Vanni Cuoghi - Angel Art Gallery

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Vanni Cuoghi - Angel Art Gallery
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ISBN 88-89817-10-0
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Vanni Cuoghi
Vanni Cuoghi
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Vanni Cuoghi
“L’Amore Disparato”
a cura di Luca Beatrice
7 Febbraio
-
9 Marzo 2008
Con il patrocinio di
www.angelartgallery.it
Via Fiori Chiari, 12
20121 MILANO - ITALY
Tel. +39 02 36562022
Fax +39 02 36562260
TESTO CRITICO
Luca Beatrice
PROGETTO GRAFICO
E REALIZZAZIONE MOSTRA
Angela Galiandro
Attilio Fermo
FOTOGRAFIE
Barbara Mezzaro
TRADUZIONI
Simon Turner
RINGRAZIAMENTI
Ivan Quaroni
Barbara Mezzaro
Silvana Ricciuti
Erika Ingegneri
Renzo Leoni
Roberto Marsella
Tutti i diritti riservati.
© 2008 Angel Art Gallery - Milano
© 2008 Vanni Cuoghi per le opere / For his works
© 2008 Luca Beatrice per il testo / For his text
ISBN 88-89817-10-0
Volume Realizzato in n° 600 copie
in occasione della Mostra Personale
“L’Amore Disparato”
Milano - 7 Febbraio - 9 Marzo 2008
www.grafocom.it - Palazzago (BG)
Fotografia di Roberto Marsella
Vanni Cuoghi pittore analogico
di Luca Beatrice
Nonostante l’anagrafe gli attribuisca i suoi bei quarantadue
anni, per poetica, sensibilità, spirito analitico, Vanni Cuoghi va
certamente ascritto alla generazione recente di artisti che si
esprimono con la pittura di immagine. Rispetto infatti ai colleghi suoi coetanei emersi lo scorso decennio, convinti che
fosse la città il territorio di incontro/scontro e che la pittura
dovesse necessariamente mimetizzarsi con la fotografia per
restituire il senso frenetico dell’iper-contemporaneità, Vanni
Cuoghi ricerca altrove, in un uso disinvolto e capzioso dell’iconografia, sottolineando un diverso rapporto tra presente
e passato, superando il citazionismo tipico degli anni ottanta,
semmai osservando, ripescando, rielaborando fonti trascurate e impreviste.
Gli anni Novanta, fino alle soglie del Duemila, sono stati attraversati dall’enfasi dell’artificiale, logica conseguenza della
democratizzazione tecnologica a basso costo. Paradigmatico
ciò che è accaduto nella musica: la figura del dj, del producer,
si è sostituita a quella della rockstar, sovrapponendo all’iperpersonalismo dei divi un’ombra senza volto, prolungamento
della macchina.
In un certo senso anche l’immagine ha seguito la filosofia
della perdita di autorialità: dipinti seriali o comunque molto
simili tra loro orientati al realismo metropolitano.
La stessa fotografia ha scelto la tecnica dell’istantanea, quasi a sottolineare l’indifferenza alla grammatica e alla sintassi del linguaggio. Gli anni Novanta sono stati il decennio di
quelli che smanettavano al computer elaborazioni digitali utili
a una nuova estetica pittorica, fotografica, sonora. Hanno
creato un “trend” senza preoccuparsi di cosa e chi sarebbe
eventualmente potuto rimanere. Sembravamo dunque avviati
a cogliere le estremità di questa linea tecnologica, cool e
impersonale, in un processo di minimalizzazione dell’immaginario.
Ma l’arte, la cultura, non corrispondono mai (e per fortuna) a
una linea evolutiva. Quando meno te lo aspetti, tornano sui
loro passi e si ricomincia daccapo. Al culmine di un processo
di spersonalizzazione che sembrava irreversibile, artisti e musicisti riscoprono il piacere del fatto a mano, di un linguaggio di nuovo personalizzato che trova la propria forza nella
fragilità e nell’individualismo. Un che di artigianale, di “bric-à
brac”: uso di materiali poveri o di cose trovate dai robivecchi,
assemblate o riassemblate con minuzia e maniacalità.
Lentezza di esecuzione al posto della velocità tardo-futurista
(o neo-tecnologica) degli scorsi anni. Canzoni che sembrano
frammenti di canzoni, progetti, bozzetti dove si presume il
non finito, nella pittura spariscono i quadri di grandissimo
formato, sostituiti dal disegno e dalla piccola-media dimensione. Diversi artisti, infatti, ricorrono al fondo bianco su cui
ritagliano immagini come figurine, decontestualizzate al punto da significare la rinuncia a qualsiasi tipo di narratività, che
fu invece un cavallo di battaglia degli anni Novanta. Molto
interessante, si diceva, l’uso delle fonti, sia visive che sonore.
