- maestre di scuola

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UN GENIO IN FAMIGLIA
liberamente ispirato al testo di Daniela Cologgi
Personaggi: Gegè e Lulù, i figli; Lia e Gianfilippo, i genitori; il Genio della calcolatrice; facoltativamente, dei ragazzi per alcuni cori e coreografie.
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SCENA I
(Parte, a tutto volume, il brano strumentale "Stereomania". Il sipario si apre, scoprendo il salotto di
una casa. Gianfilippo in pigiama, barcollando e inciampando ripetutamente, esce dalla camera
da letto e gira per la scena in preda a una sorta di convulsioni provocate dalla musica. Finalmente,
dopo un'affannosa ricerca, riesce a trovare lo stereo. Lo spegne, e torna il silenzio).
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.M
Gianfilippo: (Gridando verso la camera dei figli) Quante volte ve l'ho detto di non tenere alto il
volume dello stereo? Avanti, venite fuori! Sentiamo che giustificazioni mi portate!
Sono le sei del mattino e invece di dormire - voi - state già escogitando qualcosa
per farci arrabbiare. Ah, i figli! Sempre disubbidienti, sempre con la testa fra le
nuvole. Ai tempi miei, invece, altroché! Noi non avevamo mica tutto pronto, tutto
facile. Troppo benessere, ecco quello che vi rovina! Forza, venite fuori!
AE
(Dalla camera da letto esce Lia, in camicia da notte, con una maschera di crema sul viso e un
grande bigodino in testa).
(Sbadigliando) Risparmiati la predica tanto j ragazzi non sono in casa.
Gianfilippo:
(Solo adesso vede la moglie e urla, spaventato) Lia, ma come ti sei conciata?
Lia:
È una maschera di bellezza.
R
ST
Lia:
Gianfilippo: (Ironico) Certo che a vederti non si direbbe.
Lia:
Gianfilippo- Beh, allora preparati che ti accompagno.
Lia:
Dove?
-
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"
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Eh, vedrai che bella pelle mi verrà dopo: sembrerò più giovane di dieci anni! E ho
anche messo la crema antirughe - che ringiovanisce di circa cinque anni, - e la
crema anticellulite, e sono altri dieci.
Gianfilippo: A scuola, no? Facendo un rapido calcolo... a quest'ora dovresti avere in tutto
undici anni.
Ma che spiritoso!
C
Lia:
O
U
Gianfilippo: Piuttosto, se non sono in casa, si può sapere che fine hanno fatto i nostri figli alle sei
di mattina?
Sono andati a fare la fila per prendere i biglietti per il concerto degli U2 di sabato
prossimo.
Gianfilippc:
Ah, e me lo dici così? Non avevo già detto di no? Questi concerti di musica assordante, pieni di gente, di ragazzini vocianti, in mezzo alla confusione... È così che
poi diventano nervosi, (sempre più concitato) che urlano, che diventano maleducati,
rispondono male, (ormai urlando) diventano asociali!
Lia:Vuoi il tuo solito calmante, ciccio?
Gianfilippo:
(Calmandosi) No. E non chiamarmi ciccio, ti prego. (Pausa) Forse è meglio se
andiamo a farci un caffè.
Lia: Decaffeinato. O forse è meglio una camomilla.
Gianfilippo:
Una camomilla di prima mattina?
Lia: E perché no? Rilassa i muscoli facciali e ringiovanisce di almeno un paio d'anni.
Gianfilippo:
.IT
LA
Lia:
Vada per il caffè decaffeinato.
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(Lia e Gianfilippo escono per andare in cucina. Si sente musica rock ad alto volume. Entrano i due
figli, Giangiacomo e Maria Luisa, detti rispettivamente Gegè e Lulù. Gegè spegne il registratore che si
porta dietro e la musica cessa).
Gegè:
Mamma, papà, siamo tornati!
Gianfilippo: (Ironico, tornando dalla cucina con la tazzina in mano) Lo sospettavo, mi sembrava di
avervi sentito sussurrare qualcosa.
Lia:
(Arrivando anche lei) Gegè, LuIù, finalmente siete qui.
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Gianfilippo: (Alla moglie) Lia, quante volte ti ho detto che non voglio che chiami i nostri figli come
due cartoni animati? Gegè e Lulù sono nomi che vanno bene per i gatti. Loro si
chiamano Giangiacomo e Maria Luisa.
Gegè: Ma papà, sono troppo lunghi! E poi che pizza: Giangiacomo... è un nome da carciofo!
Gianfilippo:
W
Lia:
E allora io che mi chiamo Gianfilippo?
In effetti anche il tuo serrerebbe un nome da carciofo.
.M
Gianfilippo: Lia, per favore! Comunque, disquisizioni sui nomi a parte, non ricordano per caso
questi due signorini che io avevo esplicitamente detto loro che non sarebbero potuti
andare a quella bolgia di concerto da stadio?
Ma papà, gli U2! Ti rendi conto?
Lia:
Ma sì, ciccio, dopotutto che male fanno?
Gegè:
(Prendendo in giro il papa) E dai, ciccio!
Gianfilippo:
(A Lia) Ecco, lo vedi che succede? Mancanza di rispetto! E tu che li difendi!
Lulù:
E su, mandateci al concerto, lo voglio vedere Bono!
Lia:
Ma Lulù, chi ti ha insegnato a dire queste cose?
Gegè:
Bono è il nome del cantante degli U2!
ED
R
ST
Lulù:
AE
Lulù:
Dai, papà, è il nostro cantante preferito! Chissà quando ritornerà in Italia!
Gianfilippo: Auguratevi che tomi quando sarete maggiorenni.
Ma è un'occasione che non possiamo perdere!
Gianfilippo:
Non ne voglio più discutere. Non vi lascerò andare in un posto pieno di matti scatenati e "fumati" - che urlano.
Lulù:
Non ci andremmo da soli: ci accompagnerebbe la mamma di Francesco.
Gianfilippo:
Quella è un'irresponsabile, ecco.
O
U
C
Gegè:
IS
Gegè:
Non fare tutte queste storie, papà! Ma tu da giovane non ci andavi ai concerti? Ma
che musica ascoltavi?
Lia:
(Al marito) Oh, non è vero. Tu non hai mai ascoltato musica classica. Non ti ricordi
che andavi pazzo per i Rolling Stones?
Gianfilippc:
Insomma, Lia, da che parte stai? (Ai figli) E voi è inutile che facciate quelle
espressioni da condannati a morte. La risposta è no!
(Inizia la musica della canzone). CANZONE:
SEMPRE DICONO DI NO
(Dopo la canzone, i genitori vanno in camera loro).
Lulù:
(Si lascia andare sul divano, sconsolata) Uffa, tutta quella fila per niente.
Gegè:
(Si siede anche lui) Vedrai che in un modo o nell'altro riusciremo ad andare a quel
concerto.
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LA
Gianfilippo: Solo musica classica: Bach, Beethoven, Mozart...
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Lulù:
Ma l'hai sentito papà? Quando si mette in testa una cosa...
Gegè:
Sì, però mamma si lascerebbe convincere più facilmente.
Lulù:
Mamma non si metterà mai contro papà, dovresti averlo capito.
Gegè:
Comunque c'è ancora una possibilità: il tuo compleanno. Vedrai che per regalo ti
ci faranno andare e quindi ci andrò anch'io!
Lulù:
Speriamo, Gegè.
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(Si alza per andare verso la cucina) Ci sarà qualche cosa da mangiare? M'è venuta una fame!
