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Anno V - Numero 140 - Venerdì 10 giugno 2016 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Cose di sinistra Roma Calcio Occupazione Rai, tocca alla radio Olimpiadi: tutti contro la Raggi Europei al via, Conte ci crede a pag. 3 Sarra a pag. 12 a pag. 6 CRITICATO E FISCHIATO PER L’ELEMOSINA NELLE BUSTE PAGA, RENZI PERDE LE STAFFE 80 NEURO LA DESTRA CHE MANCA ALL’ITALIA TRA VOGLIE DI EGEMONIA E INDIPENDENTISMO Si riparte da Bari Sabato 18 la presentazione del libro “La prossima a destra” nevitabilmente, restando divisi, Salvini diventerebbe il fenomeno attrattore di un’area intera e non di una sola parte. E non è detto che sia un male, se davvero fa assumere, al suo movimento, una dimensione finalmente e autenticamente nazionale, resettando le asprezze del passato”: questa frase sta nell’ultimo capitolo del mio libro, “La prossima a destra”, e riassume quel che penso. Le divisioni a destra hanno favorito l’ascesa di Salvini; la ricerca dell’egemonia si conclude con il risultato della Meloni a Roma che però manca il ballottaggio (come mai accaduto a destra da quando è stata introdotta l’elezione diretta dei sindaci) e la certificazione di una sostanziale marginalità nel resto del Paese. Sta a Fratelli d’Italia capirlo; stando ai decibel della polemica cinicamente aizzata dalla loro leader all’indomani del voto capitolino, mi pare di poter dire che cerchino solo nemici da azzannare. Pazienza. Lo stesso Salvini, però, deve fare i conti con un’ambiguità sostanziale, che gli fa perdere nel Centrosud quel fascino che aveva suscitato. Non riesce a far scattare quella “dimensione finalmente e autenticamente nazionale” che avrebbe rappresentato per davvero una svolta rispetto ai tempi dell’indipendenza della Padania, che invece resta come obiettivo saldo nello statuto del suo movimento politico. Resta il che fare per gli orfani di una politica di destra, che a Roma ci è costata anche un salasso elettorale. Se non c’è Nazione non c’è destra, questo va detto a chiare lettere. Ha ragione anche chi si interroga sul senso delle parole “destra” e “sinistra”, che sembrano evocare fallimenti collettivi. Resta però indubbiamente vivo il sentimento nazionale che qualcuno dovrà pur rappresentare. Ma ci vogliono facce nuove. Lo dirò stasera ai candidati della mia lista romana, che vedrò quantomeno per ringraziarli per aver combattuto in un’avventura sfortunata (del resto, difficili grandi performance se persino Forza Italia si ferma al 4 per cento...), e poi sabato 18 giugno a Bari. Da lì, intendo ricominciare in tutto il Paese un colloquio con quel nostro popolo che ha vissuto con dignità il nostro stesso percorso politico, che nel mio libro - c’è anche un evento fb ad hoc per la presentazione pugliese - tento di raccontare attraverso i protagonisti. Quella storia va dispersa? Tutto in frantumi perché qualcuno a Roma non diventa assessore? Oppure perché manchiamo l’obiettivo del seggio consiliare? Quando nacque, la destra italiana, aveva questa finalità? Certe polemiche sono davvero esagerate e denotano una voglia di dominio che si scontra con percentuali assolutamente basse anche per chi presume di aver vinto non si sa bene cosa. L’evento barese sarà organizzato dalla fondazione Tatarella, intitolata al precursore di una politica “Oltre il Polo”. Certo, manca l’armonia di cui Pinuccio si fece indefesso apostolo; ma arriverà quando al posto nostro ci saranno finalmente schiere nuove che non devono vantare ministeri o assessorati nei loro curriculum; ma magari lauree e fatica nella società, perché questo impone il tempo nuovo. E noi vogliamo aiutarli. Da dietro le quinte. Basta un libro, un giornale, un po’ di Francesco Storace dinamismo culturale. “I L’assemblea Confcommercio rumoreggia anche per la ripresa che non c’è rima hanno rumoreggiato in sala, poi – proprio all’arrivo del premier Matteo Renzi – la contestazione si è trasformata in bordate di fischi. Così è stato accolto il presidente del Consiglio dall’assemblea della Confcommercio. Una contestazione che è proseguita anche durante l’intervento del premier, preceduto da quello di Carlo Sangalli, presidente Confcommercio, che non è stato pure lui per niente tenero:“Siamo di fronte – ha detto - ad una ripresa senza slancio e senza intensità. Una ripresa senza mordente che non salta mai la faglia, il crepaccio tra stagnazione e crescita. Occupazione, consumi, produzione, fiducia, credito, hanno seguito un andamento altalenante non riuscendo a imprimere un cambio di passo". Ma i fischi hanno raggiunto decibel da concerto rock quando l'ex rottamatore ha preso a rivendicare la misura degli P 80 euro, già contestata in passato dalla Confederazione. Renzi ha quel punto è andato assai vicino dal perdere le staffe e ha risposto piccato al consesso che lo ospitava: “Fischiatemi pure, ma io rivendico quella misura – ha detto – come una misura di giustizia sociale, lo rivendico con forza e non mi farete cambiare idea, è stato il primo atto e il più simbolico”. Ma gli umori della platea non si sono di certo placati e, anzi, c’è stato pure spazio per un battibecco quando qualcuno gli ha ricordato il suo stipendio; a questi punto il premer ha proseguito con le sue ‘rivendicazioni’, ricordando che tra i primi atti del suo Governo c'è stato anche "il tetto dei 240mila euro". Non proprio uno stipendio da cassintegrato, per capirci, anche senza gli 80 euro. Renzi, insomma, è apparso spaesato, probabilmente non se l’aspettava, e ha BERLUSCONI VERRÀ OPERATO AL CUORE continuato a replicare: "Fischiatemi pure se avete il coraggio ma la politica deve essere con la P maiuscola, dovete credere nella politica e l'atteggiamento di chi dice tutti uguali fa il vostro male, non il vostro bene". Poi ha cercato di addolcire la platea, promettendo qualcosa: "Prendo l'impegno per voi irrinunciabile per la crescita nel 2017 di non aumentare l'Iva. Ma l'Iva non si tocca più dal 2013, le clausole non sono mai state toccate dal nostro governo, l'ultimo aumento è scattato nell'ottobre di quell'anno, noi siamo in carica dal febbraio 2014". Impegno che difficilmente verrà mantenuto, visto che i soldi dell’aumento dell’Iva – Padoan docet – servono per cercare di mettere un freno alla voragine del debito pubblico che sta crescendo a dismisura anche sotto il suo governo. E anche qui non bastano mica tutti gli 80 Igor Traboni euro del mondo. RIVOLTA DOPO L’UCCISIONE DI UN IMMIGRATO Ha rischiato di morire Bomba Rosarno a pag. 2 Calvo a pag. 4 2 Venerdì 10 giugno 2016 ATTUALITA’ IL LEADER DI FORZA ITALIA VERRÀ OPERATO A GIORNI PER LA SOSTITUZIONE DELLA VALVOLA AORTICA Il cuore di Berlusconi stava per fermarsi Il dottor Zangrillo: “Ha rischiato la vita” - Auguri di pronta guarigione da tutto il mondo politico di Igor Traboni ilvio Berlusconi “ha rischiato di morire” e per questo sarà operato al cuore la prossima settimana. Lo ha detto, in una conferenza stampa tenuta ieri pomeriggio all'ospedale San Raffaele di Milano, il medico personale dell’ex premier, Alberto Zangrillo, aggiungendo per l’appunto che il Cavaliere "ha rischiato la vita". "Gli accertamenti proseguiti fino a ieri hanno ci hanno consentito di identificare in modo esatto e certo la patologia della valvola aortica del presidente Berlusconi che si chiama insufficienza aortica", ha specificato Zangrillo. Berlusconi sarà operato "verosimilmente entro metà della settimana prossima . Ho parlato e fatto riferimento ad una patologia di grado severo, che è un termine medico". L'intervento durerà quattro ore. Ad eseguire l'intervento di sostituzione della valvola aortica a cui dovrà sottoporsi l'ex premier sarà il professore Ottavio Alfieri, primario di cardiochirurgia al San RaffaeleIl rischio di mortalità dell'operazione "è intorno al 2%, facciamo finta di non tener conto che lo facciamo S qua. Capite che in questo Paese alla fine si fa una sintesi percentuale che deve tener conto che ci sono anche non eccellenze", ha detto ancora Zangrillo. Devo dire, ha aggiunto il medico riferendosi a Berlusconi, che "lui l'ha presa con grande coraggio e grande determinazione. E tornerà con più vitalità di prima”. Berlusconi è ricoverato da martedì scorso per un episodio di scompenso cardiaco avvenuto domenica. Il ricovero era stato quindi programmato - come ribadito oggi da Zangrillo non appena il leader di Forza Italia fosse tornato a Milano. Fin dall'inizio le sue condizioni erano state valutate buone. A parte i soliti idioti che imperversano sui social, e le cui ‘male parole’ nei confronti di Berlusconi ovviamente non hanno scandalizzato nessuno (neppure le solerti istituzioni, di solito pronte ad intervenire se solo su facebook viene minimamente messa in discussione la moralità di una cugina di quarto grado dell’ultimo uomo della terra), per il resto da ieri pomeriggio si sono susseguiti gli attestati di stima nei confronti di Berlusconi. E proprio sui social il più ricorrente è stato un “Forza Presidente”, come Berlusconi viene co- Berlusconi con il dottor Alberto Zangrillo munemente chiamato, e non solo dai… tifosi rossoneri. "Auguri di pronta guarigione al nostro super presidente Silvio Berlusconi. Tuoi deputati ti abbracciano e ti aspettano più combattivo che mai", ha twittato Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia. Sempre su twitter, da Santiago del Cile dove si trova in missione, Pier Ferdinando Casini ha mandato “un abbraccio affettuoso a Silvio #Berlusconi e un augurio di rimettersi in pista quanto prima". E ancora su twitter, il leader della Lega Matteo Salvini ha messo da parte le frizioni politiche degli ultimi tempi e ha scritto: "Auguri di pronta guarigione a Silvio Berlusconi. Quando c’è di mezzo la salute di una persona, non si scherza". Auguri al leader di Forza Italia sono arrivati anche da numerosi esponenti della sinistra. IL TIMBRO FINALE DELLA SUPREMA CORTE SU UNA VICENDA INGARBUGLIATA La Cassazione: “Per i dipendenti pubblici valgono ancora le tutele dell’articolo 18” Per i licenziamenti della Pa non sono da considerare le modifiche apportate allo Statuto dei lavoratori dalla riforma Fornero, tantomeno quelle arrivate con il Jobs Act - Il caso è chiuso l licenziamento del personale del pubblico impiego non è disciplinato dalla legge Fornero (che già nel 2013 ha ristretto le tutele per il lavoratore lasciato a casa), ma dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. E’ il timbro finale della Cassazione che interviene a gamba tesa su una vicenda ingarbugliata che da tempo era I diventata oggetto di discussione. Dai giudici della Suprema Corte, che “dopo una approfondita e condivisa riflessione”, con la sentenza numero 11.868 della sezione Lavoro sono arrivati a un verdetto destinato a fare giurisprudenza, è arrivato il punto definitivo su una questione rimasta in sospeso per troppo tempo, su cui ci sono stati altri verdetti controversi. Adesso messi a tacere. La decisione dei magistrati di più alto grado in qualche modo rende giustizia al governo e più precisamente al ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, che ha sempre ribadito come l’articolo 18 per gli statali non sia stato cambiato né dalla legge For- nero tantomeno dal Jobs Act. Per il pubblico impiego le garanzie sarebbero dunque intatte, con il reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa. Un trattamento quindi diverso rispetto ai lavoratori privati, perché differente è la natura del datore di lavoro. E per mettere fine una volta per tutte alla vicenda, che potrebbe essere anche interpretata in diversi modi, l’esecutivo vuole intervenire con una norma ad hoc che chiarisca l’esclusione dei dipendenti pubblici dalle nuove regole. Il benestare degli ermellini è arrivato. Con la Cassazione che ha accolto quindi il ricorso presentato dal ministero delle Infrastrutture contro un funzionario licenziato perché svolgeva un doppio lavoro e al quale, tuttavia, la Corte d’Appello di Roma aveva riconosciuto sei mesi di indennità risarcitoria. Come prevede la legge Fornero nel caso di licenziamenti per giusta causa ma con violazione delle procedure di contestazione disciplinare. Una decisione che aveva provocato il ricorso del ministero, che contestava i 180 giorni di risarcimento. E adesso il caso torna nuovamente alla Corte d’Appello, chiamata a riaffrontare M.Z. tutta la questione. SI ANIMA SUI SOCIAL IL DIBATTITO APERTO DALL’EDITORIALE DI FRANCESCO STORACE SUL CASO BENEVENTO Viespoli, Mastella e quella “certa destra”… i è fatto ‘social’ il dibattito sollevato da Francesco Storace, direttore del Giornale d’Italia, con l’editoriale di ieri dal titolo “Non è Marchini”, in cui – riferimenti politici alla mano – ha sollevato il caso di come a Benevento il rinnovamento di Fratelli d'Italia si concretizzi con il sostegno a sindaco di… Clemente Mastella. Il post è stato infatti ripreso e condiviso sul suo profilo facebook da Pasquale Viespoli, che proprio nella sua Benevento iniziò giovanissimo a far politica nell’allora Msi, città della quale è stato anche sindaco dal 1993 al 2001, quando venne eletto deputato per la prima volta. Della vita politica della bella città sannita, dunque, Viespoli ha pieni titoli per conoscere vita, morte e miracoli. Così come della politica nazionale, che S lo vede da due decenni protagonista. Quando Viespoli ha condiviso l’editoriale di Storace di ieri, ecco quindi che lo stesso è stato commentato a più voci, rispetto alle quali l’ex sindaco di Benevento ha risposto puntuale, anche ai toni poco urbani: “Premesso che in quanto a prefissi telefonici a destra e nel centro destra la competizione è aperta – ha risposto ad esempio ad un amico di fb che sottolineava la performance negativa della Lista Storace alle elezioni di Roma - ho semplicemente condiviso non la vita e l'opera di Storace ma un suo articolo sul quale spero anche tu sia d'accordo. O no?”