Promozione, protezione e supporto - A forma di mamma

Transcript

Promozione, protezione e supporto - A forma di mamma
IIa EDIZIONE
PREMIO PER LA RICERCA 2015-2016
Promozione,
protezione e supporto
dell’ ALLATTAMENTO al SENO
TEMA A
“Allattamento al seno del neonato
prematuro /del neonato a termine”
TEMA B
“Allattamento al seno e le difficoltà
delle mamme al rientro a casa”
Un’iniziativa promossa da:
Con il patrocinio delle società scientifiche:
2
INTRODUZIONE
Promozione, protezione e supporto
dell’ ALLATTAMENTO al
SENO
Un’iniziativa AICIP in collaborazione con Philips Avent
Con il patrocinio di SIP, EPA/UNEPSA, FIMPm ONSP, SICuPP
I benefici dell’allattamento al seno per il bambino, la madre e la comunità
continuano ad essere al centro della ricerca delle figure professionali che
si occupano di “care” e di allattamento materno. Continuando a sostenere
questa ricerca, la Società Italiana per la Care in Perinatologia (AICIP) e
Philips Avent hanno istituito, con il patrocinio di SIP (Società Italiana
di Pediatria), EPA/UNEPSA (European Pediatric Association), FIMP
(Federazione Italiana Medici Pediatri), ONSP (Osservatorio Nazionale
Specializzandi Pediatria) e SICuPP (Società Italiana delle Cure Primarie
Pediatriche) la IIa Edizione del PREMIO PER LA RICERCA: PROMOZIONE,
PROTEZIONE E SUPPORTO DELL’ ALLATTAMENTO AL SENO.
Questa IIa Edizione del concorso per gli anni 2015/2016 si è rivolta
ai Professionisti della Salute che si impegnano nella promozione,
protezione e supporto dell’allattamento al seno in OSPEDALE e sul
TERRITORIO: laureandi e laureati in ostetricia, infermieristica pediatrica
e professionale, specializzandi e neolaureati in pediatria e pediatri del
territorio. In particolare i temi del concorso si sono articolati nel modo
seguente:
TEMA A:
“Allattamento al seno del neonato prematuro / del neonato a termine”
TEMA B:
“Allattamento al seno e le difficoltà delle mamme al rientro a casa”
È con immensa ammirazione per l’impegno dei candidati che hanno
partecipato al concorso che raccogliamo in questa pubblicazione gli
Abstract delle ricerche pervenute secondo il regolamento del Concorso.
Nella nota seguente, Arturo Giustardi, Presidente del Concorso, riassume
il suo entusiasmo per l’iniziativa.
“Sono lieto di aver potuto nuovamente partecipare a questa iniziativa che
esalta pienamente la Mission che sia le società/associazioni scientifiche sia
la società Philips Avent sostengono vivamente. Congratulazioni a tutti.”
PHILIPS AVENT
AICIP
Si ringraziano i membri della commissione di valutazione dei lavori:
Arturo Giustardi (Napoli), Giovanni Corsello (Palermo),
Massimo Pettoello-Mantovani (Foggia), Marina Picca (Milano), Paola Coscia (Milano)
INDICE
TEMA A
Menna Giuseppe
9
Management del rinforzo della “care” materna durante la degenza in
patologia neonatale: l’esperienza attiva della realtà di Rovereto (TN).
Quitadamo Pasqua Anna
11
Alimentazione esclusiva di neonati prematuri con latte materno
e donazione alla Banca del Latte Umano Donato (BLUD).
Dalla Valle Giorgia
13
Il ruolo dell’ostetrica e il neonato pretermine: mantenimento della
lattazione e promozione dell’attaccamento madre-bambino
nell’Unità di Terapia Intensiva Neonatale.
Bresesti Ilia
15
Studio longitudinale della densità energetica in un gruppo di bambini
di età prescolare seguiti presso la clinica pediatrica
Castellan Valeria
17
Allattamento al seno del neonato prematuro / del neonato a termine
Losa Chiara
21
Breastfeeding consultant e allattamento al seno: studio prospettico
su una coorte di neonati late-preterm
Morandi Grazia
23
Allattamento materno e nutrizione con latte artificiale a confronto
nei bambini con Trisomia 21: l’esperienza di Verona
Tesolat Giulia
25
Il gradiente termico tra areola mammaria e labbra del neonato
supporta il “breast crawl”?
TEMA B
Selvatico Germana
29
Il counseling perinatale: gli strumenti d’efficacia professionale nel sostegno
all’allattamento al seno nella nostra unità operativa. Il percorso di cura fisica,
emotiva ed energetica della neo famiglia
Cortese Alessandro
31
In allattamento il sostegno fa la differenza, non la fortuna!
Pigat Marta
33
Allattamento al seno e le difficoltà delle mamme al rientro a casa
Beardo Elisa
35
Allattamento dopo carcinoma mammario
Chiesa Giulia
37
Fattori associati all’allattamento materno: indagine conoscitiva
sugli aspetti che ne condizionano la durata
Frigo Daniela
39
Allattamento al seno e difficoltà delle mamme al rientro a casa
Godeas Gloria
41
Allattamento al seno e difficoltà delle mamme al rientro a casa
Minucciani Tania
43
Allattamento al seno e difficoltà delle mamme al rientro a casa
Panizza Cristina
45
Strategie per il successo nella promozione e supporto
dell’allattamento da parte dell’ostetrica
Piscopo Carla
49
W.h.o. and ten steps: informare ed educare per promuovere
e sostenere l’allattamento al seno
Poli Stefano
51
Percorso promozione allattamento al seno ASST di Valcamonica
Rossini Federica
53
Allattamento al seno e difficoltà delle madri:
strategie innovative di sostegno
Savoldi Francesca
55
Il ruolo del papà nella promozione e nel sostenimento dell’allattamento al
seno: indagine all’interno dell’Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda
Tommasi Sara
57
Supporto ai neo genitori nel punto nascita e sul territorio
Zavettieri Francesca
59
Promozione, protezione e supporto dell’allattamento al seno
L’assistenza maieutica
6
PROMOZIONE, PROTEZIONE E SUPPORTO
DELL’ ALLATTAMENTO AL SENO
TEMA A
“Allattamento al seno del neonato
prematuro /del neonato a termine”
7
8
Menna Giuseppe
Management del rinforzo della “care” materna
durante la degenza in patologia neonatale:
l’esperienza attiva della realtà di Rovereto (TN)
ABSTRACT
Premessa. La Strategia globale per l’alimentazione dei neonati e dei bambini è stata elaborata congiuntamente dall’OMS e dall’UNICEF per riportare l’attenzione del mondo sugli effetti
delle pratiche alimentari sullo stato nutrizionale, la crescita, lo sviluppo, la salute e – in ultima
analisi – sulla sopravvivenza stessa dei neonati e dei bambini. La strategia si fonda sull’importanza dell’alimentazione dei primi mesi e anni di vita e sul suo ruolo determinante per
raggiungere condizioni di salute ottimali.
Con l’assunzione di latte materno il bambino risulta maggiormente protetto nei confronti di
molte condizioni patologiche e presenta miglior outcome clinico nei confronti di infezioni
gastrointestinali, prime vie respiratorie, SIDS –SUIDS (definizione 2015 SIN), obesità, diabete,
problematiche cardiovascolari, alcuni tipi di tumore ed infine per le acquisite capacità cognitive e relazionali, con effetti a lungo termine per la salute pubblica. In particolare, nel prematuro, l’outcome clinico evolutivo è risultato indubbiamente condizionato da tale condizione di
alimentazione e gestione della stessa.
Obiettivi. Fortificare e consolidare nella nostra realtà Roveretana le indicazioni OMS per gli
ospedali BFH-like, standardizzando il personale medico infermieristico e consulente, alle direttive internazionali citate, con l’integrazione delle variabili loco regionali della nostra Patologia Neonatale di secondo livello, che presenta un target di ricovero in residenza di bambini
EG 33+6/36+6, con peso inferiore ai 2.500 gr, ed in back-transport da TIN di terzo livello in
fase di allevamento. Tali condizioni prevedono al di fuori della clinica più o meno stabile del
neonato, l’inevitabile necessità di coadiuvare le madri nel difficile lavoro di recuperare fiducia
e autonomia consapevole nella gestione del loro bambino, poichè il cammino verso il domicilio vede nella nostra stazione, l’ultimo tassello per il rientro a domicilio.
G.Menna*, C.Polloni*, M.Burbante*, E.L.Marasca*, L.Gobbi*, V.Bortolotti**, M.Agnese*, E.Baldo*
*APSS azienda Provinciale per i Servizi Sanitari provincia autonoma di Trento – Osp. S.Maria del Carmine di Rovereto. Direttore: E.Baldo.
** Università Degli Studi di Verona - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Scuola di Specializzazione Medica in Pediatria.
9
10
Quitadamo Pasqua Anna
Alimentazione esclusiva di neonati prematuri
con latte materno e donazione
alla Banca del Latte Umano Donato (BLUD)
ABSTRACT
La nutrizione del neonato pretermine è una delle principali sfide per i neonatologi. Il latte
materno è ormai ampiamente riconosciuto come l’alimento di scelta per i notevoli vantaggi
che esso offre grazie agli innumerevoli fattori bioattivi di cui dispone, in grado di conferire
protezione nei confronti di importanti patologie come la NEC, difesa dalle infezioni e miglioramento della tolleranza alimentare.
Quando non è disponibile il latte della propria madre l’alternativa migliore è rappresentata dal
latte di banca. Ci siamo chiesti quale fosse la disponibilità di latte donato da parte di madri di
neonati prematuri in grado, quindi, non solo di alimentare il proprio figlio ma anche di fornire
latte alla BLUD.
Mancano i dati in merito a questo quesito. Lo scopo dello studio è la valutazione del contributo alla donazione del latte alla BLUD di CSS da parte delle donne che hanno partorito
neonati prematuri di EG<35 sett. in termini sia quantitativi che qualitativi con l’analisi di composizione confrontata con il latte donato a termine. I risultati sono interessanti con un totale
di 252 litri raccolti in 5 anni e mezzo, corrispondenti al 12,5% dell’intera donazione e il 40%
proviene delle donne che hanno partorito ad un’epoca <25 sett. e il 35% da madri di prematuri
di PN< 500 grammi. I dati di composizione concordano in parte con quelli della letteratura.
