Anno 2009, numero 5 - Parrocchia Santo Curato d`Ars

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Anno 2009, numero 5 - Parrocchia Santo Curato d`Ars
In questo numero:
Pellegrinaggio ad Ars
pag. 3 - 7
Don Franco Bignami
pag. 10
Orta
pag. 11
In ricordo di Giovanna
pag. 16
Beato don Gnocchi
pag. 19
Sinodo per l’Africa
pag. 21
Riflessione del Parroco
Granello di Senape
Festa, festa, festa ….. festa?
Festa perché? Si, va bene, quest’anno
per il S. Curato… ok !
Ma perché fare Festa, chiamare tutti,
organizzare?
Ha ancora senso nella nostra società
tecnologica,
anonima,
liquida,
secolarizzata e tutti gli aggettivi che oggi
vanno di moda fare festa? Una festa non
esagerata, non sul proibito, non
all’insegna del consumo, non per
stordire?
Ma allora una Festa per fare che?
Una festa per dire a tutti, in un modo
bello, sereno, entusiastico che c’è una
Comunità cristiana, che è bello stare
insieme da discepoli, che si può ancora
vivere cercando di ascoltare il Signore,
una festa per dare un segno a tutti della
novità di vita del Vangelo!
Una festa nella quale viene da
pensare anche a chi non ci sarà alla
Festa!
Saremo in tanti? Saremo in pochi a
fare Festa? Non lo so, ne riparleremo poi,
quando verrà il momento del bilancio e
della verifica ma comunque non
possiamo non pensare che il nostro
riferimento è la città, è il nostro “piccolo”
territorio dove vivono all’incirca ormai
9000 persone … non si può di certo
pensare di arrivare a tutti, ma il pensiero
rimane e l’interrogativo, è forse esagerato
dire l’ ansia? Come questa comunità
cristiana può fare arrivare un messaggio
positivo, di Vangelo, di speranza, a chi
vive in questo territorio e tutti i giorni ci
passa davanti e accanto, cosa si vede da
“fuori” della nostra Parrocchia? Cosa si
sente? Quale immagine passa? La Festa
può servire anche a questo?
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Dopo quasi cinquanta anni dalla
costituzione della Parrocchia sicuramente
c’è una parte di comunità anche in “cielo”,
persone che sono passate da questa
comunità, che hanno amato, gioito,
sofferto, vissuto e che cerchiamo di
ricordare nella Celebrazione del Lunedì
sera, perché le loro “lezioni di vita”non
vadano perdute, perché c’è un modo
diverso di fare comunità, di “contribuire” ,
di “esserci” …
Allora Festa, festa per tutti!
FESTA per don Franco che celebra
nella gioia i 60 anni dalla sua ordinazione
presbiterale e un po’ di questi anni li ha
passati in questa Parrocchia, vedendola
sorgere dal suo inizio, sicuramente non
facile, inizio incerto, travagliato, per
rispondere a problemi, bisogni, di
persone che si sono trovate a riempire
questa periferia che fino al primo
dopoguerra era anche campi, ronge e
qualche orto, qualche costruzione,
qualche strada che assomigliava più ad
un sentiero in mezzo ai prati, i binari che
dalla stazione di san Cristoforo portavano
a…, da questo inizio, dal lavoro e dalla
buona volontà di tanti è nata questa
Comunità!
FESTA allora per tutta la Comunità,
anziani, giovani, nonni, nipoti, presbiteri
che si sono avvicendati, suore che hanno
segnato la storia del Giambellino,
persone che oggi ancora cercano di
aiutare, esserci, contribuire…
BUONA FESTA a tutti, tutti, tutti, tutti
davvero, con il cuore!
don Renzo! Ciao
Granello di Senape
Pellegrinaggio
Percorsi di santità per l’oggi
Un pellegrinaggio ricco di spunti quello a cui
hanno partecipato don Antonio e alcuni nostri
comparrocchiani: Granello di Senape ha
raccolto le loro testimonianze, riflessioni e
preghiere di questi cinque intensi giorni per
dar modo a molti di compartecipare alle
emozioni che si sono susseguite sui passi di
questi grandi santi in terra francese!
Ho incontrato e parlato con il
Santo Curato d’Ars
Desidero comunicarvi che cosa mi ha donato il
pellegrinaggio “Percorsi di santità per l’oggi”
compiuto con il nostro cardinale e un piccolo
gruppo di parrocchiani dal 10 al 14 luglio
scorsi.
Per me è stato come un corso di esercizi
spirituali itinerari. Ad ogni tappa ha incontrato
un santo o una santa che mi hanno aiutato a
“contemplare il mistero di Dio” ciascuno in
modo diverso: Santa Margherita Maria
Alacocque, Santa Benedetta, i beati Louis e
Zelie Mertin e la loro figlia santa Teresa di
Gesù Bambino, santa Maria Maddalena e,
infine, santo Curato d’Ars, nostro patrono.
Con lui ho instaurato un bel dialogo (prete lui,
prete anch’io). Non posso riferire molto.
Una domanda gli ho rivolto: “Caro patrono,
che cosa hai fatto di straordinario nella tua vita
da meritare di essere nominato patrono di tutti
i sacerdoti?” Nel silenzio della sua Chiesa e
nella preghiera che è scaturita ho sentito la sua
risposta.
• La mia vita e le opere che ho fatto, anche
sociali, hanno avuto come unico fondamento
la profondità di Dio cioè il suo Amore di
Padre, Figlio e Spirito Santo Trinità d’Amore.
• Non un amore qualsiasi ma quello che si è
manifestato sulla Croce, l’Amore Crocifisso.
Ho sperimentato e vissuto questo amore
crocefisso in me e nei penitenti che sono
venuti numerosi e ho pregato così: Ti amo mio
divino Salvatore perché sei stato crocifisso
per me e mi tieni quaggiù crocifisso con Te. Per
me la Croce è il luogo per eccellenza in cui si
esprime questo amore. La Croce è il libro più
dotto che si possa leggere, è la chiave che apre
qualsiasi porta.
Il mio ministero l’ho considerato grande e
santo sulla terra e il Sacerdote è l’amore del
Cuore di Gesù.
Ho incalzato nelle domande: “Come hai svolto
il tuo ministero così prezioso per la Chiesa?”
Non ho mai cessato di amare la Chiesa e
di invitare ad amarla nonostante gli errori e i
peccati dei suoi membri e di trasmettere con il
catechismo, la sua Verità.
L’Eucarestia ha sempre occupato il posto
centrale, tutto il posto. Se l’uomo conoscesse
bene questo ministero morirebbe di amore.
Il confessionale per me è stato il luogo
dove Dio manifesta ai peccatori la sua
misericordia infinita. Per questo ho confessato
sempre di più fino allo sfinimento e poi, lo sai
bene, facevo io stesso le penitenze per loro.
Ho riservato a Maria un posto
considerevole nella mia vita spirituale e nel mio
ministero, perché il Cuore di Maria, opera
deliziosa della Santissima Trinità, ha suscitato e
suscita l’amore verso Gesù.
Solo quando sono stato chiamato da Gesù in
Paradiso mi sono accorto di tutto quello che Lui
aveva compiuto attraverso questo povero prete!
Grazie mio caro patrono, di avermi spiegato il
segreto della tua santità.
Confessando quella mattina ad Ars ho provato
una commozione grande, commozione che
provo qualche volta quando, confessando per
grazia di Gesù, do conforto e speranza.
Santo Curato d’Ars e gli altri santi che abbiamo
incontrato sono un forte richiamo per noi
sacerdoti e per tutti a ritornare all’essenziale,
alla profondità di Dio che viene concessa a chi,
umilmente, cerca il Signore.
Signore rinnova in ciascuno di noi il tuo Spirito
di fortezza e di santità.
Don Antonio
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Granello di Senape
Pellegrinaggio
Diario di viaggio
PERCHÉ QUESTO PELLEGRINAGGIO?
Nell’ottobre 2008 sono stati beatificati i
coniugi Luigi e Zelia Martin, genitori di
Santa Teresa del Bambin Gesù del Sacro
Volto, dottore della Chiesa. La festa
liturgica è stata fissata il 12 luglio,
anniversario delle loro nozze, celebrate
nel 1958 ad Alecon. Questo 12 luglio
Lisieaux si è accinta a festeggiare per la
prima volta i due beati. Il solenne
pontificale è stato presieduto da sua
Eminenza D. Tettamanzi, in una basilica
gremita in ogni ordine di posti. Hanno
concelebrato il Rettore del Santuario e
numerosissimi sacerdoti, tra cui i nostri
tredici preti.
lavoro in uno studio legale per entrare in
seminario; sarà ordinato sacerdote nel
giugno 2011. E poi, la scoperta più
incredibile: il mio Cardinale. Affettuoso,
premuroso,
sempre
sorridente,
preoccupato per il nostro benessere e
disponibile per firmare cartoline e a
mettersi in posa per le tipiche foto ricordo,
tanto che più di una volta il suo segretario
lo ha dovuto sottrarlo alle nostre affettuose
attenzioni!
