sulla
fortuna delle rispettive città. Il testo di Peter Wolf, Hot towns,
the future of the fastest growing community in America, racconta l’ultima grande migrazione Americana, quella verso le
località exurbane con un miglior clima, quali, come sempre, la
California, ma anche la regione del Sunbelt e la Florida.
2
Per principali metropoli intendo le prime 100 città classificate
come Standard Metropolitan Statistical Areas (SMSA) dal
Bureau of the Census, cioè le “large population nucleus, together with adjacent communities having a high degree of social
and economic integration with that core”; la SMSA comprende
tutto il territorio delle contee interessate dalla city e dai suburbs dell’area metropolitana, quindi spesso anche terreno
agricolo e non urbanizzato.
3
http://www.census.gov.
Per uno studio dettagliato e un commento dei dati del Census
si possono consultare alcuni saggi pubblicati dal Brookings
Institution Center on Urban and Metropolitan Policy, Washington DC, per il decennio 1990-2000: Edward L. Glaeser, Jesse
M. Shapiro, City Growth and the 2000 Census: Which Places
Grew, and Why, may 2001; William H. Lucy, David L. Phillips,
Suburbs and the Census: Patterns of Growth and Decline,
december 2001; Alan Berube, Benjamin Forman, Living on
the Edge: Decentralization Within Cities in the 1990s, october
2002. In particolare lo studio di Edward L. Glaeser, Jesse M.
Shapiro, Is there a new urbanism? The growth of US cities in
the 1990s, Working Paper n.8357, National Bureau of Economic Research, 2001 sostiene che la fuga verso le città a
clima mite, la ricerca di aree suburbane, la crescita delle città
con maggior popolazione laureata hanno continuato ad essere le principali tendenze di sviluppo urbano dagli anni ’50 ai
’90. Infine William Fulton, Rolf Pendall, Mai Nguyen, Alicia
Harrison, Who Sprawls Most? How Growth Patterns Differ
Across the U.S., luglio 2001 afferma: “Most metropolitan regions in the US are expanding faster than they are adding
people, leaving many aging suburbs, particularly in the Midwest and Northeast, with thinning populations. […] Between
1982 and 1997 [there were] a 47% increase in developed
land, during a period when the population in those areas rose
17%. […] The prevalent land use pattern in the US remains
growth at the fringes at the expense of core regions and inner
suburbs. […] Declining population density in most US metropolitan regions prove the argument that population pressure is
only one of sprawl’s many causes. Sprawl also is a product of
many forces, including race relations, transportation planning,
land speculation, school financing system, the movement of
jobs from core areas to employment centres outside cities and
competition among municipalities for tax revenue. […] Many
cities, particularly in the Northeast and Midwest, are sur-
tempo
rilevato
e
perciò
ormai
classico
nell’interpretazione dello sviluppo metropolitano ame5
ricano è il modello doughnut. Molto schematicamente esso è composto da (secondo il modello a cerchi concentrici):
•
DOWNTOWN
O
CENTRAL BUSINESS DISTRICT
(CBD) il nucleo originario di insediamento della
6
città che è stato abbandonato a cominciare dagli
rounded by blighted areas that 30, 40 years ago looked like
classic American suburbs. The study found that the decline in
density is much greater in Northeastern and Midwestern urban
areas than in the Western parts of the country most synonymous with sprawl, such as LA and Phoenix. […]”
4
L’interpretazione della città come divisa in parti distinte appartiene ad una lunga tradizione: uno degli esempi più illustri
è il diagramma basato su 5 cerchi concentrici di Ernest
W.Burgess, pubblicato in The growth of the city, 1952; si può
ricordare anche l’International Cities Design Competition bandito dalla scuola di architettura e urban planning di Milwaukee
nel 1989, il cui bando chiede soluzioni per le parti di tessuto
urbano tipiche nella città Americana: downtown, older neighborhood, growing suburban edge; Gandelsonas in XUrbanism individua invece: old city center, suburbs, exurbia.
5
Non c’è testo che si occupi della città Americana che non
presenti questo modello e non lo commenti - i doughnuts sono
le ciambelle col buco che piacciono tanto a Homer Simpson.
Questo modello essenzialmente concentrico non restituisce la
complessità e la asimmetricità della situazione reale e tende a
falsificare la struttura policentrica della metropoli attuale, ma
permette di evidenziare alcune tendenze generali di sviluppo
in corso. Si potrebbe aggiungere che queste tendenze sono
proprie non solo del Nord-America, ma anche dell’Europa e
del mondo che tende a occidentalizzarsi, della urbanizzazione
globale. Indicazioni a questo riguardo sono fornite da diverse
fonti: esempio ne sia lo studio di Fiedler sulla “brazilianization”, lo studio di Mirko Zardini per la Glattalstadt, gli studi di
Saskia Sassen, i due libri di Koolhaas con l’Harvard GSD sugli
shopping centers e la Cina, la descrizione di Stefano Boeri
della Milano contemporanea.
6
A questo proposito le immagini di distruzione di Camilo Josè
Vergara, American ruins, sono molto espressive. L’esempio
paradigmatico del modello doughnut è Detroit, si veda ad
esempio l’articolo di Mark Irving, La città scomparsa, Domus
n.841; nell’ottobre del 2002 si è tenuta alla Graham Foundation di Chicago la mostra “Stalking Detroit” che ha raccontato
come la città sia sottoposta al più grande programma di demolizione di edifici abbandonati finanziato con denaro pubblico della storia degli USA; la demolizione è quindi diventata la
principale attività architettonica nella city. Oltre a Detroit si può
ricordare St.Louis (della quale già nel 1942 pianificatori locali
avevano predetto il declino se proseguivano di tendenze in
atto), Baltimora, Atlanta, Phoenix, le principali città della Florida, Philadelphia, la California del sud, il New Jersey, ricor-
3
anni ’30 sia dai residenti sia dalle attività secon-
ma anche per l’assenza di costrizioni derivanti da
darie e terziarie che si sono trasferite in aree peri-
pianificazione, per la possibilità di garantire ai di-
feriche per la maggiore convenienza economica e
pendenti la vicinanza del posto di lavoro ai quar-
per la diminuita rappresentatività del centro stes-
tieri residenziali suburbani e alle località amene
so;
•
7
(aree naturali, campi da golf, grandi centri comla prima cerchia di lottizzazioni
merciali...); se siano state le sedi delle attività
residenziali generalmente costruite nella prima
produttive e le grandi strutture commerciali a
INNER SUBURBS,
8
metà del ‘900 , che si svuotano della popolazione
spostarsi seguendo gli alloggi che venivano co-
bianca benestante e vengono definitivamente di-
struiti in periferia o se sia invece successo vice-
smessi
afro-
versa dipende da città a città e da area ad area,
americana o da altre minoranze economicamente
anche se l’ipotesi più accreditata è la prima; in
o
occupati
dalla
popolazione
generale è stato un processo biunivoco.
svantaggiate, formando talvolta dei ghetti;
•
SUBURBS,
quartieri residenziali cresciuti a partire
•
RAPIDLY
DEVELOPING
FRINGE,
l’urbanizzazione
dagli anni ’40 e a grande velocità ed estensione
di aree via via più esterne rispetto a downtown
dalla seconda metà degli anni ’50 (distinti fra e-
per la costruzione di quartieri residenziali a bassa
xclusive
class
o bassissima densità, che spesso si coagulano at-
family suburbs, working class suburbs, suburban
torno ai nuovi business district suburbani; in ge-
upper-income
suburbs,
middle
9
cosmopolitan centers ), innervati da strade a
nerale si assiste ad un sistematico e ciclico spo-
scorrimento veloce e costellati di strip malls; la
stamento verso aree via via più periferiche delle
popolazione residente nei suburbs è oggi circa il
residenze dei benestanti, delle opportunità di la-
45% della popolazione degli USA e negli ultimi
voro, dei servizi, delle attività commerciali.
anni circa il 75% di tutte le nuove costruzioni è
Secondo il Bureau of the Census negli anni ’40
10
localizzato nella suburban fringe ;
•
EDGE CITIES o SUBURBAN BUSINESS DISTRICT,
circa 15 milioni di persone hanno aumentato il numero
concentrazioni di office parks, grandi centri com-
degli abitanti delle SMSA e metà di questi si sono sta-
merciali e zone industriali, ma anche strutture ri-
biliti fuori delle core cities, quindi nelle aree suburbane
cettive, ricreative e servizi come ospedali o case
o rurali. Nella prima metà degli anni ’50 le aree su-
di cura o colleges, generalmente costruiti a parti-
burbane hanno aumentato la loro popolazione del
re dagli anni ’70, dove si rilocalizzano le attività
28% (9,6 milioni di persone) e le aree immediatamen-
che hanno lasciato downtown e le nuove imprese,
te esterne a quelle suburbane del 11%, mentre le
principalmente per convenienza economica (mi-
core cities solo del 4%. Nei decenni successivi tale
nor prezzo dei terreni e miglior regime fiscale),
tendenza ha continuato a manifestarsi e spesso si è
accentuata, tanto che la concentrazione di attività e di
dando però che a scala microscopica, cioè all’interno delle
città, le tendenze descritte non sono omogenee. La questione
downtown “Is downtown dead? Can it live again?” sta conquistando l’attenzione dell’opinione pubblica; è rappresentativo di questo il testo di Roberta Brandes Gratz e Norman
Mintz, Cities back from the edge, New life for downtown,
Preservation Press John wiley &sons inc. 1998.
7
Negli ultimi 15 anni circa ci sono stati indizi di downtown
revitalization e quindi di una inversione di tendenza: su iniziativa dei governi locali (quasi mai per azione spontanea del
mercato) si è cercato di dare slancio al central core con musei, teatri, festival, riprogettazione degli spazi aperti; per esempio Providence, Chicago, San Diego, Milwaukee.
Downtown però non è tornato ad essere luogo della residenza
come dimostra il già citato studio di Edward L. Glaeser, Jesse
M. Shapiro, Is there a new urbanism? The growth of US cities
in the 1990s, Working Paper n.8357 National Bureau of Economic Research, 2001.
8
A svuotarsi sono prevalentemente i quartieri immediatamente vicini alle aree centrali, ma cadono nell’abbandono e nel
degrado anche alcuni compresi nella più vasta area metropolitana. Nel 1991 è stato stimato che circa 9 milioni di alloggi
sono vuoti per tutto l’anno negli Stati Uniti, circa 1 ogni 12.
popolazione in aree decentrate ha raggiunto una dimensione ed una densità tale da guadagnarsi il titolo
di città: edge city, appunto. Appare evidente che il
successo del suburbio si è determinato a discapito del
successo delle core cities e come quindi il processo di
suburbanizzazione abbia causato una serie di fenomeni interrelati che caratterizzano le aree urbane centrali, quali il declino economico, la perdita di popolazione,
la concentrazione di povertà, la segregazione razziale.
Negli anni ’90 è stata registrata una piccola inversione di tendenza nel declino delle aree centrali:
oltre all’ormai tradizionale aumento delle città con un
clima mite, per esempio Phoenix, Dallas e Houston,
anche Boston, New York e Chicago hanno aumentato
il numero di residenti interrompendo così il trend negativo. Inoltre negli anni ’90 gli indicatori di crimine,
disoccupazione e povertà delle aree centrali sembravano dare segnali di cambiamenti positivi. Il Bureau of
9
Peter O.Muller, Contemporary suburban America, New Jersey, Prentice-hall Inc., Englewood Cliffs 1981.
10
Ellen Dunham-Jones, 75%, the next big architectural project, Harvard Design Magazine fall 2000.
American dreamscape
the Census ha comunque confermato anche negli anni
è omogeneo, dato che comprende la crescita del 85%
’90 la tendenza generale alla decentralizzazione di
di Las Vegas e il declino del 13% di S.Louis.
persone e posti di lavoro, sia che la metropoli in que-
È interessante collegare la crescita con la varia-
stione stia guadagnando sia che stia perdendo popola-
zione della densità, cioè della popolazione insediata.
11
zione e attività produttive : nelle 100 più grandi aree
Sia nel Midwest, che nel Northeast e nel South l’area
metropolitane degli USA le aree suburbane sono cre-
urbanizzata per persona è aumentata in modo mag-
sciute a velocità doppia rispetto alle central cities e le
giore che nel West; l’area urbanizzata dell’area me-
aree unincorporated e i nuovi quartieri più velocemen-
tropolitana di Atlanta dal 1982 al 1997 è aumentata
te delle aree suburbane esistenti. La zona più vivace
più di ogni altra negli Stati Uniti: 82% contro un au-
negli investimenti immobiliari sembra essere, quindi,
mento della popolazione del 61%.
Sostanzialmente le città medium-size seguono
sempre la più esterna.
Fra le regioni degli USA ci sono delle differenze: le
le tendenze delle grandi città e quindi confermano il
central cities cresciute maggiormente sono quelle del
modello doughnut e la tendenza alla costruzione della
West (15% contro il 21% dei relativi suburbi); mentre
metropoli policentrica.
le aree suburbane con un tasso di crescita maggiore
tropolitane più grandi sono cresciute di più in propor-
sono quelle del Sud (26% contro 11% delle central
zione delle rispettive central cities e delle aree metro-
cities). Il Midwest e il Northeast hanno seguito le stes-
politane, mentre le medium-sized central cities sono
se tendenze del resto del Paese, anche se con una
cresciute di meno della loro area metropolitana. Le
crescita generale più contenuta ed una maggiore per-
città medie a crescita maggiore sono collocate nel
centuale di sobborghi in declino.
12
Non si può comunque mai parlare di crisi delle aree metropolitane nord americane nel loro complesso,
13
Le città satellite di aree me-
South e nel West, mentre quelle del Northeast e del
Midwest industriale non hanno registrato incrementi di
popolazione.
perchè in generale esse continuano a crescere: negli
La tendenza di sviluppo urbano che è stata inter-
anni ’90 il tasso di crescita della popolazione delle città degli Stati Uniti è stato di 8,7%, doppio di quello
pretata
registrato negli anni ’80; anche questo fenomeno non
l’espressione della ristrutturazione delle città e della
come
una
“grande
ciambella”
è
stata
società che ha avuto come protagonista assoluto la
11:
Bruce Katz, Alan Berube, Cities Rebound — Somewhat,
Brookings Institution Center on Urban and Metropolitan Policy,
June 2002; Peter Grant, Sprawl thins populations of older US
suburbs, development at fringes leaves hollow cores, communities face flight of capital, The Wall Street Journal, 10 luglio
2001, afferma: “Declining population density in most US metropolitan regions bolster the argument that population pressure is only one of sprawl’s many causes. Sprawl also is a
product of many forces, including race realtions, transportation
planning, land speculation, school financing system, the
movement of jobs from core areas to employment centres
utside cities and competition among municipalities for tax
revenue. Many cities, partucularly in the Northeast and Midwest, are sorrounded by blighted areas that 30 40 years ago
looked like classic American suburbs. The study found that
the decline in density is much greater in Northeastern and
Midwestern urban areas than in the Western parts of the
country most synonymous with sprawl, such as Los Angeles
and Phoenix.”
12
Mettendo assieme i dati su core city e suburbia alcuni
pattern insediativi regionali sembrano chiari e costanti nel
tempo: il West è cresciuto di più fra le regioni USA, il South è
cresciuto in modo sostenuto, il Northeast and the Midwest
restano grossomodo invariati. Nel determinare questi modelli
alcuni fattori sembrano fondamentali: il clima – i luoghi tiepidi
e secchi riscuotono consenso fra la popolazione statunitense
abituata a spostare la sua residenza con flessibilità; il capitale
umano – città con lavoratori qualificati sono cresciute di più
delle altre; l’ambiente car-oriented – le città dove si può spostarsi camminando e con un buon sistema di trasporto pubblico e circa il 10% di abitanti che lo usano per recarsi al lavoro
hanno visto crescere la loro popolazione meno delle città dove
più del 70% della gente si sposta in auto da sola. In generale
il tasso di crescita delle città con un consistente patrimonio
edilizio costruito prima del 1939 sono cresciute molto meno di
quelle con un patrimonio edilizio molto recente.
middle class.
Il modello doughnut è dovuto a fattori economici, cioè alla ricerca di terreni meno costosi e regimi
fiscali più convenienti, e alle scelte politiche ispirate
al liberismo e al conseguente sistema di gestione del
territorio.
14
Il governo (federale, statale, locale che
sia) è infatti tradizionalmente riluttante ad interferire
con il private land use e ad imporre controlli al public
land use e generalmente l’ente pubblico non ha possi15
bilità di coazione con l’imprenditore.
Il modello doughnut è conseguenza della ricerca
di specifici living patterns dell’american dream
16
,
13
La città di media grandezza sono quelle che vanno dal
n.101 al n.200 nella lista delle più grandi città degli Stati Uniti
per popolazione, che resta così compresa fra i 98.000 e i
170.000 abitanti. I dati sono ricavati da Jennifer S. Vey, Benjamin Forman, Demographic Change in Medium-Sized Cities:
Evidence from the 2000 Census, Brookings Institution Center
on Urban and Metropolitan Policy, luglio 2002
14
Un testo dettagliato sui motivi che hanno portato alla costruzione della “grande ciambella” è l’articolo di June Manning
Thomas, The cities left behind, Built Environment vol.17 n.3/4
1992.
15
Questa tendenza si è acuita specialmente dagli anni ’80
con la politica di Reagan.
16
L’american dream è l’aspirazione alla libertà individuale, al
benessere e alla proprietà della casa, in una parola, come
dice la Costituzione, alla ricerca della felicità. Marcello
D’eramo, Il maiale ed il grattacielo, 1995 afferma: “Questo
5
cioè la decentralizzazione di alloggi, servizi e strutture
every American family, thus contributing to the
produttive è coerente con l’offerta che il sistema so-
development and redevelopment of communities and
cio-politico americano fa all’individuo: tutti – grosso-
to the advancement of the growth, wealth, and secu-
modo - devono poter cercare la loro felicità e conse-
rity of the Nation.”
guentemente vivere dove vogliono e come possono
Che “a decent home and a suitable living envi-
(everything everywhere). Il sogno americano ha potu-
ronment” dovesse essere la casa isolata su lotto in un
to diventare suburbano, quindi, anche per il sostegno
contesto suburbano è diventato evidente nel tempo. I
avuto
suburbi sono cresciuti 10 volte di più che le central
dalle
politiche
governative.
Il
preambolo
dell’Housing Act del 1949 così recitava:
cities durante gli anni del boom (’50 e ’60). Il Federal
“The Congress declares that the general welfare and
Housing Authority17, infatti, garantiva mutui agevo-
security of the Nation and the health and living stan-
lati esclusivamente a chi intendeva comprare una casa
dards of its people require housing production and
che, per caratteristiche costruttive e per forma del
related community development sufficient to remedy
contesto, si conformasse agli standard stabiliti dalla
the serious housing shortage, the elimination of sub-
stessa FHA, che così imponeva precisi parametri di
standard and other inadequate housing through the
progettazione ai lottizzatori e indicazioni sulla compo-
clearance of slums and blighted areas, and the reali-
sizione sociale con l’obiettivo di diminuire il rischio
zation as soon as feasible of the goal of a decent
dell’investimento
home and a suitable living environment for
dell’insediamento. Fra questi parametri c’era la prefe-
e
il
valore
nel
tempo
renza per grandi lottizzazioni, case isolate su lotto da
sogno consiste nella propria casetta, con il suo giardinetto,
nella propria automobile con il suo garage e null’altro, niente
di più poetico o profondo. A chi lo guarda dall’esterno i pezzi
di questo sogno sembrano insostenibili, rovinosi. Eppure ha
mosso centinaia di milioni di persone, le ha convinte ad abbandonare la patria, la famiglia ad affrontare l’ignoto, sfidare
una società ostile, razzista... per 60 milioni di famiglie Americane questo sogno si è avverato nella forma della proprietà:
esse possiedono la loro casa.” D’eramo si inscrive nella schiera dei commentatori che vedono suburbia come insostenibile
e rovinosa, critica di cui discuteremo nei successivi capitoli.
Sull’importanza della proprietà e sull’importanza della città
Dolores Hayden in Redesigning the american dream afferma
con una certa enfasi: “the dream house is a uniquely american
form, because for the first time in history a civilization has
created a utopian ideal based on the house rather than the
city or the nation”. Hayden esprime in modo chiaro, quindi,
come l’attenzione si sposti dalla costruzione della città, cioè
della casa comune, alla costruzione dell’abitazione del singolo.
Robert Bruegmann ne The american city: urban aberration or
glimpse of the future? in Preparing for the urban future, global
pressure and local forces, a cura di M.Cohen, B.Ruble,
J.Tulchin, A.Garland, Woodrow Wilson 1996, sostiene che il
nuovo paesaggio urbano è dovuto tanto al sistema economico
che alle aspirazioni degli Americani, infatti nessuna politica di
governo della crescita è riuscita a modificare il corso dello
sviluppo suburbano, nemmeno i piani regionali e le New
Towns degli anni ’60 e ’70 perchè tale sviluppo urbano, sostiene Bruegmann, corrisponde alle aspirazioni dei cittadini.
Anche Robert Fishman individua una continuità fra la nascita
dell’aspirazione suburbana e la situazione attuale.
La questione se la situazione attuale sia scelta (il mercato
produce secondo la domanda) o subita (ai cittadini non viene
offerta una pluralità di situazioni insediative) dagli utenti divide
gli studiosi. È comunque difficile dire se sono gli Americani
che vogliono la casa isolata ed il suburbio o se invece non
hanno possibilità di scelta perchè gli viene offerto solo quello.
Le statistiche non rendono conto delle preferenze e dei desideri, perchè non possono distinguere fra necessità e scelta,
ma sono comunque significative. Circa 75% del totale delle
costruzioni dell’ultima decade è collocato in suburbia. Secondo la ditta di real estate Cushman&Wakefield nel 1999 sono
stati aggiunti 69 milioni di piedi quadrati, cioè il 92,6% del
totale, al mercato immobiliare suburbano. Secondo Brookings
Institute nel 1998 più del 80% delle nuove residenze sono
state costruite in suburbia.
disegnare con stili tradizionali, omogeneità socioeconomica degli abitanti. La proposta del tipo edilizio
e conseguentemente dell’insediamento a bassa densità si accompagna al mito della libertà di spostamento
e
di
insediamento,
obiettivo
del
Federal-Aid
Highway Act del 1956 che comprende il decentramento fra i suoi obiettivi: “to disperse our factories,
our stores, our people; in short to create a revolution
in living habits”.
L’american dream è stato ed è essenzialmente un
sogno suburbano, poichè la casa isolata su lotto viene
considerata, nell’immaginario collettivo della società
americana, la forma di residenza in grado di garantire
il maggior benessere alla famiglia e al singolo, perchè
in grado di offrire comfort e privacy, sicurezza cioè
protezione dal diverso lontano dalle insidie della città,
17
La Federal Housing Authority (FHA) è stata istituita nel
1934 dal National Housing Act all’interno dei programmi del
New Deal ispirati a Keynes per rivitalizzare il mercato immobiliare e per incoraggiare la proprietà della casa; ha svolto un
ruolo importante all’interno della gestione statale del secondo
dopoguerra. FHA garantiva le banche che finanziavano le
spese di costruzione e i mutui alle famiglie per l’acquisto di un
alloggio. I mutui erano molto convenienti (10% di deposito,
5,5% di interesse) e a lungo termine (fino a 30 anni). FHA
cercava di proteggere il futuro valore immobiliare degli alloggi
che garantiva e attribuiva per questo assicurazione solo agli
insediamenti che garantivano stabilità: erano malvisti diversità
di alloggi, diversità di classe degli abitanti, diversità di razza.
Infatti pochi, pochissimi afro-Americani hanno goduto dei mutui della FHA. Nel 1953 Levittown a Long Island aveva una
popolazione di circa 70.000 persone ed era probabilmente la
più grande community degli USA senza neanche un abitante
afro-Americano. FHA ha anche controllato le operazioni di
ristrutturazione degli slums e dell’urban renewal. Sylvia C.
Martinez, The Housing Act of 1949: Its Place in the Realization of the American Dream of Homeownership, Federal
Housing Finance Board, Housing Policy Debate Vol. 11, Issue
2 467, Fannie Mae Foundation 2000, rintraccia l’evoluzione
American dreamscape
libertà di espressione della propria individualità e so-
tasse e tagliare le spese per le infrastrutture ed i ser-
prattutto contatto con la natura adeguatamente ad-
vizi).