Lulù:
(Lo prende per il giubbotto, con bonario rimprovero) Ah,-ah: dove vorresti andare?
Sei a dieta.
Gegè:
Ma oggi sono giustificato: a casa non abbiamo ancora fatto colazione, stamattina.
W
Gegè:
Gegè:
.M
Lulù:
A casa no, ma fuori ti sei comprato tre rotelle di liquirizia, un panino con la salsiccia e
un pacchetto di patatine. Ti sembra roba adatta per fare colazione? E per una dieta?
Hai ragione: vado a farmi una sana fetta di pane e marmellata (torna alla carica
AE
verso la cucina).
(Lo riacchiappa per il giubbotto) Fermati, Gegè, o diventerai una mongolfiera!
Gegè:
Dai, Lu', lo sai che non c'è niente da fare: è più forte di me. Ho come un pensiero
fisso: mangiare mangiare mangiare mangiare...
Lulù:
(Interrompendolo) Prova a resistere almeno una volta. Se continuerai ad ingrassare, nessuna ragazza ti guarderà mai!
Gegè:
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Lulù:
IS
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(Si ferma un attimo) Beh, questo è vero. Forse dovrei mettermi seriamente a
dieta, fare dei massaggi, fare un po' di sport. Tutto sommato sono piuttosto carino e
volendo potrei anche avere un bel fisico. Perché no? (Come sognando) Tutto le
ragazze mi verrebbero dietro pazzamente innamorate di me gridando Gegè Gegè
Gegè Gegè Gegè... (Ripensandoci) Però intanto vado a farmi il panino.
(Mentre inizia una sorta di tira e molla tra Gegè che vuole andare in cucina e Lulù che lo trattiene, parte
la musica) Canzone:
C
SONO CICCIOTTELLO
Devi sforzarti di resistere. Ci guadagneresti in salute e diventeresti più bello.
Gegè:
Più bello di così? Di' un po', sorellina: chi è il più grande tra noi due?
Lulù:
Tu. (Ironica) Hai ben due anni più di me... addirittura.
Gegè:
Quindi tu devi stare zitta.
Lulù:
Ehi, ma te l'hanno mai detto che le donne maturano prima degli uomini?
Gegè:
E tu che ne sai degli uomini?
Lulù:
E tu che ne sai delle donne?
Lia:
(Entrando e interrompendo il battibecco dei figli) Ecco qua: vi ho firmato la giustificazione
per entrare alla seconda ora. Non dimenticatevi i libri.
Gegè:
Ma che ci andiamo a fare ormai a scuola? Non potremmo rimanere a casa? È
anche sabato!
Lia:
Neanche per sogno.
Lulù:
Mammina, in tivù ci sono i cartoni animati!
Lia:
Alla tua età ancora guardi i cartoni animati?
Gegè:
(Ironico) Eh, le donne maturano prima...
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U
Lulù:
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LA
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Lia:
(Li spinge ad uscire) Su su, andate via.
Gegè:
(Girandosi) Comunque ci sono Tom e Gerry e gli Antenati.
Lia:
(Continuando a spingerli verso la porta di casa) Niente da fai e.
Lulù:
E come la mettiamo con il concerto?
Lia:
Cercherò di addolcire vostro padre. Ma non vi prometto niente!
Lulù:
(Le da un bacio) Grazie, mamy.
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Lia:
A scuola, march!
(I due ragazzi escono dalla porta, ma subito Gegè rientra).
Non mi daresti qualcosa per comprarmi la merenda?
Lia:
Ma sei a dieta!
Gegè:
Gegè:
(Gli dà dei soldi) Tieni, va', comprati una pizzetta.
(Dandole un bacio) Grazie, ciao. (E scappa via).
(Rimasta sola, fa un grosso sospiro e si lascia cadere sul divano prende il
AE
Lia:
Morirò di fame!
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Lia:
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Gegè:
telecomando e accende iI televisore) Finalmente
la mia telenovela preferita…
mi posso godere in
santa pace
R
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SCENA II
(Luce. I ragazzi rientrano dalla scuola).
Gegè:
E io ti dico che la professoressa d'italiano ce l'ha con me. Oggi ha riportato i com-
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piti in classe e io ho preso quattro un'altra volta. Non è giusto!
Ma se tu non sai scrivere due frasi corrette di seguito!
Gegè:
Quando fai la sapientona non ti sopporto.
Lulù:
Non è colpa mia se non studi mai. Scommetto che ti è andata male anche l'interrogazione di matematica.
Gegè:
Indovinato. E allora? Mi vuoi fare la predica pure tu? Ci sono cose più importanti
nella vita, altro che equazioni!
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Lulù:
Per esempio?
Gegè:
II gelato al cioccolato, la pizza margherita, l'Uomo Ragno...
Lulù:
Continua così, e ti cresceranno le orecchie d'asino.
Gegè:
Eh, beata te che credi ancora alle favole! (Osservano la gabbietta coperta) Ma
che hai lì?
Lulù:
(Togliendo il panno) Un bel criceto!
Gegè:
(Osservando la gabbietta vuota) lo vedo solo una bella gabbietta.
Lulù:
(Sconvolta, accorgendosi della scomparsa del criceto) Oddio, dov'è andato a finire?
Gegè:
Lo sai che mamma non vuole animali in casa!
Lulù:
(Cercando in giro) Ma è così carino, tutto peloso... Gilberto, Gilberto!
Gegè:
Gilberto? Ma che razza di nome... (Si sente un urlo di Lia fuori scena). Mamma
l'ha trovato.
Lia:
(Entra gridando) Un topo, aiuto, un topo schifoso, grandissimo, enorme, aiuto!
Lulù:
(Guarda dietro il divano e raccoglie il criceto per la coda) Ma mamma, è solo un
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LA
Lulù:
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piccolo, tenero criceto! (Lia sviene sul divano).
Gegè:
È andata. Lo sapevo che non gli sarebbe piaciuto.
Lulù:
E adesso cosa faccio dì Gilberto?
Gegè:
Credo proprio che dovrai trovargli un'altra sistemazione.
Lulù:
(Rimettendolo nella gabbietta) Domani lo porto a scuola.
Gegè:
Chissà quanto saranno contenti i professori. (Cercando di far rinvenire la madre)
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Mamma, mamma, dai, tirati su!
Lia:
Che succede... dove sono... ah, Gegè, tesoro, che è successo?
Gegè:
Niente, niente, mamma. Hai avuto paura di un topo.
Lia:
Un topo?! (Sviene un'altra volta).
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Gegè:
Ah, le donne!
Lulù:
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Gianfilippo: (Entrando in salotto) Ah, le donne, le donne... (si accorge della moglie sul divano) Ma
che cos'ha la mamma?
Nulla papà. Lo sai quant'è paurosa!
AE
Gianfilippo: (Dando degli schiaffetti a Lia) Lia, Lia, tesoro, su, come ti senti, dimmi qualcosa...
(Lia sta per rinvenire) Lia, cara, ma che t'è successo?
Ha scambiato un criceto per un topo.
Lia:
Un topo?! (Sviene di nuovo).
Gianfilippo:
Ragazzi! Ma come vi è venuto in mente di portare un criceto dentro casa?
Lulù:
Scusa, papà, ma quando l'ho visto tutto solo, con quegli occhioni che chiedevano
affetto, non ho potuto fare a meno di raccoglierlo.