. E poco più avanti Viespoli ha riconosciuto a Storace il merito di aver “fatto bene a sollevare una questione politica. Numeri a parte”. ‘Questione politica’, come detto, riconducibile a Clemente Mastella che “non torna”, ha argomentato in un altro commento Viespoli, perché “c'è sempre stato grazie alla destra ed al centro destra ed a tutti gli statisti centrali e di periferia che gli hanno consentito la "mobilità "'elettorale e politica, subendo il ricatto dell'utilità marginale. Anche io ho la mia parte di responsabilità in particolare per l'alleanza sbagliata del 2011 che ho pagato e continuo a pagare sul piano dell'immagine e della coerenza di una lunga storia”, ricordando altresì che “nel 93 quando mi candidai a sindaco lo feci anche contro certa destra già allora alleata con Mastella...” e chiosando con la stretta attualità: “Oggi ‘coerentemente’ certa destra è alleata Ig.Tr. con Mastella”. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Venerdì 10 giugno 2016 ATTUALITA’ PRONTO A RAGGIUNGERE PUTIN A SAN PIETROBURGO PUR DI ALLONTANARSI DALLE CITTÀ AL VOTO Renzi scappa dai ballottaggi Anche lo staff lo sta consigliando di tenersi alla lontana da un altro probabile bagno di sangue INDAGATA PER CORRUZIONE ELETTORALE Presunti brogli a Napoli: la Ulleto si sospende dal Pd nna Ulleto, candidata al consiglio comunale di Napoli per il Pd e indagata in un'inchiesta della Procura di Napoli su presunti episodi di voto di scambio, si è autosospesa dal partito. Lo ha comunicato lei stessa con un post su Facebook, dicendo di essere "delusa e amareggiata per quanto successo in queste ore. Ho deciso di non restare in silenzio perché chi ha la coscienza a posto deve sempre metterci la faccia. Consapevole che la verità viene sempre a galla e su questo confido ciecamente nel lavoro della magistratura, nei confronti della quale nutro profondo rispetto e stima. E ribadisco la mia disponibilità e collaborazione perché sono estranea a qualsiasi addebito. Nel rispetto dei miei elettori, di chi ha creduto in me e del mio partito comunico la decisione di autosospendermi dal Pd fino a quando questa vicenda, che ha segnato in negativo la mia vita, non sarà definitivamente chiusa. La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo di inchiesta dopo alcuni video pubblicati da Fanpage e che mostrano presunti passaggi di banconote all'esterno di alcuni seggi elettorali di Napoli, in occasione delle amministrative di do- A di Igor Traboni a così tanta paura dei ballottaggi, che potrebbero trasformarsi in un altro bagno di sangue dopo i circa 500mila voti sulle precedenti elezioni che il Pd ha perso con il primo turno delle amministrative del 5 giugno, che Matteo Renzi avrebbe deciso di tenersi alla lontana nelle ore più calde del bis alle urne del 19. Secondo l'Huffington Post , nella versione italiana diretta da Lucia Annunziata, proprio venerdì 17 giugno – ed evidentemente senza tener conto della possibilità infausta che serpeggia sulla data – il segretario del Pd, nella doppia veste di presidente del Consiglio, partirà per San Pietroburgo e nella città russa raggiungerà Vladimir Putin al Forum economico interna- H zionale, dove ha intenzione di incontrare alcuni esponenti dell'imprenditoria russa ma anche internazionale. D’altro canto, lo stesso Matteo Renzi – in quale veste non lo si era capito bene, stante la sua continua occupazione dei mezzi televisivi – l’altra sera, ospite della trasmissione ‘Otto e mezzo’, aveva detto di non voler fare iniziative “a meno che non sia necessario" . La necessità in realtà ci sarebbe, per cercare di dare man forte ad alcuni candidati sull’orlo del precipizio elettorale, dal milanese sala al romano Giachetti. Ma quest’ultimo ha fatto capire chiaro e tondo di non volere il premier-segretario accanto per la chiusura di venerdì 17, mentre il candidato meneghino è così decisamente preoccupato della risalita dell’avversario Parisi da non avere più molo altro tempo libero, da dedicare eventualmente alla comparsata renziano. Ma è un po’ tutto lo staff del Nazareno a consigliare al ‘capo’ di non esporsi troppo in vista dei ballottaggi: a bagno di sangue consumato, sarebbe poi difficile, se non impossibile, anche per l’ex rottamatore continuare a sostenere che “il Pd non è poi andato così male”… In realtà, a quanto risulta al Giornale d’Italia, Matteo Renzi avrebbe ricevuto comunque un invito a partecipare alla chiusura della campagna elettorale del Pd in Friuli Venezia Giulia, dove sia Trieste che Pordenone sono andare al ballottaggio. Invito arrivato da Debora Serracchiani, governatrice di quella regione e oramai renziana fino al midollo, dopo aver sostenuto ben altre cause all’interno del partito. Ma il segretario nazionale avrebbe più o meno gentilmente declinato l’invito: davanti alla possibilità di perdere sia Trieste che Pordenone, i detrattori di Renzi e della Serracchiani prenderebbero due piccioni con una sola fava elettorale. Insomma, Renzi appare deciso a far accendere i motori del suo nuovo aereo presidenziale per allontanarsi IL DIRETTORE ARTISTICO DI SANREMO ASSUME LA STESSA QUALIFICA ANCHE PER LA RADIO Rai alla fiorentina, i Conti tornano a scelta di Carlo Conti girava in Rai già da qualche giorno, da quando cioè si era saputo che il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto stava per nominare un direttore artistico anche per RadioRai. Nomina che è arrivata ufficialmente ieri e che dunque non ha sorpreso più di tanto, ma ha solo contribuito a ridare fiato alle polemiche su quella ‘renzizzazione’ della Rai che lo stesso premier-segretario pd ha cercato, abbastanza inutilmente, di smorzare intervenendo l’altra sera all’ultima puntata del programma Virus di Nicola Porro. “Oramai è una Rai alla fiorentina”, è il ritornello che risuona nei corridoi della Tv di Stato, con riferimento non tanto alla provenienza geografica anche di Carlo Conti – e ci mancherebbe pure che chi è nato a quelle parti non possa lavorare in Rai – ma al fatto che poi tutte queste scelte ricondurrebbero di filato alle ‘simpatie’ di Matteo Renzi. Certo, come professionista Carlo Conti è ineccepibile, e il successo di tutti i suoi programmi ne sono L la palese dimostrazione, eppure negli stessi, famosi corridoi della Rai Radiotelevisione Italiana c’è chi è pronto a giurare che il vento è ulteriormente cambiato in suo favore dopo l’ultimo Sanremo, di cui Conti è direttore artistico: anche questa edizione è stata infatti un enorme successo in termini di audience, ma è passata alla storia anche come il Sanremo dei braccialetti colorati pro unioni gay, nel pieno del dibattito e dell’approvazione della legge sulle unioni civili. Una netta invasione di campo in prima serata rispetto alla quale Carlo Conti non ha mosso un dito. Una scelta, quella del direttore artistico, che avrebbe ‘parecchio garbato’ il premier. Ed eccoci dunque, per tornare alla cronaca, all’annuncio fatto ieri dal direttore generale, di orbita renziana, Campo Dell’Orto di Carlo Conti nuovo direttore artistico di RadioRai. Una scelta che dal vertice di viale Mazzini è stata salutata con un ulteriore attestato di stima nei confronti del conduttore: “Ha allo stesso tempo la capacità di creare e gestire”, menica scorsa Oltre ad Anna Ulleto (in lizza per il Consiglio comunale) è indagata anche Rosaria Giugliano (candidata Pd per la Municipalità Mercato Pendino) sempre pe rle ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Entrambe le abitazioni delle due indagate, così come i rispettivi comitati elettorali, sono stati perquisiti dalla polizia giudiziaria. E sulla vicenda è intervenuto anche Antonio Bassolino, già sindaco di Napoli e candidato sconfitto alle ultime primarie del Pd, chiedendo che Renzi “intervenga con determinazione, prima che il Pd precipiti in un burrone politico e morale. Per rimetterlo in piedi si deve rifare tutto”. da Roma e da tutte le possibili caporetto dem. Il giorno prima del silenzio elettorale, ovvero giovedì 16, potrebbe invece partecipare alla "Festa dell'Imu" organizzata per celebrare la scomparsa dell'imposta. Sempre che non gli organizzino una controfesta di tutte le altre tasse messe. Una ‘festa’ agli italiani, insomma. CINQUE STELLE CONTRO REPUBBLICA E UNITÀ Adesso grillini e dem litigano pure sui giornali ramai non passa giorni che grillini e pd del fronte renziano non si azzuffino su qualcosa. Ieri è stata la volta dei giornali, con Roberto Fico, presidente della commissione di vigilanza Rai e membro del direttorio del Movimento, che ha dato la stura alla querelle, affermando che "certi quotidiani nazionali sono diventati la brutta copia di sé stessi. Non penso solo al ritorno sulla scena dell'Unità, umiliato e retrocesso a giocattolo della propaganda renziana. Anche ''Repubblica'', da qualche tempo, si atteggia nello stesso modo. La sua missione è diventata quella di gettare fango su una forza politica, a prescindere dalla veridicità delle informazioni. Qualche giorno fa speculava su una mia frase O Conti, Ramazzotti e i nastri arcobaleno all’ultimo Sanremo ha detto di lui il dg. Conti ha definito la radio il suo “primo amore. tutto quello che sono riuscito a fare nella mia vita lo devo alla radio”. Il contratto del presentatore è stato inoltre allungato di altri due anni. “Siccome si vede che Carlo Conti è fortemente legato a questa azienda, ho approfittato dell’occasione per rinnovare il suo contratto che scadeva nel 2017 e adesso scadrà nel giugno 2019. Lo abbiamo prolungato di due anni e abbiamo inserito il nuovo incarico di direttore artistico della radio”, ha aggiunto il dg Campo Dall’Orto, aggiungendo che Sanremo rimane fuori da questo contratto. Il dg ha anche spiegato che saranno tagliate le presenze televisive del conduttore, in particolare “gli impegni quotidiani”. In merito alle sue idee per la radio, Conti ha risposto che “è presto per parlarne, dovremo prima confrontarci con i direttori. Sanremo? E’ un evento di tutta la Rai, radio compresa. Mi piace- rebbe che Radio2 potesse dedicare un ‘Sanremo continua’, che rac- mettendomi contro Luigi Di Maio, oggi (ieri, ndr) dedica le prime tre pagine intere a un fantomatico patto fra Lega e M5S, una totale falsità utile evidentemente alla propaganda del Pd per i ballottaggi”. Dal pd ha replicato Stefano Pedica: "Fico se vuole fare il pasdaran grillino lasci la presidenza della Vigilanza Rai. I suoi attacchi all'Unità e a Repubblica sono vergognosi. Se il M5s vuole tenersi al riparo dalla realtà e dalle critiche, continui pure a cantarsela e a suonarsela sul suo blog. La democrazia però è un'altra cosa". Per la senatrice Laura Cantini, membro della direzione del partito “dopo il Tg1, Fico vuole mettere mano alle notizie di Repubblica e dell'Unità''. conti il Festival anche dopo che si sono spenti i riflettori”. Ig.Tr. 4 Venerdì 10 giugno 2016 