Passioni. Omar Galliani incontra Benozzo Gozzoli

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Passioni. Omar Galliani incontra Benozzo Gozzoli
Passioni. Omar Galliani incontra Benozzo Gozzoli
Castelfiorentino, BeGo Museo Benozzo Gozzoli e Oratorio di San Carlo
19 maggio - 24 luglio 2012
ASSESSORATO ALLA CULTURA
Passioni. Omar Galliani incontra Benozzo Gozzoli
Castelfiorentino, BeGo Museo Benozzo Gozzoli e Oratorio di San Carlo
19 maggio-24 luglio 2012
Cura della mostra e del catalogo
Maurizio Vanni
Coordinamento esecutivo
Maria Cristina Giglioli
Michela Cicchinè
Organizzazione e segreteria
Ufficio Cultura Comune di Castelfiorentino
Sandra Taddei
Tamara Caponi
Stefania Bertini
Alice Vignoli
Allestimento e realizzazione
Patagonia, Certaldo
Grafica e immagine coordinata
ADV Birò, Castelfiorentino
Catalogo
Nova Arti Grafiche, Signa
Trasporti
Roberto Cigarini, Correggio
Assicurazioni
INA Assitalia, Empoli
Vigilanza e sicurezza
Globo, Empoli
Custodia e bookshop
GialloMare Minimal Teatro
Ufficio stampa
Comune di Castelfiorentino, Alessandro Spinelli
Spaini & Partners, Pisa
Fotografie
Luca Trascinelli
Massimiliano Galliani
BANCA
DI CREDITO COOPERATIVO
DI CAMBIANO
Passioni. Omar Galliani incontra Benozzo Gozzoli
Castelfiorentino, BeGo Museo Benozzo Gozzoli e Oratorio di San Carlo
19 maggio - 24 luglio 2012
a cura di Maurizio Vanni
Orario di apertura:
lunedì e venerdì ore 9.00-13.00;
martedì e giovedì ore 16.00 - 19.00;
sabato, domenica e festivi ore 10.00 - 12.00/16.00 - 19.00;
aperture straordinarie in notturna venerdì 25 e sabato 26 maggio 2012
info: 0571 64448 / 0571 629049
www.museobenozzogozzoli.it
Sulla Scala di Benozzo
Benozzo scende tardi la sera dal Ponte della Tosse e porta con sé il lapislazzulo in fronte dove ai santi inizia l’aureola. Benozzo
ama i colori del melograno e della menta selvatica, i grigi argentei della perla scaramazza e gli ori delle corone regali. Sale
i gradini di ginepro e trova negli occhi del santo l’ultima lacrima del silicio di un fiume lontano dove la nebbia nasconde la
punta del cipresso sotto ai piedi nudi degli angeli bianchi da dove le ferite del mondo si levano al cielo e le Madonne in trono
restano fiere e ferme fissando un punto lontano, senza fine. Di diademi d’ossa cesellate orna il vestito della santa Benozzo che
supplica dura l’ultimo angelo a destra dove la cintola azzurra raggiunge Maria e scende a terra tra margherite e gigli selvatici.
Infinita mandorla nel cielo di un disegno disossato, corale e uniforme come le preghiere a maggio quando le rose tingono le labbra
di lei nell’ultima posa al tramonto. Nell’affresco del nuovo tempo il tempo del disegno è costante in lui e sembra non curarsi
troppo della natura che avvolge le cose rendendole ferme ed esauste. Il movimento è diffuso attorno anche se il trono non ha
tentennamenti e impone la sua legge severa dall’alto di mille santi oranti. Dispiegamento di simmetrie terrestri verso un cielo
senza peso, senza tempo. Qui Benozzo ama trovarsi chiedendo a noi la ragione e il perché del nostro tempo veloce che ci sottrae
ogni giorno lo spartito celeste o nero della vita.
Montecchio Emilia, 3 maggio 2012
Omar Galliani
È con autentico piacere che accogliamo al Museo BeGo la mostra del Maestro Omar Galliani, un’ulteriore importante occasione di valorizzazione del nostro
territorio e delle sue opportunità culturali. L’autore presenta tredici opere a tema realizzate attraverso la rilettura e l’originale interpretazione degli affreschi
di Benozzo Gozzoli. Con questa formula originale, il Museo BeGo e i suoi Tabernacoli incontrano l’arte contemporanea, in un viaggio senza tempo che dal
Rinascimento arriva fino ai giorni nostri.