Se scrivessi una cronistoria dettagliata
di questo pellegrinaggio, ci vorrebbe un
edizione speciale di Granello di Senape…
Così mi limito a narrare le tappe
significative e i momenti salienti.
10 LUGLIO ‘09, Venerdì
PERCHÉ PROPRIO IL NOSTRO
CARDINALE TETTAMANZI?
Paray le Monial
Perché è nella nostra Diocesi,
precisamente all’ospedale San Gerardo di
Monza, che otto anni fa è avvenuto il
miracolo che ha reso possibile dichiarare
Luigi e Zelia beati. Il nostro Cardinale ha
voluto estendere l’invito a tutta la Diocesi
per condividere con il suo popolo questa
specialissima e - forse - unica esperienza.
Visita alla cappella dove è sepolta Santa
Margherita Maria Alacoque nella quale
Gesù le è apparso tra il 1671 e il 1690.
Questa umile suora ha testimoniata al
mondo le parole che Gesù le ha rivolto:
Ecco questo Cuore che ha tanto amato gli
uomini fino a sfinirsi per testimoniare il suo
amore”.
Insieme a Don Antonio e a sette amici
della Parrocchia ho avuto la gioia di
potervi partecipare. Cinque giorni di
viaggio intensissimi, ricchi di spiritualità e
raccoglimento, di preghiere e Sante
Messe celebrate davanti a reliquie di
grandi santi, ma anche ammirazione per
le tante opere d’arte create da uomini
vissuti secoli fa e ancora oggi ben
conservate. Tra i 100 passeggeri anche
tredici sacerdoti, alcuni con incarichi
importanti in Diocesi, sei seminaristi
simpaticissimi, con storie personali
davvero straordinarie. Ne riporto una su
tutte: Giacomo, trentanove anni, avvocato,
ha lasciato un avviato e ben remunerato
Alle 16 Sua Eminenza celebra la Santa
Messa votiva al Sacro Cuore di Gesù
nell’imponente abbazia romanica, fatta
costruire dai monaci di Cluny nell’XI-XII sec.
11 LUGLIO ’09, sabato
Nevers e Alecon
Alle ore 8 nella cappella del Convento
delle suore della Carità, è stata celebrata la
Santa Messa dedicata a Santa Bernadette
delle Soubirous nel 130mo anniversario
della sua morte. La piccola santa ha
vissuto tredici anni sofferti tra queste mura,
tormentata da tanti mali fisici e dalla
incomprensione delle consorelle. Non ha
mai smesso di amare e attendere con
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Granello di Senape
Pellegrinaggio
mai smesso di amare e attendere con
fiducia il paradiso e Maria! Alle ore 17
assistiamo alla recita dei Vespri nella
Chiesa dove Luigi e Zelia Martin si sono
sposati e dove sono stati battezzati i loro
nove figli (4 morti in tenera età). Una
famiglia dove più forte dell’amore
reciproco era l’amore per Dio,
costantemente presente nella loro vita.
Prima di lasciare la cittadina, visitiamo
nella casa dove sono vissuti.
12 LUGLIO ’09, domenica
13 LUGLIO ’09, lunedì
Vezelay
Nella Basilica di Santa Maria Maddalena,
antico tempio romanico visitiamo il luogo
dove sono conservate le reliquie di questa
santa. Nella Santa Messa celebrata in suo
onore, l’abbiamo invocata perché ci aiuti ad
essere come lei, fedele discepola del
Signore.
14 LUGLIO ’09, martedì
Ars sur Formans
Lisieaux
Dopo la morte di Zelia (46 anni)
avvenuta il 28 agosto 1877, Luigi e le
cinque figlie si trasferiscono in questa città.
In un breve arco di tempo, tre ragazze
entrano nel Carmelo di Lisieaux. Anche
Teresa sente prepotentemente la
chiamata, ma la sua giovanissima età è
un ostacolo. La tenacia con cui prosegue
il suo sogno viene premiata. Entra in
carmelo nel 1889 a 16 anni, grazie ad una
dispensa papale. Alle ore 10,30 solenne
celebrazione nella Basilica di Santa
Teresa, in onore dei beati coniugi Martin.
Nel pomeriggio c’è stata la visita nei
luoghi di Teresa; alle ore 18 i vespri in
Cattedrale e alle ore 21, nel salone
adiacente al Carmelo, c’è stato l’incontro
con il cardinale Tettamanzi, il rettore della
Basilica e i genitori del bambino
miracolato di Monza, che danno
testimonianza di come si sono succeduti i
fatti che hanno portato alla guarigione del
figlio. Nato prematuro e impossibilitato a
respirare autonomamente, dopo una
settimana di intense e amorevoli cure,
visto l’inutilità della terapia, i medici
decidono di staccare il respiratore. Le
tante preghiere e l’intercessione a Zelia e
Luigi implorati dai genitori e da tanti
compiono il miracolo: spente le
apparecchiature il bambino riesce a
respirare normalmente!
Recitiamo le lodi sul pullman mentre
percorriamo il breve tratto che da
Villefranche sur Saone (dove abbiamo
dormito) ci conduce ad Ars. Sono le ore
8.20, piove, il villaggio è ancora
“sonnacchioso”, sembra autunno.Entriamo
subito in chiesa, il cui nucleo è originale
dell’epoca; successivamente ampliata e
abbellita con mosaici, conserva le spoglie
di San Giovanni Maria Vianney, che sono
visibili sotto l’altare a lui dedicato; in alto
campeggia una scritta, in oro: Santo Curato
d’Ars proteggete il capo della Chiesa e tutti
i sacerdoti dell’universo”.
Alle ore 10 celebraimo la solenne Santa
Messa nella quale abbiamo implorato la
protezione del santo sulle nostre
parrocchie, su tutti i sacerdoti, e per noi,
unica chiesa ambrosiana a lui dedicata!
Nel primo pomeriggio lasciamo Ars per
tornare a casa. Ma prima di accendere il
motore il nostro arcivescovo sale sul
pullman per augurarci buon viaggio e ci
impartisce la sua benedizione. È il modo
migliore per concludere cinque giorni
indimenticabili.
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Lucia Sesso
Granello di Senape
Pellegrinaggio
Pellegrini sui passi di grandi santi
Che splendida occasione, piena di
emozioni e riflessioni! Un vero
rifornimento di ossigeno per la salute
spirituale!!!
La prima constatazione è che mi
sono ritrovata indegnamente in
mezzo ad un gruppo di eccellenze,
formato di preti (tra cui il nostro
reverendo don Antonio), sei
seminaristi, consacrati, pellegrini
comuni, monsignori, cardinali, tra cui
in primis il nostro Arcivescovo,
Dionigi Tettamanzi.
Per entrare nel vivo delle mie
personali impressioni inizio parlando
della visita alle due antiche abbazie:
Paray le Monial e Vezelay. Secondo
me questi due santuari possono
essere considerati come un binomio
collegati dal filo conduttore
dell’Amore Misericordioso di Gesù.
Infatti Paray le Monial ricorda le
apparizioni del Sacro Cuore a S.
Margherita mentre a Vezelay sono
conservate le reliquie di S. Maria
Maddalena. A Paray le Monial,
specialmente nella cappella che
riproduce con statue di pietra la
scena delle visioni, si percepisce con
certezza l’infinita misericordia di
Gesù verso di noi. Nelle sue
rivelazioni a questa santa, Gesù ha
parlato della potenza del suo amore
divino
che
noi
possiamo
sperimentare proprio a causa della
nostra grande debolezza, dei nostri
limiti e delle nostre fragilità. Questo
è motivo di speranza e di gioia vera.
A Verzelay da un punto di vista
artistico si può ammirare un’elegante
statua di S. Maria Maddalena e dei
sorprendenti capitelli scolpiti nella
pietra, dei quali uno, denominato “Il
mulino mistico”, rappresenta la
produzione del pane, nostro
nutrimento materiale e, nell’Eucaristia,
spirituale. Colpisce inoltre il passaggio,
nella chiesa, da una zona oscura della
costruzione ad una luce naturale
fortissima: ciò è simbolo della luce di
Dio che vince le tenebre della morte.
Come la Maddalena, anche noi sui
passi, ricor-dati in questo luogo,
possiamo entrare in comunione reale
con Gesù, non separarcene mai e
ottenere il perdono, la consolazione,
la guarigione, mediante la Sua forza
salvi-fica.