In conclusione, la consapevolezza della possibilità di ottenere una produzione di latte materno congrua e idonea da donne che hanno partorito ad età gestazionali molto basse diventa
un importante punto di partenza per l’attivazione in maniera standardizzata di tutte le strategie di promozione e sostegno dell’allattamento in TIN che si sono dimostrate efficaci.
Abbreviazioni. BLUD (Banca Del Latte Umano Donato), TIN (Terapia Intensiva Neonatale), EG (Età Gestazionale), PN (Peso Alla Nascita), VLBW (neonati di peso alla nascita <1500 grammi), ELBW (neonati di peso alla nascita <1000 grammi), NEC (enterocolite necrotizzante), CLD (Chronic Lung Disease), LM (latte materno), LD (latte donato), HM (human milk), CSS (Casa Sollievo della Sofferenza).
11
12
Dalla Valle Giorgia
Il ruolo dell’ostetrica e il neonato pretermine:
mantenimento della lattazione e promozione
dell’attaccamento madre-bambino nell’Unità
di Terapia Intensiva Neonatale
ABSTRACT
Background. La nascita pretermine si configura come uno dei principali problemi di salute nel
mondo, in termini di mortalità e morbilità infantile e di costi per i servizi di cura. La frequenza
corrisponde a circa l’11,1% di tutte le nascite ed il trend è in aumento.
Un fattore protettivo importantissimo per la prevenzione delle complicanze neonatali è costituito dal latte materno, che rappresenta il gold standard dell’alimentazione per il neonato
pretermine per i suoi numerosi benefici.
I dati epidemiologici attestano tuttavia, un uso ancora limitato del latte materno nelle Terapie
Intensive Neonatali.
La madre pretermine sperimenta un trauma psicologico ed è sottoposta a numerosi fonti
di stress che possono alterare profondamente processo di lattogenesi e lo sviluppo delle
funzioni genitoriali. Autorevoli società scientifiche evidenziano la necessità di una specifica
politica di allattamento per le cure neonatali intensive da parte di personale specializzato.
Scopo dello studio.
- Valutare lo stress materno indotto dal reparto di cure intensive neonatali.
- Determinare il tasso di utilizzo di latte materno alla dimissione nei primi sei mesi dell’anno
corrente 2014.
- Pianificare un progetto di assistenza ostetrico per il mantenimento della produzione di latte
da fornire al neonato durante la degenza e per l’attuazione della Kangaroo Mother Care, basato sull’applicazione delle raccomandazioni per “L’Espansione dell’Iniziativa Ospedale Amico del Bambino i Dieci Passi per il Successo dell’Allattamento nelle Unità di Cura Intensiva
Neonatale”.
- Valutare il gradimento delle puerpere per il progetto, in particolare per:
- la possibilità di offrire al bambino il proprio latte
- la possibilità di realizzare il contatto pelle-a-pelle con il proprio bambino
- il supporto dell’ostetrica e le informazioni ricevute rispetto all’allattamento durante
il periodo di degenza del neonato.
Materiali e metodi. Lo studio retrospettivo è stato condotto presso il Dipartimento della Salute della Donna e del Bambino dell’Università di Padova, presso l’Unità Operativa di Patologia
13
Neonatale, nel periodo Gennaio-Giugno 2014, mentre il progetto pilota si è svolto nel periodo
Agosto-Ottobre 2014.
Lo studio si è sviluppato in 3 fasi:
a) Raccolta retrospettiva dei dati sulla tipologia di alimentazione alla dimissione di 101 neonati
pretermine, degenti da almeno una settimana in reparto.
b) Il progetto pilota si è articolato attraverso la creazione di una “Guida per i genitori” e del
diario “I nostri Primissimi Giorni”, la presenza ostetrica in reparto tre volte la settimana, la promozione e la realizzazione della Kangaroo Mother Care, nei neonati stabilizzati e attraverso la
promozione e collaborazione dell’associazione Onlus “Pulcino”.
c) Prima della dimissione abbiamo somministrato il questionario Parental Stressor Scale (PSS)
alle 16 madri reclutate per valutare il livello di stress delle madri reclutate.
Risultati. Dall’indagine retrospettiva presso il reparto di Patologia Neonatale di Padova è
emerso un tasso di uso di latte materno esclusivo alla dimissione pari al 36,6%.
A seguito dell’attivazione del progetto pilota (14 neonati e 12 madri) il tasso di uso di latte
materno alla dimissione è risultato significativamente migliorato (79%).
Le madri si sono dimostrate in media molto soddisfatte del progetto pilota.
Le madri con il figlio/a ricoverato in patologia neonatale presentano un alto livello di stress. In
particolare l’item maggiormente interessato è stato quello sulla “Percezione del ruolo genitoriale” (la sensazione delle madri di sentirsi marginalizzate nella loro funzione di genitore e di
non poter nutrire autonomamente il proprio bambino).
Conclusioni. Dall’analisi dei risultati del questionario PSS e dallo studio retrospettivo si evidenzia la necessità della pianificazione di un progetto di assistenza alla madre del neonato
pretermine secondo i nuovi criteri BFHI NICU.
I dati derivanti dall’avviamento del progetto pilota sono limitati e preliminari, tuttavia suggeriscono l’efficacia del progetto, sostenuto anche da studi condotti su ampia scala riportati in
letteratura scientifica.
Sarebbe auspicabile una prosecuzione del progetto, dato anche il gradimento positivo
espresso dalle madri incluse, per ampliare la casistica e introdurre altre azioni di promozione
dell’allattamento. L’ostetrica appare la figura più indicata per il progetto e una possibile risorsa
per incrementare ancor più la qualità dell’assistenza all’interno del reparto.
14
Bresesti Ilia
Studio longitudinale della densità energetica
in un gruppo di bambini di età prescolare seguiti
presso la clinica pediatrica
ABSTRACT
Introduzione. La densità energetica (kcal/g) è uno strumento proposto recentemente per la
valutazione globale della qualità della dieta e per il trattamento dell’obesità nell’adulto. Una
dieta ad alta DE è caratterizzata dalla presenza di alimenti ricchi di lipidi, mentre una bassa
DE è indice di alto apporto di frutta, verdura e zuppe. Se, però, nell’adulto sono chiari gli effetti
della riduzione della DE sull’intake energetico sia nel corso di uno stesso pasto, sia nell’arco
della giornata, sia nell’ambito di periodi prolungati, nei bambini sono ancora pochi gli studi
che provano tale relazione.
Lo studio da noi condotto si pone come obiettivo la valutazione della DE in età prescolare, la
ricerca di un trend longitudinale e lo studio di eventuali correlazioni con le modalità di allattamento nei primi mesi di vita e lo stato di sovrappeso del bambino e della madre.
Materiali e metodi. Abbiamo preso in esame un campione di 68 bambini, di cui 23 allattati al
seno per almeno 4 mesi e 45 alimentati con formula, seguiti dalla nascita sino a 5 anni d’età.
I soggetti in esame erano stati arruolati alla nascita per il progetto europeo CHOP (Childhood Obesity Programme). Sono stati analizzati parametri antropometrici ed indici di adiposità
(peso, lunghezza/altezza, BMI, BMI z-score, pliche cutanee e circonferenze) e sono state rilevate le abitudini alimentari dei bambini attraverso il diario alimentare di 3 giorni. La DE è stata
calcolata dividendo il valore energetico di ogni alimento presente nel diario per il suo peso.
Risultati. Relativamente all’intero campione abbiamo osservato che:
- La DE cresce in modo costante ed uniforme all’aumentare dell’età
- Il BMI z-score dei bambini a 5 anni correla positivamente con i valori di DE a 2, 3, 4, 5 anni d’età
- Il sovrappeso materno non sembra influire sulla DE della dieta del bambino
Suddividendo il campione in base alle modalità di allattamento abbiamo invece osservato
che a partire dai 2 anni i bambini allattati con formula assumono una dieta a più alta DE rispetto ai bambini allattati al seno, pur introducendo la stessa quantità di energia.
Un altro importante risultato è rappresentato dalla documentazione di un trend delle abitudini alimentari. A partire dai 2 anni d’età i soggetti che assumono una dieta a più alta DE
presentano nelle età successive una accentuazione di tale aspetto nutrizionale.
Conclusioni. I dati da noi ottenuti confermano il ruolo fondamentale delle modalità di allatta-
15
mento nei primi mesi di vita sulle abitudini alimentari degli anni successivi in termini di qualità
della dieta. L’allattamento al seno, con modalità ancora non del tutto chiarite, sarebbe in grado di favorire un’alimentazione qualitativamente migliore, perché più ricca di frutta e verdura,
ossia di quegli alimenti che condizionano in maniera rilevante la DE della dieta.
Si conferma quindi l’importanza dei primi anni di vita sullo sviluppo delle abitudini alimentari
e del gusto. Lo studio della DE può essere un utile presidio sia per la prevenzione che per il
trattamento del sovrappeso e dell’obesità. L’osservazione che il BMI z-score dei 5 anni è correlato alle DE degli anni precedenti, dimostra come errori alimentari protratti abbiano significativi effetti a lungo termine sullo sviluppo di adiposità. Lo studio effettuato dimostra, inoltre,
che la DE possa essere considerata un importante e sensibile parametro per la valutazione
globale quantitativa e qualitativa della dieta in età pediatrica a partire dai 2 anni d’età. Una
dieta ad alta DE dall’età prescolare può rappresentare, inoltre, un indicatore precoce del rischio di sviluppare sovrappeso e obesità.
Andamento longitudinale da 12 a 60 mesi della Densità Energetica
(media ± ES) nell’intero campione (68 bambini, maschi e femmine)
Andamento longitudinale da 12 a 60 mesi dei valori medi della
Densità Energetica in relazione al tipo di allattamento nei primi mesi di vita
16
Castellan Valeria
Allattamento al seno del neonato
prematuro / del neonato a termine
ABSTRACT
La promozione e il sostegno dell’allattamento al seno è considerata da tempo una priorità di
salute pubblica, tale da essere espressamente indicata dall’UNICEF come un diritto. L’articolo
24 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza “Gli Stati parti riconoscono il diritto del minore di godere del miglior stato di salute possibile”..... “garantire alle madri
adeguate cure prenatali e post-natali; fare in modo che tutti i gruppi della società, in particolare i genitori e i minori, ricevano informazioni sulla salute e sulla nutrizione del minore, sui
vantaggi dell’allattamento al seno...”