ATTUALITA’ DOPO LA MORTE DEL GIOVANE AFRICANO UCCISO DA UN CARABINIERE PER DIFENDERSI DALL’AGGRESSIONE Ora a Rosarno si rischia la rivolta Oltre cento persone hanno marciato tra insulti alle forze dell’ordine, passamontagna, auto bloccate e minacce di rappresaglia. Offesi gli italiani: “Razzisti” di Marcello Calvo ono ospiti ma si sentono padroni. Anche per colpa di tutti quei politicanti che gliele danno tutte vinte difendendoli a spada tratta, nel bene o nel male. E se li attacchi, ti bollano come un razzista. Fomentano odio e creano scompiglio, ma guai a criticarli. Questa, la parabola di molti immigrati che continuano ad invadere le nostre coste e pretendono di comandare a casa nostra. Oltre cento clandestini sono scesi per le strade di Rosarno, inscenando una dura e provocatoria protesta davanti al municipio dopo la tragedia avvenuta nella tendopoli di San Ferdinando (Reggio Calabria). Dove un carabiniere, dopo essere stato aggredito con un coltello mentre tentava di sedare una rissa furibonda fra un gruppo di immigrati, ha accidentalmente ucciso un giovane africano. C’è rischio rivolta dopo il tragico fattaccio. Cartelli di protesta e minacce sono stati esibiti fuori dalle baracche contro i carabinieri. Con le forze dell’ordine, “invitate” a tenere la larga dalle baracche, allon- S tanate dal lancio di qualche sasso. Solo i cronisti e i reporter presenti sul posto hanno ricevuto l’ok per raccontare e documentare il dissenso di decine e decine di facinorosi pronti alla linea dura. Molti fra i ribelli indossavano passamontagna o cappelli con la visiera abbassata e sciarpe a coprire i volti per non farsi riconoscere. Altri ancora hanno urlato a gran voce di essere armati, probabilmente di coltelli. Tensione palpabile per le vie, con le auto dei passanti bloccate dai diretti interessati che hanno fatto anche da servizio d’ordine. Una vergogna. Le camionette della polizia, costretta a controllare da lontano, sono state più volte bloccate. Con le forze dell’ordine (molte delle quali in borghese) obbligate a mantenere la calma per non far degenerare la questione. C’è chi s’è diretto verso il centro di San Ferdinando e chi ha messo nel mirino la piccola caserma dei carabinieri del posto. L’obiettivo è chiaro e la parola d’ordine sembra es- sere una soltanto: vendetta. Intollerabili gli striscioni esposti lungo il corteo: “Fuck carabinieri”. Irripetibili gli insulti. E c’è chi tenta la strada del pietismo: “Italiani razzisti”. Queste, le urla dei più agitati. Che minacciano la rivolta e sembrano pronti a seminare il terrore. Nessuna pietà per quel carabiniere costretto ad aprire il fuoco, per reagire, dopo l’aggressione. E l’impressione è che finché i conti non verranno regolati il clima non si placherà. Con gli abitanti del posto tenuti quasi sotto scacco, a casa loro, da una banda di esagitati. Che protestano contro il Comune e lasciano intendere, solo a parole, di voler mantenere la calma:“Siamo qui non per fare la guerra o casini, ma per lavorare e mangiare. I carabinieri devono mettere pace, non uccidere”. Ma le intenzioni sembrano altre. A testimonianza del fatto, i cassonetti (due) bruciati la scorsa notte nella tendopoli. E la paura è che presto possa scoppiare la rivolta, solo rimandata. CI SI METTE PURE L’EUROPARLAMENTO Quello di Abu Omar è un caso senza fine Intanto sta per tornare nel nostro Paese l’ex agente Cia Sabrina De Sousa, coinvolta nel rapimento DUBBI DOPO L’ESTRADIZIONE IN ITALIA Trafficante di uomini scambiato per un altro? tiamo svolgendo gli opportuni accertamenti. Questo quanto affermato dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dopo le indiscrezioni di stampa sulla possibilità di uno scambio di persona nell'annunciata cattura del trafficante eritreo Yehdego Medhanie Mered. S bu Omar, un caso senza fine. Dal sequestro al processo a Cia e Sismi passando per la condanna della Corte europea dei diritti umani che ha sanzionato l’Italia per il rapimento e la detenzione illegale dell’ex imam “vittima” di un’operazione di extraordinary rendition. Fino ad arrivare alla richiesta dell’Europarlamento che in seduta planetaria A ha chiesto all’Italia di “rinunciare al segreto di Stato per l’ex capo del Sismi e il suo vice” e “per tre ex membri dei servizi segreti coinvolti nella vicenda” al fine che “la giustizia proceda senza ostacoli”. Con l’altra novità, di queste ore, relativa alla sentenza della Corte Costituzionale di Lisbona che ha condannato in contumacia l’ex agente della Cia Sabrina De Sousa a scontare una pena detentiva di quattro anni perché l’ha ritenuta colpevole di aver partecipato al sequestro del 17 febbraio 2003. Con la donna che ha perso la sua battaglia legale e presto verrà estradata in Italia per scontare la sua pena. Sarà una delle poche a pagare per una vicenda davvero infinita. L’arresto dell’ex-spia era avvenuto lo scorso ottobre nella capitale del Portogallo grazie a un mandato di cattura europeo. Secondo la giustizia lusitana lei era tra i 26 americani condannati per il sequestro del sospetto terrorista Osama Moustafa Hassan Nasr, alias Abu Omar. Nonostante abbia sempre proclamato la sua innocenza, la De Sousa è ora in attesa di sapere quando verrà trasferita in Italia. Il suo avvocato ha detto che spera di ottenere per la sua assistita la grazia del pre- "Al momento- ha aggiunto Lo Voi- tutto quello che possiamo dire è che la segnalazione del ricercato, il suo arresto, la consegna e l''estradizione in Italia sono stati comunicati in via ufficiale dalla National Crime Agency inglese e dalle autorità sudanesi tramite l'Interpol". Testimonianze sullo sidente della Repubblica, Sergio Mattarella, così com’è avvenuto per altre persone coinvolte nel caso. Difficile, ma non impossibile, che ciò possa accadere. Tant’è, la condannata ha inviato una lettera a Papa Francesco, attraverso l’ambasciata del Vaticano a Lisbona, chiedendo al Pontefice di intervenire contro le consegne speciali utilizzate dalla Cia dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. Ha paura, la De Sousa. Ma so- scambio di persona, tuttora privo di conferme, sono state rilanciate ieri mattina dall'emittente britannica Bbc. L'arresto del presunto trafficante era stato eseguito nella capitale sudanese Khartoum grazie alla collaborazione tra polizie di diversi Paesi. Secondo gli inquirenti, Medhanie si sarebbe reso corresponsabile della morte di oltre 300 persone a largo di Lampedusa nell'ottobre 2013. In un solo anno avrebbe fatto imbarcare tra i 7000 e gli 8000 migranti. prattutto, come ha rivelato al quotidiano la Stampa, teme di non rivedere più sua mamma, che ha 90 anni e non verserebbe in ottima salute. E sogna di ricevere lo stesso trattamento riservato dal presidente della Repubblica italiana che ha già dato la grazia a Bob Lady, capo della Cia a Milano durante l’extraordinary rendition. E adesso la patata bollente passa nelle mani di Mattarella. Che potrebbe “perdonarla” anche per non essere attaccato di trattaMarco Zappa menti iniqui. 5 Venerdì 10 giugno 2016 DA ROMA E DAL LAZIO CI VORRÀ ANCORA UN MESE PER IL DEPOSITO Cucchi, rinviata la perizia La prossima udienza è fissata per il 28 luglio. Disposta l’acquisizione di alcuni documenti l deposito della perizia per accertare le cause della morte di Stefano Cucchi è stata rinviata al prossimo 25 luglio. Il rinvio è stato disposto dal gip di Roma Elvira Tamburelli, che ha accolto una richiesta del professor Francesco Introna, quest’ultimo a capo degli esperti incaricati degli accertamenti medico-legali. Si dovrà attendere un altro mese per accertare la possibile svolta nell’ambito dell’inchiesta bis sulla vicenda che coinvolge anche cinque carabinieri, indagati a seconda della posizione processuale di lesioni e di falsa testimonianza. L’indagine bis è stata aperta il 22 ottobre del 2009 e appunto coinvolge i militari dell’Arma, che hanno ottenuto ieri dal gip l’acquisizione al fascicolo del procedimento della documentazione riguardante un incidente stradale che Cucchi aveva avuto qualche tempo prima dell’arresto. La documentazione era stata acquisita solo in parte ma ora sarà completa. L’avvocato Fabio Anselmo che assiste i familiari di Cucchi ha invece ottenuto l’acquisizione della testimonianza di alcune persone secondo le quali prima di essere arrestato Cucchi godeva di ottima salute e faceva anche sport. Ma anche alcune lastre radiografiche di Cucchi fatte in un ospedale romano 15 giorni prima della sua morte dopo un incidente stradale. Fuori dall’aula il legale di parte civile, Anselmo, ha spiegato: “Noi non abbiamo fiducia né nella perizia, né che la stessa sarà depositata alla data stabilita. In questa perizia non c’è nulla di normale. E certo l’anormalità non è per colpa del giudice. L’andamento di questa perizia, con i problemi che ci sono stati, e I con addirittura l’acquisizione di un’immagine delle vertebre di Stefano tratta dal web, è quantomeno eccentrico”. Nell’inchiesta sono coinvolti anche cinque medici che ebbero in cura Cucchi. Secondo l’accusa non fornirono una corretta assistenza e per questo il pg Eugenio Rubolino ha chiesto di condannarli per omicidio colposo senza attenuante generica, ribaltando di fatto la sen- tenza assolutoria. L’associazione dei medici, però, non ci sta e “si allinea al coro mediatico-giudiziario sulla colpevolezza dei medici del Pertini che hanno avuto in cura Stefano Cucchi. Siamo costernati ed indignati dalla requisitoria del pg Eugenio Rubolino che, addirittura, paragona l’operato dei medici alle torture subite da Giulio Regeni”. Perché “siamo convinti della assoluta innocenza dei medici del Pertini: conosciamo il loro valore e la loro professionalità”, sostenendo che “nel caso Cucchi bisogna avere il coraggio di trovare i “veri” colpevoli e non di creare dei “capri espiatori””, ha chiuso l’Anaao Assomed. La prossima udienza del procedimento è stata fissata per il 28 luglio. Marco Compagnoni CRONACA “Giustizia sociale” alle popolari Una famiglia italiana torna in possesso dell'immobile Castellino: “Case ai connazionali, basta privilegi per gli stranieri” iustizia fai-da-te. Le case popolari, in questo caso a Roma, sono il termometro del Paese dove i meno abbienti italiani devono fare i conti con le assegnazioni agli stranieri o vengono sgomberati per le morosità, cosa che non avviene però per i partiti che si sono impossessati G di immobili prestigiosi a canoni d'affitto irrisori, come emerso negli scandali Affittopoli Ma ieri mattina si è resa giustizia per una famiglia italiana grazie al sostegno di Officine Italia, di cui è portavoce Giuliano Castellino, da sempre in prima linea per il diritto all'abitare. "Abbiamo "restituito" il tetto ad una famiglia italiana, un mese fa sgomberata con la forza, perché quella casa del Comune è stata assegnata a dei rumeni. Mentre i nostri connazionali vengono sfrattati, le stesse case "liberate" vengono date a persone straniere. Una situazione inaccettabile", ha spiegato CASTELLI, IL BLITZ DELLA POLIZIA Giro di usura: botte e maxirate Ah Ah! Gli hai menato Hai sentito? - Ma gli hai menato in diretta proprio? - E n’hai sentito? Ah Ah !”