Per il Comune di Castelfiorentino si tratta di una nuova esaltante sfida nello sperimentare forme e arti diverse per promuovere il proprio patrimonio artistico
nei confronti di un pubblico più ampio ed eterogeneo. Per tutti è sicuramente una grande occasione per conoscere da vicino un artista straordinario e nel
contempo rinnovare l’interesse per il Museo BeGo.
Giovanni Occhipinti Maria Cristina Giglioli
Sindaco Assessore alla Cultura
Passioni. Omar Galliani incontra Benozzo Gozzoli
La passione è una sensazione di grande intensità, sintomo di coinvolgimento emotivo nei confronti di qualcosa o qualcuno. Una condizione estatica che modifica
anche la percezione del mondo, della realtà e di tutte le cose. Un sentimento che improvvisamente altera gli equilibri del nostro apparato sensoriale, manda in corto
circuito la nostra logica e mina le informazioni dell’emisfero sinistro del cervello, quello della razionalità e del logos.
Nato nel 1954 a Montecchio Emilia, dove vive e lavora, Omar Galliani si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna e insegna pittura all’Accademia di Belle
Arti di Carrara. Ha partecipato a tre edizioni della Biennale di Venezia (1982, 1984, 1986). Nel 1982 è stato invitato alle biennali di San Paolo del Brasile, Parigi
e Tokyo. Ha esposto nei Musei d’Arte Moderna di Tokyo, Kyoto, Nagasaki, Hiroshima, alla Hayward Gallery di Londra, a due edizioni della Quadriennale di
Roma, alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, in quelle di Francoforte e Berlino. Negli anni Novanta viene
invitato ad esporre alla Camera dei Deputati, allo Scottsdale Center for the Arts dell’Arizona, alla Marian Locks di Philadelphia (U.S.A.). Presenta Feminine
Countenances alla New York University (U.S.A.) e nel 2000 Aurea al Museum of the Central Academy of Fine Arts di Pechino (Cina). Espone nel Palazzo delle
Stelline a Milano, alla Galleria Civica di Modena, al Museo d’Arte Moderna di Budapest (Ungheria), al Palacio Foz di Lisbona (Portogallo), al PAC di Milano.
Nel 2003 viene invitato alla Biennale di Praga (Repubblica Ceca) e alla prima edizione di quella di Pechino, dove ha vinto il primo premio. Nel 2005, all’Archivio
di Stato di Torino, presenta il Grande Disegno Italiano. A Palazzo Magnani di Reggio Emilia espone Nuove Anatomie. Sempre nel 2005 il Museo d’Arte
Contemporanea di Guadalajara (Messico), inaugura Nuovi Fiori Nuovi Santi e lo Spazio Mazzotta di Milano presenta con Giorgio Soavi, La figlia era nuda.
Dal 2006 al 2008 la mostra Disegno Italiano viene ospitata nei principali Musei d’Arte Contemporanea in Cina tra cui Pechino, Shangai, Xian, Nanchino,
Jinan, Chengdu, Dalian, Hangzhou, Ningbo, Tientsin e alla Galleria Schoeni di Hong Kong. Sempre nel 2006 l’Università e il Museo di Caracas (Venezuela)
ospita Disegnarsi e nell’aprile 2007 viene esposta al Museo Hassan di Rabat (Marocco). Il Grande Disegno Italiano viene presentato alla Permanente di
Milano nella mostra La Bellezza e successivamente a Verona al Palazzo della Ragione, per Il Settimo Splendore. Nel 2007 si inaugura la mostra Tra Oriente
e Occidente, Omar Galliani e il Grande Disegno Italiano in Cina alla Fondazione Querini Stampalia, negli Eventi Collaterali della 52ª Biennale di Venezia.
L’evento ha visto la presenza dell’Associazione degli Artisti Cinesi e la collaborazione dei musei di Shangai, Ningbo, Dalian, Xian, Hangzou, Jinan, Chengdu e
Wuhan dove ha esposto durante l’Omar Galliani China Tour. Nel 2008 la Galleria Nazionale degli Uffizi di Firenze espone e acquisisce l’opera Notturno. Nel
2009 la galleria K35 di Mosca inaugura una sua personale e la Fondazione Michetti di Francavilla al Mare gli dedica una retrospettiva. Sempre nel 2009 la galleria
Shangheie di Shangai (Cina) inaugura Lontano da Xian. Nello stesso anno, a Vienna (Austria), l’Istituto Italiano di Cultura ospita Nel Segno del Correggio.