Nel riscoprire la propria matrice popolare, a fianco di quella
più aulica, non assistiamo al tipico processo di riabilitazione
dell’ennesima pratica bassa, ma alla constatazione teorica
che l’educazione visiva ha fondamentalmente un’anima ambigua e non distinguibile. Ciò che nella musica è stato identificato come New Acoustic Movement - ampi i riferimenti agli
anni sessanta, al Flower Power, alle comunità hippies - ha un
legame piuttosto evidente con il coté figurativo, e non è certo
una coincidenza che design e arredamento d’interni, anche
loro, abbiano virato verso il neo Folk o pre-War Folk. Vanni
Cuoghi si nutre certamente di quel recupero della tradizione
storica americana autoctona compiuto da John Currin fin dai
primi anni Novanta e poi continuato da diversi artisti della
figurazione contemporanea internazionale. Ma Cuoghi è pittore finemente europeo e italiano e dunque, anche quando
inserisce all’interno dei propri lavori i supereroi del fumetto
USA non trascura abbondanti dosi di criticismo. Mai dunque
citazione passiva ma ricontestualizzazione delle fonti in termine di assoluta attualità. Cuoghi è “artista morale” e non
per nulla il primo riferimento va verso la pittura del Settecento. Costruisce le sue “operette” filtrando i maestri veneziani
del XVIII secolo, in particolare il Longhi e il Guardi.
L’illustrazione di Hogarth, l’ironia corrosiva dell’inglese, gli
serve invece come punto di partenza per definire lo scopo
non secondario della sua figurazione, ovvero l’attenzione a
“dire qualcosa” sulla natura umana, su caratteri, vizi, virtù
fondamentalmente senza tempo. Accanto a questa matrice
“alta” concorre alla formazione della sua poetica il linguaggio
semplice e immediato dell’illustrazione “fatta a mano”, che
corrisponde a quell’età dell’oro del fumetto di cui ci parla con
nostalgia in alcuni lavori. Cuoghi fissa lì il punto di massima
espressione creativa: prima dei cartoni animati giapponesi,
degli orologi al quarzo, dei cristalli liquidi, del digitale e di
photoshop. Egli è pittore analogico. Felicemente analogico.
La sua cultura visiva imbevuta di classicismo da manuale
di storia dell’arte abbraccia poi la Domenica del Corriere e
l’enciclopedia Conoscere, le figurine Panini e le tavole del
Feroce Saladino e dei romanzi di Jules Verne, i tarocchi e il
Kamasutra. Ossessionato dall’enumerazione, dalla catalogazione, classificatore inesausto, archivista a 360 gradi, ritiene
che l’arte si fondi essenzialmente sul momento denotativo.
Quello connotativo, ovvero del giudizio, tocca a noi, ai suoi
osservatori capaci, ciascuno, di stabilire quelle connessioni
utili a completare la storia e a darle vita.
Vanni Cuoghi. Analog Painter.
Luca Beatrice
Even though the registry office says he is a full 42 years
old, in terms of creativity, sensitivity and analytical responsiveness, Vanni Cuoghi can certainly be considered as one of
the recent generation of artists who use image painting as
their form of expression. Unlike colleagues of his age who
emerged a decade ago, and who were convinced that the
city is the prime field of encounter and conflict, and also that
painting should necessarily merge into photography in order
to convey its frenetic feeling of hyper-contemporaneity, Vanni Cuoghi looks elsewhere. Making uninhibited and specious
use of imagery, he works on a different relationship between
present and past, overcoming the quotationism that was typical of the 1980s, and indeed he observes, salvages and reprocesses sources that are both neglected and startling.
Right up to the dawn of the new millennium, the 1990s
were characterised by an emphasis on artificiality as a logical consequence of the democratisation of low-cost technology. What took place in music is illustrative of this: the
figures of the DJ and the producer took the place of that of
the rock star, placing a faceless shadow – an extension of
the machine – over the hyper-personalisation of stars. In a
certain sense, images too adopted this philosophy of a loss
of authorship with mass-produced, or at least very similar
images tending towards metropolitan realism. Photography
itself chose the snapshot technique, almost as though underscoring its indifference to the grammar and syntax of this
language. The 1990s were the decade of computer nerds
who processed digital data to create a new aesthetic in painting, photography and sound. They created a trend without
worrying about who or what might remain in the end.