Il tema della carità del Sacro Cuore
di Gesù viene ripreso nella grande
basilica di Lisieaux e ad Ars, dove
ricorre il concetto evangelico: Venite
a me, voi tutti che soffrite, scritto a
lettere d’oro in un mosaico. A Lisieaux
sono stati celebrati, durante una
messa solenne, i coniugi Martin,
proclamati beati come coppia, nonché
genitori di S. Teresa del Bambin Gesù.
La storia di questi sposi, Louis e Zelia,
mi ha colpito per la loro per-fezione e
per la ricerca della santità
nell’ordinarietà del quotidiano.
Spostandoci a Nevers, spazio di S.
Bernardette, si rimane affascinati
dalla mitezza di questa santa, dalla
pace profonda che emana dalle sue
spoglie mortali, conservate in un’urna,
spe-cial-mente dal suo volto. S.
Bernadette e S. Teresa di Lisieaux
possono essere accomunate da una
virtù a loro comune: la grande umiltà
e il conseguente abbandono fidu-cioso
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Granello di Senape
Pellegrinaggio
e il conseguente abbandono
fiducioso a Dio. La prima, pur
avendo avuto il privilegio di vedere
la Madonna, è vissuta nell’esercizio
costante della pazienza e
dell’obbedienza, subendo gravi
offese e sopportando sofferenze
fisiche e morali, per amore di Dio. La
seconda, è invece diventata dottore
della Chiesa pur essendo morta a
soli 21 anni nel Carmelo. La
spiegazione della sua vicenda è che
questa santa, fin da ragazzina,
quando frequentava la cattedrale del
suo paese, aveva intuito il
progetto della sua vita come
dedizione totale a Dio. Nel
suo diario mistico Storia di
un’anima S. Teresa descrive i
suoi sentimenti di amore
intenso verso Gesù ai cui
piedi ha deposto umilmente
la sua vita, sicura che con
Gesù si passa di vittoria in
vittoria. Lei era divisa dal
mondo nella clausura ma
unita a tutti nella preghiera e
donazione di sé.
Ultimo approdo del nostro
itinerario è stato Ars, luogo
dove
il
S.
Curato
ha
consumato la sua esistenza
nell’esercitare il Sacramento
della Confessione mediante il
quale dare ad una moltitudine
di peccatori la possibilità di
ricevere il perdono e la riconciliazione con Dio. Di
getto ho amato subito S.
Giovanni
Maria
Vianney,
umile prete che dovette
lottare col demonio e che,
con la sua benevolenza e
compassione concede anche
ai penitenti moderni l’indulgenza nella
forma prevista dalla Chiesa.
In conclusione bisogna davvero
ringraziare lo Spirito Santo che ci ha
donato queste magnifiche figure di
santi; spero e credo che questa
conoscenza spirituale possa dire
qualcosa di concreto e di buono a
ciascuno di noi nel giudicare le varie
circostanze delle proprie situazioni e
nello sviluppare al meglio la propria
vita di fede.
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Silvia Spinelli
Granello di Senape
Esercizi spirituali
Ginnastica dolce per l’anima
Nell’ultima settimana di Settembre è stata
organizzata una 3-sere di esercizi spirituali
incentrata sulle omelie del S. Curato d’Ars ai suoi
parrocchiani. A condurre gli “allenamenti”
dell’anima, un giovane scrittore e teologo laico,
Natale Benazzi, che con semplicità ed estrema
chiarezza ci ha fatto gustare i tesori spirituali del
nostro patrono. Che bello sentire parlarci della
bellezza e della grandezza di essere figli di Dio e
fratelli in Cristo!
Don Renzo, dopo una breve introduzione, ci ha
introdotti nel giusto clima di raccoglimento e di
fraternità con la proclamazione a cori alterni di un
salmo. Quindi il via alla scuola della parola di Don
Vianney, seguito da un breve momento di
meditazione personale e da un proposito concreto
per il giorno successivo. Vorrei ora lasciare spazio,
chiedo scusa se abbastanza ampio, alle riflessioni
del santo ma, come giustamente diceva Natale,
troppo spesso siamo abituati agli aforismi e ci
disabituiamo a gustare discorsi un po’ più
articolati. Chiaramente quelle che seguono sono
parole dell’800, ma il senso profondo delle stesse
vale anche oggigiorno, nonostante i tempi
decisamente cambiati.
La fede pretende il coraggio dei gesti. Lo sapete
quando avete peccato di rispetto umano? È stato
quel giorno in cui il buon Dio vi ha ispirato il
pensiero di andare a confessare i vostri peccati –
sentivate di averne un grande bisogno -, ma avete
pensato che vi avrebbero preso in giro, che vi
avrebbero trattati da bigotto e avrebbero
commentato: Va bene per quelli che non hanno
niente da fare, che hanno le loro rendite per vivere.
Quante volte, in famiglia, mentre stavate facendo
qualche preghiera o qualche pia lettura, vi siete
nascosti, quando avete visto arrivare qualcuno!
Quante volte non avete avuto il coraggio di dire il
vostro Angelus davanti agli altri, o vi siete
accontentati di recitarlo nel vostro cuore, oppure
siete usciti per dirlo in un luogo appartato.
Ecco il consiglio che ti do e sarai meno infelice: o ti
dai tutto al buon Dio o ti dai tutto al mondo; cerca,
segui un solo padrone, e, una volta al suo seguito,
non lasciarlo più.
Quante volte diciamo: a cosa servono tutte queste
smorfie, a cosa serve fermarsi tanto tempo in chiesa,
andarci al mattino, e tutto il resto? Il fatto è che la
vita delle persone di pietà – quando sono serie - è la
condanna della nostra vita fiacca e apatica. È facile
capire che la loro umiltà e il non conto in cui si
tengono condannano la nostra vita orgogliosa, che
non vuol soffrire nulla, che vorrebbe l’amore e la
lode di tutti; è così vero che la loro dolcezza e la
loro bontà verso tutti ci fa vergognare dei nostri
impeti di collera; ed è altrettanto vero che la loro
modestia, la loro riservatezza in tutti i loro
comportamenti condanna la nostra vita mondana e
piena di scandali. Perché siamo portati a criticare
quelli che sono più bravi di noi? Dipende da noi
essere come loro, ed anche di più, se lo vogliamo.
Fortunato chi cerca solo Dio e disprezza tutto il
resto! È questa la felicità.
1^ serata: Vergognarsi del Vangelo?
La vergogna di fare il bene, per paura di essere
disprezzati o presi in giro da parte di alcuni empi
disgraziati è un disprezzo orribile che noi
facciamo della presenza del buon Dio. Ma perché
questi cattivi cristiani vi scherniscono e
ridicolizzano la vostra devozione? Ecco il vero
motivo: siccome non hanno la forza di fare quello
che voi fate, vi prendono di mira perché voi
risvegliate i rimorsi della loro coscienza; ma state
ben certi che, nel loro cuore, non vi disprezzano;
al contrario, hanno molta stima di voi. Se devono
chiedere un consiglio, o se hanno da domandare un
favore al buon Dio, non ricorrono a chi si
2^ serata: Parteciperemo alla grandezza di Dio
comporta come loro, ma a coloro che hanno
per poterne sostenere la bellezza
schernito, almeno a parole.
Riguardo agli eletti nella città celeste, vi dirò che
Perché temere il mondo, dato che sappiamo che
quattro cose si uniscono insieme per non lasciar
dobbiamo per forza essere disprezzati dal mondo
loro nulla più da desiderare. Queste sono:
se vogliamo piacere a Dio? Se avevate paura del
innanzitutto la vista e la presenza del Figlio di Dio.
mondo, non dovevate farvi cristiani. Se voi
Poi il torrente di dolcezze e di delizie caste di cui
temete il mondo, ebbene, rinunciate al vostro
godranno: somiglierà al traboccare di un mare
battesimo e consacratevi a questo mondo, al quale
squassato dai furori della tempesta; esso li
temete tanto di dispiacere.
travolgerà nei suoi flutti e li sommergerà in
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Granello di Senape
Esercizi spirituali
travolgerà nei suoi flutti e li sommergerà in
un’ebbrezza così estasiante che quasi non
sapranno più di esistere. Altra causa di felicità in
mezzo a tutti i godimenti sarà la certezza che
questi non avranno mai fine. Da ultimo, sarà che
tutti questi beni sono dati loro come ricompensa
delle virtù e delle penitenze esercitate. Il nostro
cuore che avrà emesso gemiti, che avrà pianto
durante il suo esilio, proverà una tale ebbrezza,
una tale dolcezza che non sarà più padrone di sé.
