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Anno V - Numero 140 - Venerdì 10 giugno 2016
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Cose di sinistra
Roma
Calcio
Occupazione Rai,
tocca alla radio
Olimpiadi: tutti
contro la Raggi
Europei al via,
Conte ci crede
a pag. 3
Sarra a pag. 12
a pag. 6
CRITICATO E FISCHIATO PER L’ELEMOSINA NELLE BUSTE PAGA, RENZI PERDE LE STAFFE
80 NEURO
LA DESTRA CHE MANCA ALL’ITALIA
TRA VOGLIE DI EGEMONIA E INDIPENDENTISMO
Si riparte
da Bari
Sabato 18 la presentazione
del libro “La prossima a destra”
nevitabilmente, restando divisi, Salvini
diventerebbe il fenomeno attrattore di un’area
intera e non di una sola parte.
E non è detto che sia un male,
se davvero fa assumere, al
suo movimento, una dimensione finalmente e autenticamente nazionale, resettando le asprezze del passato”:
questa frase sta nell’ultimo
capitolo del mio libro, “La
prossima a destra”, e riassume quel che penso. Le divisioni a destra hanno
favorito l’ascesa di Salvini; la ricerca dell’egemonia si
conclude con il risultato della Meloni a Roma che però
manca il ballottaggio (come mai accaduto a destra da
quando è stata introdotta l’elezione diretta dei sindaci)
e la certificazione di una sostanziale marginalità nel
resto del Paese. Sta a Fratelli d’Italia capirlo; stando ai
decibel della polemica cinicamente aizzata dalla loro
leader all’indomani del voto capitolino, mi pare di
poter dire che cerchino solo nemici da azzannare.
Pazienza.
Lo stesso Salvini, però, deve fare i conti con un’ambiguità
sostanziale, che gli fa perdere nel Centrosud quel
fascino che aveva suscitato. Non riesce a far scattare
quella “dimensione finalmente e autenticamente nazionale” che avrebbe rappresentato per davvero una
svolta rispetto ai tempi dell’indipendenza della Padania,
che invece resta come obiettivo saldo nello statuto del
suo movimento politico.
Resta il che fare per gli orfani di una politica di destra,
che a Roma ci è costata anche un salasso elettorale. Se
non c’è Nazione non c’è destra, questo va detto a chiare
lettere. Ha ragione anche chi si interroga sul senso
delle parole “destra” e “sinistra”, che sembrano evocare
fallimenti collettivi. Resta però indubbiamente vivo il
sentimento nazionale che qualcuno dovrà pur rappresentare.
Ma ci vogliono facce nuove. Lo dirò stasera ai candidati
della mia lista romana, che vedrò quantomeno per ringraziarli per aver combattuto in un’avventura sfortunata
(del resto, difficili grandi performance se persino Forza
Italia si ferma al 4 per cento...), e poi sabato 18 giugno
a Bari. Da lì, intendo ricominciare in tutto il Paese un
colloquio con quel nostro popolo che ha vissuto con dignità il nostro stesso percorso politico, che nel mio
libro - c’è anche un evento fb ad hoc per la presentazione
pugliese - tento di raccontare attraverso i protagonisti.
Quella storia va dispersa? Tutto in frantumi perché
qualcuno a Roma non diventa assessore? Oppure perché
manchiamo l’obiettivo del seggio consiliare? Quando
nacque, la destra italiana, aveva questa finalità? Certe
polemiche sono davvero esagerate e denotano una
voglia di dominio che si scontra con percentuali assolutamente basse anche per chi presume di aver vinto
non si sa bene cosa.
L’evento barese sarà organizzato dalla fondazione Tatarella, intitolata al precursore di una politica “Oltre il
Polo”. Certo, manca l’armonia di cui Pinuccio si fece
indefesso apostolo; ma arriverà quando al posto nostro
ci saranno finalmente schiere nuove che non devono
vantare ministeri o assessorati nei loro curriculum;
ma magari lauree e fatica nella società, perché questo
impone il tempo nuovo. E noi vogliamo aiutarli. Da
dietro le quinte. Basta un libro, un giornale, un po’ di
Francesco Storace
dinamismo culturale.
“I
L’assemblea Confcommercio rumoreggia anche per la ripresa che non c’è
rima hanno rumoreggiato in
sala, poi – proprio all’arrivo
del premier Matteo Renzi –
la contestazione si è trasformata in bordate di fischi. Così
è stato accolto il presidente del Consiglio
dall’assemblea della Confcommercio.
Una contestazione che è proseguita anche durante l’intervento del premier,
preceduto da quello di Carlo Sangalli,
presidente Confcommercio, che non è
stato pure lui per niente tenero:“Siamo
di fronte – ha detto - ad una ripresa
senza slancio e senza intensità. Una ripresa senza mordente che non salta
mai la faglia, il crepaccio tra stagnazione
e crescita. Occupazione, consumi, produzione, fiducia, credito, hanno seguito
un andamento altalenante non riuscendo
a imprimere un cambio di passo".
Ma i fischi hanno raggiunto decibel da
concerto rock quando l'ex rottamatore
ha preso a rivendicare la misura degli
P
80 euro, già contestata in passato dalla
Confederazione.
Renzi ha quel punto è andato assai
vicino dal perdere le staffe e ha risposto
piccato al consesso che lo ospitava:
“Fischiatemi pure, ma io rivendico quella misura – ha detto – come una misura
di giustizia sociale, lo rivendico con
forza e non mi farete cambiare idea, è
stato il primo atto e il più simbolico”.
Ma gli umori della platea non si sono
di certo placati e, anzi, c’è stato pure
spazio per un battibecco quando qualcuno gli ha ricordato il suo stipendio;
a questi punto il premer ha proseguito
con le sue ‘rivendicazioni’, ricordando
che tra i primi atti del suo Governo
c'è stato anche "il tetto dei 240mila
euro". Non proprio uno stipendio da
cassintegrato, per capirci, anche senza
gli 80 euro.
Renzi, insomma, è apparso spaesato,
probabilmente non se l’aspettava, e ha
BERLUSCONI VERRÀ OPERATO AL CUORE
continuato a replicare: "Fischiatemi pure
se avete il coraggio ma la politica deve
essere con la P maiuscola, dovete credere nella politica e l'atteggiamento di
chi dice tutti uguali fa il vostro male,
non il vostro bene".
Poi ha cercato di addolcire la platea,
promettendo qualcosa: "Prendo l'impegno per voi irrinunciabile per la crescita nel 2017 di non aumentare l'Iva.
Ma l'Iva non si tocca più dal 2013, le
clausole non sono mai state toccate dal
nostro governo, l'ultimo aumento è scattato nell'ottobre di quell'anno, noi siamo
in carica dal febbraio 2014". Impegno
che difficilmente verrà mantenuto, visto
che i soldi dell’aumento dell’Iva – Padoan docet – servono per cercare di
mettere un freno alla voragine del
debito pubblico che sta crescendo a
dismisura anche sotto il suo governo. E
anche qui non bastano mica tutti gli 80
Igor Traboni
euro del mondo.
RIVOLTA DOPO L’UCCISIONE DI UN IMMIGRATO
Ha rischiato
di morire
Bomba Rosarno
a pag. 2
Calvo a pag. 4
2
Venerdì 10 giugno 2016
ATTUALITA’
IL LEADER DI FORZA ITALIA VERRÀ OPERATO A GIORNI PER LA SOSTITUZIONE DELLA VALVOLA AORTICA
Il cuore di Berlusconi stava per fermarsi
Il dottor Zangrillo: “Ha rischiato la vita” - Auguri di pronta guarigione da tutto il mondo politico
di Igor Traboni
ilvio Berlusconi “ha rischiato
di morire” e per questo
sarà operato al cuore la
prossima settimana.
Lo ha detto, in una conferenza stampa tenuta ieri pomeriggio
all'ospedale San Raffaele di Milano,
il medico personale dell’ex premier,
Alberto Zangrillo, aggiungendo per
l’appunto che il Cavaliere "ha rischiato la vita".
"Gli accertamenti proseguiti fino a
ieri hanno ci hanno consentito di
identificare in modo esatto e certo
la patologia della valvola aortica del
presidente Berlusconi che si chiama
insufficienza aortica", ha specificato
Zangrillo. Berlusconi sarà operato
"verosimilmente entro metà della
settimana prossima . Ho parlato e
fatto riferimento ad una patologia
di grado severo, che è un termine
medico". L'intervento durerà quattro
ore. Ad eseguire l'intervento di sostituzione della valvola aortica a cui
dovrà sottoporsi l'ex premier sarà il
professore Ottavio Alfieri, primario
di cardiochirurgia al San RaffaeleIl
rischio di mortalità dell'operazione
"è intorno al 2%, facciamo finta di
non tener conto che lo facciamo
S
qua. Capite che in questo Paese alla
fine si fa una sintesi percentuale che
deve tener conto che ci sono anche
non eccellenze", ha detto ancora
Zangrillo. Devo dire, ha aggiunto il
medico riferendosi a Berlusconi, che
"lui l'ha presa con grande coraggio
e grande determinazione. E tornerà
con più vitalità di prima”.
Berlusconi è ricoverato da martedì
scorso per un episodio di scompenso
cardiaco avvenuto domenica. Il ricovero era stato quindi programmato
- come ribadito oggi da Zangrillo non appena il leader di Forza Italia
fosse tornato a Milano. Fin dall'inizio
le sue condizioni erano state valutate
buone.
A parte i soliti idioti che imperversano sui social, e le cui ‘male parole’
nei confronti di Berlusconi ovviamente non hanno scandalizzato nessuno (neppure le solerti istituzioni,
di solito pronte ad intervenire se
solo su facebook viene minimamente
messa in discussione la moralità di
una cugina di quarto grado dell’ultimo uomo della terra), per il resto
da ieri pomeriggio si sono susseguiti
gli attestati di stima nei confronti di
Berlusconi. E proprio sui social il
più ricorrente è stato un “Forza Presidente”, come Berlusconi viene co-
Berlusconi con il dottor Alberto Zangrillo
munemente chiamato, e non solo
dai… tifosi rossoneri.
"Auguri di pronta guarigione al nostro super presidente Silvio Berlusconi. Tuoi deputati ti abbracciano
e ti aspettano più combattivo che
mai", ha twittato Renato Brunetta,
presidente dei deputati di Forza
Italia. Sempre su twitter, da Santiago
del Cile dove si trova in missione,
Pier Ferdinando Casini ha mandato
“un abbraccio affettuoso a Silvio
#Berlusconi e un augurio di rimettersi in pista quanto prima".
E ancora su twitter, il leader della
Lega Matteo Salvini ha messo da
parte le frizioni politiche degli ultimi
tempi e ha scritto: "Auguri di pronta
guarigione a Silvio Berlusconi. Quando c’è di mezzo la salute di una persona, non si scherza".
Auguri al leader di Forza Italia sono
arrivati anche da numerosi esponenti
della sinistra.
IL TIMBRO FINALE DELLA SUPREMA CORTE SU UNA VICENDA INGARBUGLIATA
La Cassazione: “Per i dipendenti pubblici
valgono ancora le tutele dell’articolo 18”
Per i licenziamenti della Pa non sono da considerare le modifiche apportate allo Statuto dei
lavoratori dalla riforma Fornero, tantomeno quelle arrivate con il Jobs Act - Il caso è chiuso
l licenziamento del personale
del pubblico impiego non è disciplinato dalla legge Fornero
(che già nel 2013 ha ristretto le
tutele per il lavoratore lasciato a
casa), ma dall’articolo 18 dello
Statuto dei lavoratori. E’ il timbro
finale della Cassazione che interviene a gamba tesa su una vicenda
ingarbugliata che da tempo era
I
diventata oggetto di discussione.
Dai giudici della Suprema Corte,
che “dopo una approfondita e condivisa riflessione”, con la sentenza
numero 11.868 della sezione Lavoro sono arrivati a un verdetto
destinato a fare giurisprudenza, è
arrivato il punto definitivo su una
questione rimasta in sospeso per
troppo tempo, su cui ci sono stati
altri verdetti controversi. Adesso
messi a tacere.
La decisione dei magistrati di più
alto grado in qualche modo rende
giustizia al governo e più precisamente al ministro della Pubblica
amministrazione, Marianna Madia,
che ha sempre ribadito come l’articolo 18 per gli statali non sia
stato cambiato né dalla legge For-
nero tantomeno dal Jobs Act. Per
il pubblico impiego le garanzie sarebbero dunque intatte, con il reintegro in caso di licenziamento
senza giusta causa. Un trattamento
quindi diverso rispetto ai lavoratori
privati, perché differente è la natura
del datore di lavoro.
E per mettere fine una volta per
tutte alla vicenda, che potrebbe
essere anche interpretata in diversi
modi, l’esecutivo vuole intervenire
con una norma ad hoc che chiarisca
l’esclusione dei dipendenti pubblici
dalle nuove regole.
Il benestare degli ermellini è arrivato.
Con la Cassazione che ha accolto
quindi il ricorso presentato
dal ministero delle Infrastrutture contro un funzionario licenziato perché
svolgeva un doppio lavoro
e al quale, tuttavia, la
Corte d’Appello di Roma
aveva riconosciuto sei
mesi di indennità risarcitoria. Come prevede la
legge Fornero nel caso
di licenziamenti per giusta
causa ma con violazione
delle procedure di contestazione disciplinare. Una decisione
che aveva provocato il ricorso del
ministero, che contestava i 180
giorni di risarcimento. E adesso il
caso torna nuovamente alla Corte
d’Appello, chiamata a riaffrontare
M.Z.
tutta la questione.