They thus appeared ready to capture the extremes of this
cool and impersonal technological approach, minimalising
the imagination. But – fortunately – art and culture never
move along an evolutionary path. Just when one least ex-
pects it, they retrace their steps and start out anew. At the
culmination of a process of depersonalisation that appeared to be irreversible, artists and musicians rediscovered the
pleasure of manual work, and of a language that again had
its own personality, finding strength in its fragility and in individualism. It has a sort of handicraft, bric-a-brac feel, using
humble materials or things picked up from junk dealers, meticulously and obsessively assembled or reassembled. Things that take time to make, in place of the late-futurist (or
neo-technological) speed of recent years. Songs that appeared to be fragments of songs, plans and sketches assumed
to be unfinished, while huge-format paintings disappeared
and were replaced by small and medium-sized works and
drawings. A number of artists are actually turning to white
backgrounds onto which they cut out images like figurines,
decontextualised to such an extent as to abandon all form of
the narrative which, on the contrary, had been a strong point
of the 1990s.
As we were saying, the use of visual and audio sources was
very interesting. In the rediscovery of its own popular origins,
alongside more courtly ones, we do not see the typical process of yet another “low” practice being rehabilitated, but
rather the theoretical recognition that visual education basically has an ambiguous and indefinable nature. What has
been referred to in music as the New Acoustic Movement,
with plenty of references to the 1960s, and to Flower Power
and hippie communities, has fairly clear links with the figurative aspect, and it is certainly no coincidence that interior furnishing and design have also taken a turn towards neo-Folk
and pre-war Folk. Vanni Cuoghi certainly takes from John
Currin’s return to the autochthonous and historical American
tradition in the early 1990s, which was then continued by a
number of contemporary international figurative artists. But
Cuoghi is an exquisitely European and Italian painter and so,
even when he inserts superheroes from American comics
in his works, he never neglects to add abundant doses of
criticism. We thus never see passive quotation but rather a
recontextualisation of his sources in the form of absolute
topicality.
Cuoghi is a “moral artist” and it is no coincidence that his
earliest references go back to eighteenth-century painting.
He constructs his “little works” by filtering through Venetian
masters of that century – Longhi and Guardi in particular. The
corrosive irony of Hogarth’s illustrations, on the other hand,
provide a starting point from which to define the by no means
secondary purpose of his representation, which we see in
the care he takes to “say something” about human nature,
character, vices and virtues that are basically timeless. Next
to this “lofty” source, his poetic vision is also built up with the
simple and direct language of “handmade” illustration from
the golden age of comics, about which he tells us nostalgically in some of his works. It is this that Cuoghi considers the
highest point of creative expression, before the age of Japanese cartoons, quartz watches, liquid-crystal screens, digital
and Photoshop. He is an analog painter. Blissfully analog.
Soaked in the textbook classicism of the history of art, his
visual culture then took in the Domenica del Corriere and
the Conoscere encyclopaedia, Panini stickers and the plates
of Feroce Saladino and of Jules Verne novels, tarot cards
and the Kamasutra. Obsessed by sorting and cataloguing,
and a constant classifier and all-round archivist, he believes
that art is essentially based on the denotative moment. The
connotative moment – that of judgement – is up to us, his
accomplished observers, for it is we who establish the links
that can help complete the story and bring it to life.
Opere
Amore disparato [Unequal love]
Lei ballerà
tra le stelle accese e
scoprirà
scoprirà l’amore
l’amore disperato.
She dances
under stars ablaze and
discovers
discovers love
desperate love.
[Nada, Amore disperato, 1986]
Situati nell’antica città di Babilonia (letteralmente, Porta del Dio), vicino alla odierna Baghdad, furono costruiti intorno al 590
a.C. dal re Nabucodonosor II (anche se la tradizione attribuisce la loro costruzione alla regina assira Semiramide).
Straordinario simbolo della potenza babilonese, erano costruiti con temeraria concezione architettonica su più ordini di
terrazze digradanti, elevate sino a cento metri sul livello del suolo, collegate da scale fiancheggiate da pompe a ciotola che
consentivano di sollevare l’acqua dell’Eufrate per irrigare. A sostenerli una serie di arcate a volta, costruite con mattoni cotti,
sorrette da pilastri in muratura, a sezione quadrata, probabilmente vuoti all’interno e riempiti di terra.
Al di sopra delle volte, sulle terrazze, anch’esse formate da mattoni cotti, impermeabilizzate con strati di canne e bitume,
erano piantati alberi di alto fusto. Le piante ornavano gli ampi viali rettilinei, le gallerie e le sale affacciate alle terrazze ove
erano collocate statue e fondali a rilievo. Soluzioni simili, sebbene molto più modeste, riguardavano anche la città di Ur: strati
di terra sui tetti piatti delle case consentivano di coltivare piccoli orti.
In the ancient city of Babylon (literally, the Gateway of the Gods), close by present-day Baghdad, the gardens were built in
about 590 BC by King Nebuchadnezzar II (though tradition has it that they were built by the Assyrian queen Semiramis).
An extraordinary symbol of Babylonian power, they were built with extreme architectural daring on a number of stepped
terraces, rising up to a hundred metres above ground level. They were linked by staircases flanked by a pail system that
made it possible to raise irrigation water from the Euphrates. They were held up by a series of vaulted arcades made of
fired bricks, and by square-section masonry pilasters which were probably filled with earth. Tall trees were planted above
the vaults, on the terraces, which were also made using fired bricks, and damp-proofed with layers of canes and bitumen.