Che fare per guadagnarsi il cielo? Vivere bene il
proprio tempo. Bisognerebbe non attaccarsi
troppo ai beni di questo mondo; avere un po’ più di
carità verso la moglie, i figli, quelli di casa, i
vicini; avere un cuore un po’ più tenero con chi è
infelice; invece di pensare solo ad accumulare
soldi, a comprare terre, bisognerebbe pensare a
guadagnarsi un posto in cielo; invece di lavorare la
domenica, dovresti santificarla, venendo nella
casa di Dio per piangervi i tuoi peccati, per
chiedergli di non ricadere più e di perdonarti; lungi
dal non concedere tempo ai figli perché
adempiano i loro doveri religiosi, dovresti essere il
primo a portarveli, con le tue parole e col tuo buon
esempio; invece di arrabbiarti alla più piccola
perdita o contrattempo che ti succede, dovresti
pensare che, dato che sei un peccatore, ne
meriteresti assai di più e che Dio si comporta con
te nel modo più sicuro per renderti un giorno felice.
Ecco, amico mio, ciò che occorrerebbe fare per
andare in cielo, e che tu non fai.
Che deve fare una donna per andare in cielo? Te
lo dirò e ti prego di porvi bene attenzione.
Occorrerebbe non avere una cura esagerata del
corpo, farlo soffrire un po’ di più; non temere così
tanto che questa tua bellezza si perda o sfiorisca;
non indugiare troppo, la domenica mattina, ad
agghindarti, a guardarti davanti a uno specchio,
così avrai più tempo da dare al buon Dio.
Bisognerebbe ancora essere un po’ più riservata
nelle tue parole, nelle relazioni con gli altri. Ecco:
Dio ti domanda solo questo. Se lo fai, andrai in
cielo.
Che deve fare un uomo per andare in cielo? I tuoi
piaceri sono sempre mescolati alla tristezza e al
disgusto, seguiti dal pentimento per averli
assaporati. Quante volte, dopo che hai passato una
parte della notte nei locali o al ballo, quando rientri
dici: “Sono scontento di esserci stato; avessi
saputo quello che capita lì, non ci sarei andato”. Se
al contrario, avessi trascorso una parte della notte
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in preghiera, ben lungi dall’essere afflitto, sentiresti
dentro di te una tal gioia, una dolcezza che ti
divorerebbe il cuore d’amore.
3ˆ serata: Buoni e cattivi cristiani: come
distinguerli?
Poteva Gesù Cristo darci una prova più chiara e più
sicura per farci conoscere e distinguere i buoni dai
cattivi cristiani, che insegnandoci a discernerli non
dalle loro parole ma dalle loro opere? Diciamo che
non basta farsi vedere virtuosi agli occhi del mondo;
bisogna esserlo anche di dentro. Perché un’azione
possa piacere a Dio, deve avere tre requisiti.
Il primo: essere interiore e perfetta.
Il secondo: essere umile e senza risalto su chi la
compie.
Il terzo: essere costante e perseverante.
La virtù deve nascere dal cuore… il nostro esterno
non dev’essere altro che uno strumento per
manifestare quello che avviene dentro di noi.
… e non solo apparenza. Ci sono alcuni che si
rassicurano su qualche virtù che praticano solo
perché vi sono portati dalle loro inclinazioni. Per
esempio: una madre si riterrà sicura della sua virtù
per il fatto che fa qualche elemosina, è assidua nelle
sue preghiere, frequenta i sacramenti, fa anche
qualche pia lettura; ma vede, senza preoccuparsene,
che i figli si allontanano dai sacramenti. Povera
cieca! Comincia ad andare in cerca di tua figlia che
sta perdendo l’anima; e poi tornerai per chiedere a
Dio la tua conversione.
Come siamo incostanti! Dio poi non può tollerare la
continua incostanza, con cui si passa dalla virtù al
vizio, e dal vizio alla virtù. L’esempio più grande
che posso darvi credo sia quello del santo Giobbe.
Questo santo, in un sol giorno, da principe che era e,
di conseguenza, uno dei più invidiati fra gli uomini,
diventa il più infelice, colmo di disgrazie, privato di
tutto ciò che aveva di più caro al mondo. A calde
lacrime si prostra con la faccia a terra. Per far che?
Per lamentarsi? Per mormorare? No, miei cari, no.
La sacra Scrittura ci dice che egli adora e bacia la
mano che lo percuote; fa al Signore il sacrificio
delle sue ricchezze, della sua famiglia; lo fa con la
rassegnazione più generosa, più perfetta, più intera,
dicendo: “Il Signore è il padrone di tutti i miei beni
come ne è l’autore; tutto questo è capitato proprio
perché lui l’ha voluto: sia benedetto in tutto il suo
santo nome.
Sergio G.
Granello di Senape
60° Sacerdozio
DON FRANCO BIGNAMI: 1949 - 2009
da 60 anni chiamato da Dio a servizio dei fratelli
Don Franco Bignami è la STORIA della
nostra Parrocchia.
Riandando indietro nel tempo, forse
pochi ricorderanno che nel 1956 venne
costruita una cappella prefabbricata
intitolata a Santa Ida, sulla via
Giambellino, suffraganea della attuale
Parrocchia del Murialdo.
Nel 1960 si pone la prima pietra, ad
opera del Cardinal Montini, di quella che è
ora la Parrocchia del S.Curato d’Ars, e
come primo parroco viene nominato Don
Franco Bignami, coadiutori Don Alpino
Slompo e Don Mario Benelli.
Ecco cosa scriveva Don Franco nel
settembre 1983, quando lasciava la
nostra parrocchia, a lui tanto cara, dopo
22 anni di ministero:
“…rivedo come in un film retrospettivo
quella domenica 29 ottobre 1961 nella
quale ho preso
possesso della cappella S.Ida,
inaugurando quella comunità parrocchiale
rappresentata allora da un piccolo gruppo,
mentre la nuova chiesa innalzava le sue
mura. I primi passi incerti in un ambiente
che non conoscevo non furono facili, ma
erano sostenuti da entusiasmo e coraggio
da parte di quei pochi che man mano si
organizzavano e prendevano coscienza di
essere famiglia di Dio…”
Da quel
cammino!
lontano
giorno
quanto
Sono stati i primi 22 anni di una
parrocchia di periferia,
con difficoltà,
tentativi, ma anche speranze e iniziative,
mentre piano piano andava costituendosi
sotto la sua guida la comunità del S.
Curato d’Ars. Di lui si diceva che era un
amico, nel dolore, nella gioia “ ha un
cuore grande così, come grande è la sua
generosità, ti viene a trovare, ti apre la
sua casa, è vicino alla tua famiglia. Si fa
ascoltare volentieri nelle prediche, in lui c’è
la vera e autentica vocazione sacerdotale,
che nasce dalla gioia, dall’esperienza della
grazia sovrabbondante di Dio” (un
parrocchiano dei primi tempi) .
Riporto, per chi non lo ha conosciuto,
questo bellissimo scritto del 1979 di un
parrocchiano che lo descrive molto bene:
Del nostro Don Franco in tanti anni
possiamo dire:
-è un uomo di Dio
-è un uomo di preghiera
-è di una comunicabilità eccezionale
-niente è suo, nemmeno la veste
(perché è sempre quella)
-è uno che lascia fare, pur se uno
sbaglia
-non chiede mai i soldi (e questo a volte
ci fa arrabbiare)
-lo vorremmo uno che “ comanda” e
invece non lo è: il Signore è venuto a
servire e non a comandare…
Per concludere, una preghiera che vuole
essere un ringraziamento a Don Franco ma
anche a tutti i Sacerdoti che si sono
succeduti qui al Giambellino:
“Signore, ti ringraziamo di averci accolto
e vivificato nella tua chiesa.
Ti ringraziamo per i preti che ci hai
donato, ti chiediamo di insegnarci a vedere
in loro gli uomini di Dio, gli uomini che
hanno ricevuto il mandato di dire la tua
verità agli altri uomini, di renderli partecipi
della tua vita, di assolverli nel tuo nome e
di dare ad essi in cibo il tuo Corpo. Amen.”
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Claudia F.
Granello di Senape
Vita Parrocchiale
20 Settembre, Orta ….
una giornata insieme!
Finalmente dopo tanto tempo ci siamo dedicati
una domenica tutti insieme, e dopo mille
preparativi e qualche imprevisto la “nostra”
giornata si è avviata – con la compiacenza di un
clima caldo e assolato. Un bel gruppo misto
fatto di persone di tutte le età ha riempito tre
pullman e alcune auto (senza dubbio saremo
stati circa duecento persone) che hanno in
qualche modo invaso quel grazioso paesino sul
lago omonimo: “Orta S.Giulio”.