18
domesticata . Il suburbio è così una precisa forma
spaziale e sociale, rappresentazione persistente e
Lo sviluppo del modello doughnut e della forma
condivisa di come debba essere la dimora della fami-
spaziale e sociale del suburbio hanno dato origine ad
glia e conseguentemente il suo modello di vita. La
alcune questioni, due in particolare sono diventate
costruzione del suburbio comporta, infatti, la separa-
importanti filoni di analisi critica: la segregazione e
zione tra città e periferia, la separazione tra spazio
il decadimento del legame sociale, la privatizza-
dell’abitare e spazio della produzione, la separazione
zione dello spazio pubblico e la costruzione di
fra gruppi sociali.
governi privati. Le geografie dell’ingiustizia, i social
Per capire la strategia dell’abbandono dei Central
edges, i ghetti urbani, le gated communities e i defen-
Business District bisogna comprendere come la que-
sible space, le residential community association cioè i
stione economica abbia la priorità nel governarne le
governi privati, hanno trovato dure critiche nelle paro-
sorti, non essendo downtown che in piccola parte il
le dei geografi di ispirazione marxista come David
luogo dove la cittadinanza si autorappresenta attra-
Harvey o Neil Smith e nei testi di Mike Davis ; il pro-
verso la sua storia e i suoi simboli diventati architettu-
cesso di privatizzazione è stato condannato ad esem-
ra. Guido Martinotti sostiene che la principale differen-
pio da Richard Sennett, poichè sembra aver annullato
za fra le città americane e quelle europee sta nel si-
l’interazione, il confronto, il dibattito politico, l’incontro
19
20
gnificato attribuito ai luoghi simbolici . Le città
fertile con il diverso e in ultima analisi la civitas, la
americane generalmente si sviluppano attorno a nodi
comunità. Oltre a Sennett è essenziale ricordare gli
funzionali: porti, svincoli autostradali, ferrovie (non
autori di Variation on a theme park, the new american
una piazza, una chiesa, un municipio, un’università,
city and the end of public space che discutono la pre-
cioè i simboli del potere civile, religioso o culturale) e
senza e l’uso dello spazio pubblico nella metropoli
per questo nessuna parte della città è sacra, tale da
contemporanea. Questi temi ritorneranno ricorrente-
venire sottratta al mercato. Se non viene riconosciuto
mente nei prossimi capitoli.
un valore simbolico delle parti della città si lascia spazio alla necessità del profitto economico e se necessa-
FRANK L.WRIGHT MISLEADING
rio si abbandona quanto non più conveniente e rappresentativo. Il CBD si trasforma quindi anche radicalmente a seconda delle vicende dei mercati immobiliari.
Il modello doughnut è anche dovuto alla divisione
del territorio metropolitano in molti governi locali,
per la preferenza tradizionalmente accordata alla incorporation – il formarsi di nuove municipalità – rispetto alla annexation – l’annessione dei nuovi insediamenti alle municipalità esistenti -, fenomeno nato
dalla volontà all’autodeterminazione, ma che ha provocato nel tempo competizione fra le municipalità e ha
tenuto la ricchezza nei suburbi, contribuendo così al
progressivo impoverimento delle strutture della città
(che per il diminuito valore delle proprietà immobiliari,
infatti, i governi di downtown hanno dovuto alzare le
del mercato dei mutui e le politiche per incoraggiare la proprietà.
18
I promotori del suburbio, e quindi della bassa densità, sono
i più illustri protagonisti del dibattito architettonico e urbanistico degli USA; uno per tutti: Frederick Law Olmsted, secondo il
quale l’urban environment ideale deve essere una sintesi di
landscape e cityspace, poichè i vantaggi della civilizzazione
trovano la realizzazione migliore in quartieri suburbani dove
l’abitazione di ogni famiglia stia a 50 o 100 piedi o più (15 o
30m) una dall’altra e ad una certa distanza dalla strada.
19
Guido Martinotti, I simboli e la città, Corriere Della Sera, 10
febbraio 2000.
Una riflessione sulla forma della città americana
contemporanea sembra non poter non far riferimento
a Broadacre City. Quanto nella costruzione del modello di urbanizzazione ed insediamento che ha portato
21
alla città attuale abbia influito Broadacre City , cioè
quanto
lo
sforzo
estremo
di
immaginazione
di
F.L.Wright abbia influenzato l’immaginario disciplinare
e conseguentemente la effettiva costruzione della realtà resterà una questione aperta, perchè è stupefacente quanto il paesaggio disperso attuale sembri richiamare l’idea di Wright. La constatazione della crisi
delle core cities, soprattutto, non può – con un facile
transfer - non richiamare le affermazioni di F.L.Wright
contenute in The disappearing city del 1932 e poi
sempre in seguito confermate: la città come noi oggi
la conosciamo è brutta, congestionata, mal ammini-
20
Per capire quanto pervasiva sia la disparità si veda David
Rusk, The "Segregation Tax": The Cost of Racial Segregation
to Black Homeowners, Brookings Institution Center on Urban
and Metropolitan Policy october 2001.
Per quano riguarda i governi privati si veda in particolare Evan
MacKenzie, Privatopia: homeowner association and the rise of
residential private government, Yale University Press 1994.
Rimando al paragrafo Why are suburbs so bad?
21
E insieme a questa il concetto di regional planning del
RPAA, che peraltro non ha sostenuto la Usonian Vision di
Wright.
7
strata ed economicamente fallimentare e perciò la
rapporti sociali e la divisione fra le classi socioecono-
città è destinata a morire. Dagli anni ’30 agli anni ’60
miche), ma ha potuto poco influenzare il governo, i
la proposta Broadacre City - a new pattern of living for
costruttori della metropoli, i developers e i community
America - è stata diffusa e discussa soprattutto per
builders. Il suburbio attuale non ricorda l’organismo di
l’impegno di Wright in conferenze, incontri, articoli
F.L.Wright se non per la decentralizzazione (deconge-
(fra cui anche la petizione alla amministrazione Roo-
stione fallita), ma campagna e città non sono diventa-
svelt) e per la sua contrapposizione alle proposte del
te una cosa sola come nelle sue speranze: la città ha
CIAM. Molti autori hanno richiamato F.L.Wright come
invaso la campagna. Il suo obiettivo, inoltre, che ogni
il vincitore sulla lunga distanza, il miglior interprete
famiglia venga in possesso di almeno un acro di terra
della
della
(minimum of one acre to the family) ha una sini-
middle class; molti autori citano a paragone Broadacre
stra assonanza con la densità più spesso oggi attribui-
City
ta allo sprawl: minore od uguale a 1 alloggio per acro,
cultura
suburbana
commentando
la
dell’individualità
città
e
contemporanea.
Però
l’influenza di Wright sulla costruzione della metropoli
dispersa passa in secondo piano se si considerano
almeno altri due fattori
22
: la tendenza anti-urbana
pervasiva e il mito della vita a contatto con la natura
proprio della cultura nord-americana, che devono essere fatti risalire all’ideologia agraria di Thomas Jeffer23
son e che Wright asseconda e richiama ; i finanziamenti federali distribuiti attraverso la Federal Housing
Administration rivolti principalmente a case unifamiliari in nuovi insediamenti e le regole di costruzione del
suburbio stabilite dalla stessa che dei caratteri formali
e compositivi di Broadacre City sembrano prendere a
riferimento soltanto il tipo edilizio “ranch”. F.L.Wright
ha contribuito a consolidare l’idea del decentramento
ed è stato profetico nell’immaginare una città suburbana composta in qualche modo dagli stessi elementi
che compongono la città dispersa attuale (autostrade
e strip mall, centri di distribuzione e luoghi di ritrovo
concentrati, case isolate, edifici per la produzione e il
commercio isolati, ma anche la convenzionalità dei
22
Bisogna considerare anche il fatto che FL Wright non ha
mai ricevuto incarichi dall’amministrazione pubblica, tranne il
progetto di edilizia pubblica del 1941 non realizzato (Cloverleaf units a Pittsfield, MA) e il suo valore non è stato riconosciuto dall’AIA. Si veda Donald Leslie Johnson, Frank Lloyd
Wright versus America: the ‘30s, The MIT Press, Cambridge,
MA 1990.
23
Wright stesso era cosciente di assecondare tendenze già in
atto: “All’America non occorre aiuto per Broadacre City. Verrà
costruita a caso. Perchè non progettarla?” come ricorda Paola
Viganò in La città elementare; Peter Hall in Cities of tomorrow
afferma come sia stato Wright ad essere in sintonia con la
situazione: F.L.Wright vision was perfectly attuned to the conditions of its time. [...] in the process it managed in a rather
extraordinary way to weave together almost every significant
strain of American urban – more precisely anti-urban – thinking. [...] No one liked it. [...] this then was the ironic outcome:
after World War II a suburban building boom created a kind of
Broadacre City all over America, but entirely divorced from the
economic basis or the social order Wright had so steadfastly
affirmed; si veda anche Giorgio Ciucci, La città nell’ideologia
agraria e F.Ll.Wright. Origini e sviluppo di Broadacre, in
G.Ciucci, F.Dal Co, M.Manieri Elia, M.Tafuri, La città Americana dalla guerra civile al New Deal, 1973; Robert Fishmann,
Urban Utopias in the XX century, Howard, FLWright, LeCorbusier, 1977; ma anche: Richard Moe, Carter Wilkie, Changing Places, rebuilding community in the age of sprawl, Henry
Holt &Co. 1997.
come vedremo.
American dreamscape
0.1 A M E R I C A N D R E A M S C A P E V E R S U S S P R A W L
Che paesaggio ha prodotto la costruzione del so-
trollata”; sprawl significa infatti “area characterized by
25
gno suburbano? Che giudizio viene dato a questo pae-
irregularly arranged buildings
saggio e allo stile di vita dei suoi abitanti? La possibili-
l’azione “to grow, develop, or spread irregularly or
tà offerta dal sistema politico alla maggioranza dei
ungracefully, without apparent design or plan
cittadini di acquistare una casa con giardino, cioè
posizione non esito di un progetto o piano), oppure
l’iterazione del sogno milioni di volte, non poteva non
ancora “low density dispersed development extending
portare alla diffusione delle aree urbanizzate. La diffu-
away from existing population centers”
sione è stata enorme nella maggioranza dei casi e la
sità e allontanamento). Il General Environmental
decentralizzazione radicale, ha smesso di piacere tan-
Multilingual Thesaurus
to da mettere in crisi il sogno stesso in quanto feno-
lata di sprawl come: “The physical pattern of low-
meno collettivo, non in quanto espressione individua-
density expansion of large urban areas under market
le. Sia la dimensione quantitativa del fenomeno che la
conditions into the surrounding agricultural areas.
qualità del paesaggio urbano prodotto, che ha comin-
Sprawl lies in advance of the principal lines of urban
ciato ad essere chiamato sprawl, hanno suscitato criti-
growth and implies little planning control of land sub-
che e paure e in alcuni casi proposte di intervento.
division. Development is patchy, scattered and strung
Cosa è quindi sprawl e perchè il suburbio è stato in-
out, with a tendency to discontinuity because it leap-
terpretato come sprawl?
frogs over some areas, leaving agricultural enclaves.”
” (disordine), oppure
27
28
26”
(com-
(bassa den-
offre una definizione artico-
La lettura come sprawl del territorio costruito exurbano e delle pratiche per costruirlo deriva molto
QUALCHE INTERPRETAZIONE DI UN CONCETTO VAGO
“Sprawl” o “urban sprawl” non può essere tradotto con proprietà con la parola “dispersione” o “città
24
spesso da un giudizio negativo sull’oggetto in questione. Con la parola sprawl sembra possibile indicare
ogni aspetto percepito come deteriore della regione
urbana contemporanea. Sprawl diventa sinonimo del
diffusa” , ma piuttosto con “espansione urbana incon-
modello dominante di costruzione della città america-
24
diversa natura delle concentrazioni disperse (edge cities versus
antichi nuclei urbani), nella dimensione dell’intervento di trasformazione e nella dimensione degli spazi a disposizione (lottizzazioni di molti ettari in territorio non urbanizzato versus costruzione
lotto per lotto in un pulviscolo di preesistenze, anche se oggi sembra essere terminata la fase “fai da te” della dispersione insediativa; si potrebbe dire che la città diffusa è costruita nota per nota
mentre lo sprawl è costituito di grandi blocchi di materiali prefabbricati giustapposti e senza ibridi); nella preponderanza
dell’investimento finanziario e della convenienza economica dei
developers nel governare lo sprawl versus il finanziatore pubblico
o privato di piccole dimensioni nella città diffusa e la democratizzazione dei beni posizionali; nella pianificazione dell’insediamento
(l’estrema flessibilità della pianificazione in US - un piano deve
dare garanzia di elasticità e presentare la minima resistenza all'iniziativa produttiva – versus la specifica politica locale, anche se
spesso incerta ed implicita).
Che relazione è possibile individuare fra sprawl e città diffusa,
fra il loro significato come anche fra la realtà a cui vogliono fare
riferimento? Provo qui di seguito ad abbozzare una riflessione su
una questione tanto vasta. In termini generali sprawl e città diffusa
sono due concetti diversi, perchè nascono da un atteggiamento
critico differente. Se con città diffusa non si intende esprimere un
giudizio, ma si cerca di interpretare una nuova forma non morfologica, una “tipologia di organizzazione spaziale, [...] un territorio
ampio, a sviluppo estensivo e a funzionalità urbana, che manca di
intensità e continuità” - come propone Francesco Indovina,
nell’introduzione alla raccolta di scritti La città diffusa, DAEST
Venezia 1990 - cioè quel fenomeno di insediamento extraurbano
che si estende a bassa densità su vaste regioni, ben connesse fra
loro e comprese fra città più o meno compatte, che è esito della
sommatoria di una moltitudine di sforzi per la maggior parte individuali – e che per questo non permette di leggervi un ordine ed una
situazione gerarchica - e che ingloba ed investe i nuclei densi
preesistenti, lo sprawl è un concetto molto più vago nell’oggetto
exurbano che vuole individuare e non indica solo l’occupazione
del territorio, ma il modo in cui questa avviene e su questo modo
esprime un giudizio, che tende ad annullare le differenze fra le
numerose realtà; infatti non intende principalmente descrivere - il
fenomeno viene assunto, infatti, come dato e compreso - ma classificare con connotazione negativa l’espansione delle metropoli
che avviene senza rispondere alle strategie di un piano urbanistico e per questo senza un ordine ed organizzazione, per grandi
lottizzazioni e investimenti immobiliari. La questione del giudizio
da dare a questa forma territoriale è presente anche in chi studia
la città diffusa, ma rimane sottesa, non essendo l’obiettivo del
dibattito. Andrè Corboz, in L’ipercittà, sostiene infatti che chi studia
la città diffusa, nella sua interpretazione l’ipercittà, cercando le
ragioni profonde
che
hanno
prodotto
questa
forma
dell’insediamento, deve cercare un ordine dove si percepisce il
caos, archiviando momentaneamente il concetto di armonia.
Alcune grandi differenze fra città diffusa e sprawl che possono
essere evidenziate consistono nella storia dell’uso del territorio
(negli USA molto spesso il territorio della dispersione non è un
palinsesto, stratificazione di segni, ma una carta vergine), nella
Entrambi questi concetti, sprawl e città diffusa, pongono la questione se si sia effettivamente verificato il passaggio da una urbanizzazione diffusa ad una città diffusa, cioè se lo spazio complessivo viene utilizzato come città, se lo spazio abbia dignità di città
grazie ad investimenti infrastrutturali e dotazione di servizi. I due
concetti denunciano entrambi un mutamento di stato e non fanno
riferimento a realtà exurbane sostanzialmente diverse, nel senso
che si tratta in entrambi i casi di aree principalmente a bassa densità, dove posti di lavoro, attività commerciali e servizi sono compresi fra le zone residenziali o raggruppati attorno alle arterie di
traffico automobilistico e la relazione con il centro urbano non è
più di dipendenza, anzi talvolta è completamente assente, cioè
l’organizzazione spaziale è caratterizzata da connessioni orizzontali e quindi dall’assenza di gerarchie spaziali.
25
Babylon Dictionary Online.
26
Merriam Webster Dictionary Thesaurus 2002.
27
Institute for Local Governance and Regional Growth, University at Buffalo, New York.
28
European Environmental Agency (GEMET 2000).
9
na e condanna alla dispersione insediativa che contri-
- conseguenza di variabili indipendenti, quali il gover-
buisce al raggiungimento dell’american dream. Secon-
no frammentato del territorio, la cattiva pianifica-
29
do Margaret Crawford
zione, lo zoning...
sostanzialmente non c’è diffe-
renza fra urban growth e sprawl, non perchè si possa
- causa di sgradite esternalità, come la dipendenza
dire che tutto quello che si aggiunge alla città esisten-
dall’auto, l’isolamento dei poveri in centro città, la
te sia disordine e frammentazione, ma perchè chi usa
confusione fra residenze e luoghi di lavoro, la perdi-
questo termine lo fa in modo ideologico, il più delle
ta di qualità ambientale…
volte generalizzando e senza operare lo sforzo di definire l’oggetto della discussione, riferendosi in modo
Il dibattito su sprawl raccoglie elementi fra loro
indistinto all’intero mondo urbano che sta all’esterno
spuri perchè coinvolge in modo trasversale alcuni am-
del Central Business District.
biti disciplinari (la pianificazione urbanistica, le politi-
La letteratura che si dedica alla comprensione e
che pubbliche, la salute pubblica, l’economia, la finan-
descrizione di sprawl tende a confondere cause, con-
za...) e interessa un pubblico piuttosto vasto. Può es-
30
seguenze e condizioni . Urban sprawl è infatti un no-
sere utile ripercorrere attraverso alcuni esempi, senza
me applicato a molte condizioni: viene usato tanto per
intenzioni di completezza vista l’estensione della pro-
indicare i modelli di insediamento residenziale e
duzione bibliografica in merito, l’accezione del termine
non, che per i processi di espansione delle aree
nei testi relativi al land use in ambiente americano.
urbanizzate, che per le ragioni dell’uso di alcune pra-
In queste interpretazioni sono già presenti i principali
tiche di land use, che per le conseguenze di tali pra-
temi che compariranno nel dibattito e nella critica de-
tiche. La flessibilità e generalità della definizione rende
gli anni successivi.
31
possibile identificare con sprawl sia il complesso del
Earle Draper, già collaboratore di John Nolen e
territorio costruito che i singoli development patterns
allora direttore della Land Planning and Housing Divi-
che questo territorio compone: dalle planned commu-
sion per la Tennessee Valley Authority , è stato uno
nites con case raggruppate e funzioni miste ai com-
dei primi ad usare il termine sprawl riferito a questioni
plessi exurbani a bassissima densità dispersi nella
land use: nel 1937 Draper distingue fra città diffusa e
campagna, dalla distesa di case isolate su lotto allo
città esplosa: “Perhaps diffusion is too kind of word.
strip mall e al complesso commerciale di 3 milioni di
[...] In bursting its bounds, the city actually sprawled
cubi servito dalle autostrade urbane, dal suburbio alto
and made the countryside ugly [...], uneconomic in
borghese ai bungalow a basso costo, dalla periferia
terms of services and doubtful social value."
32
altamente infrastrutturata alle fattorie intercluse nella
campagna urbanizzata.
È possibile individuare 5 famiglie di significati at-
Josep Lluis Sert in Can our cities survive? del
1942 - una delle prime analisi dell’urbanizzazione moderna americana - non usa esplicitamente la parola
tribuiti alla parola sprawl:
sprawl, ma critica il suburbio attraverso gli stessi temi
- constatazione dello stato di fatto di un’area (Los
che verranno in seguito contestati allo sprawl: cattiva
Angeles, Atlanta, il New Jersey...)
- descrizione di uno sviluppo urbano in corso o di una
organizzazione complessiva nella distribuzione delle
funzioni e impropria densità abitativa.
sua fase
- giudizio estetico sullo sviluppo urbano
29
Colloquio alla Harvard Graduate School of Design del 16
giugno 2002.
30
Nel tentativo di trovare una definizione che possa aiutare a
misurare lo sprawl e così a paragonare differenti situazioni su
una base scientifica, sprawl è definito da George Galster,
Royce Hanson, Michael Ratcliffe, Harold Wolman, Stephen
Coleman, in Wrestling sprawl to the ground: defining and measuring an elusive concept, Housing Policy Debate vol.12
issue 4, Fannie Mae Foundation 2001 come una condizione
del land use caratterizzata da alcune combinazioni di alcuni
fattori: densità, concentrazione, continuità, clustering, centralità, mixed uses, prossimità. L’impostazione dello studio suscita
molte aspettative nel lettore, deluse poi dall’impostazione
schematica e quasi statistica della ricerca. Credo, infatti, che
sia molto difficile affrontare il tema sprawl cercando di applicare formule matematiche e presupposti scientifici tipici della
classificazione delle scienze naturali, non essendoci possibilità di incastrare in matrici e modelli un fenomeno tanto etero-
geneo e inevitabilmente soggetto ad una interpretazione soggettiva.
31
Per quanto riguarda la diffusione degli studi sullo sprawl
Robert Burchell in Transportation Research Board, The Costs
of Sprawl—Revisited, 1998 riporta il riferimento a circa 500
studi su sprawl pubblicati fra il 1970 e il 1998; in questa sede
ci limiteremo, quindi, a citare solo alcuni studi per restituire la
vastità del problema e della discussione in merito.
Secondo i redattori del sito http://parole.aporee.org gruppo
a12, udo noll & peter scupelli, la parola urban sprawl compare
per la prima volta nel Report of the 1958 National Health
Forum, National Health Forum Urban sprawl and health,
[March 17-19 a Philadelphia] National Health Council, New
York, 1959. Se fosse vero, sarebbe interessante il fatto che è
appunto in considerazione dello stato di salute della popolazione che sprawl diventa una questione; si potrebbe vedere in
questo quasi un parallelismo con le inchieste sulla salute degli
abitanti delle nuove metropoli della rivoluzione industriale.
32
L’istituzione della Tennesse Valley Authority fa parte del
programma New Deal e della politica di grandi lavori pubblici e
doveva curare lo sfruttamento idroelettrico di un vasto bacino.
American dreamscape
Nel 1943 Harland Bartholomew incaricato di ri-
tled areas intermingled haphazardly with unused
vedere il piano del 1923 per Wichita non usa la parola
areas”, mettendo l’accento sul carattere frammentato
sprawl, ma auspica che la città continui ad espandersi
e discontinuo delle aree urbanizzate. Nel 1965 Har-
in modo compatto "without an unwarranted outward
vey e Clark
spreading of population" costruendo nuovi alloggi at-
one di Clawson sottolineando però anche il carattere
traverso la densificazione delle lottizzazioni esistenti
urbano dell’insediamento: “Sprawl is composed of
(infill).
areas of essentially urban character located at the
35
confermano sostanzialmente la definizi-
In questi primi esempi illustri è esplicitamente di-
urban fringe but which are scattered or strung out, or
chiarata la volontà di resistere ad un fenomeno dete-
surrounded by, or adjacent to undeveloped sites or
riore.
agricultural uses”; anche Ottensmann
Soltanto verso la fine degli anni ’50 il termine comincia ad essere usato nella letteratura.
The
exploding
metropolis
si
nel 1977
chiama sprawl “the scattering of new development on
isolated tracts, separated from other areas by vacant
Nel 1958 il contributo di William H.Whyte al testo
36
intitola
Urban
33
land”. Il più famoso di questi studi economici è
l’analisi dei costi dello sprawl promossa nel 1974 da
37
sprawl . Sprawl secondo Whyte è l’eccessiva crescita
alcuni dipartimenti del governo centrale
dell’area urbanizzata e la mancanza di un pattern of
studio non offre una definizione esplicita di sprawl, ma
growth, che ha come conseguenza orribile disordine,
fa riferimento a un oggetto che sembra chiaramente
frammentazione e spreco di risorse: “five acres are
individuabile dalla comunità scientifica e che in diverse
being made to the work of one and do it poorly”.
parti del testo viene indicato come conventional, un-
L’articolo di Whyte nasce dalla reazione alla politica
planned, low density single family subdivision at the
del Federal Highway Act del 1956. Chi come lui affer-
urban fringe. Le conclusioni dello studio individuano
mava di amare le città, non poteva non replicare alla
invece con certezza in sprawl la forma più costosa di
volontà di dispersione e esprimere la sua preoccupa-
insediamento residenziale in termini di investimento,
zione: il testo di Whyte è una requisitoria contro la
ambiente e disagi.
crescita urbana leapfrog, che ha effetti negativi sulla
bellezza
del
paesaggio,
sull’ambiente
. Questo
Una definizione di sprawl molto completa per
naturale,
quanto riguarda il processo e le sue conseguenze vie-
sull’economia e soprattutto sulla qualità di vita. Whyte
ne riportata da Robert H.Freilich che si rifà al conte-
in alternativa a sprawl propone quanto si cerca di pro-
nuto di una sentenza del tribunale : “a term of art
porre anche oggi, cioè alta densità e compattezza de-
employed to describe the uncontrolled development of
gli insediamenti da collocare in continuità uno con
land situated on the outskirts of America’s major ci-
l’altro, che il governo compri aree da destinare a spa-
ties. It refers to an unfettered form of urban expan-
zio aperto in base ad un programma, che compri dagli
sion which is characterized by the initial nonuniform
agricoltori il diritto di costruire sul loro terreno, così
improvement of isolated and scattered parcel of land
che essi non possano esercitare questo diritto.
located on the fringes of suburbia, followed by the
38
In seguito sprawl è stato sottoposto ad accurate
gradual urbanization of the intervening undeveloped
analisi per stimare l’impatto in termini economici
areas. Aside from its unpleasant aesthetic results,
dell’insediamento disperso e una serie di economisti
urban sprawl causes premature characterization of the
ha prodotto studi e proposto alcune definizioni. Nel
nature of an area’s future land use: the unintentional
1962 Marion Clawson
34
definisce sprawl come “rapid
planning decisions made by businessmen and devel-
spread of suburbs across the previously rural land-
opers who are rarely committed to the best interests
scape, tendency to discontinuity — large closely set-
of the entire community, and have a direct bearing
upon the shape of the subsequent development. Fur-
33
William H. Whyte Jr., Urban Sprawl, in The exploding metropolis, a cura di W. H. Whyte, Jr., Garden City, N.Y., Doubleday 1958. In seguito verranno poi coniate varie declinazioni
dell’oggetto quali “rural fringe”, “counter-urbanization” and
“suburban sprawl”.