. E’ un’intercettazione che ha portato all’arresto di sette persone coinvolte a vario titolo per estorsione, usura, spaccio e rapina. Gli agenti del commissariato di Albano Laziale e i carabinieri della compagnia di Velletri hanno dato esecuzione, in Roma, Ariccia, Albano Laziale, Lanuvio e Genzano di Roma ad un provvedimento cautelare - emesso dal “ Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Velletri Gisberto Muscolo su richiesta della locale Procura diretta da Francesco Prete - nei confronti di 7 soggetti ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di usura, estorsione, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, attività finanziaria abusiva e violazione degli obblighi della Sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Nel corso delle indagini, svolte con ausilio di attività tecniche di intercettazione telefoniche e ambientali, sono state individuate molte vittime tra cui imprenditori, commercianti e privati cittadini, che venivano continuamente vessate mediante condotte intimidatorie ed estorsive per ottenere il pagamento delle rate concordate per la restituzione del debito. Il tasso usurario applicato variava tra il 120% e il 140% annuo. Tra le vittime ben 7, individuate dagli investigatori, hanno collaborato alle indagini confermando le responsabilità a carico degli arrestati. Sono emerse altresì ripetute violazioni alla normativa sugli stupefacenti con vari sequestri di Cocaina, Hashish e Marijuana. Castellino, che ha mandato un chiaro messaggio alle istituzioni competenti: "Oggi è solo la prima azione. La nostra lotta al fianco degli italiani e dei loro diritti sarà prioritaria. Stanchi delle chiacchiere elettorali, delle troppe parole dei politicanti e delle inutili polemiche sui ballottaggi, noi torniamo tra la nostra gente". “In prima linea a gridare ‘Roma patria nostra, Italia agli italiani’”, ha promesso Castellino che ha ricostruito gli istanti della vicenda: "Le lacrime di gioia della mamma italiana tornata a "casa sua" sono la nostra vittoria più grande. Gli altri si tenessero seggi e poltrone, noi preferiamo la lotta al fianco degli italiani". TUSCIA Sisma, richiesta alla Regione ella notte tra il 30 e il 31 di maggio, diversi comuni dell'Alta Tuscia sono stati colpiti da un sisma con magnitudo 4,1, ed epicentro localizzato nella zona dell'altopiano dell'Alfina, nei dintorni di Acquapendente. Il terremoto, seguito nelle ore successive da diverse scosse di assestamento che hanno colpito tutta la zona del lago di Bolsena, ha generato paura e preoccupazione nella cittadinanza, pur non avendo causato, almeno ad una prima analisi, danni consistenti a cose o persone. Nei giorni successivi allo sciame sismico, però, diversi sindaci e cittadini dell'area N colpita hanno espresso preoccupazione per lo stato di alcuni immobili dei comuni “terremotati”. Preoccupazioni di cui si è fatto portavoce Daniele Sabatini, capogruppo Cuoritaliani alla Regione Lazio, che ha chiesto al presidente Zingaretti di valutare la possibilità di proclamare lo stato di calamità nei comuni colpiti dal sisma. “Dopo lo sciame sismico dei giorni scorsi, i sindaci dei comuni dell’Alta Tuscia sono preoccupati per le conseguenze a molti immobili – ha spiegato Sabatini - I cittadini fortunatamente hanno avuto solo tanto spavento ma molti edifici, anche privati, con il pas- sare delle ore hanno presentato danni tali da doverli dichiarare inagibili. Sarebbe quanto mai opportuno che la giunta Zingaretti si confrontasse con gli amministratori locali per verificare la situazione e valutare anche la possibilità di proclamare lo stato di calamità naturale per le aree coinvolte”. Si tratta di una situazione certamente delicata, specialmente alla luce del fatto che molti dei comuni coinvolti ospitano sul territorio edifici di grande interesse storico, particolarmente sensibili a modificazioni di carattere geologico. Alessandro Bruni 6 8 Venerdì 10 giugno 2016 DA ROMA E DAL LAZIO DOPO MONTEZEMOLO, ANCHE IL PRESIDENTE DI UNINDUSTRIA STIRPE REPLICA ALLA RAGGI Olimpiadi, un’opportunità per Roma Industriali e commercianti in rivolta: sarebbero previsti centottantamila posti di lavoro, mentre il Pil aumenterebbe del 2,4%. Oggi il confronto fra Raggi e Giachetti Milano, l’Expo ha dato uno stimolo importante alla crescita della città, non vedo perché lo stesso ragionamento non valga per Roma con le Olimpiadi. Non capisco perché si debba privare Roma di questa opportunità”. E’ forte e chiaro il messaggio di Maurizio Stirpe, presidente di Unindustria Lazio, alla candidata a 5 “A Stelle Virginia Raggi. “E bisogna anche tenere conto ha aggiunto - della modalità con cui il Comitato olimpico ha affrontato il tema, con la riqualificazione e il recupero di strutture incompiute, prevedendo la quasi totalità della copertura dei costi con i proventi dei Giochi”. Anche perché le buche e le Olimpiadi “sono due cose che possono andare insieme. L’una non è alternativa all’altra”, ha spiegato ancora Stirpe. La cultura del no dei grillini non spaventa soltanto gli industriali ma anche il team per la candidatura di Roma 2024. “Qui parliamo dei Giochi del 2024. Significa che ci sono 5 anni della prossima amministrazione e poi altri 3. Io mi aspetto che in 8 anni i problemi della Capitale siano risolti”, aveva dichiarato Luca Cordero Montezemolo, presidente del comitato Roma 2024, al Corsera. Com’è noto il Movimento Cinque Stelle sostiene che Roma ha altre priorità rispetto alle Olimpiadi, dalle quali potrebbero arrivare fior di quattrini da investire sulla città, ricca di carenze. Nonostante la mediazione, i 5 Stelle non sentono ragione e ribadiscono: “Roma non è pronta ad ospitare le Olimpiadi. Noi abbiamo detto che si può fare un referendum e ascoltare la popolazione. Io personalmente posticiperei le Olimpiadi e le farei solo dopo aver risollevato Roma, risolvendo i problemi quotidiani”, ha spiegato anche ieri la senatrice del M5S, Paola Taverna. Una convinzione ideologica che frena di fatto nuovo posti di lavoro, il tallone d’Achille della Roma di oggi: le imprese e le attività commerciali DOPO L’EX BAOBAB, SI PROPONE L’EX ITTIOGENICO A TIBURTINA DI PROPRIETÀ DELLA REGIONE LAZIO La sinistra vuole un centro immigrati Bloccato lo sgombero almeno fino ad oggi Previsto un vertice fra le parti in prefettura utto rinviato. Gli immigrati accolti nelle tende a via Cupa sono ancora lì, nonostante la Questura di Roma avesse disposto lo sgombero immediato già da mercoledì. Poi l’intervento di alcuni parlamentari di Sinistra Italiana, che hanno sollecitato anche la Regione Lazio, ha bloccato il tutto non curanti però delle condizioni sanitarie e della sicurezza dei cittadini, come avevano fatto notare da via San Vitale. Gli immigrati sono stati accolti “abusivamente e, senza alcuna garanzia sanitaria, all’interno di tende montate illegalmente sulla sede stradale”, aveva spiegato la Questura di Roma nei giorni scorsi, che, oltre alle fotosegnalazioni degli stranieri, sta valutando la condotta dei responsabili delle tendopoli, difesi dall’estrema sinistra romana. La tendopoli davanti all’Ex Baobab, chiuso lo scorso dicembre, accoglie da settimane 200 tra uomini e donne sopravvissuti degli ultimi sbarchi nel Mediterraneo. I blindati della polizia sono dovuti tornare indietro dopo il braccio di ferro con i volontari, che hanno di fatto scongiurato lo smantellamento del presidio, almeno fino ad oggi, quando si incontreranno Comune, Prefettura e Regione per capire il da farsi. IL CORPO SENZA VITA DI SARA BOSCO Forlanini, indaga la procura a procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla presunta morte di Sara Bosco, appena 16enne, per overdose in un padiglione dismesso dell’ospedale Forlanini. Si indaga per il reato di istigazione o aiuto al suicidio. Sul corpo della giovane, secondo un primo accertamento, non sono stati trovati segni di violenza ma il pm Antonino Di Maio, titolare del procedimento, ha disposto una autopsia per chiarire quale sostanza ha portato alla morte la giovane. Il reato ipotizzato è anche legato al fatto che la giovane in passato aveva palesato, anche attraverso sms, l’intenzione di togliersi la vita. Gli inquirenti puntano ad individuare chi abbia ceduto alla mino- L continuano a chiudere ogni anno e l’abusivismo dilaga in ogni angolo della città. Eppure le Olimpiadi potrebbero generare 180mila posti, almeno stando a uno studio della commissione di esperti presieduta da Beniamino Quintieri. E il Pil, nello stesso periodo, aumenterà del 2,4%. Per non parlare dei benefici per l’indotto, dei flussi turistici e del renne la droga. Il magistrato potrebbe a breve convocare in procura anche il direttore generale dell’azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini per cercare di chiarire come sia possibile che all’interno del complesso ospedaliero, tra i più grandi di Roma, ci siano aree abbandonate e frequentate da sbandati e tossicodipendenti. Non è il primo episodio che si consuma all’interno degli ospedali: le morti e gli stupri al San Camillo, le morti e il degrado anche al Forlanini, ormai abbandonato. Ciò che sta succedendo è davvero inaudito. Il che la dice lunga sulla sicurezza, la vigilanza e il monitoraggio dei nosocomi capitolini. boom dei consumi. Numeri importanti per la Capitale, che sarebbe frenata dalla “cultura del no” grillina. Le Olimpiadi saranno al centro del dibattito in programma presso la sede di Unindustria Lazio tra i due candidati a sindaco di Roma, Virginia Raggi del Movimento 5 Stelle e Roberto Giachetti per il centrosinistra. SECONDA BOMBA D’ACQUA IN 72 ORE. ALLAGAMENTI, ALBERI CADUTI, TRAFFICO E TRASPORTI IN TILT Un altro temporale, Roma ancora ko T Propongono la riconversione dell’ex Ittiogenico a Tiburtina, un’area abbandonata da dieci anni, di proprietà della Regione Lazio, un tempo usata come allevamento di pesci per il ripopolamento delle acque bonificate di tutta Italia, oggi giardino ridotto a latrina. Perfetto, dopo un’accurata bonifica, invece per ospitare tende e servizi, secondo i volontari. In prima linea i parlamentari di Si Nicola Fratoianni, Giovanna Martelli e l’ex candidato sindaco Stefano Fassina, secondo i quali “il centro Baobab e i suoi volontari devono riprendere l’importante attività che svolgono ormai da mesi”, sostenendo che “l’accoglienza è una questione di civiltà". Contrario alla tendopoli è invece il comitato dei cittadini della stazione Tiburtina, che ritiene “scon- siderata e pericolosa la trattativa che le autorità stanno portando avanti con gli esponenti dell’estrema sinistra, protagonisti dello scempio portato avanti nell’ultimo anno”. “Una strada privata è stata espropriata ai cittadini per far posto a tende di fortuna per ammassarci dentro migranti sottratti all’accoglienza organizzata e autorizzata del ministero”, aggiungendo che “tutta l’estrema sinistra capeggiata da Fassina è riuscita ad ottenere un rinvio dello sgombero”. I cittadini non hanno dubbi: “Aggiungere alla stazione Tiburtina le centinaia di clandestini che si prevedono è una scelta sconsiderata che va evitata”. Strutture spesso gestite dalle cooperative rosse e bianche, molte delle quali finite in Mafia Capitale. Marco Compagnoni ue temporali in 72 ore e Roma è andata nuovamente sott’acqua con allagamenti, alberi caduti e traffico in tilt sul litorale nord e in altre zone della città. La bomba d’acqua si è abbattuta a metà mattinata sulla Capitale con i conseguenti rallentamenti da via Cassia alla tangenziale, da via Boccea a via di Torrevecchia, da via Trionfale a Muro Torto. Traffico intenso anche sul Raccordo anulare di Roma in particolare tra l’uscita 22 e la 11. Centinaia gli interventi dei vigili del fuoco, della polizia municipale e della protezione civile, assaltati D dalle chiamate di soccorso dei cittadini. Cantine allagate, tombini otturati, tamponamenti. Un’altra giornata di caos per la Città Eterna, che aveva dovuto fare i conti con una mezz’ora di pioggia violenta abbattutasi martedì scorso. I primi interventi dei vigili del fuoco tra Fregene e Civitavecchia dove alcune strade si sono allagate rendendo difficile la circolazione. Allagate anche le zone di Ostia, Acilia e Infernetto e all’Eur il sottopasso della Pontina e la via Cristoforo Colombo. Codice giallo per i bacini costieri nord e di Roma, codice verde, invece, per bacino medio Tevere, Aniene e bacini costieri sud. Mentre la Cassia è stata interrotta per la caduta di un albero al fine di consentirne la rimozione, intorno alle 12 e 30, con il conseguente ripristino dopo un paio di ore. Danni anche ai trasporti con la linea FL5 dei treni, la GrossetoRoma Termini, che dalle 5.20 del mattino ha viaggiato anche con settanta minuti di ritardo. Ma il violento temporale non ha risparmiato un’altra arteria principale: l’Aurelia, dove dalle 7 alle 8 sono rimasti bloccati numerosi automobilisti. Sui comuni della zona hanno lavorato i vigili del fuoco, la croce rossa, la protezione civile, i vigili urbani e la polizia, anche di Cerveteri: si sono registrati tombini saltati, viali allagati e cittadini impossibilitati a uscire di casa e rimasti bloccati. Allagati viale Garibaldi, delle Rose e i sotto passaggi di Campo dell’Orto e San Gordiano: alcuni automobilisti, rimasti incastrati nelle vetture, sono stati soccorsi dai vigili del fuoco ed estratti dalle macchine. Anche martedì scorso il 113 si è reso protagonista di un salvataggio sotto il ponte vicino a via Bolognetta. Un automobilista era sommerso dall’acqua, con il livello che aveva quasi superato il metro d’altezza. Una tragedia scongiurata dall’arrivo tempestivo delle volanti della polizia. Due acquazzoni pre-estivi hanno messo per l’ennesima volta in ginocchio la Capitale. 