Il reparto di Nido, Pediatria, Patologia Neonatale ed Ostetricia del Presidio Ospedaliero di
Cittadella (PD) promuove e sostiene l’allattamento al seno.
L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda che i bambini siano allattati al
seno in maniera esclusiva fino al compimento del 6° mese di vita e che il latte materno rimanga il latte di prima scelta anche dopo l’introduzione di alimenti complementari, fino ai due
anni di vita e oltre, fino a che la madre e il bambino lo desiderino.
Allattare al seno è un gesto d’amore, non dona solo nutrimento ma anche protezione continuando quel legame speciale e unico tra mamma e bimbo. È il miglior alimento, completo e
ricco di fattori protettivi, adattandosi ai bisogni del bimbo mentre cresce.
L’allattamento aiuta il piccolo a crescere e svilupparsi nel modo migliore mantenendo tali
vantaggi nel tempo. Anche la mamma trae vantaggi da questo gesto, semplice, pratico e gratuito, aiuta a perdere il peso accumulato in gravidanza, riduce il rischio di osteoporosi e aiuta
a prevenire forme di tumore al seno e alle ovaie.
L’OMS e l’UNICEF hanno stilato una lista di 10 passi con l’obiettivo di proteggere, promuovere
e sostenere l’allattamento materno nei servizi di maternità. Tra i 10 passi il punto 8 recita “incoraggiare l’allattamento a richiesta tutte le volte che il neonato lo sollecita”.
Ci sono sempre maggiori evidenze infatti sull’importanza di interventi precoci di promozione
della salute, dal periodo preconcezionale ai primi anni di vita dove si creano le basi dello sviluppo psico-fisico del futuro adulto. La tempestività e l’appropriatezza delle azioni rispetto al
momento evolutivo sono essenziali.
L’obiettivo che si deve porre il personale che opera nei reparti materno-infantili è quello di
sostenere l’allattamento al seno cercando di rimuovere le barriere sociali, economiche e culturali che ancora si frappongono a tale pratica.
17
Qual è l’obiettivo che si deve porre il personale che lavora in area materno infantile?
Le madri che allattano devono essere incoraggiate ad allattare i loro neonati a richiesta, senza
orologi né ago della bilancia né frequenza delle poppate, questo è l’allattamento a richiesta.
Fatta eccezione nei casi in cui sia clinicamente controindicato.
Il segreto per riuscire nell’allattamento a richiesta sarà solo imparare a guardare il proprio
bimbo e i suoi segnali a volersi attaccare e di un corretto percorso nel reparto materno- infantile. Contatto pelle a pelle da subito senza pressioni né orologi, rooming-in, educazione,
promozione e sostegno alle madri, non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal
latte materno tranne che su precisa prescrizione medica.
Anche nel caso in cui la madre venga separata dal neonato educare al mantenimento delle
secrezioni lattee. L’allattamento al seno è un comportamento di salute con conseguenze a
lungo termine spesso carico di opinioni personali, sia da parte della famiglia che del personale sanitario motivo per cui tale pratica deve essere accettata dall’operatore sanitario come
“modo naturale” di nutrire il neonato, lo standard rispetto al quale misurare tutti i metodi di
alimentazione infantile, in quanto l’operatore sanitario influenza in maniera significativa le
scelte della madre sull’avvio dell’alimentazione del bimbo.
Obiettivo generale:
Uniformare l’attività e le conoscenze di tutto il personale sanitario al fine di promuovere un
allattamento a richiesta sereno e duraturo sia in caso di parto vaginale che in caso di taglio
cesareo
Obiettivi specifici:
- Rendere la madre sicura, competente e motivata su tutto ciò che riguarda
tale ambito
- Far sentire la mamma sostenuta e seguita durante il ricovero
- Accompagnare la mamma durante le decisioni chiarendo dubbi e fornendo tutte
le informazioni necessarie al fine di promuovere l’avvio dell’allattamento al seno
Presupposto per un allattamento materno solido e duraturo è una formazione specifica e
adeguata del personale il quale ha un ruolo importante nell’accompagnare i genitori nella
scelta verso un allattamento al seno con successo.
È quindi importante che abbiano adeguate conoscenze sull’importanza dell’allattamento e
competenze specifiche per sostenere la madre che allatta.
Grande importanza ha quindi la formazione degli operatori e l’informazione che poi questi
condividono con i futuri genitori.
Tutte le informazioni sui benefici dell’allattamento al seno servono per motivare le future
mamme, coinvolgendo entrambi i genitori, l’istruzione pratica sulle tecniche è finalizzata ad
aumentare le competenze e la sicurezza della mamma.
Il Personale Infermieristico, Ostetrico e Medico dell’area Materno Infantile viene formato attraverso il corso 20 ore UNICEF e periodicamente vengono programmati incontri dove vengono discussi argomenti che riguardano aggiornamenti, presentazione di nuove evidenze e
18
discussione di casi clinici.
Gli operatori dell’area materno-infantile sono a contatto con la donna dall’inizio della gravidanza fino alla dimissione col loro bambino e poi sono seguite post-dimissione con incontri
personalizzati sia dal personale del nido per la gestione del neonato e sia dal personale
dell’ostetricia per il post-partum della puerpera; quindi il personale oltre ad avere conoscenze teoriche devono anche avere competenze pratiche ed esperienza clinica.
Tutto il personale deve conoscere il percorso nascita che segue la donna durante la gravidanza ed è stato redatto uno schema affinché tutti siano di supporto alla donna durante il
suo percorso.
19
20
Losa Chiara
Breastfeeding consultant e allattamento al seno:
studio prospettico su una coorte di neonati
late-preterm
ABSTRACT
Background. I neonati late-preterm (nati con una età gestazionale compresa fra 34 settimane e 36 settimane +6 giorni) rappresentano il 75% dei neonati prematuri1. Nonostante la
prematurità sia lieve questi neonati presentano un rischio di complicanze 4 volte maggiore
rispetto ai neonati a termine e per questo motivo necessitano di maggiori attenzioni e cure
personalizzate2; tra queste, l’aspetto nutrizionale e in particolar modo l’allattamento al seno,
rivestono una parte centrale.
Il latte materno infatti è fondamentale per l’alimentazione del bambino, e in particolare per il
neonato prematuro, perché ha un ruolo importantissimo nella sua salute e nella sua sopravvivenza3,4. La letteratura però riporta che i tassi di allattamento nei neonati late-preterm sono
nettamente più bassi rispetti a quelli di un neonato a termine, questo come conseguenza di
numerosi fattori legati alla prematurità del neonato e alle possibili complicanze materne5.
È quindi di primaria importanza fornire alla coppia mamma-bambino un adeguato sostegno per garantire la buona riuscita dell’allattamento al seno. In particolare, può essere utile
affiancare la mamma e il neonato con figure preparate professionalmente quali le IBCLC (International Board Certified Lactation Consultant), in grado di sostenere la coppia mammabambino durante tutte le fasi dell’allattamento.
Obiettivi. L’obiettivo principale è verificare se l’intervento personalizzato di una breastfeeding
consultant (IBCLC) in ospedale può aumentare i tassi di allattamento al seno nei neonati latepreterm nel corso dei primi 6 mesi vita. L’obiettivo secondario è individuare ulteriori fattori
perinatali che incidono positivamente o negativamente sull’allattamento materno nei neonati
late-preterm.
Materiali e metodi. Studio prospettico condotto presso l’ospedale Buzzi di Milano su due coorti di neonati inborn late-preterm ricoverati presso la SC di Neonatologia e Terapia Intensiva
Neonatale. Una prima coorte (prospettica) di neonati late-preterm, nati nel primo semestre
del 2015, a cui è stata proposta un’assistenza individualizzata da parte di una IBCLC, è stata confrontata con la seconda coorte (retrospettiva) di neonati late-preterm, nati nel primo
semestre del 2014, che, al contrario, non è stata seguita da una breastfeeding consultant
(IBCLC) durante la degenza in ospedale.
Per ogni coorte è stata valutata la tipologia di allattamento a 48 ore di vita, alla dimissione,
21
a 7 giorni e a 1-4-6 mesi, considerando un allattamento di tipo esclusivo, complementare e
artificiale.
Risultati. La coorte del 2015 è composta da 32 neonati e 28 mamme mentre il gruppo di
controllo del 2014 è composto da 53 neonati e 38 mamme. Le due popolazioni sono ragionevolmente omogenee per quanto riguarda le caratteristiche cliniche e demografiche. Le
frequenze di allattamento esclusivo al seno sono risultate più elevate nella coorte seguita
dall’IBCLC in tutti i tempi considerati. La differenza si evidenzia già durante la degenza ma
tende ad aumentare per i tempi successivi. Tra le variabili considerate, i fattori in grado di influenzare in maniera significativa l’allattamento al seno, indipendentemente dall’esposizione
all’intervento dell’IBCLC, sono: una precedente esperienza di allattamento al seno, il parto
eutocico, l’affiancamento a un consultorio dopo la dimissione, il livello di scolarità materna e
l’aumento dell’età gestazionale.
Conclusioni. La presenza di una IBCLC incide in modo significativo sulle frequenze di allattamento al seno nei neonati late-preterm, contribuendo soprattutto alla sua persistenza nel
tempo. Inoltre, i fattori in grado di influenzare l’allattamento al seno sono molteplici quindi,
per garantire un allattamento efficace e duraturo, è necessario che la mamma e il neonato
vengano presi in carico in modo globale e seguiti anche dopo la dimissione.
Bibliografia
1. Kugelman, A. & Colin, A. a. Late Preterm Infants: Near Term But Still in a Critical Developmental Time Period.
Pediatrics 132, 741–751 (2013).
2. Engle, W. A., Tomashek, K. M., Wallman, C. & Care, P. ‘ Late-Preterm ’ Infants : A Population at Risk. Am. Acad. Pediatr. (2007).
doi:10.1542/peds.2007-2952
3. Eidelman, A. & Schanier, R. Breastfeeding and the Use of Human Milk. Pediatrics 129, 600–603 (2012).
4. Andreas, N. J., Kampmann, B. & Mehring Le-Doare, K. Human breast milk: A review on its composition and bioactivity.
Early Hum. Dev. 91, 629–635 (2015).