Mi sembra importante sottolineare come nel mondo statunitense siano spesso i giornalisti i primi ad evidenziare al pubblico le tendenze che stanno emergendo. Whyte infatti è uno
dei primi a usare questo termine e a contribuire alla sua fortuna.
34
Marion Clawson, Urban Sprawl and Speculation in Suburban Land, in Land Economics 38 (3) 1962. Clawson afferma
che non si può dire se il processo sia economicamente buono
o cattivo, ma certamente può essere migliorato per produrre
case meno costose.
35
R.O.Harvey, W.A.V.Clark, The Nature and Economics of
Urban Sprawl, Land Economics 41 (1) 1965.
36
J. R. Ottensmann, Urban Sprawl, Land Values and the
Density of Development, in Land Economics 53 (4) 1977.
37
The costs of sprawl: detailed cost analysis: environmental
and economic costs of alternative residential development
patterns at the urban fringe / prepared for the Council on Environmental Quality, the Office of Policy Development and Research, Department of Housing and Urban Development, the
Office of Planning and Management, the Environmental Protection Agency dal Real Estate Research Corporation - Washington : Government Printing Office, 1974.
38
N.Y.U. L. REV. 723 1972.
11
ther this pattern of random development often results
Robert W. Burchell e Naveed A. Shad
42
in un
in the waste of valuable land resources, as the inter-
articolo del 1999 prova a dare una definizione della
mediate areas are not efficiently utilized. Moreover
densità di sprawl: “Sprawl is the spread-out, skipped-
there are high monetary costs accompanying urban
over development that characterizes the non-central
sprawl since the price of providing municipal facilities
city metropolitan areas and non-metropolitan areas of
and services such as sewers, waterlines, roads and
the United States. Sprawl is one- or two-story, single-
public transportation is substantially increased when
family residential development on lots ranging in size
the population is scattered throughout a region.”
from one-third of one acre to one acre (less acre-
Il dibattito più recente offre molte definizioni di
age on the West Coast), accompanied by strip com-
sprawl e mostra così come si tratti di un tema di
mercial centers and industrial parks, also two stories
grande attualità. Le diverse definizioni sono proposte
or less in height and using a similar amount of land.”
da geografi, economisti, urbanisti, architetti, legislato-
Bernard Waugh Jr., avvocato Chief Counsel del-
ri e sottolineano aspetti diversi del fenomeno metten-
la New Hampshire Municipal Association mette in rela-
do in evidenza come ancora oggi non sia dato per as-
zione sprawl con la necessità dell’uso dell’auto e con
sunto cosa sprawl sia, pur nella generale concordanza
la quantità di territorio occupato da ogni persona: "A
delle interpretazioni.
development or change in land use contributes to
39
Dan Solomon , uno dei protagonisti del Congres
for the New Urbanism, nel 1987 descrive sprawl “as a
sprawl:
a)
If it increases the need/demand for motor vehicle
naïve American idealism, the more we built according
trip miles per unit in your community (that is, per
to this dream, the less it is of what it was supposed to
housing unit, or, in the case of commercial devel-
be”. Solomon continua elencando 5 motivi che rendono inaccettabile lo sprawl:
opment, per unit of economic activity);
b)
- It wrecks the landscape blurring the distinction be-
If it increases the per person or unit amount of
land space devoted to cars (road surface, parking
tween countryside and town;
lots, etc) -- or if it, by causing congestion, in-
- it devours resources;
creases the demand for devoting space for cars;
- it uses people's time in terrible ways;
c)
If it otherwise increases the per person or per
- it is discriminatory to people who are not in the
unit consumption or fractionalization of land areas
'market sector' being by nature homogenizing and
which would otherwise be open space -- agricul-
intolerant;
ture, forestry, recreation, wildlife habitat, etc."
43
- it is a sanitized anti-urban world of diminished experience and diminished insight for its inhabitants”.
Altshuler e Gomez-Ibanez
40
nel 1993 propon-
Richard Moe , presidente del National Trust for
Historic Preservation, definisce sprawl come "poorly
planned,
land-consumptive,
automobile-dependent
gono una definizione di sprawl descrivendo il tipo di
development designed without regard to its surround-
sviluppo associato: “continuous low density residential
ings" e identifica due tipi di sprawl: "sellscape" retail
development on the metropolitan fringe, ribbon low
development frequently spurred by major discount
density development along major suburban highways
chains such as Wal-Mart and K-Mart, occurring along
and development that leapfrogs past undeveloped
major arteries and at highway interchanges; and
land to leave a patchwork of developed and undevel-
“spread out” residential development, usually consist-
oped tracts”.
ing primarily of single-family detached houses, located
Nel 1996 gli autori dell’articolo Urban Form, Energy and the Environment: A Review of Issues
41
de-
on the edges of existing communities or "leapfrogging" into previously undeveloped areas.
finiscono sprawl come “the segregation of residential
Una definizione di "urban sprawl" è stata data
from other land uses, with the greater part of resi-
anche dal Department of Community Affairs della
dences locating in peripheral suburbs”, introducendo
Florida
44
che ha curato la legge statale per il growth
nella definizione il concetto di separazione degli usi e il
carattere necessariamente periferico dello sprawl.
39
Danield Solomon, Fixing Suburbia in The Pedestrian
Pocket: New Strategies, 1987.
40
Alan Altshuler, Josè A.Gomez-Ibanez, Regulation for revenue: the political economy of land use exactions, The Brookings Institution, 1993.
41
W. P. Anderson, P. S. Kanaroglou et al., Urban Form, Energy and the Environment: A Review of Issues, Evidence and
Policy, Urban Studies 33 (1) 1996.
42
Robert W. Burchell, Naveed A. Shad, The Evolution of the
Sprawl Debate in the United States, Hastings College of the
Law winter 1999.
43
Richard Moe, Growing Smarter: Fighting Sprawl and Restoring Community in America, National Trust For Historic
Preservation, 1996.
44
Rule 9J-5.003, Florida Administrative Code, entitled Definitions.
American dreamscape
45
management : "Urban sprawl means urban develop-
- dominanza del trasporto tramite automobile,
ment or uses which are located in predominantly rural
- assenza di una pianificazione e di un controllo sul
land use,
areas, or rural areas interspersed with generally lowintensity or low-density urban uses, and which are
- sviluppo di strip commerciali molto estese,
characterized by one or more of the following condi-
- grande disuguaglianza fiscale fra le diverse località,
tions:
-
a)
- fiducia principalmente “on the trickle-down or filter-
The premature or poorly planned conversion of
ing process to provide housing to low-income
rural land to other uses;
b)
c)
segregazione dei diversi land uses,
households”.
The creation of areas of urban development or
uses which are not functionally related to land
Questi aspetti diventeranno il bersaglio delle
uses which predominate the adjacent area; or
critiche dei sostenitori di smart growth.
The creation of areas of urban development or
uses which fail to maximize the use of existing
Oltre alle definizioni di sprawl offerte dagli studiosi
public facilities or the use of areas within which
in relazione al land use molte altre definizioni sono
public services are currently provided. Urban
dovute ai gruppi di attivisti che si battono per la difesa
sprawl is typically manifested in one or more of
dell’ambiente, come illustrato nell’appendice I, essen-
the following land use or development patterns:
do la questione ambientale uno dei motivi principali
Leapfrog or scattered development; ribbon or
che spingono al rifiuto del modello insediativo domi-
strip commercial or other development; or large
nante. Il termine “sprawl” è oggi diventato di uso co-
expanses of predominantly low-intensity, low-
mune, poichè sembra esserci una generale consape-
density, or single-use development.”
volezza verso l’oggetto e una diffusa conoscenza del
George Galster, professore di Urban Affairs alla
problema per esperienza diretta. Gli esempi di queste
Wayne State University, alla conferenza Fair Growth
definizioni sono molto numerosi:
connects Sprawl, Smart growth and Social Equity
“Sprawl is low-density development beyond the
promossa dalla Fannie Mae Foundation nel novembre
edge of service and employment, which separates
2000 ha identificato “eight distinct land use dimen-
where people live from where they shop, work, recre-
sions that should be included when defining sprawl:
ate, and educate - thus requiring cars to move be-
density, continuity, concentration, compactness, cen-
tween zones.”
47
trality, nuclearity, diversity, and proximity. Sprawl is
“Sprawl describes land development trends and
defined as a condition of land use that is represented
patterns that are wasteful because they tend to con-
by low values on one or more of these dimensions”;
sume an unnecessarily large amount of natural re-
secondo questi criteri Atlanta, GA, è la città più
sources, require redundant capital investments (public
sprawling degli USA.
facilities and infrastructures), and waste considerable
La dettagliata spiegazione offerta da Anthony
human resources by making people commute un-
Downs tiene assieme i diversi aspetti evidenziati dalle
necessarily long distances. Sprawl is also wasteful
diverse definizioni ed è una buona chiosa di questa
because it causes the under-utilization of the sizable
presentazione. Secondo
investments already made in urban areas.”
Downs
sprawl si verifica
46
quando si è in presenza di :
- espansione illimitata, insediamenti residenziali e
commerciali a bassa densità,
“Sprawl is dispersed development outside of compact urban and village centers along highways and in
rural countryside.”
- insediamenti discontinui e dispersi (leapfrog development),
- frammentazione della gestione del land use fra pic-
48
Il
sito
49
“PlannersWeb”
raccoglie
sprawl date da singoli cittadini
50
definizioni
di
poiché ritiene che
cole municipalità a carattere locale,
47
The Sierra Club, Report On Sprawl 1998.
48
Si veda il paragrafo relativo nel capitolo dedicato a smart
growth.
Grow Smart Rhode Island 2000.
49
Vermont Forum on Sprawl 1999.
46
50
45
In occasione della Transportation Research Conference,
Minneapolis, MN, nel maggio del1998; mi sembra interessante che ancora nel 1998 Downs debba fornire le caratteristiche
di sprawl, cioè che ancora non sia dato per assunto dalla comunità disciplinare cosa sprawl sia; il ragionamento di Downs
è riportato anche nel testo Charter of the new urbanism, Region, neighborhood, district and corridor, block, street and
building, edited by Kathleen McCormick e Michael Leccese,
Congress for the new urbanism, Mc Grow – Hill 2000.
Per esempio: Kurt Seidel of Phoenixville Borough, Pennsylvania: "Sprawl is characterized by housing not located within
walking distance of any retail." Craig Kelly: "Sprawl is NOT the
consumption of farms and green space. It is: Disadvantageous development that: separates uses, accomodates the
automobile, provides densities that render transit options unattainable, exists anywhere and cannot be discouraged by
"Growth Boundaries." John Elsden of Manchester, New
Hampshire "Sprawl is the result of inappropriate land devel-
13
simili tentativi di definizione aiutano a capire lo stato
americane, nella definizione di un giudizio su questa
della comprensione del problema e quali siano gli a-
forma inedita nel modo e nella dimensione della di-
spetti che vengono percepiti come negativi e che do-
spersione insediativa gioca un ruolo essenziale la voce
vrebbero quindi essere oggetto di intervento. Risulta
di Lewis Mumford, che costruisce a cavallo degli
chiaro senza sorprese come i fattori principali messi in
anni ’50 e ‘60 la retorica dello sprawl assumendo a
evidenza dai cittadini siano: il degrado dell’ambiente,
modello la città che era e il suo sistema di decentra-
il traffico insostenibile, la disgregazione della comuni-
mento. Il seguente brano è uno splendido spaccato
tà, l’impossibilità di far ricorso a mezzi alternativi
della sua critica e di questa retorica:
all’auto per gli spostamenti.
“The ultimate outcome of the suburb's alienation
from the city became visible only in the twentieth century. In the mass movement into suburban areas a new
kind of community was produced, which caricatured both
the historic city and the archetypal suburban refuge: a
multitude of uniform, unidentifiable houses, lined up inflexibly, at uniform distances, on uniform roads, in a treeless communal waste, inhabited by people of the same
class, the same income, the same age group, witnessing
the same television performances, eating the same tasteless pre-fabricated foods, from the same freezers, conforming in every outward and inward respect to a common mold, manufactured in the central metropolis. Thus
the ultimate effect of the suburban escape in our time is,
ironically, a low-grade uniform environment from which
escape is impossible. […]
On the fringe of mass Suburbia, even the advantages
of the primary neighborhood group disappear. The cost of
this detachment in space from other men is out of all proportion to its supposed benefits. The end product is an
encapsulated life, spent more and more either in a motor
car or within the cabin of darkness before a television set:
soon, with a little more automation of traffic, mostly in a
motor car, travelling even greater distances, under remote control, so that the one-time driver may occupy
himself with a television set, having lost even the freedom of steering wheel. Every part of this life, indeed, will
come through official channels and be under supervision.
Untouched by human hand at one end: untouched by
human spirit at the other. Those who accept this existence might as well be encased in a rocket hurtling
through space, so narrow are their choices, so limited and
deficient their permitted responses. Here indeed we find
52
The Lonely Crowd.”
Riassumendo: secondo i autori diversi sprawl è un
territorio costruito ma non esito di un progetto, disperso a bassa densità, eccessivo per estensione,
brutto, disordinato, frammentato, discontinuo, luogo
vago fra città e campagna, antieconomico perchè causa di spreco di risorse, di scarso valore sociale, composto di funzioni segregate e di parti socialmente segregate, regno delle auto e soprattutto deposito di
sogni mai raggiunti, che obbliga ad un sistema di vita
insoddisfacente.
RADICI DELLA CRITICA
AL MODELLO DI INSEDIAMENTO
Quando e perchè urban growth diventa sprawl?
Quali sono, cioè, le radici della critica al modello pervasivo di insediamento? La critica allo sprawl ha radici
lontane nel tempo e deve essere ricondotta alla critica
a suburbia poichè nasce contemporaneamente alla
sua realizzazione a cavallo degli anni ’50 e ‘60. Fra i
protagonisti della costruzione della grande immagine
critica c’è differenza di opinione e di intenti, ma il giudizio che viene dato di sprawl o quello che si può desumere è concorde.
51
Nel paragrafo precedente ab-
biamo visto qualche definizione del fenomeno che devono essere messe in relazione con questa immagine
critica.
La critica a questa forma insediativa o ad alcuni
suoi aspetti, anche se non viene esplicitamente ricordata ancora come sprawl ma come suburbanizzazione,
è feroce e attenta sin dall’inizio della sua formazione e
vede d’accordo la maggior parte del mondo intellettuale, che si schiera così contro quello che stava andando a formare il paesaggio abitato ed apprezzato
dalla maggioranza della middle class americana.
Come è ben noto nella definizione dell’attitudine
verso il fenomeno della suburbanizzazione delle città
opment policies over the past 50 years which has made the
American Public unable and unwilling to walk anywhere, except in older cities where there is a great mix of development."
51
È difficile dire quanto siano stati influenti questi scritti sulla
pratica urbanistica e sull’immaginario collettivo negli Stati
In questo brano Mumford evidenzia non i danni al
territorio o la poca efficienza economica del sistema,
ma la sostanziale disarmonia del paesaggio che si viene
a
determinare,
il
fallimento
nel
raggiungere
l’obiettivo di costruire lo spazio di vita desiderato - che
appena raggiunto necessariamente perde le caratteristiche per cui era ricercato - e soprattutto le conseguenze negative sulla vita dei singoli e il declino della
vita civica, aspetti che diventeranno componenti importanti della critica allo sprawl. Secondo Mumford la
realizzazione dei sogni del suburbanita non può essere
raggiunta con l’evasione individuale, poichè non ci si
può arrivare che con la ricostruzione sociale.
Uniti; visto quanto e come si è sviluppato il suburbio si potrebbe dire che sono stati totalmente inefficaci.
52
Lewis Mumford, The City in History: Its Origins, Its Transformations, and Its Prospects. New York: Harcourt, Brace and
World Inc., 1961.
American dreamscape
A Mumford si uniscono altre voci. È grande
servare una anteprima del nuovo uomo e della nuova
l’influenza di Jane Jacobs – non per nulla di matrice
etica è “new suburbia (ndr.: new in quanto nuovo fe-
newyorkese - che esaltando la diversità/diversity e
nomeno, non nuova rispetto al precedente) the pa-
quanto fa della città un posto ricco di vitalità, piacevo-
ckaged villages that have become the dormitory of the
le ed accessibile, si schiera nella difesa della great city
new generation of organization men, a new social in-
contro le proposte di Stein e Bauer, sostenitori della
stitution”. Ecco quindi che Whyte propone una nuova
decentralizzazione e della vita suburbana, e contro il
qualità
regionalismo di Mumford e del RPAA, accusati anche
dell’America del dopoguerra e quindi suburbia deve
dell’urban renewal. Gli argomenti di Jane Jacobs sono
essere riconosciuta come elemento di forza e fulcro
molto conosciuti e discussi, in passato ed oggi para-
della comunità: “This is the land of rising hope. Sub-
dossalmente apprezzati e richiamati da gruppi che
urbia has further confirmed them in their optimism.
sostengono tesi antitetiche e sono stati molto spesso
Here they are surrounded by people like themselves.
interpretati come condanna a suburbia, perchè questa
They accept constant and considerable improvement
apparentemente non permette di godere delle stesse
as normal. Suburbia as the land of Great expectation.”
caratteristiche della city. Credo sia opportuno però
Whyte è uno dei protagonisti nella costruzione dello
ricordare come Jane Jacobs non operi una critica di-
standard
retta a suburbia ed abbia precisato nell’introduzione a
dell’interpretazione stereotipata e spesso espressione
Death and Life…: “Non vorrei pero’ che le mie osser-
di pregiudizi che vede nell’abitante del suburbio un
vazioni venissero utilizzate come guida per quanto
conformista superficiale dalle prospettive modeste che
succede nelle citta’ piccole e nelle aree suburbane,
apprezza sopra ogni altra cosa la sua casetta/casona
perche’ questi hanno dinamiche completamente diver-
molto simile a quelle che la circondano, la sua auto-
se da quelle delle grandi citta”. La diversità/diversity
mobile e il suo televisore, minacciando così la soprav-
proposta da Jacobs e riproposta in seguito dai movi-
vivenza della civiltà stessa, urbana per definizione e
menti smart è una diversità contenuta, controllata e
necessità.
legata ad una forma di controllo sociale che permette
ai diversi di convivere.
dello
sprawl:
qui
conventional
Vincent Scully
54
vivono
wisdom
i
di
protagonisti
suburbia,
in America’s architectural ni-
ghtmare: the motorized metropolis, articolo pubblica-
Il suo commento allo sprawl si sofferma special-
to su Zodiac n.17 nel 1967, esprime una critica di ma-
mente sulla densità dell’edificato nelle grandi città:
trice architettonica che chiama in causa tanto Unwin
“The tremendous grey belt of relatively low density
che Le Corbusier ed afferma come il pericolo maggiore
that ring our cities, decaying and being deserted, or
per le città è quello della sindrome da garden city,
decaying and being overcrowded, are significant sig-
cioè del creare qualcosa di ancora più repellente –
nals of the typical failure of low density in big cities.”
nelle sue parole - del suburbio più o meno borghese:
È grande l’influenza di William Whyte, che, oltre
una città per l’Organization Man, facendo chiaro rife-
al già citato saggio urban sprawl, ha scritto un testo
rimento alla tesi di Whyte. Quindi, secondo Scully, è a
esemplare del giudizio verso la nascente America su-
causa del modello garden city se ora in America si
53
burbana: The organization man , un’incursione nel
costruiscono città per l’Organization Man ed è con il
mondo e nell’ideologia dell’uomo che lavora per una
contributo della grande influenza di Le Corbusier se si
grande azienda o per l’amministrazione pubblica e che
costruiscono città dove la rete autostradale è predo-
cerca casa nelle nuove aree residenziali suburbane.
minante e tutto si riduce ad una orrenda uniformità e
Whyte sostiene che l’ideologia di questa classe media
al totale sparpagliamento. Scully quindi si chiede: ma
sta formando la nuova ideologia dell’America, una
se ciò si avverasse, come potrebbe una condizione del
nuova etica sociale e una inedita burocratizzazione del
genere sostenere una sana vita politica e culturale?
sistema. Secondo Whyte all’uomo che lavora e si iden-
L’abominevole Los Angeles offre uno scorcio spaven-
tifica con l’organizzazione serve una nuova ideologia
toso di quel che potrebbe essere il nostro futuro co-
perchè per sopravvivere di questi tempi devi fare
mune. Secondo Scully bisognerebbe costruire centri
quello che qualcun altro ti dice di fare, “the pressure
urbani composti da edifici che possano essere visti
of the group, the frustration of individual creativity,
the anonymity of achievement, are these defects to
struggle against or are they virtue in disguise? Seeks
a redefinition of his place on earth a deeper meaning
for what he must endure”. Il luogo migliore dove os-
53
William H. Whyte, The organization man, New York, Clarion
book 1956.
54
È molto interessante come l’articolo sostanzialmente anticipi tutti i temi che negli anni recenti vengono presentati come
questioni da affrontare e risolvere: scomparsa di diwntown o
sua trasformazione per farla assomigliare ai centri commerciali suburbani, mito dell’espansione orizzontale con intenso
sviluppo dell’architettura privata e ossessione per la strada,
sviluppo urbano organizzato più da imprenditori che da urbanisti. Vincent Scully oggi è un sostenitore delle tesi del New
Urbanism.
15
ergersi da lontano, non da un gruppo suburbano spar-
tempo della redazione del libro e che però non farà
pagliato. Così potrà sorgere l’immagine di una città e
che perpetuare la formazione dello sprawl.
dei suoi valori comunitari.
55
Anche Scully sottolinea
Forse meno conosciuti in Italia, ma molto signifi-
la preoccupazione per le conseguenze di quanto sta
cativi per ricostruire l’attitudine verso il mondo subur-
avvenendo sull’attività politica e culturale che senza le
bano come fenomeno socio-culturale, sono la novella
città tradizionali come potrà continuare, portando così
satirica e paternalistica di John Keats The Crack in
un ulteriore contributo all’idea che suburbia è luogo
the Picture Window del 1956 e lo studio The split-
senza anima ed interessi.
Nel 1977 Christopher Alexander e i suoi collaboratori nel testo “A pattern language towns building
construction”,
che
diventerà
riferimento
costante
dell’opera del New Urbanism, critica la dispersione per
il suo contenuto di segregazione degli usi, privazione
delle possibilità offerte dalla vita urbana, depauperamento del territorio agricolo, disordine insediativo:
“continuous sprawling urbanization destroys life and
makes cities unbearable” e che “there are few people
who do not enjoy the magic of a great city. But urban
sprawl takes it away from everyone except the few
who are lucky enough or rich enough to live close to
the largest centers.”
56
Il testo definisce obsoleta e
contraddittoria l’idea del suburbio come possibilità di
coniugare la vita nella campagna con la vicinanza alle
possibilità offerte dalla grande città (ricordando così la
posizione di Mumford) ed invita a moltiplicare i downtowns, processo già in corso in modo spontaneo al
level trap di Richard E.Gordon, psichiatra, e Katherine K.Gordon, psicologa sociale, del 1960.