These plants decorated the broad, straight avenues, and galleries and rooms looked onto the terraces, where there were
statues and backdrops in relief. Similar solutions, though far more modest, were also adopted in the city of Ur: layers of
earth on the flat roofs of the houses meant that little kitchen gardens could be planted.
L’ortovolante di Jan e Maria
cm 120x120, acrilico su tela
...a puntino
cm 80x80, acrilico su tela
Nel 1968 inizia l’“età del bronzo”, ovvero l’epoca di crisi del fumetto in cui però nasce anche qualche cosa di nuovo con il
comic indipendente e underground, distribuito al di fuori delle grandi case e spesso legato alla controcultura (Zap Comics
è appunto del 1968).
La crisi si aggrava nel 1979, quando la maggioranza delle vendite americane sono direct sales (senza resa) alle fumetterie
e librerie: le edicole sono già in via di sparizione negli Stati Uniti (dove i giornali si acquistano per abbonamento o nei
supermercati), e questo porta le tirature dei comics dai milioni dell’età dell’oro alle decine, raramente centinaia di migliaia
di oggi.
In 1968 came the “bronze age” of comics, when they entered a period of crisis, and yet it was one in which some independent
and underground comics emerged. They were distributed independently from the big corporations and were often close to
counter-culture (Zap Comics, for example appeared in 1968).
The crisis worsened in 1979, when most sales to comic stores and bookstores in America became direct (i.e. with no returns):
newsagents were already disappearing in the States (where newspapers are subscribed to or bought in supermarkets),
and this reduced runs of comics from millions in the golden age to tens or, in a very few cases, hundreds of thousands of
copies today.
La fine della stagione dei fumetti
cm 100x100, acrilico su tela
Ricreazione è il titolo di una serie a cartoni animati creata da Paul Germain e Joe Ansolabehere e prodotta dalla Walt
Disney. Racconta le avventure che capitano a sei bambini della scuola elementare durante la ricreazione. Andò in onda
originariamente sulla rete statunitense ABC a partire dal 13 settembre 1997; l’ultimo episodio fu trasmesso il 4 novembre
2001. Il grandissimo successo della serie spinse gli autori a realizzarne vari spin-off (tra cui tre film per il mercato dell’home
video e uno per il cinema).
Recess – School’s Out is the title of a series of cartoon works created by Paul Germain and Joe Ansolabehere, and
produced by Walt Disney. It tells the adventures of six elementary-school children during recess. It was originally shown
on ABC in America from 13 September 1997; the last episode was broadcast on 4 November 2001. The huge success
of the series led its creators to make a number of spin-offs, including three films for the home-video market and one for
the cinema.
Ricreazione artistica
cm 100x100, acrilico su tela
Nel circo moderno il domatore diventa addirittura il fondatore del circo stesso, come Darix Togni e Orlando Orfei. Il domatore
è sempre fondamentale in un circo che si rispetti: nulla impressiona maggiormente il pubblico dell’entrata nella gabbia dei
leoni. Per tutto il XVIII secolo le belve feroci nei circhi sono semplicemente esibite, come si fa nei serragli; è solo nel XIX
secolo che i domatori decidono di entrare nella gabbia, introducendo la suspence nella rappresentazione. I primi furono
Martin, Ducrow, Carter, Hermann, Lucas. I fratelli Hagenbeck, già allevatori e fornitori di animali feroci, inventano la gabbia
centrale circolare, smontabile, che occupa tutta la pista ed entro la quale si conduce l’esibizione. I primi ad utilizzarla sono i
Bidel, Pezon ed Opilio Faimali. Rarissime le esibizioni di domatrici, di solito soubrettes assistenti di domatori maschi.
In modern circuses, the tamer becomes the founder of the circus itself: this is the case of Darix Togni and Orlando Orfei.
The tamer is always fundamental in any self-respecting circus: nothing strikes the audience more than when the tamer
enters the lions’ cage. Throughout the eighteenth century, wild beasts were simply exhibited in circuses, as in menageries,
and it was only in the nineteenth century that tamers decided to actually enter the cage, adding suspense to the show.
The first were Martin, Ducrow, Carter, Hermann, and Lucas. The Hagenbeck brothers, who were formerly breeders and
suppliers of fierce animals, invented the demountable circular cage at the centre, which occupied the entire ring and within
which the show took place. The first to use it were the Bidel family, Pezon and Opilio Faimali. Shows with female tamers
were extremely rare, and they were usually soubrette assistants for men.
La domatrice di bambini
cm 100x100, acrilico su tela
Wonder Woman è un personaggio dei fumetti creato da William Moultom Marston nel 1941, pubblicato dalla DC Comics.