5. Meier, P., Patel, A. L., Wright, K. & Engstrom, J. L. Management of Breastfeeding During and After the Maternity
Hospitalization for Late Preterm Infants. Clin. Perinatol. 40, 689–705 (2013).
22
Morandi Grazia
Allattamento materno e nutrizione con latte
artificiale a confronto nei bambini con Trisomia 21:
l’esperienza di Verona
ABSTRACT
Introduzione. Secondo l’OMS “L’allattamento al seno costituisce il miglior metodo alimentare
per garantire una sana crescita e un sano sviluppo dei neonati ed esercita un’influenza biologica ed emotiva unica sulla salute sia delle madri che dei bambini”; se vi sono molteplici studi
a conferma di questo nei neonati sani, pochi sono gli studi che indagano i benefici del latte
materno nei neonati con malattie genetiche rare, come la sindrome di Down, in cui si possono
presentare esigenze nutrizionali specifiche e difficoltà maggiori all’alimentazione.
Scopo dello studio. Lo scopo del nostro studio è stato indagare la prevalenza dell’allattamento materno tra i lattanti seguiti per trisomia 21 presso l’UO di Patologia e Terapia Intensiva
Neonatale del Policlinico universitario G.B. Rossi.
Inoltre abbiamo voluto indagare le differenze di sviluppo auxologico e ponderale nel primo
anno di vita tra lattanti unicamente allattati al seno, lattanti alimentati esclusivamente con
latte artificiale e bimbi che hanno ricevuto un allattamento misto.
Materiali e metodi. Lo studio è stato sviluppato come studio osservazionale retrospettivo:
sono stata analizzati i dati contenuti nelle cartelle cliniche dei pazienti con diagnosi di sindrome di Down, nati tra il 2009 e il 2015 e seguiti trimestralmente presso l’Ambulatorio dedicato.
Di ogni paziente sono stati registrati i parametri auxologici alla nascita, a 3-6-9 e 12 mesi di
vita, e le eventuali patologie associate.
Per le misure antropometriche è stato usato il software Growth Calculator3 della SIEDP, e in
particolare peso e altezza alla nascita sono stati calcolati usando le tabelle di Gagliardi, mentre per le misure a 3, 6, 12 mesi sono state utilizzate sia le curve di crescita della WHO, 2006
sia le curve di crescita speciali per bambini con trisomia 21.
Per quanto concerne l’analisi statistica, abbiamo analizzato i dati ottenuti attraverso le metodiche descrittive di base: media, deviazioni standard. Abbiamo eseguito il confronto delle
variabili in esame mediante il Kruskal-Wallis Test, considerando statisticamente significativo
un p-value < 0.05 .
23
24
Tesolat Giulia
Il gradiente termico tra areola mammaria e labbra
del neonato supporta il “breast crawl”?
ABSTRACT
Introduzione. Precedenti studi hanno evidenziato come il complesso capezzolo-areola
mammaria, punto di arrivo dello straordinario viaggio del neonato verso il seno materno, risulti più caldo rispetto al circostante quadrante del seno.
La quantificazione di tale segnale termico ha supportato l’ipotesi che una temperatura più
elevata del complesso capezzolo-areola mammaria possa contribuire, insieme agli altri stimoli visivi, tattili, olfattivi e chimici, a guidare le labbra del neonato direttamente al capezzolo
nel “breast crawl”.
Metodi. È stato condotto uno studio prospettico su un campione di 41 donne consecutive e
sui loro nati a termine allattati esclusivamente al seno. Abbiamo testato fuori travaglio, 6 ore
(±2) prima del parto, e successivamente in prima e seconda giornata dopo il parto l’andamento della temperatura (°C) del complesso capezzolo-areola mammaria e del corrispondente quadrante superiore interno del loro seno destro.
Sono state del pari anche testate le temperature delle labbra e della fronte dei loro neonati in
prima e seconda giornata dopo la nascita. Per le misurazioni è stato utilizzato il Soft Plus 5.5
(Callegari S.p.A., Parma, Italia), con metodo infrarossi.
Risultati. La temperatura del complesso capezzolo-areola mammaria prima del parto è risultata significativamente più elevata rispetto al quadrante limitrofo del seno (34.81 ±0.47 vs.
34.60 ±0.62°C: Δ= 0.21°C, p<0.01). La temperatura del complesso capezzolo-areola mammaria è ulteriormente aumentata dopo il parto rispetto al quadrante: il primo giorno (Δ= 0.53°C,
p<0.001) e il secondo giorno (Δ= 0.63°C, p<0.001), rispettivamente. Nel contempo, la temperatura delle labbra del neonato è risultata significativamente più bassa rispetto a quella
della fronte: in prima giornata (33.33±0.92 vs. 34.58 ±0.51°C: Δ= -1.24°C, p<0.001, e in seconda
giornata 33.54 ±0.62 vs. 34.57 ±0.50°C: Δ= -1.02°C, p<0.001). Pertanto, il gradiente termico
tra il complesso capezzolo-areola mammaria e le labbra del neonato è risultato pari a -1.66
±1.07°C, p<0.001 in prima giornata e a -1.68 ± 0.63°C, p<0.001 in seconda giornata di vita, rispettivamente.
Conclusioni. I risultati di questo studio dimostrano per la prima volta come il complesso capezzolo-areola mammaria aumenti la propria temperatura dopo il parto rispetto al resto del
seno, mentre le labbra del neonato persistano più fredde rispetto alla fronte.
Il gradiente termico generato dalla differenza di temperatura tra il complesso capezzolo-are-
25
ola mammaria e le labbra del neonato potrebbe essere un segnale importante per riconoscere l’areola ed il capezzolo nel “breast crawl” e per il continuum dell’allattamento al seno.
26
Promozione, protezione e supporto
dell’ ALLATTAMENTO al SENO
TEMA B
“Allattamento al seno e le difficoltà
delle mamme al rientro a casa”
27
28
Selvatico Germana
Il counseling perinatale: gli strumenti d’efficacia
professionale nel sostegno all’allattamento al seno nella
nostra unità operativa. Il percorso di cura fisica, emotiva
ed energetica della neo famiglia
ABSTRACT
La nostra U.O. ha da sempre avuto come obiettivo principale il sostegno e la promozione
dell’allattamento al seno; spinte da questa motivazione e dalla continua ricerca di un’assistenza più efficace e naturale, negli anni il nostro percorso professionale è stato oggetto di
continui cambiamenti.
Se da un lato gli aggiornamenti sul campo sono stati un ottimo input professionale, dall’altro,
la tipologia di puerpere da assistere è risultata essere sempre più diversificata e sensibile.
Nella nostra realtà odierna abbiamo percepito che il percorso di naturalità, che dovrebbe
guidare e rasserenare la neo famiglia, risulta talvolta essere alterato; lo scambio di informazioni con gli operatori sanitari talvolta può risultare difficoltoso e compromettere sopratutto
l’autonomia e la serenità della madre al momento della dimissione. Questo ha portato la
nostra equipe a rivalutare le modalità, rivedendo soprattutto l’aspetto della comunicazione, a
volte carente dal punto di vista empatico e della motivazione. Il lavoro da noi proposto per il
Premio alla ricerca e supporto all’allattamento al seno è quindi il racconto di questa crescita,
fra ostacoli, malumori, ma anche grande la consapevolezza, la sensibilità ed alla fine anche
le soddisfazioni. Gli strumenti a supporto da noi creati nel momento della dimissione sono:
- La scheda/guida di Monitoraggio madre-neonato, strumento messo a disposizione già durante la degenza e poi nelle successive settimane a casa.
- Il libretto informativo “Ci sono anch’io”, consegnato alla nascita, preziosa guida per i neo
genitori nei mesi successivi.
- L’incontro “Happy Mum” appuntamento mensile organizzato dalle varie figure professionali
per le mamme e famigliari.
- L’ambulatorio infermieristico a supporto delle mamme già nelle 24 ore successive la dimissione.
29
30
Cortese Alessandro
In allattamento il sostegno fa la differenza,
non la fortuna!
ABSTRACT
Codesta ricerca vuole dimostrare come le difficoltà riscontrate dalle donne che allattano al
rientro a casa non si risolvono con la fortuna, ma con l’informazione, supporto e sostegno da
parte non solo dei professionisti aggiornati che operano seguendo le linee guida e le indicazione dell’OMS, ma anche dei familiari e di tutto l’ambiente circostante. Infatti spesso i problemi rilevati sono legati senz’altro a una base pregressa in cui la donna non ha un supporto
adeguato e non ha le giuste informazioni ed è influenzata da contesto familiare e sociale.
Sicuramente la PNEI ci indica come l’interazione con l’ambiente influenza i nostri pensieri che
vanno a condizionare tutto il corpo promuovendo la liberazione di ormoni e neurotrasmettitori. Ecco quindi che per risolvere una problematica dobbiamo prima rimuovere la causa
ambientale che la promuove.
Nella società odierna vi sono diverse falle, in quanto l’allattamento non riveste più importanza
per via dei vari miti che si sono creati e dei vari sostituti del seno materno promossi dal consumismo e dal progresso. In più molti professionisti non si formano in quest’ambito.
A conferma di ciò è stata condotta un’intervista su un campione di 70 donne che allattano
in merito alle difficoltà riscontrate dopo la dimissione che potrebbero favorire l’interruzione
dell’allattamento al seno.
L’esito ha dimostrato che la mancanza di supporto, sostegno, informazione e la presenza di
consigli errati, non EBM e critiche hanno un maggiore impatto nell’interrompere un allattamento rispetto alle reali patologie materno/neonatali.
31
32
Pigat Marta
Allattamento al seno e le difficoltà delle mamme
al rientro a casa
ABSTRACT
L’interesse per questo argomento deriva innanzitutto dalla nostra grande passione al lavoro
con le donne e, nello specifico, con le mamme e i loro bambini; allattamento e dimissione
precoci risultano a noi, di conseguenza, molto vicini.
Di qui la necessità di creare un piano di lavoro per gli operatori ospedalieri e territoriali impegnati nel percorso nascita e puerperale affinché le neo mamme possano affrontare con
serenità un momento così importante della loro vita quale crescere e nutrire al meglio il loro
bambino.
Allattare il proprio bambino al seno è quanto di più naturale possa accadere ma sappiamo
bene che numerosi ostacoli possono nuocere a questo processo prima, durante e dopo la
gravidanza.