Nel primo testo l’insediamento suburbano viene
presentato come una trappola nata per errore e avidità, definito una cancrena che affligge la città, i cui
abitanti stanno si affannano verso una nuova forma di
mediocrità, dove tutti fanno le stesse cose e hanno gli
stessi gusti, dove i bambini non potranno mai associare la loro casa con una sensazione piacevole, dove la
Moglie Americana si trasformerà in una “dull-witted
nagging slob” (ottusa zoticona brontolona) e il marito
in un “woman-bossed, inadequate, money terrified
neuter” (castrato deficiente, plasmato dalla donna e
57
terrorizzato dalle spese) . Inoltre questo degrado non
viene giustificato da invidiabili condizioni di vita: “[…]
It was
most certainly not the house of their dream,
nor was the ready-made neighborhood a thing to
make the soul sing. It was simply the only thing available. They had no choice, they cannot afford another
house, nor were they give a choice of architecture.” In
55
Gli echi di questo dibattito arrivano anche in Italia. È interessante il commento di Mario Manieri-Elia nel 1966 in
L’architettura del dopoguerra in USA, Cappelli, che racconta
del “suburbio” come fenomeno emergente dell'urbanistica
statunitense e modello insediativo pervasivo della California.
Manieri-Elia constata "l'instabile atmosfera semi-urbana" del
suburbio, che è diventata il “panorama dominante dell'unica
grande metropoli”. Egli nota con una certa preoccupazione
che “Le aspirazioni di vita civile e urbana della popolazione
sono frustrate da questa instabile atmosfera semi-urbana",
che ha conseguenze sulla "gioventù assurda" di cui parlaGoodmann nel 1964 che vi cresce, che non sa più cosa chiedere
alla città e cosa definisce la vita urbana.
56
Pattern numero 3 city county fingers e pattern n.10 magic of
the city.
sostanza un fallimento generale.
57
Questo testo contiene una previsione molto pertinente di
quanto succederà in futuro dappertutto: “Growth by accretion!
First the work center, then the town around it. Then the drift of
workers, industry and business to the suburbs; then new industry on the edge of the suburbs and new suburbs to supply
the work force for the new industry; then the shift of industry
and business out once again and on and on and on in concentric circles until you wind up with something hat looks and
smell like Chicago, rotten at the core.”
American dreamscape
58
all’epoca della pubblicazio-
danna sprawl, nella sue parole il paesaggio creato
ne è stato accolto con grande attenzione per il suo
dall’auto. Raccontando le impressioni ricavate da un
taglio scintifico. Il libro riporta i risultati di una indagi-
viaggio in pickup truck dal New Mexico all’Iowa nel
ne svolta attraverso interviste e condotta dai due me-
1988, esprime un giudizio cauto sul paesaggio urbano,
dici sui problemi emotivi di chi vive in quella che viene
caotico e frammentato soprattutto perchè in questo
ricordata come una tipica sezione dell’American su-
modo lo vuole percepire l’osservatore:
The split-level trap
burbia: Bergen County, New Jersey. Lo studio raccon-
“Automobiles account for more changes than any-
ta dei tremendous emotional stresses tipici di chi vive
thing else and denouncing automobile culture is one
suburbia – poichè i suburbaniti sono sgobboni e arrivi-
way of denouncing the American city. But I admit that
sti per cercare di appagare il loro desiderio di sogno
I was unable to pass coherent judgment on the city as
americano - e propone nove tecniche per controllare e
a landscape. Was it handsome? Was it healthy?
prevenire queste tensioni dovute alla trappola a due
Was it a good place to live? Was all that growth
piani (split level trap) e al relativo modello di vita che
and change headed in the right direction – was it in
propone ed impone. Fra le tecniche compaiono: ripo-
fact headed in any direction at all? I was suffering
so, appagamento, autoaffermazione, definizione di un
from that myopic vision, the environmentalist’s ability
“set of standard, rules and values” cui adeguare i
to see the forest for the ecosystem, the inability to
comportamenti, controllo emotivo. I due medici consi-
see the city as an entity. Much writing on the Ameri-
gliano di cercare di ricreare qualcosa di simile al per-
can city tells of its fragmentation, but often that
manent environment of mutual help che c’era nelle old
writing comes from our predilection to see fragmenta-
time american stable communities, mai abbastanza
tion; to see territories isolated from their setting and
rimpianto. Compare qui quindi il richiamo all’America
sana dei “vecchi tempi”, mondo mitizzato di comunità
felici che verrà in seguito sempre più frequentemente
59
portato ad esempio .
Una voce si stacca dal coro dei critici e degli scet60
tici : John B.Jackson, che non assolve ma non con-
58
Richard E.Gordon, Katherine K.Gordon, Max Gunther, The
split-level trap, Bernard Geis Associates, 1960.
59
Negli stessi anni la critica ha trovato espressione anche in
alcune canzoni folk, la più famosa delle quali certamente è
Little Boxes di Malvina Reynolds, filastrocca satirica composta
nel 1961 osservando il territorio suburbano della California
meridionale e che ironizza tanto sul paesaggio quanto sulla
società che abita quelle casette costruite con materiale scadente che sembrano scatole. Le prime due strofe recitano
così:
Little boxes on the hillside
Little boxes made of ticky-tacky
Little boxes all the same
There's a green one and a pink one
And a blue one and a yellow one
And they're all made out of ticky-tacky
And they all look just the same
And the people in the houses
All went to the university
Where they were put in boxes
And they came out all the same
And there's doctors and there's lawyers
And A.E.C. executives
And they're all made out of ticky-tacky
And they all look just the same[…]
60
Poche le voci che rispondono a questa critica mainstream e
difendono suburbia: Herbert Gans, autore di The Levittowners;
ways of life and politics in a new suburban community, New York,
Pantheon Books 1967, giudica sbagliato il giudizio dato all’effetto
dell’ambiente costruito sulla vita dei suburbaniti, sostenendo che
gli abitanti vivrebbero in modo simile in altri contesti a parità di
requistiti economico-sociali; James E.Vance sostiene illegittima la
distinzione fra una crescita buona e una cattiva; più recentemente
Donald J.Waldie, autore di Holy land A suburban memoir,
W.W.Norton & Co., New York 1996, racconta dell’insediamento
residenziale Lakewood in Southern California (diventato famoso
per le foto di William Garnett che ne ritraggono le fasi della costru-
zione) spostando l’attenzione dall’interpretazione della questione
generale (che considerata nel suo assieme appare terrificante)
all’esperienza della sua famiglia. Secondo Waldie, inoltre, nonostante il loro moralismo, i critici erano guidati da un ragionamento
di ordine estetico: suburbia era brutta. Waldie però difende il suburbio degli inizi, il mass-produced blue-collar suburb, non quanto
è venuto dopo, perchè dal suo punto di vista Lakewood era una
comunità, mentre suburbia è un insieme di consumatori.
Questo gruppo di testi assumono il punto di vista degli abitanti
degli insediamenti dimostrando come essi li considerino desirable
place in which to live nonostante o proprio perchè siano nati dalle
puritan fears of the city and its fleshly temptations, blended with
fears of urban ethnic and racial minorities. La questione principale
che cercano di sfatare è che suburbia sia esclusivo dominio della
middle class, produttrice di omogeneità e frustrazione.
Anche Reyner Banham, che interpreta la cultura di massa come
sviluppo della tradizione democratica, è critico verso chi critica il
suburbio e non riesce a riconoscerne il successo e il fatto che il
nome non ne rifletta lo status di unità urbana indipendente. Banham, ne Urbanism: USA, pubblicato in Architectural Review 1961
vol.130, afferma che il suburbio è “it is at its best, one of the major
successes of the american way of life, where it is allowed to exist
on its own”. In Los Angeles, l’architettura di quattro ecologie,
1971, scoprirà che molti elementi ritenuti tradizionalmente necessari per la formazione di una città, come la densità, la riconoscibilità delle parti, la dimensione pedonale, non sono riscontrabili in LA,
ma come non per questo esso non offra tutti gli elementi di vitalità
ed opportunità della grande metropoli; inoltre accetta il mito
dell’automobile, tanto deprecato da altri, e afferma la non necessità della pianificazione, vista la capacità empirica della città di evolvere e determinarsi.
L’attività di Venturi Scott Brown è improntata ad un atteggiamento
che rifiuta di giudicare la forma urbana contemporanea e tende a
dimostrare come ci sia ancora una cultura popolare suburbana
attiva (si veda in particolare la mostra del 1976 Sign of life,
symbols in the american city). Nonostante lo sforzo fosse rivolto
alla riscoperta del symbolism of architectural form, Learning from
Las Vegas ha contribuito enormemente a cambiare la prospettiva
con la quale guardare al suburbio, ma si può dire che a tutt’oggi
non si è formato il nuovo giudizio estetico verso il paesaggio suburbano che auspicava J.B.Jackson (Other directed houses).
Oggi i sostenitori del modello di vita suburbana si rifanno ancora ai
motivi per cui tale modello era ed è apprezzato: l’unione di città e
campagna, la possibilità di libertà individuale, l’accesso allo spazio
aperto, la corrispondenza ai valori estetici della classe media.
17
to lament their disappearance.” [in The accessible
and decline of America’s man-made landscape, best
landscape, in Whole Earth review n.58 1988]
seller del 1993, riprende le riflessioni di Mumford e le
attualizza, constatando come “the everyday landscape
Dalla metà degli anni ’70 gli osservatori dei feno-
becomes more and more nightmarish and unmanage-
meni urbani si concentrano sull’interpretazione e la
able each year. For many the word development itself
descrizione della nuova realtà exurbana e delle nuove
has become a dirty word”. L’autore si ripropone di
forme ed organizzazioni che sprawl comincia ad as-
scoprire come e perchè si è creato un paesaggio urba-
sumere (si veda il capitolo seguente). La tradizione
no di “scary places” e che cosa si potrebbe fare per
critica comunque continua.
migliorarlo. Kunstler accusa il Movimento Moderno di
Fra i protagonisti del gruppo dei critici troviamo
aver contribuito in modo determinante al passaggio
Dolores Hayden e Kenneth Jackson. Secondo Ha-
dal suburbio di prima generazione - a house in the
yden in Redesigning the american dream, the future
garden - allo sprawl - a machine in the garden, siste-
of housing, work and family, 1984 lo spazio suburba-
ma di vita dipendente dall’auto, costruendo grandi
no ripropone ancora oggi gli stereotipi dell’età vitto-
arterie e quartieri senza tutto quanto contribuisce a
riana, che interpretano la città come regno maschile e
creare la comunità: cultural institutions, productive
la casa come focolare femminile e separano e allonta-
work, markets, different classes of people. Kunstler
nano l’abitazione dai luoghi del lavoro e dalla vita
sostiene che “americans are doing nothing to prepare
pubblica. Lo spazio suburbano è perciò completamen-
for the end of the romantic dream that was the auto-
te inadeguato rispetto alle esigenze dei nuclei fami-
mobile age”, che non c’è una sufficiente preoccupa-
gliari contemporanei - famiglie a due redditi, famiglie
zione per il degrado delle città e per il fatto che lo
con un genitore solo, persone sole – ed è un cultural
standard di vita negli Stati Uniti continua ad abbassar-
wasteland. Hayden riconosce che nonostante questo
si e si dovrà perciò assolutamente ricorrere alla ri-
stato di fatto la classe media continua a desiderare la
strutturazione del modus operandi. Kunstler denuncia
tradizionale casa suburbana, ma anche che deve esse-
come i professionisti urban planners non siano più
re cercato un nuovo housing pattern che non abbia
capaci di produrre good places e invita ad applicare i
effetti negativi sulla vita pubblica e sulla sfera privata.
principi progettuali del New Urbanism e a rifarsi
Kenneth Jackson sostiene una tesi molto simile a
all’immagine
quella della Hayden.
town, vernacolare caro all’immaginario popolare che
e
all’architettura
dell’american
small
Uno dei protagonisti nella battaglia di sensibilizza-
viene proposto non solo come antidoto allo sprawl, ma
zione contro lo sprawl è il giornalista–opinionista Ja-
anche come alternativa alla tradizionale concezione
mes H.Kunstler, i cui scritti testimoniano come non
dello sfruttamento immobiliare della terra come moto-
si siano fatti molti progressi nella riflessione sul feno-
re dell’economia.
meno rispetto agli anni ’60. Kunstler infatti propone di
Con la capacità espressiva delle riprese fotografi-
chiamare sprawl “slum”: “I think it’s more precise
che dal suo Cessna, Alex McLean porta un contributo
than suburban sprawl. A slum, after all, is clearly
interessante al dibattito su sprawl; egli spera che le
understood to be a place that offers a very low quality
sue foto possano aiutare le comunità locali a controlla-
61
of life” . Il suo The Geography of Nowhere, the rise
re lo sprawl, rendendole coscienti delle “many prisons
62
that dot the American landscape” . Dice: "I try to
61
James H. Kunstler, The Suburban Century and Beyond/The
Automobile Goes Slumming, Newsday, January 17, 2000.
James H.Kunstler, Mr.Gloom and Doom come si è soprannominato, ha pubblicato nel 2002 The city in Mind, notes on the
urban condition, che vuole essere un sondaggio sullo stato
della vita nel mondo occidentale attraverso l’indagine di Parigi,
Atlanta, Mexico City, Berlino, Las Vegas, Roma, Boston e
Londra. In particolare così scrive di Atlanta, nel capitolo intitolato Does Edge City have a future?: “in my view, Atlanta has
become such a mess that nothing can be done to redeem it as
human habitat”. In questo testo è chiaro l’atteggiamento Why
aren’t our cities like that? cioè la valutazione delle città Americane partendo dalla valutazione delle città europee, in particolare Parigi, proprio per esempio anche di Witold Rybczynski,
City Life, Touchstone 1995 e di una porzione del dibattito
architettonico statunitense.
James H.Kunstler ha un suo sito internet www.kunstler.com
dove commenta senza perifrasi le questioni legate alla vita
suburbana e allo sprawl e scrive sulla rivista di impegno civico
Civitas Online del gruppo www.spacitizen.com: Kunstler cerca
di spiegare, argomentare e demolire i luoghi comuni (per e-
sempio NIMBY, diversity, nature) espandendo il ragionamento
nel tentativo di convincere i lettori che il comportamento nei
confronti della città e dell’ambiente costruito deve cambiare.
62
Da “Activist”, March 2001 Miami Group, Sierra Club,
Sprawled Out. Alex McLean ha collaborato con il corso che
Dolores Hayden tiene a Yale. Dolores Hayden and Alex MacLean, Aerial Photography on the Web: A New Tool for Community Debates in Land Use, Lincoln Institute of Land Policy
2000 Working Paper:
“Low-altitude, oblique-angle, color aerial photography documents both buildings and landscapes, shows scale relationships well, and is especially useful for visualization of town
character. New technology makes broad dissemination of
color
aerial
photographs
affordable.
A
website
(http://classes.yale.edu/amst401a/guilford) shows over thirty
color aerial photographs, along with text and maps, to encourage debate on land use among citizens, planners, and elected
officials. Guilford, Connecticut, founded in 1639, the case
study used, is a traditional New England town with four his-
American dreamscape
64
show the absurdity of sprawl and its nonsustainable
no attribuiti alla vita suburbana
development patterns. […] It's a dysfunctional social
scenario suburbano: due grandi case unifamiliari af-
pattern that is totally dependent on the automobile.
fiancate con giardino in comune, che affacciano su un
Because you have to drive to function, it discriminates
cul de sac e su un laghetto diventato col tempo una
against the old and the young." Alex McLean elenca
malsana palude per gli scarichi di una industria chimi-
fra le sue immagini preferite "the antecedents of the
ca, separate da un enorme traliccio dell’alta tensione
New Urbanism, communities with traditional develop-
che lancia scintille e diventa di tanto in tanto un ma-
ment patterns. Vermont villages fit that pattern […]
gnete.
nel più tradizionale
They are mixed-use, mixed-income developments,
Certamente le sceneggiature di questi film, come
with really generous public spaces and very pedes-
anche di The Truman Show [1998] o Wonderland
trian-oriented."
[1997], fanno propria una interpretazione del mondo
Stupisce trovare Alex McLean in questo gruppo di
suburbano che appartiene alla tradizione ormai classi-
critici, poichè le sue fotografie non restituiscono la
ca, forse ripetitiva e banalizzante, ed è significativo il
complessità frammentata e caotica dell’insediamento,
fatto che questa non sia ancora stata archiviata.
inseguendone invece la geometria nascosta e riprendendo preferibilmente porzioni sufficientemente picco-
La letteratura che assume un atteggiamento criti-
le di territorio affinchè uno solo dei materiali dello
co verso suburbia - che diventa così sprawl e critica al
sprawl ne sia compreso (o gruppi di case, o mall, o
modello di vita, tanto individuale quanto collettivo – è
campi, o strade), limitando il contesto ad un ritaglio
permeata dall’opinione che la vita urbana, cioè dotata
marginale e alla fine esaltando lo sprawl.
delle caratteristiche che si possono godere nella città
La tradizione critica verso il suburbio continua og-
tradizionale, è decisamente preferibile a quella
gi anche attraverso il cinema. Fra i film recenti che
suburbana. Questo non può che apparire contraddit-
hanno gettato ombre fosche sul mondo del suburbio
torio in una società che ha speso enormi energie e
(continuatori così di “mr. Blandings builds his dream
risorse per produrre il suburbio e lo stile di vita che
house” 1948) si può ricordare The virgin Suicide di
questo allo stesso tempo permette e obbliga a vivere
Sofia Coppola del 1999, che racconta di quattro sorel-
e non può che portare a sottolineare la grande distan-
le adolescenti cresciute negli anni ’70 in una delle case
za fra la costruzione materiale della città e il governo
isolate su lotto di una famiglia benestante in un tradi-
dei suoi processi di sviluppo - l’offerta insediativa
zionale
che i cittadini scelgono e subiscono - e le posizioni
suburbio
l’adolescenza
si
americano,
che
per
superare
suicidano;
la
relazione
tra
degli
studiosi,
dei
planners
e
dei
commentatori
l’ambientazione dell’azione – esclusivamente nel quar-
opinion-makers. Questa distanza è dovuta anche al
tiere suburbano, fra casa, giardino e scuola – e la dra-
fatto che molti di questi testi sono redatti da autori
stica decisione delle quattro ragazze è chiara. Anche
estranei alla realtà che descrivono e che alcuni assu-
American Beauty, diretto da Sam Mendez nel 1999,
mono il taglio di studi antropologici su un mondo sco-
mette in scena una normalità suburbana che si scopre
ipocrita, insoddisfatta e frustrata e si conclude senza
speranza. Pleasantville, diretto da Gary Ross nel 1998,
sembra voler dimostrare che l’immagine idealizzata
del suburbio anni ’50 in realtà corrisponde ad un
mondo monocromatico, atono e infinitamente circola63
re , che inevitabilmente si frantumerà contro la quotidianità e la fantasia della vita. Vicini di casa, diretto
da John Avildsen nel 1981, racconta della potenzialità
dirompente dell’arrivo del “diverso” nel suburbio e
mette in scena i più comuni luoghi comuni che vengotoric districts threatened by automobile-scale sprawl emanating from three exits of Interstate 95.”
63
Uno scambio di battute particolarmente felice in Pleasantville così recita (siamo a scuola e il dialogo si svolge fra la protagonista femminile venuta dal futuro e la professoressa del
villaggio):
Mary Sue: What is at the end of Pleasantville?
Professoressa: Mary Sue, you should know the answer. The
end of main street is just the beginning again.
Mary Sue: There are some places that the road doesn’t go in
a circle, where the road keeps going, all keeps going.
64
Alcune battute dei due protagonisti, John Belushi e Dan
Aykroyd, sono esemplari di questi luoghi comuni e
dell’impressione che chi vive nel suburbio non può che essere
spento, noioso, convenzionale e si sta perdendo il meglio
della vita:
famiglia: “Strana ora per un trasloco, non vedo nessuna cosa
da bambini”
tolleranza: “Non voglio il loro cane nel mio giardino, magari a
disseppellirmi i bulbi”
possibilità: “Qui intorno puoi trovare solo i soliti hamburger,
salsicce grasse, pizze di gomma”
convenzioni: “Beh, la gente non fa queste cose”
traliccio “Se fossero pericolosi ti pare che ce li metterebbero?”
vita suburbana: “Qui la vita è stagnante, monotona e tediosa,
torniamo a vivere in città, oppure in campagna, qui è un ibrido”; “Capitan Vic e l’imperatrice Ramona restare qui al margine estremo dello sprofondo?”
E’ da notare la musica sopra le righe che accompagna l’arrivo
del vicino atipico, che sarebbe perfetta per un film
sull’invasione degli UFO e la musica che sottolinea gli scontri
tra i due vicini, che ricorda le gesta dei combattenti delle
grandi guerre.
19
nosciuto ed estraneo.
65
Qualche sforzo di riconsidera-
WHY ARE SUBURBS SO BAD?68
re queste posizioni critiche è oggi in corso, anche perchè diversamente dal passato chi prende in considera-
Come abbiamo visto fin dagli anni ’50 c’è un so-
zione sprawl si sente coinvolto, perchè vi è cresciuto e
stanziale accordo fra gli osservatori e gli studiosi in
vive o perchè si rende conto della circolarità e
merito al fatto che l’esplosione delle aree exurbane ha
dell’interdipendenza dei problemi che affliggono la
creato una serie di problemi. I fattori negativi messi in
città e che sembrano minacciarne la sopravvivenza.
evidenza alla nascita del dibattito sono sostanzialmen-
Un ottimo esempio è il testo di D.J.Waldie, che non
te gli stessi evidenziati nei successivi decenni e dei
esercita la sua critica verso il modello di vita exurba-
quali si lamenta ancor oggi il movimento smart
66
growth, cioè si potrebbe dire che nel tempo la corren-
no, ma verso l’uso del territorio .
pone sulla condi-
te critica principale verso sprawl pare non essersi ar-
zione suburbana in conclusione del capitolo che intro-
ricchita di contenuti nuovi. Alla critica tradizionale si è
duce gli argomenti del suo libro Making a middle lan-
aggiunta, però, in tempi recenti una notevole preoc-
dscape bene sintetizzano le questioni fondamentali e
cupazione per le sorti dell’ambiente naturale
ormai tradizionali sollevate della critica: il suburbio è
l’adeguatezza alla dimora dell’uomo dell’ambiente co-
Le domande che Peter Rowe
67
69
e per
-
Monolith or diverse social identity?
struito, poichè esso non sembra garantire la qualità di
-
Wasteful fragmentation or pure democracy?
vita raggiunta e tantomeno tendere a offrire “a better
-
Private commodity or public good?
setting for better lives”. Ad esempio secondo David
-
Monotonous conformity or individual comfort?
Harvey: “the assignment of priorities and the poten-
-
Placelessness or place?
tially conflicting consequences of striving to meet dif-
Queste questioni continuano ad essere riproposte oggi
ferent environmental objectives defined at radically
perché non trovano una risposta definitivamente con-
different scales is perhaps one of the most singular
vincente.
aiuta
and unthought through problems associated with the
nell’interpretazione perché risponde con qualche equi-
rapid urbanization of the contemporary era.” Oppure
librismo e quasi per liquidare questioni troppo com-
Roger Sherman sostiene che: “sprawl is eating up our
plesse che entrambe le interpretazioni possono essere
rural areas and forcing people to commute longer dis-
vere se guardate dal giusto punto di vista.
tances to work”.
Lo
stesso
Rowe
non
I problemi che affliggono exurbia vengono ricordati e schematizzati molto frequentemente nella letteratura e quasi sempre presentati come macroscopici,
cioè generali, e inconfutabili, cioè evidenti e acquisiti
dalla critica disciplinare. Se però sui problemi c’è so-
65
Recentemente a questo gruppo si sono aggiunti due testi
su Celebration, FL:
Andrew Ross, The celebration chronicles: life, liberty, and the
pursuit of property value in Disney's New Town, New York:
Ballantine Books, 1999
Douglas Frantz e Catherine Collins, Celebration U.S.A: living
in Disney's Brave New Town, New York: Henry Holt & Co.,
1999.
Il primo testo è stato scritto da un professore scozzese di studi
Americani alla New York University, che ha vissuto per 12
mesi in un appartamento in affitto a Market Street, Celebration, cercando di immergersi nella vita di comunità per studiare quanto gli succede attorno. Ross conduce una vera e propria inchiesta intervistando per circa 700 ore gli abitanti, gli
impiegati della Disney Real Estate, i residenti del circondario.
Il secondo testo è opera di due giornalisti, Frantz è corrispondente del The New York Times, che comprano un lotto quando Celebration ha solo sei mesi e vi costruiscono la loro casa,
un modello Savannah con facciata coloniale. Vivono a Celebration per due anni per scrivere un libro che risponda alla
domanda: cosa ci dice della changing nature of America –
valori, cultura, riemergente senso della comunità - il changing
nature of urban planning and design? Agli autori Celebration
sembra, infatti, “the biggest experiment in social engineering
since Lewittown” e per questo vogliono scoprirlo e narrarlo, fra
aneddoti e cronache di vita quotidiana.
66
67
Si veda nota n.58.
Peter Rowe, Making a middle landscape, Cambridge MA,
MIT Press 1991.
stanziale accordo, il giudizio sulla loro gravità e
70
sull’urgenza dell’intervento varia.