A Lucca, a Villa Bottini e nel Museo Archeologico di Palazzo Guinigi, presenta Dalle Stanze dei Miei Disegni e a Venezia Détournement nell’antico Ospizio
di San Lorenzo (evento collaterale della 53ª Biennale di Venezia). Sempre a Venezia presenta Santa Apollonia, Omar Galliani e qualche dente di Andy
Warhol, ospitata nel Museo Diocesano. Nel 2010, l’Istituto Italiano di Cultura di Bogotà (Colombia) inaugura 21 debuios para una noche en Bogotà e, nello
stesso anno, il Museo Borges di Buenos Aires (Argentina) ospita la mostra intitolata Nocturno riproposta al Museo d’Arte Contemporanea di San Juan e in
quello di Rosario (Argentina). Il Teatro India di Roma presenta Il disegno è in scena. Al Museo Lu.C.C.A. viene presentata l’opera site-specific Le pareti Di
Segno. Il 2011 parte dalla Cina con le mostre Diario Cinese esposte al Centro Culturale del Quartiere Italiano di Tianjin e all’Istituto di Cultura di Pechino. Al
Museo d’Arte Moderna di Lagos (Nigeria), inaugura Crosscurrents, Italia-Nigeria. Nel 2011 il Museo Diocesano di Padova espone Dal codice degli angeli.
Nel 2012 inaugura a Palazzo Binelli a Carrara D’après Canova. Omar Galliani, opere 1977-1980, Nocturno a Montevideo, la grande mostra al Museo
Bilotti a Roma, OMAR, ROMA, AMOR. Non ultima l’importante iniziativa del Live Performance Tour “Nuovi Santi, Nuovi Fiori” realizzata da Omar
Galliani e Leonardo Rotatori che prende la forma di un work in progress coinvolgendo il pubblico in un’opera d’arte partecipativa che ha come veicolo un capo
d’abbigliamento Les Copains, in edizione limitata di 5801 pezzi, venduto in coppia, su cui è riprodotta, divisa in due metà, l’opera-messaggio di Galliani che vinse la
Biennale di Pechino nel 2003.
www.omargalliani.com
Omar Galliani vive la passione e la racconta per mezzo delle sue tracce, attraverso strutture e composizioni cromatiche mai del tutto prevedibili. Da una parte un
segno classico e sicuro che delinea volumi, più o meno accentuati, solitamente deflagrati da un utilizzo mai troppo accademico della luce, che tendono a dialogare
con la superficie. Dall’altra un chiaro-scuro perentorio e istintivo, che proietta ogni sua figura, ogni suo volto al di fuori di precisi riferimenti spazio-temporali.
Ne scaturiscono figure femminili che dialogano con elementi riconoscibili – solitamente decontestualizzati – che si strutturano e de-strutturano nel palinsesto
perdendo densità materica a vantaggio della consistenza intimista o che si duplicano in “figure siamesi”. Alcuni particolari anatomici rimangono fedeli al loro essere,
esaltando un fattore estetico più ideale che concettuale, altre parti dei volti o dei corpi, invece, vengono azzerate, annullate e fatte rinascere attraverso allusioni o
simboli dalla forte carica emotiva.
In certe opere sembra che Galliani tracci delle linee al di sotto della superficie della carta, dentro le venature del suo amato pioppo o addirittura sospese nell’aria in
attesa di una folata di vento che unisca i puntini esistenziali che ha mirabilmente tracciato. Il disegno si trasforma in un’indagine universale sull’essenza delle cose, in
una carta geografica dove rintracciare le località del Tutto, in uno strumento di conoscenza e auto-conoscenza portatore sano di lucidi sogni e consapevoli illusioni.
Ne nascono tratti dolci, rotondi, raffinati, voluttuosi e seducenti alternati a segni più incisivi, graffianti e taglienti come a voler andare oltre l’epidermide del supporto
per portare a vita nuova dei volti che, seppur contaminati e disgregati, rimangono autoreferenziali.
Vivere una passione significa accettare qualcosa che non rientra nella quotidianità, desiderare una situazione che potrebbe non essere controllabile, ma anche avere
la certezza di poter completare la nostra crescita sensoriale e mentale. Omar Galliani rincorre l’assoluto, cerca costantemente un contatto con l’oltre violando le
norme non scritte di ogni convenzione. I suoi lavori hanno ragioni esistenziali solamente in dimensioni altre rispetto a ciò che definiamo realtà e, nonostante i
volumi siano apparentemente decifrabili, ogni volta che pensiamo di essere riusciti a trovare un senso logico alle sue composizioni rimaniamo delusi da elementi che
contraddicono il percorso di fruizione intrapreso.