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Lulù:
Gianfilippo: Se pensassi di raccogliere tutti quelli che sono soli e hanno gli occhioni che
chiedono affetto, questa casa sarebbe affollata di barboni ed extracomunitari
peggio della mensa della Caritas all'ora di pranzo.
Piuttosto, papà, devo chiederti un favore.
Gianfilippo:
Se si tratta di animali, la risposta è no.
Si tratta della scuola. Stiamo preparando una recita.
C
Lulù:
IS
Lulù:
Ho capito, ho capito. Dimmi in che giorno e ti prometto che verrò a vederti. Che
parte fai?
Lulù:
Che parte fai... "tu".
Lulù:
lo?
LA
Gianfilippo:
O
U
Gianfilippo:
II professore d'italiano ha pensato che può essere una cosa divertente e nuova far
recitare i genitori.
.IT
Gianfilippo: Il tuo professore pensa troppo.
Gegè:
Su, papà, sarà divertente! Non ti piaceva fare teatro, da giovane?
Gianfilippo:
Per tua informazione non sono ancora decrepito. E poi dovrei rispolverare il mio
repertorio...
Lulù:
Dai, papà, ognuno può recitare quello che vuole.
Gegè:
(Petulante) E dai, su, dai, dai...
(I due ragazzi continuano a insistere. Da notare che Lia è ancora svenuta sul divano).
Gianfilippo:
E va bene, mi sottoporrò a questa tortura. Ma sia chiaro: lo faccio solo per farti un
regalo, visto che tra due giorni è il tuo compleanno. Voglio essere buono.
Gegè:
E ci mandi anche al concerto di sabato prossimo?
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Gianfilippo:
Non se ne parla proprio.
Gegè:
Buono veramente.
Lulù:
Papa, hai già in mente quale pezzo fare per il mio spettacolo?
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Gianfilippo: Dunque, vediamo... Amleto, terzo atto, il monologo "essere o non essere"? (I figli fanno
cenno che non è il caso) Sempre Shakespeare, la pazzia d'Otello? (Gegè e Lulù
disapprovano ancora) Giusto, giusto, troppo impegnativo. E allora che ne so, Molière, il
Misantropo? Un bel Goldoni?
Non avresti qualcosa di più moderno in repertorio?
Gianfilippo:
Pirandello?
Lulù:
Non ci siamo, papà: Lo spettacolo deve essere comico. Devi fare qualcosa che
faccia ridere.
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Lulù:
Topo?!
AE
Lia:
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Gianfilippo: Hmm, ci penserò. E vedrai che non ti farò fare un brutta figura. (Guarda Lia) Ma ora
pensiamo alla mamma. (Lia sta lentamente riprendendosi. Gianfilippo si rivolge a Lulù) Hai
messo al sicuro quel topo?
Gianfilippo: (Afferra la moglie mezza svenuta per la vita) Forse è meglio che la porti di là.
R
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(Mentre si dirìgono nella stanza da letto, Lia farnetica parole come "Aiuto, un topo schifoso, grandissimo,
enorme, aiuto").
Gegè:
Dev'essere bello fare teatro. I riflettori, gli applausi, le ammiratrici...
Lulù:
Eh, come corri! Quello che dici tu è riservato agli attori famosi. Certo, però, che
per fare teatro basterebbe anche un po' di fantasia, due tavole per palcoscenico, qualche
straccio per i costumi.. (sognante) e… il pubblico. -----
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(Inizia la musica. Mentre Lulù canta, i fratelli prendono dei vecchi costumi e oggetti da un baule, mentre
la scena si anima di personaggi di fantasia - con maschere, con trucchi …).
IL GIOCO DEL TEATRO
(Luce. I due ragazzi stanno studiando).
O
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C
SCENA III
IS
CANZONE:
lo non capisco a che serve fare i compiti. Ma non si studia già troppo a scuola?
Lulù:
Zitto che mi deconcentri.
Gegè:
E durante i giorni di festa, poi! Uffa,-questo problema è assurdo, il libro si dev'essere" sbagliato.
Lulù:
(Senza staccare gli occhi dal suo libro) Prova a rifare i calcoli.
Gegè:
(Armeggiando con una piccola calcolatrice) Dunque, vediamo... come si accende
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LA
Gegè:
questo coso?
Lulù:
È la calcolatrice nuova?
Gegè:
Già. Vai a capire come s'accende...
(Annunciato da qualche suono compane, venendo su lentamente da dietro il divano, il Genio, vestito
da classico Genio delle favole. I ragazzi in un primo momento non se ne accorgono).
Genio:
(Spolverandosi, stirandosi, e mettendo a posto il turbante) Finalmente fuori! Ah,
devo essermi un po' ristretto stando lì dentro.
(Gegè e Lulù, sentendo la voce, lo vedono e si spaventano, senza urlare troppo forte).
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E tu... da dove spunti fuori?
Genio:
Ciao. Tu devi essere il mio nuovo padrone. Grazie, mi hai liberato.
Gegè:
Comincio ad avere le allucinazioni. Forse studio troppo!
Lulù:
Lo escludo, Gegè.
Gegè:
Ma tu... vedi quello che vedo io?
Lulù:
Uno dei Re Magi in grandezza naturale? Sì, forse abbiamo le allucinazioni insieme.
Genio:
Ma no, no, non state vaneggiando: io sono il Genio della calcolatrice. Tu, padron
W
W
Gegè:
Gegè, mi hai liberato: quindi sono pronto a servirti e ad esaudire ogni tuo desiderio.
Non voglio assolutamente essere chiamato padron Gegè: è ridicolo!
Lulù:
Ma come sei finito nella calcolatrice?
Genio:
Prima abitavo dentro una lampada...
Gegè:
(Ironico) Sì, la lampada di Aladino!
.M
Genio:
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Gegè:
AE
Lo conosci? Oh, un caro ragazzo, forse un po' vivace. Comunque, come dicevo,
abitavo dentro una lampada; poi ho ricevuto lo sfratto e ho dovuto cercarmi una nuova
casa. Ho provato di tutto: un accendino - ma taceva troppo caldo, - una radio, ma c'era troppa
confusione e non riuscivo a dormire. Allora ho pensato di infilarmi dentro questa calcolatrice. È
moderna e piena di comforts... forse un po' stretta, tanto che ci sono rimasto incastrato dentro.
(Guardando la calcolatrice che ha ancora in mano) Lo credo: è tascabile e ultra-piatta!
Genio:
In compenso sono diventato bravissimo in matematica.
Gegè:
(Ironica) Ma davvero?
Genio:
Certo! Chiedetemi un qualunque calcolo difficile, avanti, coraggio!
Lulù:
Hmm... 2810 per 21 diviso 5 meno 33.
Genio:
11769.
Gegè:
(Controllando sulla calcolatrice) Esatto.
Lulù:
Stupefacente! Sei un genio!
Genio:
E che ho detto io?
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Gegè:
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*
Sì, però... voglio dire... a che serve un Genio che sa fare i conti, se gli stessi conti
li fa la calcolatrice?
Genio:
Prima di tutto io sono più simpatico. E poi diciamo che questa mia capacità matematica è l'ultima che ho acquisito. In verità io possiedo molti altri poteri.
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C
Gegè:
E quali?
Genio:
Ah, molti, moltissimi!
Gegè:
Facci qualche esempio.
Genio:
Non posso.
Lulù:
E perché?
Genio:
Perché nel periodo in cui la mia mente geniale di Genio ha incamerato formule
matematiche, io ho dimenticato le formule magiche.