Sicuramente una donna non seguita passo a passo in questo importante momento della
sua vita, non supportata nelle proprie capacità, nel proprio istinto in un sistema che la pone
in completo disempowerment, rende il sistema genitoriale più fragile e di conseguenza più
attaccabile dalle convinzioni esterne.
Per questo l’OMS ha individuato nel miglioramento della qualità della vita di madre e nascituro uno dei prioritari obiettivi sanitari mondiali. A tal fine vi è l’intrinseca necessità di promuovere l’allattamento esclusivo al seno durante i primi sei mesi di vita sottolineandone l’ineguagliabilità come alimento ideale per la salute della madre e del lattante.
33
34
Beardo Elisa
Allattamento dopo carcinoma mammario
ABSTRACT
Allattare al seno è una scelta che richiede una forte motivazione, infatti, non è sempre facile
e molte mamme incontrano difficoltà, che diventano maggiori in caso di allattamento dopo
tumore al seno.
Questo tema al giorno d’oggi ha acquistato grande rilevanza per l’aumento di incidenza del
tumore nelle giovani donne, per il miglioramento della prognosi oncologica e per il progressivo aumento dell’età materna alla prima gravidanza.
Così la donna che desidera e sceglie di allattare avrà bisogno, ancor più di puerpera senza
pregressi problemi mammari, di essere incoraggiata e di essere supportata, perché allattare
dopo carcinoma mammario è sicuro e fattibile.
La revisione della letteratura conferma la sicurezza di questa pratica e le esperienze di alcune
donne intervistate dimostrano la fattibilità di allattare con un unico seno.
Dalle interviste, inoltre, emerge il profilo di una donna con una forte resilienza e un chiaro
progetto di maternità che ha trovato la forza di accettare il tumore come un’esperienza, ha
soddisfatto il suo desiderio di maternità e sceglie di allattare per completare il suo ruolo di
madre e per vivere appieno la sua femminilità.
35
36
Chiesa Giulia
Fattori associati all’allattamento materno:
indagine conoscitiva sugli aspetti che ne
condizionano la durata
ABSTRACT
Introduzione. L’allattamento è una fase molto importante sia per il bambino che per la madre, ed è considerato uno dei metodi nutrizionali fondamentali per la salute e la crescita del
lattante.
Per rafforzane l’importanza e valorizzarne i vantaggi l’OMS e l’UNICEF, organizzazioni deputate alla promozione dell’allattamento materno, hanno pubblicato nel 1989 la dichiarazione
congiunta, oggi ancora in uso, il cui obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza del
ruolo dei servizi sanitari nel promuovere l’allattamento e nel sostenere le madri. Infatti, una
buona educazione e un buon supporto permette alle madri di ricevere tutte le informazioni
riguardanti i vantaggi dell’allattamento e le possibili difficoltà che si possono incontrare.
Nonostante ciò, alcune di esse decidono ugualmente di interrompere questa pratica.
Obiettivo della tesi. L’obiettivo della tesi è quello di individuare i motivi che portano le madri ad interrompere l’allattamento, cercando di capire se ciò è dovuto ad una mancanza di
supporto, all’insorgenza di fattori di rischio materni-neonatali o ad una scarsa motivazione
materna valutando soprattutto quante puerpere hanno interrotto l’allattamento esclusivo al
seno prima della dimissione, ad un mese ed a tre mesi dalla dimissione.
Ciò permette ai professionisti sanitari di riconoscere le problematiche, al fine di rassicurare le
madri e favorirne il proseguimento dell’allattamento esclusivo al seno.
Materiali e metodi. Nello studio sono state reclutate 230 pazienti (di cui 30 non hanno aderito alla compilazione del questionario) ricoverate presso il reparto Puerperio/Nido di Fondazione Poliambulanza, nel periodo compreso tra il 2 febbraio 2015 e il 2 marzo 2015. Le stesse
pazienti sono state poi ricontattate ad un mese e a tre mesi dalla dimissione.
Sono stati utilizzati tre questionari epidemiologici cartacei “ad hoc”. Il primo questionario è
stato proposto alle madri durante la degenza, mentre il secondo ed il terzo questionario,
presentati rispettivamente ad un mese e a tre mesi dalla dimissione, sono stati proposti alle
stesse madri tramite un “follow-up” telefonico.
Risultati e conclusioni. Dall’elaborazione dei dati risulta che: tutte le madri hanno affermato
di aver ricevuto un supporto adeguato dai professionisti sanitari delle strutture ospedaliere
e/o territoriali. I professionisti sanitari sono stati capaci di risolvere i problemi insorti durante
l’allattamento, rassicurando le madri e favorendone il proseguimento ed hanno dimostrato
37
competenza nel sostenere le madri in caso di interruzione. Risulta altresì evidente, dai dati
raccolti, che la percentuale delle madri che decide di proseguire con l’allattamento esclusivo
al seno decresce ad un mese ed a tre mesi dalla dimissione.
Inizialmente, si pensava che ciò fosse dovuto alla mancanza di supporto, ma analizzando
attentamente i risultati emerge che l’interruzione è principalmente causata dall’ insorgenza
di fattori materni-personali come: patologie, la ripresa dell’attività lavorativa, la mancanza di
motivazione materna ed, in alcuni casi, dalla comparsa di depressione.
In conclusione, tutti i professionisti sanitari, oltre a proteggere, promuovere e sostenere l’allattamento, devono garantire: un’ adegauata continuità assistenziale, un supporto emotivo e
psicologico personalizzato e precoce al fine di rassicurare le madri e di prevenirne l’interruzione. Quindi, il supporto non deve essere solo pratico. Risulta così importante focalizzarsi sui
problemi emergenti con la finalità di rassicurare le madri e di prevenire l’interruzione precoce
dell’allattamento.
38
Frigo Daniela
Allattamento al seno e le difficoltà delle mamme
al rientro a casa
ABSTRACT
Il primo mese di vita di un neonato è un periodo delicato per il suo adattamento alla vita extra
uterina, la creazione della diade madre-bambino ed i nuovi equilibri all’interno della coppia
genitoriale.
Presso l’ospedale nel quale lavoriamo è in vigore il protocollo “skin to skin” per favorire l’attaccamento del nuovo nato alla madre e incentivare una suzione precoce al seno e l’avvio
della lattazione.
Alla dimissione la nuova famiglia spesso si ritrova con dubbi e indecisioni sulla gestione del
neonato e dell’allattamento, ma con una prima visita dal pediatra di base ad un mese dalla
nascita.
Per colmare questo vuoto assistenziale nasce lo spazio Donneinsieme, un luogo creato per
accogliere le mamme ed i loro bambini nelle prime settimane dalla nascita.
Cinque ostetriche sono a disposizione tutte le mattine per ascoltare le mamme, dare consigli
e sostegno riguardo l’allattamento dei loro bimbi, creare un gruppo di auto-aiuto tra mamme
per confrontarsi sui temi legati all’alimentazione e all’educazione dei piccoli.
Al pomeriggio si propongono corsi ed incontri per rafforzare la relazione tra genitori e figli attraverso il portare in fascia, il massaggio neonatale, consulenze individuali sull’allattamento al
seno e al biberon e sullo svezzamento.
39
40
Godeas Gloria
Allattamento al seno e le difficoltà delle mamme
al rientro a casa
ABSTRACT
Background. L’allattamento al seno presenta numerosi benefici sia per il neonato che per la
madre ed il latte materno risponde perfettamente ai requisiti di alimentazione del bambino.
L’allattamento al seno esclusivo è raccomandato per i primi sei mesi di vita del bambino.
Tuttavia, la maggioranza delle madri in molti paesi sospendono l’allattamento al seno molto
prima dei due anni per mancanza di sostegno adeguato o perché le abitudini dei reparti e
degli operatori sanitari ed i consigli che riceve non favoriscono questa pratica.
Obiettivo. L’obiettivo dello studio consiste nel valutare l’efficacia di un progetto svolto presso
la Aas n°2 “Bassa Friulana-Isontina” dagli operatori dei Consultori Familiari in collaborazione
con quelli ospedalieri al fine di sostenere l’allattamento al seno nei mesi successivi al parto e
di rilevare precocemente le situazioni di disagio psico-socio-ambientale della coppia di neogenitori e i casi di depressioni puerperali.
Materiali e metodi. Il campione è costituito dalle puerpere che hanno partorito presso i due
punti nascita aziendali. Il progetto prevede le seguenti attività: un colloquio con la puerpera
effettuato dall’ostetrica durante la degenza in ospedale, un colloquio telefonico entro circa
dieci giorni dal parto, uno o più visite domiciliari a seconda della necessità entro circa dieci
giorni dal parto nei casi identificati a rischio di disagio relazionale/accuditivo ed una visita
domiciliare al quinto mese di vita del bambino per il sostegno genitoriale alle problematiche
connesse con lo svezzamento e per una valutazione complessiva della situazione famigliare.
Risultati. Nell’anno 2015 sono stati effettuati da parte dell’ostetrica 386 colloqui con le puerpere in ospedale, 479 telefonate di controllo nei primi giorni successivi al parto e 15 visite
domiciliari. Sono stati rilevati e seguiti 7 casi di depressione post-partum. I problemi maggiormente riscontrati sono stati quelli relativi all’allattamento al seno (32 donne) ed alla carenza
di aiuto socio-economico (15 casi) in particolare nei nuclei famigliari multietnici in situazione
di isolamento.
Discussione. Dai risultati dell’attività del nostro progetto è stato riscontrato che la problematica principale per le neomamme una volta rientrate a domicilio riguarda l’allattamento al seno
(in particolare comparsa di ragadi o ingorghi o mastiti e scarso sostegno all’interno del contesto familiare). In letteratura è emerso che dopo il rientro a casa oltre il 25% delle donne intervistate ha riferito di aver avuto problemi inerenti l’allattamento, ma sono poche quelle che
hanno ricevuto visite domiciliari in puerperio. Oltre ai servizi offerti dall’azienda, un ulteriore
41
sostegno offerto alle donne che allattano al seno è rappresentato dall’associazione “Sorsi di
Vita”, un gruppo di aiuto tra pari; in letteratura emerge chiaramente come un gruppo di aiuto
tra pari per l’allattamento al seno sia un intervento efficace. Nel nostro progetto l’1,4% delle
puerpere ha sviluppato una depressione del post-partum, fortunatamente una percentuale
di gran lunga inferiore a quella riportata in letteratura. Esistono consistenti evidenze sugli
effetti positivi delle visite e del sostegno post-partum, specialmente se inseriti in programmi strutturati di interventi da parte di operatori integrati tra loro. Considerando il panorama
nazionale i principali problemi sono rappresentati dalla carenza delle strutture, dalla scarsa
informazione dell’utenza sui servizi offerti e dal raccordo tra ospedali e territorio e tra i vari
operatori. Nella nostra realtà abbiamo previsto una vasta pubblicizzazione del progetto e la
presentazione dello stesso alle future mamme già durante i corsi di accompagnamento alla
nascita; infine è stato previsto il coinvolgimento sia degli operatori del territorio che di quelli
ospedalieri.
