Scatti di Gusto

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Scatti di Gusto
Scatti di Gusto
07/10/2015
CIBO
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La pizza americana è arrivata a Milano
e non so quanti di voi gioiranno
Partiamo dalla “location“: il primo Domino’s italiano è proprio in periferia, in zona
Bisceglie-Forze Armate. Strano che non sia in una zona più centrale? “Noi abbiamo fatto
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un ragionamento di puro business e non di flagship – mi dice Alessandro Lazzaroni,
amministratore delegato di Domino‘s Italia. – Noi viviamo con i quartieri, siamo forti nella
consegna a casa della pizza: il nostro modello di business è rivolto al domicilio, alla
consegna sull’uscio di casa, anche con pagamento con carta di credito. E fra un mese sarà
possibile pagare online”.
di Emanuele Bonati - In Ristoranti - mercoledì, 7 ottobre 2015 | ore 18:31
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P OST C OL L EG A T I
>> Milano. Tutte le pizze di Gino Sorbillo che apre
oggi al Duomo (3)
>> Dry. Secco e in una parola buona, la pizza a
Milano con qualche foto (3)
>> Social Eating. Conviene il pizza sharing di
Briscola con 2 pizzine a 12 €? (3)
>> Dry, la pizzeria più cool di Milano che apre
oggi e non troverete in guida (3)
Locale luminoso, design pulito e lineare. Un’ampia zona cucina con un grande forno
>> Milano. La ricetta della pizza che funziona si
(elettrico)
in cui
(3)le pizze vengono infilate da una parte per uscire dall’altra dopo una
chiama Spontini
decina di minuti, pronte.
Dopo la pizza napoletana, la pizza gourmet, la pizza italiana, la pizza a degustazione,
ecco arrivare la pizza americana con Domino’s Pizza. Segniamoci la data: lunedì 5
ottobre ha aperto a Milano il primo locale della catena statunitense, ma diffusa in
un’ottantina di Paesi.
Devo ancora riprendermi dallo sgomento, lo confesso, che gli Americani vogliano
proporci una pizza.
La preparazione delle pizze è ovviamente a vista, una vetrata permette di osservare la
manipolazione della pasta e la “batteria” di ingredienti che vengono utilizzati per
completarla.
E una scaletta permette ai bambini di arrivare al livello giusto per poter osservare a
loro volta – “Ispettore Junior”: un dettaglio gentile.
Essendo la pizza di Domino’s pensata essenzialmente per l’asporto o la consegna a
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domicilio, ci sono solo quattro o cinque tavoli, alti e stretti, e nove sedie. Si entra,
si ordina alla cassa, si lascia il nome, si paga, e la pizza entra in lavorazione, anzi in una
vera e propria catena di montaggio.
Un display ti mostra, con il tuo nome, a che punto è la tua pizza: in lavorazione, in
guarnizione, in ispezione, in forno, pronta. La media, l’altra sera, eri di una quindicina di
minuti per pizza (nel conteggio entrano anche le pizze per la consegna a casa).
Ecco, forse questo possiamo impararlo.
Il menù prevede pizze tradizionali (marinara 4 €, margherita 5 €), gustose (Napoli
siciliana würstel diavola, 6 €), generose (crudo, cotto e funghi, bufala, vegetariana, 4
stagioni ecc, 7 €), e sontuose: pomodorini e bufala, 4 formaggi, primavera, hawaiana
(con ananas) ed extravaganza, tutte a 8 €.
Oppure si sceglie la base, margherita a 5 € o bufala a 7 €, e si aggiungono
ingredienti (pomodoro olive rucola zucchine grana peperoni carciofi e così via a 1€
l’uno, prosciutto di Parma e mozzarella di bufala a 2 €).
Tutti gli ingredienti sono italiani, selezionati, con una serie di d.o.p. (il gorgonzola, la
bufala, il prosciutto di Parma…).
“Si tratta di una ricetta totalmente italiana, studiata qua in Italia con ingredienti italiani.
Quello che americano è il modello di servizio, accompagnato da un prodotto localizzato
che è la forza di Domino’s nel mondo”.
Forse l’eccezione è l’ananas.
Quindi, niente pizza “Made in USA” – penso che questo sia consolante, anche se in realtà
la mia unica esperienza di pizza all’americana è stata una 4 stagioni in un Pizza Hut a
Londra, in cui mi aveva trascinato, giovane quindicenne recalcitrante e desideroso di
pudding e shepherd’s pie, mio cugino Giorgio, più grande. Beh, me la ricordo ancora – e
non direi con commozione o gratitudine.
E – com’è?, si chiederanno i lettori che hanno avuto la pazienza di leggere fin qui. E che
immagino già pronti a disperarsi: si può mangiare, direi.
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Eravamo solo al secondo giorno e il servizio in evidente stato di rodaggio, almeno
dal lato cassa; il sistema sulla carta sembra funzionale (ordine, bigliettini col nome da
attaccare ai cartoni della pizza, consegna) ma all’atto pratico non tutto andava alla
perfezione (qualche ordine con errori o ritardi).
E i cartoni per la pizza e gli altri piatti (frittini vari, dolci) quando venivano posizionati per la
confezione cadevano spesso.
Ho preso una Extravaganza: pomodoro mozzarella salame piccante wurstel prosciutto
cotto cipolle funghi freschi olive peperoni. Il sapore è buono, la pizza sottile ma regge
benissimo, non si ammolla né si inumidisce fino all’ultima fetta, cornicione basso, la pasta
mi sembra vicina al pane, leggera, non troppo condita (e nemmeno carica di ingredienti, se
vogliamo – il che peraltro è un bene, visto che è sottile).
Di più non vi direi.