7 Venerdì 10 giugno 2016 STORIA BREVE PANORAMICA DI UN'EPOCA CHE DEVE ESSERE RACCONTATA IN TUTTA LA SUA INTEREZZA Fascismo, opere immortali Dalle bonifiche alle strade, dalle Città di Fondazione ai Parchi naturalistici, storia di una Rivoluzione che ha cambiato l’Italia e non solo di Emma Moriconi arliamo spesso (praticamente ogni giorno) di Fascismo e di Mussolini, su queste colonne. Siamo l'unica testata che lo fa quotidianamente. Non lo dico per sottolineare la cosa e farcene un vanto, piuttosto per mettere in evidenza come sia molto strano che non lo facciano anche altri. Qualcuno mi chiede: "Ma come fai ad avere sempre argomenti, ogni giorno? E non ti stanchi mai?". Rispondo: gli argomenti sono facili da trovare, il Fascismo fece così tante cose che non basterebbe l'intero Giornale d'Italia per raccontarle e Mussolini è un personaggio talmente straordinario che si potrebbe scrivere di lui in eterno. Quanto alla seconda domanda: no, non mi stanco mai. Anzi. E questo dipende dal fatto P che sono consapevole dell'importanza di questo pezzo della nostra storia, così come sono consapevole del fatto che è state sempre bistrattato. Ingiustamente. Potrei tirare fuori un milione di argomenti (forse di più), qui, adesso. Pescare in un mare così popoloso è facile, scegliere è difficile solo perché si potrebbero scrivere così tante cose che nemmeno il web potrebbe contenerle tutte. Esempio: se volessimo parlare delle Città di Fondazione (cosa che abbiamo fatto spesso) potremmo non smettere mai. Qualche pillola: sapete in quanto tempo è stata costruita Littoria? Si è iniziato a crearla dal nulla nel giugno del '32, è stata inaugurata il 18 dicembre 1933. Sapete quanto ha impiegato il Fascismo di Mussolini per creare Sabaudia? Iniziati i lavori nell'agosto del '33, inaugurata il 15 aprile del '34. Sapete, ancora, quanto tempo ci è voluto per realizzare Pontinia? Inizio lavori 1934, inaugurazione dicembre 1935. Aprilia? 1936 l'inizio 18 novembre 1937 l'inaugurazione. Pomezia? Inizio 1938, inaugurazione 29 novembre 1939. Sapete quanto tempo ci ha messo la democrazia per costruire la metro B a Roma? Ok, lasciamo stare... Dimenticavo, tra il 1934 e il 1937 si trovò anche il tempo per creare, nella stessa zona (prima palude con zanzare, malaria, annessi e connessi) il Parco Nazionale del Circeo (3.200 ettari) e già - a proposito di parchi - erano stati creati quelli dello Stelvio, nel '35; del Gran Paradiso, nel '22; e dell'Abruzzo, nel '23; si era fondata Guidonia, si erano fatte una serie infinita di riforme sociali e popolari, migliaia di meravigliose opere d'arte, eccetera eccetera eccetera. Dal 1930 al 1938 si passa da due milioni di ettari bonificati a oltre cinque milioni. Cinque milioni di ettari bonificati nei primi sedici anni del Regime Fascista. Sapete quanti ne erano stati bonificati nell'intera storia dell'Italia unita? Poco più di un milione, in sessant'anni. Cinque milioni in sedici anni di vituperato regime. Ah, e c'era stata la crisi del '29... e fino al 1918 c'era stata la Grande Guerra. Quando gli antifascisti (pochi, in verità) sbraitano contro le presentazioni del libro che ho scritto con Edda, probabilmente è per questa ragione. Perché, cioè, non avrebbero argomenti di discussione qualora ci incontrassero direttamente, invece di mandarci a dire le cose tramite la stampa (e comunque grazie, più parlate e maggiore pubblicità ci fate). I trasporti? Altro tema estremamente interessante: la costituzione dell'AASS (Azienda Autonoma Strade Statali) è del 1928 (guarda un po'). Il primo codice stradale è del 1930 (si, davvero). In dieci anni, tra il '25 e il '35, vengono costruite: l'autostrada Milano-Laghi, l'autostrada Milano-Bergamo, la Roma-Ostia, la NapoliPompei, la Bergamo-Brescia, la Milano-Torino, la Firenze Mare, la Padova-Mestre, la GenovaSerravalle. Cinquecento chilometri di strade. Si, nonostante la crisi del '29 e il periodo postbellico. Cosa è successo, di recente, sul Lungarno, a Firenze? D'accordo, lasciamo stare... Duemila nuovi chilometri di rete ferroviaria vengono realizzati nel Ventennio. In tre anni, dal '23 al '26, vengono ampliati e modernizzati i Porti di Livorno, Genova, Napoli, Marghera, Civitavecchia, Ravenna. Lo IACP, Istituto Autonomo per le Case Popolari, nasce nel 1924, e nel 1938 un Testo Unico riordina le precedenti leggi. Nulla a che vedere, direi, con i palazzinari tangentari della democrazia. Le case popolari costruite durante il Fascismo sono ancora lì, belle, solide. Quelle successive fanno la muffa dopo due mesi dalla consegna. Non è tutto qui, naturalmente. Anzi, questa insufficiente panoramica è solo una spruzzata di informazioni, che non mancheremo - come facciamo ogni giorno - di integrare e di raccontare ai nostri lettori. [email protected] ACCADEVA 76 ANNI FA Roma, 10 Giugno 1940 La dichiarazione di guerra: il discorso di Mussolini da Palazzo Venezia alla folla acclamante ombattenti di terra, di mare e dell'aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d'Italia, dell'Impero e del regno d'Albania! Ascoltate! Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L'ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l'esistenza medesima del popolo italiano. Alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste frasi: promesse, minacce, ricatti e, alla fine, quale coronamento dell'edificio, l'ignobile assedio societario di cinquantadue stati. La nostra coscienza è assolutamente tranquilla. Con voi il mondo intero è C testimone che l'Italia del Littorio ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge l'Europa; ma tutto fu vano. Bastava rivedere i trattati per adeguarli alle mutevoli esigenze della vita delle nazioni e non considerarli intangibili per l'eternità; bastava non iniziare la stolta politica delle garanzie, che si è palesata soprattutto micidiale per coloro che la hanno accettate; bastava non respingere la proposta che il Fuhrer fece il 6 ottobre dell'anno scorso, dopo finita la campagna di Polonia. Oramai tutto ciò appartiene al passato. Se noi oggi siamo decisi ad affrontare i rischi ed i sacrifici di una guerra, gli è che l'onore, gli interessi, l'avvenire fermamente lo impongono, poiché un grande popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia. Noi impugniamo le armi per risolvere, dopo il problema risolto delle nostre frontiere continentali, il problema delle nostre frontiere marittime; noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, poiché un popolo di quarantacinque milioni di anime non è veramente libero se non ha libero l'accesso all'Oceano. Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione; è la lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l'oro della terra; è la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto, è la lotta tra due secoli e due idee. Ora che i dadi sono gettati e la nostra volontà ha bruciato alle nostre spalle i vascelli, io dichiaro solennemente che l'Italia non intende trascinare altri popoli nel conflitto con essa confinanti per mare o per terra. Svizzera, Jugoslavia, Grecia, Turchia, Egitto prendano atto di queste mie parole e dipende da loro, soltanto da loro, se esse saranno o no rigorosamente confermate. Italiani! In una memorabile adunata, quella di Berlino, io dissi che, secondo le leggi della morale fascista, quando si ha un amico si marcia con lui sino in fondo. Questo abbiamo fatto e faremo con la Germania, col suo popolo, con le sue meravigliose Forze armate. In questa vigilia di un evento di una portata secolare, rivolgiamo il nostro pensiero alla Maestà del re imperatore, che, come sempre, ha interpretato l'anima della patria. E salutiamo alla voce il Fuhrer, il capo della grande Germania alleata. L'Italia, proletaria e fascista, è per la terza volta in piedi, forte, fiera e com- patta come non mai. La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: vincere! E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all'Italia, all'Europa, al mondo. Popolo italiano! Corri alle armi, e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore! 8 Venerdì 10 giugno 2016 ESTERI GUERRA AL TERRORISMO Attentati in Somalia e in Iraq: decine le vittime Al Shabaab attacca una base delle truppe dell’Unione Africana e due autobomba esplodono vicino Baghdad. Prossima la riconquista di Sirte di Cristina Di Giorgi na base militare in Somalia è stata attaccata, poco prima dell’alba di ieri, da un commando di miliziani armati. Rivendicata dai jihadisti di Al Shabaab, l’azione è costato la vita a 43 soldati etiopi inquadrati nella forza Amisom dell’Unione Africana, in missione appunto in Somalia. “I nostri combattenti hanno preso d’assalto la base di Halgan” ha dichiarato il portavoce del gruppo terroristico vicino ad Al Qaeda, aggiungendo che si è trattato di “una grande esplosione che ha distrutto il cancello e una parte della struttura”. I miliziani sono quindi entrati e “hanno combattuto con le truppe etiopi prima di ritirarsi. Diversi di loro sono morti” ha concluso, senza però fornire un numero preciso. Quanto alla dinamica dell’azione, si è trattato di un’autobomba guidata da un attentatore suicida, che si è schiantata nei pressi dell’ingresso della struttura U militare. Lo hanno confermato fonti locali di Haglan, un villaggio situato a poca distanza dalla base (circa 260 km a nord della capitale Mogadiscio). All’esplosione, riferisce la stessa fonte (citata da Reuters), è seguito uno scontro a fuoco durato circa un’ora. Quanto ai vertici di Amisom, in loco per collaborare con il governo filo-occidentale della Somalia nella guerra contro i miliziani di Al Shabaab (che tentano di rovesciare l’esecutivo locale per imporre la loro interpretazione dell’islam), in un breve comunicato hanno parlato di un “tentativo di attacco” respinto dalle truppe dell’Unione Africana, che hanno “il pieno controllo della situazione”. Nessun altro dettaglio né indicazione, nemmeno sul numero delle vittime. E non è purtroppo questa in Somalia l’unica azione terroristica consumatasi ieri: è stato anche registrato, infatti, un doppio attacco in Iraq, dove i terroristi hanno colpito sia in un sobborgo di Baghdad sia alla caserma dell’esercito di Taji, a nord nella capitale. In entrambi i casi si è trattato dell’azione di attentatori suicidi. Al Arabija riferisce che il bilancio, ancora provvisorio, è di 27 morti (15 nel primo attacco e 12 nel secondo, tra loro sette civili e cinque militari) mentre il Site, che monitora le attività jihadiste nel web, scrive che le vittime, tra morti e feriti, sono una novantina. Sempre il Site precisa che l’Isis ha rivendicato le due azioni. Nell’ultimo periodo, ricorda la stampa, gli attentati in Iraq i sono moltiplicati, soprattutto da quando l’esercito locale è impegnato nella riconquista di Falluja (nelle mani del Califfato dal 2014). Da questo punto di vista, comunque, le notizie che arrivano dal fronte sembrano essere favorevoli ai nemici dell’Isis. Come anche quelle che arrivano dalla Libia: le milizia di Misurata, riferiscono infatti diversi media locali, “sono entrate a Sirte”, roccaforte del Califfato nella terra dell’ex rais Gheddafi, sotto assedio da giorni ad opera delle forze fedeli al governo di al Sarraj. Le stesse fonti parlano poi, quanto al bilancio dei combattimenti di queste ore, di almeno 19 morti tra i filo-governativi e un centinaio di feriti. In seguito agli scontri, che si sono consumati a sud e sul litorale cittadino ed hanno visto anche l’azione, dal cielo, di bombardieri (di nazionalità però non indicata), sembra che i jihadisti siano “in fuga”. La liberazione della città avverrà “nei prossimi giorni. Non ci vorranno settimane” ha detto all’Ansa il portavoce dell’operazione per la riconquista di Sirte generale Mohamed al Ghasri. L’ufficiale ha poi aggiunto che “le milizie si stanno scontrando violentemente con i terroristi", mentre "i cecchini di Daesh sparano dai tetti". La "situazione è difficile”. GERMANIA L’allarme della polizia tedesca: “possibili attacchi con droni sugli stadi” anifestazioni sportive o eventi pubblici affollati a rischio attacco per mezzo di droni. E’ l’allarme lanciato dalla polizia criminale tedesca (Bka) che ha ipotizzato questi nuovi scenari del terrore anche