Una visita al Sacro Monte ha dato inizio al
nostro pellegrinaggio, le cappelle sparse in
bosco fresco e ombreggiato posto su vari
dislivelli, dove vi si trovano rappresentazioni dei
momenti più importanti della vita di S.
Francesco d’Assisi.
Intorno a mezzogiorno ci siamo raccolti tutti in
una piccola chiesetta che è riuscita a contenerci,
e li con
una celebrazione semplice ma
coinvolgente abbiamo partecipato alla S. Messa
domenicale, dove si è avvertita la sensazione di
vera comunità.
Il pranzo consumato a piccoli gruppi, chi al
ristorante, chi in riva lago, chi all’interno
dell’oratorio è stato piacevole poiché occasione
di condividere insieme anche questo momento.
Al ritrovo nella chiesa parrocchiale Don Renzo
ha voluto rendere partecipi noi tutti di quello
che nella nostra
Parrocchia
viene
svolto e così si sono
succeduti
vari
rappresentanti dei
singoli gruppi attivi
che
in
modo
semplice e sintetico
hanno illustrato il
proprio lavoro.
Quale è il punto
comune di questi
gruppi?
Amore verso i fratelli,
farsi prossimi ed
essere sostegno sia
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spirituale che materiale all’essere umano, in
ogni periodo della vita e ciascuno con le proprie
possibilità e predisposizioni per mettere a
frutto i propri doni per gli altri .
L’appello è stato quello di sentirci sempre
invitati e chiamati a partecipare attivamente
alla vita parrocchiale, per sentirci Chiesa, più
disposti a mettersi in gioco e impegnare parte
del proprio tempo a queste scelte dettate dalla
fede.
Ma la giornata non era ancora terminata e,
trasportati sul lago da piccoli traghetti,
abbiamo raggiunto le rive dell’Isola S.Giulio,
piccolo e delizioso angolo di terra con vicoli
stretti ancor più suggestivo per la luce ormai
vicina al tramonto e i profumi dell’acqua
lacustre e dei fiori.
La vera conclusione di questa giornata
l’abbiamo vissuta all’interno della ABBAZIA
"MATER ECCLESIAE" dove abbiamo partecipato ai
Vespri con le monache benedettine di clausura,
vera esperienza di forte impatto spirituale ( la
preghiera, i canti, il luogo) la sacralità si
percepiva con tutti i sensi, un ricordo molto
bello!
E poi il rientro a Milano in perfetto orario!
Grazie a tutti per questo momento, a chi c’era,
a chi non c’era e avrebbe voluto esserci, a chi
ci ha pensato, a chi
ha organizzato, a
Don Renzo che
nonostante tutto è
r i u s c i t o
a
parteciparvi. Grazie
Signore per averci
accompagnato.
Roberta
Granello di Senape
Oratorio
“Teatr’Ars”
gruppo teatrale ragazzi
M a g a r i n o n t u t t i c o n os c on o
”compagnia Teatr’Ars”: nella nostra
Parrocchia da qualche anno esiste una
realtà teatrale fatta dai nostri ragazzi
(pre-adolescenti e adolescenti) che si
cimenta in quest’arte, che ho il piacere
ed il privilegio di seguire.
Tutto nacque da un gruppo di
catechismo che nel quarto anno, dove i
ragazzi ricevono il sacramento della
confermazione (cresima), alla ricerca
di idee su come trattare l’argomento
lessi un copione che trattava, in modo
simpatico e attuale, il tema dei sette
doni dello Spirito Santo. La proposta
accolta con entusiasmo, ha dato inizio
alla nostra avventura che ancora
continua.
formativa per i giovani, dove imparano
a stare insieme, ad esprimere emozioni,
a prendere coscienza del proprio corpo
che deve muoversi sul palco per
comunicare e trasmettere.
Pur essendo tutti noi ( me compresa)
dei dilettanti abbiamo però nel tempo
maturato un gran voglia di cimentarci
con cose nuove e diverse,
come
nell’ultimo lavoro dove la parte musicale
era piuttosto importante tanto da
poterlo definire “musical”.
Certo che tutto ciò che viene fatto
se pur faticoso e impegnativo viene
svolto sempre con volontà e tenacia – e
come ripeto spesso ai ragazzi è molto
più bello il momento delle prove che non
lo spettacolo in se.
Il teatro è espressione altamente
Il
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clima
è
in
genere
sereno,
Granello di Senape
Oratorio
collaborativo; in diversi momenti si
scherza e si ride, magari attorno a dei
dolcetti portati con generosità da
qualcuno, ma si lavora anche molto
provando e riprovando seriamente.
sarebbe realizzabile.
E …..adesso dove possiamo mettere
la nostra (prima) coppa?
Nel corso di questi anni (ormai
entriamo nel 5°) la formazione del
gruppo si è modificata e ora
addirittura ampliata, alcuni sono
particolarmente entusiasti e resistono
sin dalla prima opera.
Recentemente - a sorpresa ho iscritto la compagnia ad un
concorso teatrale che ogni anno
viene organizzato dal gruppo
G.A.T.a.L.: un componente la
giuria è intervenuto al nostro
ultimo spettacolo
“….per un sorriso”
per valutarci, e meraviglia!,
nel pomeriggio di domenica 11
Ottobre siamo stati invitati e
premiati con altri gruppi
teatrali di ragazzi presso il
Teatro Don Orione .
Certo
che
senza
la
collaborazione di tanti adulti, a
cui sono particolarmente
riconoscente, Andrea Gentili
(per la parte tecnica) Giulia,
Elena, Gabriella, Luca, Marco
per assistenza scenografica e
scenica, costumi, trasferte, e
tra i giovani Matteo, Mattia,
Massimo per la parte musicale e
Michela la nostra insostituibile
suggeritrice, tutto ciò non
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Al prossimo spettacolo
Fine gennaio Festa della Famiglia
Roberta
Granello di Senape
Vita Parrocchiale
GENITORI NEL TERZO MILLENNIO
Dopo aver riflettuto alla fine di marzo
sullo stile dell’educazione (genitori
autorevoli o autoritari?), ci siamo ritrovati
all’inizio di giugno a riflettere sui nuovi
media e sulle modalità di comunicazione.
Dando appuntamento a tutti genitori
interessati a queste problematiche
all’incontro che si terrà martedì 10
novembre 2009 ore 21.00 con il prof.
Marco Deriu, docente dell’Università
Cattolica, su etica e deontologia della
comunicazione, riportiamo un commento
appassionato dell’ultimo incontro.
NELL’ERA DIGITALE
BISOGNA SAPERE???
COSA
Si è tenuto domenica 4 ottobre il
secondo incontro di approfondimento sulla
relazione genitori e figli nell’era digitale.
Cosa fare e soprattutto cosa sapere su
internet e su questa grandissima
potenzialità di conoscere ed esplorare
navigando.
Tante sono le perplessità dei genitori,
che si rendono conto dell’immensa
disponibilità di informazioni che questo
comporta.
degli ottimi siti che possono servire per
innumerevoli
motivi
(scuola,
approfondimento,
storia,
viaggi,
enciclopedia, pagamenti di bollette, bonifici
bancari, community, blog, ecc.) oppure dei
siti pericolosi per contenuto di informazioni
o perché fraudolenti; quindi spetta a noi
navigare traendo il “buono” da questo
mezzo e stando attenti alle eventuali
trappole che ci potrebbero mettere in
difficoltà.
Ecco perché è molto importante la
nostra conoscenza che ci porta ad
affrontare con i nostri figli i vantaggi e i
rischi nell’usare internet, senza
demonizzarlo, ma consapevoli che come in
qualsiasi situazione dobbiamo agire con
cautela e se incontriamo qualcosa di
sconosciuto, prima ci informiamo e poi
agiamo.
Marina Pandini
P.S. Un nuovo capitolo lo apriremo
domenica 29 novembre ore 14.30
affrontando insieme ad un esperto la
problematica delle droghe e i ragazzi: non
è mai troppo presto per parlarne!!!
I nostri figli sono o lo saranno presto
navigatori per curiosità o per necessità e
spetta a noi genitori seguirli e metterli al
corrente per un corretto uso di questo
strumento.
Questo secondo incontro ci ha proprio
illustrato in maniera semplice e precisa, le
modalità da adottare per utilizzare internet
sia per noi che per i nostri figli.
L’esperto che ci ha introdotto in questo
stupendo mondo virtuale, ha tenuto a
precisare che il computer di per sé è una
macchina come tutti sappiamo e che è il
modo in cui viene usato che fa la
differenza. Naturalmente ci ha anche
detto che in internet si possono trovare
Pag. 14
Granello di Senape
Terremoto
Abruzzo nel cuore
Scrivo per raccontarvi l'esperienza che
ho vissuto all'Aquila a settembre, dopo
esservi già stato il mese in Agosto.