Diventa un simbolo alle donne, un modello per portare avanti le loro idee ed il loro mondo.
Superman (Clark Kent/Kal-El) creato da Jerry Siegel e Joe Shuster nel 1938, pubblicato dalla DC Comics. E’ dotato di
superpoteri che mette al servizio della collettività.
Batman è un personaggio dei fumetti creato da Bob Kane e Bill Finger, pubblicato dalla DC Comics. Il personaggio fa il suo
esordio nel maggio 1939 sul numero 27 della rivista Detective Comics.
L’Uomo Ragno (Spider-Man), il cui vero nome è Peter Parker, è un personaggio dei fumetti creato da Stan Lee e Steve
Ditko nel 1962, pubblicato dalla Marvel Comics. Possiede tutte le capacità di un ragno moltiplicate alla taglia umana (forza,
velocità, agilità), sensorialità spiccata che lo avverte dei pericoli, capacità di tessere la tela direttamente da fori nei suoi polsi
e di vedere nel buio grazie a un vista simile a quella infrarossi, aculei retrattili dalle braccia che spruzzano veleno.
Hulk è un personaggio dei fumetti della Marvel Comics, creato nel 1962 da Stan Lee e Jack Kirby. Ha avuto varie
incarnazioni, alcune delle quali rappresentanti sostanzialmente sviluppi della sua personalità schizofrenica, altre versioni
di realtà alternative. Inizialmente la sua pelle era di color grigio poi successivamente, dopo alcuni numeri, a causa delle
difficoltà tipografiche, diventa verde.
Capitan America (Captain America), detto affettuosamente Cap, è stato creato da Joe Simon e Jack Kirby (Timely Comics,
in seguito Marvel Comics). Arruolato per missioni segrete oltre le linee nemiche il mite Steve Rogers, questo il suo vero
nome, combattè le forze dell’Asse durante tutta la II guerra mondiale.
Wonder Woman is a comics character created by William Moultom Marston in 1941, and published by DC Comics. She
became a symbol for women, a model who could carry forth their ideas and represent their world.
Superman (Clark Kent/Kal-El) created by Jerry Siegel and Joe Shuster in 1938, published by DC Comics. He has
superpowers that he puts at the service of the community.
Batman is a comics character created by Bob Kane and Bill Finger, and published by DC Comics. The character made his
debut in May 1939 in issue 27 of Detective Comics.
Spider-Man, whose real name is Peter Parker, is a comics character who was created by Stan Lee and Steve Ditko in 1962,
and published by Marvel Comics.
He has all the abilities of a spider, increased to human proportions (in terms of strength, speed, and agility), enhanced
senses that warn him of dangers, the ability to weave webs directly from holes in his wrists, he can see in the dark with
infrared-like vision, and has retractile claws on his arms that spray poison.
Hulk is a Marvel Comics character created in 1962 by Stan Lee and Jack Kirby. He has had a number of incarnations,
some of which are basically developments of his schizophrenic personality, showing alternative versions of reality. Initially,
his skin was grey but, after a few issues, printing problems meant that it turned green.
Capitan America, affectionately known as “Cap”, was created by Joe Simon and Jack Kirby (Timely Comics, and later
Marvel Comics). Enrolled on secret missions behind enemy lines, the docile Steve Rogers - for this is his real name - fought
the forces of the Axis throughout the Second World War.
Appesi a un filo
cm 70x140, acrilico su tela
San Giorgio è venerato come santo e martire dalla Chiesa cattolica. Visse nel III secolo e morì prima di Costantino,
probabilmente a Lydda (presso l’odierna Jaffa in Palestina), secondo alcune fonti nel 303. Il suo culto risale al IV secolo.
Nel Medioevo la lotta di San Giorgio contro il drago diviene il simbolo della lotta del bene contro il male e per questo il
mondo della cavalleria ci vide incarnati i suoi ideali. La leggenda del soldato vincitore del drago contribuisce al diffondersi
del suo culto che diviene popolarissimo in Occidente e in tutto l’Oriente bizantino, ove è per eccellenza il «grande martire»
e il «trionfatore».
Saint George is venerated as a saint and martyr by the Roman Catholic Church. He lived in the 3rd century and died before
Constantine, probably in Lydda (near present-day Jaffa) in Palestine, according to some sources in 303. His cult dates
back to the 4th century.
In the Middle Ages, Saint George’s battle with the dragon became a symbol of the struggle of good against evil and,
for this reason, the world of chivalry saw its ideals embodied in him. The legend of the soldier vanquishing the dragon
helped spread his cult, which became highly popular in the West and throughout the Byzantine East, where he was the
personification of the “great martyr” and the “victor”.