per attrezzarsi onde fronteggiarli nella maniera più opportuna ed efficace. Un portavoce della Bka ha dichiarato in proposito che i droni potrebbero essere usati in casi che vanno “dal disturbo di manifestazioni allo spionaggio, fino a possibili atti terroristici”. Ed è per questo che la polizia criminale tedesca dunque sta vagliando attentamente il mercato dei sistemi di difesa. Le minacce messe in evidenza, M riportate anche dai principali quotidiani locali, non riguardano nello specifico – è stato precisato – gli Europei di calcio iniziati oggi in Francia ma possibilità più ampie. Che le società sportive stanno comunque prendendo sul serio al punto che, riferiscono le agenzie, il Bayern Monaco si è già da tempo attivato per l’installazione di uno scudo elettromagnetico in grado di difendere l’Allianz Arena da eventuali attacchi. “Il pubblico – ha dichiarato un portavoce del celebre e blasonato club – può stare tranquillo: saremo molto scrupolosi nell’adempiere i nostri doveri nell’organizzazione di grandi manifestazioni”. St.Sp. LOTTA AL CALIFFATO Le continue diserzioni dei foreign fighters Il rapporto del Centro internazionale per lo studio della radicalizzazione a Londra, basato su informazioni dell’intelligence francese ISRAELE Le reazioni alla sparatoria di Tel Aviv Il premier Netanyahu: “E’ una sfida alla quale risponderemo con misure offensive e difensive” a polizia di Tel Aviv ha arrestato due persone sospettate di essere responsabili dell’attentato della sera di mercoledì 8 giugno all’interno dell’affollato Mercato di Sarona, non lontano dagli edifici che ospitano il ministero della Difesa. Si tratta di due cugini palestinesi, entrambi ventenni, incensurati, entrati illegalmente nel Paese ed originari di Yatta, un villaggio nei pressi di Hebron, in Cisgiordania. Nel frattempo è salito a 4 il bilancio delle vittime (una donna, ricoverata in gravi condizioni, è morta infatti in sala operatoria) mentre altre sedici sono rimaste ferite. Il premier Netanyahu, riferiscono le agenzie, ha promesso “misure offensive e difensive” in conseguenza dell’attacco, che costituisce “una sfida a cui risponderemo”. Ed in questo senso il governo, che ha dichiarato di considerare l’azione come un atto terroristico, ha sospeso gli 83 mila permessi di ingresso in Israele rilasciati L ai palestinesi in occasione del Ramadan. Sospesi anche i lasciapassare per i palestinesi di Gaza che intendono recarsi al monte del Tempio per pregare. La decisione – riferisce adnkronos – è stata annunciata dopo una riunione tra il premier, il ministro della Difesa e il capo delle Forze Armate. Secondo fonti locali è stato poi anche bloccato l’accesso all’area intorno a Yatta. L’esercito israeliano ha inoltre fatto sapere che in seguito all’attacco altri due battaglioni di militari verranno dispiegati al più presto St.Sp. in Cisgiordania. di Stella Spada e truppe del Califfato si assottigliano progressivamente. Anche e forse soprattutto quanto ai combattenti stranieri o “foreign fighters”, che in sempre maggior numero lasciano l’Isis per tornare nei loro paesi di origine (dato questo che preoccupa non poco le forze di sicurezza antiterrorismo). E’ quanto emerso da uno studio britannico suffragato da conferme provenienti da fonti dell’intelligence francese. Nelle regioni in cui i gruppi legati ai tagliagole del Califfato sono concentrati – Siria e Iraq in primis, ma anche Libia – negli ultimi mesi si assiste ad una recrudescenza dell’offensiva di chi li combatte, portata avanti anche mediante continui bombardamenti. E’ probabilmente questo uno dei motivi per cui l’Isis sta incontrando non poche difficoltà nel prevenire la fuga verso casa in particolare dei combattenti stranieri, spinti in tale direzione da una serie di motivazioni tra cui: “timore dei raid aerei, delusione rispetto a quello che avevano immaginato, corruzione di dirigenti locali, abusi contro musulmani sunniti o semplice noia”. Dal documento del Centro Internazionale per lo studio della radicalizzazione del Kings College di Londra, che ha analizzato le vicende relative a circa sessanta foreign fighters, emerge inoltre che, come ha dichiarato a France Presse il coordinatore dell’intelligence nazionale in Francia Didiet Le Bret, “essi ritengono che le fine L è iniziata e molti stanno cominciando a inviare messaggi per trovare il modo di andare via. Alcuni sono anche rimasti uccisi mentre cercavano di fuggire". Un altro dato importante in questo contesto è che “dal momento che i servizi di sicurezza dell'Isis sono molto sospettosi, durante il recupero di qualcuno ci preoccupiamo di come fare per sapere se è sincero o invece è in missione", ha aggiunto Le Bret. Inoltre, ha spiegato il direttore generale della sicurezza interna francese (ISB) Patrick Calvar nel corso di un’audizione all’Assemblea nazionale, “a metà maggio erano almeno 244 le persone provenienti dalla zona siriana e irachena rientrate in Francia. E’ dunque sempre maggiore il numero di jihadisti intenzionati a tornare sul nostro suolo” che però “sono ostacolati dalla politica di Daesh. Che, quando viene a conoscenza delle loro intenzioni, considera i soggetti interessati come traditori da giustiziare immediatamente”. 9 Venerdì 10 giugno 2016 ESTERI VERSO IL VOTO REFERENDARIO DEL 23 GIUGNO Brexit, euroscetticismo ed europeismo In Gran Bretagna cresce il fronte del no. E si rischia un effetto domino in diversi Stati di Cristina Di Giorgi on l’avvicinarsi del voto del 23 giugno si moltiplicano le prese di posizione su una questione, quella della Brexit, che non riguarda soltanto gli elettori della Gran Bretagna ma la stessa solidità delle istituzioni europee. A conferma di tale assunto, i risultati di un recente sondaggio condotto in diversi Stati, che ha rivelato un deciso calo di consensi per l’europeismo. Stando a quanto riferito dalle agenzie infatti, in Danimarca per esempio il 42% degli intervistati vorrebbe una consultazione come quella della Gran Bretagna. Senza contare che alcuni governi, come quello polacco, per rafforzare la propria posizione nei rapporti con Bruxelles minacciano di organizzarla. E se i sentimenti filoeuropei in Paesi come Francia (38% contro il 64% del 2014), Spagna (47%, meno 16 punti rispetto ad una precedente rilevazione) e Grecia hanno subito un crollo notevole, in altri – tra cui Germania e Italia – pur mantenendosi alti, si è registrata comunque una discreta contrazione degli stessi: i tedeschi sono praticamente spaccati a metà (48% no) e quanto in particolare al nostro Paese, il 58% dei votanti ha dichiarato di essere favorevole all’Ue (contro però il 78% della rilevazione precedente). In media comunque, considerando nel complesso il quadro dei risultati della rilevazione del centro di ricerca Pew (illustrati nel rapporto “Euroscetticismo al di là della Brexit” recentemente pubblicato), il 51% dei 10491 intervistati, appartenenti ai 10 Paesi Ue che rappresentano l’80% della popolazione e l’82% del Pil dell’Unione (Germania, Francia, Gran C Bretagna, Italia, Spagna, Polonia, Olanda, Repubblica Ceca, Ungheria e Grecia), è favorevole. Il consenso maggiore in Polonia (72%) e in Ungheria (61%). Ma gli euroscettici sono comunque in crescita, anche e forse soprattutto in conseguenza della considerazione estremamente negativa che si ha delle politiche europee sull’immigrazione e del radicato scetticismo verso quelle economiche. Tornando a Brexit, la campagna per il “Leave” (Uscire) sembra riuscire a conquistare consensi, strappandoli al fronte dello “Stay” (Restare): stando infatti a quanto rilevato da Observer/Opinium, il no all’Unione rac- coglie al momento il 43% dei voti contro il 40% dei favorevoli a restare. Ed è ancora l’immigrazione l’elemento principale che fa oscillare l’ago della bilancia dalla parte dei No: il 41% degli intervistati la considera come il fattore principale in base al quale decidere come votare e molti di loro (circa la metà) si sono detti convinti che il problema risulterebbe meglio gestito dalla Gran Bretagna se restasse fuori dall’Ue. Sul punto è da registrare la dichiarazione di uno dei maggiori leader del fronte degli euroscettici: “In GB vivono persone meravigliose arrivate dall’Italia – ha detto infatti Nigel Farage, leader dell’Ukip – e gli italiani REPUBBLICA CECA DAL MONDO “Rilanciare i rapporti con Roma” L’ambasciatore di Praga in Italia chiarisce gli obiettivi del suo mandato. E sui migranti: “Collaboriamo, ma con scetticismo” n una lunga intervista rilasciata ad askanews, l’ambasciatore della Repubblica Ceca in Italia Hana Hubackova fa un primo bilancio del suo incarico (iniziato ad ottobre 2015) e chiarisce quali sono gli obiettivi che intende perseguire, con particolare attenzione a temi e punti di contatto con le politiche del nostro Paese. Quanto innanzitutto alla questione migranti e alle possibili soluzioni della crisi, Hubackova ha precisato che Praga “sostiene i rifugiati in modo costante. La Repubblica Ceca infatti è impegnata nei meccanismi di ricollocamento e trasferimento, che forniscono la protezione internazionale tutti coloro che ne hanno diritto ai sensi delle leggi internazionali vigenti. Allo stesso tempo abbiamo organizzato un ampio programma di aiuti umanitari per i Paesi in via di sviluppo e quelli colpiti da crisi economiche, sociali o di sicurezza”. Ed ha aggiunto che “è nostro I interesse migliorare la situazione attuale collaborando nell’ambito dell’Ue” onde garantire “una migliore difesa della frontiera europea esterna e un rapporto di cooperazione con i Paesi terzi dai quali arrivano i migranti”. Resta però, ha detto ancora Hubackova, un certo scetticismo in particolare per quanto riguarda il sistema di quote obbligatorie di ricollocamento proposto dalla Com- continueranno ad entrare anche dopo un eventuale Brexit. Ma secondo nuove regole decise da Londra in autonomia” Il fronte del Si – Cameron in primis – batte invece soprattutto sull’economia. L’inquilino di Downing street infatti, intervistato dal Daily Mail, ha dichiarato che “è una questione di buonsenso: se ti tagli fuori dal tuo più grande mercato, la tua economia ne risentirà. E loro lo sanno”. Il riferimento è all’ex sindaco di Londra Boris Johnson e al ministro della Giustizia Michael Gove, esponenti di punta del fronte del no. Sono poi scesi in queste ore in campo per il Si anche due ex premier, un tempo avversari: il conservatore John Major e il laburista Tony Blair hanno infatti entrambi lanciato un appello contro la Brexit, in cui sostengono che “un divorzio da Bruxelles metterebbe a rischio l’unità del Paese”. Il timore – riferiscono le agenzie – è che l'eventuale introduzione di controlli alla frontiera, in particolare con l'Irlanda, al fine di ridurre gli ingressi nel Regno Unito come chiede la campagna Leave, possa aumentare la tensione e mettere a rischio il processo di pace in Ulster. E non solo: in caso di Brexit, hanno sottolineato, la Scozia, tradizionalmente europeista, potrebbe indire un secondo referendum sulla sua indipendenza (dopo quello del 2014 in cui vinsero gli unionisti). E dall’Irlanda del Nord arriva anche la dichiarazione dei cinque vescovi le cui diocesi sono in territorio britannico: “Ogni singolo voto conta e la decisione finale avrà effetti che probabilmente si sentiranno per generazioni. Benché si tratti di giudizio dei singoli – scrivono i prelati – è giusto ricordare che c’è un legame tra i valori centrali della dottrina sociale della Chiesa e la visione fondante l'Unione europea” che offre “ai singoli Stati membri preziosi meccanismi d'influenza internazionale” a sostegno del bene comune globale. I vescovi ricordano inoltre il contributo positivo dell’Unione europea quanto alla “ricerca della pace” in Irlanda del nord e incoraggiano gli elettori a partecipare al referendum in quanto si tratta di una “preziosa occasione” per riflettere su come l’Ue possa contribuire alla giustizia sociale, alla coesione e all’uguaglianza” e continuare a farlo anche in futuro, guidando “le nazioni verso il bene comune”. missione europea. Scetticismo che, sottolinea l’ambasciatore, si basa su una valutazione effettiva della situazione reale e su previsioni circa il suo sviluppo. A proposito poi degli obiettivi del suo mandato a Roma, Hana Hubackova ha dichiarato che la sua priorità è il rilancio delle relazioni tra Repubblica ceca e