SI ANIMA SUI SOCIAL IL DIBATTITO APERTO DALL’EDITORIALE DI FRANCESCO STORACE SUL CASO BENEVENTO
Viespoli, Mastella e quella “certa destra”…
i è fatto ‘social’ il dibattito sollevato
da Francesco Storace, direttore
del Giornale d’Italia, con l’editoriale
di ieri dal titolo “Non è Marchini”, in
cui – riferimenti politici alla mano – ha
sollevato il caso di come a Benevento il
rinnovamento di Fratelli d'Italia si concretizzi con il sostegno a sindaco di…
Clemente Mastella.
Il post è stato infatti ripreso e condiviso
sul suo profilo facebook da Pasquale
Viespoli, che proprio nella sua Benevento iniziò giovanissimo a far politica
nell’allora Msi, città della quale è stato
anche sindaco dal 1993 al 2001, quando
venne eletto deputato per la prima
volta. Della vita politica della bella città
sannita, dunque, Viespoli ha pieni titoli
per conoscere vita, morte e miracoli.
Così come della politica nazionale, che
S
lo vede da due decenni protagonista.
Quando Viespoli ha condiviso l’editoriale
di Storace di ieri, ecco quindi che lo
stesso è stato commentato a più voci,
rispetto alle quali l’ex sindaco di Benevento ha risposto puntuale, anche ai
toni poco urbani: “Premesso che in
quanto a prefissi telefonici a destra e
nel centro destra la competizione è
aperta – ha risposto ad esempio ad un
amico di fb che sottolineava la performance negativa della Lista Storace alle
elezioni di Roma - ho semplicemente
condiviso non la vita e l'opera di Storace
ma un suo articolo sul quale spero
anche tu sia d'accordo. O no?”. E poco
più avanti Viespoli ha riconosciuto a
Storace il merito di aver “fatto bene a
sollevare una questione politica. Numeri
a parte”.
‘Questione politica’, come detto, riconducibile a Clemente Mastella che “non
torna”, ha argomentato in un altro commento Viespoli, perché “c'è sempre
stato grazie alla destra ed al centro
destra ed a tutti gli statisti centrali e di
periferia che gli hanno consentito la
"mobilità "'elettorale e politica, subendo
il ricatto dell'utilità marginale. Anche io
ho la mia parte di responsabilità in
particolare per l'alleanza sbagliata del
2011 che ho pagato e continuo a pagare
sul piano dell'immagine e della coerenza
di una lunga storia”, ricordando altresì
che “nel 93 quando mi candidai a sindaco lo feci anche contro certa destra
già allora alleata con Mastella...” e chiosando con la stretta attualità: “Oggi
‘coerentemente’ certa destra è alleata
Ig.Tr.
con Mastella”.
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Venerdì 10 giugno 2016
ATTUALITA’
PRONTO A RAGGIUNGERE PUTIN A SAN PIETROBURGO PUR DI ALLONTANARSI DALLE CITTÀ AL VOTO
Renzi scappa dai ballottaggi
Anche lo staff lo sta consigliando di tenersi alla lontana da un altro probabile bagno di sangue
INDAGATA PER CORRUZIONE ELETTORALE
Presunti brogli a Napoli:
la Ulleto si sospende dal Pd
nna Ulleto, candidata al consiglio
comunale di Napoli per il Pd e
indagata in un'inchiesta della Procura di Napoli su presunti episodi di
voto di scambio, si è autosospesa dal
partito. Lo ha comunicato lei stessa
con un post su Facebook, dicendo di
essere "delusa e amareggiata per quanto
successo in queste ore. Ho deciso di
non restare in silenzio perché chi ha la
coscienza a posto deve sempre metterci
la faccia. Consapevole che la verità viene
sempre a galla e su questo confido ciecamente nel lavoro della magistratura,
nei confronti della quale nutro profondo
rispetto e stima. E ribadisco la mia disponibilità e collaborazione perché sono
estranea a qualsiasi addebito. Nel rispetto
dei miei elettori, di chi ha creduto in me
e del mio partito comunico la decisione
di autosospendermi dal Pd fino a quando
questa vicenda, che ha segnato in negativo la mia vita, non sarà definitivamente chiusa.
La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo di inchiesta dopo alcuni video
pubblicati da Fanpage e che mostrano
presunti passaggi di banconote all'esterno
di alcuni seggi elettorali di Napoli, in
occasione delle amministrative di do-
A
di Igor Traboni
a così tanta paura dei
ballottaggi, che potrebbero trasformarsi in un
altro bagno di sangue
dopo i circa 500mila voti
sulle precedenti elezioni che il Pd
ha perso con il primo turno delle
amministrative del 5 giugno, che
Matteo Renzi avrebbe deciso di tenersi alla lontana nelle ore più calde
del bis alle urne del 19. Secondo l'Huffington Post , nella versione italiana diretta da Lucia Annunziata,
proprio venerdì 17 giugno – ed evidentemente senza tener conto della
possibilità infausta che serpeggia
sulla data – il segretario del Pd, nella
doppia veste di presidente del Consiglio, partirà per San Pietroburgo e
nella città russa raggiungerà Vladimir
Putin al Forum economico interna-
H
zionale, dove ha intenzione di incontrare alcuni esponenti dell'imprenditoria russa ma anche internazionale.
D’altro canto, lo stesso Matteo Renzi
– in quale veste non lo si era capito
bene, stante la sua continua occupazione dei mezzi televisivi – l’altra
sera, ospite della trasmissione ‘Otto
e mezzo’, aveva detto di non voler
fare iniziative “a meno che non sia
necessario" .
La necessità in realtà ci sarebbe,
per cercare di dare man forte ad alcuni candidati sull’orlo del precipizio
elettorale, dal milanese sala al romano Giachetti. Ma quest’ultimo ha
fatto capire chiaro e tondo di non
volere il premier-segretario accanto
per la chiusura di venerdì 17, mentre
il candidato meneghino è così decisamente preoccupato della risalita
dell’avversario Parisi da non avere
più molo altro tempo libero, da dedicare eventualmente alla comparsata renziano.
Ma è un po’ tutto lo staff del Nazareno
a consigliare al ‘capo’ di non esporsi
troppo in vista dei ballottaggi: a bagno di sangue consumato, sarebbe
poi difficile, se non impossibile,
anche per l’ex rottamatore continuare
a sostenere che “il Pd non è poi andato così male”…
In realtà, a quanto risulta al Giornale
d’Italia, Matteo Renzi avrebbe ricevuto comunque un invito a partecipare alla chiusura della campagna
elettorale del Pd in Friuli Venezia
Giulia, dove sia Trieste che Pordenone sono andare al ballottaggio.
Invito arrivato da Debora Serracchiani, governatrice di quella regione
e oramai renziana fino al midollo,
dopo aver sostenuto ben altre cause
all’interno del partito. Ma il segretario
nazionale avrebbe più o meno gentilmente declinato l’invito: davanti
alla possibilità di perdere sia Trieste
che Pordenone, i detrattori di Renzi
e della Serracchiani prenderebbero
due piccioni con una sola fava elettorale.
Insomma, Renzi appare deciso a far
accendere i motori del suo nuovo
aereo presidenziale per allontanarsi
IL DIRETTORE ARTISTICO DI SANREMO ASSUME LA STESSA QUALIFICA ANCHE PER LA RADIO
Rai alla fiorentina, i Conti tornano
a scelta di Carlo Conti girava
in Rai già da qualche giorno,
da quando cioè si era saputo
che il direttore generale Antonio
Campo Dall’Orto stava per nominare
un direttore artistico anche per RadioRai. Nomina che è arrivata ufficialmente ieri e che dunque non ha
sorpreso più di tanto, ma ha solo
contribuito a ridare fiato alle polemiche su quella ‘renzizzazione’ della
Rai che lo stesso premier-segretario
pd ha cercato, abbastanza inutilmente, di smorzare intervenendo
l’altra sera all’ultima puntata del
programma Virus di Nicola Porro.
“Oramai è una Rai alla fiorentina”,
è il ritornello che risuona nei corridoi
della Tv di Stato, con riferimento
non tanto alla provenienza geografica
anche di Carlo Conti – e ci mancherebbe pure che chi è nato a
quelle parti non possa lavorare in
Rai – ma al fatto che poi tutte
queste scelte ricondurrebbero di
filato alle ‘simpatie’ di Matteo Renzi.
Certo, come professionista Carlo
Conti è ineccepibile, e il successo
di tutti i suoi programmi ne sono
L
la palese dimostrazione, eppure
negli stessi, famosi corridoi della
Rai Radiotelevisione Italiana c’è chi
è pronto a giurare che il vento è ulteriormente cambiato in suo favore
dopo l’ultimo Sanremo, di cui Conti
è direttore artistico: anche questa
edizione è stata infatti un enorme
successo in termini di audience,
ma è passata alla storia anche come
il Sanremo dei braccialetti colorati
pro unioni gay, nel pieno del dibattito
e dell’approvazione della legge sulle
unioni civili. Una netta invasione di
campo in prima serata rispetto alla
quale Carlo Conti non ha mosso
un dito. Una scelta, quella del direttore artistico, che avrebbe ‘parecchio garbato’ il premier.
Ed eccoci dunque, per tornare alla
cronaca, all’annuncio fatto ieri dal
direttore generale, di orbita renziana,
Campo Dell’Orto di Carlo Conti nuovo direttore artistico di RadioRai.
Una scelta che dal vertice di viale
Mazzini è stata salutata con un ulteriore attestato di stima nei confronti
del conduttore: “Ha allo stesso tempo la capacità di creare e gestire”,
menica scorsa
Oltre ad Anna Ulleto (in lizza per il Consiglio comunale) è indagata anche Rosaria Giugliano (candidata Pd per la
Municipalità Mercato Pendino) sempre
pe rle ipotesi di reato di associazione
per delinquere finalizzata alla corruzione
elettorale. Entrambe le abitazioni delle
due indagate, così come i rispettivi comitati elettorali, sono stati perquisiti
dalla polizia giudiziaria.
E sulla vicenda è intervenuto anche Antonio Bassolino, già sindaco di Napoli e
candidato sconfitto alle ultime primarie
del Pd, chiedendo che Renzi “intervenga
con determinazione, prima che il Pd
precipiti in un burrone politico e morale.
Per rimetterlo in piedi si deve rifare
tutto”.
da Roma e da tutte le possibili caporetto dem. Il giorno prima del silenzio elettorale, ovvero giovedì 16,
potrebbe invece partecipare alla
"Festa dell'Imu" organizzata per celebrare la scomparsa dell'imposta.
Sempre che non gli organizzino una
controfesta di tutte le altre tasse
messe. Una ‘festa’ agli italiani, insomma.
CINQUE STELLE CONTRO REPUBBLICA E UNITÀ
Adesso grillini e dem
litigano pure sui giornali
ramai non passa giorni
che grillini e pd del fronte
renziano non si azzuffino
su qualcosa. Ieri è stata la
volta dei giornali, con Roberto
Fico, presidente della commissione di vigilanza Rai e membro
del direttorio del Movimento,
che ha dato la stura alla querelle, affermando che "certi
quotidiani nazionali sono diventati la brutta copia di sé
stessi. Non penso solo al ritorno sulla scena dell'Unità,
umiliato e retrocesso a giocattolo della propaganda renziana. Anche ''Repubblica'', da
qualche tempo, si atteggia nello
stesso modo. La sua missione
è diventata quella di gettare
fango su una forza politica, a
prescindere dalla veridicità delle
informazioni. Qualche giorno
fa speculava su una mia frase
O
Conti, Ramazzotti e i nastri arcobaleno all’ultimo Sanremo
ha detto di lui il dg.
Conti ha definito la radio il suo
“primo amore. tutto quello che
sono riuscito a fare nella mia vita
lo devo alla radio”.
Il contratto del presentatore è stato
inoltre allungato di altri due anni.
“Siccome si vede che Carlo Conti è
fortemente legato a questa azienda,
ho approfittato dell’occasione per
rinnovare il suo contratto che scadeva nel 2017 e adesso scadrà nel
giugno 2019. Lo abbiamo prolungato di due anni e abbiamo inserito
il nuovo incarico di direttore artistico
della radio”, ha aggiunto il dg Campo
Dall’Orto, aggiungendo che Sanremo
rimane fuori da questo contratto.
Il dg ha anche spiegato che saranno
tagliate le presenze televisive del
conduttore, in particolare “gli impegni quotidiani”.
In merito alle sue idee per la
radio, Conti ha risposto che “è
presto per parlarne, dovremo prima confrontarci con i direttori.
Sanremo? E’ un evento di tutta la
Rai, radio compresa. Mi piace-
rebbe che Radio2 potesse dedicare
un ‘Sanremo continua’, che rac-
mettendomi contro Luigi Di
Maio, oggi (ieri, ndr) dedica le
prime tre pagine intere a un
fantomatico patto fra Lega e
M5S, una totale falsità utile
evidentemente alla propaganda
del Pd per i ballottaggi”.
Dal pd ha replicato Stefano
Pedica: "Fico se vuole fare il
pasdaran grillino lasci la presidenza della Vigilanza Rai. I
suoi attacchi all'Unità e a Repubblica sono vergognosi. Se
il M5s vuole tenersi al riparo
dalla realtà e dalle critiche,
continui pure a cantarsela e a
suonarsela sul suo blog. La
democrazia però è un'altra
cosa".
Per la senatrice Laura Cantini,
membro della direzione del
partito “dopo il Tg1, Fico vuole
mettere mano alle notizie di
Repubblica e dell'Unità''.
conti il Festival anche dopo che
si sono spenti i riflettori”. Ig.Tr.
4
Venerdì 10 giugno 2016
ATTUALITA’
DOPO LA MORTE DEL GIOVANE AFRICANO UCCISO DA UN CARABINIERE PER DIFENDERSI DALL’AGGRESSIONE
Ora a Rosarno si rischia la rivolta
Oltre cento persone hanno marciato tra insulti alle forze dell’ordine, passamontagna,
auto bloccate e minacce di rappresaglia. Offesi gli italiani: “Razzisti”
di Marcello Calvo
ono ospiti ma si
sentono padroni.