Quello con Benozzo Gozzoli non è un incontro atipico o metastorico, non è un semplice omaggio a un grande artista del passato; infatti è come se Galliani avesse
invitato Benozzo a disegnare con lui, a condividere quell’arcaismo e quella semplicità che hanno caratterizzato e contraddistinto i cicli dei suoi affreschi più celebri:
“Sono sempre stato affascinato – dichiara Galliani – dalla bellezza e dalla dolcezza del suo paesaggio alternate a tratti più incisivi di volti quasi scarnificati. Da una
parte la dolcezza delle sue Madonne, dall’altra l’incisività di alcuni tratti eredi, probabilmente, dalle tradizioni nordiche”.
Galliani non è insensibile alla plasticità delle figure di Benozzo, ai volumi modellati con il chiaro-scuro e all’insistito andamento, alcune volte lineare ed altre più
ondulato, del suo panneggio, alle prospettive scenografiche che inquadrano le sue scene e ai moduli architettonici già pienamente rinascimentali.
Ne scaturisce una Madonna quasi stilizzata, moderna, ma al tempo stesso con tratti antichi, dove una serie di incroci di linee, più dolci nell’imminenza del volto
e più taglienti nella caratterizzazione del velo e dell’aureola, che cadenzano il ritmo di una fruizione dinamica. Sulla sinistra della Madonna compare una linea
spezzata che struttura la lettera “M” come Madonna, come Madre, come Morte e Resurrezione, come Magia di un tempo senza tempo che rivive attraverso opere
che dimostrano che la contemporaneità può nutrirsi della propulsione e della potenza del passato senza perdere l’efficacia dell’hic et nunc, del qui e ora: “Il rosso di
cadmio è un colore che Benozzo amava, il suo cappello, ben visibile nell’autoritratto, aveva lo stesso colore. ‘M’ come Maria, una lettera che esalta il verticalismo di un
segno tipico del suo paesaggio”. Il rosso è il colore del fuoco e del sangue, per molti popoli era il primo colore perché è il più strettamente legato al principio della vita.
La mano snella, puntuta e quasi sproporzionata della Madonna nello “Sposalizio di Santa Caterina” così come la “Madonna della Tosse”, viene contaminata, come
parte del corpo, dalle piume di un Angelo. La funzione simbolica della piuma è legata ai rituali di ascensione celeste e, quindi, di chiaroveggenza e divinazione. In
alcune civiltà, la piuma è associata a un simbolismo lunare e rappresenta la crescita della vegetazione, ma è anche simbolo di potenza: la corona di piume con cui si
ornano re e principi ricorda quella dei raggi del sole, l’aureola destinata ai personaggi eletti. Come considerare Benozzo Gozzoli se non un eroe predestinato, un
artista che ha raccontato in modo originale il proprio tempo inserendo personaggi reali in scene legate alla Chiesa?
Disegnare con Benozzo vuol dire ripercorrere la sua storia, rincorrere le sue geografie e riscoprire la potenza di un segno e la particolarità di certe cromie che hanno
riassunto le caratteristiche di un’epoca irripetibile. Se la passione conduce un artista a vedere oltre e a credere a ciò che percepisce, l’incontro di Omar Galliani con
Benozzo Gozzoli sancisce, ammesso che ce ne fosse bisogno, che il futuro lo possiamo disegnare solo conoscendo il passato e vivendo con la massima intensità e
militanza il presente. Benozzo Gozzoli ci ha raccontato una favola, Galliani ci ricorda che dobbiamo crederci.
Maurizio Vanni
s/velare Benozzo
s/velare Benozzo
2012
sanguigna e tempera su tavola
cm 225 x 125
2012
tempera e matita nera su tavola
cm 225 x 125
s/velare Benozzo
2012
matita nera e pastello su tavola
cm 225 x 125
s/velare Benozzo
2012
matita nera e tempera su tavola
cm 200 x 200
s/velare Benozzo
2012
Sanguigna e tempera su tavola
cm 200 x 200
s/velare Benozzo
2012
matita nera e pastello su tavola
cm 150 x 150
s/velare Benozzo
2012
matita nera e pastello su tavola
cm 150 x 150
Denti
2008
matita e tempera su tavola
cm 200 x 180
Nel Segno del Correggio
2011
matita nera su tavola
cm 185 x 251
tra Oriente e Occidente
2007
inchiostro e pastello su carta di riso
cm 220x220
opera eseguita a quattro mani con l’artista pan Luscheng
Montecchio Emilia (Italia)-Jinan (Cina)
tra Oriente e Occidente
2007
inchiostro e pastello su carta di riso
cm 220x220
opera eseguita a quattro mani con l’artista pan Luscheng
Montecchio Emilia (Italia)-Jinan (Cina)
PassionArti
castelfiorentino contemporary
Passioni. Omar Galliani incontra Benozzo Gozzoli