Sono arrivato lunedì 20/09 e la prima
cosa che mi è rimasta impressa è il numero
di persone che stavano al campo, cinquanta,
veramente poche rispetto alle cinquecento
che affollavano il campo ad agosto quando
ho affrontato la prima esperienza in
Abruzzo.
Comunque la cosa più
bella del campo Caritas
è lo spirito che si vive: è
rimasto
intatto!
L'accoglienza, la gioia e
la decisa volontà di dare
una mano da parte dei
volontari sono le stesse
che da aprile animano
questa stupenda realtà.
Per quanto riguarda
la situazione della città,
ma sopratutto della
popolazione, c'è ancora
tanto lavoro da fare:
questo periodo è molto
difficile perchè tutte le
associazioni e corpi
statali
si
stanno
mobilitando per “togliere le
Scherziamo? No!!! È proprio così!
tende”.
Tutte le tendopoli verranno a breve
smantellate e le persone che vi abitano
dovranno così trovarsi un abitazione entro
breve oppure alloggiare in albergo, cosa
che non tutti si possono permettere.
Senza calcolare poi il lato emotivo, che
è quello più importante.
In questi mesi molte famiglie che
alloggiavano in tenda hanno stretto forti
rapporti con chi come loro nel campo
condivideva il dolore e il ricordo del sisma,
questo li ha fatti avvicinare creando così
nuclei famigliari allagarti fondati su legami
molto forti.
Oggi questi terremotati rischiano di
subire il secondo sisma: vengono separati per
trovare una nuova sistemazione, e rimanere
così soli, ancora!
Per questo la Caritas
Umbra ha deciso di
protrarre
la
sua
presenza
all'Aquila
per altri due anni,
per poter seguire e
stare vicino a tutte
quelle persone che ad
oggi sono ancora sole
o bisognose di aiuto.
Il campo, e quindi i
volontari
che
prestano
il
loro
servizio per almeno
una settimana, si
offre disponibile a
qualsiasi servizio che
va dall'ascolto, ai
t r a s l o c h i ,
l'imbiancatura, mette a disposizione mezzi di
trasporto, taglia l'erba e tanto altro ancora,
tutto per dimostrare a chi si sente solo che
non è così, che c'è qualcuno pronto ad
aiutarlo, sempre.
Il campo della Caritas tutti i giorni rende
un grande servizio facendo piccole cose:
forse, è quello che dovremmo fare noi anche
qui a Milano, tutti i giorni.
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Vittorio
Granello di Senape
In famiglia
In ricordo di Giovanna
Scrivo queste righe ripensando alla nostra
amicizia, dalla scuola elementare in poi; con il
passare degli anni il nostro legame si è
rinsaldato frequentando entrambe il Murialdo.
Lì, Giovanna ti sei sposata con Carlo e per
molti anni vi siete operati per quella
Parrocchia. Dopo esservi trasferiti al Santo
Curato d’Ars, per molto tempo avete
collaborato con i coniugi Pinese all’attività del
gruppo “Terza età”. Durante l’anno, ogni
settimana ci si incontrava il martedì e il giovedì
con un folto gruppo di persone più o meno
anziane. Ricordo con quanto impegno ti davi
da fare per far divertire tutti i partecipanti del
gruppo; anche la preparazione del pranzo
natalizio per le persone sole era uno dei modi
in cui dimostravi l’attenzione, insieme a Carlo,
per tutti.
Quando i sig. ri Pinese non hanno più
potuto seguire le attività del gruppo, tu ti sei
assunta la responsabilità di tutto, incluse le
trasferte estive prima a Randellino e poi a
Elusone. Nel frattempo sei diventata Ministro
Straordinario dell’Eucarestia, portando la
Santa Eucaristia agli ammalati e aiutando i
sacerdoti in Chiesa.
Cara Giovanna è con grande dolore che
ricordiamo la tua scomparsa, avvenuta lo
scorso settembre.
aiutandoli nelle loro necessità particolari
sempre coadiuvata dal marito Carlo.
Forse non tutti la conoscevano come
Ministro Straordinario dell’Eucarestia. Anch’ io,
da non molti anni, lo sono e ricordo Il suo
incoraggiamento nei primi giorni quando mi
apprestavo a portare Gesù Eucarestia “ che
tanto aiuta i nostri ammalati impossibilitati ad
uscire per ricevere Gesù” come mi diceva lei.
Il suo esempio: sempre presente alla Messa
giornaliera anche aiutando nell’animarla
e
sempre accompagnata da Carlo .
Anche negli ultimi tempi, pur avendo
difficoltà e dolori nel camminare, cercava
sempre di essere presente.
Tornata dalle vacanze ho potuto farle visita
all’ospedale qualche giorno prima della sua
morte: l’ho trovata serena, pur nella sofferenza,
circondata dall’amore di tutti i suoi; pronta ad
accettare la volontà di Dio.
GRAZIE Giovanna per tutto quello che hai
trasmesso a tanti e che molti di noi, forse come
me, hanno scoperto solo il giorno del tuo
funerale attraverso le parole dei tuoi cari e di
chi da te è stato aiutato e incoraggiato a
muovere i primi passi verso una fede autentica.
L’immagine che hai lasciato nei nostri cuori
ci ricorderà il tuo amore per la Chiesa, la tua
dedizione. Da lassù, in Cielo, continua a
seguire la nostra comunità!
Rina Casertano
Un altro vuoto nella nostra comunità,
un’altra “testimone” ci ha lasciati per il
Paradiso il 19 settembre: GIOVANNA ROSSI
Era conosciuta in Parrocchia da molti;
soprattutto in questi ultimi anni dal gruppo
“terza età” a cui si è dedicata sia nei Giovedì e
sabato pomeriggio in Parrocchia, sia nel
periodo di vacanza a luglio a Clusone che
trascorreva con gli anziani animando e
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Un ministro dell’Eucarestia
Granello di Senape
In zona
Il progetto “memoria”
Mettete in una pentola i peggiori
ingredienti: qualche chilo di adolescenza
che nega tutto quello che arriva dalle
generazioni passate, qualche cucchiaio
di frasi tutte che iniziano con: “ah, ai
miei tempi...”, magari mettete insieme
anche figli per cui i soldi servono solo
per “avere” con genitori usciti dalla
povertà della guerra. In una brodaglia di
questo tipo succede facilmente, per
fortuna non sempre, che tutto vada a
finire in marcio. Basta poco, e poi
l'amaro rimane in bocca per decenni.
Nelle nostre città, però, succede
spessissimo che non si abbiano grandi
rapporti con altre famiglie, con la vicina
anziana o con il nonno lontano. E allora
si rimane ammuffiti: i giovani di qua e gli
anziani di là. Ma ci sono anziani, nella
nostra stessa parrocchia, che hanno
lottato contro il terrorismo italiano degli
anni '70, che hanno visto via
Lorenteggio e via Primaticcio che erano
solo accennati sentieri in mezzo a campi
coltivati, che sono stati su sommergibili,
che hanno mosso generazioni di operai
alla conquista dei loro diritti, che, pur
essendo italiani, hanno vissuto
esattamente come vivono oggi gli
extracomunitari, che sono stati costretti
per anni a sradicarsi dalla propria lingua
e dalla propria gente per cercare un
qualsiasi lavoro lontano.
Un giorno una Voce leggera ha detto
a qualcuno: “accendi la radio”. E lì si
parlava della banca della memoria
(www.bancadellamemoria.it): qualcun
altro (mosso da altre Voci leggere,
ovvio) era stufo di veder persi tutti questi
fatti di vita nella memoria di anziani
spesso soli. Insieme ad altri ha iniziato a
raccogliere interviste video in cui queste
persone raccontavano le cose più
sorprendenti: dalla prima donna che
guidava i camion (“con i pantaloni, che
scandalo!”), ai bombardamenti su Torino,
alla vita nelle case a ringhiera. La
persona che stava ascoltando la radio
non era certo stupida, e la sua fame e
sete di giustizia erano sufficientemente
grandi da rispondere alla Voce leggera:
“perché no? E se provassimo a farlo
anche noi?”. Proponi, discuti, aspetta,
diffondi, e alla fine il tutto è diventato una
cosa ben più grande della nostra
parrocchia: ora da noi si chiama Progetto
memoria e coinvolge, oltre alla nostra
parrocchia, anche il Laboratorio di
quartiere (Comunità del Giambellino,
Spazio Aperto Servizi, gli scout del
CNGEI, associazione Samarcanda,
associazione Seneca) nella casetta verde
di fianco alla biblioteca. Coinvolgere i
giovani per fare interviste video agli
anziani del quartiere vuol dire creare un
momento di grande protagonismo per
questi anziani e anche un modo per i
giovani di vederli sotto un'ottica diversa.