Anche per colpa di
tutti quei politicanti
che gliele danno
tutte vinte difendendoli a
spada tratta, nel bene o nel
male. E se li attacchi, ti bollano come un razzista. Fomentano odio e creano
scompiglio, ma guai a criticarli. Questa, la parabola di
molti immigrati che continuano ad invadere le nostre
coste e pretendono di comandare a casa nostra.
Oltre cento clandestini sono
scesi per le strade di Rosarno, inscenando una dura
e provocatoria protesta davanti al municipio dopo la
tragedia avvenuta nella tendopoli
di San Ferdinando (Reggio Calabria). Dove un carabiniere, dopo
essere stato aggredito con un coltello mentre tentava di sedare una
rissa furibonda fra un gruppo di
immigrati, ha accidentalmente ucciso un giovane africano.
C’è rischio rivolta dopo il tragico
fattaccio. Cartelli di protesta e minacce sono stati esibiti fuori dalle
baracche contro i carabinieri. Con
le forze dell’ordine, “invitate” a tenere la larga dalle baracche, allon-
S
tanate dal lancio di qualche sasso.
Solo i cronisti e i reporter presenti
sul posto hanno ricevuto l’ok per
raccontare e documentare il dissenso di decine e decine di facinorosi pronti alla linea dura. Molti fra i
ribelli indossavano passamontagna
o cappelli con la visiera abbassata
e sciarpe a coprire i volti per non
farsi riconoscere. Altri ancora hanno
urlato a gran voce di essere armati,
probabilmente di coltelli.
Tensione palpabile per le vie, con
le auto dei passanti bloccate dai
diretti interessati che hanno fatto
anche da servizio d’ordine. Una
vergogna. Le camionette della polizia, costretta a controllare da lontano, sono state più volte bloccate.
Con le forze dell’ordine (molte
delle quali in borghese) obbligate
a mantenere la calma per non far
degenerare la questione. C’è chi
s’è diretto verso il centro di San
Ferdinando e chi ha messo nel mirino la piccola caserma dei carabinieri del posto. L’obiettivo è chiaro e la parola d’ordine sembra es-
sere una soltanto: vendetta.
Intollerabili gli striscioni esposti
lungo il corteo: “Fuck carabinieri”.
Irripetibili gli insulti. E c’è chi tenta
la strada del pietismo: “Italiani razzisti”. Queste, le urla dei più agitati.
Che minacciano la rivolta e sembrano pronti a seminare il terrore.
Nessuna pietà per quel carabiniere
costretto ad aprire il fuoco, per reagire, dopo l’aggressione. E l’impressione è che finché i conti non
verranno regolati il clima non si
placherà. Con gli abitanti del posto
tenuti quasi sotto scacco, a casa loro,
da una banda di esagitati. Che protestano contro il Comune e lasciano
intendere, solo a parole, di voler
mantenere la calma:“Siamo qui non
per fare la guerra o casini, ma per
lavorare e mangiare. I carabinieri
devono mettere pace, non uccidere”.
Ma le intenzioni sembrano altre. A
testimonianza del fatto, i cassonetti
(due) bruciati la scorsa notte nella
tendopoli. E la paura è che presto
possa scoppiare la rivolta, solo rimandata.
CI SI METTE PURE L’EUROPARLAMENTO
Quello di Abu Omar è un caso senza fine
Intanto sta per tornare nel nostro Paese l’ex agente Cia Sabrina De Sousa, coinvolta nel rapimento
DUBBI DOPO L’ESTRADIZIONE IN ITALIA
Trafficante di uomini
scambiato per un altro?
tiamo svolgendo gli opportuni accertamenti. Questo
quanto affermato dal procuratore di Palermo Francesco
Lo Voi, dopo le indiscrezioni di
stampa sulla possibilità di uno
scambio di persona nell'annunciata cattura del trafficante eritreo
Yehdego Medhanie Mered.
S
bu Omar, un caso senza
fine. Dal sequestro al processo a Cia e Sismi passando per la condanna della
Corte europea dei diritti umani
che ha sanzionato l’Italia per il
rapimento e la detenzione illegale dell’ex imam “vittima”
di un’operazione di extraordinary rendition. Fino ad arrivare
alla richiesta dell’Europarlamento che in seduta planetaria
A
ha chiesto all’Italia di “rinunciare
al segreto di Stato per l’ex
capo del Sismi e il suo vice” e
“per tre ex membri dei servizi
segreti coinvolti nella vicenda”
al fine che “la giustizia proceda
senza ostacoli”. Con l’altra novità, di queste ore, relativa alla
sentenza della Corte Costituzionale di Lisbona che ha condannato in contumacia l’ex
agente della Cia Sabrina De
Sousa a scontare una pena detentiva di quattro anni perché
l’ha ritenuta colpevole di aver
partecipato al sequestro del
17 febbraio 2003. Con la donna
che ha perso la sua battaglia
legale e presto verrà estradata
in Italia per scontare la sua
pena.
Sarà una delle poche a pagare
per una vicenda davvero infinita. L’arresto dell’ex-spia era
avvenuto lo scorso ottobre nella
capitale del Portogallo grazie
a un mandato di cattura europeo. Secondo la giustizia lusitana lei era tra i 26 americani
condannati per il sequestro del
sospetto terrorista Osama Moustafa Hassan Nasr, alias Abu
Omar.
Nonostante abbia sempre proclamato la sua innocenza, la
De Sousa è ora in attesa di sapere quando verrà trasferita
in Italia. Il suo avvocato ha detto
che spera di ottenere per la
sua assistita la grazia del pre-
"Al momento- ha aggiunto Lo
Voi- tutto quello che possiamo
dire è che la segnalazione del ricercato, il suo arresto, la consegna
e l''estradizione in Italia sono stati
comunicati in via ufficiale dalla
National Crime Agency inglese e
dalle autorità sudanesi tramite
l'Interpol". Testimonianze sullo
sidente della Repubblica, Sergio Mattarella, così com’è avvenuto per altre persone coinvolte nel caso.
Difficile, ma non impossibile,
che ciò possa accadere. Tant’è,
la condannata ha inviato una
lettera a Papa Francesco, attraverso l’ambasciata del Vaticano a Lisbona, chiedendo
al Pontefice di intervenire contro le consegne speciali utilizzate dalla Cia dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001.
Ha paura, la De Sousa. Ma so-
scambio di persona, tuttora privo
di conferme, sono state rilanciate
ieri mattina dall'emittente britannica Bbc.
L'arresto del presunto trafficante
era stato eseguito nella capitale
sudanese Khartoum grazie alla
collaborazione tra polizie di diversi
Paesi. Secondo gli inquirenti, Medhanie si sarebbe reso corresponsabile della morte di oltre
300 persone a largo di Lampedusa
nell'ottobre 2013. In un solo anno
avrebbe fatto imbarcare tra i 7000
e gli 8000 migranti.
prattutto, come ha rivelato al
quotidiano la Stampa, teme di
non rivedere più sua mamma,
che ha 90 anni e non verserebbe in ottima salute. E sogna
di ricevere lo stesso trattamento
riservato dal presidente della
Repubblica italiana che ha già
dato la grazia a Bob Lady, capo
della Cia a Milano durante l’extraordinary rendition. E adesso
la patata bollente passa nelle
mani di Mattarella. Che potrebbe “perdonarla” anche per
non essere attaccato di trattaMarco Zappa
menti iniqui.
5
Venerdì 10 giugno 2016
DA ROMA E DAL LAZIO
CI VORRÀ ANCORA UN MESE PER IL DEPOSITO
Cucchi, rinviata la perizia
La prossima udienza è fissata per il 28 luglio. Disposta l’acquisizione di alcuni documenti
l deposito della perizia per accertare
le cause della morte di Stefano Cucchi
è stata rinviata al prossimo 25 luglio. Il
rinvio è stato disposto dal gip di Roma
Elvira Tamburelli, che ha accolto una
richiesta del professor Francesco Introna, quest’ultimo a capo degli esperti incaricati degli
accertamenti medico-legali.
Si dovrà attendere un altro mese per accertare
la possibile svolta nell’ambito dell’inchiesta
bis sulla vicenda che coinvolge anche cinque
carabinieri, indagati a seconda della posizione
processuale di lesioni e di falsa testimonianza.
L’indagine bis è stata aperta il 22 ottobre del
2009 e appunto coinvolge i militari dell’Arma,
che hanno ottenuto ieri dal gip l’acquisizione
al fascicolo del procedimento della documentazione riguardante un incidente stradale
che Cucchi aveva avuto qualche tempo prima
dell’arresto.
La documentazione era stata acquisita solo in
parte ma ora sarà completa. L’avvocato Fabio
Anselmo che assiste i familiari di Cucchi ha
invece ottenuto l’acquisizione della testimonianza di alcune persone secondo le quali
prima di essere arrestato Cucchi godeva di
ottima salute e faceva anche sport.
Ma anche alcune lastre radiografiche di Cucchi
fatte in un ospedale romano 15 giorni prima
della sua morte dopo un incidente stradale.
Fuori dall’aula il legale di parte civile, Anselmo,
ha spiegato: “Noi non abbiamo fiducia né
nella perizia, né che la stessa sarà depositata
alla data stabilita. In questa perizia non c’è
nulla di normale. E certo l’anormalità non è
per colpa del giudice. L’andamento di questa
perizia, con i problemi che ci sono stati, e
I
con addirittura l’acquisizione di un’immagine
delle vertebre di Stefano tratta dal web, è
quantomeno eccentrico”.
Nell’inchiesta sono coinvolti anche cinque
medici che ebbero in cura Cucchi. Secondo
l’accusa non fornirono una corretta assistenza
e per questo il pg Eugenio Rubolino ha chiesto
di condannarli per omicidio colposo senza
attenuante generica, ribaltando di fatto la sen-
tenza assolutoria.
L’associazione dei medici, però, non ci sta e
“si allinea al coro mediatico-giudiziario sulla
colpevolezza dei medici del Pertini che hanno
avuto in cura Stefano Cucchi. Siamo costernati
ed indignati dalla requisitoria del pg Eugenio
Rubolino che, addirittura, paragona l’operato
dei medici alle torture subite da Giulio Regeni”.
Perché “siamo convinti della assoluta innocenza
dei medici del Pertini: conosciamo il loro
valore e la loro professionalità”, sostenendo
che “nel caso Cucchi bisogna avere il coraggio
di trovare i “veri” colpevoli e non di creare
dei “capri espiatori””, ha chiuso l’Anaao Assomed.
La prossima udienza del procedimento è stata
fissata per il 28 luglio.
Marco Compagnoni
CRONACA
“Giustizia sociale” alle popolari
Una famiglia italiana torna in possesso dell'immobile
Castellino: “Case ai connazionali, basta privilegi per gli stranieri”
iustizia fai-da-te. Le case popolari, in questo caso a Roma,
sono il termometro del Paese
dove i meno abbienti italiani devono
fare i conti con le assegnazioni agli
stranieri o vengono sgomberati per le
morosità, cosa che non avviene però
per i partiti che si sono impossessati
G
di immobili prestigiosi a canoni d'affitto
irrisori, come emerso negli scandali
Affittopoli
Ma ieri mattina si è resa giustizia per
una famiglia italiana grazie al sostegno
di Officine Italia, di cui è portavoce
Giuliano Castellino, da sempre in prima
linea per il diritto all'abitare.
"Abbiamo "restituito" il tetto ad una famiglia italiana, un mese fa sgomberata
con la forza, perché quella casa del
Comune è stata assegnata a dei rumeni.
Mentre i nostri connazionali vengono
sfrattati, le stesse case "liberate" vengono date a persone straniere. Una situazione inaccettabile", ha spiegato
CASTELLI, IL BLITZ DELLA POLIZIA
Giro di usura:
botte e maxirate
Ah Ah! Gli hai menato Hai sentito? - Ma gli hai
menato in diretta proprio?
- E n’hai sentito? Ah Ah !”. E’
un’intercettazione che ha portato all’arresto di sette persone
coinvolte a vario titolo per
estorsione, usura, spaccio e
rapina. Gli agenti del commissariato di Albano Laziale
e i carabinieri della compagnia
di Velletri hanno dato esecuzione, in Roma, Ariccia, Albano Laziale, Lanuvio e Genzano di Roma ad un provvedimento cautelare - emesso dal
“
Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Velletri
Gisberto Muscolo su richiesta
della locale Procura diretta
da Francesco Prete - nei confronti di 7 soggetti ritenuti responsabili a vario titolo dei
reati di usura, estorsione, detenzione ai fini di spaccio di
sostanze stupefacenti, attività
finanziaria abusiva e violazione
degli obblighi della Sorveglianza speciale di pubblica
sicurezza.
Nel corso delle indagini, svolte
con ausilio di attività tecniche
di intercettazione telefoniche
e ambientali, sono state individuate molte vittime tra cui
imprenditori, commercianti e
privati cittadini, che venivano
continuamente vessate mediante condotte intimidatorie
ed estorsive per ottenere il
pagamento delle rate concordate per la restituzione del
debito. Il tasso usurario applicato variava tra il 120% e
il 140% annuo. Tra le vittime
ben 7, individuate dagli investigatori, hanno collaborato
alle indagini confermando le
responsabilità a carico degli
arrestati. Sono emerse altresì
ripetute violazioni alla normativa sugli stupefacenti con vari
sequestri di Cocaina, Hashish
e Marijuana.