Lulù:
Così hai perso tutti i tuoi poteri.
Gegè:
Fantastico. Abbiamo la fortuna di aver trovato un Genio che non serve a niente.
Genio:
Solo momentaneamente. È una questione di giorni. Quando ricorderò tutto, allora
sì, vedrete di che cosa sarò capace!
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LA
Lulù:
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CANZONE:
CHE GENIO!
Gegè:
Dunque, se ti applicassi un po', saresti in grado di esaudire qualunque desiderio?
Qualunque.
Lulù
Proprio qualsiasi cosa?
Genio:
lo posso.
W
W
Genio:
(I due fratelli si guardano con complicità).
Gegè:
Anche... far cambiare idea a una persona?
Genio:
Quando avrò riacquistato i miei poteri, certamente! Ma ricorda, padron Gegè: avrai
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diritto soltanto a due desideri.
Ma non erano tre una volta?
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Gegè:
Genio:
È per via della contingenza, sai, la crisi...
Lulù
AE
(Si sente un vociare dalla camera dei genitori).
(Al Genio) Ti consiglio di tornare nella calcolatrice. Mia madre sviene con una certa facilità.
Genio:
Molto bene. (Si concentra con le braccia conserte) Ebrechedebre.
R
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(Non succede niente).
Abracadabra, vorrai dire.
Genio:
Appunto, ebrechedebre! (Non succede ancora niente).
Lulù:
II nostro Genio dev'essere di origine pugliese.
Genio:
Ebrèchedébrè!" Accidenti, niente da fare. Non avreste un po' di spazio per me in
camera vostra?
Dai, va', vieni con noi.
Genio:
Grazie, padron Gegè.
Gegè:
E non chiamarmi cosi!
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Gegè:
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Gegè:
(Gegè e Lulù accompagnano il Genio nella loro stanza, mentre cercano di fargli tornare la memoria con
frasi tipo "e allora concentrati, fai un sforzo, prova a ricordare...". Con un sottofondo musicale, buio).
SCENA IV
Gianfilippo: Ma no, ti allarmi sempre per nulla! Vedrai che sono solo un po' stanchi.
Stanno sempre chiusi in camera loro a studiare... e non litigano mai! Questo mi
preoccupa seriamente. E quanto mangiano, poi!
Gianfilippo: È l'età. Stanno crescendo, stanno diventando grandi.
Lia:
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Lia:
LA
(Luce. Gianfilippo e Lia nel salotto )
Ma che dici, Gianfilippo! Forse è proprio il caso di portarli da uno psicologo. Certe
volte sembra che parlino addirittura da soli. E poi si comportano in modo così strano! Lo sai che non mi ci fanno più entrare in camera loro?
(Dalla camera dei ragazzi esce furtivamente il Genio, che si nasconde in un angolo del salotto.
Lia, per un attimo, lo vede).
Lia:
Ehm, dimmi, Gianfilippc, Natale è già passato, vero?
Gianfilippo: Da un pezzo, cara
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Quindi... non ci sono I Re Magi in giro
Lia:
Gianfilippo: Né Re Magi né pastorelli. (Lia si alza) Dove vai, Lia?
Vado a telefonare allo psicologo.
Lia:
Gianfilippo: Ma se ti dico che i ragazzi non ne hanno bisogno!
È per me (esce).
Lia:
Ah, le donne, le donne!
Genio:
(Non veduto) Ah, sì!
Gianfilippo:
Ah, già, già.
Genio:
Eh, le donne!
Gianfilippo:
Le donne le donne... (Alzandosi) Lia, aspetta che ti ci accompagno io!
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W
W
Gianfilippo:
(Dopo che Gianr'iiippo è uscito, entrano furtivamente Gegè e Lulù).
Lulù:
Gegè:
Genio:
Dai, esci fuori, fatti vedere!
(Sbucando all'improvviso) Buu! Vi ho messo paura, eh?
AE
Genio:
Genio, Genio, ma dove ti sei cacciato?
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Gegè:
(Spaventato) Ma sei matto a venire qui? E se ti vedono mamma e papà?
Nessun problema! Basta chiamare uno ps... psi... (non riesce a pronunciare il
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nome) ma come si chiama?
Psicologo?
Genio:
Brava.
Gegè:
Che c'entra lo psicologo adesso?
Genio:
Oh, nulla. Piuttosto, ho da darvi una buona notizia: sto riacquistando qualche
potere.
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Lulù:
Gegè:
Davvero? Finalmente! Facci vedere qualcosa.
Genio:
Per prima cosa diventerò invisibile. Attenzione che mi concentro... ecco, ecco...
(Il Genio è sempre lì, visibile).
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Lulù:
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ebrechedebre, uno, due, tre... ecco fatto.
Non vorrei darti un dispiacere, ma sei ancora qui, in tutto il tuo splendore. I tuoi
poteri non sono ancora tornati.
Gegè:
Anche a me!
Lulù:
(Ironica) Che coincidenza!
Gegè:
(Al Genio) Che ne diresti di un bel panino col prosciutto?
Genio:
Ottimo.
Gegè:
E poi le ciambelle fritte?
Genio:
Sono le mie preferite.
Gegè:
E una bella aranciata!
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No, eh? In compenso, mi è venuta una certa fame.
LA
Genio:
Genio:
Vada per l'aranciata.
Lulù: Non c'è che dire, siete fatti proprio l'uno per l'altro. Su, vi porto in cucina, così controllo che
non facciate troppi danni.
(Escono per andare in cucina. Subito dopo entra Lia, che per un po' si guarda sospettosa intorno,
per assicurarsi di non vedere il Genio. Poi, tranquillizzata, si siede sul divano e accende la TV).
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Lia:
(A voce alta, verso la camera da letto) Allora, Gianfilippo, sei pronto?
Gianfilippo: (Dalla camera) Ancora un minuto!
Lia:
Ma quanto ci metti? Sono tre ore che stai davanti allo specchio!
Gianfilippo: (Sempre dalla camera) Oh, un po' di pazienza! Mi lamento forse io quando ti devi
preparare per uscire? (Pausa) Ecco, sono pronto.
Lia:
Aspetta che chiamo i ragazzi. Lulù, Gegè, presto, venite qui: vostro padre deve
farvi vedere una cosa!
W
W
Lulù:
(Affacciandosi con Gegè dalla cucina) Che c'è, mamma?
Lia:
Venite in salotto: papà ha preparato una cosa per voi. (Lulù e Gegè entrano.
Gegè è sporco di cioccolata) Gegè, tesoro, ma tu stavi mangiando?
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(Mentendo spudoratamente) No, mamma.
Lia:
Che devo fare con te! Su, sedetevi tutti e due qui e guardate papà. (Al marito)
Puoi uscire, ciccio!
Gianfilippo:
.M
Gegè:
(Dalla camera) Ti ho chiesto mille volte di non chiamarmi ciccio davanti a loro!
AE
Lia:
Su, non fare storie, vieni fuori.
Gianfìlippo: (Gianfilippo esce dalla camera da letto vestito da pagliaccio). (Sorridente) Allora?
R
ST
Gegè: Oddio, papà ha deciso di scappare di casa per andare a vivere in un circo!
Lia:
Ma no, che dici! Papà ha preparato una scena per lo spettacolo della scuola. Non chiedevi
un pezzo comico, Lulù?
ED
Lulù: (Imbarazzata) Beh, sì, effettivamente...
Gegè: Certo, devi capire la sorpresa. Era partito con Shakespeare e Pirandello!