Gli anziani, raccontando quello che
hanno vissuto, riuscirebbero ancora una
volta a far spalancare gli occhi ai giovani
che li ascoltano. Contemporaneamente i
giovani devono imparare a fare interviste,
a usare la telecamera, a fare il montaggio
video, a mettere il tutto su Internet in
modo che anche altri possano vedere la
nostra memoria. Per questo il progetto è
stato presentato alle scuole e speriamo
che qualche insegnante accetti la
proposta, facendo guadagnare qualche
credito scolastico ai suoi alunni per
questo lavoro, visto che richiede
sicuramente molto impegno.
Pag. 17
Granello di Senape
In zona
Vorremmo iniziare le interviste entro
la fine dell’anno e concludere il progetto
intorno ad aprile, non impegnando
quindi i ragazzi nelle ultime settimane
dell’anno scolastico.
Il progetto è quindi fortemente
educativo: riscoprire gli anziani come
enorme valore, vedere concretamente
qualche anziano solo, riappropriarsi di
memorie che è pericoloso dimenticare,
affezionarsi di più al quartiere dove
vivono, sperando che tutto questo li porti
ad avere una maggiore responsabilità
sociale.
rispetta il vincolo di continuità che ogni
forma di aiuto al prossimo dovrebbe
avere (non è proprio simpatico dire ad un
anziano: “oggi veniamo a trovarla” e dopo
l'intervista sparire per sempre); dall'altro
sperare che da questa iniziativa nasca
qualche giovane
maggiormente
impegnato nel sociale può essere
considerato “speranza vana”.
Ricordiamoci, però, che tutto parte da
Voci leggere, così leggere da non essere
fastidiose, anzi capita che a volte si inizia
ad ascoltarle, non si vuole più smettere e
la speranza vana diventa realtà.
Per ora i giovani che faranno le
i n te rviste so no an co ra un p o'
evanescenti... Quei pochi che ci sono si
connotano come “di sinistra”. Avete
presente, no? Quelli
che si vestono in modo
tale da riconoscersi al
volo,
tutti
uguali,
esattamente come gli
altri, cambia solo la
divisa. Però alcuni di
loro ci sono. Speriamo
che ci sia anche
qualcuno dei nostri
ragazzi.
Sarebbe
un'esperienza positiva
anche quella di uscire
dal piccolo mondo del
loro gruppo per avere
contatti
con
chi
apertamente dice di
non credere, ma che
lavora per gli altri.
Non vi nascondiamo
anche i nostri dubbi: da
un lato l'iniziativa non
Pag. 18
Paolo e Marco
Granello di Senape
Chiesa mondiale
Il padre dei mutilatini beato in piazza
Piazza Duomo torna a riempirsi per
don Carlo Gnocchi. Domenica 25
ottobre l’indimenticato «padre dei
mutilatini» sarà proclamato beato nel
corso di una solenne celebrazione
presieduta dal cardinale Dionigi
Tettamanzi, alla presenza del legato
pontificio, monsignor Angelo Amato,
prefetto della Congregazione vaticana
per le Cause dei Santi.
In occasione dei funerali di don
Gnocchi, il 1° marzo 1956, centomila
persone avevano gremito il Duomo e la
piazza per l’ultimo saluto al sacerdote
nato nel 1902 a San Colombano al
Lambro. Durante le esequie un
mutilatino interpretò il sentimento
popolare rivolgendosi a don Gnocchi
con questo saluto: «Prima ti dicevo:
“Ciao, don Carlo”. Oggi ti dico: “Ciao,
san Carlo”». Parole profetiche: oggi,
cinquantatre anni dopo, la stessa
piazza si prepara ad accogliere migliaia
di fedeli per festeggiare don Gnocchi
beato.
È stato il cardinale Carlo Maria
Martini, nel 1987, ad avviare il
processo di canonizzazione di don
Carlo. Nell’occasione, l’Arcivescovo di
Milano si chiedeva «se don Carlo abbia
esaurito il suo servizio sacerdotale alla
Chiesa ambrosiana chiudendo gli occhi
all’esistenza terrena, oppure se egli lo
continui in una forma che non sia solo
quella dell’efficacia della sua opera,
della nostalgia della sua persona, ma
in una missione permanente per la
chiesa di Dio».
L’iter è proseguito in sede diocesana
fino al 1991, con le deposizioni di 178
testi che hanno prodotto una
documentazione di oltre quattromila
pagine. Il materiale, inviato in Vaticano,
e scrupolosamente analizzato dalla
Congregazione per le Cause dei Santi,
ha condotto nel dicembre del 2002 al
riconoscimento delle virtù eroiche del
Servo di Dio don Gnocchi e alla
proclamazione, da parte di Papa
Giovanni Paolo II, della sua venerabilità.
«La sua fede fu eccezionale - scriveva in
quei giorni il cardinale Saraiva Martins,
prefetto vaticano per le Cause dei Santi
- e su di essa si fondò la sua speranza
incrollabile in Dio, nella divina
Provvidenza, nella vita eterna e nel
futuro stesso della storia dell’uomo».
Per poi concludere: «Don Carlo fu
veramente testimone di quel Vangelo di
cui era stato fatto maestro e
dispensatore».
Lo scorso 17 gennaio, infine, il Santo
Padre Benedetto XVI, attribuendo
all’intercessione di don Carlo un evento
miracoloso, ha di fatto sancito la sua
beatificazione, poi annunciata per la
domenica 25 ottobre, anniversario della
sua nascita. Annuncio dato in diocesi
dal cardinale Tettamanzi, che «con
profonda gioia» ha definito don Carlo
«un seminatore di speranza», un prete
«che in anni assai tormentati seppe con
entusiasmo dare fiducia ai giovani e
credere nel valore “santo” del dolore,
specie quello innocente dei bambini. Fu
un vero uomo di Dio».
Il miracolo attribuito a don Carlo è
accaduto nell’agosto del 1979 a
Orsenigo, in provincia di Como,
protagonista Sperandio Aldeni,
Pag. 19
Granello di Senape
Chiesa Mondiale
artigiano elettricista incredibilmente
sopravvissuto a una mortale scarica
elettrica. Alpino, da sempre devoto al
cappellano della Tridentina durante la
tragica campagna di Russia e
volontario tra i ragazzi disabili del
Centro di Inverigo della Fondazione,
Aldeni - attraversato da capo a piedi
dalla scarica potente come un fulmine
- in quegli istanti si appella a don
Carlo. Medici e periti non hanno
saputo spiegare come ne sia uscito
illeso: «Mi ha protetto don Gnocchi»,
ha sempre sostenuto l’alpino,
purtroppo scomparso poco più di due
anni fa. Una convinzione che oggi
appartiene anche alla Chiesa e al
popolo dei fedeli.
fragili. Ci saranno anche molti di loro,
in piazza Duomo, il prossimo 25 ottobre.
L’accesso alla celebrazione sarà gratuito,
ma è necessario iscriversi per ricevere il
pass che darà accesso alle aree allestite
per l’occasione. Le presenze vanno
segnalate agli uffici della Diocesi di
Milano, al numero 02.8556403.329 o
all’indirizzo di posta elettronica
[email protected]
ano.it.
Tratto da www.chiesadimilano.it
Filippo MAGNI
La vita di don Gnocchi è stata
straordinaria per fede e
intraprendenza: lo dimostrano gli
appellativi con i quali è ricordato e
venerato: educatore dei giovani,
cappellano degli alpini, padre dei
mutilatini, precursore della
riabilitazione, imprenditore della
carità, profeta del dono d’organi per
aver voluto donare le proprie cornee in
punto di morte quando ancora i
trapianti di organi in Italia non erano
regolati dalla legge. La sua è stata una
missione sacerdotale iniziata in
oratorio e proseguita all’Istituto
Gonzaga e all’Università Cattolica, al
fronte di guerra con gli alpini e, infine,
nelle case per i piccoli mutilati e i
poliomielitici da lui aperte in tutta
Italia. Erano la «sua baracca»,
costantemente cresciuta in questi anni
e oggi presente in Italia e nel mondo
grazie alla Fondazione che porta il suo
nome e ne perpetua il carisma.
Accanto alla vita e al servizio dei più
Pag. 20
di
Granello di Senape
Chiesa mondiale
Le notizie mancanti
L'informazione e il "sogno" della Chiesa
Le angosce e le speranze dell'Africa
sono in questi giorni al centro delle analisi,
dei progetti e delle preghiere dei vescovi
del continente riuniti a Roma accanto a
Benedetto XVI.
Problemi di estrema gravità vedono i
padri sinodali impegnati a definire e
proporre le strade della dignità e dei diritti
in alternativa a uno sfruttamento che
appare inarrestabile. Alle catene ai piedi si
sono sostituite le catene ai progetti di vita.