Castellino, che ha mandato un chiaro
messaggio alle istituzioni competenti:
"Oggi è solo la prima azione. La nostra
lotta al fianco degli italiani e dei loro
diritti sarà prioritaria. Stanchi delle
chiacchiere elettorali, delle troppe parole dei politicanti e delle inutili polemiche sui ballottaggi, noi torniamo tra
la nostra gente". “In prima linea a gridare ‘Roma patria nostra, Italia agli
italiani’”, ha promesso Castellino che
ha ricostruito gli istanti della vicenda:
"Le lacrime di gioia della mamma italiana tornata a "casa sua" sono la nostra
vittoria più grande. Gli altri si tenessero
seggi e poltrone, noi preferiamo la
lotta al fianco degli italiani".
TUSCIA
Sisma, richiesta alla Regione
ella notte tra il 30 e il 31
di maggio, diversi comuni
dell'Alta Tuscia sono stati
colpiti da un sisma con magnitudo 4,1, ed epicentro localizzato
nella zona dell'altopiano dell'Alfina, nei dintorni di Acquapendente. Il terremoto, seguito
nelle ore successive da diverse
scosse di assestamento che
hanno colpito tutta la zona del
lago di Bolsena, ha generato
paura e preoccupazione nella
cittadinanza, pur non avendo
causato, almeno ad una prima
analisi, danni consistenti a cose
o persone. Nei giorni successivi
allo sciame sismico, però, diversi sindaci e cittadini dell'area
N
colpita hanno espresso preoccupazione per lo stato di alcuni
immobili dei comuni “terremotati”. Preoccupazioni di cui si è
fatto portavoce Daniele Sabatini,
capogruppo Cuoritaliani alla Regione Lazio, che ha chiesto al
presidente Zingaretti di valutare
la possibilità di proclamare lo
stato di calamità nei comuni
colpiti dal sisma. “Dopo lo sciame sismico dei giorni scorsi, i
sindaci dei comuni dell’Alta Tuscia sono preoccupati per le
conseguenze a molti immobili
– ha spiegato Sabatini - I cittadini fortunatamente hanno avuto
solo tanto spavento ma molti
edifici, anche privati, con il pas-
sare delle ore hanno presentato
danni tali da doverli dichiarare
inagibili. Sarebbe quanto mai
opportuno che la giunta Zingaretti si confrontasse con gli
amministratori locali per verificare la situazione e valutare
anche la possibilità di proclamare lo stato di calamità naturale per le aree coinvolte”. Si
tratta di una situazione certamente delicata, specialmente
alla luce del fatto che molti dei
comuni coinvolti ospitano sul
territorio edifici di grande interesse storico, particolarmente
sensibili a modificazioni di carattere geologico.
Alessandro Bruni
6
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Venerdì 10 giugno 2016
DA ROMA E DAL LAZIO
DOPO MONTEZEMOLO, ANCHE IL PRESIDENTE DI UNINDUSTRIA STIRPE REPLICA ALLA RAGGI
Olimpiadi, un’opportunità per Roma
Industriali e commercianti in rivolta: sarebbero previsti centottantamila posti di lavoro,
mentre il Pil aumenterebbe del 2,4%. Oggi il confronto fra Raggi e Giachetti
Milano, l’Expo ha dato
uno stimolo importante alla crescita della città, non vedo perché lo stesso ragionamento non
valga per Roma con le Olimpiadi.
Non capisco perché si debba privare Roma di questa opportunità”.
E’ forte e chiaro il messaggio di
Maurizio Stirpe, presidente di Unindustria Lazio, alla candidata a 5
“A
Stelle Virginia Raggi.
“E bisogna anche tenere conto ha aggiunto - della modalità con
cui il Comitato olimpico ha affrontato
il tema, con la riqualificazione e il
recupero di strutture incompiute,
prevedendo la quasi totalità della
copertura dei costi con i proventi
dei Giochi”.
Anche perché le buche e le Olimpiadi “sono due cose che possono
andare insieme. L’una non è alternativa all’altra”, ha spiegato ancora
Stirpe. La cultura del no dei grillini
non spaventa soltanto gli industriali
ma anche il team per la candidatura
di Roma 2024.
“Qui parliamo dei Giochi del 2024.
Significa che ci sono 5 anni della
prossima amministrazione e poi altri
3. Io mi aspetto che in 8 anni i problemi della Capitale siano risolti”,
aveva dichiarato Luca Cordero Montezemolo, presidente del comitato
Roma 2024, al Corsera.
Com’è noto il Movimento Cinque
Stelle sostiene che Roma ha altre
priorità rispetto alle Olimpiadi, dalle
quali potrebbero arrivare fior di
quattrini da investire sulla città, ricca
di carenze.
Nonostante la mediazione, i 5 Stelle
non sentono ragione e ribadiscono:
“Roma non è pronta ad ospitare le
Olimpiadi. Noi abbiamo detto che
si può fare un referendum e ascoltare
la popolazione. Io personalmente
posticiperei le Olimpiadi e le farei
solo dopo aver risollevato Roma, risolvendo i problemi quotidiani”, ha
spiegato anche ieri la senatrice del
M5S, Paola Taverna.
Una convinzione ideologica che
frena di fatto nuovo posti di lavoro, il
tallone d’Achille della Roma di oggi:
le imprese e le attività commerciali
DOPO L’EX BAOBAB, SI PROPONE L’EX ITTIOGENICO
A TIBURTINA DI PROPRIETÀ DELLA REGIONE LAZIO
La sinistra vuole un centro immigrati
Bloccato lo sgombero almeno fino ad oggi
Previsto un vertice fra le parti in prefettura
utto rinviato. Gli immigrati
accolti nelle tende a via
Cupa sono ancora lì, nonostante la Questura di Roma avesse
disposto lo sgombero immediato
già da mercoledì. Poi l’intervento
di alcuni parlamentari di Sinistra
Italiana, che hanno sollecitato anche la Regione Lazio, ha bloccato
il tutto non curanti però delle
condizioni sanitarie e della sicurezza dei cittadini, come avevano
fatto notare da via San Vitale.
Gli immigrati sono stati accolti
“abusivamente e, senza alcuna
garanzia sanitaria, all’interno di
tende montate illegalmente sulla
sede stradale”, aveva spiegato la
Questura di Roma nei giorni scorsi, che, oltre alle fotosegnalazioni
degli stranieri, sta valutando la
condotta dei responsabili delle
tendopoli, difesi dall’estrema sinistra romana.
La tendopoli davanti all’Ex Baobab,
chiuso lo scorso dicembre, accoglie da settimane 200 tra uomini
e donne sopravvissuti degli ultimi
sbarchi nel Mediterraneo.
I blindati della polizia sono dovuti
tornare indietro dopo il braccio
di ferro con i volontari, che hanno
di fatto scongiurato lo smantellamento del presidio, almeno fino
ad oggi, quando si incontreranno
Comune, Prefettura e Regione
per capire il da farsi.
IL CORPO SENZA VITA DI SARA BOSCO
Forlanini, indaga la procura
a procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla presunta morte di Sara
Bosco, appena 16enne, per overdose
in un padiglione dismesso dell’ospedale
Forlanini. Si indaga per il reato di istigazione o aiuto al suicidio.
Sul corpo della giovane, secondo un
primo accertamento, non sono stati
trovati segni di violenza ma il pm Antonino
Di Maio, titolare del procedimento, ha
disposto una autopsia per chiarire quale
sostanza ha portato alla morte la giovane.
Il reato ipotizzato è anche legato al fatto
che la giovane in passato aveva palesato,
anche attraverso sms, l’intenzione di togliersi la vita. Gli inquirenti puntano ad
individuare chi abbia ceduto alla mino-
L
continuano a chiudere ogni anno e
l’abusivismo dilaga in ogni angolo
della città. Eppure le Olimpiadi potrebbero generare 180mila posti, almeno stando a uno studio della commissione di esperti presieduta da
Beniamino Quintieri. E il Pil, nello
stesso periodo, aumenterà del 2,4%.
Per non parlare dei benefici per
l’indotto, dei flussi turistici e del
renne la droga. Il magistrato potrebbe a
breve convocare in procura anche il direttore generale dell’azienda ospedaliera
San Camillo-Forlanini per cercare di chiarire come sia possibile che all’interno
del complesso ospedaliero, tra i più
grandi di Roma, ci siano aree abbandonate
e frequentate da sbandati e tossicodipendenti.
Non è il primo episodio che si consuma
all’interno degli ospedali: le morti e gli
stupri al San Camillo, le morti e il degrado
anche al Forlanini, ormai abbandonato.
Ciò che sta succedendo è davvero inaudito. Il che la dice lunga sulla sicurezza,
la vigilanza e il monitoraggio dei nosocomi
capitolini.
boom dei consumi. Numeri importanti per la Capitale, che sarebbe
frenata dalla “cultura del no” grillina.
Le Olimpiadi saranno al centro del
dibattito in programma presso la
sede di Unindustria Lazio tra i due
candidati a sindaco di Roma, Virginia Raggi del Movimento 5 Stelle
e Roberto Giachetti per il centrosinistra.
SECONDA BOMBA D’ACQUA IN 72 ORE. ALLAGAMENTI,
ALBERI CADUTI, TRAFFICO E TRASPORTI IN TILT
Un altro temporale,
Roma ancora ko
T
Propongono la riconversione
dell’ex Ittiogenico a Tiburtina,
un’area abbandonata da dieci
anni, di proprietà della Regione
Lazio, un tempo usata come allevamento di pesci per il ripopolamento delle acque bonificate
di tutta Italia, oggi giardino ridotto
a latrina. Perfetto, dopo un’accurata bonifica, invece per ospitare tende e servizi, secondo i
volontari.
In prima linea i parlamentari di
Si Nicola Fratoianni, Giovanna
Martelli e l’ex candidato sindaco
Stefano Fassina, secondo i quali
“il centro Baobab e i suoi volontari
devono riprendere l’importante
attività che svolgono ormai da
mesi”, sostenendo che “l’accoglienza è una questione di civiltà".
Contrario alla tendopoli è invece
il comitato dei cittadini della stazione Tiburtina, che ritiene “scon-
siderata e pericolosa la trattativa
che le autorità stanno portando
avanti con gli esponenti dell’estrema sinistra, protagonisti
dello scempio portato avanti nell’ultimo anno”.
“Una strada privata è stata espropriata ai cittadini per far posto a
tende di fortuna per ammassarci
dentro migranti sottratti all’accoglienza organizzata e autorizzata
del ministero”, aggiungendo che
“tutta l’estrema sinistra capeggiata
da Fassina è riuscita ad ottenere
un rinvio dello sgombero”.
I cittadini non hanno dubbi: “Aggiungere alla stazione Tiburtina
le centinaia di clandestini che si
prevedono è una scelta sconsiderata che va evitata”.
Strutture spesso gestite dalle cooperative rosse e bianche, molte
delle quali finite in Mafia Capitale.
Marco Compagnoni
ue temporali in 72 ore e
Roma è andata nuovamente sott’acqua con allagamenti, alberi caduti e traffico in
tilt sul litorale nord e in altre zone
della città. La bomba d’acqua si
è abbattuta a metà mattinata sulla
Capitale con i conseguenti rallentamenti da via Cassia alla tangenziale, da via Boccea a via di
Torrevecchia, da via Trionfale a
Muro Torto.
Traffico intenso anche sul Raccordo anulare di Roma in particolare tra l’uscita 22 e la 11. Centinaia gli interventi dei vigili del
fuoco, della polizia municipale e
della protezione civile, assaltati
D
dalle chiamate di soccorso dei
cittadini. Cantine allagate, tombini
otturati, tamponamenti. Un’altra
giornata di caos per la Città Eterna,
che aveva dovuto fare i conti con
una mezz’ora di pioggia violenta
abbattutasi martedì scorso.
I primi interventi dei vigili del
fuoco tra Fregene e Civitavecchia
dove alcune strade si sono allagate
rendendo difficile la circolazione.
Allagate anche le zone di Ostia,
Acilia e Infernetto e all’Eur il sottopasso della Pontina e la via Cristoforo Colombo. Codice giallo
per i bacini costieri nord e di
Roma, codice verde, invece, per
bacino medio Tevere, Aniene e
bacini costieri sud.
Mentre la Cassia è stata interrotta
per la caduta di un albero al fine
di consentirne la rimozione, intorno alle 12 e 30, con il conseguente ripristino dopo un paio di
ore.
Danni anche ai trasporti con la linea FL5 dei treni, la GrossetoRoma Termini, che dalle 5.20 del
mattino ha viaggiato anche con
settanta minuti di ritardo.
Ma il violento temporale non ha
risparmiato un’altra arteria principale: l’Aurelia, dove dalle 7 alle
8 sono rimasti bloccati numerosi
automobilisti. Sui comuni della
zona hanno lavorato i vigili del
fuoco, la croce rossa, la protezione
civile, i vigili urbani e la polizia,
anche di Cerveteri: si sono registrati tombini saltati, viali allagati
e cittadini impossibilitati a uscire
di casa e rimasti bloccati.
Allagati viale Garibaldi, delle Rose
e i sotto passaggi di Campo dell’Orto e San Gordiano: alcuni automobilisti, rimasti incastrati nelle
vetture, sono stati soccorsi dai
vigili del fuoco ed estratti dalle
macchine.
Anche martedì scorso il 113 si è
reso protagonista di un salvataggio
sotto il ponte vicino a via Bolognetta. Un automobilista era sommerso dall’acqua, con il livello
che aveva quasi superato il metro
d’altezza. Una tragedia scongiurata
dall’arrivo tempestivo delle volanti
della polizia.
Due acquazzoni pre-estivi hanno
messo per l’ennesima volta in
ginocchio la Capitale.