68
Si veda ad ulteriore approfondimento quanto scritto nel
capitolo su smart growth nel paragrafo “oppositori”.
69
La percezione della questione ambientale gioca un ruolo
importante, poiché l’opinione pubblica è coinvolta emotivamente nel giudizio alle questioni ambientali e come i consumatori stanno diventando attenti ai comportamenti sociali delle
aziende, così i cittadini giudicano le amministrazioni anche in
base alle politiche ambientali.
70
Potrebbe sembrare intuitivo che oggi il modello di espansione urbana che ha dato forma a tutto il panorama urbano
del nordamerica sia sottoposto a revisione, vista la macroscopicita’ e la apparente inconfutabilita’ dei problemi che ha creato e che sono ricordati e schematizzati molto frequentemente
nella letteratura disciplinare e non - crisi per mancanza di
forma, crisi per eccessivo uso del suolo e conseguente minaccia del ricco patrimonio ambientale, crisi per perdita del
senso di comunità e di identità; allo stesso modo una ricerca
di questi problemi potrebbe essere considerata superflua poiche’ concetti acquisito dalla critica disciplinare. Questo studio
non intende discutere, se non marginalmente, i problemi della
città contemporanea attuale: obiettivo e’ cercare gli scenari di
sviluppo alternativi, non i problemi della suburbanizzazione,
anche se interessarsi di scenari vuol dire necessariamente
entrare nel merito delle retoriche della concentrazione e della
American dreamscape
Tre caratteristiche compaiono in quasi tutte le de-
Alcune questioni portano argomenti difficilmente
finizioni di sprawl e sono quindi assunte come fattori
smentibili, perchè si basano su dati statistici e rileva-
negativi: bassa densità, leapfrog development, exclu-
menti, fra queste: l’inquinamento atmosferico, la cui
sionary zoning, cioè zone mono-funzionali e mono-
riduzione è stata dichiarata un priorità assoluta dai
sociali. All’insediamento con queste caratteristiche
protocolli di Rio e Kyoto (ma c’è chi sostiene come in
viene addebitata una serie articolata di conseguenze
proporzione dagli anni ’70 l’inquinamento atmosferico
negative, raggruppabili in alcuni gruppi tematici:
è diminuito nonostante l’aumento delle automobili; lo
questione ambientale – eccessivo consumo di
stesso viene contestato per la risorsa idrica); l’enorme
suolo, perdita di aree agricole produttive, distruzione
volume del traffico e il tempo passato in auto ogni
di aree naturali di grande valore ambientale, inquina-
giorno (però c’è chi sostiene che in realtà il tempo di
mento atmosferico dovuto a monossido di carbonio,
percorrenza
biossido di azoto e polveri sottili causate dal trasporto,
all’aumentato tragitto medio percorso); il grande con-
sconsiderato uso di risorse energetiche e idriche;
sumo di risorse idriche ed energetiche, principalmente
è
diminuito
se
considerato
in
base
questione economica – spreco di risorse finan-
per il trasporto (ma anche in questo caso molti so-
ziarie per la costruzione di infrastrutture per insedia-
stengono che non ci sono effettivi limiti alle risorse
menti dispersi a bassa densità e difficoltà di finanzia-
energetiche); il consumo di suolo dovuto ai settlement
mento dei servizi essenziali su un vastissimo territo-
patterns (ma non il fatto che questo sia dannoso ed
rio, trasformazione di terreno agricolo produttivo in
eccessivo: molti commentatori sostengono che negli
aree urbanizzate, abbandono e deterioramento del
Stati Uniti il territorio è sufficiente per continuare se-
patrimonio immobiliare esistente, sperequazione fisca-
condo il trend attuale), la crescita frammentata e la
le fra diverse municipalità, costo eccessivo degli allog-
separazione delle destinazioni d’uso. Tutti questi fatto-
gi messi sul mercato;
ri negativi sono legati al trasporto, che quasi sempre
questione sociale – segregazione fra classi so-
diventa il tema principale della discussione.
ciali ed etnie, creazione di governi privati per gestire
Altri argomenti sono maggiormente controversi
comunità residenziali e edge cities, attitudine NIMBY
perché espressione delle posizioni soggettive o ideolo-
(not in my backyard) - a cui si sono aggiunti BANANA
giche di ciascuno: si discute se sia un danno trasfor-
(build absolutly nothing anywhere near anything) e
mare territori agricoli in aree urbanizzate , se il pae-
71
72
LULU (locally indesiderable land uses) – mancanza di
saggio exurbano sia brutto , se un insediamento di-
alloggi a basso costo e di strutture pubbliche adeguate
sperso e a bassa densità costi più di uno concentrato,
quali scuole, sanità, pompieri, polizia, aumento del
se la disgregazione della vita di comunità e del capita-
differenziale fra aree urbane povere ed aree exurbane
le sociale
73
dipenda dalla forma dell’insediamento e in
ricche, competizione fra municipalità per attirare insediamenti in grado di aumentare le entrate (preferibilmente grandi mall, centri per uffici, lottizzazioni per
upper class);
questione
estetica
–
il
paesaggio
urba-
no/suburbano/exurbano è brutto e disorientante perchè caratterizzato da irregolarità, disordine, frammentazione, discontinuità;
questione qualità di vita - necessità di lunghi
spostamenti e difficoltà degli spostamenti, mancanza
di spazi verdi e di servizi pubblici facilmente accessibili, mancanza di spazi pubblici e privatizzazione degli
spazi ad uso pubblico con conseguente deterioramento delle relazioni sociali, disgregazione della vita della
comunità, elemento essenziale della vita democratica,
diminuzione della responsabilità sociale, diminuzione
della partecipazione politica, impossibilità di sviluppare attività culturali, aumento della paura del crimine.
71
Più di uno studio ha dimostrato che la produzione agricola
degli Stati Uniti, nonostante la diminuzione di aree destiante
all’agricoltura è aumentata; certamente non c’è mancanza di
suolo coltivabile di prima scelta. Il consumo di suolo annuale
per l’urbanizzazione è stato stimato il 1,5% dell’intero territorio
nazionale e molti affermano che c’è ne è abbastanza per tutti.
72
Andrè Corboz scrive in difesa della città Americana e afferma che non è indifferenziata, ma articolata, che non è illimitata, ma frammentaria, che non è incompiuta, ma aperta; continua dicendo: “richiamarsi all’armonia come istanza suprema
per esorcizzare le brutte costruzioni yankee significa non aver
capito l’importanza della rottura della rivoluzione cubista, esser passati accanto alla pop art, alla minimal art, all’arte povera e tutto ciò che le avanguardie avevano da dire sul mondo
odierno assolutamente anticlassico nella sua essenza”. Andrè
Corboz, Looking for a city in America: down these mean
streets a man must go... an essay by André Corboz, photographs by Dennis Keeley, Angel’s flight 1, occasional paper
from Los Angeles, the Getty Center For The History Of Art
And The Humanities, Santa Monica in association with David
R.Godine publisher, Boston 1992.
73
dispersione nell'idea della città Americana, studiare come
viene costruito e presentato il problema dello sprawl e della
crescita.
Robert Putnam, in Bowling alone, 2000 propone l’ipotesi
che l’America stia attraversando una fase di basso coinvolgimento civico e scarsi legami comunitari: “For the first twothirds of the twentieth century a powerful tide bore Americans
into ever deeper engagement in the life of their communities,
but a few decades ago -- silently, without. warning -- that tide
reversed and we were overtaken by a treacherous rip current.
21
che misura (la qualità delle relazioni sociali, infatti,
pluralità di ambienti residenziali e di tipologie di allog-
viene considerata spesso direttamente legata alla qua-
gio,
lità dello spazio fisico e la qualità di vita direttamente
nell’individuazione dell’utente finale e nel contesto che
dipendente dalla qualità delle relazioni sociali); se il
costruiscono.
che
risultano
omogenei
nella
forma,
sistema regolato dal libero mercato abbia provocato
ingiustizia sociale.
L’insieme dei fattori elencati, che siano dimostrabili o meno, disegna una città percepita come afflitta
C A M B I A M E N T O NELLA PERCEZIONE DELLA GRAVITÀ
DEL PROBLEMA E DEL RUOLO DELLA PROGETTAZIONE
da gravi disfunzioni. Se la realizzazione del sogno siLa dichiarazione della crisi della città che sprawl
gnifica il raggiungimento di un alta qualità di vita, si è
75
determinata una tensione fra il sogno suburbano e la
rappresenta
realtà post-suburbana, l’insoddisfazione sembra cre-
dibattito da un lato ad assumere atteggiamenti no-
porta alcuni autori o protagonisti del
scente.
stalgici, concludendo qualcosa di simile a “non ci sono
A complicare il quadro un fattore assume partico-
più le città di una volta” e dall’altro alla reazione, cioè
lare importanza nel giudizio su exurbia/sprawl e sulla
alla necessità di individuare nuovi scenari urbani, di
possibilità che tale modello di insediamento venga
proporre visioni alternative, di immaginare un futuro
riproposto in futuro: una percentuale sempre più pic-
urbano diverso e cercare modi migliori per la sua im-
cola della popolazione americana può permettersi una
plementazione o anche semplicemente dei rimedi per
casa isolata su lotto nelle maggiori metropoli america-
correre ai ripari e per salvare il salvabile.
ne e le giovani coppie devono scegliere fra case trop-
Una convinzione che ha cominciato a diffondersi –
po costose o pendolarismo gravoso, perchè se i posti
fra i cittadini e gli amministratori come fra professioni-
di lavoro si sono suburbanizzati i prezzi delle case li-
sti e developers - sostiene che più le città sono ben
74
mitrofe sono molto alti . Una via di fuga dallo stan-
pianificate, più l’intera regione diventa in grado di at-
dard suburbano sembra essere necessaria per rispon-
trarre residenti e nuove attività produttive e commer-
dere alle esigenze di una popolazione che sta cam-
ciali, poichè per mantenersi le comunità devono rac-
biando la sua composizione e le sue abitudini, che cioè
cogliere tasse sufficienti a sostenere le spese per
non corrisponde alla convenzionale famiglia lui + lei +
l’infrastrutturazione e i servizi. Si è quindi ribaltato il
due figli: circa il 30% dei nuclei familiari sono compo-
punto di vista: l’assenza di pianificazione che veniva
sti da famiglie senza figli, il 25% degli alloggi è occu-
considerata garanzia di libero mercato e di sviluppo
pato da singles, che sempre più spesso sono anziani,
economico, oggi sembra essere la causa del degrado e
il 7,5% dei lavoratori svolgono quasi completamente il
un ostacolo alla promozione del territorio. Poichè per
loro incarico a casa. È interessante notare come la
ottenere profitto dagli investimenti immobiliari non
società americana sia caratterizzata da una pluralità di
basta potersi muovere senza costrizioni nel mercato,
stili di vita, ma come non sia riscontrabile la stessa
ma deve essere offerta qualità di vita a chi andrà ad
insediarsi, che viene determinata non solo dall’alloggio
Without at first noticing, we have been pulled apart from one
another and from our communities over the last third of the
century”. Nel primo capitolo racconta una nostalgia che sembra essere comune: “In several surveys in 1999 two-thirds of
Americans said that America's civic life had weakened in recent years, that social and moral values were higher when
they were growing up, and that our society was focused more
on the individual than the community. More than 80 percent
said there should be more emphasis on community, even if
that put more demands on individuals. Americans' concern
about weakening community bonds may be misplaced or exaggerated, but a decent respect for the opinion of our fellow
citizens suggests that we should explore the issue more thoroughly”. Una delle cause di questa disgregazione sociale è
sprawl. Putman conclude dicendo: “We Americans need to
reconnect with one another”.
74
Daniel Schaffer, After the suburbs, Built Environment vol.17
n.3/4 1992 indica come cause del paesaggio “that is crowded,
ugly, unhealthy and poorly serviced” le tre C: cost, congestion,
comfort. Cost: una casa nuova con tre camere costava
75.000$ nel 1980, 250.000$ nel 1990. Congestion: la gente
sta fuori casa dalle 7.00am alle 6.00pm; 40% delle aree metropolitane ha un tetto di emissioni di monossido di carbonio
maggiore del limite stabilito come accettabile dal governo
federale; comfort: tutto l’insieme.
75
La critica al suburbio e allo sprawl, illustrata nei precedenti
paragrafi, è in stretta relazione con la formazione di una critica
radicale alla città intera, che denuncia come la situazione sia
insostenibile. Gli esempi di questa critica radicale ed accorata,
che spesso preannuncia crisi e talvolta sciagure, sono numerosi; quasi sempre questi testi si concludono con proposte per
"redirect America's future" (generalmente ricorrendo a concetti
smart growth), il quindi sostanzialmente proponendo nuovi
scenari. Per esempio Randall Bartlett, The crisis of America’s
cities, ME Sharpe 1998, afferma: “Da un punto di vista sociale
queste aree suburbane sono cellule umane estremamente
primitive, ricadute in uno stato di semplicità quasi arcaica;
esse danno l’illusione dell’autosufficienza e della libertà, mentre sono dominate da processi automatici e pressioni materiali. [...] Questo regime con la sua passività imposta e le generale dissoluzione dei valori elementari del gruppo di vicinato dà
origine ad una nuova razza di barbari passivi, sani di fisico ma
vuoti di mente.” Robert A.Beauregard, in Voices of decline:
the postwar fate of US cities, 1993 ricorda, però, a proposito
degli studiosi che hanno affermato the demise of the modern
city in the face of society’s postmodern transformation come
“Any interpretation of the discourse must recognize an american ideology that has never resolved its ambivalence about
American dreamscape
in sè, ma anche dalla bellezza del paesaggio, dalla
sempio ad Atlanta, che pure ha avuto una storia di
salute dell’ambiente naturale, dalla possibilità di co-
pianificazione, in quanto a estensione, modelli insedia-
municare facilmente con quanto è esterno all’alloggio
tivi e modalità di realizzazione dello sprawl,.
o all’ufficio, dall’accessibilità dei servizi e dalla ricchez-
Negli ultimi 20 anni negli USA sembra essersi ve-
za dello spazio aperto, serve pianificazione e controllo.
nuta formando l’esigenza, con lentezza e con fatica, di
76
Questo atteggiamento è una novità . Le riflessio-
costruire un nuovo immaginario progettuale per poter
ni di Reyner Banham e Peter Hall contenute in “Non-
costruire una città diversa da quella esistente; per
plan: an experiment in freedom” pubblicato nel 1969
indirizzare in qualche modo i milioni di americani che
siano paradigmatiche possano servire a comprendere
are choosing to live in the exurban countryside, conti-
il cambiamento. Il testo attaccava i perversi e spesso
nuing the deconcentration of population and the eco-
futili risultati dei tentativi operati dai planners di im-
nomic development
porre criteri formali ed estetici per la costruzione della
necessità di elaborare nuove ipotesi di trasformazione
città e affermava come dovessero essere rispettati i
della metropoli contemporanea, modelli insediativi
pattern che la gente crea per se stessa, che non por-
alternativi al modello di sviluppo predominante, l'unico
tano generalmente a risultati peggiori di quelli ottenuti
scenario proposto dal potere politico. E' ricorrente la
seguendo le prescrizioni del governo – could things be
dichiarazione dell'urgenza del cambiamento dei conte-
any worse if there were no planning at all? Questo
nuti delle politiche di intervento per la città (pianifica-
testo fu una tappa importante della convinzione che
zione e progettazione). Termini quali re-thinking, re-
“growth that happen without too much prescription is
ordering
best”, della consapevolezza che il piano non risolve i
"redirect America's future" sono molto ricorrenti. Le
problemi della crescita (e neppure li disciplina) e che
possibili citazioni in proposito sono molte e provenienti
ci sono grandi similitudini nella crescita delle città no-
da contesti diversi.
nostante grandi differenze nei loro regimi/modelli di
77
79
78
. Sembra essersi sviluppata la
, re-consider, re-vision
80
, le proposte per
Il primo numero di Edge City News, rivista curata
81
pianificazione ; il caso di Houston, città senza zoning,
da Joel Garreau , riporta in prima pagina: “The 90'
è esemplare della poca efficacia dello zoning o anche
are the RE-decade. We must renew, rebuild, remake,
delle scelte dello zoning; essa è molto simile per e-
revitalize, recycle, relocate, retrofit, resell but never
retreat. President Clinton confirmed the birth of the
cities. […] americans have been fascinated by and perplexed
by the city contribution to the nation’s identity and progress”.
76
In realtà il tentativo di affermare la necessità della pianificazione ha avuto corsi e ricorsi… si veda ad esempio
l’appendice II sui tentativi di pianificare Atlanta. Operando una
drastica semplificazione si potrebbe dire che, nonostante gli
sforzi per affermarne l’importanza, nel XX secolo l’urban
planning nel continente nord Americano non ha collezionato
grandi successi e realizzazioni e non è stata influente, intendendo con urban planning la disciplina iniziata dai landscape
architect e intendendo far riferimento all’esperienza dell’intero
continente, cioè non a casi eccezionali come New York, la
City per eccellenza, o Chicago, la City Beautiful. A questo
proposito però mi sembra interessante citare il punto di vista
di Margaret Crawford sul saggio di Francesco Dal Co contenuto in Giorgio Ciucci, Francesco Dal Co, Mario Manieri-Elia,
Manfredo Tafuri, La città Americana dalla guerra civile al New
Deal, Laterza, Roma, 1973: pur considerando il testo molto
importante
nel
dibattito
disciplinare
USA
per
l’approfondimento teorico che offre e per l’approccio metodologico che mette in atto, Crawford sostiene che il punto di
vista
di
Dal
Co
è
sostanzialmente
sbagliato
nell’interpretazione del ruolo della figura del planner, che in
realtà sarebbe stato poco o nulla influente e per necessità al
servizio del potere borghese e quindi non espressione della
parte progressista della società.
77
Interessante in proposito è l’articolo di Paul Barker, NonPlan revisited: or the real way cities grow, The Tenth Reyner
Banham Memorial Lecture, Journal Of Design History, vol.12
n.2 1999, ma anche la prefazione di Vittorio Gregotti alla ristampa da Costa&Nolan di Los Angeles, the architecture of
four ecologies: “non si può, anzi non si deve pianificare, pena
la perdita dei caratteri della città e del loro modo di riprodursi,
se non con quella che Reyner Banham definisce una “pianificazione leggera””. In questo caso si parla di Los Angeles, ma
credo che questa attitudine sia generale.
RE-decade when he laid down his vision of the future:
his inaugural speech included not less than 14 words
beginning with RE suffix.”
82
Anthony Downs : “American society needs a new
ideal vision of how future development ought to occur
in our large metropolitan areas. The current vision
contains too many serious inconsistencies and undesirable outcomes.”
78
Arthur C.Nelson, Characterizing exurbia, Journal Of Planning Literature, vol.6, n.4 may 1992.
79
Doralice D.Boles, Reordering the suburbs, Progressive
Architecture n.5 1989.
80
Mentre il termine RE-NEWAL pare essere stato rimosso dal
vocabolario, essendo legato alle esperienze di trasformazione
urbana iniziate negli anni’50 e fortemente criticate e quindi
associato a operazioni quali massicce demolizioni, gentrification e auto-oriented design.
81
Edge City News, tools for the new frontier, rivista mensile
pubblicata dall’aprile 1993 al jan\feb 1995 ed intesa come una
“interactive newsletter, a clearing house for information and
ideas” cioe' una collezione di contributi delle molte voci coinvolte in edge city: leggi, studi, nuovi insediamenti...
82
Anthony Downs, The Need for a New Vision for the Development of Large U.S. Metropolitan Areas, Salomon Brothers
Inc., 1989.
23
83
Doug Kelbaugh : “The search is for nothing less
84
suburbia/exurbia abita e continua ad abitare, tutto
sommato
than a new american dream.”
felicemente.
Qualcosa,
però,
si
incrina
: “It is time to redefine the
nell’immaginario collettivo quando comincia a farsi
american dream. We must make it more accessible to
strada il dubbio, sostenuto dalla constatazione quoti-
our diverse population: singles, the working poor, the
diana, che la qualità di vita conquistata nella propria
elderly and the pressed middle class families who can
casa, nel proprio giardino, nel proprio quartiere sta
lo longer afford the “Ozzie and Harriet” versione of the
diminuendo o potrebbe diminuire per come si sta svi-
good life.”
luppando il contesto attorno alla propria casa, al pro-
Peter Calthorpe
85
: “We are at the point
prio giardino, al proprio quartiere (perchè il tempo
where some crucial decisions need to be taken in rela-
trascorso nella propria auto per spostarsi diventa
tion to the urban geography created since the second
maggiore del tempo dedicato ai propri interessi, per-
half of the twentieth century. Besides the political and
chè è difficile incontrare gli amici, perchè non si sa
economic problems inherent to democracy and capi-
dove mandare i figli adolescenti a divertirsi, perchè il
talism that affect our cities, there are issues concern-
costo dell’acqua per innaffiare il giardino continua ad
ing how/what we produce, exchange and consume,
aumentare, perchè i boschi attorno alla casa sono sta-
how/where we live, move and use our free time ect.”
ti sostituiti da altre case...); oppure anche quando una
Agrest & Gandelsonas
esprime
porzione sempre più larga della popolazione comincia
la necessità di una analisi critica alla suburban vision,
a trovare troppo costoso acquistare il proprio pezzo di
rappresentata dalla casa isolata su lotto, che afferma
sogno.
John Kaliski in Re-visualizing the dream
86
89
essere forse il più significativo contributo statunitense
La percezione collettiva è cambiata e si sta cer-
alla storia del design del paesaggio costruito. Anche
cando di farla cambiare, con pratiche come i processi
sostiene che il sogno americano va
di Vision - migliaia di comunita negli Stati Uniti stanno
ridefinito e adattato alle tipologie di un contesto me-
portando avanti un programma di Vision, discutendo
tropolitano, che la struttura suburbana sulla quale si
su come affrontare i problemi della crescita, come dar
fonda la città statunitense deve evolversi.
forma al futuro, come controllare la dispersione -, le
David Smiley
87
88
Denise Scott Brown : “We need new pattern to
work, live and retail.”
Negli ultimi anni sembra essere cambiata anche la
percezione collettiva della gravità della situazione metropolitana e dell’urgenza di una riflessione e pragmaticamente di un intervento efficace e veloce. Così si
spiega, almeno in parte, il richiamo sempre maggiore
a strategie di trasformazione dell’esistente - della realtà materiale, quanto delle preferenze e dei comportamenti degli abitanti – quali smart growth.
La critica al mondo suburbano, che è nata in ambiente accademico o comunque è di matrice intellettuale, non ha coinvolto la cosiddetta middle class, che in
83
Doug Kelbaugh editor, The pedestrian pocket book, a new
suburban design strategy, Princeton Architectural Press,
1989.
campagne per la smart growth, le charrette collettive.
Smart growth è la più diffusa di queste visioni alternative, apparentemente la proposta vincente; nei prossimi capitoli vedremo perchè e quale scenario urbano
propone (sia come prefigurazione del futuro, che come processo, che come interventi progettuali). Quello
che pero’ credo sia importante sottolineare e’ che viene contestata la forma del modello di sviluppo, non la
sostanza del desiderio che ha contribuito – se non
causato – al suo consolidamento e che continua a
comporsi della ricerca di un posto salubre perche’ lontano dai miasmi della citta’ – che sono criminalita’,
poco spazio, aria inquinata, scarsita’ di verde, promiscuita’ sociale - e vicino alla natura; ricerca di un posto autonomo e tranquillo dove poter affermare la
propria individualita’ e contemporaneamente ricerca di
uniformita’ sociale e di sicurezza.
84
Peter Calthorpe, The next american metropolis, ecology,
community and the american dream, Princeton Architectural
Press, 1993.
85
Agrest & Gandelsonas, Works, Princeton Architectural
Press, New York, 1995.
86
AA.VV., Re: American Dream, six urban housing prototypes
for Los Angeles, Princeton Architectural Press, 1995.
87
David Smiley, Suburbs-R-Us, Lotus Quaderni Documents
22, 1999 - The dense-city dopo la dispersione, a cura di MaryAnn Ray, Roger Sherman, Mirko Zardini.
88
Conferenza Urban Design: Practices, Pedagogies, Premises, Van Alen Institute e Columbia University (NY) il 5-6 aprile
2002.
89
Che il mito del suburbio come rifugio nella natura e di
downtown come concentrazione di crimine e degrado sia soggetto a ripensamento è testimoniato anche dalla stampa a
grande diffusione, per esempio da Time Magazine, giornale
mainstream, non voce di intellettuali radicali o tecnici specialisti, si veda per esempio l’articolo del 1995 “20th century
blues”.