Conclusioni. Il counselling svolto dagli operatori impegnati nel progetto ha determinato la risoluzione di problematiche quali ragadi, mastiti o ingorgo mammario e l’allattamento al seno
è proseguito con soddisfazione da parte della coppia e degli operatori. Nei casi di donne
affette da disturbi dell’umore del post-partum di diversa gravità sono state coinvolte anche
le psicologhe del consultorio per elaborare un piano assistenziale personalizzato e condiviso. Per garantire la continuità assistenziale si è rivelata fondamentale la condivisione del
progetto tra operatori del Consultorio Familiare e quelli ospedalieri ed il lavoro d’equipe tra le
diverse figure professionali operanti sul territorio.
La professionalità dell’ostetrica si è rivelata quella che maggiormente consente di unire in un
unico operatore la competenza di valutazione psico-fisica della madre, del neonato e della
promozione della relazione, dell’allattamento al seno e di supporto psicosociale ai neogenitori.
42
Minucciani Tania
Allattamento al seno e le difficoltà delle mamme
al rientro a casa
ABSTRACT
Il latte materno rappresenta l’alimento di scelta nell’età infantile, con importanti effetti positivi
sulla salute della madre che allatta e su quella del bambino allattato al seno, a breve ed a
lungo termine.
Nonostante i vantaggi dell’allattamento al seno siano indiscutibili, molte madri sperimentano
ancora oggi difficoltà ad allattare i propri bambini, in particolare dopo la dimissione dai reparti ospedalieri. Nel presente elaborato descriviamo tutte le attività ed i servizi attivi presso il
Dipartimento Materno Infantile di Lucca, dedicati alla promozione e al sostegno dell’allattamento al seno a domicilio.
La Pediatria di Lucca dal 2008 ha ricevuto, infatti, la certificazione UNICEF di Ospedale Amico dei Bambini. Per prevenire l’insorgenza di difficoltà con l’allattamento al seno al rientro a
casa, è fondamentale che i neo-genitori siano stati adeguatamente informati, da personale
esperto. Infatti, la volontà materna di allattare il proprio bambino al seno necessita di essere
sostenuta e rafforzata fin dall’inizio e per tutta la durata dell’allattamento.
Pertanto, tale formazione inizia con la partecipazione delle gestanti ai corsi pre-parto, prosegue durante la degenza in ospedale e può continuare anche dopo il rientro a casa. Inoltre,
proponiamo la creazione di un “diario dell’allattamento”, che possa servire da filo conduttore
nella rete formata da tutti gli operatori coinvolti nell’allattamento al seno, creata intorno alla
coppia madre-bambino.
43
44
Panizza Cristina
Strategie per il successo nella promozione e
supporto dell’allattamento da parte dell’ostetrica
ABSTRACT
Questa raccolta dati ha avuto la finalità di valutare il ruolo dell’ostetrica durante il puerperio
con l’obiettivo di riscontrare se l’accompagnamento delle madri in questa fase migliori l’outcome in termini di:
- Prosecuzione dell’allattamento al seno per più tempo;
- Riduzione dell’abbandono all’allattamento al seno;
- Maggiore adesione all’allattamento al seno;
- Facilitazione della risoluzione delle problematiche di abbandono.
La nostra raccolta dati mira a far rilevare e valorizzare la professione ostetrica nella sua azione
di sostegno ed accompagnamento alle mamme e ai loro bambini non solo al momento del
parto ma anche nell’immediato post-partum e la relativa degenza ospedaliera, momento assai critico insito di dubbi , difficoltà nell’attivazione del processo di lattazione ed allattamento.
L’OMS e UNICEF raccomandano l’allattamento esclusivo al seno fino al 6° mese di vita del
bambino e poi, con l’introduzione dell’alimentazione semisolida, anche fino a oltre un anno
di vita. Ribadendo che il latte materno è il miglior nutrimento possibile per un neonato perché
apporta tutte le sostanze essenziali che gli assicurano un’ottima crescita, poiché dal punto di
vista nutrizionale, la composizione del latte materno è unica e inimitabile, possedendo tutti i
nutrimenti nella giusta proporzione adattandosi all’età e alla crescita del neonato.
Numerose ricerche dimostano che l’allattamento al seno comporta notevoli benefici: sia al
bambino che alla madre. Benefici non solo legati alla crescita del neonato dal punto di vista
fisico ma crescita e relazione emotiva tra la madre e il bambino.
Nell’immediato dopo parto con le attivazioni ormonali avviate dal distacco della placenta
avviene la secrezione del colostro, una sostanza ricca di proteine, IgA secretorie, linfociti e
macrofagi, mentre dal 5° giorno avviene la produzione di latte maturo che possiede un maggior quantitativo di lipidi. La figura professionale dell’ostetrica/o in questo contesto assume
un ruolo di tipo sanitario/educativo e relazionale/counseling e svolge il suo operato non solo
nell’allattamento e sue attivazioni ma anche nelle prime cure neonatali giocando un ruolo
cardine nel periodo puerperale. Scopo dello studio: questo studio ha la finalità di valutare il
ruolo dell’ostetrica nella fase puerperale, soprattutto in relazione a un percorso di accompagnamento delle madri all’allattamento. Si è perciò valutato l’andamento e l’efficacia dell’allattamento nei mesi successivi al parto.
45
Materiali e metodi: l’indagine, di tipo prospettico, si basa su un campione di donne che hanno partorito nella Unità Operativa della Clinica Ginecologica Ostetrica di Padova e che hanno
accettato di aderire al nostro questionario spontaneamente ed in forma anonima.
I dati sono stati raccolti da Aprile 2015 fino a Settembre 2015 mediante un questionario di 38
domande chiuse, suddiviso in tre parti relative a tre diversi momenti di vita del bambino: una
prima parte relativa ai giorni di degenza (15 domande), una ad un mese di vita del bambino
(10 domande), una a tre mesi di vita del bambino (13 domande). È stata inoltre prevista una
sezione “Note” in cui la paziente poteva esprimere commenti o consigli. Sono stati raccolti
200 questionari.
Il questionario è stato consegnato durante la degenza e restituito per la prima parte alla dimissione, mentre per le altre valutazioni ci sono state restituite dalla madre in una successiva
occasione di ritorno della stessa nel reparto di degenza o contattata telefonicamente o tramite mail o con durante incontri mirati di supporto all’allattamento.
Alla consegna iniziale venivano date indicazioni solamente sulla modalità di compilazione
del questionario per non condizionare le risposte delle partecipanti.
Le domande vertevano sulle tematiche dell’allattamento e sullo stato emotivo della donna,
in dettaglio: quale tipo di allattamento stessero svolgendo, come procedesse l’allattamento
e nel caso avessero riscontrato momenti di difficoltà a chi avessero rivolto le loro richieste di
aiuto (ripetute nei tre periodi di tempo individuati).
I dati sono stati raccolti dalle studentesse del corso di laurea in ostetricia in collaborazione
con l’ostetrica di reparto e il personale.
Le analisi statistiche sono state effettuate utilizzando un software che ha permesso di classificare, per ogni periodo analizzato, le pazienti in tre gruppi diversi in base all’efficacia dell’intervento ostetrico, schematizzato con: efficacia bassa, efficacia media, efficacia alta.
Sulla base delle risposte date è stato assegnato un punteggio, la cui somma ha determinato
il punteggio totale di ogni questionario.
Risultati: per quanto concerne il primo periodo (degenza in reparto), le pazienti appartenenti
al primo gruppo (efficacia bassa) sono risultate essere il 6,25%, quelle appartenenti al secondo gruppo (efficacia media) il 42,88% mentre quelle appartenenti al terzo gruppo (efficienza
alta) il 56,25%. Valutando invece il secondo periodo (primo mese), il 12% delle pazienti è
risultato nel primo gruppo, il 2,66% nel secondo gruppo ed infine l’85,34% nel terzo gruppo.
Valutando infine il terzo periodo (terzo mese), al primo gruppo è risultato appartenere il 3,7%
dei questionari raccolti, il 12,96% al secondo gruppo ed infine l’83,34% all’ultimo gruppo.
Analizzando invece il trend dell’allattamento si sono evidenziati risultati nettamente positivi
nel secondo e terzo periodo; infatti alla dimissione solo il 51% delle pazienti allattava esclusivamente al seno, invece ad un mese dal parto l’86% delle madri allattava esclusivamente al
seno ed al terzo mese ben l’81%.
L’abbandono dell’allattamento esclusivo al seno risulta essere causato principalemente dalle
difficoltà pratiche incontrate nell’allattare, definito come difficoltà emersa nel questionario a
46
superare i problemi di gestione delle dinamiche dell’allattamento e di accudimento del neonato.
Il professionista sanitario evidenziato nelle risposte e da cui hanno ritenuto di aver ricevuto
maggior supporto corrisponde per il 78% alla figura dell’ostetrica, professionista di cui, viene
sottolineato, avrebbero maggiormente apprezzato un sostegno anche a domicilio.
Inoltre nei dati raccolti si evidenzia come il contatto avvenuto tramite mail e con riferimento
telefonico sono stati importanti per aver un supporto immediato ed irrinunciabile nella risoluzione delle difficoltà immediato anche a domicilio .
La linea telefonica purtroppo non dedicata ma di reparto è comunque stata utile per dare risposte e contatti personalizzati tra la neo mamma e l’ostetrica dedicata . In alcuni casi è stato
necessario attivare con l’ostetrica un appuntamento in reparto personalizzato.