7
Venerdì 10 giugno 2016
STORIA
BREVE PANORAMICA DI UN'EPOCA CHE DEVE ESSERE RACCONTATA IN TUTTA LA SUA INTEREZZA
Fascismo, opere immortali
Dalle bonifiche alle strade, dalle Città di Fondazione ai Parchi naturalistici, storia di una Rivoluzione che ha cambiato l’Italia e non solo
di Emma Moriconi
arliamo spesso (praticamente ogni
giorno) di Fascismo e di Mussolini,
su queste colonne. Siamo l'unica
testata che lo fa quotidianamente.
Non lo dico per sottolineare la cosa
e farcene un vanto, piuttosto per mettere in
evidenza come sia molto strano che non lo
facciano anche altri. Qualcuno mi chiede: "Ma
come fai ad avere sempre argomenti, ogni
giorno? E non ti stanchi mai?". Rispondo: gli
argomenti sono facili da trovare, il Fascismo
fece così tante cose che non basterebbe
l'intero Giornale d'Italia per raccontarle e Mussolini è un personaggio talmente straordinario
che si potrebbe scrivere di lui in eterno.
Quanto alla seconda domanda: no, non mi
stanco mai. Anzi. E questo dipende dal fatto
P
che sono consapevole dell'importanza di
questo pezzo della nostra storia, così come
sono consapevole del fatto che è state sempre
bistrattato. Ingiustamente. Potrei tirare fuori un
milione di argomenti (forse di più), qui, adesso.
Pescare in un mare così popoloso è facile,
scegliere è difficile solo perché si potrebbero
scrivere così tante cose che nemmeno il web
potrebbe contenerle tutte. Esempio: se volessimo parlare delle Città di Fondazione (cosa
che abbiamo fatto spesso) potremmo non
smettere mai. Qualche pillola: sapete in quanto
tempo è stata costruita Littoria? Si è iniziato a
crearla dal nulla nel giugno del '32, è stata
inaugurata il 18 dicembre 1933. Sapete quanto
ha impiegato il Fascismo di Mussolini per
creare Sabaudia? Iniziati i lavori nell'agosto
del '33, inaugurata il 15 aprile del '34. Sapete,
ancora, quanto tempo ci è voluto per realizzare
Pontinia? Inizio lavori 1934, inaugurazione dicembre 1935. Aprilia? 1936 l'inizio 18 novembre
1937 l'inaugurazione. Pomezia? Inizio 1938,
inaugurazione 29 novembre 1939.
Sapete quanto tempo ci ha messo la democrazia per costruire la metro B a Roma? Ok,
lasciamo stare...
Dimenticavo, tra il 1934 e il 1937 si trovò anche
il tempo per creare, nella stessa zona (prima
palude con zanzare, malaria, annessi e connessi) il Parco Nazionale del Circeo (3.200 ettari) e già - a proposito di parchi - erano stati
creati quelli dello Stelvio, nel '35; del Gran Paradiso, nel '22; e dell'Abruzzo, nel '23; si era
fondata Guidonia, si erano fatte una serie
infinita di riforme sociali e popolari, migliaia
di meravigliose opere d'arte, eccetera eccetera
eccetera. Dal 1930 al 1938 si passa da due
milioni di ettari bonificati a oltre cinque milioni.
Cinque milioni di ettari bonificati nei primi
sedici anni del Regime Fascista. Sapete quanti
ne erano stati bonificati nell'intera storia dell'Italia unita? Poco più di un milione, in sessant'anni. Cinque milioni in sedici anni di vituperato regime. Ah, e c'era stata la crisi del
'29... e fino al 1918 c'era stata la Grande
Guerra.
Quando gli antifascisti (pochi, in verità) sbraitano
contro le presentazioni del libro che ho scritto
con Edda, probabilmente è per questa ragione.
Perché, cioè, non avrebbero argomenti di discussione qualora ci incontrassero direttamente,
invece di mandarci a dire le cose tramite la
stampa (e comunque grazie, più parlate e
maggiore pubblicità ci fate).
I trasporti? Altro tema estremamente interessante: la costituzione dell'AASS (Azienda Autonoma Strade Statali) è del 1928 (guarda un
po'). Il primo codice stradale è del 1930 (si,
davvero). In dieci anni, tra il '25 e il '35, vengono
costruite: l'autostrada Milano-Laghi, l'autostrada
Milano-Bergamo, la Roma-Ostia, la NapoliPompei, la Bergamo-Brescia, la Milano-Torino,
la Firenze Mare, la Padova-Mestre, la GenovaSerravalle. Cinquecento chilometri di strade.
Si, nonostante la crisi del '29 e il periodo postbellico. Cosa è successo, di recente, sul Lungarno, a Firenze? D'accordo, lasciamo stare...
Duemila nuovi chilometri di rete ferroviaria
vengono realizzati nel Ventennio. In tre anni,
dal '23 al '26, vengono ampliati e modernizzati
i Porti di Livorno, Genova, Napoli, Marghera,
Civitavecchia, Ravenna.
Lo IACP, Istituto Autonomo per le Case Popolari,
nasce nel 1924, e nel 1938 un Testo Unico
riordina le precedenti leggi. Nulla a che vedere,
direi, con i palazzinari tangentari della democrazia. Le case popolari costruite durante il
Fascismo sono ancora lì, belle, solide. Quelle
successive fanno la muffa dopo due mesi dalla
consegna.
Non è tutto qui, naturalmente. Anzi, questa insufficiente panoramica è solo una spruzzata
di informazioni, che non mancheremo - come
facciamo ogni giorno - di integrare e di raccontare ai nostri lettori.
[email protected]
ACCADEVA 76 ANNI FA
Roma, 10 Giugno 1940
La dichiarazione di guerra: il discorso di Mussolini
da Palazzo Venezia alla folla acclamante
ombattenti di terra, di mare e
dell'aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini
e donne d'Italia, dell'Impero e del
regno d'Albania! Ascoltate! Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della
nostra patria. L'ora delle decisioni irrevocabili.
La dichiarazione di guerra è già stata
consegnata agli ambasciatori di Gran
Bretagna e di Francia.
Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente, che, in ogni tempo, hanno
ostacolato la marcia, e spesso insidiato
l'esistenza medesima del popolo italiano.
Alcuni lustri della storia più recente si
possono riassumere in queste frasi:
promesse, minacce, ricatti e, alla fine,
quale coronamento dell'edificio, l'ignobile assedio societario di cinquantadue stati.
La nostra coscienza è assolutamente
tranquilla. Con voi il mondo intero è
C
testimone che l'Italia del Littorio ha
fatto quanto era umanamente possibile
per evitare la tormenta che sconvolge
l'Europa; ma tutto fu vano.
Bastava rivedere i trattati per adeguarli
alle mutevoli esigenze della vita delle
nazioni e non considerarli intangibili
per l'eternità; bastava non iniziare la
stolta politica delle garanzie, che si è
palesata soprattutto micidiale per coloro
che la hanno accettate; bastava non
respingere la proposta che il Fuhrer
fece il 6 ottobre dell'anno scorso, dopo
finita la campagna di Polonia.
Oramai tutto ciò appartiene al passato.
Se noi oggi siamo decisi ad affrontare
i rischi ed i sacrifici di una guerra, gli
è che l'onore, gli interessi, l'avvenire
fermamente lo impongono, poiché un
grande popolo è veramente tale se
considera sacri i suoi impegni e se
non evade dalle prove supreme che
determinano il corso della storia.
Noi impugniamo le armi per risolvere,
dopo il problema risolto delle nostre
frontiere continentali, il problema delle
nostre frontiere marittime; noi vogliamo
spezzare le catene di ordine territoriale
e militare che ci soffocano nel nostro
mare, poiché un popolo di quarantacinque milioni di anime non è veramente libero se non ha libero l'accesso
all'Oceano.
Questa lotta gigantesca non è che una
fase dello sviluppo logico della nostra
rivoluzione; è la lotta dei popoli poveri
e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il
monopolio di tutte le ricchezze e di
tutto l'oro della terra; è la lotta dei
popoli fecondi e giovani contro i popoli
isteriliti e volgenti al tramonto, è la
lotta tra due secoli e due idee.
Ora che i dadi sono gettati e la nostra
volontà ha bruciato alle nostre spalle i
vascelli, io dichiaro solennemente che
l'Italia non intende trascinare altri
popoli nel conflitto con essa confinanti
per mare o per terra. Svizzera, Jugoslavia, Grecia, Turchia, Egitto prendano
atto di queste mie parole e dipende da
loro, soltanto da loro, se esse saranno
o no rigorosamente confermate.
Italiani!
In una memorabile adunata, quella di
Berlino, io dissi che, secondo le leggi
della morale fascista, quando si ha un
amico si marcia con lui sino in fondo.
Questo abbiamo fatto e faremo con la
Germania, col suo popolo, con le sue
meravigliose Forze armate.
In questa vigilia di un evento di una
portata secolare, rivolgiamo il nostro
pensiero alla Maestà del re imperatore,
che, come sempre, ha interpretato l'anima della patria. E salutiamo alla
voce il Fuhrer, il capo della grande
Germania alleata.
L'Italia, proletaria e fascista, è per la
terza volta in piedi, forte, fiera e com-
patta come non mai. La parola d'ordine
è una sola, categorica e impegnativa
per tutti. Essa già trasvola ed accende
i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano:
vincere!
E vinceremo, per dare finalmente un
lungo periodo di pace con la giustizia
all'Italia, all'Europa, al mondo. Popolo
italiano! Corri alle armi, e dimostra la
tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo
valore!
8
Venerdì 10 giugno 2016
ESTERI
GUERRA AL TERRORISMO
Attentati in Somalia e in Iraq: decine le vittime
Al Shabaab attacca una base delle truppe dell’Unione Africana e due autobomba esplodono vicino Baghdad. Prossima la riconquista di Sirte
di Cristina Di Giorgi
na base militare in Somalia è
stata attaccata, poco prima
dell’alba di ieri, da un commando di miliziani armati. Rivendicata dai jihadisti di Al
Shabaab, l’azione è costato la vita a 43
soldati etiopi inquadrati nella forza Amisom dell’Unione Africana, in missione
appunto in Somalia.
“I nostri combattenti hanno preso d’assalto la base di Halgan” ha dichiarato il
portavoce del gruppo terroristico vicino
ad Al Qaeda, aggiungendo che si è trattato di “una grande esplosione che ha
distrutto il cancello e una parte della
struttura”. I miliziani sono quindi entrati
e “hanno combattuto con le truppe etiopi
prima di ritirarsi. Diversi di loro sono
morti” ha concluso, senza però fornire
un numero preciso.
Quanto alla dinamica dell’azione, si è
trattato di un’autobomba guidata da un
attentatore suicida, che si è schiantata
nei pressi dell’ingresso della struttura
U
militare. Lo hanno confermato fonti locali
di Haglan, un villaggio situato a poca distanza dalla base (circa 260 km a nord
della capitale Mogadiscio). All’esplosione,
riferisce la stessa fonte (citata da Reuters),
è seguito uno scontro a fuoco durato
circa un’ora.
Quanto ai vertici di Amisom, in loco per
collaborare con il governo filo-occidentale
della Somalia nella guerra contro i miliziani di Al Shabaab (che tentano di rovesciare l’esecutivo locale per imporre
la loro interpretazione dell’islam), in un
breve comunicato hanno parlato di un
“tentativo di attacco” respinto dalle truppe
dell’Unione Africana, che hanno “il pieno
controllo della situazione”. Nessun altro
dettaglio né indicazione, nemmeno sul
numero delle vittime.
E non è purtroppo questa in Somalia l’unica azione terroristica consumatasi ieri:
è stato anche registrato, infatti, un doppio
attacco in Iraq, dove i terroristi hanno
colpito sia in un sobborgo di Baghdad
sia alla caserma dell’esercito di Taji, a
nord nella capitale. In entrambi i casi si
è trattato dell’azione di attentatori suicidi.
Al Arabija riferisce che il bilancio, ancora
provvisorio, è di 27 morti (15 nel primo
attacco e 12 nel secondo, tra loro sette
civili e cinque militari) mentre il Site,
che monitora le attività jihadiste nel web,
scrive che le vittime, tra morti e feriti,
sono una novantina. Sempre il Site precisa
che l’Isis ha rivendicato le due azioni.
Nell’ultimo periodo, ricorda la stampa,
gli attentati in Iraq i sono moltiplicati, soprattutto da quando l’esercito locale è
impegnato nella riconquista di Falluja
(nelle mani del Califfato dal 2014). Da
questo punto di vista, comunque, le
notizie che arrivano dal fronte sembrano
essere favorevoli ai nemici dell’Isis.
Come anche quelle che arrivano dalla
Libia: le milizia di Misurata, riferiscono
infatti diversi media locali, “sono entrate
a Sirte”, roccaforte del Califfato nella
terra dell’ex rais Gheddafi, sotto assedio
da giorni ad opera delle forze fedeli al
governo di al Sarraj. Le stesse fonti parlano
poi, quanto al bilancio dei combattimenti
di queste ore, di almeno 19 morti tra i
filo-governativi e un centinaio di feriti. In
seguito agli scontri, che si sono consumati
a sud e sul litorale cittadino ed hanno
visto anche l’azione, dal cielo, di bombardieri (di nazionalità però non indicata),
sembra che i jihadisti siano “in fuga”. La
liberazione della città avverrà “nei prossimi giorni. Non ci vorranno settimane”
ha detto all’Ansa il portavoce dell’operazione per la riconquista di Sirte generale
Mohamed al Ghasri. L’ufficiale ha poi
aggiunto che “le milizie si stanno scontrando violentemente con i terroristi",
mentre "i cecchini di Daesh sparano dai
tetti". La "situazione è difficile”.