0.2 AMERICAN DREAMSCAPE - EDGE CITY
prende in considerazione molte realtà diverse - il New
THE LATEST RESTRUCTURING OF URBAN AMERICA
Jersey (da interpretare come unica grande città secondo la tradizione che porta a Gottmann, definito da
Nel tentativo di occuparsi della costruzione di sce-
Garreau “the god father of us all”), Boston, Detroit,
nari per la città exurbana nordamericana contempora-
Atlanta, Phoenix, Texas, San Francisco Bay Area, Wa-
nea è fondamentale individuare il territorio sul quale
shington - cioè riconosce il fenomeno “edge city” in
gli scenari devono esercitarsi e quali siano le sue prin-
quasi tutta la Nazione. Ognuna di queste realtà è oc-
cipali caratteristiche e dinamiche di sviluppo, cercando
casione per approfondire un tema relativo alla tra-
di superare le generiche definizioni di sprawl che ab-
sformazione della città contemporanea e quindi per
biamo visto nel capitolo precedente.
proporre delle generalizzazioni: Boston è motivo per
La più recente trasformazione della città norda-
discutere della saturazione del territorio urbanizzato
mericana segnalata dalla letteratura disciplinare e non
disperso, Atlanta per dimostrare l’affermazione della
è certamente edge city, fenomeno che è stato ricono-
middle class afro-americana nei quartieri suburbani,
sciuto anche in Europa. Studiare quale sia l’origine di
Phoenix per raccontare dell’esistenza di governi ombra
questa forma di insediamento e che interpretazione
che in mancanza di istituzioni si incaricano di portare
della città porta con sé è importante, perchè le edge
l’ordine in questi insediamenti che si distendono su più
cities costituiscono una parte consistente della realtà
municipalità o su nessuna.
metropolitana e soprattutto perchè la trasformazione
Garreau, attraverso una analisi che tende a sem-
al margine è fra i principali fattori che determinano la
plificare le questioni ed è appesantita dall’orgoglio
dinamica della trasformazione complessiva.
nazionalistico, vede nel fenomeno una trasformazione
Il nome edge city si deve al fortunato libro di Joel
epocale della città e della vita che vi si svolge avvenu-
Garreau del 1991. Garreau è un giornalista, non un
to nel corso di soli 30 anni (dagli anni ‘60): “the big-
tecnico, che si è dedicato allo studio dei fenomeni le-
gest city building boom in the history of the Repu-
gati alla città, inserendosi così in una tradizione ben
blic”
consolidata del giornalismo americano (come i già
sti se ne accorgessero: “We Americans are going
ricordati Jane Jacobs e William H.Whyte, i non expert-
through the most radical change in a century in how
expert che discutono come la città dovrebbe essere
we build our world. […] Americans are inventing a
fatta). Il testo di Garreau ha il merito di aver messo in
brand new future […] First there was downtown, then
evidenza il fenomeno per il grande pubblico, oltre ad
there were suburbs, then there were malls, then
aver offerto un variegato e per alcuni versi inedito
Americans launched the most sweeping change in 100
spaccato della vita della popolazione exurbana e aver
years in how they live, work and play.” Garreau so-
proposto alcuni parametri quantitativi per distinguere
stiene che questa trasformazione sia una forma di
cosa è edge city da cosa non lo è nel contesto allo
progresso perché è un tentativo di “clear away obsta-
stesso tempo omogeneo e differenziato, frammentato
cles to the growth” e perché è espressione dei desideri
e continuo della dispersione della metropoli contempo-
e della potenza economica dell’America, sostanzial-
ranea degli Stati Uniti.
mente in grado di dare forma allo sprawl e
91
avvenuto senza clamori e senza che gli urbani-
Che cosa è una edge city secondo Garreau? Una
grande concentrazione di edifici per jobs, shopping,
entertainment,
services,
housing
resa
possibile
dall’era dell’informazione nel mezzo delle aree residenziali suburbane a bassa densità (si veda la pagina
estratta da Edge City news). Edge city quindi è un
fenomeno che ha trasformato il convenzionale suburbio urbanizzandolo. La parola edge intende esprimere
sia la localizzazione geografica del fenomeno, sia la
assoluta novità dello stesso, la parola city il fatto che
questi insediamenti contengono tutte le funzioni e le
possibilità offerte nella città tradizionale
90
90
. Garreau
Nella lettura dei testi statunitensi il lettore deve distinguere
se con il termine city si intenda l'urban core oppure l'intero
complesso urbano; la prima intepretazione è quella che offre
Garreau.
Il termine “edge city” è entrato anche nel Merriam-Webster
Dictionary edizione del 1998: "a suburb that has developed its
own political, economic and commercial base independent of
the central city".
91
“We have erected 181 new urban cores, each of which
today is larger than the city of Memphis, Tennessee. […] Almost nobody saw it coming. The people we pay to be urban
planners never imagined a future in which ordinary people
pick up and move their city functions as close as possible to
their suburban homes. They never envisioned that we would
be constructing enormous office buildings in areas like Silicon
Valley, and filling them with the bulk of our information-age
jobs. Nonetheless, these places I call edge cities - places like
Tysons Corner, Virginia; Schaumburg, Illinois; and Irvine,
California - have become vastly larger than many of the 45
remaining major downtowns in the United States. In fact, edge
cities have become the standard for the world's urban environments.” Garreau dimostra scetticismo verso i planners,
atteggiamento diffuso fra i non expert-expert.
American dreamscape
di ricreare urbanità e posti di lavoro in una rinnovata
edge city, infatti, Garreau ignora le politiche federali
armonia con la natura: i mall, le strade, le concentra-
che hanno permesso questo tipo di insediamento at-
zioni di palazzi per uffici sono “the best way to live,
traverso il sostegno alla costruzione di autostrade e
work, play, about how to create home”; si tratta dello
sembra confondere la causa con l’effetto: non è la
stesso slancio a migliorare la qualità di vita che ha
edge city che ha permesso la ricchezza dei posti di
portato i pionieri a conquistare nuovi territori – il ri-
lavoro, ma la crescita economica, che poi ha scelto di
corso alla retorica della frontiera, tema ricorrente
localizzarsi alla periferia delle città esistenti. Egli evita,
nell’immaginario Americano, contribuisce a dare una
inoltre, di trattare questioni spinose, come la segrega-
dimensione epica al fenomeno: “One thing Americans
zione sociale che caratterizza queste cittadelle del
have done better than any other culture: handle chaos
benessere. Presentando edge city come “an escape
and change and invent the future […] Once Americans
from the negative aspect of civilization”, un luogo di
have chosen a future it is open to being modelled and
aggregazione
shaped […] we Americans decided to change just
dell’individualismo grazie al rapporto diretto fra le per-
about all our routines of working, living, playing […]
sone, Garreau va controcorrente rispetto a quanti ve-
they genuinely are sons of the pioneers […] Americans
dono negli elementi che caratterizzano sprawl, il con-
after all are those humans most commonly in posses-
tenitore che comprende anche edge city, i fattori dete-
sion of that rare potent and dangerous combination:
riori che abbiamo visto essere contestati nel capitolo
power, money and opportunity to do whatever they
precedente, quali la privatizzazione dello spazio, la
think best.”
disgregazione della comunità, la mancanza di spazi
dove
avviene
il
bilanciamento
Garreau è particolarmente attento alle abitudini
per il pedonali, l’esclusione di larghe fette della popo-
dei suburbaniti a certe pratiche sociali inedite che
lazione dalle facilities offerte dalle edge cities, la diffi-
stanno trovando spazio nelle edge cities: ad esempio
cile accessibilità ai posti di lavoro per chi non possiede
racconta come attorno al complesso del Bridgewater
l’auto... Edward Soja sostiene che la storia di sorti
Common mall, dello Sheraton e due torri di uffici (la
progressive e di successi nella ristrutturazione della
edge city in New Jersey all’intersection 287 - 78) si
città che Garreau presenta abbia fatto leva sul deside-
stanno raggruppando altri hotel e uffici, ma anche
rio dell’opinione pubblica di sentire “good news and
strutture per le istituzioni politiche e la vita civica degli
easy solutions” a fronte della realtà postmoderna di
abitanti dei sobborghi circostanti: library, town hall,
crisi ed insoddisfazione.
2
housing for the elderly, low-cost housing, playing
fields, the community room for boy scouts is in the
Lasciamo l’enfasi di Garreau, poiché non è il solo
né il primo ad essersi occupato del fenomeno.
mall, cioè racconta come questi complessi stiano diventando i nuovi centri urbani e tendano in qualche
1
caso a diventare elementi ibridi semi-privati .
Edge city può essere interpretato come "the latest
restructuring of the American city" prendendo a pre-
Garreau attribuisce la costituzione di queste città
stito l'espressione di Gandelsonas o "the latest round
alla libera scelta del cittadino americano nella ricerca
of urbanism today" usando le parole di Crawford o
della propria felicità e alla libera impresa, che offre al
ancora “the restructuring of the modern metropolis”
cittadino quello che desidera: una villa isolata su lotto
ricordando Soja ed è fenomeno studiato a partire dalla
e il posto di lavoro vicino a casa non più nel conge-
seconda metà degli anni ’70, ma soprattutto a cavallo
stionato e turbolento antico nucleo urbano; Garreau
degli anni ’80 e ’90, da alcuni studiosi della realtà ur-
sembra credere cioè che poiché la gente usa ed abita
bana, geografi principalmente. Il termine edge city
edge city allora questo è quello che la gente apprezza
potrebbe essere assunto nell'accezione non del feno-
e quindi un passo ulteriore verso la realizzazione del
meno localizzato in periferia rispetto alla realtà urbana
sogno Americano.
preesistente, ma per indicare la condizione della for-
La principale critica che viene mossa a Garreau da
ma dell'organizzazione urbana contemporanea nel suo
alcuni studiosi – Fishman, Jackson e Soja fra i più au-
complesso. Secondo Margaret Crawford, ma anche
torevoli - è che la maggioranza dei cittadini si sono
secondo l'interpretazione che del fenomeno dà Gan-
trasferiti nei quartieri residenziali periferici principal-
delsonas, tutto quanto viene costruito oggi nella città
mente come conseguenza del mercato, delle politiche
americana va a costruire "edge city", perché tutto
del governo e del pregiudizio razziale che porta a cer-
partecipa della nuova condizione, in cui i termini su-
care la sicurezza e la stabilità attraverso la segrega-
burban e urban e la loro contrapposizione non sono
zione. Nella ricostruzione dei motivi della nascita di
più appropriati e non riescono a comunicare lo stato di
1
2
In mancanza di meglio: Garreau stesso premette che i cittadini avrebbero preferito un centro città tradizionale.
Edward Soja, Postmetropolis, critical studies of cities and
regions, Oxford, Blackwell 1999.
27
fatto: suburban assume un significato pregnante in
villages, multinucleated metropolitan region, satellite
contrapposizione
improprio;
sprawl, neocity... La metropoli stava cambiando più
downtown è divenuto solo uno dei vari centri della
velocemente della capacità delle parole di descrivere il
città multipolare, non necessariamente il più impor-
cambiamento, le etichette di rural, suburban , urban
tante, e l’urbanità si è diffusa in modo capillare perché
riuscivano difficilmente a trovare una chiara corri-
polarizzata e multicentrica e diversa nelle sue forme di
spondenza con la realtà metropolitana. La ricchezza
manifestazione. Si tratta della nuova geografia della
dei termini proposti, in quantità non sempre in quali-
a
urban
e
quindi
è
3
4
5
centralità di cui parla Saskia Sassen , dovuta princi-
tà, esprime da un lato la novità riconosciuta nel feno-
palmente alle telecomunicazioni e alla globalizzazione
meno per il quale addirittura servono nuove parole,
dell'economia, per cui la centralità non coincide più
dall’altro
con il tradizionale Central Business District e può e-
l’oggetto del discorso: “di che cosa effettivamente
stendersi nell'area metropolitana nella forma di nodi
stiamo parlando?”. Dare un nome appropriato alla
ad alta concentrazione di attività.
nuova forma sembra essere un passaggio fondamen-
la
difficoltà
ad
individuare
chiaramente
Il dibattito sulla “nuova città” raccoglie molte voci
tale nella sua comprensione. Pierce Lewis, che ha pro-
e testimonia come sia un tema condiviso e importan-
posto galactic metropolis, sostiene che “Language is
te. Nel 1985 J.B.Jackson tenta una breve descrizione
important. We cannot talk about a phenomena unless
della città “più nuova” inserendola per caratteristiche
we possess a vocabulary to describe it, and many ob-
e processo di costruzione nel più ampio fenomeno di
servers still cannot agree on what to call this new
sprawl: “The newer kind of city comes into existence
amorphous form of urban geography.” La proposta di
simultaneously over a wide area – a scatteration of
nuovi termini per individuare il nuovo tipo di sviluppo
structures with no real focal point. The difference, as I
urbano o metropolitano o suburbano continua:
see it, is largely a matter of the function of the road.
reazione al “edge city” è stato coniato, ad esempio,
6
in
In the old town roads followed property lines and were
vaguely connected with one artery to the outside
world. The outlying suburbs evolved only when a
roads or streets were extended. But the new city
grows a web of streets long before houses appear. In
the beginning there is something more than the interstate. Suddenly there comes an interchange, like a
break in a dam or in a river bank. In no time a flood
of artefacts submerges the hitherto flat and empty
countryside: swarms of trailers and bulldozers and
power poles and storage facilities; the rows of small
4
È The Name Game rilevato dalla maggioranza dei commentatori, si veda ad esempio William Sharpe, Leonard Wallock,
Bold new city or built-up ‘burb? Redefining contemporary suburbia, American Quarterly vol.46 n.1 1994.
Accettare il termine “edge city” per indicare l’oggetto di questo
capitolo si giustifica con la maggiore riconoscibilità che esso
garantisce all’oggetto stesso rispetto alle altre proposte. Giandomenico Amendola in La città postmoderna, magie e paure
della metropoli contemporanea, Bari, Laterza 1997 cita il fenomeno accogliendo il termine di Garreau.
5
shopping centers connected by streets or thorough-
Il termine suburb è vago e comprende molte realtà: suburbs
refers to all part of all metropolitan areas outside of central
cities. It therefore includes unincorporated areas as well as
suburban municipality. Communities that are considered suburbs by this definition range in population from a few hundred
to over 80.000, in land-use composition from entirely residential to almost entirely industrial with nearly all possible mixture
in between, and in distance from the central city from the immediate adjacency to over a hundred miles away. da Anthony
Downs, Opening up the suburbs: an urban strategy for
America, New Haven, Yale University Press 1973.
fares.” [The vernACULAR CITY, in Center n.1 1985].
6
identical dwellings; gas stations, churches, used car
lots, and holiday inns; and a broad main street with
one high-rise; more high-rises, more storage building;
and in a year or two more interchanges. Suddenly
there is a city which no one, even a hundred miles
away has ever heard of before. It is in reality a loose
constellation of developments and subdivisions and
La maggioranza degli studiosi di questa alluvione
di manufatti ha coniato, come ha fatto Garreau, un
nome che potesse essere appropriato per esprimere
sinteticamente la sostanza della nuova realtà urbana
che stavano osservando: centerless city, digital city,
technoburb, technopole, postsuburbia, exopolis, galactic metropolis, X-urban city, minicity, outer city,
multinodal metropolis, urban village, new american
3
Si veda in particolare Saskia Sassen, The Topoi of E-space;
global cities and global value chains, Built Environment,
vol.24, n. 2/3, 1998, numero monografico Building Cyberspace: information, place and policy.
La questione ha raggiunto la gente comune: Haya El Nasser
nell’articolo Language doesn't fit USA's profile, USA TODAY,
08/08/2001 ripropone la lista dei Megaterms for Megachanges:
Countrified city: Rural town developing a suburban feel
as growth spreads along highways outside metropolitan
areas. Coined in 1984.
Megacounty: County with no significant urban core that
becomes large metropolitan area. Coined in 1987.
Technoburb: Suburb created by new technology. Coined
in 1987.
Edge city: Large concentration of suburban office space
and shopping malls. Coined in 1991.
Edgeless city: Scattered commercial sprawl at the edge
of a metropolitan area. Coined in 2000.
Boomburb: Rapidly growing suburban city with more than
100,000 people that is larger than some of the nation's oldest cities. Coined in 2001.
American dreamscape
“edgeless city” e recentemente Robert Lang ha proposto “boomburg”.
- David R.Goldfield, Blaine A.Brownell - Urban Amer-
7
ica: from downtown to no town, 1979
Il moltiplicarsi dei nomi rende evidente come sia
- Peter O.Muller - Contemporary Suburban America,
1981
stato individuato un fenomeno di trasformazione della
metropoli. Quali fattori vengono riconosciuti respon-
- Kenneth T.Jackson, Crabgrass frontier: the suburbanization of the United States, 1985
sabili del cambiamento della forma urbana? Si può
affermare che gli autori facciano riferimento allo stes-
- Robert Fishman, Megalopolis unbound, 1990
so oggetto? Come viene descritta la nuova forma ur-
- John M.Findlay - Magic lands Western cityscapes
and American culture after 1940, 1992
bana? Nella letteratura pertinente si distinguono alcuni testi che sono riconosciuti dalla comunità scientifica
- Peirce Lewis – The galactic metropolis 1995
come fondativi per la comprensione e l'interpretazione
- Edward Soja – Postmetropolis, 1999
8
Secondo questi autori il fenomeno edge city è
del fenomeno; essi sono, in ordine di pubblicazione :
- Melvin Webber, The urban place and the nonplace
urban realm, 1964
parte del processo di suburbanizzazione che ha portato alla costituzione della metropoli nordamericana attuale, parte di quel processo di dispersione individuato
9
da Gottmann all’inizio degli anni ’60 e tuttora in cor7
Robert E.Lang, Edgeless Cities: Exploring the Elusive Metropolis, Fannie Mae Foundation december 2000; Robert
E.Lang, Patrick A.Simmons, Boomburgs: the emergence of
large, fast-growing suburban cities in the United States, Fannie Mae Foundation Census Note 6 june 2001; Robert
E.Lang, Office sprawl: the evolving geography of business,
Brookings Institution, october 2000.
8
so. Con la costruzione di edge city si sono introdotti,
però, nella dispersione due nuovi parametri: la concentrazione ed il decentramento; come spiega Edward Soja: “The new geography of postmetropolitan
urbanism is thus seen as the product of both the decentering and recentering, deterritorialization and re-
Questi testi – alcuni dei quali offrono concettualizzazioni solo
abbozzate della questione – sono stati selezionati sotto la
guida autorevole di Margaret Crawford; molti altri testi citati in
bibliografia sono stati di grande aiuto per ricostruire il dibattito.
territorialization, continuing sprawl and intensified
Nessuna delle trattazioni contenute nei testi selezionati può
essere considerata esaustiva, poichè nessuna descrive nel
dettaglio la struttura formale di queste realtà, nonostante tutti
condividano l’idea che la novità del fenomeno rende non più
utili gli strumenti concettuali usati per comprendere la città
tradizionale e che quindi servano nuovi strumenti interpretativi. Come ha affermato Corboz, in Looking for a city in America: down these mean streets a man must go..., i ricercatori
americani hanno molto poco contribuito a far conoscere di
cosa siano fatte le strutture formali dei loro agglomerati (esemplari eccezioni: Learning from Las Vegas di Venturi Scott
Brown, Collage city di Rowe e Koetter, gli studi di Gandelsonas, Los Angeles, the architecture of four ecologies di Banham); questo è particolarmente vero per quanto riguarda il
processo di suburbanizzazione. Lo studio del mondo urbano
in USA non è questione affrontata dagli architetti, ma dai geographer e per alcuni aspetti dai planner; è oggi forse possibile
segnalare come promettente lo studio di Albert Pope, Ladders, Architecure at Rice 34, Houston, Rice School of Architecture and Princeton Architectural press 1996, che individua
nella metropoli an entirely unprecedented type of urban development e cerca una nuova struttura concettuale che attribuisca priorità allo spazio sulla forma costruita e costruisce una
serie di mappe e schemi interpretativi delle relazioni metropolitane. Ai testi selezionati ho aggiunto anche: Mario Gandelsonas, X-Urbanism: Architecture and the American city e Peter
G.Rowe, Making a middle landscape, perchè si interessano
specificatamente della lettura degli aspetti architettonici e
formali del fenomeno, cosa che i testi selezionati non fanno.
La domanda di fondo del testo di Gandelsonas è quale ruolo
abbia e possa avere l'architettura nella costruzione della città
contemporanea e se la città possa ancora essere l'oggetto
dell'architettura: la X-Urban è esito di un sistema impegnato
esclusivamente a ricavare profitto e per questo “is architecture
resistant”.Lo stesso lavoro di Peter Rowe è un catalogo ragionato di parti, che non mette in relazione i tipi edilizi con la
complessità del contesto metropolitano; il lavoro di Gandelsonas non entra nel merito delle aree suburbane. Solo Jacqueline Tatom, Anne Vernez Moudon e Brenda Case Scheer hanno prodotto qualche studio sulla morfologia delle periferie.
Lo sprawl non è quindi solo il territorio della bassa
urban nucleation, increasing homogeneity and heterogeneity, socio-spatial integration and disintegration.”
densità, della diluizione degli oggetti, del paesaggio
prevalentemente orizzontale, ma ha dei grumi, delle
soluzioni di continuità caratterizzate da slanci verticali
o da rapporti di copertura del terreno elevati.
Oggi i sub-urbi spesso non sono più sub-ordinati
alla città, che non svolge più il ruolo di unico fulcro
dotato di forza centripeta di lavoratori e dispensatore
di servizi. Il cambiamento del ruolo della parte della
città che è andata costruendosi ai margini delle aree
centrali della città moderna, come risultato in primo
luogo della globalizzazione e del post-fordismo, può
essere ben espressa dal passaggio dal termine suburbia, che sempre porta con sé una accezione negativa, al termine ex-urbia.
10
Nel processo di costruzione
della metropoli si possono distinguere, quindi, due
fasi: la separazione fra city e periferia (costruzione
di abitazioni in quartieri eminentemente residenziali o
in comunità residenziali con strutture e servizi) e la
successiva indipendenza fra city e periferia per la
9
Jean Gottmann, Megalopolis, the urbanized Northeastern
seaboard of the United States, Cambridge MA, MIT Press
1961.
10
A questo proposito voglio ricordare la scelta di Gandelsonas di riconoscere questa realtà e chiamare il suo studio XUrbanism.
Non avendo ancora trovato una forma stabile e condivisa di
interpretazione per il suburbio trasformato in exurbia e poichè
non tutti gli autori condividono che si tratti di un nuovo modello
29
presenza di nuove centralità, cioè la formazione di ex-
che ha svolto una serie di analisi statistiche specifi-
urbia e lo sviluppo del modello doughnut. Nella regio-
che . Queste tendenze di decentramento delle attività
ne metropolitana sono cambiate le gerarchie e le rela-
produttive sono confermate anche dagli studi eseguiti
zioni fra le parti per la moltiplicazione dei centri, i Su-
dalla Brookings Institution
11
burban Business Districts.
12
13
secondo i quali dal 1993
al 1996 in più di metà delle 92 aree metropolitane
Per comprendere a fondo il fenomeno occorre ve-
prese in considerazione gli urban cores ospitano meno
rificare se sia possibile individuare delle tendenze ge-
di metà dei posti di lavoro della relativa regione me-
nerali e se è possibile trovare a ritroso nel tempo al-
tropolitana; nell'82% dei casi gli urban cores hanno
cuni indizi, studiando i modi e le tracce di queste tra-
visto diminuire la percentuale di posti di lavoro del
sformazioni che gli studiosi hanno segnalato. Le lettu-
settore privato a favore dei suburbs persino nel perio-
ra dei testi selezionati permette di evidenziare in pro-
do di congiuntura economica molto favorevole; me-
posito alcuni temi.
diamente nelle 100 più grandi aree metropolitane solo
il 22% della popolazione lavora entro 3 miglia dal cen-
La rilevanza del fenomeno è condivisa dalla
tro e più del 35% lavora più distante di 10 miglia.
quasi totalità degli studiosi e deriva principalmente dal
suo aspetto quantitativo: oggi, infatti, la maggioranza
La dinamica della nascita di questi insediamenti
delle regioni metropolitane nordamericane continua ad
sembra accertata e condivisa. Jackson ne dà un sin-
espandersi ai suoi margini e a decentrare strutture
tetico riassunto "The move to the suburbs was almost
produttive e servizi, svuotando così di abitanti e attivi-
self generating. As a large numbers of affluent citizens
tà i vecchi centri e alcuni suburbi di più antica forma-
moved out, jobs followed. In turn, this attracted more
zione - la maggioranza della popolazione metropolita-
families, more roads and more industries. The cities
na vive e lavora in agglomerati esterni secondo i dati
were often caught in a reverse cycle.[…] The well-to-
raccolti dal Bureau of the Census, come abbiamo visto
do could avoid the local costs of urban old age by
nel primo capitolo, ma anche ad esempio secondo
simply stepping over the border, leaving the poor to
quanto sostenuto dal Database dell'Edge City Group
support the poor". Questo semplice e lineare processo
è descritto sostanzialmente uguale da tutti gli autori
di città spesso il termine suburb/suburban continua a essere
utilizzato.