Lulù: Ma come hai rimediato quel costume?
IS
Lia:
L'abbiamo trovato in un vecchio baule. Sai, tuo padre, da giovane, si divertiva anche a
fare il buffone, qualche volta.
D'accordo, non dirò più niente. Dunque... andiamo a incominciare!
O
U
Lia:
C
Gianfilippo: Lia, per favore: è già abbastanza difficile!
(Lia accende il registratore. Con il sottofondo del brano strumentale "Mondoclown", Gianfilippo
inizia la sua performance vestita da pagliaccio. Tenta goffamente di fare giochi di prestigio e
acrobazie. I figli sono piuttosto imbarazzati. Solo la moglie mostra uno sfrenato entusiasmo).
LA
Gianfilippo: (Felice, dopo la performance) Allora, che ne dite?
(imbarazzata) Ehm, bravo papà.
Sì, è veramente una bella idea quella di fare uno spettacolo con i genitori. E poi,
mi sento tornare indietro nel tempo, mi sento un ragazzo, mi sento vivo, mi viene
voglia di ballare, di ridere, di scherzare...
Gegè:
Allora ci lasci andare al concerto degli U2?
.IT
Lulù:
Gianfilippo:
Gianfilippo: (Secco) No! (Pausa) Ma che vi siete messi in testa? Sono una persona seria, io!
(Musica, buio).
SCENA V
(Lulù, Gegè e il Genio in salotto. I ragazzi stanno facendo i compiti).
11
Lulù:
Com'era l'ultimo risultato?
Genio:
110.
Gegè:
(Porgendogli il quaderno) Allora trovami anche questa radice quadrata e l'area del
poligono.
Genio:
D'accordo.
Lulù:
Finché non riacquisterai i tuoi poteri, ci aiuterai a fare i compiti di matematica.
W
W
Gegè:
Meglio di niente. Non la capisco, la matematica.
Lulù:
C'è qualche materia che capisci?
Gegè:
Basta, eh, non ricominciamo con questa storia. Già è abbastanza insopportabile
W
fare per forza le cose, senza che ti ci metta pure tu.
Genio:
Zitti, zitti, sento qualcosa!
.M
Gegè:
I tuoi poteri? Stanno tornando a galla i tuoi poteri?
Genio:
Sss! (Si concentra) Ebrechedebre! (Pausa) È successo qualcosa?
AE
Nulla.
Gegè:
Forza, Genio, prova ancora!
Genio:
No, sono troppo stanco. Piuttosto, m'è venuta fame un'altra volta.
Lulù:
(Sbarrando loro l'entrata della cucina) Basta, non si mangia più!
Gegè:
Beh, ti metti anche tu a comandare? Ordini, ordini, sempre ordini! Pure tu dovresti
averne abbastanza, Lulù! (Concitato) Devi andare a scuola, devi studiare, ti devi
pettinare così, devi parlare cosà...
Hai ragione. E guai se ti comporti in un certo modo, e guai se non rispetti certe
regole...
ED
R
ST
Lulù:
Lulù:
Gegè:
Sempre obbedire, sempre! E decidere da soli, mai!
DEVI TU DEVI
C
CANZONE:
IS
(Inizia la musica della canzone)
Gegè: Non esattamente... ma quasi.
O
U
Genio. Oh, ma è davvero una vita molto triste la vostra. Siete tenuti prigionieri dai vostri genitori?
Genio. Comunque ho per voi una bella notizia: sento che ho finalmente riacquistato i miei poteri.
(Non dandogli importanza) Al solito.
Gegè:
Sarà un falso allarme.
Genio.
Ora riuscirò a farvi alzare le braccia.
.IT
Gegè:
LA
Lulù:
(Senza dargli troppa importanza) Beh, non è una cosa tanto difficile, basta farci il solleti...
(Lui e la sorella si ritrovano con le braccia in alto) Ehi, ma...
Lulù:
Che trucco è?
Genio:
E riuscirò anche a farvi alzare una gamba!
(I due fratelli tengono stesa, loro malgrado, anche una gamba. Quindi, con le due braccia e una
gamba alzate, per un po' inutilmente pregano il Genio di smettere).
Gegè:
Dai, adesso basta! L'incantesimo è bello quando dura poco.
Lulù:
Sì, ti prego, non ce la faccio più.
Genio:
Eccovi accontentati. (Fa un gesto con le mani e i due cadono a terra dopo aver
12
perso l'equilibrio). Allora?
Lulù:
Fantastico! Sei un Genio!
Genio:
E che avevo detto io?
Gegè:
(Sentendo delle voci fuori della porta di casa) Stanno rientrando mamma e papà,
nasconditi, presto!
Genio:
Oh, non c'è bisogno.
W
W
Lulù:
Ma a nostra madre prenderà un colpo, vedendoti!
Genio:
Non mi vedrà. Ora che sono in possesso delle mie magiche facoltà, potrò render-
Genio:
Anche se rimango qui, i vostri genitori non potranno né vedermi né sentirmi.
(Entra con Gianfilippo. Sono carichi di pacchi) Tesorucci, siamo qui,
.M
Lia:
In parole povere?
W
Gegè:
mi invisibile ai tuoi.
siamo tornati!
Hanno svaligiato un magazzino!
AE
Gegè:
(Che ovviamente non è sentito dai genitori) I vostri genitori sono dei ladri?
Gegè:
Ma no, è un modo di dire!
Lìa:
Come dici, tesoro?
Gegè:
Ehm, no, niente, mamma, ripassavo l'analisi logica, sai, metafore, causali, modi di
dire...
R
ST
Genio:
ED
Gianfilippo: Oh, ma questo è molto bello, figliolo. Vedo che stai mettendo la testa a posto. Se
continui così, un giorno sarai premiato.
Allora possiamo andare al concerto degli U2?
Gianfiiippo:
(Seccamente) No.
Gegè:
Mi pareva.
Genio:
Ma chi sono questi (aspirando esageratamente la U) U2?
Gegè:
Non sai chi sono gli U2?
Lia:
Ragazzi, ma che domande fate? Vostro padre è un matusalemme, ma sa benissi-
Genio:
Credo che andrò in cucina a fare uno spuntino.
Gegè:
Okay, ma cerca di non combinare guai.
(Il Genio esce di scena per andare in cucina).
Gianfilippo: (Pensandoci un attimo) Scusa, perché dovrei combinare guai?
.IT
LA
Gianfilippo: Grazie per il matusalemme.
O
U
mo di chi si tratta.
C
IS
Gegè:
Lulù:
(Cambiando subito discorso) Cosa avete comprato di bello, mamma?
Lia:
(Molto euforica) Veramente eravamo usciti per comprare il tuo regalo di compleanno... e visto che c'eravamo, abbino comprato, un sacco di altre cose che non
c'entrano niente. Per esempio (tira fuori una pelliccia) guardate cosa mi sono regalata
io!
Lulù:
(Agghiacciata) Ma mamma, è terribile!
Lia:
Non ti piace questo modello? Sapessi come mi sta bene addosso!
Gegè:
E tutti i discorsi sull'ecologia, salviamo l'ambiente, salviamo gli animali? Lo sai che
13
non si devono più comprare pellicce? Lo sanno tutti!
Lia:
.
Ecco, sì, lo so, ragazzi. È che... sì, certo, non è giusto... (lasciandosi andare) ma è stato
più forte di me!
Lulù:
(Con ribrezzo, guardando la pelliccia) E quale animale è stato ammazzato per
fare questa pelliccia?