La drammatica realtà dell'Aids è la
dimostrazione di una schiavitù che, oggi
non meno di ieri, umilia persone e popoli.
Non pochi media di fronte alla tragedia
tendono a insinuare, non da oggi, una
insensibilità della Chiesa a fronte di tanta
sofferenza mentre sensibili apparirebbero,
ad
esempio,
le
m u l ti n a z i o n al i
farmaceutiche, la politica che le sostiene e
che esse stesse sostengono. Neppure
quei governi che hanno drasticamente
ridotto gli aiuti allo sviluppo vengono
annoverati tra gli insensibili davanti al
dramma del continente.
Andiamo in Africa.
Andiamo con i settimanali cattolici
locali, questi "piccoli" giornali che nei
missionari hanno avuto ieri e hanno oggi
degli "inviati speciali" permanenti.
Andiamo a scoprire quanti di questi
uomini e di queste donne sono stati e
sono al servizio di quella dignità e di
quella verità che hanno preso e prendono
i volti di bambini, giovani, anziani. Molti
hanno servito fino alla morte. Anche in
queste settimane abbiamo incontrato
straordinarie storie di gratuità, storie di un
dono offerto e, nello stesso tempo,
ricevuto. Ospedali, case accoglienza,
laboratori, pozzi, scuole, iniziative di
solidarietà e di giustizia. Non ultimi i
progetti che la Chiesa italiana realizza con
le comunità cristiane locali nei Paesi del
Terzo Mondo grazie alle risorse rese
disponibili
dall'otto
per
mille.
Non si tratta di scelte di qualche sognatore
isolato. Qui c'è il "sogno" di una Chiesa che
sta con amore nella storia, una Chiesa che
non teme di levare la voce a nome di
coloro che ne sono stati privati.
Perché non si racconta anche questo
quando si parla della Chiesa in Africa?
In tempi di richiesta di libertà di stampa ci
sono, anche attorno a questo Sinodo, vuoti
di informazione e notizie mancanti che
fanno sorgere alcuni interrogativi sullo stato
di salute professionale dei media nel nostro
Paese.
In una realtà che purtroppo vede
aumentare la distanza tra gente e giornali,
le "piccole" testate, come i settimanali
cattolici locali, più che mai avvertono la
responsabilità di rafforzare il loro servizio.
Anche nel guardare oltre il territorio.
Senza presunzione, con la schiena dritta.
Sarà un contributo prezioso alla crescita di
tutta l'informazione.
Non é una stranezza.
Nella storia i "piccoli" hanno spesso
evitato che i "grandi" smarrissero
l'orientamento.
Come sta accadendo per l'immensa
Africa, così infinitamente piccola di fronte
alle potenze del mondo. Sarà l'Africa, dice
l'assemblea dei vescovi, ad aiutare i
continenti poveri di futuro a ritrovare le
ragioni della speranza. Per l'informazione
"grande" e "piccola" un messaggio da
raccogliere, tradurre in notizia.
Pag. 21
Paolo Bustaffa
tratto da www.agenziasir.it
Granello di Senape
Anagrafe
Sono tornati alla casa del Padre
Vasapolli Michele (anni 94)
Via Giambellino 148
Biagioni Giuseppina (anni 80)
Via Lorenteggio 163
Sono nati alla vita di fede
Marco Bovè
di Alessandro e Melziade Jessica Sabina
Eleonora Ada Raffaella Melillo
di Massimiliano e Roggero Alessandra Anna Rachele
Jonathan Maycol Vera Lucero e Jordan Estiven Vera Lucero
di Vera Machuca Jonathan Michael e Lucero Solano Diana
Beatrice Marinaro
di Giuseppe e Cristina Tatto
Pag. 22
Notizie utili
Granello di Senape
Parrocchia Santo Curato D'Ars - Largo Giambellino 127 - 20146 MILANO
RECAPITI TELEFONICI
don Renzo Marnati
ORARIO SANTE MESSE
024223844
FERIALI: ore 8.10 preghiera delle lodi
ore 8.30
ore 18 (giugno e luglio)
VIGILIARE (sabato): ore 18.00
Ufficio parrocchiale
Oratorio
02427267
Ufficio Caritas e fax
02471570
don Antonio Carretta
024237457
Posta elettronica:
Sito internet:
[email protected]
FESTIVI: ore 8.30 - 10.00 - 11.30 - 18.00
Nei mesi di luglio e agosto è sospesa la
messa delle 11,30
CONFESSIONI
www.curatodars.it
Posta elettronica sito: [email protected]
CARITAS PARROCCHIALE
Centro di ascolto: 02471570
martedì e giovedì, dalle ore 9,30 alle 11
Martedì:
ore 9-10 (don Mario)
Giovedì:
ore 9-10 (don Antonio)
Venerdì:
ore 9-10 (don Renzo)
Sabato:
ore 10-11 (don Franco)
Centro di ascolto anziani: 02427267
martedì e giovedì, dalle ore 9 alle 11
ore 17-18 (due sacerdoti)
Pensioni pratiche di invalidità
ACLI - Via S. Cristoforo 1
Da lunedì a venerdì: ore 9 - 12
Tel. 02428269
Compilazione mod. 730 mod. 740
martedì: 9-12 (presso ACLI, via Bruzzesi 2)
BATTESIMI
Indicativamente la 2ª domenica di questi
mesi: Febbraio - Aprile - Giugno - Ottobre Dicembre
Per ulteriori informazioni rivolgersi per
tempo in Ufficio parrocchiale.
Distribuzione alimentari:
venerdì, dalle ore 16 alle 18 (orario estivo)
UFFICIO PARROCCHIALE
Distribuzione indumenti:
mercoledì, ore 9 - 11
Chiude nei mesi di luglio e agosto
Da lunedì a venerdì, ore 9 - 12 / 15 - 18
18 OTTOBRE 2009
Anno XIV - N° 5
Impaginazione e grafica:
Franco Gelpi
Periodico mensile, Ciclostilato in proprio
Direttore Responsabile:
don Renzo Marnati
Redazione:
Claudia Fassi - Rossella Meneguzzo
Fabio Previdi - ………..
Stampa:
don Renzo - Gelpi Franco
Rilegatura:
Gruppo terza età
Pag. 23
OTTOBRE 2009
FESTA PATRONALE
9
Lun
10
Mar
11
Mer
18
Dom
19
Lun
20
Mar
12
Gio
CATECHESI ADULTI ore 16 e ore 21
21
Mer
13
Ven
PERCORSO FIDANZATI ore 21
22
Gio
CATECHESI ADULTI ore 16 e ore 21
14
Sab
CORSO CARITAS ore 10 - 12
23
Ven
INIZIO PERCORSO FIDANZATI ore 21
24
Sab
15
Dom
25
Dom
26
Lun
27
Mar
28
Mer
29
Gio
30
Ven
PERCORSO FIDANZATI ore 21
31
Sab
TUTTI I SANTI
GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
S. MESSA DEFUNTI ore 18,30
Iª DI AVVENTO
INCONTRO CON CUSTODE TERRA SANTA
CASTAGNATA MEDIE
BEATIFICAZIONE DON GNOCCHI
Polisportiva ARS
Si riparte!!!
NOVEMBRE 2009
1
Dom
2ª DOPO DEDICAZIONE
2
Lun
COMMEMORAZIONE FEDELI DEFUNTI
3
Mar
4
Mer
CARITAS
5
Gio
CATECHESI ADULTI ore 16 e ore 21
6
Ven
FIDA ore 21
7
Sab
8
Dom
CRISTO RE
ore 15,30
Grande novità di quest’anno è la comparsa della striscia dedicata alla polisportiva e soprattutto a quelli che la animano. Siamo riusciti a
ripartire, dopo un anno di purgatorio, torniamo
in paradiso pronti ad affrontare con entusiasmo
e determinazione la nuova stagione sportiva
che inizierà a metà ottobre.
Crediamo sia giusto presentarvi almeno i nomi
dei componenti la nostra squadra di calcio:
Raimondo, Matteo, Mirco, Cristian, Andrea,
Pietro, Marco, Sergio, Joan, Gabriele, Chawky,
Alessandro, allenatore Simone.
Chiaramente la squadra è solo la punta
dell’iceberg della polisportiva che vive grazie
al lavoro di numerose persone che offrono un
po’ del loro tempo e condividono con me la
passione per lo sport e l’educazione dei ragazzi.
Seguiteci nel corso dell’anno vi terremo informati del nostro cammino sportivo e non.
Simone Piscopiello
Se volete supportarci e tifare per
noi, giochiamo in casa nelle seguenti date: 24/10; 07/11; 21/11