Italia in tutti gli ambiti (compreso quello economico e commerciale). Anche perché “nell’attuale spazio internazionale, caratterizzato da una grande complessità e celeri cambiamenti”, sono molto importanti “una comunicazione intensa e una buona comprensione CdG bilaterale”. COREA DEL NORD: PARLAMENTO CONVOCATO PER IL 29 GIUGNO Pyongyang ha annunciato in queste ore che il Parlamento si riunirà in sessione straordinaria il prossimo 29 giugno. Una convocazione di cui ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale Kcna, senza però precisare dettagli sui punti all’ordine del giorno. L’assemblea si riunisce una o due volte l’anno e non ha poteri sostanziali, essendo le sue funzioni limitate alla vidimazione delle decisioni del leader. Che nell’occasione potrebbe essere insignito di una nuova onorificenza atta a consolidare ulteriormente il suo ruolo… GERMANIA: IL PRESIDENTE DEL BUNDESTAG CONTRO ERDOGAN Non calano le tensioni tra le autorità turche e il Bundestag dopo che quest’ultimo, la scorsa settimana, ha riconosciuto il genocidio del popolo armeno. Lammert, presidente del Parlamento tedesco, si è infatti espresso, in apertura della seduta di ieri (dedicata alle misure anti-terrorismo) con parole piuttosto dure nei confronti del leader turco Erdogan e anche nei confronti dei deputati di origine turca. “Non avrei mai creduto possibile che un capo di Stato eletto democraticamente nel Ventunesimo secolo legasse le sue critiche alle origini turche di deputati anch’essi democraticamente eletti, definendo il loro sangue corrotto”, ha detto Lammert. SPAGNA: INIZIA UFFICIALMENTE OGGI LA CAMPAGNA ELETTORALE Ha preso il via la campagna elettorale spagnola per le elezioni politiche anticipate, che si terranno il prossimo 26 giugno. Questo nuovo ricorso alle urne si è reso necessario in conseguenza dell’impossibilità, per i premier designati, di formare un governo dopo le legislative del 20 dicembre (il parlamento risultava infatti troppo frammentato). In corsa per la poltrona di primo ministro ci sono quattro candidati: Mariano Rajoy (Pp, uscente), Pedro Sanchez (Socialisti), Pablo Iglesias (Podemos) e Albert Rivera (Ciudadanos). Secondo gli ultimi sondaggi nessun partito otterrà la maggioranza assoluta dei seggi e molto probabilmente per governare il Paese dovrà essere creata una coalizione. PAPUA NUOVA GUINEA: VIETATO MANIFESTARE CONTRO IL GOVERNO Un tribunale di Papua Nuova Guinea ha emesso un provvedimento in cui si fa divieto per gli studenti di manifestare. La decisione è stata presa dopo che mercoledì 8 giugno, nel corso di una protesta all’Università di Port Moresby contro il primo ministro Peter O’Neill (di cui si chiedono le dimissioni in quanto si sospetta colpevole di corruzione), la polizia ha sparato sulla folla. Secondo l’opposizione il bilancio degli incidenti è di 4 morti, mentre per il governo si sarebbero stati solo 38 feriti. 10 Venerdì 10 giugno 2016 DALL’ITALIA ANCORA UN FEMMINICIDIO, AMMAZZATA DAL SUO CONVIVENTE PERCHÉ AVEVA DECISO DI LASCIARLO Verona: maestra uccisa a coltellate dall’ex La donna è stata trovata nella sua casa dai carabinieri. La caccia all’uomo è finita sul lago, poi la confessione n altro caso di femminicidio, questa volta a Pastrengo (Verona) Una donna di 46 anni Alessandra Maffezzoli, è stata uccisa la notte di mercoledì dall’ex convivente, Giuliano Falchetto, 53 anni, di Caprino Veronese. L’omicidio è avvenuto a Pastrengo, nella casa della donna in via Maggiore Negri di Sanfront. La donna, maestra elementare, secondo la ricostruzione dei Carabinieri di Peschiera, è stata pugnalata più volte dall’uomo che le ha spaccato la testa con un vaso. L'omicidio è avvenuto a Pastrengo. Portato in caserma dopo essere stato rintracciato, l’uomo ha confessato l'omicidio davanti al magistrato. I carabinieri sono stati chiamati verso le 21 di mercoledì sera, da un vicino che aveva sentito urla provenire dalla casa. Quando sono arrivati però, i rumori erano finiti. Hanno fatto il giro e visto la donna riversa a terra. Su suggerimento del vicino hanno cercato l'auto dell'ex convivente, una Lancia Bianca. Dopo aver compiuto l’omicidio, Falchetto, che fa il barista, è fuggito in macchina. Mentre le pattuglie dei Carabinieri lo stavano già cercando, è arrivata alla centrale la segnalazione del portiere di un albergo di Castelnuovo che ha riferito della presenza di un uomo che si aggirava con fare sospetto nella struttura turistica. Sembra che prima di essere bloccato dai militari Falchetto abbia tentato di suicidarsi gettandosi nel lago. Nella campagna contro il femminicidio "manca la voce degli uomini che come noi sono inorriditi da quello che sta succedendo in questi giorni. La cosa è diventata di proporzioni insopportabili, dopo l'uccisione di Sara quattro donne uccise in pochi giorni. Una serie dram- U matica di eventi. Non possiamo stare a guardare, tutti dobbiamo esercitare le nostre responsabilità", dice la presidente della Camera Laura Boldrini a Rtl 102,5. Ricordando gli interventi legislativi contro il femminicidio di questa legislatura approvati dal Parlamento, Boldrini sottolinea: "le leggi da sole non bastano: ci sono secoli di sopraf- fazione e bisogna cambiare la mentalità degli uomini attraverso una grande azione culturale ed una mobilitazione. Fondamentale è il ruolo della scuola, che deve occuparsi dalla vita", aggiunge. Oggi, dice ancora, "sono presidente della Camera e ho una responsabilità istituzionale grande, quindi quando vedo che questo avviene nel mio Paese e che c'è una mobilitazione, anche attraverso il web, di chi dice no alla violenza, sento il dovere di essere partecipe in queste iniziative e di fare la mia parte, motivo per cui anche simbolicamente ho voluto esporre un drappo rosso dal mio ufficio a Montecitorio, per dire che le istituzioni non sono lontane e insensibili". Chantal Capasso SMS E TELEFONATE HARD AL MONASTERO DI SAN GIOVANNI ROTONDO. LA PROCURA AVVIA L’INCHIESTA Abusi sessuali nel convento di padre Pio Le intercettazioni svelate da l’Espresso. Richiesta l’archiviazione del caso, la vittima si oppone ntercettate telefonate e messaggi hard, probabilmente scritti da alcuni frati del monastero di Padre Pio a San Giovanni Rotondo ad una dipendente che ha denunciato di essere stata mo- I lestata sessualmente. Le intercettazioni sono state pubblicate dall'Espresso, che racconta degli sviluppi giudiziari di un'inchiesta, già nota all'inizio dell'anno scorso: la procura di Foggia ha chiesto l'ar- chiviazione per il reato di maltrattamenti contestato ai frati, ma la presunta vittima si è opposta. Ed ora sarà ora il gip a decidere. A marzo dell'anno scorso la donna si era rivolta alle “Iene”, denunciando di essere stata licenziata nel 2013 dopo aver subito molestie subite da un frate e da un suo collega di lavoro tra il 2010 e il 2012; accuse respinte con forza dai Frati cappuccini, che hanno sempre parlato di affermazioni «deliranti, diffamatorie e calunniose». L'Espresso, fa riferimento a «centinaia di conversazioni telefoniche» registrate, oltre ad sms a luci rosse, che la presunta vittima degli abusi - che oggi ha 40 anni - ha consegnato ai magistrati a sostegno della veridicità dei fatti denunciati. «Vorrei essere un neo per trovarmi nei posti più insensati, vorrei essere una crema di bellezza, per massaggiarti, vorrei essere un indumento per stare sempre addosso a te, ma ora vivo solo nell'immaginario e per questo mi accontento!», si legge in uno dei messaggi, di cui L'Espresso ha preso visione. Secondo il settimanale le accuse della donna «sono state confermate davanti agli investigatori anche da tre frati che hanno vissuto, in periodi diversi, nel convento di San Giovanni Rotondo», ma che per questo sarebbero stati «puniti» dai loro superiori con provvedimenti disciplinari e trasferiti. La denuncia della donna, scrive L'Espresso, ha riguardato appunto «un laico che lavora nel convento e alcuni frati», anch'essi trasferiti dalla struttura religiosa. «Per il laico, accusato di molestie e violenza sessuale, c'è già un processo che si svolge davanti ai giudici del tribunale di Foggia», con la presunta vittima che si è costituita parte civile. Per i frati, invece, «è stato aperto un fascicolo dopo oltre ventiquattro mesi dalla denuncia e in questo caso i pm di Foggia non hanno contestato alcun reato di abuso sessuale, ma solo 'maltrattamenti sul luogo di lavorò. Le molestie denunciate non sono state prese in considerazione». Per lo stesso reato di maltrattamenti, ipotizzato la procura ha chiesto l'archiviazione, «perché la notizia di reato è infondata». Ma la donna si è opposta. Deciderà il gip in una prossima Ch.C. udienza. LA DECISIONE DE GIUDICI EUROPEI SULLE PIANTE INFETTE IN PUGLIA Xylella, la Corte Ue dice sì all’abbattimento degli ulivi Possono essere eradicate anche quelle nel raggio di 100 metri dall'infezione. Si riapre ora il giudizio in Italia ufficiale. Gli ulivi del Salento colpiti dalla xylella e quelli sani che si trovano nel raggio di 100 metri, potranno essere abbattuti. La Corte di giustizia Europea ha deciso le sorti delle piante simbolo della Puglia , pronunciandosi sulla questione sottoposta da alcuni proprietari di uliveti salentini e inoltrata per questioni di competenza dal Tar Lazio. Si legge nella decisione dei giudici di Lussemburgo :"La Commissione può obbligare gli Stati membri a rimuovere tutte le piante potenzialmente infettate da xylella fastidiosa, ancorché non presentanti sintomi d'infezione, qualora esse si trovino in prossimità delle piante già infettate. Questa misura È è proporzionata all'obiettivo di protezione fitosanitaria nell'Unione ed è giustificata dal principio di precauzione, tenuto conto delle prove scientifiche di cui la Commissione disponeva al momento della sua adozione". In altre parole, la Corte di giustizia ritiene che seppure non sia stato scientificamente dimostrato "un sicuro nesso causale tra il batterio e il disseccamento rapido", risulta che "esiste una correlazione significativa tra tale batterio e la patologia di cui soffrono gli ulivi". Il principio di precauzione può dunque giustificare l'adozione di misure di protezione, come la rimozione delle piante infette e di quelle sane nel raggio di 100 metri. Questo significa che in Puglia presto gli alberi di ulivo verranno abbattuti. Le operazioni di eradicamento erano state sospese in seguito alla sospensione del provvedimento disposta dal Tar della Lazio, in attesa che i giudici europei si pronunciassero. Ma adesso la questione torna all'esame del Tribunale amministrativo italiano, che, alla luce della sentenza emessa, dovrà rivalutare l'intera vicenda. Il tutto con grave rischio per la sopravvivenza degli alberi. Nonostante il Piano Silletti, che prevedeva circa 3mila tagli, non sia più in vigore, la Regione potrebbe, comunque rivedere le misure contenitive della malattia, proprio alla luce della decisione della Corte di giustizia. Se così fosse, si salverebbero solo gli ulivi di cui la Procura di Lecce ha disposto il sequestro a dicembre: ovvero quei Ch.C. 3mila alberi previsti dal Piano Silletti. 