Gianfilippo: Ratmusqué.
In parole povere?
Gegè:
W
W
Gianfilippo: Oh, una specie dì topo.
Topo? (Sviene)
Lia:
Gianfilippo: Ci risiamo. Vado a prenderò acqua e zucchero.
.M
W
(Gianfilippo esce per andare in cucina. Nel frattempo rientra il Genio con un bicchiere in mano; lo porge
a Lia, la quale beve e si riprende).
Oh, grazie, ciccio.
Prego, "ciccia".
Gegè:
Stai meglio, mamma?
Lia:
Sì Gegè.
Lulù:
AE
Lia:
Genio:
(Spingendo anche il fratello) Allora noi andiamo a vedere la televisione in camera nostra.
Sì, sì, andate.
R
ST
Lia:
(Gegè e Lulù vanno in camera loro, seguiti dal Genio).
Gianfilippo: (Tornando dalla cucina, trionfante) Ecco, Lia, ti ho portato l'acqua!
ED
(Lia lo guarda per un attimo, interdetta. Accende la tv ).
SCENA VI
IS
(Tutta la famiglia è intorno ad una torta con le candeline, per festeggiare Lulù e per cantare.).
LA TUA FESTA
Lia:
Ora Lulù scarterà il nostro regalo. Ma prima, c'è anche una piccola cosa per il
nostro Gegè (gli porge un pacco).
Gegè:
(Dopo averlo scartato, finge forzatamente di gradire il regalo) Oh, ma guarda, un
bell'Atlante. Grazie, mi serviva proprio.
O
U
C
CANZONE:
LA
Gianfilippo: È un invito a far sparire quel brutto quattro in geografia.
(Ironica) Ma cosa ci sarà mai in questo pacco, oh come sono curiosa, non immagino proprio. (Apre il pacco. Lei immaginava già il contenuto e parla senza espressione)
Oh, che sorpresa: un peluche, ma come vi è venuto in mente.
Lia:
Non te l'aspettavi, eh?
Gegè:
Le regalate un peluche tutti gli anni!
Gianfilippo:
(A Lulù) Pensavamo ti piacessero. Sin da quando eri piccina piccina ti circondavi di
bambole, le vestivi, le pettinavi, parlavi con loro...
Lia:
E poi, crescendo, sei passata ai peluche: il gatto Baffone, l'orso Martino...
Lulù:,
Ma sì, sì, i peluche mi piacciono pure., solo sarebbe ora che mi faceste un regalo
un po' più da grande.
Lia:
Oh, è vero: la nostra bimba cresce ogni giorno di più!
.IT
Luìù:
14
Gegè:
(Ironico, citando la madre) La nostra bimba!
Gianfilippo: (A Lulù) Se c'è qualche altro regalo a cui tieni molto, dimmelo, basta che tu me lo dica.
Lulù:
(Sorridendo) Vorrei andare al concerto degli U2.
Gianfilippo:
No.
(Gianfilippo va via, e Lia lo segue).
Lulù:
Credo che ormai non ci sia più niente da fare. Domani c'è il concerto, e non siamo
W
W
ancora riusciti ad avere il permesso di papa.
Gegè:
Non disperare, sorellina: dobbiamo ancora giocare la nostra ultima carta.
Lulù:
Cioè?
Gegè:
II Genio.
Gegè:
Adesso lo chiamo. (Tira fuori la calcolatrice) Ecco, strofino la calcolatrice, ed ecco,
come per magia... (Si sente bussare) Avanti!
(Entrando dalla porta di casa) Hai chiamato padron Gegè?
AE
Genio:
Non so se ci possiamo fidare, mi sembra un gran pasticcione. Comunque non
abbiamo alternative.
.M
Gegè:
W
Lulù:
Prima di tutto ti ho già detto mille volte di non chiamarmi padron Gegè. E poi
R
ST
mi spieghi cosa ci fai fuori dalla calcolatrice? Ormai i tuoi poteri li hai riacquistati.
II fatto è che comincio a soffrire di claustrofobia.
Gegè:
In parole povere?
Genio:
Non ne potevo più di stare al chiuso, quindi mi è venuta voglia di fare due passi.
Lulù:
Sei matto? Poteva vederti qualcuno!
Genio:
Oh, molta gente mi ha visto. Ma niente paura: nessuno ha fatto molto caso a
me. Mi hanno scambiato per un venditore ai semafori. Solo un signore forse ha capito
chi sono, perché mi ha chiesto un albero magico.
Lulù:
(Divertita) E tu che hai fatto?
Genio:
Ho risposto che io, le magie, le faccio solo per padron Gegè!
Gegè:
E dagli!
Lulù:
Meno male che non l'ha beccato la polizia: gli avrebbero chiesto il permesso di
soggiorno.
O
U
C
IS
ED
Genio:
Senti, Genio: abbiamo urgente bisogno di te. Ti dobbiamo chiedere una cosa.
Genio:
Sono qui per servirti. Parla pure.
Gegè:
Vedi, i nostri genitori - soprattutto papà - sono un po' all'antica, non riescono a
capirci. Si lamentano per come ci vestiamo, si lamentano per come mangiamo, per
come parliamo...
Genio:
Insomma si lamentano.
Lulù:
Hai capito al volo.
Genio:
Certo, sono un Genio!
Gegè:
E poi ci sarebbe una cosa che a noi sta molto a cuore.
Lulù:
Molto.
Genio:
Parlate, dunque.
Gegè:
Nostro padre non ci da il permesso per andare al concerto degli U2.
Gegè:
.IT
Genio:
LA
Gegè:
Ah, (Aspirando la U) U2!
Noi non ce li vogliamo perdere. Abbiamo già fatto una fila pazzesca per prendere i
15
biglietti.
Genio:
E i vostri genitori insistono a non lasciarvi andare.
Lulù:
Genio:
Tu lì devi convincere in qualche modo. Puoi farlo?
Sicuro, cosa credete? Dunque, abbiamo due genitori che voi dite "all'antica" e
due figli che li vorrebbero più giovanili, più vicini al loro modo di vedere le cose.
Esattamente.
Genio:
Allora... (Si concentra) Ebrechedebre, un, due, tre! Ecco fatto, la magia è compiuta.
Lulù:
lo non vedo niente.
Gegè:
E neanche io.
Genio:
Giovani impazienti! Aspettate e vedrete, lo vado a fare un pisolino.
W
W
W
Gegè:
Gegè:
Dentro la calcolatrice?
Genio:
No, sul tuo letto. È decisamente più comodo (va nella stanza dei ragazzi).
Gegè:
Tu ci hai capito qualcosa?
Non so proprio che cosa pensare. Eppure i poteri ce li ha.
AE
Lulù:
.M
Lulù:
Forse è una magia di cui non ci accorgeremo neppure. Magari papà entrerà da
quella porta come al solito, con la sua solita aria, e preso da un'attacco di bontà
dovuto al Genio ci dirà: "Potete andare al concerto degli U2".
R
ST
(Improvvisamente si apre la porta di casa, senza che ancora si veda chi c'è dietro).
Gianfilippo: (Solo voce da dietro la porta) Potete andare al concerto degli U2...
Lia:
E veniamo pure noi
ED
(Gianfilippo avanza, seguito da Lia. Si chiudono la porta dietro. Sono vestiti da rockettari, con
giubbotti neri e occhiali scuri, con tanto di gomma da masticare, ed hanno anche un modo di parlare
diverso).