San Giorgio innamorato
cm 100x100, acrilico su tela
Senza titolo (e senza paura)
e senza testo...
and untexted...
Senza titolo (e senza paura)
cm 120x120, acrilico su tela
Stringimi forte i polsi, cantava Mina nel 1962. Una bossanova sinuosa e intrigante scritta da Dario Fo e Leo Chiosso come
sigla finale di Canzonissima. Poi inclusa nell’LP Renato.
Grip my wrists sang Mina in 1962. An undulating and intriguing bossanova written by Dario Fo and Leo Chiosso as the
closing signature tune of Canzonissima. It later appeared in the LP Renato.
Stringimi forte
cm 80x80, acrilico su tela
Pericolo di diffusione delle idee marxiste, secondo Francesco Crispi, presidente del consiglio dei ministri dal 1887 al 1891
e dal 1893 al 1896.
L’allenatore francese dell’Arsenal Arsene Wenger nel 2004 fece una strana dichiarazione, temendo che qualcuno dei suoi
nuovi giocatori potesse aver abusato di EPO: “Ci sono atleti con troppi globuli rossi”.
The danger of the spread of Marxist ideas, according to Francesco Crispi, president of the cabinet council from 1887 to
1891 and from 1893 to 1896.
The French trainer of Arsenal, Arsene Wenger, made a strange declaration in 2004, fearing that some of his new players
might have made use of performance-enhancing EPO: “There are players with too many red blood cells”.
Pericolo rosso
cm 100x100, acrilico su tela
Perché il tradimento viene chiamato “fare le corna”??
Miglior risposta: questa espressione risale a tempi molto antichi all’epoca dei vichinghi i quali portavano elmi con corna di
toro per intimidire i nemici... mancando molto tempo dalle loro case a causa delle continue battaglie, e non facili navigazioni,
lasciavano le loro consorti per lunghi periodi le quali non rimanevano con le mani in mano....
Why is the term “to horn” used to refer to betrayal??
The best reply: in the most ancient of times, during the age of the Vikings, warriors wore bulls’ horns on their helmets to
frighten the enemy... since they spent a long time at war, far away from home, and as navigation was slow and difficult, they
left their wives for long periods – and the women did not just twiddle their thumbs...
Cervo vostro, madame
cm 80x80, acrilico su tela
Nel blu dipinto di blu, nota anche come Volare, è una delle canzoni italiane, che ha avuto più successo nel mondo. Scritta da
Domenico Modugno e Franco Migliacci e fu presentata al Festival di Sanremo nel 1958 da Modugno e da Johnny Dorelli.
Vinse il Festival e partecipò anche all’Eurofestival classificandosi terza. Nello stesso anno vinse due Grammy come Canzone
dell’anno (Song of the year) e come Disco dell’anno (Record of the year). Negli Stati Uniti è stata prima in classifica per
tredici settimane e in totale nel mondo ha venduto più di 22 milioni di copie ed è stata interpretata da numerosi cantanti
tra cui Dean Martin e Gipsy Kings.
Nel blu dipinto di blu, known also as Volare is one of the most successful Italian songs at world level. Written by Domenico
Modugno and Franco Migliacci, it was first performed at the Festival di Sanremo in 1958 by Modugno and Johnny Dorelli. It
won the Festival and came third at the Eurofestival. That year it also won two Grammys as Song of the Year and as Record
of the Year. In the United States it topped the charts for thirteen weeks and sold a total of 22 million copies around the
world. It has been covered by countless singers, including Dean Martin and the Gipsy Kings.
Nel blu dipinto di blu
cm 60x60, acrilico su tela
Sfumàre: dileguarsi, dissiparsi; [in senso figurato] andare in fumo, sparire. Farsi gradatamente più tenue. Far diminuire
gradatamente d’intensità (detto di colore, suono, ecc…)
Le Marlboro sono le sigarette piu famose nel mondo. Il brand fu introdotto nel 1847 a Londra, e poco dopo in America, dove
originariamente fu presentato come “le sigarette da donna”.
Sfumàre: to scatter, to disperse; [fig.] to go up in smoke, to disappear. To become gradually subdued. To diminish gradually
in intensity (as colour, sound, etc...)
Marlboros are the most famous cigarettes in the world. The brand was introduced in London in 1847, and shortly after in
America, where it was originally presented as “the cigarette for women”.
Sogni (s)fumati
cm 80x80, acrilico su tela
Contratto d’amore (How to Deal) è un film del 2003 diretto da Clare Kilner. Tra i principali interpreti, Mandy Moore, Allison
Janney, Trent Ford, Alexandra Holden, Dylan Baker. La giovane Halley è attraente e vitale ma ha una visione un po’ disillusa
dell’amore. Forse perché intorno a sé non vede che relazioni fallimentari, come quella dei suoi genitori separati, della sorella
ossessionata dall’imminente matrimonio e delle amiche del cuore in perenne crisi con i loro fidanzati. Ma l’incontro con
Macon, un giovane sregolato e ribelle, può cambiare le cose e farle superare i suoi timori.