GERMANIA
L’allarme della polizia tedesca:
“possibili attacchi con droni sugli stadi”
anifestazioni sportive o
eventi pubblici affollati
a rischio attacco per
mezzo di droni. E’ l’allarme lanciato dalla polizia criminale tedesca (Bka) che ha ipotizzato
questi nuovi scenari del terrore
anche per attrezzarsi onde fronteggiarli nella maniera più opportuna ed efficace. Un portavoce della Bka ha dichiarato in
proposito che i droni potrebbero
essere usati in casi che vanno
“dal disturbo di manifestazioni
allo spionaggio, fino a possibili
atti terroristici”. Ed è per questo
che la polizia criminale tedesca
dunque sta vagliando attentamente il mercato dei sistemi di
difesa.
Le minacce messe in evidenza,
M
riportate anche dai principali
quotidiani locali, non riguardano
nello specifico – è stato precisato – gli Europei di calcio
iniziati oggi in Francia ma possibilità più ampie. Che le società
sportive stanno comunque prendendo sul serio al punto che,
riferiscono le agenzie, il Bayern
Monaco si è già da tempo attivato per l’installazione di uno
scudo elettromagnetico in grado
di difendere l’Allianz Arena da
eventuali attacchi. “Il pubblico
– ha dichiarato un portavoce
del celebre e blasonato club –
può stare tranquillo: saremo
molto scrupolosi nell’adempiere
i nostri doveri nell’organizzazione di grandi manifestazioni”.
St.Sp.
LOTTA AL CALIFFATO
Le continue diserzioni dei foreign fighters
Il rapporto del Centro internazionale per lo studio della radicalizzazione a Londra, basato su informazioni dell’intelligence francese
ISRAELE
Le reazioni alla sparatoria di Tel Aviv
Il premier Netanyahu: “E’ una sfida alla quale
risponderemo con misure offensive e difensive”
a polizia di Tel Aviv ha arrestato due persone sospettate di essere responsabili dell’attentato della sera
di mercoledì 8 giugno all’interno
dell’affollato Mercato di Sarona,
non lontano dagli edifici che
ospitano il ministero della Difesa. Si tratta di due cugini palestinesi, entrambi ventenni, incensurati, entrati illegalmente
nel Paese ed originari di Yatta,
un villaggio nei pressi di Hebron,
in Cisgiordania. Nel frattempo
è salito a 4 il bilancio delle vittime (una donna, ricoverata in
gravi condizioni, è morta infatti
in sala operatoria) mentre altre
sedici sono rimaste ferite.
Il premier Netanyahu, riferiscono le agenzie, ha promesso
“misure offensive e difensive”
in conseguenza dell’attacco,
che costituisce “una sfida a cui
risponderemo”. Ed in questo
senso il governo, che ha dichiarato di considerare l’azione
come un atto terroristico, ha
sospeso gli 83 mila permessi
di ingresso in Israele rilasciati
L
ai palestinesi in occasione del
Ramadan. Sospesi anche i lasciapassare per i palestinesi di
Gaza che intendono recarsi al
monte del Tempio per pregare.
La decisione – riferisce adnkronos – è stata annunciata dopo
una riunione tra il premier, il
ministro della Difesa e il capo
delle Forze Armate. Secondo
fonti locali è stato poi anche
bloccato l’accesso all’area intorno a Yatta. L’esercito israeliano ha inoltre fatto sapere
che in seguito all’attacco altri
due battaglioni di militari verranno dispiegati al più presto
St.Sp.
in Cisgiordania.
di Stella Spada
e truppe del Califfato si assottigliano
progressivamente. Anche e forse
soprattutto quanto ai combattenti
stranieri o “foreign fighters”, che in sempre maggior numero lasciano l’Isis per
tornare nei loro paesi di origine (dato
questo che preoccupa non poco le forze
di sicurezza antiterrorismo). E’ quanto
emerso da uno studio britannico suffragato da conferme provenienti da fonti
dell’intelligence francese.
Nelle regioni in cui i gruppi legati ai tagliagole del Califfato sono concentrati –
Siria e Iraq in primis, ma anche Libia –
negli ultimi mesi si assiste ad una recrudescenza dell’offensiva di chi li combatte,
portata avanti anche mediante continui
bombardamenti. E’ probabilmente questo
uno dei motivi per cui l’Isis sta incontrando
non poche difficoltà nel prevenire la fuga
verso casa in particolare dei combattenti
stranieri, spinti in tale direzione da una
serie di motivazioni tra cui: “timore dei
raid aerei, delusione rispetto a quello
che avevano immaginato, corruzione di
dirigenti locali, abusi contro musulmani
sunniti o semplice noia”.
Dal documento del Centro Internazionale
per lo studio della radicalizzazione del
Kings College di Londra, che ha analizzato
le vicende relative a circa sessanta foreign
fighters, emerge inoltre che, come ha
dichiarato a France Presse il coordinatore
dell’intelligence nazionale in Francia Didiet Le Bret, “essi ritengono che le fine
L
è iniziata e molti stanno cominciando a
inviare messaggi per trovare il modo di
andare via. Alcuni sono anche rimasti
uccisi mentre cercavano di fuggire". Un
altro dato importante in questo contesto
è che “dal momento che i servizi di sicurezza dell'Isis sono molto sospettosi,
durante il recupero di qualcuno ci preoccupiamo di come fare per sapere se è
sincero o invece è in missione", ha aggiunto Le Bret.
Inoltre, ha spiegato il direttore generale
della sicurezza interna francese (ISB) Patrick Calvar nel corso di un’audizione all’Assemblea nazionale, “a metà maggio
erano almeno 244 le persone provenienti
dalla zona siriana e irachena rientrate in
Francia. E’ dunque sempre maggiore il
numero di jihadisti intenzionati a tornare
sul nostro suolo” che però “sono ostacolati
dalla politica di Daesh. Che, quando viene
a conoscenza delle loro intenzioni, considera i soggetti interessati come traditori
da giustiziare immediatamente”.
9
Venerdì 10 giugno 2016
ESTERI
VERSO IL VOTO REFERENDARIO DEL 23 GIUGNO
Brexit, euroscetticismo ed europeismo
In Gran Bretagna cresce il fronte del no. E si rischia un effetto domino in diversi Stati
di Cristina Di Giorgi
on l’avvicinarsi del voto
del 23 giugno si moltiplicano le prese di posizione
su una questione, quella
della Brexit, che non riguarda soltanto gli elettori della
Gran Bretagna ma la stessa solidità
delle istituzioni europee.
A conferma di tale assunto, i risultati
di un recente sondaggio condotto
in diversi Stati, che ha rivelato un
deciso calo di consensi per l’europeismo. Stando a quanto riferito
dalle agenzie infatti, in Danimarca
per esempio il 42% degli intervistati
vorrebbe una consultazione come
quella della Gran Bretagna. Senza
contare che alcuni governi, come
quello polacco, per rafforzare la propria posizione nei rapporti con Bruxelles minacciano di organizzarla.
E se i sentimenti filoeuropei in Paesi
come Francia (38% contro il 64%
del 2014), Spagna (47%, meno 16
punti rispetto ad una precedente rilevazione) e Grecia hanno subito
un crollo notevole, in altri – tra cui
Germania e Italia – pur mantenendosi alti, si è registrata comunque
una discreta contrazione degli stessi:
i tedeschi sono praticamente spaccati
a metà (48% no) e quanto in particolare al nostro Paese, il 58% dei
votanti ha dichiarato di essere favorevole all’Ue (contro però il 78%
della rilevazione precedente).
In media comunque, considerando
nel complesso il quadro dei risultati
della rilevazione del centro di ricerca
Pew (illustrati nel rapporto “Euroscetticismo al di là della Brexit” recentemente pubblicato), il 51% dei
10491 intervistati, appartenenti ai
10 Paesi Ue che rappresentano l’80%
della popolazione e l’82% del Pil
dell’Unione (Germania, Francia, Gran
C
Bretagna, Italia, Spagna, Polonia,
Olanda, Repubblica Ceca, Ungheria
e Grecia), è favorevole. Il consenso
maggiore in Polonia (72%) e in Ungheria (61%). Ma gli euroscettici
sono comunque in crescita, anche e
forse soprattutto in conseguenza
della considerazione estremamente
negativa che si ha delle politiche
europee sull’immigrazione e del radicato scetticismo verso quelle economiche.
Tornando a Brexit, la campagna per
il “Leave” (Uscire) sembra riuscire
a conquistare consensi, strappandoli
al fronte dello “Stay” (Restare): stando
infatti a quanto rilevato da Observer/Opinium, il no all’Unione rac-
coglie al momento il 43% dei voti
contro il 40% dei favorevoli a restare.
Ed è ancora l’immigrazione l’elemento principale che fa oscillare
l’ago della bilancia dalla parte dei
No: il 41% degli intervistati la considera come il fattore principale in
base al quale decidere come votare
e molti di loro (circa la metà) si sono
detti convinti che il problema risulterebbe meglio gestito dalla Gran
Bretagna se restasse fuori dall’Ue.
Sul punto è da registrare la dichiarazione di uno dei maggiori leader
del fronte degli euroscettici: “In GB
vivono persone meravigliose arrivate
dall’Italia – ha detto infatti Nigel Farage, leader dell’Ukip – e gli italiani
REPUBBLICA CECA
DAL MONDO
“Rilanciare i rapporti con Roma”
L’ambasciatore di Praga in Italia chiarisce gli obiettivi del suo
mandato. E sui migranti: “Collaboriamo, ma con scetticismo”
n una lunga intervista rilasciata
ad askanews, l’ambasciatore della Repubblica Ceca in Italia Hana
Hubackova fa un primo bilancio del
suo incarico (iniziato ad ottobre
2015) e chiarisce quali sono gli
obiettivi che intende perseguire, con
particolare attenzione a temi e punti
di contatto con le politiche del nostro
Paese.
Quanto innanzitutto alla questione
migranti e alle possibili soluzioni
della crisi, Hubackova ha precisato
che Praga “sostiene i rifugiati in
modo costante. La Repubblica Ceca
infatti è impegnata nei meccanismi
di ricollocamento e trasferimento,
che forniscono la protezione internazionale tutti coloro che ne hanno
diritto ai sensi delle leggi internazionali vigenti. Allo stesso tempo
abbiamo organizzato un ampio programma di aiuti umanitari per i Paesi
in via di sviluppo e quelli colpiti da
crisi economiche, sociali o di sicurezza”. Ed ha aggiunto che “è nostro
I
interesse migliorare la situazione attuale collaborando nell’ambito dell’Ue” onde garantire “una migliore
difesa della frontiera europea esterna
e un rapporto di cooperazione con
i Paesi terzi dai quali arrivano i migranti”. Resta però, ha detto ancora
Hubackova, un certo scetticismo in
particolare per quanto riguarda il
sistema di quote obbligatorie di ricollocamento proposto dalla Com-
continueranno ad entrare anche
dopo un eventuale Brexit. Ma secondo nuove regole decise da Londra in autonomia”
Il fronte del Si – Cameron in primis
– batte invece soprattutto sull’economia. L’inquilino di Downing street
infatti, intervistato dal Daily Mail, ha
dichiarato che “è una questione di
buonsenso: se ti tagli fuori dal tuo
più grande mercato, la tua economia
ne risentirà. E loro lo sanno”. Il riferimento è all’ex sindaco di Londra
Boris Johnson e al ministro della
Giustizia Michael Gove, esponenti
di punta del fronte del no.
Sono poi scesi in queste ore in campo
per il Si anche due ex premier, un
tempo avversari: il conservatore John
Major e il laburista Tony Blair hanno
infatti entrambi lanciato un appello
contro la Brexit, in cui sostengono
che “un divorzio da Bruxelles metterebbe a rischio l’unità del Paese”.
Il timore – riferiscono le agenzie – è
che l'eventuale introduzione di controlli alla frontiera, in particolare con
l'Irlanda, al fine di ridurre gli ingressi
nel Regno Unito come chiede la
campagna Leave, possa aumentare
la tensione e mettere a rischio il
processo di pace in Ulster. E non
solo: in caso di Brexit, hanno sottolineato, la Scozia, tradizionalmente
europeista, potrebbe indire un secondo referendum sulla sua indipendenza (dopo quello del 2014 in
cui vinsero gli unionisti).
E dall’Irlanda del Nord arriva anche
la dichiarazione dei cinque vescovi
le cui diocesi sono in territorio britannico: “Ogni singolo voto conta
e la decisione finale avrà effetti
che probabilmente si sentiranno
per generazioni. Benché si tratti di
giudizio dei singoli – scrivono i
prelati – è giusto ricordare che c’è
un legame tra i valori centrali della
dottrina sociale della Chiesa e la
visione fondante l'Unione europea”
che offre “ai singoli Stati membri
preziosi meccanismi d'influenza internazionale” a sostegno del bene
comune globale. I vescovi ricordano
inoltre il contributo positivo dell’Unione europea quanto alla “ricerca della pace” in Irlanda del
nord e incoraggiano gli elettori a
partecipare al referendum in quanto
si tratta di una “preziosa occasione”
per riflettere su come l’Ue possa
contribuire alla giustizia sociale,
alla coesione e all’uguaglianza” e
continuare a farlo anche in futuro,
guidando “le nazioni verso il bene
comune”.
missione europea. Scetticismo che, sottolinea l’ambasciatore, si basa
su una valutazione effettiva
della situazione
reale e su previsioni circa il
suo sviluppo.
A proposito poi
degli obiettivi
del suo mandato a Roma, Hana
Hubackova ha dichiarato che la sua
priorità è il rilancio delle relazioni
tra Repubblica ceca e Italia in tutti
gli ambiti (compreso quello economico e commerciale). Anche perché
“nell’attuale spazio internazionale,
caratterizzato da una grande complessità e celeri cambiamenti”, sono
molto importanti “una comunicazione
intensa e una buona comprensione
CdG
bilaterale”.