Discussione: incoraggiare l’allattamento al seno negli ospedali di tutto il mondo è un obiettivo
dell’OMS/UNICEF, tuttavia in molti Paesi con la dimissione della neomamma si interrompe
bruscamente il processo di assistenza/supporto/accompagnamento avviato con l’inizio delle
gravidanza ed incontrato poi nei reparti di degenza.
Da questo studio emerge che la presenza di un’ostetrica che segue con un counseling adeguato e personalizzato le madri nell’allattamento, si possono ottenere risultati estremamente
positivi per il trend dell’allattamento rilevato in incremento nel secondo e terzo periodo.
Dai dati raccolti si è anche evidenziato che molte madri, nonostante si sentissero pronte per il
rientro a casa , una volta dimesse dall’ospedale hanno dovuto affrontare dei momenti di difficoltà e che avrebbero avuto bisogno dello stesso supporto professionale anche a domicilio
per quelle problematiche minori che sarebbero state facilmente risolvibili tramite l’ausilio di
un’ostetrica, anche solo contattata per via telefonica o con appuntamento personalizzato.
Conclusioni: da questo studio emerge quindi l’importanza della figura dell’ostetrica nell’assistenza alla puerpera anche dopo la degenza, soprattutto nella promozione e nel sostegno
dell’allattamento al seno poiché la fase puerperale è un momento critico di cambiamento e
difficoltà per le neomadri e per la triade familiare. L’auspico è che il SSR dia la possibilità ai
professionisti sanitari del materno infantile preparati per queste tematiche, quali l’ostetrica,
di creare un continum operativo tra ospedale – territorio affichè le neo mamme ritrovino le
stesse operatività espresse nei corso di preparazione al parto, in reparto e nei distretti.
DISCUSSIONE dei Dati
Incoraggiare l’allattamento al seno negli ospedali di tutto il mondo è un obiettivo dell’OMS/
UNICEF, tuttavia in molti Paesi con la dimissione della neomamma si interrompe bruscamente il processo di assistenza avviato con l’inizio della gravidanza non essendo previsti, dopo il
rientro a casa, ulteriori contatti con la puerpera per monitorare l’evoluzione dell’allattamento
e l’adattamento del neonato alla vita domestica. [12]
In Italia è documentata una scarsa assistenza al puerperio e al dopo parto da parte del Sistema Sanitario Nazionale, dove l’assistenza delle ostetriche nel post partum a domicilio, a
differenza di altri Paesi europei come Francia, Inghilterra, Germania e Portogallo, non è ga-
47
rantita in maniera efficiente e per cui le puerpere si rivolgono sempre più spesso alle libero
professioniste e alle non professioniste. [13]
Oltretutto nella società odierna sembra essere scomparsa la rete di relazioni intorno alla madre nel periodo che segue la nascita del bambino, a differenza del passato in cui le neomamme erano sempre circondate da altre donne che avevano esperienza nel campo dell’allattamento.
Sebbene ai corsi di preparazione alla nascita vengano date informazioni dettagliate sull’importanza dell’allattamento materno, quando il bambino nasce purtroppo le donne non sembrano così preparate e parimenti non trovano una figura di riferimento che possa aiutarle ad
accogliere le loro difficoltà che per svariati motivi le inducono a non allattare. [14]
Non sempre comunque il non allattare vuol dire inadeguato rapporto tra madre e bambino.
Ricevere un sostegno, avere la possibilità di condividere dubbi ed esperienze permettono alle
madri di sentirsi meno sole e di ridimensionare i propri timori e fare la scelta più adeguata che
coinvolga il benessere proprio del bambino e della famiglia.
Proteggere i processi fisiologici del femminile, sostenere fisicamente ed emotivamente la
donna.
48
Piscopo Carla
W.h.o. and ten steps: informare ed educare per
promuovere e sostenere l’allattamento al seno
ABSTRACT
Background. Molte istituzioni sanitarie e sociali forniscono servizi che spesso rappresentano
un ostacolo per l’inizio ed il proseguimento della pratica dell’allattamento al seno, ad una
dichiarazione di principio di disponibilità non corrisponde un’attenzione puntuale agli atteggiamenti pratici di promozione e sostegno dello stesso.
Obiettivo. Valutare l’applicazione dei 10 Passi OMS-UNICEF per la promozione dell’allattamento al seno e valutare la percentuale di allattamento esclusivo al seno al momento della
somministrazione di una dose del ciclo vaccinale.
Materiali e metodi. È stato realizzato uno studio di tipo osservazionale in due centri vaccinali
di un distretto dell’ASL NA 3 Sud. Il campione di riferimento formato da genitori con figli di
mesi compresi tra i 2 e i 24 mesi. Sono stati somministrati 100 questionari al fine di ricavare
informazioni sulla gravidanza, sul ricovero in ospedale e sul tipo di allattamento al momento
della somministrazione di una dose del ciclo vaccinale.
Risultati. Dall’elaborazione dei dati si evince che nonostante il 65% dichiari di aver praticato il
rooming-in, circa il 70% delle madri ha effettuato il primo attacco al seno nelle 24 ore successive al parto e non entro le prime 2 ore e con un 43% che afferma di non conoscere se al proprio bambino durante il ricovero in ospedale sia stata somministrata una bevanda diversa dal
latte materno. Dopo la dimissione dall’ospedale nonostante il 63% afferma di non aver avuto
problemi di allattamento al seno circa il 60% risponde di aver nutrito il proprio bambino con
latte artificiale nelle 24 ore precedenti alla somministrazione di una dose del ciclo vaccinale.
Conclusioni. Dallo studio è emerso che la maggior parte delle madri, nonostante affermi di
aver praticato il rooming.in e ricevuto informazioni sui vantaggi dell’allattamento al seno, nutre il proprio bambino con latte artificiale. Per tanto è evidente la necessità di creare una rete
di collaborazione interdisciplinare tra l’ospedale e il territorio e indirizzare interventi di miglioramento della formazione del personale più a stretto contatto con le puerpere.
49
50
Poli Stefano
Percorso aziendale promozione allattamento
al seno Asst di Valcamonica
ABSTRACT
Nel 2011 nella nostra Azienda si è avviato il “percorso condiviso per la promozione dell’allattamento al seno”.
Elemento che ha stimolato la progettazione del percorso aziendale è stato oggettivare la
domanda di salute da parte dell’utenza: nel 2011 è stato condotto uno studio osservazionale,
trasversale di tipo descrittivo tra le neo-mamme, attraverso somministrazione di un questionario creato ad hoc. Lo studio condotto ha messo in evidenza come i neo-genitori, seppur informati sulla cura del proprio bimbo in gravidanza e pur avendo ricevuto informazioni durante
la degenza in Neonatologia, presentano nel 50% dei casi problemi nella gestione del neonato
al domicilio. In particolare le criticità emergevano nella gestione dell’allattamento al seno.
Tutti gli elementi evidenziati dallo studio hanno deposto a favore dell’attivazione di un percorso a sostegno della neo-famiglia, in particolare per la gestione del rientro a domicilio e per
l’implementazione dell’allattamento esclusivo al seno.
Gli obiettivi prefissati sono:
- garantire la continuità assistenziale e la presa in carico della madre, del neonato e del “sistema famiglia” in tutte le fasi del percorso nascita, dalla gravidanza fino al rientro a casa
- promuovere l’allattamento al seno e ridurre la percentuale di abbandono dell’allattamento
dopo la dimissione.
Il percorso comprende azioni coordinate tra soggetti ospedalieri e territoriali impegnati nella
costruzione di una rete, in cui la DONNA CON IL SUO NEONATO E LA SUA FAMIGLIA È SEMPRE POSTA AL CENTRO E PUÒ CONTARE SULL’APPOGGIO CONTINUO DI PROFESSIONISTI
PREPARATI.
Dal punto di vista pratico il progetto si sviluppa su più fronti, e ciascuno degli attori è coinvolto
in determinate tappe a seconda della diversa tempistica e del diverso profilo professionale.
Le azioni poste in essere:
DURANTE LA GRAVIDANZA
- incontri serali allattamento
- corsi di accompagnamento alla nascita ospedale e territorio
ALLA NASCITA
- Sostegno durante la degenza ospedaliera
51
ALLA DIMISSIONE - RIENTRO A CASA
- AMBULATORIO INFERMIERISTICO NEONATALE – SPAZIO LATTE E COCCOLE
- VISITE OSTETRICHE DOMICILIARI
- SPORTELLO ALLATTAMENTO
- PEDIATRA LIBERA SCELTA
- CONSULENZA FARMACISTA
- BABY PIT STOP
52
Rossini Federica
Allattamento al seno e difficoltà delle madri:
strategie innovative di sostegno
ABSTRACT
Obiettivo. Creare strategie innovative di sostegno all’allattamento al seno dedicate alle puerpere nel momento del ritorno a casa dall’ospedale
Metodologia. Realizzazione di un’indagine conoscitiva somministrando un questionario
scritto e compilato individualmente da 300 donne, primipare e pluripare, che hanno partorito
all’interno della provincia di Ancona.
Risultati. Il 57% delle puerpere intervistate ha avuto difficoltà ad allattare al seno, la figura
professionale di principale riferimento è l’Ostetrica, mentre le figure familiari di maggior supporto sono la propria madre ed il compagno; la maggioranza delle donne parteciperebbe a
gruppi di auto mutuo aiuto, settimanali e mensili, gestiti dall’Ostetrica. Sulla base dei risultati sono state progettate diverse strategie di sostegno: incontri prenatali rivolti non solo alle
gestanti ma anche alle proprie madri e ai propri compagni; visite domiciliari nell’immediato
ritorno a casa; incontri di gruppo settimanali entro e/o da 72 ore dal parto fino a tre mesi di vita
del neonato; incontri mensili a partire dal terzo mese di vita; reperibilità telefonica 24h/24h
sette giorni settimanali e nelle ore non lavorative, prevedendo una copertura di quest’ultime
attivando una segreteria telefonica dedicata ed infine, la realizzazione di un gruppo on-line
amministrato dalle Ostetriche che offrono consulenza gratuita, per offrire alle puerpere il confronto con altre madri che stanno allattando e con donne che hanno già sperimentato questa
esperienza (consulenti alla pari).
Conclusioni. L’applicazione di strategie innovative è essenziale per far si che le madri si sentano sostenute non solo dal personale sanitario ma anche dai propri familiari e dalle madri che
stanno ed hanno vissuto la stessa esperienza e le stesse difficoltà, al fine di avviare l’allattamento al seno e di supportarlo nel tempo.