11
Ad esempio anche il Seattle Growth Report 2000 distingue
urban centers, hub urban villages, residential urban villages e
riporta che: "The recent trends is toward more concentration
of housing growth in urban centers and villages".
Una testimonianza della moltiplicazione dei centri e delle polarità si trova in questo articolo di Bill Schadewald pubblicato dal
Houston Business Journal il 18 giugno 1999: Making it harder
to get there from here:
A lot of Houstonians, even longtime residents, are probably losing
a sense of place and direction these days. At times, it seems like
the town is being laid out by a cross-eyed city planner with a broken compass. The powers responsible for dictating the city's development patterns are doing their darnedest to make it even
more confusing than ever to get there from here. The naming of
streets is a case in point. […]But the phenomenon isn't confined to
the inner-city. […] An even more baffling trend is the growing
number of new "town" designations. Not too long ago there was
just "downtown". But urban redevelopment over the past few
years has spawned a host of offshoots. We now have something
called "Midtown" and "Neartown". There is even a hybrid called
"Lower Downtown" or "Lodo" for short. Although I live nearby, I
have no idea where Lodo ends and Midtown begins. At the same
time, an "Uptown" has materialized by the Loop in the sector
more familiarly known as the Galleria area. (Developer Gerald
Hines, the father of this early mixed-use community, tried to name
his creation "City Post Oak" in the 1970s. He applied the name to
his press releases and even published a City Post Oak newsletter
for residents. But the name never stuck.). Suddenly, we have
towns galore. The new slogan could be "Houston: City of towns".
And things promise to get even more crazy. Imagine the possibilities as the concept spreads. […] But there is a silver lining in all of
this cloudy communal chaos. In-laws from Oklahoma City come
down to Houston for regular visits. Next time they call, I'll just provide them with a new set of directions: "Come in toward downtown
until you hit Uptown, veer over to Midtown until it meets Neartown,
and hang a left where West Gray turns into Inwood." Heck, I may
never see my in-laws again.
presi in considerazione, cambia talvolta la successione
temporale dei diversi fattori, si veda ad esempio Lewis: “The city had lost each of the three economic
magnets that had held it together: commerce, industry and residential housing. How it came to be:
-
people’s choice to live outside the crowded city
(in origine: scelta per una qualità di vita migliore,
ricerca di un ambiente omogeneo socialmente e
salubre);
12
Edge City Database è una joint venture fra The Edge City
Group, Dun&Bradstreet, Strategic Mapping Inc., The Silicon
Valley Demographics. The Edge City Group è stato fondato
da Garreau per raccogliere informazioni sulle Edge Cities e
metterle in relazione con i corrispondenti downtowns; l'intento
è di contribuire alla creation of more liveable and profitable
urban areas worldwide. Così il gruppo presenta il suo lavoro:
The Edge CityTM Ventures, Inc. defined the geographies for
the Edge Cities and the downtowns to which they are related
in 34 metropolitan areas by aggregating the job centers and
relevant contiguous areas in each Edge City and downtown.
This database is the first comparison of Edge Cities and related downtowns. […] Si veda il sito online, ricco di tabelle e
grafici.
13
Edward L. Glaeser, Brookings Institution and Harvard University, Matthew Kahn, Tufts University, and Chenghuan Chu,
Stanford University, Job Sprawl: Employment Location in U.S.
Metropolitan Areas, The Brookings Institution, Survey series,
may 2001 e John Brennan and Edward W. Hill, The Urban
Center, Levin College of Urban Affairs, Cleveland State University, Where Are The Jobs?: Cities, Suburbs, and the Competition for Employment, The Brookings Institution, Survey
Series, November 1999.
American dreamscape
centri di ricerca e i quartieri generali delle
multinazionali.
Diventa così evidente come la città multicentrica dispersa sia la manifestazione più
matura – ma non ancora definita - di tendenze pervasive in atto in parte dai primi decenni del XX secolo (anni ’40) e in gran parte
dalla fine della seconda guerra mondiale.
Il ruolo dell'automobile nella formazione
della dispersione e della concentrazione è un
po' controverso: secondo Peter Hall
14
i sob-
borghi sono esito di una esigenza profonda e
non della possibilità offerta dalla tecnologia.
Secondo la maggioranza degli autori, invece,
la rete autostradale grazie alla sua trama
trapezoidale che garantisce accessibilità ad
ogni punto ha contribuito in modo determinante alla creazione del policentrismo. Le
edge cities, inoltre, seguono come principio
ordinatore o la maglia di un miglio quadrato
che informa di sé l'intero territorio statunitense oppure, è la quasi maggioranza, si collocano lungo le principali arterie in prossimità
degli svincoli.
-
easy and affordable transportation to get to exurbia, the new democratised automobile put an end
to the old preautomotive cities (in seguito la possibilità di trasporto fino ad exurbia);
-
lo
spostamento
delle
attività
economiche);
-
degli abitanti di edge city si ripetono molto simili
15
commerce and industry leave the city as well (in
seguito
Il pattern insediativo, il modello di sviluppo e le
caratteristiche della struttura e del comportamento
the interstate highway program finished the job
by making any area near an interchange more
accessible than downtown ever was: every place
is accessible (infine le autostrade).”
Fishman propone una lettura un po’ più articolata del
processo di decentramento e concentrazione: deterioramento del downtown e del sistema di trasporto pubblico fra la prima e la seconda guerra mondiale; influenza del governo federale sulla forma delle città americane (attraverso la politica dell’housing - mortgage
to the newly built suburbs; la costruzione di stabilimenti per la difesa – almost overnight these new factories gave the metropolitan peripheries and decentralized sunbelt cities a substantial industrial base on
nelle aree metropolitane degli Stati Uniti .
Peter Rowe afferma che descrivere l’insediamento
exurbano e volerlo raccogliere e comprendere in una
unica grande concettualizzazione non è corretto. Ci
sono infatti molti tipi diversi di insediamento suburbano e metropolitano, che producono altrettanti tipi diversi di “middle landscape” e, come abbiamo visto nel
primo capitolo, le regioni urbanizzate si stanno sviluppando in modi diversi nelle diverse parti della federazione. Allo stesso modo anche Peter O.Muller dice che
non è possibile pensare di concepire il mondo exurbano come una realtà unica e omogenea viste le dimensioni gigantesche che ha assunto. Andre Corboz si
aggiunge e sostiene come non esiste “la” città americana, allo stesso modo che non esiste la città europea
o asiatica e come debbano essere sospesi tutti i preconcetti.
which they could build during the postwar years; le
autostrade; la costituzione di piccoli governi locali suburbani – city after city failed to annex its suburbs
14
because of suburban resistance; developers learned
Peter Hall, Cities of tomorrow, an intellectual history of
urban planning and design in the XX century, Blackwell 1988.
they could escape control: “there is no zoning, only
15
deal”); anni ‘50-’60: costruzione di contenitori per
attività lungo le autostrade; anni ‘70-‘80: trasferimento in exurbia le attività industriali più vitali - industrie
elettroniche, chimiche, farmaceutiche, aerospaziali -, i
Si veda a questo proposito la raccolta di studi Beyond edge
cities, Richard D.Bingham editor, The Maxine Goodman Levin
College Of Urban Affairs at Cleveland state university, Garland Publishing Inc. 1997, che riconosce edge citiesanche in
Ohio, anche se con caratteristiche diverse da quelle individuate da Garreau.
31
I vari elementi che compongono exurbia sono però molto simili e credo che si possa affermare – come
Marriott i più frequenti, istituti di cura, centri per il
divertimento.
16
fa lo stesso Peter Rowe quando presenta i diversi ma-
Una tesi molto interessante sostiene che la nasci-
teriali che compongono exurbia - che gli elementi co-
ta dei mall, dei theme park, dei complessi progettati
stitutivi di questo tipo di insediamento possono essere
in ogni dettaglio e circondati da landscaping lussureg-
chiaramente individuati e che questi materiali si ripe-
giante (per uffici, per istituti di cura, per residenze di
tano di luogo in luogo nelle aree urbanizzate degli
lusso, per case di vacanza, per il divertimento) è do-
Stati Uniti senza sostanzialmente variare la loro logica
vuta alla ricerca di un fattori di ordine, di luoghi in
compositiva ed il loro assemblaggio sia a scala edilizia
grado di riconciliare l’abitante del suburbio – caotico,
che a scala urbana.
frammentato, ambiguo, disorientante - con la realtà
Si possono allora avanzare dei concetti generali
urbana. C’è bisogno non solo di un rifugio dalla central
per exurbia, proporre delle riflessioni e delle analisi
city, ma anche dal suburbio stesso diventato sprawl
che siano valide per ogni contesto, come hanno fatto
inospitale. Per ottenere questo risultato le edge cities
gli autori che abbiamo elencato, che hanno cercato di
devono essere dei magic lands, necessariamente
allargare la riflessione e generalizzare. Ad esempio
introversi, escludere il contesto e offrire un ambiente
Jackson sostiene che "The numbers were larger in
controllato, tanto dal punto di vista estetico quanto da
California, but the pattern was the same on the edges
quello delle interazioni sociali: “this magic lands tur-
of every American city, from Buffalo Grove and
ned inward, away from sprawl, so that outside could
Schaumburg near Chicago, to… ". In sintesi le tendenze di decentramento non nuove -Jackson dice che già
nel 1963 più di metà del lavoro industriale aveva sede
nel suburbio e gli uffici si sono trasferiti massicciamente dal 1955 al 1980 - ma costanti e consistenti
per quantità sembrano non dipendere dalla localizzazione delle città.
Le edge cities sono secondo Fishman “The most
dynamic element in our national economy […] The
new city is different in scale – encompasses 2-3000
square miles; has huge subdivision – planned unit
developments areas large as towns; lacks a dominant
single core and definable boundaries”. Le nuove città
sono il risultato di milioni di decisioni non coordinate
prese da lottizzatori ed investitori animati dalla volontà di creare nuovo valore immobiliare, principale fattore che giustifica la costante crescita di exurbia, dove
spesso non c’è nessuna forma di controllo del land use
e dove i governi locali hanno tutto l’interesse di favorire questo tipo di insediamenti per creare occupazione
ed entrate fiscali. Le edge cities sono generalmente
isole composte da parti giustapposte progettate con
molta cura dove i gruppi sociali benestanti possono
lavorare, incontrarsi, divertirsi senza entrare in contatto con il resto della realtà urbana: sono costituite,
infatti, dai centri di ricerca che le imprese decentrano,
i due esempi più eclatanti Silicon Valley e Route 128
di Boston, dai quartieri generali delle multinazionali,
come Solana a Dallas–Fort Worth dove c’è il marketing and technical support center dell’IBM, ospitano i
grandi regional mall come King of Prussia a nord ovest
di Philadelphia, hanno strutture ricettive, Sheraton e
16
Una domanda: “why did a town spring up here and why has it
grown so big?” accompagna il percorso lungo le strade delle
grandi aree metropolitane. Perchè apparentemente lontano da
qualsiasi cosa sia un polo di attrazione o un elemento di “urbanità”
nella route 206 in New Jersey stanno costruendo un altro quartiere residenziale? Perché costruiscono ville proprio a ridosso delle
uscite dell’autostrada, non c’è un posto migliore? Cosa ci fanno
case, casette, ville e campi di golf sparsi in un contesto che sembra rurale, comprensivo di staccionate, laghetti e boschi? Dove
sono le scuole, i negozi, la palestra, la biblioteca, il cinema? O
piuttosto: come faccio e capire da qui dove sono le scuole, i negozi, la palestra, la biblioteca, il cinema? Come mai proprio alla junction della route 9 con la Mass Turnpike hanno costruito un enorme Sheraton che sembra un castello medioevale? Come mai una
sera qualsiasi di una settimana qualsiasi il ristorante messicano
all’incrocio della Route 10 con la interstate 287 – in un luogo che
non ha nemmeno un nome nel bel mezzo del New Jersey - è
affollato coppie, amici che festeggiano un compleanno, ragazze in
cerca di svago, signori annoiati? tutti sembrano conoscere il posto, essere “del” posto? Perchè la valle a nord est di Philadelphia
è un enorme puzzle di edifici bassi e larghi, solo accostati, tagliato
in due dalla Penn Turnpike, dove trovi tutto quello che ti potrebbe
venire voglia di comprare ma dove è impossibile andare da un
edificio all’altro a piedi? Come mai il centro antico del borgo di
Framingham non è segnato sulla carta stradale ed è molto più
difficile da raggiungere che il locale regional mall?
Osservando meglio si scopre che qualche centinaio di metri lungo
la stessa strada dove stanno costruendo il nuovo quartiere residenziale c’è il maestoso Bristol-Meyer Squibb corporate center
separato dalla strada da verdi boschi e da un grande lago; scopri
che lungo le due strade al cui incrocio c’è il ristorante messicano
c’è anche una sede dell’Intel, una sede della New York City Bank,
un college universitario per postgraduate, una residenza per anziani, un gruppo di altri corporate centers, Barnes&Nobles che
funziona anche come asilo per i bimbi suburbanites, Stop and
Shop, Wendy’s..., ma non c’è neanche un marciapiede o una
cabina telefonica; scopri che lo Sheraton serve i consulenti della
sede generale della BOSE e della Genzyme, multinazionali che
hanno deciso di trasferire i loro headquarters lungo la route 9 poco
dopo un nucleo di grossi centri commerciali a scala regionale, fra
cui lo storico Shopping World, che sopravvive dagli anni ’50, più
volte ristrutturato, pioniere dei centri commerciali nordamericani.
Scopri che le ville in mezzo ai campi e ai boschi percepite come
lontane da quanto sia “urbano” sono a solo 15 minuti di macchina
dallo strip commerciale della strada più vicina e ad appena 10
minuti di macchina dal gigantesco headquarter della AT&T. Insomma il sistema sembra funzionare. Come sostiene Fishman
“The new city has responded to the changing character of families
with more flexibility than critics of the suburbs want to admit, The
American dreamscape
not intrude on the more orderly life within […] they
si distinguono due punti di vista: il primo afferma co-
act as antidotes to the apparent chaos of their urban
me la edge city sia il costituirsi di un nuovo tipo di
17
Si tratta quindi di enclaves private o semi
città cominciato all'incirca 30-40 anni fa e quindi sia
pubbliche, caratterizzate da un design di alta qualità e
esito di una rivoluzione sociale e culturale con conse-
spesso da strutture che fungono da elementi di riferi-
guenze sugli aspetti formali della metropoli (Muller,
mento. Le nuove citt’ hanno bisogno di una propria
Fishman, Gandelsonas, Garreau). In questo caso que-
identità e l’identità è data dall’immagine architettonica
sti insediamenti sono interpretati come anticipazioni di
che segna il territorio e coinvolge emotivamente chi ci
quanto succederà in futuro. Il secondo punto di vista
deve vivere e lavorare. Questi centri exurbani sono
invece interpreta il fenomeno come esito di un proces-
nel tempo diventati un modello di riferimento per
so che senza soluzione di continuità, grossomodo dalla
downtown, che sempre più spesso ne ripete forme e
seconda guerra mondiale cominciando però già negli
strategie.
anni ‘30, sta portando il suburb a trasformarsi in alcu-
milieu.”
ne sue parti e in alcuni dei modelli di comportamento
Il tema fondamentale del dibattito è se edge city
dei suoi abitanti (Soja, Jackson, Rowe, ma anche
sia effettivamente una nuova forma di città. La que-
Hall). La divisione fra questi due poli non è però così
stione è doppia: si tratta di definire sia se siamo di
netta. Secondo Lewis, ad esempio, la condizione ur-
fronte
dell'intera
bana nei suburbi era latente nel territorio agrario a-
struttura urbana, cioè se sia individuabile come una
mericano, bastava solo che venisse realizzata nella
entità radicalmente diversa, per forma funzioni e rela-
forma: “Nonurban America was already functionally
zioni, rispetto al suburbio e se coinvolge le aree esi-
and culturally part of the metropolis, or “urbane” be-
una
trasformazione
complessiva
18
stenti di precedente urbanizzazione , sia se questa
fore the arrival of the dispersed buildings. What has
possa essere chiamata “urbana”. La questione è molto
been built in the countryside is nothing else than the
controversa e nella letteratura presa in considerazione
physically realization of a latent reality. It remained
only to make the countryside physically metropoli-
new city is a city “à la carte”, Families create their own city out of
the destination they can reach”.
17
Secondo John M.Findlay, op.cit., che non rivolge la sua
analisi ad edge city, ma ad alcuni esempi eclatanti come Disneyland, il campus per start-up a Stanford, la cittadella per
pensionati Sun City in Arizona, questi luoghi sono magici perchè:
they helped people to come to terms with this difficult city
to understand and to live
they imported a sense of community and stability to
urban region
they have arisen the cultural identity
attempted to exclude diversity and misery from the urban
setting
they celebrated the economical and political basis of the
sprawl
the growth is not necessarily chaotic
helped to bring cohesion to sprawling districts
interaction with the built environment is less difficult and
demanding.
18
In questa riflessione viene discusso il rapporto di edge city
con downtown: è edge city una realtà effettivamente indipendente dal più antico centro? Secondo molti no e comunque
non dovrebbe esserlo. La questione assume rilevanza in relazione alle strategie amministrative ed economiche da adottare: il cosiddetto New Regionalism Movement vuole
l’allargamento del potere politico e economico della città centrale per salvare downtown, riproponendo il ragionamento del
regionalismo degli anni ’70 (si veda per es.: Oliver Byrum,
Edge cities: a pragmatic perpsective, Journal of the american
planning association vol.58 n.3 1992; Neal Peirce, Citystates:
does the american city have a future?, Washington DC, Seven
Lock Press, 1993); la cosiddetta Suburban Dependency invece ipotizza che le edge city hanno bisogno delle città centrali
perchè il loro benessere economico e sociale dipende da
quello delle central cities (si veda per es.: Savitch, Ties that
bind: central cities, suburbs, and the new metropolitan region,
economic development quarterly 7 1993, Larry Ledebur, William Barnes, All in it together, National League Of Cities, Washington DC 1993).
tan.”. Lewis afferma però anche che la nuova metropoli deve essere considerata come rivoluzionaria:
chiamare il fenomeno suburban sprawl è sbagliato per
due motivi:
1.
Il fenomeno non è per nulla suburbano: “this new
metropolitan tissue often flourished at great distances from established centers, its people and
building arranged in loose separated clusters.”
2.
Sprawl ha una accezione negativa e sembra riferirsi a qualcosa di temporaneo che se ben curato
scomparirà,
mentre
la
città
galattica
non
è
un’aberrazione e possiede un ordine interno che
andrebbe meglio studiato.
Qualcuno infine, ma sono voci in minoranza, non
legge nelle trasformazioni in corso alcun elemento di
novità: per esempio Robert Bruegmann
19
nega che
questi pattern siano nuovi e che il modello di sviluppo
del suburb sia in crisi.
19
Robert Bruegmann, The american city: urban aberration or
glimpse of the future? contenuto in M.Cohen, B.Ruble,
J.Tulchin, A.Garland, Preparing for the urban future, global
pressure and local forces, Woodrow Wilson Center Press,
1996.
33
Se
quindi
of the world.” La tradizionale distinzione urbano - sub-
autori
urbano perde quindi di significato: non ci sono più
sostengono
centro e periferia, ma nucleation, centrality, cluste-
che si tratti di
ring, separation… exurbia è città e comunità se viene
una
nuova
considerata come un processo sociale e non solo come
forma di città,
organizzazione spaziale, se è luogo dove avvengono
quasi
interazioni e vengono scambiate informazioni, se di-
alcuni
tutti
constatano
la
venta parte del network dove circolano i flussi di mer-
trasformazio-
ci, persone, soldi e comunicazioni. Webber quindi pro-
ne del subur-
pone l’urbanità diffusa e policentrica che può anche
bio tradiziona-
non riconoscersi in un centro “A urban realm is not a
le, quello che
urban region, that is a spatially delimited territory, but
si definiva in
a heterogeneous group of people cmmunicating with
contrapposi-
each other through space. The spatial extent is am-
zione alla city
biguous
e ne era di-
and new contact arrives. No urban settlement is a
pendente; per
unitary place; rather it is a part of a whole array of
Jackson
le
shifting and interpenetrating realm-spaces.” Webber
strutture resi-
nel suo saggio avanza così le principali questioni che
denziali, quel-
edge city comporta: urbanità, comunità, centro, peri20
shifting instantaneously as new partecipant
le commerciali e quelle industriali sono state ridise-
feria.
gnate per costruire un mondo a dimensione degli au-
sostiene
tomobilisti. In entrambi i gruppi la causa prima del
l’autonomia dalla city: “The bedroom communities of
cambiamento viene individuata nel decentramento
the early postwar period has now evolved into a self
delle attività commerciali e finanziarie, produttive,
sufficient urban identity, containing its own major
legate allo svago. Sostanzialmente si può affermare,
economic and cultural activities, that is no longer an
quindi, che questi autori facciano riferimento tutti allo
appendage of the central city.”
stesso oggetto, anche se interpretato attraverso sfumature diverse.
In linea con il pensiero di Webber, Muller
che
Fishman
il
suburbio
condivide
la
oramai
ha
dimensione
raggiunto
a-spaziale
dell’urbanità, ma afferma che nella realtà dei singoli
La principale caratteristica della trasformazione
casi questa è ancora lontana dal garantire le presta-
della metropoli che edge city rappresenta è il cam-
zioni dei nuclei urbani tradizionali, opinione condivisa
biamento di relazione della periferia con la città e la
dalla maggioranza dei commentatori: “The urban nei-
perdita di importanza della vicinanza spaziale delle
ghbourhood gave a sense of identity that the disper-
cose e delle persone per definire urbanità.
sed household network of the new city lacks and even
Webber, nel tentativo di interpretare la crescita
the most elaborate mall pales” in confronto alla vitali-
metropolitana, è fra i primi a proporre l’inadeguatezza
tà e diversità e alla possibilità culturale offerte da
del concetto tradizionale di città, dell’urbanità come
downtown. “The new city is still a cultural satellite of
solo concetto spaziale, perché pone l’attenzione sulla
the old but soon will be able to have a indipendent
produzione e lo scambio di informazioni e sull’insieme
cultural base.”
delle relazioni fra persone, che possono trascendere lo
William Sharpe e Leonard Wallock
21
sostengono
spazio fisico, la densità di residenti e di occupazione:
l’opinione di Gottman, secondo il quale “these emer-
“Most important of all it [the public information] might
ging cities in suburban areas are really satellites of
encourage us to see urbanity – the essence of urban-
major central cities” e che la massiccia infrastruttura-
ness – not as building, not as land use patterns, not
as large, dense and heterogeneous population aggregations, but as a quality and as a diversity of life that
is distinct from and in some measure indipendent of
these other characteristics. Urbanity is more profitably
conceived as a property of the amount and the variety
of one’s partecipation in the cultural life, of the
amount and the variety of the information received.”
[…] “Thus urbanity is no longer the exclusive trait of
the city dweller; the suburbanite and the exurbanite
are among the most urbane of men; increasingly the
farmers themselves are partecipating in the urban life
20
Webber però costruisce una tassonomia di dimensioni e
componenti che non riesce ad affrancarsi dal metodo tradizionale di rappresentazione della città, perchè non riesce a non
adottare uno schema che tenti di mettere ordine, di stabilire
una gerarchia e di dire cosa è in centro e cosa è ai margini,
applicando così ad una brillante intuizione strumenti tradizionali. La ri-orientazione concettuale di spazio e tempo necessaria per comprendere lo sviluppo urbano viene riaffermata
da Webber in Order in diversity: community without propinquity, in Lowdon Wingo editor, Cities and space, the future
use of urban land, Baltimore, John Hopkins University Press
1963.
21
William Sharpe, Leonard Wallock op.cit.
American dreamscape
zione, la grande concentrazione di attività terziarie, la
rate and overlapping political jurisdictions, which
presenza di un attivo network di comunicazione e la
make any kind of coordinated planning virtually im-
possibilità di consumo di beni non fanno di questi cen-
possible".
tri dei luoghi urbani perché non sono dei centri di pro-
Peter Hall sostiene che non ci sia molto di nuovo e
duzione di cultura e mancano di una caratteristica
di diverso nella città della metà degli anni '90 rispetto
fondamentale individuata da Wirth: l’eterogeneità so-
a quella di una decina di anni prima, ma riconosce una
ciale dei suoi abitanti.
novità nella sostanziale indifferenza della localizzazio-
22
propone una interpretazione più radicale
ne dovuta alla possibilità di circolazione delle informa-
della possibilità di costruzione dell’urbanità negli USA:
zioni permessa dalle telecomunicazioni - Peter Hall
“If the American conurbation lacks a core, it neverthe-
accenna infatti ad infocity
less encompasses areas of concentration. But these
della posizione economicamente più vantaggiosa con
fail as urban spaces precisely because they perform
libertà.