COREA DEL NORD: PARLAMENTO
CONVOCATO PER IL 29 GIUGNO
Pyongyang ha annunciato in queste ore che
il Parlamento si riunirà in sessione straordinaria il prossimo 29 giugno. Una convocazione di cui ha riferito l’agenzia di stampa
ufficiale Kcna, senza però precisare dettagli
sui punti all’ordine del giorno. L’assemblea
si riunisce una o due volte l’anno e non ha
poteri sostanziali, essendo le sue funzioni
limitate alla vidimazione delle decisioni del
leader. Che nell’occasione potrebbe essere
insignito di una nuova onorificenza atta a
consolidare ulteriormente il suo ruolo…
GERMANIA: IL PRESIDENTE
DEL BUNDESTAG CONTRO ERDOGAN
Non calano le tensioni tra le autorità turche
e il Bundestag dopo che quest’ultimo, la
scorsa settimana, ha riconosciuto il genocidio del popolo armeno. Lammert, presidente del Parlamento tedesco, si è infatti
espresso, in apertura della seduta di ieri
(dedicata alle misure anti-terrorismo) con
parole piuttosto dure nei confronti del
leader turco Erdogan e anche nei confronti
dei deputati di origine turca. “Non avrei
mai creduto possibile che un capo di Stato
eletto democraticamente nel Ventunesimo
secolo legasse le sue critiche alle origini
turche di deputati anch’essi democraticamente eletti, definendo il loro sangue corrotto”, ha detto Lammert.
SPAGNA: INIZIA UFFICIALMENTE
OGGI LA CAMPAGNA ELETTORALE
Ha preso il via la campagna elettorale
spagnola per le elezioni politiche anticipate,
che si terranno il prossimo 26 giugno.
Questo nuovo ricorso alle urne si è reso necessario in conseguenza dell’impossibilità,
per i premier designati, di formare un governo
dopo le legislative del 20 dicembre (il parlamento risultava infatti troppo frammentato).
In corsa per la poltrona di primo ministro ci
sono quattro candidati: Mariano Rajoy (Pp,
uscente), Pedro Sanchez (Socialisti), Pablo
Iglesias (Podemos) e Albert Rivera (Ciudadanos). Secondo gli ultimi sondaggi nessun
partito otterrà la maggioranza assoluta dei
seggi e molto probabilmente per governare
il Paese dovrà essere creata una coalizione.
PAPUA NUOVA GUINEA: VIETATO
MANIFESTARE CONTRO IL GOVERNO
Un tribunale di Papua Nuova Guinea ha
emesso un provvedimento in cui si fa divieto
per gli studenti di manifestare. La decisione
è stata presa dopo che mercoledì 8 giugno,
nel corso di una protesta all’Università di
Port Moresby contro il primo ministro Peter
O’Neill (di cui si chiedono le dimissioni in
quanto si sospetta colpevole di corruzione),
la polizia ha sparato sulla folla. Secondo
l’opposizione il bilancio degli incidenti è di 4
morti, mentre per il governo si sarebbero
stati solo 38 feriti.
10
Venerdì 10 giugno 2016
DALL’ITALIA
ANCORA UN FEMMINICIDIO, AMMAZZATA DAL SUO CONVIVENTE PERCHÉ AVEVA DECISO DI LASCIARLO
Verona: maestra uccisa a coltellate dall’ex
La donna è stata trovata nella sua casa dai carabinieri. La caccia all’uomo è finita sul lago, poi la confessione
n altro caso di femminicidio, questa
volta a Pastrengo (Verona) Una donna di 46 anni Alessandra Maffezzoli,
è stata uccisa la notte di mercoledì
dall’ex convivente, Giuliano Falchetto,
53 anni, di Caprino Veronese. L’omicidio è
avvenuto a Pastrengo, nella casa della donna
in via Maggiore Negri di Sanfront. La donna,
maestra elementare, secondo la ricostruzione
dei Carabinieri di Peschiera, è stata pugnalata
più volte dall’uomo che le ha spaccato la
testa con un vaso. L'omicidio è avvenuto a Pastrengo. Portato in caserma dopo essere stato
rintracciato, l’uomo ha confessato l'omicidio
davanti al magistrato.
I carabinieri sono stati chiamati verso le 21 di
mercoledì sera, da un vicino che aveva sentito
urla provenire dalla casa. Quando sono arrivati
però, i rumori erano finiti. Hanno fatto il giro e
visto la donna riversa a terra. Su suggerimento
del vicino hanno cercato l'auto dell'ex convivente, una Lancia Bianca. Dopo aver compiuto
l’omicidio, Falchetto, che fa il barista, è fuggito
in macchina. Mentre le pattuglie dei Carabinieri
lo stavano già cercando, è arrivata alla centrale
la segnalazione del portiere di un albergo di
Castelnuovo che ha riferito della presenza di
un uomo che si aggirava con fare sospetto
nella struttura turistica. Sembra che prima di
essere bloccato dai militari Falchetto abbia
tentato di suicidarsi gettandosi nel lago.
Nella campagna contro il femminicidio "manca
la voce degli uomini che come noi sono inorriditi da quello che sta succedendo in questi
giorni. La cosa è diventata di proporzioni insopportabili, dopo l'uccisione di Sara quattro
donne uccise in pochi giorni. Una serie dram-
U
matica di eventi. Non possiamo stare a guardare, tutti dobbiamo esercitare le nostre responsabilità", dice la presidente della Camera
Laura Boldrini a Rtl 102,5.
Ricordando gli interventi legislativi contro il
femminicidio di questa legislatura approvati
dal Parlamento, Boldrini sottolinea: "le leggi
da sole non bastano: ci sono secoli di sopraf-
fazione e bisogna cambiare la mentalità degli
uomini attraverso una grande azione culturale
ed una mobilitazione. Fondamentale è il ruolo
della scuola, che deve occuparsi dalla vita",
aggiunge. Oggi, dice ancora, "sono presidente
della Camera e ho una responsabilità istituzionale grande, quindi quando vedo che
questo avviene nel mio Paese e che c'è una
mobilitazione, anche attraverso il web, di chi
dice no alla violenza, sento il dovere di essere
partecipe in queste iniziative e di fare la mia
parte, motivo per cui anche simbolicamente
ho voluto esporre un drappo rosso dal mio
ufficio a Montecitorio, per dire che le istituzioni
non sono lontane e insensibili".
Chantal Capasso
SMS E TELEFONATE HARD AL MONASTERO DI SAN GIOVANNI ROTONDO. LA PROCURA AVVIA L’INCHIESTA
Abusi sessuali nel convento di padre Pio
Le intercettazioni svelate da l’Espresso. Richiesta l’archiviazione del caso, la vittima si oppone
ntercettate telefonate e messaggi hard,
probabilmente scritti da alcuni frati
del monastero di Padre Pio a San
Giovanni Rotondo ad una dipendente
che ha denunciato di essere stata mo-
I
lestata sessualmente. Le intercettazioni
sono state pubblicate dall'Espresso, che
racconta degli sviluppi giudiziari di un'inchiesta, già nota all'inizio dell'anno scorso: la procura di Foggia ha chiesto l'ar-
chiviazione per il reato di maltrattamenti
contestato ai frati, ma la presunta vittima
si è opposta. Ed ora sarà ora il gip a decidere.
A marzo dell'anno scorso la donna si
era rivolta alle “Iene”, denunciando di
essere stata licenziata nel 2013 dopo
aver subito molestie subite da un frate
e da un suo collega di lavoro tra il 2010
e il 2012; accuse respinte con forza dai
Frati cappuccini, che hanno sempre parlato di affermazioni «deliranti, diffamatorie
e calunniose».
L'Espresso, fa riferimento a «centinaia
di conversazioni telefoniche» registrate,
oltre ad sms a luci rosse, che la presunta
vittima degli abusi - che oggi ha 40
anni - ha consegnato ai magistrati a
sostegno della veridicità dei fatti denunciati. «Vorrei essere un neo per trovarmi nei posti più insensati, vorrei
essere una crema di bellezza, per massaggiarti, vorrei essere un indumento
per stare sempre addosso a te, ma ora
vivo solo nell'immaginario e per questo
mi accontento!», si legge in uno dei
messaggi, di cui L'Espresso ha preso
visione. Secondo il settimanale le accuse
della donna «sono state confermate davanti agli investigatori anche da tre frati
che hanno vissuto, in periodi diversi,
nel convento di San Giovanni Rotondo»,
ma che per questo sarebbero stati «puniti» dai loro superiori con provvedimenti
disciplinari e trasferiti.
La denuncia della donna, scrive L'Espresso, ha riguardato appunto «un
laico che lavora nel convento e alcuni
frati», anch'essi trasferiti dalla struttura
religiosa. «Per il laico, accusato di molestie e violenza sessuale, c'è già un
processo che si svolge davanti ai giudici
del tribunale di Foggia», con la presunta
vittima che si è costituita parte civile.
Per i frati, invece, «è stato aperto un fascicolo dopo oltre ventiquattro mesi
dalla denuncia e in questo caso i pm di
Foggia non hanno contestato alcun reato
di abuso sessuale, ma solo 'maltrattamenti sul luogo di lavorò. Le molestie
denunciate non sono state prese in considerazione». Per lo stesso reato di maltrattamenti, ipotizzato la procura ha
chiesto l'archiviazione, «perché la notizia
di reato è infondata». Ma la donna si è
opposta. Deciderà il gip in una prossima
Ch.C.
udienza.
LA DECISIONE DE GIUDICI EUROPEI SULLE PIANTE INFETTE IN PUGLIA
Xylella, la Corte Ue dice sì all’abbattimento degli ulivi
Possono essere eradicate anche quelle nel raggio di 100 metri dall'infezione. Si riapre ora il giudizio in Italia
ufficiale. Gli ulivi del Salento colpiti dalla
xylella e quelli sani che si trovano nel raggio
di 100 metri, potranno essere abbattuti. La
Corte di giustizia Europea ha deciso le sorti delle
piante simbolo della Puglia , pronunciandosi sulla
questione sottoposta da alcuni proprietari di uliveti
salentini e inoltrata per questioni di competenza
dal Tar Lazio.
Si legge nella decisione dei giudici di Lussemburgo
:"La Commissione può obbligare gli Stati membri
a rimuovere tutte le piante potenzialmente infettate
da xylella fastidiosa, ancorché non presentanti
sintomi d'infezione, qualora esse si trovino in
prossimità delle piante già infettate. Questa misura
È
è proporzionata all'obiettivo di protezione fitosanitaria nell'Unione ed è giustificata dal principio
di precauzione, tenuto conto delle prove scientifiche
di cui la Commissione disponeva al momento
della sua adozione".
In altre parole, la Corte di giustizia ritiene che
seppure non sia stato scientificamente dimostrato
"un sicuro nesso causale tra il batterio e il disseccamento rapido", risulta che "esiste una correlazione
significativa tra tale batterio e la patologia di cui
soffrono gli ulivi". Il principio di precauzione può
dunque giustificare l'adozione di misure di protezione, come la rimozione delle piante infette e di
quelle sane nel raggio di 100 metri.
Questo significa che in Puglia presto gli alberi di
ulivo verranno abbattuti. Le operazioni di eradicamento erano state sospese in seguito alla sospensione del provvedimento disposta dal Tar
della Lazio, in attesa che i giudici europei si pronunciassero.
Ma adesso la questione torna all'esame del Tribunale amministrativo italiano, che, alla luce
della sentenza emessa, dovrà rivalutare l'intera
vicenda. Il tutto con grave rischio per la sopravvivenza degli alberi.
Nonostante il Piano Silletti, che prevedeva circa
3mila tagli, non sia più in vigore, la Regione potrebbe, comunque rivedere le misure contenitive
della malattia, proprio alla luce della decisione
della Corte di giustizia. Se così fosse, si salverebbero solo gli ulivi di cui la Procura di Lecce ha
disposto il sequestro a dicembre: ovvero quei
Ch.C.
3mila alberi previsti dal Piano Silletti.
11
Venerdì 10 giugno 2016
CULTURA
DAL 6 LUGLIO A CURA DEL CENTRO CULTURALE “LA FIRMA” DI RIVA DEL GARDA
“Quando il Garda era un mare”,
la mostra alla Casa del Cinema
La “Cinecittà sul lago”: l’avventura della Bertolazzi Film tra poster e cimeli storici
di Emma Moriconi
na mostra e un documentario raccontano l'esperienza della "Cinecittà sul
Lago", l'avventura della
"Bertolazzi Film" di Peschiera del Garda che iniziò la carriera di Fabio Testi negli anni Sessanta. Un viaggio nel tempo tra poster e cimeli che saranno esposti a
Roma, presso la Casa del Cinema,
dal 6 giugno al 6 luglio 2016. Lunedì
6 giugno la proiezione del documentario "Quando il Garda era un
mare" ha inaugurato l'evento: una
mostra cioè dedicata ad un periodo
in cui il lago di Garda fu trasformato
nel mare dei Caraibi. Erano gli Studios galleggianti di Peschiera del
Garda, che per quasi un decennio
hanno ospitato produzioni cinematografiche e televisive e che videro
protagonista Walter Bertolazzi: a
partire dal 1959 Bertolazzi infatti allestì una vera e propria flotta di navi
d'epoca che servivano da set per
film di ambiente piratesco. A ripor-
U
tare alla luce questa esperienza
sono stati Franco Delli Guanti e Ludovico Maillet, che vogliono così
far conoscere alle nuove generazioni
una pagina di storia del cinema
quasi dimenticata.