How to Deal is a film that was directed in 2003 by Clare Kilner. The main actors include Mandy Moore, Allison Janney, Trent
Ford, Alexandra Holden, and Dylan Baker. Young Halley is attractive and full of life, but she has a rather disillusioned view
of love. Perhaps this is because she sees only failed relationships around her, like those of her parents, who are separated,
of her sister who is obsessed with her imminent wedding, and of her closest girlfriends who are constantly having problems
with their fiancés. But her meeting with Macon, a rebellious and unruly young man, changes things for her and helps her
overcome her own fears.
Contratto d’amore
cm 60x60, acrilico su tela
Il ficcanaso è un film del 1981 diretto da Bruno Corbucci con Pippo Franco e Edwige Fenech, di genere giallocommedia.
Il protagonista Luciano Persichetti, scapolo timido, rischia di passare per un omicida.
Posizione della Y nel Kamasutra. Livello di difficoltà 1 su 5.
Il ficcanaso is a crime-comedy film directed in 1981 by Bruno Corbucci with Pippo Franco and Edwige Fenech. The main
character, Luciano Persichetti, a shy bachelor, risks being taken for a murderer.
Y position in Kamasutra. Difficulty level: 1 out of 5.
Ficcanaso
cm 45x45, acrilico su tela
La giostra della memoria è una canzone scritta da Enrico Ruggeri per Fiorella Mannoia nel 1989, in cui si affaccia il tema
del ricordo d’infanzia attraversato da inquietudini e domande sul presente e sul futuro.
Pubblicata nell’album Di terra e di vento, viene poi reincisa da Ruggeri nella raccolta omonima.
La giostra della memoria is a song written by Enrico Ruggeri for Fiorella Mannoia in 1989 on the theme of childhood
memories. It is pervaded by anxiety and questions about the present and future.
Published in the album Di terra e di vento, it was then cut again by Ruggeri for the collection of the same name.
La giostra della memoria
cm 120x120, acrilico su tela
La cintura di castità è un mezzo di contenzione fisica, mediante il quale è possibile impedire a un soggetto, consenziente
o meno, di avere rapporti sessuali mediante la penetrazione. La cintura di castità può essere applicata sia a uomini che
donne, ma nella tradizione il suo uso è legato strettamente al sesso femminile. Nell’anedottica tradizionale si fa risalire
l’uso della cintura di castità al tempo delle crociate, collegandola alla necessità, per i cavalieri che partivano per il Santo
Sepolcro, di assicurarsi della fedeltà delle proprie consorti, evitando i rischi connessi a un così prolungato distacco. Il primo
documento in cui compare la cintura di castità, è datato 1405 e conservato nella biblioteca di Gottinga (la cintura è qui
nominata come “congegno fiorentino”). Indossarono la cintura di castità, fra le altre, Caterina de’ Medici, Anna d’Austria, la
moglie di Francesco II di Carrara (il quale fu addirittura accusato di esserne l’inventore, in uno scritto del 1750 di Freydier
de Nimes).
The chastity belt is a means of physical restraint which makes it possible to prevent an individual, whether consenting
or otherwise, to have sexual intercourse with penetration. The chastity belt can be worn by both men and women, but it
is traditionally used on women. Traditional anecdotes suggest the chastity belt dates back to the time of the Crusades
and to the need of knights leaving for the Holy Sepulchre to ensure the faithfulness of their wives, avoiding the risks that
might have arisen during their long absence. The first document to mention the chastity belt is dated 1405 and is now in
the library of Göttingen (the belt here is referred to as a “Florentine device”). Amongst others, chastity belts were worn by
Catherine de’ Medici and Anne of Austria, the wife of Francis II of Carrara (who was even accused of having invented it, in
a 1750 text by Freydier de Nimes).
Incantatrice di uccelli
cm 60x60, acrilico su tela
Fatti l’uno per l’altra
cm 45x45, acrilico su tela
Vanni Cuoghi
- Fotografia di Roberto Marsella
Dati personali
Nasce a Genova nel 1966, nel 1985 si diploma in Decorazione Pittorica
presso l’Istituto Statale d’Arte di Chiavari (Ge).
Nel 1989 si diploma in scenografia presso l’Accademia di Brera a Milano.
Vive e lavora a Milano.
Principali mostre personali
Principali mostre colletive
2008 “L’amore disparato”, a cura di L. Beatrice - Angel Art Gallery - Milano
2008 “Overview”, a cura di I. Quaroni - Comune di Valmadrera (Lecco)
“Gimme five” a cura di I. Quaroni - Galleria Novato - Fano (PU)
2007 “L’Age d’or” Galleria San Salvatore Modena, a cura di Ivan Quaroni
2006 “This is not a love song” doppia personale con Enzo Forese a cura di I.