11 Venerdì 10 giugno 2016 CULTURA DAL 6 LUGLIO A CURA DEL CENTRO CULTURALE “LA FIRMA” DI RIVA DEL GARDA “Quando il Garda era un mare”, la mostra alla Casa del Cinema La “Cinecittà sul lago”: l’avventura della Bertolazzi Film tra poster e cimeli storici di Emma Moriconi na mostra e un documentario raccontano l'esperienza della "Cinecittà sul Lago", l'avventura della "Bertolazzi Film" di Peschiera del Garda che iniziò la carriera di Fabio Testi negli anni Sessanta. Un viaggio nel tempo tra poster e cimeli che saranno esposti a Roma, presso la Casa del Cinema, dal 6 giugno al 6 luglio 2016. Lunedì 6 giugno la proiezione del documentario "Quando il Garda era un mare" ha inaugurato l'evento: una mostra cioè dedicata ad un periodo in cui il lago di Garda fu trasformato nel mare dei Caraibi. Erano gli Studios galleggianti di Peschiera del Garda, che per quasi un decennio hanno ospitato produzioni cinematografiche e televisive e che videro protagonista Walter Bertolazzi: a partire dal 1959 Bertolazzi infatti allestì una vera e propria flotta di navi d'epoca che servivano da set per film di ambiente piratesco. A ripor- U tare alla luce questa esperienza sono stati Franco Delli Guanti e Ludovico Maillet, che vogliono così far conoscere alle nuove generazioni una pagina di storia del cinema quasi dimenticata. Nel 1959 Walter Bertolazzi fece una scommessa con il produttore Dino De Laurentiis, che possedeva un galeone che era servito, nel '54, per girare il kolossal di Mario Camerini “Ulisse”. Era ormeggiato da anni a Fiumicino e il produttore voleva disfarsene, così Bertolazzi, che aveva in mente di trasformare la nave in un ristorante, gli propose un accordo: se fosse riuscito a trasportare fino al lago di Garda il galeone non avrebbe pagato un soldo di passaggio di proprietà e la nave sarebbe stata sua. Da Fiumicino, in quindici giorni giunse a Porto Levante, alle foci del Po. Risalì il fiume fino a Mantova e poi mise la nave su strada per arrivare all'idroscalo di Desenzano. Qui avvenne il varo della nave, che nel frattempo era stata ribattezzata con il nome di “Circe”. Walter Bertolazzi scomparve nel 2002. Altro protagonista è Fabio Testi, all'epoca ventenne, che durante le vacanze estive, iniziò a lavorare come comparsa alla “Bertolazzi Film", dove iniziò la sua carriera cinematografica. Dei registi che lavorarono a questa esperienza, il solo ancorain vita è Umberto Lenzi, che porta la sua testimonianza, insieme a quelle dei parenti di Walter Bertolazzi: la figlia Carmen e il cognato Gianfranco Bortolussi, oltre alle comparse della zona di Peschiera del Garda, un tempo giovanotti prestanti e oggi saggi settantenni che portano nella memoria l'esperienza dei vari set, dove lavorarono attori come Amedeo Nazzari, Silvana Pampanini, Anna Maria Pierangeli, Lisa Gastoni, Lex Barker, Chelo Alonso, Kirk Morris, Alan Steel. La Casa del Cinema è una struttura di Roma Capitale gestita da XZètema Progetto Cultura e diretta da Giorgio Gosetti. La mostra sarà aperta fino al prossimo 6 luglio, ingresso gratuito. DAL 25 GIUGNO UN VELIERO SPECIALE CON UNA CIURMA PARTICOLARE: BAMBINI E RAGAZZI, ABILI E DIVERSAMENTE ABILI, PER CONOSCERE LA STORIA Pesaro, il Galeone e il fascino dell’archeologia subacquea Un drone per scoprire le meraviglie dei fondali dell’Adriatico: è la seconda veleggiata dell’Estate Interculturale n veliero con a bordo attori e una ciurma composta di bambini e ragazzi, abili e diversamente abili, dagli 8 ai 14 anni, solcherà l'Adriatico e sbarcherà nei suoi porti per far conoscere la storia del Galeone U di Pesaro, una nave della fine del '700 che ancora giace sommersa a tre metri e mezzo di profondità, a circa 150 metri dalla spiaggia nei pressi della Palla di Pomodoro. Si parte il 25 giugno e l'esperienza sarà indimenticabile: giovanissimi "pirati", spettacoli teatrali, laboratori ludici e teatrali, ma anche sul riutilizzo dei materiali, e poi uno speciale drone subacqueo di #OpenROVinItalia per scoprire le meraviglie dei fondali adriatici che permetterà di NUORO Al MAN: dedicato a Garry Winogrand La grande fotografia nei reportage newyorkesi dell’artista l Museo della Provincia di Nuoro (Istituzione della Provincia di Nuoro, sostenuta dalla Regione Autonoma della Sardegna e dalla Fondazione di Sardegna) annuncia l'imminente apertura di un progetto espositivo in anteprima nazionale dedicato a Garry Winogrand, padre della "street photography". Nato nel 1928 e morto nel 1984, l'artista ha operato negli Usa ed è stato uno dei più importanti cronisti della società americana, oltre che uno dei più celebri fotografi internazionali degli anni '60 e '70. "Il suo sguardo sulle abitudini dei cittadini statunitensi, apparentemente distratto, quasi casuale, spesso ironico - dice il comunicato dedicato all'evento , fu influenzato soprattutto dalla fotografia sociale di Robert Frank e Walker Evans, che reinterpretò in una forma nuova e radicale. Winogrand individuò negli anonimi abitanti delle città americane il soggetto ideale per dare corpo alla propria visione del mondo, raccontando storie laterali, prive di copione o colpi di scena, catturate sempre in luoghi pubblici: nei parchi, allo zoo, nei centri commerciali, nei musei, negli aeroporti, I oppure in occasione di manifestazioni politiche ed eventi sportivi". Una tecnica particolare, quella di Winogrand, che si contraddistingue per l’utilizzo di obiettivi grandangolari, la sua ricerca quasi ossessiva dell'elemento "esterno", per cui "secondo l’originale visione di Winogrand, i dettagli esterni, inclusi nella cornice della fotografia, contribuivano invece ad accrescere la forza e il significato del soggetto ritratto". La mostra è a cura di Lola Garrido (storica dell'arte specializzata in fotografia) e realizzata in collaborazione con diChroma Photograph. Essa presenta, per la prima volta in Italia, la collezione completa delle fotografie che, nel 1975, andarono a comporre il celebre volume “Women are Beautiful”. osservare le profondità anche a chi ha difficoltà ad entrare in acqua. È la seconda Veleggiata in Adriatico alla scoperta del #GaleonePesaro Estate Interculturale 2016 che sarà un'esperienza importante per i giovani: ideata da SEAM Associazione Socio Culturale A.P.S., che si occupa di promozione del territorio, la manifestazione abbina cultura e cibo. Infatti sarà allestito in ogni porto un ChioscoAlimentaredellaCultura. L'evento è realizzato in collaborazione con la compagnia professionale "Teatro a Martello", che si esibisce al fine di un recupero del teatro rinascimentale in maschera. Ma c'è anche un altro fine: quello di raccogliere fondi per la creazione del primo Parco Archeologico Subacqueo pro #GaleonePesaro, che si vuole accessibile a tutti. La #VeleggiatAdriatico partirà da Pesaro e sbarcherà nei principali porti adriatici italiani, croati, albanesi e poi risalirà dalla Puglia e tornerà a Pesaro. Tre mesi di navigazione che saranno caratterizzati dalla volontà di diffondere il Teatro Popolare . Saranno toccate, di media, tre città portuali ogni settimana, naturalmente condizioni meteo-marine permettendo. Ecco l'itinerario di massima: Pesaro, Cattolica, Rimini, Cesenatico, Marina di Ravenna, Porto Garibaldi, Chioggia, Venezia, Caorle, Grado, Trie- ste, Rovigno, Pola, Cres, Senj, Lussino, Zara, Sibenik, Trogir, Brazza, Hvar, Korcula, Dubrovnik, Petrovac, Durazzo, Brindisi, Bari, Trani, Manfredonia, Termoli, Pescara, San Benedetto del Tronto, Ancona, Senigallia, Fano. Un progetto che si preannuncia appassionante e ricco di spunti interessanti, in cui ogni giorno si svolgeranno laboratori sul veliero e, ad ogni attracco in porto, degustazioni e giochi, fino a sera. Poi, alle 21 circa e ad ingresso libero, verrà allestito uno spettacolo teatrale nella marina di destinazione, col tipico palco da teatro in maschera rinascimentale. Un teatro comico e popolare, proposto dalla Compagnia Teatro a Martello, in tournèe al seguito del Veliero: “La Vera Storia di Don Giovanni: il Convitato di Pietra del Perrucci 1678”. A condire il tutto, assaggini di prodotti tipici marchigiani. L’iniziativa è realizzata con il patrocinio del Comune di Pesaro e di Legambiente Pesaro e Marche; in collaborazione con il Comitato della Nautica da Diporto di Pesaro, dell’AICS Pesaro - Urbino e Marche (Associazione Italiana Cultura Sport), il FabLab Pesaro, il Dive Store Riccione, ENS Marche (Ente Nazionale Sordi) e Dammi La Mano Associazione genitori di Gabicce Mare. Chi fosse interessato ha tempo per iscriversi fino al 15 giugno. Per i ritardatari sarà applicata una mora di 50 euro. Chi invece volesse seguire le tappe del Veliero può chiamare Alessio Canalini (+39 3495856552) o inviare una mail a [email protected]. su Facebook l'evento si chiama proprio Galeone Pesaro. Infine chi volesse avere informazioni sulla Compagnia Teatro a Martello può rivolgersi a Stefano Mauro (info +39 389 05 64 831) o mandare una mail a teatroamarE.M. [email protected]. 12 Venerdì 10 giugno 2016 SPORT IL COMMIATO PRIMA CONFERENZA STAMPA PER CONTE DA MONTPELLIER “Testa bassa e pedalare” Il ct non è preoccupato dei gol: “L’importante è arrivare a creare le occasioni”. E avverte i suoi: “Voglio il massimo” ntonio Conte, ct della Nazionale Italiana, ha le idee abbastanza chiare e manda un chiaro messaggio ai 23 azzurri: “Testa bassa e pedalare”. E’ il diktat che arriva da Montpellier, dove l’Italia ha effettuato la prima seduta d’allenamento per Euro 2016. Per la Nazionale si preannuncia un torneo duro e ricco di insidie. Belgio, Irlanda e Svezia tenteranno di mettere in difficoltà i 23 azzurri, e lunedì c’è subito il big match con il Belgio. Il gol sembra essere il problema degli uomini di Conte, che però non è preoccupato e al termine della prima seduta chiarisce: “L’importante è arrivare a creare le occasioni da gol, poi penseremo a buttarla dentro. Se ho dei dubbi sui giocatori? Impossibile, sono stato io a sceglierli, ho fiducia in tutti e 23. Abbiamo tre partite, giocheranno tutti”. Gli azzurri sono sbarcati in Francia nella serata di mercoledì: “E’ un piacere allenarsi qui, con tanti tifosi che ci trasmettono la propria passione. Fa però più caldo rispetto che a Coverciano”. E aggiunge: “Non stiamo pensando ad altro se non a lavorare e a migliorare”. Un’altra insidia potrebbe essere la temperatura: “Siamo passati a temperature più alte rispetto a Coverciano, da noi era più fresco e si lavorava meglio. Oggi abbiamo affrontato 26-27 gradi, bisogna acclimatarsi in fretta”. A E fa da parafulmine: “Quello che arriva dall’esterno ci deve riguardare davvero poco. Siamo concentrati, pensiamo a lavorare, a migliorare sui nostri principi, sulle nostre idee. Non ci curiamo di ciò che viene dall’esterno”, ribadisce il ct della Nazionale, sottolineando: “Possono arrivare elementi positivi o negativi, ma noi dobbiamo essere concentrati, essere onesti con noi stessi e cercare di ottenere il massimo. Testa bassa e pedalare, noncuranti di chi c’è attorno, ma dobbiamo acchiappare chi c’è davanti”. Anche il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Carlo Tavecchio, si schiera con Conte e tenta di smorzare i toni sui 23: “Il calcio crea grandi opportunità, anche se ci sono momenti meno felici. Il motivo per il quale ci impegneremo con tutti i nostri sforzi per far fare bella figura all’Italia. Siamo una nazione forte, capace di raccogliere i consensi e gli obiettivi”. Infine, ha concluso, “un ringraziamento a Montpellier, che ci dà la possibilità di allenarci qui. I francesi sono i nostri cugini”. Ventura saluta il Toro cchi puntati anche su Giampiero Ventura, nuovo ct dell’Italia, che si è contraddistinto sulla panchina del Torino, ottenendo importanti risultati e facendo divertire i tifosi granata con un bel calcio, nonostante abbia dovuto fare i conti con cessioni importanti: da Cerci a Immobile a Darmian. E’ arrivato il momento dei saluti e l’ex allenatore ha voluto dedicare una lettera tramite il suo sito ufficiale. “Ho passato uno dei migliori cicli della mia vita. Ci siamo divertiti, abbiamo soprattutto costruito qualcosa di molto solido, sicuro e duraturo. Sul campo abbiamo raggiunto insieme tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati: il ritorno in serie A, il ritorno nel calcio europeo, la vittoria nel derby”. E’ il cappello della lunga missiva di Ventura, che ha giustificato così la sua scelta: “E’ arrivato il momento del commiato. Vado via dal Torino perché, come nei migliori cicli della vita, mi rendo conto che uno di essi si è concluso”. “Per me è un momento difficile perché il distacco è doloroso e perché nonostante la mia lunga esperienza c’è qualcosa che ancora non so allenare: il momento dei saluti. Questo è ancora più difficile di molti O Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio altri perché arriva dopo cinque anni in cui ci siamo dati tutto, reciprocamente, senza risparmiarci mai”, ha scritto un commosso Ventura, che ha riavvolto il nastro: “Sul campo abbiamo raggiunto insieme tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati: il ritorno in serie A, il ritorno nel calcio europeo, la vittoria nel derby. Sono questi risultati che tutti insieme abbiamo raggiunto, giorno dopo giorno, tappa dopo tappa. Abbiamo trasformato in forza la diffidenza iniziale e lo abbiamo fatto con l’unica cosa che sappiamo fare: lavorare, con passione e dignità, forza e rispetto, lavorare con il massimo della dedizione e di ogni capacità e talento di cui siamo dotati”. Un ringraziamento speciale al presidente Urbano Cairo, a Don Aldo e a tutti i calciatori, da Bianchi al capitano Glik, da Vives a Darmian.