Nel 1959 Walter Bertolazzi fece una
scommessa con il produttore Dino
De Laurentiis, che possedeva un
galeone che era servito, nel '54, per
girare il kolossal di
Mario
Camerini
“Ulisse”. Era ormeggiato da anni a Fiumicino e il produttore voleva disfarsene, così Bertolazzi,
che aveva in mente
di trasformare la
nave in un ristorante,
gli propose un accordo: se fosse riuscito a trasportare
fino al lago di Garda
il galeone non avrebbe pagato un soldo
di passaggio di proprietà e la nave sarebbe stata sua. Da
Fiumicino, in quindici
giorni giunse a Porto
Levante, alle foci del
Po. Risalì il fiume fino
a Mantova e poi mise la nave su
strada per arrivare all'idroscalo di
Desenzano. Qui avvenne il varo della
nave, che nel frattempo era stata
ribattezzata con il nome di “Circe”.
Walter Bertolazzi scomparve nel
2002. Altro protagonista è Fabio
Testi, all'epoca ventenne, che durante le vacanze estive, iniziò a lavorare come comparsa alla “Bertolazzi Film", dove iniziò la sua carriera
cinematografica. Dei registi che lavorarono a questa esperienza, il
solo ancorain vita è Umberto Lenzi,
che porta la sua testimonianza, insieme a quelle dei parenti di Walter
Bertolazzi: la figlia Carmen e il cognato Gianfranco Bortolussi, oltre
alle comparse della zona di Peschiera del Garda, un tempo giovanotti prestanti e oggi saggi settantenni che portano nella memoria
l'esperienza dei vari set, dove lavorarono attori come Amedeo Nazzari, Silvana Pampanini, Anna Maria
Pierangeli, Lisa Gastoni, Lex Barker,
Chelo Alonso, Kirk Morris, Alan
Steel. La Casa del Cinema è una
struttura di Roma Capitale gestita
da XZètema Progetto Cultura e diretta da Giorgio Gosetti. La mostra
sarà aperta fino al prossimo 6 luglio,
ingresso gratuito.
DAL 25 GIUGNO UN VELIERO SPECIALE CON UNA CIURMA PARTICOLARE: BAMBINI E RAGAZZI, ABILI E DIVERSAMENTE ABILI, PER CONOSCERE LA STORIA
Pesaro, il Galeone e il fascino dell’archeologia subacquea
Un drone per scoprire le meraviglie dei fondali dell’Adriatico: è la seconda veleggiata dell’Estate Interculturale
n veliero con a bordo
attori e una ciurma
composta di bambini e
ragazzi, abili e diversamente
abili, dagli 8 ai 14 anni, solcherà l'Adriatico e sbarcherà
nei suoi porti per far conoscere la storia del Galeone
U
di Pesaro, una nave della fine
del '700 che ancora giace
sommersa a tre metri e mezzo di profondità, a circa 150
metri dalla spiaggia nei pressi
della Palla di Pomodoro. Si
parte il 25 giugno e l'esperienza sarà indimenticabile:
giovanissimi "pirati", spettacoli
teatrali, laboratori ludici e teatrali, ma anche sul riutilizzo
dei materiali, e poi uno speciale drone subacqueo di
#OpenROVinItalia per scoprire le meraviglie dei fondali
adriatici che permetterà di
NUORO
Al MAN: dedicato a Garry Winogrand
La grande fotografia nei reportage newyorkesi dell’artista
l Museo della Provincia di
Nuoro (Istituzione della Provincia di Nuoro, sostenuta
dalla Regione Autonoma della
Sardegna e dalla Fondazione
di Sardegna) annuncia l'imminente apertura di un progetto espositivo in anteprima
nazionale dedicato a Garry Winogrand, padre della "street
photography". Nato nel 1928
e morto nel 1984, l'artista ha operato negli Usa
ed è stato uno dei più importanti cronisti della
società americana, oltre che uno dei più celebri
fotografi internazionali degli anni '60 e '70. "Il
suo sguardo sulle abitudini dei cittadini statunitensi,
apparentemente distratto, quasi casuale, spesso
ironico - dice il comunicato dedicato all'evento , fu influenzato soprattutto dalla fotografia sociale
di Robert Frank e Walker Evans, che reinterpretò
in una forma nuova e radicale. Winogrand
individuò negli anonimi abitanti delle città americane il soggetto ideale per dare corpo alla
propria visione del mondo, raccontando storie
laterali, prive di copione o colpi di scena, catturate
sempre in luoghi pubblici: nei parchi, allo zoo,
nei centri commerciali, nei musei, negli aeroporti,
I
oppure in occasione di manifestazioni politiche
ed eventi sportivi".
Una tecnica particolare, quella di Winogrand,
che si contraddistingue per l’utilizzo di obiettivi
grandangolari, la sua ricerca quasi ossessiva
dell'elemento "esterno", per cui "secondo l’originale visione di Winogrand, i dettagli esterni,
inclusi nella cornice della fotografia, contribuivano
invece ad accrescere la forza e il significato del
soggetto ritratto". La mostra è a cura di Lola
Garrido (storica dell'arte specializzata in fotografia)
e realizzata in collaborazione con diChroma Photograph. Essa presenta, per la prima volta in
Italia, la collezione completa delle fotografie
che, nel 1975, andarono a comporre il celebre
volume “Women are Beautiful”.
osservare le profondità anche
a chi ha difficoltà ad entrare
in acqua. È la seconda Veleggiata in Adriatico alla scoperta del #GaleonePesaro Estate Interculturale 2016 che
sarà un'esperienza importante per i giovani: ideata da
SEAM Associazione Socio
Culturale A.P.S., che si occupa
di promozione del territorio,
la manifestazione abbina cultura e cibo. Infatti sarà allestito
in ogni porto un ChioscoAlimentaredellaCultura. L'evento
è realizzato in collaborazione
con la compagnia professionale "Teatro a Martello", che
si esibisce al fine di un recupero del teatro rinascimentale
in maschera. Ma c'è anche
un altro fine: quello di raccogliere fondi per la creazione
del primo Parco Archeologico
Subacqueo pro #GaleonePesaro, che si vuole accessibile a tutti. La #VeleggiatAdriatico partirà da Pesaro e
sbarcherà nei principali porti
adriatici italiani, croati, albanesi e poi risalirà dalla Puglia
e tornerà a Pesaro. Tre mesi
di navigazione che saranno
caratterizzati dalla volontà di
diffondere il Teatro Popolare
. Saranno toccate, di media,
tre città portuali ogni settimana, naturalmente condizioni meteo-marine permettendo. Ecco l'itinerario di massima: Pesaro, Cattolica, Rimini,
Cesenatico, Marina di Ravenna, Porto Garibaldi, Chioggia,
Venezia, Caorle, Grado, Trie-
ste, Rovigno, Pola, Cres, Senj,
Lussino, Zara, Sibenik, Trogir,
Brazza, Hvar, Korcula, Dubrovnik, Petrovac, Durazzo,
Brindisi, Bari, Trani, Manfredonia, Termoli, Pescara, San
Benedetto del Tronto, Ancona,
Senigallia, Fano. Un progetto
che si preannuncia appassionante e ricco di spunti interessanti, in cui ogni giorno
si svolgeranno laboratori sul
veliero e, ad ogni attracco in
porto, degustazioni e giochi,
fino a sera. Poi, alle 21 circa
e ad ingresso libero, verrà
allestito uno spettacolo teatrale nella marina di destinazione, col tipico palco da teatro in maschera rinascimentale. Un teatro comico e popolare, proposto dalla Compagnia Teatro a Martello, in
tournèe al seguito del Veliero:
“La Vera Storia di Don Giovanni: il Convitato di Pietra
del Perrucci 1678”. A condire
il tutto, assaggini di prodotti
tipici marchigiani.
L’iniziativa è realizzata con il
patrocinio del Comune di Pesaro e di Legambiente Pesaro
e Marche; in collaborazione
con il Comitato della Nautica
da Diporto di Pesaro, dell’AICS Pesaro - Urbino e Marche (Associazione Italiana
Cultura Sport), il FabLab Pesaro, il Dive Store Riccione,
ENS Marche (Ente Nazionale
Sordi) e Dammi La Mano Associazione genitori di Gabicce Mare. Chi fosse interessato
ha tempo per iscriversi fino
al 15 giugno. Per i ritardatari
sarà applicata una mora di
50 euro. Chi invece volesse
seguire le tappe del Veliero
può chiamare Alessio Canalini
(+39 3495856552) o inviare
una mail a [email protected]. su Facebook l'evento si
chiama proprio Galeone Pesaro. Infine chi volesse avere
informazioni sulla Compagnia
Teatro a Martello può rivolgersi a Stefano Mauro (info
+39 389 05 64 831) o mandare una mail a teatroamarE.M.
[email protected].
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Venerdì 10 giugno 2016
SPORT
IL COMMIATO
PRIMA CONFERENZA STAMPA PER CONTE DA MONTPELLIER
“Testa bassa e pedalare”
Il ct non è preoccupato dei gol: “L’importante è arrivare
a creare le occasioni”. E avverte i suoi: “Voglio il massimo”
ntonio Conte, ct della Nazionale Italiana, ha le idee abbastanza chiare e manda un
chiaro messaggio ai 23 azzurri: “Testa bassa e pedalare”. E’ il diktat che arriva da Montpellier,
dove l’Italia ha effettuato la prima seduta
d’allenamento per Euro 2016.
Per la Nazionale si preannuncia un torneo
duro e ricco di insidie. Belgio, Irlanda e
Svezia tenteranno di mettere in difficoltà
i 23 azzurri, e lunedì c’è subito il big
match con il Belgio.
Il gol sembra essere il problema degli
uomini di Conte, che però non è preoccupato e al termine della prima seduta
chiarisce: “L’importante è arrivare a
creare le occasioni da gol, poi penseremo a buttarla dentro. Se ho dei dubbi
sui giocatori? Impossibile, sono stato io
a sceglierli, ho fiducia in tutti e 23. Abbiamo tre partite, giocheranno tutti”.
Gli azzurri sono sbarcati in Francia nella
serata di mercoledì: “E’ un piacere allenarsi qui, con tanti tifosi che ci trasmettono
la propria passione. Fa però più caldo
rispetto che a Coverciano”. E aggiunge:
“Non stiamo pensando ad altro se non
a lavorare e a migliorare”.
Un’altra insidia potrebbe essere la temperatura: “Siamo passati a temperature
più alte rispetto a Coverciano, da noi
era più fresco e si lavorava meglio. Oggi
abbiamo affrontato 26-27 gradi, bisogna
acclimatarsi in fretta”.
A
E fa da parafulmine: “Quello che arriva
dall’esterno ci deve riguardare davvero
poco. Siamo concentrati, pensiamo a lavorare, a migliorare sui nostri principi,
sulle nostre idee. Non ci curiamo di ciò
che viene dall’esterno”, ribadisce il ct
della Nazionale, sottolineando: “Possono
arrivare elementi positivi o negativi, ma
noi dobbiamo essere concentrati, essere
onesti con noi stessi e cercare di ottenere
il massimo. Testa bassa e pedalare, noncuranti di chi c’è attorno, ma dobbiamo
acchiappare chi c’è davanti”.
Anche il presidente della Federazione
Italiana Giuoco Calcio, Carlo Tavecchio,
si schiera con Conte e tenta di smorzare
i toni sui 23: “Il calcio crea grandi opportunità, anche se ci sono momenti
meno felici. Il motivo per il quale ci impegneremo con tutti i nostri sforzi per
far fare bella figura all’Italia. Siamo una
nazione forte, capace di raccogliere i
consensi e gli obiettivi”. Infine, ha concluso, “un ringraziamento a Montpellier,
che ci dà la possibilità di allenarci qui. I
francesi sono i nostri cugini”.
Ventura saluta il Toro
cchi puntati anche
su Giampiero Ventura, nuovo ct
dell’Italia, che si è contraddistinto sulla panchina del Torino, ottenendo importanti risultati e facendo divertire
i tifosi granata con un
bel calcio, nonostante
abbia dovuto fare i conti
con cessioni importanti:
da Cerci a Immobile a
Darmian.
E’ arrivato il momento
dei saluti e l’ex allenatore ha
voluto dedicare una lettera tramite il suo sito ufficiale.
“Ho passato uno dei migliori
cicli della mia vita. Ci siamo
divertiti, abbiamo soprattutto
costruito qualcosa di molto
solido, sicuro e duraturo. Sul
campo abbiamo raggiunto insieme tutti gli obiettivi che ci
eravamo prefissati: il ritorno
in serie A, il ritorno nel calcio
europeo, la vittoria nel derby”.
E’ il cappello della lunga missiva di Ventura, che ha giustificato così la sua scelta: “E’
arrivato il momento del commiato. Vado via dal Torino perché, come nei migliori cicli
della vita, mi rendo conto che
uno di essi si è concluso”.
“Per me è un momento difficile
perché il distacco è doloroso
e perché nonostante la mia
lunga esperienza c’è qualcosa
che ancora non so allenare: il
momento dei saluti. Questo è
ancora più difficile di molti
O
Agenzia Regionale per lo Sviluppo
e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio
altri perché arriva dopo cinque
anni in cui ci siamo dati tutto,
reciprocamente, senza risparmiarci mai”, ha scritto un commosso Ventura, che ha riavvolto il nastro: “Sul campo
abbiamo raggiunto insieme
tutti gli obiettivi che ci eravamo
prefissati: il ritorno in serie
A, il ritorno nel calcio europeo,
la vittoria nel derby. Sono questi risultati che tutti insieme
abbiamo raggiunto, giorno
dopo giorno, tappa dopo tappa.
Abbiamo trasformato in forza
la diffidenza iniziale e lo abbiamo fatto con l’unica cosa
che sappiamo fare: lavorare,
con passione e dignità, forza
e rispetto, lavorare con il massimo della dedizione e di ogni
capacità e talento di cui siamo
dotati”.
Un ringraziamento speciale al
presidente Urbano Cairo, a
Don Aldo e a tutti i calciatori,
da Bianchi al capitano Glik,
da Vives a Darmian.