Quaroni - Galleria Maicollection - Verona
“Doppio gioco” - Galleria Cristina Busi - Chiavari (Genova)
2005 “Pensierini cattivi“- Galleria Andrea Ciani - Genova
“Due(l)” - Galleria Novato - Fano (Pesaro Urbino)
Doppia personale con Gosia Turzeniecka a cura di Ivan Quaroni
2003 “Confesso che ho rubato alla pittura antica” Studio d’Arte Bagini,
Carlini, Meriana - Genova
1997 “Naturalia - Artificialìa”- Ex - studio Caruzzo - Rancati - Riva - Milano
“Padre & Figlio” - Atelier dell’Arco Amoroso - Ancona
“II Progetto Immaginato” - Comune di Settimo Milanese (Milano)
“Passaggi” - Installazione ex - cinema Europa - Cervia (Ravenna) a cura di G.
Gori e A. Forni
1993 “Trompe l’Oeil ou Trompe l’Esprit“- Galleria Duemme - Genova
“Inganni” - Galleria Boom Cloom - Genova
2007 “Premio Cairo”, Palazzo della Permanente - Milano
Un secolo ed oltre “Premio Fabbri” a cura di M. Mojana, Fondazione del
Monte - Bologna
“La nuova figurazione italiana... To be continued”, Fondazione Borroni, a cura
di Chiara Canali - Bollate (MI)
“Lilliput”, Galleria Little Italy - Milano, a cura di Ivan Quaroni
“Arte Italiana 1968-2007 Pittura” Palazzo Reale - Milano a cura di Vittorio
Sgarbi
“Curve pericolose”, Casa del Pane, Milano, a cura di M. Sciaccaluga “Senza
titolo”, Galleria Spazioinmostra” a cura di Cecilia Antolini
“Indicativo Presente” - Fiera di Milano - MIArt 2007 - a cura di L. Beatrice,
A. Riva, Sciaccaluga
2006 “Back to folk” - Galleria Daniele Ugolini - Firenze - a cura di I. Quaroni
“Chrismas carol” - K Gallery - Legnano (MI) a cura di I. Quaroni
“Lost in a supermarket” - galleria Studiod’ArteFioretti - Bergamo a cura di I.
Quaroni
“K to your heart” - K Gallery - Legnano (MI) a cura di I. Quaroni
“Crisis - il declino del supereroe” - San Salvatore Galleria d’Arte
Contemporanea - Modena - a cura di I. Quaroni
“Brain storming” - Villa Vertua - Nova Milanese (MI) - a cura di F. Daleffe
“On air” - Comune di S. Angelo in Lizzola (PU) - a cura di R. Ridolfi
“Sorsi di Pace” - Distillerie Francoli - Ghemme - (Vercelli) a cura di I. Quaroni
“Ars in fabula” - Palazzo Pretorio - Certaldo (Firenze) a cura di M.
Sciaccaluga
“Sirene. Geografie del mare” - Galata Museo del Mare - Genova a cura di A.
Ciani Arte Contemporanea e A. Trabucco
2005 “Flash Art Show” - Sofìtel Hotel - Bologna (Galleria Toselli)
“Acciuga Day” - Galleria Andrea Ciani - Genova
“Blog on Arthur Rimbaud” - Castello di Rivara (Torino) a cura di M. Licitra.
“Riparte” - Starhotel - Genova (Galleria Andrea Ciani).
“The song remains the same” Galleria Andrea Ciani - Genova
“Dieci gradi di figurazione” - Galleria Arte & Altro - Gattinara (Vercelli) a
cura di Ivan Quaroni
2004 “Dinamiche del Volto” - Palazzo Ducale - Pavullo Nel Frignano
(Modena) a cura di P. Donini - D. Del Moro.
“Tremend art” - Palazzo della Ragione - Milano
“C Arte” - Galleria La Meridiana - Agrate (Milano)
“Allarmi” - Caserma De Cristoforis - Como
a cura di N. Mangione - I. Quaroni - A. Trabucco - I. Zucca Alessandrelli
2003 “Arte-Pace”- Sedi Varie - Milano
2000 “Inaugurazione” studio Caruzzo-Rancati - Milano
1996 “Pittori Liguri” - Fiera di Genova
1994 “Oro Colato” - Ripagallery - Ferrara
“Angeli” - Galleria Boom Cloom - Genova
Schiavo della passerina
cm 80x80, acrilico su tela
1986 “Prospettive” - Galleria Cinque Fiori - Milano
Finito di stampare nel mese di febbraio 2008 presso GRAFO Comunicazione - Palazzago - BG
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ISBN 88-89817-10-0
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Vanni Cuoghi
Vanni Cuoghi
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