IS
(Accendono lo stereo con musica rock a tutto volume e cominciano a muoversi, a ballare. Gegè e Lulù
li guardano e si guardano sconcertati tra loro).
(Dopo aver spento lo stereo) Mamma, papà, ma come vi siete conciati?
Lia:
Per carità, non chiamarci così, ci fa troppo "vecchi"! (A Lulù) Bello questo maglio-
Lulù
(Imbarazzata) E perché no?
(Lia si avvicina a Gegè fissando intensamente il suo giubbotto di jeans).
Eh, no, il giubbotto mi serve! (Al padre) Ti dona molto il gel sui capelli.
Gianfilippo: (Tira fuori un pettine e se lo passa sui capelli) Trovi?
(Alla madre) È la prima volta che ti vedo vestita così.
Lia:
Sì, ho deciso di cambiare look: questo è più forte, più giovane, più okay.
Gianfilippo:
Da paura!
Lulù:
(Piano, a Gegè) Mi sembrano due marziani.
Gegè:
Sentite: è ora di pranzo e io avrei una certa fame.
Lia:
Non preoccuparti, cocco: ti ho portato qualcosa da mettere sotto i denti.
Gegè:
(Interdetto) Cocco?
Lulù:
Cosa c'è da mangiare?
Lia:
Hamburger e patatine.
Gegè:
Hmm, buono! Non ne potevo più di minestroni.
.IT
Lulù:
LA
Gegè:
O
U
ne, me lo presti?
C
Gegè:
16
E per cena?
Lia:
Hamburger e patatine.
Gegè:
E per merende?
Tutti:
(A pappagallo) Hamburger e patatine.
Lulù:
Ma non ci farà male tutta questa roba fritta?
Lia:
E chi sei tu, Rosanna Lambertucci? Finché il fegato regge, questo passa il convento. Perché sia chiaro: io non ho nessuna intenzione di mettermi a cucinare.
W
W
Lulù:
Gegè:
E cosa mangeremo tutti i giorni?
Lia:
Hamburger e patatine.
Gegè:
Oddio, mi verranno i brufoli e nessuna ragazza mi guarderà più!
Lia:
W
Lulù:
Per variare faremo una volta con ketchup e una volta con maionese. E poi ci sono
un sacco di cose buone in scatola...
.M
Lulù:
Hamburger e patatine... sempre sempre?
Nel giro di pochi giorni saremo tutti all'ospedale al reparto intossicati.
AE
Gegè:
Ah, papà, volevo chiederti una cosa...
Gianfilippo:
Stop, stop! Non chiamarmi più papà, fa troppo vecchio!
Gegè:
Allora... Gianfilippo?
Gianfilippo:
Gianfilippo è un nome da carciofo. Chiamami Phil.
Gegè:
Ehm, sì, certo... Phil. Ecco, siccome mi hanno regalato un libro di Pirandello...
R
ST
~
Pira che?
Gegè:
Pirandello.
Gianfilippo:
Eh, ma che pizza! Leggi, leggi, così mi vai in depressione. (A Lia) Sei pronta, pupa?
Lia:
Pronta.
IS
ED
Gianfilippo:
Gianfilippo: Allora cocchi belli vi salutiamo. E non aspettateci per cena: andiamo in discoteca.
Gegè:
Accidenti, sono proprio scatenati.
Luiù:
Beh, forse un po' troppo...
(Comincia la musica.).
CANZONE:
SIAMO SCATENATI
O
U
In discoteca?
C
Luiù:
E non vi annoiate troppo, cocchi! (I genitori vanno via rìdendo. Buio).
SCENA VII
.IT
Gianfilippo:
LA
(Finita la canzone, i genitori stanno per uscire di casa).
(È notte. Gegè, sul divano, accende la TV. Pubblicità 6. Dalla cameretta compare Lulù, in
pigiama).
Lulù:
Allora non riesci a dormire neanche tu.
Gegè:
No.
Lulù:
Che ore sono?
Gegè:
Le due di notte. E non sono ancora tornati. (Lulù intanto gli si siede accanto) Sono
un po' preoccupato.
Lulù:
Ma no, dai. E poi ce lo dovevamo immaginare: quando si va in discoteca si fa
17
sempre tardi.
E tu che ne sai, non ci sei mai stata!
Lulù:
E tu ci sarai andato sì e no tre volte.
Gegè:
Una. (Pausa) E pensare che l'abbiamo voluto noi. Ma non ci potevamo tenere due
genitori normali, tranquilli, rassicuranti? Adesso ci ritroviamo con due rockettari che
fanno le ore piccole in discoteca.
Lulù:
E come la mettiamo col concerto degli U2?
Gegè:
Chi se ne importa degli U2. In questo momento è il problema meno importante.
W
W
Gegè:
Ah! (si porta la mano sul torace con una smorfia di dolore).
Lulù:
Sensi di colpa?
Gegè:
No, mal di fegato. Con tutti quegli hamburger e patatine!
W
Lulù:
Mentre li aspettiamo, che ne dici di fare uno spuntino per ingannare il tempo?
Forse c'è del tonno in frigo.
Lulù:
.M
Gegè:
(Disgustato) Per carità!
È la prima volta che rifiuti del cibo, anche col mal di fegato.
AE
Gegè:
Senti, tra hamburger e preoccupazioni, mi è venuto un blocco allo stomaco. Che
ore sono?
Lulù:
Le due e dieci. È un po' tardi, ma dobbiamo considerare che in discoteca si balla
R
ST
anche fino alle sei di mattina.
Fino alle sei di mattina? lo non resisto! Che ore sono?
Lulù:
Le due e undici.
Gegè:
Spero che non abbiano dato retta a cattive compagnie. Capirai, ingenui come
sono, magari gli rifilano la droga e neanche se ne accorgono.
Lulù:
E dai, smettila di pensare sempre al peggio!
Gegè:
E magari si sono fatti coinvolgere in qualche rissa.
Lulù:
Ma figurati!
Gegè:
Oppure si sono ritrovati in una di quelle gare con le macchine, dove si guida ubria-
C
IS
ED
Gegè:
chi a tutta velocità senza rispettare i semafori e contromano...
Gegè e Lulù: Chiamiamo la polizia.
O
U
(Pausa. Gegè e Lulù si guardano).
(Mentre si alzano per andare a telefonare, si sente il rombo di una moto. Gegè si affaccia).
Eccoli che arrivano. Su una bella moto nuova.
Lulù: (Corre a guardare dalla finestra) Una moto?
Gegè: (Tornando in fretta sul divano) Su, facciamo finta di niente. Non dobbiamo sembrare
preoccupati. (Anche Lulù si siede, e cominciano a fischiare. Lia e Gianfilippo entrano in scena ridendo).
.IT
LA
Gegè
Lia:
Che notte da paura! Era tanto che non mi divertivo così (accenna un ballo).
Gianfilippo:
Giusto, dovremmo andare a scatenarci tutte le sere.
Gegè:
Tutte le sere?!
Lia:
(A Gegè) Ah, ciao cocco. Ancora in piedi?
Gegè:
Ehm, sì, stavo dando un'occhiata a questo interessantissimo Atlante... l'Asia, le
Americhe (mostrando l'Atlante aperto) ecco, vedi... l'Amazzonia... e così non mi ero
accorto che si era fatto tardi.
Gianfilippo:
E Lulù?
18
lo mi sono svegliata perché avevo fame.
Lia:
Ah, tieni, cocca (le lancia un sacchetto).
Lulù:
Cos'è?