Parole chiave: allattamento, strategie, sostegno, aiuto.
53
54
Savoldi Francesca
Il ruolo del papà nella promozione e nel
sostenimento dell’allattamento al seno:
indagine all’interno dell’Azienda Ospedaliera
di Desenzano del Garda
ABSTRACT
I repentini cambiamenti sociali che ha vissuto la famiglia negli ultimi 30 anni, legati ai fenomeni di migrazione urbana, alla diversificazione delle attività lavorative e alle trasformazioni
del ruolo della donna in conseguenza all’entrata nel mondo del lavoro, hanno guidato i nuovi
nuclei familiari verso un nuovo modello di genitorialità.
Una di queste è l’affermarsi di un nuovo ruolo paterno, maggiormente interessato alle fasi
della vita del figlio in ogni singolo aspetto.
Egli manifesta nuovi bisogni. Vorrebbe essere informato ed educato al pari della madre rispetto le necessità del bambino e riguardo i nuovi bisogni della famiglia. Vuole essere parte
integrante delle decisioni riguardanti il bambino. Uno dei primi temi in cui il padre si trova con
la mamma a prendere una decisione molto importante è il tema dell’allattamento. “Come
vogliamo nutrire nostro figlio?” è la domanda che molti futuri genitori si pongono durante la
gravidanza o appena dopo la nascita del bambino.
In questo complesso processo di affetti, nuovi ruoli di genitorialità da parte di adulti, nuove
emozioni e soprattutto decisioni molto importanti per il futuro del bambino si colloca una
nuova figura paterna, sempre più interessata a partecipare alla vita del bambino sin dai suoi
primi attimi.
Durante la mia esperienza di tirocinio presso il reparto di Pediatria ho potuto notare come
spesso l’educazione all’allattamento venga rivolta solamente alla mamma e ci si rivolga a
lei in modo preponderante quando ad esempio i bambini vengono ricoverati per uno scarso
aumento ponderale durante i primi mesi di vita. Questo aspetto mi ha fatto riflettere. Durante le lezioni di infermieristica pediatrica ho focalizzato come è importante per l’assistenza
al neonato per l’assistenza al neonato il modello di family centered care. La SISIP1 ha dato
la seguente definizione del modello: “Il supporto professionale al bambino e alla famiglia
attraverso un processo di coinvolgimento, partecipazione e condivisione, sostenuto da empowerment e negoziazione2”. Mi sono dunque chiesta se in questo delicato equilibrio fosse
coinvolto anche il papà e come fosse coinvolto. Ad oggi sono presenti ancora pochi studi che
1- Società italiana di Scienze Infermieristiche Pediatriche
(http://www.sisip.it/)
2 - FESTINI F., BIAGINI I. (2009) “Family centered care: l’assistenza centrata sulla famiglia” http://www.sisip.it/index.php?
55
prendano in esame la figura paterna in merito all’allattamento al seno. La letteratura dimostra
che le madri hanno bisogno di un ambiente favorevole al proseguimento dell’allattamento e
in questo ambiente familiare i padri sono le risorse primarie di supporto e di continuità.
Essi incidono significativamente e positivamente sulla continuazione dell’allattamento al
seno.
L’obiettivo che mi sono posta con questo elaborato è indagare i bisogni del papà di oggi
in merito all’allattamento al seno per comprendere in che modo i padri si sentano coinvolti
nella promozione e nel sostenere la nutrizione al seno dei propri figli. Per raggiungere questo
obiettivo ho creato un questionario rivolto ai padri con padronanza della lingua.
Ho somministrato il questionario nei tre Nidi dei presidi dell’ Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda (Desenzano del Garda, Gavardo e Manerbio). L’elaborato di tesi si articola in
quattro capitoli.
Nel primo capitolo (quadro teorico) attraverso una ricerca bibliografica, consultando biblioteche universitarie e banche dati on-line, ho approfondito l’argomento. Inizialmente ho esplicato l’importanza dell’allattamento al seno e i benefici che esso ha sulla salute della mamma
e del bambino. Ho riportato alcuni cenni di anatomia e fisiologia dell’allattamento insieme
alle fasi dell’allattamento. Successivamente mi sono interessata della legislazione in materia
di allattamento. Nel paragrafo successivo ho indagato come il congedo parentale incida sulla
continuazione dell’allattamento (facendo un particolare riferimento alla situazione della Svezia). Successivamente mi sono focalizzata sul ruolo del papà e sul perché avessi individuato
la sua figura per questa ricerca.
Nel secondo capitolo ho esposto la natura della ricerca che ho effettuato, il quadro metodologico, il campione e le caratteristiche del questionario creato per la raccolta dati. Nel terzo
capitolo ho descritto, tramite l’ausilio di grafici e tabelle i risultati ottenuti dall’elaborazione dei
dati. Nel quarto capitolo ho commentato i risultati ottenuti.
In questo studio ho incontrato alcune difficoltà. Il primo grande ostacolo è stato reperire del
materiale bibliografico, data l’esiguità degli studi rivolti alla figura del padre. La maggior parte
della letteratura è stata pubblicata in lingua inglese.
È stato molto laborioso ideare un questionario affinché esso fosse comprensibile e chiaro a
tutti, considerato il pubblico variegato a cui si rivolgeva.
I limiti dello studio da me svolto sono legati all’esiguo campione e al possibile fraintendimento delle risposte aperte nella loro interpretazione. Inoltre il questionario è stato somministrato
solo ai papà con padronanza della lingua italiana, escludendo quindi le accezioni che l’allattamento ha nelle altre culture.
56
Tommasi Sara
Supporto ai neo genitori nel punto nascita
e sul territorio
ABSTRACT
Contesto. Le madri hanno bisogno di sostegno non solo durante la degenza, ma anche una
volta rientrate a casa. Focalizzando la nostra attenzione sulle pratiche fornite quotidianamente alle madri durante la degenza, per renderle autonome nella gestione del neonato,
abbiamo analizzato quali sono le problematiche che insorgono più frequentemente durante
le 48 – 72 ore di ricovero ospedaliero e quali sono le preoccupazioni che emergono con il
rientro a casa e nei primi mesi di vita del neonato.
Abbiamo cercato di trovare delle possibili soluzioni e dei punti di riferimento per la madre
dopo la dimissione.
Metodi. Nel Punto Nascita dell’Ospedale Sacro Cuore di Negrar abbiamo somministrato a
tutte le puerpere con padronanza della lingua italiana, nel periodo che va dal 15 Gennaio
2016 al 18 Marzo 2016, un questionario da noi creato, composto da domande a risposta multipla e da domande aperte. Il questionario è stato inviato tramite mail o raccolto individualmente ai controlli successivi alla dimissione del neonato. Le madri sono state informate che i
dati sarebbero stati trattati in forma anonima.
Ulteriore rinforzo ai dati elaborati nei questionari della nostra piccola realtà operativa è stato
dato da una revisione bibliografica della letteratura, che ci ha confermato quelli che sono i
problemi più comuni per la madre nel prendersi cura del neonato durante il ricovero e dopo
la dimissione.
Risultati. La difficoltà più frequentemente riscontrata dalle madri durante la degenza ospedaliera, emersa dall’elaborazione dei dati del questionario, riguarda il corretto attacco e la
corretta suzione al seno del neonato durante l’allattamento. Ulteriori difficoltà segnalate sono
l’esecuzione della spremitura manuale (quando necessaria), la pratica del cambio pannolino,
la medicazione del cordone ombelicale e l’esecuzione del bagnetto al neonato. Alcune madri
hanno infine percepito di essere giudicate dagli Operatori Sanitari riguardo la decisione di
allattare artificialmente.
Molteplici sono le problematiche riscontrate al rientro a casa: la gestione del ritmo sonno –
veglia del neonato, la comparsa di problemi del seno, la gestione delle poppate, il riconoscimento di adeguato apporto nutritivo del neonato, la comparsa di stress materno, l’insorgenza
di dubbi riguardo l’igiene del neonato, l’influenza e i giudizi di parenti e amici riguardo la
gestione del neonato, il timore di non trovare sostegno dopo la dimissione e la perseveranza
57
nella scelta di allattare al seno.
I dati raccolti dai questionari sono stati supportati anche nella revisione bibliografica della
letteratura.
Conclusioni. Una corretta ed univoca informazione/formazione data dagli Operatori Sanitari
in gravidanza e durante la degenza ospedaliera sulla gestione del neonato e dell’allattamento, rende le donne più autonome e consapevoli delle difficoltà che possono insorgere
nei primi mesi di vita e di come poterle affrontare con serenità. È essenziale inoltre, durante
la dimissione ospedaliera, dare punti di riferimento validi su cui le madri possano contare al
rientro a casa.
58
Zavettieri Francesca
Promozione, protezione e supporto
dell’allattamento al seno.
L’assistenza maieutica
ABSTRACT
Una volta dimessa dall’ospedale spesso una mamma non trova sul territorio un supporto
efficace per essere sostenuta nell’accudimento del suo neonato. In questa relazione vorrei
presentare il progetto in divenire, ipotizzato per far fronte a questa necessità.
Strumenti. Attraverso l’offerta di uno spazio di una struttura della zona, abbiamo creato un
ambiente gestito da un gruppo di professionisti che vuole offrire un supporto emotivo e pratico alle neo-mamme.
I professionisti che ad oggi lavorano al progetto sono: Laura Lombardi, psicologa; Sara Rasi,
pedagogista; Sonia Ricci, psicomotricista; Francesca Zavettieri, infermiera professionale.
All’inizio del progetto abbiamo avuto anche la collaborazione di una figura ostetrica, un medico ostetrico/ginecologo e un medico anestesista dipendenti pubblici che gratuitamente
hanno offerto il loro supporto, ma oberati dal carico di lavoro non possono più garantire una
presenza costante.
Siamo altresì in contatto con i pediatri di base del comune di appartenenza della struttura.
Obiettivo. Il nostro obiettivo è quello di creare un’associazione di mamme che, attraverso la
propria esperienza e il nostro supporto, possa interagire per sostenersi, confidarsi, suggerirsi
soluzioni nei problemi riscontrati nella gestione dei loro bambini.
59
60
Pubblicazione PHILIPS AVENT - Seconda edizione di stampa Ottobre 2016
Coordinamento: Carla Paludetti - Progetto grafico: MACStudio