Corboz
24
- che permette la ricerca
no active role in shaping a larger urban identity, at
Anche Gandelsonas parla di una drastica ristruttu-
least not jet. They are no more than protuberance in
razione e riconfigurazione della città che ha comporta-
the fabric of the urban network. Transformation of
to una mutazione delle condizioni di vita, in particolare
these points de repere into veritable urban cores
in Scene X The development of the X-Urban City Gan-
would require a change in the American mentality.
delsonas racconta i due aspetti che caratterizzano la
The core is not a determinant in american urban cul-
X-Urbia:
ture.”
all’esterno delle megacities per convenienza economi-
la
costruzione
degli
office
campuses
Secondo Soja non c’è bisogno di queste specula-
ca e possibilità tecnologiche con la conseguente co-
zioni per affermare comunque l’intensità del nuovo
struzione di urban cluster (unione di luoghi di lavoro,
processo di urbanizzazione e le differenti forme urba-
attrezzature ricreative e residenza) a bassa densità e
ne e le pratiche spaziali che ha prodotto e produce. Il
accessibili esclusivamente con l’auto; la gentrification
fenomeno ha portato a un cambiamento profondo di
dei distretti industriali dismessi per la trasformazione
quanto la città rappresenta, una profonda ristruttura-
della produzione secondo processi che ripetono quelli
zione dei significati, del simbolismo culturale legati
che portano alla realizzazione dei ex-urban clusters.
23
e all’immaginario urbano, al modo in cui
La suburban city analogica dotata di televisore e tele-
gli abitanti pensano alla città e al significato di vita
fono è stata sostituita dalla città digitale dotata di
urbana.
computer e World Wide Web. Gandelsonas accenna ai
all’urbanism
possibili effetti del World Wide Web ma non si spinge
Il ruolo svolto dalle nuove tecnologie viene con-
in previsioni di trasformazione urbane future.
siderato fondamentale nella creazione di questi poli.
Secondo gli studi di Fishman, che infatti chiama il fe-
Un’altra questione che anima il dibattito è il futu-
nomeno technoburb, questa nuova agglomerazione
ro di questi insediamenti. Per Garreau questi inse-
dove case, industrie, servizi e uffici sono decentrati
diamenti sono delle forme iniziali da cui costruire il
rispetto a qualsiasi polarità precedente è resa possibi-
prodotto finale, che dovrà conquistare civilization,
le dalle tecnologie avanzate che hanno reso non indi-
identity, community, soul; egli ammette così le defi-
spensabile il contatto face-to-face. "To me the mas-
cienze di questi insediamenti. Anche Fishman spera
sive rebuilding that began in 1945 represents not the
che le mancanze del technoburb (mancanza di produ-
culmination of the 200 year history of suburbia but
zione culturale, mancanza di uno spazio pubblico e di
rather its end. Indeed the massive change it's not
una vita di comunità, mancanza di attenzione verso
suburbanization at all but the creation of a new kind
l'ambiente, mancanza di pianificazione) siano sempli-
of city, with principles that are directly opposed to the
cemente da attribuire alle incertezze legate alla nasci-
true suburb. […] The landscape of the technoburb is a
ta di una nuova tipologia urbana. L'idea che questi
jumble - accozzaglia - of housing, industries, com-
siano forme in nuce è condivisa anche da Gandelso-
merce, and even agricultural uses; it has no proper
nas: "Maybe all these apparently new forms are per-
boundaries and it is divided into a crazy quilt of sepa-
ceived as new because they are not yet consolidated
as cities, but rather appear as very young urban for-
22
23
mations of which the more mature forms are yet unAndre Corboz op.cit.
Urbanism non può essere sempre tradotto con urbanistica:
dal Merriam-Webster Dictionary edizione del 1998: Urbanism:
1. The condition or characteristic way of life of those who live
in urban area; or 2. The study and theory of building and other
physical needs in cities or predominantly urban cultures: city
planning.
known." Le forme di edge city, infatti, si manifestano
a vari stadi: Robert Lang, direttore del Urban and Metropolitan Research presso la Fannie Mae Foundation
24
Peter Hall op.cit.
35
ha elaborato una teoria sugli stadi intermedi delle
Per completare la descrizione di edge city aggiun-
edge city e ha individuato edgeless city: “a form of
go alcune descrizioni di casi specifici ma con valenza
sprawling office development that never reaches the
generale, annotazioni ed immagini di siti esemplari. Le
scale, density or cohesiveness of edge cities, and now
immagini accostano l’ortofoto alla morfologia del co-
accounts for the bulk of office space found outside of
struito ottenuta dai files GIS curati dalle diverse muni-
downtowns. The term "edgeless city" captures the fact
cipalità (mappe elaborate negli ultimi 5 anni riportate
that most suburban office areas lack a physical edge.
qui a scala 1:20.000). Le differenze fra la morfologia
In contrast to edge cities, which combine large-scale
del costruito e l’edificato dell’ortofoto dice della vivace
office development with major retail, edgeless cities
dinamica immobiliare di queste aree.
feature mostly isolated office buildings spread across
25
26
vast swaths of urban space.”
Leinberger
27
e Muller
possono aiutare a capire le
Si può, infine, dire che l’interpretazione della città
dinamiche che hanno portato alla costruzione delle
contemporanea come edge city spesso comprende
edge cities e i loro materiali; essi hanno, infatti, ela-
una immaginazione del futuro, cioè una lettura del
borato due teorie per spiegare l’evoluzione della cre-
presente come anticipazione del futuro prossimo.
scita delle città americane contemporanee e hanno
Questi racconti, infatti, intendono illustrare come sia
assunto
la città presente per dire verso quale realtà si sta an-
L’accostamento della analisi di Muller alla interpreta-
dando. Nel caso di Garreau e di Fishman, in particola-
zione di Leinberger permette una lettura completa
re, la costruzione di questa nuova città è espressione
dello sviluppo metropolitano ad Atlanta ed in generale
di continuità di intenti rispetto al perseguimento del
della formazione degli insediamenti periferici: il primo
sogno. Tutti gli autori mettono in relazione lo stato di
inquadra la dinamica complessiva dell’area metropoli-
cose attuale con la ricerca del benessere e della felici-
tana che è diventata policentrica, il secondo precisa la
tà, nessuno nega che lo sforzo di ogni operazione che
nascita e lo sviluppo dei singoli poli.
Atlanta
come
esempio
per
illustrarle.
riguarda la ristrutturazione città sia per una maggior
Leinberger legge nella città 4 generazioni di me-
qualità di vita, perchè questo fa parte della retorica
tro cores, cioè 4 ondate di crescita progressiva della
del mito americano. Tutti gli autori però allo stesso
metropoli, con una disposizione nel territorio sostan-
modo concordano nel dire che il futuro di questa città
zialmente concentrica, dovute al decentramento delle
è strettamente legato alla risoluzione delle questioni
attività economiche e delle opportunità di investimen-
che vengono contestate allo sprawl, di cui edge cities
to.
sono parte integrante, che abbiamo già visto nel capi-
La prima generazione è costituita dal downtown,
tolo precedente; Lewis così riassume alcune di queste:
che ha svolto la funzione di principale centro economi-
1.
co e culturale fino agli anni ’60 quando ha cominciato
2.
3.
4.
Social question – race – America’s urban black
people are nonmetropolitan, as inhabiting part of
old enucleated cities that have lost the economic
connections with the metropolis; what can be
done to relieve the condition of poor black people?
Political question – what political machinery for
this jurisdictionally fragmented metropolis?
Aesthetic question – how can be ameliorate the
visual squalor of the landscape? In prticolare the
national freeway landscape.
Economic question – how can (public) cheap
transportation be provided for the dispersed
population and jobs and shops?
a soffrire un moderato ma irreversibile declino, con un
tasso di crescita di office spaces molto inferiore a
quello della regione suburbana circostante. La seconda generazione di metro cores – Northeast Expressway ad esempio, che può essere definita area suburbana avendo una floor/area ratio compresa fra 0,2 e
0,5 - è costituita dai primi poli di office space, strip
malls e zone industriali costruiti durante gli anni ’60
fuori di downtown e che oggi sono grossomodo saturi
e presentano poche possibilità di investimento e profitto immobiliare; potrebbero essere densificati e le
zone industriali trasformate in centri commerciali se
hanno possibilità di accesso e sono in una posizione
ESEMPI: BURLINGTON MALL AREA E FRAMINGHAM
GOLDEN TRIANGLE (BOSTON), KING OF PRUSSIA
(PHILADELPHIA), PERIMETER CENTER, BUCKHEAD E
CUMBERLAND GALLERIA (ATLANTA), FLORIDA MALL
(ORLANDO)
visibile dalle principali arterie di comunicazione. La
terza generazione di metro cores, costruiti negli anni
26
Christopher B.Leinberger, The changing location of development and investment opportunities, Urban Land vol.54 n.5
1995.
27
25
Robert E.Lang op.cit.
Peter O.Muller, Truman A.Hartshorn, Suburban downtowns
and the transformation of metropolitan Atlanta’s business
landscape, Urban Geography vol.10 n.4 1989 special issue:
the urbanization of the suburbs.
American dreamscape
’70 e ’80, generalmente collocati in corrispondenza
ter Center. E’ interesante notare come le quattro fasi
dell’uscita di una autostrada e il cui fattore di attrazio-
si susseguano in modo sostanzialmente sincronico
ne è un regional mall, sono veri e propri “new do-
nelle due zone coinvolgendo gli stessi elementi costi-
wntowns“ poichè sono concentrazioni di torri o palazzi
tutivi (office park e regional mall):
per uffici – per esempio Buckhead Lenox, Cumberland
bedroom comminities ‘60–’70: migrazione del-
Galleria e Perimeter Center; la loro costruzione ha
la popolazione da Atlanta a zone residenziali unincor-
seguito ritmi molto sostenuti negli ‘80 portandoli ad
porated, cioè su terreni non facenti parte di alcuna
avere una floor/area ratio di 0,5 o maggiore e quindi
municipalità, prevalentemente a nord della città, co-
“urbana” e per il fatto di avere un volume occupato di
struzione di alcuni servizi commerciali come strip mall
office space maggiore di downtown. Oggi questi spazi
per uso della popolazione locale lungo le principali
stanno accentuando il loro carattere urbano, co-
arterie radiali;
struendo edifici residenziali ad alta densità, connet-
indipendence primi anni ’70, costruzione di un
tendosi per quanto possibile al trasporto pubblico,
grande regional mall, costruzione di un office park;
cercando di potenziare il carattere pedonale e quindi
quindi sostanzialmente in questa fase viene raggiunta
intervenendo sul progetto di suolo. Secondo Leinber-
l’indipendenza da downtown per la possibilità di acqui-
ger non ricorrere a questa politica di urbanizzazione
stare e lavorare nel centro suburbano con le stesse
significa andare verso un inevitabile declino ed abban-
prestazioni, ma maggior qualità di vita;
dono per l’inevitabile arrivo di lower-income residents
catalytic growth seconda metà anni ’70, fase
e di un aumento della paura del crimine e della perce-
di rapida espansione, intensificazione e diversificazio-
zione del pericolo. La quarta generazione di metro
ne delle attività presenti: hotel, altri mall, più piccoli,
cores ripete negli anni ’90, dopo un periodo di stasi
altri centri per uffici;
degli investimenti immobiliari, forme e modi di inse-
high-rise/high-technology anni ’80, fase di ul-
diamento della generazione precedente, ma in terreni
teriore crescita in cui aumenta il valore immobiliare
semirurali scelti per i nuovi insediamenti sempre più
del terreno e conseguentemente aumenta vertigino-
lontani dall’originario downtown. Qui ci sono infatti le
samente la densità. Vengono costruiti prestigiosi cen-
condizioni in cui sono sorti i metro cores III, poi tra-
tri per uffici e hotel di lusso sui tratti rimasti liberi (a
sformate dallo sviluppo: abbondanza di terreno libero
Perimeter: Ravinia, the Terraces, Concourse, Nor-
e costi contenuti di acquisto del terreno, assenza di
thpark Town Center Hyatt Regency Hotel, Waverly)
problemi sociali come crimine o welfare needs, carico
causando congestione del traffico e scarsità di alloggi.
fiscale inferiore al resto dell’area metropolitana, limi-
Muller come Leinberger prevede una quinta fase
tata interferenza del governo nelle questioni della pia-
nel processo di sviluppo: the mature town center,
nificazione e dell’implementazione dei progetti. Esem-
quando i centri diventeranno poli di elaborazione cul-
pi ad Atlanta sono Georgia 400, Marietta Town Center,
turale e cambierà la loro situazione politica e sociale,
Oakwood/Gwinett Place; agli inizi degli anni ’80 non
per la costituzione di un effettivo organo di governo,
esistevano in queste aree office space, dieci anni dopo
magari da una preesistente associazione privata.
c’erano circa 4 milioni di piedi quadrati di office space,
Sia l’ipotesi di Muller che quella di Leinberger per
circa il 12% dell’offerta dell’intera area metropolitana.
lo sviluppo futuro si stanno verificando, anche se la
Leinberger prevede la costruzione di una quinta ge-
previsione di Leinberger in misura minore per il fatto
nerazione di metro cores, in una sequenza tenden-
che generalmente si preferisce non investire nelle
zialmente infinita che cerca la riproposizione delle
strutture esistenti, ma “fondare” nuove città.
condizioni più favorevoli all’insediamento e quindi ad
un buon investimento. Continua quindi lo sviluppo
L’accostamento dei diversi tipi edilizi - il mall nelle
dalla caratteristica forma leap-frog che aggiunge parti
sue diverse declinazioni (strip commercial center con i
e frammenti superando di volta in volta il suburban
parafernalia delle varie attività commerciali più piccole
frontier.
e non direttamente aggregate, roadside franchise,
Muller propone un modello articolato in quattro
shopping village, open and closed pedestrian mall co-
fasi per interpretare lo sviluppo economico e spaziale
me elenca e descrive Peter Rowe ), il palazzo per
29
suburbano dagli anni ’60 alla fine degli anni ’80 e applica e verifica questo modello a due exurban do28
wntowns
28
di Atlanta: Cumberland/Galleria e Perime-
Caratteristiche che un first-order suburban downtown deve
avere (per distinguerlo da semplici concentrazioni di attività)
secondo Muller:
29
almeno un regional mall con più di 1 milione di piedi
quadrati di spazio per la vendita,
3 o più high-rise office buildings che ospiti l’headquarter
di almeno una azienda elencata in Fortune1000,
un centro per uffici di almeno 5 milioni di piedi quadrati,
almeno 2 hotel con 400 camere,
posti di lavoro per almeno 50.000 persone.
Peter Rowe op.cit.
37
talvolta comprendono tipi edilizi residenziali in linea, le
zone industriali si accostano alle aree commerciali in
un sistema complementare, le aree residenziali circostanti sono esclusivamente composte da edifici unifamiliari (la trama del tessuto residenziale circostante le
edge cities di Atlanta è leggermente più grande degli
altri casi). La generale mancanza di coesione tra i diversi elementi che compongono queste edge cities e il
pattern insediativo caratterizzato da clusters
30
sono da
un lato il risultato di azioni indipendenti e non coordinate dei developers e builders dall’altro esito di deliberate e coscienti politiche insediative.
Poiché infine Atlanta sarà oggetto del II capitolo
proseguo nella descrizione della sua regione metropo31
litana attraverso la descrizione delle sue edge cities ,
che sono collocate quasi esclusivamente nella parte
nord della regione, più ricca. In quasi tutti i casi queste concentrazioni sono ben distinguibili nel paesaggio
come
“centri”
–
come
ad
esempio
Cumber-
land/Galleria, che è l’insieme di due mall e di un
office park composto da 5 edifici di classe A
32
di circa
uffici di 10, 15, 30 piani e il terreno immediatamente
20 piani che si erge come una acropoli sull’autostrada
circostante attentamente trasformato in un giardino
che lo lambisce e il cui basamento è costituito da una
naturale/artificiale, il capannone industriale a uno o
struttura per parcheggi multipiano -, altre volte sono
due piani e piccole aree di parcheggio fra una “scato-
invece distribuite lungo le arterie principali, autostrade
la” e l’altra - è diventato una morfologia urbana distin-
o più spesso strade di scorrimento veloce direttamen-
ta e chiaramente individuabile nel territorio. La parte
te connesse con le autostrade, a formare delle agglo-
residenziale talvolta si inserisce a completare questa
merazioni meno compatte e organicamente pianificate
morfologia, andando a saturare quasi sempre a bassa
di Cumberland; altre volte, è il caso più frequente, le
densità gli spazi circostanti alle attrezzature, talvolta
edge cities sono unione di elementi concentrati e den-
precede la costruzione delle strutture non residenziali.
si con elementi distribuiti, come per esempio nel caso
Edge city è un sistema che pare avere delle regole
di Buckhead Lenox, che si è sviluppato su un preesi-
compositive chiare e collaudate, nel senso che i com-
stente tessuto di strip malls originari degli anni ‘50 –
ponenti si ripetono uguali a se stessi nelle diverse lo-
’60; l’accostamento di edifici commerciali bassi lungo
calità - come si vede in modo molto evidente dalla
strada a servizio delle aree residenziali suburbane
comparazione delle tavole allegate - esito non della
circostanti è andato trasformandosi per l’aggiunta di
pianificazione dell’espansione della città secondo un
alti palazzi per uffici e grandi contenitori commerciali
piano a scala regionale, ma dello sfruttamento delle
che si sono inseriti nel tessuto senza distruggerlo o
opportunità della crescita immobiliare. Le edge cities
negarlo; a questo insieme intricato e piuttosto com-
non sono germinazioni del primo downtown, cioè non
patto si è aggiunto più a nord un grande complesso di
sono parte della città che si espande a urbanizzare il
numerosi palazzi.
territorio, ma sono parti che si aggiungono autonome.
Altro
caso
molto
significativo
è
Perimeter
I casi presi in considerazione nelle tavole allegate
Center, che deve il suo nome al fatto di essere collo-
sono rappresentativi delle minicity che si sono formate
cato in prossimità della Perimeter Beltway Interstate
nelle aree suburbane della Nazione. L’ortofoto e la
morfologia del costruito mostrano la notevole somiglianza fra loro delle edge cities: tutte hanno come
elemento centrale un regional mall esteso per circa
400m (il King of Prussia mall è il più grande della costa est), attorno al quale sono stati costruiti mall più
piccoli e vaste aree a parcheggio, tutte hanno accessibilità da una o più strade a scorrimento veloce, gli
office park presenti sono costituiti da highrises il cui
contesto a livello zero è arricchito da landscaping e
30
Si veda in particolare Graham Shane, Enclaves e recinti,
Casabella n.597/98 1992
31
Secondo Garreau nell’area metropolitana di Atlanta ci sono
le seguenti edge cities: Midtown, Buckhead, Cumberland Mall
Area, Perimeter Center Area; emerging edge cities: incrocio
fra route 85 e 285 Area, Gwinnett Mall Area, Airport Area.
32
Gli spazi per uffici si dividono in classi a seconda delle prestazioni e della qualità dello spazio che offrono: la classe A, B,
C...
American dreamscape
285: negli anni ’50 alcuni developers hanno comincia-
prio agio all’esterno – nel parcheggio o nel giardino,
to ad acquistare terreni agricoli nelle adiacenze della
non sul marciapiede o l’attraversamento stradale che
progettata Perimeter Beltway e alla fine degli anni ’60,
non sono progettati come luoghi propri, ma solo come
una volta terminata tale strada, vi hanno costruito un
spazio di risulta - come all’interno – dentro il mall,
mall e altre strutture commerciali, poi sostituite da un
dentro l’atrio di ingresso agli uffici, dentro la propria
33
altro mall più grande nel 1973 , facendo diventare
casa isolata in mezzo al prato, dentro la hall dell’hotel,
così questa area un polo di attrazione e una destina-
lo stesso che potrebbe trovare a Kuala Lumpur, dentro
zione.
il fast food che viene pubblicizzato dagli stessi attori
La
successiva
costruzione
della
Regional
Highway Route 400, con lo svincolo proprio vicino al
del film che potrebbe vedere in un cinema a Parigi.
volte
La regione urbanizzata ha continuato ad esten-
l’accessibilità e ne ha fatto un luogo adatto anche per
dersi e a formarsi per addizione di “grandi pezzi” ben
la costruzione di spazi per uffici, i cui palazzi (il più
oltre la beltway 285 sulla quale Perimeter Center e
alto dei quali ha 34 piani) – allora con vista su un ter-
Cumberland/Galleria sono collocati: Marietta e Mall of
ritorio ancora prevalentemente agricolo - sono stati
Georgia, a Gwinnett County, sono ottimi esempi di
costruiti negli anni 70 inizio 80. Per ultime sono arri-
ripetizione del processo di espansione in aree sempre
vate
popolazione
più esterne. Nel caso del centro commerciale si tratta
dell’area a 30,000 persone. Oggi Perimeter Center,
di un regional shopping center molto grande (circa 2
con i suoi 4 milioni di piedi quadrati di spazio per uffici
milioni di piedi quadrati su 100 acri con 8600 posti
in 36 palazzi (a cui è stato progettato di aggiungere
auto) costruito nel 2000 tra la I-85 e la I-985 a 30
Perimeter Town Center, un quartiere mixed-use, tran-
miglia da downtown, ben oltre la beltway 285 e orga-
sit-oriented, di 650 unità abitative e 150.000 piedi
nizzato attorno ad una rete di spazi aperti che voglio-
quadrati di spazi commerciali e 2.4 milioni di piedi
no ricordare il centro di una cittadina e che vengono
34
quadrati di spazi per uffici ) è definibile come città .
perciò chiamati “streets”, che trovano il loro climax
Come scrive molto significativamente Margaret Craw-
nel fronte d’ingresso al mall che riproduce la facciata
ford: “Reversing the centrifugal pattern of suburban
della stazione di downtown Atlanta alla fine degli anni
growth malls became magnets for concentrated de-
‘20. Oggi Mall of Georgia è isolato in mezzo ad aree
velopment, attracting offices, high-rise apartments
agricole e alla boscaglia tipica della regione, ma a
and hospitals to their vicinity, thereby reproducing a
200m sono già in costruzione alcune lottizzazioni di
central business district. The suburb became this way
case monofamiliari di un delicato color champagne
Perimeter
le
mall,
ne
abitazioni,
ha
aumentato
portando
36
così
la
di
4
35
Oggi a livello del suolo Peri-
destinate ad upper-middle class e un office park clas-
meter è un puzzle di spazi–giardino privati ricchi di
se A, ben in vista proprio lungo l’interstate I-85 che
vegetazione e di acqua a servizio degli impiegati dei
porta al mall.
increasingly “urban”.”
vari edifici e dell’immagine dei corporate center che i
Il fenomeno di espansione sembra quindi ripetersi
suoi palazzi ospitano. Ogni zona forma una enclaves
sostanzialmente sempre uguale a se stesso, solo spo-
circoscritta con la propria strada di accesso e i propri
stato sempre più a nord. Per servire queste nuove
parcheggi, separata dalle alte enclaves dello stesso
aree urbane e collegare le edge cities più recenti è
isolato e separata dal resto della city.
37
I luoghi progettati di Perimeter Center, di Cum-
stata proposta da alcuni amministratori la costruzione
di un’altra beltway, a 12 miglia dalla precedente.
berland/Galleria o di Buckhead Lenox sono magic
lands, in cui l’individuo sceso dall’auto si trova a pro-
33
O forse nel 1971, le fonti sono discordi; i malls sono comunque in continua trasformazione.
34
Si veda il terzo capitolo.
35
Secondo Stephen Kieran e James Timberlake, A tale of two
cities, a symbiotic rather than consumptive relationship, Architectural Design vol.64 n.314 1994. Le strutture di Perimeter
Center ospitano: shopping malls, employment, offices, wholesaling, entertainment, hotels, restaurants and personal services such as medical facilities.
36
Margaret Crawford, “The world in a shopping mall” in Michael Sorkin editor, Variations on a theme park, the new
American city and the end of public space, New York, Hill and
Wang 1992.
37
Si veda in proposito Graham Shane, "Enclaves" e recinti,
Casabella n. 597/98 1992.
39
Buckhead Lenox, Atlanta
Cumberland/Galleria, Atlanta
Burlington 1947
Burlington 1956
Burlington 1971
Burlington 1988
Burlington mall area, Boston
Framingham/Natick, Boston
King of Prussia, Philadelphia
Perimeter Center, Atlanta
Florida mall, Orlando

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