Lia
Hamburger e patatine.
Gegè:
(Toccandosi il fegato) Bleat!
Gianfilippo:
Beh, noi andiamo a nanna perché siamo proprio stanchi.
Lulù:
Già, e poi domattina - anzi, (guarda l'orologio) stamattina - dovete svegliarvi presto.
Lia:
Gegè:
Presto?! Non abbiamo intenzione di alzarci prima di mezzogiorno.
Mezzogiorno? E il lavoro? E a noi chi ci sveglia? E la colazione? E poi ci sono i
W
W
Lulù:
jeans da stirare...
E il pranzo da preparare...
Lia:
Hamburger e patatine.
W
Lulù:
(Si porta di nuovo la mano al fegato) Ah!
.M
Gegè:
E poi domani sera c'è il mitico Bono in concerto. Dobbiamo essere belli vispi per
scatenarci un po'.
Lulù:
Scatenarvi?
AE
Gianfilippo:
Gianfilippo: Già, e se avete intenzione di venire con noi vi consiglio di fare la stessa cosa.
'Notte! (Trascina via Gianfilippo nella loro stanza).
Gegè:
No, eh, io un altro giorno così non lo reggo! lo non ce la faccio più. Bisogna asso-
R
ST
Lia:
lutamente correre ai ripari.
Che cosa hai intenzione di fare?
Gegè:
C'è solo una soluzione: chiamare il Genio e annullare l'incantesimo. È stata un'idea veramente stupida.
ED
Lulù:
Sì, ma il concerto degli U2?
Gegè:
È una faccenda che risolveremo più tardi. È più urgente che quei due tornino normali, prima che succeda qualcosa di grave.
IS
Lulù:
D'accordo, chiamiamo il Genio così la facciamo finita.
Gegè:
E domani mangiamo decentemente.
Lulù:
Dai, prendi la calcolatrice.
Gegè:
(Cercando) Oddio, non la trovo più!
Lulù:
Come non la trovi più?
Gegè:
(Sempre cercando, trafelato) S'è persa la calcolatrice.
Lulù:
Ma non è possibile, era qui poco fa! Cerca bene.
Gegè:
Ma dove sarà andata a finire? (A Lulù) Hai guardato nel frigo?
Lulù:
Che ci sta a fare un calcolatrice nel frigo?
Gegè:
Che ne so, tra un hamburger e l'altro...
O
U
C
Lulù:
.IT
LA
(Mentre Lulù va in cucina, Gegè cerca per tutto il salotto).
Lulù:
Gegè:
No, nel frigo la calcolatrice non c'è.
(Alla fine la trova) Oh, eccola qua, meno male. (La osserva) C'è una macchia lucida.
Lulù:
Sarà il gel di papà.
Gegè:
Dunque, ecco, strofiniamo... ora apparirà il Genio: un, due, tre, ecco...
(Da dietro il divano, salta fuori all'improvviso il Genio).
Genio:
BuuuH! (I ragazzi sussultano) V'ho messo paura, eh?
19
Gegè:
Che stupido scherzo. Sparisci!
(Il Genio ricade dietro il divano).
Ma no, uffa, torna su!
Lulù:
Cosa ci facevi dietro al divano?
Genio:
Un sonnellino.
Gegè:
Proprio non ne vuoi sapere di tornare nella calcolatrice.
Lulù:
Abbiamo ancora bisogno di te, Genio.
Gegè:
Già, devi fare un nuova magia.
Gémo:
A tua disposizione, pàdron Gegè.
Gegè:
(Tra sé) Un Genio testone mi doveva capitare! (Al Genio) Allora ascolta: devi
W
W
W
Gegè:
annullare l'incantesimo precedente e far tornare alla normalità i nostri genitori.
Genio:
Genio:
.M
Lulù:
Oh oh, davvero volete questo?
Certamente.
(Fingendo) Ma ciò mi stupisce molto! Non dicevate che erano troppo severi, trop-
AE
po all'antica?
Lulù:
Genio:
. Sì, lo dicevamo, ma...
Ebbene? Non vi rende felici avere dei genitori che si comportano come ragazzi,
R
ST
che si divertono, che la pensano come voi?
(Pausa. I due fratelli si guardano).
Gegè e Lulù: No.
(Ridendo) Ah, ah, lo sapevo sin dall'inizio!
Gegè:
Sapevi cosa?
Genio:
Che non vi sarebbe piaciuto affatto! (Sempre ridendo) Dopotutto i genitori hanno il
ED
Genio:
Lulù:
C
Gegè:
Genio:
Abbiamo capito, risparmiaci la predica.
IS
compito di fare i genitori, di guidare e proteggere i figli. È una questione di ruoli!
O
U
- (Ironico, al Genio) Visto che sei così sapiente, non ci potevi avvertire prima?
Non sarebbe servito a niente, non mi avreste creduto. E poi, è giusto provare queste cose sulla propria pelle. Ma ora basta: faremo tornare vostro padre e vostra
madre come erano prima. Comunque ti devo avvertire, padron Gegè: questo è
l'ultimo desiderio che potrò esaudire. Siete ancora convinti?
Sì.
Lulù:
Sì, certo. E in fretta.
Genio:
E allora... ebrechedebre, un, due tre, l'incantesimo è compiuto.
Gegè:
Già fatto?
Lulù:
Possiamo stare tranquilli?
Genio:
II Genio non fallisce. Ed ora che avete esaudito la scorta di desideri...
Gegè:
(Ironico) La scorta... due!
Genio:
È arrivato il momento di congedarmi da voi.
Gegè:
In parole povere?
Genio:
Me ne devo andare, e devo cercare un altro padrone.
Gegè:
(Porgendogli la calcolatrice) Hai bisogno della calcolatrice?
Genio:
No, ho deciso di cambiare casa. Sarà un posto più confortevole e più allegro.
Lulù:
Cioè?
.IT
LA
Gegè:
20
Genio:
Un barattolo di marmellata. Ce n'è uno alla fragola, in cucina. Beh, ora devo proprio
lasciarvi. Addio, padron Gegè.
Gegè:
Addio, Genio.
Genio:
Addio sorella di padron Gegè.
Lulù:
Ci mancherai. (Mentre il Genio sta per uscire) Ah, dimentichi il barattolo di marmellata (corre in cucina e glielo porta).
Genio:
Grazie. (Sospira, guardando il barattolo) Casa, dolce casa!
W
W
(Il Genio va via).
Lulù:
Che dici, avrà fatto effetto l'incantesimo?
Gegè:
Che ore sono?
Lulù:
Strano: sono già le sette del mattino.
W
Gegè:
Presto lo sapremo.
Lia:
.M
(Si sente il trillo di una sveglia e poi un urlo. Si spalanca la porta della camera da letto e ne esce Lia, in
camicia da notte, con un grande bigodino in testa e uno specchio in mano).
Ah, un brufolo!!
AE
Gegè e Lulù: (Si guardano, ammiccanti) Ha fatto effetto.
(Arriva anche Gianfilippo. Inizia la musica e tutti cantano la canzone).
UN GENIO IN FAMIGLIA
Gegè:
(Appena finita la musica) Papà, possiamo andare al concerto degli U2?
Gianfilippo:
R
ST
CANZONE:
(Ci pensa un po') E va bene, va'.
FINE
O
U
C
IS
ED
(Tutti ridono e si abbracciano, e si dirigono in cucina, sul sottofondo musicale dell'ultima canzone,
mentre lentamente scende il buio).
.IT
LA